Da "Libero"
02/09/2001
di Simona Bertuzzi e Eliana Giusto

Cataloghi e tariffe. La mappa degli allevamenti che alimentano i laboratori della vivisezione

Supermarket di animali da uccidere

Milano E lHarlan Italy di Correzzana, in provincia di Milano, insieme allallevamento Morini di Reggio Emilia e al Charles River di Como, il principale fornitore italiano di animali per la sperimentazione scientifica. Lo rivela la Lega antivivisezione. Ma basta visitare il sito Internet
www.harlan.com per avere la conferma. In rete è disponibile tutto lelenco degli animali allevati e dei Paesi che ne fanno richiesta. Di ogni esemplare, si può scegliere il sesso, ma anche specificare se si vuole una femmina "da riproduzione prematura", o un topo transgenico.

Topi, conigli, maialini, criceti, gatti, cani e scimmie. La Harlan è il maggior fornitore dei laboratori scientifici dItalia

Animali in vendita al supermarket degli orrori

Un allevamento del milanese cresce cuccioli di ogni specie da destinare alla vivisezione

di Eliana Giusto Simona Bertuzzi

Milano Il più grande supermercato di animali da sperimentazione è la Harlan Italy di Correzzana, in provincia di Milano. E qui che buona parte degli istituti di ricerca che praticano la vivisezione, compresi alcuni dei 47 laboratori esistenti a Milano e provincia, si riforniscono di materiale da ricerca. Gli altri maggiori allevamenti italiani sono il Morini di San Polo dEnza, in provincia di Reggio Emilia e il Charles River di Calco, in provincia di Como. Lo rivela la Lega nazionale antivivisezione.

"Messi insieme i tre stabilimenti", dice uno dei responsabili, Gianluca Felicetti "forniscono l80 per cento degli animali sottoposti a sperimentazione". Calcolando che sono un milione allanno, fanno in tutto 800mila esemplari.

Allindirizzo di Correzzana, di via Fermi 8, non risponde nessuno, è sabato. Così cerchiamo di verificare lindiscrezione, confermata dallEnte protezione animali, andando direttamente sul sito dellazienda, www.harlan.com

In rete, si trovano tutte le specie animali allevate dallHarlan Italy, compresi i paesi destinatari. LItalia è uno di questi, ma compaiono anche gli Stati Uniti, il Regno Unito, i Paesi Bassi, la Francia, la Germania, Israele e la Spagna. Gli animali sono suddivisi per categorie. Ci sono ratti e topi, ma anche maiali della Guinea, conigli, criceti, gerbilli, gatti, cani Beagles, cani da caccia, scimmie. Di tutte le specie si può scegliere il sesso, specificando se si vuole una femmina "rimasta incinta prima del tempo", o un "maschio o una femmina di età avanzata riproduttiva". Per i topi invece, lalternativa è fra congeniti, transgenici o mutanti. Nella casella dei paesi di destinazione

Non compare il numero degli esemplari forniti. Ma solo un pallino nero. Segno che la fornitura cè stata, non si sa però di quanti animali. "Ciò che sconcerta", dice Felicetti, "è che queste aziende sono perfettamente in regola con la legge. E noi animalisti non possiamo appellarci a nulla per ostacolare la loro attività. La 116 del 92 è vecchia e lacunosa". E quasi più difficile aprire un chiosco di gelati che un allevamento di animali destinati alla sperimentazione. Una volta che cè il nulla osta igienico sanitario, rilasciato dalle Asl. E lassenso del sindaco del comune in cui si trova lallevamento, non occorre altro". In presenza di animali di interesse zootecnico, come bovini e suini, non è neppure necessaria lautorizzazione del sindaco. Sconcertante, infine, quanto previsto per gli animali modificati geneticamente: "il fatto che per esempio abbiano un gene umano o di altro tipo", dice Felicetti, "fa sì che si possano considerare "non animali", e dunque utilizzare senza bisogno di autorizzazione". Scappatoie non ce ne sono: "finchè la legge è questa", interviene il presidente dellEnpa, Ermanno Giudici, "non possiamo far niente. Gli allevamenti hanno una valenza economica. Il fatto grave è che non cè una banca dati che riporti lesatto numero di animali allevati e sperimentati. Evitando che laboratori diversi facciano le stesse ricerche sugli animali, arrivando alle stesse conclusioni".

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