Da "Libero" 09/11/2002
Inchiesta 4 - Denuncia di un accanimento crudele che non porta alcun risultato scientifico per la ricerca
Vivisezione, quando l'anestesia è un optional
La si usa per sveltire le pratiche burocratiche ma non accompagna quasi mai le cavie alla morte
d i Oscar Grazioli
AI RICERCATORI E' CHIESTA UNA LAUREA MA NESSUNA SPECIALIZZAZIONE
Molti pensano che la vivisezione sia roba dell' 800, che le mutilazioni ad animali svegli un orribile ricordo del passato. Con l'utilizzo dell'anestesia oggi gli animali, se non altro non soffrono più. Mi spiace deludervi. L'anestesia spesso serve a "preparare il modello" (l'animale). Esempio: in anestesia apre la calotta cranica di un gatto e si inseriscono gli elettrodi, poi lo si sveglia. Ogni due ore gli si dà una scossa magari per vedere in quanto tempo muore un gatto senza dormire (esperimento fatto diverse volte). E le norme? "Al ricercatore" mi dice un collega che lavora in un laboratorio - è richiesto di possedere la laurea prevista dal decreto, senza altra specifica competenza e la sperimentazione oggi avviene sostanzialmente in regime di autocertificazione: così come per il controllo del benessere animale è sufficiente un veterinario qualunque. Purché iscritto all'Ordine. Non è previsto, ad esempio, alcun titolo per il responsabile di stabulario nonostante le grosse responsabilità che la legge gli affida. Non esiste nemmeno la figura professionale di tecnici di stabulario nonostante essi compiano tutto il lavoro manuale, spesso a livelli di eccellenza. Sarebbe necessario il comitato etico, similmente a quanto accade per la sperimentazione sull'uomo (al momento solo pochi centri lo hanno attivato e solo su base volontaria). Il comitato etico (di cui dovrebbe far parte obbligatoriamente il veterinario e persone qualificate, ma non direttamente coinvolte nella sperimentazione) sarebbe indispensabile per valutare anche, ma non solo, che le sperimentazioni proposte non siano inutili rifacimenti e che il numero di animali utilizzati, anche in rapporto alle più moderne tecniche statistiche, sia il minimo indispensabile per ottenere dati validi.- Le norme italiane prevedono che il responsabile di un esperimento compili una richiesta da inviare al Ministro della sanità. Sul foglio ci sono due quadratini da spuntare. "Anestesia" e "senza anestesia". Poniamo che l'esperimento non preveda l'utilizzo dell'anestesia. Gli sperimentatori sanno che le cose vanno per le lunghe, perché se non è prevista l'anestesia occorre l'autorizzazione e i tempi della burocrazia si sa, in Italia sono epocali. C'è lì una bella sovvenzione e volete perderla per un problema di scartoffie? Si invia il modulo con spuntato "anestesia" e quindi, via libera subito. Paradossalmente si può squartare un animale sveglio purché lo si anestetizzi prima di ammazzarlo, scusate "sacrificarlo". Altrimenti si manda il modulo con spuntato "senza anestesia", e si parte subito con l'esperimento senza autorizzazione. Sorge qualche problema dopo un anno o due? La ricerca è già finita e dimenticata. Controlli? Pensate a come vengono trattati gli anziani negli ospizi o i malati di mente in certe strutture e figuratevi se si perde tanto tempo a controllare con rigore topi o gatti. A proposito di controlli l'Ingegnere avrebbe qualcosa da dire, visto che nel laboratorio dove lavorava venivano a controllare sia quelli della FDA americana (per i prodotti commercializzati sul loro suolo) sia quelli dell'allora Ministero della Sanità. Tutti i dubbi e le perplessità ad ora manifestati nel nostro raccontare verso un certo tipo di sperimentazione, vengono confermati da come gli enti preposti a veridiche e controlli fossero, per aspetti diversi, inadeguati a garantire una ricerca mirata a mettere a disposizione della comunità prodotti efficaci e sicuri nel rispetto del povero animale che paga tutto questo con sofferenza e morte. Gli organi di controllo con cui mi sono confrontato durante gli anni della mia permanenza aziendale sono stati il Ministero della sanità ed il famigerato FDA ( equivalente statunitense del nostro ministero). Entrambi per motivi diversi mi portavano a considerare la loro attività non correttamente finalizzata, in particolare: l'ente Usa famoso per il suo rigore ed approccio severo, stressava all'inverosimile il sincronismo delle attività con le procedure operative e concettuali della ricerca. In altri termini tutti i meccanismi aziendali dovevano girare alla perfezione ed, almeno in questo, i loro controlli erano estremamente rigidi. Se c'era un rubinetto mal funzionante erano verbali, rapporti, riunioni e, alla fine, casini per chi era il responsabile. Quello che tralasciavano completamente era qualsiasi aspetto riguardante lo stress a cui gli animali erano sottoposti: potevano essere fuori di testa per le "esperienze" subite e questo non aveva nessuna rilevanza. L'importante era che i meccanismi aziendali girassero correttamente. Come è possibile che lo stato mentale della cavia, devastato dal dolore o dalla paura non influenzi l'esperimento? Cominciavo a pensare che da lì me ne sarei andato, perché non volevo più essere responsabile di un errore scientifico madornale. Se vi lascia perplessi quanto appena detto sui controlli dell'FDA, probabilmente quando andrò a dire per il Ministero della Sanità provocherà disarmo e sconcerto. L'ispettore incaricato era spesso fresco vincitore di concorso, privo di esperienza specifica. Mentre gli americani chiedevano una sistemazione nei pressi dello stabilimento, per condurre a termine velocemente i controlli l'ispettore del Ministero Sanità veniva ospitato in un lussuoso albergo in note località balneari a circa un'ora e più di strada. Ovviamente più tempo ci metti a raggiungere il laboratorio meno te ne rimane per i controlli. Questi giovani non erano in possesso di un flusso procedurale predeterminato. Figuriamoci poi se venivano loro in mente di visitare gli stabulari, dove c'erano le gabbie degli animali per gli esperimenti. Sono stato al gioco per molto, forse troppo tempo, ma ero giovane, avevo famiglia e trovare un lavoro con un ottimo stipendio nel Mezzogiorno non era facile. Ci sono voluti molti anni, ma, quando mi sono sentito autonomo, me ne sono andato da quel luogo di sofferenza. Ora vivo al Nord e faccio sempre l'Ingegnere, ma di animali non se ne parla più.
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