"la Nazione"

20 maggio 2006

 

dalla rubrica

CALCI DI MULO di Vincenzo Pardini

 

GERMANIA  

 

                                                                

Caro Pardini, giorni fa,  a una trasmissione televisiva del mattino, si è discusso  un argomento che mi sconcertato: da Ischia, alla volta della Germania, stivati in un furgone dentro delle gabbie,la Polizia ha bloccato diversi cani e gatti. Il  responsabile di un Asl sosteneva che   andavano  nei canili tedeschi per essere adottati. Qualcun altro era invece del parere che fossero destinati alla vivisezione o a qualche industria di mangimi per bestie. Ma nessuno di quei signori ha risposto alla domanda che  poneva la esponente di una nota associazione animalista: se  i cuccioli di razza potevano ,forse,  essere adottati o acquistati, quelli meticci dove finivano? E’ quanto vorrei sapere anch’io. Per il resto non crede che la Comunità Europea  dovrebbe vietare l’esportazione di animali  in condizioni  come queste?          
Eleonora C.  Siena

 

 

Gentile Eleonora, la Comunità Europea credo che non solo dovrebbe  vietare ciò, ma dovrebbe anche   farci sapere dove realmente finiscono cani e gatti che ogni giorno, stando ai bene informati, partono  dall’Italia, e da altri paesi del sud del Mondo, per sparire nel nulla. Una vicenda triste, dai risvolti oscuri, in cui una sola cosa è certa: alla stregua di merce, come  accaduto a Ischia,  cani e gatti  viaggiano stivati dentro automezzi  per lunghe distanze, in condizioni di autentica tortura. Personalmente, non credo che vengano adottati. In ogni paese d’Europa gli animali d’affezione abbondano e, i loro abitanti, non hanno senz’altro bisogno dei nostri trovatelli. Siamo, dunque, di fronte a una sorta di giallo, che indigna e preoccupa. Ma, se così non fosse, chi di dovere ci dimostri l’opposto. E subito.

Vincenzo Pardini


  
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