IL TIRRENO
29 MARZO 2006
Il mistero dei quaranta cani trasferiti
Dal canile del Golfo a quello di Pistoia: «Ma che fine hanno fatto?»
FEDERICA NUCCI
FOLLONICA.(GR): Alla fine ce l’hanno fatta a caricare i sette cani sul camioncino. Ma soltanto dopo l’intervento degli agenti della polizia municipale e soltanto dopo che la telefonata di un funzionario comunale ha confermato che c’era un preciso accordo. Un accordo solo verbale, però. Che nello strano linguaggio amministrativo ha valore di una convenzione scritta. Ed è stato soltanto allora, quando il funzionario ha dato la sua rassicurazione, che Franca, la giovane veterinaria del canile comprensoriale dell’Ente nazionale protezione animali, ha ceduto. E ha permesso che le due volontarie arrivate dal nord della Toscana sistemassero i sette cani sul trasportino, li caricassero sul camion e li portassero verso la loro nuova destinazione: il canile di Pistoia.
«E va bene, portateli via - ha mormorato Franca mentre le due volontarie sistemavano i cani sul camioncino - ma sappiate che lo fate senza il consenso del veterinario della struttura». Quindi, senza il suo consenso. Il viaggio di ieri mattina dei sette cani del canile di Follonica è soltanto l’ultimo in ordine di tempo. Ce ne sarà un altro la prossima settimana e ce ne sono stati una decina negli ultimi nove mesi. In tutto, sono stati trasferiti a Pistoia quaranta cani. Il perché dei trasferimenti dei cani è da cercare nel degrado del canile follonichese e nel suo bisogno urgente di massicci interventi di ristrutturazione. Per questo da maggio scorso sono iniziati i trasferimenti dei cani verso il canile di Pistoia. Una struttura più grande e più moderna rispetto a quella follonichese. E poi, a quanto pare, i pistoiesi sono più disposti ad adottare i cani randagi rispetto ai follonichesi. Sarà. Perché proprio Pistoia? Perché il canile pistoiese dell’Enpa è presieduto da un consigliere dell’Enpa nazionale che da qualche tempo ha anche la “supervisione” della struttura follonichese. «I lavori di ristrutturazione - dicono i volontari - non possono essere eseguiti se la struttura è al completo. Deve esserci infatti il minor numero di cani possibile». Ragionamento che non fa una piega. Ma ci siano alcuni ma. «In primo luogo - dice Franca - i lavori che dovevano iniziare non sono ancora iniziati. Per ora abbiamo visto soltanto dei preventivi. L’unico intervento che si è concretizzato è l’impianto di scarico che, però, non è ancora funzionante. E poi: che fine fanno i cani che vanno a Pistoia? Sono adottati? Stanno bene? Non ho mai visto alcuna documentazione in merito. Ho chiesto i certificati e i documenti che attestino l’avvenuta adozione, ma non ho visto niente. Insomma: non esiste alcuna prova che i cani stiano bene e che siano stati adottati». Franca ricorda un cane in particolare: Zorba. «È paraplegico - spiega Franca - e per questo lo avevo sottoposto a cure specifiche. Hanno portato via anche lui. Mi hanno detto che lo avrebbero fatto curare a Monsummano. Ho chiesto notizie, ma non ho avuto alcuna risposta. Vorrei adottare Zorba per sottoporlo a mie spese alle cure necessarie». Una vicenda con tanti perché, insomma. Franca ha anche scritto una lettera indirizzata al presidente nazionale dell’Enpa, al responsabile del servizio veterinario locale e al funzionario dei servizi sociali del Comune di Follonica. «Gli interventi urgenti non sono ancora stati realizzati. Manca la corrente elettrica, mancano le fognature, manca uno spogliatoio, manca l’infermeria. Il magazzino in pochi mesi ha subito tre furti, ma ancora non è stata stipulata la polizia assicurativa. I box dei cani sono piccoli e putrescenti, con pavimentazioni inadeguate». Franca, in ogni modo, non sarà più un problema. Il 14 marzo ha presentato le dimissioni al supervisore pistoiese. Che sono state accettate, decorrenza dal 31 marzo 2006.
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