TARANTOSERA
30/10/2006
 
«I gestori dei canili hanno comunque il dovere di curare gli animali che ospitano"
 
Facendo seguito all'articolo pubblicato sul vostro giornale riguardo il cibo per i cani di Taranto inviato da associazioni tedesche, io, Maria Teresa Corsi, della Lega del Cane della provincia di Lecce, rispondo con delle domande alle quali spero qualcuno dia risposte.
Come mai tanto interesse dei tedeschi per le sorti dei cani italiani? Chi ha chiesto l'aiuto ai tedeschi? Credo che noi italiani 
riusciamo a provvedere ai nostri cani, tanto da aver fatto una legge nazionale che li tutela e protegge.
Come dovrebbero poi disobbligarsi i cani di Taranto o i gestori dei canili per tanta benevolenza? E' noto come da anni si portano avanti battaglie di contrasto contro massicci esodi di cani che valicano la frontiera con destinazione Germania?
Qual è la posizione dei gestori dei canili che hanno in controllo i cani tarantini?
Loro, dissesto o no, hanno il dovere di nutrire e pulire i cani per i quali vi è in piedi una convenzione, e se da mesi non vengono pagati, dovrebbero legalmente mettere in moto un procedimento per recuperare il credito, senza in nessun modo, neanche per un solo giorno, trascurare il benessere degli esseri viventi custoditi in casa loro.
Ora che riceveranno gli aiuti, spero detrarranno le spese al Comune di Taranto o si faranno fregare lo stesso quando il dissesto sarà risolto?
Oggi qualcuno dei gestori chiede l'aiuto alle associazioni, ma si scordano i periodi di muro contro muro, quando in uno di questi canili si poteva entrare addirittura un giorno su 15 per un'ora?
Maria Tersa Corsi
 

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TARANTO SERA
31 OTTOBRE 2006
 
Assurdo chiedere aiuti all'estero per i nostri canili. E' un obbligo di legge per i Comuni.-
 

Spett. redazione,

ci è pervenuta copia dell’articolo da voi pubblicato riguardante la situazione del canile sanitario di Taranto, ove i cani non hanno cibo. Anche a noi pare assurdo che si debbano chiedere aiuti all’estero per adempiere ad un obbligo specifico di legge a carico dei Comuni.

Sfamare i cani randagi ricoverati in strutture, e quindi impossibilitati a cercarsi cibo in qualche modo, non solo rappresenta un maltrattamento grave ma anche una superficialità inaccettabile. Non dobbiamo continuare a gridare aiuto aiuto, ma dobbiamo dimostrare di essere in grado di adempiere a quanto le leggi Italiane prevedono, anche perchè, gridare aiuto in questi casi non risolve il problema del randagismo, ma fa solamente aumentare il numero di animali deportati all’estero, come se altrove non avessero i loro gravi problemi di gestione dei canili stracolmi di randagi.

Ebe Dalle Fabbriche

 

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