LA TRAGICA FINE DI SEBASTIANO |
Rassegna stampa |
IL MESSAGGERO (ABRUZZO)
Giovedì 3 Agosto 2006
Asl sotto accusa: cane malmenato e ucciso
L'Aquila, è stato ritrovato insanguinato dagli animalisti in una cella frigorifera L'Aquila - Lo chiamavano ”Sebastiano” ed era diventato la mascotte di via dei Giardini, ma qualcuno non ha avuto nessun riguardo nel prenderlo con lacci e fruste e farlo morire dopo una serie di maltrattamenti. Ieri il triste epilogo per ”Sebastiano”, trovato morto dai volontari della Leal e dagli Animalisti Italiani all’interno di una cella frigorifera in un locale a Collemaggio di proprietà della Asl, completamente insanguinato. |
IL MESSAGGERO ABRUZZO 3 AGOSTO 2006
Il cane era diventato la mascotte di via dei Giardini. Gli animalisti accusano: cattura cruenta “Sebastiano”, una morte orribile Oggi l’esame per stabilire le cause. Le reazioni dei vertici Asl
di MARCELLO IANNI
Lo chiamavano ”Sebastiano” ed era diventato la mascotte di via dei Giardini, ma qualcuno non ha avuto nessun riguardo nel prenderlo con lacci e fruste e farlo morire dopo una serie di maltrattamenti. Il povero cane, un incrocio di pastore abruzzese maschio di giovane età, era stato abbandonato da circa un anno nella zona della Villa comunale. Nella sua vita aveva incontrato tante persone amanti degli animali che l’avevano accudito in tutti i modi e che gli permettevano anche di ripararsi all’interno degli androni dei palazzi per ripararsi dalle intemperie. Era stato ”adottato” da alcuni dipendenti del Consiglio regionale e da una bambino affetto da un grave handicap. Ieri il triste epilogo per ”Sebastiano”, trovato morto dai volontari della Leal e dagli Animalisti Italiani all’interno di una cella frigorifera in un locale a Collemaggio di proprietà della Asl, completamente insanguinato e pronto per essere smaltito. |
IL TEMPO (MOLISE)
giovedì 3 agosto 2006
ANCORA un atto di profonda inciviltà, ancora la cattiveria dell’uomo che si accanisce su poveri animali ...
... inermi, in barba alle leggi esistenti. La storia che vi raccontiamo, carica di immagini cruente, di incivile comportamento, di violazione di precisi diritti, si costruisce su un cane di nome Sebastiano e sulla sua morte violenta che si è concretata tra ieri e martedì. Sebastiano, dunque, un randagio (incrocio di pastore abruzzese di color bianco, abbandonato un anno fa da un padrone senza scrupoli) che un bimbo disabile, abitante alla Villa comunale, aveva praticamente adottato assicurandogli regolarmente i pasti e ricevendo dal cane sguardi dolci, di ringraziamento, che per il piccolo avevano l’effetto ancora più forte di tante carezze umane. Sebastiano martedì scorso si è allontanato fermandosi nei pressi dell’Inps dove, in un posticino all’ombra, si era addormentato. Qualcuno ha chiamato i Vigili urbani e questi ultimi la Asl veterinaria. Immediatamente un furgone della Asl, con addetti che, usando vecchi, illogici mezzi di cattura, lo hanno prelevato incuranti delle urla strazianti di Sebastiano. Poi il silenzio, il vuoto. Che fine ha fatto Sebastiano? Questo si è chiesto Cristiana Graziani, consulente veterinaria del gruppo regionale dei Verdi e degli Animalisti Italiani. Un salto alla Asl veterinaria, la richiesta al responsabile, dott. Imperiale. Nessuna risposta, silenzio imbarazzante. E allora la richiesta è stata formalizzata. Nel canile Sebastiano non c’è e dopo insistenze, il dott. Imperiale ha aperto una cella frigorifero svuotando un secchio con i resti di Sebastiano. Presentava i segni di soffusioni emorragiche all’interno degli occhi fuori dalle orbite, che hanno fatto pensare subito ad un strangolamento. È stato chiamato ad assistere alla cruenta scena il manager della Asl Roberto Marzetti, che è rimasto interdetto. «Non è possibile — ha sussurrato — non è possibile. Si faccia luce su tutta la vicenda, poi ci muoveremo e duramente». E allora questa mattina ci sarà l’esame autoptico sul corpo di Sebastiano, affidato al dott. Massimo Scacchia, presso l’Istituto Zooprofilattico di Teramo ed al quale assisterà anche come consulente di parte la dott. Cristiana Graziani. «Sono esterrefatto — ha detto Walter Caporale, capogruppo regionale dei Verdi — l’ennesimo riprovevole accaduto in dispregio della legge nazionale sul randagismo e della legge contro i maltrattamenti agli animali che vietano espressamente in Italia la soppressione dei randagi. Mi ritengo seriamente preoccupato... Mi auguro che si provveda a punire i responsabili al più presto». Resta comunque quell’immagine cruenta che graffia i sentimenti, che dimensiona il quotidiano sempre più colorato di nero, sempre più cattivo, sempre più disumano. E pensate per un attimo a quel bimbo disabile che nello sguardo di Sebastiano trovava la forza per sorridere. F.Gian. |
Il Tempo
4 Agosto 2006
Sebastiano, una morte sospetta Il referto tra qualche giorno. Denunce in vista da parte dei Verdi Effetuata l’autopsia sul cane ritrovato in una cella frigorigera della Asl Dall’esame autoptico effettuato ieri mattina sul corpo di Sebastiano, dal dott. Massimo Scacchia dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo, il cane trovato morto in una cella friorifero della Asl veterinaria aquilana, non c’è ancora un referto ufficiale che dovrebbe arrivare nei primi giorni della prossima settimana. Ma scivolano ipotesi corpose sulla fine del povero cane, catturato dagli addetti Asl nei presi dell’Inps. Si ipotizza, infatti, che Sebastiano sia morto in seguito a tremendi maltrattamenti e il tutto salta fuori anche per gli enormi ematomi descritti nell’autopsia. Verdi e animalisti attendono il responso certo, poi se le ipotesi si caleranno nella realtà, verrano interessate le autorità e sanitarie e della Procura della Repubblica. Attendiamo dunque, anche se resta fissata un’immagine cruenta che graffia nell’intimo di chi non solo ama gli animali, ma che vive il quotidiano nel rispetto delle regole e del vivere insieme. Per la cronaca, e per sgomberare il campo da possibili, errate valutazioni, c’è da dire che Sebastiano era un cane docile, dallo sguardo buono, che non infastidiva alcuno. Era diventato un po’ la mascotte della Villa comunale e dintorni. In molti lo carezzavano e lui, Sebastiano, rispondeva sgranando gli occhi e scodinzolando gioioso. E poi per essere il cane amico importante di un bambino disabile fa capire prima e meglio al sua indole, il suo incedere timido, quasi fragile, nella vita tra gli esseri umani non sempre capaci di condivedere lo spazio con gli animali, anche se domestici, anche se capaci di una forza morale che a molti noi è dote sconosciuta. F.G. |
IL TEMPO (MOLISE)
mercoledì 9 agosto 2006
SEBASTIANO
Il caso del cane randagio Sebastiano, docile, amico di tutti ma soprattutto di un bambino disabile, trovato morto in una cella frigorifero della Asl veterinaria, ha avuto l’effetto di scuotere più coscienze, oltre agli animalisti, ai Verdi ed altre associazioni. Così il manager della Asl, Roberto Marzetti, come primo atto ufficiale, per stigmatizzare l’accaduto e per meglio dimensionare il fenomeno randagismo, ha dato l’incarico di occuparsi di questo delicato settore, che necessita subito di un progetto innovativo, al veterinario della Asl Roberto Mancini, mentre è in attesa dell’esito globale dell’autopsia sul corpo di Sebastiano per i provvedimenti, anche legali, del caso. Lo stesso Marzetti ha dichiarato che presto incontrerà il sindaco Tempesta per un lavoro sinergico in questo settore. «Il randagismo è un fenomeno che va risolto ed al meglio — ha detto — Del resto anche a Collemaggio ed all’ospedale bisogna subito intervenire per evitare che si creino branchi di cani pericolosi, soprattutto di notte. Noi faremo la nostra parte, ma anche il Comune deve interagire con un progetto che preveda altri canili moderni e puliti che non assomiglino a carceri dannose e punitive». Intanto anche il gruppo dei Verdi alla Regione è in attesa dell’ultimo referto dell’autopsia, dopo quello che parla di maltrattamenti, con il quale si dovrà capire se sia stato usato o meno il Tanax, un medicinale letale, per poi adire le vie legali con una denuncia dettagliata alla Procura della Repubblica. Stessa cosa sarà poi costretto a fare anche il direttore generale Marzetti nel caso la morte di Sebastiano sia stata causata dagli addetti al servizio veterinario della Asl.
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IL CAPOLUOGO D'ABRUZZO
11/08/06
SEBASTIANO? MORTE CRUDELE, E' SICURO
L'Aquila - Gli animalisti scrivono: "Resi noti i risultati del rapporto di prova parziale, relativo all’esame anatomo-patologico di Sebastiano, cane randagio morto in circostanze misteriose durante la cattura da parte di veterinari e tecnici del Servizio Veterinario ASL di L’Aquila...
Le Associazioni Animaliste in attesa di sporgere formale denuncia, pretendono, da parte degli organi amministrativi competenti, che sia fatta chiarezza al più presto.
In seguito al drammatico episodio, avvenuto il 31 luglio nei pressi dell’ufficio dell’INPS di L’Aquila, che ha portato alla terribile fine di Sebastiano, incrocio di pastore abruzzese, catturato dal personale del Servizio Veterinario ASL solo per aver “infastidito” una cagnetta padronale in calore, sono pervenuti i primi risultati dell’ esame necroscopico eseguito dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo. Dalla visione del referto, si evince la presenza di ferite contusive-compressive all’asse del collo, lesioni multiple, vasti versamenti emorragici di presumibile natura traumatica e una grave emorragia interna, che palesano un ragionevole dubbio sul trattamento al quale sia stato sottoposto il cane nelle varie fasi della cattura, al punto da provocarne la morte. Il dato, ormai certo, comunque è che, la povera bestia, in perfetta salute, docile e amico di tutti, è transitata dal marciapiede (dove dormiva inerme), al furgone della ASL Veterinaria per ritrovarsi, infine, all’interno di un secchio della cella frigorifera della medesima struttura, annegato in una pozza di sangue, scavalcando, suo malgrado, tutte le tappe sancite dalla Legge". Vogliamo sapere tutti come è morto quel cane e per colpa o volontà di chi. Se non lo diranno le scartoffie, lo dirà la denuncia penale che sarà presentata, ci auguriamo presto. |
IL MESSAGGERO (ABRUZZO)
Sabato 12 Agosto 2006
“Sebastiano” è stato ucciso: gli animalisti insorgono
di MARCELLO IANNI
“Sebastiano”, il cane randagio trovato morto dopo la cattura del servizio veterinario della Asl, sarebbe morto a causa di violente percosse. È quanto risulta dall’esame necroscopico effettuato dall’Istituto zooprofilattico di Teramo, che ha gettato benzina sul fuoco sulla vicenda innescata dalle associazioni animaliste (Animalisti Italiani, Lav, Leal, Lega nazionale per la difesa del cane e Verdi) il 31 luglio scorso quando, alla presenza dei vigili urbani, Sebastiano venne rinvenuto morto dentro una cella frigorifero. «Dall’esame - hanno detto gli animalisti - si evince la presenza di ferite contusive all’asse del collo, lesioni multiple, vasti versamenti emorragici di presumibile natura traumatica ed una grave emorragia interna, che palesano un ragionevole dubbio sul trattamento al quale sia stato sottoposto il cane nelle varie fasi della cattura al punto da provocarne la morte».
Il responso ha indotto le associazioni ad annunciare la presentazione di una denuncia alla Procura. «Il dato ormai certo - hanno detto le associazioni - è che il cane, in perfetta salute, docile e amico di tutti, è transitato dal marciapiede (dove dormiva inerme) al furgone della Asl veterinaria per ritrovarsi all’interno di una cella frigorifero, scavalcando le tappe sancite dalla legge. L’auspicio, rivolto anche dal capogruppo dei Verdi in Consiglio regionale, Walter Caporale, è che una volta identificati i responsabili, siano presi i giusti provvedimenti». Chiarezza sull’episodio e intenzione a risolvere il problema randagismo è stata ribadita dal direttore generale della Asl, Roberto Marzetti. «È stata aperta un’inchiesta interna. Abbiamo avuto una prima relazione sull’accaduto non in linea su quanto sarebbe stato denunciato dagli animalisti. Aspettiamo maggiori chiarimenti prima di prendere provvedimenti. Ho inviato una lettera al sindaco per fissare una riunione per gettare le basi per la risoluzione del problema». A fine mese verranno resi noti i risultati delle analisi tossicologiche. |
IL TEMPO (ABRUZZO)
sabato 12 agosto 2006 L’AQUILA — Resi noti i risultati del rapporto di prova parziale relativo all’esame autoptico del cane... ....Sebastiano, morto in circostanze misteriose durante la cattura da parte di addetti della Asl veterinaria dell’Aquila. Animalisti Italiani, Lav, Lega per la difesa del cane, Leal, dalla visione del refeto in cui si evince la presenza diferite contusive-compressive all’asse del collo, lesioni multiple, vasti versamenti emorragici di presumibile natura traumatica e « che palesano un ragionevole dubbio su trattamento al quale sia stato sottoposto il cane nelle varie fasi della cattura, al punto da provocarne la morte», chiedono al sindaco, al Prefetto, al presidente della Provincia e a quello della Regione e all’Ordine dei medici veterinari dell’Aquila, di avviare in tempi brevi un’inchiesta ufficiale che chiarisca la dinamica dei fatti. Che una volta identificati i responsabili del servizio veterinario dell’accaduto « siano presi immediattamente tutti i provvedimenti previsti dalla legge ed eventualmente anche il sollevamento dall’incarico ricoperto». Tutte le associazione, con ogni probabilità, nella prossima settimana, con il referto completo dell’esame autoptico, invieranno una denuncia sull’accaduto alla Procura della Repubblica. |
IL CENTRO 12 Agosto 2006 Il Fatto Gli animalisti rivelano il responso dell'autopsia "Il cane <Sebastiano> morto per le percosse" L'Aquila. L'esame necroscopico effettuato all'istituto zooprofilattico di Teramo parla chiaro: Sebastiano, cane randagio morto alla fine dello scorso mese dopo la cattura del servizio veterinario della Asl dell'Aquila, avrebbe subìto violente percosse prima del decesso. E già i risultati delle analisi hanno ridestato l'attenzione delle associazioni animaliste. Animalisti Italiani, Lega anti-vivisezione, LeAL e Lega Nazionale per la Difesa del Cane, hanno chiesto al sindaco, al prefetto, alla presidente della Provincia, al presidente della Regione Abruzzo e all'Ordine dei Medici Veterinari dell'Aquila che "sia avviata in tempi brevi un'inchiesta ufficiale che chiarisca la dinamica dei fatti". Sebastiano era un incrocio di pastore abruzzese che spesso stazionava nella zona della Villa comunale. Lo scorso 31 agosto è stato catturato dal servizio veterinario della Asl "solo per aver infastidito una cagnetta padronale in calore", spiegano le associazioni animaliste, e poco dopo è morto. "Dalla visione del referto si evince la presenza di ferite all'asse del collo, lesioni multiple, vasti versamenti emorragici di presumibile natura traumatica e una grave emorragia interna", continuano gli animalisti "che palesano un ragionevole dubbio sul trattamento a cui è stato sottoposto il cane nelle fasi di cattura". "Il dato, ormai certo" commentano le associazioni "è che la povera bestia, in perfetta salute, docile e amico di tutti, è transitata dal marciapiede (dove dormiva inerme), al furgone della Asl Veterinaria per ritrovarsi, infine, all'interno di un secchio della cella frigorifera della medesima struttura, annegato in una pozza di sangue, scavalcando, suo malgrado, tutte le tappe sancite dalla legge". In attesa di sporgere formale denuncia, le associazioni animaliste chiedono agli organi competenti maggiore chiarezza. "Pretendiamo che una volta identificati i veterinari e i tecnici della Asl responsabili, siano messi in atto tutti i provvedimenti previsti dalla legge, anche il sollevamento dall'incarico ricoperto", affermano. "Devono essere chiarite eventuali responsabilità della dirigenza del servizio veterinario, il cui operato è già oggetto di un procedimento penale in corso per episodi analoghi e predisposto un piano di controllo dell'emergenza randagismo che preveda una rinnovata e proficua collaborazione fra associazioni animaliste ed enti preposti, attraverso l'istituzione di un tavolo di lavoro permanente sul randagismo". Gli animalisti, pertanto, pretendono una risposta ufficiale dai vertici della Asl aquilana. (m.c.) |
SUPEREVA
13/08/2006
Asl dell'Aquila sotto accusa: cane malmenato e ucciso
A cura di Hombre Comùn
Le vostre opinioni
Lo chiamavano Sebastiano ed era diventato la mascotte di via dei Giardini, ma qualcuno non ha avuto nessun riguardo nel prenderlo con lacci e fruste e farlo morire dopo una serie di maltrattamenti. Il povero cane, un incrocio di pastore abruzzese maschio di giovane età, era stato abbandonato da circa un anno nella zona della Villa comunale. Nella sua vita aveva incontrato tante persone amanti degli animali che l'avevano accudito in tutti i modi e che gli permettevano anche di ripararsi all'interno degli androni dei palazzi per ripararsi dalle intemperie.
Era stato adottato da alcuni dipendenti del Consiglio regionale e da un bambino affetto da un grave handicap. Poi il triste epilogo per Sebastiano, trovato morto dai volontari della Leal e dagli Animalisti Italiani all'interno di una cella frigorifera in un locale a Collemaggio di proprietà della Asl, completamente insanguinato e pronto per essere smaltito. «Il cane era stato catturato il 31 luglio dai dipendenti della Asl, su segnalazione di dipendenti dell'Inps - ha detto la responsabile degli Animalisti Italiani, Cristiana Graziani - perché inseguiva una cagnolina in calore. La cattura - ha detto la Graziani - è stata particolarmente cruenta, come hanno testimoniato più persone. Per catturarlo sono stati utilizzati lacci e fruste eppure il cane stava dormendo. Di Sebastiano poi nessuna traccia. Probabilmente - ha continuato l?animalista - il cane non è mai arrivato al canile sanitario, come invece previsto dalle legge. A quel punto abbiamo chiesto chiarimenti al dottor Imperiale, responsabile del servizio Veterinario della Asl, che si è rifiutato di dare risposte se non interpellato ufficialmente. Ma anche le richieste ufficiali sono rimaste inevase, fino a quando con la presenza dei vigili urbani - ha continuato - lo stesso Imperiale non è stato costretto ad aprire la cella frigorifero dove c'era l'animale morto». Le Associazioni Animaliste sono (giustamente) sul piede di guerra: un seguito al drammatico episodio, sono pervenuti i primi risultati dell’ esame necroscopico eseguito dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo. Dalla visione del referto, si evince la presenza di ferite contusive-compressive all’asse del collo, lesioni multiple, vasti versamenti emorragici di presumibile natura traumatica e una grave emorragia interna, che palesano un ragionevole dubbio sul trattamento al quale sia stato sottoposto il cane nelle varie fasi della cattura, al punto da provocarne la morte. Il dato, ormai certo, comunque è che, la povera bestia, in perfetta salute, docile e amico di tutti, è transitata dal marciapiede (dove dormiva inerme), al furgone della ASL Veterinaria per ritrovarsi, infine, all’interno di un secchio della cella frigorifera della medesima struttura, annegato in una pozza di sangue, scavalcando, suo malgrado, tutte le tappe sancite dalla Legge. Pertanto, le associazioni Animalisti Italiani, LAV, LEAL, Lega Nazionale per la Difesa del Cane:
chiedono
al Sindaco della Città, al Prefetto, alla Presidente della Provincia di L’Aquila, al Presidente della regione Abruzzo e all’Ordine dei Medici Veterinari di L’Aquila che sia avviata in tempi brevi un’inchiesta ufficiale che chiarisca la dinamica dei fatti; che, una volta identificati i veterinari ed i tecnici del Servizio Veterinario ASL responsabili dell’accaduto, siano presi immediatamente tutti i provvedimenti previsti dalla legge ed eventualmente, anche il sollevamento dall’incarico ricoperto; che siano chiarite eventuali responsabilità della dirigenza del Servizio Veterinario di Sanità Animale della ASL n.4 dell’Aquila - Dipartimento di Prevenzione, il cui operato è già oggetto di un procedimento penale in corso per episodi analoghi;
che sia predisposto un nuovo piano di controllo dell’emergenza randagismo che preveda una rinnovata e proficua collaborazione fra Associazioni Animaliste e Enti all’uopo preposti dalle normative vigenti, attraverso l’istituzione di un tavolo di lavoro permanente sul randagismo, nonché l’assunzione di nuovo personale in grado di svolgere le proprie funzioni istituzionali e collaborare fattivamente con gli altri enti interessati. E’ fondamentale che chi gestisce un servizio veterinario pubblico, allo scopo di tutelare insieme valori fondamentali quali la salute dei cittadini ed il benessere degli animali, agisca sempre rispettando i criteri della massima legalità e trasparenza come sancisce l’art. 96 della Costituzione. Si chiede inoltre che il Sindaco di L’Aquila, vigili sulla popolazione canina residente nel territorio comunale, affinché sia ristabilito, al più presto in città, un più corretto e sereno rapporto fra uomo e animale e perché simili azioni non abbiano a ripetersi in futuro. |
animalieanimali
14 agosto 2006
L'AQUILA, PROTESTA PER IL RANDAGIO MORTO
Si appellano al Sindaco dopo intervento accalappiacani. L'Aquila - Insorgono le associazioni animaliste aquilane sulla vicenda di un cane randagio deceduto nei giorni scorsi a loro avviso per l'intervento troppo violento degli accalappiacani. Animalisti italiani, Lega anti vivisezione, Leal e Lega nazionale per la difesa del cane puntano l'indice contro i tecnici del Servizio veterinario della Asl, e si appellano anche al sindaco del capoluogo, affinche' sia chiarita la dinamica dei fatti e siano identificati e puniti eventuali responsabili di maltrattamenti. Il caso e' nato dalla morte del cane randagio 'Sebastiano', avvenuta lo scorso luglio. 'Sono arrivati - si legge nella nota - i primi risultati dell'esame necroscopico eseguito dall'Istituto zooprofilattico di Teramo. Dal referto si evince la presenza di ferite contusive-compressive, lesioni multiple, versamenti e una grave emorragia interna, che palesano un ragionevole dubbio sul trattamento al quale sia stato sottoposto il cane nelle varie fasi della cattura. Il dato certo e' che la povera bestia e' finita dal marciapiede dove dormiva al furgone della Asl, per ritrovarsi infine all'interno di un secchio della cella frigorifera di quella struttura'. E il motivo della cattura, secondo gli animalisti, e' 'il solo aver infastidito una cagnetta padronale in calore' nei pressi di un ufficio del capoluogo. Rivolgendosi al sindaco, al prefetto, ai presidenti della Provincia, della Regione e dell'Ordine dei medici veterinari, le associazioni chiedono 'che sia avviata in tempi brevi un'inchiesta ufficiale che chiarisca la dinamica dei fatti; che una volta identificati i responsabili, siano presi immediatamente i provvedimenti previsti dalla legge; che siano chiarite eventuali responsabilita' della dirigenza del Servizio veterinario di sanita' animale della Asl; che sia predisposto - infine - un nuovo piano di controllo dell'emergenza randagismo, che preveda una rinnovata collaborazione tra le associazioni animaliste e gli enti preposti'. Tra le misure richieste, 'un tavolo di lavoro permanente sul randagismo e l'assunzione di nuovo personale'. (ANSA) |
IL TEMPO ABRUZZO
26 AGOSTO 2006
Le associazioni animaliste non si sono lasciate convincere sulla spiegazione del dottor Colorizio in ...
... relazione alla morte del cane Sebastiano; spiegazione da cui prende le distanze anche il manager della Asl Marzetti il quale specifica che le dichiarazioni di Colorizio sono state rese a titolo personale. «Siamo ancora in attesa del referto dell’istituto zooprofilattico» spiega Marzetti, annunciando a breve un progetto di lotta al randagismo. Intanto gli animalisti rilanciano: «Al Dott. Colorizio non dovrebbe essere sfuggito che Sebastiano, presentava chiaramente, vasti versamenti emorragici a carico del sottocute e dei muscoli sottostanti, del canale intermandibolare, dell’entrata del petto, degli arti anteriori e del fianco sinistro, una protusione del globo oculare sinistro con relativo ematoma e soprattutto l’impronta di denti ante-mortem sulla lingua, segno caratteristico dell’asfissia. Si fa riferimento, inoltre, a una lesione traumatica contusiva a carico dell’addome con relativo infarcimento emorragico. Ma soprattutto il referto evidenzia lo stomaco vuoto dell’animale. Pertanto, il Dott. Colorizio dovrebbe spiegarci per quale via Sebastiano avrebbe assunto il topicida e soprattutto come fa a sapere con certezza, visto che il referto non è ancora disponibile, di quale veleno trattasi. Infine, Colorizio deve spiegare perché i numerosissimi cani catturati dalla Asl Veterinaria dopo la cattura, non giungono al Canile Sanitario, magari scappano misteriosamente, e perché si sopprimono cuccioli? Gli Animalisti Aquilani ed i cittadini vogliono che vengano fuori i responsabili. Intanto l’assessore al randagismo replica agli attacchi del dirigente Asl Colorizio in relazione al fatto che i sindaci sarebbero "i grandi assenti" sul problema. «Mi permetto di fargli presente — dice l’assessore — che gli oltre 200mila euro annui stanziati per la gestione del rifugio di Bazzano, le decine di migliaia di euro investite negli ultimi anni per le sterilizzazioni, le forniture di mangimi, non testimoniano certamente il disinteresse sul problema da parte dell'Amministrazione Comunale. Quanto alle catture, i cui dati vengono snocciolati dal dottor Colorizio, buona parte sono state effettuate non dall'Asl, ma dalle associazioni animaliste, che hanno condotto i cani al rifugio sanitario di Collemaggio». |
IL MESSAGGERO (ABRUZZO)
Sabato 26 Agosto 2006 Sulle cause della morte del cane chiarisce il manager dell’Asl. Spunta un testimone “Sebastiano”, interviene Marzetti di MARCELLO IANNI
Non si smorzano le polemiche in città tra animalisti, amministratori comunali e Asl in relazione alla morte di “Sebastiano” avvenuta dopo la sua cattura. Il direttore generale della Asl, Roberto Marzetti, smentisce le dichiarazioni del direttore del dipartimento di prevenzione, Vincenzo Colorizio, sulle possibili cause della morte e spiega che «ogni dubbio in ordine alle cause del decesso del cane potrà essere chiarito dai risultati degli esami dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo e dalle relazioni dei funzionari che hanno proceduto alla cattura ed alla successiva custodia del cane».
Le associazioni animaliste (Lav, Lega per la Difesa del Cane, Animalisti Italiani e No Vivisezione) chiedono «di fare luce su un sistema che lascia forti dubbi e perplessità sull’operato della Asl Veterinaria» dal momento che non si spiega perchè «i numerosissimi cani catturati non giungono al canile sanitario, magari scappano misteriosamente, oppure perchè si sopprimono cuccioli». Le stesse associazioni auspicano che sulla vicenda vengano fuori i responsabili. Dall’assessore al Randagismo del Comune, Roberto Tinari, giungono critiche per le affermazioni del direttore del dipartimento prevenzione della Asl, Colorizio, circa i sindaci «grandi assenti» sul problema del randagismo. Per Tinari appare «singolare che un dirigente della struttura preposta prioritariamente a trovare le adeguate soluzioni alla questione, scarichi interamente su altri enti le varie responsabilità». A tal proposito Tinari ha ricordato le migliaia di euro che ogni anno vengono stanziati per la gestione del canile-rifugio di Bazzano, per le sterilizzazioni, le forniture di mangimi e così via «che non testimoniano certamente il disinteresse sul problema da parte del Comune». Infine sulla morte di “Sebastiano”, l’animalista Massimo Petracca ricorda di aver visto poco prima della cattura “Sebastiano” giocare con il proprio cane e che lo stesso randagio stava in buone condizioni di salute così come avrebbero testimoniato alcuni vigili urbani allo stesso Petracca. |
LIBERO
31 AGOSTO 2006
Lo scandalo del cane Sebastiano, il meticcio buono massacrato senza ragione
Era un cane buono Sebastiano. Non meritava di finire la vita, contuso e sanguinante, in una cella frigorifera. Sebastiano non ha vegliato il padrone, caduto nel dirupo per sei giorni e sei notti, come lo straordinario Collie delle recenti cronache. Non ha salvato vite umane da fiumi impetuosi, come fanno spesso Terranova e Labrador. Non era neanche un cane di razza, ma un semplice bastardone. Le cronache locali, e ora nazionali, che lo hanno portato all'attenzione del pubblico non parlano di imprese mirabolanti. Parlano di malasanità, veterinaria questa volta, che non è meno grave di una colpa o di un reato commessi in relazione alla più blasonata sanità pubblica umana. Andiamo alla vicenda. Sebastiano era un giovane meticcio, talmente mite e affettuoso, che era stato adottato da alcuni dipendenti del Consiglio regionale abruzzese ed era diventato inseparabile amico di un bambino portatore di handicap. Se ne stava nella zona della Villa comunale di l'Aquila, dove era stato abbandonato da circa un anno. Tante persone gli volevano bene, lo rifocillavano e gli permettevano di ripararsi negli androni dei palazzi. Quasi un mese fa una segnalazione giunta a Cristiana Graziani, (Animalisti Italiani e consigliere dei Verdi) la fa correre in un locale di proprietà dell'Usl, dove il responsabile dei servizi veterinari, dottor Imperiale, è obbligato dalla polizia ad aprire una cella frigorifera che si ostinava a volere chiusa. A tutti i costi. Cade a terra un corpo brutalmente traumatizzato e insanguinato. Quello di Sebastiano. Sul posto si reca anche il direttore generale dell'Usl, Roberto Marzetti che, pur con le dovute cautele, dichiara: «Gli animali non possono essere trattati in un modo così barbaro». Ma cosa è successo? Il povero Sebastiano aveva graffiato un paio di macchine, salendo goffamente sul cofano per cercare di scavalcare un muretto che lo divideva da una cagnetta che gli aveva mosso il testosterone. Per questa colpa un veterinario dell'Usl e due accalappiacani lo hanno catturato con il cappio a strangolo. Una bimba che ha assistito alla scena è ancora sotto shock dopo venti giorni. Quando l'hanno accalappiato, Sebastiano pare stesse dormendo. L'autopsia ha rilevato rotture di organi interni, gravi traumi, ematomi e versamenti. La prima linea di difesa, che chiamava in causa avvelenamenti in grado di coagulare il sangue, è caduta miseramente sotto gli esiti degli accertamenti tossicologici. E' ancora ufficioso, ma tutti sanno che i risultati sono negativi. In Italia però il gioco di parare i sederini è tra i più praticati e siamo certi che qualcuno si arrampicherà su altri specchi. Le associazioni animaliste che seguono la vicenda faranno bene a vegliare e nominare periti di vaglia, in caso di troppi "se" e troppi "ma". L'Associazione Veterinari Mutuo Soccorso( www.avemus.it), di cui sono orgoglioso membro fondatore, ha inviato un comunicato nel quale afferma che metodi di cattura simili appartengono al medio evo della medicina veterinaria, se tutto è andato come ci testimoniano le associazioni che hanno denunciato l'episodio. Quanto all'esito delle indagini, veglierà anche Libero. Sebastiano riposi sotto la terra non sotto le sabbie mobili.
Oscar Grazioli |
IL TEMPO (ABRUZZO)
venerdì 1 settembre 2006
Esami tossicologici negativi Sebastiano morto dopo la barbara cattura
Ora che il «rapporto di prova completo» (così si chiama l’intero iter dell’esame autoptico effettato dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo) sui resti del cane Sebastiano ucciso (così sembrerebbe e la foto non lascia dubbi)) dalla mano dell’uomo il 31 luglio scorso e che escludono anche un eventuale avvelenamento, ci saremmo aspettati dal dott. Vincenzo Colorizio una lettera di scuse ai lettori, alle autorità interessate, alle associazioni animaliste. Ma il silenzio, in questi casi, rende più morbido il quotidiano per chi, evidentemente, qualche peso sulla coscienza sente di averlo. Comunque anche senza l’intervento di Colorizio, andianmo avanti, chiaramente graffiati nell’intimo, a leggere quel rapporto che non lascia spazio ad altre interpretazioni diverse da quelle che parlano di uccisione del cane Sebastiano. Gli animalisti non avevano dubbi, nessuno tra le persone che in qualche modo si occupano volontariamente di assistenza ai cani aveva dubbi sull’esito dell’esame autoptico e relativi esami tossicologici. E da Teramo quel rapporto è arrivato alla Asl dell’Aquila, meglio nelle mani del dott. Pierluigi Imperiale che ora (ma lo farà?) dovrà spiegare ogni cosa, dovrà documentare ogni cosa, dovrà far capire perchè e come Sebastiano sia morto ammazzato. Mancavano gli esami tossicologici: ne sono stati fatti tantissimi, tutti quelli possibili fare per non escludere alcuna causa. Bene, dagli oltre 50 esami effettuati non risulta la minima traccia di veleni o di altri farmaci capaci di intossicare e dunque portare alla morte il cane. Era questo l’ultimo tassello per ricostruire il macabro mosaico della morte di Sebastiano. Ora che sia il direttore generale della Asl, Roberto Marzetti, a svolgere un’indagine interna e a prendere i provvedimenti del caso che, non dimentichiamolo, sono previsti dalla legge. Gli animalisti sono pronti ad interessare del caso la Procura della Repubblica e le altre autorità che in qualche modo hanno peso sul territorio. Resta quell’immagine, incancellabile, della cattura medievale di Sebastiano, le atrocità che quel povero cane ha dovuto subire, uno spaccato di profonda inciviltà che si è consumato davanti agli occhi di molte persone che nulla hanno potuto per evitare quello strazio, quelle urla disperate del cane, dolce e buono, che chiedeva di vivere, che implorava aiuto all’uomo che aveva sempre servito con umiltà. La conclusione è che Sebastianmo è stato atrocemente ucciso, forse senza la volontà di uccidere, ma comunque catturato con mezzi che poco spazio lasciavano alla vita. Che sia fatta luce a 360 gradi e chi ha sbagliato paghi in nome di una civiltà che è stata calpestata e che non può ancora essere calpestata nel giudizio finale. F.G.
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IL TEMPO D'ABRUZZO
03/09/06
Asl, la morte di Sebastiano in Procura
Il manager Marzetti pronto a prendere provvedimenti e adire le vie legali
L’AQUILA Nota di «Staff Bairo» corredata da oltre 800 firme sull’uccisione del cane
L’AQUILA — «Che la vicenda di Sebastiano non sia gettata del cestino della carta straccia». Conclude così una nota dell’Associazione «Staff Bairo» corredata da oltre 800 firme sulla assurda fine fatta fare ad un cane randagio buono e docile nell’atto della cattura con metodi medievaleschi da parte di addetti alla Asl veterinaria. «Anche noi come tanti — si legge nella nota — come tutti quelli che hanno ancora valori e sentimenti, non sono stretti nella morsa d’acciaio di una corazza da robot, esprimiamo con infinito dolore, la delusione profonda, la nostra accorata e ormai impossibile ribellione». Nel soffermarsi sull’uccisione barbara di Sebastiano, l’Associazione chiede che «chi ha ordinato la cattura di Sebastiano e chi l’ha eseguita, contribuendo alla morte violenta del cane, vengano perseguiti in conformità della legge 189/2004 in modo che questo delitto che ha scosso i sentimenti e le coscienze di tante persone, ferito la deontologia professionale e violato le leggi, non debba ripetersi». E di certo non si ripeterà, parola del manager della Asl Roberto Marzetti, lontano dalla nostra città per causa di forza maggiore, ma che sta seguendo attentamente l’evoluzione di ogni cosa che riguardi della sua Asl. «Sono ancora sconvolto per questa vicenda, ho già chiesto una relazione agli addetti alla cattura di Sebastiano. Ora, con il rapporto dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo, affideremo ad un veterinario terzo una valutazione definitiva, poi scatteranno i provvedimenti del caso e non escludo, anche perchè è la legge stessa che me lo impone, un esposto dettagliato alla Procura della Repubblica. Se qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi». Comunque Marzetti proprio da questo caso che ha scosso le coscienze dei più, ha in animo di porre in atto un progetto forte che riesca in qualche modo a risolvere il problema del randagismo. «Contatterò a breve il sindaco Tempesta, la Provincia e la stessa Regione per risolvere e definitivamente, in sinergia, questo fenomeno. È un impegno che prendo con tutta la città e lo porterò a termine». Va ricordato, e Marzetti che non era a conoscenza lo ha richiesto, un progetto obiettivo, redatto nel 2003 dal dott. Massimo Ciuffetelli (ma mai preso in considerazione), per un intervento radicale per il controllo e la rilevazione del randagismo, dunque per la soluzione dell’annoso problema. Marzetti, dopo aver chiuso il caso Sebastiano nel rispetto delle leggi vigenti, affronterà con determinazione e subito il fenomeno randagismo. Che sia.
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IL CENTRO
03/09/06
INTERVENTO
Il cane Sebastiano.
L'Aquila. Il gruppo Bairo Onlus interviene sulla vicenda de cane randagio Sebastiano, morto lo scorso luglio all'Aquila in circostanze ancora da chiarire.
La richiesta del gruppo è "che la vicenda di Sebastiano non sia gettata nel cestino della carta straccia e, quindi, chi ha ordinato la cattura di Sebastiano e che l'ha eseguita vengano perseguiti in conformità della legge 189/2004". L'esame necroscopico eseguito dall'Istituto zooprofilattico di Teramo avrebbe evidenziato delle ferite che secondo gli animalisti sarebbero state causate dal tipo di trattamento al quale il cane è stato sottoposto nelle varie fasi della cattura.
"Da molte parti d'Italia" afferma il vice presidente del gruppo, Enrica Boiocchi "dalle associazioni di volontariato, ai singoli cittadini e perfino da vari ordini e confederazioni veterinarie vengono denunciate le scorrettezze delle Asl".
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IL MESSAGGERO
Domenica 3 Settembre 2006 Il caso di “Sebastiano” Il Gruppo Bairo: «Devono essere puniti i responsabili della morte del cane»
Anche il Gruppo Bairo, associazione nazionale Onlus in difesa degli animali, interviene sulla vicenda del cane randagio “Sebastiano”, morto lo scorso luglio in circostante incerte che per le associazioni animaliste locali sarebbero da ricondurre ad un intervento troppo violento degli accalappiacani. La richiesta è «che la vicenda di “Sebastiano” non sia gettata nel cestino della carta straccia e, quindi, che chi ha ordinato la cattura e chi l'ha eseguita vengano perseguiti in conformità della legge 189/2004». L'esame necroscopico eseguito dall'Istituto zooprofilattico di Teramo aveva evidenziato ferite contusive-compressive, lesioni multiple, versamenti e una grave emorragia interna, a testimonianza, secondo gli animalisti, del tipo di trattamento al quale il cane è stato sottoposto nelle varie fasi della cattura. «Da molte parti d'Italia - afferma il vice presidente del gruppo, Enrica Boiocchi - dalle associazioni di volontariato, dai singoli cittadini e perfino da vari ordini e confederazioni veterinarie vengono denunciate le scorrettezze delle Asl, il mercimonio di poteri, l'omissione e perfino l'attivo maltrattamento, come nel caso del randagio “Sebastiano”. I responsabili delle Asl sono cittadini come gli altri - conclude la Boiocchi - e come gli altri sono sottoposti alla legge».
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Il Messaggero Abruzzo
Sabato 9 Settembre 2006 Per la morte del cane “Sebastiano” la Asl orientata verso una superperizia Una “super perizia” per chiudere definitivamente la vicenda sulla morte del cane randagio “Sebastiano”, trovato morto da alcuni animalisti il 31 luglio, dopo la sua cattura da parte del personale del servizio Veterinario della Asl. Su questo sarebbe orientata la Asl dell’Aquila, che attende dall’istituto Zooprofilattico di Teramo ulteriori chiarimenti sull morte del cane. Secondo gli stessi animalisti dall’esame esterno del cane «si evince la presenza di ferite contusive all’asse del collo, lesioni multiple, vasti versamenti emorragici di presumibile natura traumatica ed grave emorragia interna, che palesano un ragionevole dubbio sul trattamento al quale sia stato sottoposto il cane nelle varie fasi della cattura al punto da provocarne la morte». Le analisi tossicologiche hanno comunque dato esito negativo. Intanto gli Animalisti italiani ed i Verdi hanno nominato i periti di parte: Fabio Del Piero, anatomo-patologo dell’Accademia veterinaria della Pennsylvania (Usa) ed Oscar Grazioli, quale consulente anestesista. |
Animalieanimali
13 OTTOBRE 2006
MORTE DEL CANE SEBASTIANO, AUTOPSIA LASCIA POCHI DUBBI
Le associazioni animaliste aquilane confermano denuncia contro veterinario Asl
Si rende noto il parere espresso dall¹Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo sulla causa di morte di Sebastiano, cane randagio deceduto in circostanze misteriose durante la cattura da parte di veterinari e tecnici del Servizio Veterinario ASL di L¹Aquila.
Appello delle associazioni animaliste al Direttore Generale della ASL 04 L¹Aquila perché, una volta chiarita la dinamica dei fatti, siano presi immediati e gravi provvedimenti nei confronti dei responsabili dell¹accaduto. Sono ora disponibili i risultati finali degli accertamenti diagnostici eseguiti sulla carcassa di Sebastiano, pervenuta alla Sede Centrale dell¹Istituto Zooprofilattico in data 3 agosto scorso in seguito al ritrovamento in una cella frigorifera del Canile Sanitario ASL dell¹Aquila. Ricordiamo come il referto dell¹esame necroscopico evidenziasse la presenza di ferite contusivo-compressive all¹asse del collo, lesioni multiple di presumibile natura traumatica, vasti versamenti emorragici ed evidente protrusione del bulbo oculare. La diagnosi sulla causa di morte di Sebastiano emessa dall¹Istituto lascia ben pochi dubbi: viene avvalorata infatti l¹ipotesi di un collasso cardiocircolatorio dovuto all¹insorgenza di una sindrome emorragica acuta (CID Coagulopatia Intravasale Disseminata), che nel caso in esame viene attribuita presumibilmente ad eventi traumatici e stressogeni immediatamente precedenti la morte, ed in particolare a due fattori concomitanti: uno shock acuto e l¹emolisi prodottasi nelle sedi dove sono stati evidenziati i traumi contusivi. I risultati degli esami tossicologici escludono inoltre la presenza di sostanze tossiche (pesticidi, anticoagulanti) in grado di determinare uno stato di eccitabilità nervosa o tali da giustificare una eventuale reazione furiosa del cane durante la cattura. Negativo l¹esame per la ricerca del virus della rabbia. A tal proposito non possiamo fare a meno di sottolineare come in un¹accorata nota trasmessa al Direttore Generale della ASL dal Responsabile del Dipartimento di Prevenzione, Dottor Colorizio e fatta pubblicare da molte testate proprio nei giorni in cui si stavano concludendo gli esami tossicologici, venisse data per certa una presenza di anticoagulanti dicumarolici nel sangue di Sebastiano, puntualmente smentita dal risultato delle analisi chimiche. In tale circostanza le associazioni animaliste vennero accusate di diffondere inutile allarmismo e di causare lo sperpero di denaro pubblico con costosi accertamenti diagnostici su una carcassa di cane. Tali dichiarazioni, rese dal Dottor Colorizio nell¹estremo tentativo di difendere l¹operato del Servizio Veterinario di Sanità Animale della ASL dell¹Aquila, che potrebbero anche essere interpretate come un grave tentativo di interferire con lo svolgimento degli accertamenti diagnostici in corso, rivelano in realtà una profonda mancanza della serenità di giudizio necessaria in un caso di tale gravità, e meritano una profonda riflessione da parte dell¹attuale Dirigenza della ASL 04 dell¹Aquila. Pertanto le Associazioni animaliste aquilane chiedono al Direttore Generale della ASL 04 di L¹Aquila, Dottor Marzetti, una volta presa visione del rapporto di prova completo e del parere sulla causa di morte di Sebastiano e chiarita definitivamente la dinamica dei fatti, quali urgenti provvedimenti previsti dalla legge si intenda prendere nei confronti dei tecnici e veterinari che hanno compiuto la cattura; si chiede inoltre che siano chiarite eventuali responsabilità della dirigenza del Servizio Veterinario di Sanità Animale della ASL n.4 dell¹Aquila - Dipartimento di Prevenzione, il cui operato è già oggetto di un procedimento penale in corso per episodi analoghi; è infatti notizia degli ultimi giorni il rinvio a giudizio, con data di udienza fissata per il 18 dicembre 2006, del Dottor Imperiale e del Dottor Ponziani per l¹uccisione di otto cuccioli nell¹ottobre del In tale occasione il dottor Imperiale si giustificò affermando che i cuccioli, crescendo, avrebbero fatto branco divenendo pertanto pericolosi. Da allora si sono moltiplicate le segnalazioni di cani catturati dal Servizio Veterinario e mai giunti in canile sanitario, come in realtà previsto dai termini di legge. Le migliaia di firme raccolte in poche settimane sulle petizioni cartacea e on-line a sostegno delle richieste espresse dalle associazioni animaliste dimostrano che la comunità ha bisogno di poter riacquistare la fiducia persa nei confronti degli Enti preposti al controllo del randagismo. Chiediamo pertanto l¹adozione di provvedimenti urgenti quali il potenziamento dell¹organico del Servizio veterinario ASL con personale nuovo e formato, l¹apertura di un tavolo permanente di lavoro sul randagismo nonché di un censimento totale, da estendere a tutta la provincia, della popolazione canina esistente sul territorio, primo ma fondamentale passo verso il recupero di un più corretto e sereno rapporto fra uomo e animale. |
IL TEMPO (MOLISE)
25 ottobre 2006
La recente drammatica morte del cane Sebastiano sarà oggetto anche di un’interrogazione presentata dal ...
... consigliere comunale Giancarlo Vicini. Nella stessa non soltanto si chiede al Sindaco di attivarsi per accertare i motivi del grave fatto ma anche la creazione di un coordinamento con le associazioni animaliste che potrebbero fornire suggerimenti indispensabili per prevenire e ridurre il fenomeno del randagismo. «Solo con il coinvolgimento reale — continua Vicini — si potrebbe verificare che i microchip vengano effettivamente applicati ai cani. Così come solo insieme a tali associazioni si possono predisporre delle proficue attività didattiche e di sensibilizzazione nelle scuole. Ciò allo scopo di far comprendere ai giovani quanto sia criminale l’atteggiamento di chi abbandona i cani per strada e quali le spiacevoli conseguenze per la società e gli animali stessi». Inoltre il consigliere, nel ricordare lo stanziamento in passato di fondi per le sterilizzazioni, chiede che tali somme vengano aumentate ed inserite nel Bilancio. Infine in occasione della discussione in aula dell’interrogazione in questione, si valuterà la possibilità di attuare una sinergia con la Asl e le associazioni animaliste affinché si istituisca una costante azione di controllo in città per ciò che riguarda le misure di prevenzione del randagismo. |
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-01537 presentata da TOMMASO PELLEGRINO mercoledì 8 novembre 2006 nella seduta n.065 PELLEGRINO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: |
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