LA TRAGICA FINE DI SEBASTIANO

Rassegna stampa
 
IL MESSAGGERO (ABRUZZO)
Giovedì 3 Agosto 2006
 
Asl sotto accusa: cane malmenato e ucciso   
L'Aquila, è stato ritrovato insanguinato dagli animalisti in una cella frigorifera  
 
L'Aquila - Lo chiamavano ”Sebastiano” ed era diventato la mascotte di via dei Giardini, ma qualcuno non ha avuto nessun riguardo nel prenderlo con lacci e fruste e farlo morire dopo una serie di maltrattamenti. Ieri il triste epilogo per ”Sebastiano”, trovato morto dai volontari della Leal e dagli Animalisti Italiani all’interno di una cella frigorifera in un locale a Collemaggio di proprietà della Asl, completamente insanguinato.
 
IL MESSAGGERO ABRUZZO
3 AGOSTO 2006

 

Il cane era diventato la mascotte di via dei Giardini. Gli animalisti accusano: cattura cruenta

“Sebastiano”, una morte orribile

Oggi l’esame per stabilire le cause. Le reazioni dei vertici Asl

 

di MARCELLO IANNI

 

Lo chiamavano ”Sebastiano” ed era diventato la mascotte di via dei Giardini, ma qualcuno non ha avuto nessun riguardo nel prenderlo con lacci e fruste e farlo morire dopo una serie di maltrattamenti. Il povero cane, un incrocio di pastore abruzzese maschio di giovane età, era stato abbandonato da circa un anno nella zona della Villa comunale. Nella sua vita aveva incontrato tante persone amanti degli animali che l’avevano accudito in tutti i modi e che gli permettevano anche di ripararsi all’interno degli androni dei palazzi per ripararsi dalle intemperie. Era stato ”adottato” da alcuni dipendenti del Consiglio regionale e da una bambino affetto da un grave handicap. Ieri il triste epilogo per ”Sebastiano”, trovato morto dai volontari della Leal e dagli Animalisti Italiani all’interno di una cella frigorifera in un locale a Collemaggio di proprietà della Asl, completamente insanguinato e pronto per essere smaltito.
«Il cane era stato catturato il 31 luglio dai dipendenti della Asl, su segnalazione di dipendenti dell’Inps - ha detto la responsabile degli Animalisti Italiani, Cristiana Graziani - perché inseguiva una cagnolina in calore. La cattura - ha detto la Graziani - è stata particolarmente cruenta, come hanno testimoniato più persone. Per catturarlo sono stati utilizzati lacci e fruste eppure il cane stava dormendo. Di ”Sebastiano” poi nessuna traccia. Probabilmente - ha continuato l’animalista - il cane non è mai arrivato al canile sanitario, come invece previsto dalle legge. A quel punto abbiamo chiesto chiarimenti al dottor Imperiale, responsabile del servizio Veterinario della Asl, che si è rifiutato di dare risposte se non interpellato ufficialmente. Ma anche le richieste ufficiali sono rimaste inevase, fino a quando con la presenza dei vigili urbani - ha continuato - lo stesso Imperiale non è stato costretto ad aprire la cella frigorifero dove c’era l’animale morto».
Domani a Teramo, presso l’istituto Zooprofilattico sperimentale, verrà eseguito l’esame autoptico per stabilire le cause della morte. Parole di sdegno sono state espresse dal capogruppo regionale dei Verdi, Walter Caporale che si è detto preoccupato per quanto avvenuto, auspicando che «si provveda a punire i responsabili al più presto». Sul posto è arrivato anche il direttore generale della Asl, Roberto Marzetti, il quale ha detto di voler aspettare la relazione del veterinario e le analisi prima di aprire un’inchiesta interna che possa fare luce sull’episodio. «La mia presenza qui - ha detto Marzetti - sta a significare che l’argomento randagismo va affrontato al più presto, con il coinvolgimento delle istituzioni e delle associazioni animaliste. Non è corretto che gli animali siano trattati in questo modo barbaro».
 

IL TEMPO (MOLISE)
giovedì 3 agosto 2006
 
ANCORA un atto di profonda inciviltà, ancora la cattiveria dell’uomo che si accanisce su poveri animali ...
 
... inermi, in barba alle leggi esistenti. La storia che vi raccontiamo, carica di immagini cruente, di incivile comportamento, di violazione di precisi diritti, si costruisce su un cane di nome Sebastiano e sulla sua morte violenta che si è concretata tra ieri e martedì. Sebastiano, dunque, un randagio (incrocio di pastore abruzzese di color bianco, abbandonato un anno fa da un padrone senza scrupoli) che un bimbo disabile, abitante alla Villa comunale, aveva praticamente adottato assicurandogli regolarmente i pasti e ricevendo dal cane sguardi dolci, di ringraziamento, che per il piccolo avevano l’effetto ancora più forte di tante carezze umane. Sebastiano martedì scorso si è allontanato fermandosi nei pressi dell’Inps dove, in un posticino all’ombra, si era addormentato. Qualcuno ha chiamato i Vigili urbani e questi ultimi la Asl veterinaria. Immediatamente un furgone della Asl, con addetti che, usando vecchi, illogici mezzi di cattura, lo hanno prelevato incuranti delle urla strazianti di Sebastiano. Poi il silenzio, il vuoto. Che fine ha fatto Sebastiano? Questo si è chiesto Cristiana Graziani, consulente veterinaria del gruppo regionale dei Verdi e degli Animalisti Italiani. Un salto alla Asl veterinaria, la richiesta al responsabile, dott. Imperiale. Nessuna risposta, silenzio imbarazzante. E allora la richiesta è stata formalizzata. Nel canile Sebastiano non c’è e dopo insistenze, il dott. Imperiale ha aperto una cella frigorifero svuotando un secchio con i resti di Sebastiano. Presentava i segni di soffusioni emorragiche all’interno degli occhi fuori dalle orbite, che hanno fatto pensare subito ad un strangolamento. È stato chiamato ad assistere alla cruenta scena il manager della Asl Roberto Marzetti, che è rimasto interdetto. «Non è possibile — ha sussurrato — non è possibile. Si faccia luce su tutta la vicenda, poi ci muoveremo e duramente». E allora questa mattina ci sarà l’esame autoptico sul corpo di Sebastiano, affidato al dott. Massimo Scacchia, presso l’Istituto Zooprofilattico di Teramo ed al quale assisterà anche come consulente di parte la dott. Cristiana Graziani. «Sono esterrefatto — ha detto Walter Caporale, capogruppo regionale dei Verdi — l’ennesimo riprovevole accaduto in dispregio della legge nazionale sul randagismo e della legge contro i maltrattamenti agli animali che vietano espressamente in Italia la soppressione dei randagi. Mi ritengo seriamente preoccupato... Mi auguro che si provveda a punire i responsabili al più presto». Resta comunque quell’immagine cruenta che graffia i sentimenti, che dimensiona il quotidiano sempre più colorato di nero, sempre più cattivo, sempre più disumano. E pensate per un attimo a quel bimbo disabile che nello sguardo di Sebastiano trovava la forza per sorridere. F.Gian.
 
Il Tempo
4 Agosto 2006

Sebastiano, una morte sospetta
Il referto tra qualche giorno. Denunce in vista da parte dei Verdi
Effetuata l’autopsia sul cane ritrovato in una cella frigorigera della Asl

Dall’esame autoptico effettuato ieri mattina sul corpo di Sebastiano, dal dott. Massimo Scacchia dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo, il cane trovato morto in una cella friorifero della Asl veterinaria aquilana, non c’è ancora un referto ufficiale che dovrebbe arrivare nei primi giorni della prossima settimana. Ma scivolano ipotesi corpose sulla fine del povero cane, catturato dagli addetti Asl nei presi dell’Inps. Si ipotizza, infatti, che Sebastiano sia morto in seguito a tremendi maltrattamenti e il tutto salta fuori anche per gli enormi ematomi descritti nell’autopsia. Verdi e animalisti attendono il responso certo, poi se le ipotesi si caleranno nella realtà, verrano interessate le autorità e sanitarie e della Procura della Repubblica. Attendiamo dunque, anche se resta fissata un’immagine cruenta che graffia nell’intimo di chi non solo ama gli animali, ma che vive il quotidiano nel rispetto delle regole e del vivere insieme. Per la cronaca, e per sgomberare il campo da possibili, errate valutazioni, c’è da dire che Sebastiano era un cane docile, dallo sguardo buono, che non infastidiva alcuno. Era diventato un po’ la mascotte della Villa comunale e dintorni. In molti lo carezzavano e lui, Sebastiano, rispondeva sgranando gli occhi e scodinzolando gioioso. E poi per essere il cane amico importante di un bambino disabile fa capire prima e meglio al sua indole, il suo incedere timido, quasi fragile, nella vita tra gli esseri umani non sempre capaci di condivedere lo spazio con gli animali, anche se domestici, anche se capaci di una forza morale che a molti noi è dote sconosciuta. F.G.
 
IL TEMPO (MOLISE)
mercoledì 9 agosto 2006
 
SEBASTIANO
 
Il caso del cane randagio Sebastiano, docile, amico di tutti ma soprattutto di un bambino disabile, trovato morto in una cella frigorifero della Asl veterinaria, ha avuto l’effetto di scuotere più coscienze, oltre agli animalisti, ai Verdi ed altre associazioni. Così il manager della Asl, Roberto Marzetti, come primo atto ufficiale, per stigmatizzare l’accaduto e per meglio dimensionare il fenomeno randagismo, ha dato l’incarico di occuparsi di questo delicato settore, che necessita subito di un progetto innovativo, al veterinario della Asl Roberto Mancini, mentre è in attesa dell’esito globale dell’autopsia sul corpo di Sebastiano per i provvedimenti, anche legali, del caso. Lo stesso Marzetti ha dichiarato che presto incontrerà il sindaco Tempesta per un lavoro sinergico in questo settore. «Il randagismo è un fenomeno che va risolto ed al meglio — ha detto — Del resto anche a Collemaggio ed all’ospedale bisogna subito intervenire per evitare che si creino branchi di cani pericolosi, soprattutto di notte. Noi faremo la nostra parte, ma anche il Comune deve interagire con un progetto che preveda altri canili moderni e puliti che non assomiglino a carceri dannose e punitive». Intanto anche il gruppo dei Verdi alla Regione è in attesa dell’ultimo referto dell’autopsia, dopo quello che parla di maltrattamenti, con il quale si dovrà capire se sia stato usato o meno il Tanax, un medicinale letale, per poi adire le vie legali con una denuncia dettagliata alla Procura della Repubblica. Stessa cosa sarà poi costretto a fare anche il direttore generale Marzetti nel caso la morte di Sebastiano sia stata causata dagli addetti al servizio veterinario della Asl.
 
IL CAPOLUOGO D'ABRUZZO
11/08/06
 
SEBASTIANO? MORTE CRUDELE, E' SICURO

L'Aquila - Gli animalisti scrivono: "Resi noti i risultati del rapporto di prova parziale, relativo all’esame anatomo-patologico di Sebastiano, cane randagio morto in circostanze misteriose durante la cattura da parte di veterinari e tecnici del Servizio Veterinario ASL di L’Aquila...
 
Le Associazioni Animaliste in attesa di sporgere formale denuncia, pretendono, da parte degli organi amministrativi competenti, che sia fatta chiarezza al più presto.
In seguito al drammatico episodio, avvenuto il 31 luglio nei pressi dell’ufficio dell’INPS di L’Aquila, che ha portato alla terribile fine di Sebastiano, incrocio di pastore abruzzese, catturato dal personale del Servizio Veterinario ASL solo per aver “infastidito” una cagnetta padronale in calore, sono pervenuti i primi risultati dell’ esame necroscopico eseguito dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo. Dalla visione del referto, si evince la presenza di ferite contusive-compressive all’asse del collo, lesioni multiple, vasti versamenti emorragici di presumibile natura traumatica e una grave emorragia interna, che palesano un ragionevole dubbio sul trattamento al quale sia stato sottoposto il cane nelle varie fasi della cattura, al punto da provocarne la morte.
Il dato, ormai certo, comunque è che, la povera bestia, in perfetta salute, docile e amico di tutti, è transitata dal marciapiede (dove dormiva inerme), al furgone della ASL Veterinaria per ritrovarsi, infine, all’interno di un secchio della cella frigorifera della medesima struttura, annegato in una pozza di sangue, scavalcando, suo malgrado, tutte le tappe sancite dalla Legge".
Vogliamo sapere tutti come è morto quel cane e per colpa o volontà di chi. Se non lo diranno le scartoffie, lo dirà la denuncia penale che sarà presentata, ci auguriamo presto.
 
 
IL MESSAGGERO (ABRUZZO)
Sabato 12 Agosto 2006
 
“Sebastiano” è stato ucciso: gli animalisti insorgono 
 
di MARCELLO IANNI
 
“Sebastiano”, il cane randagio trovato morto dopo la cattura del servizio veterinario della Asl, sarebbe morto a causa di violente percosse. È quanto risulta dall’esame necroscopico effettuato dall’Istituto zooprofilattico di Teramo, che ha gettato benzina sul fuoco sulla vicenda innescata dalle associazioni animaliste (Animalisti Italiani, Lav, Leal, Lega nazionale per la difesa del cane e Verdi) il 31 luglio scorso quando, alla presenza dei vigili urbani, Sebastiano venne rinvenuto morto dentro una cella frigorifero. «Dall’esame - hanno detto gli animalisti - si evince la presenza di ferite contusive all’asse del collo, lesioni multiple, vasti versamenti emorragici di presumibile natura traumatica ed una grave emorragia interna, che palesano un ragionevole dubbio sul trattamento al quale sia stato sottoposto il cane nelle varie fasi della cattura al punto da provocarne la morte».
Il responso ha indotto le associazioni ad annunciare la presentazione di una denuncia alla Procura. «Il dato ormai certo - hanno detto le associazioni - è che il cane, in perfetta salute, docile e amico di tutti, è transitato dal marciapiede (dove dormiva inerme) al furgone della Asl veterinaria per ritrovarsi all’interno di una cella frigorifero, scavalcando le tappe sancite dalla legge. L’auspicio, rivolto anche dal capogruppo dei Verdi in Consiglio regionale, Walter Caporale, è che una volta identificati i responsabili, siano presi i giusti provvedimenti». Chiarezza sull’episodio e intenzione a risolvere il problema randagismo è stata ribadita dal direttore generale della Asl, Roberto Marzetti. «È stata aperta un’inchiesta interna. Abbiamo avuto una prima relazione sull’accaduto non in linea su quanto sarebbe stato denunciato dagli animalisti. Aspettiamo maggiori chiarimenti prima di prendere provvedimenti. Ho inviato una lettera al sindaco per fissare una riunione per gettare le basi per la risoluzione del problema». A fine mese verranno resi noti i risultati delle analisi tossicologiche.
 
IL TEMPO (ABRUZZO)
sabato 12 agosto 2006
 
L’AQUILA — Resi noti i risultati del rapporto di prova parziale relativo all’esame autoptico del cane... 
 
....Sebastiano, morto in circostanze misteriose durante la cattura da parte di addetti della Asl veterinaria dell’Aquila. Animalisti Italiani, Lav, Lega per la difesa del cane, Leal, dalla visione del refeto in cui si evince la presenza diferite contusive-compressive all’asse del collo, lesioni multiple, vasti versamenti emorragici di presumibile natura traumatica e « che palesano un ragionevole dubbio su trattamento al quale sia stato sottoposto il cane nelle varie fasi della cattura, al punto da provocarne la morte», chiedono al sindaco, al Prefetto, al presidente della Provincia e a quello della Regione e all’Ordine dei medici veterinari dell’Aquila, di avviare in tempi brevi un’inchiesta ufficiale che chiarisca la dinamica dei fatti. Che una volta identificati i responsabili del servizio veterinario dell’accaduto « siano presi immediattamente tutti i provvedimenti previsti dalla legge ed eventualmente anche il sollevamento dall’incarico ricoperto». Tutte le associazione, con ogni probabilità, nella prossima settimana, con il referto completo dell’esame autoptico, invieranno una denuncia sull’accaduto alla Procura della Repubblica.
 
IL CENTRO
12 Agosto 2006
 
Il Fatto
Gli animalisti rivelano il responso dell'autopsia
"Il cane <Sebastiano> morto per le percosse"
 
L'Aquila. L'esame necroscopico effettuato all'istituto zooprofilattico di Teramo parla chiaro: Sebastiano, cane randagio morto alla fine dello scorso mese dopo la cattura del servizio veterinario della Asl dell'Aquila, avrebbe subìto violente percosse prima del decesso.
E già i risultati delle analisi hanno ridestato l'attenzione delle associazioni animaliste. Animalisti Italiani, Lega anti-vivisezione, LeAL e Lega Nazionale per la Difesa del Cane, hanno chiesto al sindaco, al prefetto, alla presidente della Provincia, al presidente della Regione Abruzzo e all'Ordine dei Medici Veterinari dell'Aquila che "sia avviata in tempi brevi un'inchiesta ufficiale che chiarisca la dinamica dei fatti".
Sebastiano era un incrocio di pastore abruzzese che spesso stazionava nella zona della Villa comunale.
Lo scorso 31 agosto è stato catturato dal servizio veterinario della Asl "solo per aver infastidito una cagnetta padronale in calore", spiegano le associazioni animaliste, e poco dopo è morto. "Dalla visione del referto si evince la presenza di ferite all'asse del collo, lesioni multiple, vasti versamenti emorragici di presumibile natura traumatica e una grave emorragia interna", continuano gli animalisti "che palesano un ragionevole dubbio sul trattamento a cui è stato sottoposto il cane nelle fasi di cattura".
"Il dato, ormai certo" commentano le associazioni "è che la povera bestia, in perfetta salute, docile e amico di tutti, è transitata dal marciapiede (dove dormiva inerme), al furgone della Asl Veterinaria per ritrovarsi, infine, all'interno di un secchio della cella frigorifera della medesima struttura, annegato in una pozza di sangue, scavalcando, suo malgrado, tutte le tappe sancite dalla legge".
In attesa di sporgere formale denuncia, le associazioni animaliste chiedono agli organi competenti maggiore chiarezza.
"Pretendiamo che una volta identificati i veterinari e i tecnici della Asl responsabili, siano messi in atto tutti i provvedimenti previsti dalla legge, anche il sollevamento dall'incarico ricoperto", affermano.
"Devono essere chiarite eventuali responsabilità della dirigenza del servizio veterinario, il cui operato è già oggetto di un procedimento penale in corso per episodi analoghi e predisposto un piano di controllo dell'emergenza randagismo che preveda una rinnovata e proficua collaborazione fra associazioni animaliste ed enti preposti, attraverso l'istituzione di un tavolo di lavoro permanente sul randagismo".
Gli animalisti, pertanto, pretendono una risposta ufficiale dai vertici della Asl aquilana. (m.c.)
 
SUPEREVA
13/08/2006
 
Asl dell'Aquila sotto accusa: cane malmenato e ucciso
 
A cura di Hombre Comùn
Le vostre opinioni
 
Lo chiamavano Sebastiano ed era diventato la mascotte di via dei  Giardini, ma qualcuno non ha avuto nessun riguardo nel prenderlo con lacci  e fruste e farlo morire dopo una serie di maltrattamenti. Il povero cane,  un incrocio di pastore abruzzese maschio di giovane età, era stato  abbandonato da circa un anno nella zona della Villa comunale. Nella sua  vita aveva incontrato tante persone amanti degli animali che l'avevano  accudito in tutti i modi e che gli permettevano anche di ripararsi all'interno degli androni dei palazzi per ripararsi dalle intemperie.
Era  stato adottato da alcuni dipendenti del Consiglio regionale e da un bambino affetto da un grave handicap. Poi il triste epilogo per  Sebastiano, trovato morto dai volontari della Leal e dagli Animalisti
Italiani all'interno di una cella frigorifera in un locale a Collemaggio  di proprietà della Asl, completamente insanguinato e pronto per essere  smaltito. «Il cane era stato catturato il 31 luglio dai dipendenti della Asl, su  segnalazione di dipendenti dell'Inps - ha detto la responsabile degli  Animalisti Italiani, Cristiana Graziani - perché inseguiva una cagnolina  in calore. La cattura - ha detto la Graziani - è stata particolarmente  cruenta, come hanno testimoniato più persone. Per catturarlo sono stati  utilizzati lacci e fruste eppure il cane stava dormendo. Di Sebastiano  poi nessuna traccia. Probabilmente - ha continuato l?animalista - il cane  non è mai arrivato al canile sanitario, come invece previsto dalle legge.
A quel punto abbiamo chiesto chiarimenti al dottor Imperiale, responsabile  del servizio Veterinario della Asl, che si è rifiutato di dare risposte se  non interpellato ufficialmente. Ma anche le richieste ufficiali sono  rimaste inevase, fino a quando con la presenza dei vigili urbani - ha  continuato - lo stesso Imperiale non è stato costretto ad aprire la cella  frigorifero dove c'era l'animale morto».
Le Associazioni Animaliste sono (giustamente) sul piede di guerra: un seguito al drammatico episodio, sono pervenuti i primi risultati dell’ esame necroscopico eseguito dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo.  Dalla  visione del referto, si evince la presenza di ferite contusive-compressive all’asse del collo,  lesioni  multiple, vasti versamenti emorragici di  presumibile natura traumatica e una grave emorragia interna, che palesano un ragionevole dubbio sul  trattamento al quale sia stato sottoposto il cane nelle varie fasi della cattura, al punto da provocarne la morte.
Il dato, ormai certo, comunque è che, la povera bestia, in perfetta salute, docile e amico di tutti,  è transitata dal marciapiede (dove dormiva inerme), al furgone della ASL Veterinaria per ritrovarsi, infine, all’interno di un secchio della cella frigorifera della medesima struttura, annegato in una pozza di sangue, scavalcando, suo malgrado, tutte le tappe sancite dalla Legge. Pertanto, le associazioni Animalisti Italiani, LAV, LEAL, Lega Nazionale per la Difesa del Cane:
 
chiedono
 
al Sindaco della Città, al Prefetto, alla Presidente della Provincia di L’Aquila, al Presidente della regione Abruzzo e all’Ordine dei Medici Veterinari di L’Aquila che sia avviata in tempi brevi un’inchiesta ufficiale che chiarisca la dinamica  dei fatti; che, una volta identificati i veterinari ed i tecnici del Servizio Veterinario ASL responsabili dell’accaduto, siano presi immediatamente tutti i provvedimenti previsti dalla legge ed  eventualmente, anche il sollevamento dall’incarico ricoperto; che siano chiarite eventuali responsabilità della dirigenza del Servizio Veterinario di Sanità Animale della ASL n.4 dell’Aquila - Dipartimento di Prevenzione, il cui operato è già oggetto di un procedimento penale in corso per episodi analoghi;
che sia predisposto un nuovo piano di controllo dell’emergenza randagismo che preveda una rinnovata e proficua collaborazione fra Associazioni Animaliste e Enti all’uopo preposti dalle normative vigenti, attraverso l’istituzione di un tavolo di lavoro permanente sul randagismo, nonché l’assunzione di nuovo personale in grado di svolgere le proprie funzioni istituzionali e collaborare fattivamente con gli altri enti interessati.
E’ fondamentale che chi gestisce un servizio veterinario pubblico, allo scopo di tutelare insieme valori fondamentali quali la salute dei cittadini ed il benessere degli animali, agisca sempre rispettando i criteri della massima legalità e trasparenza come sancisce l’art. 96 della Costituzione.
Si chiede inoltre che il Sindaco di L’Aquila, vigili sulla popolazione canina residente nel territorio comunale, affinché sia ristabilito, al più presto in città, un più corretto e sereno rapporto fra uomo e animale e perché simili azioni non abbiano a ripetersi in futuro. 
 
animalieanimali
14 agosto 2006
 
L'AQUILA, PROTESTA PER IL RANDAGIO MORTO 
Si appellano al Sindaco dopo intervento accalappiacani. 
  
L'Aquila - Insorgono le associazioni animaliste aquilane sulla vicenda di un cane randagio deceduto nei giorni scorsi a loro avviso per l'intervento troppo violento degli accalappiacani. Animalisti italiani, Lega anti vivisezione, Leal e Lega nazionale per la difesa del cane puntano l'indice contro i tecnici del Servizio veterinario della Asl, e si appellano anche al sindaco del capoluogo, affinche' sia chiarita la dinamica dei fatti e siano identificati e puniti eventuali responsabili di maltrattamenti.
Il caso e' nato dalla morte del cane randagio 'Sebastiano', avvenuta lo scorso luglio. 'Sono arrivati - si legge nella nota - i primi risultati dell'esame necroscopico eseguito dall'Istituto zooprofilattico di Teramo. Dal referto si evince la presenza di ferite contusive-compressive, lesioni multiple, versamenti e una grave emorragia interna, che palesano un ragionevole dubbio sul trattamento al quale sia stato sottoposto il cane nelle varie fasi della cattura. Il dato certo e' che la povera bestia e' finita dal marciapiede dove dormiva al furgone della Asl, per ritrovarsi infine all'interno di un secchio della cella frigorifera di quella struttura'. E il motivo della cattura, secondo gli animalisti, e' 'il solo aver infastidito una cagnetta padronale in calore' nei pressi di un ufficio del capoluogo.
Rivolgendosi al sindaco, al prefetto, ai presidenti della Provincia, della Regione e dell'Ordine dei medici veterinari, le associazioni chiedono 'che sia avviata in tempi brevi un'inchiesta ufficiale che chiarisca la dinamica dei fatti; che una volta identificati i responsabili, siano presi immediatamente i provvedimenti previsti dalla legge; che siano chiarite eventuali responsabilita' della dirigenza del Servizio veterinario di sanita' animale della Asl; che sia predisposto - infine - un nuovo piano di controllo dell'emergenza randagismo, che preveda una rinnovata collaborazione tra le associazioni animaliste e gli enti preposti'. Tra le misure richieste, 'un tavolo di lavoro permanente sul randagismo e l'assunzione di nuovo personale'. (ANSA) 
Comunicato stampa animalisti aquilani 08/06


 
IL TEMPO ABRUZZO
26 AGOSTO 2006
 
Le associazioni animaliste non si sono lasciate convincere sulla spiegazione del dottor Colorizio in ...
 

... relazione alla morte del cane Sebastiano; spiegazione da cui prende le distanze anche il manager della Asl Marzetti il quale specifica che le dichiarazioni di Colorizio sono state rese a titolo personale. «Siamo ancora in attesa del referto dell’istituto zooprofilattico» spiega Marzetti, annunciando a breve un progetto di lotta al randagismo. Intanto gli animalisti rilanciano: «Al Dott. Colorizio non dovrebbe essere sfuggito che Sebastiano, presentava chiaramente, vasti versamenti emorragici a carico del sottocute e dei muscoli sottostanti, del canale intermandibolare, dell’entrata del petto, degli arti anteriori e del fianco sinistro, una protusione del globo oculare sinistro con relativo ematoma e soprattutto l’impronta di denti ante-mortem sulla lingua, segno caratteristico dell’asfissia. Si fa riferimento, inoltre, a una lesione traumatica contusiva a carico dell’addome con relativo infarcimento emorragico. Ma soprattutto il referto evidenzia lo stomaco vuoto dell’animale. Pertanto, il Dott. Colorizio dovrebbe spiegarci per quale via Sebastiano avrebbe assunto il topicida e soprattutto come fa a sapere con certezza, visto che il referto non è ancora disponibile, di quale veleno trattasi. Infine, Colorizio deve spiegare perché i numerosissimi cani catturati dalla Asl Veterinaria dopo la cattura, non giungono al Canile Sanitario, magari scappano misteriosamente, e perché si sopprimono cuccioli? Gli Animalisti Aquilani ed i cittadini vogliono che vengano fuori i responsabili. Intanto l’assessore al randagismo replica agli attacchi del dirigente Asl Colorizio in relazione al fatto che i sindaci sarebbero "i grandi assenti" sul problema. «Mi permetto di fargli presente — dice l’assessore — che gli oltre 200mila euro annui stanziati per la gestione del rifugio di Bazzano, le decine di migliaia di euro investite negli ultimi anni per le sterilizzazioni, le forniture di mangimi, non testimoniano certamente il disinteresse sul problema da parte dell'Amministrazione Comunale. Quanto alle catture, i cui dati vengono snocciolati dal dottor Colorizio, buona parte sono state effettuate non dall'Asl, ma dalle associazioni animaliste, che hanno condotto i cani al rifugio sanitario di Collemaggio».

 
IL MESSAGGERO (ABRUZZO)
 Sabato 26 Agosto 2006
  
Sulle cause della morte del cane chiarisce il manager dell’Asl. Spunta un testimone 
“Sebastiano”, interviene Marzetti   
 

di MARCELLO IANNI
 
Non si smorzano le polemiche in città tra animalisti, amministratori comunali e Asl in relazione alla morte di “Sebastiano” avvenuta dopo la sua cattura. Il direttore generale della Asl, Roberto Marzetti, smentisce le dichiarazioni del direttore del dipartimento di prevenzione, Vincenzo Colorizio, sulle possibili cause della morte e spiega che «ogni dubbio in ordine alle cause del decesso del cane potrà essere chiarito dai risultati degli esami dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo e dalle relazioni dei funzionari che hanno proceduto alla cattura ed alla successiva custodia del cane».
Le associazioni animaliste (Lav, Lega per la Difesa del Cane, Animalisti Italiani e No Vivisezione) chiedono «di fare luce su un sistema che lascia forti dubbi e perplessità sull’operato della Asl Veterinaria» dal momento che non si spiega perchè «i numerosissimi cani catturati non giungono al canile sanitario, magari scappano misteriosamente, oppure perchè si sopprimono cuccioli». Le stesse associazioni auspicano che sulla vicenda vengano fuori i responsabili.
Dall’assessore al Randagismo del Comune, Roberto Tinari, giungono critiche per le affermazioni del direttore del dipartimento prevenzione della Asl, Colorizio, circa i sindaci «grandi assenti» sul problema del randagismo. Per Tinari appare «singolare che un dirigente della struttura preposta prioritariamente a trovare le adeguate soluzioni alla questione, scarichi interamente su altri enti le varie responsabilità». A tal proposito Tinari ha ricordato le migliaia di euro che ogni anno vengono stanziati per la gestione del canile-rifugio di Bazzano, per le sterilizzazioni, le forniture di mangimi e così via «che non testimoniano certamente il disinteresse sul problema da parte del Comune».
Infine sulla morte di “Sebastiano”, l’animalista Massimo Petracca ricorda di aver visto poco prima della cattura “Sebastiano” giocare con il proprio cane e che lo stesso randagio stava in buone condizioni di salute così come avrebbero testimoniato alcuni vigili urbani allo stesso Petracca.
 
LIBERO
31 AGOSTO 2006
 
Lo scandalo del cane Sebastiano, il meticcio buono massacrato senza ragione
 
Era un cane buono Sebastiano. Non meritava di finire la vita, contuso e sanguinante, in una cella frigorifera. Sebastiano non ha vegliato il padrone, caduto nel dirupo per sei giorni e sei notti, come lo straordinario Collie delle recenti cronache. Non ha salvato vite umane da fiumi impetuosi, come fanno spesso Terranova e Labrador. Non era neanche un cane di razza, ma un semplice bastardone. Le cronache locali, e ora nazionali, che lo hanno portato all'attenzione del pubblico non parlano di imprese mirabolanti. Parlano di malasanità, veterinaria questa volta, che non è meno grave di una colpa o di un reato commessi in relazione alla più blasonata sanità pubblica umana. Andiamo alla vicenda. Sebastiano era un giovane meticcio, talmente mite e affettuoso, che era stato adottato da alcuni dipendenti del Consiglio regionale abruzzese ed era diventato inseparabile amico di un bambino portatore di handicap. Se ne stava nella zona della Villa comunale di l'Aquila, dove era stato abbandonato da circa un anno. Tante persone gli volevano bene, lo rifocillavano e gli permettevano di ripararsi negli androni dei palazzi. Quasi un mese fa una segnalazione giunta a Cristiana Graziani, (Animalisti Italiani e consigliere dei Verdi) la fa correre in un locale di proprietà dell'Usl, dove il responsabile dei servizi veterinari, dottor Imperiale, è obbligato dalla polizia ad aprire una cella frigorifera che si ostinava a volere chiusa. A tutti i costi. Cade a terra un corpo brutalmente traumatizzato e insanguinato. Quello di Sebastiano. Sul posto si reca anche il direttore generale dell'Usl, Roberto Marzetti che, pur con le dovute cautele, dichiara: «Gli animali non possono essere trattati in un modo così barbaro». Ma cosa è successo? Il povero Sebastiano aveva graffiato un paio di macchine, salendo goffamente sul cofano per cercare di scavalcare un muretto che lo divideva da una cagnetta che gli aveva mosso il testosterone. Per questa colpa un veterinario dell'Usl e due accalappiacani lo hanno catturato con il cappio a strangolo. Una bimba che ha assistito alla scena è ancora sotto shock dopo venti giorni. Quando l'hanno accalappiato, Sebastiano pare stesse dormendo. L'autopsia ha rilevato rotture di organi interni, gravi traumi, ematomi e versamenti. La prima linea di difesa, che chiamava in causa avvelenamenti in grado di coagulare il sangue, è caduta miseramente sotto gli esiti degli accertamenti tossicologici. E' ancora ufficioso, ma tutti sanno che i risultati sono negativi. In Italia però il gioco di parare i sederini è tra i più praticati e siamo certi che qualcuno si arrampicherà su altri specchi. Le associazioni animaliste che seguono la vicenda faranno bene a vegliare e nominare periti di vaglia, in caso di troppi "se" e troppi "ma". L'Associazione Veterinari Mutuo Soccorso( www.avemus.it), di cui sono orgoglioso membro fondatore, ha inviato un comunicato nel quale afferma che metodi di cattura simili appartengono al medio evo della medicina veterinaria, se tutto è andato come ci testimoniano le associazioni che hanno denunciato l'episodio. Quanto all'esito delle indagini, veglierà anche Libero. Sebastiano riposi sotto la terra non sotto le sabbie mobili.
Oscar Grazioli
 
IL TEMPO (ABRUZZO)
venerdì 1 settembre 2006
 
Esami tossicologici negativi Sebastiano morto dopo la barbara cattura
 
Ora che il «rapporto di prova completo» (così si chiama l’intero iter dell’esame autoptico effettato dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo) sui resti del cane Sebastiano ucciso (così sembrerebbe e la foto non lascia dubbi)) dalla mano dell’uomo il 31 luglio scorso e che escludono anche un eventuale avvelenamento, ci saremmo aspettati dal dott. Vincenzo Colorizio una lettera di scuse ai lettori, alle autorità interessate, alle associazioni animaliste. Ma il silenzio, in questi casi, rende più morbido il quotidiano per chi, evidentemente, qualche peso sulla coscienza sente di averlo. Comunque anche senza l’intervento di Colorizio, andianmo avanti, chiaramente graffiati nell’intimo, a leggere quel rapporto che non lascia spazio ad altre interpretazioni diverse da quelle che parlano di uccisione del cane Sebastiano. Gli animalisti non avevano dubbi, nessuno tra le persone che in qualche modo si occupano volontariamente di assistenza ai cani aveva dubbi sull’esito dell’esame autoptico e relativi esami tossicologici. E da Teramo quel rapporto è arrivato alla Asl dell’Aquila, meglio nelle mani del dott. Pierluigi Imperiale che ora (ma lo farà?) dovrà spiegare ogni cosa, dovrà documentare ogni cosa, dovrà far capire perchè e come Sebastiano sia morto ammazzato. Mancavano gli esami tossicologici: ne sono stati fatti tantissimi, tutti quelli possibili fare per non escludere alcuna causa. Bene, dagli oltre 50 esami effettuati non risulta la minima traccia di veleni o di altri farmaci capaci di intossicare e dunque portare alla morte il cane. Era questo l’ultimo tassello per ricostruire il macabro mosaico della morte di Sebastiano. Ora che sia il direttore generale della Asl, Roberto Marzetti, a svolgere un’indagine interna e a prendere i provvedimenti del caso che, non dimentichiamolo, sono previsti dalla legge. Gli animalisti sono pronti ad interessare del caso la Procura della Repubblica e le altre autorità che in qualche modo hanno peso sul territorio. Resta quell’immagine, incancellabile, della cattura medievale di Sebastiano, le atrocità che quel povero cane ha dovuto subire, uno spaccato di profonda inciviltà che si è consumato davanti agli occhi di molte persone che nulla hanno potuto per evitare quello strazio, quelle urla disperate del cane, dolce e buono, che chiedeva di vivere, che implorava aiuto all’uomo che aveva sempre servito con umiltà. La conclusione è che Sebastianmo è stato atrocemente ucciso, forse senza la volontà di uccidere, ma comunque catturato con mezzi che poco spazio lasciavano alla vita. Che sia fatta luce a 360 gradi e chi ha sbagliato paghi in nome di una civiltà che è stata calpestata e che non può ancora essere calpestata nel giudizio finale. F.G.
 
IL TEMPO D'ABRUZZO
03/09/06
 
 
Asl, la morte di Sebastiano in Procura
Il manager Marzetti pronto a prendere provvedimenti e adire le vie legali
L’AQUILA Nota di «Staff Bairo» corredata da oltre 800 firme sull’uccisione del cane
 
L’AQUILA — «Che la vicenda di Sebastiano non sia gettata del cestino della carta straccia». Conclude così una nota dell’Associazione «Staff Bairo» corredata da oltre 800 firme sulla assurda fine fatta fare ad un cane randagio buono e docile nell’atto della cattura con metodi medievaleschi da parte di addetti alla Asl veterinaria. «Anche noi come tanti — si legge nella nota — come tutti quelli che hanno ancora valori e sentimenti, non sono stretti nella morsa d’acciaio di una corazza da robot, esprimiamo con infinito dolore, la delusione profonda, la nostra accorata e ormai impossibile ribellione». Nel soffermarsi sull’uccisione barbara di Sebastiano, l’Associazione chiede che «chi ha ordinato la cattura di Sebastiano e chi l’ha eseguita, contribuendo alla morte violenta del cane, vengano perseguiti in conformità della legge 189/2004 in modo che questo delitto che ha scosso i sentimenti e le coscienze di tante persone, ferito la deontologia professionale e violato le leggi, non debba ripetersi». E di certo non si ripeterà, parola del manager della Asl Roberto Marzetti, lontano dalla nostra città per causa di forza maggiore, ma che sta seguendo attentamente l’evoluzione di ogni cosa che riguardi della sua Asl. «Sono ancora sconvolto per questa vicenda, ho già chiesto una relazione agli addetti alla cattura di Sebastiano. Ora, con il rapporto dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo, affideremo ad un veterinario terzo una valutazione definitiva, poi scatteranno i provvedimenti del caso e non escludo, anche perchè è la legge stessa che me lo impone, un esposto dettagliato alla Procura della Repubblica. Se qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi». Comunque Marzetti proprio da questo caso che ha scosso le coscienze dei più, ha in animo di porre in atto un progetto forte che riesca in qualche modo a risolvere il problema del randagismo. «Contatterò a breve il sindaco Tempesta, la Provincia e la stessa Regione per risolvere e definitivamente, in sinergia, questo fenomeno. È un impegno che prendo con tutta la città e lo porterò a termine». Va ricordato, e Marzetti che non era a conoscenza lo ha richiesto, un progetto obiettivo, redatto nel 2003 dal dott. Massimo Ciuffetelli (ma mai preso in considerazione), per un intervento radicale per il controllo e la rilevazione del randagismo, dunque per la soluzione dell’annoso problema. Marzetti, dopo aver chiuso il caso Sebastiano nel rispetto delle leggi vigenti, affronterà con determinazione e subito il fenomeno randagismo. Che sia.
 
IL CENTRO
03/09/06
 
INTERVENTO
 
Il cane Sebastiano.
 
L'Aquila. Il gruppo Bairo Onlus interviene sulla vicenda de cane randagio Sebastiano, morto lo scorso luglio all'Aquila in circostanze ancora da chiarire.
La richiesta del gruppo è "che la vicenda di Sebastiano non sia gettata nel cestino della carta straccia e, quindi, chi ha ordinato la cattura di Sebastiano e che l'ha eseguita vengano perseguiti in conformità della legge 189/2004". L'esame necroscopico eseguito dall'Istituto zooprofilattico di Teramo avrebbe evidenziato delle ferite che secondo gli animalisti sarebbero state causate dal tipo di trattamento al quale il cane è stato sottoposto nelle varie fasi della cattura.
"Da molte parti d'Italia" afferma il vice presidente del gruppo, Enrica Boiocchi "dalle associazioni di volontariato, ai singoli cittadini e perfino da vari ordini e confederazioni veterinarie vengono denunciate le scorrettezze delle Asl".
 
IL MESSAGGERO
Domenica 3 Settembre 2006
  
 
Il caso di “Sebastiano” 
 Il Gruppo Bairo: «Devono essere puniti i responsabili della morte del cane» 
 
Anche il Gruppo Bairo, associazione nazionale Onlus in difesa degli animali, interviene sulla vicenda del cane randagio “Sebastiano”, morto lo scorso luglio in circostante incerte che per le associazioni animaliste locali sarebbero da ricondurre ad un intervento troppo violento degli accalappiacani. La richiesta è «che la vicenda di “Sebastiano” non sia gettata nel cestino della carta straccia e, quindi, che chi ha ordinato la cattura e chi l'ha eseguita vengano perseguiti in conformità della legge 189/2004». L'esame necroscopico eseguito dall'Istituto zooprofilattico di Teramo aveva evidenziato ferite contusive-compressive, lesioni multiple, versamenti e una grave emorragia interna, a testimonianza, secondo gli animalisti, del tipo di trattamento al quale il cane è stato sottoposto nelle varie fasi della cattura. «Da molte parti d'Italia - afferma il vice presidente del gruppo, Enrica Boiocchi - dalle associazioni di volontariato, dai singoli cittadini e perfino da vari ordini e confederazioni veterinarie vengono denunciate le scorrettezze delle Asl, il mercimonio di poteri, l'omissione e perfino l'attivo maltrattamento, come nel caso del randagio “Sebastiano”. I responsabili delle Asl sono cittadini come gli altri - conclude la Boiocchi - e come gli altri sono sottoposti alla legge». 
 
Il Messaggero Abruzzo
Sabato 9 Settembre 2006

Per la morte del cane “Sebastiano” la Asl orientata verso una superperizia 

Una “super perizia” per chiudere definitivamente la vicenda sulla morte del cane randagio “Sebastiano”, trovato morto da alcuni animalisti il 31 luglio, dopo la sua cattura da parte del personale del servizio Veterinario della Asl. Su questo sarebbe orientata la Asl dell’Aquila, che attende dall’istituto Zooprofilattico di Teramo ulteriori chiarimenti sull morte del cane. Secondo gli stessi animalisti dall’esame esterno del cane «si evince la presenza di ferite contusive all’asse del collo, lesioni multiple, vasti versamenti emorragici di presumibile natura traumatica ed grave emorragia interna, che palesano un ragionevole dubbio sul trattamento al quale sia stato sottoposto il cane nelle varie fasi della cattura al punto da provocarne la morte». Le analisi tossicologiche hanno comunque dato esito negativo. Intanto gli Animalisti italiani ed i Verdi hanno nominato i periti di parte: Fabio Del Piero, anatomo-patologo dell’Accademia veterinaria della Pennsylvania (Usa) ed Oscar Grazioli, quale consulente anestesista.

 
Animalieanimali
13 OTTOBRE 2006
 
MORTE DEL CANE SEBASTIANO, AUTOPSIA LASCIA POCHI DUBBI
Le associazioni animaliste aquilane confermano denuncia contro veterinario Asl
 
Si rende noto il parere espresso dall¹Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo sulla causa di morte di Sebastiano, cane randagio deceduto in circostanze misteriose durante la cattura da parte di veterinari e tecnici del Servizio Veterinario ASL di L¹Aquila.
Appello delle associazioni animaliste al Direttore Generale della ASL 04 L¹Aquila perché, una volta chiarita la dinamica dei fatti, siano presi immediati e gravi provvedimenti nei confronti dei responsabili dell¹accaduto.
Sono ora disponibili i risultati finali degli accertamenti diagnostici eseguiti sulla carcassa di Sebastiano, pervenuta alla Sede Centrale dell¹Istituto Zooprofilattico in data 3 agosto scorso in seguito al ritrovamento in una cella frigorifera del Canile Sanitario ASL dell¹Aquila.
Ricordiamo come il referto dell¹esame necroscopico evidenziasse la presenza di ferite contusivo-compressive all¹asse del collo, lesioni multiple di presumibile natura traumatica, vasti versamenti emorragici ed evidente protrusione del bulbo oculare.
La diagnosi sulla causa di morte di Sebastiano emessa dall¹Istituto lascia ben pochi dubbi: viene avvalorata infatti l¹ipotesi di un collasso cardiocircolatorio dovuto all¹insorgenza di una sindrome emorragica acuta (CID ­ Coagulopatia Intravasale Disseminata), che nel caso in esame viene attribuita presumibilmente ad eventi traumatici e stressogeni immediatamente precedenti la morte, ed in particolare a due fattori concomitanti: uno shock acuto e l¹emolisi prodottasi nelle sedi dove sono stati evidenziati i traumi contusivi.
I risultati degli esami tossicologici escludono inoltre la presenza di sostanze tossiche (pesticidi, anticoagulanti) in grado di determinare uno stato di eccitabilità nervosa o tali da giustificare una eventuale reazione furiosa del cane durante la cattura. Negativo l¹esame per la ricerca del virus della rabbia.
A tal proposito non possiamo fare a meno di sottolineare come in un¹accorata nota trasmessa al Direttore Generale della ASL dal Responsabile del Dipartimento di Prevenzione, Dottor Colorizio e fatta pubblicare da molte testate proprio nei giorni in cui si stavano concludendo gli esami tossicologici, venisse data per certa una presenza di anticoagulanti dicumarolici nel sangue di Sebastiano, puntualmente smentita dal risultato delle analisi chimiche.
In tale circostanza le associazioni animaliste vennero accusate di diffondere inutile allarmismo e di causare lo sperpero di denaro pubblico con costosi accertamenti diagnostici su una carcassa di cane.
Tali dichiarazioni, rese dal Dottor Colorizio nell¹estremo tentativo di difendere l¹operato del Servizio Veterinario di Sanità Animale della ASL dell¹Aquila, che potrebbero anche essere interpretate come un grave tentativo di interferire con lo svolgimento degli accertamenti diagnostici in corso, rivelano in realtà una profonda mancanza della serenità di giudizio necessaria in un caso di tale gravità, e meritano una profonda riflessione da parte dell¹attuale Dirigenza della ASL 04 dell¹Aquila.
Pertanto le Associazioni animaliste aquilane chiedono al Direttore Generale della ASL 04 di L¹Aquila, Dottor Marzetti, una volta presa visione del rapporto di prova completo e del parere sulla causa di morte di Sebastiano e chiarita definitivamente la dinamica dei fatti, quali urgenti provvedimenti previsti dalla legge si intenda prendere nei confronti dei tecnici e veterinari che hanno compiuto la cattura; si chiede inoltre che siano chiarite eventuali responsabilità della dirigenza del Servizio Veterinario di Sanità Animale della ASL n.4 dell¹Aquila - Dipartimento di Prevenzione, il cui operato è già oggetto di un procedimento penale in corso per episodi analoghi; è infatti notizia degli ultimi giorni il rinvio a giudizio, con data di udienza fissata per il 18 dicembre 2006, del Dottor Imperiale e del Dottor Ponziani per l¹uccisione di otto cuccioli nell¹ottobre del In tale occasione il dottor Imperiale si giustificò affermando che i cuccioli, crescendo, avrebbero fatto branco divenendo pertanto pericolosi. Da allora si sono moltiplicate le segnalazioni di cani catturati dal Servizio Veterinario e mai giunti in canile sanitario, come in realtà previsto dai termini di legge.
Le migliaia di firme raccolte in poche settimane sulle petizioni cartacea e on-line a sostegno delle richieste espresse dalle associazioni animaliste dimostrano che la comunità ha bisogno di poter riacquistare la fiducia persa nei confronti degli Enti preposti al controllo del randagismo.
Chiediamo pertanto l¹adozione di provvedimenti urgenti quali il potenziamento dell¹organico del Servizio veterinario ASL con personale nuovo e formato, l¹apertura di un tavolo permanente di lavoro sul randagismo nonché di un censimento totale, da estendere a tutta la provincia, della popolazione canina esistente sul territorio, primo ma fondamentale passo verso il recupero di un più corretto e sereno rapporto fra uomo e animale.
 
IL TEMPO (MOLISE)
25 ottobre 2006
 
La recente drammatica morte del cane Sebastiano sarà oggetto anche di un’interrogazione presentata dal ...

... consigliere comunale Giancarlo Vicini. Nella stessa non soltanto si chiede al Sindaco di attivarsi per accertare i motivi del grave fatto ma anche la creazione di un coordinamento con le associazioni animaliste che potrebbero fornire suggerimenti indispensabili per prevenire e ridurre il fenomeno del randagismo. «Solo con il coinvolgimento reale — continua Vicini — si potrebbe verificare che i microchip vengano effettivamente applicati ai cani. Così come solo insieme a tali associazioni si possono predisporre delle proficue attività didattiche e di sensibilizzazione nelle scuole. Ciò allo scopo di far comprendere ai giovani quanto sia criminale l’atteggiamento di chi abbandona i cani per strada e quali le spiacevoli conseguenze per la società e gli animali stessi». Inoltre il consigliere, nel ricordare lo stanziamento in passato di fondi per le sterilizzazioni, chiede che tali somme vengano aumentate ed inserite nel Bilancio. Infine in occasione della discussione in aula dell’interrogazione in questione, si valuterà la possibilità di attuare una sinergia con la Asl e le associazioni animaliste affinché si istituisca una costante azione di controllo in città per ciò che riguarda le misure di prevenzione del randagismo.
 
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01537
presentata da
TOMMASO PELLEGRINO
mercoledì 8 novembre 2006 nella seduta n.065
 

PELLEGRINO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:

il fenomeno del randagismo è prodotto dall' uomo e, di conseguenza i cani sono da considerarsi vittime di una pratica incivile e penalmente perseguibile che è quella dell'abbandono;
il Servizio Veterinario della ASL di l'Aquila, nella persona del suo dirigente Dottor Imperiale Pierluigi, ha dimostrato, negli anni e con molti episodi, l'evidente incapacità di gestione e contenimento del fenomeno, rendendosi, infatti, protagonista di inquietanti soppressioni e/o sparizioni di cani, come si evince da numerose interviste e articoli di stampa e come risulta dal procedimento penale in corso intentato nei suoi confronti per l'uccisione senza necessità e per crudeltà di nove cuccioli randagi;
dalla perizia medico-legale effettuata sul cane Sebastiano, catturato il 31 luglio 2006 in maniera cruenta dal personale della ASL di cui è Dirigente il Dottor Imperiale, risulta che esso è deceduto a causa di un collasso cardio-circolatorio, determinato dall'instaurarsi di una diatesi emorragica generalizzata riconducibile ad una coagulopatia intavasale disseminata, scatenata dallo shock e dagli eventi traumatici subiti dall'animale durante la cattura;
secondo quanto risulta all'interrogante, il Dottor Imperiale ha provveduto ad inviare la carcassa del cane Sebastiano settantadue ore dopo la morte presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo, accompagnandola con l'anamnesi di eccitazione furiosa e contestuale richiesta di diagnosi di rabbia, senza aver attivato tutte le procedure di legge previste nei casi di sospetto di rabbia (decreto del Presidente della Repubblica n. 320 del 1954, decreto ministeriale 1990, Testo Unico delle Leggi Sanitarie);
le associazioni animaliste Regionali unitamente all'opinione pubblica, rimaste sconvolte dalla inaudita e ingiustificata violenza, perpetrata ai danni di un cane, hanno chiesto che vengano presi idonei e immediati provvedimenti nei confronti dei responsabili dell'accaduto;
a giudizio dell'interrogante i fatti sopra denunciati costituiscono una grave inadempienza rispetto al Codice Deontologico per Medici Veterinari e alla normativa Nazionale vigente in materia di tutela e benessere animale -:
se non ritenga opportuno esercitare i poteri ispettivi previsti dal decreto legislativo n. 112 del 1998. (4-01537)
 


 

per gentile concessione del sito www.zampette.it:
 
 

Le tragiche foto del giorno in cui è stato ritrovato Sebastiano morto, accartocciato come un cucciolo e insanguinato, dentro un bidone della Asl "veterinaria" di L'Aquila.

SEBASTIANO MASSACRATO
CHIEDE GIUSTIZIA

 

Firma la petizione

 

messaggio inviato dal GRUPPO BAIRO Onlus all'indirizzo: https://bairo.info/lett493.html

 

PER PROTESTE:

Servizio Veterinario di Sanità Animale
Viale di Collemaggio ex. P.O. "S. Maria di Collemaggio" - 67100 L'Aquila
Tel. 0862.368904/906 Fax 0862.24391

AZIENDA U.S.L. 4 L'AQUILA
Viale di Collemaggio ex. P.O. "Santa Maria di Collemaggio" - 67100 L'Aquila
Tel. 0862.3681

Dott. Roberto Marzetti
Tel. 0862.368931
email: [email protected]

 

 


 


Pierluigi Imperiale - Responsabile servizio ASL

 

Animalieanimali
30 MARZO 2007
 
RANDAGI UCCISI, RECLUSIONE PER DUE VETERINARI ASL
Sentenza del Tribunale dell'Aquila. LAV, parte civile, esulta. Con precedente legge avrebbero rischiato nulla.
 
"Un precedente importante ottenuto grazie alla legge 189 contro il maltrattamento degli animali, ancora piu' importante perche' ad essere stati condannati come mandante ed esecutore sono stati due veterinari pubblici di cui uno dirigente Asl, area che non rappresenta una zona franca per la validita' della normativa".
E' il commento della LAV, riconosciuta parte civile nel procedimento grazie all'azione del proprio Coordinamento Regionale in collaborazione con il settore Sos maltrattamenti e l'Ufficio legale, alla odierna sentenza con la quale il Tribunale dell'Aquila ha applicato l'articolo 544 bis del Codice penale "uccisione senza necessita'", due mesi di reclusione, contro il mandante e l'esecutore dell?uccisione di nove cuccioli di cani randagi trovati da un signore nel suo giardino nell'ottobre 2004.
I veterinari avevano ammesso che per presunti motivi di "ordine pubblico" avevano proceduto alla soppressione di cani di proprieta' giustificati da un articolo della legge regionale abruzzese, del tutto superata dalla riforma del Codice penale a tutela degli animali in vigore dall'agosto del 2004 e che andrebbe comunque cambiata.
Con questa sentenza si chiarisce che le uniche motivazioni valide legalmente per la soppressione di cani o gatti sono, in maniera eutanasica, la certificata incurabilità la comprovata pericolosità.
La LAV, alla quale e' stato riconosciuto dal Tribunale un simbolico danno morale, annuncia che chiedera' al Direttore Generale della Asl di prendere i conseguenti opportuni provvedimenti oltre che di rafforzare le iniziative di prevenzione del randagismo, mentre all'Ordine dei Medici Veterinari chiederà la sospensione dei due iscritti dall'albo e quindi l'impossibilità di esercitare la professione, per la chiara violazione del Codice Deontologico della professione secondo il quale l'iscritto deve operare "alla promozione del rispetto degli animali ed al loro benessere in quanto esseri senzienti". Principio-base che i due veterinari aquilani hanno non solo ignorato ma calpestato.

LIBERO
30 MARZO 2007
 
Soppressero 9 cuccioli senza necessità. Condannati due veterinari Asl
 
MISKA RUGGERI
 
ROIO (AQ) - A Roio, nelle campagne attorno all'Aquila, nell'ottobre 2004, viene alla luce una dolce cucciolata. Nove batuffoli di pelo, di madre rimasta ignota, che trovano rifugio all'interno di un terreno privato e recintato. Subito alcuni animalisti, accortisi della loro presenza, iniziano a portare del cibo attraverso la rete. Ma il proprietario del terreno, non sapendo che farsene e per non avere guai (la recinzione presenta qualche buco e i cuccioli potrebbero uscire e finire sotto una macchina), chiama il servizio veterinario dell'Asl. Che arriva, li prende e li carica su un furgoncino. Tempo qualche ora e chi fino a quel momento se ne era preso cura, non trovandoli, chiede spiegazioni sulla loro sorte. Ma non riesce nemmeno a raggiungere il furgone che i nove cuccioli sono già morti. Infilati dentro sacchi di plastica nera. Urla, malori, telefonate alla polizia, denunce. E finalmente, ieri, giustizia. Visto che, con una sentenza storica, sulla base di una norma dell'agosto 2004 che considera punibile chi uccida degli animali se non strettamente necessario (per esempio per malattia o comportamento aggressivo) o con crudeltà, sono stati condannati dal Tribunale dell'Aquila a 2 mesi di reclusione (oltre al pagamento delle spese legali e a 500 euro di risarcimento alla Lav e alla Lega del Cane costituitesi parte civile) Pierluigi Imperiale, responsabile dell'Ufficio veterinario della locale Asl, e Mauro Ponziani, il medico che ha materialmente soppresso i 9 cagnolini. I due veterinari si sono difesi con un'interpretazione particolare di una peraltro superata legge regionale abruzzese del 1999, sostenendo che, in mancanza di canili disponibili, con l'ok del proprietario, in caso di animali padronali e non randagi, questi si potevano eliminare senza problemi. E così, spiega l'avvocato Paolo Di Napoli, che ha rappresentato la Lav nel processo, circa 80-100 cani di varie razze ogni anno, a partire dal 1991, sono stati tranquillamente fatti fuori dalla Asl aquilana, come del resto ammesso anche dal responsabile Asl in tribunale. Ma, anche in caso di ipotetico permesso del padrone, il reato rimane. Senza contare poi le modalità della soppressione. Effettuata con il tanax, un farmaco molto potente e irritante che se iniettato male, cioè non nel cavo delle vene o del cuore, produce atroci sofferenze. Sarebbe stato quindi opportuno, sottolinea Di Napoli, usare prima, e comunque sempre nei soli casi contemplati dalla legge, dell'anestetico, ma questo qui all'Aquila non risulta che sia accaduto. E si può immaginare che tipo di morte trovavano i poveri cani». Con la sentenza emessa ieri dal giudice monocratico Giuseppe Romano Gargarella, comunque, si chiarisce che le uniche motivazioni valide per la soppressione di cani e gatti sono la certificata incurabilità o la comprovata pericolosità e che non esistono zone franche per la validità della normativa. Ora la Lav chiederà al direttore generale della Asl di prendere gli opportuni provvedimenti e di rafforzare le iniziative di prevenzione del randagismo; mentre all'Ordine dei medici veterinari chiederà la sospensione dei due iscritti all'albo, con conseguente impossibilità a esercitare la professione, per la chiara violazione del Codice deontologico.

Il Centro
30 Marzo 2007

Cagnolini soppressi
Condannati veterinari Asl
Il dirigente si dimette. Animalisti soddisfatti.
 
L'Aquila. Due medici veterinari della Asl sono stati condannati a due mesi di reclusione dal tribunale per aver soppresso "senza necessità" nove cuccioli di cane. Si tratta del responsabile del servizio veterinario Asl, il dottor Pierluigi Imperiale e del dottor Mauro Ponziani. Il fatto risale al 26 ottobre 2004. Imperiale, secondo l'accusa, autorizzò Ponziani a sopprimere i cuccioli con le punture. I nove animali si trovavano nel terreno di un cittadino di Roio.
Gli imputati hanno sostenuto che furono chiamati da quel cittadino il quale "autorizzò" la Asl a sopprimere i cani, che quindi erano "privati". Il dottor Imperiale ha annunciato le dimissioni da responsabile del servizio veterinario Asl. Soddisfatte le associazioni animaliste.
 

Il Tempo 
29/03/2007

 
ASL Condanna Due veterinari della Asl dell'Aquila

Sono stati condannati per la morte di nove cuccioli di cani cani randagi.
Lo ha deciso il tribunale del capoluogo abruzzese che ha anche ammesso la costituzione di parte civile della Lav dell'Aquila nel procedimento, riconoscendole un danno simbolico.

IL MESSAGGERO (ABRUZZO
Venerdì 30 Marzo 2007
 
Condannato a due mesi di reclusione (pena sospesa) per l’uccisione di nove cuccioli
 
Per l’uccisione di nove cuccioli il giudice del tribunale Giuseppe Romano Gargarella ha condannato a due mesi di reclusione (pena sospesa) il responsabile del Servizio Veterinario dell’Asl, Pierluigi Imperiale ed il dottor Mauro Ponziani (difesi dall’avvocato Paone e Cortesi) per il reato di maltrattementi di animali in quanto «i due soppressero i cuccioli randagi - si legge nel dispositivo - senza alcuna necessità». I due sono stati condannati anche al pagamento di 500 euro verso le associazioni animaliste. Il fatto è accaduto nell’ottobre 2004 e tre associazioni, la Leal (avv. Di Benedetto), la Lega nazionale per la difesa del cane (avv. Scagliotti) e la Lav (avv. Di Napoli), denunciarono il settore Veterinario. Inoltre della vicenda si occupò anche la trasmissione “Le Iene” di Italia Uno. 


 

http://www.ilcapoluogo.it/news.php?extend.11314
 
Cane ucciso: a giudizio personale ASL
IL "CASO SEBASTIANO" RIVELA ILLECITI E CRUDELTA'?

L'Aquila, 26 ott.- "Sebastiano fu prelevato in ottima salute dagli operatori, e non è mai arrivato nella struttura suddetta. E’ stato trovato morto in una pozza di sangue all’interno della cella frigorifera della ASL Veterinaria di L’Aquila"

 

Sebastiano, il cane amico di tutti
 
"E' di oggi - rendono noto i Verdi animalisti dell'Aquila - la notizia che il P.M. Tullia Monteleone, della Procura di L’Aquila, dopo un anno di accurate e scrupolose indagini, svolte con impegno e serietà, ha disposto l’atto di citazione a giudizio nei confronti del Dott. Saverio Flamini, quale dirigente veterinario presso la Asl 4 di L’Aquila, Ascaride Claudio e Alessandri Paolo, quali ausiliari in servizio presso la medesima struttura, per il reato di cui agli artt. 110, 544bis, 61 n.9 del C.P. perché, “agendo di comune accordo tra loro, tutti in violazione dei doveri inerenti il pubblico servizio, procedevano alla cattura del cane randagio, noto con il nome di Sebastiano, utilizzando metodi e sistemi di coercizione estremamente violenti e in adeguati per mancanza di necessità, sì da provocare all’animale gravi lesioni. Sebastiano fu prelevato in ottima salute dagli operatori, e non è mai arrivato nella struttura suddetta. E’ stato trovato morto in una pozza di sangue all’interno della cella frigorifera della ASL Veterinaria di L’Aquila. "In quanto Medico Veterinario - dice Cristiana Graziani - ci tengo a ricordare che, da un punto di vista disciplinare, tali condotte sono rilevanti in quanto il nuovo codice deontologico dei medici Veterinari Italiani, ha rinnovato ed aggiornato l'etica professionale del Medico veterinario, partendo da una nuova definizione dell'animale inteso come "essere senziente”. I medici Veterinari devono dedicare la loro opera anche per la promozione e rispetto della tutela del benessere animale. Il medico veterinario ha il dovere di comportarsi in ogni occasione e nell'esercizio della professione, in modo da onorare la Categoria alla quale appartiene. Auspico che, una volta identificati i responsabili dell’accaduto, siano presi immediatamente tutti i provvedimenti previsti dalla legge ed eventualmente, anche il sollevamento dall’incarico ricoperto e che siano chiarite eventuali responsabilità della dirigenza del Servizio Veterinario di Sanità Animale della ASL n.4 dell’Aquila - Dipartimento di Prevenzione, il cui operato è già oggetto di una condanna , infatti due medici veterinari della Asl sono stati condannati a marzo 2007 , a due mesi di reclusione dal tribunale per aver soppresso "senza necessità" nove cuccioli di cane. Si tratta del responsabile del servizio veterinario Asl, il dottor Pierluigi Imperiale e del dottor Mauro Ponziani".
 
IL MESSAGGERO ABRUZZO
27 OTTOBRE 2007
 
Lo chiamavano “Sebastiano”, un incrocio di pastore abruzzese maschio...
 
L'Aquila - Lo chiamavano “Sebastiano”, un incrocio di pastore abruzzese maschio di giovane età, ed era diventato la mascotte di via dei Giardini ma non ci fu nessuna esitazione nel prenderlo con lacci e fruste e farlo morire dopo una serie di maltrattamenti.
Un episodio increscioso che aveva fatto infuriare non solo molti cittadini che amavano la bestia, ma anche le associazioni animaliste (Lav, Leal ed Animalisti italiani) le quali avevano deciso di andare in fondo alla triste vicenda. Ora per quell’episodio, accaduto nell’agosto dello scorso anno, il pm Tullia Monteleone ha chiesto il rinvio a giudizio di Saverio Flamini (dirigente veterinario della Asl) nonché di Claudio Ascaride e Paolo Alessandri (ausiliari in servizio presso la stessa Asl) perché «agendo di comune accordo, in violazione dei doveri inerenti il pubblico servizio, procedevano alla cattura del cane randagio, utilizzando metodi e sistemi di coercizione estremamente violenti e inadeguati per mancanza di necessità, da provocare all’animale gravi lesioni».
Cristiana Graziani del Gruppo regionale dei Verdi, veterinario, testimone dell’episodio, denunciante e parte offesa (la Asl Veterinaria aveva avviato azioni legali contro di lei) ha ricordato che “Sebastiano” fu prelevato in ottima salute dagli operatori senza mai arrivare nella struttura che lo avrebbe dovuto accogliere. Insieme ad altri animalisti, la Graziani trovò il randagio in una pozza di sangue all’interno della cella frigorifera del servizio Veterinario della Asl. Richiamandosi al nuovo codice deontologico dei medici veterinari, Cristiana Graziani ha auspicato immediati provvedimenti disciplinari previsti per legge ed eventualmente anche il sollevamento dall’incarico ricoperto dai tre indagati. Inoltre insieme alle altre associazioni animaliste, è stato chiesto alle autorità competenti di chiarire eventuali responsabilità anche della dirigenza del servizio veterinario, dipartimento di prevenzione «il cui operato è già oggetto di una condanna. Infatti due medici veterinari (Pierluigi Imperiale e Mauro Ponziani) sono stati condannati nel marzo di quest’anno a due mesi di reclusione per aver soppresso senza necessità, 9 cuccioli di cane». Infine un invito è stato rivolto al direttore generale della Asl, Roberto Marzetti a prendere posizione sulla vicenda, come più volte annunciato.
 

Animalieanimali 

30 OTTOBRE 2007

 

MORTE CANE SEBASTIANO, RINVIATI A GIUDIZIO VETERINARI PUBBLICI
A L'Aquila.

 

 

Le associazioni animaliste aquilane comunicano la notizia che il Pubblico Ministero Tullia Monteleone, della Procura di L’Aquila, dopo un anno di indagini, ha disposto l’atto di citazione a giudizio nei confronti del Dott. Saverio Flamini, quale dirigente veterinario presso la Asl 4 di L’Aquila, Ascaride Claudio e Alessandri Paolo, quali ausiliari in servizio presso la medesima struttura, per il reato di cui agli artt. 110, 544bis, 61 n.9 del C.P. perché, “agendo di comune accordo tra loro, tutti in violazione dei doveri inerenti il pubblico servizio, procedevano alla cattura del cane randagio, noto con il nome di Sebastiano, utilizzando metodi e sistemi di coercizione estremamente violenti e in adeguati per mancanza di necessità, sì da provocare all’animale lesioni consistite in: traumi esterni contusivo-compressivi, c on relativi versamenti emorragici nel sottocute e a volte profondi al punto da interessare anche i piani muscolari di diverse aree del corpo; imponenti emorragie interne a livello toracico e lesione contusiva, con relativo infarcimento emorragico, dei muscoli addominali sovrastanti; lesione traumatica contusiva, con relativo infarcimento emorragico, dei muscoli addominali sovrastanti; lesione traumatica contusiva a carico di un tratto di 10 cm dell’intestino tenue; iperemia cutanea della parte superiore del collo presumibilmente dovuta a sfregamento (stretta del laccio); protusione del globo oculare sinistro con notevole iperemia della congiuntiva ed ematoma retro-orbitale; impronta dei denti sulla faccia dorsale della lingua con scollamento dell’epitelio linguale di presumibile natura traumatica intra vitam – lesioni tali da cagionare la morte dell’animale per collasso cardiocircolatorio, all’interno del mez zo di trasporto dagli stessi utilizzato”.
I fatti risalgono al mese di luglio 2007, quando Sebastiano, uno dei tanti cani di quartiere della città, per raggiungere una cagna in calore dentro un recinto di una villa nei pressi di Via dei Giardini, aveva arrecato dei danni ad alcune macchine parcheggiate; per questo motivo era stato contattato il Servizio Veterinario affinchè prelevasse il cane e lo conducesse presso il Canile Sanitario presso l’ex presidio ospedaliero di Collemaggio, dove però non arrivò mai vivo. Alla richiesta di spiegazioni il responsabile del Servizio Veterinario, Dott. Pierluigi Imperiale rispose inviando la carcassa del cane all’Istituto Zooprofillatico di Teramo per l’esame necroscopico che tuttavia confermava appieno la natura traumatica delle contusioni riportate dal cane.
Ricordiamo che il Dott. Pierluigi Imperiale e il Dott. Mauro Ponziani, medici veterinari ASL della Asl, sono stati condannati in primo grado dal giudice Romano Gargarella a marzo 2007, per aver soppresso, senza necessità, 8 cuccioli randagi di Roio.
Nonostante questa serie di gravi anomalie il Direttore Generale, Dott. Roberto Marzetti, nonostante avesse promesso di far luce sugli episodi e di prendere provvedimenti nei confronti dei responsabili, a tutt’oggi non ha ancora preso alcuna posizione in merito. Non è ancora stata resa nota, fra l’altro, la decisione della Dirigenza ASL di L’Aquila in merito alle dimissioni presentate dal responsabile Dott. Pierluigi Imperiale all’indomani della sua condanna, e soprattutto risulta incomprensibile come, nonostante ci fossero indagini in corso, la ASL abbia recentemente acconsentito a rinnovare il contratto di collaborazione a uno degli imputati.

 

 

ANMVI OGGI

30/10/07

CASO SEBASTIANO, VETERINARI RINVIATI A GIUDIZIO 
 
Le associazioni animaliste aquilane comunicano la notizia che il Pubblico Ministero, della Procura di L’Aquila, dopo un anno di indagini, ha disposto l’atto di citazione a giudizio nei confronti del Dott. S. F., quale dirigente veterinario presso la Asl 4 di L’Aquila, A.C. e A. P., quali ausiliari in servizio presso la medesima struttura, per il reato di cui agli artt. 110, 544bis, 61 n.9 del C.P. perchè, agendo di comune accordo tra loro, tutti in violazione dei doveri inerenti il pubblico servizio, procedevano alla cattura del cane randagio, noto con il nome di Sebastiano, utilizzando metodi e sistemi di coercizione estremamente violenti e in adeguati per mancanza di necessità, sì da provocare all’animale lesioni consistite in: traumi
esterni contusivo-compressivi, con relativi versamenti emorragici nel sottocute e a volte profondi al punto da interessare anche i piani muscolari di diverse aree del corpo; imponenti emorragie interne a livello toracico e lesione contusiva, con relativo infarcimento emorragico, dei muscoli addominali sovrastanti; lesione traumatica contusiva, con relativo infarcimento emorragico, dei muscoli addominali sovrastanti; lesione traumatica contusiva a carico di un tratto di 10 cm dell’intestino tenue; iperemia cutanea della parte superiore del collo presumibilmente dovuta a sfregamento (stretta del laccio); protusione del globo oculare sinistro con notevole iperemia della congiuntiva ed ematoma retro-orbitale; impronta dei denti sulla faccia dorsale della lingua con scollamento dell’epitelio linguale di presumibile natura traumatica intra vitam lesioni tali da cagionare la morte dell’animale per collasso cardiocircolatorio, all’interno del mezzo di trasporto dagli stessi utilizzato. I fatti risalgono al mese di luglio 2007, quando Sebastiano, uno dei tanti cani di quartiere della città, per raggiungere una cagna in calore dentro un recinto di una villa nei pressi di Via dei Giardini, aveva arrecato dei danni ad alcune macchine parcheggiate; per questo motivo era stato contattato il Servizio Veterinario affinchè prelevasse il cane e lo conducesse presso il Canile Sanitario presso l’ex presidio ospedaliero di Collemaggio, dove per non arriv mai vivo. Alla richiesta di spiegazioni il responsabile del Servizio Veterinario, Dott. Pierluigi Imperiale rispose inviando la carcassa del cane all’Istituto Zooprofillatico di Teramo per l’esame necroscopico che tuttavia confermava appieno la natura traumatica delle contusioni riportate dal cane. Due medici veterinari ASL della Asl, sono stati condannati in primo grado dal giudice Romano Gargarella a marzo 2007, per aver soppresso, senza necessità, 8 cuccioli randagi di Roio.


AQUILA, INTERROGAZIONE VERDI SU CANE RANDAGIO
(http://www.anmvi.it/anmvioggi/scheletro_approfondimento.php?codnotizia=5676)

LO SCANDALO DEL CANE SEBASTIANO, di Oscar Grazioli
(http://www.anmvi.it/anmvioggi/scheletro_articolo_liberoscar.php?codarticololiberoscar=224)

 

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Il Messaggero 
Mercoledì 16 Luglio 2008 
 
Morte del cane “Sebastiano”, assolti il veterinario e due ausiliari dell’Asl
 
 
«Assolti perché il fatto non costituisce reato». È la sentenza pronunciata nel tardo pomeriggio di ieri dal giudice unico del Tribunale che ha messo fine alla vicenda giudiziaria di “Sebastiano”, un incrocio di pastore abruzzese maschio di giovane età, morto (secondo l’accusa) dopo una serie di maltrattamenti. Sotto inchiesta per la vicenda che aveva fatto infuriare le associazioni animaliste erano finiti in tre: Saverio Flamini (dirigente veterinario della Asl), Paolo Alessandri (ausiliario in servizio alla stessa Asl) e una terza persona anche lui ausiliario, morto lo scorso anno. Per i tre imputati (assistiti dagli avvocati Ulderico Persichetti e Ernesto e Massimiliano Venta) il giudice Giuseppe Romano Gargarella ha sentenziato con l’assoluzione.
Il via all’inchiesta era stata data da Cristina Graziani, del gruppo regionale dei Verdi, veterinario, testimone dell’episodio. La Graziani aveva rinvenuto il cane (prelevato in ottima salute) in una pozza di sangue all’interno della cella frigorifera del servizio Veterinario della Asl, dopo la cattura dell’animale avvenuto in via dei Giardini a pochi passi dalla sede dell’Inps.
M.I.
 
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IL CENTRO
16 LUGLIO 2008
 
Assolti veterinario e ausiliario Asl
 
L’AQUILA. Finisce con una assoluzione con formula piena il processo a carico di un veterinario della Asl, Saverio Flamini e di un ausiliario, Paolo Alessandri, accusati di avere provocato la morte del cane «Sebastiano». Una vicenda che quando venne alla luce poco più di un anno fa, dopo una denuncia degli animalisti che accusavano i due dipendenti della Asl di averlo ucciso, divenne un caso nazionale. Al punto che ne parlò anche «Striscia la notizia» e finì sulle pagine dei principali quotidiani nazionali. Secondo le accuse i due, imputati del reato di uccisione di animali, avrebbero percosso il cane randagio dopo la cattura utilizzando dei metodi violenti al punto da provocare delle gravi lesioni che ne causarono la morte.  Più in particolare queste percosse avrebbero causato, secondo l’accusa, delle lesioni traumatiche rendendo inevitabili delle emorragie che segnarono il destino del cane randagio. La morte, dunque, sarebbe avvenuta all’interno del mezzo adoperato per trasportare il cane accalappiato dai due addetti della Asl.  Ieri sono stati ascoltati due testimoni, due donne tra cui una minorenne, che hanno dichiarato di avere assistito alla cattura del cane, fatta forse in maniera molto energica, ma hanno negato entrambi di avere visto picchiare l’animale. Si è trattato di testimonianze che, molto probabilmente, hanno fatto pendere l’ago della bilancia dalle parte della difesa.  Nel corso del processo gli avvocati Massimiliano Venta, Ernesto Venta e Ulderico Persichetti hanno portato avanti delle argomentazioni ulteriori che hanno convinto il giudice unico Giuseppe Romano Gargarella a ritenere innocenti i loro assistiti «perchè il fatto non sussiste».  Un sentenza che ha deluso gli animalisti presenti in udienza che si erano costituiti parte civile. Il direttore del servizio sanitario della Asl, Pierluigi Imperiale esprime in una nota «soddisfazione per l’esito del processo. La morte di Sebastiano è stato un episodio strumentalizzato da alcuni animalisti. Il servizio veterinario proseguirà a lavorare per il controllo del randagismo con il massimo impegno pur nella carenza di personale».  Un altro imputato, infine, è deceduto nelle more del giudizio ma l’assoluzione vale anche per lui. (g.g.)


 

 

COMUNICATO STAMPA 21/07/2008

Sebastiano, un randagio buono quanto sfortunato. Prima la morte violenta durante la cattura da parte del personale ASL, poi le menzogne e i tentativi di minimizzare l'accaduto, la volontà di 5800 cittadini e 46 associazioni - espressa tramite una petizione - completamente ignorata e infine una assoluzione piena degli aguzzini. Senza entrare nel merito di quest'ultimo procedimento penale, ricordiamo che la ASL di L'Aquila è responsabile di altre soppressioni ingiustificate - e illecite, in quanto la ASL "interpreta" la legge a propria discrezione - tanto che di recente c'è stata una condanna per la soppressione dei cuccioli di località Roio. Le istituzioni ricordino che le leggi - anche quelle che tutelano "solo" gli animali - non sono scritte sulla carta igienica!

Ora c'è il concreto rischio di una totale perdita di fiducia nella Pubblica Amministrazione e nella Magistratura nel gestire questi casi.
Di conseguenza, purtroppo, la legge potrebbe venire "interpretata" anche da chi i randagi intende difenderli. Nessuno vuole altri randagi e nessuno intende che prolifichino - tanto meno gli animalisti - ma questi sfortunati cani DEVONO poter vivere una vita dignitosa, senza correre il rischio di diventare vittime di giustizia sommaria.

Si fa notare infine come i comportamenti violenti e l'uccisione gratuita di animali - fatti troppo spesso sottovalutati dalla giustizia - sono da sempre allo studio di psichiatri e criminologi, in quanto indicatori di qualcosa di più serio. In paesi più attenti a queste tematiche esistono dei veri e propri osservatori, e vengono svolte ricerche che mettono in relazione questi comportamenti con la violenza interpersonale.

gruppo Randagismo.info
http://randagismo.info
 


 

Sebastiano,

il cane amico di tutti, barbaramente ucciso durante la cattura dalla Asl "veterinaria" di L'Aquila
 
Per il Sangue versato,
non potrai più dormire
demente vigliacco,
l'hai fatto morire
senza pudore
vittima innocente
vittima della tua ignoranza
come se non fosse abbastanza
a segnare di sangue e dolore
questo mondo che muore.

Amore mio, miei stessi elementi
sangue del mio sangue, di noi esseri viventi
figli della terra e figli del mare
con l'aria del cielo i polmoni a riempire
Non voglio esser io, non quell'infame
uguale essere umano, uguale esser vile.
Sebastiano corri felice nei cieli
e dimentica, se puoi, i dolori di ieri
quelli che tutti dovremo pagare
ma fino ad allora perdonaci il male.

                                                      Daniele Vigato

 


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