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E’ stato respinto il ricorso al Consiglio di Stato con il quale il sindaco Gobbo cercava di rovesciare la sentenza del Tar contraria alle strade vietate ai quadrupedi |
Roma dà torto al Comune: cani liberi in centro |
La decisione sarà deposita oggi ma il contenuto è stato ufficiosamente anticipato ai legali al termine del dibattimento |
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Treviso
Il Consiglio di Stato non ha ancora depositato la decisione sul ricorso presentato al Comune sulla sospensione dell'ordinanza anti-cane, ma secondo alcune indiscrezioni trapelate il ricorso è stato respinto. Un nuovo macigno, quindi, è piombato sull'Amministrazione Comunale, una nuova bocciatura dopo la decisione del Tar di Venezia che aveva sospeso l'ordinanza che vietava ai cani l'accesso nel centro storico. «Se il Consiglio di Stato ha deciso in questo modo è sicuramente da considerare una bella vittoria - ha sottolineato l'avvocato Fabio Capraro - spetterà poi al Tar decidere nel merito». Ieri mattina gli avvocati Capraro, Grosso e Piccione, che rappresentavano Nadia Masutti della Lav, Anna Montagner, Anna Mirra e Sergio Costanzo Bosonieri, e l'avvocato Garofalo che rappresentava il Comune si sono presentati al Consiglio di Stato intorno alle 9, ma solo alle 15, hanno iniziato a discutere della "pratica anticane". I legali hanno ricostruito passo passo tutta la vicenda. In particolare l'avvocato Garofalo ha presentato una memoria difensiva per smontare le accuse delle associazioni e dei cittadini che avevano presentato il ricorso al Tar. Una memoria dettagliata in cui sono stati trattati numerosi elementi riguardanti sia l'ordinanza anticane, sia le caratteristiche della città e del centro storico:"Tutte le vie e le piazze che vi sono comprese presentano aree porticate, o comunque altre peculiarità architettoniche che ne rendono assai difficile la pulizia". Ma si parla anche dei costi che l'Amministrazione dovrebbe sostenere per vigilare sui possessori di cani e sui rischi provocati dalle deiezioni canine: "Il costo di qualche cartello palesante il divieto non può essere comparato con la maggiore spesa che comporterebbe l'assunzione di ulteriore personale da adibire alla prevenzione e da utilizzare nei controlli". "E' sotto gli occhi di tutti coloro che frequentano Treviso che le vie e le piazze del centro troppo spesso sono segnate da deiezioni canine che sono potenziali veicoli di morbi". Nonostante una memoria difensiva che ha ribattuto punto su punto le accuse, il Consiglio di Stato sembra aver deciso di respingere il ricorso del Comune. «E' una vittoria - ha sottolineato Nadia Masutti della Lav - la cosa più triste in questa vicenda sono le motivazioni con cui il Comune di Treviso ha presentato il suo ricorso, dipingendo i cittadini trevigiani bravi solo a sporcare».
Manuel Scordo
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IL GAZZETTINO
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TREVISO |
No del Consiglio di Stato al divieto ai cani in centro |
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Treviso
Il Consiglio di Stato, dopo aver ascoltato i legali delle parti in causa, ha bocciato ieri il Comune di Treviso e ha deciso che i cani possono circolare con i loro padroni in centro storico, approvando così la decisione già assunta dal Tar di Venezia.
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Confermata la sentenza del Tar che sospendeva l’ordinanza del prosindaco di Treviso. Soddisfatte le associazioni animaliste |
Cani in centro: il Consiglio di Stato boccia Gentilini |
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Treviso
NOSTRA REDAZIONE
Manca solo un documento ufficiale, solo il deposito della decisione del Consiglio di Stato. Ma il ricorso presentato dal Comune di Treviso contro il provvedimento del Tar di Venezia che sospendeva l'ordinanza anti-cane che vietava l'accesso, il 10 luglio scorso, agli "amici a quattro zampe" in centro storico, sembra essere stato rigettato. Anche il Consiglio di Stato, quindi, avrebbe dato torto al comune. Ieri mattina gli avvocati Garofalo, che rappresentava l'amministrazione comunale e i legali Capraro, Piccione e Grosso, che rappresentavano Anna Montagner, Nadia Masutti, Anna Mirra e Sergio Costanzo Bosonieri, si sono presentati alle 9 a Roma, davanti al Consiglio di Stato. Oltre cento i ricorsi discussi ieri mattina, tanto che i legali hanno dovuto attendere fino al primo pomeriggio per trattare la "pratica anti-cane". Intorno alle 15,30 hanno iniziato a discutere davanti al Consiglio di Stato. L'avvocato Garofalo ha presentato una memoria per rispondere alle accuse delle associazioni animaliste e dei cittadini che avevano ottenuto la sospensione dell'ordinanza. Una memoria decisamente particolare che si sofferma ripetutamente sulla peculiarità del centro storico di Treviso "caratterizzato specialmente da via strette e porticate - si legge nella memoria - e da qualche piazza, quasi tutte limitate al solo traffico pedonale. "E' sotto gli occhi di tutti coloro che frequentano Treviso che le vie e le piazze del centro troppo spesso sono segnate da deiezioni canine che sono potenziali veicoli di morbi per l'uomo". Una memoria dettagliatissima, in risposta alle accuse di chi ha presentato il ricorso che comunque non è servita a convincere il Consiglio di Stato che, anche se ancora non ufficialmente, ha respinto il ricorso. Grande soddisfazione da parte di Nadia Masutti: «Sono molto soddisfatta per la decisione del Consiglio di Stato. Il 24 ottobre al Sant'Artemio faremo una grande festa. La cosa più triste in tutta questa vicenda sono le motivazioni con cui il Comune di Treviso ha presentato il suo ricorso, dipingendo i cittadini trevigiani bravi solo a sporcare la loro città».
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IL GAZZETTINO Martedì, 12 Ottobre 2004
L'ORDINANZA ANTI-CANI
(A. Fed.) - E' stata depositata la motivazione con la quale il Consiglio di Stato ha bocciato definitivamente l'ordinanza anti-cani. I giudici hanno fatto un'osservazione, respingendo il ricorso, che non era stata avanzata in precedenza, nè dagli animalisti nè dal Tribunale regionale amministrativo. Ha notato cioè che il Comune non è stato capace di far rispettare la sua precedente ordinanza, con cui imponeva ai padroni di pulire se i cani - cui non è noto l'uso del bagno - sporcavano. E visto che il divieto di transito ai cani era stato messo perchè gli stessi avrebbero tanto sporcato da mettere in crisi la salute pubblica, come avrebbe potuto il Comune far rispettare il divieto di portare cani in centro, se non faceva rispettare l'altro? Il Consiglio di Stato, prima di questa osservazione, ha indicato semplicemente che «non esistono i presupposti» per accogliere il ricorso del Comune di Treviso.
Il Tar aveva quindi accolto le eccezioni degli avvocati per i cittadini e di un avvocato per se stesso, in quanto proprietario di cane e abitante del centro storico. Eccezioni che facevano risaltare il fatto che c'era disparità tra cittadini: il diritto di uscire di casa con il proprio cane era posto per alcune strade e non per il resto del mondo; non è mai stato nemmeno suggerito che la presenza del migliore amico dell'uomo possa nuocere alla salute di chicchessia; se uno abita in quelle strade, cos adoveva fare con il suo cane?
Oltre a questo, la lapalissiana osservazione che «occorrerebbe al Comune adeguata vigilanza per assicurare l'osservanza del divieto» è arrivata da Roma con un sorriso: se i Vigili possono multare chi viene in centro con il cane, possono multare chi sporca senza ulteriori divieti. Punto.
«Se il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso del Comune è sicuramente da considerare una bella vittoria - hanno detto i legali pro-cani - spetterà poi al Tar decidere nel merito». A promuovere l'azione contro l'ordinanza del Comune erano stati, per conto di diversi cittadini, i legali Fabio Capraro, Vincenzo Grosso, Roberto Pomella e Guido Piccione. La discussione della "pratica anticane" è durata in realtà a Roma pochi minuti. Nella memoria presentata dal Comune si diceva che l'Amministrazione avrebbe dovuto sostenere costi molto alti per vigilare sui possessori di cani e sui rischi provocati dalle deiezioni canine.
La motivazione del Comune, a Roma, ha provocato anche qualche sorriso, oltre alle osservazioni che hanno fatto inferocire non pochi trevigiani, additati come straordinariamente sporchi e incivili dalla necessità di un divieto di portare a spasso il proprio animale domestico. A Roma c'è chi ridacchia: è stata necessaria una guerra a suon di milioni per ripulire una decina di strade? Ma che razza di cittadinanza c'è? E perchè un po' di starde deve essere pulita e un po' no? Perchè mai tutti i cittadini convergono verso il centro storico con i cani? E via dicendo.
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