IL TEMPO D'ABRUZZO
03/09/06
 
 
Asl, la morte di Sebastiano in Procura
Il manager Marzetti pronto a prendere provvedimenti e adire le vie legali
L’AQUILA Nota di «Staff Bairo» corredata da oltre 800 firme sull’uccisione del cane
 
L’AQUILA — «Che la vicenda di Sebastiano non sia gettata del cestino della carta straccia». Conclude così una nota dell’Associazione «Staff Bairo» corredata da oltre 800 firme sulla assurda fine fatta fare ad un cane randagio buono e docile nell’atto della cattura con metodi medievaleschi da parte di addetti alla Asl veterinaria. «Anche noi come tanti — si legge nella nota — come tutti quelli che hanno ancora valori e sentimenti, non sono stretti nella morsa d’acciaio di una corazza da robot, esprimiamo con infinito dolore, la delusione profonda, la nostra accorata e ormai impossibile ribellione». Nel soffermarsi sull’uccisione barbara di Sebastiano, l’Associazione chiede che «chi ha ordinato la cattura di Sebastiano e chi l’ha eseguita, contribuendo alla morte violenta del cane, vengano perseguiti in conformità della legge 189/2004 in modo che questo delitto che ha scosso i sentimenti e le coscienze di tante persone, ferito la deontologia professionale e violato le leggi, non debba ripetersi». E di certo non si ripeterà, parola del manager della Asl Roberto Marzetti, lontano dalla nostra città per causa di forza maggiore, ma che sta seguendo attentamente l’evoluzione di ogni cosa che riguardi della sua Asl. «Sono ancora sconvolto per questa vicenda, ho già chiesto una relazione agli addetti alla cattura di Sebastiano. Ora, con il rapporto dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo, affideremo ad un veterinario terzo una valutazione definitiva, poi scatteranno i provvedimenti del caso e non escludo, anche perchè è la legge stessa che me lo impone, un esposto dettagliato alla Procura della Repubblica. Se qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi». Comunque Marzetti proprio da questo caso che ha scosso le coscienze dei più, ha in animo di porre in atto un progetto forte che riesca in qualche modo a risolvere il problema del randagismo. «Contatterò a breve il sindaco Tempesta, la Provincia e la stessa Regione per risolvere e definitivamente, in sinergia, questo fenomeno. È un impegno che prendo con tutta la città e lo porterò a termine». Va ricordato, e Marzetti che non era a conoscenza lo ha richiesto, un progetto obiettivo, redatto nel 2003 dal dott. Massimo Ciuffetelli ( ma mai preso in considerazione),per un intervento radicale per il controllo e la rilevazione del randagismo, dunque per la soluzione dell’annoso problema. Marzetti, dopo aver chiuso il caso Sebastiano nel rispetto delle leggi vigenti, affronterà con determinazione e subito il fenomeno randagismo. Che sia.
 

 

IL CENTRO
03/09/06
 
INTERVENTO
 
Il cane Sebastiano.
 
L'Aquila. Il gruppo Bairo Onlus interviene sulla vicenda de cane randagio Sebastiano, morto lo scorso luglio all'Aquila in circostanze ancora da chiarire.
La richiesta del gruppo è "che la vicenda di Sebastiano non sia gettata nel cestino della carta straccia e, quindi, chi ha ordinato la cattura di Sebastiano e che l'ha eseguita vengano perseguiti in conformità della legge 189/2004". L'esame necroscopico eseguito dall'Istituto zooprofilattico di Teramo avrebbe evidenziato delle ferite che secondo gli animalisti sarebbero state causate dal tipo di trattamento al quale il cane è stato sottoposto nelle varie fasi della cattura.
"Da molte parti d'Italia" afferma il vice presidente del gruppo, Enrica Boiocchi "dalle associazioni di volontariato, ai singoli cittadini e perfino da vari ordini e confederazioni veterinarie vengono denunciate le scorrettezze delle Asl".
 

 

IL MESSAGGERO
Domenica 3 Settembre 2006
  
Il caso di “Sebastiano” 
Il Gruppo Bairo: «Devono essere puniti i responsabili della morte del cane» 
 
Anche il Gruppo Bairo, associazione nazionale Onlus in difesa degli animali, interviene sulla vicenda del cane randagio “Sebastiano”, morto lo scorso luglio in circostante incerte che per le associazioni animaliste locali sarebbero da ricondurre ad un intervento troppo violento degli accalappiacani. La richiesta è «che la vicenda di “Sebastiano” non sia gettata nel cestino della carta straccia e, quindi, che chi ha ordinato la cattura e chi l'ha eseguita vengano perseguiti in conformità della legge 189/2004». L'esame necroscopico eseguito dall'Istituto zooprofilattico di Teramo aveva evidenziato ferite contusive-compressive, lesioni multiple, versamenti e una grave emorragia interna, a testimonianza, secondo gli animalisti, del tipo di trattamento al quale il cane è stato sottoposto nelle varie fasi della cattura. «Da molte parti d'Italia - afferma il vice presidente del gruppo, Enrica Boiocchi - dalle associazioni di volontariato, dai singoli cittadini e perfino da vari ordini e confederazioni veterinarie vengono denunciate le scorrettezze delle Asl, il mercimonio di poteri, l'omissione e perfino l'attivo maltrattamento, come nel caso del randagio “Sebastiano”. I responsabili delle Asl sono cittadini come gli altri - conclude la Boiocchi - e come gli altri sono sottoposti alla legge». 
 
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