Gli animalisti lottano in tribunale per Gorby
Denuncia al padrone-soppressore
Targhe per ricordare il «biocidio»
Uomini e cani
Mobilitazione del Pan Eppaa e del Gruppo Bairo su scala nazionale:
sono già 350 le firme di sdegno
Il Pan Eppaa presenterà una denuncia presso la procura della repubblica di Trento per il caso del cane ucciso dal padrone a colpi di fucile e di ascia. Ad annunciarlo è il vice presidente dell'ente provinciale protezione animali e ambiente, Claudio D'Ingiullo. Nella denuncia si farà riferimento anche l'intenzione di costituire l'associazione parte civile nell'eventuale processo penale che seguirà. L'episodio raccontato nei giorni scorsi da questo giornale, intanto, sta diventando ormai un caso nazionale. Quasi 350 persone, infatti, hanno già condannato l'efferrata uccisione dell'animale sottoscrivendo da ogni regione italiana una lettera a firma del GRUPPO BAIRO che c duramente censura duramente l'accaduto.
Ulteriori elementi sul caso di Gorby, il breton ucciso dal proprio padrone "senza alcun motivo" (dicono i testimoni dell'esecuzione) "per non farlo soffrire inutilmente in quanto ammalato di tumore" (si difende il proprietario), sono stati raccolti dal Pan Eppaa.
"Gorby è stato ospite del canile di Trento per ben tre volte in luglio, in ottobre del 2003 - riferisce D'Ingiullo - e gli operatori lo ricordano sempre come un cane di ottimo carattere, pieno di vita e di salute, anche l'ultima volta che hanno avuto occasione di vederlo in occasione della sua ultima fuga, il 5 dicembre scorso".
Per ricordare l'uccisione di questo cane, il Pan Eppaa ha in mente un'iniziativa che non mancherà di far discutere: "Esporremo, presso le nostre strutture una targa ricordo che, vantando le sue innate doti canine, condanni duramente il biocida, moralmente, con vicini, gli articoli giornalistici di cronaca molto eloquenti e precisi e che non lasciano dubbio alcuno, ancor prima e nell'attesa che la giustizia faccia il suo corso".
Il Pan Eppaa spinge perchè si giunga ad un provvedimento che gli vieti per il futuro di detenere animali e ad un ritiro del porto d'armi.
"Giornalmente ci capita di dover consolare proprietari di animali che hanno perso il loro fedele amico a quattro zampe, per vecchiaia, per malattia o per la sofferta decisione di un'eutanasia, svolta ad opera di un veterinario ed in assoluta assenza di dolore per il povero essere, non vogliamo più che in una società che si autodefinisce civile avvengano fatti di tal genere - prosegue D'Ingiullo - Provvederemo affinchè questo biocidio venga a conoscenza del maggior numero di persone, informeremo i giornali nazionali, quotidiani e periodici, gli amanti degli animali tramite la rete web e solleciteremo la maggior parte delle associazioni protezionistiche riconosciute a costituirsi, con noi, parte civile in un eventuale processo. Sappiamo che quest'individuo rischia al massimo una condanna a 5.000 euro, la nostra condanna morale avrà un valore enormemente più alto e pesante".