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From: "Voce della Bibbia" <[email protected]>
To: <[email protected]>
Sent: Friday, October 14, 2005 5:52 PM
Subject: Chiarimento
grazie molto per la sua e-mail e per aver desiderato interagire con quanto ho affermato nell'intervista sul tema dei diritti degli animali. Ho molto apprezzato le sue puntualizzazioni sulle mie affermazioni sul movimento animalista, sapete bene che questo movimento è un mondo variegato che esprime anche accentuazioni diverse, evidentemente la mia conoscenza a riguardo, ha ancora un grosso margine di miglioramento! Però, leggendo e rileggendo la sua e-mail, temo che lei non abbia compreso né lo scopo, né lo spirito delle mie affermazioni. Quando si "dialoga" a distanza, ciò può succedere facilmente. Certamente sia l'uomo, sia gli animali sono creature di Dio, nella mia intervista non ho mai affermato il contrario, né ho detto che gli animali non hanno nessun diritto! Affermare che c'è una netta distinzione nello statuto creazionale fra l'uomo e gli animali, non significa affatto giustificare lo sfruttamento e il cattivo trattamento che subiscono tanti animali! Riguardo al vergognoso trattamento degli animali, al loro sfruttamento scriteriato... sono perfettamente d'accordo con lei. Come ho cercato di dire nella mia intervista, quando non si conosce Dio, non si ha un reale rapporto personale con Lui e, di conseguenza, si rifiuta la Sua volontà anche rispetto agli animali, purtroppo, si può solo fare del male a sé stessi e a ogni altra creatura. I mali che giustamente denunciano i movimenti di difesa degli animali, a mio avviso, nascono proprio da questo triste a attivo disconoscimento del Creatore e del nostro posto di creature, dichiararsi nominalmente cristiani, non cambia la sostanza! In secondo luogo, e questa mi pare che sia la questione di fondo, credo che il suo punto di vista sia sostenibile solo a partire da una visione evoluzionista della realtà. Lei si chiede: "Perchè gli esseri umani e gli animali sono radicalmente diversi se alla radice del loro essere c'è la vita? Ed avendo in comune la vita come si può spiegare simile affermazione?". Le chiedo; la vita data da chi? Da chi è partito il progetto della vita, e quali sono i termini di questo progetto? Solo il rifiuto di un Creatore, e quindi di un ordine e di un progetto, può equiparare in modo assoluto gli esseri umani agli animali, ma in tal caso chi fonda il diritto degli uni e degl'altri? Chi può determinare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? La "vita" e solo qualcosa di biologico?.... Le implicazioni pratiche della visione evoluzionista sono devastanti! Credo che una sana riflessione su questo tema, deve partire dalla Bibbia, non solo da altri riferimenti. Come dicevo nell'intervista, i primi capitoli della Genesi sono essenziali per inquadrare bene la questione. Infatti, già alle prime battute troviamo un'affermazione fondante: "Dio disse 'facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza, ed abbia dominio sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sul bestiame e su tutta la terra...". Nella sua estrema sinteticità la Bibbia afferma due cose: l'uomo è una creatura in quanto fatto da Dio; secondo, è a immagine di Dio, e in tutta la creazione, solo lui è stato creato in questo modo. L'uomo, quindi, non è visto in sé stesso, né è il prodotto di sé stesso o di un processo cosmico casuale, ma è visto in rapporto a Dio, e tale rapporto determina tutti gli altri rapporti. Per questo fatto l'uomo occupa nella creazione di Dio un posto unico, egli è una persona, possiede cioé una dignità e una preminenza che lo distinguono dalle altre creature. In Gen. 2 vi è il riconoscimento esplicito di questo fatto quando si afferma che, fra tutti gli animali creati da Dio, l'uomo non trovò un aiuto a lui corrispondente. Ciò legittimò lo specifico intervento di Dio per la donna ed evidenzia la differenza qualitativa tra l'uomo e l'animale. Inoltre, solo gli esseri umani possono conoscere il loro Creatore, adorarLo e avere una relazione personale con Lui, tale da poterLo chiamare Padre. Anche Gesù evidenziò il valore dell'uomo rispetto a quello degli animali, dicendo ai suoi discepoli: "Voi siete da più di molti passeri".... Ciò non significa che gli animali possono essere trattati senza rispetto o che l'uomo non abbia obblighi nei loro confronti. Il rispetto e la difesa degli animali, però, non possono essere fondate cambiando i termini della realtà. Solo l'uomo è stato creato a "immagine e somiglianza di Dio", quando si comprendono e si vivono rettamente le implicazioni di questa verità, gli animali e il creato non avranno nulla da temere. Temo, purtroppo, che per denunciare l'estremo dello sfruttamento degli animali, spesso si va verso quello della "deizzazione" degli animali. Secondo me, questi due estremi sono faccie dello stesso problema: il rifiuto o lo stravolgimento del progetto di amore di Dio per l'uomo e la Sua creazione. Desidero terminare con una frase molto bella e illuminante di Blaise Pascal: "E' pericoloso se si mostra troppo all'uomo che rassomiglia agli animali, senza portargli davanti agli occhi di pari tempo la sua grandezza. E' ancora più pericoloso, se gli si porta davanti la sua grandezza senza la sua bassezza. Il più pericoloso è però di lasciarlo ignaro su ambedue le cose. L'uomo non deve pensare di essere uguale agli animali, né di essere uguale agli angeli". Con la speranza di aver chiarito meglio la mia posizione, le chiedo cortesemente di rendere nota questa mia risposta, anche a tutti coloro che hanno sottoscritto la protesta alla mia intervista. In attesa di un suo gradito riscontro, la saluto cordialmente. p. VOCE DELLA BIBBIA Nino Ciniello |
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From: Staff
Sent: Tuesday, October 18, 2005 10:21 PM
Subject: Re: falsi maestri
Gentile signore
non è il movimento animalista "umano" il soggetto della nostra conversazione ma gli animali e i loro diritti. Sugli uomini possiamo essere d'accordo sempre: sono colpevoli.
I diritti per gli animali, che il movimento animalista nei suoi variegati e anche non condivisibili atteggiamenti difende, sono quei diritti morali dovuti ai soggetti di una vita.
Riconoscendo agli animali questi diritti loro peculiari, non si "cambiano i termini della realtà" perchè non si pretendono per gli animali i diritti che riconosciamo agli uomini.
Ma gli animali sono vivi, hanno un passato, una storia, hanno delle vicissitudini personali; ognuno è un individuo unico, non un qualcosa a nostra disposizione. Hanno madri e padri, fratelli, figli e amici; hanno un'infanzia, una gioventù, una vecchiaia. Una mucca vuole vivere, allattare il proprio piccolo, stare all'aperto in un mondo non artificiale, pieno di vento sole e natura. Una mucca è felice quando può fare ciò per cui le mucche si sono evolute. Una mucca non vuole la propria morte.
Difendere i diritti degli animali significa permettere agli animali di essere se stessi, ciò per cui sono stati creati. Significa rispettare la loro etologia e quindi la loro libertà, il loro benessere.
Le mucche (e tante altre creature) sono rinchiuse negli allevamenti intensivi, sollevate da terra, in capannoni senza sole nè vento, in uno spazio così stretto che impedisce loro di muoversi. Non possono comportarsi da mammiferi ( da mamma) perchè il vitellino viene loro strappato appena nato e inviato, poco dopo, al macello. Muggisce la madre e muggisce il vitello ma agli uomini senza sentimenti e senza coscienza morale questo non interessa.
La sofferenza di questi animali è smisurata, tanto che per sopravvivere il poco tempo prescritto dagli interessi umani, devono essere imbottiti di antibiotici.
E' evidente anche per lei che non sono più animali, anzi, perchè chiamarli ancora animali? Sono prodotti, merce.
L'uomo ha stravolto la loro natura, è diventato un aguzzino e per questo ignobile e molto, molto, molto lontano da quell'immagine di Dio di cui lei parla.
La storia della mucca è una fra le infinite storie e neppure la peggiore.
Miliardi di animali vengono sacrificati ogni anno per l'interesse umano.
Per loro non c'è nessun Dio, non sono figli maggiori nè minori, non sono proprio figli. La creazione che ha prodotto le varie forme di vita sulla terra ha fallito perchè una sola di queste forme, quella umana, ha usurpato il diritto di tutte le altre.
La Bibbia è interpretata dagli uomini e gli uomini la interpretano secondo l'interesse.
Noi, animalisti, che non difendiamo nostri interessi, abbiamo spalancato gli occhi (il cuore e la mente) e abbiamo visto una realtà di orrore.
Per noi non esiste chi ha più diritto o meno diritto. Il diritto morale è uguale per tutti i viventi.
Vorremmo chiederle, visto che lei afferma che "sia l'uomo che gli animali sono creature di Dio": perchè a una sola tutto è dovuto e alle infinite altre niente?
Affermare che "c'è una netta distinzione nello statuto creazionale fra l'uomo e gli animali" significa aprire una classifica e con questa l'accesso a diverse categorie e misure di diritti, a diversi ordini di giudizio, a un diverso principio che li regge. Questo inficia la regola.
Sulle diverse categorie di diritti potremmo essere d'accordo: all'uomo quelli che gli derivano dalla sua vita in comunità tecnologiche, agli animali quelli che gli derivano dalla vita in comunità naturali.
Non siamo d'accordo sul principio che regge l'intera costruzione che deve essere lo stesso.
Ma, purtroppo, l'uomo ha abusato e abusa della sua forza, della sua prepotenza, della sua brutalità e, nonostante si proclami (bontà nostra!) che anche gli animali sono creature (figli?) di Dio, non ce ne importa proprio niente. Mentiamo, spudoratamente, gli animali non sono nè creature nè figli nè esseri nè vita perchè altrimenti, con quale animo ammazziamo (quelli che rientrano nella statistica)131 milioni di animali al giorno ovvero 1500 al secondo?
Quanta umanità o divinità (poichè si ritiene a nostro esclusivo vantaggio tanto nessuno ci potrà mai contraddire, che l'uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio) c'è in questo?
E mentre noi parliamo 1500 animali moltiplicati per due, tre, dieci, cento secondi vengono, in questo preciso momento e in ogni momento, ferocemente ammazzati.
Dica, quale immagine di Dio rappresentiamo?
E se nel suo piatto c'è un animale, tutto quanto lei ha detto è rumore.
Lei dice che occorre conoscere Dio. Quale via migliore per conoscerlo se non quella che ci porta in mezzo all'innocenza della natura?
Quello che i cristiani chiamano peccato non le appartiene e uccidendola, devastandola, violentandola, disprezziamo l'innocenza e innalziamo a legge il peccato, ovvero la crudeltà.
Lei dice che le "implicazioni pratiche della visione evoluzionista sono devastanti": per chi? Gli animalisti riescono a devastare qualcosa?
La visione creazionista invece sì che è devastante: produce immani sofferenze e morti e rende l'uomo un essere sanguinario, un boia.
Ma, non aveva la Chiesa accolto la teoria dell'evoluzione (gli uomini sono il risultato dell'evoluzione di un essere che abbiamo chiamato scimmia, antropoide, umanoide, ominide....ecc.)? E se l'ha accolta perchè ne dimentica le implicazioni pratiche? Prima fra tutte: non uccidere. Punto e basta.
Dalla società umana sono stati ammessi come verità tanti crimini, colonizzazione, schiavismo, razzismo, maschilismo, persecuzioni di ogni genere, guerre............, noi cavalchiamo una frontiera di bontà perchè vogliamo che nessun dolore venga arrecato a creatura vivente.
Lei cita la di Bibbia ma sa bene che ogni religione ha i suoi testi, ogni fede i suoi dogmi, soltanto la riflessione, l'osservazione, l'introspezione, l'empatia verso gli altri e la libertà di pensare ci possono portare a una verità e la verità non vive nella violenza.
Ogni lettura della realtà che parta da un dogma può essere confutata da chi quel dogma non abbraccia.
Secondo le sue citazioni anche la donna è secondaria all'uomo, marginale, creata per la sua necessità. E' accettabile quando nella natura maschio e femmina sono due facce della stessa medaglia, ambedue mirati in parti uguali (anzi la femmina ha un compito in più) alla riproduzione?
Difendere i diritti degli animali come soggetti di una vita non ci porta alla loro "deizzazione", come sarebbe possibile? Il posto di Dio è già stato occupato.
Ci porterebbe, semmai, verso l'umanizzazione dell'uomo. Ma, sospettando questa deizzazione lei ha già ammesso che le cose possono continuare a restare così, basta poterne parlare. D'altra parte la Chiesa non è mai stata progressista neppure in fatto di filosofia morale.
La testimonianza è nella storia.
Crediamo che per pensare occorra libertà ma, soprattutto, giustizia, empatia, visione.
Grazie.
Enrica Boiocchi Vice presidente GRUPPO BAIRO Onlus |
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From: "Voce della Bibbia" <[email protected]>
To: <[email protected]>
Sent: Friday, October 28, 2005 5:09 PM
Subject: La distinzione non giustifica la violenza
Cara sig.a Boiocchi, leggendo e riflettendo sulla sua e-mail, mi sono chiesto se ha riflettuto almeno un pò su quello che le ho scritto la volta scorsa, e se ha tentato di rispondere (almeno a sé stessa), alle mie domande. Lei mi ha riproposto le stesse questioni di fondo alle quali, con tutti i limiti, ho già risposto. Riguardo al rispetto e al diritto di un giusto trattamento degli animali, le ripeto, trova una porta già aperta. Le dicevo che, lo sfruttamento scriteriato, passato e presente degli animali, non ha la sua origine nel progetto del Creatore, ma nel rifiuto e nello stravolgimento di questo progetto da parte dell'uomo. Inoltre, affermare che c'è una netta distinzione nello statuto creazionale fra l'uomo e gli animali, non significa affatto giustificare lo sfruttamento e il cattivo trattamento che subiscono tanti animali, ma accettare la realtà per quella che è. Infatti, lei stessa dice che "non si pretendono per gli animali i diritti che riconosciamo agli uomini". Non è questione di chi "ha tutti i diritti e chi nessuno", ma di una diversità ontologica. Mi meraviglia la sua domanda "perché la visione evoluzionista è devastante"! Quanto si crede che tutto ciò che esiste è frutto di un caso, di forze impersonali e bizzarre.. è ovvio che si esclude un Creatore, si esclude l'esistenza di un progetto e quindi di una dignità e di un senso nella vita. Di conseguenza perché rispettare il creato? Perché non usarlo per i propri interessi, tanto non devo rendere conto a nessuno...! E' vero, la Bibbia è stata strausata e abusata. Ma escluderla e come "gettare l'acqua sporca con il bambino". Lei esclude il riferimento prioritario che è la rivelazione di Dio scritta, pensando così di essere più obiettiva, più neutrale, meno condizionata ideologicamente.. ciò, mi permetta, è una pura illusione. Chi esclude gli assoluti, erge l'assoluto di non avere assoluti, come il suo assoluto! Non crede? Mi creda, non esiste neutralità, ogni essere umano è un essere religioso, che creda o no in Dio! Tutti abbiamo dei riferimenti e degl'idoli, il problema sorge quando non lo si vuole riconoscere. Personalmente ho fatto la scelta, con tutte le mie precarietà di essere umano, di schierarmi con la Parola di Dio (in altre parole, il mio discorso non tende a difendere la chiesa), lei quale assoluto ha scelto? In che modo questo assoluto la guida nelle questioni ultime della sua vita (la malattia, la morte, la maternità...)? Mi scusi la mia lungaggine, spero che, con la mia franchezza, di non averla offesa. In attesa di una sua gradita risposta, la saluto cordialmente. p. VOCE DELLA BIBBIA Nino Ciniello |