Comune di Modena

Settore Ambiente

RISPOSTA

alle numerose richieste di avere chiarimenti sull’episodio di maltrattamento del cane lupo e informazioni sulle sue attuali condizioni di salute

 

La risposta si riferisce ad una notizia riportata da quotidiani locali e siti internet e riguarda il presunto maltrattamento di un pastore tedesco di proprietà di un cittadino di Concordia e detenuto (con il consenso del proprietario) da un cittadino di Modena. Di seguito si riporta correttamente lo svolgersi dei fatti: il caso è stato segnalato da alcuni volontari del Centro Soccorso Animali di Modena nella mattinata di sabato 28 maggio all’Ufficio Polizia Giudiziaria della Polizia Municipale di Modena che tempestivamente si è attivata, assieme ai volontari stessi, per verificare la situazione e prendere i necessari provvedimenti.

Va premesso che l’operato dei volontari, nella segnalazione e nell’intervento richiesto ed effettuato assieme alla Polizia Municipale, viene giudicato in termini molto positivi perché ha consentito di intervenire prontamente su una situazione di oggettivo malessere dell’animale, attivando le misure precauzionali del caso, informando la responsabile dell’Ufficio Diritti degli Animali.

L’Ufficio Diritti degli Animali del Comune di Modena ha dimostrato anche in questa occasione di saper svolgere in modo equilibrato la propria funzione spesso molto delicata  nell’intervenire salvaguardando i diritti degli animali nel rispetto dei limiti e dei vincoli che la  legislazione vigente impone.

 

Nella mattinata del 28/5 l’Ufficio Diritti degli Animali è stato contattato telefonicamente da un Ispettore della Polizia Municipale   ed informato di un intervento effettuato su richiesta dei volontari del Centro Soccorso Animali di Modena in una condominio dove era stato trovato un cane, legato ad una catena e con la museruola. A disposizione del cane c’era una cuccia in cemento e una ciotola di acqua il tutto però esposto al sole (in quei giorni di fine maggio la temperatura ambiente si stava innalzando raggiungendo nel giorno citato i 28 gradi). Il cane era stato nel frattempo trasportato presso una clinica per essere sottoposto a visita.

Poiché il veterinario privato interpellato dai volontari del C.S.A. , ha dichiarato (come si evince da copia del referto veterinario successivamente recuperato) che il cane era “affetto da colpo di calore”, l’ufficio,  ha tuttavia ritenuto che, in base alla nuova normativa L. 189 del 20 luglio 2004, era opportuno “trattenere” in via cautelativa l’animale al canile per il fine settimana, al fine di verificarne le condizioni fisiche generali e successivamente accertare l’eventuale “dolo” nei confronti dell’animale procedendo alle verifiche previste dalla L.R. 27/2000.

Si precisa che l’art. 544-ter della sopra citata legge recita che è considerato maltrattamento il comportamento di “chiunque per crudeltà o senza necessità, cagiona lesione ad un animale...”, è quindi indispensabile per procedere a denuncia di maltrattamento accertare il dolo per crudeltà e senza necessità fatto all’animale.

Il giorno 30/5/2005 il detentore dell’animale chiedeva di poter riavere il cane che  aveva avuto in affidamento un mese prima dal proprietario residente in altro comune, che non lo voleva più tenere causa ripetute ed accertate aggressioni nei confronti di alcune persone (cane morsicatore).

L’ufficio a questo punto ha provveduto a contattare l’anagrafe canina di Concordia che ha confermato l’aggressione del cane nei confronti della figlia del proprietario e di un vigile urbano.

Il detentore del cane ha dichiarato di avere tenuto il cane in un primo tempo in garage con il basculante aperto e legato alla catena negli orari in cui si recava al lavoro (dalle 6.30 alle 13.30).

Da alcuni giorni lo deteneva nell’area cortiliva perché, a seguito di lavori di rifacimento in garage, si era reso indispensabile spostarlo; in questo periodo nessuno dei condomini (di cui fa parte anche  la stessa veterinaria che ha diagnosticato “successivamente” il colpo di calore) ha mai fatto segnalazione all’Ufficio Diritti Animali o al Servizio veterinario dell’AUSL che il cane in quelle condizioni poteva avere dei problemi, probabilmente anche perché fino al giorno della denuncia le temperature erano state primaverili.

Sulla base di queste informazioni accertate e puntualmente riscontrate si è così verificato:

1)      mancanza di dolo: non è stata riscontrata una volontà del detentore di procurare un ingiustificato malessere all’animale; il cane non ha avuto per fortuna e sicuramente anche grazie all’iniziativa promossa dai volontari conseguenze gravi ed è stata riscontrata comunque, durante il ricovero nel canile, una buona condizione generale; 

2)      manca il senza necessità: il detentore del cane ha dichiarato che trovandosi in un’area condominiale frequentata anche da bambini  e visto i precedenti eventi aveva ritenuto opportuno per motivi di sicurezza mettere al cane la museruola. L’uso della museruola era dunque dettato da un’oggettiva necessità e non per evitare (così come qualcuno ha voluto interpretare) che lo stesso disturbasse i condomini,

l’Ufficio Diritti Animali ha ritenuto (confrontandosi anche con il Servizio Veterinario dell’AUSL) ed assumendosene la responsabilità che venissero a cadere i presupposti per prolungare il ricovero del cane presso il canile disponendo pertanto che venisse restituito al detentore il giorno 31/05/2005 visto che il legittimo proprietario, pur interpellato, non si è detto intenzionato per le motivazioni sopra esposte a riprendersi il cane.

Tale decisione a seguito di dichiarazione del detentore del cane che non avrebbe più tenuto il cane nelle condizioni trovate impegnandosi a tenerlo nel proprio appartamento, dando la propria disponibilità affinché si possa procedere a  sopralluoghi per verificare quanto da lui dichiarato.

Mediante sopralluogo nei giorni successivi si è accertato che il cane non veniva più tenuto nell’area cortiliva e con sopralluogo in data 23.06.05 (verbale firmato dal veterinario ufficiale dell’AUSL) il Servizio veterinario dell’AUSL ha accertato che il cane è effettivamente detenuto in appartamento  con possibilità di accedere a due stanze, con disponibilità di acqua, cibo, una brandina per il riposo e si presenta in buono stato di salute.

  L’Ufficio Diritti Animali pur non ritenendo che si tratti di vero maltrattamento ai sensi della vigente legislazione in materia ha tuttavia provveduto ad inoltrare la relazione tecnica dell’accaduto alla Polizia giudiziaria  presso il Comando di Polizia Municipale poiché si è  ritenendo opportuno comunque sanzionare il detentore del cane in base all’articolo 1 dell’Ordinanza Sindacale Benessere Animale  n. 2787/99 e di tenere comunque controllato l’attuale stato di detenzione .

Il caso è stato inoltre sottoposto ad un approfondimento da parte dell’Avvocatura Civica.

Infine preme sottolineare, a titolo informativo,  che l’Ufficio Diritti Animali del Comune di Modena, sin dal momento della sua istituzione nel 1998, si è costantemente impegnato in attività di tutela che hanno richiesto anche vere e proprie “battaglie” . Esempio di particolare evidenza è  l’Appello di Modena per il circo senza animali condotto insieme alle Associazioni LAV ed ENPA e l’ordinanza sull’utilizzo di animali appartenenti a specie selvatiche ed esotiche in spettacoli ed altri intrattenimenti che, fra l’altro,  fa assoluto divieto sul territorio comunale di utilizzare ed esporre animali appartenenti a specie selvatiche ed esotiche in attività di spettacolo ed intrattenimento pubblico.

Questo provvedimento è stato difeso anche in sede giudiziaria contro importanti esponenti del mondo circense ed applicato con rigore tanto che Modena ha aperto la strada a  tanti altri Comuni che ancora non applicavano analoghe forme di tutela.

Questo per sottolineare come l’Ufficio Diritti Animali del Comune di Modena non si sottrae a scontri, anche di considerevole portata, finalizzati alla tutela degli animali.

 

 

INVIATA DAL GRUPPO BAIRO IL 02/07/05

 

----- Original Message -----
From: Gruppo Bairo
To:..............
Cc:..............
Sent: Saturday, July 02, 2005 3:46 PM
Subject: O questa o quella

Gentili signori

Ringraziamo la polizia provinciale per essersi attivata prontamente dopo la segnalazione dei volontari.
Non riteniamo però giusto considerare "equilibrato" il comportamento della responsabile dell'Ufficio diritti animali del comune.
I "limiti e i vincoli che la  legislazione vigente impone" come voi dite,  vengono posti da chi interpreta la legge, non dalla legge.
Infatti l'art. 544 ter della legge 189/2004  recita: chiunque per crudeltà o senza necessità, cagiona lesione ad un animale...” come avete giustamente trascritto e non, come poi riportate, interpretando,   "per crudeltà e senza necessità".
Quella piccola e insignificante "e", al posto della "o", stravolge la legge nella lettera e nello spirito.
La legge dice che viene punito chiunque, per crudeltà o senza necessità,  cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche .....
Non occorre che siano presenti ambedue le finalità: "crudeltà" e "senza necessità". Ne basta una: o questa o quella.
Quindi, applicando correttamente la legge e usando quella significativa "o" (e non la "e" inesistente) la situazione cambia.
Il cane è stato sottoposto, senza necessità (era legato e quindi costretto alla quasi immobilità, la museruola era superflua) a comportamenti e a fatiche  per le sue caratteristiche etologiche (esposizione prolungata al sole con temperatura di 28° che gli ha procurato un colpo di calore con grave rischio per la sua vita).
Quali altre serpentine si devono aggirare per comunicare e far accettare un concetto tanto semplice e in accordo con la legge?
Il cane ha rischiato la vita per il comportamento irresponsabile del suo detentore  (quindi colpa e non dolo) e questo non è sufficiente perchè una legge venga giudicata applicabile?
Il fatto che esprimiate con tanto fervore la soddisfazione di constatare che, dopo l'episodio, il cane viene tenuto in casa con accesso addirittura a due stanze, brandina e acqua (?!?!?!) è particolarmente indicativo.
Siamo veramente stupiti della facilità con cui noi italiani sappiamo disertare, fuggire, ignorare, vanificare, la via maestra.
Inoltre, i comportamenti del primo e del secondo padrone non depongono a favore di un buon trattamento e spiegano anche del perchè il cane abbia potuto mordere. Un animale trattato con affetto, voluto per se stesso e non per far giocare i figli, rispettato in quanto essere vivente con necessità sue proprie, non ha bisogno di aggredire: il cane è il migliore amico dell'uomo e non perchè lo dice la retorica ma perchè lo dice la sua natura intrinseca di animale gerarchico, sociale, fedele al gruppo.
Gentili signori, vi invitiamo a penetrare il senso delle parole, dare a queste quel significato intimo che esprimerebbero se non si offendessero con le nostre supposte interpretazioni e deviazioni.
Che poi, il comune di Modena si sia impegnato a fondo e con determinazione in altri settori di tutela degli animali, non fa che onorare le persone che tale impegno hanno personalmente  assunto.
 
Enrica Boiocchi Vice presidente GRUPPO BAIRO Onlus
 
 
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