dalla Svizzera
La Regione, 13.11.2006
‘Killer’ dei gatti a Capolago
“ Tata”, una femminuccia di due anni, è la sesta vittima del ‘ killer’ dei gatti che sembra riuscire ad agire indisturbato a Capolago. Anche stavolta lo sconosciuto ha agito con un fucile calibro 22, un’arma pericolosa con la quale si può uccidere anche una persona, rileva la Spa di Bellinzona che ha preannunciato l’inoltro di una denuncia penale contro ignoti al Ministero pubblico. “ Tata” non è morta, ma ha una tibia spezzata e le dovrà essere applicata una placca. Alcune delle vittime prese di mira dal “ killer” sono morte, altre hanno subito ferite gravi.
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La Regione, 14.11.2006
Da far rizzare il pelo
A Capolago uno sconosciuto ha l’abitudine di sparare sui gatti nell’abitato
Sono una ventina all’anno in media in Ticino i gatti deliberatamente uccisi dall’uomo col veleno oppure con armi di vario genere. Naturalmente è una stima per difetto, ma è comunque indicativa perché giunge dall’osservatorio privilegiato di Armando Besomi, presidente della Società Protezione degli animali di Bellinzona (Spab).
Proprio Besomi con un comunicato stampa (vedi LaRegione Ticino di ieri) ha attirato l’attenzione su quanto da due mesi a questa parte sta accadendo a Capolago. Qui, nel piccolo nucleo di San Giovanni, uno sconosciuto cecchino sta mietendo vittime tra i felini domestici. Il bilancio finora è di due mici morti e quattro feriti. « Attendo di ricevere il proiettile dal veterinario che ha operato l’ultima gattina, quindi farò denuncia contro ignoti al Ministero pubblico » osserva il presidente della Spab. Che sottolinea come in tutti i precedenti episodi le ferite non siano state inferte da piombini sparati ad aria compressa, ma da vere e proprie armi da fuoco. Secondo Besomi potrebbe trattarsi di una carabina o di un flobert calibro 22. « È probabile – aggiunge – che questa persona utilizzi un silenziatore. Altrimenti non sarebbe spiegabile il fatto che nessuno all’interno del nucleo ha mai sentito nulla ». Arma da fuoco, silenziatore, abitato. Gli ingredienti ci sono tutti per far rizzare il pelo. Non solo ai gatti. Al di là infatti della ingiustificata sofferenza arrecata alle bestiole, preoccupa che si prema il grilletto nelle vicinanze di altre persone. Giova ricordare che la stessa legge che disciplina la caccia vieta di sparare a meno di 200 metri dall’abitato. Pare quasi di essere tornati nel Ticino di una trentina d’anni fa, quando il gatto veniva chiamato ‘lepre dei tetti’ ed era sconsigliato lasciarlo girare libero tra novembre e febbraio, pena vederlo trasformato in un intingolo. Ma in fondo non era meglio allora? Ora ci si accanisce « perché calpesta l’orto ». SPI |
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