31 OTTOBRE  2009

L'UNIONE SARDA
31 OTTOBRE 2009
 
Serramanna (VS). Un'esecuzione nei confronti di un esemplare di pastore maremmano
Cagna uccisa con una fucilata in testa
I quattro cuccioli rimasti senza mamma sono morti di stenti
La denuncia dei volontari dell'associazione “Il Randagino”: «Chi uccide in quel modo è pericoloso anche per gli uomini».
 
IGNAZIO PILLOSU
 
'hanno uccisa con una fucilata in testa e, pochi giorni dopo, sono morti anche i cuccioli che stava allattando. A Serramanna è questo il destino che è toccato ad una cagna ed ai suoi figli. L'animale, una femmina di pastore maremmano, era di proprietà di un allevatore, ma da qualche tempo ad occuparsi di lei erano gli animalisti dell'associazione “Il Randagino”. «Quella povera cagna è stata uccisa in modo atroce da gente senza un briciolo di umanità che non ha esitato a spararle in testa». È Marcella Ortu, una delle volontarie dell'associazione, ad alzare il velo su quella che è solo l'ultima di una lunga serie di barbarie, resa più grave dalla fine per stenti dei quattro cuccioli troppo piccoli per sopravvivere, ai danni di cani verificatesi a Serramanna.
IN PERIFERIA Teatro della triste vicenda è la periferia di Serramanna, nei pressi del complesso delle case popolari dell'ex Iacp. Dove Marcella Ortu e gli altri attivisti del Randagino prestavano le cure ai cani abbandonati che trovano nei volontari l'antidoto, fatto d'affetto e materiale, contro le ferite dell'abbandono. Crocchette, pasta o altro: alla "tavola" da qualche tempo prendeva anche la povera cagna uccisa a fucilate.
L'ESECUZIONE «Eravamo d'accordo con il padrone, un allevatore, per occuparci anche di lei tanto che avevamo programmato di vaccinarla e sterilizzarla», raccontano quelli del Randagino che, una mattina, trovano la cagna uccisa. I dettagli dell'esecuzione sono da film dell'orrore. «Le hanno letteralmente spappolato il cervello: chi fa una cosa del genere è un pericolo e non solo per gli animali», commenta Rosanna Spano, la presidente del Randagino. La donna, che qualche settimana fa aveva denunciato «la brutta consuetudine di certi cacciatori di abbandonare i loro cani una volta vecchi e incapaci di scovare la selvaggina», anche stavolta non usa giri di parole: «Chi ha fatto questo magari voleva fare uno sgarro al padrone, ma è stata solo vigliaccheria».
I PRECEDENTI Cani impallinati, gatti uccisi a frecciate o con polpette avvelenate: sono solo alcuni episodi della lunga collana di crudeltà verso gli animali denunciati a Serramanna dai volontari del Randagino che raccontano anche un'altra, recentissima, perla: «L'abbandono quasi in diretta di una cagnetta in pieno centro». «Incredibile», racconta Rosanna Spano, «una donna di San Gavino voleva consegnarci un cane che diceva di avere trovato: l'animale era chiaramente suo, voleva disfarsene e infatti dopo il nostro no lo ha abbandonato in una piazza».

IL RESTO DEL CARLINO
31 OTTOBRE 2009
 
L'Associazione ANTA nel mirino
Denunciato il canile degli orrori
Depositata in Procura la documentazione - Sevizie e maltrattamenti
 
San Elpidio a Mare (FM) - Dalle parole ai fatti. Dopo aver inviato una nutrita documentazione agli amministratori dei Comuni interessati dalla vicenda del canile Pluto House, segnalando le pessime condizioni in cui versano i cani ancora custoditi nella struttura (sotto sequestro dal marzo 2007) adesso gli animalisti hanno denunciato tramite l'avvocato Giulio Abbate, i maltrattamenti e le sevizie subiti dagli animali ancora ospitati in quel canile e avvenuti dopo il passaggio della gestione del canile all'associazione ANTA, sezione Civitanova. La denuncia è stata depositata nei giorni scorsi alla Procura di Fermo. Oltre ai maltrattamenti dei cani, sono stati denunciati anche altri fatti di una certa gravità (di cui si riferiva anche nella documentazione già inviata a sindaci e amministratori) come "gli interventi chirurgici effettuati a carico dei cani e dei gatti in strutture fatiscenti, abusando della professione di veterinario e senza gli strumenti e i medicinali idonei, che spesso avevano esito negativo fino a portare alla morte o all'abbattimento degli animali di cui poi si attestava la morte naturale" si legge in una nota diffusa dagli animalisti nella denuncia in cui si ipotizza anche il peculato a carico di qualche esponente di spicco dell'Anta. In attesa che il procedimento faccia il suo corso, sollecitati dagli animalisti del fermano, gli amministratori locali stanno prestando sempre maggiore attenzione a questa vicenda che, negli ultimi tempi era stata trascurata. La realizzazione da parte dell'Anta del canile comprensoriale a Montegranaro (inaugurato di recente, benchè ancora inagibile) e la firma di una convenzione tra l'Anta e i Comuni di Montegranaro, S. Elpidio e Monte Urano, sembrava dovesse mettere la parola fine al problema del randagismo in questa zona. I recenti sviluppi invece, gettano una luce nuova sulla vicenda egli amministratori vogliono capire che cosa sta succedendo.

IL PAESE NUOVO
31 OTTOBRE 2009
 
Le brucia il cane “per amore” fermato uno stalker
 
Lecce (Salento) – Non si rassegna alla separazione, la perseguita, le fa scenate infine le brucia il cane, un nuovo caso di stalking fermato dalla Polizia

Un altro caso di stalking è stato scoperto dall’ attività di indagine espletata dai poliziotti della Squadra Mobile di Lecce che ha raccolto gravi elementi di responsabilità a carico di un 38enne leccese per il reato di atti persecutori previsto per non essersi rassegnato ad accettare la separazione voluta dalla moglie.

E’ il caso dello “ stalker respinto” che reagisce ad un rifiuto o ad un abbandono, caso molto frequente  e che spesso comporta i danni più gravi per l’incolumità personale della vittima. 

Ed infatti la giovane donna, dopo aver subito per mesi e mesi i comportamenti molesti e assillanti,  ininterrotti appostamenti negli ambienti da lei frequentati, compreso il luogo di lavoro, intrusioni nella vita privata e lavorativa alla ricerca di un contatto personale, pedinamenti, telefonate, minacce: il cane fatto trovare bruciato in una fossa, con un biglietto minatorio, scenate nel negozio dove lavorava in presenza di clienti attoniti , ha deciso di rivolgersi alla Polizia di Stato di Lecce, in particolare al gruppo investigativo specializzato per il reato di stalking della Squdra Mobile che attraverso una intensa attività di indagine  ha messo un freno richiedendo all’Autorità Giudiziaria competente l’ applicazione a carico dell’ex marito della misura del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Lecce su richiesta del P.M. titolare delle indagini.

Il Provvedimento emesso, che è stato immediatamente eseguito dagli agenti della Squadra Mobile che hanno rintracciato l’uomo fuori provincia, ha interrotto il crescendo  degli  atti persecutori posti in essere dall’uomo.Ora i poliziotti vigilano sull’adempimento del provvedimento e sulla non reiterazione del comportamento che produrrebbe, in capo al soggetto, conseguenze sulla libertà personale.


LECCE PRIMA
31 OTTOBRE 2009
 
MARITO RESPINTO BRUCIA CANE, LASCIA BIGLIETTO MINATORIO
Un 38enne leccese denunciato per stalking. Non accettando la separazione dalla moglie, avrebbe dato sfogo ad ogni genere di minaccia. Comprese irruzioni nel negozio dove lavora urlando davanti a tutti
 
LECCE – Nel campionario di aberrazioni che sarebbero state messe in atto, non manca neanche la sevizia al più incolpevole di tutti, il cane di casa. Povera bestia, vittima ignara della follia umana. Un 38enne leccese l’avrebbe fatto ritrovare bruciato in una fossa, con allegato tanto di biglietto minatorio. Questo, e molto altro, per non essersi rassegnato ad accettare la separazione voluta dalla moglie. Lo stalker è ora stato denunciato a piede libero, dopo un’indagine portata avanti dalla terza sezione reati contro la persona della squadra mobile di Lecce, che ha raccolto a suo carico sufficienti indizi di colpevolezza per ipotizzare il reato di atti persecutori, previsto dall’articolo 612 bis del codice penale, come noto, di recente introdotto nell’ordinamento italiano.
Vittima delle persecuzioni, un accanimento continuo, una giovane donna, che però, solo dopo aver subito per mesi e mesi i comportamenti molesti e assillanti del marito, ha deciso di sporgere denuncia. Il catalogo, quello di sempre: appostamenti negli ambienti che lei frequentava, compreso il luogo di lavoro, intrusioni nella vita privata e lavorativa alla ricerca di un contatto personale, pedinamenti, telefonate, minacce. Persino quel povero cane finito per diventare vittima sacrificale sull’altare della gelosia (almeno, si presume che l’autore possa essere il 38enne), per non parlare delle scenate nel negozio dove la donna lavorava, senza curarsi della presenza di clienti attoniti. E ad un certo punto, la misura è stata colma. Ecco perché la vittima ha deciso di rivolgersi alla polizia, in particolare al gruppo investigativo specializzato proprio per il reato di stalking della squadra mobile che ha messo finalmente un freno, richiedendo all’autorità giudiziaria l’applicazione a carico dell’ex marito della misura del “divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa”, emessa dal gip del tribunale di Lecce su richiesta del pm titolare delle indagini. Un provvedimento divenuto immediatamente esecutivo. Gli agenti della mobile hanno rintracciato il 38enne fuori provincia, per dargli la comunicazione. E una reiterazione di certi comportamenti comporterebbe conseguenze sulla libertà personale.

IL TIRRENO VIAREGGIO
31 OTTOBRE 2009
 
Cani sfruttati: norme precise ma vane se mancano interventi e sequestri
 
Circa un mese fa, impietosite dalle condizioni di un cucciolo di cocker, maltrattato e sfruttato da un accattone, abbiamo deciso di acquistarlo dal suo aguzzino. Il giorno dopo la stessa persona, stazionava al mercato e nel centro con un altro cucciolo cocker, utilizzato per l’accattonaggio. A conoscenza dell’ordinanza del 19 febbraio 1997 che vieta questa pratica odiosa, inoltriamo agli uffici comunali un esposto, in cui si denunciano i fatti, fornendo nome e cognome dello slovacco che ci ha venduto il cane, facendo presente che, alla luce anche delle ultime direttive del ministero della salute e degli esteri, sulla tratta di cuccioli dai paesi dell’Est europeo, era necessario intervenire urgentemente a tutela dell’animale e verificarne la provenienza. Dopo ripetute segnalazioni al comando dei vigili, dalle sottoscritte e da cittadini ed esercenti, il 21 ottobre una pattuglia di vigili intercetta l’accattone e ne accerta le generalità. Per il cucciolo non viene preso alcun provvedimento, così dell’accattone e del cane si è persa ogni traccia. A Pisa per un fatto analogo, vigili urbani e Asl sono intervenuti dopo 10 minuti per accertamenti e sequestro del cane. A Viareggio il messaggio è: se incontrate un accattone che sfrutta cuccioli, immessi sul mercato per essere venduti, giratevi dall’altra parte, o aprite il portafoglio, qui leggi e ordinanze sono mere dichiarazioni di intenti. - Isabella Favilla e Cecilia Menicucci

LA NUOVA SARDEGNA
31 OTTOBRE 2009
 
Ladri di cani in paese: scomparsi cinque segugi
 
CALANGIANUS (OT). Uno degli storici capocaccia di Calangianus, Gianni Mannoni, ha subìto la notte scorsa un gravissimo furto: dal suo canile, nelle vicinanze della stazione di Luras, sono scomparsi cinque cani. Le bestie - due Bleagle, due meticci e un pointer - sono animali ben noti tra gli appassionati di caccia grossa. La razzia di cani qualificati, alla vigilia dell’apertura della stagione di caccia grossa, ripropone la questione dei furti di cani da caccia, lanciando trasparire loschi traffici.  Per il colpo nel canile di Gianni Mannoni, ci sono volute 4 o 5 persone. Del caso si stanno occupando i carabinieri.

IL CITTADINO

31 OTTOBRE 2009

 

L’esemplare di “pellegrino” è stato portato dalla provinciale in un centro di recupero: sta bene ma ha nostalgia del proprietario 

La polizia libera il falco “clandestino”

Stava in gabbia in una casa, il padrone era senza autorizzazione 

 

Alberto Belloni

 

Marudo (LO) - Viveva dentro una piccola gabbia, in un appartamento, il falco pellegrino Troy. Ma il suo padrone, l’autorizzazione per tenerlo non ce l’aveva: e la polizia provinciale, dopo averlo scoperto e aver ottenuto il via libera per la perquisizione, l’ha immediatamente denunciato alla procura, recuperando il prezioso volatile e affidandolo alle cure del Centro recupero animali selvatici di cascina Stella, a Castelleone. A finire nei guai è stato un italiano residente a Marudo, scoperto dagli agenti di palazzo San Cristoforo attraverso la segnalazione della Lav, la lega antivivisezione. Il marudese è stato deferito per violazione delle legge 157 sulla caccia, nonché per maltrattamento di animali. Quest’ultima ipotesi, legata alle dimensioni ridotte della gabbia o alla presunta mancanza d’acqua per il sostentamento dell’uccello, è però già oggetto di un’attenta verifica da parte dell’autorità giudiziaria. Secondo lo staff del Cras di Castellone, infatti, Troy godrebbe di ottima salute, anche e soprattutto grazie alle ottime cure garantitegli dal proprietario.Il falco, un maschio di tre anni d’età, rischierebbe anzi di ammalarsi per la nostalgia del padrone: importato probabilmente dall’estero attraverso le reti di distribuzione italiane, il volatile è infatti cresciuto “allo stecco”, ovvero in cattività, e riconoscerebbe nel proprietario un vero e proprio “papà”. Nell’attesa che la posizione del marudese venga meglio definita, il blitz della polizia provinciale conferma la forte sinergia con la magistratura, presso la quale è istituito il nucleo di tutela ambientale: «Molta gente detiene illegalmente animali rari e protetti - spiega il commissario -detective Michele Petrella, - ma in procura c’è grande sensibilità». L’invito ai cittadini è di telefonare alla polizia provinciale per segnalare ogni torto. Perché il comandante Arcangelo Miano intende continuare ad assicurare un impegno a tutto tondo, in ossequio a una tradizione che ogni anno vede soccorrere e affidare alle cure del convenzionato Cras di Castelleone almeno un centinaio tra poiane, gufi, civette, falchi e altri esemplari di fauna selvatica. Nella voliera di cascina Stella, intanto, Troy aspetta di vedere cosa gli riserverà il futuro. Forse il magnifico falco pellegrino (utilizzabile, previe apposite deroghe, anche per la caccia, disciplina nella quale eccelle storicamente), ritroverà il suo padrone; altrimenti, toccherà alle sagaci mani del Cras cercare di vincere la malinconia e di prepararlo a una possibile rilascio nei cieli.


ASYLUM
31 OTTOBRE 2009
 
DUE RAGAZZINI RUBANO UN CANE E LO BUTTANO NEL WATER
 
Hanno rubato un cane, e lo hanno infilato nella tazza di un water, in un bagno pubblico. Per fortuna qualcuno ha assistito alla scena e ha avvisato la polizia. Un altro caso di maltrattamento di animali, avvenuto stavolta a Pleasant Hill, nel Missouri, e conclusosi con un lieto fine.A finire tra le grinfie di due ragazzini è stato Spot, un setter di 4 anni, che se ne stava tranquillo nella sua gabbia, insieme a quattro cuccioli. Il padrone, David Hand, ha raccontato che, tornando dal lavoro, mercoledì scorso, si è accorto che qualcuno aveva aperto la gabbia. I cani erano tutti liberi. Ma ne mancava uno: Spot. David ha subito chiamato la polizia, che, nel frattempo lo aveva già individuato. Poco distante, infatti, due ragazze avevano notato altri due coetanei entrare in un bagno pubblico insieme a Spot. Quando li hanno visti uscire senza il cane, sono entrate entro e lo hanno scoperto dentro al water. "Lo avevano infilato dentro", racconta il padrone.Il cane è stato portato dal veterinario, dove ha trascorso una notte, prima di essere riaffidato alle cure di David. "Mi viene davvero difficile credere che dei ragazzini possano fare questo genere di cose", commenta il padrone. Adesso ha deciso di chiudere la gabbia con un lucchetto, per tutelare i suoi cani.

IL GIORNALE
31 OTTOBRE 2009
 
BISOGNA SALVARE I GATTI NERI DALLA STRAGE DI HALLOWEEN
Ogni anno vengono uccisi per futili motivi 30mila felini, soprattutto il primo novembre. Così per proteggerli adesso arrivano le ronde
 
OSCAR GRAZIOLI
 
Se i ragazzini leggessero i quotidiani, cosa di cui è lecito dubitare, sono certo che mi farei un mare di nemici tra di loro. Con i nostri lettori non credo proprio di correre questo pericolo. Domani sera inizia la vigilia d'Ognissanti, almeno da noi, cui segue la tradizionale giornata in memoria dei nostri cari defunti. In molte altre parti del mondo, segnatamente gli Stati Uniti d'America e Canada, la «nostra» vigilia della festa dedicata ai santi, coincide con la festa di Halloween, ormai diventata quasi più famosa del Natale, almeno presso i giovani. In realtà, pur essendo divenuta «un’americanata», la festa delle zucche, vanta solide tradizioni nord europee. Erano infatti i Celti, e più in generale le popolazioni religiose precristiane dell'Europa settentrionale, che festeggiavano la fine dell'estate e la chiusura del bestiame in luoghi acconci a passare l'inverno che incombeva dopo la fine dell'estate. Questo era il periodo di Halloween, nel quale, secondo le tradizioni celtiche e druidiche, la dimensione temporale si dilatava a tal punto da non esistere più e il velo che divideva la terra dei morti cadeva, lasciando ai vivi la possibilità di accedervi.
Così come facevano i Celti nel periodo di Halloween, mi raccontava mio padre che, anche nelle campagne della bassa padana durante le feste natalizie, si usava lasciare la tavola apparecchiata (imbandita sarebbe una bestemmia, vista la povertà dei deschi contadini di allora), affinché la notte gli angeli si cibassero con i magri avanzi, rimasugli di polenta e briciole di pane nero. Per i Celti invece, ciò che rimaneva sulla tavola, serviva a sfamare i defunti di cui la popolazione non aveva la minima paura, Ecco che nasce l'usanza del trick-or-treat (dolcetto o scherzetto?), ripresa poi dagli americani, copiati immediatamente da italiani e altre popolazioni mediterranee, molto lontane da questa tradizione scoperta nei film anglosassoni. Fate ed Elfi, poi, durante il periodo di Halloween, si divertivano a fare scherzi, talvolta ben poco piacevoli, a chi era in vita. Da qui la tradizione degli scherzi macabri, delle mises sataniche e di tutto quel ciarpame che si porta dietro la notte di Halloween. Girando sui siti web ci si accorge ben presto che il vero scopo della notte è «far casino» (possibilmente macabro) e l'imbecillità, nell'escogitare scherzi deficienti, si spreca. Quale bersaglio migliore di un gatto nero dunque? Secondo l'Aidaa, dei 30.000 gatti uccisi ogni anno per i motivi più futili, buona parte sono immolati proprio durante questa notte. Dato che l'imbecillità è più contagiosa del vaiolo, il fenomeno ha assunto proporzioni tali da indurre l'associazione di Lorenzo Croce a fondare le «ronde» a protezione dei gatti neri, presi di mira da ragazzini invasati. Addirittura, da tre anni, l'Aidaa ha deciso di promuovere la nascita dell'Osservatorio nazionale antisfiga per la Tutela del Gatto Nero, aperto a tutti quelli che vogliano collaborare a una campagna di controllo, che duri tutto l'anno, a favore dei felini che sono nati, loro malgrado, con il mantello nero e sono ancora ritenuti portatori di iella e quindi da eliminare.
Morale della favola, se possedete un gatto nero, tenetelo ben chiuso al calduccio, per un paio di giorni. Fuori girano un sacco di zucche vuote.

IL PAESE NUOVO
31 OTTOBRE 2009
 
Nardò (LE): cane cade nella fontana, salvato dagli agenti
 
Lecce (Salento) – La Polizia di Nardò salava una cane caduto in una fontana in Piazza Diaz

Alle prime ore dell’alba i poliziotti della Squadra Volante erano impegnati nel normale servizio di controllo del territorio e stavano effettuando un posto di controllo nella centralissima piazza Diaz. La loro attenzione veniva attratta dai lamenti di un animale che provenivano dalla fontana sita al centro della stessa  piazza. Gli agenti si avvicinavano e si avvedevano che nell’acqua vi era un cane meticcio del tipo volpino di colore marrone che veniva aiutato ad uscire dalla piscina. Allo stesso i poliziotti cercavano di prestare le prime cure e notavano che il cane  probabilmente per tentare di risalire dalla fontana, si era procurato delle ferite alle zampe posteriori.A quel punto si richiedeva l’intervento del veterinario del servizio ASL di Nardò che lo prendeva in cura.


VARESE NEWS
31 OTTOBRE 2009
 
Una capretta tibetana a zonzo per Gavirate
L'animale è stato preso in custodia dai vigili urbani chiamati da alcuni condomini preoccupati per la propria siepe
 
GAVIRATE (VA) - Una capra tibetana va in città. Il suo arrivo, però, non è passato inosservato e ben presto, alcuni condomini, preoccupati per la fine che stava facendo la propria siepe di recinzione, hanno chiamato i vigili urbani.
È successo questa mattina a Gavirate, poco prima delle 13. Una capra, abbastanza robusta e un po' disorientata, si aggirava per il quartiere di Armino e aveva deciso di fermarsi per uno spuntino alla siepe del condominio di via Graziani. La vista dei vigili pare non sia andata molto a genio all'animale che ha opposto un po' di resistenza prima di farsi acciuffare.
Gli agenti hanno tentato di individuare il proprietario ma, nella zona, nessuno sembra aver mai visto quell'animale che non ha nemmeno l'anellino di riconoscimento. La polizia locale, quindi, lancia un appello: chiunque avesse smarrito una capretta tibetana può rall'ufficio di Gavirate al nr 0332 748230

IL SECOLO XIX

31 OTTOBRE 2009

 

Un branco di cavalli "invade" arzeno,i residenti: «sono un pericolo pubblico»

 

NE (GE). Torna l'emergenza cavalli in val Graveglia. Mentre nell'entroterra del Levante prosegue la caccia al killer che tre settimane fa ha ucciso due esemplari in valle Sturla, nei giorni scorsi otto animali hanno invaso le strade del paesino di Arzeno, nel territorio del Comune di Ne. «Fino alla scorsa estate - racconta Fulvio Beronio, residente proprio nella piccola località della val Graveglia - i cavalli restavano sulle pendici e nei pascoli presenti sul monte Biscia. Ora però hanno ripreso a spingersi a valle, raggiungendo direttamente il centro del paese. Tre giorni fa, li ho trovati proprio di fronte a casa e altri residenti hanno rischiato di schiantarsi con la loro auto perché gli esemplari passeggiavano tranquillamente in mezzo alla strada. Ormai non si tratta solo di dover fare i conti con i danni che questi cavalli provocano, ma è una questione di sicurezza pubblica», ha concluso Beronio.


IL TEMPO

31 OTTOBRE 2009

 

Si indaga sui «passaporti» falsi per i cavalli

CASTEL DI SANGRO Gli agenti del Corpo forestale dello Stato del Comando di Sulmona, coordinati dal vice questore Raffaele Biondi, stanno procedendo a verifiche presso gli allevamenti di cavalli dell'Alto Sangro.

 

Castel di Sangro (AQ) - Tutto è scaturito da un'indagine condotta dai colleghi del Comando di Forlì, i quali hanno rilevato che alcuni cavalli da corsa e da affezione venivano declassati e destinati alla macellazione per il consumo umano, con la distruzione dei passaporti originali e la creazione di falsi nuovi. Il timore è che la pratica sia da ricollegare a patologie delle quali sono affetti gli animali che ne fanno scendere la quotazione di mercato, oppure per truffare le assicurazioni a copertura contro il furto. I controlli hanno portato all'elevazione di tre sanzioni amministrative di complessivi 9 mila 294 euro.


CORRIERE DELL'UMBRIA
31 OTTOBRE 2009
 
Al Palio il doping non esiste.
I vertici dell’Ente: “La nostra manifestazione è pulita”. Controlli di Unirelab sui somari: nessun caso.
 
GUALDO TADINO (PG) - È arrivata la comunicazione ufficiale dell'Unirelab, l'ente nazionale preposto ai controlli del doping nelle gare di cavalli: non c'è stato alcun caso di doping tra i somari che hanno partecipato al Palio 2009. È questo l'ultimo atto della procedura attivata dal 2007 dall'Ente Giochi de le Porte nell'ambito del patto per il benessere dei somari e che ha introdotto il controllo sullo stato di salute degli animali prima e dopo il Palio di San Michele arcangelo, compreso quindi quello sul doping. Quindi adesso è ufficialmente assegnata la vittoria a Porta San Facondino dell'edizione del Palio di quest'anno. C'è grande soddisfazione comunque all'interno dell'Ente Giochi e delle Porte per questo risultato che conferma, in maniera ufficiale, che non sono state utilizzate sostanze per alterare le performance degli animali coinvolti nel Palio. "Eravamo consapevoli che la nostra manifestazione è pulita, oggi abbiamo anche questa certificazione. Quello dell'antidoping è un progetto partito da lontano sul quale abbiamo lavorato in comune accordo e che ha prodotto questo risultato di cui siamo molto orgogliosi. È il segno tangibile che i risultati nei Giochi de le Porte si raggiungono con il lavoro e l'impegno di tanti ragazzi che, nel corso dell'anno, si dedicano alla cura e all'allenamento dei nostri somari. A loro va il ringraziamento anche per la serietà con la quale è stata gestita tutta questa vicenda, dalla preparazione del regolamento ai prelievi di sangue sugli animali effettuati a pochi minuti dal termine del Palio. Ringraziamo anche il nostro veterinario Carlo Crotti e gli esperti dell'Unirelab per la collaborazione nell'attuazione di questo progetto” hanno commentato tutti insieme il Gonfaloniere Paolo Campioni, i Priori Fabio Ippoliti, Stefano Franceschini e Carlo Petrozzi, e il presidente uscente dell'Ente Giochi, Giuseppe Ascani. Questa iniziativa si inserisce nel quadro più generale del patto per il benessere dei somari che partecipano al Palio di San Michele arcangelo. Infatti l'Ente Giochi de le Porte ha intrapreso, da alcuni anni, un programma di tutela della salute degli asini che partecipano alla propria manifestazione. Il rapporto che ha sempre contraddistinto i Giochi de le Porte con uno dei suoi protagonisti principi, il somaro, è stato quello del rispetto e della cura nei confronti di questo animale, simbolo della festa. Un’attenzione che è cresciuta nel corso degli anni, con l'introduzione anche nel regolamento del Palio di San Michele arcangelo di alcune norme a tutela della salute del somaro. Basti pensare alla presenza del veterinario dell'Ente, che da quattro anni sovrintende le operazioni del giorno del Palio in piazza San Francesco, ai box collocati nella stessa piazzetta che tutelano anche l'animale in occasioni - non rare - di maltempo. L'Ente però non si è accontentato di questo e ha puntato decisamente a un salto di qualità, parlando di benessere del somaro e non più solo della tutela della salute. Intanto, sempre in questa ottica, l'Ente sta procedendo su due binari. Infatti da un lato sono iniziate le riunioni della commissione regolamento che dovrà vagliare le varie proposte di modifica delle norme del Palio, con particolare riferimento alla corsa a pelo. L'Ente stesso avrà tempo sino al giugno prossimo per valutare ed approvare eventuali modifiche al regolamento, per cui si sta procedendo con calma per verificare tutte le possibili soluzioni prima di addivenire alla decisione definitiva. Al tempo stesso sta procedendo anche il progetto legato all'onoterapia, con la partecipazione a convegni ed eventi sul tema, in maniera da concretizzare quanto prima anche quest'altro aspetto legato al mondo delle scuderie e dei somari.

LA NUOVA SARDEGNA
31 OTTOBRE 2009
 
I padroni sono troppo poveri, Red dovrà perdere una zampa
 
SASSARI. Dietro il dramma di un cane che rischia di perdere una zampa perché non curato dai proprietari, cui è stato finalmente sottratto per l’interessamento delle autorità (Asl e vigili urbani, che hanno attivato prima le guardie zoofile e poi la Lida) c’è quello di una famiglia che evidentemente ha ben altri problemi per ricordarsi che anche lui esiste. Per il povero cane un’infezione che inizialmente doveva essere assolutamente banale.  Un’infezione forse cominciata con una puntura, una piccola ferita o un forasacco, si è trasformata in una voragine devastante e maleodorante che rende inguardabile la povera bestia, che chiameremo Red. I veterinari che lo stanno visitando nella struttura della Lida dove ha trovato un ricovero stanno valutando se amputargli o meno l’arto anteriore destro, quasi scarnificato. Quello che era un bellissimo cane, una sorta di pastore tedesco dal pelo fulvo, è stato trasformato in un relitto dall’incuria, dall’ignoranza, dalla situazione economica di chi lo deteneva. Per fortuna una persona di passaggio nella campagna di Logulentu-Badde Tolta e che aveva notato in che condizioni si trovava Red ha lanciato l’allarme riuscendo a far attivare (seppure con un po’ di ritardo per motivi burocratici e legati alle competenze) l’intervento di chi di dovere. L’animale sarebbe di proprietà di una persona attualmente in carcere e sarebbe dovuta essere la sua convivente, una donna straniera, a occuparsene. Ma travolta dai problemi economici (col suo negozietto è in tali difficoltà che le è stata tagliata l’energia elettrica) non avrebbe avuto il tempo e soprattutto i soldi per far curare Red. Che così è peggiorato di giorno in giorno.  «Quando mi sono avvicinato ho capito subito che la situazione era tragica - ha detto Salvatore Sale, a capo delle guardie zoofile - e ho avuto l’impressione che la zampa fosse in cancrena, mai vista una cosa così. La convivente del proprietario era dispiaciuta, probabilmente non sapeva nemmeno cosa fare e non aveva soldi. Ha detto di aver preso anche contatto con un veterinario, ma che non se n’è poi fatto nulla, perché per la donna era impossibile pagarlo. La Lida ha recuperato il cane che è stato sottoposto a un trattamento, risultando tra l’altro microchippato».  «Anche se per legge dovrebbe quindi occuparsene il proprietario - dice Maria Carboni, presidente della Lida - vista la situazione di precarietà dei padroni non lasceremo di certo l’animale senza cure».

ADNKRONOS
31 OTTOBRE 2009
 
Spagna, corrida a rischio. Barcellona decide sul futuro della 'Fiesta'
La raccolta di firme dell'organizzazione 'Plataforma Prou!' (Basta!)
 

 

Madrid, 31 ott. (Adnkronos) - A Barcellona verrà deciso mercoledì 4 novembre il futuro della 'Fiesta', celebrata da Ernest Hemingway e dal massimo poeta moderno spagnolo, Federico Garcia Lorca, con il lamento funebre 'Alle cinque della sera', dedicato all'amico Ignacio Sanchez Mejias, ucciso da un toro infuriato durante una corrida. Il destino dei tori catalani è, dunque, tutto nelle mani del parlamento locale che voterà una legge di iniziativa popolare per l'abolizione dello spettacolo tradizionale spagnolo. Il momento della verità arriva a stagione terminata, lo scorso 27 settembre, con la consueta performance del famoso torero José Tomas applauditissimo e portato in trionfo a spalla attraverso la Puerta Grande al termine della sua esibizione. Nell'arena 'La Monumental', gremita di sostenitori, la 'fiesta' potrebbe essere ricordata come l'ultima nella storia cittadina.

Risale infatti allo scorso maggio la raccolta, da parte dell'organizzazione 'Plataforma Prou!' (Basta!), delle di 180mila firme necessarie per l'iniziativa legislativa popolare (Ilp)per dire stop alla tauromachia che verra' votata questa settimana al parlamento catalano. Per mettere al bando la corrida servono 68 voti. Contro la sua abolizione si sono schierati da subito i conservatori del Partito popolare che contano 14 seggi e che hanno annunciato una serie di emendamenti alla Ilp. Da ricordare, tra l'altro, che l'anno scorso per la prima volta dalla fine della dittatura franchista nel 1975, i popolari spagnoli avevano inserito la difesa della 'fiesta' nel programma elettorale delle legislative del 9 marzo. A sostenere l'iniziativa sono invece gli indipendentisti di Erc (21 deputati) e i comunisti Icv (12 deputati). Occorrera' vedere dunque come si esprimeranno i 48 democristiani del CiU che hanno totale liberta' di voto e i 37 socialisti catalani che hanno gia' presentato un emendamento. Tra i tanti difensori all'estero della corrida di Barcellona, anche il quotidiano americano 'New York Times' e il britannico 'Times'. Ricordando che fino agli anni Sessanta era molto popolare e che il torero Tomas è visto "come un eroe, da un lato e come un diavolo dall'altro" il quotidiano britannico ipotizzava che l'avversione nei confronti della 'fiesta' in Catalogna" fosse una "invenzione dei nazionalisti". Dunque gli appassionati della tauromachia ammirano il torero e lo vedono come un salvatore, mentre chi è contrario alla corrida vede Tomas come "un elemento che rappresenta la barbarie". Sottolineando che 'La Monumental' è l'ultima 'plaza de toros' attiva in Catalogna dopo la chiusura delle arene in quattro province della regione, il quotidiano di New York ha scritto invece che "negli ultimi tre decenni il calo di interesse tra i giovani catalani si è combinato con la pressione esercitata dai difensori dei diritti degli animali e dei nazionalisti catalani" per metter al bando lo spettacolo della corrida.


IL CITTADINO

31 OTTOBRE 2009

 

Villanova (LO - Gli animali non sono velenosi e stanno bene, erano stati rubati tre settimane fa in un negozio nel Pavese 

Nei campi spunta un boa di due metri 

La Forestale prosegue i controlli, trovati altri quattro serpenti 

 

Davide Cagnola

 

Villanova (LO) -  Recuperati altri quattro serpenti nelle campagne di Bargano. Ieri sono proseguiti i controlli del corpo forestale dello stato e altri rettili che il giorno precedente si erano nascosti fra i rovi e sotto terra sono usciti allo scoperto. Un boa constrictor, in particolare, era lungo quasi due metri e aveva un diametro almeno quattro superiore a quelli ritrovati il primo giorno. Gli altri invece erano piccole vipere e serpenti (Elaphe guttata ghost e Lampropeltis i nomi scientifici) di circa venti o trenta centimetri.Nel frattempo è stata scoperta anche la provenienza di quegli animali. Era quello che rimaneva infatti di un maxi furto di iguana e serpenti avvenuto alcune settimane prima, fra il 12 e il 13 ottobre, in un negozio specializzato di Monteleone, nel Pavese. I ladri avevano rubato complessivamente 106 animali per un valore di almeno 10mila euro, poi hanno abbandonato in campagna tutti quelli “mordaci” e quindi considerati più pericolosi e difficili da piazzare clandestinamente. Ieri il titolare del negozio è stato contattato dalla Forestale e, una volta arrivato a Lodi, ha riconosciuto i serpenti ritrovati come quelli rubati al suo negozio. Ora stanno bene e si trovano “al caldo” al circo Martini allestito alle porte di Lodi (visto che il loro domatore aveva dato un grosso aiuto nel recuperare i rettili) e in parte al Cras (centro recupero animali selvatici) del Wwf a Castelleone; poi verranno riconsegnati al proprietario.Intanto proseguono le ricerche nella campagne di Bargano per scovare altri animali che potrebbero essere sopravvissuti alle temperature rigide di questi giorni. Quelli più piccoli, in particolare, si adattano molto facilmente e si infilano nei buchi della terra o sotto le sterpaglie, cercando così un po’ di caldo. Ieri mattina, quando è uscito il sole, sono usciti allo scoperto e sono stati visti. È stato l’ispettore capo della Forestale, Mario Costa (poi raggiunto dal collega Cesare Mulazzi e dall’appuntato scelto dei carabinieri di Sant’Angelo Massimo Missoni), ad effettuare un controllo in tarda mattinata e a vedere nel fosso il grosso boa di quasi due metri. Così ha contattato nuovamente il domatore del circo Martini per il recupero e lui ha scovato altri tre rettili. Ma evidentemente la loro presenza ha spaventato gli animali e li ha spinti a restare nascosti. I controlli proseguiranno comunque anche nei prossimi giorni, il sospetto infatti è che in quelle campagne si nascondano ancora altri serpenti.Nessuno di questi comunque è velenoso. Inizialmente si era temuto che in circolazione ci fosse una vipera delle sabbie, visto che su una delle scatole ritrovata c’era l’etichetta con quel nome stampato. Ma il titolare del negozio derubato ha negato che fra i suoi animali ci fosse anche quella pericolosa vipera, così l’allarme è rientrato.


LA PROVINCIA PAVESE
31 OTTOBRE 2009
 
Vipere, boa e pitoni nel lodigiano rubati a Inverno
 
LODI. E’ allarme nelle campagne del Lodigiano per la presenza di serpenti boa, pitoni e vipere del deserto. I rettili sono stati scoperti casualmente in un canale in secca da un agricoltore di Villanova Sillaro, vicino a Lodi, nei pressi del casello dell’Autostrada del Sole. Giovedì sono stati trovati tre pitoni, altrettanti boa constrictor e una vipera, mentre altri quattro serpenti, tra cui un boa lungo circa un paio di metri, sono stati scovati nel corso di una battuta organizzata dal Corpo forestale dello Stato. Dalle indagini dei carabinieri è risultato che serpenti e vipere erano stati rubati nella notte tra il 13 e il 14 ottobre da un rettilario a Inverno e Monteleone. Gli esemplari rubati erano circa un centinaio, secondo la denuncia presentata dal proprietario. I ladri, probabilmente nell’impossibilità di piazzare agevolmente gli animali sul mercato, li hanno gettati nel canale in secca a poca distanza della bretella di collegamento dell’autostrada con Lodi. I rettili recuperati sono stati riconsegnati al proprietario e per ragioni di sicurezza oggi le campagne della zona saranno perlustrate dalle guardie forestali.

IL MESSAGGERO
31 OTTOBRE 2009
 
A Pomezia (RM) cacciatori nel parco
 
Vi scrivo per informarvi di un fatto a dir poco allarmante che denuncia una mancanza di sicurezza nelle nostre città. Vivo a Pomezia da pochi mesi e davanti alla mia abitazione c'è un parco enorme, con tanto di bosco, dove fino ad un mese fa giravano lepri e conigli (gioia di tutti soprattutto dei bambini).Attualmente stanno facendo dei lavori di manutenzione nel parco per mettere la strada ciclabile. Molte persone portano i loro bambini a spasso per il parco e altrettanti portano i loro cani.Da un mese circa (forse meno) si sentono gli spari di alcuni cacciatori. Solitamente dalle 5 di mattina ma i weekend anche alle 8 di mattina e nel pomeriggio- Un giorno mi sono affacciata armata di binocolo e l'ho visto con tanto di fucile tra le mani ed un capanno opportunatamente montato. Ho chiamato i carabinieri di pomezia i quali mi hanno informata che i cacciatori possono sparare senza alcun problema purchè rispettino il limite massimo è di 50 metri dalle abitazioni. (50 metri?!!! praticamente mi saranno contro!!) e che sebbene il parco sia frequentato da adulti, bambini e cani non possono fare nulla in merito perchè la legge lo permette.Ora mi domando se è ammissibile una cosa del genere e se noi non possiamo più passeggiare tranquillamente nel parco lasciandolo di fatto in amno ai cacciatori nel periodo della caccia. A me sembra a dir poco sconcertante. Credo debba essere posto un limite a tutto ciò perchè i cacciatori devono andare a sparare non nel parco di una cittadina ma in apposite zone dove ciò è permesso. Ho visto con i miei occhi il cacciatore sparare mentre poco distanti passava un papà con la sua bambina di 6 anni....Ho visto il cacciatore andarsene dal parco con il suo fucile sulle spalle e tranquillamente dirigersi verso il centro. Purtroppo non è il solo a sparare e la situazione a mio avviso non può continuare. Un tempo queste cose non erano ammesse Dov'è lo Stato di qualche anno fa? Attualmente solo subendo un danno, forse, lo stato interviene. Non c'è più alcuna tutela preventiva, serve il morto per essere tutelati?Ho deciso di andare nel parco e vedere che succede pur sapendo che il rischio di ricevere una pallottola è alto. Ma forse alla fine verremo tutelati! O il cacciatore viene fermato dallo Stato o sono i cittadini a doverlo fermare! Vi chiedo vivamente di pubblicare la mia lettera perchè tutti devono sapere e fermare tutto ciò!
Vi ringrazio Raffaella

IL CITTADINO

31 OTTOBRE 2009

 

Gli angeli del Cras: «Aiutiamo 1300 animali all’anno»

 

Provincia di Lodi - Ci sono un bosco didattico e un “ecomuseo”, nella bucolica cornice attorno a cascina Stella. Ma soprattutto c’è il Cras, il centro del Wwf dove ogni anno il veterinario Angelo Bettinelli, lo “sceriffo” Gianluigi Bertesago e la moglie Mariangela accolgono e curano amorevolmente circa 1300 animali vittime di soprusi, ferimenti, abbandoni e avvelenamenti. Molti di questi, peraltro, arrivano proprio dal Lodigiano, portati dalla polizia provinciale (convenzionata al Cras al pari dei colleghi cremonesi) o dal corpo forestale. Come il boa constrictor pescato assieme ad altri serpenti nella campagne di Villanova, il falco pellegrino Troy, fino alla lepre raccolta ferita da una donna lodigiana, che seppure in assoluta buona fede ha reso suo malgrado l’animale incapace di nutrirsi autonomamente, né di vivere in libertà. «Gli dava il latte, come a un bambino, ma adesso deve imparare a nutrirsi come una lepre», spiegano gli angeli del Cras, in perenne lotta tra le barbarie e le negligenze degli uomini e il delicato compito di curare, rendere nuovamente “selvatici” e possibilmente liberi i loro ospiti. Magari non con i serpenti, anche se per il boa di Villanova il nutrimento adeguato e un poco di calore sono bastati a restituire una buona salute: «A noi il riscaldamento costa cento euro - spiega il dottor Bettinelli ma per loro significa sopravvivenza”. Dentro le voliere, c’è anche un gufo cui Mariangela, esperta “capobranco”, ha saputo togliere l’imprinting domestico, restituendogli l’orgogliosa e caratteristica autonomia; attorno, invece, pavoni e galletti scorrazzano liberi, seguendo come cani i passi di chi, tra gli umani, ha saputo volergli davvero bene. Dentro una gabbia, uno splendido pappagallino giallo ci osserva curioso: «Gli hanno sparato con una carabina», sospirano al Cras; la bestia, quella volta, stava dietro a una canna di fucile.


LA SICILIA
31 OTTOBRE 2009
 
«Cani randagi il Comune è distratto lo denunciamo»

Luca Signorelli

SIRACUSA - «Abbiamo visto e saputo di cuccioli di cani e gatti triturati per sbaglio nei camion della spazzatura. Ci sono tante cose che non vanno sulla gestione dei randagi e chiedo l'intervento della magistratura». La vicepresidente e coordinatrice dell'Onda (Osservatorio nazionale dei diritti degli animali), Ilaria Fagotto, accusa il Comune di inefficienza, criticando la mancanza di una gara d'appalto sui servizi di randagismo, di soldi per mantenere o accogliere nuovi randagi o ancora sulle numerose segnalazioni riguardo alla risposta fornita dai responsabili comunali su una presunta legge che ritiene essere proprietario del cane colui che lo ritrova. «La legge prevede che qualsiasi cane trovato su strada debba essere segnalato - spiega la responsabile del servizio, Doretta Pantano - ma è vietato portarlo ai vigili urbani: dove esiste un servizio cattura cani è vietato. Se raccolgo un cane per strada perché abbandonato, significa che voglio assumermi la responsabilità di questo cane». In realtà non si riesce a trovare questo passaggio, la realtà è che si spendono 480 mila euro l'anno per il servizio cattura cani e il ricovero degli animali nei due rifugi cittadini che ospita quei cani catturati nell'arco di 10,12 anni. Se un cucciolo non viene dato in adozione, o non muore, rischia di rimanere dentro tutta la vita. «L'anno scorso abbiamo recuperato circa 350 cani, oltre 240 abbandonati. A fine anno, di questi, ne restano 60 tra morti, reimmessi come cani di quartiere e adottati. In 10 anni ne restano 700 - sottolinea la Pantano -. Non esiste una struttura comunale, inoltre, quindi ci avvaliamo di due "alberghi" e la gara non può essere espletata. È vero, però, che i soldi non sono sufficienti a completare l'anno. Quindi a dicembre, se l'amministrazione non integrerà il capitolo di spesa, potrebbe succedere che si valuterà caso per caso se raccoglierli o meno». Il direttivo Onda ha deciso di denunciare il Comune per ogni cane che perderà la vita nel territorio. «La gara d'appalto è necessaria - conclude la Fagotto - nessuno in Sicilia ha canili comunali ma tutti hanno fatto la gara».


LA REPUBBLICA
31 OTTOBRE 2009
 
Pitbull azzanna padrona il marito spara e lo uccide
 
Grugliasco (TO) - Uccide con un colpo di pistola il cane che aveva appena azzannato la moglie. E' accaduto nei giorni scorsi a Grugliasco (Torino). Il protagonista della vicenda, un impresario di pompe funebri del centro cittadino titolare di regolare porto d'armi, non è stato denunciato. I carabinieri lo hanno segnalato alla Procura della Repubblica di Torino, che deciderà se prendere eventuali provvedimenti.Da qualche tempo il cane, un pitbull di tre anni, aveva dato segni di squilibrio. Prima di aggredire la moglie del suo padrone se l'era infatti presa con l'altro cane di casa, a cui aveva portato via un occhio.
Qualche giorno fa l'aggressione: la padrona stava giocando in giardino con il pitbull che, quando la donna lo ha accarezzato per rientrare in casa, l'ha morsa all'avambraccio sinistro. La donna si è divincolata e ha chiesto aiuto al marito. Ma anche lui è stato puntato dall'animale.
A quel punto l'uomo è rientrato in casa per prendere la pistola e ha sparato all'animale. Un colpo solo, che lo ha colpito alla testa e lo ha ucciso sul colpo. Accompagnata all'ospedale, la moglie è stata sottoposta a terapia antibiotica ed è stata giudicata guaribile in alcuni giorni.

IL GAZZETTINO

31 OTTOBRE 2009

 
SULLE MURA A SPASSO COE OCHE
 
Giorgio Fantin
 
Treviso - Oddio. Oche impaurite, bastonate, seviziate, sfruttate, mangiate, sulle mura per la Festa dell’Oca: ciò che chiedevano gli animali, pardon, gli animalisti per distruggere le tradizioni popolari trevigiane. Gente che non capisce e non vuol capire, che calpesta e ignora le regole della festa, gente ignorante e maleducata che non si presenta, che non sa contare e chiedere che gli animali in mostra erano ben 286, che spia e fotografa con velenosa perseveranza.Si son visti il dott. Camerin e due vigili urbani, la Compiano, non carabinieri né polizia. Il dott. Ferracin inviato dall’Ulss 9 ha steso un verbale e mi ha confermato che l’aviaria a Treviso non si è manifestata, e soprattutto che non si trasmette alle persone. Alla faccia delle dichiarazioni burocratiche: c’è da ridere o da piangere? Persino un’animalista dichiarata, da Feltre con la sua oca di 15 anni, s’è dispiaciuta per la mancanza della tradizionale “passeggiata”: lei non mangia l’oca ed altre carni, ma ha partecipato per qualche anno alla bella e simpatica nostra manifestazione, e ha sorriso leggendo il regolamento perché dice che la gente animale senza dubbio non l’ha mai letto.E’ così! La 12^ festa dell’Oca è stata orbata dalla mancanza delle oche di Ca’ Tron, ma ha saputo regalare a 20 bambini un momento di gioia per la foto fra le oche ognuno con un palloncino e per il successivo omaggio di un peluche disney offerto da Lazzari alla cinquantina di ragazzi presenti.L’Associazione dell’Oca con la Còngrega è contenta della festa che è riuscita ad organizzare sul bastione di SS.Quaranta per la mostra delle opere pittoriche dei vari anni (Zanetti, Solimbergo), delle sculture (Rottin, Marsura, il bastone di Gumirato) e delle ceramiche, per la mostra di locandine e manifesti,ecc., per la presentazione orgogliosa dello stendardo dell’oca, per i regali di palloncini e peluche, per il dolce dell’oca presentato e offerto dal pasticcere Ardizzoni a fianco dei gazebo di Veneto fra la terra e il cielo. L’Associazione non cerca rivalse o di dare informazioni in Internet, vorrebbe un confronto serio ma con chi?, e dichiara che la prossima festa si farà a pagamento per gli spettatori e gli spioni imbecilli.  Avevamo già ricevuto il 15.10 una comunicazione del Comune per il diniego della pastasciutta al ragù e un “folpo” delle fiere da offrire a fine premiazioni, con motivazioni fasulle: "non rientrante nel programma dell’evento regionale e per carenza di requisiti professionali di Moira Lazzari”, quando il signor Mazzon dell’Ulss aveva dato parere favorevole e la sig.ra Giolo sapeva del certificato abilitativo della Moira la settimana precedente in pescheria. L’opera buffa ci è stata recapitata a mezzo fax venerdì mattina col parere sfavorevole dell’Ulss alla festa e alla mostra di animali. Telefonate di un amico veterinario ci ha permesso un incontro col dott. Camerotto che ha provveduto ad autorizzare soltanto la mostra degli animali di De Nardi Zampieri anche con anatre e oche perché azienda benevisa all’Ulss 9 mentre la Tenuta agricola Ca’ Tron non può trasportare e far partecipare le 100 oche per evitare “fatiche insopportabili nel movimentare e stimolare la gara degli animali con strumenti esterni”. E non ci resta che ridere. Per inciso, la pasta al ragù e l’ottimo folpo perché cucinato sul posto (e non come vuole l’Ulss da ristorante qualificato) è stata apprezzata per due giorni sotto le tende installate a casa di Luca Dotto per festeggiare il suo onomastico, anche con l’oca rosta, la porchetta, le creme fritte preparate da Moira con l’aiuto della mamma, con la musica di Bitols, le barzellette di Casellato e i canti della Beppa e Moretto.Così è, se vi pare cari carissimi della stupidità, con l’osservazione scritta sulla locandina di “far correre gli animalisti” ma col bastone. Abbiamo tante petizioni favorevoli di genitori. 

VIVI ENNA
31 OTTOBRE 2009
 
Piazza Armerina (EN). Denunziati due cacciatori di frodo
 
Piazza Armerina (EN) - I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia di Piazza Armerina nel corso dei servizi di controllo del territorio hanno denunciato all'Autorità giudiziaria due operai di Piazza Armerina tali C.G. di 35 anni e M.V. di 29 anni. I due soggetti sono stati sorpresi da una pattuglia del Nucleo Radiomobile mentre, a bordo del loro fuoristrada ,in contrada Bannata, territorio di Piazza Armerina, esplodevano, in piena notte, colpi di fucile contro della
selvaggina. Sono stati immediatamente bloccati da parte della pattuglia e sono stati trovati in possesso di un coniglio selvatico appena abbattuto. I due sono stati accusati di avere praticato la caccia in maniera illegittima per cui si è proceduto al sequestro dei due fucili e delle munizioni (54 cartucce) di cui erano in possesso. Gli stessi sono stati denunciati alla Procura della Repubblica e verranno segnalati per l'eventuale sospensione del porto di fucile, avendo praticato la caccia in orari non previsti dalla legge.

IL GAZZETTINO

31 OTTOBRE 2009

 

Chiusa la stagione venatoria della Riserva L’attività delle doppiette e i dati ufficiali

 

ARSIÈ (BL) - La stagione venatoria della Riseva Alpina di Caccia di Arsié, che si estende per 64 chilometri quadrati, sta per concludersi, almeno la "grossa". La caccia al capriolo è terminata il 24 ottobre con l'abbattimento del 28. capo, mentre per il cervo si è arrivati a 13 animali su 3 aree divise coi comuni di Lamon, Sovramonte, Fonzaso, Feltre, Seren, Alano e Quero. Per la lepre poco ci manca a riempire i 65 rettangoli della tabella degli autori, ne mancano 7 sparsi su a Col Perer, tra Lan e Spienisighe, poi stop. Andrà avanti la caccia al cinghiale, dichiarato animale nocivo.


IL GAZZETTINO DI TREVISO
31 OTTOBRE 2009
 
CACCIA La sentenza del Tar ha lasciato l’amaro in bocca alle doppiette
"Polenta e osei" addio
Il presidente Casagrande: «Malvisti, ma facciamo tanto per l’ambiente»
 
Provincia di Treviso - Sempre nuove grane anche per i cacciatori di Vittorio Veneto. Da oggi è infatti vietata la caccia a fringuelli, peppole, storni e pispole: lo dice la sentenza del Tar, che accogliendo il ricordo della Lega Anti Caccia e imponendo il divieto in tutta la regione nella riserva Alpina di Vittorio Veneto, lascia delusi i trecento e passa soci che in questo periodo si stavano dedicando a questa pratica venatoria da appostamento. «Poenta e osei addio - commenta un cacciatore buongustaio -. La legge però non mi vieta di continuare a capanno con tordi, sasselli, merli e cesene». In merito non si scandalizza il presidente della riserva vittoriese Ezio Casagrande. «In provincia la caccia alle specie in deroga era già vietata oltre quota 1.100. C’è la questione di fondo che ad autunno di ogni anno ripropone battaglia fra regione e protezionisti. Questa decisione ci tocca limitatamente, inoltre non è vero che a dicembre verrà vietata anche la caccia vagante coi cani. La realtà generale è una sola: siamo malvisti, a nulla vale quanto facciamo di buono come il ripristino ambientale, i ripopolamenti, il controllo della selvaggina tipica.Il motivo? Lavoriamo in silenzio. Lo facciamo e basta osservando il territorio molto da vicino. Per contro non ho mai visto un rappresentante della Lac partecipare ai censimenti della selvaggina alpina, a uno sfalcio o al ripristino di una lama».Il presidente Casagrande ha anche qualche sassolino da togliersi dalle scarpe: «Sono amareggiato - esordisce - per come è stata illustrata l’assemblea dei soci, cercando di inventarsi polemiche inesistenti. Non c’è stata alcuna “ribellione“ per l’esclusione di 7 soci. È però vero che ci sono alcuni che si divertono a seminare zizzania per scopi personali. L’esclusione dei cacciatori è conseguenza del Piano faunistico regionale. La riserva vittoriese - conclude Casagrande - ha un esubero di 80 soci. Quest’anno il Consiglio, a larga maggioranza, non ha concesso permessi. Comprendo la rabbia degli esclusi, ma la legge è chiara. In assemblea non c’era all’esame né al voto tale questione (poi si è votato per alzata di mano). Su 305 soci ne erano presenti 95: 43 hanno dato parere favorevole, indifferenti gli altri. Nessuna sconfessione del Consiglio che ha sempre agito bene: lo dimostrano le decisioni di Tar e Provincia».

GIORNALE DI VICENZA
31 OTTOBRE 2009
 
Caccia, la Giunta dribbla il Tar Si torna a sparare alla pispola
POLITICA E DOPPIETTE. Il tribunale aveva sospeso la delibera sui prelievi in deroga. Galan e i suoi hanno riscritto l'atto
Donazzan e Berlato: la nuova delibera non muta quasi nulla Per Frigo (Pd) è «una forzatura» E Zanoni (Lac) muove i suoi legali
 
Marco Scorzato
 
Regione Veneto - La Giunta regionale dribbla la sospensiva del Tar e ripristina la caccia in deroga. Colpita l'altro ieri dalla decisione dei giudici amministrativi, che avevano accolto la richiesta di sospensiva della delibera regionale del 6 ottobre scorso alla luce del ricorso della Lega anticaccia, la Regione contrattacca immediatamente per annullare, nei fatti, gli effetti del pronunciamento del tribunale e consentire alle doppiette di sparare, già da oggi, a pispole, peppole, fringuelli e storni.
Il tema-caccia, e il relativo bacino elettorale dei 46 mila cacciatori veneti, è talmente sentito in Laguna - soprattutto dall'assessore alla Caccia Elena Donazzan - che la giunta Galan si è riunita ieri in seduta e circostanze straordinarie: alle 18 e in trasferta, a Padova. Come si fa nei casi di terremoto.
"EMERGENZA E SOCCORSI". In un certo senso, agli occhi dell'assessore Donazzan, la sospensiva del Tar era sembrata un vero terremoto, anche se non un fulmine a ciel sereno: c'era, in Giunta, la consapevolezza che la delibera del 6 ottobre - approvata dopo lo stallo politico in Consiglio che ha impedito di votare una legge - fosse strumento più debole ed esposto ai ricorsi. Così è stato e giovedì, su istanza della Lac, il Tar del Veneto, ha sospeso la delibera fissando l'udienza di merito all'11 novembre. Per la Regione è scattata "l'emergenza". E i soccorsi sono partiti tambur battente.
LA NUOVA DELIBERA. Così ieri è arrivata la delibera di riserva che, previa revoca della precedente, riammette la caccia in deroga a pispola, storno e fringuello - per massimo 20 capi al giorno - e alla peppola - 5 capi.
«Cambia il quantitativo massimo di prelievo regionale, e vene ridotto fino al rispetto dell'1% della mortalità annua della specie», afferma l'assessore Donazzan. Che motiva così la delibera-bis. «La straordinarietà è dovuta al fatto che il Tar ha deciso un provvedimento così grave per i diritti di una parte dei cittadini del Veneto, senza il contradditorio della nostra avvocatura». L'intento è «evitare un gravissimo pericolo per i nostri cacciatori».
LE REAZIONI. «L'esultanza della Lac è durata un giorno, venerdì, nel quale la caccia non era consentita», afferma soddisfatto Sergio Berlato, eurodeputato Pdl, che puntualizza: la sospensiva sull'altro ricorso, sul calendario venatorio, riguarda «solo il temporaneo divieto di utilizzo del colombo nella caccia ai colombacci». «Soddisfatta anche Maria Cristina Caretta, presidente Confavi.
Non ci sta, invece, Andrea Zanoni, presidente della Lac: «Ho già allertato i legali per valutare eventuali ipotesi di reato che potrebbero essere connesse al nuovo atto».
Critico anche Franco Frigo, consigliere regionale del Pd, «È una inaccettabile forzatura. Galan ha dimostrato di essere indipendente da Bossi: dimostri ora di non cedere ai diktat di Berlato». Per Gianfranco Bettin, leader dei Verdi in Regione, «è uno sgarbo al Tar: non hanno neanche atteso le motivazioni dei giudici. In fondo me lo aspettavo: questa Giunta è totalmente in mano alla lobby dei cacciatori».

IL GAZZETTINO DI BELLUNO
31 OTTOBRE 2009
 
Buche sui prati, cinghiali o l’orso?
 
SANTA GIUSTINA (BL)- Buche sul terreno tra alcune abitazioni a Piovena. Qualcuno pensa ai cinghiali, ma per altri potrebbe essere stato, viste anche le impronte lasciate, un animale più grande, forse un orso. È accaduto nella notte tra giovedì e venerdì nella frazione di Piovena, a Santa Giustina: sono comparsi in un prato tra le abitazioni una serie di smottamenti, il più ampio del diametro di oltre due metri, a cui si accompagnava un forte odore di selvatico. In diversi hanno già ipotizato un passaggio di cinghiali, ma per qualcuno le tracce sul terreno parrebbero più grandi, forse un orso.

TRENTINO
31 OTTOBRE 2009
 
Lunga vita agli amici cani e gatti
 
di Chiara Girardi
 
TRENTO. Si è allungata la vita media degli uomini, ma anche quella degli animali domestici. Max, un mix terrier della Lousiana, con i suoi 26 anni ha battuto il record dei 21 anni della bassotta Chanel, mentre un gatto texano è spirato a 34 anni. Record e segnali di un cambiamento già avvenuto. Ne parliamo con Alberto Aloisi, presidente dell’ordine dei medici veterinari di Trento.   Qual è oggi la vita media dei quattro zampe?   Sui 15 anni per il cane e i 16 per il gatto. La taglia, soprattutto nei cani, può influire in senso negativo.   I segreti per far raggiungere un buon traguardo ai nostri animali?   L’età è un fattore genetico, come nell’uomo. Dobbiamo quindi controllare gli altri fattori: alimentazione di prima qualità, movimento e visite frequenti dal veterinario ai fini della prevenzione.   Da cosa dipende l’aumento dell’età media?   C’è più attenzione per gli animali domestici, considerati a tutti gli effetti membri della famiglia, è aumentato il numero di ambulatori veterinari ed è migliorata la conoscenza della salute degli animali. Oggi sono disponibili esami di laboratorio, ecografie e cure oncologiche che prima non c’erano.   Quando si può definire “anziano” un pet?   Verso i 6-7 anni un cane di taglia grossa o media e verso gli 8-9 se di taglia piccola. Un gatto intorno ai 7-8 anni.   Quali sono le patologie legate all’età?   Problemi cardiaci, renali, epatici o oculari, ossia la cataratta, e il venir meno dell’udito, mentre l’incontinenza è più rara che nell’uomo ed è legata ad altri fattori.   Quali precauzioni dobbiamo adottare?   Vaccinazioni annuali permettono all’animale di arrivare alla vecchiaia in salute e devono essere continuate. La visita veterinaria, da effettuare ogni anno, è importante per prevenire le malattie più comuni: patologie cardiache, renali, gastriche. Verso i 6-8 anni dev’essere fatto un check up a reni e fegato e, se necessario, un’ecocardiografia. Tumori o patologie ai polmoni sono molto rari negli animali e solitamente collegati a problemi cardiaci.   Come cambia l’alimentazione?   Bisogna ridurre l’apporto proteico e aumentare le fibre per evitare problemi a reni e fegato. Il peso va tenuto sotto controllo. Invecchiando, infatti, ci possono essere sia problemi di artrosi (ad esempio nei cani di grossa taglia), che a carico della colonna. Per i cani predisposti all’obesità, bisogna stabilire col veterinario una dieta e pesarli almeno una volta ogni 6 mesi. L’obesità può portare anche al diabete. Nel gatto d’appartamento, mancando il movimento, si deve curare di più l’alimentazione: le costole si devono sentire, ma non vedere. In alcuni casi, però, un peso eccessivo non dipende da cattiva alimentazione, ma da problemi tiroidei.   Altre attenzioni?   I denti dei cani dovrebbero essere puliti almeno una volta al giorno con uno spazzolino o una garzina, perché alcuni batteri presenti nel tartaro possono dare problemi e livello cardiaco. Nel gatto invece l’alimentazione secca favorisce l’autopulitura.
 
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