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IL SECOLO XIX
31 AGOSTO 2010
Salvati 15 cani in fuga dai "botti" delle sagre
Molti sono finiti sull'autostrada e sono stati investiti
Terrorizzati dai fuochi artificiali sono scappati dai giardini delle abitazioni: recuperati dai volontari dell'Enpa
Bruno Mattana
Ovada (AL). Storie di cani e di persone, di abbandoni e di fughe per paura. Ultima trance dell'esodo vacanziero prima del ritorno alla normalità e di cani abbandonati al loro destino da inqualificabili padroni. Ma anche di fughe volontarie di numerosi animali che nel periodo delle decine di sagre e di feste con tanto di fuochi artificiali che si sono già svolte nel territorio, in preda ad un vero e proprio choc da paura (per il terrore provato qualche animale in questi casi è già morto per il cuore che non ha retto), sono riusciti a fuggire disperati dalle loro abitazioni, dai cortili e giardini per proteggersi dalle esplosioni nel cielo degli spettacoli pirotecnici.
«In occasione di questi fuochi artificiali - dice Patrizia Ferrario responsabile del canile municipale di Ovada gestito dall'Enpa - i proprietari devono tenere i loro fedeli amici a quattro zampe in ambienti chiusi o comunque protetti. Possibilmente stando anche vicini a loro per farli sentire al sicuro. Eviteranno forti stress ai cani e problemi a se stessi». Così a prima vista, quello delle esplosioni pirotecniche (anche se non sono proprio in prossimità) può sembrare un fatto di importanza marginale, mentre è un grosso problema. Lo conferma la presidente Enpa. «In quest'ultimo periodo - spiega Patrizia Ferrario - in una settimana ci sono arrivati ben 15 cani che erano scappati da casa per le esplosioni dei fuochi d'artificio, e poi si erano persi. Vagavano spaventati, senza più autocontrollo, vagando per le campagne e in città. Fortunatamente siamo riusciti, anche grazie a segnalazioni, a recuperarli tutti. Erano tutti animali di proprietà e abbiamo già provveduto a restituirli ai loro padroni». Non sempre però la fuga finisce bene. Alcuni c ani si infilano, attraversano o percorrono per tratti le corsie dell'autostrada e vengono investiti. A questo punto entra nel discorso il fenomeno dell'abbandono causa ferie. Per varie persone che possiedono cani la soluzione, quando si tratta di scegliere tra la salute e forse la vita del proprio animale e la voglia incontenibile di una agognata vacanza, decidono per l'abbandono. Forse sperando che, prima o poi, in qualche modo il cane ritornerà a casa. Non è sempre così. Molti cani rimangono uccisi dagli automezzi, altri muoiono in modi diversi, altri ancora finiscono per perdersi e diventare dei randagi. Su tutte la storia di Alena. Si tratta di una bellissima cagnolina, uno splendido esemplare di Amstaff, sui cinque-sei anni. E' stata trovata vicino al casello di Ovada della A26, legata al guard raill. Un animale molto curato, sterilizzata, con tatuaggio all'orecchio destro (si leggono però solo le lettere EE), purtroppo in parte cancellat o. Ora è ospite del canile. «Speriamo che possa ritrovare i suoi padroni - dice Patrizia - se non sono coinvolti nell'abbandono.[...]
AGRIGENTO NOTIZIE
31 AGOSTO 2010
Veleno contro i randagi: la strage dei cani al Villaggio Mosè
Agrigento - Tramite la segnalazione d i un residente in via Vittorio De Sica, al Villaggio Mosè, l'associazione ambientalista Legambiente è venuta a conoscenza una vera e proprioa strage di cani randagi causata da ignoti che disseminano nel quartiere del veleno. Le caracsse, però, rimangono per strada e nessuno è intervenuto per la loro rimozione. Il veleno, purtroppo, non uccide solo i cani randagi: anche il cane di uno dei residenti nella zona è rimasto ucciso dopo aver ingerito qualcuno dei bocconi avvelenati.
Domani, mercoledì 1settembre, alle 12, dinanzi al ristorante “Lo zingaro” al Villaggio Mosè, una rappresentanza di residenti incontrerà gli organi di informazione alla presenza della dirigente del circolo Rabat di Legambiente Claudia Casa e dei volontari dell’associazione animalista Aronne, per illustrare la drammaticità della situazione ed il grave disagio patito, nonché le misure da adottare per evitare che episodi di tale efferatezza continuino a ripetersi.
TG COM
31 AGOSTO 2010
Getta cuccioli in fiume e si filma
Su internet la caccia contro la ragazza
Una ragazza bionda, con una felpa rossa, si piega e da un secchio di plastica prende un cucciolo di cane. Poi con violenza lo getta in un fiume. Una scena che viene ripetuta per altre tre, quattro volte, finché tutti i cani sono buttati in acqua. Immagini agghiaccianti che hanno fatto il giro del web e che hanno scatenato una caccia alla responsabile per fare in modo che questo folle gesto venga punito.
ATTENZIONE LE IMMAGINI DI QUESTO VIDEO POTREBBERO URTARE UN PUBBLICO SENSIBILE
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo489683.shtml
CORRIERE DELLA SERA
31 AGOSTO 2010
Il video messo in rete ha scatenato la reazione degli utenti
Caccia sul web alla "lanciatrice" di cuccioli nel fiume
Nelle immagini si vede una ragazza che prende gli animali da un secchio e li tira in acqua
MILANO - Sono immagini terribili: una ragazza si piega e da un secchiello di plastica prende un cucciolo di cane. Poi con violenza lo getta in un fiume. Una scena che viene ripetuta per altre sei volte. I cagnetti indifesi annegano in acqua. L'agghiacciante video di 44 secondi ha fatto il giro della Rete e scatenato una caccia alla responsabile: «Se qualcuno conosce questa ragazza avverta immediatamente le autorità». E' l'appello lanciato sui media online, nei forum di discussione, dai blog e nei social network.
IMMAGINI SUL WEB - Le immagini sono state pubblicate lunedì da un utente anonimo sul controverso portale 4chan, lo stesso che ha scovato la donna inglese che butta il gattino nel cassonetto della spazzatura, con un link verso LiveLeak. Sulle rive di un fiume, in alcuni forum si dice si trovi in Croazia, una ragazza sui vent'anni si fa riprendere mentre pesca da un secchio un cucciolo per volta e lo lancia nell'acqua. Tra gridolini di gioia di lei e guaiti di terrore delle innocenti vittime che ha condannato a morte certa. Il video ha suscitato orrore e indignazione nella blogosfera: migliaia di utenti su Facebook, YouTube e altre piattaforme hanno dato il via alla caccia per scovare l'artefice di questo supplizio. Finora senza successo.
DUBBI E CRITICHE - Ciò nonostante, non mancano le voci secondo le quali il video non sarebbe altro che una contraffazione. Infatti, arriva dopo il clamore suscitato nei giorni scorsi dalle immagini della 45enne inglese Mary Bale, sorpresa mentre getta il gattino Lola nel cassettone della spazzatura. Critiche in queste ore arrivano soprattutto dalle associazioni animaliste. Prima fra tutte la nota Peta, che condanna l'uso indiscriminato che i siti di condivisione dei filmati fanno di questi episodi. «Sono solo pubblicità negativa e permettono unicamente ai sadici di pubblicizzare le crudeltà che infliggono agli animali», il monito.
GIORNALE DI VICENZA
31 AGOSTO 2010
Cani maltratti e rivenduti: traffico dall'Europa dell'Est
MILANO. Con falsi certificati di vaccinazione
Chiuse le indagini a carico di 9 persone, anche veterinari ![]()
MILANO - Strappati alle madri quando non avevano ancora due mesi, i cuccioli affrontavano un lungo viaggio in gabbie piccolissime, ammassati l'uno sull'altro e senza acqua, partendo dalla Repubblica Slovacca per arrivare in Italia. A Milano e a Torino, dopo aver sofferto altri maltrattamenti e sevizie, i cani venivano venduti a "padroni" ignari di ciò che avevano subito, con tanto di certificati falsi attestanti vaccinazioni che in realtà o non erano state mai fatte o erano irregolari.
Per questo vero e proprio "traffico" di cani dall'Europa dell'Est all'Italia il pm di Milano Nicola Balice ha notificato l'avviso di chiusura delle indagini (che di solito prelude alla richiesta di rinvio a giudizio) a carico di 9 persone: due titolari, marito e moglie, di un negozio di animali in via Padova nel capoluogo lombardo, due negozianti e tre allevatori di Torino e due veterinari. Sono accusati tutti di associazione per delinquere e devono poi rispondere, a vario titolo, di maltrattamento di animali, truffa, frode in commercio, falso e violazione di normative comunitarie. Nell'avviso di chiusura delle indagini si fa riferimento all'iscrizione «all'anagrafe canina» di 18 cani, che sarebbe avvenuta attraverso false certificazioni fornite dai veterinari. A subire «maltrattamenti e sofferenze» sarebbe stato invece, come scrive il pm, «un numero imprecisato, ma tuttavia rilevante» di cani. E il traffico avrebbe riguardato anche «gatti e altri animali». I cuccioli, spesso di età inferiore a due mesi, partiti dalla Repubblica Slovacca viaggiavano «per lunghi tragitti in condizioni precarie (stivati in gabbie inadeguate e privi di acqua)». Una volta arrivati negli allevamenti e nei negozi coinvolti nell'inchiesta, i cani venivano sottoposti «a sevizie e fatiche insopportabili per le loro caratteristiche etologiche».
GEA PRESS
31 AGOSTO 2010
Traffico cuccioli dall’Est, nove indagati.
Appena nati partivano per Milano e Torino per essere venduti.
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GEAPRESS – Compiute poche settimane di vita, venivano strappati alle madri, imbottiti di farmaci e dopo viaggi allucinanti finivano nelle vetrine di Milano e Torino.
Arrivati in Italia, i cagnolini slovacchi diventavano italiani grazie alla complicità di due veterinari. Alle nove persone indagate, accusate di associazione per delinquere, maltrattamento di animali, truffa, frode in commercio, falso e violazione di normative comunitarie, è stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini, coordinate dal PM di Milano dr. Nicola Balice.Come nel caso di Pistoia dove il Corpo Forestale dello Stato bloccò una tratta di cuccioli destinati alla vendita via internet (vedi articolo GeaPress), anche questa volta i trafficanti sono stati fermati, e forse saranno puniti. Ma il traffico di cuccioli dall’Est Europa è una piaga che va bloccata, tutti dobbiamo fare la nostra parte.Non comprare cani o gatti è la scelta positiva che dovrebbero fare tutti i cittadini. Nei canili, spesso lager, sempre sovraffollati, nelle strade, nei gattili, milioni di cani e gatti aspettano un’adozione. E poi un amico non si compra!I cuccioli provenienti dall’Est provengono da vere e proprie fabbriche, le mamme rinchiuse in box piccolissimi, sono costrette a vivere solo per riprodursi. I piccoli vengono strappati alle madri ad un’età, spesso, inferiore al mese di vita. I cuccioli dovrebbero stare con le madri almeno fino a tre mesi e non potrebbero varcare le frontiere se non ne hanno almeno quattro. Inoltre, il distacco prematuro dalla madre crea problemi fisici e comportamentali. L’insorgenza di malattie viene tamponata con dosi massive di farmaci, che bloccano, all’apparenza, le diverse patologie. I problemi comportamentali, se il cucciolo riuscirà a sopravvivere, gli resteranno per tutta la vita.
AFFARI ITALIANI
31 AGOSTO 2010
Sevizie su cuccioli di cane e gatto: nove indagati
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Cuccioli di cane, gatti e altri animali stipati in gabbie per essere trasportati dai paesi dell'Europa dell'est a Milano e a Torino, tenuti senz'acqua durante lunghi tragitti e imbottiti di medicine che venivano loro somministrate "al solo scopo di ritardare la scoperta di patologie in atto". E' il quadro che emerge da un'inchiesta a carico di nove persone destinatarie di un avviso di chiusura delle indagini firmato dal pm di Milano Nicola Balice per associazione a delinquere finalizzata a diversi reati, tra cui maltrattamenti e sevizie nei confronti di animali che venivano messi sul mercato come se fossero cani o gatti italiani e rivenduti a caro prezzo agli acquirenti col rischio che i loro animali potessero avere patologie come la rabbia. Tra gli indagati, allevatori, rivenditori e veterinari, figurano i proprietari, marito e moglie, di un negozio per animali di via Padova, 'Anima Animale'. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, violando le disposizioni comunitarie, gli indagati importavano dalla Repubblica slovacca cuccioli di cane e gatti, munendosi di passaporti per animali compilati con dati falsi relativamente alla data di nascita, all'esecuzione delle vaccinazioni obbligatorie per la prevenzione della rabbia e alle condizioni di salute.
IL GIORNALE
31 AGOSTO 2010
La tratta dei cuccioli dalla Slovacchia a via Padova
Cani malati e maltrattati. Nove indagati: tra loro anche i titolari di un negozio a Milano e due veterinari
Dall’Europa dell’Est a via Padova. Chiusi in gabbia. Maltrattati. Malati. Anche di rabbia. Cuccioli nati da poche settimane, venduti a caro prezzo in un negozio di via Padova. Una tratta di animali finita nel mirino della Procura, che ha iscritto nove persone nel registro degli indagati.
In base a quanto ricostruito dal pubblico ministero Nicola Balice, che ha notificato l’avviso di chiusura dell’inchiesta, cuccioli di cane e gatto venivano importati dalla repubblica Slovacca in totale spregio delle disposizioni comunitarie, truccando i passaporti per animali: false le date di nascita, le dichiarazioni delle vaccinazioni obbligatorie per la prevenzione della rabbia, false le attestazioni sullle condizioni di salute. Il tutto per lucrare sui prezzi differenti del mercato italiano rispetto a quello dell’est europeo e creando un «potenziale pericolo per la salute pubblica», scrive il pm nell’avviso di conclusione dell’indagine. L’organizzazione si sarebbe avvalsa dell’appoggio di due veterinari. Il primo avrebbe iscritto in modo illegale i cuccioli all’anagrafe canina lombarda, omettendo di rilevare la loro effettiva età e le eventuali patologie di cui soffrivano; avrebbe somministrato il vaccino contro la rabbia pochi giorni dopo l’importazione, senza sapere se fossero già stati vaccinati come prevede la legge; e avrebbe consegnato senza prescrizione ai negozianti medicinali a uso umano e animale perché camuffassero le malattie dei cuccioli. Il secondo, oltre ai farmaci, avrebbe affidato a un allevatore torinese i microchip per l’identificazione dei cuccioli e formato libretti di vaccinazione con il suo timbro e la sua firma in bianco. Il pm accusa tutti gli indagati, senza differenze, di aver sottoposto «un numero imprecisato ma tuttavia rilevante di animali a sevizie e fatiche insopportabili», tra l’altro «sottoponendoli a trattamenti vaccinali ripetuti e somministrando medicinali al solo scopo di ritardare la scoperta di patologie in atto».
MESSAGGERO VENETO
31 AGOSTO 2010
Cani importati dall Europa dell Est: 9 indagate per maltrattatamenti
MILANO. Avevano messo in piedi un “traffico” di cani importati dalla Slovacchiaa e poi venduti in alcuni negozi di Milano e Torino, dopo aver subito numerose sevizie e senza una regolare vaccinazione contro la rabbia. A 9 persone — tra cui due veterinari – accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere, maltrattamento di animali, truffa, frode in commercio, falso e violazione di normative comunitarie, è stato notificato l'avviso di chiusura delle indagini, coordinate dal pm di Milano Nicola Balice. I cani, soprattutto cuccioli di età inferiore a due mesi, ma anche gatti e altri animali, venivano trasportati dalla Slovacchia all’Italia «facendoli viaggiare – come scrive il pm – per lunghi tragitti in condizioni precarie (stivati in gabbie inadeguate e privi di acqua)», dopo averli allontanati «precocemente dalla madre».
CORRIERE ADRIATICO
31 AGOSTO 2010
Sardegna, bocciata dall’assessore regionale
Non passa la proposta di bruciare i cani
Cagliari - L’assessore della Sanità della Sardegna, Antonello Liori, ha respinto al mittente l'idea del consigliere regionale Gianfranco Bardanzellu (Pdl) il quale ha avanzato la proposta di risolvere l’emergenza randagismo con l’incenerimento dei cani.
IL MATTINO
31 AGOSTO 2010
Avellino, «Sparate a vista ai randagi»
Ordinanza choc di un sindaco dell'Irpinia ![]()
AVELLINO (31 agosto) - Nel paese degli asini tutelati dagli animalisti, che con il proprio intervento hanno fatto saltare il recente Palio dell’Anguria (in un primo momento rinviato al 18 settembre e definitivamente cancellato per quest’anno), scoppia il caso randagismo.
Un’ordinanza del sindaco (LEGGI) - la numero 48 dello scorso 16 luglio - dispone, infatti, l’abbattimento dei cani randagi pericolosi. E glianimalisti tornano alla carica, chiedendo la revoca del provvedimento: «Altrimenti - fanno sapere - si chiederà la sospensiva all’Autorità competente». In prima linea per la nuova battaglia è la Lac (lega per l’Abolizione della Caccia). La replica della civica amministrazione è affidata al vicesindaco Alberico Vassallo - il primo cittadino, Alberico Villani, è in ferie - il quale ribadisce: «Con l’ordinanza si è inteso tutelare la pubblica incolumità, il bene più prezioso. Inoltre, da anni l’Amministrazione sborsa migliaia di euro, precisamente 45mila, per il sostentamento dei randagi catturati ed ospitati in strutture ricettive convenzionate, attua la sterilizzazione delle femmine catturate in collaborazione con i veterinari Asl, promuove l’adozione dei randagi anche con incentivi economici e con vigilanza sull’abbandono di cani». Aggiunge il consigliere di maggioranza con delega al Bilancio ed ai Servizi Sociali, Gianluca Camerlengo: «Forse qualcuno ignora che per il piano sociale di zona spendiamo intorno ai 26mila euro annui. La situazione sul territorio si è aggravata dopo centinaia di segnalazioni giunte alla polizia municipale e a episodi di aggressione alle persone». Ma l’ordinanza dei dissapori arriva anche tra i banchi dell’opposizione in consiglio comunale. Così Bernardino Bruno del Partito Democratico incalza. «A seguito di un atteggiamento irridente ed irrispettoso e, soprattutto, a seguito degli imbarazzati accadimenti degli ultimi giorni, ci vediamo costretti a dire basta». L’esponente della minoranza alza il tiro anche riguardo ai fatti accaduti durante il Palio dell’Anguria. Il consigliere, insieme agli altri due colleghi Filomena Sole e Brunella Asfaldo di Sinistra e Libertà, hanno infatti presentato qualche giorno fa una interrogazione al sindaco e all’assessore al ramo chiedendo di conoscere «quali siano le vere motivazioni dell’annullamento del Palio e se vi erano impedimenti di carattere normativo». A stretto giro il vicesindaco Vassallo in merito alla questione sollevata per il Palio risponde che «probabilmente la corsa degli asini, preventivata per il 18 settembre, sarà rinviata al prossimo anno. E questo anche per cogliere alcuni suggerimenti che arrivano da più parti e cioè costituire l’Ente Palio oppure una commissione comunale che insieme alla Pro Loco, possa garantire la continuazione senza problemi della storica manifestazione». Ma a chiudere il cerchio sulla questione randagismo si mobilita da Roma anche l’Ente Nazionale Protezione Animali che attraverso un comunicato diramato ieri alle agenzie di stampa chiede «l’immediato ritiro dell’ordinanza emanata dal sindaco di Altavilla Irpina, Alberico Villani, che prevede l’uccisione dei cani randagi di comprovata pericolosità. Secondo il sindaco, che individua in maniera del tutto personalistica la cosiddetta elevata pericolosità dei cani, è questa la via breve per sottrarsi agli obblighi di legge in materia di randagismo e di tutela degli animali. L’Enpa si è rivolta al Prefetto e ha dato mandato al proprio ufficio legale di denunciare in sede penale per uccisione di animali il primo cittadino della località campana qualora dovesse dare effettiva applicazione al suo provvedimento». L’Ente di protezione animale, infine, accusa: «Per quale ragione il sindaco condanna a morte i randagi mentre non prende alcuna iniziativa a carico dei loro proprietari che abbandonandoli commettono un reato e aggravano la situazione sul territorio?». Dillo al Mattino/ «Sparate ai randagi». Ordine del sindaco di Altavilla ai carabinieri
IL CAMPANILE
31 AGOSTO 2010
A dare l’ordine a Carabinieri e Polizia Municipale il Sindaco di Altavilla Irpinia (AV)
RANDAGISMO: Nel caso sparate ai cani
Quando un' Ordinanza campana è fatta con le leggi pugliesi.
Provincia di Avellino - Sembra di trovarsi di fronte ad un racconto di Kafka. L’Ordinanza con la quale il Sindaco di Altavilla Irpinia (AV) ha disposto l’abbattimento dei cani (vedi articolo GeaPress), se pericolosi, farebbe riferimento, per la sua applicazione, non alle leggi della Regione Campania ma a quelle della Puglia.
A renderlo noto con una lettera inviata alla Presidente dell’Associazione "Chiliamacisegua" che per prima ha denunciato l’incredibile Ordinanza, è il Consigliere Comunale di Altavilla Irpinia Adriano Maselli. Secondo il Consigliere ben due riferimenti legislativi che sorreggerebbero la comunque precaria Ordinanza, non esistono nel Bollettino Ufficiale delle Leggi della Regione Campania ma bensì in quello della Regione Puglia. Sempre secondo il Consigliere, che denuncia anche come l’Ordinanza sia passata in silenzio tanto da ringraziare “Chiliamacisegua” per averla così portata a conoscenza, il provvedimento del Sindaco Villani sarebbe pertanto nullo. Maselli ha altresì annunciato un’ interrogazione in Consiglio Comunale. Prima invia i cani nelle strutture private convenzionate che però non catturano più, poi si accorge che nonostante l’impegno profuso un numero elevato di cani continua a vagare, infine determina il grave pericolo ed ecco che per questo il Sindaco dei “fatti e non delle parole”, come recita il suo motto elettorale, dispone l’abbattimento dei cani randagi. In Sardegna, perciò, gli vorrebbero dare fuoco (vedi articolo GeaPress) ed in Campania il Sindaco di Altavilla Irpinia (AV) li vorrebbe abbattere, sempre però se di comprovata pericolosità. Per l’esecuzione l’Avv. Sindaco Alberico Villani, dispone al Comando Carabinieri di concerto con la Polizia Municipale. Il tutto dovrebbe già essere stato inviato al Servizio Veterinario Ausl di Avellino, al Prefetto oltre che a Carabinieri e Polizia Municipale. In pratica, preso atto che le convenzioni con i privati non hanno risolto il problema del randagismo, per fronteggiare la pericolosità dei cani il Sindaco Villani al posto di rimediare in maniera incruenta, magari cambiando la politica di prevenzione del randagismo, ne dispone invece l’uccisione. Chissà quanti cani randagi sono stati sterilizzati e quanti microchip sono stati applicati ai cani, vaganti e padronali, del suo Comune, e chissà quanti controlli sono stati fatti dai Vigili Urbani sull’effettivo possesso dello stesso. Il Sindaco intanto non indietreggia e l’Ordinanza troneggia finanche in primo piano nel sito del suo comune.
IL MATTINO
31 AGOSTO 2010
Lotta al randagismo e difesa degli animali
Provincia di Avellino - Lotta al randagismo e difesa degli animali. Ad Altavilla Irpina, dopo lo stop all’annuale edizione del Palio dell’Anguria, per la tutela degli asini, si accende la polemica sull’ordinanza del sindaco Villani che prevede l’abbattimento dei cani randagi di «comprovata pericolosità». L’amministrazione difende la scelta: «S’intende tutelare - afferma il vice sindaco Vassallo - la pubblica incolumità». La replica della Lac non si fa attendere: «Chiediamo la revoca della decisione - afferma Emilio Merola, delegato provinciale - altrimenti ricorreremo alle autorità competenti». I consiglieri d’opposizione Bruno, Sole e Asfaldo chiedono «le vere ragioni del provvedimento». Intanto la notizia è la più cliccata sul sito nazionale del «Mattino»
VIRGILIO NOTIZIE
31 AGOSTO 2010
Ordinanza anti randagi a Altavilla Irpina: è polemica
Lav diffida sindaco da applicazione e si riserva altre azioni
Provincia di Avellino - Una ordinanza per sopprimere i randagi di 'comprovata pericolosità". E' polemica sulla decisione del sindaco di Altavilla Irpina, nell'avellinese, che ha deciso di abbattere i randagi 'pericolosi' stazionanti nelle località di Madonna del Carmine, Contrada Sassano e altre. La Lav chiede in una nota l'immediato ritiro del provvedimento e l'ufficio legale dell'associazione ha formalmente diffidato il sindaco dall'applicare l'ordinanza. La Lav si riserva inoltre ulteriori azioni legali se l'ordinanza non dovesse essere revocata. Appena qualche giorno fa era scoppiata una polemica dopo che sul quotidiano l'Unione Sarda era comparsa una proposta del consigliere regionale Gianfranco Bardanzellu "di incenerire i cani per risolvere l'emergenza randagismo nel Comune di Olbia e nell'intero territorio della Regione Sardegna". La comprovata pericolosità di un animale, infatti, può essere accertata solo attraverso perizie effettuate da medici veterinari con specializzazione in scienze comportamentali, con ausilio di etologi e comportamentismi, "e, di certo, non può essere definita né sulla base di un eventuale singolo episodio né sulla base di valutazioni personali". Secondo l'ordinanza contingibile e urgente concernente la tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani in seguito a morsicatura o aggressione i servizi veterinari devono attivare un percorso mirato all'accertamento delle condizioni psicofisiche dell'animale e della corretta gestione da parte del proprietario e nel caso di rilevazione di rischio potenziale elevato, in base alla gravità delle eventuali lesioni provocate a persone, animali o cose, stabiliscono le misure di prevenzione e la necessità di un intervento terapeutico comportamentale da parte di medici veterinari esperti in comportamento animale. Ogni sindaco ha precise responsabilità in materia di randagismo e di benessere animale, e per arginare il problema dei canili stracolmi, delle cucciolate indesiderate o degli abbandoni "è indispensabile agire contemporaneamente, con tempestività e massimo impegno, su più aspetti che vanno dall'attuazione di piani di sterilizzazione, all'incentivazione delle adozioni dai canili, alle campagne di sensibilizzazione ed educazione ad una corretta convivenza con i quattro zampe, all'istituzione dei cani liberi ma accuditi, alla lotta ai canili-lager". "Solo attraverso queste attività di prevenzione ed educazione - conclude la Lav - e disincentivando la discutibile pratica della compravendita di animali, è possibile migliorare la convivenza con i nostri amici a quattro zampe".
SAVONA NEWS
31 AGOSTO 2010
Finale: cinghialina uccisa con una balestra, indaga l'Enpa
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Finale (SV) - Una giovane femmina di cinghiale è stata trafitta dal dardo della balestra di un bracconiere sulle alture del porto di Finale Ligure. La freccia è entrata nella schiena, ha trapassato la spina dorsale e l’intestino ed è finita in un polmone; l’animale però non è morto e si è trascinato probabilmente per giorni, riuscendo a spezzare la parte della freccia rimasta fuori del corpo; poi, finalmente, è caduto dal terrazzamento di un oliveto nel sottostante giardino di una casa, dove gli abitanti l’hanno visto ed hanno avvertito i volontari della Protezione Animali. E’ stato necessario l’intervento di un veterinario (il dottor Adriano Gasco) che l’ha addormentata con un’iniezione di sedativo ed ha estratto la freccia; poi è stata faticosamente trasportata att raverso le impervie scalinate dell’oliveto all’auto di soccorso dell’ENPA e quindi allo studio veterinario, dove le radiografie hanno evidenziato le devastazioni provocate dal dardo e, per le ferite ormai infette, il medico ha dovuto sopprimerla.
L’ENPA stigmatizza come la balestra sia purtroppo un’arma di libero acquisto anche via internet (basta essere maggiorenni), del costo irrisorio (da 80 euro in su) e, per la sua silenziosità, sempre più utilizzata dai bracconieri; ma è subdola e crudele come i lacci e le tagliole, perché quasi sempre ferisce ma non uccide, condannando le vittime a spaventose agonie, come la povera cinghialina di Finale.
GEA PRESS
31 AGOSTO 2010
Per giorni con il dardo nei polmoni
A caccia con balestra o silenziatori. A Finale Ligure l'ultima vittima dei bracconieri. Intervento dell’ENPA di Savona.
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GEAPRESS – Proprio ieri per la Liguria, ma per la provincia di Imperia, ne avevamo fatto cenno (vedi articolo GeaPress). Oggi per quella di Savona, ma è successo anche altrove. Stiamo parlando dei silenti mezzi dei bracconieri e, per alcuni, anche dei cacciatori. Fucili o pistole silenziati o addirittura balestre, queste ultime vietate dalla legge al contrario dell’arco, che lancia egualmente frecce. Con le balestre era successo a Livorno (vedi articolo GeaPress), ad Erba (CO), invece, con le pistole e silenziatore (vedi articolo GeaPress) ed ancor prima a Brunico (BZ) con il fucile silenziato (vedi articolo GeaPress). Poi di nuovo Livorno con le carabine idonee ad essere silenziate (vedi articolo GeaPress).Oggi l’ennesima storia di crudeltà che ha avuto protagonista di nuovo la balestra. Era stata usata chissà quanti giorni addietro per un cinghiale frecciato nelle alture di Finale Ligure (SV). Il dardo (nella foto) è entrato nella schiena, ha trapassato la spina dorsale e l’intestino ed infine nel polmone.La femmina di cinghiale oggetto del divertimento del cacciatore di frodo ha così dolorosamente convissuto per più giorni. La freccia, verosimilmente in qualche ostacolo, si è poi spezzata. L’animale è poi precipitato, stremato, da un terrazzamento. E’ così giunto al volo in un giardino di casa. Gli increduli abitanti hanno subito avvisato l’ENPA, Sezione di Savona, la quale è immediatamente intervenuta ricoverando l’animale presso un veterinario.Il cinghiale è stato addormentato per estrarre la freccia ma la radiografia avevano nel frattempo evidenziato le gravissime lesioni interne, tanto da rendere necessaria l’eutanasia. Era per altro in corso una violenta infezione.L’ENPA di Savona, denunciando il grave episodio sottolinea come la balestra sia purtroppo un’arma di libero acquisto anche via internet (basta essere maggiorenni). Il costo è irrisorio e le potenzialità distruttrici fin troppo evidenti. E’ subdola e crudele come i lacci e le tagliole. Quasi sempre ferisce ma non uccide, condannando le vittime a spaventose agonie, come la povera cinghialina di Finale.
IL GAZZETTINO
31 AGOSTO 2010
Udine. Azienda agricola in fiamme:ventimila pulcini morti nel rogo
I primi accertamenti escludono l'ipotesi dolosa e indicano
come causa un'avaria dell'impianto di alimentazione ![]()
UDINE - Circa 20mila pulcini sono morti bruciati a Pavia di Udine, nell'incendio divampato in un capannone avicolo nell'azienda agricola "Ai Tigli", della quale è titolare un uomo di 52 anni del luogo, Daniele Paolini. Le fiamme sono state domate dai vigili del fuoco di Udine. I primi accertamenti escludono l'ipotesi dolosa e attribuiscono l'incendio ad un'avaria dell'impianto di alimentazione automatica. I danni, coperti da assicurazione, sono in corso di quantificazione.
MESSAGGERO VENETO
31 AGOSTO 2010
Dopo il premio, la multa per i canarini morti
ENRI LISETTO
SACILE (MN). La Procura della repubblica di Pordenone chiederà al giudice per le indagini preliminari del tribunale l’emissione di un decreto penale di condanna nei confronti di tre allevatori che il giorno della Sagra dei osei esponevano in piazza del Popolo, dove, nelle gabbie, sono morti 12 canarini a causa dell’esposizione al sole. Il pubblico ministero Federico Facchin, tuttavia, stante le indagini concluse, non ha ravvisato l’ipotesi di reato di maltrattamento di animali, bensì quella di abbandono colposo, prevista dall’articolo 727 del Codice penale. I fatti contestati risalgono a due domeniche fa quando a redigere il verbale di contestazione fu il Nucleo di vigilanza ittico-venatoria e territoriale della Provincia di Pordenone. Gli agenti constatarono il decesso di 12 canarini di allevamento esposti per la mostra. Un passo indietro. Tre allevatori avevano deciso di esporre in un’unica bancarella, in piazza del Popolo, davanti al caffè Commercio, i loro canarini di allevamento. Si tratta di Giorgio Bontempo, 70enne di Pordenone, Massimo Lazzarin, 39 anni, e Claudio Durigon, 51 anni, entrambi di Cordenons, tutti difesi dall’avvocato Giada Murando. I tre allevatori avevano disposto i loro canarini in uno stand regolare con tettuccio, mentre alcune gabbie esposte erano comunque protette dalle frasche. Verso le 15 i tre allevatori si erano allontanati (dalla parte opposta della strada) per la colazione, invitando un espositore vicino a “dare un occhio” al loro stand che, tra l’altro, aveva appena vinto il secondo premio quale migliore bancarella della Sagra dei osei. Nel frattempo il sole si era spostato e loro avevano notato un certo assembramento vicino alla loro bancarella: nel giro di soli pochi minuti 12 canarini erano morti non perché privi di cibo o acqua, bensì per il sole. Il pubblico ministero non ha ravvisato quindi il dolo nella loro azione, ipotizzando quindi il più lieve reato di abbandono colposo di animali e non il maltrattamento. La procura ha chiesto al giudice per le indagini preliminari – che si pronuncerà nelle prossime settimane – l’emissione del decreto penale di condanna con un’ammenda di 2 mila euro.
IL CENTRO
31 AGOSTO 2010
Lupo ucciso a Scanno Iniziati gli esami allo Zooprofilattico
SCANNO (AQ). Si attendono i risultati degli esami condotti dall’Istituto zooprofilattico di Avezzano sul lupo di quattro anni trovato morto nei giorni scorsi in località Valle Jovana, nei pressi di Scanno. La carcassa dell’animale è stata rinvenuta dagli uomini della Forestale di Castel di Sangro nel corso di un’operazione di controllo del territorio. Gli esami sull’animale dovranno accertare se sia morto per cause naturali o per avvelenamento. Non si esclude che il lupo possa essere stato vittima di un altro episodio di bracconaggio.
VIRGILIO NOTIZIE
31 AGOSTO 2010
Animali/ Sequestrate al porto di Palermo sei tartarughe vive
In due operazioni, gli esemplari sono a rischio estinzione
Palermo - Sei esemplari di tartarughe vive del tipo 'testudo Hermani' e 'testudo greca' sono stati sequestrati in due diverse operazioni nell'ambito dell'attività di controllo dei passeggeri sbarcati a Palermo dalle motonavi di linea provenienti da Tunisi. Il sequestro è stato effettuato dai funzionari dell'ufficio delle dogane di Palermo con la collaborazione dei militari della guardia di finanza e del corpo forestale dello Stato - nucleo operativo Cites. Entrambe le tipologie di esemplari, protetti dalla convenzione di Washington, sono a rischio di estinzione. Tutte le tartarughe sono state affidate al nucleo Cites del corpo forestale dello Stato e poi destinati al Bioparco di Carini, in provincia di Palermo.
LA NUOVA FERRARA
31 AGOSTO 2010
Liberata ieri la tartaruga che servirà per lo studio del ciclo vitale in Adriatico
PORTO GARIBALDI (FE). Ieri pomeriggio è avvenuta l’importante liberazione di una tartaruga marina (nella foto di Rizz) con trasmettitore satellitare presso il Bagno Roma a Porto Garibaldi. Lo scorso anno il mare Adriatico nord occidentale fu teatro di un singolare ed eccezionale spiaggiamento di esemplari di tartaruga marina Caretta di piccole dimensioni, comprese tra 17 e 24 cm di carapace. L’eccezionalità del fenomeno non risiede nella specie, bensì nelle dimensioni degli animali, decisamente inferiori a quelli che frequentano l’alto Adriatico, e soprattutto nelle condizioni dei piccoli esemplari di tartaruga. Tutti, infatti, si presentavano fortemente debilitati dalla medesima sindrome, magri e interamente coperti di balani. Il fenomeno, presentato al Simposio internazionale in India, ha riscosso notevole interesse scientifico, vedendo coinvolti in acque basse esemplari che normalmente in questa fase del ciclo vitale vivono in oceano. Per aumentare le conoscenze su questo momento del ciclo biologico della tartaruga Caretta, la scienza ha fatto un passo avanti: per la prima volta in Adriatico una di queste, ospitata nel Centro “Il Benvenuto di Polesella”, è stata liberata con un piccolo trasmettitore satellitare appositamente creato per lei, la quale permetterà di seguirne gli spostamenti per alcuni mesi.
IL CITTADINO
31 AGOSTO 2010
Ha indicato alla padrona un sacchetto in acqua: la gatta sarà adottata
Un cane terranova salva una micia che era stata gettata nella roggia
Provincia di Milano - Il fiuto di Pepe, un bel cane terranova che vive a San Giuliano con i suoi padroni, ha salvato Milou, una gattina incrocio certosino di sei mesi, da un’orribile fine dovuta tanto per cambiare all’umana inciviltà. E adesso all’iniziativa del terranova, per una volta amico e non rivale, si è aggiunta la sensibilità di una famiglia che ha voluto subito adottare il felino domestico scampato a un atto che si stenta a credere possibile, con mille campagne e manifesti contro l’abbandono estivo. Martedì scorso qualcuno aveva deciso infatti di “congedare” Milou, evidentemente stufo della sua presenza e non sapendo che farne in estate, scagliandola dentro un sacco da pattumiera nella roggia Visconta, il canale parallelo a via Cavour, dal Parco nord al centro cittadino. Per fortuna in quel momento passava Sara C., giovane residente nella zona, assieme a Pepe: erano usciti per il solito giro del mattino quando è successo qualcosa di anomalo. «Prima ho visto un uomo, non saprei descriverlo bene ma comunque ho visto il momento esatto in cui compiva il gesto - racconta Sara -, che si avvicinava alla roggia Visconta con quello che sembrava un normale sacco dell’indifferenziato. Poi l’ha gettato dentro e si è allontanato. Sulle prime ho pensato al classico abbandono, per quanto incivile, di pattumiera domestica». Poi però la ragazza si è accorta dello strano comportamento di Pepe: «Il cane tirava il guinzaglio in modo strano - racconta - puntando con decisione quel sacchetto appena abbandonato. Mi sono avvicinata e per pura curiosità, dato lo stato di sospetto del cane, ho pensato di vederci più chiaro». Con qualche equilibrismo la ragazza è riuscita a raggiungere il punto e con enorme sorpresa ha scoperto che il sacchetto “miagolava”: «Era sigillato ma dentro c’era qualcosa che si muoveva. Per fortuna si era incagliato sulle sponde della Visconta (un modesto rigagnolo pieno di topi, che spesso i cittadini hanno invocato di pulire, ndr) senza precipitare nell’acqua. L’ho aperto e c’era dentro una gattina molto bella, non proprio un cucciolo ma un animale di sei mesi circa». Il lancio nel canale era il metodo escogitato da qualcuno, decisamente sordo alle campagne animaliste, per porre fine allo scomodo impegno del gatto di casa. Adesso la micia, ribattezzata Milou, sta bene e ha trovato una vera famiglia umana. Da San Giuliano sono arrivate subito infatti molte richieste di adozione.
VARESE NEWS
31 AGOSTO 2010
Il tasso "Placido" torna libero
Era stato trovato a Bioggio, vicino a Lugano, in fin di vita. Dopo un mese di cure nel centro della protezione animali di Bellinzona è stato restituito al bosco
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Era in fin di vita, ora è tornato libero. Dopo un mese di cure, un tasso ribattezzato “Placido” è stato restitutito al suo ambiente naturale, il bosco del Canton Ticino. Il povero animale era stato trovato moribondo, ferito gravemente al collo, probabilmente da un cane. Era stato recuperato nel comune Bioggio, nel Luganese, dagli ispettori della Spa (protezione animali) di Bellinzona, Giacomo Della Pietra e Roberta del Sorbo.
Trasportato dal dottor Carlo Keller di Giubiasco, è stato medicato ed è rimasto in cura presso il centro cantonale per animali selvatici di Gorduno-Gnosca in un apposito recinto. Ora il piccolo Placido sta bene ed è stato rimesso in libertà lontano dal centro abitato.
CORRIERE ADRIATICO
31 AGOSTO 2010
Presa in custodia dalla Guardia forestale
Una grossa tartaruga rinvenuta sulla Statale
Porto Sant’Elpidio (FM) - Appartiene alla specie Trachemis Scripta Elegans la grande tartaruga acquatica, con un guscio di 35 centimetri, ritrovata lungo la strada Statale di Porto Sant’Elpidio nella giornata di ieri.
A rinvenirla un passante che ha subito avvisato la Polizia Municipale. Gli agenti hanno quindi prelevato l’animale e messo in movimento il Corpo Forestale Servizio Cites di Macerata, in quanto l’esemplare rientra tra le specie protette secondo allegato B della convenzione di Washington. La tartaruga, che presenta i caratteristici segni rossi ai lati della testa, ora attenderà una sistemazione in un luogo adatto alle sue caratteristiche, probabilmente al Museo di Storia Naturale di Macerata. Non può, infatti, essere rimessa in libertà, data la sua enorme voracità che potrebbe risultare pericolosa per la fauna locale. Ancora da chiarire il motivo per cui un animale appartenente ad una razza protetta fosse in libera circolazione in pieno centro abitato. Forse è fuggita da qualche abitazione privata dove era tenuta illegalmente oppure, anche se non si tratta dei soliti cani, gatti o addirittura (oggi vanno molto di moda) pitoni e serpenti vari, è il risultato del solito fenomeno dell’abbandono estivo da parte di qualche padrone stanco “dell’ingombrante” presenza e desideroso di chiudere casa al più presto per concedersi totalmente alla vacanza.
LA GAZZETTA DI MANTOVA
31 AGOSTO 2010
Speedy sbaraglia tutti: è lui l asino più veloce
CURTATONE (MN). Se si pensa agli asini, si immaginano animali testardi e inamovibili, di certo non abili corridori: è forse proprio per questo che alla fiera de I Stradei anche quest’anno, è stata organizzata la corsa degli asini. Tre ciuchini si sono affrontati in 4 esilaranti manches per la gioia dei molti spettatori che hanno seguito l’evento: a corsette accennate si alternavano imprevedibili stop che hanno dato non poco filo da torcere ai fantini, che hanno avuto a disposizione due manches per far valere la propria autorità sugli animali. Una tradizione divertente, che ha coinvolto soprattutto i tanti bambini presenti che si sono lasciati andare ad un tifo sfrenato. Quest’anno ha vinto Speedy, che la velocità ce l’ha nel nome, mentre per Pippo e Freccia è stato un parimerito ai punti. Con la giornata di ieri si è conclusa l’edizione 2010 della fiera, con la piena soddisfazione degli organizzatori: «Abbiamo cercato di introdurre alcune novità senza perdere la tradizione - ha spiegato Cinzia Chesi, del direttivo della fiera - e la gente sembra avere apprezzato. Le 50 squadre iscritte al torneo di Beach Volley, la partecipazione dei ragazzi all’aperitivo che abbiamo organizzato e alla serata giovani ci testimoniano che è possibile coinvolgere anche le nuove generazioni senza stravolgere le tradizioni di una fiera ormai storica». Non tutto è terminato, comunque, a Curtatone: sempre all’area di via Parri, infatti, il 3, 4 e 5 settembre ci sarà la September Fest, con tanta birra artigianale, cucina e musica dal vivo.
CORRIERE DELL'UMBRIA
31 AGOSTO 2010
Gattino salvato tra gli applausi.
Piazza Grimana.
PERUGIA - Un micino salvato tra gli applausi di un bel gruppetto di studenti stranieri. E’ una vicenda minima, eppure significativa, perché testimonia la crescente sensibilità dei cittadini, italiani o stranieri, non importa, verso gli animali. Siamo in centro. Zona piazza Grimana, nota purtroppo, per lo spaccio di droga. Sono le 14 e un micino, salito su un albero, non trova più il modo per scendere. Per tornare a casa. Miagola disperatamente. Si raccolgono intorno giovani e meno giovani. Qualcuno cerca di aiutare il gattino che sta su, in alto, tra i rami. C’è chi cerca di arrampicarsi. Passa una pattuglia del comando della polizia provinciale. Che si ferma, verifica cosa sta succedendo, tranquillizza i giovani vocianti e sollecita l’intervento dei vigili del fuoco. Che arrivano immediatamente, hanno i mezzi ed i modi adeguati per intervenire, fanno scendere il micio dall’albero che, appena tocca terra, scappa verso la casa del suo padroncino. I ragazzi applaudono. Gialli, bianchi e neri. Applaudono per il finale lieto e per la tempestività dell’intervento. Ci sono anche queste piccole cose a scandire le giornate perugine. Non solo i fatti truculenti della cronaca nera.
IL PICCOLO
31 AGOSTO 2010
Non sono un killer dei piccioni
Trieste - «Non sono un killer di piccioni. Il prodotto che ho usato serviva solo ad allontanarli dai miei davanzali, non certo ad ucciderli». A parlare è l’inquilino dello stabile al numero 32 di via del Bosco che, per scacciare i tanti colombi che gravitano quotidianamente attorno al cortile del dirimpettaio, la settimana scorsa ha spruzzato in aria un’abbondante quantità di spray repellente. Spray respirato anche dal proprietario del giardino pieno di animali - il settantunenne Emilio Coreni -, il quale, dopo aver fatto intervenire la polizia e lamentato problemi fisici causati dall’inalazione del prodotto, si prepara a rispondere portando il vicino in tribunale. «Ma non è me che deve denunciare, semmai la ditta produttrice del repellente (la Sandokan disinfestazione ndr) - puntualizza l’inquilino del civico 32 - . Io ho comprato e utilizzato il loro spray proprio perchè descritto come un prodotto naturale e assolutamente non tossico, nè per gli uomini nè per gli animali. L’unico effetto accertato è l’odore persistente. E l’odoro, in effetti, quella sera si è sentito, come hanno constatato anche i poliziotti intervenuti pochi minuti dopo. Ma tutto è finito lì. Un conto è sentire un po’ di odore, un altro sostenere di essere rimasti intossicati o avvelenati, Io non ho voluto avvelenare nessuno, nè il proprietario di quella specie di allevamento di piccioni, o meglio tacchini viste le loro dimensioni, nè i suoi cani nè i colombi stessi. Lo dimostra il fatto che ho spruzzato il prodotto non verso il cortile del vicino, bensì solo sui miei davanzali». Nessun tentativo di far fuori i pennuti, quindi, ma solo il desiderio di limitare i danni di una convivenza diventata difficile da reggere. «Io amo gli animali - conclude il residente che, per tutelarsi, si è già rivolto all’avvocato Maria Genovese -, ma posso assicurare che quanto accade davanti alle mie finestre è davvero esasperante. Con il caldo, da quell’allevamento di colombi proviene un odore intollerabile. Non capisco proprio come si possa tenere un’aia in una zona così centrale della città. E non parlo solo di decoro, ma di igiene. Questo è un caso di cui dovrebbero occuparsi le autorità sanitarie perchè ne va della salute di tutti i condomini». Non della salute dei residenti bensì di quella dei piccioni ospitati e nutriti a casa di Emilio Coreni, si sono invece preoccupati gli attivisti dell’associazionae ”100% animali” . Per protestare contro il responsabile ”della nube tossica anti-piccioni”, l’altra notte gli animalisti hanno compiuto un blitz in via del Bosco, affiggendo cartelli e manifesti sui muri della palazzina al civico 32.
EXCITE
31 AGOSTO 2010
Donna indiana allatta un vitellino
Chouthi Bai, una donna indiana nel Rajasthan Kilchu, ha deciso di prendersi cura di un vitellino, dopo che l'animale aveva perso la mamma. Le sue cure e il suo seno sono stati fondamentali per la sopravvivenza del cucciolo. Infatti, la donna ha allattato il piccolo proprio come se fosse un bambino, tre o quattro volte al giorno e ha spiegato: 'Per me non c'è differenza tra un bambino e un vitello. Era così giovane quando è morta sua madre, così ho messo il cucciolo tra le mie braccia e gli ho dato il seno'.
VIDEO
http://video.excite.it/donna-indiana-allatta-un-vitellino-V51187.html
LA NUOVA SARDEGNA
31 AGOSTO 2010
Fiocco rosa nel Tirreno, nate 2 balenottere
Tiziana Simula
GOLFO ARANCI (OT). Nella nursery cullata dalle onde si festeggia il lieto evento: la nascita di due balenottere e di una stenella. Tre nuovi abitanti del mare nel Tirreno centrale, lungo la rotta Civitavecchia Golfo Aranci, uno dei tratti di mare monitorati dai ricercatori a bordo delle navi gialle della Sardinia Ferries, da tre anni piattaforme di osservazione privilegiata per gli studi dei cetacei. È l’ultima novità rivelata dalle osservazioni degli studiosi che anche quest’estate tengono sotto controllo la pacifica vita di questi animali nell’azzurro lenzuolo di mare: 112, gli avvistamenti registrati finora, nell’arco del 2010. Lungo la traversata, i binocoli degli osservatori hanno catturato oltre 70 balenottere e più di 200 stenelle striate ma anche esemplari di zifio e un capodoglio. Un mare popolato da balene e delfini, insomma. Ma sul quale non può essere abbassata la guardia: l’ecosistema marino è continuamente minacciato dall’inquinamento. Per questo, l’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale che partecipa al progetto di ricerca insieme alla Sardinia Ferries, con la collaborazione dell’Accademia del Leviatano, sta proponendo ai passeggeri che navigano a bordo delle navi gialle dei questionari sui temi legati alla conservazione degli ambienti marini. «I risultati dell’indagine - spiegano dalla Sardinia Ferries - aiuteranno a comprendere il livello medio di conoscenza sull’ambiente marino e sugli impatti a cui è sottoposto, ma permetteranno anche di indagare la disponibilità individuale a modificare i propri comportamenti in favore di un atteggiamento più sostenibile». La collaborazione tra la Corsica Sardinia Ferries e i ricercatori è cominciata nel 2007 quando l’Ispra si avvalse per la prima volta delle navi della compagnia sulle tratte Livorno-Bastia e Civitavecchia-Golfo Aranci, per un progetto di monitoraggio dei cetacei con l’utilizzo dei traghetti di linea. Ora il progetto - a cui partecipano anche l’Accademia del Leviatano e l’Università di Pisa - si è ulteriormente consolidato e sviluppato con la partecipazione di nuovi partner: la fondazione Cima (Centro internazionale in monitoraggio ambientale) e il dipartimento di biologia dell’Università di Genova. L’attenzione è rivolta al tratto di mare conosciuto come Santuario dei cetacei, area protetta che si estende dalla costa francese a quella toscana fino al nord Sardegna.
ECO BLOG
31 AGOSTO 2010
Paul McCartney contro la Nasa: basta esperimenti "spaziali" sulle scimmie scoiattolo
Da parecchio tempo si parla di esperimenti della Nasa sulle scimmie scoiattolo finalizzati a preparare le future missioni spaziali.E la cosa, ovviamente, non è mai piaciuta agli animalisti. Tra questi, uno più illustre degli altri ha appena preso una posizione tanto netta quanto “inglese”. Si tratta dell’ex Beatle Paul McCartney che ha scritto direttamente alla Nasa Credo che la Nasa abbia abbastanza ingegno per studiare gli effetti sulla salute umana dei viaggi spaziali senza effettuare esperimenti sugli animali come è stato fatto in passato Richiesta da baronetto, e un po’ sarcastica come si conviene ad un inglese, ma assai chiara ed efficace. Gli studi in questione, in pratica, consistono nel bombardare gli animali con un quantitativo di radiazioni pari a quelle che riceverebbe un astronauta nella sua navicella spa ziale in tre anni di viaggio nel cosmo.Non ha tutti torti Paul McCartney: l’uso di animali per questi esperimenti sarà forse la soluzione più economica, ma di certo non la più ingegnosa…
IL TIRRENO
31 AGOSTO 2010
Sequestrate pellicce «vietate» ai banchi di S. Ermete a Forte
FORTE (LU). Controlli e sequestri a Forte durante San Ermete. Sabato 28 durante la fiera i di Sant’Ermete, il Corpo Forestale dello Stato con personale del Comando Provinciale di Lucca, del Comando Stazione di Camaiore e con il supporto del nucleo specializzato Cites di Firenze, ha svolto - si legge in un comunicato - «una serie di controlli, miranti a verificare il rispetto della normativa in materia di commercio di animali e dei prodotti derivati dagli stessi». Sono stati oggetto di controllo numerosi stand, dove si vendevano capi di abbigliamento confezionati in pelle e pellicce di animali esotici, e non, oltre che quelli che commercializzavano animali vivi da compagnia. I controlli si sono svolti nel corso dell’intera giornata del 28 ed hanno portato gli agenti a contestare a vari commercianti violazioni penali ed amministrative. In particolare - spiega il Corpo Forestale dello Stato, sono stati posti sotto sequestro: 12 pellicce di Ocelot (Pardus Pardalis), 2 cappelli in pelliccia di giaguaro (Panthera onca), 2 cappellini di pelliccia di leopardo (Pantera pardus), 12 cappelli di pelliccia di Ocelot e 5 colletti, sempre confezionati con pelliccia di Ocelot. I capi di abbigliamento, sopra detti, benchè liberamente detenibili, non possono e non potevano essere messi in vendita. Questi oggetti sono commerciabili solo in presenza di un certificato Cites a scopo commerciale, rilasciato dal Corpo forestale dello Stato dopo le opportune verifiche, oppure se si tratta di esemplari lavorati e acquisiti in epoca antecedente al 1947, quando non c’era la legge. E’ stata, inoltre, contestata una sanzione amministrativa per mancata tenuta dei registri cites ad un commerciante di animali vivi. L’informazione, che il Corpo Forestale dello Stato da tempo cerca di diffondere tra gli addetti al settore, sembra avere difficoltà a fare breccia, laddove esistono interessi economici di una certa entità, basti pensare che il solo valore commerciale del materiale posto sotto sequestro si calcola si aggiri sui 12.000/13.000 euro. I reati contestati sono di natura contravvenzionale e prevedono l’arresto e l’ammenda e, di solito, si concretizzano con l’applicazione di un’ammenda di alcune migliaia di euro; ammenda quantificata dal giudice durante il dibattimento. A questo riguardo va, infine, ricordato che in questi giorni il Tribunale di Lucca ha emesso sentenza definitiva di condanne e confisca dei beni, verso un commerciante che, sempre alla Fiera di San Ermete, nel 2008, era stato sorpreso dagli uomini del Corpo Forestale a commercializzare pellicce di giaguaro e leopardo senza che avesse l’autorizzazione.
LA NAZIONE
31 AGOSTO 2010
Il business degli animali esotici passa dalle confezioni cinesi
Pelli illegali di pitone per borse e accessori. Sequestro della Forestale
Elena Duranti
Prato - UNA CONFEZIONE di 2.500 pelli illegali di pitone delle rocce e varani del Nilo, era già pronta e imbustata per raggiungere il distretto di Prato, destinata a due confezioni cinesi specializzate in accessori ‘grandi firme’. E’ quanto emerge dall’ultima inchiesta del Corpo Forestale dello Stato, che ha segnalato, alle procure competenti, un «raider» senegalese pronto a spedire in pacchi postali 2.500 pelli di rettili esotici illegali. Provenienti da Dakar, approdati nel centro di smistamento di Lonate Pozzolo, nel Milanese, i colli venivano ritirati da immigrati ignari del contenuto e quindi portati dall’intermediario, un vero e proprio venditore all’ingrosso di frodo, alle confezioni gestite da cinesi nel Macrolotto, produttori anche per conto dei grandi stilisti. Nel viaggio da Dakar passando da Prato e arrivando agli atelier di via Montenapoleone il valore di ogni «pezzo» si centuplica.
Il sequestro giudiziario ha messo i sigilli a 3 tre chilometri di pelle abusivamente importata.
L’Italia che aderisce alla Convenzione di Washington, è il primo acquirente al mondo di pelli di rettile (che diventano borse di Gucci, Versace, Prada) e il monopolista dell’importazione di lane sudamericane (il 96% arriva nei nostri scali). Gli stilisti del «made in Italy» importano regolarmente le quote loro concesse con certificati allegati a ogni pelle di serpente.
Ma accanto a questo mercato alla luce del sole, c’è quello sommerso. Il nostro Paese, secondo report internazionali di autorità statali e organizzazioni non governative, è uno snodo decisivo del traffico di animali esotici, rari, in via d’estinzione: tre milioni di ‘parti morte’ importate — tra pelli di pitone, denti di caimano e di squalo — duemila sequestri di animali vivi l’anno, 1.536 reati contestati, cinque arresti. Il giro d’affari dell’esotico vale due miliardi l’anno. Anche per le lane, parallelamente al business codificato, viaggia il proibito.
E non solo Prato è finita nelle maglie dei controlli della Forestale: un grande produttore di Biella, leader mondiale, ha avuto uno stock di ‘scialli dello scià’ subito confiscato perché quella lana è risultata di antilopi tibetane in estinzione.
IL SECOLO XIX
31 AGOSTO 2010
Il caso della moria alla foce del fiume: dopo i pesci ora tocca anche ai volatili
Entella, morti altri due gabbiani reali
Analogie con la vicenda del 2009 quando venne aperta un'inchiesta. Che ora sarà archiviata
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Simone Schiaffino
Provincia di Genova - Altri due gabbiani reali sono stati trovati morti alla foce dell'Entella. Uccisi da una causa ancora misteriosa, presumibilmente la stessa che in pochi giorni ha provocato la moria di centinaia di pesci, venuti a galla senza vita a partire da mercoledì scorso: le carcasse si sono ammassate alle sponde, chiavarese e lavagnese, del fiume che divide le due città. Ieri il movimento del mare ha in qualche modo liberato dal grande numero di pesci morti in punto in cui sfocia il corso d'acqua. Ma di certo la causa dell'avvelenamento è ancora lì. La situazione si era aggravata l'altro ieri, quando oltre ai pesci erano stati trovati due volatili. Di ieri, come detto, la segnalazione di altri due gabbiani reali privi di vita sulla sponda lavagnese del fiume. L'Asl 4, non appena è stata diffusa la notizia della moria in atto, ha chiesto ad Arpal di effettuare esami sull'acqua e ha inviato alcune carcasse di pesci all'Istituto Zooprofilattico di Genova. Per i risultati di questi esami, svolti sul finire della settimana scorsa, potrebbe essere questioni di giorni.L'anno scorso si era verificata una situazione molto simile. A fine luglio avevano cominciato a morire i pesci, e qualche settimana dopo anche i volatili dell'oasi faunistica dell'Entella. Si era poi scoperto grazie agli esami, che nell'acqua era finita chissà come una abbondante quantità di composto velenoso utilizzato per la derattizzazione. Una sostanza che, tramite la catena alimentare, si trasferiva dai pesci ai volatili che di questi ultimi si cibavano. Era stato presentato un esposto alla procura di Chiavari: se ne era fatto promotore il consigliere provininciale dei Verdi Angelo Spanò. Il quale era stato anche ascoltato dai magistrati e aveva pure prodotto come prove alcune foto in cui si vedeva una confezione di ratticida rinvenuta su una sponda del fiume. Sembra che l'inchiesta in questione, relativa alla moria del 2009, veleggi verso l'archiviazione, ovvero un nulla di fatto. - Sono davvero dispiaciuto di questo commenta il consigliere dei Verdi, Spanò - perchè è stato accertato che l'estate scorsa qualcuno ha fatto finire nel fiume un ratticida e ha provocato la morte di centinaia di animali. E un anno dopo quel qualcuno non ha nome.- A dare l'allarme per la moria di pesci di quest'anno è stata Eugenia Rebecchi, dell'associazione animalista Ayusya - Temiamo che anche per i fatti di questi giorni non si arrivi all'identificazione dei responsabili - dice Rebecchi - Non ci basta sapere che non ci sono pericoli per la salute umana: qui è in gioco un'oasi faunistica che va tutelata.
PAGINA.TO
31 AGOSTO 2010
Cervo assedia una palazzina, catturato
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Provincia di Torino - Si aggirava da giorni vicino a un gruppo di abitazioni in località Ghiare, a Bricherasio. Un grosso cervo maschio, di circa tre anni di età, è stato segnalato alle guardie forestali dagli abitanti della zona che avevano subito qualche problema: l’animale spaventato aveva danneggiato due auto in sosta e impedito ai proprietari di due palazzine di rientrare a casa. Gli agenti del Servizio tutela fauna e flora hanno tentato inutilmente di allontanarlo, poi sono riusciti a chiuderlo in cortile dove con l’aiuto di un veterinario lo hanno immobilizzato, tranquillizzato con un calmante, gli hanno tagliato le corna e lo hanno trasportato al Centro recupero ungulati di Caprie. Il cervo infatti aveva comportamenti di animale cresciuto in cattività, forse era fuggito da qualche allevamento, e non era consigliato liberarlo sul territorio.
ANMVI OGGI
31 AGOSTO 2010
SOCCORSO ANIMALI, CIRCOLARE DELLA POLIZIA DI STATO
La Polizia di Stato ha diffuso una circolare esplicativa delle nuove norme del Codice della Strada, introdotte con la Legge 29 luglio 2010, n. 120 (Gazzetta Ufficiale 29 Luglio 2010), fra cui l'obbligo di soccorso agli animali e l'impiego di mezzi di soccorso.Con la modifica apportata all'art. 177 e l'integrazione all'articolo 189 del Codice della Strada, "si equiparano di fatto alle autoambulanze anche i veicoli attrezzati per il soccorso di animali o ai servizi di vigilanza zoofila e si estende l'esimente conseguente al trasporto in condizioni di necessità, a quello dovuto al trasporto di animali in gravi condizioni di salute".E' stato inoltre introdotto "l'obbligo per l'utente della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi danno a uno o più animali d'affezione, da reddito o protetti, di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subito il danno. Le ipotesi di violazioni sono punite con sanzioni amministrative pecuniarie di cui al comma 9-bis dell'articolo Cds". (da euro 389 a euro 1.559 per chi ha causato l'incidente e da euro 78 a euro 311 per le persone coinvolte)In conseguenza delle nuove disposizioni, "nell'espletamento di attività di recupero di animali o durante i servizi di vigilanza zoofila i veicoli specificamente attrezzati in questione potranno far uso dei dispositivi supplementari acustici e visivi"."La disposizione, tuttavia, non è immediatamente operativa. Infatti, potrà essere applicata solo quando sarà approvato un decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con cui saranno stabilite le casistiche relative ai servizi urgenti di istituto che giustificano l'uso di tali sistemi"." Il medesimo decreto stabilirà le condizioni e la documentazione necessari per comprovare l'esclusione della responsabilità del conducente per le violazioni commesse durante il trasporto animale in gravi condizioni di salute che viene effettuato da un privato con un veicolo diverso da quelli sopra indicati".
ASCA
31 AGOSTO 2010
Animali: Aidaa, In Uffici Pubblici Italiani Tolleranza Zero Per Cani
Roma - Italia ultimo paese europeo nella classifica della tolleranza nei confronti dei cani negli uffici pubblici. Lo rivela un sondaggio di Aidaa, Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente, condotto su 2.509 uffici controllati nei mesi di luglio e agosto. Solo 109 che hanno accettato senza problemi la presenza dei cani, in particolare a Napoli, Palermo, Reggio Calabria. Divieto assoluto invece a Firenze, Genova, Torino, Roma e Milano. Inoltre, i volontari Aidaa hanno rilevato che in 72 ospedali italiani sarebbe addirittura proibita l'introduzione del cane guida per i non vedenti ricoverati o che vogliono andare a trovare amici o parenti. ''La cosa piu' vergognosa - dichiara Lorenzo Croce, presidente di Aidaa - e' che spesso a dover lasciare fuori Fido sono persone anziane che, proprio per evitare che disturbi i condomini magari abbaiando, lo portano con se' ovunque''. ''Per gli ospedali, poi - conclude il presidente Aidaa - siamo lontani da ogni buon senso. Proibire l'accesso ai non vedenti con il cane guida e' una crudelta' prima ancora che una prassi vergognosa'': ''sarebbe buona cosa - conclude - che si facesse una volta per tutte un decreto per consentire l'accesso ai reparti di degenza ai ciechi con i cani guida''.
LIBERO
31 AGOSTO 2010
A MILANO C'E' IL PET TAXI
FURGONCINO CON SCRITTA "AUTOBAU" CANI E GATTI
MILANO - A Milano c'e' il pet taxi, l'auto a servizio degli animali. Gira con la scritta Autobau ed e' attrezzato per animali di diverse taglie.L'idea era nata quasi per gioco un paio di anni fa, ma poi Gianluca Baldon, 15 anni di esperienza con gli animali, ha deciso di trasformarla in un'attivita'.''Lavorando nel settore -spiega- avevo avuto modo di constatare come uno dei piu' grossi problemi di chi ha un animale sono gli spostamenti se non si ha una vettura propria''.
CORRIERE DELLA SERA
31 AGOSTO 2010
Un servizio molto usato negli Stati Uniti
Anche Fido e Miao viaggiano in taxi
Nasce Autobau, il «Pet taxi» per i quattrozampe. L'inventore: «Ma tra i clienti ho anche serpenti e iguana»
MILANO - Si chiama Autobau, gira per Milano con l'insegna Pet Taxi e i suoi sono clienti a quattrozampe, ma anche pappagalli, serpenti e iguana. L'idea era nata quasi per gioco un paio di anni fa, ma poi Gianluca Baldon, 15 anni di esperienza con gli animali, ha deciso di trasformarla in una vera e propria attività. «Lavorando nel settore avevo avuto modo di constatare come uno dei più grossi problemi di chi ha un animale sono gli spostamenti se non si possiede una vettura propria - ha spiegato Baldon, 42 anni che si occupava di un'associazione animalista - Non tutti i tassisti infatti fanno salire volentieri il cliente con un animale al seguito: io sono a disposizione per trasportare sia l'animale da solo che accompagnato dal padrone».
Il Pet Taxi è molto usato negli Stati Uniti. Ci sono servizi di taxi privati per animali da New York a Chicago. Ma per l'Italia è quasi una novità. «A Milano credo ci sia un'altra persona che fa pet taxi ma per hobby - dice il conducente di Autobau - per me invece è diventato un vero lavoro che mi impegna anche molto». In due anni si è fatto una larga clientela e il servizio, funzionante 24 ore su 24 tutti i giorni, è molto apprezzato. «Sul mio sito ci sono tutte le informazioni - ricorda - In genere preferisco lavorare su appuntamento, ma sono pronto anche per le emergenze». Il pet tassista ha attrezzato il suo Berlingo Citroen grigio, per animali di diverse specie e taglie. La vettura ha il climatizzatore e tutti i confort. Perfino una barella per recuperare e trasportare animali feriti. «Sono in grado di portare da solo un cane o un gatto dal veterinario e riconsegnarlo al padrone - racconta Baldon - Anche se riconosco di preferire la presenza del proprietario». I suoi principali clienti sono cani e i gatti, ma il servizio è a disposizione di tutti. «Mi è capitato anche di portare un serpente, un iguana, un pappagallo - dice - In genere si tratta di viaggi brevi, in città, ma non molto tempo fa ha portato ad Alicante, in Spagna, una donna che doveva trasferirsi per lavoro e non voleva lasciare il suo gatto e il pappagallo». Le tariffe sono in base al servizio. «Ovviamente non posso avere un tassametro - ha ammesso - quindi applico una tariffa oraria: in genere per un'ora, un'ora e mezzo e tra i 45 e i 50 euro, per viaggi più lunghi si decide in base al chilometraggio». E alle esigenze del cliente.
IL TIRRENO
31 AGOSTO 2010
SMARRIMENTO
LIVORNO - SCOMPARSO GATTINO. Da via Augusto Righi, zona Stazione, via Donnini è scomparso venerdì 27 agosto c.m. un gattino di circa 2 mesi nero occhi gialli macchia bianca sul petto. Chi ne avesse notizie telefoni 360/978668
http://persietrovati.blogspot.com/2010/09/livorno-smarrito-gatto-maschio.html
IL TIRRENO
31 AGOSTO 2010
Trova cane, lo cura affigge volantini e rintraccia il padrone
Luciano Bartalini
SAN GIULIANO (AR). È stata un’avventura a lieto fine quella vissuta da uno splendido esemplare di springer spaniel, sfuggito al controllo del padrone durante una passeggiata nelle campagne intorno alla frazione di Orzignano. Forse un innato senso di libertà o il bisogno di una improvvisavacanza ha sollevato un caso che inizialmente ha fatto temere il peggio per i tanti casi di abbandono di cani registrati soprattutto nei periodi delle ferie estive. Stanco del suo girovagare si è avvinato ad una casa di Orzignano dove è stato notato e preso in custodia da Federico che ha provveduto subito a rifocillarlo. Da un lato la gioia della nuova compagnia, dall’altro il senso di responsabilità per chi forse piangeva la scomparsa del cane, ha scatenato una sorta di conflittualità interiore che alla fine ha indotto Federico ad affiggere volantini nei diversi punti di ritrovo tra Pontasserchio e Orzignano per avvertire l’eventuale proprietario dell’avvenuto ritrovamento. Non avendo ottenuto riscontri in tempi brevi, ha ben pensato di frugare il cane riuscendo a trovare quel tatuaggio identificativo che gli ha permesso di risalire finalmente al proprietario. Una volta rintracciato, il legittimo padrone si è precipitato per recuperare l’animale e il tutto si è risolto tra mille ringraziamenti compresi quelli del cane.
QUOTIDIANO DEL NORD
31 AGOSTO 2010
Vendite di animali on line. Enpa: Dopo la truffa lo stalking
Roma - “Comprare o adottare un animale su internet? Attenzione, spesso si corre il rischio di cadere nella trappola di un astuto truffatore”. A rilanciare l’allarme sui raggiri online è l’Ente Nazionale Protezione Animali, che già lo scorso dicembre aveva denunciato il fenomeno delle finte vendite e adozione di animali sul web.“Purtroppo – spiega l’Enpa – in questi nove mesi le frodi non sono cessate e i truffatori sono diventati sempre più scaltri, perfezionando la credibilità dell’inganno”. L’ultima segnalazione in tal senso proviene da Cagliari dove una signora ha versato la somma di 110 euro per la spedizione dall’Austria in Italia (via Inghilterra) di un cane di razza Chihuahua che non è mai arrivato a destinazione; il denaro, invece, è stato regolarmente accreditato su un conto corrente del Camerun. Tuttavia, rispetto a molti altri episodi analoghi, questo è particolarmente significativo poiché segna un pericoloso salto di qualità nella tecnica di confezionamento del raggiro. Se fino ad ora il truffatore prometteva la (finta) vendita o l’adozione di un animale residente all’estero, chiedeva il pagamento di una somma da 100 a 300 euro per la spedizione al destinatario e si dileguava una volta incassato il maltolto; nel caso della signora di Cagliari, invece, l’estorsore ha alzato il tiro, passando dalla truffa al ricatto. Alla donna, infatti, è stato detto che il cane, a causa di un ritardo nel pagamento, era bloccato in un aeroporto inglese e che se non avesse pagato 900 euro per l’acquisto di una gabbietta elettronica sarebbe morto, mentre lei sarebbe stata denunciata a un tribunale inglese per averne causato il decesso.“La vittima del raggiro è stata oggetto di un vero e proprio stalking, con telefonate e mail minatorie che intimavano il versamento del denaro – prosegue l’Enpa-. Fortunatamente, nonostante fosse sottoposta a una fortissima pressione psicologica, la signora si è rifiutata di pagare e ha denunciato il fatto alla Polizia Postale. Le restano però tanta amarezza per essere stata ingannata nella sua buona fede e molto stress per la violenza psicologica subita”.
Ma ecco alcune semplici regole da per non cadere nella trappola delle truffe online:
1. Non fare mai esclusivo affidamento sulla buone fede del venditore;
2. Diffidare degli annunci improvvisati scritti in italiano stentato da inserzionisti stranieri;
3. Cercare sempre un riscontro sull’identità dell’inserzionista;
4. Non effettuare mai pagamenti anticipati, anche se per somme modeste;
5. Prestare attenzione alle specie di in vendita o in adozione. Per alcuni animali, in particolare gli esotici, c’è un divieto di importazioni e commercio.
6. Verificare sempre l’attendibilità della documentazione di trasporto: contattare la compagnia aerea e controllare, ad esempio, se collega le località di partenza e di arrivo o se effettua il trasporto di animali;
7. Non farsi trarre in inganno dalle fotografie di corredo: chiunque può averle scattate ovunque;
8. Chi volesse adottare una cane, invece, può visitare un canile o rivolgersi a una associazione animalista;
9. In caso di dubbi contattare le pubbliche autorità o le associazioni animaliste.
IL CENTRO
31 AGOSTO 2010
Cacciatori di cardellini messi in fuga sul Sinello
CASALBORDINO (CH). Stavano catturando cardellini con l’ausilio di reti e richiami per uccelli, ma non sono riusciti a portare a casa le piccole prede grazie all’intervento delle Giacche verdi, della Forestale e della polizia provinciale. E’ andata male ad alcuni bracconieri che stavano cacciando sulla sponda sinistra del fiume Sinello, nel territorio di Casalbordino, e che sono scappati abbandonando le reti e i cardellini. Il blitz antibracconaggio è avvenuto a poca distanza dalla riserva di Punta Aderci, dove nelle scorse settimane sono state rinvenute trappole per la cattura di cinghiali. L’estrema vicinanza con il parco costiero ha spinto le Giacche verdi a segnalare l’accaduto agli operatori della Cogecstre, la cooperativa di Penne che ha in gestione l’area protetta. «Il bracconaggio provoca enormi danni naturalistici», commenta Stefano Taglioli , referente locale della cooperativa, «chi è dedito a questa pratica illegale agisce in genere di notte, cattura gli uccelli con le reti per poi rivenderli». Uno dei territori preferiti dai bracconieri è Punta Aderci. Lungo il perimetro della riserva, 285 ettari di superficie, sono state rinvenute di recente trappole per cinghiali che si rivelano fatali anche per tassi e altri animali. Ma c’è anche chi spara: un esemplare femmina di un cinghiale è stato trovato morto a causa di un colpo di pistola. Era incinta di sette cuccioli. (a.b.) VASTO, nuovi orari alle Poste. Da domani, in concomitanza con il pagamento delle pensioni Inps, l’ufficio postale via Giulio Cesare, a Vasto, sarà nuovamente disponibile con orario continuato 8-18,30 dal lunedì al venerdì (8,30-13 il sabato). La clientela potrà quindi tornare a rivolgersi anche di pomeriggio agli sportelli dell’ufficio per accedere ai servizi postali (posta prioritaria, posta raccomandata, posta assicurata, postacelere e pacchi) e a quelli BancoPosta (prodotti di finanziamento, investimento e risparmio, oltre al nuovo Conto BancoPosta Più). SAN GIACOMO, teatro in piazza. Doppio appuntamento con il teatro il 3 e 4 settembre, con inizio 21,15 in largo del Tempio. Venerdì è la volta della commedia “Francisc: mic è nu fess?”, a cura della compagnia San Paolo. Sabato, invece, tocca a “La lettera di mammà”, tratta dall’omonima farsa di Peppino De Filippo a cura dell’associazione “Scém Sèmb Nuj” di Santa Croce di Magliano.
ASCA
31 AGOSTO 2010
Caccia: Enpa e Lav, Pre-Aperture Uccideranno Milioni Di Volatili
Roma - ''La pratica, da parte di molte regioni e province italiane, di autorizzare la preapertura della stagione di caccia, concedendo al mondo venatorio la possibilita' di sparare a centinaia di migliaia di uccelli gia' il 1 e il 5 settembre, e' una strage immotivata dal punto di vista scientifico ed etico, che ha conseguenze gravissime nei riguardi di tutte le specie che stanno terminando il loro periodo riproduttivo, come ribadito dall'ISPRA in un documento tecnico inviato agli enti locali''. Lo ricordano Enpa e LAV che considerano le pre-aperture ''un vero e proprio 'regalo' alla lobby venatoria, un continuo abuso che non e' piu' tollerato. Infatti, - ricordano le associazioni - sono sempre piu' numerose le proteste dei cittadini e gli appelli di personaggi famosi, ultimo quello della cantante Giorgia apparso sul network www.ilrespiro.eu, che ha definito il macabro rituale della caccia, una barbarie: 'uccidere un animale e' negare l'identico diritto alla vita di ogni creatura', parole che Enpa e LAV condividono pienamente''. ''La caccia 'ordinaria' - ribadiscono le associazioni - uccide ogni anno decine di milioni di animali selvatici e, per alcuni, grazie a deroghe, abbattimenti selettivi o altri pretesti, la stagione venatoria non finisce praticamente mai. Ma, evidentemente, per una lobby ormai giunta quasi alla fine, che non gode di popolarita' ne' di consenso da parte dei cittadini - come testimonia anche il recente sondaggio IPSOS del marzo 2010 - non e' abbastanza: bisogna impugnare il fucile anche il 1 settembre, con la possibilita' di uccidere, per ''puro divertimento'', merli, ghiandaie, tortore, colombacci e anatre selvatiche che stanno ancora terminando il loro periodo riproduttivo. Quindi, nel mirino, vi saranno anche genitori e giovani ancora in fase di dipendenza''. Enpa e LAV, insieme ad altre associazioni, stanno presentando ricorsi al TAR contro i calendari venatori di province e regioni che continuano ad ignorare le regole, anche quelle nuove contenute nell'articolo 42 della recente ''Legge Comunitaria 2009'': un provvedimento che introduce maggiori tutele per la fauna selvatica, ed e' in linea con le direttive europee; misure che continuano ad essere volutamente ignorate. ''Invitiamo tutti - concludono Enpa e LAV - a manifestare contro la caccia, insieme a noi e ad altre associazioni animaliste: appuntamento sabato 18 settembre alle ore 15.00 a Venezia''.
GEA PRESS
31 AGOSTO 2010
Sicilia ignorante e coperta di cenere.
Duro attacco del WWF al calendario venatorio siciliano.
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GEAPRESS – Come minimo, secondo il WWF, nella redazione del calendario venatorio l’Assessore Bufardeci non ha tenuto conto degli inviti alla ragionevolezza. Per la più grande associazione ambientalista italiana, infatti, l’Assessore ha ignorato tutte le autorevoli indicazioni dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che già aveva pesantemente censurato il provvedimento filo caccia siciliano. Il tutto, secondo il WWF, dopo il devastante periodo degli incendi, ancora tragicamente attuale. Proprio a causa degli incendi, oltre che per gli avversi pareri dell’ISPRA, la Sicilia non aveva proprio bisogno dell’anticipazione della caccia che inaugurerà domani la stagione venatoria 2010-2011. Il WWF è da anni che chiede alla Regione di non autorizzare la caccia ai primi di settembre.Similmente a quanto ieri denunciato dal WWF Toscana a proposito della preapertura al fotofinish utile ad evitare i ricorsi al TAR (vedi articolo GeasPress), anche la Sicilia, che è già al secondo calendario venatorio dopo che il TAR ha fracassato il primo, avrebbe dovuto evitare accuratamente ogni danno alla fauna selvatica. Sul finire della stagione estiva, infatti, la fauna selvatica è messa in difficoltà da condizioni ambientali non facili. In particolare i giovani dell’anno non sono ancora completamente indipendenti. A finire più facilmente sotto il tiro del fucile saranno i più deboli appartenenti alla fauna che si riproduce nell’isola.E dire che anche la Sicilia era stata diffidata ad applicare le nuove e più rigorose norme introdotte recentemente dalla legge Comunitaria 2009. In base a questa, sarebbe stata obbligata a prevedere la chiusura o la limitazione temporale della caccia in alcuni periodi per molte specie. Inoltre si sarebbero dovuti applicare, secondo il WWF, i principi di conservazione a tutela della fauna selvatica, sempre di derivazione europea.Nulla però è stato fatto e la preapertura ne è una dimostrazione eclatante. Per questo il WWF porterà la questione nelle aule dei tribunali a tutela della fauna e dell’ambiente.
ECO DI SICILIA
31 AGOSTO 2010
Sicilia: calendario venatorio, per il Wwf un nuovo massacro per la fauna dopo gli incendi
È stato pubblicato il calendario venatorio della Sicilia. Domani inizierà la stagione della caccia e per il wwf si tratta di un nuovo massacro per la fauna dopo gli incendi dell’ultimo mese. La stagione venatoria è stata allungata e manca la vigilanza. “Ancora una volta – scrive il Wwf – a prevalere sono le pressioni del mondo venatorio più estremista invece che le esigenze della fauna selvatica, le indicazioni del mondo scientifico e le norme europee ed italiane per la tutela della biodiversità. Secondo il WWF, dopo il devastante periodo degli incendi - ancora tragicamente attuale - gli animali selvatici della Sicilia non avevano proprio bisogno dell’anticipazione della caccia: con la fauna debilitata dal fuoco e dalla distruzione degli habitat naturali, adesso si rischia un vero massacro!Anche se la caccia sarà in questi giorni consentita su alcune specie (tortore, merli, colombacci e conigli), il danno sarà gravissimo per queste specie e per tutte le altre presenti sul territorio, soggette comunque a disturbo ed a possibili danni diretti in un periodo particolarmente delicato della loro biologia come la tarda estate. Inoltre la cronica assenza di vigilanza non scoraggerà certo l’azione di cacciatori di frodo che potrebbero abbattere anche specie per le quali la caccia si aprirà più tardi (lepri, quaglie, gallinelle d’acqua, ecc.).
Il WWF da anni chiede alla Regione di non autorizzare la caccia ai primi di settembre: in questo periodo la fauna selvatica è in genere messa in difficoltà da condizioni ambientali non facili di fine estate e nel quale non tutti i giovani dell’anno sono ancora completamente indipendenti; a finire sotto le fucilate sono soprattutto gli animali che nidificano sul nostro territorio e che sono quindi di particolare importanza per la nostra fauna. Invece il Calendario emanato dall’Assessore Bufardeci non solo non ha tenuto conto di tali inviti alla ragionevolezza, ma ha addirittura ignorato tutte le autorevoli indicazioni dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che aveva pesantemente censurato il decreto siciliano: calpestando il parere dell’Istituto, infatti, l’Assessore ha autorizzato la caccia a tortore merli e colombacci senza limitazione di orario e giornate (massimo 4 mezze giornate per l’ISPRA); la caccia anticipata al coniglio; la caccia alla beccaccia anche a gennaio; la caccia alla moretta (anatra); la caccia alla lepre italica (a rischio di estinzione); la caccia ai migratori in tutto il territorio regionale. Insomma, un Calendario Venatorio che tutela i cacciatori anziché la fauna, patrimonio della collettività. Già lo scorso mese di giugno il WWF, assieme ad altre Associazioni, aveva diffidato la Regione ad applicare delle nuove e più rigorose norme introdotte recentemente dalla “Comunitaria 2009” (Legge 96/2010): le Regioni sono obbligate a prevedere la chiusura o la limitazione temporale della caccia in alcuni periodi per molte specie, nonché l’applicazione rigorosa di principi di conservazione a tutela della fauna selvatica, sempre di derivazione europea. Nulla però è stato fatto in Sicilia e la preapertura ne è una dimostrazione eclatante. Per questo il WWF porterà la questione nelle aule dei tribunali a tutela della fauna e dell’ambiente”.
ASCA
31 AGOSTO 2010
CACCIA: ENPA E LAV, PRE-APERTURE UCCIDERANNO MILIONI DI VOLATILI
Roma - ''La pratica, da parte di molte regioni e province italiane, di autorizzare la preapertura della stagione di caccia, concedendo al mondo venatorio la possibilita' di sparare a centinaia di migliaia di uccelli gia' il 1 e il 5 settembre, e' una strage immotivata dal punto di vista scientifico ed etico, che ha conseguenze gravissime nei riguardi di tutte le specie che stanno terminando il loro periodo riproduttivo, come ribadito dall'ISPRA in un documento tecnico inviato agli enti locali''. Lo ricordano Enpa e LAV che considerano le pre-aperture ''un vero e proprio 'regalo' alla lobby venatoria, un continuo abuso che non e' piu' tollerato.Infatti, - ricordano le associazioni - sono sempre piu' numerose le proteste dei cittadini e gli appelli di personaggi famosi, ultimo quello della cantante Giorgia apparso sul network www.ilrespiro.eu, che ha definito il macabro rituale della caccia, una barbarie: 'uccidere un animale e' negare l'identico diritto alla vita di ogni creatura', parole che Enpa e LAV condividono pienamente''.''La caccia 'ordinaria' - ribadiscono le associazioni - uccide ogni anno decine di milioni di animali selvatici e, per alcuni, grazie a deroghe, abbattimenti selettivi o altri pretesti, la stagione venatoria non finisce praticamente mai.Ma, evidentemente, per una lobby ormai giunta quasi alla fine, che non gode di popolarita' ne' di consenso da parte dei cittadini - come testimonia anche il recente sondaggio IPSOS del marzo 2010 - non e' abbastanza: bisogna impugnare il fucile anche il 1 settembre, con la possibilita' di uccidere, per ''puro divertimento'', merli, ghiandaie, tortore, colombacci e anatre selvatiche che stanno ancora terminando il loro periodo riproduttivo. Quindi, nel mirino, vi saranno anche genitori e giovani ancora in fase di dipendenza''.
Enpa e LAV, insieme ad altre associazioni, stanno presentando ricorsi al TAR contro i calendari venatori di province e regioni che continuano ad ignorare le regole, anche quelle nuove contenute nell'articolo 42 della recente ''Legge Comunitaria 2009'': un provvedimento che introduce maggiori tutele per la fauna selvatica, ed e' in linea con le direttive europee; misure che continuano ad essere volutamente ignorate.''Invitiamo tutti - concludono Enpa e LAV - a manifestare contro la caccia, insieme a noi e ad altre associazioni animaliste: appuntamento sabato 18 settembre alle ore 15.00 a Venezia''.
CORRIERE DI VITERBO
31 AGOSTO 2010
Stagione al via tra le polemiche.
Le associazioni venatorie sono pronte a manifestare contro il calendario. Oggi riunione in Regione, domani la preapertura.
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Antonella Pace
VITERBO - Domani la pre-apertura della caccia tra le polemiche, mentre oggi un incontro in Regione con l’assessore all’agricoltura Angela Birindelli dovrebbe portare a qualche cambiamento nel calendario venatorio. Le varie associazioni venatorie sono in attesa di sapere il responso del vertice e pronti a manifestazioni plateali qualora il calendario dovesse rimanere così inalterato. Arcicaccia, Federcaccia, Cpa e anche l’Atc di Viterbo 2 hanno espresso la loro opinione per quanto riguarda la pre-apertura e il calendario venatorio, rivolgendo una dura polemica alle istituzioni regionali. “Noi aspettiamo il risultato dell’incontro in Regione - afferma Francesco Pompei di Arcicaccia -. Rumors ci hanno fatto capire che il calendario venatorio è in procinto di essere modificato. Se ciò non dovesse accadere ci ritroveremo di fronte a una situazione aberrante. Siamo pronti a una presa di posizione forte se rimarranno queste regole, perché non siamo soddisfatti. Così il calendario è penalizzante per i cacciatori e speriamo che anche a livello politico venga capita la nostra posizione”. Analoghe le parole di Aldo Pompetti, presidente regionale della Federcaccia. “Siamo sempre stati contrari alla preapertura - afferma Pompetti -. Attendiamo di sapere che cosa scaturisce dalla riunione di domani (oggi, ndr ) alla Regione per mettere a punto poi una strategia di risposta. Siamo pronti a manifestare anche in forma plateale perchè il calendario venatorio e le sue norme non ci piacciono e non prendono in considerazione le richieste della categoria”. Ancora più dure le parole del responsabile Cpa provinciale, Pietro Casasole. “Il calendario così come è fatto adesso non è sopportabile ne tantomeno accettabile - afferma Casasole -. Il Lazio è l’unica regione in cui viene approvato un simile calendario venatorio. Nessuno ci ha protetto e solo poche associazioni come Cpa e Federcaccia si sono mosse per protestare. La pre-apertura non ci deve essere e chiedo che anche i Verdi intervengano per frenare quello che si preannuncia essere una strage di animali. La caccia deve aprirsi il 19 settembre non un giorno prima, altrimenti si arriverà a una moria di specie animali. Aspettiamo il responso della Regione e confidiamo nel presidente della commissione agricoltura, Francesco Battistoni che da sempre ci ha aiutato e sostenuto”. Giuseppe Pilli presidente dell’Atc di Viterbo2 esprime le sue perplessità. “La pre-apertura è una possibilità che viene data dalle norme - afferma Pilli -. Il calendario risulta modificato per un progetto legato all’ambito comunitario. Si prevede una chiusura anticipata per la caccia di determinate specie, nonchè una pre-apertura della stessa, norme che hanno fatto insorgere la maggioranza dei cacciatori. Io personalmente auspico un ritorno indietro, anche perché se ciò non avvenisse si andrebbe incontro a una serie di ricorsi al Tar che metterebbero in forse l’intera stagione venatoria. Inoltre c'è anche il problema dei limiti di animali da cacciare che è irrisoria. Per esempio nel nostro territorio si possono uccidere solo due beccacce al giorno, in Umbria c’è il limite di tre, mentre all’estero si possono uccidere dieci in un giorno solo”. Con queste premesse, comunque, domani è il giorno delle doppiette, poi calma fino al 5 settembre.
CORRIERE ADRIATICO
31 AGOSTO 2010
“Ambientalisti ignoranti, noi siamo una risorsa”
Ancona Insorgono i cacciatori. Gli animalisti, affermano, fanno polemiche strumentali e non conoscono l’ambiente che dicono di voler difendere. “Non è caccia ma controllo della specie”, attacca Ornello Radini presidente di Federcaccia. “Caprioli e cinghiali ad esempio - spiega - sono nocivi per l’agricoltura. Paghino gli ambientalisti i danni che questi animali recano”. Conti alla mano, più meno - calcola Radini - 800 mila euro all’anno a carico degli Ambiti territoriali di caccia. “Ma se ci mettiamo il costo delle verifiche - aggiunge - si supera il milione di euro”. “Senza contare gli indennizzi per gli incidenti stradali: centinaia di migliaia di euro che la Regione deve sborsare”. Insomma, animali selvatici belli e cari ma a volte costituiscono un vero problema a cui i cacciatori, bontà loro a sentire Radini, pongono un freno. “In Francia - spiega ancora - c’è addirittura un piano nazionale di controllo del cinghiale redatto dallo stesso ministero dell’Ecologia”. In breve: “gli animalisti non conoscono la realtà. Ricordo la polemica in Piemonte sulla caccia ai caprioli. “Non sparate su Bambi” era lo slogan. Volevano trasportarli nel parco del Pollino senza tenere in conto che la maggior parte degli animali sarebbe morto nel tragitto. Non si possono ideologizzare i problemi”. E più che con la caccia, dice ancora Radini, gli ambientalisti se la prendessero con l’antropizzazione. “Strade, ville, capannoni sorgono continuamente in ogni dove. La presenza della fauna è ormai aleatoria”.Gli fa eco Callisto Cerisoli, presidete dell’Ambito di caccia Pesaro 1. “La caccia - spiega - negli ultimi anni si è molto specializzata, è diventata di nicchia. E ha l’utile funzione di controllare le specie che recano danni all’agricoltura. Solo a Pesaro dai 20 mila ai 30 mila euro all’anno. Mi riferisco in particolare a cinghiali, caprioli e storno. Sono specie che non hanno nemici naturali, proliferano e invadono le zone urbane. Ogni giorno leggiamo di cinghiali che piombano sulle strade con grave pericolo per l’incolumità degli automobilisti. E’ una caccia di selezione che peraltro, prima nelle Marche, la Provincia di Pesaro ha istituito. Inviterei gli ambientalisti a venire nel bosco con noi. Il cacciatore è il miglior conoscitore del territorio. Siamo una risorsa”. E la coturnice di cui gli animalisti lamentano l’estinzione? “Sono anni che la coturnice non si caccia proprio perché - risponde Cerisoli - gli esemplari sono pochi. Tanto che nel calendario venatorio della Provincia di Pesaro non è presente. E il calendario è molto ristretto. Dati e censimenti sono molto precisi. Non si sgarra”.
IL MATTINO
31 AGOSTO 2010
Emilio Merola è un cinofilo ma non un cane sciolto
Barbara Ciarcia Bonito.
Provincia di Avellino - Emilio Merola è un cinofilo ma non un cane sciolto. Animalista convinto è delegato provinciale della Lac, la lega nata per abolire la caccia, e si batte per difendere i diritti della specie animale. È stato lui, attraverso il suo profilo Facebook, a denunciare e divulgare l’ordinanza choc del sindaco di Altavilla Irpina, Alberico Villani, emessa lo scorso mese di luglio, che prevede l’abbattimento dei randagi valutati pericolosi per la pubblica incolumità. Dopo la sospensione dello storico Palio dell’Anguria il paese della valle del Sabato è stato investito da un altro caso di potenziale maltrattamento degli animali. «Ci sono apposite leggi, come la 201 del 1991, sul fenomeno del randagismo - spiega Merola - non capisco perchè gli amministratori locali non debbano rispettarle e applicarle. L’ordinanza emessa da Villani è sorprendente e rischia di creare precedenti abominevoli in provincia e d’istigare alla zoofobia. Noi pertanto, come Lac, faremo ricorso al Tar: è inaccettabile immaginare l’eliminazione dei cani sul territorio». E pensare che le amministrazioni devono provvedere, mediante i veterinari della Asl, ad accalappiare i cani abbandonati, ricoverarli successivamente nei canili e provvedere alle spese necessarie fino a quando l’animale viene ospitato nella struttura. Il costo medio giornaliero si aggira intorno ai tre euro. L’abbattimento di quelli dalla ”comprovata pericolosità” viene ritenuto eccessivo per motivare l’ordinanza adottata. «Nei giorni scorsi ho scritto al sindaco di Altavilla - prosegue sempre Emilio Merola della Lac - per chiedere spiegazioni in merito alla disposizione. Per cautelarsi però l’ha girata per conoscenza pure alla Procura della Repubblica. Chissà che non si sia trattato di un espediente per evitare d’incappare in problemi. Dopo quanto avvenuto intensificheremo la vigilanza sui territori e denunceremo eventuali altri provvedimenti della stessa natura». A Bonito il sindaco, Antonio Zullo, intanto ha vietato l’accesso in tutte le aree pubbliche del paese ai cani padronali.
CORRIERE DEL VENETO
31 AGOSTO 2010
Orso a Castellavazzo, spunta una foto
La polizia provincia di Belluno mostra uno scatto: l'animale (forse una femmina) immortalato nel bosco. Scartata l'ipotesi che sia Dino
Federica Fant
BELLUNO - Tracce fresche e una foto scattata dalle macchine a sensori nel bosco un orso a Castellavazzo (Belluno). Ma forse potrebbe essere un'orsa. Dal mese di maggio nella sola provincia di Belluno «passeggiano» tre orsi: MJ, di madre trentina e padre sloveno, M5 (Dino) e un altro non identificato. Ma la troppa confusione non piace a questi grandi predatori che, a parte nella stagione dell'amore (maggio e giugno), sono animali solitari. Recentemente l'orso ha fatto la sua comparsa nell'Altipiano d'Asiago, dove si è temuto il peggio: si vociferava che fosse stata aperta la caccia all'animale. Il sospetto ha portato il Corpo Forestale ad aprire addirittura un'indagine. Il 17 agosto a Busnich, a Castellavazzo un orso ha divorato sei pecore, poi il 23 è stato avvistato da un automobilista bellunese a San Vito di Cadore, lunedì è stato addirittura fotografato o fotografata da dietro a Castellavazzo. Secondo gli esperti della Polizia Provinciale di palazzo Piloni, la mancanza del collare (che rendeva possibile l’individuazione del soggetto) fa supporre con una certa sicurezza che non si tratti di «Dino».
LA PROVINCIA DI VARESE
31 AGOSTO 2010
Cinghiali, altra incursione notturna
Ora interviene la polizia provinciale
I campi di Cerro e Caldana nel mirino. L'assessore: «Prevenire danni all'agricoltura»
Matteo Fontana
Cocquio Trevisago (VA) - Continuano le incursioni dei cinghiali sulle colline di Cocquio Trevisago. La località di Cerro ma anche la frazione di Caldana sono state prese di mira da una settimana a questa parte, praticamente tutte le notti, dai grossi animali a caccia di cibo. La situazione in questi giorni è sotto il costante monitoraggio della polizia provinciale. Dopo i primi raid di settimana scorsa, i cinghiali sono tornati a Cerro ed anche a Caldana numerosi e affamati e a farne le spese sono stati i campi di granoturco, di cui l'animale è particolarmente ghiotto. «Alcuni giorni fa si sono accaniti soltanto su una fila di granturco ma dopo le incursioni nelle ultime notti il campo è praticamente distrutto» racconta Giuseppe Cassarà, che da trent'anni abita a Cerro ed il cui orto confina proprio con il campo preso di mira dai grossi animali.
I segni della furia distruttrice dei cinghiali sono ben evidenti; dapprima si accaniscono sulla pianta che una volta abbattuta viene spogliata delle pannocchie che finiscono sotto agli acuminati denti dell'animale. «Fa veramente impressione vedere ciò che hanno fatto prosegue il signor Cassarà durante l'ultima incursione devono essere stati almeno una ventina». Finito il granturco, il rischio è che i cinghiali possano andare a caccia di mele o castagne, altri due frutti di cui sono golosi. Da un paio di notti la zona è sotto stretta sorveglianza della polizia provinciale. Gli animali sono arrivati ad un centinaio di metri dalle abitazioni, all'altezza del parcheggio di Cerro e poi in un'altra incursione hanno raggiunto anche Caldana. Al momento per fortuna non ci sono stati incontri ravvicinati tra il grosso animale e gli abitanti del grazioso borgo. «A quanto ne so spiega l'abitante di Cerro il cinghiale non attacca l'uomo». E' l'esemplare femmina in compagnia dei suoi cuccioli ad essere più aggressiva e potenzialmente pericolosa. A tranquillizzare i cittadini interviene Giuseppe Barra nel duplice ruolo di assessore del comune di Cocquio Trevisago e di presidente del parco Campo dei Fiori, anche se la zona in questione non è di competenza dell'ente parco. «Siamo in costante contatto con la Provincia afferma Barra per valutare come procedere per risolvere il problema; le soluzioni possono essere due, o posizionare delle reti di protezione, oppure procedere ad un abbattimento degli animali». La popolazione dei cinghiali è certamente aumentata negli ultimi anni; per Cerro e Caldana è una novità mentre per altre zone del nord della provincia non è così. Brinzio ed Orino anche nel recente passato hanno conosciuto questo fenomeno. «E' sicuramente un problema di tutto il territorio collinare della nostra provincia ? prosegue l'assessore da risolvere per prevenire danni importanti all'agricoltura». Pochi i rischi per l'uomo anche se i grossi animali sono arrivati ad un centinaio di metri dalle case. «Chi frequenta i boschi deve essere certamente prudente sottolinea Barra ? ma anche se i cinghiali si sono avvicinati al centro abitato di Cerro, come in passato non era mai accaduto, non esistono particolari rischi per i cittadini».
ANMVI OGGI
31 AGOSTO 2010
SIENA, “NON NEGATIVO” NON VUOL DIRE DOPATO
Il 19 agosto, la Procura di Siena dava mandato alla Forestale di sequestrare all'ufficio Palio del Comune le analisi antidoping riguardanti otto cavalli, effettuate nei giorni dei controlli precedenti l'assegnazione degli stessi alle contrade. All'origine del sequestro le apparenti contraddizioni nelle analisi: dagli esami effettuati nei laboratori dell'Università di Pisa con il "metodo Elisa", gli animali erano risultati "non negativi". Le provette in questione, per avere dei riscontri, erano poi state inviate informalmente al laboratori "Unire Lab" di Milano da cui era invece risultato che le analisi, effettuate con altre metodiche, erano "negative".
I cavalli coinvolti non erano comunque stati inseriti tra quelli da scegliere e non avevano corso. Il sequestro dei documenti relativi alle analisi antidoping non è avvenuto solo all'ufficio Palio del Comune ma anche all'UnireLab di Milano e nei laboratori del Dipartimento di veterinaria dell'Università di Pisa dove è stato svolto un terzo sequestro riguardante anche il sangue di tutti e 54 i cavalli in età da Piazza che avevano superato le visite veterinarie, compresi, dunque, quelli che hanno corso il 16 agosto. All'origine dell'inchiesta non vi sarebbe nessun esposto, ma una iniziativa dalla procura con la Forestale. E' stato aperto un fascicolo contro ignoti. Nessun indagato; si vuole verificare se vi è stato maltrattamento di animali. "Siamo assolutamente tranquilli e pronti a dare la nostra completa collaborazione ed aspettiamo di conoscere le cause che hanno portato il pm Formisano a richiedere l'acquisizione di questi atti». È stato questo il primo commento di Maurizio Cenni, sindaco di Siena. I documenti sequestrati dalla Procura della Repubblica nell'inchiesta sull'antidoping aspettano di essere visionati da professionisti che gli stessi magistrati nomineranno nei prossimi giorni. Il 24 agosto si è svolto un consulto 'fiume' in procura con una veterinaria della Forestale, accompagnata dal comandante provinciale della Forestale Eduardo Spataro. Finora sono state sentite diverse persone informate dei fatti. Intervistato da La Nazione, Stefano Zanichelli della Facoltà di medicina veterinaria dell'Università di Parma ha spiegato: "Nessuna sostanza proibita ai cavalli portati in piazza"."Guardando il Palio di Siena e vivendo direttamente altri importanti manifestazioni del genere (Ferrara, Asti, Faenza, ecc) posso tranquillamente dire che i cavalli non sono e non possono essere "dopati" (intendendoci sul termine doping). Non esiste nessuna regola o normativa che, per il trattamento di malattie o di condizioni traumatiche in un soggetto che deve partecipare ad una gara, proibisca l'utilizzo di una qualunque sostanza terapeutica regolarmente registrata, ma viene però richiesto che il partecipante, al momento della gara, risulti libero da residui di queste sostanze. Occorre pertanto, nel caso di somministrazione terapeutica di qualunque sostanza, che venga rispettato un tempo di sospensione adeguato, prima della competizione, per permetterne l'eliminazione dall'organismo". "Purtroppo - prosegue il professor Zanichelli - queste indicazioni non ci vengono fornite per cui spesso, e credo che sia il caso dei cavalli oggetto del contenzioso, genera un cosiddetto "doping accidentale" vale a dire la presenza di sostanze terapeutiche che per vari motivi, pur rispettando i tempi di attesa sono ancora rilevabili nel sangue, magari in forma inattiva ma presenti (ecco il termine precauzionale di 'non negativo')". "Il fatto di non sapere mai il giusto orario di partenza inibisce qualsiasi velleità di somministrazione di eccitanti o stimolanti in quanto l'effetto residuo, che avviene molto rapidamente, è esattamente contrario a quello che si voleva ottenere (ci immaginiamo un cavallo che rimane fermo ai canapi ? Cosa scatenerebbe ? Nessuno azzarda un rischio del genere). Poi a Siena il cavallo esce dalla scuderia verso le 16 e non è più avvicinabile se non dal barbaresco e dal fantino. Al momento dell'arrivo le centinaia di persone gioiose che circondano il cavallo, se questi fosse in una situazione di ‘non lucidità', verrebbero colpite a morte".
YAHOO NOTIZIE
31 AGOSTO 2010
Nitriti d'oro in terra tedesca Un conto annuo da 10 mln
da Berlino Roberto Giardina
Va bene amare gli animali, ma quando le casse sono vuote bisognerebbe non esagerare, ritiene Wirtschaftswoche, il più autorevole settimanale economico tedesco. Lo Stato continua ad allevare cavalli, purosangue e no, come ai tempi del Kaiser, quando ancora c'erano reggimenti di cavalleria.
Il costo complessivo supera i 10 milioni all'anno, quanto basterebbe per finanziare un nuovo corso di medicina.Dieci Länder mantengono ancora allevamenti equini, ovviamente in passivo. Il più grande si trova in Nord Renania Westfalia, non a caso la regione che nel suo stemma ha un bel cavallo rampante. Il Land è rinomato per i suoi cavalli, venduti anche all'estero agli appassionati di equitazione, ma è un'attività svol ta egregiamente dai privati. Le stalle statali servono a poco. Un secolo fa lo Stato si occupava di equini per rifornire i contadini con animali sani e robusti, e naturalmente anche l'esercito. Cavalli di ogni tipo: purosangue per i dragoni e bestie da tiro. Ma oggi, nell'epoca dei trattori e dei panzer?«Non bisogna guardare solo all'aspetto economico», si difende Wilhelm Deitermann, portavoce del governo regionale della Nord Renania Wetsfalia, «c'è anche un problema culturale. I cavalli fanno parte della nostra storia. In molte scuole i bambini vanno a scuola di equitazione, che altrove viene considerata uno sport riservato ai ricchi. E, infine, gli allevamenti statali mantengono in vita razze minacciate dall'estinzione». Per esempio, i Kaltblut della Renania. Ne vengono mantenuti a caro prezzo una ventina di esemplari: ogni anno costano oltre 350 mila euro, mille euro al giorno. «È proprio necessario preservare tutte le ra zze equine?», si chiede Hustus Haucamp, responsabile economico dell'allevamento di Warendorf. «Allora ci dovremmo preoccupare anche degli altri animali, per esempio delle varie razze di maiali. Oggi si allevano solo quelle adatte a trasformarsi in würstel. È giusto tutto ciò?». I cavalli vengono anche venduti, ma un esemplare arriva di rado sopra i mille euro. I campioni sono allevati dai privati. L'allevamento della Nord Renania Westfalia ha incassato l'anno scorso 2,5 milioni di euro, ma ne ha spesi 3,9. Un'attività superata dai tempi, commenta il settimanale, pagata da tutti i cittadini.
MESSAGGERO VENETO
31 AGOSTO 2010
Pitone scappa dalla teca e morde una donna
NAPOLI. Un serpente di circa un metro di lunghezza ha morso a Casoria una donna che si trovava sul proprio balcone. L’animale, uscito da una teca che si trovava nell’appartamento adiacente a quello della donna, è fuggito dall’abitazione attraverso una conduttura dell’aria condizionata e si è introdotto – si legge in una nota del Corpo Forestale – in un armadietto di proprietà della donna ferita. All’apertura degli sportelli la vittima è stata morsa da quello che gli uomini del servizio Cites di Napoli del Corpo forestale dello Stato, accorsi poco dopo sul luogo, hanno identificato come un pitone reale non velenoso. L’animale, tutelato dalla Convenzione di Washington che protegge le specie in via d’estinzione, era detenuto dal vicino di casa della signora senza il permesso. L’uomo, costituitosi spontaneamente dopo l’accaduto, è stato denunciato per la detenzione illegale dell’animale. La donna, ora in buone condizioni, dovrà rimanere sotto osservazione nei prossimi giorni a causa delle ferite provocate dal morso.
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