31 AGOSTO  2009

IL GAZZETTINO
31 AGOSTO 2009
 
Cane eroe d'Abruzzo, morte sospetta:
«Nice lasciato nell'auto sotto il sole»
Venezia, esposto alla Procura della zoofila Romieri: «Ferite
alle zampe nel disperato tentativo di uscire, c'è un testimone»
 
 
VENEZIA (31 agosto) - Con un esposto in Procura chiede chiarezza sulla morte di Nice, il cane eroe protagonista del miracoloso recupero di Eleonora, la ragazza di 22 anni rimasta sepolta per 42 ore sotto i resti della propria casa distrutta dal terremoto che ha sconvolto l’Abruzzo.
Cristina Romieri, delegata per Venezia e provincia dell’Associazione vegetariani Italiana e zoofila, depositerà l’atto in tribunale questa mattina. E spiega perché ha deciso di procedere in tale direzione dopo aver appreso dalla stampa del decesso del labrador di due anni e mezzo appartenente all’unità cinofila dei Vigili del fuoco di Mestre.
«Il suo conduttore, Giorgio Panciera, ha dichiarato di averlo lasciato giovedì 27 agosto per pochi minuti chiuso in macchina e di averlo trovato - al suo ritorno - morto, stroncato da un infarto. La giovane età del cane mi aveva fatto sorgere dubbi sull’effettivo tempo che il cane sarebbe stato chiuso in macchina. Dubbi che sono stati suffragati da una testimonianza che reputo attendibile di una persona - che preferisce rimane anonima e di cui io stessa non conosco il nome - che mi ha raccontato una verità diversa. Il cane è stato lasciato per diverso tempo in macchina con una temperatura elevatissima. Si è anche ferito alle zampe nel disperato tentativo di uscire. Gli è stata data veloce sepoltura in caserma, cosa che non sarebbe a norma di legge, anche se comprensibile».
«Il mio obiettivo - continua - è quello di chiedere alla Procura che accerti l’effettivo svolgersi dei fatti, eventualmente anche attraverso la riesumazione del cadavere dell’animale e attraverso l’ispezione della vettura in cui Nice ha trovato la morte, con espressa richiesta di procedere nei confronti dei responsabili qualora detti fatti configurino ipotesi di reato».
«Voglio precisare infine - conclude Romieri - che così agendo non intendo dubitare della professionalità e della serietà dei Vigili del Fuoco, che oltretutto si prodigano per salvare i vari animali in difficoltà, ma sento l’esigenza che si faccia chiarezza per dissipare qualsiasi ombra di dubbio sulla vicenda».

LIBERO

31 AGOSTO 2009

 

La morte del cane eroe Nice finisce in mano ai magistrati

 

Venezia - Con un esposto in Procura chiede chiarezza sulla morte di Nice, il cane eroe protagonista del miracoloso recupero di Eleonora, la ragazza di 22 anni rimasta sepolta per 42 ore sotto i resti della propria casa distrutta dal terremoto che ha sconvolto l’Abruzzo. Cristina Romieri, delegata per Venezia e provincia dell’Associazione vegetariani Italiana e zoofila, depositerà l’atto in tribunale questa mattina. E spiega perché ha deciso di procedere in tale direzione dopo aver appreso dalla stampa del decesso del labrador di due anni e mezzo appartenente all’unità cinofila dei Vigili del fuoco di Mestre. “Il suo conduttore, Giorgio Panciera, ha dichiarato di averlo lasciato giovedì 27 agosto per pochi minuti chiuso in macchina e di averlo trovato - al suo ritorno - morto, stroncato da un infarto. La giovane età del cane mi aveva fatto sorgere dubbi sull’effettivo tempo che il cane sarebbe stato chiuso in macchina. Dubbi che sono stati suffragati da una testimonianza che reputo attendibile di una persona - che preferisce rimane anonima e di cui io stessa non conosco il nome - che mi ha raccontato una verità diversa. Il cane è stato lasciato per diverso tempo in macchina con una temperatura elevatissima. Si è anche ferito alle zampe nel disperato tentativo di uscire. Gli è stata data veloce sepoltura in caserma, cosa che non sarebbe a norma di legge, anche se comprensibile”.

Il salvataggio - Ormai ogni speranza era svanita. La possibilità di recuperarla viva quasi nulla. È stato anche grazie al fiuto di Nice che sotto quell’ammasso di pietre e polvere è stata trovata Eleonora, provata, ma viva. Nice era uno splendido Labrador nero di due anni mezzo. Lui, assieme a Kira, Tobia, Biagio e Gas, sono stati i primi ad annusare che sotto le macerie di quella casa c’era ancora una vita. Cani super addestrati in grado di percepire odore umano o di sangue. E quando capiscono che c’è qualcosa iniziano ad agitarsi, annaspano, scavano. Avvisano gli uomini che è opportuno andare in profondità. Come hanno fatto con Eleonora.


LA STAMPA

31 AGOSTO 2009

 

Rissa per un gatto torturato a morte

I padroni vanno a chiedere spiegazioni a casa del ragazzino responsabile ed uno di loro finisce all'ospedale con contusioni ed una ferita da taglio

 

 

 

Torino - Calci, pugni e altri colpi proibiti, tra cui una coltellata, ieri sera a Torino, per la morte di un gatto. Un randagio adottato da una ragazza e morto, secondo la ricostruzione della polizia, dopo essere stato torturato da un ragazzino.
Così, quando ieri sera l’ex convivente della padrona dell’animale, Z.N. di 38 anni, si è recato a casa del giovane per chiedere spiegazioni, è scoppiata la rissa.
Una lite violenta, con la padrona dell’animale e l’ex convivente da una parte e alcuni parenti del ragazzino dall’altra. «Che cosa ti aveva fatto quel gatto?», ha chiesto l’uomo al giovane "torturatore". «Non trattarlo in quel modo - è stata la risposta dei parenti - è piccolo...».
Dalle parole ai fatti, il passo è stato breve: Z.N. è finito all’ospedale con diverse contusioni e una lieve ferita da taglio che i medici hanno giudicato guaribile in cinque giorni. L’intervento delle volanti del commissariato Centro, che hanno indagato un quindicenne per lesioni aggravate, ha evitato il peggio.


IL GAZZETTINO

31 AGOSTO 2009

 

Affiora la carcassa di un cane, risolto il "giallo"

L’allarme tre giorni fa da due pescatori che avevano udito uno sparo e un tonfo in acqua vicino al ponte sul Brenta

 

Vigonovo (VE) - (gdc) - Sembra giunto a una svolta il "giallo di Vigonovo". Ieri, mattina, alcuni residenti nella zona in prossimità del Parco Sarmazza, poco distante dal vecchio ponte sul Brenta, dove due pescatori avrebbero udito uno sparo e un tonfo in acqua, hanno visto la carcassa di un cane. Fatta la scoperta, i residenti hanno chiamato subito i carabinieri. Una pattuglia si è diretta sul posto e i militari hanno constatato che in prossimità della riva c’era il corpo senza vita di un pastore tedesco. Il povero animale, però, aveva legato attorno al collo una corda con agganciato un pesante masso. Ciò farebbe presupporre che il tonfo sentito dai due pescatori, sarebbe stato provocato dall’impatto del cane con l’acqua. I militari hanno chiesto anche l’intervento di un veterinario dell’Asl 13, che avrebbe certificato come la morte dell’animale possa essere avvenuta tre giorni fa. Esattamente la notte dello sparo e del tonfo. Dei dubbi avvolgono ancora quello che i due pescatori, unici testimoni diretti della vicenda e i primi a dare l’allarme, hanno detto essere stato un colpo d’arma da fuoco. I due uomini, al momento del fatto, stavano pescando e la zona, specie la sera, è particolarmente buia. Da una prima e sommaria ispezione sul corpo dell’animale, infatti, non ci sarebbe traccia di fori d’entrata o d’uscita. Oggi, però, sulla salma del pastore tedesco sarà effettuato un approfondito esame autoptico, proprio alla ricerca di eventuali ferite d’arma da fuoco e per stabilire esattamente la cause della morte. L’identificazione del cane e del possibile proprietario, però, risulta ancora complessa. L’animale, infatti, non ha né il microchip identificativo, obbligatorio per legge, né alcuna medaglietta che possa far risalire al legittimo proprietario. Gli investigatori, però, proseguiranno ugualmente con le indagini ed invitano quanti possano avere informazioni utili a contattare la stazione. Infatti, il responsabile di un gesto tanto incivile quanto disumano è perseguibile penalmente ai sensi della normativa che tutela gli animali da ogni possibile violenza. Dopo tre giorni di enigma, quindi il "giallo di Vigonovo", che ha tenuto col fiato sospeso i residenti e impegnato anche il nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco, pare essersi risolto.


ANSA AMBIENTE

31 AGOSTO 2009

 

CICOGNE UCCISE A COLPI LUPARA NEL TRAPANESE

 

MARSALA (TRAPANI) - Due cicogne uccise a colpi di lupara sono state trovate da alcuni naturalisti delle associazioni Acli Anni Verdi ed Ekoclu durante un'escursione ai confini tra i comuni di Marsala, Salemi e Mazara del Vallo. Gli autori della macabra scoperta hanno bollato il fatto come ''un puro atto di microcriminalita', non ricollegabile alla caccia, in quanto questa e' ancora chiusa''. Si teme che le cicogne uccise possano essere molte di piu'. Qualche tempo fa, infatti, dicono gli ambientalisti, era stato avvistato un gruppo di 36 cicogne, mentre adesso gli esemplari di questo volatile si sono ridotti a 25.


CORRIERE DI SIENA

31 AGOSTO 2009

 

D’estate il boom degli abbandoni

La testimonianza di una delle addette ai lavori del centro grossetano. Guida: “La perfidia della gente non risparmia i più piccoli”.

 

GROSSETO - L’abbandono degli animali è uno dei temi tristemente noti dell’estate, un fenomeno di sottocultura con implicazioni nel sociale e per la sicurezza. Carla Guida, volontaria Enpa, racconta come il gattile, di cui ha la responsabilità dal 2000, fornisca in questo ambito un importante servizio “in quanto l’abbandono dei gatti se pure meno appariscente, è problematico come l’abbandono dei cani, anche se i felini sono più autonomi e meno dipendenti dall’uomo. Ma il fenomeno più emblematico e vergognoso è quello dell’abbandono dei cuccioli ed è in questo frangente che la cattiveria e la perfidia dell’uomo raggiunge livelli altissimi. Dalla primavera in poi quando le gatte figliano, perchè non sono state sterilizzate, i gattini, alcuni di pochi giorni e con gli occhi chiusi, vengono presi e disseminati come tanti rifiuti, accanto ai cassonetti, nei fossi, o nel primo giardino che capita. Questo significa condannarli a morte certa e nella migliore delle ipotesi quando cioè vengono soccorsi solo uno su tre riesce a sopravvivere. Gli interventi a posteriori se pure auspicabili e lodevoli sono inefficaci e non risolvono il problema occorre invece una campagna di sensibilizazzione preventiva con il coinvolgimento delle scuole e delle Istituzioni. Educare al rispetto della vita sotto qualunque forma è l’unico modo per combattere l’imbarbarimento verso cui sta andando questa nostra società che pare abbia dimenticato la solidarietà e persegue solo fini egoistici“.


COMUNICATO ENPA

31 AGOSTO 2009

 

ANIMALI. GRAVI ILLECITI AMMINISTRATIVI: ZOO SEQUESTRATO DA VIGILI URBANI DI LATINA

 

Nuovo sequestro di uno zoo. Questa volta è toccato a una piccola struttura di Latina che probabilmente detiene in cattività anche animali provenienti da circhi. Secondo quanto appurato dalla Polizia Municipale, la piccola struttura sarebbe priva del necessario nulla osta del Settore Attività Produttive del Comune di Latina. Come più volte denunciato da Enpa, il recepimento nel nostro ordinamento (risalente al 2005) della direttiva europea sugli zoo ha determinato una grave carenza legislativa. La normativa, infatti, prevede non soltanto che il mantenimento degli animali sia disciplinato da un numero fin troppo esiguo di regole, peraltro facilmente aggirabili, ma anche una vera e propria “sanatoria a vita”. Buona parte delle strutture già operative prima del recepimento della Direttiva Comunitaria sono state escluse dal suo campo di applicazione, mentre gli zoo di più recente costituzione, quelli che hanno iniziato l’attività dopo l’entrata in vigore del nuovo provvedimento, possono addirittura aprire i battenti senza la necessaria licenza di giardino zoologico. Come dimostra il caso della struttura di Latina, priva perfino di un basilare nulla osta comunale, la normativa ha favorito il fiorire di grandi e piccoli zoo, destinati alla detenzione di animali, soprattutto acquatici ma anche terrestri.


CORRIERE FIORENTINO

31 AGOSTO 2009

 

Animali Blitz giudiziario a Roma
Trascura la gatta: perquisita la casa

 

Margherita d’Amico 

 

ROMA — Se non fosse stato per la tenacia di un intero condominio e per l’intervento, in extremis, delle guardie zoofile dell’Ente nazionale protezione animali, le normali vie avrebbero condotto al più sinistro degli epiloghi un abbandono quasi invisibile.
Quando infatti, di 6 agosto, il sostituto procuratore Maria Bice Barborini dispone la perquisizione in un appartamento di Roma, via Monginevra, con ricerca e sequestro di corpo di reato, è anche per evitare che il reato venga portato a ulteriori conseguenze. Poiché il corpo in questione è un gatto. L’autorizzazione è stata richiesta da Claudio Locuratolo, capo delle guardie zoofile, il quale quattro giorni dopo entra nella casa con i vigili del IV Municipio, trovando ancora viva la micia di un’affittuaria sparita a novembre. «Una ragazza bruna dissolta nel nulla — racconta Paola, pensionata —. Credo che la bestiola sia rimasta giorni a digiuno, miagolava disperata».
La donna si dilegua poco dopo aver comunicato ai padroni di casa l’intenzione di pagare l’affitto. Ha inizio una causa di sfratto che non consente ai proprietari di entrare nell’appartamento. Commenta Tito, marito di Paola: «Per fortuna la gatta poteva uscire sul balcone, così abbiamo preso a lanciarle cibo. Ma c’era il problema dell’acqua, e sono entrati in azione gli studenti ». Nel palazzo, infatti, alloggiano universitari che trovano modo di passare piatti attraverso una finestra delle scale. Altri inquilini sovvenzionano: «Compravo scatolette e le davo ai ragazzi — ricorda Annamaria —. Abbiamo chiamato polizia municipale e pompieri; ci hanno detto che non potevano fare niente. Non so descrivere l’odore che usciva da quella porta». Dice Letizia, invalida: «L’ho sentita piangere per otto mesi. Come si può abbandonare così una creatura?». Elisabetta Marinelli, moglie dell’amministratore, a fine luglio scrive all'Enpa: «A breve sarebbero andati tutti in vacanza e lei sarebbe morta». Subito Locuratolo effettua un sopralluogo e si rivolge all’autorità: «L’appartamento era in condizioni atroci e la gatta molto spaventata — riferisce —. L’ho presa con grande cautela ». La veterinaria Sylvie Renaud la trova «magrissima: ma poteva andarle ben peggio ».
Ora la micia è in affidamento giudiziario presso la stessa Marinelli, mentre l’inquilina scomparsa è denunciata per maltrattamento e abbandono.


LEGGO

31 AGOSTO 2009

 

La Lega antivivisezione (Lav) di Firenze e l’Enpa hanno presentato un ricorso al Tar...

 

La Lega antivivisezione (Lav) di Firenze e l’Enpa hanno presentato un ricorso al Tar della Toscana contro la delibera della giunta regionale relativa a “Misure urgenti per il contenimento degli ungulati e del piccione di città”.
E’ quanto si apprende da una lettera scritta dalla Lav al presidente Claudio Martini.
«Nel leggere il dispositivo della deliberazione n.390 del 18.05.2009 si rimane alquanto sbigottiti - scrive la Lav - in quanto non si trova nessuna motivazione meramente scientifica che possa giustificare ed avvalorare una decisione così tremendamente pesante che consentirà di far strage di migliaia di animali selvatici e non si trova neanche il minimo “accenno” ad eventuali metodi di contenimento ecologici».


IL GAZZETTINO

31 AGOSTO 2009

 

Misure ancora più rigorose per la tutela dei cavalli in corsa

 

Montagnana (PD) - L'associazione Palio dei 10 Comuni, sempre in prima fila per la tutela degli animali, rende noto quali sono le regole di tutela per gli animali. Sabato dalle 18 alle 20 i cavalli sosterranno le prove obbligatorie durante le quali un veterinario accerterà il "passaporto" dell’animale e le sue condizioni. Va detto poi che i fantini correranno a pelo, senza speroni, senza frustino o qualsiasi altro arnese atto a colpire il cavallo. Naturalmente ai cavalli è vietato somministrare sostanze che possono alterare le forze, non devono essere feriti e non possono essere maltrattati. I cavalli una volta arrivati nel recinto prima delle gare, saranno nuovamente visitati dai veterinari per accertare che il cavallo corrisponda a quello delle prove obbligatorie. Nel recinto dei cavalli potranno accedere solo i veterinari, i fantini e una persona per ogni fantino per acudire il cavallo. A tutto ciò va aggiunto tutte le sicurezze che il campo di gara di Montagnana ha sempre avuto di massima sicurezza e a prova di qualsiasi commissione tecnica.


E-GAZETTE

31 AGOSTO 2009

 

Il ragù di ghiro: nella Locride sequestrati 200 roditori destinati ai ristoranti

 

Reggio Calabria, 31 agosto – Il bracconaggio non si ferma davanti a nulla, nemmeno alle specie a rischio di estinzione: in Calabria, nella Locride, il Corpo forestale dello Stato ha trovato duecento ghiri catturati in modo illegale e ha denunciato due uomini, i bracconieri, padre e figlio. Alcuni di questi animali erano stati congelati ed erano destinati a uso alimentare. Il ritrovamento è avvenuto a cavallo tra le province di Catanzaro e Reggio Calabria nell’ambito dei servizi di controllo predisposti dal comando provinciale della Forestale sulla montagna di Stilo, in particolare nei boschi di Leccio. Effettuata anche la perquisizione delle abitazioni dei bracconieri, i militari hanno rinvenuto le trappole utilizzate per la cattura dei mammiferi.
Il ghiro (Glis glis) è un piccolo roditore che vive nei boschi di leccio e castagno e nei frutteti del versante ionico reggino. La specie, protetta dalla normativa a tutela della fauna selvatica, è a rischio di estinzione per la caccia illegale, esercitata soprattutto con l’uso di trappole, e per il fenomeno degli incendi boschivi che provoca la distruzione dell’habitat in cui il ghiro vive e si riproduce.In Calabria alcune ricette prevedono l’uso della carne di ghiro, soprattutto per preparare il ragù per i maccarruni.


Animalieanimali

31 AGOSTO 2009

 

CALABRIA; MAREA NERA, TRE TARTARUGHE SOFFOCATE DAL CATRAME

A LOCRI

 

Tre tartarughe, spiaggiate sul litorale ionico calabrese, tra Roccella Ionica e Locri, sono morte soffocate dal catrame rilasciato, secondo quanto è emerso dai primi accertamenti, da una nave cisterna. Lo hanno reso noto gli operatori del Centro recupero tartarughe marine di Brancaleone (Reggio Calabria) che sono intervenuti con la Capitaneria di Porto di Roccella Ionica, i veterinari dell'Azienda sanitaria di Locri e alcuni volontari.
Il decesso dei tre esemplari è avvenuto, secondo i sanitari, a causa dell'occlusione delle vie respiratorie. Altre tre tartarughe, ancora in vita, sono state portate nel centro Tartanet dove sono state ripulite del catrame e assistite e sono attualmente sotto osservazione.
"Le condizioni cliniche degli animali - affermano i medici del centro - al momento si sono stabilizzate, ma ciò che preoccupa sono gli effetti a lungo termine che l'intossicazione da idrocarburi provoca, come effetti immunodepressivi, mutageni e cancerogeni. Le tartarughe trovate sono tutte molto giovani (da uno a due anni di età) e lunghe circa 20 centimetri di carapace, il che fa presupporre che il tratto di mare coinvolto rappresenti per questi esemplari giovani un'importante area di alimentazione". 


ASCA

31 AGOSTO 2009

 

SPAGNA: TORERO INGLESE DI 67 ANNI TORNA IN ARENA

 

Banalmadena, - Frank Evans, un torero inglese di 67 anni, ha fatto il suo ritorno davanti alle arene spagnole ieri sera, sfidando non solo la sua eta', ma anche i suoi problemi al cuore e al ginocchio che lo avevano costretto a cessare l'attivita' di matador 4 anni fa.L'uomo, soprannominato ''l'inglese'' ha ucciso due tori di 500 chili davanti alla piccola piazza di Benalmadena, nei pressi di Malaga, in Andalusia.Erano piu' di trecento gli spettatori giunti per l'occasione ad applaudire Evans. Fra questi anche alcuni britannici che alla fine lo hanno portato sulle spalle.


SAVONA NEWS

31 AGOSTO 2009

 

Albisola (SV): decine di cicogne bianche riposano in città

 

Albisola (SV) - Nei giorni scorsi, ad Albisola Superiore, decine di cicogne bianche, fuori della consueta rotta migratoria, si sono fermate nel storico per riposare e riprendere il volo il giorno seguente.
Erano un po’ dappertutto: sul tetto della chiesa di San Nicolò e di altri edifici, sui tralicci elettrici e su una gru a torre, fin verso la frazione di Luceto (le foto sono del volontario ENPA Renato Blangero); 42 animali sono ripartiti la sera stessa alle 10 e sono andati a posarsi un’ora dopo ad Arenzano (Ge) sul greto del torrente, dove gli osservatori di Liguria Birding, con speciali cannocchiali hanno rilevato la sigla riportata sugli anelli di 13 volatili, che permetteranno di conoscerne la provenienza. La Protezione Animali savonese grida al miracolo: è raro che si fermino le cicogne. L’ENPA savonese spera che, “fulminato sulla via di Damasco” dalla visita imprevista degli uccelli portatori di vita, il senatore-cacciatore si convinca a rimangiarsi per intero il suo progetto di legge, mortale per gli animali selvatici.


CITY

31 AGOSTO 2009

 

Prati più verdi grazie alle mucche al parco del meisino

 

Provincia di Torino - Un assaggio di campagna arriva in città. E lo fa con una mandria di mucche e vitelli. Niente di preoccupante: si tratta di un’iniziativa del Comune che già da qualche anno coinvolge il parco del Meisino. Da ieri, una settantina di mucche e vitelli stanno pascolando nei terreni davanti al Galoppatoio Militare e lungo le sponde del Po, al confine tra Torino e San Mauro. L’obiettivo? Mantenere la cura dell’area verde e delle superfici del prato in modo naturale e abbattendo i costi. Nelle prime esperienze, dal 2000 al 2006, erano stati utilizzati sette pecore e un agnellino. Negli ultimi due anni il numero degli animali coinvolti è significativamente cresciuto e agli ovini si sono aggiunti i bovini. La presenza degli animali in un’area recintata (e visitabile dai curiosi) durerà tutto il mese di settembre. City


LEGGO

31 AGOSTO 2009

 

Milano - È tornato a casa, ha messo a letto i suoi due bambini e poi è andato in cucina per bere..

 

È tornato a casa, ha messo a letto i suoi due bambini e poi è andato in cucina per bere un bicchiere d’acqua, e lì ha trovato un pitone albino che strisciava sul pavimento. Verso le 23,30 di ieri, Giulio L., 30 anni, era appena rientrato nella sua abitazione al quinto piano di piazza Perego, dopo essere stato a cena fuori con i suoi due bambini. Il papà ha dato la buonanotte ai piccoli ed è entrato in cucina. Là ad attenderlo c’era un pitone albino, che appena l’ha visto si è infilato sotto la lavatrice. L’animale probabilmente è uscito dall’appartamento di un inquilino dei piani superiori. È intervenuta la polizia insieme ai vigili del fuoco che hanno preso il serpente e l’hanno affidato a una clinica veterinaria, in attesa di capire chi sia il proprietario.


LA ZAMPA.IT

31 AGOSTO 2009

 

Parco d'Abruzzo, in coda nel bosco per vedere l'orso marsicano

È il fenomeno dell'estate nell'area abruzzese. Decimati dai bracconieri, ne rimangono 50 esemplari

 

CARLO GRANDE

 

PESCASSEROLI (L’Aquila) - Non è propriamente un vis à vis con Yoghi – l’orso marsicano è più piccolo di quelli americani, il grizzly e l’orso bruno, e grazie a dio è di gran lunga meno pericoloso - ma insomma, vista la frequenza con cui avvengono gli avvistamenti e l’estasi stampata sul viso di chi scende dopo aver vissuto l’esperienza, si può ben parlare del Parco nazionale d’Abruzzo come della nuova Yellowstone italiana.
Il «bear watching» è il fenomeno dell’estate e anche uno splendido esempio di convivenza con un grande predatore, gestito bene e trasformato sapientemente in risorsa economica. Ogni giorno l’escursione organizzata da un’agenzia locale per osservare qualcuno dei cinquanta orsi che vivono nelle foreste del parco fa il tutto esaurito: cinquanta euro a testa per avventurarsi lungo i sentieri e tra i faggi, salire in cima a un montagna (cinquecento metri di dislivello), cenare al rifugio, sperare di vedere l’orso e poi scendere a valle in ogni caso rilassati. Perché così insegnava anche Mario Rigoni Stern. Quando qualcuno gli chiedeva un consiglio per vivere meglio, lo scrittore amante di montagna rispondeva con semplicità: «Camminate, andate per i sentieri, vedrete che la sera vi addormenterete molto più facilmente».
Aspettando il letargo
Gli incontri con gli orsi marsicani sono sempre più frequenti: non è facile trovarli, sia chiaro (anche se a volte si avvicinano loro al cibo degli uomini, facendo qualche razzia nei pollai, entrando in qualche cantina o in qualche frutteto non lontano da Pescasseroli), ma dopo i momenti difficili vissuti gli anni scorsi, quando il bracconaggio ha colpito duro e sono state trovate carcasse di orsi e di lupi (il rischio è costante), in questi giorni si può dare la bella notizia. Aggiungendo che per vederli sono le ultime settimane, e anche le migliori, perché tra poco gli animali andranno in letargo. In questo momento, invece, vanno in giro rimpinzandosi di bacche e insetti, per accumulare più scorte di grasso possibile nel letargo.
Il parco ovviamente regola severamente il «bear watching»: ha chiuso alcune strade per non disturbare gli animali (aquile, lupi, cervi, caprioli) e i permessi sono centellinati. Per gestire meglio l’orso l’anno scorso il Wwf ha donato recinti elettrificati anti-raid. L’animale non è pericoloso per l’uomo, beninteso. In fondo è un simpatico fannullone, un opportunista che dorme molte ore al giorno e gironzola la sera e la notte. Di sicuro non ci aspetta dietro l’albero per rubarci i panini e tanto meno aggredirci. Adora la frutta: mangia al 75 per cento soprattutto vegetali, poi invertebrati e carne in minima parte, specie le carcasse. Non è un cacciatore come il lupo, il suo motto è «minimo sforzo, massimo rendimento»: alveari, polli e pecore sono preda degli esemplari più audaci, se non sono protetti da recinti elettrificati o da cani.
Sanno come tenerli a bada anche in Trentino, nelle fortunate foreste del Parco Adamello Brenta. Boschi, laghi e praterie d’alta quota, le uniche dalle quali l’orso bruno (più grande di quello marsicano) non s’è mai estinto e in questi anni conosce una nuova e fragile rinascita: venticinque plantigradi sono il risultato del progetto «Life Ursus» che dal 1996 ne ha reintrodotti una decina, grazie al lavoro di Wwf, provincia di Trento e Parco Adamello Brenta. Gli animali si sono riprodotti perché la zona è intatta, ha grandi foreste, poche strade e rocce dolomitiche piene di cavità naturali, tane ideali; e soprattutto perché la maggior parte degli umani li ha accettati, consapevole che la loro presenza è il miglior simbolo di natura vera e un formidabile volano turistico.
La brutta fine di Bruno
Qui conoscono le imprese di Jurka e di Jose, genitori di Bruno, l’orso ucciso in Baviera nel 2006. Molti ricordano Jurka che attraversa a nuoto con i piccoli il lago di Tovel: indimenticabile. Di un’orsa e del suo cucciolo racconta anche Cesidio, della Ecotur abruzzese: «È andata bene ieri, abbiamo visto mamma orsa con il piccolo. C’erano anche turisti saliti in fuoristrada su una strada vietata alla circolazione, mettendo anche noi a rischio di caduta massi. La Forestale li ha multati».
Anche qui la montagna è un ecosistema fragile, da proteggere: a Pescasseroli carrozze trainate da cavalli portano i turisti a spasso per il centro, le biciclette e i fuoristrada spuntano da ogni parte e fiumi di ragazzi sciamano fino a notte inoltrata. Perché no, ma più in alto orsi, lupi e aquile possono vivere tranquilli: si incontrano molte tracce di orso lungo i sentieri (pietre rivoltate, escrementi), basta fare un po’ di silenzio, restare sotto vento, binocolare un po’ e l’avvistamento non è impossibile: «Ne abbiamo trovato uno che mangiava tranquillo le bacche di un cespuglio – dice Cesidio - spostava pietroni per trovare gli insetti. Era buffo, la parte anteriore color crema come avesse una maglietta. Ha passato il crinale ed è scomparso».
Gli orsi sono animali per nulla aggressivi: per un paio di chilometri possono correre ai 50-60 all’ora, ma lo fanno quasi sempre per scappare dall’uomo. Nei rarissimi incontri ravvicinati si spaventano più di noi e tutto quello che si vede è un sedere in fuga fra tronchi e foglie. In Slovenia, dove ce ne sono circa 500 (altrettanti in Croazia, seimila in Romania) in dieci anni c’è stata una sola vittima, che si era avvicinato ai cuccioli.
Vale dunque la pena di proteggere l’orso, di non trattarlo come una belva pericolosa: in fondo è anche l’animale che ha condiviso le grotte con i nostri antenati, le montagne con i nostri padri e – sotto forma di peluche - le culle con i nostri figli.


LA ZAMPA.IT

31 AGOSTO 2009

 

Pratesi: "Per il turismo l'orso vale quanto un'opera d'arte"

Parla il presidente onorario del Wwf

 

GABRIELE SALARI

 

Se è vero che alcune persone hanno un animale totem, per Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf ed ex presidente del parco nazionale d’Abruzzo, questo è senz’altro l’orso. La sua conversione da cacciatore ad ecologista avvenne tanti anni fa in Turchia, proprio quando si trovò di fronte mamma orsa con tre cuccioli. Fu lì che abbandonò il fucile. E non sarà un caso se la rivista di natura per ragazzi che fondò 30 anni fa prese il nome di «L’Orsa».
Pratesi, il turismo fa bene agli orsi?
«Semmai è il contrario: gli orsi fanno bene al turismo. Un bosco frequentato da questi plantigradi ha molto più fascino di un bosco vuoto e così gli orsi vengono rispettati in quanto portano ricchezza. Non tutti però lo fanno. Due anni fa alcuni esemplari furono vittime di bocconi avvelenati… Esistono purtroppo ancora delle frange di incultura e vandalismo che considerano gli orsi come dei competitori. Eppure averli in un Paese come il nostro, così densamente antropizzato, a due ore e mezza di auto da Roma è un vero miracolo. Consentire che si perda un orso o un lupo alla volta è come lasciar sfregiare un’opera d’arte, è un atto insano come picconare la Torre di Pisa».
Il fatto che gli orsi siano diventati così confidenti è un buon segnale?
«Certamente. Convivono con noi in maniera armonica e non c’è nulla di innaturale. Hanno superato secoli di persecuzione egregiamente e quindi la vicinanza con l’uomo non crea loro più problemi».
Cosa bisognerebbe fare ancora per la tutela dell’orso?
«Innanzitutto bisogna ampliare le aree protette perché quanto più gli orsi spazio avranno a disposizione tanto più potranno espandersi. Bisogna anche che chi subisce danni per la loro azione, perché a volte succede anche questo, sia risarcito in tempi rapidi e certi. In questo modo aumenterà la disponibilità ad accoglierli sul proprio territorio».


Regione Toscana

LA NAZIONE

31 AGOSTO 2009

 

Lotta ai cinghiali, tutti contro la Regione

Gli animalisti al Tar: è una strage ingiustificata. Rivolta nei campi: misure fallite

 

La guerra di Bambi. Potremmo definirla così, l’offensiva scatenata da Lega Antivivisezione e Ente protezione animali, alla vigilia della nuova legge regionale sulla caccia, il cui varo è annunciato dal governatore della Toscana Claudio Martini per domani. Nel mirino, la delibera del maggio scorso con cui la Regione ha stabilito le misure per contenere le specie dannose. Vale a dire gli ungulati: i caprioli, ma soprattutto i cinghiali, e poi cervi, daini, mufloni. E, incubo delle città, i piccioni torraioli. Ma la partita è più complessa. Perché in mezzo ci sono gli agricoltori, che da anni lamentano le devastazioni dei campi. E sono le vigne, il più prezioso patrimonio della Toscana agricola, le più esposte: il cinghiale distrugge le piante, il capriolo e il daino sono ghiotti di germogli e uva. E in queste settimane, vigilia di vendemmia dei pregiati grappoli di Sangiovese nel Chianti, a Montepulciano e a Montalcino (oltre l’80 per cento della viticoltura toscana), il pericolo si fa sentire.L’accusa degli animalisti è durissima. La delibera, scrivono, non offre «nessuna motivazione meramente scientifica che possa giustificare e avvalorare una decisione così tremendamente pesante che consentirà di fare strage di migliaia di animali selvatici». Già, perché il dispositivo della delibera, alla voce “cinghiale”, parla di una popolazione attuale di 150mila capi, e di una teoricamente sostenibile ridotta a 50mila.
Ma quello che agli animalisti non va proprio giù, è che l’azione di contenimento sia affidata ai cacciatori. Perché «la caccia - scrivono nella lettera a Martini - può essere un pericolo per l’incolumità», e comunque «i toscani hanno espresso contrarietà o perplessità nei confronti della caccia», che oltretutto «contribuisce all’inquinamento» grazie anche «alle quantità smisurate di piombo abbandonate ogni anno a terra da oltre 105mila cacciatori». Brutta gatta da pelare, insomma, per Martini e la sua giunta. Oltretutto, come si diceva, proprio domani il governo toscano ha intenzione di varare la nuova legge sulla caccia. «E’ frutto — spiega lo stesso Martini — di un intenso lavoro di concertazione con le associazioni ambientaliste, le associazioni venatorie, le organizzazioni professionali e le Province». Sarà: per gli animalisti questa legge nasce «non costituzionale e unicamente filo-venatorie», e quanto all’abbattimento degli ungulati, «non tutte le Province hanno fin qui approvato la delibera di maggio», nota Sergio Berziga, direttore dell’Unione agricoltori di Firenze. Eppure, dice Martini, la nuova legge nasce più moderna perché tiene conto proprio «dell’aumento dei cinghiali, vero e proprio flagello per l’agricoltura, dell’escalation degli incidenti stradali causati dagli ungulati». E quanto ai risarcimenti, il governatore nota che «le risorse sono raddoppiate, da 1,4 milioni nel 2005 a oltre 2,5 milioni nel 2008». Sarà. Oltre agli animalisti, a non essere tanto convinti sono anche i diretti interessati, i coltivatori. «La politica della Regione — dice ancora Berziga — è fallita, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, Ispra, non ha approvato le misure, ci sono solo iniziative sperimentali, tipo quelle del sindaco di Greve in Chianti, che però non si sa come andranno a finire». Di più: è un problema anche recintare, «le recinzioni — spiega Berziga — vengono bocciate dai sindaci che chiedono le ‘Dia’ perché ci sono problemi con i piani regolatori». A Montalcino, i cacciatori fanno notare che i cinghiali da abbattere sono “solo“ 280 contro una crescita enorme della popolazione reale. «Siamo noi, gli uomini, da proteggere», conclude sconsolato Berziga. Viene a mente che in maggio il Consorzio del Chianti Classico aveva minacciato di andare in tribunale per una causa di risarcimento contro animali che divorano germogli, pianticelle, grappoli. “Forti”, i vigneron del Chianti, di numeri da paura: 28mila quintali di uva persi. Un danno da 6-8 milioni. Più scientifico di così.


LA ZAMPA.IT

31 AGOSTO 2009

 

Caccia, frenata sulla nuova legge

I promotori della riforma dopo le polemiche: «Troppi emendamenti, ma si può trattare»

 

ANTONELLA MARIOTTI

 


«Il testo non è blindato. Tutto si può discutere da qui al 15». Il senatore Franco Orsi (Pdl) ci ripensa, o meglio tenta una trattativa sul disegno di legge sulla caccia per il quale l’opposizione ha presentato 1500 emendamenti. «Questo è ostruzionismo», ribatte Orsi che comunque ci tiene a precisare che la norma sulla possibilità di dare un patentino ai sedicenni non farà più parte della proposta che porta il suo nome e che potrebbero essere eliminate anche norme sui cacciatori nei parchi e nelle aree protette, e quella sul prolungamento della stagione venatoria e quella che riguarda l’accesso, a pagamento, nelle aziende agricole per sparare anche dopo il tramonto.
«Insomma elimina tutto quello che ha portato alle polemiche. Quindi che lasci la legge che c’è già. Perché cambiarla?». Questo il coro degli ambientalisti che avevano gridato allo scandalo quando il disegno di legge Orsi era stato presentato. Dal Wwf alla Lipu, passando per la Lav tutti si sono schierati contro la proposta Orsi. Tra gli altri la Lipu (lega di protezione degli uccelli) si schiera contro la preapertura della stagione venatoria: «Sparando in preapertura si condannano a morte gli uccelli che hanno appena terminato la nidificazione perché in questo periodo i migratori non sono ancora arrivati nel nostro Paese. I rischi sono particolarmente gravi in Basilicata, Molise, Puglia, Sicilia, Veneto, Campania e Friuli Venezia Giulia che hanno in calendario tra le cinque e le sei giornate di preapertura».
La polemica vera rimane quella sul ddl. «Stiamo cercando di trovare un punto di incontro - ribatte il senatore contestato - con l’opposizione e le associazioni» per salvare la sostanza ovvero «se dovessero sussistere condizioni scientificamente provate di animali in sviluppo o eccessiva quantità, la legge permetterebbe la possibilità di un aumento di prelievo, per quelle specie, come per esempio, per gli ungulati». Per le «piccole cose», che potevano «sembrare articoli provocatori - prosegue Orsi - la maggioranza non si farà impiccare: il testo non è blindato. Si potrebbero, invece, prendere in considerazione le proposte dell’opposizione: una decina».
Su alcune cose il senatore-sindaco di una cittadina ligure non vuole recedere: «L’idea della caccia non solo come attività ludico-venatoria ma anche di riequilibrio naturale. Bisogna, in sostanza, far fare alla caccia il suo mestiere che è quella del contenimento delle specie con il criterio del minimo impatto ecologico e del controllo faunistico». Il senatore del Pdl parla poi di quelli che sono ritenuti i punti controversi del testo di modifica: dal patentino per cacciare a 16 anni (verso la soppressione), alla possibilità di accedere nelle aree protette (che sarebbe consentito solo alle guardie o a cacciatori abilitati) o di cacciare nelle aziende agricole (pagando l’ingresso e prelevando le specie immesse) anche fino a un’ora dopo il tramonto. Con la legge di modifica, «i giorni di silenzio venatorio non ci sarebbero più per le specie in sovrappiù, per i piani di prelievo degli ungulati e per le specie invasive». Ma la situazione attuale, continua Orsi, è di «ostruzionismo con : sono stati presentati 1.500 emendamenti, tutto quello che si poteva presentare è stato presentato». E, poi, c’è il nodo delle Regioni che alla legge di modifica sull’attività venatoria devono dare un parere: «La posizione delle regioni è fondamentale, anche per disinnescare le contrapposizioni politiche, e poi se non condividono l’impianto per il Parlamento sarebbe improprio fare una legge per una necessità che non c’è».


AGI

31 AGOSTO 2009

 

CACCIA: PERUGIA,OLTRE 35 MILA CACCIATORI PRONTI PER PREAPERTURA

 

Perugia - Saranno 28.569 i cacciatori che si muoveranno nella provincia di Perugia nei giorni della preapertura della caccia previsti per mercoledi' 2 e domenica 6 settembre. A questi si aggiungeranno inoltre 4.347 cacciatori di ulteriore ambito e 2.348 di fuori regione. Ad annunciarlo stamani, in conferenza stampa, il Presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi, che ha sottolineato come ''la Provincia avra' un ruolo nuovo su questo fronte, non piu' di mediazione, ma forte e attivo, con un coordinamento sempre piu' stringente legato alla programmazione''.''Un approccio nuovo - ha detto Guasticchi - con un cambio di marcia. La Polizia Provinciale, che verso ottobre vantera' una nuova organizzazione, avra' il suo giusto ruolo nell'ambito del controllo venatorio e del controllo del territorio, accanto alle Guardie Volontarie''. ''I dati sensibili di questa preapertura (l'apertura e' prevista il 20 settembre) - ha annunciato il Presidente - riguardano 1359 appostamenti. Gli appostamenti possono essere attuati per le seguenti specie: tortora (massimo 10 capi al giorno), colombaccio (5 capi), cornacchia grigia, ghiandaia, gazza, merlo, germano reale (10 capi), marzaiola (10 capi), alzavola (10 capi). E' consentito abbattere giornalmente al massimo 20 capi di selvaggina migratoria''. In merito ai ripopolamenti per l'Atc 1 si parla di 1227 lepri, 4985 fagiani riproduttori, 840 fagiani giovani, 1266 starne, 800 starne giovani, 660 esemplari di pernice rossa. Per l'Atc 2 si parla di 1133 lepri, 3516 fagiani riproduttori, 3540 fagiani giovani, 700 starne, 4340 starne giovani e 400 esemplari pernice rossa. Dei ripopolamenti dei due Atc, molti esemplari provengono da catture all'interno delle zone di ripopolamento e cattura. A questi si aggiungono i capi prodotti presso il centro di produzione fauna selvatica di Torre Certalta di Umbertide, finalizzato alla ricostituzione di popolazioni autoriproducenti di 400 esemplari di lepre e 3300 di starna.


Animalieanimali

31 AGOSTO 2009

 

PER PATRONE, CAPO CFS, LUPO E' PATRIMONIO BIODIVERSITA' ITALIANA
Presa di posizione contro attacchi alla specie

 

"Il lupo in Italia è una specie particolarmente protetta ai sensi della legge 157 del '92 ed e' considerato specie prioritaria ai sensi della normativa europea: chiunque si renda responsabile dell'abbattimento di uno dei suoi esemplari può essere punito con l'arresto da 2 a 8 mesi e con l'ammenda da 800 a 2000 euro". Lo ricorda il Capo del Corpo forestale dello Stato Cesare Patrone secondo il quale: "Il lupo rappresenta un patrimonio inestimabile della biodiversità europea e un simbolo della fauna selvatica nazionale, proprio per questo sottoposto, sin dagli anni '70, a una rigorosa normativa di salvaguardia. Il modo migliore per risolvere le problematiche legate alla sicurezza del bestiame nei territori montani - aggiunge Patrone - e' sicuramente una più efficace gestione delle mandrie attraverso un capillare sistema di controllo e un adeguato addestramento dei cani pastore, senza dimenticare le esperienze positive dei ricoveri anitlupo". La Forestale - sottolinea il Comandante del Corpo - continuerà a vigilare sull'applicazione delle normative per la salvaguardia di questa specie particolarmente protetta. E' importante - precisa Patrone - distinguere tra lupi e cani inselvatichiti, questi ultimi sì, spesso responsabili di episodi di aggressione ai danni della fauna domestica, selvatica e dell'uomo, come purtroppo registrano recenti casi di cronaca. Un fenomeno in costante crescita, in molte aree soprattutto dell'Appennino Centrale, che si deve combattere contrastando una troppo sbrigativa cultura dell'abbandono dei cani che alimenta così il randagismo.
"Non servono armi contro i lupi - conclude Patrone - anche perché, al di là della fama più che altro fiabesca di animale cattivo, in realtà non risultano casi di attacchi di lupi ai danni dell'uomo".


IL CENTRO

31 AGOSTO 2009

 

Lupi a Cerqueto, passeggiata davanti al bar

 

Catia Di Luigi

 

FANO ADRIANO (TE). Anche se il territorio si trova in pieno Parco certamente avvistare un lupo non è cosa di tutti i giorni. Lo sanno bene gli abitanti della zona.  E ancor più vederlo passeggiare indisturbato tra le vie del centro storico. E’ quanto accaduto qualche giorno fa a Cerqueto, il paese del tradizionale presepe vivente, dove in una tranquilla serata d’estate tra le viuzze del paese una ventina di persone che si trovavano davanti al circolo hanno avvistato un lupo.  L’animale, indisturbato, è passato attorno alle 22 dinnanzi agli occhi increduli dei presenti attraversando in largo il piccolo centro montano e facendosi addirittura fotografare con un cellulare. A raccontarlo è proprio uno dei protagonisti, Angelo Mastrodascio , che è ancora incredulo. «Lo abbiamo visto tutti i presenti», ha raccontato Mastrodascio, «e siamo sicuri che era il lupo». Ma il lupo, presenza furtiva e discreta dei boschi del Parco, si è spinto anche un po’ più a valle nei giorni passati precisamente a Montorio. Qui in due contrade, Costa della Luna e Santa Luca, si è avvicinato alle case facendo razzia di pecore.  In contrada Costa della Luna è entrato in un ovile dove ha ucciso quattro pecore. Il padrone lo ha trovato ancora in azione quando di buon mattino si è recato nella stalla per dar da mangiare agli animali.  La stessa cosa è accaduta in contrada Santa Lucia, dove però il lupo forse non ha avuto il tempo materiale di uccidere più di una pecora perché spaventato dalla presenza umana.


TISCALI ANIMALI

31 AGOSTO 2009

 

La fama di pesci killer dei piranha è del tutto immeritata

 

OSCAR GRAZIOLI

 

31 agosto 2009. Come quasi tutti avrete letto sulla stampa nazionale, e sui media in generale, a Guastalla, paesone vicino a Gualtieri più famoso perché vi ha trascorso la sua vita Ligabue (il pittore non il rocker) un pescatore, abituale frequentatore del Po, ha pescato un piranha. In realtà, visto che Guastalla è in provincia di Reggio Emilia (la mia città) ho potuto seguire approfonditamente la notizia sulla stampa locale e quel Piranha non era il vero Serrasalmo, ma un Caracide famiglia cui appartiene il celeberrimo pesce killer. Ma fa niente.
A proposito di pesci killer va detto che i piranha, abitanti dei fiumi caldi dell’America meridionale, hanno una fama del tutto immeritata e molte sono le consuete leggende metropolitane che li hanno accompagnati nel tempo. Mai questi pesci, che notoriamente vivono e predano in branchi, hanno attaccato uomini o animali sani. In realtà sono degli efficienti divoratori di carcasse e son attirati dal sangue di animali feriti: solo allora scatenano la loro dentatura possente riducendo a scheletri in breve tempo bestie di vari quintali di peso. C’è una popolazione indigena di origini indiane dell’Orinoco che ha, per costume, di seppellire i morti solo se sono scheletri.
Essi immergono dunque i defunti nelle acque del fiume assieme a del sangue e dopo, pochi minuti, ne ritirano un corpo perfettamente ridotto a scheletro dalle bocche fameliche di tali pesci. Ora, da dove veniva questo singolare pesce catturato nelle placide acque del Po? Certamente sfuggito o fatto fuggire dall’acquario di qualche appassionato. E qui si pone, ancora una volta, il problema dell’introduzione dolosa o voluta di specie non autoctone del nostro paese o di regioni in cui certi animali non hanno mai vissuto se non millenni fa. Ormai, con le stagioni mediamente caldissime, rispetto a solo 30 anni fa, sopravvivono dove un tempo sarebbero morte le specie più inusuali.
Dagli enormi pesci Siluri balcanici che razziano i pesci nostri indigeni, all’introduzione da parte dei cacciatori della mnilepre in Piemonte (che fece ingenti danni al patrimonio arboricolo), dalle scriteriate introduzioni di orsi sul confine di nazioni che li vedono tanto di buon occhio da impallinarli appena individuati, dagli scoiattoli grigi che stanno decimando la popolazione dei rossi “nostrani”, alle cozze gigantesche che si vedono nei fossi, alle nutrie che bucano le ripe dei fiumi con conseguenze disastrose, il nostro paese è ormai in balia di “immigrati” senza permesso di soggiorno di cui tutti se ne fregano.
Nella mia città nidificano in pieno centro storico pappagalli africani sfuggiti a un allevatore di animali esotici che abita in periferia. Sono peggio dei corvidi nel distruggere nidi e nidiacei di passeri (non se ne vede più uno!), cardellini, pettirossi ecc. sarebbe ora di prendere seriamente in mano una situazione che sta sbilanciando tutto il regno animale italiano. Ci penseremo a babbo morto, more solito.
BIG HUNTER
31 AGOSTO 2009
 
Salvare i pointer Del Vento per salvare il futuro della cinofilia italiana
 
E' di nuovo polemica sulla sorte dei pointer “Del Vento”, sequestrati all'allevatore Guberti, medico veterinario che venne accusato di maltrattamenti per poi essere assolto con formula piena. Questa volta ad alzare il polverone è l'associazione Federfauna che mette l'accento sulla necessità di riportare un pezzo importante della cinofilia italiana al suo posto prima che sia troppo tardi.
La faccenda non è nuova, già il Pointer Club insieme al suo presidente Pino Della Torre (poi sospeso dall'Enci) dopo il sequestro si indignarono per  per come stava avvenendo la gestione della custodia degli animali subito passati di mano, con il rischio di disperdere un patrimonio di razza del quale evidentemente nessuno aveva pensato di tenere conto.
Oggi, annuncia Federfauna, si scopre che molti di quei cani finiti in mano a sedicenti associazioni animaliste, sono morti, hanno perso le caratteristiche fondamentali per il loro lavoro (sono grassi e non allenati) e su alcuni addirittura non si sa più nulla.  "Salvare quei cani ed il patrimonio zootecnico che rappresentano, significa salvare il futuro dell'allevamento cinofilo in Italia" ha ribadito Federfauna.

LA NUOVA VENEZIA

31 AGOSTO 2009

 

Caorle vieta la «pre-stagione» venatoria ma anche di sparare vicino alle abitazioni

 

CAORLE (VE). Norme più severe e restrittive per la caccia. Due ordinanze limitano le aree e restringono anche il periodo di pre-apertura della stagione. E’ stata vietata tutto l’anno la caccia nell’area compresa tra lo stadio comunale e il cimitero.  In passato infatti la vicinanza delle case alla zona venatoria aveva spaventato i cittadini che sentivano gli spari vicinissimi. Per evitare ogni pericolo anche in vista della realizzazione del parco del pescatore, molto frequentato da anziani e pedoni, il sindaco Marco Sarto ha firmato un’ordinanza che esclude tutta l’area dalle battute di caccia. Altra novità poco amata dai buongustai di selvaggina è l’annullamento del periodo di pre-apertura. Il comune in questo, si schiera con a favore della difesa degli animali e al pensiero più volte sostenuto da associazioni ambientaliste locali e nazionali come la Lipu. Gli ambientalisti infatti, sostengono che le due settimane circa di anticipo dell’apertura, (prevista per i primi di settembre) costituiscono un gravissimo danno agli uccelli selvatici che in quel periodo stanno effettuando, il tragitto migratorio verso le regioni africane. Purtroppo l’abitudine, delle Regioni, di anticipare la data fissata dalla legge nazionale è in forte aumento.


LA GAZZETTA DI REGGIO

31 AGOSTO 2009

 

La caccia è aperta, spari dentro una casa

 

VEZZANO (PR). Stava puntando un capriolo e ha centrato una casa. Per il proprietario dell’abitazone oltre il danno - e la paura -, la beffa: anche lui è stato per anni un cacciatore selettore. Il cacciatore che ha sparato per fortuna non ha ferito nessuno. Compito dei carabinieri identificarlo.  L’incidente di caccia è avvenuto sabato sera alle 20.30 in via Matildica, a Pecorile. La casa centrata dalla doppietta impazzita è quella al civico 6/2, dove vive la famiglia di Nello Castellani, pensionato, che per anni e fino a poco tempo fa è stato cacciatore selettore al capriolo.  E proprio a un capriolo - la caccia a questi animali è aperta già da un paio di settimane - sembra puntasse il cacciatore, per il momento, anonimo che, invece, ha centrato la casa.  L’abitazione di Castellani infatti si trova subito sopra il torrente Campola e davanti a una zona di caccia.  In particolare il proiettile ha colpito la tapparella del bagno dell’appartamento al primo piano. Il colpo ha buttato giù l’intera zanzariera e il proiettile è caduto infine, vicino ai sanitari, senza per fortuna colpire nessuno.  Al loro arrivo i carabinieri di San Polo hanno potuto riscontrare che il tipo di ogiva a palla unica è di quelle utilizzate proprio dai cacciatori selettori.


TRENTINO

31 AGOSTO 2009

 

Cacciatori pronti ad abbattere 50 ungulati

 

PERGINE (TN). Sono 50 i capi ungulati a disposizione dei cacciatori della riserva di Pergine che ieri hanno deciso le modalità di abbattimento di 22 caprioli maschi, 24 femmine, due cervi e due camosci.  Ma, per i caprioli, 2 maschi e 4 femmine sono di riserva per evitare penalizzanti sforamenti rispetto al piano. Sotto la presidenza del neo rettore Giuseppe Morelli, è stato approvato il regolamento, un po’ complesso, per la verità, ma necessario, come ha sottolineato Morelli visto il numero dei cacciatori rispetto ai capi. La caccia apre domenica 6 settembre e tutti possono partecipare liberamente. E con il giorno successivo che inizia la limitazione e si parla di caprioli. Saranno in campo (per i giorni consentiti) i cacciatori a squadre (di 7 elementi); ciascuna ha a disposizione un maschio e una femmina (o piccolo), e naturalmente ciascun componente potrà sparare. Questa regola vale anche per i due cervi. Al termine della stagione, per eventuali capi non abbattuti saranno estratte nuove squadre. «Perché - ha detto Morelli - occorre che i capi previsti dal piano siano tutti abbattuti. Variazioni in più e o in meno comportano penalizzazioni». Come successe nel 2008.  In precedenza, Morelli aveva parlato della gara dei cani da traccia a Susà ai primi d’agosto e organizzata dalla sottosezione (di Susà) guidata da Gianni Toldo, e della gara per uccelli canori svoltasi sabato scorso ai «Tre Castagni» e riuscita grazie all’équipe guidata da Gilberto Conci.  Anche la caccia ai fagiani è stata oggetto di esame. Dopo non poche discussioni è stato deciso di favorire la sopravvivenza (per l’anno successivo) di un certo numero di femmine innanellate. Saranno lanciati 1350 fagiani. Si è anche fatto appello all’etica venatoria affinché ciò possa avvenire.


ANSA AMBIENTE

31 SETTEMBRE 2009

 

USA;TORNA CACCIA A LUPO GRIGIO,VIETATA PER ANNI/ANSA

 

WASHINGTON - Dopo piu' di trent'anni di divieto, da domani nell'Idaho si torna a cacciare il lupo grigio, simbolo vivente del vecchio West e protagonista negli Stati Uniti di storiche battaglie tra animalisti e cacciatori. Le autorita' hanno fissato l'apertura della caccia al primo settembre, ma gli oppositori sperano ancora in un ultimo colpo di scena e hanno fatto ricorso a un giudice della Federal District Court, Donald W. Molloy, che dovra' decidere se accogliere o meno gli appelli delle associazioni animaliste. I lupi grigi hanno perso il loro posto nella lista degli animali protetti cinque mesi fa, quando l'amministrazione Obama annuncio' che l'animale non necessitava piu' di una tutela speciale che ne garantisse la protezione. Gia' nel 2008 l'ex presidente George W. Bush aveva preso una decisione analoga, ma poi lo stesso giudice Molloy aveva bloccato il procedimento, reinserendo i lupi grigi tra le specie 'intoccabili'. Da domani fino alla fine dell'anno, in Idaho saranno circa 6.000 i cacciatori che imbracceranno i fucili in cerca di lupi. In tutto, potranno essere uccisi 220 capi; qualora il numero venisse raggiunto prima del 31 dicembre, le autorita' chiuderanno la caccia in anticipo. Secondo il New York Times, non si tratta dell'unico Stato ad aver riaperto la caccia al lupo. Il prossimo sara' il Montana, dove la battuta avra' inizio il 15 settembre per un totale di 75 esemplari al massimo. La decisione di legalizzare nuovamente la caccia-simbolo del Far West va incontro alle richieste di cacciatori, allevatori e rangers delle Montagne Rocciose, che lamentano una crescita eccessiva nella popolazione dei lupi. Secondo il Fish and Wildlife Service, le misure di protezione degli ultimi decenni sarebbero state fin troppo efficaci, tanto da mettere a repentaglio la vita di bestiame, cervi, alci e altra selvaggina della zona. Di tutt'altro avviso sono gli animalisti di Sierra Club e Defenders of Wildlife, i due gruppi piu' attivi nella difesa del lupo grigio. Dal loro punto di vista, la caccia rischia di avere effetti disastrosi sulla diversita' genetica della specie: ''ricominciare a dare la caccia a questi animali - sostengono - vorrebbe dire condannarli un'altra volta al rischio estinzione''


ANSA AMBIENTE

31 AGOSTO 2009

 

CILE; LEONI MARINI MORTI SALITI A 1000,VIA TASK-FORCE

 

SANTIAGO DEL CILE - Gli esemplari di cucciolo di leone marino ritrovati morti dieci giorni fa sulle coste a nord del Cile sono saliti a ''circa un migliaio'', secondo le autorita' ambientali di Santiago. La causa piu' probabile della moria sarebbe la mancanza di cibo, fenomeno che per il momento gli scienziati attribuiscono alla corrente 'El Nino'. Le autorita' hanno precisato di aver trovato finora 497 leoni marini - tutti con meno di sei mesi - 'spiaggiati' nella localita' di Tarapaca', 1860 km a nord della capitale, oltre ad altri 560 esemplari in una spiaggia poco piu' a sud. I dati sono stati diffusi dal Servizio Nazionale di Pesca (Sernapesca). Marcelo Oliva, biologo marino dell'universita' di Antofagasta, ha affermato che ''la carenza di grasso sottocutaneo significa che c'e' stata mancanza di cibo'', probabilmente dovuta al fenomeno meterologico chiamato 'El Nino', che obbliga i leoni a nuotare oltre 100 miglia a largo della costa per trovare il nutrimento quotidiano. La morte dei piccoli, proseguono gli esperti del Sernapesca, sarebbe quindi dovuta all'assenza delle madri che si allontanano in cerca di cibo. Le autorita' cilene hanno convocato una task force che si riunira', a partire da oggi, per cercare di dare una spiegazione scientifica all'accaduto.

 

 

            31 AGOSTO 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE
 

CORRIERE DELLA SERA

31 AGOSTO 2009

 

L'Intesa è stata presentata oggi a Roma. «Usarli sempre meno nella ricerca»

Cosmetici, sempre più test senza animali

Commissione Ue e industrie del settore: 50 milioni per mettere a punto test che evitino il ricorso a cavie

 

MILANO - La Commissione europea e l'industria dei cosmetici nell'Ue sono unite nel sostenere le ricerche per ridurre il ricorso alla sperimentazione animale. L'impegno - che permetterà di mobilitare globalmente 50 milioni di euro - è stato presentato oggi a Roma, al settimo Congresso mondiale sulle alternative all'impiego degli animali nelle scienze della vita. Ciò significa che Bruxelles metterà a disposizione 25 milioni di euro e altrettanto farà l'Associazione europea dei cosmetici (Colipa) per progetti «in grado di costruire le basi scientifiche delle prove di innocuità future che saranno più rapide e meno costose dei test sugli animali».

SICUREZZA SENZA ANIMALI - Soddisfatti di questo nuovo tipo di cooperazione il commissario per la Scienza e la Ricerca, Janez Potocnik, e il vicepresidente Gunter Verheugen, secondo cui «questo dimostra la determinazione ad evitare l'impiego degli animali nella ricerca rafforzando nel contempo la sicurezza dei prodotti di consumo». La messa in comune di risorse con dei partner privati - hanno aggiunto i responsabili europei - è indispensabile per finanziare la ricerca di punta a lungo termine che consente di affrontare queste sfide».

«PRONTI ALLA RIDUZIONE» - Il direttore generale della Colipa, Bertil Heerink, ha tenuto a sottolineare che «da oltre 20 anni l'industria dei cosmetici è impegnata nella riduzione dell'impiego degli animali nelle prove di innocuità. La nostra industria - ha proseguito - accoglie con favore l'opportunità di contribuire al finanziamento di questa iniziativa». Il 30 luglio scorso è scattato l'invito, pubblicato dalla Commissione europea, a presentare proposte che si dovranno concentrare sulla »tossicità sistemica a dosi ripetute«. I progetti selezionati saranno finanziati fino al 100% dei costi.

 

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