31 LUGLIO  2009

BITONTO SERA
31 LUGLIO 2009
 
L'animale era stato "adottato" dai residenti del quartiere. E' in fin di vita
Anziana fracassa la testa a un cane
 
 
 
Mario Sicolo
 
Bitonto (BA) - Tempi duri questi, per i randagi. L'estate è stagione torrida ed afosa per tutti. Anche loro, i quadrupedi, che zampettano allegramente per le strade della città, la soffrono. Così una fontana, che sgocciola malinconica, può essere una borraccia salvavita nel deserto della canicola. E un vassoio di stagnola, con un po' di pasta e carne dentro, può costituire il pasto dell'intera giornata. Sennonché, la vita degli animali non è sempre felice nella nostra città. Anzi. Sia per quel che subiscono sia per quel che, involontariamente infliggono. Due episodi diversi, tra loro, ma che comunque danno l'idea nitida del fatto che il randagismo sia un problema serio per Bitonto.
Il primo: Siamo dalle parti della chiesa del Crocifisso all'altezza di via Ricapito. Un cagnolone era stato adottato da tutti. Era diventato il beniamino del quartiere, amato dai bambini e vezzeggiato dagli adulti. Le attenzioni erano tutte per lui. Viveva bene, insomma. Fino a quando, un brutto giorno, un'anziana signora, infastidita dalla sua presenza, gli ha improvvisamente fracassato il cranio con una scopa. Adesso purtroppo anche se prontamente soccorso, è in bilico tra la vita e la morte.
Il secondo. Stavolta siamo nei paraggi del Torrione Angioino, accanto a Porta Baresana. Lì, per solito, di sera, sosta un vero e proprio branco. Si muovono in gruppo, sono circa dieci esemplari. Ora inseguono un'auto che abbaglia, ora vanno dietro ad un passante che impaurito, affretta il passo. E siccome nel rapporto con gli animali c'è sempre una percentuale d'imprevedibilità e d'imponderabilità, qualche giorno fa, forse anche per giocare, hanno aggredito ed atterrito un bimbo. Facile immaginare il grande spavento. Certo, i genitori avevano il dovere di stare più attenti ai figlioletto, però ,è anche vero che, in pieno centro, non dovrebbe esserci un branco. Il centro Tusha che gestisce per conto del Comune il canile municipale fa degnamente il proprio dovere e, qualche volta anche di più. Tuttavia bisogna riconoscere che la questione è tutt'altro che semplice. E una soluzione va trovata al più presto

IL SECOLO XIX

31 LUGLIO 2009

 

Parroco indagato e carcasse sequestrate

La mattanza di cinghiali a san Bartolomeo di Sori dopo la festa patronale

 

Provincia di Genova - Qualcuno magari ha avuto anche il coraggio di riderci su, dopo aver letto di quel gruppo di amici forse un po' alticci di San Bartolomeo di Sori, che lo scorso 20 luglio, guidati da un prete, uccisero a bastonate due cuccioli di cinghiale finiti per errore troppo vicini alle inebriate papille gustative del gruppo a fine cena. Non è il caso del sostituto procuratore Biagio Mazzeo, che sulla mattanza ha aperto un'inchiesta iscrivendo nel registro degli indagati i cinque sodali. Nell'elenco spicca il nome del parroco di Sori, don Marco Fazio. Per tutti l'accusa è«di uccisione di animali con crudeltà e furto venatorio». In poche parole non è possibile uccidere degli animali con armi improprie e senza autorizzazione.
Il "corpo" del reato, cioè le carcasse dei due cuccioli, sono state trovate nel congelatore della chiesa e poste sotto sequestro da parte del pm.
La vicenda era avvenuta dieci giorni fa al termine di una cena in piazza nei pressi della chiesa di San Bartolomeo di Sori, il giorno successivo alla festa patronale della Madonna del Carmine di San Bartolomeo. Tra le persone che avevano assistito a tutto c'erano anche alcuni bambini. Prima divertiti dall'incontro imprevisto e buffo con quei due cinghialotti spauriti, finiti lontano dallo sguardo protettivo della madre. E poi atterriti dall'iniziativa di alcuni adulti. In cinque si erano alzati da tavola, evidentemente un po' più allegri del solito, come raccontato agli inquirenti da alcuni testimoni. Avevano preso dei bastoni e delle vanghe e, dopo aver spinto i due animali in un recinto, si erano divertiti ad ammazzarli in modo crudele, già pregustando con ogni probabilità l'arrosto garantito per un prossimo appuntamento gastronomico.
Chi non ha partecipato all'euforia, dopo aver tentato invano di fermare l'esecuzione dei due cuccioli, ha chiamato con un cellulare le guardie zoofile che, autorizzate dalla Procura, sono intervenute per raccogliere prove e testimonianze e individuare gli autori della mattanza. Nel giro di pochissimo cinque nomi sono finiti nei loro verbali e sulla storia il pm Mazzeo ha aperto un fascicolo. I testimoni hanno raccontato che proprio il parroco della chiesa, Don Marco, avrebbe chiuso le vie di fuga, assicurandosi che la coppia di animali non sfuggisse ai "cacciatori". Sarebbe stato proprio il prelato a consegnare agli agenti le carcasse estratte dal congelatore, prima che gli inquirenti ordinassero ed eseguissero le perquisizioni domiciliari.
Contro il parroco sono apparse nei pressi della sua chiesa scritte di insulti collegate alla vicenda e per domenica sono annunciate manifestazioni in segno di protesta nella sua parrocchia.


IL TEMPO

31 LUGLIO 2009

 

 

Aprilia I carabinieri hanno denunciato un 79enne residente in via Fossignano

Spara e ferisce il pitbull del nipote

APRILIA (LT) Folle gesto in una giornata dalle temperature vertiginose mercoledì ad Aprilia.

 

Raffaella Patricelli

 

Aprilia (LT) - Un uomo di 79 anni (D.S. le sue iniziali), residente in via Fossignano, ha sparato dei colpi d'arma da fuoco all'indirizzo di un cane che a suo dire stava infastidendo i due cani di sua proprietà. Si scopre, solo dopo il ferimento, che si trattava del pitbull nano del nipote che risiede vicino casa dell'anziano. Del caso se ne sono occupati immediatamente i carabinieri che sono stati allertati dai vicini che hanno udito gli spari e hanno preso provvedimenti seri per tutelare la pubblica incolumità. Il 79enne a quanto pare ha problemi di vista. Si è affacciato alla finestra e ha visto il pitbull avvicinarsi ai suoi due cagnolini, in giardino. Ha perso subito la calma ha imbracciato il fucile e ha sparato senza pensarci due volte. Uno dei colpi ha colpito il cane alla schiena, fortuntamente senza ucciderlo. Sul posto, subito dopo i carabinieri, è giunto anche il nipote dell'uomo che ha fatto ragionare il nonno, spiegandogli che il cane era suo. I militari hanno denunciato il 79enne per esplosione di colpi di arma da fuoco in un luogo abitato e lungo una pubblica via, nonché per maltarttamenti di animali. Il fucile, calibro 12, marca Bernardelli, è stato sequestarto insieme ad altre due pistole Beretta. Tutte le armi erano detenute legalmente.


LA ZAMPA.IT
31 LUGLIO 2009
 
Sub rischia di morire per crampi Una balena la porta in salvo
La giovane stava cercando di battere il record di apnea
 
Sembrerebbe frutto di una sceneggiatura cinematografica, e invece è accaduto davvero. Yang Yun, una sommozzatrice cinese di 26 anni, è stata salvata da una balena della specie beluga quando credeva che sarebbe morta di lì a poco. La giovane stava cercando di battere il record di apnea sul fondo di una piscina polare in mezzo alle balene beluga, ad Harbin, nel nord est della Cina, durante una competizione. Ma all’improvviso qualcosa è andato storto e Yang si è sentita paralizzata alle gambe a causa dei crampi per le bassissime temperature.
A quel punto la balena Mila è intervenuta, afferrandola con la bocca fino a farla risalire in superficie. «Ho sentito che se fosse stato per me sarei morta», ha detto la sommozzatrice al quotidiano Telegraph. «All’improvviso però ho sentito questa incredibile forza spingermi fino a su». La ragazza è riuscita a risalire grazie al fatto che la balena ha preso tra le fauci la sua gamba.
Gli organizzatori hanno assistito alla scena esterrefatti, «Mila si è accorta del problema prima di noi», hanno ammesso. Le balene della specie beluga sono tra le più intelligenti, sono abituate ad interagire con gli umani ed hanno muscoli facciali che consentono loro di sorridere.

LA PROVINCI PAVESE
31 LUGLIO 2009
 
Bar vietati ai cani
 
Caro direttore, mi permetto di scriverle per esternare il mio disappunto riguardo ad un divieto esposto sulle vetrine dei bar di Belgioioso. Una circolare comunale impone il divieto di ingresso ai cani in tutti i bar.  Ora, io mi chiedo, perché vengono fatte campagne di sensibilizzazione contro l’abbandono dei cani, perché esistono pene severe per chi abbandona gli animali domestici, se poi ci viene vietato di portarli con noi al bar?  Ogni anno faccio i salti mortali per trovare strutture che accettano i cani (premetto che il mio pesa 2,3 kg.), devo fare i conti con i piloti degli aerei, perché a loro spetta la decisione di stivare il mio cagnolino, oppure di lasciarmelo portare come bagaglio a mano.  E dopo aver pagato il biglietto aereo sia per me che per lui, devo attendere per sapere se mi posso imbarcare o meno, perché se il pilota decide di stivare il cane, noi rimaniamo a terra perdendo anche i soldi del biglietto.  Spesso la presenza del cane preclude alcune scelte, ma come tante altre persone, faccio tutto questo con piacere e amore per il mio cagnolino.  Ora però quella che era la passeggiata del mattino, con annessa colazione al bar, ci viene negata. L’assurdità è che il divieto non è a discrezione del titolare dell’attività, ma è estesa a tutti gli esercizi di somministrazione.  Capisco perfettamente che alcune persone possano essere infastidite dal comportamento di certi proprietari che considerano i cani alla stregua delle persone e li trattano come tali. Ma questo è da imputare al buon senso degli umani, non deve diventare una punizione per tutti quelli che come me hanno deciso di prendere un cane che gli faccia compagnia e per questo si sono assunti tutti gli obblighi che questo comporta.  Ho il cane da quando ho memoria e, onestamente, neppure io faccio i salti di gioia quando vedo qualcuno poggiare a terra il piatto dove sta mangiando per condividere il pasto con il suo cane; piatto che poi anche se lavato andrà ad altri avventori. Ma ripeto che questo non dipende dal cane.  A Belgioioso abbiamo un sindaco incredibile, ha dotato il paese di contenitori porta sacchetti gratuiti per raccogliere gli escrementi del cane, a mio avviso iniziativa lodevole, sia per la pulizia del paese, sia per sensibilizzare le persone. Ma non posso e non voglio credere che nel 2009 ci venga negato l’ingresso al bar perché abbiamo con noi il cane, lo trovo incivile. Carla Gilioli Belgioioso  Cani al bar sì o no? Effettivamente il caso fa discutere non solo a Belgioioso. I padroni dei cani di taglia più o meno grande, abituati a convivere con i loro amici a quattro zampe vedono come una privazione ingiusta il divieto deciso dall’amministrazione comunale.  Chi non ha un cane e non ha molta dimestichezza con gli animali, saluta la decisione con sollievo. Certo, se consideriamo un bar come un locale pubblico (quale effettivamente è), non mi pare sbagliato un divieto-salvaguardia quale quello adottato a Belgioioso.  Dove lei, gentile lettrice, saluta come novità positiva la comparsa dei distributori di sacchettini per la pulizia destinati proprio a proprietari di cani. Quanto ce ne sarebbe bisogno in tante cittadine e paesi anche alla nostra latitudine?  L’invito ad essere civili è sempre opportuno. Anche se spesso non basta e va ancora affiancato da interventi sanzionatori. E a Belgioioso funziona anche l’attività di sanzione da parte dei vigili che colgano i padroni inadempienti nei confronti dei doveri che hanno nel momento in cui portano per strada il loro cane?  D’altra parte - lo dice la nostra lettrice che ha un piccolo cagnetto certamente non ingombrante, né pericoloso, né sporcaccione - avere un animale a carico è tante volte persino più complicato che avere un bambino o comunque un altro essere umano totalmente dipendente da noi. Fatiche e sacrifici. Compreso quello di dover scegliere tra il caffè al bar e la passeggiata con l’amico che sa tenere compagnia a tante solitudini. Pierangela Fiorani

LIBERO

31 LUGLIO 2009

 

Nove conigli al quirinale

 

Non accade neanche con i rom abusivi né con gli immigrati senza permesso di soggiorno. Che si scomodi il mondo. Che Asl, polizia municipale, ambientalisti, Tar e perfino presidente della Repubblica si mobilitino per nove conigli nani. Le bestioline di Ave Mele - barista trentenne, originaria della Puglia, ma trapiantata in Valtellina da alcuni anni e ora residente a Sondrio - sono al centro di una querelle con tanto di multa da 650 euro. Tutto è cominciato, scrive Eleonora Magro sul “Quotidiano Nazionale”, lo scorso 8 giugno quando Mele riceve la visita improvvisa di un veterinario Asl nella sua abitazione per le lamentele dei vicini. Vicini di casa molto infastiditi dai nove conigli nani ospitati sul terrazzo della giovane, di cui tre di sua proprietà e sei in affido temporaneo. La richiesta: allontanare dall’edificio gli animaletti perché «creano odori sgradevoli». Il veterinario, tuttavia, non individua nessun problema di natura igienica e lo scrive sul verbale. Quindi arriva del tutto inattesa l’ordinanza emessa dalla Polizia locale di Sondrio il 29 giugno, che obbliga Ave Mele allo sgombero dei suoi amati piccoli conigli a quindici metri di distanza dalle abitazioni. Il mancato allontanamento dei conigli farebbe scattare una multa di 650 euro per la giovane e il sequestro dei conigli. A questo punto, Ave si rivolge all’Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente). «Ho ricevuto l’aiuto del presidente Lorenzo Croce che si è subito attivato per il ricorso al Tar e un ricorso straordinario a Giorgio Napolitano», ha detto Mele al quotidiano. Certo, andare a disturbare il presidente della Repubblica per un problema di “condominio” francamente è un tantino esagerato. Ma se «il fine giustifica i mezzi» per dirla con le parole di Machiavelli, allora è consentito tutto.Questo genere di problemi una volta veniva risolto dalle assemblee di condominio. Le parti esternavano le loro posizioni, si discuteva più o meno animatamente, quando andava male volava qualche insulto, ma alla fine con la votazione ad alzata di mano si trovava la soluzione giusta per tutti. Non bastava una chiacchierata conciliante per risolvere il problema dei coniglietti? Magari con una maggiore attenzione alla pulizia per evitare quegli «odori sgradevoli». La padroncina dei conigli è perentoria: «Sono sette anni che possiedo questo tipo di animali, e per me sono davvero importanti, vivo da sola e quindi mi fanno compagnia e non ho alcuna intenzione di toglierli dal mio terrazzo». Ave ha ancora qualche carta da giocare: «Se l’ordinanza emessa fosse legittima», spiega il presidente di Aidaa, «a Sondrio nessuno potrebbe più possedere un coniglietto nano che di fatto è considerato un animale d’affezione. I conigli vengono venduti tranquillamente in tutti i garden center. La legge pone solo per cani e gatti il numero massimo possibile di animali da poter tenere in casa».Insomma, se i conigli nani da compagnia di Mele venissero allontanati non farebbero più compagnia a nessuno.


CORRIERE DI SIENA

31 LUGLIO 2009

 

Gli animalisti devono riflettere

La soluzione del problema non può limitarsi alla individuazione delle responsabilità. “Soprattutto in questi casi, dove spesso c’è in ballo la vita dell’uomo”.

 

 

 

Sonia Maggi

 

SIENA - “Un cinghiale o un capriolo valgono la vita di un uomo? Riflessione. In riferimento all'articolo apparso sul Corriere di Siena il 29 luglio, rimango un po’ perplessa. Sarà il caldo!!! Se utilizziamo i dissuasori ottici gli animali si troverebbero costretti e rinchiusi nei boschi? Sempre meglio che in un monolocale di 35 mq!!! E comunque nel loro habitat naturale. Altrimenti, mah si! facciamoli avvicinare alle strade e alle case e magari diamogli anche da mangiare, e se attraversano le strade e succede un incidente diamo la colpa a chi guida! Non credo personalmente che siamo tutti impazziti guidando a 100 all'ora. E non credo neanche che i cinghiali o i caprioli facciano il dispetto di attraversare quando passa una macchina. Purtroppo gli incidenti per attraversamento di animali selvatici sono in aumento e quindi dobbiamo trovare soluzioni concrete e pensare all'uomo, non solo agli animali”. E’ la riflessione che ci ha inviato Gigliola Scucchia, figlia di Benito Scucchia, promotore della Legge Sandrina che il nostro giornale appoggia sin dall’inizio della “battaglia”. Purtroppo passano gli anni e non succede niente. Nessuno, a parte tanti suggerimenti (alcuni anche discutibili e bizzarri), riesce a prendere seriamente in considerazione questo problema che, come sottolinea Gigliola Scucchia, è in aumento. Così come è in aumento la popolazione degli ungulati in provincia di Siena. Non a caso la foto a corredo di questa pagina mostra come i cinghiali si siano ormai abituati ad allontanarsi dalla protezione del bosco per addentrarsi in città, con tanto di figliolini. Il problema non può ridursi ad una mentalità meramente animalista. Nessuno vuole distruggere la specie, ma va trovato anche un equilibrio, senza estremizzare. Il dibattito scaturito in questi giorni la dice lunga. Sono piovute in redazione testimonianze di guidatori o guidatrici che effettivamente si sono ritrovati il cinghiale sul cofano della vettura senza alcuna colpa e a velocità moderata. Magari nessuno è rimasto ferito, nel caso della macchina ma pensiamo ad una moto! I danni all’automobile in genere sono comunque elevati e tutti a carico del proprietario. Senza possibiità di altra soluzione. Se nessuno prenderà provvedimenti, non resterà altro che far porre, di prassi, una clausola aggiuntiva nella assicurazione auto, visto che i danni da cinghilai oggi non sono più eventualità rara. Una lettrice, Lida Cellini, ci ha racconato la sua brutta esperienza avvenuta il 28 febbraio scorso. Era inverno e buio pesto. Nel tratto di strada che collega la Colonna di Montarrenti al gruppo di curve di Rosia, un cinghiale è piombato sulla sua auto precipitando dalla scarpata di destra alta circa due metri e completamente ricoperta di vegetazione. La donna non ha potuto evitare l’animale pur procedendo a velocità contenuta. Non è rimasta ferita ma i danni alla vettura sono stati ingenti e nessuno ha risarcito. Ma qualche giorno dopo qualcuno ha provveduto a far ripulire in fretta quella stessa scarpata. In quel punto, dicono i ben informati, c’è proprio il passo dei cinghiali e l’incidente è anche prevedibile. Che fare?


LA REPUBBLICA PALERMO
31 LUGLIO 2009
 
Cavalli, musica e rodei ecco i cowboy palermitani
 
LICIA RAIMONDI
 
È uno stile di vita. Una filosofia. Più semplicemente una moda che dall' America si è diffusa finoa raggiungere l' Europa, l' Italia, la Sicilia. È il country, o per meglio dire il western, proprio perché le sue origini risalgono alla seconda metà del XIX Secolo, e hanno come sfondo le praterie del Sudovest degli Usa. Lì i cowboy sorvegliavano le mandrie, le difendevano dai pericoli e le guidavano per lunghi tragitti pieni di avversità. POCO importava se sul sentiero si ritrovavano ad attraversare fiumi, ad affrontare ladri di bestiame e assalti da parte dei coloni nativi, o se gli animali dimostravano la tendenza ad agitarsi disordinatamente. Le minacce costituivano una costante nella vita di un cowboy. Ma il canto di una ninna nanna bastava a calmare una mandria nervosa durante le ore del buio. La loro forza era la resistenza alle avversità. Ma questa forza derivava da un modo di cavalcare selvaggio, da un rapporto con il cavallo primordiale, che permetteva di impartire ordini solamente con una diversa tonalità della voce, fino a diventare tutt' uno con la potenza indomabile della natura. Non c' è da stupirsi che un tale modo di cavalcare abbia conquistato il mondo dal secolo successivo fino ad oggi, e sia diventato una vera e propria disciplina equestre. In Sicilia l' Associazione Reining Sicilia, a Sciara, è riconosciuta dalla Fise (Federazione italiana sport equestre) per le gare nazionali di Reining. Giampiero Taormina, delegato dell' associazione, ha recentemente vinto la quinta tappa regionale (ma ha anche vinto le altre quattro precedenti) della Coppa della Regione, un torneo nazionale la cui finale si svolgerà a Manerbio, in provincia di Brescia. A settembre si svolgerà la sesta e ultima tappa a Sciara. «La monta americana mi dà enorme denso di libertà, a differenza della monta inglese che è più composta - dice Taormina - il Reining è il Dressage western (secondo la definizione del Fise), è la disciplina che raffigura in chiave moderna ciò che facevano i cowboy nel radunare le mandrie. La performance consiste in dieci sequenze al galoppo (dette Pattern). La velocità contenuta si chiama Canter. L' icona del Reining è lo Sliding Stop, ovvero la frenata a scivolare. Si lancia il cavallo al galoppo e al semplice comando vocale "whoa" il cavallo puntella i posteriori e frena. Posso assicurare che non è affatto una cosa facile». Presidente dell' Associazione Reining Sicilia è Salvatore Patti che è anche il capo dipartimento equitazione americana Fise Sicilia. «La mia passione per la monta western è innata - racconta Patti - ho cominciato subito con questo tipo di monta senza passare dalla monta tradizionale inglesee sono stato uno dei primi in Sicilia a praticarla. Tutto parte dai film western, che guardavo perché mi affascinava il cavallo americano, e da qui ho cominciato la mia attività». Salvatore Patti è anche istruttore e proprietario del Patti' s Stable, struttura di Sciara che si occupa dell' addestramento dei cavalli e della preparazione dei cavalieri. «Patti' s Stable nasce nel ' 94 - continua Patti - come unico centro in Sicilia per la preparazione agonistica in questa disciplina. Arrivano da noi da tutta la Sicilia». Come il messinese capitano di vascello della Guardia costiera Giuseppe Rando, che dal ' 99 ha collezionato sei titoli. Rando, che dal 6 settembre sarà trasferito a Palermo, nel 2008 ha vinto il campionato Non Pro di Reining insieme al suo cavallo Daphne Dun It. «Ho cominciato ad amare questa disciplina durante un aggiornamento professionale a Livorno - racconta Rando - conobbi delle persone che la praticavano già da tempo e mi fecero salire su un cavallo. È stato un colpo di fulmine. Mi sono appassionato così tanto che ho cominciato a studiare e sono diventato esperto, oltre che di Reining, anche di Cutting, che consiste nel separare un manzo dalla mandria proprio come facevano i cowboy, per vaccinarlo, marchiarlo, castrarlo o anche abbatterlo per mangiarlo». Diversi i campioni che frequentano il Patti' s Stable: Francesca Turiaco, prima in classifica nel campionato Lady e Martina Montana prima nella categoria Youth. Anche un padre insieme al figlio uniti dalla stessa passione: il papà Filippo Catalano che è secondo in classifica nella categoria Non Pro, e il figlio Fabrizio primo in classifica nella categoria Rookie. In Via Oreste a Mondello il Ranch del Sorriso, gestito da Giuseppe Randazzo, organizza eventi dedicati agli amanti dello stile country. Come l' ultimo Country day organizzato il 7 giugno, che verrà replicato il primo agosto dal pomeriggio fino a tarda notte. Protagonisti della manifestazione la Gimcana junior per i bambini e western per gli adulti, accompagnate da pause culinarie all' insegna di wurstel e hot dog. «La Gimcana è un percorso misto di ostacoli come barili e mucchi di paglia o la crocetta - spiega Giuseppe Randazzo - il cavaliere deve fare salire il cavallo su una pedana in equilibrio, prendere un bicchiere d' acqua e farlo passare da destra a sinistra. Poi deve attraversare il campo a ostacoli superandoli, e deve anche a un certo punto scendere da cavallo, bere un bicchiere di rhum, nella versione originale, risalire a cavallo e ritornare allo start nel minore tempo possibile». La notte del primo agosto è previsto lo svolgimento di altre discipline come il Cattle Penning e il Barrel Racing. «Il cattle penning è una gara in cui ci sono 10 vitelli in un gabbione numerati da 1 a 10 - spiega Massimo Giacalone, frequentatore del ranch - il giudice di gara chiama il vitello 1 e i due cowboy che gareggiano insieme prendono il vitello e lo instradano in una gabbia dalla parte opposta del campo, senza mai toccarlo né con le mani né col uso del cavallo. La coppia di cowboy che impiega il minor tempo nell' eseguire il percorso vince. Nel Barrel Racing si dispongono tre barili nel campo a triangolo, alla distanza di 32 metri ciascuno. Il cavaliere deve fare una performance in mezzo ai barili nel minor tempo possibile». Simona Costanza è una giovane amazzone appassionata di monta americana presso il Ranch del Sorriso, che nel giro di poco tempo si è appassionata allo stile country. "So che non è una disciplina molto femminile, ma praticarla non significa mancare di femminilità - dice Simona - chi ama gli animali come me è portato prediligere qualsiasi sport che riesca a stabilire un contatto positivo tra l' essere umano e, in questo caso, il cavallo. Certo per una donna risulta più difficile perché bisogna mettere molta forza nelle gambe per non cadere da cavallo durante le performance, ma basta fare un buon allenamento. I cavalli americani comunque non sono molto alti, non devono superare il metro e 55. Come ad esempio i quarter horse e i paint horse».

CORRIERE DELLE ALPI
31 LUGLIO 2009
 
Castello partirà alla corda
 
di Ivan Perotto
 
FELTRE (BL). Castello, Santo Stefano, Duomo, Port’Oria, Port’Oria, Duomo, Castello, Santo Stefano. E’ la mossa del Palio di Feltre - ordine di lettura dal mossiere - estratta ieri sera in sede dell’Ente alla presenza dei rappresentanti dei quattro quartieri.  L’estrazione della mossa ha chiuso così la prima giornata equina del Palio. In mattinata i dodici cavalli, due più una riserva per ciascun quartiere, erano arrivati in Pra’ del Moro, con soltanto un breve ritardo, imputato a problemi con il mezzo di trasporto, sulla tabella oraria prevista per quelli del Duomo. La prima sgambata all’ombra dei platani di via Gaggia ha consentito agli animali di riprendersi dalle fatiche del viaggio, prima di accomodarsi nei box - una seconda sgambata, a ridosso dell’anello, si è avuta anche in prima serata.  Nel primo pomeriggio due membri della commissione veterinaria, Pierangelo Sponga e Massimo Mellini, hanno provveduto alle procedure burocratiche. Il controllo dei documenti e dei chip e una prima rapida occhiata ai cavalli. Un unico inconveniente, che si spera di risolvere questa mattina. La riserva di Port’Oria, Lucifero Leon, sembra sprovvista di chip identificativo. Due controlli ieri non hanno consentito di rilevare la presenza del chip. Pertanto questa mattina si proverà con un nuovo strumento, su frequenze differenti. In caso di esito negativo, si cercherà di ottenere i “documenti d’identità” del cavallo. Come ultima spiaggia, qualora nessuna delle verifiche in programma dovesse dare esito positivo, il cavallo sarebbe escluso.  E sempre oggi, a partire dalle 8.30, la commissione veterinaria effettuerà i controlli medici sugli animali. Radiografie, visite, controlli antipoding con il metodo Unire. Gli esiti degli esami saranno comunicati alle 12 di sabato. In caso di irregolarità o di problemi fisici, come già accaduto in passato, ci sarebbe l’esclusione del cavallo. Ma a un primo esame, puramente visivo, l’impressione dei veterinari è che quest’anno siano stati scelti cavalli di buona qualità, tranquilli. Dei dodici, dieci sono alla prima presenza feltrina mentre due hanno già indossato le casacche di quartiere in passato. E’ il caso di Fogosu e di Fantaghirò Saura, quest’ultima vincitrice l’anno scorso.  Questi i nomi dei dodici cavalli del Palio 2009. I primi due sono i titolari designati, il terzo la riserva Castello : Incantos, La Comica e Mississipi. Duomo : Fantaghirò Saura, Fogosu e Manna de Ozieri. Port’Oria : Guru, Freelander e Lucifero Leon. Santo Stefano : Gulliver Sauro, Lumier e Istanter.

MESSAGGERO VENETO
31 LUGLIO 2009
 
Boom degli animali esotici ma anche negli abbandoni
 
Elisa Michellut
 
Provincia di Udine - Cani, gatti, furetti ma anche pappagalli, camaleonti, pitoni e tartarughe. La piaga dell'abbandono, durante il periodo estivo, non risparmia gli animali esotici, sempre più presenti nelle case degli italiani e anhe dei friulani. Tanto che nella nostra regione, prendendo in considerazione le inevitabili nascite, si stima un incremento di oltre mille animali esotici all'anno. Solo in provincia di Udine, nei primi sei mesi del 2009, sono 555 gli animali esotici denunciati al servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato per la sede di Trieste, che cura la gestione amministrativa, ai fini della certificazione e del controllo per il rispetto della convenzione di Washington, sul commercio internazionale delle specie a rischio di estinzione. Nel 2009, a Udine e provincia, sono nati in tutto 501 pappagalli, 28 ibis eremiti, 20 camaleonti, 2 falchi, un orice (un grosso bovide), un caracal (un felino medio, nella foto a lato ), un otaria e un lemure (uno scimiotto). «Conosciamo solo il numero delle nascite degli animali in cattività - sottolinea Paolo D'Alberton, vice questore aggiunto forestale e responsabile del servizio Cites per la sede di Trieste - in quanto chiunque detenga un animale esotico ha soltanto l'obbligo di comunicare al Corpo Forestale dello Stato le eventuali nascite successive all'acquisto, ma non ha il dovere di comunicarci se si reca in un negozio ed acquista un animale di specie protetta. In questo caso - conclude D'Alberton - è sufficiente farsi dare la prova legale dell'acquisizione e si può portare subito a casa l'animale. Siamo in possesso, ad ogni buon conto, di un elenco di amatori e commercianti, che utilizzano animali esotici a scopo di scambio. Lo sfruttamento commerciale è una delle principali cause dell'estinzione di numerose specie». Durante il periodo estivo, come detto, aumenta notevolmente il numero degli animali abbandonati o soltanto smarriti. «Da maggio a settembre - spiega D'Alberton - con le porte e le finestre aperte, non di rado succede che gli animali esotici riescano a scappare dai terrari o dalle teche e ritrovarli non è sempre impresa facile. Pertanto, durante il periodo estivo, è necessario prestare maggiore attenzione alla custodia di questi pets». E l'estate è anche il periodo in cui vengono intensificati i controlli, legati all'attività di vendita, commercio ma anche di abbandono spontaneo degli animali esotici. «Il prossimo mese di agosto, in regione, si terranno due manifestazioni, che coinvolgeranno alcuni di questi animali - spiega Marvi Poletto, coordinatore regionale del Corpo forestale regionale - pertanto vigileremo perché vengano rispettata la normativa vigente, che garantisce il loro benessere, anche per quanto riguarda il trasporto».

MESSAGGERO VENETO
31 LUGLIO 2009
 
Gabbie speciali per trasportare anche gli amici speciali più strani
 
E qualche consiglio, rivolto a chi non intende separarsi dai propri amici speciali, durante le vacanze, arriva dagli esperti, anche gli animali meno abituali come possono essere quelli esotici. Sono sconsigliati i viaggi lunghi ma, se necessario partire, bisogna scegliere le ore meno calde. Le gabbie devono essere arieggiate, coperte da un telo e l'aria condizionata va accesa con moderazione. Inoltre, anche per trasportare gli animali esotici possono servire documenti specifici. Il consiglio, in questo caso, è di rivolgersi all'ambasciata oppure ai veterinari di frontiera.

CORRIERE DELLA SERA
31 LUGLIO 2009
 
Interrogati tutti i passeggeri, nessuno ha ammesso di aver portato il rettile
Egitto, un baby coccodrillo sull'aereo
L'animale, sbucato all'improvviso, ha scatenato il panico su un volo da Abu Dhabi al Cairo
 
CAIRO -  È sbucato all'improvviso. E in un attimo su un volo dell'Egyptair da Abu Dhabi al Cairo si è scatenato il panico. Grida e urla tra i passeggeri alla vista di un baby coccodrillo di 20 centimetri. Solo l'intervento dell'equipaggio è riuscito a riportare la calma in cabina. L'hanno catturato e, una volta a destinazione, consegnato alle autorità del Cairo che lo hanno portato allo zoo di Giza.
I PASSEGGERI -  Una cosa è certa: l'animale da solo non sarebbe mai riuscito a oltrepassare i controlli e nemmeno a salire sull'aereo. Quindi qualcuno lo deve aver nascosto in un bagaglio. Tutti i passeggeri sono stati interrogati, ma nessuno ha ammesso di aver portato a bordo il piccolo rettile. Una storia che si ripete. Nell'agosto del 2007, le autorità sequestrarono oltre 250 cuccioli di coccodrilli, serpenti e camaleonti che un saudita aveva cercato di introdurre in Egitto.

IL GAZZETTINO

31 LUGLIO 2009

 

Ieri pomeriggio animali e fantini sono giunti a Prà del Moro. Questa mattina le visite veterinarie

Arrivano i cavalli, il palio si scalda

In serata le tradizionali cene propiziatorie. Buona cucina e tanto divertimento

 

Daniele Mammani

 

Feltre (BL) -  Con l'arrivo dei cavalli e le cene di questa sera il Palio di Feltre entra nel vivo. Sono arrivati nella mattinata di ieri i 12 equini che disputeranno la quarta gara del palio. Nomi illustri che verranno sottoposti oggi, dalle 8.30, alle visite specialistiche condotte dalla commissione veterinaria del Palio formata da Pierangelo Sponga, Maurizio Mellini e Rudi Tulini. Nessun problema per l'arrivo dei cavalli tranne che per gli animali del Duomo. Il mezzo con il quale dovevano partire alla volta di Feltre si è guastato costringendo anche Edy De Boni, selezionatore della contrada della stella, a lunghe telefonate notturne per reperire un nuovo camion per il trasporto. Sono arrivati in città poco dopo il termine prefissato, le 12, giustificando il ritardo accumulato. Ora i "barberi", come vengono chiamati a Siena, sono stati stallati nei box di via Gaggia i quali sono sottoposti a vigilanza 24 ore su 24 e potranno essere avvicinati solo da persone munite di apposito pass di ingresso. Ogni quartiere ha a disposizione per i cavalli due prime scelte e una riserva. Castello: Incantos, La Comica e Missisipi (riserva) e i fantini Martin Ballesteros (Pampero) e Antonio Siri. Duomo: Fantaghirò Saura, Fogosu e Manna de Ozieri (riserva) e i fantini Valter Pusceddu e Silvano Mulas. Port'Oria: Guru, Freelander e Lucifero Leon (riserva) e i fantini Alessandro Chiti (Voragine) e Federico Sanna. Santo Stefano: Gulliver Sauro, Lumier e Istanter (riserva) e i fantini Andrea Farris (Cinghialino) e Alessio Pollioni.Tra i 12 cavalli molti "volti" nuovi ma anche ben conosciuti. Si tratta di Fantaghirò Saura, vincitrice delle ultime due edizioni e Fogosu che fu selezionato per Feltre nell'edizione 2007. Nel pomeriggio di ieri si sono svolti i controlli ai documenti e ai chip di riconoscimento degli animali, tutto a posto tranne che per il quartiere dell'aquila bicipite: a Lucifero Leon non è stato rilevato il "documento elettronico". «Domani mattina (oggi) - spiega il veterinario Mellini - verrà testato con un altro strumento. Se ancora non dovesse essere rilevato faremo un controllo incrociato con il database dell'Unire di Roma per verificare la sua identità». Ieri sera, nella sede dell'Apf di via Mezzaterra, è stata eseguita anche l'estrazione della mossa che sarà così eseguita: Castello, S. Stefano, Duomo, Port’Oria, Port’Oria, Duomo, Castello, Santo Stefano. E stasera spazio alle cene propiziatorie dislocate nel centro cittadino che daranno il via alla tre-giorni del Palio.


IL GAZZETTINO

31 LUGLIO 2009

 

THIENE Settimana di giochi e agonismo anche con gli animali. Il palio è stato assegnato alla contrada "Campagne"

Tra galline e "mussi", tutti in gara

 

Valerio Bassotto

 

 

Zanè (VI) -  Settimana di giochi, divertimento, agonismo e grande partecipazione quella che ha visto gareggiare le quattro “contrà” del paese. “Campagne”, “Centro”, “Corte “ e “Casette”, infatti, si sono date battaglia per la conquista del Palio. Anche quest’anno la manifestazione, organizzata dalla Pro loco in collaborazione con l’assessorato allo Sport, ha coinvolto, oltre agli adulti, anche i ragazzi e le ragazze delle scuole medie ed elementari che, con grinta ed entusiasmo, si sono sfidati in partite di basket, calcio a 5, tennis tavolo e corsa con i sacchi. A completare la settimana sono stati i giochi popolari e sportivi: tiro alla fune, briscola ciacolona, scende la pioggia, pallavolo, calcio a 5, calcetto balilla e staffetta anagrafica 4x400 maschile e femminile. Tutte le gare sono state sempre seguite con grande tifo e incoraggiamento da parte di numerosissimi sostenitori, ma le sfide che più hanno entusiasmato sono state le due nuove specialità:il “Gran Prix del coccodè” e il “Donkey game” (xugo dei mussi). Il primo consisteva nel far percorrere un tragitto a delle galline che invogliate con delle ciotole di becchime dai rispettivi conduttori dovevano effettuare un percorso di alcuni metri. Purtroppo, forse perché impaurite dal tifo assordante o perché già sazie, nessuna è arrivata al traguardo, costringendo i giudici a concedere un punteggio di parità. E’ risultato ancora più spettacolare il “xugo dei mussi”:gli asini, con in groppa i temerari fantini, dovevano compiere due giri di un percorso ad anello. Sebbene incitati e spronati alcuni animali non volevano proprio saperne di muoversi oppure partivano a razzo disarcionando chi li cavalcava! Tra il divertimento generale ed un tifo da stadio il primo a tagliare il traguardo è stato il portacolori delle “Casette” che a fine gara è stato portato in trionfo dai suoi contradaioli. A concludere questa settima edizione, la “gran magnada di bigoli”, che ha decretato la vittoria finale della contrada delle “Campagne” seguita da “Casette” e il “Centro” con pari punti e infine la “Corte”.


CORRIERE ADRIATICO

31 LUGLIO 2009

 

Le associazioni contro il Comitato

I cacciatori si dividono sulla guerra ai cinghiali

 

Fabriano (AN)- Arrivano le critiche per le nuove idee in materia di cinghiali e di cacciatori proposte qualche giorno fa da Angelo Stango coordinatore del comitato delle squadre del cinghiale della provincia di Ancona. “Non si comprende bene lo scopo delle affermazioni di Stango - fanno sapere dalle associazioni di cacciatori fabrianesi e cerretesi - presentato da un comitato che raggruppa solo una parte dei cacciatori, visto che i circoli fabrianesi delle associazioni venatorie riconosciute, che rappresentano tutti i cacciatori hanno già predisposto un comunicato congiunto dove si individuano linee guida e strategie di azione in larga parte condiviso dalle parti interessate”.Ed anche sulla solidarietà agli agricoltori c’è polemica. “Condividere le rimostranze degli agricoltori non significa molto - proseguono i cacciatori -, eventualmente sarebbe utile agire per raggiungere obbiettivi comuni che nel caso del contenimento dei danni della fauna alle attività antropiche, significa contenere la densità eccessiva delle popolazioni animali mediante prelievo o cattura di storni, cinghiali, volpi, caprioli, corvi ed altro. Si può condividere la posticipazione della data di apertura per la caccia al cinghiale a squadre al 1° novembre motivando però la scelta, come esigenza dei cacciatori e con dati legati alla biologia del cinghiale, certamente non per problemi di sicurezza”. E la polemica cresce. “Non sono emerse idee nuove. Anzi tra le righe sembra di intuire un tentativo abbastanza maldestro di fare un passo indietro rispetto alla gestione faunistica che si sta praticando in provincia. In sostanza sembra che la volontà del coordinatore del Comitato sia quella di evitare un controllo mirato e tempestivo dei cinghiali per contenere i danni entro limiti accettabili, e favorire invece la proliferazione incontrollata della specie”.


IL MESSAGGERO

31 LUGLIO 2009

 

Leo e Niky sono tornate a casa

 

NUMANA (AN) - Leo e Niky sono tornate a casa di fronte a una folla di bimbi. Ieri la Protezione civile del Conero e la Fondazione cetacea di Riccione hanno liberato al largo di Numana due tartarughe Caretta Caretta di 5 e 3 anni. Cuccioli, visto che l’età media della specie si aggira sui 70 anni. Entrambi provenivano dall’Ospedale della tartaruga di Riccione, reduci da una degenza di diverse settimane. Presente in spiaggia anche il ragazzino romagnolo che aveva dato il nome a Leo per poi finanziarne il ricovero con una piccola somma tramite il sito adottatartarughe.com. Il “figliastro” era stata salvata da un diportista a maggio a 7 miglia da Ancona. Niky, appena 3 anni, venne invece avvistata il mese successivo a Numana. Un bagnante segnalò alla Protezione civile la presenza di una tartaruga arenata quasi a riva. Un’equipe di specialisti ha pensato al sostentamento dei due animali con un menù calorico a base di pesce. «La collaborazione con Numana va avanti con successo dal 2001 - spiega Stefano Affronte, responsabile scientifico della Fondazione - In questi anni circa 50 cetacei sono stati reintegrati nelle acque del Conero senza ravvisare comportamenti anomali». A Numana in passato fu monitorata una tartaruga dopo il ritorno in acqua. L’animale, ormai riabilitato, si concesse una “vacanza” in Libia e Tunisia per poi approdare in Sardegna.


Animalieanimali

31 LUGLIO 2009

 

NATE IN CALABRIA PRIME TARTARUGHINE
E' successo a Capo Bruzzano.

 

Nate in Calabria le prime 70 tartarughine marine italiane, si sono schiuse il 25 Luglio a Capo Bruzzano le prime uova della specie 'Caretta caretta'.
La costa ionica, rende noto il Wwf in comunicato stampa, è diventata la principale area di nidificazione nazionale della tartaruga marina Caretta caretta ospitando in media oltre il 70% dei nidi registrati annualmente nel nostro paese. La nidificazione, che ha portato alla nascita di queste tartarughine, è stata il risultato positivo del progetto di ricerca "Tartacare Calabria", giunto ormai al decimo anno attraverso la coordinazione del Dipartimento di ecologia dell'Università della Calabria e sostenuto dal ministero dell'Ambiente e dall'assessorato alle politiche dell'Ambiente della Regione Calabria con la collaborazione, per le azioni di tutela dei nidi e di sensibilizzazione pubblica, del WWF Italia e del Fondo ambiente italiano (FAI). La Caretta caretta è una specie fortemente minacciata, per questo è stata inclusa nella lista rossa dell'Unione mondiale per la conservazione della natura (IUCN) dal 1975, "per questo occorre - rende noto il responsabile del progetto Tartarughe marine del Wwf Italia, Paolo Casale - lavorare, promuovere e sostenere progetti di ricerca e conservazione. Ma soprattutto serve informare e sensibilizzare cittadini e pescatori".


LA REPUBBLICA

31 LUGLIO 2009

 

Non odiate le meduse"mescolatrici" del mare

Uno studio dell'Università canadese di Victoria dimostra l'utilità dei piccoli invertebrati. Con il loro continuo movimento aiutano lo scambio e l'ossigenazione delle acque

 

 

CRISTINA NADOTTI

 

ROMA - Fastidiose quanto volete, incubo delle vacanze al mare, ma utili, anzi, indispensabili come ogni altro essere vivente. La riabilitazione delle meduse arriva da uno studio dell'Università canadese di Victoria, pubblicato sulla rivista Nature, in cui si spiega che creature marine come le meduse e il krill (che comprende piccoli invertebrati) hanno un ruolo fondamentale nel mescolare le acque, proprio come fanno correnti e maree. Il movimento del mare ha molte implicazioni e una grande importanza. Se non ci fosse interscambio tra l'alto e il basso, alle acque in superficie verrebbero a mancare importanti elementi nutritivi, mentre quelle sul fondo non sarebbero ossigenate. A un livello più generale, il rimescolamento delle acque garantisce la circolazione oceanica, che ha un impatto sul clima terrestre. Insomma, non uccidete le meduse e non odiatele, perché il clima dipende anche da loro. Così come altre piccole creature, sono infatti in grado, mentre si muovono, di pompare acqua. Non è lo stesso movimento che fa una balena che sbatte la coda, o uno squalo che si avventa rapido su una preda, è un'azione più continua e compiuta da molti piccoli organismi tutti insieme, capace di avere lo stesso effetto di una marea o del vento, secondo gli autori dello studio. "Mentre nuotano, le meduse spingono via l'acqua e creano un'area di pressione maggiore di fronte a loro - spiega Kakani Katija, uno degli autori della ricerca - mentre l'area dietro di loro diventa di bassa pressione. In questo modo l'acqua scorre velocemente dietro l'animale per riempire la zona di bassa pressione, con il risultato che c'è uno scambio costante". "Il meccanismo è affascinante - dice il fisico oceanologo Eric Kunze, dell'Università di Victoria, che non ha partecipato allo studio ed è un po' scettico - ma ci vogliono più dati per capire quanto sia determinante per la qualità delle acque". In passato altre ricerche avevano già dimostrato l'importanza di grandi concentrazioni di piccoli animali come il krill nello spingere i nutrienti dell'acqua in superficie con il loro movimento, ma gli scettici obiettarono che in generale il loro impatto non era determinante. Alla base dell'intuizione dei ricercatori una sorta di rivoluzione copernicana, un cambiamento di prospettiva che li ha portati alla scoperta. "Abbiamo studiato per anni il modo in cui l'oceano, con le sue correnti, temperature e chimica, influisce sulla vita degli animali - spiega John Dabiri, che è professore di aeronautica e bioingegneria - adesso vogliamo vedere anche il procedimento inverso e cioè come gli animali stessi, con il nuoto, possono influire sul movimento dell'oceano. In fin dei conti, argomentano, ogni giorno miliardi di piccoli krill e meduse si spostano per centinaia di metri dal fondo degli oceani verso la superficie, dove si alimentano. "Ci sono abbastanza animali di questo tipo nell'oceano da generare trilioni di watt di energia, di sicuro paragonabili a quelli generati dal vento e dalle maree". E se si parla di energia allora salvaguardiamo ancor di più le meduse: chissà che un giorno, come vento e maree, non ci aiutino anche a produrre watt puliti.


GAZZETTA DI PARMA

31 LUGLIO 2009

 

Lesignano (PR), casette per pipistrelli per combattere le zanzare

 

Lesignano (PR) - Il Comune di Lesignano ha acquistato alla Lipu di Parma cento bat box, piccole casette di legno di poche decine di centimetri che, a titolo sperimentale, saranno diffuse sul territorio affinché i pipistrelli vi facciano la casa, con la speranza che ripuliscano le zone circostanti dalle zanzare. Soltanto dopo la prossima primavera potranno tuttavia essere valutati i primi risultati concreti poiché i pipistrelli in genere arrivano dopo marzo e restano nelle bat box fino a giugno. Le casette potranno essere richieste all’ufficio Ambiente - Settore assetto e uso del territorio. L’assegnazione verrà fatta tenendo conto del protocollo d’arrivo. Per la collocazione delle bat box sarà necessario seguire scrupolosamente le indicazioni fornite dai tecnici.


IL MESSAGGERO CIVITAVECCHIA

31 LUGLIO 2009

 

Come fare in modo che gli animali..

 

CARLO MARIA PONZI

 

Come fare in modo che gli animali - in special modo le bovine da latte - non soffrano il caldo o, quel che è peggio per gli allevatori, arrivino addirittura alla morte per gli effetti di temperature troppe elevate, abbinate a un alto tasso d’umidità? Semplice: dotare le stalle di idonei condizionatori d’aria e offrire alle bestie una salutare, è il caso di dirlo con un facile gioco di parole, ventata di benessere.
Il condizionatore nelle stalle, non è una boutade né un pesce d’aprile. Ma il risultato di un progetto molto serio, dal titolo “Climanimal”, voluto dal ministero delle Politiche agricole e affidato al dipartimento di Produzioni animali dell’università della Tuscia. Che, in collaborazione con altri istituti scientifici, doveva rispondere al seguente quesito: quali effetti provocano le condizioni climatiche sugli animali di allevamento? E, di conseguenza, quali interventi e modelli gestionali delle stalle possono permettere agli allevatori di intervenire tempestivamente quando la canicola incalza, considerando che le elevate temperature e l’elevata umidità spingono infatti l’animale a nutrirsi meno, con una conseguente riduzione nella produzione di latte?
«Il problema - sono ora in grado di spiegare i ricercatori nel campus di Riello - può essere superato con sistemi di raffrescamento in grado di migliorare il comfort nelle stalle. E così sono nati ventilatori dotati di ugelli dai quali esce acqua nebulizzata, capaci di garantire un adeguato refrigerio alle bovine». Ma non basta, perché il gruppo di lavoro che ha lavorato al progetto ha pure “determinato che, così come accade anche per gli umani, la somministrazione di selenio e vitamina E a bovine in fase avanzate di gestazione, diminuisce gli effetti negativi del caldo estivo”.
Ma attraverso “Climanimal” si è ottenuto un terzo risultato importante per l’attività del settore: mettere a punto un sistema di allerta meteo per gli allevatori basato sull’emissione di bollettini che individuano il livello di rischio per gli animali presenti in stalla.


AGI

31 LUGLIO 2009

 

PESTE SUINA: CACCIA RIAPERTA DOPO 4 ANNI NEL SASSARESE

 

Sassari - Nell’ultima stagione venatoria sono state autorizzate 29 compagnie di caccia che hanno conferito ai veterinari 98 cinghiali. Sono stati effettuati cosi’ i campionamenti necessari che, fortunatamente, sono risultati tutti negativi per la presenza del virus e degli anticorpi per la peste suina africana.Questo monitoraggio, sommato a quello altrettanto positivo dell’anno precedente (oltre 70 campioni), ha consentito all’Asl di Sassari e alla Regione di presentare alla Commissione Europea la richiesta per lo svincolo della zona di restrizione, in quanto statisticamente significativo per escludere la presenza del virus in quell’area.Il sistema di stoccaggio utilizzato per il monitoraggio dei cinghiali cacciati, inoltre, e’ stato posto a verifica dal Food Veterinary Office di Dublino, il nucleo ispettivo veterinario della Commissione Europea, che per due anni ha svolto una serie di verifiche sull’applicazione delle norme e protocolli previsti per le zone infette. Durante i sopralluoghi, inoltre, erano presenti funzionari del ministero della Salute, della Regione e del Centro nazionale di referenza per le pesti di Perugia che, con visite in loco e interviste con i vari operatori interessati, hanno appurato la corretta applicazione delle procedure. Tutte le visite ispettive si sono concluse con esito favorevole. Anche questo ha contribuito a dare corso alla revoca delle restrizioni. 


MESSAGGERO VENETO
31 LUGLIO 2009
 
Il salame? Ottimo quello di struzzo Allora provate quello di Pozzuolo
 
Provincia di Udine - DOVE & QUANTO Il salame di struzzo, ma anche scaloppine e bocconcini, gnocchi con il ragù, polpette e brasato, oltre a un “piatto del giorno” naturalmente a base di struzzo di origine friulana sono serviti alla “Sagra dello struzzo” di Pozzuolo che termina domenica 2 agosto, giorno in cui alle 17,30 è anche programmata una visita guidata agli allevamenti. Chi avrebbe mai detto che il rustico maiale e l’esotico struzzo, tutto sommato, siano animali simili? Così come del maiale non si butta via niente, lo stesso vale per lo struzzo (nome scientifico “Struthio camelus”) che, originario delle calde terre africane, si è ben adattato al clima friulano: dall’inizio degli anni Novanta è infatti allevato in diverse aziende. E, così come col maiale, anche con la carne di struzzo si possono ricavare gustosi salami, oggi e fino a domenica in degustazione alla “Sagra dello Struzzo” a Pozzuolo. In particolare, i salami in questione, prodotti dall’azienda agricola Gasparini Aurelio e Michele (via Curtazzis 3, a Pozzuolo), sono fatti con diversi tagli di carne, compreso il pregiato filetto, di animali macellati intorno all’anno e del peso di circa un quintale. Gli struzzi sono infatti i più grandi uccelli oggi esistenti sulla Terra. Da questo quintale però, puntando alla qualità del prodotto, si possono ricavare solo una trentina di chili di carne, ma dalle ottime caratteristiche: povera di grassi, ricca di proteine e ferro, adatta quindi alle diete alimentari equilibrate. Carne talmente magra che, per fare il salame, è necessario amalgamarla con della pancetta di maiale (in proporzione del 20%). L’impasto viene quindi aromatizzato con sale, pepe e aglio. I salami, una volta prodotti, restano a stagionare per due mesi prima di essere pronti per essere affettati.

IL CENTRO
31 LUGLIO 2009
 
Scanno, la nuova area faunistica accoglie quattro giovani cervi
 
SCANNO (AQ). Jerry, Pistolino, Antonello e Italia stanno bene. Sono le due coppie di cervi che sembrano addirittura felici di stare nell’oasi faunistica di Colle Rotondo, la prima area faunistica del Parco d’Abruzzo dedicata al cervo.  Si spera sia felice anche Angelo Di Giulio , l’allevatore di Villetta Barrea che aveva trovato Jerry, un cerbiatto triste e malconcio e l’aveva adottato sino a essere “costretto” dalla legge a restituirlo al Parco. Una storia quella di Jerry a lieto fine, dal momento che per problemi di salute come gli altri non può tornare in libertà totale, ma ora ha a disposizione un’area idonea dove sarà accudito. L’area verde è a 1700 metri di quota, vicino agli impianti di risalita di Colle Rotondo. I quattro animaletti sono arrivati con due jeep del servizio veterinario del Parco e dai guardiaparco dal centro di Pescasseroli fino a Le Prata. Poi sono stati trasportati con un camion e personale del Comune di Scanno. Giusto il tempo di aprire il portellone e se la sono “sgambettata” tra gli alberi e la radura e sotto l’occhio attento dei veterinari con il dottor Leonardo Gentile , i guardiaparco con Massimo D’Alessandro che avevano già verificato che le condizioni di cui hanno bisogno gli animali ci sono.

IL CENTRO
31 LUGLIO 2009
 
Falso naturalista denunciato per truffa
 
TORRICELLA PELIGNA(Ch9. Si presentava nelle case del paese come membro dell’associazione ambientalista Wwf, ma in realtà i soldi ottenuti per l’iscrizione di nuovi soci li intascava lui. E’ accaduto a Torricella Peligna dove i carabinieri hanno denunciato per ricettazione e truffa M.M. , 37 annni, di Gessopalena.  L’uomo è stato trovato in possesso di alcuni oggetti e documenti che erano stati rubati nei giorni scorsi nella locale sede del Wwf, materiale che il falso ambientalista utilizzava per presentarsi nelle case degli ignari cittadini ai quali richiedeva soldi per campagne ambientaliste e per nuove iscrizioni.  Il denaro, tuttavia, non è mai stato consegnato all’associazione e nemmeno serviva per finanziare campagne in difesa dell’ambiente e degli animali, finendo invece nelle tasche dell’originale truffatore.

LA NUOVA SARDEGNA
31 LUGLIO 2009
 
A Gonnesa anche Fido andrà sotto l'ombrellone
 
di Erminio Ariu
 
GONNESA (I). Nessun limite o divieto d’ingresso, dal prossimo anno, per i cani nella spiaggia di Fontanamare: l’amministrazione comunale sta predisposnendo il progetto per realizzare in una zona poco frequentata dai bagnati una dog beach in grado di ospitare gli animali a quattro zampe. E’ una risposta al problema degli abbandoni dei cani, nei mesi estivi, ma anche una iniziativa interessante per mettere a disposizione ulteriori servizi ai turisti che non se la sentono di abbandonare per un’intera giornata i loro amici. «Metteremo a disposizione dei proprietari dei cani - ha spiegato il sindaco Piretro Cocco - una zona dove intere famiglie possono trascorrere serenamente una giornata al mare senza doversi liberare di Fido. Stiamo lavorando con largo anticipo per realizzare una struttura moderna che non crei conflitto con le esigenze degli altri bagnati. Intendiamo dare un servizio confortevole ai proprietari dei cani. Riceviamo in municipio decine di telefonate ogni giorno da parte di turisti che chiedono se è consentito ai loro cani l’accesso in spiaggia ai e questo significa che c’è intesse a soggiornare a Gonnesa». Naturalmente sarà una zona lontana dall’area più frequentata.

LA CITTA' DI SALERNO
31 LUGLIO 2009
 
Catturati tre cavalli Vagavano in libertá
 
Vietri sul mare (SA). Operazione congiunta degli agenti della polizia locale e dei carabinieri della stazione di Vietri. Le forze dell’ordine hanno rinvenuto una cavalla e due puledrini in pessime condizioni di salute che scorazzavano senza controllo nella frazione Dragonea. I tre animali vagavano per la frazione alta di Vietri senza alcun controllo e apparentemente senza padrone. Infatti gli agenti della polizia locale e i carabinieri hanno rinvenuto i cavalli senza l’obbligatorio microchip di riconoscimento che potesse ricondurre al proprietario, così che i tre animali sono stati affidati ad una ditta specializzata. Un problema annoso quello dei cavalli lasciati allo stato brado sul territorio di Dragonea. I cavalli più volte si sono spinti fino al centro abitato di Dragonea, seminando panico tra la popolazione.

IL CORRIERE DEL SUD
31 LUGLIO 2009
 
MANFREDONIA (FG)."TARTARUGA A MANFREDONIA"
 
Dalila Campanile
 
Manfredonia (PG) - E’ un esemplare di Chelonia mydas la tartaruga verde finita accidentalmente nelle reti di un pescatore sipontino, Giuseppe La Tosa che, accortosi della presenza della animale a bordo del suo peschereccio, ha avvisato tempestivamente il Centro di Recupero Tartarughe marine di Legambiente presente nell’oasi di Lago Salso .A detta del responsabile scientifico del CRTM le condizioni di salute della tartaruga sono buone e presto potrà essere rimessa in libertà assieme ad altri esemplari ospitati nel Centro.Questa tartaruga è stata pescata nel Golfo di Manfredonia ma e’ raro ritrovare Chelonia mydas nel Mediterraneo: stando ai dati pubblicati dalla Regione Puglia nel decennio 1996 - 2006 le segnalazioni di tartarughe appartenenti a questa famiglia sono state soltanto dodici la maggior parte di esse catturate accidentalmente dalla pesca a strascico.E anche grazie alla collaborazione e all’informazione dei pescatori che il CRTM ha la possibilità di studiare e tutelare questi meravigliosi animali marini. Dopo un breve permanenza nel Centro gli esemplari vengono liberati: molto spesso la rimessa in mare delle tartarughe parte dalle spiagge di Manfredonia o Mattinata sotto lo sguardo affascinato dei bagnanti affinchè possano sensibilizzarsi nei confronti di una delle creature più antiche della Terra.

ANSA AMBIENTE
31 LUGLIO 2009
 
PESCE SPAZZATURA CAMBIA NOME, E'BOOM A TAVOLA /ANSA
 
WASHINGTON - La presentazione conta molto ed e' un principio che vale per tutti. Anche per i 'pesci spazzatura'. Per queste creature, un tempo bistrattate dai pescatori come avanzi del mare, cambiare nome ha rappresentato un successo, ma anche la loro maledizione. Se prima vivevano indisturbati nelle profondita' degli oceani o nelle gelide acque dei poli, ora affollano i banchi del pesce e sono addirittura a rischio estinzione. Col senno di poi, se avessero potuto decidere del loro futuro, era meglio continuarsi a chiamare 'testa di melma', piuttosto che 'persico arancione'. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista americana Science, il 63% di queste specie sta sparendo a ritmi preoccupanti, sintomo di quanto l'industria della pesca sia ormai vicina alla saturazione. Il fenomeno ha una storia ben precisa, che segue le regole basilari del marketing. A partire dagli anni Cinquanta, i pescatori, messi alle strette dalla carenza di pesci nobili, si sono spinti piu' lontano, gettando le loro reti sempre piu' in basso. Adeguandosi alla domanda crescente, hanno portato a casa pesci meno ricercati e poco familiari dalle sembianze ai limiti del mostruoso. A questo punto, hanno semplicemente cercato di vendere meglio il prodotto, partendo in un certo senso dal biglietto da visita. Cosi' 'testa di melma' ha cambiato nome, e il 'pesce dentato della Patagonia' e' diventato una 'spigola cilena'. Dalla coda del 'pesce oca', poi, e' nata addirittura una nuova specie: il 'pesce monaco', grazioso filetto che poco ha a che fare con un animale composto per il 30% da bocca e il 50% da stomaco. Una decina di anni fa, in Maine, un commerciante di frutti di mare ha inventato un nuovo termine per i banali granchi di roccia: 'peekytoe crab', traducibile come 'alluce appuntito'; da allora, l'ascesa al successo e' stata inarrestabile. Stessa storia anche per un a specie di riccio di mare, chiamata da sempre 'uova di prostituta', ora invece di gran moda nei ristoranti americani di sushi con il nome giapponese di 'uni'. E mentre il Seafood Watch, guida prodotta dall'Acquario di Monterey Bay in California, consiglia ai consumatori di tenersi lontani da spigole finte e altri pesci di serie B, i commercianti difendono il loro diritto alla fantasia. ''Qualsiasi impresa e' costantemente in cerca di nomi che invoglino i consumatori all'acquisto - ha dichiarato John Connelly, presidente del National Fisheries institute - Gli allevatori, ad esempio, non vendono 'testicoli di toro', ma 'ostriche delle montagne rocciose': non e' forse la stessa cosa?''. Ai consumatori l'ardua sentenza; giu' nei mari, intanto, gli ex pesci spazzatura chiedono solo di essere protetti; oppure, al limite, di tornare all'anonimato.


 

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