30 NOVEMBRE 2010
IL SECOLO XIX
30 NOVEMBRE 2010
 
Ubriaco picchia il suo cane:denunciato
 
Genova - Ubriaco prende a calci il suo pitbull, davanti a un pub di via Schiaffino a Quarto, mentre litiga con un gruppo di ragazzi che chiamano la polizia. Per questo, un ventiseienne genovese, è stato denunciato per maltrattamento di animali. Il cane è stato tolto al padrone e affidato al servizio animale della Croce Bianca genovese.
CORRIERE ADRIATICO
30 NOVEMBRE 2010
 
Casine di Paterno, animali maltrattati
Un cane e un cavallo nel recinto della vergogna
 
Ancona - Un cane di razza husky e un cavallo abbandonati tra escrementi e fango, chiusi nel recinto di un casolare disabitato nella campagna di Casine di Paterno. Li hanno scoperti e sequestrati domenica le guardie del Nucleo di vigilanza zoofila di Ancona, nato un anno fa dalla fusione dei gruppi di vigilanza ambientale-zoofila di Legambiente e del Wwf. A denunciare la presenza dei due animali in quelle condizioni penose era stata una segnalazione anonima, giunta via email al Nucleo di vigilanza con tanto di foto allegate. Le guardie zoofile sono andate a verificare ed hanno trovato effettivamente gli animali sporchi e abbandonati a se stessi. Il cavallo aveva il manto incrostato di fango e sterco, mentre il cane, malato di tumore, era tutto pelle e ossa. Per questo i due animali sono stati sequestrati ed è stato informato il magistrato di turno in questura, il Pm Paolo Gubinelli. Il proprietario, che abita a Falconara, è stato denunciato per maltrattamenti di animali per detenzione incompatibile con le loro esigenze. Ha cercato di giustificarsi dicendo di aver incaricato una terza persona di prendersi cura del cane e del cavallo. Ora l’husky, visitato da un veterinario, è stato affidato al canile di Bolignano e presto sarà operato. Il cavallo per ora è rimasto nella stalla con recinto, in attesa di trovare una sistemazione migliore.

GEA PRESS
30 NOVEMBRE 2010
 
Betti, gattina impallinata
 
 
 
 
Vi presentiamo Betti. Anzi a presentarla, prima e dopo gli effetti dell’interessamento del presunto cacciatore di caprioli, è un bell’ articolo del Corriere del Veneto.it di oggi a firma di Macri Puricelli. Betti sta commovendo tutta Italia. E’ stata centrata ormai alcune settimane addietro, da un fucile del tipo utilizzato per i caprioli. E’ rimasta tramortita per due giorni nel bosco ed ha trovato poi la forza di ritornare dai suoi padroncini che non sapevano più dove cercarla.Lunghi interventi in sala operatoria e varie ricadute. Febbre alta ed il rischio che Betti morisse. Nella sua bocca sono state installate speciali protesi per ricostruire la mandibola, in più punti fratturata dal colpo di fucile. Poi l’ intervento di chirurgia plastica. Ora sta bene. I suoi proprietari, tra le colline di Collalto, nel Trevigiano, sono felici ma senza vantarsi più di tanto. Non le abbiamo fatto mancare niente e siamo felici che ora stia bene. E’ quello che dovevamo fare.GeaPress ha più volte riportato notizie di cani e gatti centrati dai fucili dei cacciatori. L’ultimo gatto, sempre in Nord Italia e sempre nel Veneto. In questo caso oltre 150 pallini avevano centrato il gattino. Anche lui si è salvato, sebbene rimarrà con problemi alla vista (vedi articolo GeaPress). Nello stesso articolo, un video sugli animali impallinati (… solo i più recenti).
IL TIRRENO
30 NOVEMBRE 2010
 
Cane avvelenato ai giardini
 
EMPOLI (FI). Nerino era un cane di razza Breton e aveva appena cinque mesi. Pochi giorni fa il suo padrone l’ha portato a fare una passeggiata ai giardini pubblici di Pozzale. Ed è qui che il cucciolo ha ingerito un boccone avvelenato che l’ha ucciso, dopo una settimana di agonia.  Il suo padrone, Giorgo Cortesi, ha deciso di raccontare l’episodio, nell’auspicio che possa servire a salvare altri cani: «Ma soprattutto - racconta - non bisogna dimenticare che quel giardino è molto frequentato anche dai bambini piccoli, che potrebbero venire a contatto con un boccone o, come ha fatto Nerino, ingerirlo. E potrebbe accadere una tragedia».  L’episodio ha scosso Cortesi, che ha perso il suo piccolo amico a quattro zampe: «Nerino era molto vivace. A Pozzale lo conoscevano tutti e gli volevano bene. Quel giorno, come tante altre volte, l’ho portato ai giardini. Forse qualcuno aveva sparso del ratticida, visto che in quella zona c’è da sempre una forte presenza di topi. O magari c’è chi ha seminato dei bocconi avvelenati semplicemente perché non sopporta i cani». Nerino ha ingerito una sostanza che non gli ha lasciato scampo: «Dopo poche ore si è sentito male. L’ho portato dal veterinario. E dopo alcuni giorni è morto, sicuramente per avvelenamento. Io l’avevo portato soltanto al giardino e quindi è chiaro che è lì che entrato in contatto con la sostanza nociva. Non sarebbe neanche il primo caso del genere a Empoli e dintorni: questo è un fatto gravissimo, sia per questi poveri animali, sia per ciò che potrebbe accadere se a ingerire il boccone, o il ratticida, fosse un bambino. Spero che chi compie certi gesti, si metta una mano sulla coscienza».
ANSA
30 NOVEMBRE 2010
 
Animali: Enpa Sulmona segnala presunto avvelenamento gattini
Associazione sporgera' denuncia.Reato punibile per codice penale
 
SULMONA (L'AQUILA) - Due gattini morti per presunto avvelenamento, altri due scomparsi: lo segnala l'Enpa di Sulmona, che cura una colonia felina in viale S. Antonio e che denuncera' l'accaduto all'autorita' giudiziaria.In attesa che le analisi chiariscano le cause della morte, l'Enpa ricorda che chi maltratta o causa la morte di animali commette reato in base all'articolo 554 bis e ter del codice penale. Inoltre, la diffusione di esche avvelenate, in base a un'ordinanza del sottosegretario Martini, rappresenta un gravissimo pericolo per uomini e animali.
AGI
30 NOVEMBRE 2010
 
ANIMALI: PRESUNTI AVVELENAMENTI DI GATTI A SULMONA
 
Sulmona (L’Aquila) - Due gattini deceduti per un presunto avvelenamento, altri due scomparsi nel nulla. E’ questo il bilancio di alcuni atti di intolleranza contro la colonia felina di viale S. Antonio a Sulmona. A denunciare l’accaduto e’ una socia Enpa (Ente nazionale protezione animanli) che accudisce i i mici della colonia. “Temo che l’autore di un gesto tanto incivile vada ricercato tra i condomini che vivono nei palazzi vicini - spiega la signora -. Piu’ volte mi e’ stato espresso disappunto per la presenza degli animali e piu’ volte sono stata apostrofata in malo modo perche’, a loro dire, mi sono resa colpevole di un grave ‘reato’: provvedere all’alimentazione dei mici”. Ne’ mancano particolari inquietanti. Alcuni giorni fa la signora ha notato uno degli abitanti del quartiere che, affacciato alla finestra del suo appartamento, scattava alcune fotografie a lei e agli animali. “Mi e’ anche stato fatto intendere - prosegue la volontaria - che i mici avrebbero potuto essere avvelenati poiche’ cio’ non costituisce reato. Nelle prossime ore denuncero’ l’accaduto all’autorita’ giudiziaria affinche’ proceda nei termini di legge.” Nell’attesa che le analisi dell’istituto zooprofilattico chiariscano definitivamente le cause di morte dei due gattini (”Ma al 95% dovrebbe trattarsi di veleno”, dice la donna) l’Enpa ricorda che i felini sono animali protetti dalle legge e che chiunque li maltratti o causi la loro morte commette un reato, punito dall’articolo 554 bis e ter del codice penale. E ricorda altresi’ che la diffusione di esche avvelenate sul territorio, oggetto di una ordinanza del Sottosegretario Francesca Martini, rappresenta una gravissimo pericolo per la salute degli uomini oltre che degli animali.

CORRIERE ADRIATICO
30 NOVEMBRE 2010
 
Investe un cane Parapiglia in strada
 
Ancona - Uno straniero che guidava ubriaco ha seminato il panico ieri nel tardo pomeriggio. Ha rischiato di travolgere un ragazzo che portava a spasso il cane, ha falciato l’animale. Ha proseguito senza frenare, s’è schiantato su altre due auto e ha rischiato il essere pestato. Poi si è fermata la sua corsa impazzita, l’hanno preso in consegna i carabinieri.
E’ accaduto in via Maggini, mentre la domenica di maltempo volgeva al termine. Forse anche l’asfalto viscido per la pioggia ha contribuito a rendere incontrollabile l’auto per il marocchino che con la vista annebbiata dall’alcol ha rischiato di mettere sotto un giovane che passeggiava col suo cane al guinzaglio. Lui per fortuna è stato solo sfiorato dalla macchina, l’animale è stato trascinato dall’auto ed è finito chissà dove. Il magrebino ha proseguito la marcia e prima ha urtato la Seat di una ragazza che lo precedeva, poi per l’urto ha invaso la corsia opposta e ha centrato frontalmente una macchina sulla quale viaggiava un gruppo di ragazzi.
Nel frattempo è sopraggiunto il padrone del cane che lo ha inseguito a piedi per poche decine di metri. Il giovane ha rotto il finestrino nel tentativo di farsi giustizia. Prima che la situazione degenerasse sono arrivati i carabinieri che hanno allontanato il proprietario del cane e portato il marocchino nella vicina caserma della Montagnola per tutti gli accertamenti del caso. Nella tarda serata la sorte dell’extracomunitario doveva ancora essere decisa.

LA ZAMPA.IT
30 NOVEMBRE 2010
 
L'angelo custode  con il muso da dobermann
Salva il padrone ferito "chiamando" i soccorsi
 
 
 
 
GIANNI MICALETTO
 
SANREMO (IM) - Chi non ha mai posseduto un cane non sa che cosa significhi essere amato. E soprattutto essere salvato. C’è l’essenza del pensiero filosofico di Schopenhauer, a proposito del miglior amico dell’uomo, nella brutta avventura a lieto fine vissuta da un giovane carabiniere toscano che vive a Sanremo.Ha rischiato di morire schiacciato da un pesante cancello, che l’ha travolto mentre stava giocando (fuori servizio) con il suo dobermann di tre anni, Ares, in un campetto di periferia. Un momento di svago, che ha rischiato di trasformarsi in tragedia. L’inferriata si è abbattuta all’improvviso per il cedimento del sostegno, cogliendo di sorpresa l’uomo. Che è finito disteso con la faccia a terra e in stato di semincoscienza, dopo essere stato colpito con violenza alla schiena e alla testa. Immobilizzato e con difficoltà a respirare sotto un peso di oltre 200 chili. Inutile ogni tentativo di liberarsi da quella morsa di ferro arrugginito.Il cane si è subito reso conto della situazione di grave pericolo: prima si è premurato di tenere vigile e di consolare il suo padrone leccandogli amorevolmente il volto, poi ha cercato un aiuto. Ma il campetto è in una zona abbastanza isolata, sulla collina di Sanremo, e nessuno passava da quelle parti: lunghi e interminabili minuti che al povero carabiniere devono essere sembrati un’eternità.
Il suo angelo custode, però, non si è perso d’animo. E, pur di salvare il padrone, non ha avuto timore nel lanciarsi verso la prima auto che ha rotto il silenzio della stradina di campagna collegata all’area in cui si è consumata la vicenda.Ha costretto il conducente a inchiodare la macchina, mettendosi poi a saltellare vicino alla portiera per far capire le sue buone intenzioni, a dispetto della nomea sul carattere aggressivo dei dobermann.Superata una prima fase di comprensibile timore, l’automobilista e la moglie, seduta al suo fianco, si sono resi conto che l’animale voleva soltanto richiamare la loro attenzione. E si sono lasciati guidare da Ares fino al padrone intrappolato. Che è stato finalmente liberato, non senza notevoli sforzi per sollevare il minimo indispensabile quel cancello pesante come un enorme macigno.
«Hanno fatto in modo che potessi scivolare sotto fino a sbloccarmi le gambe», racconta il carabiniere, Ghery Garritano, 28 anni, pratese, dal 2006 assegnato alla Compagnia di Sanremo. «Poteva finire male se non fosse stato per il mio Ares - aggiunge -. Da quelle parti di solito passa poca gente e se fosse sopraggiunta l’oscurità sarebbe stato molto più difficile sperare nei soccorsi. Penso pure che se al mio posto ci fosse stato un bambino, e in quel campetto aperto a tutti non è raro che vadano a giocare, nonostante il degrado, ora saremmo a parlare dell’ennesima e assurda tragedia. Sembra incredibile che possano ancora accadere simili incidenti».
«Mi sento la schiena a pezzi e ho un bernoccolo in testa, ma non posso lamentarmi - ha raccontato -: mi è andata davvero bene (dall’ospedale l’hanno dimesso con una prognosi breve, ndr). Devo dire grazie al mio cane. Spero così che siano smentite, una volta per tutte, le dicerie sui dobermann. Sono socievoli, affettuosi e anche coraggiosi. Al contrario di come, ingiustamente, vengono spesso descritti».

LIBERO
30 NOVEMBRE 2010
 
Polizia provinciale abbatte toro fuggito durante trasporto al macello
 
Venezia - Un tiratore scelto della polizia provinciale ha abbattuto questa mattina nelle campagne di Musile di Piave un toro che era fuggito ad un macellaio durante il trasporto al macello. Le operazioni sono state condotte dal vice comandante Antonio Lunardelli, allertato dai carabinieri, perche' la situazione creatasi procurava allarme tra i residenti, e c'erano seri rischi per l'incolumita' delle persone.
L'assessore alla polizia provinciale Giuseppe Canali spiega: ''Oltre all'attivita' di routine, la polizia provinciale viene spesso chiamata a collaborare per la cattura di animali fuggiti da allevamenti o da macelli. E' significativa la capacita' che hanno i nostri agenti nel tutelare l'incolumita' pubblica attraverso questi interventi, che vanno a buon fine a favore della sicurezza di tutti''.

GIORNALE DI SICILIA
30 NOVEMBRE 2010
 
Corsa clandestina di cavalli a Palermo, 3 denunce
I carabinieri sono intervenuti per sventare una gara sulla circonvallazione. Due dei fermati sono minorenni
 
 
PALERMO. Intorno alle sei di questa mattina, i carabinieri del Nucleo Radiomobile hanno denunciato 3 giovani, due dei quali minorenni, con l’accusa di gioco d’azzardo, maltrattamento di animali e guida senza patente. Si tratta del 19enne M. T., di un 17enne e di un 15enne .
In viale Regione Siciliana, in direzione Trapani, era stata segnalata una gara clandestina tra cavalli con relativi calessi. Giunti sul posto, gli equipaggi hanno notato due calessi condotti da altrettanti fantini, in gara tra loro, seguiti ed affiancati da numerose persone a bordo di ciclomotori che impegnavano l’intera carreggiata in modo da ostruire la circolazione. Le tre gazzelle intervenute sono riuscite, tra il fuggi-fuggi generale, a raggiungere e a bloccare uno dei due calessi, nonché un giovane sul ciclomotore.  Il fantino, un 15enne, e il compagno 17enne sono stati entrambi denunciati per “gioco d’azzardo” e “maltrattamento di animali”. Il giovane a bordo dello scooter, invece, è stato denunciato per “guida senza patente”. I militari, nella circostanza, hanno sequestrato il calesse ed il cavallo che è stato consegnato, in custodia giudiziale, al padre del 17enne, che ha dichiarato di essere il proprietario dell’animale.

GEA PRESS
30 NOVEMBRE 2010
 
Palermo – ore 6.00 alla circonvallazione: partono i cavalli
Intervento dell'Arma dei Carabinieri
 
 
Stamani alle ore 6.00 i Carabinieri di Palermo sono intervenuti sulla circonvallazione cittadina, bloccando una corsa clandestina di cavalli. Ancora una volta era stata occupata la corsia della più grande arteria cittadina, in direzione Trapani. La segnalazione è pervenuta al 112 e subito tre gazzelle dei Carabinieri si sono precipitate sul posto dove era in atto una corsa tra due calessi seguiti da una nutrita schiera di ciclomotori che bloccavano in traffico della carreggiata. Alla vista dei Carabinieri c’è stato il fuggi fuggi generale. L’inseguimento dei militari ha portato al fermo di tre persone, di cui due minorenni, denununciati per maltrattamento di animali, gioco d’azzardo e guida senza patente. Sequestrato un calesse ed il relativo cavallo consegnato in custodia giudiziaria al padre di uno dei ragazzi che si è dichiarato proprietario dell’animale.L’intervento dei Carabinieri, conferma, ancora un volta la vastità di un fenomeno sicuramente sotto il controllo della criminalità organizzata. I cavalli delle mille stalle abusive di Palermo, vengono in genere acquistati a prezzi irrisori nelle scuderie che gareggiano all’ippodromo. Riciclati in strada sia per le carrozze dei turisti che per le corse clandestine, attendono di essere definitivamente consumati per essere poi venduti in un macello clandestino, più o meno allo stesso prezzo d’acquisto.La febbre dell’ippica coinvolge tutti gli ambienti criminali, fino ai livelli più alti. Recentemente, sempre in una operazione dei Carabinieri relativa ad un sequestro di beni del clan Madonia-Di Trapani, è stato sequestrato il cavallo da corsa Irak (vedi articolo GeaPress).Il mondo del cavallo (semi) clandestino di Palermo è illustrato nel video Horses from Hell, pubblicato questa estate da GeaPress (vedi video). L’unico deterrente alle corse dei cavalli in strada sono proprio gli interventi delle Forze dell’Ordine. Latita, totalmente, il mondo politico cittadino che non si accorge delle mille stalle abusive ricavate in ogni angolo della città. Grave anche la situazione normativa. Di fatto basta avere quattordici anni per guidare un calesse uso corsa nel pieno centro cittadino. Le violazioni al Codice della Strada, inoltre, prevedono piccole sanzioni amministrative (anche per le competizioni con animali) che sicuramente non preoccupano più di tanto un mondo prevalentemente criminale. Purtroppo, secondo segnalazioni pervenute a GeaPress sopratutto la domenica mattina sono ripresi gli allenamenti-gara a cronometro di singoli calessi lungo il tratto della circonvallazione cittadina, compresa tra la rotonda di via Oreto e gli svincoli per l’Università.
VIRGILIO
30 NOVEMBRE 2010
 
Palermo, interrotta corsa clandestina di cavalli: tre denunciati
Uno è un fantino 15enne, gli altri due sono un 17enne e un 19enne
 
Palermo - Intorno alle 6 i carabinieri hanno denunciato a vario titolo un 19enne, un 17enne e un 15enne per gioco d'azzardo, maltrattamento di animali e guida senza patente, dopo averli bloccati in viale Regione Siciliana a Palermo dove si stava svolgendo una gara clandestina tra due calessi tirati da cavalli. Quando tre equipaggi del Radiomobile sono intervenuti, i calessi stavano gareggiando seguiti ed affiancati da numerose persone a bordo di ciclomotori che impedivano la circolazione sulla strada. Tra il fuggi fuggi generale, i militari sono riusciti a bloccare il "fantino" 15enne e gli altri due giovani. Il calesse è stato sequestrato e il cavallo è stato consegnato, in custodia giudiziale, al padre del 17enne che ha dichiarato di esserne il proprietario.

LA ZAMPA.IT 
30 NOVEMBRE 2010
 
Lancillotto e Ginevra, i gatti innamorati Il gatto genovese che attraversa la città per la sua micia
 
 
Genova - Questa è la storia di Lancillotto e Ginevra, due gatti genovesi innamorati, e inseparabili. Lei, una meticcia tigrata, lui un gattone dal pelo rosso con un cuore e un coraggio da leone. Passavano le loro giornate tra le coccole e le passeggiate per le strade di Genova, oziavano tranquilli ed esploravano la città zampettando tra i marciapiedi. Vivevano con la  forza di un legame speciale, forte e intenso quanto quello che unisce gli uomini. Ma la vita da randagi non è fatta soltanto di giochi e libertà. Ginevra si ammala, inizia a perdere peso, e per sopravvivere ha bisogno di cure. Così Anna, una volontaria dell'Enpa, la porta con se nella sede della protezione animali di Bolzaneto per prendersi cura di lei.Ma Lancillotto non riesce proprio a vivere senza di lei, corre, corre fino ai cancelli della clinica dove si tro vava l'amata. E da lì non si muove. Notte e giorno, vive per tre settimane guardando la porta della protezione animali nell'attesa di poterla rivedere. Rifiuta acqua e cibo, e come un uomo malato d'amore non si schioda da quei centimetri di attesa e osservazione. La convalescenza della gatta prosegue senza complicazioni finché una mattina la volontaria, dopo aver notato lo stesso micio dal pelo rosso che era con Ginevra quando l'aveva portata via, starsene accoccolato di fronte al giardino del centro veterinario, ha capito tutto. Apre i cancelli del centro e con un balzo degno della sua specie, Ginevra si lancia attraverso il giardino, zampetta veloce sull'erba e in un attimo raggiunge la rete di recinzione dove saluta il suo Lancillotto con un profluvio di fusa. Di nuovo insieme finalmente, come il romantico lieto fine di un film.
Pur di raggiungere la sua compagna di vita - spiega Rosanna Zanardi, presidente dell'Enpa di Genova - Lancillotto h a sfidato il traffico caotico della città. Ha schivato automobili, motociclette e Pedoni, ha attraversato passaggi pedonali e incroci, guidato dal suo istinto felino e da quel sentimento di amore che, a torto, riteniamo essere prerogativa esclusiva degli uomini, ha percorso più di 4 chilometri. Ma la storia di Ginevra e Lancillotto non finisce con il loro ritrovarsi. Ginevra non è più in grado di vivere da trovatella, ha bisogno del calore e tranquillità di una casa, di una famiglia affettuosa che la accudisca e si prenda cura dei suoi acciacchi.
A tutto questo ci pensa Carlo, un impiegato di Torriglia (Genova), che conquistato dal legame così forte dei due gattini non ci pensa due volte ad aprire le porte di casa sua ai due innamorati. Una storia con un finale decisamente migliore rispetto al leggendario e tragico amore dei loro omonimi, Lancillotto e Ginevra di re Artù. I due gattini adesso vivranno insieme, adottati, felici e contenti. Come il finale di una favola.

TIO.CH
30 NOVEMBRE 2010
 
RSI: la ricetta della carne di gatto che indigna la Ramsauer
La deputata leghista Patrizia Ramsauer si rivolge alla Magistratura per punire il radioscoltatore che ieri durante la trasmissione culinaria di rete Uno chiedeva informazioni su coem cucinare la carne di gatto
 
LUGANO - La trasmissione radiofonica di Rete Uno "Le consulenze" ha mandato ieri su tutte le furie la deputata leghista in Gran Consiglio, Patrizia Ramsauer, tanto che ha deciso di fare appello perfino al Ministero pubblico. Durante la trasmissione si parlava di cucina e sulla cottura delle carni a bassa temperatura. Ospite dela programma era Allan Bay, noto gastronomo autori di diversi libri. Ed ecco che a 28 minuti dall'inizio della trasmissione arriva quello che la leghista definisce "inaudito", "inammissibile" e "fuori legge".Un ascoltatore chiama da casa e chiede informazioni su come cucinare la carne di gatto. "Personalmente non ho mai mangiato cane di gatto - premette l'ascoltatore radiofonico, un certo Gianni - ma ho degli amici che mangiano carne di gatto e vorrei sapere come cucinarla".
L'imbarazzo del conduttore e del suo ospite è percepibile di fronte a tale richiesta. "Hanno sghignazzato, che schifo" dice indignata l'animalista Ramsauer.  In realtà il conduttore ha cercato di uscire fuori dall'inghippo nel miglior dei modi dicendo: "Il gatto normalmente non si vende in macelleria. Non abbiamo mai fatto le prove, quindi deve chiedere ai suoi amici come l'hanno cucinato. È un po' difficile da rispondere".
Per la deputata leghista si tratta di un intervento fuori luogo al limite del "fuori legge". "Ho tentato in tutti i modi di raggiungere telefonicamente Rete  Uno, ma senza successo. Non ho potuto continuare in quanto impegnata in Gran Consiglio" fa sapere la deputata che ha inviato una mail affinché chi di dovere indaghi sulle generalità del radioascoltatore e venga denunciato alle autorità competenti.
La deputata leghista si è pure rivolta al Ministero pubblico di Lugano, per le indagini e le punizioni del caso.

SAVONA NEWS
30 NOVEMBRE 2010
 
Maschio: volpe investita da un auto salvata dall'Enpa, se la caverà
Quest’anno i volontari dell’ENPA, in collaborazione e con il supporto della Provincia di Savona, hanno soccorso 1077 animali selvatici, tra cui oltre 550 nidiacei e giovanissimi soggetti, bisognosi di essere alimentati diverse volte al giorno
 
 
Savona - Una bellissima volpe, investita da un’auto sulla strada nazionale del Piemonte all’altezza di Maschio (periferia di Savona), è stata soccorsa dai Volontari della Protezione Animali savonese. E’ ora in cura presso la sede dell’associazione, dove i veterinari le hanno riscontrato – non senza fatica vista la sua estrema selvaticità - soltanto una serie di contusioni guaribili in pochi giorni; dopodiché verrà liberata in una zona boschiva vicino al luogo del ritrovamento. Quest’anno i volontari dell’ENPA, in collaborazione e con il supporto della Provincia di Savona, hanno soccorso 1077 animali selvatici, tra cui oltre 550 nidiacei e giovanissimi soggetti, bisognosi di essere alimentati diverse volte al giorno; ciò comporta un notevole lavoro che viene svolto da sempre pochi volontari e per il quale l’ENPA rivolge una richiesta di aiuto a tutti coloro che vorranno manifestare amore per gli animali non solo a parole, contattando la sede (019 824735) per partecipate ai turni di attività.
LA PROVINCIA DI LECCO
30 NOCEMBRE 2010
 
Quella volpe morta vicino al guardrail
 
OLGIATE (LC) -  A notarla sono stati alcuni residenti e gli automobilisti. L'hanno vista lì, vicina al guardrail, come addormentata. Purtroppo però non c'era ormai più niente da fare: era morta, forse non da molto. Ieri mattina, lunedì, in molti hanno notato la carcassa senza vita di una piccola volpe dal pelo fulvo, che giaceva ai lati della strada dove la provinciale 72 a Olginate prende il nome di via Spluga. Molto probabilmente tutto è accaduto nella notte tra domenica e lunedì, quando la volpe si è trovata a vagare sperduta lungo la trafficata provinciale. Purtroppo però nei pressi di un condominio vicino al cimitero è stata investita da un'auto di passaggio. Per una regina dei boschi, la fine che spesso capita a cani randagi piuttosto che gatti o ricci. L'animale morto è rimasto ai bordi della strada sotto gli occhi di moltissimi automobilisti di passaggio che magari una volpe l'hanno vista solo in fotografia.
Molti selvatici scendono a valle magari per trovare cibo o perché si sono smarriti. A Calco, esempio, un bell'esemplare di capriolo è stato investito e ucciso ad agosto sempre lungo una strada provinciale.

MATTINO DI PADOVA
30 NOVEMBRE 2010
 
Non può essere fuggita da sola
 
RUBANO (PD). In casa Cappellari ieri era il giorno del dolore per la perdita di quell’animale che tutti amavano. «Franca era una cavalla da corsa iscritta all’Unire, la passione di mio figlio Mirko. E’ come aver perso una persona di famiglia ma non può essere fuggita da sola - dice la signora Ileana - già tempo fa in piena notte, erano le 3,30, abbiamo sentito dei rumori e visto una persona vicino al recinto che poi è fuggita. Appena Franca è scappato ci hanno avvisato, era spaventatissima, ha abbattuto il recinto, non siamo riusciti a riprenderla e dopo mezz’ora ci hanno avvisato dell’incidente».  La donna racconta di una cavalla buonissima che non usciva mai dal suo recinto e quando l’aprivano brucava l’erba nelle vicinanze e poi rientrava da sola. Un animale amato anche dai vicini, in particolare dai bambini, con i quali giocava spesso e che alla notizia della morte sono scoppiati in lacrime insieme alla famiglia. «Mio figlio è troppo addolorato - conclude la mamma -, dopo quello che è accaduto a Franca mai più un cavallo a casa».
MATTINO DI PADOVA
30 NOVEMBRE 2010
 
L'ultima corsa di Franca
 
Luisa Morbiato
 
RUBANO (PD). Incidente mortale ieri intorno alle 6 sulla regionale 11 all’incrocio con via Kennedy, in pieno centro del paese. A finire la sua vita sull’asfalto questa volta è stata Franca, una cavalla di 8 anni fuggita circa mezz’ora prima dal suo recinto adiacente l’abitazione della famiglia Cappellari in via Vernise Frascà 9 a Sarmeola.  Ad investire l’animale Giovanni Cavazzana che alla guida della sua Mercedes percorreva la regionale in direzione Vicenza. L’uomo, all’improvviso, si è trovato davanti la cavalla che usciva al galoppo dall’incrocio con via Kennedy, svoltando a destra verso Vicenza. Nonostante la frenata Cavazzana non è riuscito ad evitare l’investimento. La cavalla, percorsi pochi metri, è stramazzata al suolo. Le sue sofferenze sono finite dopo un paio di minuti. Subito sono stati allertati i soccorsi. Il guidatore della Mercedes è ora ricoverato in osservazione nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale di Padova per una sospetta frattura alla base del cranio. La prognosi è di 25 giorni.  Sul posto sono intervenuti i carabinieri del nucleo radiomobile di Padova e i colleghi di Sarmeola nonché gli agenti di polizia municipale del Consorzio Padova Ovest che hanno contatto la Argo per la rimozione della carcassa di Franca. La cavalla è rimasta esanime sulla strada fino a metà mattina, la rimozione infatti è stata difficoltosa.  Ben presto sulla regionale 11 è arrivata l’ora di punta e si sono formate lunghe code di veicoli in entrambe le direzioni. Molte le persone che rallentavano non riuscendo a capire come fosse accaduto l’incidente, rimanendo stupite nel vedere l’animale stramazzato sull’asfalto. Anche Franca ha lasciato la sua vita su quell’incrocio già teatro di diversi incidenti, in alcuni casi anche mortali.  Non è la prima volta che un cavallo provoca un incidente stradale sul territorio del Consorzio Padova Ovest. Il 14 luglio del 2007 un cavallo imbizzarrito aveva investito una Volkswagen New Beetle saltando sull’auto e sfondando parabrezza e tettuccio, all’incrocio di via Pelosa con via Don Bosco a Caselle di Selvazzano. Il cavallo, ferito, era stato poi catturato e salvato.

GIORNALE DI VICENZA
30 NOVEMBRE 2010
 
Tre segugi inseguono e sbranano un gattino
LONGARE. Orrore sotto gli occhi dei passanti. Secondo i testimoni i cani sono di un cacciatore che è fuggito
 
Matteo Marcolin
 
prov. di Vicenza. Altro che orso Dino. Stavolta ci hanno pensato 3 cani da caccia a sbranare un gatto. È successo ieri mattina a Longare, lungo il torrente Bisatto. Secondo il racconto di alcuni residenti, infatti, intorno alle 9 ci sarebbe stata l'incursione di tre segugi che stavano accompagnando un cacciatore durante una battuta. La ricostruzione dei fatti per ora è frammentaria. Anche se alcuni punti pare siano fermi e ormai assodati. Lungo il Bisatto, nei pressi della nuova zona residenziale, da diverso tempo si trova una colonia di felini curati e alimentati da abitanti del quartiere che se ne prendono cura. All'improvviso sarebbe scoppiato il parapiglia: alcuni gatti sarebbero riusciti a rifugiarsi sopra un albero; uno di loro, invece, è stato accerchiato dai cani che in pochi secondi l'hanno prima ucciso, poi fatto a pezzi, dilaniandone il corpo. Una scena raccapricciante che è stata denunciata all'Enpa e al coordinamento protezionistico vicentino che l'ha resa nota. Sulla vicenda sono in corso accertamenti da parte delle guardie zoofile che stanno raccogliendo informazioni da coloro che hanno assistito al cruento episodio. Un paio di testimoni, infatti, avrebbero assistito impotenti e inorriditi alla scena e avrebbero fatto partire la segnalazione.
"Procederemo con una denuncia contro ignoti alla procura della Repubblica - conferma Renzo Rizzi, portavoce del coordinamento protezionista vicentino- anche se speriamo di riuscire ad individuare il responsabile. Ci è stato riferito che il cacciatore si è dileguato senza preoccuparsi più di tanto di quanto accaduto".
A detta di Rizzi, la condotta dell'uomo sarebbe sanzionabile non solo a livello amministrativo ma anche dal punto di vista penale. In particolare il reato commesso sarebbe quello previsto dall'art. 544 bis del codice penale (uccisione di animali) punito con la reclusione fino a 18 mesi. "Quella è una zona in cui, stando alle prime informazioni raccolte, non si può cacciare- aggiunge Rizzi- essendo l'area dove si è verificato l'episodio a meno di 100 metri dalle abitazioni e a meno di 50 metri dalla strada. Pare che il cacciatore stesse eseguendo un'attività cosiddetta di spigolatura che consiste nel cercare lepri ed altri animali alla ricerca di cibo nelle zone vicine ai centri abitati. E' un fatto grave che va condannato: bisogna essere in grado di gestire i cani. Riteniamo invece che ci sia stato un comportamento colposo e una responsabilità indiretta di questo cacciatore".
L'identità del responsabile al momento è ignota. Pare che già nel pomeriggio di ieri le guardie zoofile stessero raccogliendo informazioni per risalire al nome del cacciatore. "Purtroppo fatti di questo tipo- conclude Rizzi- sono sempre più frequenti. Si mette in pericolo la sicurezza non solo di altri animali ma anche degli uomini".
GEA PRESS
30 NOVEMBRE 2010
 
A caccia di cervi dal balcone di casa
 
 
In genere dei cacciatori si ha paura quando sparano a distanze inferiori da quelle di sicurezza previste per le abitazioni. Oppure quando, così come consentito dall’ art. 842 del Codice Civile, possono scavalcarla recinzione di una proprietà privata e sparare alla fauna selvatica che vive n u terreno privato.  Ma quanto successo oggi a Santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno, travalica ogni immaginazione.Il cacciatore, infatti, non curante di trovarsi vicino al centro abitato, non ha esitato a sparare ad un cervo, direttamente dal balcone di casa. I vicini atterriti hanno subito chiamato i Carabinieri della Compagnia di Cortina D”Ampezzo che, intervenuti immediatamente sul posto, hanno trovato il cacciatore mentre stava tirando il cervo sanguinante dentro casa. I riscontri balistici hanno confermato quanto rendicontato dai vicini di casa del cacciatore il quale è stato denunciato per il reato di “esplosioni pericolose”. Chiesto alla Prefettura di Belluno, il ritiro del porto d’armi.Nella provincia di Belluno è consentita la caccia agli ungulati fin da un secondo dopo la nascita. La Provincia ha pure provveduto ad attrezzare delle sorte di obitori-macellerie dove gli animali vengono sezionati e destinati all’alimentazione. Il calendario venatorio provinciale aveva giustamente scatenato le proteste degli abitanti per la caccia ai cosìddetti “bambi” ed ora, evidentemente, anche per i cacciatori che sparano dalle finestre di casa.
CORRIERE DELLE ALPI
30 NOVEMBRE 2010
 
Spara da casa, denunciato
 
BELLUNO. Oltre due ore di discussione per dire e dirsi che serve un giro di vite contro chi sgarra. Il presidente della Provincia, Gianpaolo Bottacin, e l’assessore Silver De Zolt hanno incontrato ieri sera i presidenti delle riserve di caccia del Bellunese. A loro hanno comunicato l’intenzione di inasprire le pene e di introdurre qualche correttivo nel percorso di formazione dei cacciatori. «Ben vengano se servono a punire chi sbaglia», il commento di Leandro Grones, presidente dei distretti venatori. E mentre a Palazzo Piloni, si teneva l’incontro, dal Comelico arrivava un’altra sconcertante notizia: i carabinieri di Santo Stefano hanno, infatti, denunciato un cacciatore che, domenica sera, ha ucciso un cervo a pochi metri dal centro abitato. Non aveva messo in conto che poteva ammazzare un passante.   Caccia in centro. Sul Comelico è appena scesa la sera. A chiamare i carabinieri sono alcuni cittadini intimoriti da degli spari. Quando i militari arrivano sul posto, vedono un cacciatore intento a rimuovere una carcassa di cervo. La dinamica è chiara: a sparare - a ridosso del centro abitato - è stato lui.  Il cacciatore, particolari non da poco, aveva notato l’animale e imbracciato il fucile quando ancora si trovava all’interno della sua abitazione. Non curante della vicinanza delle abitazioni e dell’oscurità, l’uomo aveva comunque sparato. Da qui la contestazione del reato di “esplosioni pericolose”, proprio in una comunità, quella del Comelico, già ferita da diversi drammi, proprio quelli che ieri sera hanno spinto la Provincia a incontrare i cacciatori.  «Sono comportamenti scellerati che non hanno nulla a che vedere con la caccia», afferma Grones. «I primi a perseguirli devono essere i cacciatori. Ne vade la nostra dignità».   La ramanzina presidenziale. A detta dei presenti, i toni di ieri sera sono stati sereni, anche se non sarebbe mancata una “ramanzina” da parte del presidente Bottacin sulla necessità di usare maggiore attenzione. Bottacin e De Zolt, dal canto loro, hanno annunciato la volontà di inasprire le pene accessorie previste dalle leggi nazionali e rimandate alla discrezionalità della commissione sanzioni. Non solo. Nuove regole potrebbero arrivare sul fronte del maneggio dell’arma e sulle prove.   In prefettura. Tutti argomenti che saranno affrontati questa mattina durante il vertice sulla sicurezza convocato in Prefettura e al quale parteciperanno anche Bottacin e De Zolt. I fatti del Comelico, dalla morte del cacciatore a fine ottobre alle esplosioni di domenica sera, saranno la base di partenza per ogni ragionamento sulla regolamentazione futura della caccia in provincia.

CORRIERE DI COMO
30 NOVEMBRE 2010
 
I cavalli del Bisbino ricoverati in un recinto a Lanzo
Da una parte all’altra del confine
 
 
Provincia di Como - Da domenica i diciotto cavalli del Bisbino sono ricoverati nel recinto di Lanzo, concesso in comodato d’uso dall’amministrazione comunale. La storia dei cavalli è nota. I due branchi in seguito alla morte del proprietario hanno vissuto per alcuni anni sul Monte Bisbino allo strato brado. Durante il rigido inverno 2008-2009 i cavalli erano scesi fino a Rovenna (frazione di Cernobbio) e a Sagno (in Canton Ticino) alla ricerca di cibo.
Il loro contatto con la civiltà avrebbe però potuto significare anche la loro fine. La cattura e la cattività nella migliore delle ipotesi, la cattura e la macellazione nella peggiore. L’appeal del cavallo sull’uomo, rispetto ad altri animali, è però ancora notevole. Così ecco la mobilitazione da una parte e dall’altra del confine per salvare i due branchi. Nasce l’associazione Cavalli del Bisbino, che oggi conta quasi duecento soci sostenitori tra Italia e Svizzera. I soci svizzeri realizzano anche un sito Internet, www.cavallidelbisbino.ch, per raccogliere fondi e adesioni. E tra metà novembre e sabato una settantina di volontari, tra le Giacche Verdi (volontari a cavallo per la protezione civile) e soci dell’associazione, hanno accompagnato i due branchi nel passaggio dalle zone del Bisbino e del Generoso fino al recinto di Lanzo Intelvi.
La neve caduta nei giorni scorsi non ha certo facilitato l’opera dei volontari. Anche perché uno dei branchi in più di un’occasione ha voluto allungare la strada con percorsi alternativi.
«Ora è giunto l’inverno. I cavalli sono al sicuro e verso aprile potranno riprendere la via dei monti dove ritroveranno ancora una volta la loro impagabile libertà» spiega Luigia Carloni, vicepresidente dell’associazione Cavalli del Bisbino onlus.

GEA PRESS
30 NOVEMBRE 2010
 
L’olio di palma e gli elefanti avvelenati
 
 
Li hanno trovati morti nella regione di Riau, nell’ isola di Sumatra dove le piantagioni di palma da olio stanno sostituendo la foresta pluviale. Ed è proprio da ricercare nei conflitti sorti con gli agricoltori la causa dell’avvelenamento dei cinque rarissimi elefanti, appartenenti ad una specie che conta ormai poco più di tremila individui.La palma che produce l’olio per creme di nocciole, componenti di prodotti cosmetici, carburante e per le multinazionali di hamburgers, non solo sta distruggendo gli spazi vitali di oranghi e tigri, ma diviene altresì bene da difendere per le poverissime popolazioni locali che la coltivano.Non si è neanche sicuri di quale veleno sia stato utilizzato. Secondo alcune agenzie si è ricorso allo zolfo, secondo altre al cianuro. Sulle carcasse sono state eseguiti dei prelievi che dovrebbero accertare, una volta analizzati, quale tipo di veleno è stato utilizzato.Sempre nella stessa zona, ma un anno addietro, altri quattro elefanti erano stati trovati morti avvelenati. La difesa dei coltivi a Sumatra, ben si concilia, però, con l’attività dei trafficanti di avorio.
MESSAGGERO VENETO
30 NOVEMBRE 2010
 
Macellazione suini norme a Talmassons
 
TALMASSONS (UD). Permettere ad una delle tradizioni più radicate del Friuli rurale di continuare ad esistere, ma nel rispetto di alcune regole etiche e sanitarie. Con questo intento il sindaco di Talmassons Piero Mauro Zanin, ha firmato un'ordinanza relativa alla macellazione dei suini nelle abitazioni private. Come si legge nel documento comunale, «i privati che intendono macellare suini a domicilio, devono presentare presso l'ufficio Protocollo del Comune, dalle ore 10 alle 13, dal lunedì al venerdì, la notifica di inizio attività, almeno due giorni prima della macellazione stessa, specificando l'ora, il luogo e il numero di suini (max 4 all'anno) da macellare, nonché il nominativo del norcino». Chiunque non rispetta tali disposizioni, dovrà abbattere gli animali in un macello autorizzato, salvo specifica autorizzazione da richiedere all'autorità sanitaria. L'ordinanza entra anche nel merito delle modalità e dei tempi della macellazione: «E' vietata la macellazione a domicilio presso strutture agrituristiche, unità di ristorazione e/o laboratori di produzione di prodotti di salumeria. E' vietata inoltre la macellazione nelle ore notturne e nelle giornate festive del 25 dicembre e del primo gennaio, per conto terzi e la commercializzazione delle carni e dei prodotti derivati dai suini macellati per uso famigliare». A queste norme di carattere generale, si aggiungono quelle relative all'obbligo di mantenere in perfette condizioni igenico-sanitarie le attrezzature e gli utensili utilizzati dai norcini. «Si tratta - conclude il sindaco - di semplici disposizioni, dettate dal buon senso, indispensabili per far sopravvivere una tradizione secolare dei nostri territori, che affonda le radici in quel Friuli contadino i cui valori dovrebbero essere ancora un riferimento per tutti».
MATTINO DI PADOVA
30 NOVEMBRE 2010
 
Ingresso vietato ai cani Supermercati disertati dai padroni
 
ARCELLA (PD). Non andranno più a fare la spesa al centro commerciale AlìPer, in via Saetta, a San Carlo. Non più shopping perché all’ingresso del supermercato e in galleria, dove ci sono un bar e altri servizi, è apparso un cartello: «In questo posto gli animali non entrano». La rivolta contro questo divieto, giudicato assurdo proprio in una città tollerante verso gli animali, è guidata da Paola Suriani, ex dipendente amministrativa dell’Itc Pier Fortunato Calvi: «Possiamo capire il divieto ai cani nel supermercato, ma perché estenderlo anche alla galleria commerciale?», sottolinea l’ex dipendente pubblica. Mi rivolgerò al sindaco e all’assessore Zan.
MATTINO DI PADOVA
30 NOVEMBRE 2010
 
Coniglietti liberi all ospedale Si fanno anche accarezzare
 
MONSELICE (PD). L’Usl 17 investe sulla pet-therapy, la terapia dolce basata sull’interazione uomo-animale? Verrebbe da dire questo, nel vedere i nuovi inquilini ospitati dall’ospedale di Monselice. Già da qualche mese l’area verde della struttura accoglie numerosi simpatici coniglietti (in foto). Nel tempo, la colonia di animaletti si è irrobustita e ora, secondo una stima approssimativa, sono quasi trenta i conigli che si possono incontrare in ospedale. Li si trova negli spazi verdi tra il parcheggio e l’entrata dell’ospedale, ma anche nell’ampia area verde dirimpetto alla sede direzionale. Ormai i coniglietti sono talmente abituati a vedere un intenso via-vai di gente, che è possibile anche avvicinarli senza che questi scappino impauriti. La pet-therapy «conigliesca» ha strappato parecchi sorrisi...(n.c.)

GEA PRESS
30 NOVEMBRE 2010
 
Confesercenti e indagine su animali domestici: purtroppo non sono ancora un prodotto (sic!)
I negozi vendono ma per i consigli si va altrove.
 
 
L’estrema sintesi dell’indagine commissionata da Confesercenti ed Aisad (Associazione italiana imprese settore animali domestici), sugli animali nelle case degli italiani ed i relativi canali di rifornimento, è a dir poco sorprendente. In sintesi è la mancata percezione dell’animale d’affezione come un “prodotto” a rilevare alcuni aspetti controproducenti. Tra questi la possibilità di rendere l’acquisto entro i termini di legge, la presenza di una rete di assistenza o semplicemente un luogo dove richiedere informazioni o reclami. In definitiva un pistone d’automobile è maggiormente garantito. Anzi, a causare la discrasia, sarebbe ancora la percezione dell’animale domestico da acquistare come una “adozione” di un essere bisognoso, piuttosto che di un “prodotto”. I privilegiati di questo sistema imperfetto sarebbero i negozi di animali, i quali vendono ma non sono ritenuti idonei per i consigli.Infatti l’acquirente, per chiedere consigli sul benessere ed ancor di più sulla provenienza dell’animale, si fida dell’allevatore e del privato (se non addirittura di internet). Meno gradito il negozio il quale, però, rimane il luogo privilegiato di vendita soprattutto di piccoli animali domestici (73%). A proposito di vendita: per il gatto l’essere considerato “prodotto” è un concetto ancor meno consolidato (prevale il concetto di dono), mentre per il cane abbiamo un “mercato maturo”. Questo perchè è l’allevatore del cane (assieme al privato) la categoria privilegiata per l’acquisto e le informazioni. Il negozio si conferma anche qui, meno idoneo per i consigli. Questi ultimi potrebbero invece avere un maggior sviluppo nel futuro, ma su internet.Per gli altri dati forniti vale che un terzo delle famiglie italiane possiede uno o più cani e che trattasi prevalentemente di possessori uomini sotto i 54 anni e di famiglie numerose. Stessa percentuale per i gatti, ma a possederli (sempre in famiglie numerose) sono prevalentemente donne sotto i ventiquattro anni. Per i cani l’ascendente è al centro sud, mentre per i gatti il nord ovest.Una famiglia su cinque possiede inoltre acquari, mentre una su dieci volatili o piccoli animali.

ASCA
30 NOVEMBRE 2010
 
SALUTE: ARRIVA LA TESSERA SANITARIA INDIVIDUALE PER ANIMALI DA COMPAGNIA
 
Roma - Al via la prima ''Tessera sanitaria individuale per gli animali da compagnia'' e la salute di Fido diventa digitale. Il Sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, domani alle ore 12.00 presso l'Auditorium del Ministero di Lungotevere Ripa interverra' alla Conferenza stampa di presentazione della ''Tessera sanitaria individuale per gli animali da compagnia''. L'iniziativa, unica in Italia, e' realizzata e promossa da Amico Pets e dall'Anmvi, con il Patrocinio del Ministero della Salute.
Il progetto permettera' ai proprietari di avere sempre sotto controllo, in ogni luogo e in ogni momento, lo stato sanitario dei loro cani, gatti (e altri animali d'affezione), gestito via Internet direttamente dal medico veterinario di fiducia.

ANSA
30 NOVEMBRE 2010
 
Una famiglia su tre ha un cane o un gatto
Il 19% ha in casa un acquario, l'11% uno o più volatili e il 10% possiede piccoli animali
 
ROMA - Nelle case degli italiani gli animali non sono certo una presenza rara: una famiglia su 3, infatti, possiede almeno un cane o un gatto, il 19% ha in casa un acquario, l'11% uno o più volatili e il 10% delle famiglie possiede piccoli animali.Sono alcuni dati di un sondaggio Aisad-Confesercenti-SWG sulle scelte delle famiglie italiane che intendono aprire la loro casa ad un animale domestico da compagnia, presentati questa mattina nel corso di un convegno Nazionale dell'Aisad-Confesercenti, l'Associazione italiana imprese settore animali domestici.Dalla ricerca emerge che gli amanti degli animali da compagnia sono più donne che uomini, hanno in prevalenza meno di 54 anni (i possessori di cani hanno più spesso tra i 24 e i 44 anni e sono in maggior parte lavoratori autonomi) e hanno un titolo di studio medio-alto. I dati, in sostanza, considerati nell'insieme rivelano che il possesso di animali da compagnia è in qualche modo legato alle condizioni economiche: gli anziani e i pensionati, infatti, hanno meno animali domestici in casa. Riguardo invece al canale d'acquisto, il negozio specializzato è il tramite privilegiato per i piccoli animali (73%), anche se la formula del dono vale in circa 1 caso su 5.Ma se il gatto è ancora un animale da regalare (43%) o da adottare senza spese (45%), il miglior amico dell'uomo arriva a casa del padrone per canali differenziati: circa 1/3 viene regalato, mentre circa 1 volta su 5 viene acquistato da un allevatore oppure acquistato da un negozio oppure adottato (da randagio o da un canile). Il commercio online, invece, appare abbastanza limitato, probabilmente perché la Rete è utilizzata più come strumento informativo che come canale di acquisto.
LA REPUBBLICA
30 NOVEMBRE 2010
 
Il cuore di Joker
 
 
Nelle immagini Joker tira il guinzaglio come i cani che sono stati tenuti in casa troppo a lungo.  Pensare che il suo naso prodigioso, capace di fiutare una singola molecola,  e che la sua “esperienza”, come l’ha definita uno degli addestratori, sono la speranza di una famiglia in ansia fa venire il groppo in gola.Joker è il cane che ha fiutato la traccia della ragazza scomparsa venerdì scorso a Brembate di Sotto, uno dei tanti animali ai quali ci affidiamo per compiti delicatissimi. Oggi Joker e i suoi simili,  i bloodhound, sono nelle immagini tv, nei lanci d’agenzia, sui siti online e la gente ne scopre le straordinarie qualità. Non sarebbe male se quanto sanno fare questi cani venisse in mente anche quando ancora si discute sulla loro capacità di provare emozioni e di comunicare: perché un cane che impara, ricorda, acquista esperienza tanto da fare benissimo il suo lavoro, non dovrebbe essere in grado di condividere con gli esseri umani anche altre qualità?

LA REPUBBLICA
30 NOVEMBRE 2010
 
Bergamo, riprese le ricerche di Yara in azione un cane della polizia elvetica
Quarto giorno di lavoro nella zona circostante Brembate di Sopra in cerca delle tredicenne In campo un esemplare della polizia cantonale specializzato nella ricerca di persone scomparse
 
Sono riprese questa mattina, per il quarto giorno consecutivo, le ricerche di Yara Gambirasio, la tredicenne bergamasca scomparsa venerdì pomeriggio da Brembate Sopra (Bergamo). I lavori delle persone impegnate sono iniziati come sempre con un vertice al quartier generale allestito alla periferia del paese. Sono impegnati nelle ricerche della ragazza decine di persone, tra carabinieri, vigili del fuoco, Protezione civile e volontari, che oggi ancora sono tornati a battere la zona circostante Brembate di Sopra.L'unico indizio nelle mani degli investigatori è al momento rappresentato dal percorso che i cani hanno fiutato ieri pomeriggio, partendo dall'interno della palestra del centro sportivo, dove Yara è stata vista l'ultima volta. La tredicenne potrebbe essere uscita dalla struttura da una porta d'emergenza ed essersi diretta, ancora non si sa se volontariamente oppure a forza, verso la strada che porta a Mapello (Bergamo), nella direzione opposta alla sua abitazione. L'ultimo suo sms risale alle 18.44: cinque minuti più tardi il cellulare della ragazzina si è spento e da allora di lei si sono perse le tracce.
In campo anche un cane speciale, un esemplare della polizia cantonale svizzera di nome Joker specializzato nella ricerca di persone scomparse: gli toccherà il compito di confermare la pista scoperta dal bloodhound Wallace dotato di fiuto molecolare e messo a disposizione dal Soccorso alpino nazionale. Joker, che è un segugio di razza bloodhound, detto anche "cane di Sant'Uberto", sei anni di età, ha portato i volontari impegnati nelle ricerche in un'area alla periferia di Brembate di Sopra tra capannoni, edifici industriali in costruzione, boschi e una roggia. Per il momento non sono state trovate altre tracce. Joker, hanno spiegato i suoi addestratori, è addestrato proprio per questo genere di ricerche ed ha una percentuale di successo del 70 per cento nel ritrovare persone scomparse.
VIDEO
http://tv.repubblica.it/edizione/milano/yara-le-ricerche-con-le-unita-cinofile/57404?video=&pagefrom=1

GEA PRESS
30 NOVEMBRE 2010
 
Taranto: esponeva alla vendita pesce spada ma si trattava di squalo
Intervento della Guardia Costiera.
 
 
 
L’aveva in parte esposto nel bancone ed in parte conservato. Il tutto in una pescheria del Mercato Fandini, a Taranto. I tranci erano venduti al prezzo del pesce spada, così come indicato nel bancone, ma si trattava di uno squalo, esattamente lo Smeriglio, detto anche “vitello di mare”. Squalo un tempo comune, specie nel mar adriatico, ma le cui popolazioni sono oggi molto ridotte soprattutto per l’intensa pesca ad uso alimentare dove, spesso, viene spacciato per pesce spada o con il fuorviante nomignolo di “vitella di mare”.Ad accorgersene i militari della locale Capitaneria di Porto. La frode (reato per il quale è stato denunciato il venditore) era tanto palese dal momento in cui nella fattura di vendita era correttamente indicato il termine di “pesce smeriglio”. Il pesce spada, però, c’era davvero, sebbene in altro punto vendita e sempre in forma abusiva. Si trattava, infatti, di novellame di pesce spada, ovvero animali pescati illegalmente perchè sotto misura.In collaborazione con il  NAS dei Carabinieri, la Guardia Costiera di Taranto provvedeva, inoltre, al sequestro di ben cinque tonnellate di molluschi bivalvi (cozza nere) tenuti  in pessimo stato di conservazione e senza alcun documento sulla rintracciabilità del pescato. Il sequestro ha riguardato due diverse ditte una delle quali utilizzava 1300 metri quadrati di terreno demaniale per le spedizioni dei molluschi. Ovviamente non aveva alcuna autorizzazione all’uso dei luoghi.
IL CAMBIAMENTO
30 NOVEMBRE 2010
 
Inghilterra: latte e carne clonati potrebbero finire a tavola
 
L'Inghilterra apre la strada alla commercializzazione di alimenti provenienti da animali clonati. La Food Standards Agency (Fsa) - ente che controlla gli standard degli alimenti in circolazione sul mercato britannico - ha infatti dichiarato che non esiste nessuna differenza tra il cibo derivante dal bestiame tradizionale e quello che proviene da bovini manipolati geneticamente.Latte e carne clonati potrebbero dunque finire sulle tavole degli inglesi, a dispetto della moratoria posta dalla Commissione Europea sulla clonazione a scopi alimentari."Le dichiarazioni di apertura della Foods Standards Agency rispetto agli alimenti provenienti da animali clonati arrivano in un momento in cui questi temi sono al centro del dibattito europeo per i dubbi sugli effetti sanitari che ancora solleva la eventuale liberalizzazione del consumo di queste carni: è quindi del tutto inopportuno e pericoloso che uno Stato membro acceleri su un argomento così delicato per la salute dei consumatori e per il trattamento degli animali", ha dichiarato Gianni Pittella, vicepresidente vicario del Parlamento europeo e presidente della conciliazione legislativa sul regolamento 'Novel foods'.Poco più di un mese fa l'Unione Europea aveva annunciato infatti di essere favorevole alla sospensione per cinque anni della clonazione animale a scopo alimentare. In quell'occasione il Commissario alla Salute Joe Dalli ha però specificato che l’Unione non avrebbe vietato “la clonazione per la ricerca, per la ricerca farmaceutica, o ancora per preservare le specie in via di sparizione”. Ad anticipare l'annuncio della Commissione Europea era stato un intervento dell'Agenzia per la sicurezza alimentare europea (EFSA) che in un documento ha affermato che, secondo gli studi scientifici, gli animali clonati hanno un tasso di mortalità più alto rispetto agli altri e spesso sono affetti da anomalie dello sviluppo. La decisione della Commissione Europea ha inoltre preso in considerazione i risultati dell’ultima indagine di Eurobarometro dalla quale è emerso che la maggioranza assoluta dei cittadini europei e italiani rifiuta - per motivi ambientali, etici, sanitari ed economici - la possibilità che latte, formaggi e carne provenienti da animali clonati finiscano sulle loro tavole.
MATTINO DI PADOVA
30 NOVEMBRE 2010
 
Doppiette contro i cinghiali
 
Piergiorgio Di Giovanni
 
TEOLO (PD). Il consiglio dell’Ente Parco Colli, riunito ieri pomeriggio a Treponti, ha approvato in via sperimentale per un anno «le nuove disposizioni strategiche, il regolamento e il protocollo operativo per la gestione del cinghiale». La novità per contrastare il problema è costituita dal via libera all’uso dei fucili contro gli animali adulti, considerato che i chiusini hanno fatto finora sì molte vittime, ma tra le femmine e i piccoli.  Le gabbie saranno impiegate prevalentemente nella stagione primaverile e in quella estiva. Gli agenti della polizia provinciale e del corpo forestale, e gli addetti del Parco sono abilitati all’uso delle armi da fuoco avvalendosi dell’impiego di «altane leggere» (logge o palchetti facili da spostare) e delle «girate» (una forma di caccia con i cani che scovano il cinghiale). Rispondendo al consigliere di maggioranza Giuliano Martini, che avrebbe voluto coinvolgere le associazioni venatorie, la presidente Chiara Matteazzi si è comunque affrettata a precisare che all’interno del Parco Colli non sono permesse battute di caccia. Quanto alla prevenzione degli incidenti, verranno posizionate particolari gemme riflettenti sulle strade a rischio di attraversamento dei cinghiali.  La riunione si è svolta ieri per buona parte senza l’apporto delle minoranze. I consiglieri Gianni Sandon, Antonella Buson, Giancarlo Piva, Duilio Bolognini e Federica Grava hanno infatti lasciato la sala dopo il «no» del comitato esecutivo alla risoluzione da loro presentata sul problema delle cementerie. Nel consiglio di dicembre verrà discussa una mozione. Nel documento letto da Piva, il governo del Parco è invitato a scegliere la strada dell’accordo di programma piuttosto della convenzione perché «sfacciatamente favorevole al solo operatore coinvolto» e con il pericolo incombente di dovere dire sì a chiunque si faccia avanti. Prima di andarsene, Sandon ha letto un’interpellanza con la quale manifestava viva preoccupazione per la minaccia della costruzione di un centro commerciale all’uscita del casello Terme Euganee, nei pressi di una delle aree pre-parco da tutelare per il valore artistico e paesaggistico.

ASCA
30 NOVEMBRE 2010
 
MARCHE/CACCIA: ARRIVA NUOVA FIGURA, IL ''SELECACCIATORE''
 
Macerata - Il regolamento per la gestione faunistico-venatoria degli ungulati (cinghiali, caprioli, daini) della Provincia di Macerata, prevede la figura del ''Selecacciatore'', cioe' quella persona abilitata a monitorare la presenza di tali animali, a studiarne gli spostamenti e la proliferazione sul territorio, intervenendo anche - in caso di necessita' - al prelevamento selettivo degli stessi. Per formare tale figura professionale di ''cacciatore con metodi selettivi di ungulati'' appunto il ''selecacciatore'', il settore Ambiente dell'Amministrazione provinciale vuole organizzare un corso, dove sara' possibile iscriversi entro il 20 dicembre. Il numero massimo dei corsisti ammessi e' 50; 45 sono i posti riservati a coloro che sono gia' in possesso di licenza di caccia e che non abbiamo riportato condanne penali riferite alla normativa faunistico-venatoria; altri 5 posti sono riservati ad iscritti alle associazioni ambientaliste o agricole. Qualora le domande eccedano il numero dei posti disponibili, tutti gli iscritti dovranno sostenere una prova di ammissione consistente in 30 quiz a risposta multipla. Il corso - spiega una nota - avra' inizio nel mese di gennaio per terminare entro fine marzo. Saranno 45 ore di lezioni totali, di cui 39 teoriche e 6 di esercitazioni pratiche. Al termine e' previsto un esame al quale saranno ammessi i corsisti che abbiano frequentato almeno l'80% delle lezioni.

DIARIO DEL WEB
30 NOVEMBRE 2010
 
Denuncia della Lipu
Brescia: mancano controlli contro l'uccellagione
Rimosse dai volontari LIPU un’enorme quantità di reti e trappole
 
 
PARMA - Scarsa sorveglianza da parte degli organi locali preposti alla vigilanza sull’applicazione delle leggi a tutela della fauna selvatica protetta. La LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) denuncia nel bresciano l’assenza di adeguate iniziative e direttive per prevenire e reprimere la criminosa uccellagione di pettirossi e di altri piccoli e utilissimi uccelli migratori insettivori che, di fatto, incentiva i bracconieri nell’illegale e massiccia cattura di esemplari avifaunistici tutelati nell’interesse della comunità nazionale. Anche durante l’autunno in corso, come negli anni scorsi, i bracconieri hanno incrementato l’attività illecita a novembre, dopo la partenza dei forestali del Nucleo Operativo Antibracconaggio, inviati ad ottobre per supplire alle gravi carenze locali. Si è constatato che i bracconieri più irriducibili sono sempre gli stessi e ben noti in loco: nonostante ciò, vengono lasciati colpevolmente liberi di agire in nome del quieto vivere, come nel caso di un uccellatore recidivo della Valsabbia che, nonostante abbia subito una condanna a 18 mesi di carcere per bracconaggio, minacce e resistenza a pubblici ufficiali della LIPU, a ottobre è stato sorpreso tra reti e trappole posizionate nelle pertinenze dell’abitazione a monte del lago d’Idro. Così come pure un altro bracconiere recidivo che ha addirittura fatto benedire una «Madonna del buon bracconiere» posta presso il suo enorme impianto fisso di cattura sui monti di Capovalle. I volontari della LIPU, che operano nelle valli dall’inizio dell’autunno, e coordinati dall’ispettore Piergiorgio Candela, a novembre hanno intensificato l’attività, nonostante il maltempo, con l’individuazione e la rimozione di un gran numero di trappole e reti, spesso appena riposizionate dopo precedenti sequestri e denunce. Un’usanza barbara: trappole ad archetto infliggono una lunga e straziante agonia agli uccelli intrappolati, che rimangono appesi con le zampette spezzate. Pratica che si perpetua per rifornire trattorie gestite da ricettatori che cucinano pettirossi e altri uccelli protetti allo spiedo o per «La Polenta e Osei». E che danneggia pure l’immagine della laboriosa popolazione bresciana e gli stessi cacciatori che esercitano l’attività venatoria nel rispetto delle leggi.LIPU.it
GEA PRESS
30 NOVEMBRE 2010
 
Brescia – LIPU: recrudescenza del bracconaggio dopo la partenza dei nuclei speciali della Forestale
 
 
L’ Operazione Pettirosso 2010 del Corpo Forestale dello Stato si è conclusa a fine ottobre. I reparti speciali del NOA (Nucleo Operativo Antibracconaggio) anche quest’anno avevano portato a termine numerose operazioni ai danni degli uccellatori bresciani. Avevano altresì rilevato un fenomeno perdurante nella sua gravità e che evolve anche tramite gli espedienti per eludere i controlli della Forestale. Andati via i Forestali, il bracconaggio ha però immediatamente ripreso i toni di un luogo senza controllo. A denunciarlo è la LIPU, intervenuta anche a novembre nelle vallate bresciane con i volontari coordinati dall’ ispettore Piergiorgio Candela. Rimosse un numero elevatissimo di trappole, spesso sistemate appena dopo i precedenti sequestri. Il tutto per fornire pettirossi ed altri piccoli passeriformi protetti dalla legge per la polenta e osei.Si è constatato, denunciano alla LIPU, che i bracconieri più irriducibili sono sempre gli stessi e ben noti in loco: nonostante ciò, vengono lasciati colpevolmente liberi di agire in nome del quieto vivere, come nel caso di un uccellatore recidivo della Valsabbia che, nonostante abbia subito una condanna a 18 mesi di carcere per bracconaggio, minacce e resistenza a pubblici ufficiali della LIPU, a ottobre è stato sorpreso tra reti e trappole posizionate nelle pertinenze dell’abitazione a monte del lago d’Idro.Così come pure un altro bracconiere recidivo che ha addirittura fatto benedire una “Madonna del buon bracconiere” posta presso il suo enorme impianto fisso di cattura sui monti di Capovalle. In definitiva la dimostrazione che nel bresciano l’ uccellagione è favorita dalla mancanza di controlli da parte degli organi di vigilanza locale.
GEA PRESS
30 NOVEMBRE 2010
 
I cacciator bracconieri ed il panda vigilante
Maxi operazione delle Guardie WWF di Salerno. I bracconieri erano tutti cacciatori con regolare licenza.
 
 
Ce ne fosse stato uno solo che avesse abusato del buon nome dei cacciatori. Un solo bracconiere insinuatosi tra i lindi cacciatori bloccati ieri nel corso di una maxi operazione delle Guardie del WWF di Salerno. Ed invece no, erano tutti cacciatori-bracconieri. Infatti, i seguaci di Diana sorpresi dalle Guardie WWF nei pressi dell’ invaso dei San Berniero (SA), erano tutti forniti di regolare porto d’armi ad uso caccia e relativo tesserino per l’attività venatoria. Solo che questa veniva espletata con l’ausilio di richiami acustici, mezzi di caccia vietati dalla legge. Non solo. I richiami acustici elettromagnetici, riproducenti il verso di numerosi uccelli acquatici, erano sistemati nei pressi di un appostamento non autorizzato. Gli uccelli venivano inoltre attirati con l’ausilio di una sessantina di stampi, ovvero sagome di uccelli acquatici che ingannano, congiuntamente ai versi del richiamo elettromagnetico, gli uccelli selvatici portandoli letteralmente a tiro di fucile del cacciator bracconiere comodamente appostato. Per i tre cacciatori in atto di bracconaggio la denuncia all’Autorità Giudiziaria, oltre al sequestro dei tre fucili, le munizioni, i tre richiami acustici e la sessantina di stampi.Oltre venti Guardie del WWF avevano battuto la zona appostandosi di notte nel comprensorio utilizzato dai cacciatori. A coadiuvarli, nelle successive fasi di sequestro e denuncia, i Carabinieri di Santa Cecilia.Tutto concluso? No. Le Guardie del WWF continuavano la loro attività verbalizzando diversi altri cacciatori per inadempienza al rispetto delle norme di sicurezza, per l’esercizio della caccia in prossimità di strade e abitazioni, serio pericolo per l’incolumità pubblica, nonché per la mancata annotazione degli obblighi relativi a trascrizioni sui tesserini di caccia.E dire che pochi giorni addietro, sempre le Guardie del WWF di Salerno, avevano individuato, anch’esso in attività di caccia non consentita e per questo verbalizzato, un noto esponente venatorio locale, nonché membro della Commissione provinciale che rilascia gli appositi permessi di caccia (vedi articolo GeaPress).Una documentazione fotografia sull’uso degli stampi per la caccia agli uccelli acquatici, sempre con ausilio di richiami elettromagnetici, è disponibile su GeaPress nell’articolo dedicato all’intervento del Corpo Forestale dello Stato nel Delta del fiume Po.

BERGAMO NEWS
30 NOVEMBRE 2010
 
Caccia - Continuano le azioni di controllo da parte del Corpo di polizia provinciale che ha sequestrato decine di metri di reti e recuperato una poiana ferita.
Operazioni anti-bracconaggio in mezza provincia
 
Provincia di Bergamo - Continuano le azioni di prevenzione e controllo da parte del Nucleo ittico venatorio del Corpo di polizia provinciale che nei giorni scorsi ha sequestrato decine di metri di reti e recuperato una poiana ferita.
Per l’assessore Fausto Carrara “si tratta di una serie importante di interventi che dimostrano l'impegno del personale di polizia locale del Corpo di polizia provinciale; in particolare per l’episodio della poiana, rapace diurno appartenente a una specie particolarmente protetta”.
La poiana ferita è stata recuperata a Gandosso, in località Colle Fossa, e portata al centro recupero animali selvatici di Valpredina; il soggetto che le aveva sparato è stato denunciato all’Autorità giudiziaria.
A Cologno al Serio, la pattuglia del Nucleo ittico venatorio impegnata nei servizi di controllo ha individuato delle reti per catturare uccelli, nascoste in un boschetto. Nei pressi erano esposti come richiami alcuni esemplari di tordo rinchiusi in gabbia. L’autore del reato è stato identificato e l’impianto di cattura sequestrato.
A Brembilla, località Tigli, è stata scoperta una rete di uccellagione nella quale erano intrappolati 10 uccelli e un ghiro; tutti gli animali erano morti. 
A Zandobbio, in località Sommi, è stato rinvenuto e sequestrato un impianto di cattura per l’uccellagione. L’autore del reato è stato identificato.
A Zogno la pattuglia del Nucleo ittico venatorio ha rinvenuto e sequestrato una rete a tramaglio in località Padronecco, identificando i soggetti e contestando il reato di uccellagione. Il tempestivo intervento ha permesso la liberazione di alcuni piccoli uccelli.
A Gandosso, località Prato Alto, è stato rinvenuto e sequestrato un impianto di cattura costituito da due reti. Anche in questo caso sono stati rimessi in libertà 8 tordi bottacci e 2 merli. 
A Fonteno, località Xino, sono state scoperte 38 trappole a scatto denominate “archetti”. Circa la metà delle trappole erano scariche e in stato di abbandono; 
Su segnalazione di privati cittadini, sono state recuperate le carcasse di due caprioli morti, nel comune di Premolo, presso il rifugio Grem e in località Cerete di Gazzaniga. Entrambe le carcasse presentavano fori di pallini o pallettoni, il cui uso nella caccia agli ungulati è vietato dalla legge.
Infine a Entratico, in località Casi, gli agenti del Corpo di polizia provinciale, hanno rinvenuto, lungo un sentiero, un laccio metallico utilizzato presumibilmente per la cattura illegale di cinghiali.

BIG HUNTER
30 NOVEMBRE 2010
 
Carrara: solidarietà ai circhi italiani
 
Vi sono delle categorie prese di mira dagli animalisti che arrivano al punto di organizzare manifestazioni per levar loro il sostentamento dello Stato.
E’ il caso della LAV che lancia una campagna il 4 e il 5 dicembre contro i circhi. E’ quanto appreso dall’ascolto di un’emittente radiofonica privata che ne diffondeva la notizia attraverso uno spot pubblicitario. Tempo fa ne avevo sentito un altro contro la caccia a cura dell’ENPA.
Oltre a chiedermi ove queste Associazioni ed Enti trovino i fondi per tali campagne, rimango colpito dal numero e dalla veemenza di questi attacchi contro categorie di cittadini onesti.
Ho ancora in mente un servizio andato in onda su un tg della tv pubblica, ove gli animalisti presenti, circa una quindicina, alcuni dei quali stazionavano in terra, protestavano contro le pellicce e i pellicciai.
Mi preoccupa e mi indigna questo modo di agire e di pensare che si va diffondendo nel nostro Paese, per cui c’è qualcuno che si arroga il diritto di dire che cosa vietare e cosa no, cosa va bene e cosa no,
Oltre agli “animalisti” vi sono gli “ambientalisti” e gli “anticaccia”. Un nucleo di persone che sono per loro natura “contro” e rifiutano a priori il confronto ed il dialogo. Essi sono più vicini al pensiero integralista che al pensiero liberal democratico ove il rispetto è reciproco.
Voglio pertanto esprimere la mia vicinanza alla gente del circo che duramente si guadagna il pane in tutte le piazza d’Italia. Soprattutto a quei piccoli circhi che girano nei paesi e nelle  periferie intrattenendo grandi e piccini. Quella del circo è una vera e propria cultura che si basa sul rispetto degli animali. Come potrebbe essere altrimenti, l’amore per gli animali è nel DNA circense in quanto senza essi, non esisterebbero i circhi stessi.
Esorto tutti a sostenere quest’attività che ha fatto, fa e farà felici i bambini di tutta Italia.
A Gildo Palmiri, rappresentante dell’Ente Circhi, va la mia stima e riconoscenza nonché l’impegno personale a vigilare affinché certe proposte non abbiano un seguito.
Il pensiero metropolitano animalista non deve avere il sopravvento, non dobbiamo infatti dimenticare che prima come adolescenti, poi come adulti, abbiamo potuto ammirare dal vivo la bellezza di certi animali solo andando al circo con la nostra famiglia e i nostri amici. Un divertimento sano, educativo, ed accessibile a tutti.
Sen. Valerio Carrara - Gruppo Pdl
 

 

            30 NOVEMBRE 2010
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

CORRIERE DELLA SERA
30 NOVEMBRE 2010
 
Dolly, la prima pecora clonata «rinasce» quattro volte
Gli animali, copie esatte, si trovano in un ovile nel Nottinghamshire e stanno bene
 
Elmar Burchia
 
MILANO - La pecora più famosa del secolo, clonata circa quattordici anni fa in Scozia, è rinata: il ricercatore Keith Campbell dell'Università di Nottingham, uno dei papà della pecora Dolly, ha fatto nascere ben quattro cloni dell'animale morto nel 2003. Con lo stesso materiale genetico usato per creare Dolly. Sono stati ribattezzati con il nomignolo «The Dollies» e, oltre ad essere copie geneticamente esatte della loro precorritrice, non evidenziano problemi di salute.
NATI PIU' DI TRE ANNI FA - I quattro animali stanno bene e non mostrano nessun segno di artrosi precoce, l'infiammazione articolare per la quale era morta Dolly nel 2003, all'età di sei anni, soppressa dopo che esami veterinari avevano permesso di diagnosticare un'irreversibile malattia polmonare. Sono nati tre anni e mezzo fa, ma la notizia è stata annunciata solo ora. Campbell spera che i risultati raggiunti in questi anni nella tecnologia della clonazione possano avere un impatto diretto sulla salute dei «nuovi» animali. Con la sua venuta al mondo, Dolly - chiamata così in onore della cantante country Dolly Parton -, aveva sconvolto scienza e coscienze, segnando un traguardo cruciale per la ricerca internazionale. Era infatti il primo mammifero clonato dalla cellula di un animale adulto ed il suo patrimonio genetico era esattamente identico a quello della madre. L'annuncio della nascita in Scozia, vicino a Edimburgo, nei laboratori dell'embriologo Ian Wilmut, era stato dato nel 1997, sette mesi dopo essere venuta al mondo. La pecora era anche diventata mamma nell'aprile 1998, quando aveva dato alla luce un agnellino, cui era stato dato il nome di Bonnie. Nel 1999 aveva partorito di nuovo.
LA VITA DOPO DOLLY - «Dolly è viva e vegeta», dice lo scienziato al Daily Mail. E sottolinea: «Geneticamente tutte e quattro sono Dolly». Gli animali si trovano in un ovile nel Nottinghamshire protetti da occhi indiscreti. Il ricercatore fa sapere che i risultati dello studio verranno pubblicati nei prossimi giorni in una rivista scientifica. «La clonazione ha grandi implicazioni per lo sviluppo umano, lo sviluppo degli animali e per le cellule staminali», ha spiegato alla Bbc. I campi per concretizzare queste scoperte sono molteplici, aggiunge. «L'agricoltura è solo una delle opzioni: per esempio, possiamo conservare e gestire meglio la diversità genetica degli animali da allevamento, soprattutto di quelle razze rare che stanno scomparendo».
 
torna alla pagina iniziale [email protected] l'archivio della rassegna stampa