30 OTTOBRE  2009

 

Animalieanimali
30 OTTOBRE 2009
 
"ME LI HANNO STERMINATI TUTTI E DIECI"
Il dolore, la denuncia, di Veraunica.
 
 
 
Quattro giorni fa, ore 17:00, nella via Sancello di Mondragone, Caserta, in un terreno abbandonato venivano sparse delle polpette avvelenate proprio dove io e il mio fidanzato da più di un anno ci prendiamo cura di dieci cani "randagi", gli portavamo da mangiare e trascorrevamo del tempo con loro il nostro era un rapporto particolare a loro bastava sentire il rumore della macchina che arrivava per correrci incontro e le persone della zona erano tutti meravigliati dal particolare feeling che ci legava,eravamo una famiglia e io li amavo più della mia stessa vita. Abbiamo ricevuto tante minaccie ma non abbiamo mai mollato.Tutti i giorni Napoli-Mondragone, Mondragone-Napoli dal lunedì alla Domenica sempre con loro e non mancavano mai all'appuntamento. Tanti sacrifici, alcuni di loro erano molto piccoli tanto che avevo paura per i mille pericoli che si incontrano per strada per me erano come figli. L'ultimo cagnolino l'abbiamo trovato proprio in questo terreno abbandonato chiuso in un cassetto,aveva un paio di mesi.Lo abbiamo salvato.L'ho visto crescere,molti di loro ho visto crescere,ci sono stata al suo primo abbaio,quando ha cambiato i dentini io c'ero era tutta la mia vita,Cipo.
A qualcuno forse davano fastidio o davamo fastidio noi è ha deciso di sterminarli,ha fatto una strage e questa strage ha sconvolto letteralmente la mia vita, ha trafitto il mio cuore, ha cancellato tutte le mie ragioni di vita e tutti i miei sogni.Cipo,Cipa,Bamba,nanà,wisky,cane(bobby),bianca,scamby,scambina,indy questi sono i nomi dei miei dieci piccoletti di queste vite distrutte da un misto di veleni potenti che facevano da copertura a della carne macinata un vero e proprio tranello un inganno per delle povere vite innocenti,uno strazio la succesiva morte la loro sofferenza immeritata per delle creature di una bontà e un intelligenza inimmaginabile.
Il giorno 26 Ottobre sono morti la maggior parte dei miei piccoletti l'ultimo in tarda serata il più piccolino,il mio unico grande amore,Cipo.Volevo fare tanto per loro ma non me ne hanno dato la possibilità,hanno distrutto tutti i miei sogni e per me è una storia che vale la pena essere raccontata.La cosa è stata denunciata da me personalmente alla caserma della zona i quali militari sono accorsi, dopo una mia segnalazione, per accertarsi della cosa e per effettuare i rilevamenti.Il giorno seguente,cioè ieri,ci siamo recati a Mondragone dove nel primo pomeriggio a seguito di un avvenimento un pò strano ho trovato le polpette ricoperte di veleno e ho provveduto subito a raccoglierle e portarle ai carabinieri i quali hanno preso il prodotto per farlo analizzare.Dopo questo purtroppo ci hanno rimesso la vita altri due cani.Una storia assurda,tante vite innocenti spezzate e la mia segnata per sempre.
Vorrei che la mia storia venisse raccontata perchè le descrizioni che ho fornito sopra sono solo la metà di quello che ha condiviso le nostre vite.Voglio gridare a tutti il mio dolore voglio che tutti sappiano il vuoto che è rimasto in quel posto freddo,come è tagliente come è assurdo.Questo essere mi ha tolto quella chè per me era una famiglia.La mia ragione di vita.

IL GAZZETTINO VENEZIA

30 OTTOBRE 2009

 

Gatti neri a rischio, occhio ai maniaci dei riti

 

Fossò (VE) - È successo due volte nel giro di dieci giorni, sempre a Fossò, in Riviera del Brenta, e sempre con due gattini neri, barbaramente seviziati e salvati soltanto grazie all’intervento nei volontari dell’Associazione Mamma Rosa. Due episodi a tempo ravvicinato che alimentano il sospetto che i casi di maltrattamento ai gatti, soprattutto quelli con la pelliccia nera, non siano casuali. «Non è la prima volta che ci capita di soccorrere gattini neri in questo periodo». Il periodo cui alludono gli zoofili è quello in cui, da qualche anno, si è pensato di importare a scopo commerciale le tradizioni celtiche di Halloween, popolate di streghe e fantasmi che escono dal mondo delle tenebre. «Non sappiamo chi abbia fatto del male a quei mici - proseguono i volontari - di certo qualcuno ha voluto infierire su di loro. In passato è stata documentata l’uccisione di gatti nell’ambito di riti satanici nel Trevigiano. Per questo invitiamo chiunque abbia gatti neri a vigilare su di loro e sulle persone che si proponessero di adottarli, soprattutto in questo periodo. La prudenza non è mai troppa».


CORRIERE DI NOVARA

30 OTTOBRE 2009

 

Salvati dalla Forestale 109 cuccioli

 

Massimo Delzoppo

 

Oleggio (NO) - Un grande allevamento di cani, con oltre 100 esemplari tra cuccioli e adulti, del tutto privo di autorizzazioni, è stato scoperto e sequestrato nei giorni scorsi dagli Agenti del Corpo Forestale dello Stato nelle campagne di Oleggio. La struttura, facente capo ad un’impresa individuale, è infatti risultata del tutto sconosciuta sia al settore veterinario della Asl di Novara, sia al Comune di Oleggio. Al termine della perquisizione dell’allevamento, disposta dalla Magistratura novarese e compiuta dagli Agenti del Corpo Forestale dello Stato supportati dai medici veterinari della ASL di Novara, ben 109 cani di varie razze (west highland white terrier, maltesi, san bernardo, labrador, pinscher, barboncini, sharp pei) sono stati posti sotto sequestro e, valutate le buone condizioni degli animali, affidati agli stessi allevatori, i quali tuttavia non potranno venderli, né potranno allevarne altri (…).


AREZZO NOTIZIE
30 OTTOBRE 2009
 
Abbatte animali protetti e tenta la fuga denunciato un cacciatore aretino

 
Chiusi dell'Averna (AR) - Gli agenti del Comando Stazione Forestale di Chiusi della Verna e del Nucleo Operativo Speciale di Pieve S.Stefano hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Arezzo un cinquantanovenne aretino per avere abbattuto uccelli appartenenti a specie protetta e per avere tentato la fuga una volta scoperto in flagranza.
Nel corso di un servizio caccia in località Passo delle Gualanciole, Comune di Chiusi della Verna,  gli agenti della Forestale hanno sentito spari in successione provenienti da un appostamento fisso posto nelle vicinanze e hanno quindi deciso di effettuare un controllo.
Arrivati sul posto hanno scorto un uomo, non distante dall’appostamento fisso, che stava raccogliendo alcune cose da terra. Appena accortosi della presenza degli agenti, questi si è dato precipitosamente alla fuga, nonostante le ripetute intimazioni di alt da parte dei Forestali.
Il cacciatore è stato infine raggiunto e gli uomini della Forestale hanno potuto accertare che l’uomo deteneva 4 esemplari da poco abbattuti di frosone, specie selvatica protetta.
Il cacciatore è stato quindi denunciato alla Magistratura per l’abbattimento di animali appartenenti a specie non cacciabile, reato per il quale è prevista l’ammenda fino a 1549 euro, ed è scattato anche il sequestro della selvaggina uccisa e dall’arma usata per l’abbattimento.
All’uomo è stata inoltre contestata la violazione dell’art. 650 del codice penale, per essersi dato alla fuga, nonostante l’intimazione di alt da parte degli Agenti. In questo caso è previsto l’arresto fino a tre  mesi o un’ammenda fino a 206 euro.

IL CITTADINO

30 OTTOBRE 2009

 

Siamo nel XXI secolo e macelliamo gli ovini sgozzandoli 

 

È triste apprendere che nella nostra provincia esista un mattatoio (nel Comune di Caselle Lurani) dove si pratichi la macellazione rituale, quella islamica, dove gli animali (in questo caso ovini) vengono uccisi per sgozzamento a mezzo di coltello. Non è il solo posto nel Lodigiano in cui avviene tale genere di pratica assai dolorosa per l’animale (non rispettando certamente le norme di legge che per la pratica di macellazione chiedono di far soffrire il meno possibile il soggetto, facendo sì che la morte sopraggiunga in modo istantaneo). Non mi si venga però a dire di rispettare le culture altrui, perché, a casa nostra, caso mai, sono gli altri che devono rispettare la nostra. Dopo questa riflessione, mi sorge spontanea una domanda: ma viviamo tutti consapevolmente nel XXI secolo? Credo sia ora di aggiornarci, indipendentemente dal credo religioso a cui apparteniamo (senza eccezioni per nessuno!). Utopia? Gianpaolo Reguzzi Codogno


ROMAGNA OGGI

30 OTTOBRE 2009

 

Animali, Corradi (Lega): "No alla macellazione senza stordimento preventivo"

 

Emilia Romagna - Il consigliere della lega nord Roberto Corradi ha presentato una risoluzione che impegna la Giunta regionale a vietare le macellazioni rituali che non siano accompagnate dallo stordimento preventivo degli animali, da praticare con metodi uguali a quelli imposti per le macellazioni non rituali. A differenza della macellazione ordinaria, infatti, la macellazione rituale avviene per sgozzamento, - sottolinea Corradi - senza che sia praticato lo stordimento preventivo dell'animale. Gli esiti di uno studio commissionato dai ministri dell'agricoltura inglese e neozelandese - aggiunge - avrebbero evidenziato che tali pratiche sono estremamente dolorose per l'animale, mentre se l'abbattimento è preceduto da stordimento i segnali encefalici corrispondenti al dolore scompaiono. Lo studio, effettuato su vitelli a cui era stato somministrata "un'anestesia minima con alotano, affinchè non provassero dolore ma generassero gli stessi segnali elettrici del dolore per dimostrare scientificamente come avrebbero sofferto se fossero stati vigili al momento dell'abbattimento rituale", avrebbe dimostrato che sono i nervi recisi della gola ad inviare i segnali di dolore dal momento dello sgozzamento alla morte e non la perdita di sangue e che quando lo stordimento avviene 5 secondi dopo l'incisione tali segnali scompaiono istantaneamente.I rappresentanti della religione islamica - scrive il consigliere - sostengono invece che anche lo stordimento nuoce all'animale, mentre il taglio della gola sarebbe così rapido da fungere esso stesso da stordimento, ma la ricerca smentisce scientificamente questa tesi.Di qui la richiesta di vietare le macellazioni rituali e di sollecitare i servizi veterinari delle Ausl affinchè monitorino e sorveglino attentamente i luoghi deputati alle macellazioni rituali per sincerarsi del puntuale rispetto della normativa vigente in materia.


LOCALPORT

30 OTTOBRE 2009

 

Operazione di salvataggio per una femmina di cigno

 

Montalto Dora  (TO) - Una femmina di Cigno Reale dell’età di oltre 20 anni è stata recuperata a Montalto Dora, dagli agenti faunistico-ambientali del Servizio di Tutela della Fauna e della Flora della Provincia di Torino. L'animale, dopo la morte di coloro che lo accudivano, rischiava di deperire rapidamente. Allertati da alcuni cittadini di Montalto, gli agenti sono intervenuti e, dopo aver catturato l'animale, lo hanno liberato, in accordo con l'Ufficio Tutela Animali della Città di Torino, nel laghetto piccolo del parco della Pellerina. Il laghetto ospitava da tempo un cigno maschio, rimasto solo dopo la morte della compagna. La speranza è che ora possa costituirsi una nuova coppia, con un auspicabile successo riproduttivo.


IL SECOLO XIX

30 OTTOBRE 2009

 

Lupi, rischio estinzione«Stop al bracconaggio»

Gli esperti: necessario rivedere il sistema delle aree protette, non è mai stato un animale pericoloso per l'uomo

 

Annalisa Rimassa

 

Era tornato nella speranza che, oltre a un ambiente favorevole, trovasse vicini di casa disposti ad accettarlo per quello che è: un animale non pericoloso. Invece, il lupo il canis lupus dai celebri occhi gialli, dopo oltre un ventennio di vita nell'Appennino Ligure-Piemontese, a nord-est di Genova, rischia di nuovo grosso. Bracconaggio e, soprattutto, un inadeguato disegno dei parchi naturali lo espone ancora alla scomparsa: le aree protette dovrebbero essere ridisegnate, dicono gli esperti, in modo che anche il lupo possa comodamente vivere in un ambito protetto adatto alle sue famiglie.
Il che significa anche tenere lontani i cacciatori di daini e cinghiali, cibo prediletto del lupo, da porzioni forse più ampie di territorio: «Altrimenti - spiega Alberto Meriggi del Dipartimento di biologia animale dell'Università di Pavia, esperto del gruppo creato dalla Regione per la salvaguardia del lupo - da una fase positiva degli anni ultimi anni, le popolazioni diminuiranno ancora». Sono le tracce di escrementi, la predazione degli ungulati, selvatici, dal cinghiale al daino, la presenza dei lupi agli osservatori. Infatti, è ben difficile che un lupo, animale schivo e timido per natura, solitario e pauroso, si avvicini a un gitante così come potrebbe fare un cinghiale.
Il lupo minacciato ora dal bracconaggio, ora dai preconcetti che lo vogliono brutto e cattivo, è un'eterna vicenda che attraversa tutte le epoche: «Purtroppo l'attività di bracconaggio incide pesantemente sulla popolazione, mantenendola in uno stato di minaccia», sottolinea Meriggi. Quindi quelle famiglie che stando alle ultime ricerche scelgono soprattutto la provincia di Genova per adattarsi, si ritrovano da forti come'erano negli ultimi decenni di nuovo sotto tiro: «Si tratta di una situazione altalenante - precisa lo studioso - in cui la prevenzione è utile. La popolazione dei lupi si è ricostituita dopo un periodo di crisi, ma servono altre misure per tutelarla.
I parchi e le riserve naturali della Liguria, è ancora l'osservazione degli esperti, «pur avendo all'interno zone ad elevata idoneità, lasciano scoperte vaste porzioni di territorio idoneo al lupo». Insomma, non bastano l'educazione e l'informazione a proteggere gli animali, ma servono anche confini ben diseganti sulla mappa: «Sarebbe auspicabile - annota lo scieziato - una revisione del sistema di aree protette della Liguria che tenga conto anche delle necessità di conservazione del lupo».
Ne ha passate tante il nemico di cappuccetto Rosso: «A ovest del fiume Trebbia le tracce, seppure ancora presenti, si sono fatte alquanto sporadiche», avvertiva qualche anno fa Claudio Gnoli dal sito dell'ente parco della regione Piemonte che d'accordo con la Liguria tutela il celebre principe dei boschi. E ancora: «Nel Parco regionale dell'Áveto, vicino al confine con la provincia di Parma, invece, sono stati trovati segni regolari di presenza e prove dell'avvenuta riproduzione». Il perché di questa rarefazione, già allora era da imputare agli stessi individui: gli umani. La situazione dei lupi è sempre a rischio. Comparso negli anni Ottanta, minacciato da vicinissimo negli anni Novanta quando vennero trovati ben otto esemplari avvelenati nell'appennino, il lupo era quasi sparito. Ritornato grazie ad animali arrivati dall'Appennino Tosco-Emiliano-Romagnolo fuori Liguria, ha ricostituito i suoi branchi. «Sfatando - avverte ancora Meriggi - il mito secondo cui i lupi sarebbero stati immessi in Liguria da chissacchi». Invece, sono gli animali stessi che arricchiscono le loro stesse popolazioni. In Liguria, la specie dà traccia di sé soprattutto d'inverno: «In questo periodo dell'anno le zone occupate dal lupo in Liguria sono risultate sostanzialmente due, - è il rapporto stilato da Meriggi , Alberto Milanesi e altri esperti - di cui la prima di 469 km2, limitata alla provincia di Imperia e zone limitrofe situate in Francia e in Piemonte e la seconda, di 2295 km2, comprendente quasi tutta la parte montana della provincia di Genova e la porzione più nord-occidentale della provincia di La Spezia».
Ad attirare il lupo sono i vitelli, le capre e le pecore: Ma, niente paura: i pascoli più golosi per un lupo sono quelli vasti, complessi, almeno a 600 metri d'altezza e attorniati da zone di prateria e aree incolte.


IL SECOLO XIX

30 OTTOBRE 2009

 

E l'airone rosso riprende a volare nel cielo di Voltri

Curato a Sampierdarena

 

Sanpierdarena (GE): ALLA FINE l'airone rosso è tornato a volare nel cielo di Voltri. Ali spiegate al vento, le lunghe zampe distese, ieri mattina ha ripreso il suo viaggio verso l'Africa, a caccia di caldo. E pensare che tre giorni prima l'avevano visto incastrato in un'intercapedine di un muro qualunque, di un palazzo come ce ne sono tanti, in via Sampierdarena. Era stato un abitante a segnalarlo all'Enpa di Rossana Zanardi: lo aveva visto sbattere con le grosse ali e con il becco allungato contro le pareti di quella rientranza, quel vano stretto tra la fila delle finestre e la grondaia.
«Venite, presto, c'è un animale strano», aveva detto al centralino dell'Enpa per il recupero degli animali selvatici, calcando bene la cantilena, cifra vocale dei nati sotto la lanterna: strano l'airone rosso (ben diverso dall'airone cinerino, presenza abituale dalle nostre parti), lo è per davvero. Forse gli era apparso come l'albatro della poesia: elegante in aria, ma goffo in terra. Figuriamoci nella nicchia di un muro. È un attimo, i volontari dell'Enpa corrono. Lo trovano sfinito, relegato in quello spazio angusto. Stanco per il volo, che l'ha portato forse dalla Germania, forse - più semplicemente - dalle risaie della Lombardia.
L'Africa deve essergli sembrata ancora più lontana, negli occhi di quegli uomini e di quelle donne che si affannavano a curarlo. E lui, l'airone rosso (nella foto scattata dai volontari dell'Enpa), deve essere parso a tutti i volontari secco e disidratato, bisognoso di cure e di nutrimento, un cucciolo cresciuto perso sulla rotta dell'estate.
Non è bastata una flebo idratante, a fargli riprendere vigore. Ci sono voluti tre giorni di cure, a volte insistendo un po', come si fa con i bambini che non vogliono mangiare. Poi, ieri mattina, la decisione presa di comune accordo: ce la può fare, liberiamolo. L'airone rosso viene messo in una scatola di legno e portato sulla spiaggia di Voltri. Fa qualche passo fragile sulle lunghe gambe, passa davanti a un airone cinerino "piantato" nel suo territorio. Lui, il "rosso", non fa una piega. Non lo guarda neanche e tira dritto, troppo forte è il richiamo di quel viaggio, di un ritardo da azzerare.
Fa qualche passo verso il mare, immerge le zampe nell'acqua, sfiora i ciottoli. E poi, miracolosamente, si stacca.
Abbandona le onde, lascia tutti in spiaggia a guardare il suo decollo per i Paesi caldi, come si diceva un tempo. Lascia tutti giù per terra, a dividersi il senso di una nuova nostalgia.


IL TIRRENO

30 OTTOBRE 2009

 

Strage di gatti in via don Bessi a Iolo

 

Martina Rafanelli

 

Iolo (PO) - Strage di gatti a Iolo. Da domenica a oggi ne sono morti già quindici e secondo il veterinario che si sta occupando del caso si tratterebbe di avvelenamento. La colonia di 30 gatti di via Bessi, censita dal comune col numero 419, si è già dimezzata e la strage potrebbe continuare. Terribile l’effetto del veleno, che uccide lentamente, provocando emorragie interne e il cui unico antidoto è una dose di vitamina K, efficace solo se l’animale è soccorso per tempo. Si profila quindi un chiaro agguato doloso alla colonia, che ha spinto i gestori della stessa a denunciare l’accaduto. «Dati i risultati delle autopsie - spiega Melissa Pelagatti, una dei gestori della colonia - abbiamo già denunciato il fatto a polizia e carabinieri visto che si tratta di un reato penale». Secondo Melissa Pelagatti il veleno sarebbe stato inserito in dei bocconcini appetitosi lasciati sul posto durante la notte. Resta un mistero per adesso chi possa essere il malfattore.  Ad aggravare l’accaduto il fatto che i giardini pubblici, luogo di maggior aggregazione per i gatti, di giorno sono frequentati da persone con altri animali, soprattutto cani, e da molti bambini, esposti anch’essi al rischio di ingerire il cibo avvelenato.


GAZZETTA DI REGGIO

30 OTTOBRE 2009

 

Proteste e controlli per il caso del cane bastonato dalla padrona

 

Miriam Figliuolo

 

LUZZARA (RE). La vicenda del piccolo Billy, cane meticcio preso a bastonate dalla sua proprietaria, sorpresa e denunciata dai carabinieri, ha sollevato in pochi giorni le proteste del mondo animalista di tutta Italia. Numerose le e-mail e le telefonate giunte in redazione. Gli animalisti denunciano «la logica perversa» dei fatti e gridano il loro «sconcerto».  «Non era meglio consegnare il cane a un’associazione animalista? Chi ci garantisce che la signora non maltratti di nuovo il cane o, peggio, lo faccia sparire?»: un commento per tutti, quello di Patrizia Pelletti. E c’è persino chi si offre di prendere in affidamento il cane.  Molte le e-mail «fotocopia» sul modello di quanto è accaduto, a più riprese, dopo il caso del contestatissimo allevamento di cani Morini a San Polo. Tutte queste fanno riferimento («per attivarsi, chiedere info e protestare con civiltà») al Comune di Gualtieri, quello di residenza della donna denunciata, una badante 40enne di Trento.  «Per il momento non ho ricevuto telefonate e non mi risultano problemi “d’intasamento” al sito del Comune», dice Massimiliano Maestri, sindaco di Gualtieri.  Anche lui è stato attivato dai militari dell’Arma di Luzzara subito dopo la vicenda, insieme ad Ausl e carabinieri di Gualtieri.  «Non so chi abbia scelto di riconsegnare il cane alla proprietaria - prosegue Maestri - Personalmente la prima cosa che io avrei fatto sarebbe stata allontanarlo. Comunque ora anche noi ce ne stiamo interessando. La polizia municipale fa controlli pressoché quotidiani alla signora. Uno anche stamane (ieri, ndr). Il cane risulta ben tenuto e in buona salute. Ma appena dovesse risultare che così non sia, farò allontanare io l’animale».  A Luzzara, territorio nel quale è avvenuto il maltrattamento denunciato, la situazione sembra altrettanto tranquilla, se non per una «particolare» richiesta d’informazioni al sindaco: «Me le ha chieste, in via del tutto personale, una funzionaria della presidenza del Consiglio», racconta Stefano Donelli; anche lui si dice «scandalizzato» dall’accaduto.  «Un comportamento che condanno - spiega - Non posso che rimanere a disposizione per qualsiasi novità». Anche se è chiaro che, sul caso, non c’è molto che possa fare.  Anche la pattuglia dei carabinieri di Luzzara che, qualche giorno fa, ha sorpreso e denunciato la donna, ha già fatto visita a Billy: i militari volevano accertarsi delle sue condizioni; la proprietaria, scoppiata in lacrime, si sarebbe dimostrata sinceramente pentita di quanto aveva fatto. Il referto del veterinario che ha visitato il cane dopo le bastonate evidenziava che l’animale non era in pericolo di vita: quest’ultimo elemento, in particolare, avrebbe evitato alla donna la perdita del proprio animale.


CORRIERE DI AREZZO

30 OTTOBRE 2009

 

Dottori a quattro zampe in oncologia.

Due volte alla settimana l’associazione Gaia fa visita ai pazienti del San Donato. Olivia e Nina le protagoniste della pet terapy sponsorizzata dal Calcit.

 

AREZZO - Il loro arrivo in oncologia porta subito allegria e voglia di comunicare. Anche in un reparto in cui la voglia sarebbe un’altra. Olivia, un labrador, e Nina, un bassotto, comnquistano subito l’attenzione di tutti. Dalla hall, alla sala d’aspetto, fino all’hospital day. Dottori a quattro zampe che riescono a regalare un sorriso ai pazienti del centro oncologico. Un servizio che funziona da tre anni e che con l’arrivo del nuovo primario Sergio Bracarda è stato intensificato, tanto che adesso la pet terapy viene fatta due volte alla settimana. Tutti i martedì e giovedì mattina. “I cani sono dei facilitatori comunicativi per eccellenza - dice il dottor Paolo Omizzolo, responsabile del servizio veterinario della Asl e promotore del servizio - basta essere con loro che la gente subito si avvicina per scambiare due chiacchiere. Io posso stare per ore seduto su una panchina senza che nessuno mi guardi, ma se ho un cane la cosa cambia.” E Olivia e Nina, sono anche due professioniste. “Sono cani scelti anche per i loro caratteri neutenici - spiega Omizzolo - sono particolarmente rotonde, hanno orecchie basse e occhi grandi. Tutti fattori che tranquillizzano e favoriscono un approccio positivo. In più fanno esercizi che servono a far parlare la gente e anche a farla sorridere. E in un reparto come oncologia è molto importante. Per un attimo i pazienti lasciano da parte tutti gli aspetti negativi della loro esistenza e si concentrano solo su questo momento sereno. E’ una goccia nel mare, ma serve.” E ogni martedì e giovedì i pazienti del centro oncologico apsettano questa pausa di relax. “Il gruppo della pet terapy ha sempre un’ottima accoglienza - dice l’infermiera Donatella Nardi - i pazienti sono molti affezionati a questi animali. Alcuni li vengono a trovare anche dopo che hanno finito la terapia. Prima di iniziare questo servizio abbiamo mandato un questionario tra i pazienti e anche qui la risposta è stata positiva.” A contatto con i degenti insieme a Nina, Olivia e ad altri cinque cani ci sono gli operatori dell’associazione Gaia: Maria Elena Bisconti, le psicologhe Elisa Bartolini e Ilaria Caremani ed altri tre operatori. Sei persone in tutto che si alternano nel reparto per portare un sorriso ai vari pazienti. “All’inizio non è stato facile - dice Maria Elena Bisconti - portare i cani in ospedale creava qualche problema. Ma adesso l’accoglienza è davvero ottima e questo grazie anche ai medici e agli infermieri che hanno creduto subito nella pet terapy e ci hanno aiutano a portarla anche in questo reparto. Il nuovo primario Bracarda, addirittura ha voluto raddoppiare il nostro intervento.” Un intervento reso possibile dal Calcit che ha sponsorizzato l’intera operazione e che regala ogni martedì e giovedì un’ora di serenità ai pazienti del centro oncologico, grazie all’arrivo dei cani dell’associazione Gaia. “Sono soggetti - spiega Bisconti - addestrati con il metodo dolce da Massimo Campini e non lavorano mai più di un’ora al giorno. Li alterniamo sempre nei nostri servizi, perché per loro questo intervento è molto stressante.”


VIRGILIO NOTIZIE

30 OTTOBRE 2009

 

Cina: 46 coccodrilli fuggiti da un allevamento

Sull'isola di Hainan, autorita' locali esortano a mangiarli

 

'Mangiateli pure', dicono le autorita' locali agli abitanti dell'isola cinese di Hainan riguardo 46 coccodrilli fuggiti da un allevamento. Lo riporta oggi il sito cinese d'informazione Hinews.cn. Dalla scorsa settimana, quando gli animali sono fuggiti da una fattoria, gli abitanti di Changfeng ne hanno catturati dieci e uccisi otto, ma ne restano ancora in liberta' 28. Per questo il governo ha pensato di offrire una ricompensa di 200 yuan (circa 20 euro) per ogni coccodrillo catturato.


PEACE REPORTER

30 OTTOBRE 2009

 

CINA COCCODRILLI IN FUGA

Gli animali sono scappati da un'azienda agricola, creando il panico nella città di Changfen

 

Coccodrilli in fuga in Cina. Secondo quanto riportato oggi dal sito cinese d'informazione Hinews.cn, la scorsa settimana quarantasei coccodrilli sono fuggiti da un'azienda agricola di allevamento nella città di Changfen.
In un primo momento sul numero degli animali che erano riusciti a scappare si era creato un giallo. L'azienda agricola, forse per timore di multe, aveva denunciato la scomparsa solo di otto coccodrilli. La stima però da subito aveva suscitato dubbi e perplessità tra gli abitanti della zona che si erano rivolti ad un ente locale per avere maggiore chiarezza. In seguito all'indagine, i padroni dell'allevamento hanno dovuto ammettere la fuga di ben quarantasei coccodrilli. Di questi dieci sono già stati catturati e otto uccisi, ma altri ventotto rimangono in libertà. Il governo per velocizzare le ricerche e riportare la situazione all'ordine, ha offerto una ricompensa di 200 yuan, circa venti euro, per ogni coccodrillo catturato.


CORRIERE DELLA SERA
30 OTTOBRE 2009
 
Le autorità: «Potrebbero portare malattie». Gli ambientalisti: «Basterebbe visitarli»
La strage dei cammelli che nessuno vuole
Trasportano merci di contrabbando attraverso i deserti africani. Alle porte di Israele vengono legati e massacrati
 
GERUSALEMME – Le navi del deserto sono vascelli fantasma. Centinaia di cammelli. Abbandonati. Arrivano dall’Africa carichi d’armi, di droga, di sigarette, guidati dagli spalloni. Servono a contrabbandare lungo le carovaniere che risalgono dal Sudan, dal Sinai. Portano merci proibite nelle oasi beduine, o all’ingresso dei tunnel per Gaza. Scaricano i loro tesori. E poi vengono lasciati al loro destino. A cercare acqua e cibo. A vagare per le spianate del Negev, le sabbie desertiche di Paran, le dune rocciose di Agur. A vagabondare lungo il confine tra l’Egitto e Israele, 266 chilometri. Camminando senza meta. Ruminando sperduti. Resistendo allo stato brado per settimane, mesi. Finché non s’imbattono in qualche guardia di frontiera. Che ha l’ordine di bloccarli. Di legarli per le zampe. E d’abbatterli sul posto.
LA PROTESTA ANIMALISTA - Si uccidono così anche i cammelli. E i dromedari. In uno degli angoli più pattugliati del Medio Oriente, dove la caccia è soprattutto al clandestino o al terrorista, dov’è facile morire per gli uomini e figurarsi se preoccupano gli animali, da anni si consuma una strage silenziosa. Trecento cammelli ammazzati nell’ultimo anno, denunciano gli ambientalisti di «Let the Animals Live». Il ministero dell’Agricoltura israeliano dice che non si può far altrimenti: «Il problema principale è tutelare la salute pubblica. Queste bestie entrano dall’Egitto, ma non sappiamo esattamente da dove vengano. Non hanno marchio. Spesso portano infezioni come la febbre della Rift Valley, pericolosa anche per l’uomo, perché provoca cecità e in certi casi è mortale. Impossibile fare prevenzione, in un’area tanto vasta. Ed è un problema anche restituirle agli egiziani, raccomandando di tenerle sotto custodia: al Cairo prendono la faccenda come un atto di sfiducia nel loro servizio veterinario. L’esercito israeliano non ha l’ordine d’ucciderle, però a volte è l’unica scelta possibile».
«STRAGE SENZA SENSO» - E’ più facile che un cammello passi per la cruna d’un ago, piuttosto che entri nel territorio d’Israele. Ma tanta severità indigna gli ecologisti: «Da secoli – dice Etti Altman, che sulla questione ha presentato un dossier a Gerusalemme -, migliaia di cammelli sono transitati per quei deserti. E nessuno ha mai lanciato allarmi d’infezioni gravi. I beduini li usano da sempre. Questa strage è senza senso e nasconde ben altri obbiettivi. Primo fra tutti, quello di colpire i contrabbandieri d’armi e i traffici verso Gaza». Le proteste sono numerose, le richieste altrettante. Alcune drastiche: come la proposta di costruire una barriera di filo spinato lungo il confine, «perlomeno in corrispondenza delle oasi e delle aree verdi, le cose che più attraggono i cammelli». C’è anche chi vorrebbe fossero istituiti centri di quarantena, gestiti in cooperazione tra Israele ed Egitto, dove tenere gli animali in osservazione prima di riportarli in altre zone lontane dal confine.
GOVERNI ASSENTI - Né il governo Netanyahu, però, né Mubarak hanno voglia di spendere soldi in questo progetto. E soprattutto lo considerano inutile: «Nella maggior parte dei casi – rispondono dal ministero dell’Agricoltura israeliano -, i sintomi delle malattie dei cammelli non sono visibili. Puoi tenerli in quarantena quanto vuoi, e puoi stare certo che le infezioni si propagano ugualmente». Anche l’Egitto s’è mostrato indifferente alla questione: il cammello non è considerato un esemplare da proteggere, non è aggressivo, e non importa molto che ve ne siano migliaia senza padrone. La settimana scorsa, i militari israeliani hanno catturato una piccola mandria. Per una volta, hanno provato a riportarli oltreconfine: poche ore dopo, erano già ritornati sulle loro orme.

Animalieanimali

30 OTTOBRE 2009

 

IN VENETO TAR BLOCCA CACCIA IN DEROGA E CALENDARIO SPARI!
Andrea Zanoni presidente della LAC del Veneto chiede le dimissioni dell’assessore regionale all’Istruzione e Caccia, la cacciatrice vicentina Elena Donazzan.

 

Il TAR del Veneto con due distinti provvedimenti ha accolto i due ricorsi della LAC – Lega Abolizione Caccia, rappresentata dagli avvocati Claudio Linzola del foro di Milano, Maria Caburazzi del foro di Venezia e Massimo Rizzato del foro di Vicenza, contro la caccia in deroga agli uccelli protetti e contro il calendario venatorio stagione 2009/2010.
Il primo ricorso, sospeso con ordinanza n.971/2009 del 29/10/2009 – N.R.G.2035/2009 (Cf. comunicazione del TAR in allegato), riguardava il calendario venatorio - stagione 2009/2010, approvato con delibera 2141 del 14/07/2009, in particolare veniva contestato: 1) l’uso del piccione domestico quale richiamo vivo per la caccia ai Colombacci che per legge è vietato; 2) la deturpante caccia vagante con i cani anche a dicembre e gennaio quando i terreni sono ghiacciati e gli uccelli selvatici sono allo stremo con picchi di mortalità che fanno rabbrividire; 3) la possibilità di immissione della Pernice Rossa specie alloctona ed estranea alla fauna locale che potrebbe anche ibridarsi a specie autoctone con un conseguente inquinamento genetico; 4) la caccia a specie sempre più rare come il Combattente, un uccello molto appariscente che vive nelle lagune e la Moretta, una piccolissima e bellissima anatra selvatica.
Il secondo ricorso presentato oggi al presidente del Tribunale del TAR in “inaudita altera parte”, sospeso con Decreto Cautelare dello stesso presidente, n.986/2009 di oggi 29/10/2009- N.R.G. 2106/2009 (Cf. comunicazione del TAR in allegato), riguardava la cosiddetta caccia in deroga per la stagione 2009/2010, approvata con delibera 2993 del 6/10/2009, dove veniva contestata la caccia di Storno, Pispola, Fringuello e Peppola, tutte specie protette dalla legge statale e dalla Direttiva Comunitaria n. 409/79/CE, l’abbattimento delle quali è considerato reato dalla legge sulla caccia.
Nel ricorso veniva evidenziata l’illegittimità del provvedimento in quanto privo del parere dell’ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che con una circolare del 29/09/09, aveva sottolineato che la caccia in deroga voluta dalla regione Veneto non rispetta la legge per i seguenti motivi: i quantitativi abbattibili non sono stati calcolati secondo la procedura di legge, non vi sono i necessari controlli, non viene prevista la registrazione immediata degli uccelli uccisi, i cacciatori non sono stati sottoposti a specifici test, le specie oggetto di caccia in deroga sono in uno stato di conservazione sfavorevole, non sono state seguite le procedure previste dalla conferenza Stato/Regioni del 2004 su questa materia.
“Questa è una giornata memorabile – ha dichiarato Andrea Zanoni presidente della LAC del Veneto – oggi abbiamo ripristinato un minimo di legalità nella caccia in Veneto attualmente gestita prevalentemente a scopo elettorale e propagandistico, nel prossimo weekend i cacciatori finalmente dovranno rinunciare alle regalie della regione.
Oggi è stato finalmente demolito anche il “Lodo Galan” che consentiva l’immunità dei cacciatori veneti dal reato di bracconaggio previsto in tutto il resto d’Italia nei confronti di chi uccide specie protette.
Questo doppio siluro del TAR del Veneto contro la Giunta Galan ci consente di chiedere senza indugio le immediate dimissioni dell’assessore all’istruzione e caccia Elena Donazzan.”


CORRIERE DELLA SERA

30 OTTOBRE 2009

 

I primi sono stati due labrador, Lucky e Flo

Cani in missione anti-pirateria

Sanno fiutare il policarbonato: è la nuova frontiera della lotta contro il contrabbando di film e cd copiati

 

MILANO - Ruca è un cane poliziotto della Guardia Nazionale Portoghese con una missione speciale: combattere la pirateria di cd e dvd. Infatti non è stato addestrato per scoprire droga o esplosivo, ma policarbonato, e sostanze plastiche di cui sono composti i dischi. Insieme ad altri colleghi a quattro zampe, sparsi nel mondo (ne esistono in Malesia, in Messico e in America), hanno imparato a girare per mercati e vie sospette e a scovare pile di materiale contraffatto. È la nuova frontiera della lotta contro il contrabbando di film e cd copiati, che ha messo in ginocchio l’industria mondiale discografica e cinematografica (solo in Italia si calcola un giro d’affari di 2 miliardi e mezzo di euro).

ADDESTRATI IN EUROPA - I primi labrador a imparare questo nuovo mestiere, sniffare compact disc e dvd, sono stati due labrador, Lucky e Flo. Non sono stati reclutati dall’Fbi o dalla Cia, ma da Dan Glickman, presidente dell’Associazione dell’Industria cinematografica statunitense (la Mpaa). Erano due cani abbandonati in un canile del nord Irlanda e avevano due anni di età. Il loro allenatore, Michael Buchan, vicedirettore dell’intelligence della Mpaa, all’inizio non credeva in questo nuovo metodo e per primo è rimasto sorpreso dal risultato: «Ovviamente - spiega - gli animali non riescono a distinguere dischi originali da dischi falsi, ma laddove c’è il sospetto di contraffazione danno una grossa mano per scovare enormi quantità di materiale nascosto». La Mpaa ha patrocinato una tournée dei due cani in Usa e in Europa per sensibilizzare il mondo al problema della contraffazione di opere intellettuali.

 

VIDEO

http://www.corriere.it/animali/09_ottobre_30/cani-anti-pirateria-areddia_f0324d46-c53f-11de-bfa4-00144f02aabc.shtml


IL CITTADINO

30 OTTOBRE 2009

 

Niente aste bovine ma compaiono anche animali “esotici” 

La zootecnia è in crisi e la Fiera organizza l’edizione “alternativa”

 

Luisa Luccini

 

Codogno (LO) - Sempre più “alternativa” la Fiera dell’agricoltura di Codogno. Dove, accanto alle vacche Frisona o Brunalpina, ci saranno anche cavalli, conigli, galline ornamentali e perfino qualche esemplare di lama. In tempi di crisi per il settore zootecnico, la parola chiave per garantire comunque il successo della Fiera sembra essere una sola: diversificare.Perché solo così si può lenire la “ferita” di una manifestazione che quest’anno non avrà né asta bovina né asta suina. Coordinatore organizzativo della 219esima edizione di Fiera, Giovanni Ferri ne è convinto: «Il carattere polivalente della Fiera di Codogno è la forza di questa manifestazione. Quella di Codogno è una fiera che piace». La conferma arriva proprio dalle prenotazioni degli spazi espositivi. «Se va avanti così, avremo il pienone - commenta Ferri -. Codogno sembra baciata dalla fortuna: altre Fiere hanno registrato flessioni e difficoltà a reperire espositori, noi invece ci siamo allargati come spazi e arriveremo comunque a riempirli». Non che tutto sia “rose e fiori”. Il reparto zootecnico, anche a Codogno, soffre.La cancellazione dell’asta bovina ne è una riprova. «Con il prezzo del latte pagato poco dall’industria di trasformazione, gli allevatori oggi non hanno soldi e convenienza a partecipare ad un’asta bovina - spiega Ferri -. Abbiamo preferito cancellare l’evento, sostituendolo però con una manifestazione storico-culturale, un “revival” di immagini e testimonianze di quei campioni bovini riproduttori che nei decenni hanno contribuito a far fare il salto di qualità alla zootecnia lodigiana». Sottotono sarà poi anche l’esposizione suina: più che la crisi (che comunque attanaglia anche questo settore), stavolta sembrerebbero state diatribe interne alla Associazione provinciale Allevatori a causare l’assenza sia dell’asta suina che dei concorsi di categoria. Di fronte a questi inconvenienti, la Fiera (in programma il 17 e 18 novembre) non si è però persa d’animo. E ha indossato una veste alternativa. In cui bovini e suini saranno sempre i “perni” portanti della kermesse. Affiancati però da altri settori di punta. Quello dei bovini da carne, ad esempio: partito in via sperimentale lo scorso anno, adesso avrà in Fiera una sua mostra “ad hoc”. Di novità sarà poi l’esposizione di torelli riproduttori inscritti al libro genealogico Spazio di prestigio poi agli equini: al mercoledì di Fiera si preannunciano caroselli ed esibizioni di gran richiamo. E poi ancora i conigli, che in Fiera avranno il loro primo concorso interregionale, se non le esibizioni di cani da pastore (australian kelpie e border collie). Quindi galline ornamentali. Perfino qualche esemplare di lama. Senza dimenticare le esposizioni artigianali e dell’agro-alimentare. Come sempre di grande attrattiva saranno le manifestazioni collaterali: quest’anno le attese sono per la sfilata storica dei mezzi agricoli di trasporto di una volta.


IL CITTADINO

30 OTTOBRE 2009

 

Villanova all'appello manca però un rettile molto velenoso sfuggito prima dell'arrivo degli agenti della Forestale

Serpenti esotici abbandonati nei campi

Tre boa, altrettanti pitoni e due vipere gettati in una roggia asciutta 

 

Davide Cagnola

 

Villanova (LO) -  Ritrovati sette serpenti in aperta campagna. Qualcuno li aveva gettati in una roggia asciutta, sperando forse che morissero di freddo prima che qualcuno potesse scoprirli, invece un agricoltore li ha visti e ha lanciato l’allarme. Si tratta di tre boa constrictor, altrettanti pitoni bianchi (di cui uno già morto) e una vipera lampropeltis, considerando solo quelli che sono stati effettivamente ritrovati, mentre nei campi potrebbe essere rimasta una vipera delle sabbie, un rettile che, a differenza degli altri, è molto velenoso. In circolazione non dovrebbero essercene altri.«Ero venuto per controllare la crescita dell’orzo - spiega Michelangelo Daccò, dell’azienda agricola Bosarda - e dal trattore ho visto quelle scatole nel fosso. Ho pensato che fossero rifiuti, capita spesso di trovarli, ma quando ho guardato meglio ho visto che c'erano dei serpenti in giro. Erano almeno tre, si muovevano lentamente per il freddo. Non potevo credere ai miei occhi». L’uomo ha chiamato subito i carabinieri, che a loro volta hanno contattato il corpo forestale dello Stato. Gli animali erano piccoli. I boa avevano circa tre mesi di vita, i pitoni e gli altri circa un anno. Il più lungo era poco meno di un metro. Sembra che siano stati gettati la notte precedente, quella fra mercoledì e ieri: sulle scatole di plastica c’era l’etichetta con il nome scientifico del rettile e il prezzo, dai 70 ai 150 euro. Accanto c’era anche uno scontrino “staccato” il giorno precedente in un negozio di Sant’Angelo, ma se questo appartenga alla persona che li aveva abbandonati deve ancora essere chiarito. Sul posto, nelle campagne di Bargano a pochi metri dalla provinciale 235, sono intervenuti i carabinieri di Sant’Angelo, i medici del dipartimento veterinario dell’Asl e la Forestale, con gli ispettori capo Cesare Mulazzi e Mario Costa, per capire la provenienza di quegli animali. «Ci trovavamo al circo Martini (alle porte di Lodi sulla tangenziale, ndr) per un controllo sugli animali - spiegano gli ispettori della Forestale - e così, quando abbiamo ricevuto la segnalazione, abbiamo chiesto l’aiuto del loro domatore di serpenti». Proprio il ragazzo del circo è sceso nel fosso per recuperare i rettili, dando un grande aiuto alle forze dell’ordine. Ora verranno affidati a lui per alcuni giorni (quello morto è stato consegnato all’Asl), mentre verrà fatta la comunicazione di reato alla procura per maltrattamento e abbandono.All’inizio la Forestale ha sospettato che gli animali fossero stati lasciati da qualcuno che li aveva acquistati di recente, forse un mese fa in un negozio specializzato, e ora non sapesse come disfarsene. Invece in serata si è scoperto che potrebbero essere provento di furto: alcuni giorni prima, infatti, era stato compiuto un furto al rettilario di Monteleone, nel Cremasco, così è stata contattata la titolare (che aveva sporto denuncia) per farla venire a Lodi e confrontare gli animali, per capire se fossero proprio i suoi quelli ritrovati alle porte di Sant’Angelo.Le indagini proseguiranno nei prossimi giorni.


TISCALI ANIMALI
30 OTTOBRE 2009
 
Ultimo saluto: scimmie al funerale della loro decana
 
 
30 ottobre 2009. Anche le scimmie sanno come dire addio: una ventina di scimpanzé in una riserva del Camerun hanno reso omaggio in perfetto silenzio alla salma della loro decana, una scimmia di nome Dorothy, che veniva preparata per il funerale in una riserva del Camerun.
La foto, scattata da Monica Szczupider ,è stata pubblicata sul numero di novembre del National Geographic. Mentre i guardiani della riserva preparavano il corpo di Dorothy per la sepoltura le sue compagne si sono radunate in circolo appoggiate l'una all'altra senza fare alcun rumore.
Lo sguardo degli scimpanzé disegna il dolore degli animali per la morte della loro compagna. Dorothy era la leader di un gruppo di circa 25 esemplari del centro di Sanaga Yong raccolte dai custodi della riserva dopo avere perso le rispettive madri uccise dai cacciatori.

IL TIRRENO

30 OTTOBRE 2009

 

Trovata morta dopo 6 settimane

 

PISA. Ancora un dramma della solitudine. Un’anziana, Daria Baldassarri, è stata trovata morta ieri intorno alle 15 nella sua casa, l’appartamento di un palazzo popolare in via delle Trincere, dietro la sede della polizia stradale, nel quartiere Don Bosco. A vegliarla il suo gattino, rimasto accanto a lei per diverse settimane. Secondo il medico legale, la donna, che aveva 73 anni, era morta più di un mese e mezzo fa. Dovrebbe trattarsi di una morte per cause naturali, ma sul caso ovviamente, com’è rito, la procura ha aperto un’inchiesta, coordinata dal pm Antonio Di Bugno.  La situazione che è stata trovata nella casa lascia pensare però che nella scomparsa dell’anziana signora non sia avvenuto nulla di violento.  Il gattino, rimasto senza cibo per tante settimane, sarebbe riuscito a rosicchiare una scatola di biscottini e altre bustine di cibo per animali e a sfamarsi così in qualche modo.  Ma c’è comunque un sospetto terribile negli inquirenti, e cioè che la bestiola, affamata, in stato di abbandono per così tanto tempo e finite le scorte, possa essersi cibata anche della sua stessa padrona.  A dare l’allarme su quanto era accaduto, per quanto la donna avesse dei parenti, sono stati i vicini di casa dell’anziana signora, che sentivano provenire dall’appartamento un odore nauseabondo e che alla fine avevano sospettato una fuga di gas.  Per altro la donna non veniva vista in giro da settimane. Alla fine hanno fatto due più due ed hanno chiamato i vigili del fuoco.  I pompieri hanno forzato la porta dell’appartamento e, quando sono entrati, si sono trovati davanti ad uno spettacolo terribile.  Il corpo della povera signora era in avanzato stato di decomposizione, per cui non si sa se le lesioni riscontrate in alcune parti del corpo, non attribuibili comunque ad una morte violenta, possano essere riconducibili all’animale, costretto dalla fame.  La salma della sfortunata signora, dopo il nulla osta del pm, è stata rimossa dai volontari della Pubblica Assistenza e composta all’istituto di medicina legale della nostra università, a disposizione dell’autorità giudiziaria.


TARGATO CN

30 OTTOBRE 2009

 

Borgo (CN): un libro dedicato agli imbalsamatori Giuliano

 

Borgo (CN) - Sarà presentato questo pomeriggio, alle 17.30, presso la biblioteca civica Anna Frank di Borgo San Dalmazzo il libro ‘Gli imbalsamatori. I Giuliano, un secolo di attività tassidermistica a Borgo San Dalmazzo’. Il testo, edito da Primalpe, è l’ultimo lavoro di Elena Giuliano, figlia di uno degli ultimi imbalsamatori locali. Nel testo sono raccolte foto e tanti ricordi dell’autrice: i Giuliano si occupavano di questa attività artigianale, che rappresentava una vera e propria arte, quella di far rivivere gli animali, in un periodo in cui non c’erano fotografie e video alla portata di tutti. Prima di Nini, il padre di Elena, già il nonno ed il bisnonno si erano occupati di tassidermia, diventando famosi per la bravura con cui si impegnavano nella loro attività, tanto da vedersi richiedere opere da tutti i più famosi musei del mondo. Alla presentazione del libro, oltre all’autrice interverranno padre Ettore Molinaro, direttore del Museo di Storia Naturale ‘Craveri’ di Bra, che ha anche curato la prefazione del testo, il sindaco di Borgo San Dalmazzo, Pierpaolo Varrone, l’assessore alla Cultura, Luisa Giorda, la rappresentante del gruppo Donne Impresa di Confartigianato, Emanuela Bertone. Il libro sarà presentato anche a Cuneo giovedì 19 novembre, alle 18, nella sala Falco del Centro Incontri della Provincia, in corso dante, 41.


VARESE NEWS
30 OTTOBRE 2009
 
Viva la capra Nera di Verzasca
L’animale, a rischio di estinzione, al centro della cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera

 
Incentivare e sostenere lo sviluppo dell'economia agro-zootecnica legata alla capra nera di Verzasca è l'obiettivo del secondo finanziamento Interreg per la cooperazione transfrontaliera Italia – Svizzera 2007-13. La ex Comunità Montana Valli del Luinese, oggi confluita nelle Valli del Verbano, è l'ente italiano di riferimento del progetto inserito tra le misure per la tutela della biodiversità. Questo prosegue il lavoro condotto tra il 2000 e il 2006 e si propone di approfondire lo studio della capra autoctona delle zone alpine e prealpine del Ticino e delle Province di Varese, Como e Verbania – Cusio - Ossola. I fondi stanziati da Regione Lombardia per i prossimi tre anni sono 230.000 euro ed andranno a finanziare azioni concrete per la conoscenza e la valorizzazione delle capacità produttive, latte e carne, della Nera di Verzasca. Lo studio ha come finalità l'incremento dell'allevamento della specie che si trova attualmente a rischio di estinzione. L'individuazione dei capi che presentano caratteristiche morfologiche migliori e la riproduzione con esemplari non consanguinei è un intervento di importanza strategica per la conservazione del patrimonio genetico della razza caprina e la salvaguardia della biodiversità dell'ambiente.
Oltre ad essere una specie autoctona delle valli che circondano il Lago Maggiore e quello di Como, dove si concentrano i pochi esemplari rimasti, la razza verzaschese possiede caratteristiche che la rendono particolarmente adatta ad un territorio aspro e marginale come quello dell'alta provincia di Varese. La capra nera è in grado di vivere all'aperto fino ad otto mesi l'anno e meglio si adatta ad un tipo di allevamento estensivo: il gregge si muove seguendo percorsi stagionali e abitudinari, percorrendo quotidianamente diversi chilometri con notevoli dislivelli.
Sotto il profilo ambientale la Nera di Verzasca svolge un'azione fondamentale di presidio e di utilizzo delle aree montane. Le sue caratteristiche di razza rustica consentono di perseguire un modello economico legato alla tradizione e all'utilizzo sostenibile del territorio. Tale tipo di conduzione favorisce un rapporto ottimale tra costi di alimentazione, benessere dell’animale, redditività e utilizzo delle risorse ambientali.
Non meno importante, dal punto di vista economico e culturale, è il prestigioso caprino prodotto dal latte della nera verzaschese. La Formaggella del Luinese è uno dei prodotti tipici del Varesotto che lasciano assaporare il gusto della tradizione locale in fiere di settore e salotti culinari. Grazie ad una sinergia di intenti tra Ente montano e allevatori il formaggio, già apprezzato da intenditori del settore, si sta facendo conoscere anche al grande pubblico. Il marchio rosso con il profilo della capra nero ha ottenuto la denominazione d.o.p. in tutela provvisoria ed è in attesa del riconoscimento a livello europeo.Il progetto Interreg per la Valorizzazione dell'allevamento e dei prodotti della razza autoctona della Nera di Verzasca è un obiettivo fondamentale del documento di programmazione delle Valli del Verbano. La Giunta esecutiva presieduta da Marco Magrini, ad un mese dall'insediamento, si è già attivata per proseguire e sviluppare le molteplici iniziative che facevano capo ai due Enti montani. Oltre alla Comunità Montana Valli de Verbano, per la parte svizzera l'Ente di riferimento è la Federazione Ticinese dei consorzi di allevamento caprino e ovino di Broglio. Diversi sono i soggetti partner del progetto: l'Associazione Nazionale della Pastorizia (ASSONAPA) di Roma, l'ARAL - Associazione Regionale Allevatori della Lombardia, la Federazione svizzera di allevamento caprino, laStation de recherche Agroscope el'Ufficio agricoltura del Dipartimento Finanze e Economia di Bellinzona.

IL MATTINO

30 OTTOBRE 2009

 

Passione circo, anche su ghiaccio

 

EMANUELA SORRENTINO

 

Passione circo, anche su ghiaccio. Quest’anno il tradizionale appuntamento natalizio con l’affascinante mondo circense sbarca a Napoli, ma in anticipo. La carovana di Lidia Togni si arricchisce del gemellaggio con il «Circo di Mosca sul ghiaccio» per unire tradizione e innovazione. E così accanto alla pista tradizionale trova posto, da oggi fino all’8 dicembre in viale Giochi del Mediterraneo a Fuorigrotta, quella fatta di ghiaccio dove si esibiranno acrobati e ballerini del circo russo, animali e giocolieri. Napoli come Mosca, quindi, fino all’Immacolata per un doppio spettacolo proposto per la prima volta in città e diretto dai registi Costantin Yousseu e John Carpenter. Accanto alle performance di cavalli, elefanti indiani e animali esotici coordinati da Vinicio Togni si potrà assistere - sulla pista realizzata con 350mila litri d'acqua - alle acrobazie sul ghiaccio. Per due ore il pubblico sarà affascinato dalle coreografie ispirate al mondo delle fiabe, al futuro, al polo nord e alla Russia. Così ci si lascerà catturare dall'agilità della giovane coppia di campioni di pattinaggio che spiccherà il volo sorreggendosi soltanto su delle fasce colorate e svolazzeranno come farfalle compiendo difficili esercizi sulle teste degli spettatori. E poi ancora ci sarà un numero di equilibrismo sul ghiaccio e una straordinaria coreografia dedicata a Micheal Jackson e al suo «Thriller» con luci sfavillanti ed effetti speciali. Sicuramente stupirà l'arrivo nella pista di ghiaccio dell'allegra brigata di foche e pinguini capitanata dal duo Peterson che ci conducono nel fantastico mondo dei ghiacciai con tanto di igloo. Non potevano mancare esibizioni degli artisti cinesi, con troupe acrobatiche che compiono voli da brivido. Sempre dalla Cina arrivano le «Zhanthya Sisters» straordinarie contorsioniste con bicchieri di cristallo e candelabri cinesi. Nelle due piste si esibiscono anche i saltatori e una straordinaria campionessa di hula hop. Il cast del circo sul ghiaccio è composto da circa 80 persone tra ballerini e ballerine sul ghiaccio, campioni di pattinaggio di importanti discipline sportive e acrobati provenienti da ogni parte del mondo per uno spettacolo particolare ed emozionante. «Abbiamo sempre aperto i nostri nuovi spettacoli nelle ultime tre passate tournée proprio qui a Napoli - spiega Vinicio, figlio di Lidia Togni - e ci ha sempre portato bene. Gli spettatori napoletani sono attenti e grandi intenditori».


MESSAGGERO VENETO

30 OTTOBRE 2009

 

Cane spaventa gregge, è strage di pecore

 

Gino Grillo

 

FORNI DI SOTTO (UD). Strage di pecore a Forni di Sotto, dove un gregge di oltre 1.500 capi che stava transitando nella zona è stato assalito da un cane: un gruppo di animali, spaventato, si è diretto verso un crepaccio di una quarantina di metri, precipitando in parte nel vuoto, mentre altri sono rimasti schiacciati. Un centinaio le pecore morte. È accaduto martedì scorso a Forni di Sotto. Un gregge di diverse centinaia di ovini, si parla di almeno 1.500 capi, di proprietà di Maurizio Fuchs di Sauris di Sopra, stava dirigendosi da Ampezzo verso Forni di Sotto. Mentre il pastore stava transitando nella parte a sud dell’abitato di Forni di Sotto, in possesso di regolare deroga al divieto emesso dai comuni di Socchieve, Ampezzo e Forni per il transito di ovini nel loro territorio comunale (a causa delle malattie, zecche e rabbia in particolare, che questi animali potrebbero veicolare), il gregge è stato aggredito da un cane, descritto come un collie, probabilmente di proprietà di un abitante di Forni di Sopra, dal quale sarebbe fuggito. Le pecore, spaventate, si sono dirette verso un crepaccio di una quarantina di metri, precipitando in parte nel vuoto, mentre altre sono rimaste schiacciate una sopra l’altra nei cespugli di nocciolo cui è ricca la zona. Il cane sarebbe stato bloccato e catturato dallo stesso pastore, che poi lo ha dato in consegna agli addetti del canile municipale di Tolmezzo. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia municipale dell’associazione dei comuni (alla quale, oltre a Forni di Sotto, fanno parte Forni di Sopra, Sauris, Ampezzo, Socchieve e Preone), il corpo forestale della stazione locale nonché i veterinari. Le carcasse delle pecore morte sono state infine raccolte ieri da alcuni camion per essere smaltite. Il danno economico è di notevole portata: si stima infatti che superi i 10 mila euro. 


ANMVI OGGI

30 OTTOBRE 2009

 

TUMORI ANIMALI SPECCHIO DI QUELLI UMANI

 

Tumori del cane e del gatto come 'specchio' di quelli umani. E' partito uno studio condotto dall'Istituto zooprofilattico del Lazio e della Toscana, in collaborazione con l'Asl Rm B, "progettato per valutare quanto sia sovrapponibile l'incidenza di neoplasie di origine ambientale negli animali da compagnia e nell'uomo". Ad annunciarlo è Daniela Mignacca, direttore sanitario della Clinica veterinaria Roma Sud, che parteciperà alla ricerca fornendo i dati sui suoi numerosi pazienti a quattro zampe colpiti dalla malattia."I tumori più diffusi fra i cani e i gatti - dice Mignacca all'Adnkronos Salute - sono i linfomi, i carcinomi mammari, i sarcomi dei tessuti molli e altri ancora. C'è molto interesse oggi nei confronti dell'oncologia animale, perché si ipotizza che i pet possano essere dei 'marker' ambientali utili per studiare anche la patologia neoplastica umana. Il progetto partirà nel Lazio e sarà poi probabilmente esteso a tutto il territorio italiano - conclude la veterinaria - per ottenere un quadro completo e trarne le dovute conclusioni".


GAZZETTA DI MANTOVA

30 OTTOBRE 2009

 

Furto di medicinali in azienda agricola

 

MARCARIA (MN). Sono penetrati all’interno dell’ allevamento suinicolo non per rubare maiali, ma per impadronirsi di costosi medicinali. Farmaci per la cura degli animali che erano custoditi all’interno di un armadietto, in una stanza chiusa a chiave. I ladri, evidentemente, sapevano consa andavano a rubare ed è lecito supporre che avessero già un comittente. Un furto su commissione dunque. E’ successo l’altro ieri notte a Casatico di Marcaria, nell’allevamento di Enrico Sturla, in via Molino 4.  «E’ la prima volta che subisco un furto in azienda - commenta il proprietario -. Si tratta di medicinali piuttosto cari che hanno un mercato. I ladri non avranno alcuna difficoltà a piazzarli».  Qualche tempo fa un furto analogo era stato messo a segno in un’azienda di Gonzaga.


LA NUOVA FERRARA

30 OTTOBRE 2009

 

Animalandia, «battaglia» sui vaccini

 

MIRABELLO (FE). Terza udienza ieri del processo “Animalandia” che vede cinque persone (Marco Ferraresi, Elisa Pocaterra, Michela Zucchini, Violetta Chiodi e Vittorio Mantovani) imputati per frode in commercio, falso e associazione a delinquere. Il caso è nato da un’operazione della polizia provinciale risalente al 2008. Secondo l’accusa (pm Barbara Cavallo) l’esercizio vendeva cuccioli di cani e gatti strappati prematuramente alla madre e importati dall’Est. L’età, troppo bassa per ricevere le vaccinazioni, risultava alterata nei passaporti, ma le vaccinazioni premature finivano per ottenere l’effetto contrario. Così sulle bestiole vendute a 31 clienti e sui 26 cuccioli che si trovavano nel negozio sono state riscontrate patologie come cimurro, rabbia e parvovirosi; 15 cuccioli non sono sopravvissuti. E proprio della validità dei vaccini in relazione all’età degli animali si è concentrato ieri il dibattimento, con le testimonianze delle dottoresse Berardelli e Soriani dell’Asl. Sulle indagini svolte ha invece relazionato il comandante della polizia provinciale Claudio Castagnoli, che ha ripercorso le operazioni che portarono al sequestro dell’esercizio. Ieri sono stati chiamati a testimoniare anche alcuni clienti che avevano acquistato i cuccioli ammalati. La difesa, da parte sua (rappresentata dagli avvocati Massimiliano Bacillieri e Luca Esposito) sostiene la tesi secondo cui i titolari del negozio non possono rispondere delle inadempienze compiute dall’importatore.  Si tornerà in aula l’11 novembre, poi il processo proseguirà ancora il 3 dicembre e il 14 gennaio.


LA REPUBBLICA

30 OTTOBRE 2009

 

I regimi alimentari vegetariani

 

Nell’immaginario comune la dieta vegetariana viene spesso intesa come un regime alimentare semplicemente  privo di prodotti di origine animale. In realtà il concetto è ben più ampio e vi rientrano diversi modelli alimentari:
- dieta vegetariana: è vietato il consumo di carne e pesce (molluschi e crostacei compresi) mentre sono consentiti alimenti derivanti dagli animali come uova, latte, formaggi e miele (latte-ovo vegetariani); il lacto-vegetariano oltre a carne, pesce e selvaggina esclude anche le uova
- dieta vegana: rinuncia a tutti i prodotti di origine animale, compresi i derivati
- dieta crudista: si basa sul solo consumo di frutta e verdure crude

- dieta fruttista: sì solo a frutta, semi oleosi e  semi germogliati
- dieta eco-vegana: simile alla tradizionale dieta vegana impone il consumo di soli alimenti vegetali provenienti da coltivazioni biologiche o bio-dinamiche.

I derivati animali nascosti

E’ buona abitudine leggere sempre l’elenco degli ingredienti dei cibi confezionati per evitare sorprese. In questo caso attenzione a:

•  Se si vuole preparare un un risotto, utilizzare il dado vegetale per il brodo.
•  Alcuni farinacei come le piadine o i grissini possono contenere strutto (grasso di maiale).
•  Anche alcuni piatti pronti, apparentemente adatti per un vegetariano, in realtà contengono insaporitori di origine animale come strutto, pancetta, acciughe etc. Leggere sempre bene etichette della pasta ripiena e dei primi già conditi. 
•  Anche se i vegetariani mangiano i latticini, non tutti i formaggi vanno bene, perché alcuni contengono caglio animale (estratto dallo stomaco dei vitelli), soprattutto i formaggi tipici preparati in modo artigianale.
• Pe i dolci: evitate quelli che contengono gelatina, quasi sempre di origine animale (colla di pesce). Al suo posti, si trovano in commercio dei gelificanti vegetali (pectina, agar-agar o carragenani).


IL GAZZETTINO

30 OTTOBRE 2009

 

Ripristinato un minimo di legalità nel territorio

Il Tribunale amministrativo ha accolto due ricorsi della Lac:
«Doppio siluro alla Regione». Bloccate sessantamila doppiette

 

Regione Veneto - I cacciatori ripongano il fucile e tengano a freno i cani. E non si azzardino a sparare a storni, peppole, fringuelli e pispole, tutte specie protette. E tanto meno ai rarissimi Combattenti, uccelli molto appariscenti che vivono nelle lagune, o alle anatre selvatiche Moretta, piccole ed eleganti frequentatrici di fonti d’acqua non troppo profonde. Il Tar del Veneto, con due distinti provvedimenti, ha bloccato ieri la caccia in deroga agli uccelli protetti e il calendario venatorio della stagione 2009-2010. Per i 60mila cacciatori veneti sarà un fine settimana di tutto "riposo". Andrea Zanoni, presidente della Lega per l’abolizione della caccia del Veneto, è raggiante: è stata la Lac ad avviare i ricorsi al Tar, ed è la Lac ad annunciare ora che il Tar li ha accolti, regalando, di fatto, un «doppio siluro» alla Regione Veneto. «Abbiamo notificato la sospensiva del Tar a tutti i comandi del Corpo Forestale Veneto e della Polizia Provinciale ambientale - dice Zanoni -. Nel prossimo week end i cacciatori dovranno fermarsi, e rinunciare alle regalie della Regione».Il primo ricorso accolto dal Tar, spiega la nota della Lac, riguarda il calendario venatorio della stagione 2009-2010. Quattro i punti contestati, a partire dall’uso del piccione domestico come richiamo per cacciare i Colombacci, vietato per legge; quindi la «caccia vagante con i cani» a dicembre e gennaio, quando i terreni sono ghiacciati e gli uccelli selvatici allo stremo. Terzo punto «la possibilità di immissione della Pernice Rossa», specie estranea alla fauna locale: potrebbe ibridarsi con le autoctone inquinandole geneticamente; infine, la caccia a specie rare come appunto il Combattente e la Moretta. Il secondo ricorso accolto dal Tar si riferisce alla caccia in deroga (stagione 2009-2010) per alcune specie protette (storno, pispola, fringuello, peppola). Zanoni esulta «giornata memorabile - sentenzia - abbiamo ripristinato un minimo di legalità nella caccia in Veneto attualmente gestita prevalentemente a scopo elettorale e propagandistico». Infine, «abbiamo demolito anche il "Lodo Galan" che consentiva l’immunità dei cacciatori veneti dal reato di bracconaggio previsto in tutto il resto d’Italia nei confronti di chi uccide specie protette». Davanti a questo «doppio siluro», la Lac chiede «le immediate dimissioni» dell’assessore alla caccia Elena Donazzan. Donazzan, ieri a L’Aquila dove ha inaugurato una scuola materna, sospira: «Fosse una novità che mi chiedono le dimissioni. La Lac è quanto di più ideologicamente avverso a me...». Tuttavia, quella del Tar, per lei, è «una sentenza particolarmente politicizzata». Certo, si aspettava una «sospensiva, il Tar in questi ultimi anni, l’ha sempre fatto, soprattutto quando si tratta di caccia». Ma non così: «Un conto è aspettarsi una sentenza politica nelle forme corrette, cioè la Regione viene allertata, porta le controdeduzioni e, attraverso la propria avvocatura, dibatte anche sulla sospensiva. Poi il Tar decide. Questa è la formula corretta - ribatte l’assessore - Invece qui, andando alla velocità della luce, e soprattutto mancando di rispetto a una Regione, il Tar interviene. La nostra delibera viene sospesa con un giudizio privo di contraddittorio». La Regione, così, sta correndo ai ripari, «domani mattina (oggi per chi legge) ci ritroveremo e decideremo cosa fare. Intanto stiamo vedendo di convocare una giunta straordinaria». Donazzan è irritata, «della decisione del Tar, che ha i caratteri della provvisorietà, non si conoscono neanche le motivazioni. Quindi sono io che ho il legittimo dubbio che non abbiano tutte le ragioni...»


LA NUOVA SARDEGNA

30 OTTOBRE 2009

 

Il freddo e le ferite uccidono il muflone impigliato nella rete

 

DESULO (NU). Tragica fine di un giovane muflone, nelle campagne di Desulo. Impigliato in una rete, è morto per le ferite e il freddo, nonostante i soccorsi dei forestali di Tonara. L’animale - un maschio di 3 anni - è stato avvistato da un signore, in località Aratu/Divisu, ai confini con il territorio di Fonni. Probabilmente era già lì da alcuni giorni. Impaurito e stremato dal freddo, è stato preso in custodia dagli uomini della stazione, guidati dall’ispettore Antonello Paba. Poi le prime cure, con l’intervento di un veterinario. Lo stress sopportato in seguito all’incidente è stato, però, fatale, e poco dopo il muflone è deceduto. 


MESSAGGERO VENETO

30 OTTOBRE 2009

 

Liberato un muflone nel recinto di Pianpinedo

 

CIMOLAIS (PN). Un nuovo ospite vive da qualche giorno all’interno del recinto faunistico di Pianpinedo, a Cimolais. Il personale del comando di vigilanza ittico-venatoria della Provincia ha infatti liberato un esemplare di muflone appena riabilitato. L’animale era stato rinvenuto tempo fa sul territorio in precarie condizioni di salute. Per questo era stato recuperato e condotto al centro di Frisanco, dove gli ungulati vengono rifocillati e visitati dai veterinari (molto spesso si tratta di esemplari feriti in sinistri stradali o colpiti dai bracconieri). Dopo un lungo periodo di convalescenza, il muflone è stato portato a Cimolais: il capo è infatti guarito, ma non riuscirebbe a sopravvivere se liberato direttamente nei boschi. Così è entrato in scena il recinto faunistico di Pianpinedo. L’amministrazione civica del sindaco Rita Bressa ha infatti delimitato una vasta zona montana che riproduce le varie fasce di habitat della Valcellina. All’interno trovano rifugio decine di capi che spaziano dai camosci al bisonte europeo, dal cervo agli scoiattoli. Gli animali possono vivere in spazi così vasti da non potersi parlare di autentica cattività. In breve tempo il parco è diventato anche un’attrazione turistica, con percorsi naturalistici studiati appositamente per chi intende osservare dal vivo la fauna locale. In più occasioni i capi che vivono a Pianpinedo si sono addirittura riprodotti, andando a incrementare il numero degli ospiti.


LA NUOVA SARDEGNA

30 OTTOBRE 2009

 

Peste suina: «Benetutti zona ad alto rischio»

 

BENETUTTI (SS). A pochi giorni dall’apertura della stagione venatoria, la sezione veterinaria della Asl di Sassari comunica ai cacciatori tutte le misure sanitarie da adottare sui cinghiali abbattuti e sugli altri suini per la lotta contro la peste suina africana. Si tratta di una campagna di tutela regionale, che quest’anno interessa in modo particolare l’area in cui è collocato il comune di Benetutti, indicata come «territorio ad alto rischio».   Lo sostiene l’Osservatorio epidemiologico veterinario regionale. Nell’area di Benetutti sarà quindi richiesto ai cacciatori di prelevare ai cinghiali abbattuti anche un campione di milza, oltre a quello di sangue e diaframma che dovrà essere estratto dai capi abbattuti in tutti gli altri territori della Sardegna. Lo richiedono le direttive stabilite lo scorso mese di luglio dall’assessorato regionale Igiene e Sanità, che saranno illustrate alle compagnie di caccia e alle associazioni venatorie in incontri che saranno stabiliti a breve.  E’ necessario infatti che i cacciatori ricevano le adeguate spiegazioni per poter collaborare al meglio ed evitare che la malattia non si diffonda nel territorio, in particolare in caso di contatto coi suini domestici. Un allarme cessato ad esempio nei comuni di Bultei e Pattada, «zona infetta da peste suina africa nel selvatico», dove il campionamento effettuato nelle ultime due stagioni venatorie ha consentito di escludere la presenza del virus nei cinghiali cacciati e ha portato, di conseguenza, alla revoca dei provvedimenti di restrizione alla caccia.  I campioni che saranno prelevati agli animali - secondo quanto stabilito in una riunione tra funzionari dell’istituto Zooprofilattico, del servizio di Sanità animale e quello di Igiene degli alimenti e dopo aver sentito il corpo Forestale e di vigilanza ambientale - potranno essere recapitati agli uffici del Servizio veterinario, ai mattatoi o agli uffici della forestale, insieme alle apposite schede di segnalazione dei capi cacciati. «Ci auguriamo - fa sapere l’Asl veterinaria sassarese - che anche quest’anno un campionamento ampio consenta di avere informazioni attendibili sulla situazione sanitaria del selvatico per adottare misure precise a tutela anche del domestico».


AFFARI ITALIANI

30 OTTOBRE 2009

 

Nasce "Animal Glamour"

Il primo magazine online dedicato interamente a moda e bellezza degli amici a quattro zampe

 

I 54 milioni di cani, gatti e altri animali di compagnia che vivono in Italia hanno finalmente un sito dove possono - o almeno possono i loro padroni - rivolgersi per essere aggiornati sulla moda e gli accessori, sui profumi e la cosmesi, sul fitness e su tutti gli elementi che valorizzano lo stile di vita a quattro zampe."Gli animali di compagnia sono sempre più membri a pieno titolo della famiglia", ha detto la Dott.ssa Carmi Mazzucchi, responsabile della rivista online Animal Glamour. "Sempre più gli vengono  riconosciute necessità - anche in fatto di bellezza e la cura di sé - non tanto diverse da quelle dei loro padroni".Il trend in questione, internazionale, è molto importante dal punto di vista economico. Secondo dati del settore al marzo del 2009, il fatturato annuale per la cura degli animali in Italia, nel solo canale della grande distribuzione organizzata - iper e supermercati - ha superato abbondantemente gli 870 milioni di euro.Negli ultimi tempi il settore è esploso in tutto il mondo, specialmente negli Stati Uniti dove le vendite per i prodotti "pet care" vengono ormai calcolate in oltre 30 miliardi di dollari all'anno - e la crisi economica parrebbe avere spronato il settore anziché danneggiarlo."Infatti", dice la Dott.ssa Mazzucchi, "quando abbiamo presentato il progetto all'editore per la prima volta, ormai tre anni fa, pensava fossimo fuori di testa. 'Vestiti e profumi per cani e gatti', ha detto, 'E' al massimo un segno dell'apocalisse in arrivo' "."Bene, è arrivata l'apocalisse, almeno quella economica, e il tema va come una bomba".Animal Glamour, come ogni rivista di moda, privilegia le belle immagini di animali eleganti, curati e ben vestiti, spesso con capi e accessori "griffati" da nomi famosi come - per citare un designer italiano - Roberto Cavalli o, per i profumi, il parfumier londinese Lyn Harris, il cui "Petit Amande" per cani costa 60 euro per una boccetta da 50 ml. Non mancano gli alberghi di lusso, sempre per animali, le linee aree che trasportano solo cani e gatti e perfino il letto solare per gli animali di casa - non per abbronzarsi ovviamente, ma per combattere la depressione che può arrivare con lo scarso sole invernale, specialmente alle latitudini alte."C'è davvero di tutto", dice la Mazzucchi. "La chiave per capire il fenomeno è di comprendere bene che gli animali con cui viviamo sono come noi; hanno dei bisogni molto simili e, come noi, vogliono stare bene, sentirsi belli, compresi e coccolati, e essere felici".Il sito, online da oggi,  è gestito dalla società milanese Hansen Worldwide per conto della Kiona International di Dover, Delaware, USA.


 

 

 

            30 OTTOBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

 

MOLECULARLAB
30 OTTOBRE 2009
 
Enzima potrebbe contribuire alla rigenerazione del sistema nervoso, secondo uno studio
L'enzima Mst3b agisce come regolatore della rigenerazione assonale sia nel sistema nervoso periferico che in quello centrale
 
Un team di ricercatori britannici e statunitensi, finanziati dall'UE, ha individuato un enzima che riveste un ruolo centrale nella rigenerazione delle fibre nervose (o assoni). L'enzima Mst3b (mammalian sterile 20-like kinase-3b) si è rivelato un attivatore della crescita degli assoni nel sistema nervoso centrale (CNS) e periferico (PNS). I risultati della ricerca - pubblicati nella rivista Nature Neuroscience - potrebbero aprire nuove possibilità per il trattamento dell'ictus, dei danni al midollo spinale e al cervello causati da incidenti.
L'autore principale dello studio, la dott.ssa Barbara Lorber, ha ricevuto un sostegno finanziario dal progetto AXON GROWTH KINASE ("Role of N-kinase in regulating central nervous system regeneration"). La borsa internazionale per un soggiorno all'estero Marie Curie ha permesso alla dottoressa Lorber, impiegata presso l'Univeristà di
Birmingham nel Regno Unito, di eseguire la propria ricerca al rinomato Children's Hospital di Boston, negli Stati Uniti.
Già si sapeva che l'enzima Mst3b regola l'estensione assonale nei neuroni corticali embrionali nelle colture cellulari.
Questo nuovo studio conferma che esso ha una funzione simile nei sistemi nervosi maturi. Di solito, il CNS non è in grado di rigenerare le fibre nervose danneggiate, e questo impedisce la guarigione dei danni riportati al cervello e al midollo spinale.
Attraverso l'esame di topi vivi che presentavano danni del nervo ottico, i ricercatori hanno constatato che la rigenerazione assonica aumentava se nei neuroni era presente l'enzima Mst3b. Dove l'enzima era assente, invece, gli assoni mostravano una scarsa rigenerazione. Quando l'enzima viene attivato, esso stimola a sua volta i segnali per l'attivazione dei geni necessari alla crescita assonale.
"Si osserva una tempestiva rigenerazione assonale nel sistema nervoso periferico maturo [...], ma non in quello centrale", si legge nell'articolo. "Il nervo ottico è un modello classico di percorso CNS che non si rigenera dopo essere stato danneggiato"."Abbiamo dimostrato che Mst3b [...] è un regolatore centrale della rigenerazione assonale del nervo ottico e del nervo radiale adulto", conclude l'articolo. "Sarebbe importante indagare se Mst3b regola la rigenerazione assonale in altre parti del CNS e del PNS, e se l'espressione di una forma costituzionalmente attiva del Mst3b possa aumentare il livello di crescita attualmente raggiungibile dopo un danno del CNS. Questi e altri studi sui meccanismi molecolari attraverso i quali Mst3b funziona potrebbero aprire nuove vie per il trattamento dei danni del sistema nervoso centrale".
Ricerche future dovranno determinare se Mst3b sia il migliore stimolatore della crescita assonale, in prospettiva dello sviluppo di nuovi farmaci, dicono i ricercatori.
La borsa di studio AXON GROWTH KINASE è stata finanziata con 250.000 euro nell'ambito del Sesto
programma quadro (6° PQ) ed era incentrata sul ruolo del Mst3b nella rigenerazione del nervo ottico in vivo.
 
torna alla pagina iniziale [email protected] torna all'archivio della rassegna stampa