30 SETTEMBRE  2009

IL GAZZETTINO DI ROVIGO

30 SETTEMBRE 2009

 

Sulla spiaggia trovati i resti di un cane massacrato
Sospetti sul mondo delle lotte tra animali

 

Provincia di Rovigo - Un nuovo caso di maltrattamenti di animali e a farne le spese, questa volta, un cane, di tipo molosso, trovato morto sulla sabbia dello Scanno Cavallari, quasi certamente portato dal mare. La bestia, in avanzato stato di decomposizione, aveva sicuramente subito maltrattamenti, come detto, e ha avuto una fine dura. Il muso era stretto da un laccio e c'era un vistoso foro nel cranio, causa sicura della sua morte. Gli elementi per un noir (la fantasia penserebbe subito a lotte clandestine di cani) sembrerebbero esserci tutti. Tornando alla realtà, la vicenda ha inizio da una telefonata del veterinario dell'Ulss, che informa la polizia locale portovirese del fatto e subito una pattuglia, guidata dal vicecomandante Bressan, che ha con sé l'agente Fania Fanton, si reca allo Scanno Cavallari per accertare quanto segnalato e vede la carcassa di un cane di grossa taglia arenato sulla battigia, che reca chiari segni di morte violenta. Lo sbarco sullo scanno è reso possibile dall'azienda Tironi, che mette a disposizione degli agenti una barca e due uomini.Gli agenti vedono subito che il cane, maschio e con probabilità molossoide, in avanzato stato di decomposizione, reca un foro nel cranio di circa 2 centimetri per 2 e mezzo, mentre il muso della bestia è stretto con un laccio. Al collo della cacassa solo un collare di cuoio, privo di indicazioni, né il cane reca tracce di microchip, per cui è quasi impossibile risalire al proprietario.Il giorno dopo, l'ultimo atto della vicenda, con la presenza sempre del vicecomandante Bressan e dell'agente Fanton, è avvenuta la sepolture dell’animale dove è stato trovato (con i dovuti accorgimeni sanitari), poiché la carcassa non poteva essere trasportata in sicurezza. E.M.


SAVONA NEWS
30 SETTEMBRE 2009
 
Savona: maltrattamento astici, denunciata titolare pescheria
 
 
 
 
Savona - La titolare di una pescheria situata nel centro di Savona, A.S., è stata denunciata alla Procura della Repubblica per maltrattamento di animali dalle Guardie Zoofile della Protezione Animali. Alcuni passanti le avevano chiamate, dopo aver scorto nella vetrina quattro astici, con le chele legate mentre tentavano penosamente di trascinarsi sopra gli altri pesci. Gli Agenti hanno invitato l'esercente a mettere gli animali in un acquario dopo aver fatto riprese video e fotografiche, poi consegnate al magistrato.Il maltrattamento di animali è punito con la reclusione da 3 mesi ad 1 anno o la multa fino a 15.000 euro. Nel 2002 le Guardie dell'Enpa savonese avevano denunciato diverse pescherie che tenevano aragoste vive sul ghiaccio ed il procedimento si era concluso con il pagamento del decreto penale di condanna; ed erano poi seguiti diversi rinvii a giudizio in alcuni tribunali d'Italia (l'ultimo a Milano nel gennaio scorso), mentre analoghe denunce sono state inoltrate dagli Ufficiali della Capitaneria di Porto di Savona a carico di pescherie piemontesi.

IL TEMPO

30 SETTEMBRE 2009

 

È boom di animali avvelenati

Tempi duri per i nostri amici a quattro zampe

 

Esche o bocconi avvelenati, abbandonati volontariamente in città come in campagna, sono sempre più spesso causa di morte di animali domestici e selvatici. Il fenomeno è in costante crescita. Secondi i dati dell'istituto Zooprofilattico delle regioni Lazio e Toscana, dal 2006 al 2008, solo nella nostra regione, il 78,4% dei casi sospetti di avvelenamento sono stati confermati dagli accertamenti di laboratorio; ciò vuol dire che su 699 animali analizzati, 548 sono stati trovati positivi. Il primato delle segnalazioni spetta a Roma con 342 casi sospetti, seguono Viterbo con 186, Rieti con 137, Frosinone e Latina con qualche decina di casi. «Vorrei ricordare – ha dichiarato il direttore generale dell'istituto, Renzo Brizioli – che questo atto di estrema inciviltà può mettere a repentaglio anche la vita delle persone, in particolar modo dei bambini, che accidentalmente possono venire a contatto con le esche lasciate fraudolentemente». Ner.Sto.


LA NUOVA VENEZIA

30 SETTEMBRE 2009

 

Una strage di cani da caccia uccisi dai bocconi avvelenati

 

Gian Piero del Gallo

 

PRAMAGGIORE (VE). Sono ormai troppi i cani avvelenati durante la caccia per imputare la loro morte al caso. Tre a Gruaro, due a Pramaggiore, uno a Torre di Mosto, un altro a Summaga. Corrono nei campi alla ricerca di lepri e fagiani, attraversano coltivazioni di soia, l’unico prodotto che oggi riesce a far sopravvivere l’agricoltura, e a cui causano - seppur minimi - danni. L’esca di solito è una polpetta avvelenata con lumachicida. I cani muoiono dopo un’agonia di qualche ora e non hanno alcuna possibilità di salvarsi. «In un solo caso - spiegano dall’ambulatorio veterinario di Orlando Marzotto - siamo riusciti a salvare l’animale che aveva ingerito un boccone avvelenato e lo abbiamo ancora sotto osservazione». Qualche proprietario dei cani avvelenati ha puntato il dito sui nemici della caccia ma il bersaglio non è certo quello giusto perché queste persone disturberebbero l’esercizio venatorio con fischietti e campanacci, ma non se la prenderebbero mai con gli animali. Altri pensano a bocconi contro le volpi: anche questa una cosa che non può essere giustificata. Ma non può essere, dato che i bocconi trovati sono ben distanti dai pollai.


MARSALA.IT

30 SETTEMBRE 2009

 

SCOPERTO LAGER DI CANI NELLE CAMPAGNE ALCAMESI

 

Egidio Morici

 

Alcamo (TP) - Se si pensa che vivere in una piccola gabbia di ferro,senz’acqua, con una ciotola di latte rancido macchiato di verde e carne putrida ripiena di insetti, sia per un cane la peggiore delle condizioni possibili, ci si può anche sbagliare. C’è di peggio.Soprattutto se la gabbia è tenuta sollevata dal terreno e anche la base altro non è che una rete di ferro. Una rete sulla quale c’è qualche pezzo di legno dove il cane tenta di poggiare le zampe per evitare che scivolino giù, impigliandosi tra le maglie.Certo è difficile capire se sia andata peggio a lui oppure ad un altro cane poco lontano, legato al collo con una catena cortissima e costretto a dormire sui propri escrementi che hanno ormai saturato abbondantemente il poco spazio disponibile.Purtroppo però questa è solo la punta dell’iceberg rispetto all’inferno che è stato scoperto in una zona tra le campagne alcamesi, dove sono stati trovati più di 10 cani, in maggioranza incroci di razza pitbull, lasciati in uno stato pietoso e con evidenti segni di maltrattamento.
Ad accorgersi della presenza del lager sono stati alcuni turisti che hanno avvertito le associazioni animaliste. Delegazioni della sezione provinciale della Lega Italiana Diritti Animali, dell’ Organizzazione Internazionale Protezione Animali e della Lega Animalisti Italiani Castelvetrano, hanno fatto un sopralluogo ed è scattata subito la denuncia alla stazione dei Carabinieri di Alcamo che, guidati dal Maresciallo Giuseppe Balducci, sono prontamente intervenuti, rendendosi subito conto dello stato in cui si trovavano gli animali. I carabinieri hanno poi fotografato uno ad uno tutti i cani, verbalizzando con attenzione le loro condizioni e, attraverso la consulenza di un geometra, sono riusciti a risalire al proprietario del terreno, un quarantenne che è stato interrogato nella caserma di Alcamo e del quale i militari non hanno ancora fornito le generalità.Al momento non si sa se gli animali, risultati sprovvisti di microchip, fossero appartenuti tutti al proprietario del terreno e per quale motivo si trovassero lì. Certo è che, a parte quelli di grossa taglia che date le ferite riportate potrebbero essere stati impiegati nei combattimenti, erano presenti anche cani più piccoli, sempre in gabbie anguste e in pessime condizioni. In tutta la Sicilia però non si è trovata una sola struttura che abbia posto per ospitarli. La prima disponibile pare si trovi in Calabria, convenzionata col servizio pubblico.
Dal canto loro, le associazioni animaliste hanno comunicato con decisione che si informeranno sul loro stato di salute, monitorandoli attraverso le associazioni di riferimento del luogo.“E’ difficile dimenticare gli sguardi di quei cani e i loro guaiti mentre ci allontanavamo da quel lager verso la caserma dei carabinieri – riferiscono gli animalisti, visibilmente scossi – è un’enorme tristezza che non può essere resa da nessuna fotografia”.


VIRGILIO NOTIZIE

30 SETTEMBRE 2009

 

Animali/ Nel Trapanese 11 cani in un 'lager': una denuncia

Blitz dei Cc e veterinari Ausl ad Alcamo dopo denuncia animalisti

 

Alcamo (TP) - l proprietario di un terreno che era stato adibito a canile e nel quale si trovavano 11 cani di varie razze è stato denunciato dai carabinieri di Alcamo, nel trapanese, per abbandono di animali. Le indagini dei militari dell'arma erano partite dopo la denuncia di alcune associazioni animaliste locali. Durante il controllo in località Bosco D'Alcamo, compiuto dai carabinieri e da personale del Servizio Veterinaria e Igiene Pubblica dell'Ausl, è stato individuato un terreno dove erano rinchiusi in gabbie metalliche undici cani di varie razze. Gli animali, tutti sprovvisti di microchip di identificazione, versavano in condizioni igienico-sanitarie pessime, rinchiusi in gabbie strettissime o legati a catene metalliche molto corte. Gli animali su disposizione dell'autorità giudiziaria, sono stati affidati in custodia al Comune di Alcamo in attesa di trovare una idonea struttura di accoglienza. Il proprietario del terreno ,C.A. di anni 49 è stato denunciato.


CORRIERE DELLA SERA
30 SETTEMBRE 2009
 
Gestore di canile sequestrato si cosparge di benzina e minaccia di darsi fuoco
Lido Azzurro, la protesta per la mancata restituzione della struttura. Trecento cani senza né cibo né acqua

TARANTO - Il gestore del canile privato «Arca di Noè» di Taranto, Antonio Lucio Scarano, è salito sul tetto della sua abitazione a Lido Azzurro (Taranto), e si è cosparso il capo e gli indumenti di benzina minacciando di darsi fuoco. L’uomo protesta per la mancata restituzione del canile, sequestrato un anno fa dalla Guardia di Finanza per mancanza di autorizzazioni. La struttura ospita circa 300 cani che sono stati accuditi in questi mesi grazie all’aiuto di alcune associazioni animaliste. Negli ultimi giorni, tuttavia, gli animali non avrebbero ricevuto nè cibo nè acqua. Al cancello della sua abitazione, l’uomo ha attaccato due fogli con le sue ultime volontà. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Taranto, personale della Polizia ecozoofila, un mezzo dei vigili del fuoco e un’ambulanza del 118.


L'ECO DEL CHISONE

30 SETTEMBRE 2009

 

Bobbio Pellice, due denunciati
Uccidono una marmotta, sorpresi dalle Guardie

 

BOBBIO PELLICE (TO) - Giovedì 24, nel vallone del Col Content (Comune di Bobbio), a circa 2.000 metri di quota, due pensionati sono stati sorpresi mentre uccidevano una marmotta. Uno dei due ha sparato al piccolo animale con la sua carabina da camosci.Un tiro perfetto. Solo che la specie è particolarmente protetta e alla scena (erano le 14,45) hanno assistito con i loro binocoli due guardie ecologiche provinciali, che in uno zaino hanno trovato anche la coda ancora sanguinante di una volpe. L'ammenda ammonta ad alcune migliaia di euro.
«Sparare con quel calibro - racconta l'agente Antonio Lingua - significa distruggere l'esemplare». Infatti i due cacciatori hanno fotografato la marmotta, poi l'hanno coperta con una pietra e abbandonata.Raggiunti, entrambi avevano i permessi per la caccia agli ungulati. La caccia alla volpe, invece, in questo periodo è chiusa. Marmotta, coda di volpe e carabine sono state sequestrate. Entrambi i pensionati, C.D. di 59 anni, di Carignano e G.M., 63 anni di Piobesi, sono stati denunciati alla Procura di Pinerolo.Nella stessa giornata altre guardie hanno perlustrato la Conca del Prà. Molti cacciatori avevano abbattuto regolarmente camosci e caprioli. Alcuni sono stati sanzionati (100 euro) per essere saliti in auto su varie piste forestali chiuse al transito. Altri avevano sradicato fiori protetti.


MESSAGGERO VENETO

30 SETTEMBRE 2009

 

Catturava uccelli con la rete denunciato da Federcaccia

 

STREGNA (UD). Brillante operazione degli agenti di vigilanza venatoria ambientale della Federazione Italiana della Caccia di Udine, unitamente a personale del Corpo forestale regionale e con il supporto della locale Stazione dei Carabinieri di San Leonardo, che nei giorni scorsi, dopo una serie di appostamenti, hanno sorpreso in flagranza di reato un 47enne di San Giovanni al Natisone intento a catturare piccoli uccelli. L’impianto di cattura era costituito da una rete verticale mist-net e da richiami di merli e fringuelli ed era posizionato in località San Nicolò a confine tra il Comune di San Leonardo e quello di Stregna, poco distante dalla strada che conduce a Tribil. Al momento dell’intervento delle guardie l’uomo stava togliendo dalla rete alcuni esemplari di uccelli rimasti impigliati. Tra le specie catturate e successivamente ritrovate morte ai piedi della rete vi erano esemplari di pettirossi, cinciallegre, merli e un picchio muratore specie considerata particolarmente protetta. Successivamente all’interno dell’autovettura dell’uomo è stato ritrovato un richiamo acustico con autoparlante provvisto di nastro magnetico riproducente il canto di vari uccelli e una cassetta in legno con scomparti per il trasporto di avifauna. L’autore di tale attività illecita, dopo essere stato identificato, è stato deferito all’autorità giudiziaria per uccellagione, che prevede l’arresto fino ad un anno o l’ammenda da 774 a 2.065 euro e per maltrattamento di animali, reato punito dall’articolo 544 ter del codice penale con l’arresto da 3 mesi ad 1 anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro, la pena è aumentata della metà nell’ipotesi che il maltrattamento abbia cagionato la morte dell’animale. I richiami vivi sono stati affidati alle cure del Centro di riabilitazione della Provincia di Udine dato che le condizioni non hanno permesso la loro liberazione sul posto. «Con questa ulteriore operazione – spiega il Coordinatore provinciale degli agenti della Federcaccia Salvatore Salerno – l’attività di vigilanza sul territorio rimane sempre alta al fine di debellare o comunque ridurre al minimo questo tipo di pratica illegale».


IL MESSAGGERO

30 SETTEMBRE 2009

 

Ancona, sequestrati pesci zebra Ogm: un'iniezione per cambiarne il colore

 

ROMA (30 settembre) - I Nas di Ancona hanno sequestrato in un negozio che vende acquari tre pesci ornamentali geneticamente modificati. Si tratta di tre esemplari di Danio Rerio (noto anche come Pesce Zebra, o Zebrafish), provenienti dall'Asia (Pakistan, India o Nepal). In natura questi pesciolini - lunghi in media sei centimetri - si presentano di colore verde trasparente, con strisce grigie e blu. Ma in Asia è diffusa la pratica, vietata in Europa, di trasformarli in pesci variamente colorati, con tinture fluorescenti, grazie all'iniezione di una proteina che accorcia la vita del pesce di tre mesi.Senza contare la sofferenza inflitta: «Come praticare un'iniezione su un uomo con una siringa grande come una penna», spiegano i carabinieri dei Nas. Oltre al sequestro, sono stati denunciati i titolari della ditta di Bologna che aveva importato i pesci Ogm. Dovranno rispondere di commercializzazione senza autorizzazione di organismi geneticamente modificati, in base al decreto legislativo 224 del 2003. Il proprietario del negozio invece è risultato all'oscuro di tutto. Quanto ai consumatori, possono stare tranquilli: il Pesce Zebra si vende solo per acquari, e non finisce in tavola.


VIVERE ANCONA

30 SETTEMBRE 2009

 

Il Nas sequestra pesci ornamentali ogm

Il Nas ha sequestrato pesci ornamentali geneticamente modificati

 

ANCONA - Il Nas di Ancona ha sequestrato in un negozio che vende acquari tre pesci ornamentali geneticamente modificati. Si tratta di tre esemplari di Danio rerio provenienti dall'Asia.Sono stati denunciati i titolari di una ditta di Bologna che li aveva importati. In natura presentano colore verde con strisce grigie e blu. In Asia è diffusa la pratica, vietata in Europa, di dare loro una colorazione rossa iniettando una proteina.


LA PROVINCIA PAVESE

30 SETTEMBRE 2009

 

Retorbido, gattini abbandonati Commerciante li trova e li salva

 

Simone Delù

 

RETORBIDO (PV).  Ennesima segnalazione riguardante l’abbandono ed il maltrattamento di animali domestici. Il fatto è avvenuto a Retorbido, alcuni giorni fa: «Mi sono ritrovato nel cortile davanti a casa alcuni gattini appena nati, che ho provveduto a sfamare prendendomene cura. Naturalmente ho segnalato l’episodio alla sede vogherese dell’Ente Nazionale Protezione Animali - spiega Claudio Piaggi, venditore ambulante che abita a Retorbido - Senza dubbio erano stati abbandonati da qualcuno. Qui in paese poco tempo fa si erano verificati altri problemi per l’avvelenamento di alcuni gatti». Se nel periodo estivo, ed in particolare nei giorni che precedono l’inizio delle ferie, l’abbandono degli animali è purtroppo una pratica piuttosto diffusa, quando avviene la stessa cosa in pieno autunno entrano in gioco altri fattori. Come, ad esempio, l’incapacità di accudire i quattro zampe: «Mi chiedo allora perché certe persone acquistano cani e gatti probabilmente solo per un capriccio, per poi abbandonarli perché impossibilitati a prendersene cura - continua Claudio Piaggi - Personalmente la cosa mi fa arrabbiare molto».


SANREMO NEWS

30 SETTEMBRE 2009

 

Sanremo: appello per un gattino sotto un'auto da 2 giorni

 

Sanremo (IM) - Un lettore di Sanremo lancia un appello per recuparere un gattino nascosto sotto un'auto da due giorni.
"Da 2 giorni un gattino piccolissimo miagola disperato nascosto sotto un'auto in sosta. Si trova in Via Agosti di fronte al n. 29, la traversa dopo il DixDI. Non mangia e non si fa prendere da nessuno e appena ci avviciniamo si rintana sotto all'auto. Abbiamo telefonato alle varie autorità senza trovare aiuto, nessuno pare avere l'obbligo di occuparsi del recupero e di portarlo in luogo sicuro e più adatto (ad esempio la colonia felina della Funivia che dista poche decine di metri da qui).
Il pericolo è che qualcuno, disturbato dai continui miagolii possa fargli del male, che venga investito da un'auto o che muoia di fame, ancora peggio quando l'auto sotto la quale ha trovato rifugio verrà mossa cosa accadrà? Questa piccola via non è adatta ad un gattino, e nessuna delle persone che hanno tentato di prenderlo se ne potrebbe (o vorrebbe) poi occupare. Io non posso occuparmene e pur avendo tentato di prenderlo per portarlo in luogo più sicuro, lontano dai molti non amanti degli animali che ci sono in questa via, non ci sono riuscito. C'è a Sanremo una qualche associazione che potrebbe occuparsi di portare in salvo il micetto??? Grazie se qualcuno potrà aiutarlo".


LEONARDO.IT

30 SETTEMBRE 2009

 

I pesci pescati nello Jonio sono radioattivi e arriveranno sulla nostra tavola?

Psicosi di massa nell'area jonica

 

Le navi dei veleni.

Carcasse seppellite in fondo ai nostri mari, nell’Alto Jonio. Sembrerebbe solo l'ultimo pezzo di un puzzle radioattivo che coinvolge tutta la Calabria e che fa riflettere l'Italia intera.L'area calabro-lucana ospita infatti diversi siti a rischio-radioattività: il centro di ricerca Enea di Rotondella che ospita centinaia di "tombe" radioattive pregne di scorie. lasciati lì ormai da troppo tempo, poi ci sono le scorie sotterrate nella Piana di Sibari.Le navi radioattive, che giacciono sul fondo dello Jonio e disperdono nell'ambiente marino sostanze tossiche e radioattive, figlie di barbare operazioni illecite di smaltimento fanno pensare. I pesci dello Jonio sono contaminati? Possono giungere sulle nostre tavole? Se lo chiedono in tanti, la risposta è sempre evasiva. Si, ma non c'è pericolo, no, ma non si pesca lì intorno. Il mistero resta fitto.Intanto in numerosi paesi della fascia i casi di tumore sono sensibilmente aumentati, anche tra i giovani e giovanissimi. Non è ora che si faccia un'inchiesta seria su quali rischi corre la popolazione locale e quella del resto d'Italia? Perchè se ne parla così poco?


IL GIORNALE

30 SETTEMBRE 2009

 

PER LA PRIMA VOLTA ARRIVA IN ITALIA IL CIRCO DI BUFFALO BILL

 

Roberta Pasero

 

C’è la storia dell’America sotto il tendone del circo più antico e famoso del mondo. Una storia lunga come il nome dei suoi fondatori, Ringling Bros and Barnum & Bailey, che centotrentanove anni dopo la sua creazione approda per la prima volta in Italia con lo spettacolo Circus Party & Show (al Palalottomatica di Roma, debutto del tour europeo, dal 14 al 18 ottobre, e al Palasharp di Milano dal 21 al 25 ottobre).
Tre circhi in uno. Sotto lo chapiteau c’è l’avventura di Phineas Taylor Barnum, il più geniale impresario circense di tutti i tempi, che riuscì a portare in scena il leggendario Buffalo Bill e a fargli raccontare per undici stagioni il suo west, con l’aiuto di attrazioni eccellenti come il capo indiano Toro Seduto e la pistolera Calamity Jane. Ma c’è anche l’intraprendenza di James Anthony Bailey che nel 1879 installò nel suo circo le luci elettriche all’interno del tendone, un anno prima che Thomas Edison brevettasse la lampadina. E quella dei Ringling Bros, i cinque fratelli Ringling, che acquistarono un convoglio ferroviario per trasportare il loro circo, sessanta motrici e quaranta vagoni passeggeri, diventando così il più grande show viaggiante di fine Ottocento. Poi quando nel 1919 le tre compagnie decisero di unirsi sotto un unico chapiteau la loro avventura ricominciò più strepitosa di prima dal Madison Square Garden di New York.
Ed oggi, ottant’anni dopo, l’atmosfera è rimasta come allora. Ma Circus Party & Show, che si annuncia come uno degli eventi della stagione, per gli spettatori comincerà mezz’ora prima, dietro le quinte dello show (visto in America in meno di due anni da un milione e duecentomila spettatori, un record assoluto): qui potranno imparare esercizi acrobatici, indossare i costumi di scena e sperare di cambiar vita e inseguire un sogno. Come fanno ogni giorno questi artisti americani, più che pagliacci, acrobati che sfidano la gravità, e gli animali esotici come gli elefanti asiatici che a turno escono dal grande parco che il circo possiede in Florida dove nascono e crescono e da dove di tanto in tanto se ne vanno in tournée. Ma proprio la presenza degli animali nel Circus Party & Show ha già scatenato la protesta della Lega antivivisezione e dell’associazione People for Ethical Treatment of Animal che hanno domandato ai sindaci di Roma e di Milano di impedire l’esibizione del circo.
Eppure è una storia leggendaria quella del circo americano. Tanto che nei prossimi mesi il re del musical australiano, Hugh Jackman, porterà sul grande schermo la vita avventurosa di Phineas Taylor Barnum.


IL TEMPO

30 SETTEMBRE 2009

 

La Forestale ha preso il rettile vivo, senza narcotizzarlo

Catturato il serpente, la pineta torna sicura

Ostia Era un crotalo di un metro e mezzo

 

OSTIA (RM) - Veronica Moro A ventiquattro ore dall'inizio delle ricerche è stato ritrovato il serpente a sonagli che stava seminando il panico nella pineta di Castelfusano, ad Ostia. L'esemplare, lungo 140 centimetri, al momento del ritrovamento si è messo in posizione di difesa, pronto ad attaccare, ma, grazie agli strumenti di cui dispongono gli agenti specializzati del servizio Cites, non è stato necessario utilizzare narcotici nè abbatterlo. «Le ricerche attivate da subito hanno dato l'esito sperato. Mi congratulo con il Corpo Forestale di Ostia e gli uomini del Cites per aver catturato il serpente a sonagli», ha detto ieri il presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani. Il Crotalus Atrox, questo il nome scientifico del rettile ritrovato in pineta, era rimasto nella zona dove era stato avvistato e fotografato dalla Forestale per la prima volta domenica scorsa, tra via di Villa Plinio e via Cristoforo Colombo. Lunedì gli agenti del Cites avevano recintato l'area per metterla in sicurezza e rendere più agevoli le ricerche, condotte anche con l'aiuto dell'unità cinofila. Da subito la vicenda aveva destato preoccupazione per la difficoltà di reperire il siero antiveleno, unico mezzo di salvezza in caso di morso dell'animale. Rimane il mistero sulla provenienza del rettile che, molto probabilmente, è stato abbandonato da qualcuno che lo teneva in casa o è scappato dall'abitazione del proprietario. In ogni caso, fin'ora, nessuno ne ha denunciato lo smarrimento. La pessima abitudine di liberare animali esotici, dopo averli tenuti in casa per un semplice sfizio momentaneo, è una pratica diffusa, ma pericolosa. Infatti, a prescindere dal danno che l'animale può causare all'uomo, la sua presenza altera l'ecosistema locale. É questo il caso delle tartarughe acquatiche esotiche o del carnivoro pesce pirana che è stato recentemente ritrovato da alcuni pescatori nel Po.


IL GIORNALE

30 SETTEMBRE 2009

 

PINETA LIBERATA DAL SERPENTE A SONAGLI

Dopo due giorni di ricerche è stato catturato il rettile che stava terrorizzando Castelfusano Il crotalo è stato sistemato in una gabbia e sarà affidato a un centro specializzato a Perugia

 

Stefano Vladovich

 

Castel Fusano (RM) - Un incubo durato 48 ore. Catturato il serpente a sonagli che si aggirava nella pineta di Castelfusano da domenica. Un animale pericoloso e, al tempo stesso, sedentario il Crotalus Atrox, tanto che gli agenti della Forestale l’hanno trovato a meno di 100 metri dal luogo del primo avvistamento. Ovvero a Tumuleti, la zona più selvaggia della Riserva del Litorale. «Era al sole - raccontano i guarda parco - raggomitolato su sé stesso, con la coda distesa. La testa, però, sempre alta, in stato di allerta».
È il professor Marco Guidi, un esperto zoofilo, ad avvicinarsi per primo al rettile. Asta metallica con punta ricurva alla mano, Guidi in pochi secondi riesce a immobilizzare l’animale permettendo alle guardie forestali di immobilizzarlo. «Sir Biss», come è stato chiamato affettuosamente, ha tentato di liberarsi utilizzando tutti i suoi 140 centimetri di lunghezza ma per lui non c’è stato nulla da fare. Prima gli è stata bloccata la bocca dal morso letale, poi è finito in un sacco di juta, dopo in una gabbia giunta per l’occasione dalla capitale. «Sarà affidato a un centro specializzato nello studio dei rettili - spiega il professor Guidi -, a Perugia».
Gli animalisti più agguerriti possono stare tranquilli: una storia comunque a lieto fine, visto che per catturalo non gli è stato fatto alcun male, tantomeno è stato necessario l’uso di anestetici. Per ora non è stato stabilito il sesso dell’esemplare, tantomeno l’età, calcolata in genere dagli anelli concentrici del «sonaglio» che aumentano a ogni muta. Il timore maggiore per gli uomini del servizio Cites (specializzati nell’importazione di animali esotici) era quello che fosse nel pieno del ciclo riproduttivo e che avesse deposto le uova in pineta. Uova che avrebbero potuto schiudersi in poche settimane, sempre se Sir Biss fosse stata una «lady». «Un animale ben nutrito - spiegano al Corpo Forestale dello Stato -, cresciuto sicuramente in cattività e abbastanza giovane. Sembra abbandonato da poco tempo». Insomma, scampato pericolo per gli amanti del jogging e delle passeggiate all’ombra di lecci e pini mediterranei. L’allarme, lanciato dalla stessa Forestale dopo l’avvistamento di domenica (quando viene fotografato da una pattuglia accorsa sul posto), ha tolto il sonno a decine di incaricati della sicurezza del parco pubblico.
Serpente tra i più diffusi nel continente americano, il Crotalus Atrox vive negli Stati Uniti sud-orientali e in Messico. «Il veleno contenuto nelle ghiandole collegate ai due denti cavi - spiega un veterinario - può contenere diversi tipi di tossine di natura proteica, che producono sulle prede effetti differenti. In particolare le neurotossine deprimono la funzione cardiorespiratoria, mentre le emotossine danneggiano i vasi sanguigni e altri tessuti». Allarme, dunque, più che giustificato e subito rimbalzato sul web. Ma c’è anche chi, in un blog, riesce a riderci su: «Originario del Texas, stufo di mordere le dure suole dei cowboys - scrive Telico82 - ha preso un aereo e si è trasferito nella pineta di Castelfusano trovando un ambiente tiepido e confortevole e una ricca fauna che va dal cinghiale al furetto, dalla (mitica) pantera nera al cane randagio abbandonato, dal jogger di mezza età benestante al sans papier est europeo».


MESSAGGERO VENETO

30 SETTEMBRE 2009

 

Oscar, è Baarìa il candidato italiano

 

di GIAN PAOLO POLESINI

 

Non è stata missione impossibile per Peppino Tornatore e il suo Baarìa - «Il film della vita», svela il regista - convincere la commissione italiana a sceglierlo per l’avventura americana degli Oscar. La celluloide al sapor siculo antico, che sta svettando nella top ten con oltre due milioni d’incasso in un week-end, ha affossato le illusioni degli altri speranzosi, ovvero Si può fare di Giulio Manfredonia, Vincere di Marco Bellocchio, Il grande sogno di Michele Placido e Fortapasc di Marco Risi. Siamo ancora nella primissima fase, giusto per chiarire. Ogni nazione candida il campione, poi sarà l’Academy a decidere le opere della cinquina. L’epopea di una piccola comunità isolana, che richiama le origini del regista nato a Bagheria, ha trovato sul periglioso cammino attraverso i decenni cinematografici, non pochi impicci. Tre anni di lavoro, e son tanti anche se la pellicola è in formato kolossal (un budget da 25 milioni di euro), l’onore di aprire la porta di Venezia 66 con polemica in omaggio. Il premier apostrofa il film «un capolavoro», ben sapendo di averlo prodotto (Medusa è del cavaliere). Ma Tornatore non gradisce i complimenti di Berlusconi e li giudica «intempestivi». Non basta. In una sequenza un bovino è macellato per davvero e scorre il sangue, poi bevuto caldo dagli attori. Dove tutto è finto, una botta di realismo così crudele alimenta voci grosse. E così insorgono gli animalisti della Lav. Amando gli animali non possiamo dar loro torto, nonostante addentiamo tutti le bistecche. Tornatore, magari non serve nemmeno ricordarlo, ha già in bacheca una statuetta d’oro, conquistata nel 1990 con Nuovo cinema paradiso, pure quello plasmato di Sicilia d’altri tempi. Con la differenza che davanti alla cinepresa c’era un certo Noiret. Con il piccolo Salvatore Cascio è stata coppia memorabile. Baarìa è un fascinoso intruglio di umanità che passa attraverso la storia e lo fa inscenando un’epopea faticosa, toccando eventi, dolori e poche gioie, fino a sfociare nel caos di una metropoli contemporanea. Due ore e quaranta è tempo amato dai giudici americani, ma soltanto quando il film infinito ha una targa locale. Difficilmente un concorrente al miglior film straniero si è concesso uno spreco eccessivo di pellicola. Da anni non ci avviciniamo alla meta. L’ultimo a essere snobbato dai colti è stato Gomorra, esaltato in patria e anche dai cugini francesi. Il regista, che sarà domani sera alle 21.15 al Cinecity di Trieste per dialogare col pubblico, a botta caldissima ci ha ragionato velocemente sopra: «Rappresentare un Paese nella corsa agli Oscar è un terreno sdrucciolevole, perché il mondo dei film internazionali è così vario, tanto che non vorrei essere nei panni dei selezionatori». Non ci resta che aspettare il 2 febbraio 2010. Alle 12, ora italiana.


PORTA DI MARE

30 SETTEMBRE 2009

 

Morsicano un senegalese ma ci si preoccupa più per i cani che per l'uomo

 

NARDO' (LE) - Tensione in Centro storico con l’arrivo anche dei carabinieri. Un senegalese viene morsicato da un cane, infatti, ma c’è chi si preoccupa più degli animali piuttosto che della salute dell’uomo.

I fatti: un paio di randagi si aggirano da mesi intorno alla zona di corso Vittorio Emanuele. E’ sera quando un uomo di colore, un commerciante ambulante originario del Senegal, chiede aiuto ad alcuni passanti che, immediatamente, gli prestano soccorso.
L’uomo ha due buchi sanguinanti all’altezza del ginocchio, segno evidente che sia stato azzannato. Poiché si sente male – evidentemente la morsicatura è dolorosa e l’assalto lo ha anche impressionato – le persone chiamano il 118 ma altri avventori del corso protestano: l’arrivo dei soccorsi potrebbe comportare una denuncia con consequenziale accalappiamento degli animali.
Un fatto abbastanza inconsueto che genera tensione palpabile nella zona perché si è di fronte, evidentemente, a due modi di vedere il mondo: pro animali, che hanno diritti in quanto italiani; pro persone, anche di colore, che hanno diritti in quanto tali. Difficilmente, infatti, sarebbero potute essere sollevate obiezioni se il morsicato fosse stato un “bianco” e, comunque, italiano.
Morale: sul posto sono dovuti intervenire i carabinieri della locale stazione per identificare i presenti e per accertare la proprietà degli animali. Il cittadino senegalese è stato ricoverato in ospedale per la profilassi da seguire in casi come questo.


Animalieanimali

30 SETTEMBRE 2009

 

CACCIA: LIGURIA; QUEST'ANNO NIENTE SPARI CONTRO STORNI E FRINGUELLI
Voto del Consiglio Regionale.

 

In Liguria i cacciatori non potranno sparare contro storni, fringuelli e frosoni nel corso della stagione venatoria aperta il 20 settembre. Lo ha stabilito stamani il Consiglio regionale bocciando una proposta di legge del centrodestra che chiedeva una deroga alle leggi con cui l'Unione Europea salvaguarda le tre specie.
La maggioranza di centrosinistra dell'assemblea legislativa ligure ha deciso di difendere storni, fringuelli e frosoni dall' assalto delle doppiette liguri perché non ritiene necessario ridurne la presenza sul territorio.
Le istanze dei cacciatori erano state portate avanti dal leghista Francesco Bruzzone secondo il quale la caccia a queste tre specie serve a salvaguardare le colture liguri. Il centrodestra ha ricordato che la caccia in deroga è prevista dalla Unione Europea in particolari situazioni, ad esempio quando alcuni esemplari di uccelli possono diventare dannosi per l'agricoltura. La maggioranza, come ha spiegato tra gli altri la verde Cristina Morelli, ha replicato che non ci sono studi sui pericoli portati dai fringuelli e che alcune specie di uccelli servono anzi a combattere alcuni insetti molto dannosi per gli uliveti.


IL GIORNALE

30 SETTEMBRE 2009

 

Niente fringuelli nel mirino, i cacciatori «sparano» sulla maggioranza di Burlando

 

In Liguria i cacciatori non potranno sparare contro storni, fringuelli e frosoni nel corso della stagione venatoria aperta il 20 settembre. Lo ha ribadito ieri mattina il consiglio regionale bocciando una proposta di legge del centrodestra che chiedeva una deroga alle leggi con cui l’Unione Europea salvaguarda le tre specie. La maggioranza di centrosinistra dell’assemblea legislativa ligure ha deciso di difendere storni, fringuelli e frosoni dall’assalto delle doppiette liguri perché non ritiene necessario ridurne la presenza sul territorio. Le istanze dei cacciatori erano state portate avanti dal leghista Francesco Bruzzone secondo il quale la caccia a queste tre specie serve anche a salvaguardare le colture liguri. Il centrodestra ha ricordato che la caccia in deroga è prevista dalla Unione Europea in particolari situazioni, ad esempio quando alcuni esemplari di uccelli possono diventare dannosi per l’agricoltura. La maggioranza, come ha spiegato tra gli altri la verde Cristina Morelli, ha replicato che non ci sono studi sui pericoli portati dai fringuelli e che alcune specie di uccelli servono anzi a combattere alcuni insetti molto dannosi per gli uliveti.
Il dibattito in consiglio è stato molto acceso. Cristina Morelli ha ricordato che la maggioranza ha bocciato un provvedimento amministrativo «che avrebbe potuto portare ad un’ennesima condanna da parte della Commissione Europea o comunque ad una bocciatura da parte del Tar. Sulla Liguria pende già una condanna da parte del 2008». Il centrodestra ha accusato la maggioranza del presidente Claudio Burlando «di essere schiava delle frange dell’estrema sinistra e dei Verdi». «Promessa non mantenuta quella di Burlando che si era preso l’impegno in campagna elettorale con i cittadini di consentire la caccia allo storno, come già in altre Regioni accade e come Biasotti a suo tempo aveva fatto», hanno detto Gabriele Saldo e Gino Garibaldi (Pdl).


IL TIRRENO

30 SETTEMBRE 2009

 

Fagiani e pernici sono più sani

 

GROSSETO. Non ha alcun motivo Liberacaccia di avanzare critiche sulla qualità di fagiani, pernici e lepri prodotte negli impianti pubblichi: sono una garanzia per i cacciatori e animali più sani e selvatici si inseriscono meglio nel territorio, anche se costano qualcosa di più. È la sintesi della lunga risposta che il presidente della Provincia, Leonardo Marras, rivolge a Paolo Isidori. Marras ricorda che gli abbattimenti dei cinghiali sono già stati affidati agli Atc. E invita le associazioni venatorie a collaborare fattivamente alla realizzazione delle immissioni, annunciando che a gennaio coinvolgerà Atc e associazioni nella presentazione della seconda fase del progetto “fagiano Doc maremmano”.


MESSAGGERO VENETO PORDENONE

30 SETTEMBRE 2009

 

Si è aperta la caccia e l’ho sentito molto bene

 

Il caso Si è aperta la stagione della caccia! Lo so perché lo scorso 16 settembre sono stata allarmata da un fortissimo e vicinissimo sparo; il problema è che quando ho avvertito il rumore ero all’interno della mia abitazione e all’inizio non avevo capito di cosa si trattasse, temendo ben peggiori conseguenze, quali uno scoppio oppure la caduta di un traliccio. Vivo in una zona di campagna a pochi chilometri da Cividale del Friuli e già da molti anni ho manifestato il mio dissenso al fatto che i cacciatori si aggirino armati e usino le armi da fuoco a pochi metri dalle abitazioni, ma in questo mercoledì 16 credo si sia passato abbondantemente il segno. Infatti, assieme allo sparo a poca distanza da casa mia, segnalo che i cacciatori, quattro persone con tanto di giacche rosse forse per non impallinarsi a vicenda, hanno lasciato la preda, un capriolo ferito, a dissanguarsi per circa un’ora e mezzo: un’ora e mezzo di forti lamenti dell’animale, fuggito nel bosco sovrastante, e di latrare dei cani. Sono uscita ripetutamente da casa per capire quello che stava succedendo e mi sono anche spinta fino al vicino borgo di Zugliano, dove i cacciatori avevano lasciato le auto. Ora mi chiedo cosa possa provare una persona a lasciar morire così un animale? Cosa può passare in testa, sempre alla stessa, quando spara vicino a una casa? E inoltre, quanti cacciatori, in possesso del porto d’armi a uso venatorio, sono in grado di colpire un bersaglio in movimento? Questa continua a essere una mancanza legislativa: per un uso appropriato delle armi usate per la caccia e prima dell’apertura di ogni stagione venatoria, ci vogliono seri controlli e autorizzazioni per ogni iscritto a una riserva. Personalmente ritengo che il limite di cinquanta metri, stabilito dalla legge, non sia una sufficiente distanza di sicurezza. Maria Rosa Lesa Cividale del Friuli


BIG HUNTER

30 SETTEMBRE 2009

 

L'Enpa di Savona torna ad accusare i cacciatori

 

L'Ente Nazionale per la Protezione Animali (Enpa), sezione di Savona, ha diramato un comunicato stampa in cui specifica di aver soccorso numerosi fagiani all'interno della città di Savona. Non possiamo ignorare il fatto che i “numerosi” esemplari citati sono in realtà soltanto tre, più altri di numero inprecisato “ un maschio alla foce del Letimbro, due femmine in corso Ricci, altri alla periferia”, e che questa uscita abbia tutta l'aria di un pretestuoso ennesimo attacco contro la caccia. L'associazione animalista punta infatti il dito nuovamente contro gli Atc, accusati di non assistere i fagiani affamati e non abituati alla vita selvatica, che immessi in natura sarebbero destinati a soccombere entro pochi giorni. Gli stessi verrebbero invece rifocillati, curati per alcuni giorni dall'Enpa e poi rilasciati in zone protette ove possano trovare cibo ed acqua. Per l'Enpa questo è esattamente “quello che dovrebbero fare gli Ambiti di caccia che li comprano – viene specificato nella nota -, se non dovessero sottostare ad una rigida spartizione dei capi e delle zone in ossequio alla ‘potenza’ elettorale delle varie squadre di cacciatori locali”.


LA PROVINCIA DI VARESE

30 SETTEMBRE 2009

 

Cinghiale a spasso lungo la Provinciale

 

Provincia di Varese - In ogni ambito della vita esiste sempre una prima volta. Anche per un cinghiale che, un giorno, decide di approfondire la conoscenza di un territorio nuovo. Teatro del curioso episodio è stato il comune di Gorla Minore nel tratto boschivo che dà verso la Provinciale 19 dove un cittadino ha segnalato al comando di polizia locale di averne visto uno. Dell'animale, però, nessuna traccia. L'animale è presumibilmente fuggito quasi subito nella fascia boschiva di qualche comune confinante. «Che un cinghiale possa passare per un territorio caratterizzato da boschi  spiega il comandante della polizia locale Giovanni Mascheroni  non è così strano, anche se prima d'ora non avevamo mai avuto segnalazioni di questo tipo». Da ricordare che il comando gorlese ha a disposizione da ormai circa due anni e mezzo una jeep con la quale poter perlustrare agevolmente le strade vicinali che, essendo a volte sterrate, esigono l'impiego di particolari mezzi per poter essere percorse. «Ma anche se lo avessimo visto  precisa Mascheroni ? non avremmo potuto fare nulla perché le competenze rientrano nell'ambito della polizia venatoria».


TARANTO SERA

30 SETTEMBRE 2009

 

Diossina, “gli animali possono essere curati”

 

Maria De Bartolomeo

 

FAGGIANO (TA) - L’abbattimento delle pecore contaminate dalla diossina è una mattanza inutile che può essere evitata. Questo il senso dell’appello che ieri sera Tavolo Verde e Comune hanno lanciato nei confronti delle istituzioni regionali e nazionali per cercare di ridare dignità e soprattutto un lavoro a quegli allevatori che si sono visti cancellati i benefici di anni di sacrificio. Sono più di mille i capi che sono risultati contaminati dalla diossina e sono già stati presentati i ricorsi. Molti di questi sono già stati abbattuti ed altri attendono la stessa sorte. Ma quegli animali potrebbero essere curati. Questa la novità emersa durante l’incontro di ieri sera. Tavolo Verde e Comune propongono, infatti, la creazione di una fattoria dove sperimentare la terapia di cura degli animali risultati positivi al test della contaminazione. Impedire la mattanza. E’ l’obiettivo principale emerso ieri sera. Ma la piattaforma di richieste si completa con la naturalizzazione delle zone risultate a rischio e l’indennizzo degli allevatori che si sono visti dimezzati i greggi. “Esiste una disparità di trattamento - ha fatto notare il sindaco Domenico Sgobba - perchè mentre in Campania sono stati stanziati ben 8 milioni di euro per salvaguardare gli allevatori. Qui non è ancora arrivato nulla”. Presenti all’incontro anche gli allevatori che hanno denunciato uno stato di fermo delle attività. “E’ praticamente un anno che la mia azienda è ferma” ha detto Antonio D’Alessandro già autore di un ricorso per evitare l’abbattimento dei suoi animali. “Riconosciamo la validità della legge regionale contro le diossine - ha commentato l’on. Paolo Rubino del Tavolo Verde - ma non basta perchè ci si limita ad abbattere i capi”. Intanto è pronta una interrogazione parlamentare per cercare di migliorare gli effetti della legge e venerdì 2 ottobre il Tavolo Verde incontrerà il Ministro.


ASCA
30 SETTEMBRE 2009
 
ANIMALI: AL BIOPARCO DI ROMA E' NATO UN LEMURE DEL MADAGASCAR
 
Roma - Al Bioparco di Roma si festeggia un'altra nascita: dopo la zebra e il tapiro e' la volta di un lemure catta, proscimmia dalla coda ad anelli divenuta ''famosa'' grazie al cartone animato ''Madagascar''.
''Ancora non e' possibile stabilire se l'animale sia maschio o femmina - spiega il Presidente della Fondazione Bioparco di Roma, Paolo Giuntarelli - quel che e' certo e' che si tratta del primo lemure che nasce al Bioparco. Alla nascita, avvenuta ad agosto, il cucciolo pesava tra i 65 e gli 85 grammi, per una lunghezza di 10/15 centimetri circa.La mamma si chiama Kintana e il papa' e' uno dei 3 maschi del gruppo, composto da 8 animali, tutti provenienti dallo Zoo di Osrava nella Repubblica Ceca, dove sono nati''.
Il piccolo e' molto attivo, lo si puo' osservare - dalle vetrate dell'area di 600 metri quadri a loro dedicata - aggrappato al seno della mamma o sulla sua schiena.I lemuri catta son o a rischio di estinzione a causa della crescente distruzione dell'habitat naturale, sono animali altamente sociali che si contraddistinguono per le evoluzioni acrobatiche, i divertenti giochi e le caratteristiche posture yoga per prendere il sole. Sono frugivori, ovvero si nutrono principalmente di grani, semi e frutti, insieme a foglie e i fiori di alcune piante e, occasionalmente, qualche insetto.In natura vivono solo in Madagascar.Caratteristica peculiare di questa specie e' che le femmine vanno in calore un solo giorno all'anno. La gestazione dura circa 134-138 giorni e ogni femmina partorisce uno o due cuccioli. I neonati vengono allattati dalla mamma e iniziano a mangiare cibi solidi dopo due mesi di vita; sono del tutto svezzati dopo cinque.

LA REPUBBLICA

30 SETTEMBRE 2009

 

ANIMALI, NATO LEMURE MADACASCAR: PRIMA VOLTA AL BIOPARCO

 

Roma - Al Bioparco si festeggia un'altra nascita: dopo la zebra e il tapiro è la volta di un lemure catta, proscimmia dalla coda ad anelli che i bambini hanno imparato a riconoscere grazie al cartone animato "Madagascar". "Ancora non è possibile stabilire se l'animale sia maschio o femmina - spiega il Presidente della Fondazione Bioparco di Roma, Paolo Giuntarelli - quel che è certo è che si tratta del primo lemure che nasce al Bioparco. Alla nascita, avvenuta ad agosto, il cucciolo pesava tra i 65 e gli 85 grammi, per una lunghezza di 10/15 centimetri circa. La mamma si chiama Kintana e il papà è uno dei 3 maschi del gruppo, composto da 8 animali, tutti provenienti dallo Zoo di Osrava nella Repubblica Ceca, dove sono nati". I nomi: Nossi (maschio), Dolly, Rakitra (femmina) e Rajako (maschio), Kintana e Kitroka (due giovani femmine) e due piccoli gemelli, Cesare e Cleopatra. Il piccolo è molto attivo, lo si può osservare - dalle vetrate dell'area di 600 metri quadri a loro dedicata - aggrappato al seno della mamma o sulla sua schiena; di tanto in tanto si stacca dalla mamma che lo tiene sempre sotto controllo. Anche le altre femmine del gruppo si prendono cura di lui e come delle vere zie, aiutano mamma Kintana nell'allevamento. I lemuri catta sono a rischio di estinzione a causa della crescente distruzione dell'habitat naturale, sono animali altamente sociali che si contraddistinguono per le evoluzioni acrobatiche, i divertenti giochi e le caratteristiche posture yoga per prendere il sole. Sono frugivori, ovvero si nutrono principalmente di grani, semi e frutti, insieme a foglie e i fiori di alcune piante e, occasionalmente, qualche insetto. In natura vivono solo in Madagascar. Caratteristica peculiare di questa specie è che le femmine vanno in calore un solo giorno all'anno. La gestazione dura circa 134-138 giorni e ogni femmina partorisce uno o due cuccioli. I neonati vengono allattati dalla mamma e iniziano a mangiare cibi solidi dopo due mesi di vita; sono del tutto svezzati dopo cinque.


ANSA
30 SETTEMBRE 2009
 
Animali: due 'sirene' all'acquario di Genova
Husar e Pepe sono cuccioli di lamantini, mammiferi marini a rischio estinzione
 
GENOVA - Non sono belli, semmai li si può definire buffi con il nasone, i lunghi baffi e il corpaccione che può arrivare a 1500 chili di peso. Però Husar e Pepe, i due lamantini di 11 e 5 anni, 400 chili di peso, arrivati all' Acquario di Genova, si sono già fatti amare. Chi vide per primo un lamantino allattare il suo cucciolo pensò che al mondo esistevano donne-pesce: è nato così il mito delle Sirene, dal racconto di chi vide un lamantino femmina sdraiata su un fianco abbracciare il suo cucciolo per allattarlo, ma non ne notò i lunghi baffi.Husar e Pepe, trasportati da Norimberga in due enormi casse piene d'acqua, oggi se ne stanno nella grande vasca dell' Acquario di Genova, e da poco hanno accettato il cibo dagli esperti biologi marini: erba, vegetali e mangini ma anche maccheroni, che paiono gradire assai. Arrivano qui perché l' Acquario di Genova ha aderito al progetto europeo per il mantenimento e la riproduzione in ambiente controllato dei lamantini, specie a rischio di estinzione. Il lamantino è un mammifero marino che vive nella fascia sub tropicale. La femmina è più grande del maschio e può arrivare a 4 metri di lunghezza per oltre 1500 chili di peso. Hanno una vista poco sviluppata, coadiuvata però dai lunghi baffi che forniscono le sensazioni utili. Possono immergersi fino a 60 metri e restare in apnea oltre 10 minuti. Possono vivere fino a 70 anni, ammesso che non si trovino in acque libere e che non vengano sterminati per le carni, ammazzati dalle eliche dei motoscafi, fatti morire per l'assenza di acqua o per la superstizione. All'Acquario di Genova oggi, presentati al pubblico per la prima volta, Husar e Pepe hanno mangiato maccheroni afferrandoli con le pinne e portandoli alla bocca sotto i loro enormi nasoni. Si devono abituare al nuovo ambiente e i tecnici ed esperti dell'Acquario di Genova non hanno dubbi. Adesso, aspettano solo che arrivi lei, la femmina: poi la famiglia sarà completa.

LIBERO
30 SETTEMBRE 2009
 
FEBBRE SUINA: GB, CONFERMATO PRIMO CONTAGIO MAIALI DA UOMO IN EUROPA
 
Roma - Primo caso confermato di contagio da uomo a maiale nel vecchio continente. Il Dipartimento dell'Agricoltura dell'Irlanda del Nord (GB) ha confermato nei giorni scorsi che un maiale e' risultato positivo al test per l'influenza pandemica umana. La notizia e' stata riferita al dipartimento per l'Ambiente, l'alimentazione e gli affari rurali di Londra, che ha segnalato il caso all'Oie (World Organization for Animal Health) e all'European Centre for Disease Control and Prevention (Ecdc).Nessuno degli animali presenti nella fattoria e' stato abbattuto, come e' gia' accaduto in altri Paesi in cui e' stata rilevata una trasmissione da uomo ad animale, perche' - come ha ricordato anche la Food Standard Agency - l'influenza H1N1 non mette a rischio la sicurezza degli alimenti.

IL GAZZETTINO

30 SETTEMBRE 2009

 

Vaccinazione contro la rabbia silvestre

 

Codroipo (UD) -  (sd) A seguito del ritrovamento, avvenuto domenica scorsa, di una volpe rabida a Plasencis di Mereto di Tomba, la polizia municipale di Codroipo, unitamente ai responsabili del settore veterinario dell'Ass 4 "Medio Friuli", sta predisponendo il "cordone sanitario", prassi prevista in questi casi per evitare il diffondersi dell'epidemia di rabbia silvestre. E' già pronta l'ordinanza che obbliga i proprietari di cani ad effettuare la vaccinazione antirabbica, fa sapere il comandante della polizia municipale consorziata del medio Friuli, Franco Fantinato. Si sta inoltre predisponendo il calendario con i luoghi presso cui recarsi per far vaccinare i propri Fido. L'operazione scatterà il 12 ottobre e si declinerà in quattro giornate, con luogo di ritrovo nelle frazioni: un giorno a San Martino, uno a Biauzzo, uno a Goricizza e uno a Rivolto. Per ovvi motivi di sicurezza, tutti i proprietari di cani del Comune di Codroipo (dove peraltro è in fase di ultimazione l'anagrafe canina) sono invitati ad aderire alla campagna di vaccinazione antirabbica.


Animalieanimali

30 SETTEMBRE 2009

 

CUCCIOLO FOCA MONACA NATO IN RISERVA MAURITANIA
Erano secoli che non nascevano cuccioli sulle spiagge dell'Atlantico orientale.

 

Un cucciolo di foca monaca, uno dei dieci mammiferi più a rischio di estinzione al mondo, è nato la scorsa settimana in una riserva naturale della Mauritania, finanziata dal governo spagnolo. Erano secoli che le foche monache non davano alla luce cuccioli sulle spiagge dell'Atlantico orientale.
Il cucciolo chiamato Sofia, in onore della regina spagnola che visitò la riserva due anni fa, è stato localizzato ai piedi di una scogliera da una pattuglia dedicata alla protezione delle foche monache della fondazione spagnola Cbd-Habitat, secondo fonti del ministero del ministero dell'ambiente spagnolo, citate dall'agenzia Efe.
Era dal XV secolo che la foca monaca del Mediterraneo non si riproduceva sulle spiagge, sugli isolotti e negli anfratti delle coste mauritane, dato che la caccia aperta dall'uomo le aveva costrette a rifugiarsi all'interno di profonde caverne della costa, anche sottomarine. Ma la mortalità dei cuccioli è altissima a causa delle forti ondate e mareggiate che si abbattono nelle caverne della costa. Per questo un gruppo di esperti ha promosso un programma perché le foche tornino a dare alla luce i cuccioli sulle spiagge. Il progetto si sviluppa nella riserva di Cabo Blanco, a Nouadhibu, finanziata dal ministero iberico dell'ambiente, dall'Agenzia spagnola di cooperazione internazionale allo sviluppo, dai Parchi Nazionali e dalla fondazione Biodiversità. Consiste nella vigilanza de nel monitoraggio degli esemplari che costituiscono la colonia di foche monache e, allo stesso, tempo, nello sviluppo di programmi di educazione ambientale e formazione all'attività di pesca sostenibile, in cooperazione con le istituzioni mauritane.
Dal 2000 ad oggi, la popolazione di un centinaio di foche che costituivano la colonia è più che raddoppiata, assicurano le fonti del ministero dell'ambiente. Secondo l'Unione Mondiale per la conservazione della natura (Uicn), restano meno di 500 esemplari di foca monaca nel mondo, rifugiati in enclavi isolate nel Mediterraneo e nell'Atlantico orientale. Fino alla metà del secolo scorso, alcuni esemplari si riproducevano sulla coste delle Baleari, del Levante spagnolo e delle Canarie, ma attualmente sono presenti solo sulle isole Chafarinas, nell'enclave spagnola di Melilla, in Marocco, e nelle isole Canarie, dove occasionalmente fanno la loro comparsa.


Animalieanimali

30 SETTEMBRE 2009

 

CLIMA E PESCA MINACCIA PINGUINI PATAGONIA
Nel versante argentino.

 

I cambiamenti climatici e la pesca a fini commerciali stanno mettendo sotto pressione i 'pinguini di Magallanes': a rilanciare l'allarme è stato un gruppo di scienziati argentini, sulla base di quanto fatto qualche mese fa dall'Associzione americana per lo sviluppo della Scienza.
Il 70% della colonia di questi animali ha già raggiunto, come avviene ogni anno in questa stagione, Punta Tombo, nella Patagonia argentina, la principale colonia di pinguini nel continente americano, dove più di un milione di palmipedi resterà fino a febbraio per cambiare le piume, deporre le uova e crescere i piccoli.
I primi ad arrivare sono i maschi che prendono possesso del nido, in genere lo stesso dell'anno precedente, e lo preparano per l'arrivo delle femmine,prima di partire in cerca di cibo da portare alla compagna, i pinguini sono animali monogamici, e ai piccoli nascituri.
Il timore dei ricercatori è che i cambiamenti climatici, uniti alla pesca intensiva riducano la quantità nei mari dei piccoli pesci di cui si nutrono i pinguini, costringendo i maschi a restare a caccia per tempi sempre più lunghi e ritardando così l'approvvigionamento di femmine e neonati.
Le previsioni più pessimiste parlano di una riduzione del 20% degli esemplari dei 'pinguini di Magallanes' anche se, al momento, non è ancora stato confermato il pericolo: "Quest'anno i pinguini sono arrivati a Punta Tombo in buone condizioni e molto numerosi. Fino ad ora non abbiamo trovato esemplari sottoalimentati", ha precisato uno degli esperti del luogo, Oscar Ferraria.


CORRIERE ADRIATICO

30 SETTEMBRE 2009

 

Una conferenza sui pipistrelli

 

Fano (PU) -  L'entusiastica partecipazione alla mostra di anfibi e rettili vivi allestita a Casa Archilei conferma che a Fano è grande l'interesse per la natura e gli animali selvatici in generale. Un'altra occasione è offerta agli appassionati, in particolare bambini, dall'associazione naturalistica Argonauta che venerdì prossimo alle 20,30 organizza a Casa Archilei una relazione, con osservazioni all'aperto e uso del bat-detector, sul tema “Conosciamo i pipistrelli” a cura di Dino Scaravelli, zoologo esperto di chirotteri. L’incontro servirà a sfatate false credenze.


IL GAZZTTINO

30 SETTEMBRE 2009

 

Il ritorno dell’orso in Agordino
Norme per una pacifica convivenza

 

Taibon (BL) -  Ha riscosso notevole successo l'incontro organizzato a Taibon, nella sala dell'ex municipio sul tema “Orso bruno - ritorno sulle Alpi - la convivenza è possibile?”. Ultimamente l'orso è stato avvistato e filmato (il video è stato proiettato in sala) alle pendici del monte Agner sul versante di Voltago e ha lasciato traccia del suo passaggio anche in valle di San Lucano. Il ripresentarsi del plantigrado dopo decenni di assenza ha destato da parte di tutta la popolazione una certa curiosità e non ultimo un po' di timore per chi, per vari motivi, voglia o debba frequentare i boschi queste vallate. Ed è proprio su questa riflessione che l'amministrazione di Taibon, in particolare l'assessore Michele Fusina, ha ritenuto importante organizzare una serata di divulgazione scientifico-culturale. I relatori: tecnici della Polizia provinciale e della Regione Veneto. Ha introdotto Franco De Bon e a seguire hanno parlato Cristian Losso e Sonia Calderola. Supportati da ricca videoproiezione, hanno descritto le caratteristiche tipiche del comportamenti dell'orso, illustrato il perché del ritorno di questo animale e proposto dati di interesse, nel chiaro intento di rasserenare la popolazione sulla presenza di un predatore con il quale si può convivere se conosciuto e trattato con i dovuti accorgimenti. L'incontro ha visto la numerosa e interessata partecipazione di pubblico.


IL GAZZETTINO

30 SETTEMBRE 2009

 

La Regione, che ha in custodia gli animali selvatici, ha liquidato con 2500 euro un milanese. Romborso anche a un bellunese. Gli incidenti sull’Agordina e nel Basso Feltrino

Investiti dai cervi, risarcimento per due automobilisti

 

Mirko Mezzacasa

 

Agordo (Bl) NOSTRO SERVIZIO

La Regione, che ha in custodia anche gli animali selvatici, ha risarcito due automobilisti coinvolti in incidenti stradali con cervi e caprioli sulle strade regionali del Bellunese. È stato riconosciuto e liquidato il risarcimento (circa 2500 euro) ad un milanese, Aldo Troi, originario dell'Agordino (ma vive a Cernusco sul Naviglio, Milano), coinvolto in un incidente in località Candaten lungo la 203 Agordina poco dopo l'abitato de La Stanga. È stato liquidato un secondo risarcimento a Mirko Viola, bellunese di Quero, che ha cozzato contro un animale selvatico sulle strade di casa nel Basso Feltrino.Sono oltre 60 le denunce raccolte da un automobilista, Claudio Sito di Agordo, oggi in attesa di essere risarcito per un grave incidente (scontro con un cervo) che risale allo scorso anno. La documentazione è stata inviata in Regione, Provincia, Veneto Strade ed anche Ente Parco. Sia la Provincia che Veneto Strade hanno da subito risposto che non avrebbero risarcito nulla. Tutti i casi finora risarciti fanno riferimento a strade regionali, nessun riferimento ad oggi a liquidazioni per altra viabilità, comunale o provinciale.Questa è la stagione peggiore, il periodo degli amori per il cervo che durerà fino a metà ottobre. I maschi in questo periodo radunano intorno a se gruppi numerosi di femmine emettendo profondi bramiti per difendere il proprio “harem” dagli altri maschi rivali. Questa intensa attività, unitamente alla fatale attrazione per il selvatico prodotta dell'erbetta verde dei prati sfalciati, comporta necessariamente un aumento della mobilità dei cervidi presenti numerosi in provincai di Belluno, soprattutto nell'Agordino.Ecco invece cosa succede nelle altre Regioni nel momento in cui vengono denunciati incidenti tra mezzi stradali e animali selvatici. La Regione Piemonte ha costituito un fondo regionale di solidarietà a favore dei soggetti coinvolti in sinistri stradali con animali selvatici ungulati con apposito regolamento approvato nel 2008, stabilendo i criteri generali per la presentazione delle istanze di accesso al suddetto fondo: vi possono accedere gli automobilisti piemontesi per un importo non superiore a 10mila euro (o valore commerciale), solo per danni all'autoveicolo e solo in presenza del rinvenimento in prossimità dell'evento dell'animale morto o ferito. Il verbale di accertamento obbligatorio redatto da forze dell'ordine, polizia provinciale e personale sanitario intervenuto sul posto.In Basilicata è stato approvato a fine gennaio un Regolamento che prevede la costituzione di un fondo con lo scopo di rimborsare i danni extra agricoli provocati dalla fauna ungulata a titolo di indennizzo e non quindi di risarcimento, semprechè non siano accertati violazioni al Codice della strada. L'istruttoria è stata delegata alle province e la denuncia deve essere corredata dal verbale di sinistro. La Regione Marche con atto di Giunta dell'autunno scorso riconosce agli automobilisti marchigiani un indennizzo in caso di incidente opportunamente documentato da organi di Polizia o agenti provinciali.In Toscana la Regione insieme ad alcune Province ha gia attivato polizze assicurative e sta pensando ad un fondo indennizzi. In Svizzera e in Germania sono stati realizzati molti passaggi artificiali con costi considerevoli. 


AGI

30 SETTEMBRE 2009

 

ANIMALI: 3 CAMOSCI DALLA MAJELLA APPRODANO AI SIBILLINI

 

Perugia, 30 set - Tre nuovi camosci, provenienti dal Parco Nazionale della Majella vanno ad arricchire il Parco Nazionale dei Monti Sibillini che conta ora 11 esemplari di questa specie, un numero destinato a salire nei prossimi giorni. E' quanto si legge in una nota della Provincia di Perugia dove si spiega che si e' conclusa cosi' la prima fase di rilasci finalizzati a consolidare il nucleo di 8 esemplari presenti reintrodotti lo scorso anno. Nei giorni scorsi, appunto, sono stati rilasciati nel Parco dei Sibillini tre esemplari di camoscio appenninico, di cui due femmine e un maschio, provenienti dall'area faunistica di Lama dei Peligni, nel Parco della Majella. I camosci sono stati catturati dall'equipe dell'area protetta abruzzese, mediante siringhe narcotizzanti lanciate da un apposito fucile ad aria compressa. Agli esemplari, ancora sotto narcosi, sono stati quindi applicati marche auricolari di riconoscimento e radiocollari che consentono in ogni momento l'esatta localizzazione grazie a un sistema satellitare. Il trasporto sul sito di rilascio, a oltre 2.000 m di quota, nel Comune di Ussita, e' avvenuto su un elicottero del Corpo Forestale dello Stato, mentre hanno curato l'operazione i tecnici dei due parchi in collaborazione con l'Universita' di Siena e il Coordinamento territoriale di Visso del Corpo Forestale dello Stato. Nei prossimi giorni avverra' il rilascio di altri tre esemplari provenienti dall'Area faunistica di Farindola nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, nonche' di una femmina nata nell'area faunistica di Bolognola.

 

 

            30 SETTEMBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

 


 

CORRIERE FIORENTINO

30 SETTEMBRE 2009

 

Cremona Animalisti contro il ricercatore Galli

Super maiali per i test clonati con l’Alzheimer

 

CREMONA — Cesare Galli, a capo di Avantea, laboratorio di tecnologie della riproduzione a pochi passi da Cremona, si sta preparando per un altro primato. Se la Regione Lombardia darà il via libera, negli edifici dove sono stati clonati tori e cavalli verrà creato un «superpig». «Si tratta di maiali clonati — spiega lo scienziato  — portatori di malattie genetiche: maiali con l’Alzheimer, con la fibrosi cistica e con tutta una serie di malattie neurodegenerative». «Non è, il nostro, un laboratorio dove si creano mostri — continua Galli —, ma pensiamo, come in questo caso, alla salute delle persone. Il nuovo modello animale per molte malattie umane di tipo genetico è il suino. Il nostro obiettivo è quello di far nascere maiali con queste malattie neurodegenerative. E nel corso degli anni, come nel caso dell’Alzheimer, studiare come la malattia si sviluppa. Solo in questo modo si potrebbe trovare una cura».
Ma perché non sui topi o su altri animali? «È ormai chiaro che molte malattie genetiche dell’uomo che derivano da specifici geni mutati non possono essere riprodotte nel topolino da laboratorio. In altre parole, spesso il topolino nel quale è stato introdotto il gene mutato che nell’uomo causa la malattia non manifesta gli stessi sintomi. Inoltre il topo non è idoneo come modello animale per le malattie a insorgenza e progressione lenta, perché la sua vita media è di circa 1 anno». Il progetto «Superpig», se andrà in porto, farà comunque discutere. Esperti di bioetica e animalisti sono già sul piede di guerra.


MARKET PRESS

30 SETTEMBRE 2009

 

VERMI FORNISCONO INFORMAZIONI SULLE PRIME FASI EVOLUTIVE DEGLI ANIMALI

 

Bruxelles, 30 settembre 2009 - Un´analisi genetica dettagliata dei platelminta ha permesso a un team internazionale di scienziati di fare maggiore chiarezza sulle prime fasi dell´evoluzione degli animali. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B. Gli animali bilaterali, come suggerisce il loro stesso nome, hanno uno schema corporeo bilateralmente simmetrico. Gli esseri umani sono compresi in questo immenso gruppo, così come i pesci, gli insetti e i vermi, per nominarne soltanto alcuni. Per molti anni però, i tassonomi hanno cercato di capire se i platelminti - vermi corti e semplici, che formano il gruppo degli Acoelomorpha - appartengono al gruppo bilaterale (i cosiddetti animali bilaterali). Il gruppo degli Acoelomorpha è stato descritto come un "animale solitario" dal professor Casey Dunn della Brown University negli Stati Uniti: "Si è spostato lungo tutto l´albero della vita animale. " Ci sono circa 350 specie di Acoelomorpha e i primi tentativi di classificarle usando dati genetici hanno prodotto risultati contraddittori. In questo recente studio, scienziati provenienti da Francia, Germania, Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti hanno usato una nuova tecnica di sequenziamento genetico che ha permesso loro di analizzare oltre 1. 400 geni in molti animali, 10 volte più geni rispetto agli studi precedenti. Per ottenere questi risultati, il team ha registrato 2,25 milioni di ore processore su un supercomputer californiano. L´analisi dettagliata ha rivelato che il gruppo degli Acoelomorpha è in effetti un gruppo fratello di altri animali bilaterali. Secondo i ricercatori, questo è importante perché dimostra che i vermi sono il risultato della prima divisione nel gruppo degli animali bilaterali. I risultati forniscono anche nuove informazioni sull´ancora non identificato antenato comune di tutti i bilaterali. Il professor Dunn ha detto che il verme è "quanto più distante un animale possa essere nella bilateria, essendo pur sempre un bilaterale. Quindi adesso abbiamo due prospettive per (indagare su) questo antenato comune, gli acoelomorpha e tutti gli altri animali bilaterali. " Il team ha inoltre chiarito il posto nell´albero della vita di altri due animali. La xenoturbella è un tipo di verme marino, che è stato classificato in vari modi nel corso degli anni, sia come verme che come mollusco. L´analisi genetica dettagliata rivela che probabilmente non fa parte dei deteurostomi (un grande sottogruppo dei bilaterali che comprende vertebrati, stelle marine e altri gruppi). In effetti sembra essere un parente stretto degli Acoelomorpha. Il team ha anche trovato una collocazione tassonomica per un gruppo di curiose creature chiamate ciliofori, che vive sulle setole intorno alla bocca dell´aragosta norvegese e non è mai stato incluso in uno studio filogenetico prima d´ora. I ciliofori sono adesso classificati insieme agli entoprocti (piccoli animali acquatici) e gli ectoprocti (creature marine che si riuniscono in colonie). Per maggiori informazioni, visitare: Brown University: http://www. Brown. Edu/ Proceedings of the Royal Society B: http://rspb. Royalsocietypublishing. Org/ .


ASCA

30 SETTEMBRE 2009

 

CLONAZIONE: LAV, NO A CREAZIONE MAIALI CON GRAVI PATOLOGIE UMANE

 

Roma, 30 set - La LAV auspica che la Regione Lombardia non autorizzi il professor Cesare Galli alla creazione del ''super pig'', maiale clonato portatore di malattie genetiche neurodegenerative umane, annunciato dal titolare dell'Avantea s.r.l. con lo scopo di studiare malattie come l'Alzheimer e la fibrosi cistica, perche' tali studi sono gia' stati ritenuti infruttuosi e inapplicabili per i progressi della salute umana.Il Consorzio per l'incremento zootecnico (Ciz Research and Genetics), infatti, nel 2008 aveva tagliato i fondi al Laboratorio di ''Tecnologie della Riproduzione'', progenitore dell'Avantea, proprio per la mancanza di interesse a proseguire la sperimentazione con animali clonati, visti gli scarsi progressi nello studio delle patologie umane.
''Nonostante cio', il professor Galli insiste a sperimentare in questa area di investigazione sterile, promettendo la creazione di maiali clonati in cui vengono indotte geneticamente malattie neurodegenerative - commenta Michela Kuan, biologa, responsabile LAV settore Vivisezione - e conducendo esperimenti che nascondono livelli di sofferenza inimmaginabili e scientificamente inutili''.
I dati ottenuti, inoltre, avverte l'associazione, sono inapplicabili alla specie umana, mentre sono numerose le lacune relative alle alterazioni genetiche e alla proteomica, il prodotto del codice genetico; carenze che dovrebbero essere colmate con investigazioni sui meccanismi dell'organismo umano invece di modificare un'altra specie per cercare di farla assomigliare a qualcosa che nemmeno si conosce.
Il professor Galli, invece, giustifica il ricorso ai maiali adducendo la non validita' del modello animale basato sul topo, viste le differenze anatomiche e fisiologiche tra la nostra specie e quella murina: ''un autogoal che ammette l'inutilita' di tutta la sperimentazione animale''.
''Interessante questa affermazione, anche a fronte del fatto che il topo e' l'animale piu' utilizzato nei laboratori del mondo, un business da 600 mila animali l'anno solo nel nostro territorio - prosegue Michela Kuan - la ricerca dovrebbe rappresentare un metodo di indagine chiaro e attendibile, mentre la realta' mostra evidenti contraddizioni offuscate da interessi economici e carriere''.

 
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