30 APRILE 2010

IL CITTADINO LODI

30 APRILE 2010

 

Animali squartati in un macabro rito, l’ombra delle messe nere al Sandone  

 

Provincia di Lodi - L’ombra delle messe nere e dei riti satanici si allunga drammaticamente sulla città. Ieri mattina infatti nella zona del Sandone, nel cortile di una cascina abbandonata a ridosso della ferrovia, sono state ritrovate le carcasse di alcuni animali letteralmente squartati a metà e macchie di sangue ovunque, sull’erba e sulle pareti. La scoperta è stata fatta dal proprietario di un terreno vicino, che ha subito chiamato le forze dell’ordine.Ora le indagini sono affidate agli uomini della questura e alla polizia scientifica, che hanno messo tutto sotto sequestro e hanno scattato le fotografie dell’area interessata; in mattinata anche la polizia locale ha presidiato la zona con una pattuglia, anche per tenere lontani eventuali curiosi.La cascina in questione si raggiunge da una stradina che si distacca da via Del Sandone, sulla destra arrivando da via San Fereolo, e scende fino a raggiungere la ferrovia e a perdersi nei campi a lato della tangenziale. Pochi metri prima di un piccolo e stretto sottopasso ferroviario c’è il cancello chiuso con un lucchetto: lì è avvenuto il ritrovamento.In zona non ci sono abitazioni, le più vicine sono a diverse decine di metri di distanza, e sembra che nessuno durante la notte abbia sentito rumori strani o si sia accorto dei movimenti di chi ha scavalcato quel cancello per trovare un luogo appartato. Solo alla mattina un uomo che si trovava in un campo vicino, a ridosso della linea ferroviaria, se ne è accorto e ha lanciato l’allarme.Quella delle messe nere, comunque, è solo una delle ipotesi, sicuramente la più inquietante, avanzate dalle forze dell’ordine davanti a quella scoperta, anche se negli uffici della questura si cerca di minimizzare l’accaduto e per questo non vengono forniti dettagli più approfonditi.Quello che è certo, comunque, è che sono stati trovati a terra due conigli e un gallo (gli animali che generalmente vengono utilizzati per i riti delle messe nere) che non erano semplicemente stati uccisi, ma squartati a metà, sgozzati e dissanguati.


LA TIBUNA DI TREVISO
30 APRILE 2010
 
Spunta un terzo gatto vittima della balestra
 
PONZANO (TV). C’è un terzo gatto vittima del killer con la balestra. L’episodio risale a due anni fa, ma solo ora se ne è venuti a conoscenza. Si sta infatti alzando il velo sugli casi di maltrattamento ai danni degli animali così come ha chiesto il sindaco Giorgio Granello. In municipio è giunta anche la segnalazione di un micio che nel 2008 è stato impallinato. Solo un intervento chirurgico tempestivo aveva salvato la vita al felino. Per l’episodio era stata presentata dai padroni una denuncia ai carabinieri. «Mi chiedo come in due anni il colpevole non sia stato ancora individuato» dice il sindaco. Intanto proseguono le indagini per risalire al responsabile - o ai responsabili, secondo le ultime indiscrezioni - dei mici trafitti dai dardi.

CORRIERE ADRIATICO

30 APRILE 2010

 

Gli animali vengono uccisi con le polpette avvelenate. I proprietari hanno presentato una denuncia ai carabinieri

Strage di cani sul viale del cimitero

 

Camerino (MC) - Polpette avvelenate preparate per uccidere. A fare la scoperta dei micidiali bocconcini sono stati diversi camerinesi, proprietari di cani, che hanno lanciato l’allarme. Teatro dell’agguato per gli amici a quattro zampe è la stradina che dal monastero di Santa Chiara scende verso il cimitero. E’ qui che una barboncina di pochi anni ha rischiato di morire dopo aver ingoiato una piccola polpetta avvelenata. Ad accorgersi dell’accaduto è stata un’anziana signora, proprietaria dell’animale. La sua cagnetta ha iniziato subito a dare i primi segni di reazione al veleno contenuto nel boccone. Ha cercato di buttar fuori quanto aveva appena morso e poi, subito dopo, non è riuscita a reggersi sulle zampe. Immediata la corsa verso un veterinario cui l’animale deve, con ogni probabilità, la vita. L’episodio ha messo in allerta, per fortuna, altri proprietari di cani che vivono in zona e che frequentano la stradina, dove non ci sono molte abitazioni, per far fare quattro passi ai loro animali. “Ho trovato altri sei bocconcini già pronti – racconta Fabrizio Marsili, proprietario di un cane – .A della semplice carne macinata chi voleva fare del male a cani e gatti ha aggiunto del veleno, una sostanza bluastra”. Gli ispettori del servizio veterinario della Zona Territoriale 10 di Camerino dell’Asur sono intervenuti ed hanno preso in consegna i bocconcini che saranno ora analizzati. Secondo un primo sommario accertamento alla carne potrebbe essere stato aggiunto del veleno antilumache, facilmente reperibile in commercio. La sostanza può provocare danni irreparabili se ingoiata da cani e gatti e può arrivare a causare la morte. Ma chi ha voluto fare del male? Chi ha cercato di uccidere poveri animali indifesi? I proprietari dei cani allarmati da quanto accaduto hanno anche presentato una denuncia alla locale stazione dei carabinieri. Non sarà però facile scoprire il responsabile del gesto che forse era intenzionato così a mettere la parola fine alla passeggiata di diversi amici a quattro zampe.


TIO.CH
30 APRILE 2010
 
CONFINE
Tenta abuso su una gallina, l'incredulità al pronto soccorso
 
 
 
DOMODOSSOLA (VB) - Al pronto soccorso dell'Ospedale San Biagio di Domodossola  non credevano ai loro occhi. Un uomo della Val Vigezzo è stato costretto a rivolgersi alle cure dei sanitari a seguito di un rapporto sessuale con una gallina.Come scrive il Corriere del Ticino a causa di una contrazione dell'animale, l'uomo non sarebbe più riuscito a liberarsi.Tutto vero? Lo schema della notizia è quello classico della leggenda metropolitana. Il cronista riferisce che il personale medico dell'ospedale è riuscito a risolvere il problema prima che la moglie tornasse a casa, garantendo quindi all'uomo di poter restare nell'anonimato.Un altro particolare riguarda la chiamata al 118. Non era una scherzo di cattivo gusto ma la realtà. 

TICINO NEWS
30 APRILE 2010
 
Vigezzino all'ospedale per tentato abuso su gallina
Fortunatamente i sanitari sono riusciti ad estrarre l'uomo dalla gallina prima che la moglie dello stesso tornasse a casa
 
Si è dovuto recare all'ospedale per una visita alquanto imbarazzante un uomo della valle Vegezzo. L'uomo, dopo aver tentato di avere un rapporto sessuale con una gallina, si sarebbe infatti dovuto recare al pronto soccorso dell'Ospedale San Biagio di Domodossola in quanto, probabilmente a causa di una contrazione muscolare dell'avvenente pennuto, non riusciva più a liberarsi.
Fortunatamente i sanitari sono riusciti ad estrarre l'uomo dalla gallina prima che la moglie dello stesso tornasse a casa. Finché permane l'anonimato, dunque, la consorte non dovrebbe venire a conoscenza della rivale produttrice di uova.
Una fortuna davvero per l'uomo, il quale rischiava di rimanere in stretto contatto con la chioccia ancora a lungo, se il servizio di picchetto del 118 avesse continuato a credere che tutta la vicenda fosse solo uno scherzo.

LA PROVINCIA DI SONDRIO
30 APRILE 2010
 
Ordinanza del sindaco di poggi
I coniglietti hanno le ore contate Al parchetto non possono stare
Entro lunedì l'ex gestore del centro deve rimuovere gabbia e piccoli ospiti
 
POGGIRIDENTI (SO) - Cinque giorni di tempo. Entro lunedì 4 maggio la conigliera ed i suoi piccoli 'ospiti' dovranno essere rimossi dal parco giochi del centro sportivo comunale di Poggiridenti.
Ma se l'aut aut non dovesse essere rispettato? Provvederà in prima persona il Comune, addebitando le spese a chi avrebbe dovuto prendersi cura dei coniglietti e, all'occorrenza, facendo intervenire l'autorità competente.
Lo sancisce l'ordinanza emessa ieri in tarda mattinata dal sindaco Angelo Nesa e notificata in giornata a ?La Caciara? di Paolo Bussi, società che ha gestito la struttura di località Albusana sino ad inizio estate 2009 e che ha costruito la casetta ed il recinto all'interno del quale ha messo i conigli. Animaletti che per un cambio di gestione (ora il centro ha ripreso l'attività con un nuovo gestore, nda) si sono ritrovati di fatto lasciati al loro destino: il cibo era sì presente, sparso sul terreno, l'acqua anche, ma non sempre limpida come dovrebbe essere.
Un provvedimento, questo, maturato dalla giunta mercoledì sera per scrivere la parola fine ad una situazione che si trascinava da settimane ormai. Ad onor del vero, in prima battuta si era ipotizzato di concedere un lasso di tempo limitato - 24 ore -, ma essendo in prossimità del ponte del primo maggio, il gruppo di governo ha preferito dilatare il termine di "sfratto" sino al 4.
«Avranno tempo sino a giovedì prossimo per smantellare la conigliera e per ripristinare lo stato dei luoghi com'era in origine. Non dovessero provvedere, per forza di cose interverremo noi» spiega il vice sindaco Flavio Valesini. Nel caso in cui dovesse pensarci il Comune «si chiamerà una ditta per effettuare il lavoro e le spese saranno addebitate alla società di Paolo Bussi. Si farà intervenire anche l'autorità competente essendoci stato l'abbandono dei conigli».
Per l'appunto: ma degli animaletti cosa ne sarà? Dove andranno a finire? «Dovesse intervenire il Comune, abbiamo già ipotizzato di rivolgerci a qualche associazione oppure all'Enpa (Ente nazionale protezione animali) per trovare casa ai coniglietti». Valesini lancia un appello ai lettori: «Se qualcuno fosse interessato ad adottare un coniglio nano, si faccia avanti, nell'eventualità che allo sgombero della conigliera dovesse provvedere il Comune». Dunque c'è da attendere qualche giorno per capire come si evolverà questa vicenda che ha preoccupato ed impietosito parecchi genitori in visita con i propri bambini al parco giochi del centro. Trovatisi di fronte ai coniglietti, alcuni dei quali visibilmente malmessi, hanno potuto solamente cambiare loro l'acqua che versava in un pessimo stato. Si sono anche informati per cercare di capire il perché della situazione e risolvere il problema, nell'interesse degli animali.

ADN KRONOS
30 APRILE 2010
 
Presentato esposto a Procura Milano e denuncia a polizia postale
Bimbi che fanno sesso con animali, scovato sito con foto pedopornografiche
Roma - La scoperta è stata fatta dal gruppo degli esperti telematici di Aidaa, l'associazione italiana a tutela degli animali e dell'ambiente, che ha trovato siti contenenti centinaia di immagini e filmati liberamente e facilmente scaricabili dalla rete.

 

Roma - "Spuntano diversi siti con immagini di bambine e bambini impegnati a fare sesso con animali, il tutto con una semplice ricerca su internet, la ricerca realizzata dal gruppo degli esperti telematici di Aidaa ha portato alla scoperta di alcuni siti contenenti centinaia di immagini e filmati di chiaro contenuto pedopornografico liberamente e facilmente scaricabili dalla rete". E' quanto denuncia Aidaa, associazione italiana per la difesa di animali e ambiente. Il presidente nazionale di Aidaa Lorenzo Croce ha immediatamente provveduto a inviare una denuncia alla polizia postale segnalando il sito pedopornografico e chiedendone la immediata chiusura. 'Abbiamo passato ogni limite - afferma Croce - siamo all'abominio abbiamo scovato un sito contenente centinaia di filmati liberamente visionabili che contengono scene esplicite di bambini impegnate in azioni sessuali complete con animali. Ora ci auguriamo che da una parte questi siti vengano definitivamente oscurati, e che dall'altra parte il legislatore una volta per tutte si decida a dichiarare reato penale il sesso con animali". "In particolare- continua Croce- ci auguriamo che vengano perseguiti coloro i quali hanno scaricato anche in Italia questi filmati che definire schifosi e' un eufemismo. La nostra battaglia contro i reati che vedono coinvolti animali in rete continua senza sosta, in questo caso- conclude Croce-siamo ancora piu' motivati nel denunciare la situazione in quanto oltre agli animali questi video porno hanno come coprotagonisti i bambini. Mettiamo davvero la parola fine a queste orrende e orribili vicende".


CORRIERE ADRIATICO
30 APRILE 2010
 
Canile e guai
Pluto house Vittoria in tribunale
 
Sant’Elpidio a Mare (FM) -  In tribunale vince Pluto. Rivincita nelle aule giudiziarie per l’associazione che fino al 2007 gestiva il canile di Sant’Elpidio a Mare. I responsabili di Pluto progetto fauna erano infatti stati citati in giudizio dall’Anta, associazione subentrata nella gestione del canile, ora trasferito a Montegranaro. Si chiedeva il pagamento di 19.200 euro per il mantenimento di venti cani, allora ospitati nella struttura elpidiense, sostenendo che la proprietà fosse dell'associazione stessa. I vecchi gestori, tramite l’avvocato Paolo Bacalini, hanno contestato le accuse: la proprietà degli animali, l’obbligo di pagamento. Ragioni tutte accolte dal giudice Pierfilippo Mazzagreco, che ha dichiarato la domanda inammissibile e condannato l’Anta al pagamento delle spese legali. Soddisfatta la vicepresidente di Pluto progetto fauna Lidia Gomez Olivera: “Oggi a distanza di tre anni qualcosa si è mosso a nostro favore, ripagandoci pur se di una minima parte di quanto nei nostri confronti si è detto e fatto. Quei cani, come tutti gli altri che abbiamo dovuto lasciare, li abbiamo sempre sentiti nostri sotto ogni punto di vista etico e morale e pur con mille problematiche, che solo una struttura non a norma può causare, non abbiamo mai rinunciato a sfamarli né a curarli”.

ANMVI OGGI

30 APRILE 2010

 

CASSAZIONE, IL RANDAGIO IN STRADA E’ UN ILLECITO

 

La Corte di appello di Napoli aveva escluso al responsabilità del Comune di Roccamonfina per omessa adozione di provvedimenti contro il randagismo, rilevando che l'anziana aggredita da un cane vagante era caduta, rompendosi un femore, non per l'aggressione del cane ma nel tentativo di difendersi.La Cassazione non è dello stesso parere e con una sentenza depositata il 28 aprile 2010 ha stabilito che " la Corte d'Appello escludendo la responsabilità del Comune è incorsa nella violazione delle norme di legge sul randagismo, che impongono ai Comuni di assumere provvedimenti per evitare che gli animali randagi arrechino disturbo alle persone, nelle vie cittadine, violazione aggravata dalla circostanza che vi erano state diverse segnalazioni della presenza dell'animale randagio, da parte della cittadinanza".Inoltre la piccola taglia dell'animale coma la tarda età dell' aggredito non rilevano ai fini del risarcimento. Infatti anche le persone anziane devono poter circolare sul territorio pubblico, senza essere esposte a situazioni di pericolo, ed in particolare a quelle che l'ente pubblico è espressamente obbligato a prevenire, attraverso le ASL, quali il randagismo.


CORRIERE ADRIATICO

30 APRILE 2010

 

Capriolo ferito sulla Corinaldese

 

Corinaldo (AN) -  Un capriolo ferito è stato soccorso nella notte tra mercoledì e giovedì da una volante del Commissariato. A segnalare la presenza dell’animale, sul ciglio della strada lungo la Corinaldese, è stato un passante poco prima dell’una di notte. Il capriolo, probabilmente investito da una vettura, non riusciva piu’ ad alzarsi e sanguinava. I poliziotti hanno portato e l’animale in Commissariato, dove li ha raggiunti un veterinario dell’Asur per medicarlo. Il capriolo è fuori pericolo e si trova ora presso il canile municipale.


CORRIERE DEL VENETO

30 APRILE 2010

 

Tragedia sfiorata un corto circuito all'origine dell'incendio

Appartamento in fiamme,17enne salvata dal cagnolino

Conegliano, il rogo dalla tivù. «Mia nipote non si era accorta di nulla, poi ha sentito il cane»

 

Angela Pederiva

 

CONEGLIANO (Treviso) — L’acre e denso fumo esce dalle finestre. Dietro i vetri, prima che scoppino per l’altissima temperatura, si scorge il bagliore delle fiamme. Qualcuno corre, qualche altro si ferma a guardare. Sono le prime immagini dell’incendio divampato, ieri all’ora di pranzo, in un appartamento situato nella prima periferia di Conegliano. Alla fine il rogo ha semidistrutto l’alloggio, ma avrebbe potuto trasformarsi in tragedia, se il cagnolino di casa non avesse dato l’allarme ad una ragazzina che stava chiusa in camera a studiare, mentre in salotto scoppiava l’inferno. Rispetto alla pur tempestiva allerta iniziale, la situazione che si sono trovati davanti i vigili del fuoco s’è rivelata assai più seria del previsto. Mancavano pochi minuti a mezzogiorno, quando residenti e passanti di via Lourdes hanno notato una nuvola nera levarsi dal secondo piano di una palazzina collocata al civico 81, la stessa che al pianterreno ospita la nota osteria 3 Corone, giusto accanto alla bocciofila Morbin. Il filmato girato con il telefonino da Graziano Rossetto, un ingegnere che ha assistito alla vicenda, raccontano minuti di paura. Dentro l’abitazione il fuoco crepitava e dal sottotetto, oltre che dagli infissi sventrati dal calore, usciva un fumo fetido. Molti i testimoni che si sono imbattuti nella preoccupante scena: dal postino che ha fermato il motorino per capire cosa stesse succedendo dall’altra parte della strada, all’anziano che s’è appoggiato ad una ringhiera perché non credeva ai suoi occhi. L’arrivo dei pompieri, intervenuti in forze e con l’autoscala, è stato comunque tempestivo. Ma con ogni probabilità il lavoro del personale del 115 sarebbe stato molto più difficile, se un amico a quattro zampe non avesse provveduto a mettere in salvo la sua padroncina. È stato lo zio della 17enne, ancora commosso per l’accaduto, a raccontare l’insolito salvataggio. «La ragazza - ha spiegato - era uscita prima da scuola e si trovava sola in casa. O meglio, mentre lei era nella sua cameretta, in salotto era rimasto il cane. E meno male: nel momento in cui sono partite le prime fiammate e si è sprigionato il fumo, l’animale ha cominciato ad abbaiare insistentemente, richiamando così l’attenzione di mia nipote, che è riuscita a scappare di corsa fuori a chiamare aiuto». Insieme alla madre, la studentessa è stata poi accompagnata al Pronto Soccorso. Le esalazioni respirate, tuttavia, sono risultate di lieve entità e per questo l’adolescente è stata dimessa poco dopo dall’ospedale, senza necessità di essere sottoposta ad ossigenoterapia. La teenager è così tornata al condominio, dove rapidamente si è ritrovato un gruppo di parenti e amici, che hanno aiutato la famiglia a fare le valigie con i vestiti e gli altri effetti personali necessari a trascorrere qualche tempo fuori casa. L’appartamento infatti è stato praticamente devastato. Ma sarebbe potuta andare molto peggio, come hanno riconosciuto gli stessi inquilini, piangendo ed abbracciandosi per cercare di sciogliere la tensione. A scatenare tutto, secondo i primi rilievi, sarebbe stato un cortocircuito del televisore rimasto in standby, ma i vigili del fuoco sono ancora al lavoro per ricostruire l’ennesimo rogo accidentale scoppiato nella Marca. La raccomandazione degli esperti è di spegnere sempre e completamente gli elettrodomestici quando non sono in funzione. L’apparentemente innocua lucina rossa potrebbe infatti rischiare di trasformarsi in un pericoloso innesco.


IL TIRRENO
30 APRILE 2010
 
Cavallo catturato dai vigili urbani
 
LUCCA. Un cavallo fuggito da un recinto ha rischiato di causare una serie di incidenti in località La Maddalena a Torre e soltanto il pronto intervento della polizia municipale e delle guardie ecozoofile ha evitato il peggio. Erano le 17,30 quando è scattato l’allarme. Sono piovute al comando decine di chiamate di automobilisti che segnalavano la presenza dell’equino in mezzo alla carreggiata e in prossimità di una curva. Alla fine l’animale è stato riconsegnato al proprietario che adesso rischia una denuncia per omessa custodia.

CORRIERE DELLA SERA
30 APRILE 2010
 
Critica Federfauna: pregiudizi senza fondamento e frutto dell'ignoranza
Legge bipartisan, via gli animali dai circhi
Destra e sinistra alleate su una proposta che prevede incentivi per chi si «converte» agli show con soli umani
 
                 
Un'esibizione del Cirque du Soleil,                           Elefanti si esibiscono durante uno spettacolo circense (Reuters)
che non utilizza animali in scena (Reuters)
 
Margherita De Bac
 
ROMA - Non spesso, ma succede. E il collante in genere è costituito dall’attenzione per gli animali. E’ così anche stavolta. Destra e sinistra alleati per cercare di ottenere quello che ambedue gli schieramenti definiscono un risultato di civiltà. Eliminare dagli eventi circensi le esibizioni di tigri, elefanti, pennuti e altre specie esotiche. Trasformare ogni struttura in tanti Cirque du soleil dove l’attrazione è costituita da soli uomini. Contorsionisti, acrobati, giocolieri, trapezisti.
LE NUOVE NORME - La Commissione Cultura della Camera ha già discusso e inviato agli organismi competenti di Montecitorio, per riceverne un parere, la proposta di legge quadro sullo spettacolo dal vivo, tra i firmatari Gabriella Giammanco, giovanissima del Pdl. Inizialmente i testi erano quattro e sono stati riuniti in un unico articolato, di gradimento bipartisan. Il comma h introduce «agevolazioni fiscali per le compagnie e le attività circensi che non prevedono la presenza, l’esposizione, l’utilizzo e l’esibizione di animali nonchè per favorire la trasformazione dei circhi con animali in circhi senza animali». Lo sviluppo e la qualificazione dell’industria «viaggiante» vengono inoltre incentivate attraverso la creazione di registri per l’attestazione «del possesso dei necessari requisiti tecnico professionali».
«ANIMALI SNATURATI» - La Giammanco confessa di aver detestato fin da bambina queste rappresentazioni «tristissime, pietose, dove gli animali sono snaturati, ridotti a marionette, seviziati anche quando non scendono in pista». A suo parere, i maltrattamenti oltre che in addestramento, sono inflitti imponendo condizioni igieniche deplorevoli e ristrettezza delle gabbie. L’augurio è che, una volta ricevuti i pareri, la legge possa essere approvata dalla Commissione in sede legislativa, senza il passaggio in aula, «e speriamo di non vedere più leoni che saltano attraverso cerchi infuocati, esercizio etologicamente terrificante. L’esperienza del Cirque du soleil dimostra che al pubblico bastano gli acrobati. Il loro bilancio è dieci volte superiore a quello complessivo dei nostri show con esemplari esotici».
LA REPLICA DI FEDERFAUNA - «Esagerazioni, pregiudizi senza fondamento, frutto dell’ignoranza di un ristretto e agguerrito esercito di cittadini». Così ribatte Federfauna, la confederazione europea delle associazioni di allevatori, commercianti e detentori di animali. Il pensionamento dei circhi con esibizioni di animali è stato avviato in modo completo o parziale in una quindicina di Paesi Europei tra i quali Austria, Portogallo, Finlandia, Svezia e Gran Bretagna. Antonio Buccioni, responsabile dell’Ente nazionale circhi e consigliere di Federfauna, dà uno sguardo al panorama italiano. Un centinaio di realtà attive sul territorio nazionale nell’arco dell’anno, soprattutto circhi e arene, quelle cioè prive di tendone. Tre le imprese con oltre 200 operatori tra cast artistico e personale tecnico l’American Circus, proprietà Enis Togni, Medrano (famiglia Casartelli) e Moira, (degli Orfei). Si aggiungono una decina di complessi di media grandezza. La maggior parte dunque sono piccoli complessi a gestione familiare, che puntano soprattutto sull’acrobatica. Alcune imprese made in Italy lavorano all’estero in pianta stabile. «Da tempo abbiamo dismesso i serragli con centinaia di bestie - dice Buccioni - Le scimmie non vengono più sfruttate, da 20 anni sono spariti gorilla e scimpanzè. Gli orsi? Sempre meno utilizzati. In quanto agli elefanti, ne saranno rimasti una decina e sono destinati ad esaurirsi perchè non ne importiamo più. Insomma noi siamo gente seria, gli animali fanno parte del nostro patrimonio. Evitiamo il fanatismo. Eliminarli dai tendoni sarebbe come togliere i violini dalle orchestre».
«ITALIA ANCORA INDIETRO» - La Lega antivivisezione non demorde. La guerra ai circhi è la priorità del prossimo anno. E’ partito un censimento, intanto. «Le compagnie circensi si fondono in continuazione - elenca le difficoltà Nadia Masutti -. I Paesi europei dismettono. In Italia siamo molto indietro. Le poche norme di riferimento non sono che raccomandazioni e restano inapplicate. L’ultima stesura 2006 delle linee guida, mai ufficializzata, riguarda anche gli esotici. Non una parola sui rettili che pure vanno tanto di moda». La competenza è del Cites, la commissione scientifica del ministero dell’Ambiente. Le linee guida «per il mantenimento di animali nei circhi e nelle mostre itineranti» elencano i requisiti che le strutture dovrebbero possedere e le amministrazioni verificare. Si parla di piani alimentari, di pulizia, visite mediche, trasporto, misura delle gabbie. Tra gli orientamenti generali «si raccomanda che in futuro non vengano detenute le specie in via di estinzione o non compatibili con la mobilità», in particolare delfini, primati, lupi, orsi, grandi felini, foche, elefanti, rinoceronti, ippopotami, giraffe e rapaci. Molto contestata una vecchia legge che stanzia un contributo di 7 milioni all’anno, distribuiti dal Fondo Unico sullo Spettacolo. «Non generalizziamo. Ho visitato realtà bene organizzate e altre che non avrebbero dovuto ottenere l’autorizzazione da parte dei miei colleghi inviati dalle Asl di competenza, come prevede la legge. E’ ovvio che un elefante, seppur tenuto al meglio, non si troverà mai bene come in un parco», non estremizza Piero Laricchiuta, responsabile dello zoo di Napoli, esperto di specie esotiche. E insiste «non c’è maltrattamento nel senso di crudeltà. I circensi tengono ai loro animali. Certo, la cattività incide pesantemente sulla salute psicofisica di un felino. Però ho visitato elefanti in ottimo stato con bella pelle e belle zampe, alimentati con cibo di qualità. Le grosse imprese investono».

TRENTINO

30 APRILE 2010

 

Sì al circo, ma senza animali

 

ROVERETO (TN). Sì al circo, a senza animali. Da ieri in via Unione è arrivato il “Circo di Vienna” e la Lav (Lega anti vivisezione) contesta lo spettacolo: «In questo mondo apparentemente magico - spiega la responsabile della Lav trentina Silvia Gelmini - fatto di allegria e colori, si nasconde in realtà una grande sofferenza per gli animali. L’animale è sottoposto a stress ininterrotto. Per indurlo a rispondere agli ordini è necessario sottoporlo a addestramenti e allenamenti estenuanti ed a ripetizioni infinite. I metodi di preparazione si basano in genere sulla paura del dolore fisico o sulla privazione del cibo. Bisogna inoltre considerare che gli animali trascorrono la loro esistenza tra continui spostamenti e vivono in spazi angusti delimitati da sbarre, in stretti recinti o legati a cortissime catene, spesso arrivando a sviluppare movimenti stereotipati e ripetitivi. Spesso viene ignorato il carattere diseducativo degli spettacoli con gli animali: come può essere formativo per un bambino vedere animali frustati e sottoposto a comandi e punizioni? Circa 15 paesi europei hanno proibito, del tutto o parzialmente, l’esibizione di circhi con animali, di conseguenza si sta diffondendo un tipo di spettacolo completamente nuovo, basato solo su artisti umani. Se molti stati europei hanno ritenuto il modello gestionale della detenzione di animali incompatibile con il loro benessere, perché non lo si può fare anche in Italia?


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

30 APRILE 2010

 

Marea nera: 80% greggio finira' su coste

Potrebbe essere il peggior disastro ambientale in storia Usa

 

 

NEW YORK - La macchia di petrolio fuoriuscita dalla piattaforma della Bp affondata la settimana scorsa, e' inarrestabile.
L'Ispra calcola che l'80% del greggio si riversera' sulle coste degli Usa, con un danno ambientale incalcolabile.
La marea nera, infatti, e' molto piu' vasta di quanto inizialmente immaginato e rischia di provocare il peggior disastro della storia americana, di dimensioni maggiori di quello della Exxon Valdez nel 1989. A rischio centinaia di specie animali.


IL GIORNALE

30 APRILE 2010

 

Ecosistema a rischio: ecco i danni della marea di greggio

 

 

Morte per tossicità, aumento del rischio di cancro, mutazioni del dna, sterilità, apparato digerente troppo grande o troppo piccolo: sono alcuni degli effetti che possono subire gli animali, come pesci e uccelli, dal contatto col petrolio. A spiegarlo è Eva Alessi, tossicologa del Wwf. Per quantificare gli effetti di catasfrofi ambientali come quella che sta investendo la Louisiana, bisogna considerare molte variabili, quali il tipo di area colpita, le specie, la quantità e le caratteristiche del petrolio, il tipo di costa. "Gli uccelli marini sono le vittime più conosciute - precisa Alessi - Un effetto macroscopico è la perdita di idrorepellenza del piumaggio, non consentendo più l’isolamento termico e provocando la morte per ipotermia. Per ripulirsi col becco ingeriscono il petrolio, che provoca gravi alterazioni agli organi interni".
Crostacei, molluschi e pesci Ma a subire gli effetti sono anche crostacei, molluschi e pesci, molti dei quali muoiono per tossicità acuta degli idrocarburi e dei solventi utilizzati per la dispersione. "Sono inoltre pregiudicate le loro capacità di riprodursi - conclude Alessi - perchè vengono colpite anche le larve e le uova. Possono generare figli sterili, avere le pinne che non funzionano più, l’apparato digerente che diventa più piccolo o grande, senza contare che il rischio di tumore aumenta significativamente".

Ecosistema a rischio Sotto minaccia un habitat per lo più sconosciuto, che vive "senza giorno e senza notte" e che si può considerare un "eterno imperturbato". E, a lungo termine gli effetti riguarderanno, nella fauna, insorgenza di tumori, prole deforme e modificazioni genetiche. A tracciare il drammatico bilancio delle conseguenze dell’ affondamento della piattaforma Deepwater Horizon, dieci giorni fa, è Ezio Amato, già responsabile del servizio emergenze ambientali in mare dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), oggi in forza alle Nazioni Unite. Uccelli "’marchiati" di nero, pesci morti e litorali intaccati: questo è quello che appare subito evidente. E per almeno 50 anni si conteranno i danni. Ma ora la corsa contro il tempo è "chiudere il rubinetto" che, dalle profondità marine, sputa letteralmente litri e litri di greggio al giorno in mare aperto (200mila litri le perdite quotidiane stimate). "Questa è la sfida principale perchè si tratta di porre rimedio - ha detto Amato, che ha condotto le indagini sulla nave dei veleni a largo delle coste cosentine - con un’operazione di robottizzazione a una enorme profondità e lì è come rimettere il tappo a una bottiglia di champagne. Chiudere il flusso è un’ operazione molto complicata e molto lunga perchè viene condotta in remoto con i robot che sono filoguidati. Il problema è che il petrolio - ha spiegato l’esperto - non esce da un pozzo come quello dell’acqua ma da minuscole porosità della roccia dalle quali il sistema di pompaggio con la pressione succhia il petrolio".
Ma ormai tutta l’area è "impattata". "Il petrolio - ha sottolineato Amato - tende a perdere le frazioni più leggere mentre quelle più pesanti affondano. Ed è quanto è accaduto per i disastri della Prestige, di Erika e della Haven". Un affondamento di "grandissime quantità di inerti che continuano però a mantenere intatte - ha messo in guardia l’esperto di emergenze marine - le caratteristiche di nocività ambientale che hanno effetti a lungo termine". Infatti "l’impatto più importante delle sostanze petrolifere sono gli effetti traslati nel tempo come insorgenze di tumori negli animali, prole deforme, modificazioni genetiche. Sarà poi difficile da mon itorare per esempio per quanto riguarda i tumori del fegato nei pesci che vivono in prossimità dei fondali". In queste ore, ha detto ancora Amato, "occorre minimizzare gli effetti in superficie con le panne galleggianti o i disperdenti. Si è provato anche incendiando il greggio". In profondità si pensa a posizionare un enorme paracadute ancorato al fondo con un tubo attaccato alla cupola che pompa il greggio verso la superficie per recuperarlo "ma - ha sottolineato Amato - mettere a punto questa tecnica è difficilissimo perchè non è stata mai tentata al mondo". "Il risultato - ha concluso l’esperto - è che comunque si tratta di una tragedia in atto che durerà tantissimo e il cui impatto è devastante".


ADN KRONOS

30 APRILE 2010

 

A forte rischio anche gli uccelli marini pelagici

La marea nera minaccia anche gli animali, a rischio pellicani, sterne, gabbiani e pesci

 

 

Roma - L'associazione statunitense Audubon recluta volontari. Le specie più vulnerabili sono quelle che nidificano nei pressi della costa o nelle zone umide, come il pellicano bruno, che era appena stato escluso dalla lista statunitense

Roma, 30 apr. - (Adnkronos) - Le aree ornitologiche più interessate dall'ondata nera, come spiega una nota, sono quelle delle isole Chandeleur, i litorali del Golfo del Messico in Lousiana e Missisipi, le riserve naturali nazionali del delta del Missisipi. Le specie più vulnerabili sono quelle che nidificano nei pressi della costa o nelle zone umide, come il pellicano bruno, che era appena stato escluso dalla lista statunitense delle specie minacciate di estinzione, diverse sterne, gabbiani, ma anche aironi, ibis, anatre e altre specie come la schiribilla nera americana e il passero delle coste.A forte rischio anche gli uccelli marini pelagici, che passano larga parte della loro vita nel mare, tra i quali si segnala la fregata magnifica. Allarme anche per gli uccelli migratori come pivieri e piovanelli, che si fermano in gran numero sulle spiagge e sulle isole per riposarsi durante il lungo viaggio che li porta dai luoghi di svernamento in Sudamerica alle aree di nidificazione a Nord nelle foreste boreali e nella tundra artica.In Florida l'associazione Audobon sta reclutando volontari e predisponendo il suo Centro per gli uccelli rapaci per le operazioni di pulizia e riabilitazione degli uccelli colpiti dal petrolio. ''Per gli uccelli è il momento peggiore - ha affermato Melanie Driscoll, Direttore dell'Audobon - la nidificazione è già iniziata ed essi sono particolarmente vulnerabili in molti dei luoghi sulla costa dove il petrolio potrebbe arrivare. Gli sforzi in atto per fermare l'onda nera sono eroici, ma potrebbero non essere sufficienti. Ci stiamo preparando al peggio, inclusa una vera catastrofe per gli uccelli''.


L'AVVENIRE

30 APRILE 2010

 

Gli effetti sulla costa dureranno cinquant’anni

gli esperti

Silvio Greco dell’Ispra: «Questa rischia di essere la più grande tragedia naturale della storia»


Ci vorranno 50 anni per ripulire l’ecosistema dagli effetti della marea nera. Lo afferma Silvio Greco, dirigente di ricerca dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). «Questo rischia di essere il più grande disastro naturale della storia – spiega –: il problema principale è che la macchia di petrolio sta per raggiungere un’area molto vasta, ed è impossibile fermarla con i metodi tradizionali. Fra gli effetti sulle coste e quelli sui fondali l’ecosistema impiegherà almeno 50 anni per riprendersi ». L’area che sarà interessata è particolarmente delicata, spiega l’esperto: «Si tratta di una zona di transizione con la presenza contemporanea di acqua dolce e salata, un ecosistema delicatissimo.
Gli effetti del petrolio si faranno sentire a tutti i livelli, dai microrganismi di cui si nutrono pesci e crostacei fino ai grandi cetacei e agli uccelli ». I metodi che le autorità si preparano a mettere in campo difficilmente saranno efficaci: «Si possono piazzare barriere per difendere le coste, ma è impossibile coprire tutta la zona a rischio». Le zone del delta del Mississipi sono presidiate. Sono già stati disposti 30 chilometri di barriere lungo la costa, con altri 150 pronti ad essere posizionati; altre misure prevedono l’uso dei cannoni per spaventare gli uccelli e farli volar via e l’impiego dei battelli per versare detergenti dove ci sono le secche. Queste misure però rischiano di rivelarsi solo dei palliativi, data l’enorme quantità di petrolio riversato in mare: «Non ci sono le capacità per evitare che la marea raggiunga le coste a questo punto – spiega Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente – si può intervenire solo con i volontari ogni volta che si vede un animale in difficoltà».
Il danno per l’ecosistema sarà incalcolabile, affermano gli esperti, e si farà sentire a tutti i livelli: «Ci saranno problemi sia per gli organismi più piccoli, come il fitoplancton, di cui si nutrono diversi organismi marini, sia per i pesci e i mammiferi – conferma Greco –; molte delle sostanze tossiche inoltre si accumuleranno man mano che si sale nella catena alimentare fino ad arrivare agli animali più grandi, per non parlare di quelle che si depositeranno sul fondo ». Il disastro non poteva capitare in un momento peggiore, visto che questo è il periodo in cui la maggior parte degli animali si ferma nella zona per riprodursi.
Secondo la “classifica” stilata dai biologi americani, la specie a rischio più immediato è quella del tonno atlantico. In pericolo sono anche le tartarughe marine e la “nursery” degli squali, nelle Chandeleur Islands. Non stanno bene neanche i cetacei, a rischio per gli effetti diretti del petrolio inalato o ingerito e perché sarà contaminato anche il loro cibo principale, il krill.


MARKET PRESS

30 APRILE 2010

 

JESOLO (VE): AQUARIUM & REPTILARIUM E SHARK EXPO – UN’ENTUSIASMANTE FINESTRA SUL MONDO ANIMALE

 

Jesolo (VE) - Stupisce, entusiasma, incuriosisce, meraviglia. Tante le sensazioni che genera quell ache può essere considerate come una vera e propria finestra sul mondo animale. Perché tante specie tutte messe assieme e con la possibilità di visitarle in una sola volta, non sempre è difficile da trovare. Potere di Aquarium & Reptilarium e dello Shark Expo, ovvero delle due mostre allestite al Palazzo del Turismo di piazza Brescia e che riaprono questo week-end con il nuovo, immancabile, appuntamento estivo. Aquarium & Reptilarium è un vero e proprio documentario dal vivo con i suoi circa 400 animali tropicali. Si possono vivere tante piccole emozioni nel vedere le tartarughe che si accoppiano, il serpente che cambia la pelle, il geco che sbadiglia, il pesce “Nemo” che rientra nella sua casa o l´anaconda che sbadiglia.......La cosa più bella è sicuramente vedere la farfalla che esce dalla crisalide. Infatti, all´interno della mostra è stato ricreato un giardino tropicale dove si possono ammirare le farfalle libere di volare, ma soprattutto c´è una nursery dove le crisalidi vengono deposte e quando sono pronte nascono le farfalle. La mostra si suddivide in settori: tartarughe acquatiche e marine, gechi, insetti, rane e rospi, pesci tropicali di acqua dolce e marina, serpenti di piccole e grandi dimensioni, sauri e la Galleria delle farfalle. Se Aquarium & Reptilarium affascina, Shark Expo è semplicemente adrenalinico. Attualmente può essere considerata come una delle più importanti mostre con protagonista assoluto lo squalo, anzi è ‘la’ mostra, unica nel suo genere, la prima in Europa con queste caratteristiche. Sempre al Palazzo del Turismo sono state allestite 25 vasche, la più grande delle quali contiene circa 200mila litri di acqua marina. Qui vivono 60 esemplari di squali, di 24 diverse specie. Il più piccolo squalo misura 10 centimetri, il più grande è di 3 metri ed è un “Bull Shark” maschio di nome Rocco (la sua compagna è Ginger sono l´unica coppia in Europa). Tra gli esemplari presenti c’è lo squalo dello Zambesi, considerato il terzo più pericoloso al mondo dopo lo squalo Bianco e il Tigre (entrambi presenti nella mostra). Tra i più ammirati lo squalo Toro. Poi ci sono gli squali Limone e Martello. L’esposizione è accompagnata da storia e biologia degli squali, sala informativa, oltre 150 cartelli informativi e schede didattiche.


LA ZAMPA.IT

30 APRILE 2010

 

Il vostro cane è gay, non può entrare nel nostro ristorante

 

 

ROBERTA MARESCI

 

Commedia degli equivoci quella consumata sull’uscio del ristorante Thai Spice di Grange, in Australia. La vicenda risale allo scorso maggio 2009, ma è balzata alla cronaca solo ora, che il tribunale per le pari opportunità ha emesso la sentenza contro la taverna omofoba che dovrà risarcire il proprietario del cane con una somma pari a 1400 dollari. Ma facciamo ordine. Tutto è accaduto quando il signor Ian Jolly e la signora Chris Lawrence hanno dovuto rinunciare alla cena tailandese. Il motivo? Secondo il cameriere, Nundge era “stato operato per diventare gay”, come si legge nella dichiarazione di Hong Hoa Thi To e Anh Hoang Le, proprietari del ristorante.
Solo che: primo, Nundge è un cane guida per persone non vedenti. Tant’è che Ian Jolly ha deciso di sporgere denuncia per questo ridicolo caso di discriminazione: «Io voglio semplicemente potere andare dovunque come tutti e avere la possibilità di uscire a cena, essere lasciato in pace e gustarmi un buon piatto».
Secondo: può un cane essere gay? «No, non esiste una sessualità del maschio che vada a cercare un altro maschio, perché manca l’ormone prodotto dalla femmina» dice Marco Melosi, veterinario vicepresidente Anmvi. «Il cane poteva essere stato solo sterilizzato, visto che l’unico intervento che si fa sui cani è la castrazione (nel maschio) e l’ovariectomia nella femmina. Quindi: si tolgono o i testicoli o le ovaie. In questo modo, il cane non ha più l’ormone sessuale (estrogeno nelle femmine e testosterone nei maschi) e di conseguenza sia la femmina che il maschio non ricercano più l’accoppiamento. In sostanza – continua Melosi - la femmina non va più “in estro” (calore) e quindi non ha più i due cicli l’anno, unici momenti in cui la cagna può rimanere gravita. C’è da dire che il maschio va in cerca della femmina solo quando lei è in calore. Lei lo “accetta” rilasciando degli ormoni (feromoni) che il cane, col naso, apprezza e cattura. Al di fuori di questo periodo né il maschio, né la femmina si accoppiano: a differenza degli uomini, Fido non conosce l’aspetto ludico dell’accoppiamento. Al contrario, esiste solo il proseguimento della specie».


TISCALI ANIMALI

30 APRILE 2010

 

Talento bestiale: l'intelligenza nel regno animale

 

OSCAR GRAZIOLI

 

Da sempre le classifiche tra il bello e il brutto, il buono e il cattivo, l’intelligente e l’imbecille, formulate, sia in campo umano che animale, hanno affascinato l’uomo. La volpe è astuta, l’asino è…un asino, l’antilope è elegante, l’ippopotamo sgraziato, l’uomo di colore ha una dote sessuale molto sviluppata mentre le donne finniche sono fredde e distanti e così via, seguendo sentieri tortuosi e criteri che scientificamente equivalgono al nulla.

Negli ultimi tempi i ricercatori hanno preso particolarmente di mira cani e gatti. Il settimanale britannico New Scientist ha provato, agli inizi dell’anno, a confrontare l’intelletto dei cani e dei gatti, prendendo come punti di riferimento la comprensione del linguaggio umano, la capacità di adattarsi alle esigenze dell’uomo, il numero di neuroni esistenti nei cervelli ecc. L’utilità sociale del cane, usato come guida per ciechi, per la pastorizia, per il pronto soccorso, per fiutare mine ed esplosivi, per tirare slitte, batte quella dei gatti, afferma il New Scientist anche se il gatto comunica meglio con i propri simili e ha più neuroni cerebrali. Insomma alla fine ha vinto, per poco, il cane.
Quando ho fatto leggere il verdetto alla Lulù e a Pio (detto Hurricane), i miei due gatti, la prima, da principessa quale è, ha abbozzato un delicato sorriso e si è ritirata nelle sue stanze, il secondo si è gettato pancia all’aria ridendo in modo sguaiato, neanche avesse bevuto una bottiglia di whiskey. Pronto soccorso, mine, pastorizia? Ma figuriamoci! “Digli a quella specie di strizzacervelli” mi ha redarguito Pio” che provino a mollare uno shi tzu o un gatto rosso in campagna senza aiuti di sorta e vediamo un po’ chi riesce ad arrangiarsi e a sopravvivere.”
Sempre recentemente il Prof. Coren, psicologo canadese piuttosto noto per essersi già occupato di etologia degli animali in passato, ha tentato, a sua volta, di formulare una scala d’intelligenza tra le razze di cani. Secondo la sua tesi il massimo dell’intelligenza va al border collie, al barbone, al pastore tedesco, al dobermann e in genere ai cani da pastorizia, mentre la palma dei più idioti andrebbe a tutti i levrieri, al bulldog, al basenji e ad altre razze antiche che meno hanno avuto a che fare con l’uomo.
Beh, certo se si tratta di riportare la pallina, il labrador o il papillon ci metteranno pochi secondi a imparare, mentre lo spirito libero e avventuriero di un Borzoi o un Saluki forse non imparerà mai. Ma se mettiamo un saluki o un barboncino in una zona predesertica senza una casa e senza aiuti, chi si arrangerà meglio e chi sopravviverà tra i due?
Non sarà che si sta facendo un po’ di confusione con il concetto di intelligenza, valutata solo ed esclusivamente nell’adattamento alla conoscenza del vocabolario umano e nella capacità di interagire con l’uomo e le sue esigenze? E se la vera intelligenza di un organismo vivente fosse la sua capacità di sopravvivere sul pianeta Terra, quanti punti daremmo a un banale insetto?

ROMA NOTIZIE

30 APRILE 2010

 

RIAPRE IL BAUBEACH, LA SPIAGGIA DEI CANI LIBERI E FELICI

 

La spiaggia per cani liberi e felici più famosa d’Italia riapre i suoi battenti il prossimo 1 maggio , avendo ottenuto finalmente una Concessione Demaniale per un’area di 7000 mq, a MACCARESE, a poco più di cento metri da quella che era stata la storica sede, dal 1998 al 2004.Patrocinato dalla Provincia di Roma , Baubeach offrirà il suo servizio differenziato, con una particolare attenzione a proposte biocompatibili ed etiche: caratteristica della stagione sarà la soluzione- Reception , costituita da una bellissima tenda berbera , dove ricevere gli Ospiti e fornirgli il kit di benvenuto : ciotola per acqua, ombrellino parasole, sacchetto igienico snacks, oltre alle normali attrezzature da spiaggia.Il servizio di controllo a mare sarà assicurato da una Assistente bagnanti del Centro Unità Cinofila di Salvataggio, con il suo meraviglioso Acs, un Terranova maschio di due anni, prode nuotatore!I cani dovranno essere socievoli, non in periodo estrale, in regola con le vaccinazioni e con la iscrizione all’anagrafe canina: in caso di mancanza di microchip il Veterinario del Baubeach provvederà ad impiantarlo e a regolarizzare la registrazione, direttamente presso la struttura , il sabato e in studio nei giorni feriali.Per questo entusiasmante ritorno che l’Associazione Baubeach ha pianificato con pochissimo tempo a disposizione, saranno previste strutture mobili per i servizi e per ciò che riguarda il ristoro, la collaborazione con il vicino e bellissimo Stabilimento Rambla .Tra le diverse iniziative volte al benessere del cane ci saranno le Adozioni nei week end , la sinergia con l’Associazione “Tutti pazzi per Fido”: si potrà apprendere come può essere più stimolante e corretto giocare con il proprio cane e fargli intraprendere un percorso di "attivazione mentale" originale e gratificante. Inoltre se esistono problemi di carattere comportamentale, sarà possibile esaminarli e proporre delle soluzioni .Per questa nuova stagione il Baubeach propone un’area dedicata e riservata ai "cani piccolini" , il MINIBAU .Inoltre da quest’anno Baubeach inizia la sua collaborazione con l’ Associazione Mother and Child Italia ONLUS ( www.motherandchilditalia.org ) che lavora in sinergia con la Fondazione indiana in Kerala , India Meridionale per un concreto lavoro sul campo rivolto ai bambini orfani e alle madri senza famiglia e senza casa , in India . Si ospiteranno quindi Eventi per portare le persone alla conoscenza di questa Realtà.Contestualmente alla apertura del Baubeach, la Associazione mette a disposizione dei Concessionari che , in tutto il Territorio di Fiumicino , vogliano creare una piccola area attrezzata per ricevere clienti accompagnati da cani, la sua esperienza: da quest’anno , infatti, questa importante possibilità è stata introdotta nella stessa Ordinanza Balneare del Comune di Fiumicino, che coglie dal Regolamento Regionale emanato lo scorso luglio e fortemente voluto dalla Associazione stessa, questo spunto di alta valenza etica e sociale.
Questa scelta fa del Comune di Fiumicino un Comune al passo con le esigenze di tutti i Cittadini e con le più progressiste direttive Europee in materia di benessere animale .Da sabato 1 maggio si potrà venire in spiaggia e usufruire dei primi servizi : si attende l’arrivo di un clima più caldo per il fantastico Evento che festeggerà il ritorno di un Sogno.


IL TIRRENO

30 APRILE 2010

 

Tutti al mare, e viene anche il cane

 

Francesca Lenzi

 

PIOMBINO (LI). “Tutti al mare, tutti al mare”. Ma dove possibile, facciamoci accompagnare anche dai nostri amici a quattro zampe.  Piombino offre loro la possibilità di non separarsi durante le ore dedicate al sole. Diverse sono le spiagge libere con accesso consentito ai cani, che dovranno comunque essere tenuti a guinzaglio: sotto i Macelli, sotto Bernardini (nell’area non interessata dal divieto di accesso per instabilità geologica), Spiaggia lunga (dopo Calamoresca proseguendo verso il promontorio), la spiaggia tra le strutture del porto di Torre del Sale fino all’inizio delle aree in concessione sul lato ovest del fosso Acqua Viva, spiaggia di Baratti tra la chiesa di San Cerbone e lo scivolo di alaggio.  Per maggior chiarezza, è possibile consultare la mappa con l’indicazione dei siti, sulla pagina internet www.comune.piombino.li.it/bandiera-blu/accesso-animali.htm, al momento non ancora aggiornata al 2010, ma comunque valida.  Se non dovessero bastare le aree libere, anche alcuni bagni si sono attrezzati per l’accesso agli amici pelosi. L’Orizzonte riserva una parte di arenile ai cani, che dovranno però restare a fianco del padrone, al guinzaglio, e senza poter fare il bagno.  A Perelli 1, il Pascià Glam Beach adibisce una porzione della struttura ai cani. «Troverete qualità e sorrisi anche per i nostri amici a quattro zampe, che godranno di un’area riservata e adeguata alle loro esigenze», si legge sul sito www.pascia.biz/home.htm. Possibilità per gli animali di scorrazzare sciolti (educazione e carattere permettendo), rifornimento di ciotola usa e getta per una fresca bevuta, doccia ad hoc per rinfrescare e pulire il pelo da sale e sabbia; infine giochi organizzati in acqua. Il tutto dalla fine di maggio.  A San Vincenzo, in località Botro ai Marmi, sulla via della Principessa, c’è la Dog Beach. La spiaggia, aperta dal 29 maggio, attrezzata e totalmente dedicata ai cani, offre comfort e divertimento. Tra sereni riposini sotto l’ombrellone, e i tanti eventi in programma legati al mondo degli animali domestici, sarà possibile anche qui lasciare libero Fido, ferma restando la buona educazione. Il regolamento è sul sito www.dog-beach.it. Su prenotazione c’è il servizio dog-sitter a 10 euro l’ora, e nei week-end, per l’intero mese di agosto, l’occasione di partecipare a un mini percorso di agility.


RAI NEWS 24
30 APRILE 2010
 
Caccia alle balene, il banzai del Giappone
 
Tokyo - Dal mare alle carte bollate. La battaglia tra i pescatori giapponesi e gli ambientalisti assume risvolti giudiziari con la richiesta di arresto per Paul Watson, l'ambientalista canadese fondatore di Sea Shepherd, l'associazione di difesa del mare, protagonista di numerose campagne in Antartico, per contrastare la caccia alla balena.
I fatti risalgono al febbraio scorso, quando la nave dell'associazione ingaggia il solito duello con le navi della flotta giapponese, per impedire una mattanza che Tokyo giustifica sotto la voce "operazione scientifica", ma che ha il solo e unico scopo di rifornire i banconi di pesce dei mercati giapponesi e, quindi, i tavoli dei ristoranti, di sushi di balena, pietanza assai prelibata e ricercata, al pari del tonno rosso, anche questo in via di estinzione.
La questione scientifica si risolve unicamente nel fatto che i proventi della vendita della carne di balena vengono reimpiegati nell'attività di pesca: tutto qui. Il governo di Tokyo è quindi direttamente coinvolto.
I militanti di Sea Shepherd sono accusati di aver impedito alle baleniere giapponesi di svolgere la loro attività, impiegando addirittura delle misture chimiche che lanciate a bordo delle navi hanno causato il ferimento di un marinaio.
Le autorità giapponesi hanno ottenuto un mandato di arresto per Watson ed ora cercano di trasformarlo in mandato internazionale attraverso la richiesta all'Interpol.
Non ci sono conferme ufficiali di questa azione, ma è sufficiente leggere bene nelle dichiarazioni del ministro giapponese dell'agricoltura, Hirotaka Akamatsu, per capire che il dado è tratto: "Prenderemo decisioni definitive", ha detto alla stampa, chiarendo che non si può lasciar correre davanti a un crimine com'è quello commesso da Watson.
Elementare.
Nei fatti gli ambientalisti, Watson in primo luogo, rispondono di aver lanciato sulla baleniera giapponese semplicemente del burro rancido e nessun prodotto chimico: una bomba puzzolente e null'altro, insomma, senza alcuna intenzione di ferire qualcuno.
"E' una iniziativa politica", commenta Watson, non credo che l'Intepol concederà alcuna estradizione e noi continueremo a ostacolare la caccia alle balene". Elementare.
Forse ricorderete in quel febbraio scorso l'avveniristico trimarano dell'associazione, lo Steve Irwin, seriamente danneggiato nella collisione con una baleniera nell'oceano Antartico, un vero e proprio speronamento che ha portato poi all'affondamento dello scafo ambientalista.
Salito a bordo di una delle baleniere per formalizzare la protesta per un comportamento inaccettabile, il capitano ambientalista Peter Bethune, è stato trattenuto a bordo e quindi portato in Giappone dove è detenuto dal 12 marzo scorso, con le stesse accuse rivolte a a Watson.
Adesso resta solo che l'Australia- da sempre in contrasto con Tokyo per la caccia alle balene- porti anch'essa il Giappone in tribunale, passando dalle minacce alle vie di fatto, aprendo una volta per tutte un'azione legale che potrebbe indurre a più miti appetiti i ghiotti e recidivi giapponesi.

VIRGILIO NOTIZIE

30 APRILE 2010

 

Balene/ Tokyo chiede a Interpol arresto attivista anticaccia

Watson accusato di aggressioni a baleniere nipponiche

 

Tokyo - Il Giappone chiederà all'Interpol di spiccare un mandato d'arresto internazionale contro l'attivista pro cetacei Paul Watson, un canadese ritenuto responsabile di alcune aggressioni contro la flotta baleniera nipponica nell'Antartico a febbraio. Lo ha annunciato l'emittente televisiva giapponese Nhk. Watson è il fondatore dell'associazione che si occupa della difesa degli animali marini "Sea Shepherd" che perturba regolarmente la caccia ai cetacei giapponese nei mari del Sud. E' il capitano della Steve Irwin, una delle navi utilizzate dall'associazione per effettuare operazioni di disturbo ai danni delle baleniere. Il militante è accusato di aver intralciato le operazioni di pesca e di aver guidato un attacco al burro rancido contro un membro dell'equipaggio di una baleniera, secondo Nhk. Un altro militante di Sea Shepherd, il neozelandese Peter Bethune, è già stato incriminato in Giappone dove è detenuto dal 12 marzo nell'ambito della stessa inchiesta. Il Giappone effettua ogni inverno una campagna di pesca ai cetacei nell'Antartico a nome della "ricerca scientifica", una tolleranza della Commissione baleniera internazionale che altrimenti bandisce la caccia per scopi commerciali. Tokyo non nasconde però che la carne di balena finisce sui suoi piatti. Le sue campagne di pesca suscitano regolarmente aspre critiche, in particolare dall'Australia che minaccia di tradurre il Giappone davanti alla giustizia internazionale.


IL TEMPO

30 APRILE 2010

 

Patente per portare a spasso Fido

Corsi obbligatori sul comportamento canino per i proprietari dei cani che già hanno mostrato aggressività. La decisione del ministero della Salute. Obiettivo rendere più responsabili i padroni.

 

Cani come scooter o automobili: per portarli a spasso ci vuole il patentino. Non occorre per guidare a 16 anni una Microcar, che è un'auto a tutti gli effetti, ma lo sappiamo da gennaio che per fare quattro passi con Fido dobbiamo essere pronti a esibire «patente e libretto». Proprio come quando veniamo fermati dal poliziotto o altro ufficiale in divisa: per un possesso responsabile del proprio animale. Solo che la maggior parte dei comuni italiani hanno fatto orecchie da mercante. Così ieri il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, ha riunito tutti intorno al tavolo - associazioni, medici veterinari, l'Anci e l'associazione dei piccoli comuni - per fare il punto della situazione e mappare le «scuole». In pratica: «il corso è pronto, è anche sul sito del Ministero; le risorse professionali sono disponibili sul territorio; manca solo la volontà da parte dell'amministrazione», sottolinea la Martini, paladina degli animali. Se anche un proprietario volesse seguirlo, sappiamo che a Milano e a Termoli può farlo, al contrario di Roma.D'altronde il patentino non è un provvedimento ma una legge, perché di questo si tratta, cosa stabilisce? Innanzitutto chi, in famiglia, porta a spasso il cane. Poi c'è di bello che il percorso formativo di base è consigliato a tutti i padroni. Anche se il corso è obbligatorio per i proprietari di animali con «la fedina penale sporca»: ossia tutti quelli che hanno dimostrato disturbi del comportamento o sono stati dichiarati «a rischio elevato» dal servizio veterinario della Asl. E in questo caso il «patentato» dovrà pure pagarsi il corso: 10 ore, suddivise in 5 sessioni didattiche di 2 ore ciascuna dove studiare.Se gli argomenti: etologia canina; sviluppo comportamentale in relazione alle diverse fasi della vita (da cucciolo a cane anziano); il benessere del cane (bisogni fondamentali e principali cause di sofferenza); la comunicazione intra ed extraspecifica e il linguaggio del cane (comunicazione olfattiva, acustica e visiva); relazione uomo – cane, con gli errori di comunicazione; come prevenire l'aggressività e i problemi di comportamento; normativa vigente in materia di tutela del benessere degli animali d'affezione (obblighi e responsabilità del proprietario). In sostanza: sapete perché il cane sbadiglia? Vale l'opposto dell'uomo e cioè ansia, nervosismo, paura. Quando si scrolla? È teso. Se si lecca il naso? È ansioso per quanto sta per accadere: il movimento della lingua, rapido, evidenzia preoccupazione. Se vi sorride? Vi vuole calmare.


L'ARENA

30 APRILE 2010

 

GREZZANA (VR). Dopo un mese di peregrinazioni nel Vicentino, sull’altopiano di Asiago, il plantigrado ha fatto la sua comparsa a Romagnano

«Mi sono trovato a un passo dall’orso»

«Ho in testa le urla di mia moglie» racconta Bruno Malascorta È un esemplare di 4-6 anni che potrebbe pesare oltre due quintali

 

       

 

Grezzana (VR) - «C’è un orso dentro il recinto delle pecore! Corro a salvare mia moglie che sta gridando disperata!». È disperata anche la voce di Bruno Malascorta che alle 21,30 sta correndo verso i capannoni di tacchini dove la moglie Maria Grazia Zanoni è appena entrata per aprire l’acqua per l’abbeveraggio degli animali. La donna è spaventatissima e il marito, quando arriva sul posto con i fari del furgone puntati verso il recinto delle pecore vede distintamente la sagoma del plantigrado che si alza sulle zampe posteriori assumendo la posizione eretta. Non è un segno di aggressione, avvertono gli zoologi, ma solo di miglior controllo del territorio che serve all’animale per capire cosa stia succedendo e individuare eventualmente la miglior via di fuga. Ed è quello che effettivamente succede. «Se ne è andato, uscendo dal recinto, tranquillamente, senza correre», racconta Malascorta che ha sul furgone il fucile carico, ma non lo adopererebbe mai contro nessun animale, se non per difendersi. «Mi sono trovato a faccia a faccia con l’orso e mi tremano ancora le gambe». È convulso il racconto di Bruno Malascorta, titolare con la moglie del Parco faunistico «Al bosco» in località Zerbaro a Romagnano di Grezzana, un paradiso terrestre dove vivono decine di animali selvatici, caprioli, daini, cervi, camosci, mufloni e cinghiali, volpi e cicogne, istrici e linci.
«Mi sono reso conto che qualcosa non andava già da ieri quando nel recinto è sparita una capretta che aveva partorito da poche settimane: la piccola continuava a belare aspettando il latte della madre che non c’era più». Sul posto sono arrivati i carabinieri di Grezzana e gli agenti del Corpo Forestale dello Stato.
Probabilmente non si tratta dello stesso esemplare di orso che per 17 giorni ha compiuto scorribande e mattanze nel Vicentino, proprio ieri era segnalato nei pressi di Cima Carega, dove confluiscono i confini delle province di Trento, Verona e Vicenza. Alle 17 di ieri l’ultima segnalazione telemetrica da parte degli esperti trentini che ne seguono gli spostamenti, segnalava la presenza del plantigrado «dietro Monte Zevola e verso Cima Carega, alla convergenza dei confini provinciali e regionali».
Tenuto conto che in una sola notte l’animale può compiere anche una quarantina di chilometri alla ricerca di cibo, è probabile che, se ha mantenuto la direzione indicata, sia già entrato in Lessinia.
L’ultima segnalazione a casa nostra è solo di un mese fa. «E riguarda proprio quest’orso», conferma Ivano Confortini, biologo della Provincia di Verona, «perché i dati telemetrici inviati da Trento lo avevano segnalato a Mazzurega, sopra Fumane. Lì era rimasto qualche giorno senza far danni e senza lasciare tracce visibili. La segnalazione successiva lo dava invece dopo qualche giorno nella parte alta del Comune di Selva di Progno, che confina con il Trentino, proprio dov’è ora, da dove è passato poi nel Vicentino e per il Veronese non abbiamo più avuto segnalazioni», avverte Confortini.
M5, questo il nome in codice con cui viene identificato l’orso bruno, chiamato familiarmente Dino, è originario della Slovenia ed era stato catturato lo scorso ottobre in Val Canali, nella zona di Fiera di Primiero, dal Servizio foreste e fauna selvatica della Provincia di Trento, dopo una strage di pecore. Proprio per questa sua tendenza carnivora, non rara fra gli orsi, ma comunque da monitorare, era stato munito di due chip auricolari collegati con il satellite per avere informazioni costanti sulla sua posizione. Dino, che ha un’età stimata fra i 4 e i 6 anni, quando era stato preso pesava 175 chili ma ora, secondo le stime degli esperti, potrebbe aver già superato i due quintali.
Dopo il letargo invernale, ed è stato un inverno terribile per tutti i selvatici, si è svegliato con una gran fame e con un forte bisogno di proteine: questa la ragione degli assalti agli allevamenti dell’alto Vicentino. Ne hanno fatto le spese due asine gravide, quattro asini, quattro galline e un gallo tra Posina, Lugo e Lusiana. Nelle due settimane in cui ha scorazzato fra la Val Posina, Tonezza e l’Altopiano di Asiago, Dino ha divelto recinzioni, sfondato pollai, distrutto arnie e conigliere.
Da due giorni non sono segnalati danni agli animali domestici e la spiegazione è dovuta al fatto che l’orso si è trasferito lontano dai centri abitati e sta scorazzando fra i pascoli e le pietraie del gruppo del Carega. Lassù è ancora presto per l’alpeggio e quindi Dino non troverà prede facili da catturare. È probabile quindi che se intenderà mantenere la stessa dieta si avvicini ancora ai centri abitati, tornando nel Vicentino o cercando alternative in Lessinia.
L’ultima presenza di un orso nel Veronese, a parte quella di un mese fa, risaliva allo scorso giugno, quando sulla testimonianza di un lavoratore romeni impegnato nella coltivazione di un vigneto, furono individuate tracce inequivocabili nel bosco della Fratta, accanto alle zone coltivate a frutteto del colle di San Briccio di Lavagno: sul terreno c’erano le sue orme, mentre erano spariti i frutti caduti dagli alberi di cui l'orso ghiotto e affamato aveva fatto piazza pulita, lasciando escrementi e impronte.
La loro analisi, eseguita all’Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, pur definendo che si trattava inequivocabilmente di un orso, non hanno potuto determinare di che orso si trattasse, perché non sono stati trovati bulbi piliferi da cui ricavare il Dna.
Nella primavera dell’anno scorso un altro orso era stato segnalato sul Baldo, ma è escluso che fosse lo stesso di San Briccio: infatti i suoi spostamenti erano monitorati via satellite e l’ultima segnalazione lo dava arrivato in Austria, in Tirolo, attraverso la Vallarsa e il Bellunese.


LA ZAMPA.IT

30 APRILE 2010

 

Quelli col vizio dell'animale esotico

 

 

ROBERTA MARESCI

 


Il criceto è poco longevo? Il gatto troppo indipendente? Il cane esageratamente fedele? Il furetto eccessivamente mordace? Se siete indecisi nella scelta dell’animale da tenere in casa, avendo poco tempo e spazio a disposizione ma non volendo rinunciare alla compagnia di una bestiola, sappiate che ormai attrae tutto quanto è stravagante. Gobbe e strane orme segnalate nei vari Loch Ness italici, sono la prova provata che 5 milioni di nostri connazionali convivono con ‘esseri viventi’ alternativi.
Mettendo da parte chi ha imparato a prendersi cura delle lumache, avendo cura non finiscano in padella, ormai non desta neppure troppo scalpore possa essere un coccodrillo l’animale il cui avvistamento ha fatto chiudere da due giorni il lago di Falciano, nel casertano. D’altronde de gustibus non disputandum est. Ma poi ecco che sui giornali proliferano storie simili a quella di Sir Biss, primo animale esotico salvato e custodito nella sezione Enpa di Genova. Fu proprio la proprietaria a chiamare i volontari: non ne voleva più sapere. Lo andarono a prendere nell’entroterra ligure: lo trovarono al freddo, malgrado per gli “scienziati” Sir Biss fosse un pitone reale originario del Nord-centro Africa. E non solo: era denutrito, come ammise la proprietaria che non lo cibava da 6 mesi. In fondo Sir Biss era un Grande Fratello del pitone di tre metri che un ragazzo era solito portare a fare due passi a Villa Ada a Roma: «Che male c’è, a differenza dei cani lui non morde», si giustificò il suo padrone davanti agli agenti, nel giugno del 1994.
Discorso analogo l’avranno fatto pure i proprietari di Tonina (lucertola del Nord America), Ofelia (splendido Boa femmina), Josuè (Geochelone) e Cocco (regale pappagallo dimenticato dalla burocrazia), tutti in pianta stabile in quella grande Arca di Noè che è appunto la struttura veterinaria e di ricovero a Genova dell'Enpa. Tra le più attive insieme a quella di Milano, Monza e Trieste. Fatto sta che nel nostro paese aumenta la richiesta di scimpanzè, tigri siberiane, alligatori e persino cavallucci marini. A prescindere dal fatto che spesso questi animali sono visti come dei trofei da esibire, nella maggior parte dei casi i loro padroni dimostrano una grande dose di egoismo in quanto, nella quasi totalità dei casi, il nuovo habitat non è quello naturale per l’animale. Che soffre. E tanto anche. Non ci pensavano forse i viaggiatori medievali, i soldati di ritorno da una campagna, i Lord inglesi, i milionari statunitensi, i nuovi ricchi indiani che non si sottraevano all’irresistibile voglia di portarsi dietro un pezzo, nel caso un animale, di una terra conosciuta e abbandonata per i motivi più disparati. Ma accadeva cento, duecento, trecento e anche più anni fa. Eppure accade ancora: tant’è che al caso del grosso rettile nel Lago del casertano fa compagnia il ritrovamento (6 anni fa) in un giardino condominiale del boa a San Giuliano Milanese. Che dire della storia del signor Gianluca C.? Nella sua piscina d’acqua salata nel calabrese, fra Sant’Angelo e Frabotto Mannesi, aveva allevato uno squalo con cui pare fosse abituato a nuotare, insieme. Dicono sia rimasto molto rammaricato per il sequestro dell’amico, come accadde al boss Raffaele Brancaccio che negli anni Novanta teneva Simba, un leone di 160 chili, nella sua villa. «È l’elogio del famolo strano. Ma attenzione: chi prende un animale esotico faccia i conti con la stranezza, che non va a braccetto alla consuetudine. Il problema nasce con la gestione quotidiana degli animali “inconsueti” – commenta Carla Rocchi, presidente Enpa -. Nei casi più pietosi, i padroni finiscono per abbandonarli in natura, provocando danni: ne sono un esempio le tartarughe americane, più grosse e resistenti delle nostre. Nei casi peggiori, gli animali vengono uccisi o si tengono in gabbia come fossero uno status. Il punto è che gli animali selvatici vanno lasciati in natura. Ricordo, anni fa, quando vidi con i miei occhi un pinguino che girava per via dei Parioli, a Roma. Ecco, se vi dovesse accadere qualcosa di simile, chiamate subito il CITES. Mai applicare il “fai-da-te” con animali esotici».


LA GAZZETTA DI MODENA
30 APRILE 2010
 
Trova un serpente nell'incasso
 
Modena - C’era chi metteva un tigre nel motore, ora, con la crisi, appaiono bisce al distributore di benzina. Un benzinaio ha aperto l’accettatore di banconote del proprio impianto self service di carburante per prelevare l’incasso della notte, ma sotto la cassetta del denaro ha trova un serpente nero lungo un metro e mezzo. Si tratta di uno splendido esemplare di biacco, una biscia inoffensiva certo, ma piuttosto impressionante da vedere, se non altro per le notevoli dimensioni. E’ accaduto l’altra mattina al gestore di un distributore lungo la superstrada Modena-Sassuolo all’altezza di Baggiovara. Richiusa la cassetta, l’incredulo e spaventato benzinaioo ha chiamato i volontari del Centro fauna Il Pettirosso che hanno prelevato l’animale per liberarlo successivamente nei dintorni del Centro in via Nonantolana. L’animale si era infilato nel macchinario attraverso un’apertura probabilmente alla ricerca di un posto caldo e riparato. Il Centro opera sulla base di una convezione con la Provincia di Modena per il recupero e il salvataggio della fauna selvatica in difficoltà. Per le segnalazioni e richieste di intervento sono attivi 24 ore su 24 alcuni numeri telefonici: 339 8183676-339 3535192 oppure è possibile chiamare anche il servizio 118.

CASERTA NEW

30 APRILE 2010

 

Ricerche serrate per trovare un coccodrillo nel Lago di Falciano

 

 

CRONACA Falciano del Massico  (CE) - Continua il monitoraggio da parte del Corpo forestale dello Stato del Lago di Falciano, nel territorio del Comune di Falciano del Massico (CE), all'interno del quale è stato avvistato nei giorni scorsi un esemplare di coccodrillo.
La segnalazione, arrivata nella Sala Operativa 1515 di Napoli del Corpo forestale dello Stato, era stata fatta il 24 aprile scorso da un pescatore del posto che, durante la sua attività, aveva trovato nel lago i resti di un pesce dal peso di circa 2 chilogrammi, quasi completamente sbranato.
L'uomo, che conosce bene questo tipo di animale perché in passato ha lavorato in un circo in cui accudiva tra gli altri animali proprio un coccodrillo, ha dichiarato di essere riuscito a vedere perfettamente l'animale, un esemplare di circa un metro e mezzo di lunghezza, mentre si avvicinava alla riva. In base all'attenta descrizione fornita dal pescatore circa le dimensioni e la conformazione del capo dell'esemplare, gli agenti hanno però ipotizzato che l'animale avvistato non sia in realtà un coccodrillo, bensì un alligatore.
Considerando comunque la presunta attendibilità dell'uomo che ha dichiarato di essere assolutamente certo di ciò che ha visto, i Forestali del Comando Stazione di Castel Volturno hanno provveduto ad avvisare della segnalazione l'ASL competente, l'Ente Riserva Naturale "Foce Volturno" ed il Comune di Falciano del Massico. Il sindaco ha quindi subito emanato, per ragioni di sicurezza pubblica, un'ordinanza che vieta la balneazione, lo stazionamento, la pesca e l'utilizzo di imbarcazioni nel lago. Il Corpo forestale dello Stato, che ha poi informato dell'accaduto anche la Prefettura, dopo diverse perlustrazioni dell'area, non ha rilevato alcuna presenza nelle acque dell'alligatore, ma sta continuando comunque a monitorare con elevata frequenza il lago e a raccogliere altre eventuali notizie o segnalazioni in merito alla vicenda.


MEDITERRANEO ONLINE
30 APRILE  2010
 
CALAMIZZI (RC) – RINVENUTO ESEMPLARE DI ZIFIO SPIAGGIATO
 
 
 
Reggio Calabria - Rinvenuto esemplare di cetaceo spiaggiato in località Calamizzi sul lungomare Sud della città di Reggio Calabria.E’ stato rinvenuto nel corso della mattinata odierna, da una pattuglia di militari della Guardia Costiera reggina, un esemplare morto di zifio (ziphius cavistris), un cetaceo di grandi dimensioni noto anche con il nome di balena dal becco d’oca a causa della forma della testa.Il cetaceo si è spiaggiato in località Calamizzi sul lungomare sud della città di Reggio Calabria, all’altezza di via Galvani. Sul posto sono intervenuti, oltre che i militari della Capitaneria di porto – Guardia Costiera, anche un medico veterinario del servizio ASP ed un biologo, per il riconoscimento dell’esemplare.A causa delle dimensioni del grande delfino, circa 4 metri di lunghezza per circa 2 tonnellate di peso, è stato necessario l’intervento di mezzi meccanici per la rimozione ed il successivo smaltimento presso ditta specializzata.Sconosciute le cause della morte anche se il cetaceo presentava alcuni segni di lacerazione sulla pinna caudale ed abrasioni acute sul corpo.

ANSA AMBIENTE
30 APRILE 2010
 
ANIMALI: CARCASSA CETACEO TROVATA A REGGIO CALABRIA
 
REGGIO CALABRIA - La carcassa di uno zifio, cetaceo di enormi dimensioni spiaggiatosi sul lungomare sud di Reggio Calabria, e' stata trovata da una pattuglia di militari della Guardia costiera. L'esemplare e' lungo quattro metri per circa due tonnellate di peso. Il cetaceo e' conosciuto anche come balena dal becco d'oca a causa della particolare forma della sua testa. Sul posto e' intervenuto anche un medico veterinario dell'Azienda sanitaria provinciale e un biologo che hanno provveduto al riconoscimento della specie. A causa delle dimensioni dell'animale e' stato necessario l'intervento di mezzi meccanici per la rimozione ed il successivo smaltimento affidato ad una ditta specializzata. Sconosciute le cause della morte dell'animale anche se la carcassa presentava alcuni segni di lacerazione sulla pinna caudale e alcune abrasioni acute.

LA ZAMPA.IT

30 APRILE 2010

 

Putin animalista mette il collare a un orso

 

Vladimir Putin in veste ambientalista e dalla parte degli orsi polari: il premier russo ha partecipato ad una spedizione di scienziati nella regione artica e ha personalmente messo un collare satellitare un ad un esemplare da 230 chili, profondamente addormentato.Lo scopo è studiare le condizioni di vita di questa specie a rischio a causa dello scioglimento dei ghiacciai. Al mondo ci sono 25.000 esemplari di orsi ma il loro habitat è sempre più compromesso anche a causa del bracconaggio. Un'emergenza su cui, però, Putin minimizza sostenendo che si tratta di casi isolati.

 

VIDEO

http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=26137&tipo=VIDEO


LA ZAMPA.IT

30 APRILE 2010

 

Cane aspetta il padrone per tre giorni sul luogo dell'incidente

 

HILDESHEIM (Germania) - Per tre giorni, polizia e accalappiacani hanno tentato invano di catturare Roman, un cane che continuava a tornare sul luogo dove l’anziano padrone era stato ferito in un incidente sull’autostrada, vicino alla città settentrionale tedesca di Hildesheim. Lo schnautzer era stato catapultato fuori dall’auto al momento dello scontro ed era rimasto sul ciglio della strada mentre un’ambulanza portava in ospedale i suoi padroni, di 78 e 73 anni.
Solo oggi l’uomo, ancora ferito, è tornato sull’autostrada, accompagnato dagli infermieri. E Roman è accorso festante dal padrone, facendosi docilmente mettere il guinzaglio. In questi giorni la polizia aveva diramato vari messaggi agli automobilisti per avvertirli del rischio rappresentato dall’animale che vagava sull’autostrada.


LA NUOVA VENEZIA
30 APRILE 2010
 
Bortigali, grave un operaio travolto da un vitello
 
BORTIGALI (NU). Incidente sul lavoro nella tarda mattinata di ieri a Bortigali dove un dipendente di un’azienda agricola e agroalimentare è rimasto gravemente ferito dopo essere stato travolto da un vitello. Andrea Gaviano di 46 anni, originario di Flumini di Quartu ma residente a Bortigali da circa vent’anni, dove lavora per la ditta Milia, si trova ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Francesco di Nuoro per un forte trauma toracico e addominale riportato nell’incidente. I medici che lo hanno in cura si sono riservati la prognosi.  L’incidente è accaduto ieri mattina attorno alle 11. Un altro dipendente della ditta e un veterinario stavano tentando di spostare un vitello ammalato, che si è alzato all’improvviso avviandosi in corsa verso Andrea Gaviano che si trovava poco distante. Mentre i primi sono riusciti a spostarsi evitando di essere travolti, l’altro operaio non ha avuto il tempo di mettersi al riparo ed è stato investito dall’animale che gli è poi passato sopra. Trattandosi di un vitello che pesa circa tre quintali, le conseguenze sono immaginabili. La reazione dell’animale non era prevedibile anche in considerazione che il capo era ammalato e non si reggeva sulle quattro zampe.  I soccorsi sono stati immediati. Vista la gravità delle condizioni del ferito, è stato chiesto subito l’intervento del 118. Sul posto sono arrivate le ambulanze più vicine. Un medico ha prestato le prime cure stabilizzando l’infortunato prima del trasporto in ospedale, dove i medici si sono riservati la prognosi anche in attesa di ulteriori accertamenti diagnostici. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Bortigali per gli accertamenti di legge.

 

 

            30 APRILE 2010
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


 

 

ADN KRONOS

30 APRILE 2010

 

La ricerca, pubblicata su Science, è stata realizzata da un team di scienziati internazionali

Mappato per la prima volta il DNA di una rana. Aiuterà lo studio sugli embrioni

Roma - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Il Dna dello Xenopus contiene geni simili a 1.700 geni associati a diverse malattie negli esseri umani. I risultati saranno utili nella biologia cellulare

 

Roma, 30 apr. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Mappato per la prima volta il Dna di una rana, che si unisce così ai 175 organismi, fra cui l'essere umano, con il codice genetico decifrato. La ricerca, pubblicata su Science, è stata realizzata da un team di scienziati internazionali, coordinati dall'università della California a Berrkeley e dall'Istituto sul genoma del dipartimento Usa dell'Energia. L'equipe ha sequenziato le informazioni genetiche dello Xenopus tropicalis, una rana dell'Africa Sub-sahariana. I risultati saranno utili nello studio dello sviluppo degli embrioni e nella biologia cellulare. La disponibilità del genoma dello Xenopus "spianerà anche la strada a nuove ricerche sugli effetti dei distruttori endrocrini", le sostanze presenti nell'ambiente che interferiscono sulle funzioni ormonali, "a livello molecolare", ha spiegato l'autore principale dello studio, Uffe Hellsten, bioinformatico all'Istituto sul genoma. Il Dna dello Xenopus contiene geni simili a 1.700 geni associati a diverse malattie negli esseri umani. In totale è formato da 20mila geni, rispetto ai nostri 23mila. E ci sono segmenti di Dna che risalgono a 360 milioni di anni fa. Dall'inizio del 20esimo secolo quest'anfibio è stato studiato dagli scienziati e negli anni '40-50 è stato utilizzato negli ospedali come test di gravidanza a basso costo, in virtù della sua sensibilità alla gonadotropina corionica umana (Hcg). Bastava iniettare nella rana l'urina di una donna e, se questa era incinta, l'Hcg faceva ovulare l'animale nel giro di 8-10 ore. Si sono poi rivelate cavie perfette per lo studio dello sviluppo embrionale.


LIBERAZIONE
30 APRILE 2010
 
Liberazione Animale
Sui voli Lufthansa non c’è posto per cani e gatti da vivisezionare
 
Stefano Cagno
 
Fino a pochi anni fa, l’opposizione agli esperimenti sugli animali era portata avanti solo dagli animalisti e mai, o quasi mai, qualcuno fuori da questo ambiente pensava di occuparsene, tanto meno imprese commerciali rinunciavano a qualche guadagno solo per non risultare coinvolte negli esperimenti di vivisezione. Il vento però sta cominciando a cambiare direzione.
E’ notizia recentissima, diffusa dalla Peta (People for the Ethical Treatment of Animals), organizzazione statunitense per i diritti degli animali, che la compagnia aerea Lufthansa ha deciso che non trasporterà più cani e gatti destinati alla vivisezione. La compagnia aerea tedesca ha raccolto l’appello dell’associazione animalista che aveva mostrato sul suo sito le foto di 50 cani beagle terrorizzati che Lufthansa stava trasportando in un laboratorio scozzese, il Charles River Laboratories (Crl), per test su veleni e pesticidi. Di qui la decisione di cambiare politica sull’argomento. Ottenuto questo primo importantissimo risultato, ora la Peta sta cercando di convincere Lufthansa ad estendere lo stesso divieto a tutti gli animali.
Questa notizia dimostra come la sensibilità verso le sofferenze degli animali stia uscendo dai ristretti confini dell’animalismo. Non solo qualcuno inizia a rinunciare a guadagni collegati alla vivisezione, ma esistono anche altrettanto recenti esempi di come la pressione degli animalisti stia creando danni economici ingenti a quanti, invece, continuano a vivere sulla pelle degli animali.
L’allevamento Morini di San Polo d’Enza è stato per molti anni l’obiettivo degli antivivisezionisti che ne chiedevano la chiusura. La struttura era adibita alla nascita e alla vendita soprattutto di cani beagle che venivano ceduti ai laboratori di vivisezione per essere sottoposti ad esperimenti che spesso li avrebbero portati alla morte o comunque avrebbero provocano loro grande sofferenza. Dopo molti anni di battaglie, svariate manifestazioni, alcune delle quale terminate con dure cariche della polizia, l’allevamento Morini il mese scorso ha dichiarato la sua chiusura.
Qualsiasi movimento avrebbe gioito di un risultato tanto importante, invece gli antivivisezionisti hanno subito individuato un’altra struttura con identiche finalità, la Green Hill di Montichiari in provincia di Brescia che, da oggi in poi, diventerà il simbolo in Italia della battaglia per la chiusura degli allevamenti di animali per la vivisezione.
In pochi giorni è stata organizzata una manifestazione che sabato scorso ha visto una incredibile partecipazione: i giornali locali hanno parlato di oltre 3000 persone. Le stesse associazioni hanno rinunciato ad esporre i propri striscioni per mettere in primo piano le foto degli animali e lo spirito collettivo dell’iniziativa. Un primo successo che apre la strada ad una campagna che, visto come inizia a tirare il vento, potrebbe portare anche alla chiusura di Green Hill e in sequenza di tutte le strutture analoghe.
I pochi e volonterosi antivivisezionisti sono diventati negli ultimi anni sempre più numerosi. Ad essi si sono uniti medici, ricercatori, personaggi dello spettacolo, sempre più giornalisti e ora anche imprese commerciali.
La semplice sensibilità nei confronti degli animali ha lasciato spazio al senso di giustizia che spinge sempre più persone, non necessariamente animaliste in senso stretto, ad osteggiare la vivisezione, una pratica crudele e dannosa, ma prima di tutto uno degli esempi più esecrabili della logica che i più forti, ossia gli esseri umani, possono disporre dei più deboli, gli animali. Ma i tempi stanno cambiando.
 
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