29 DICEMBRE  2009

IL MESSAGGERO UMBRIA

29 DICEMBRE 2009

 

L’hanno uccisa nel giorno di Natale. Birba...

 

Provincia di Perugia - no di Natale. Birba, la cagnetta di sette mesi avvelenata a Collemarrozzo, aveva già superato una prova durissima: quella di essere stata abbandonata in un sacchetto della spazzatura appena nata, sulle colline di Trevi. Adesso per fare piena luce sulla morte di Birba, la Forestale ha avviato le indagini: i padroncini della cagnetta, infatti, non si danno pace ed hanno sporto denuncia contro ignoti. Era stata la piccola Elena a trovare quel batuffolo malconcio dentro un sacchetto di nylon. Accortasi che si trattava di un cucciolo abbandonato, la bambina si era subito presa cura di lei, portandola a casa.
A raccontare questa triste storia di Natale è la signora Patrizia, la mamma di Elena. «Il cucciolo - racconta - era stato trovato la notte di San Lorenzo, nel secchio della spazzatura. Nonostante le difficoltà respiratorie e le ecchimosi sul corpo era riuscita a farcela. In poco tempo Birba è diventata la «piccolina di casa»: dolcissima e superamata da tutti noi. Grande amica degli altri nostri cani Merlino e Libera, ci ha fatto godere di momenti fantastici tra giochi, lotte e corse. La vigilia di Natale è stata avvelenata da una mano esperta e spietata, il giorno di Natale se ne è andata. Il veterinario che l’ha seguita ha pianto con noi. Era così piccola! Usciva dal recinto per venirci incontro, forse avrà fatto un po’ di pipì in giro, grattato sulla porta di qualche casa... ma Birba non doveva fare questa fine... nessuno di noi riesce a darsi pace».


TRENTINO
29 DICEMBRE 2009
 
Pavone ucciso da una fucilata
 
TRENTO. Per fare un dispetto, forse solo per divertirsi un po’, hanno ucciso a colpi di fucile un pavone e poi lo hanno portato via. Un gesto che avrà ripercussioni pesanti per i tre cacciatori che sono stati denunciati dai carabinieri della stazione di Vezzano. Sono accusati, infatti, di aver sparato in un luogo pubblico, di aver ucciso un animale considerato protetto e in più dovranno rispondere anche di furto aggravato.  La vicenda inizia qualche giorno fa quando un uomo di Vezzano va nel recinto attiguo alla sua abitazione e non trova più il suo pavone. Lo cerca ma poi chiama i carabinieri. Iniziano quindi delle verifiche e dopo tre giorni si arriva alla denuncia a carico di 3 cinquantenni della zona. A quanto pare non ci sarebbero rivalità o problemi fra i tre e il padrone del pavone ma si tratterebbe di un’esecrabile goliardata. I tre, tutti cacciatori nel senso che non in possesso di regolare licenza di caccia, avrebbero raggiunto il recinto dove si trovava il pavone e gli avrebbero ucciso con una fucilata. Poi lo avrebbero prelevato e portato via. Fino a questo momento non sono stati in grado di fornire una spiegazione plausibile del loro gesto ma probabilmente è semplicemente perché una spiegazione non c’è. Difficile capire, infatti, qualche sia la ragione che spinge tre uomini ad imbracciare un fucile per ammazzare un animale indifeso. Pesanti le accuse che vengono mosse nei loro confronti. Dovranno rispondere del fatto di aver sparato un colpo di arma in un luogo pubblico (un comportamento potenzialmente molto pericoloso), di aver ucciso un animale protetto e in più di furto aggravato. Ora tutta la vicenda passerà nelle mani di avvocati e sarà il tribunale a decidere.

ASYLUM
29 DICEMBRE 2009
 
POLIZIA TROVA IN CASA CENTINAIA DI ANIMALI VITTIME DI SACRIFICIO
 
 
Misterioso ritrovamento da parte della polizia in una casa di Feltonville, un quartiere di Philadelphia. Centinaia di animali massacrati, come se fossero stati vittime di un misterioso rituale satanico. Gli agenti della protezione animali si sono trovati davanti a polli, tartarughe, almeno due scimmie, pecore, cervi. Di questi animali rimanevano soltanto i resti e, in alcuni casi, è stato anche difficile definire la loro tipologia. Secondo una prima ipotesi, sarebbero tutti vittime di un rito satanico. Nella casa, infatti, sono state trovate numerose candele e segni inequivocabili di questo genere di cerimonie. Il pavimento del piano terra, inoltre, era ricoperto di escrementi. A segnalare quella casa alla protezione animali, un vicino, che si lamentava della presenza di due cani maltrattati. In un primo momento, gli agenti - di fronte alla porta chiusa - hanno lasciato un semplice avvertimento. Ma, non cambiando la situazione, si sono fatti dare un mandato di perquisizione. Domenica scorsa, la scoperta dei resti. "Spesso sentivamo rumori di tamburi provenire dalla casa", dice un vicino. La protezione animali deve ancora rintracciare il padrone di casa, che potrà essere denunciato per maltrattamento di animali.

CORRIERE DELLA SERA
29 DICEMBRE 2009
 
AL TORRINO
Gli sequestrano il negozio di animali,denuncia il canile per maltrattamenti
I motivi: «Locali sotto dimensionati e mancanza di documenti» Ma portati al canile, sono malati e denutriti
 
 
 
ROMA - Stefano Marino titolare del negozio di animali «Amici miei» al quartiere Torrino racconta la sua vicenda di sequestro del negozio perché «i locali sono sotto dimensionati (mentre le mie gabbie sono regolarmente 1mX2 e 2mX2,5)» e inoltre perchè «non c'era corrispondenza tra l'effettiva età dei cani e quella dichiarata sulle certificazioni». Ma lui non ci sta e fa sapere che «sono stati portati via i certificati che attestano l'età dei cuccioli, ovvero i passaporti. Mi è stato portato via il libretto delle vaccinazioni che attesta i controlli dei veterinari dell'ospedale che periodicamente vengono effettuati. Non capisco il motivo di questo sequestro perché i miei documenti sono tutti in regola».
DENUNCIA IL CANILE -  Dopo che «il 2 novembre il Corpo forestale accompagnato da un veterinario, è entrato nel mio negozio ed ha sequestrato 38 cani, 3 di questi erano di mia proprietà» Marino si è recato più volte al Canile della Muratella «dove sono stati portati i cani». «La situazione che ho trovato e che ho anche filmato - afferma - è veramente penosa per quei cani. Li ho trovati denutriti e uno di questi è anche morto. In una seconda visita all'appello mancavano altri cuccioli e non so proprio che fine hanno fatto. Mi hanno detto che erano ricoverati perché malati. Per questo motivo ho deciso di denunciare il canile della Muratella per maltrattamenti».

IL TIRRENO
29 DICEMBRE 2009
 
Un cane abbandonato ogni tre giorni
 
EMPOLI (FI). Un cane gettato nel cassonetto e un’altra decina abbandonati al loro destino in un mese. Una volpe “impiccata” in mezzo alle case dei cittadini. Episodi ravvicinati, che si sono verificati in tutto il circondario e che dimostrano un’assoluta mancanza di rispetto nei confronti degli animali. Il grido d’allarme arriva dal canile di Marcignana, gestito dall’associazione Arca: «Nel mese di dicembre abbiamo accolto almeno una decina di cani abbandonati». Altro che spirito natalizio e gesti d’amore verso gli amici a quattro zampe. In tanti, dalla Valdelsa all’Empolese, passando per Fucecchio e Cerreto, hanno preferito disfarsi dei loro cani prima dell’arrivo delle feste: «Ora ne abbiamo circa 200 - fanno sapere dal canile - e c’è bisogno di aiuto per garantire a questi animali condizioni degne. Invitiamo tutti coloro che hanno in casa coperte e maglioni che non utilizzano più a portarceli. Confidiamo nella sensibilità della gente, anche perché il freddo delle ultime settimane ha messo in crisi i cani più vecchi». Ma c’è un altro dato che fa riflettere: il calo delle adozioni nel periodo natalizio. «Questo - sottolinea una volontaria - non va necessariamente letto in maniera negativa. Il cane non deve essere un regalo di Natale e basta: chi lo prende, chi lo regala, deve farlo con la consapevolezza di ciò che sta facendo e del fatto che il cane una volta adottato entra a far parte della famiglia a tutti gli effetti». Le adozioni diminuiscono e gli abbandoni aumentano, insieme alla preoccupazione di coloro amano gli animali. Pochi giorni fa a Dogana è stato trovato un cagnolino ferito all’interno di un cassonetto. La polizia municipale l’ha affidato al canile di Fucecchio, dove pochi giorni dopo si è presentata una ragazza, che ha adottato il meticcio. Ieri l’ennesimo episodio raccapricciante. Stavolta la vittima è una volpe, “impiccata” a Certaldo.

WAKEUPNEWS
29 DICEMBRE 2009
 
TANTI CUCCIOLI DA SALVARE
Un terribile fenomeno di speculazione: il traffico illegale di cani non ancora svezzati e portati nel nostro Paese in condizioni disumane
 
  
 
Adriano Ferrarato
 
L’antica tratta degli schiavi esiste ancora. Purtroppo. A differenza del passato però stavolta non si barattano uomini, ma poveri animali come i cani. Il disgusto è identico. E proprio in questo periodo di festività natalizie l’allarme lanciato dal corpo forestale dello Stato arriva come un fulmine a ciel sereno: ogni anno, parlando solamente dell’Italia almeno 2000 cuccioli a quattro zampe vengono illegalmente importati dai paesi dell’Est per la vendita clandestina.Un traffico illecito i cui guadagni sono superiori perfino a quelli ottenuti con lo spaccio di droga: un cagnolino acquistato in Ungheria per soli 50 euro ad esempio, può essere rivenduto nel nostro Paese anche a 600. Il motivo della crescita esponenziale negli anni di questo terribile fenomeno è dato dalla sua estrema semplicità di realizzazione e dal fatto che incredibilmente non si rischia la galera una volta scoperti.Le indagini di diversi nuclei della forestale (specialmente nel bresciano e nel Friuli) hanno calcolato almeno una media di arrivo di cinquanta esemplari non ancora svezzati una volta alla settimana, individuando a Padova una centrale di smistamento e smercio fuori legge. Come si può facilmente notare, l’intera speculazione è vasta e terribilmente reticolare, pur riguardando soltanto una minima parte delle numerose regioni sotto osservazione.E’una forma di commercio deleteria che comporta tre conseguenze gravissime: la prima, in assoluto, è il terribile stato di salute con cui queste povere bestie vengono portate nel territorio. Trasportati di nascosto e ammucchiati in gabbie piccolissime dove non hanno quasi nemmeno la possibilità di respirare molti cuccioli non riescono neanche ad arrivare alla fine del tragitto, soffocati dalla fame d’aria e dalla denutrizione. Una perdita che però non turba in alcun modo i trafficanti, che con i sopravvissuti riescono comunque a fare affari d’oro.In secondo luogo l’importazione al di fuori di ogni norma crea insormontabili problemi anche sul piano del mercato nazionale cinofilo: si instaura di fatto una concorrenza sleale che ogni volta favorisce lo speculatore, facilitato a vendere i suoi esemplari a costi di molto inferiori rispetto a quelli stabiliti dagli allevamenti di razze selezionate. Ed è ovvio che in questo caso il problema diventa anche morale: comprare un cane da un fornitore illegale solo per spendere meno è come essere complici di questa abominevole forma moderna di schiavizzazione. E per finire, c’è anche la ricomparsa della rabbia, tipica malattia canina, che era stata debellata da diversi anni.Proprio per questi motivi la forestale ha creato una sorta di decalogo rivolto a tutti coloro che, acquistando un cucciolo, avranno intenzione di saperne la reale provenienza ed età ed accertare tutte le regolarità del caso. E come fare se ci si trova in presenza di una truffa. Che ricordiamo, anche se colpisce le nostre tasche è sempre e comunque a danno del povero animale indifeso. Se decidete di comprarvi un piccolo amico a quattro zampe, è proprio il caso di dire di non fare i bastardi. Ne va della loro vita.

IL TIRRENO
29 DICEMBRE 2009
 
Sequestrati 40 cuccioli irregolari
 
GROSSETO. Cuccioli venduti illecitamente a Principina Terra. È quanto hanno accertato, domenica, gli agenti della polizia provinciale con guardie zoofile del Wwf, guardie volontarie e veterinari della Asl 9.  In tutto sono stati messi sotto sequestro e sotto fermo sanitario 40 animali. L’“Operazione piccoli amici” ha interessato l’azienda “Da Claudia” a Principina Terra ed è partita dopo varie segnalazioni. La vendita di cuccioli di cani avveniva anche attraverso internet ed era pubblicizzata con cartelli vicino al presunto allevamento.  Un agente della Polizia provinciale e una guardia zoofila si sono presentati al titolare in borghese manifestando l’intenzione di acquistare degli animali. Una volta accertata la presenza di irregolarità hanno dato il via all’operazione. Sul posto sono intervenute due pattuglie della Polizia provinciale, una pattuglia delle Guardie zoofile e il veterinario della Asl 9. L’esame della documentazione esibita ha messo in evidenza la mancanza delle autorizzazioni alla vendita, la presenza di microchip inseriti in tempi sospetti rispetto alle date di nascita dichiarate, cuccioli sprovvisti di microchip e non in regola con le vaccinazioni, certificazioni di provenienza di alcuni animali irregolari e contraffatte, l’utilizzo di medicinali speciali non accompagnato da documentazione sanitaria e la quasi totale assenza di documentazione sulle vendite.  Così gli animali sono stati posti sotto sequestro e sotto fermo sanitario: rimarranno in azienda in attesa dell’esito delle indagini che potrebbero interessare anche altri allevatori e intermediari. Nel frattempo il dipartimento di prevenzione della Asl 9 effettuerà i controlli sanitari sui cani.  «Mi appello - dice Patrizia Siveri, assessore alla Polizia provinciale - ai cittadini affinchè si rivolgano a strutture accreditate in modo da non alimentare la compravendita illecita di animali, gran parte dei quali provengono dall’estero e sono trasportati in condizioni disumane. Il profitto ricavato da questa attività è enorme, e il rischio è di acquistare un animale affetto da patologie gravi e non adeguatamente curato».  Quando si acquista un cucciolo proveniente da un Paese dell’Unione europea devono essere richiesti: il passaporto europeo (Pet-PassPort) contenente i dati anagrafici dell’animale, il numero del microchip, il certificato di vaccinazione antirabbica, il certificato veterinario e il certificato Traces.  Nel caso di un cucciolo proveniente da Paesi extracomunitari, bisogna informarsi presso le rispettive ambasciate, essendo molto diversi i documenti richiesti. Se invece il cucciolo è nato in Italia l’acquirente deve pretendere che gli vengano rilasciati l’attestazione di provenienza e il libretto sanitario.  Per i dubbi rivolgersi alla Polizia provinciale, in via Ambra 28/B, tel. 0564/484901 o al servizio veterinario della Asl9, Villa Pizzetti, Via Cimabue 109 Grosseto, tel. 0564/485648.

IL MATTINO DI PADOVA
29 DICEMBRE 2009
 
La morte del cigno indigna i Rangers
 
MONSELICE (PD). Sulla triste vicenda del cigno trovato morto poco prima di Natale al Bosco dei Frati, interviene l’Associazione Rangers dei Colli Euganei. «Non condividiamo l’affermazione fatta dal vicesindaco Gianni Mamprin, ove afferma che fa più notizia un cigno morto che non tante cose importanti che vengono fatte, come i concerti di Natale - dicono i Rangers -. Noi come associazione vorremmo solo esprimere la nostra indignazione verso tutto questo e dire che forse bastava veramente poco per creare un umile riparo. Speriamo che il fatto non abbia a ripetersi che l’amministrazione comunale capisca come un concerto di Natale o un addobbo natalizio in più per la piazza non valgano come l’assistenza agli animali».  Nel frattempo non si conosce ancora l’esito dell’autopsia sulla carcassa del cigno, chiesta dal sindaco Francesco Lunghi dopo il clamore che la vicenda ha suscitato.  Sarà il servizio zooprofilattico dell’Uls 17 a chiarire se il cigno è morto di freddo, di malattia, o magari per un insieme di fattori, a cominciare dalla debolezza e da un’alimentazione inadeguata. Intanto però resta forte l’indignazione di molti affezionati del parco, per come gli animali al bosco dei frati vengano abbandonati durante il periodo invernale. Anche diversi lettori del mattino hanno espresso indignazione per la vicenda. Sarebbe bastato poco per salvare quel cigno dal gelo.

IL GAZZETTINO DI PADOVA

29 DICEMBRE 2009

 

La verità sul cigno morto al parco

 

Provincia di Padova - Nelle prossime ore si potrà mettere la parola fine alla triste storia del cigno del boschetto dei frati, trovato morto sulla neve mercoledì scorso, dopo lunghi giorni di agonia. Ieri mattina il servizio zoo profilattico dell’Ulss ha eseguito l’autopsia sul corpo, per capire finalmente quali siano state le cause che hanno portato alla morte dell’animale. Francesco Lunghi respinge con foga l’ipotesi del presunto disinteresse dell’amministrazione per la salute degli animali che popolano il parco Buzzaccarini. Il sindaco ha infatti voluto che domenica mattina venissero visitati anche tutti gli altri volatili del parco, per escludere il diffondersi di qualche malattia. «Fortunatamente stanno tutti benissimo - ha dichiarato sollevato - I veterinari mi hanno rassicurato anche sulle condizioni del cigno rimasto. L’unica piccola preoccupazione nasce dalla dieta scarsamente variegata. Faremo in modo di risolvere anche questo problema».
Intanto la compagna del cigno pare essersi arresa alla perdita del partner e ha finalmente accettato di essere spostata nel laghetto, il cui livello dell’acqua è ancora pericolosamente basso in attesa dell’intervento della protezione civile, previsto già nei prossimi giorni.


AM NOTIZE

29 DICEMBRE 2009

 

FURTO DI ANIMALI A VILLA BAGNOLI

 

Capo D'orlando (ME) - Ennesimo furto di animali all’interno di Villa Bagnoli a Capo d’Orlando. Ignoti, la scorsa notte, si sono introdotti all’interno del mini zoo per portare via 2 conigli nani e 5 porcellini d’india. La scoperta è stata effettuata questa mattina dal responsabile per la cura della villa che ha notato due aperture alla rete di recinzione e segnali inequivocabili di effrazione al cancello di ingresso. Sono state risparmiate le anatre e le faraone che continuano a far mostra di se ai numerosi bambini che giornalmente vengono accompagnati dai genitori per visitare la struttura. Varie sono le ipotesi che vengono avanzate. Tra queste, la più probabile è legata alla ricerca di alimentazione per i tanti serpenti che in questi ultimi anni vengono allevati all’interno di abitazioni private. Infatti i conigli e i porcellini d’india trafugati la scorsa notte non sono commestibili per gli umani mentre fanno notoriamente gola a rettili come i serpenti. Altra ipotesi potrebbe essere dettata dalla voglia di portare a casa piccoli esemplari da mostrare ad amici e parenti senza spendere soldi per acquistarli. O, ancora più semplicemente, potrebbe anche trattarsi di inutili e ingiustificabili atti di esclusivo vandalismo ormai tristemente noti a Villa Bagnoli e che, altre volte, hanno interessato anche la vegetazione circostante. Ma a ruba vanno anche i pesci rossi della vasca posizionata proprio vicino il mini zoo. In tre anni, ci fanno sapere gli addetti del comune paladino, sono scomparsi numerosi esemplari e attualmente ne sono rimasti soltanto una decina. Non esiste un servizio di vigilanza notturna all’interno della villa e sembra che, a causa della legge sulla privacy, sarà difficile poter installare telecamere che, quantomeno, scoraggino veri e propri ladri di polli, in questo caso, di conigli nani, porcellini d’india e pesci rossi.


ADN KRONOS
29 DICEMBRE 2009
 
DIVERSI SONO I MORTI

Forlì, epidemia di virus A in colonia felina: a contagiarli la donna che li accudisce

Il focolaio si è sviluppato a metà dicembre, la situazione sembra ora sotto controllo. Prima si è diffusa fra i gattini, soprattutto con sintomi grastrontestinali. Poi si sono ammalati gli esemplari più anziani, che hanno sviluppato complicanze respiratorie

 

Roma - L'influenza A ha colpito una colonia di gatti nella provincia di Forlì Cesena, diffondendosi velocemente fra gli animali e uccidendone diversi. A sequenziare il virus sono stati gli esperti dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna, con sede a Brescia, scoprendo che si tratta appunto dell'A/H1N1 pandemico. Il focolaio si è sviluppato a metà dicembre, la situazione sembra ora sotto controllo. I primi due gatti, spiega il direttore sanitario dell'Istituto Giorgio Varisco, "sono stati contagiati dalla donna che si prende cura di questa colonia, di cui fanno parte un'ottantina di gatti circa". A chiedere gli esami di laboratorio era stato il veterinario che se ne occupa, dopo la morte di alcuni animali che avevano manifestato sintomi respiratori. Il virus è stato isolato e poi sequenziato nei laboratori dello Zooprofilattico, "dove è risultato assolutamente identico all'H1N1 pandemico. L'influenza - prosegue Varisco - prima si è diffusa fra i gattini, soprattutto con sintomi grastrontestinali. Poi si sono ammalati gli esemplari più anziani, che hanno sviluppato complicanze respiratorie. Le analisi del sangue hanno poi mostrato la presenza di anticorpi nel 55% degli animali, a dimostrazione che il virus, inizialmente trasmesso dalla padrona, si è poi diffuso da gatto a gatto". "Non c'è motivo di allarme", però, sottolinea l'esperto, aggiungendo che "questa è la dimostrazione di come il virus pandemico, alla pari di tutti i virus influenzali, può colpire tutte le specie animali. E' già stato isolato in alcuni maiali, contagiati dall'uomo senza che si verificassero casi di trasmissione da animale ad animale, e in alcuni sieri di cani, che però non avevano sviluppato sintomi". In presenza di 'campanelli d'allarme' tipici dell'influenza nei felini di casa, il consiglio è di "rivolgersi al veterinario. Questi erano gatti randagi, in condizioni di salute non ottimali. E' intervenuta anche l'Asl locale e ora la situazione è sotto controllo", conclude.


IL SECOLO XIX

29 DICEMBRE 2009

 

INFLUENZA A: ISOLATO VIRUS IN COLONIA GATTI IN EMILIA ROMAGNA

 

Roma - L'influenza A ha colpito una colonia di gatti nella provincia di Forli' Cesena, diffondendosi velocemente fra gli animali e uccidendone diversi. A sequenziare il virus sono stati gli esperti dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna, con sede a Brescia, scoprendo che si tratta appunto dell'A/H1N1 pandemico. Il focolaio si e' sviluppato a meta' dicembre, la situazione sembra ora sotto controllo.


ANSA

29 DICEMBRE 2009

 

Virus A in gatti morti a Brescia

In alcuni gatti morti con problemi respiratori e gastroenterici

 

BRESCIA - Isolato il virus influenzale tipo H1N1, risultato pandemico in alcuni gatti morti con sintomatologia respiratoria e gastroenterica.
Gli animali appartengono ad una associazione privata animalista dell'Emilia Romagna. L'accertamento di laboratorio, effettuato dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'E.Romagna, e' stato richiesto dal loro veterinario in seguito alla elevata percentuale di mortalita' che si era verificata tra i gatti della stessa colonia.


KATAWEB

29 DICEMBRE 2009

 

INFLUENZA A: A BRESCIA ISOLATO IL VIRUS H1N1 IN GATTI MORTI

 

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, che ha la sede principale a Brescia, ha isolato il virus influenzale tipo H1N1, risultato pandemico in alcuni gatti morti con sintomatologia respiratoria e gastroenterica. Gli animali risultano appartenere ad una associazione privata animalista della provincia di Forlì-Cesena. L’accertamento di laboratorio è stato richiesto dal loro veterinario in seguito alla elevata percentuale di mortalità che si era verificata all’interno della colonia stessa. In un periodo di circa due settimane erano, infatti, morti alcuni degli 80 gatti presenti nella struttura; in particolare animali giovani e neonati, con forma gastroenterica e respiratoria con elevata dispnea. La sintomatologia grave è iniziata prima nei giovani con forme gastroenteriche e poi negli adulti si è trasformata in grave forma respiratoria. Il 7 dicembre due gatti della colonia, morti dopo aver presentato sintomi riferibili al virus influenzale, sono stati sottoposti a necroscopia. Gli esami di laboratorio successivi, svolti tra la Sezione diagnostica di Forlì e i laboratori di Brescia, che si sono conclusi il 17 dicembre, hanno portato all’isolamento e identificazione del virus come ‘A H1N1 pandemicò (influenza umana).


ANSA

29 DICEMBRE 2009

 

Animali:indagini su capra ferita con frecce di tipo sportivo

 

GORIZIA - Indagini sono in corso, da parte del Corpo di polizia locale della Provincia di Gorizia, sul ferimento di una capra, trovata il 24 dicembre scorso trafitta al collo e al ventre da due frecce di tipo sportivo. L'animale ferito, ancora lucido ma spaventato, e' stato catturato e soccorso, grazie alla segnalazione di un socio della riserva di caccia di Lucinico, nelle campagne di Villanova di Farra (Gorizia). Le frecce rinvenute sull'animale, del tipo non da caccia, ma utilizzate per le competizioni sportive di tiro con l'arco, erano lunghe 81 cm e con un diametro di 22 mm. Scagliate contro un essere vivente, se non colpiscono direttamente gli organi vitali, possono solo ferire, senza uccidere; in compenso causano inevitabilmente dolore e sofferenza nell'animale.


LA ZAMPA.IT
29 DICEMBRE 2009
 
Cucciolo lanciato da un auto, "soccorritore" costretto a curarlo
 
CATANIA - Ha visto lanciare un cucciolo di cane dal finestrino di un’auto in velocità sulla strada statale 114, la Catania-Messina, nei pressi di Giarre, l’ha soccorso e portato all’Azienda sanitaria provinciale dove un veterinario applica sette punti, di sutura all’animale, e poi è stato "costretto" ad adottarlo perchè non c’erano strutture pubbliche a cui affidarlo. Lo rende noto il Codacons, l’associazione dei consumatori alla quale l’uomo si è rivolto per avere assistenza legale. «Se il "soccorritore" non si fosse preso cura del cucciolo - afferma il Codacons in una nota - l’alternativa sarebbe consegnarlo ad un canile dove non avrebbe ricevuto l’assistenza necessaria. La Asp non dispone infatti di una sala degenza per cui il cane sarebbe stato nuovamente abbandonato se l’uomo che ha segnalato il caso non si fosse preso cura personalmente e a proprie spese dell’animale».«Ci chiediamo - si legge ancora nel comunicato - come sia possibile che un sensibile cittadino che voglia aiutare un animale violentemente abbandonato sia non solo non tutelato ma che debba addirittura rimetterci economicamente assumendosi la gravosa responsabilità dell’incolumità del cane considerato che non esistono sale veterinarie pubbliche in grado di assicurare le cure necessarie nella fase post operatoria».

AGENFAX

29 DICEMBRE 2009

 

QUATTORDIO (AL): SPARAVA AI PICCIONI NEL CORTILE DELLA CASCINA, AGRICOLTORE DENUNCIATO

 

Quattordio (AL) - Domenica 27 dicembre 2009 un agricoltore di Quattordio (AL) sparava ai piccioni (specie Columba livia) nel cortile della sua cascina.  Le guardie zoofile della LAC del Nucleo di Alessandria, in servizio nella zona e allarmate dal ripetuto susseguirsi di spari, sorprendevano l’agricoltore armato di fucile mentre abbatteva numerosi esemplari di piccioni.
I piccioni, anche se vivono all’interno dei centri urbani, appartengono alla fauna selvatica, sono patrimonio indisponibile dello Stato e non sono specie cacciabile. La Regione ha recentemente approvato Linee Guida per il loro controllo quando causano danni ai manufatti o all’agricoltura, che prevedono innanzitutto interventi preventivi (occlusione dei siti di nidificazione, sistemi di dissuasione incruenta..). Mai però è consentito al singolo cittadino di ucciderli, catturarli o causare loro sofferenze. I Carabinieri di Felizzano provvedevano pertanto a porre sotto sequestro l’arma utilizzata e gli animali uccisi ed a denunciare l’agricoltore all’Autorità Giudiziaria. Oltre alla violazione della legge sulla caccia, che prevede una sanzione penale per l’abbattimento di specie non cacciabili, l’agricoltore rischia anche la condanna per uccisione di animali ai sensi del Codice Penale.

LA REPUBBLICA
29 DICEMBRE 2009
 
Macellazioni d'urgenza la carne andrà ai poveri
Una convenzione tra Macello di Parma, Forum e Associazione solidarietà permetterà di recuperare la carne dei bovini infortunati, che prima veniva distrutta, per destinarla alle mense per i bisognosi
 
PARMA - Ogni giorno nelle aziende agricole del Parmense ci sono bovini che si infortunano. Non riescono più a reggersi in piedi, non possono essere trasportati al macello e, secondo la legge, debbono essere abbattuti nella stalla, in presenza di un veterinario. Quintali di carne ottima, controllata, assolutamente commestibile, che però doveva essere distrutta. Uno spreco che aveva anche costi elevati per gli allevatori, che oltre alla perdita dell’animale dovevano sostenere lo smaltimento della carcassa. D’ora in poi non sarà più così: grazie a un accordo tra Macello di Parma, Forum e Associazione solidarietà la carne delle macellazioni d’urgenza sarà venduta a un prezzo molto favorevole per essere messa a disposizione delle persone bisognose. Questa mattina è stata firmata in Provincia, in presenza del vicepresidente Pierluigi Ferrari, una convenzione innovativa che riesce a coniugare l’interesse economico degli allevatori con la solidarietà. Gli animali macellati d’urgenza saranno infatti trasportati al Macello, dove si provvederà alla macellazione. La carne sarà poi confezionata in cartoni sottovuoto da 10 a 25 kg. Queste confezioni bilanciate, che conterranno tagli diversi per diverse preparazioni, saranno vendute a un prezzo estremamente favorevole (3,8 euro al chilogrammo) alle associazioni di solidarietà che gestiscono le mense dei poveri. Della logistica si occuperà Associazione solidarietà, già attiva in questi settori, mentre Forum solidarietà gestirà l’organizzazione delle prenotazioni e dei ritiri. Secondo le stime, grazie a questo progetti dai 10 ai 15 quintali di carne ogni settimana potranno andare ad integrare la dieta delle persone che non possono permettersi un bene così costoso. Un'idea semplice per ridurre gli sprechi in questi tempi di crisi, che in futuro potrebbe essere ampliata con la distribuzione di carne anche a singoli o famiglie in stato di necessità.

IL GIORNALE
29 DICEMBRE 2009
 
IL MIGLIOR AMICO DI GERE E' UN PICCOLO CANE CHE COMMUOVE IL MONDO
In «Hachiko» il divo è il padrone di un trovatello che divenne un eroe in Giappone quasi un secolo fa
 
Maria Paola Gianni
 
Con quel musetto irresistibile e quegli occhioni così espressivi, Hachiko, il tuo migliore amico, commuoverà il mondo intero. Una storia vera, senza tempo, fatta di dedizione, amicizia e fedeltà incondizionata tra un uomo e un cane. La versione americana diretta dal candidato al premio Oscar Lasse Hallstrom si potrà gustare al cinema da domani. Terrà tutti incollati alla poltrona. Co-protagonisti sono l’ottimo Richard Gere e lo splendido Hachi, un cane Akita, di razza giapponese, che ogni giorno accompagna alla stazione il suo compagno umano, e lo aspetta al suo ritorno dal lavoro, alle cinque del pomeriggio. Ma un imprevisto interrompe questa routine di amore e tenerezza, Gere all’improvviso non tornerà più dal lavoro, per un infarto fatale. E il suo Hachi lo aspetterà alla stazione per tutta la sua vita, al freddo e al gelo. Dieci lunghi e interminabili anni di attesa, nel ricordo di chi lo adottò trovatello proprio in quella stazione di provincia, luogo di salvezza per il cane, ma anche di morte, nel nome di un amore intramontabile e incondizionato, come solo gli animali sanno esprimere nella loro totale purezza di ideali. Sin dalle prime fasi del film si nota l’intento animalista del regista, che a volte alterna immagini in bianco e nero e dal basso, per far capire l’ottica visiva del cane (loro non riconoscono molto i colori) e per far meglio impersonare lo spettatore «nei panni», anzi, «nei peli» del protagonista a quattro zampe. Irresistibili i primi piani di Hachi, con quel suo tartufo «esploratore» in cerca continua di novità.
La storia rappresenta l’essenza di una piccola città e dei rapporti familiari. E la scelta di Richard Gere è stata perfetta. Appena gli fu chiesto di interpretare il film, gli piacque talmente che lo volle subito anche produrre. Proprio lui noto nella vita reale per il suo amore per gli animali e per la natura, e soprattutto per il suo legame col buddismo tibetano e contro il regime comunista di Pechino. Non a caso il noto attore è anche amico di Harry Wu, presidente della Laogai Research Foundation (www.laogai.it).
La storia d’amore permane sul set, monitorato anche dall’American Human Association per scongiurare eventuali rischi di maltrattamento di animali per la realizzazione del film, che ha documentato ogni dettaglio su www.americanhumane.org. Tra l’altro, il mensile Quattro Zampe è partner del lancio del film e per l’occasione ha promosso il concorso Per sempre Amici, fino al 31 gennaio (tutti i dettagli su www.qzlife.it).
Hachiko è davvero esistito. Divenne famoso in tutto il Giappone, simbolo dei valori familiari. Insegnanti e genitori enfatizzarono l’attesa di Hachiko come esempio per i bambini. Nell’aprile 1934 una statua di bronzo con la sua immagine venne eretta alla stazione di Shibuya, lo stesso Hachiko presenziò alla sua inaugurazione: morì l’8 marzo 1935.
Tanti i particolari toccanti del film. Come la pallina che Hachi finalmente riporterà al suo «papà adottivo» solo per un’occasione speciale. Gli Akita, infatti, non si fanno comprare. O come il numero otto inciso sul collare del cucciolo appena trovato da Gere alla stazione: «hachi» in giapponese vuol dire «otto», appunto, un simbolo che collega la materia con l’infinito e sta a significare l’amore del nostro protagonista a quattro zampe che parte dal cielo e arriva sulla terra. Sembra che alcune ossa di Hachiko furono sepolte nel cimitero di Aoyama, insieme a quelle del suo amato padroncino. Insieme per sempre.

SENTIERI SELVAGGI

29 DICEMBRE 2009

 

Hachiko - Il tuo migliore amico

 

Lasse Hallström

 

Hachi, un cane di razza Akita, accompagna ogni mattina il suo padrone, il professore universitario di musica Parker Wilson (Richard Gere - Il dottor T e le donneSe scappi ti sposoPretty WomanUfficiale e gentiluomoAmerican Gigolo), al binario della stazione ferroviaria e lo attende ogni sera nel piazzale antistante per dargli il bentornato. Un giorno, però, il professor Parker muore di arresto cardiaco all'università. Hachi, fedelmente, ritorna alla stazione il giorno dopo, e così ogni giorno per i nove anni successivi, in attesa del ritorno del suo amato padrone.

Hachiko - Una storia d'amore prende ispirazione dalla vera storia di Hachi e del suo padrone Hidesamuroh Ueno, professore universitario del dipartimento agricolo di Tokyo. Ogni mattina, il professor Ueno si dirigeva alla stazione di Shibuya per andare a lavorare, sempre accompagnato dal suo fedele cane, che ritornava alla stazione quando il suo padrone rientrava dalla giornata lavorativa. Il 21 maggio 1925, Ueno morì di arresto cardiaco mentre era all'università ed Hachi, come ogni giorno, si presentò alla stazione alle 15. L'8 marzo 1935, Hachi morì di filariasi all'età di 12 anni, dopo aver atteso ininterrottamente, per quasi 10 anni, il ritorno del suo padrone. Il corpo del cane è preservato tramite tassidermia ed esposto al Museo Nazionale di Natura e Scienza a nordovest di Shibuya, nonostante alcune sue ossa siano sepolte nel cimitero di Aoyama, accanto alla tomba del professor Ueno. Una statua in bronzo con le sembianze di Hachi, invece, è posta nella piazzetta della stazione di Shibuya ed è un luogo di ritrovo e appuntamento molto importante. Questa storia ha già ispirato un film giapponese del 1987, Hachiko monogatari di Seijirô  Kôyama (Il villaggio). Per il film di Lasse Hallström (Casanova, Il vento del perdonoChocolat, Le regole della casa del SidroBuon compleanno Mr. Grape) ci sono voluti tre cani akita, addestrati dall'esperto Boone Narr per oltre sei mesi, affinché interpretassero le diverse fasi della vita di Hachiko, il vero protagonista della storia.Il film è stato presentato in anteprima alla 4. edizione del Festival Internazionale del Film di Roma (2009) nella sezione Alice nella città.

 

VIDEO

http://www.sentieriselvaggi.it/articolo.asp?sez0=1&sez1=4&art=35038


SUPERANDO
29 DICEMBRE 2009
 
Quegli ospedali che non consentono l'ingresso dei cani guida per ciechi
Sono soprattutto strutture del Centro e del Nord Italia quelle recentemente segnalate da una serie di persone non vedenti, che non sono state ammesse ad assistere i familiari ricoverati in reparto, in quanto accompagnati appunto dal cane guida. Una situazione discriminatoria nei confronti di quei cittadini, della quale si sta facendo carico l'AIDAA (Associazione Italiana per la Difesa di Animali e Ambiente), cercando di ottenere sia dal Ministero che dagli ospedali coinvolti la modifica dei regolamenti "proibizionisti"
 
Sono oltre duecento gli ospedali italiani che non ammettono l’ingresso nei reparti di degenza dei cani guida per non vedenti. Questo fatto ha recentemente scatenato una serie di episodi poco piacevoli che hanno visto in alcuni ospedali del Centro-Nord Italia persone prive di vista che non sono state ammesse ad assistere i familiari ricoverati in reparto, in quanto accompagnate dal cane guida, ciò che ha creato di fatto una situazione assolutamente discriminante nei confronti di questi cittadini.
Di contro, si sa che ad esempio nell'Ospedale San Martino di Genova sono ammessi nei reparti di degenza gli animali domestici - cani, gatti e conigli - che possono quindi far visita ai loro padroni ricoverati, ovviamente se muniti dei dovuti certificati veterinari. In molti altri ospedali, poi, è ammessa la presenza del cane guida che accompagna il non vedente sia in fase di ricovero, che in fase di visita. Si tratta dunque di una situazione che andrebbe omologata e uniformata attraverso la modifica dei regolamenti ospedalieri di quelle strutture che non riconoscono la possibilità di ingresso nei reparti di degenza ai privi di vista accompagnati dai loro cani guida.Per questo motivo l'AIDAA (Associazione Italiana per la Difesa di Animali e Ambiente) ha lanciato un appello al sottosegretario alla Salute Francesca Martini, affinché - attraverso un'apposita Ordinanza Ministeriale - permetta l'ingresso dei cani nei reparti di degenza delle strutture ospedaliere, ad esclusione ovviamente dei reparti di rianimazione, chirurgia e agli “infettivi”.
Al momento sono circa una ventina le segnalazioni giunte al Tribunale degli Animali dell'AIDAA da parte di persone prive di vista che si sono viste rifiutare l’accesso ai reparti di degenza insieme ai loro cani guida, segnalazioni che riguardano prevalentemente ospedali delle regioni del Nord Italia.«Credo sia utile - dichiara Lorenzo Croce, presidente dell'AIDAA - che il Ministero intervenga con una Circolare o con un Decreto con il quale renda possibile l’accesso ai reparti di degenza dei cani guida che accompagnano i non vedenti in visita ai loro parenti». In tal senso, lo stesso Croce ha sottoposto il problema ai tecnici del Ministero della Salute, nel corso di un incontro all'inizio di dicembre. Al tempo stesso, per i casi specifici dei non vedenti che si sono rivolti al Tribunale degli Animali dell'AIDAA, sono in corso i contatti con le strutture sanitarie interessate, allo scopo di sottoporre loro la richiesta di modifica del regolamento, che ponga fine a tali discriminazioni.

LA GAZZETTA DI MODENA
29 DICEMBRE 2009
 
Recuperate due iguane abbandonate
 
CASTELFRANCO (MO). Due iguane infreddolite, abbandonate in un contenitore accanto a un cassonetto della spazzatura, sono state salvate a Castelfranco dai volontari del Centro fauna selvatica Il Pettirosso di Modena grazie alla segnalazione di un ragazzo che, accortosi dei due animali, ha chiamato i volontari.  «Le iguane - ha precisato la Provincia di Modena - erano ormai allo stremo e in forte stato di ipotermia a causa del freddo. Quasi certamente sono state abbandonate dal proprietario che ha voluto disfarsi dei due rettili, forse perchè cresciuti troppo rispetto alle previsioni: l’esemplare più grande infatti è lungo quasi quaranta centimetri».  Dell’episodio è stato informato il Corpo Forestale dello Stato che avvierà le indagini per risalire ai responsabili del reato di maltrattamento di animali. Ora le due iguane sono accudite dai volontari nella sede del Centro fauna in via Nonantolana: stanno bene e una volta ristabilite saranno trasferite in un centro specializzato in fauna esotica. Il centro per la fauna selvatica Il Pettirosso opera in base a una convenzione con la Provincia di Modena per il recupero e il salvataggio della fauna selvatica in difficoltà. Per le richieste di intervento sono attivi numeri telefonici 24 ore su 24: 339-8183676, 339-3535192 oppure il 118.

LA GAZZETTA DI MODENA
29 DICEMBRE 2009
 
MORTO IL GATTO
 
FINALE (MO). Nel rogo a Massa ha perso la vita il gatto della famiglia Felloni. Un micio bianco, il cui pelo è stato annerito dal fumo.  I vigili del fuoco hanno anche cercato di rianimarlo con l’ossigeno dopo averlo trovato in casa, ma l’animale è morto.

LA PROVINCIA DI COMO
29 DICEMBRE 2009
 
Cavallo imbizzarrito in città La fuga passa dal municipio
Animale protagonista anche di una corsa sulla Lomazzo-Bizzarone
 
Olgiate Comasco (CO) -  In fuga per la libertà: un cavallo bianco ieri mattina è fuggito da un maneggio in zona Appiano Gentile e ha scorrazzato fra le automobili sulla Lomazzo Bizzarone, fino in centro città a Olgiate Comasco, sfuggendo a diversi tentativi di essere bloccato.
Ha dell'incredibile la vicenda che si è verificata ieri mattina, fra le 11 e le 13, e che ha visto protagonista un bel cavallo bianco, che risulta essere tuttora in fuga. Da quanto è stato possibile ricostruire, l'animale è scappato da un maneggio di privati nell'Appianese e ha fatto irruzione sulla Lomazzo - Bizzarone, all'altezza di Oltrona San Mamette. Qui se lo sono ritrovato alcuni automobilisti che, esterrefatti, hanno telefonato al 112 per segnalare la presenza dell'animale. I carabinieri di Appiano Gentile hanno organizzato una battuta di ricerca ma l'animale, nella sua corsa, si è spostato velocemente verso l'Olgiatese e, quindi, l'incombenza è passata ai militari della compagnia di Como.
Nella sua corsa l'animale, oltre a non ferirsi, fortunatamente non avrebbe causato danni né alle vetture, né ai pedoni. Il cavallo, una volta giunto in città, non si è accontentato di fare un giro nelle vie periferiche ma si è voluto togliere lo sfizio di passare addirittura dal centro, "sfilando" di fronte al municipio in piazza Volta.
Gli agenti della polizia locale e i carabinieri di Olgiate hanno avuto il loro bel da fare per cercare di bloccare il cavallo, senza ombra di dubbio un pericolo per sé stesso oltre che per gli altri, ma l'animale, di farsi rimettere le briglie al collo, non ne ha avuto la minima intenzione.
Da piazza Volta si è spostato prima in via Lucini e, poi, ha diretto gli zoccoli verso la vecchia stazione, in località Bontocco. Fermare un animale di quelle dimensioni non è opera facile e tantomeno tranquilla: ci ha pensato comunque il cavallo a risolvere il "problema", dandosi nuovamente alla fuga nei boschi fra Gironico e Parè. A quel punto, erano circa le 13, l'allarme è rientrato in quanto l'esemplare bianco non è più comparso sulle strade battute dalle automobili.
Gli agenti della polizia locale di Olgiate e i carabinieri hanno chiesto la collaborazione degli agricoltori residenti in zona affinché, se dovessero intercettare il cavallo, di bloccarlo in modo da evitare ulteriori rischi.

OGGI TREVISO
29 DICEMBRE 2009
 
CHI AMA GLI ANIMALI NON USI I BOTTI
La Lega abolizione caccia del Veneto chiede di fare a meno dei fuochi d'artificio per il bene di tutti gli animali
 
Treviso - Cani e gatti non gradiscono affatto i botti di fine anno. Si spaventano, anzi. Per loro è una tortura la notte di San Silvestro quando in molti salutano il nuovo anno sparano botti e fuochi artificiali. Per questo chi ama i nostri amici a quattro zampe come gli attivisti della Lega abolizione caccia del Veneto invitano a non acquistare i botti di Capodanno.“Sono causa di morte, ferimenti e traumi per cani, gatti, animali domestici ed uccelli. Chi ama la natura e gli animali preferisce il botto dello spumante” ha detto Andrea Zanoni presidente della Lac del Veneto che invita i cittadini che amano gli animali, domestici e selvatici, a non utilizzare i botti per festeggiare l’arrivo del nuovo anno.Purtroppo lo scoppio dei fuochi artificiali in piena notte causa agli animali danni inimmaginabili; negli uccelli un botto causa uno spavento tale che li induce a fuggire dai dormitori (alberi, siepi e tetti delle case), volando al buio alla cieca anche per chilometri, andando a morire sfracellati addosso a qualche muro, albero o cavi elettrici; quelli che riescono ad atterrare o a posarsi in qualche albero spesso muoiono assiderati a causa delle rigide temperature invernali e alla mancanza di un riparo.Nei gatti, e soprattutto nei cani, un botto crea forte stress e spavento tali da indurli a fuggire dai propri giardini e recinti, per scappare dal rumore a loro insopportabile, finendo spesso vittime del traffico o di ostacoli non visibili al buio. Cani e gatti e piccoli animali domestici si spaventano quasi a morte per i botti della notte di San Silvestro ciò è dovuto in particolare alla loro soglia uditiva infinitamente più sviluppata e sensibile di quella umana.L’uomo ha un udito con una percezione compresa tra le frequenze denominate infrasuoni, intorno ai 15 hertz, e quelle denominate ultrasuoni, sopra i 15.000 hertz. Cani e gatti, invece, dimostrano facoltà uditive di gran lunga superiori: il cane fino a circa 60.000 hertz mentre il gatto fino a 70.000 hertz.Negli animali degli allevamenti come mucche, cavalli e conigli, le conseguenze delle esplosioni possono provocare nelle femmine gravide addirittura l’aborto da trauma da spavento. Ed ecco cosa la Lac suggerisce a chi possiede cani e gatti per assicurarli il minor disagio possibile.I gatti, è bene rinchiuderli in luoghi tranquilli (garage, bagno, ecc.), possibilmente chiudendo anche le finestre per attutire bagliori e rumori. Comportarsi poi in modo del tutto normale, soprattutto nel caso dei cani, senza cercare di rassicurare e di accarezzare l’animale se questo mostra paura; se il cane vede che il proprietario non si agita, di conseguenza si sentirà più tranquillo.Consigli anche per coloro che i botti li vogliono proprio utilizzare anche dopo aver letto queste righe: eviti almeno di utilizzarli con il buio (quando gli uccelli dormono nei vari ripari) ed in prossimità di alberi, cespugli e case dove sono tenuti cani, gatti ed animali domestici.“Non utilizzare i botti sarà un segno di civiltà e sensibilità anche nei confronti di tutti gli operatori, in particolar modo i Vigili del Fuoco, che il primo dell’anno devono intervenire per interventi di soccorso di animali rifugiatisi in ogni dove. E da non dimenticare che le forze dell’ordine possono applicare nei confronti di tutti un articolo del codice penale, il 703, purtroppo dimenticato da molti ma comunque in vigore, che recita.‘Chiunque, senza la licenza dell’Autorità, in un luogo abitato o nelle sue adiacenze, o lungo una pubblica via o in direzione di essa (… omissis …) accende fuochi d’artificio, o lancia razzi (… omissis…), o in genere, fa accensioni o esplosioni pericolose, è punito con l’ammenda fino a lire 200.000, se il fatto è commesso in un luogo ove sia adunanza o concorso di persone, la pena è dell’arresto fino a un mese.“Chi ama gli animali non usa i botti e chi festeggia con i botti è colpevole ogni anno della morte, dopo gravi sofferenze, di migliaia di animali per spavento, ferite, assideramento. Ci appelliamo a tutte le persone sensibili e civili affinché non utilizzino i botti e convincano di ciò anche i propri conoscenti, in questo modo eviteremo una strage silenziosa e centinaia di interventi dei Vigili del Fuoco chiamati ogni anno per recuperare cani e gatti terrorizzati rifugiati nei posti più impensabili.Quindi meglio il simpatico ed innocuo botto della bottiglia di spumante così sarà festa per tutti, animali e Vigili del Fuoco compresi” ha concluso il presidente Zanoni che invita i cittadini a segnalare alle autorità l’abuso dei fuochi artificiali e gli episodi che potrebbero coinvolgere gli animali. Si segnala una petizione on-line da sottoscrivere contro i botti di Capodanno: http://www.firmiamo.it/noaibottidicapodanno

IL GAZZETTINO DI BELLUNO

29 DICEMBRE 2009

 

CAPODANNO La paura delle esplosioni può essere attenuata con l’aiuto di farmaci

Calmanti ai cani contro la fobia dei botti

 

Capodanno si avvicina e i botti diventeranno il supplizio degli animali. Specie per i cani che vivono all’aperto. Il rischio è che possano farsi male nel tentativo di scappare. Un sedativo, spiega il veterinario Paolo Cecchin, può essere un valido aiuto per evitare il peggio.«Non tutti gli animali si spaventano ed in egual modo - spiega il medico -. Quelli più vulnerabili emotivamente possono manifestare reazioni che vanno dal semplice ansimare e nascondersi sotto un letto al girovagare per casa senza sosta, fino all’estrema fuga incontrollata (pericolosa soprattutto per i cani tenuti all’aperto), con tutte le conseguenze del caso. Parliamo in questo caso di una fobia, cioè di uno stato reattivo di timore o paura, scatenato e amplificato da stimoli esterni ben definiti; essa, molto spesso, rientra in un quadro più complesso denominato “Sindrome da privazione sensoriale”».Cosa fare allora per prevenire o mitigare tanta sofferenza?«Per i cani e i gatti adulti nei quali lo stato fobico è ormai instaurato - dice Cecchin - è possibile somministrare farmaci in grado di attenuare le reazioni di paura nell’animale; devono essere prescritti da un medico veterinario, meglio se in possesso di specifiche conoscenze in tema di medicina e terapia comportamentale. Per cuccioli e gattini importantissima è la cosiddetta “abituazione” agli stimoli: fin dalle prime settimane di vita, sia in allevamento che in casa, essi devono ricevere, tra gli altri, stimoli sonori di vario genere ed intensità, così che il sistema nervoso possa svilupparsi adeguatamente raggiungendo l’ “omeostasi sensoriale”, cioè quello stato che permette al soggetto adulto di reagire in maniera sempre equilibrata e adeguata alle diverse situazioni. Un animale abituato sin dai primi mesi di vita alla vista e all’interazione con più persone e con altri animali, gradualmente abituato al rumore delle auto, a quello del campanello di casa, come pure ai fantomatici botti di Capodanno, molto probabilmente diverrà un soggetto adulto privo di fobie».


IL TIRRENO
29 DICEMBRE 2009
 
Bòtti e animali domestici: ricette antistress
 
LIVORNO. L’immagine di un cane o di un gatto che scappano come disperati e rimangono tremanti in un angolo o sotto a un letto è un classico della notte di Capodanno, ma queste situazioni possono nuocere ai nostri amici animali? Secondo l’Aidaa, associazione italiana difesa animali e ambiente fanno così male che ha lanciato una petizione popolare per mettere fuori legge botti e similari, e paventa quindi anche una serie di morti tra gli animali da compagnia. Ma quali rischi corrono effettivamente i nostri animali esposti al fragore delle esplosioni di questi giorni di festa?.  Risponde il dottor Marco Cioni, un veterinario livornese che studia anche il comportamento degli animali domestici e che ha affrontato anche questo genere di problemi.  «Di rischi di morte vera e propria per colpa dei botti - sottolinea Cioni, si può parlare soprattutto per gli animali più piccoli, in particolare per gli uccellini, canarini, pappagallini e simili, ma anche gli animali superiori, come gani e gatti, e anche i conigli, possono avere i loro problemi».  Cioni spiega infatti che gli uccellini, a causa del loro metabolismo elevato, possono essere effettivamente morire di spavento a causa di un’esplosione, e che ogni capodanno mattina, più di un proprietario scopre che qualcuno dei suoi amici pennuti è deceduto per la paura. «Ma anche cani e gatti possono avere problemi - spiega Cioni - specialmente gli animali cardiopatici. Io non non ho mai avuto notizia di animali morti per la paura dopo un botto, ma sicuramente, se parliamo di animali cardiopatici, ci possono essere dei peggioramenti se provano una paura improvvisa, esattamente come gli esseri umani».  Il veterinario sottolinea allo stesso tempo come possano esserci animali, in particolare cani, gatti, ma anche conigli, che sono fobici dei botti, e che quindi accusano dei livelli di stress enormi quando sono sentono le esplosioni. Questo può innescare comportamenti pericolosi per sé e per le persone che sono con loro: «Un gatto - spiega come esempio il dottor Cioni - può cercare di scappare via, e magari diventare pericoloso per la disperazione, graffiando chi capita sulla sua strada». O un coniglio, che certo non è particolarmente aggressivo, può magari cadere da un terrazzo e sfracellarsi cercando una qualsiasi via di fuga. E un cane può letteralmente mettere a soqquadro un appartamento nella disperazione di trovare una via di scampo al fragore che lo manda in crisi.  Ma come fare per cercare di rimediare a queste situazioni? «Sicuramente stare accanto agli animali e non lasciarli soli aiuta - spiega Marco Cioni - cercando però di non premiare i loro momenti di paur quanto il loro comportamento normale. Quindi niente carezze e moine quando sono spaventati ma quando ritornano alla normalità. Poi, se c’è proprio bisogno, essitono medicinali che possono tranquillizzarli, sia i classici psicofarmaci che medicine fitoterapiche». E per gli uccellini? «Sicuramente metterli in casa e non lasciarli all’aperto, e per attutire i rumori e favorirne il sonno, sistemare un panno pesante sopra la gabbietta».

TRENTINO
29 DICEMBRE 2009
 
Inverno tranquillo nel recinto del Casteller
 
Trento - Inverno tranquillo per Jurka al Casteller, a Trento sud, dove l’orsa è rinchiusa in un’area di 8000 metri quadri dentro una proprietà provinciale di 40 ettari, accessibile ai Forestali, utilizzata in parte come vivaio e in un’altra come habitat per animali feriti, ad esempio caprioli. Jurka è qui dall’aprile dello scorso anno. Non è in letargo. E ogni tanto si fa vedere dai suoi guardiani. È ben pasciuta. Venne catturata a fine giugno del 2007 a Terres, vicino alla val di Tovel. Suo primo recinto, alquanto angusto, fu quello di San Romedio. In seguito il trasferimento. A Casteller il recinto è cinque volte più grande del precedente. Quando l’orsa venne presa si levarono forti le proteste di diverse associazioni ambientaliste contrarie alla cattura. Alla decisione si arrivò viste le frequenti incursioni dell’animale, dichiarato “problematico”, in diversi pollai, anche in centri abitati.

MESSAGGERO VENETO
29 DICEMBRE 2009
 
Neve e gelo, Parco zoo più riscaldato
 
Davide Sciacchitano
 
LIGNANO (UD). Il Parco zoo Punta verde di Lignano Sabbiadoro come consuetudine fra novembre e febbraio accosta i battenti per riaprire al pubblico i primi di marzo. Durante il periodo di chiusura invernale, infatti, gli animali rimangono tutti a Punta verde continuando la loro vita di sempre, curati e seguiti costantemente dai loro guardiani, quotidianamente presenti per dare loro il cibo e le cure necessarie anche a Natale, Santo Stefano e Capodanno compresi. «La vita dei nostri ospiti - afferma Maria Rodeano, direttore del parco - continua normalmente; certo, durante l’inverno le attenzioni nei loro confronti aumentano e viene offerto loro un ambiente riscaldato e un’alimentazione calibrata. Durante il periodo di freddo modifichiamo le diete degli animali aumentando l’apporto calorico utile ad affrontare le rigide temperature invernali. Ai pappagalli, ad esempio, raddoppiamo la razione di noci, mentre a una buona parte degli erbivori la dieta quotidiana viene integrata con carrube triturate, alimento zuccherino e calorico. Altri animali, invece, come i gibboni, i lemuri, i tamarini, i suricati, le giraffe, i tucani e ovviamente i rettili possono vivere nel loro reparto interno riscaldato. Per garantire il benessere agli animali più freddolosi abbiamo installato impianti di riscaldamento a pavimento o ad aria calda, che assicurano una temperatura ottimale ad ognuno di loro». L’unico esemplare a cambiare le sue abitudini durante l’inverno è invece l’orso, che verso la fine di novembre, quando cominciano i primi freddi, saluta tutti e se ne va in letargo per riemergere all’arrivo del primo tepore. Anche i fenicotteri possono immergere tranquillamente le loro lunghe zampe e continuare a nutrirsi di microrganismi presenti nel laghetto d’acqua calda prelevata a 500 metri di profondità. Specie animali che apprezzano le temperature rigide sono invece le tigri, i leopardi delle nevi, le linci, i leopardi dell’Amur, alcune gru, gli alpaca, i cervi e ovviamente i cammelli. «Nei giorni scorsi - continua Maria Rodeano - in occasione della copiosa nevicata questi animali davano davvero la sensazione di sentirsi a loro agio, contrariamente al leone che non ha apprezzato per nulla, questi strani fiocchi bianchi e gelati che cadevano dal cielo, sebbene esso sia nato a Munster, località del nord della Germania». Il Parco zoo Punta verde riaprirà il 1° marzo con altre novità e sorprese per grandi e piccini.

IL GIORNALE
29 DICEMBRE 2009
 
STATI UNITI, ADDIO CAVALLI SELVAGGI SIMBOLO DEL WEST RINCHIUSI NEI RECINTI
Oltre 2500 cavalli selvaggi, i famosi Mustang che scorrazzano liberi nelle praterie del Nevada, nel giro di un paio di mesi finiranno  chiusi nei recinti. Gli animalisti protestano e la  rimostranza arriva fino alla Casa Bianca
 
Manila Alfano
 
Oltre 2500 cavalli selvaggi, i famosi Mustang che scorrazzano liberi nelle praterie del Nevada, nel giro di un paio di mesi finiranno chiusi nei recinti. Si tratta di una razza tipicamente americana, simbolo della conquista del West, ma che ha origini antichissime. Eredi diretti dei cavalli spagnoli portati nel Nuovo Mondo dai conquistadores, a partire dal nome (Mustang viene da mestengo), sono arrivati nelle regioni nord-occidentali degli Stati Uniti attraverso il Messico nel lontano 1500. L'ente che si sta occupando della loro cattura, il Bureau of Land Management, spiega che l'operazione si è resa necessaria per motivi ambientali. L'eccessivo e incontrollato aumento di questi cavalli, secondo il Blm, rischia di rovinare l'ecosistema della regione e danneggiare anche la salute dei cavalli stessi. Al termine del loro trasferimento, vivranno nei recinti di Black Rock Range, in una zona montuosa a 100 miglia a nord di Reno, sempre in Nevada. Qui, assicura l'ente, saranno curati e assistiti nel migliore dei modi. Tutte tesi contestate apertamente dagli animalisti, secondo cui quella che loro chiamano «deportazione di massa» è assolutamente «non necessaria e inumana». La brutalità con cui verranno bloccati questi splendidi animali, attaccano queste associazioni, provocherà loro gravissime lesioni ai garretti, danni che quasi sempre portano all'abbattimento dell'animale. In più, spiegano che l'impatto dei cavalli sull'ambiente non è poi così rilevante. A loro dire, per ragioni puramente economiche, il Blm porta avanti queste catture per favorire i pascoli dei bovini, dimenticando che sono proprio loro a provocare i danni peggiori. Infine, chiedono che le operazioni di cattura siano pubbliche. Una polemica che sta coinvolgendo anche la Casa Bianca. A sostenere la protesta anche star come la cantautrice Sheryl Crow e l'attore Viggo Mortensen, che la settimana scorsa hanno scritto una lettera al presidente Barack Obama e al capogruppo democratico, eletto nel Nevada, Harry Reid, per chiedere che i Mustang rimangano liberi. Della tutela di questa razza in passato si è già occupata la politica: nel 1971 il Congresso approvò una legge che assicurava loro protezione federale e definiva i Mustang i «simboli viventi dello storico spirito pionieristico del West».

ROMAGNA NOI

29 DICEMBRE 2009

 

Ravenna - Caccia illegale: 2 giorni di multe

Guardie ecologiche volontarie di Legambiente fanno 4 multe durante i controlli nelle saline di Cervia e in pineta

 

RAVENNA - Quattro cacciatori sono stati multati durante i controlli fatti nel fine settimana dalle guardie ecologiche volontarie di Legambiente e dalle guardie venatorie. Due cacciatori sono stati sanzionati nella zona delle saline di Cervia per caccia serale oltre l’orario consentito in appostamento di zona umida, violazione che se ripetuta comporta la sospensione della licenza per un anno. Gli altri due sono stati multati rispettivamente nella pineta di san Vitale (zona Fiumetto) per caccia con cartucce con bossoli di plastica in zona di pineta nella quale, come tale, è consentito il solo uso di quelle di cartone. E nella zona a protezione speciale (zps) detta del Bardello per violazione del divieto dell’uso di cartucce con pallini di piombo (qui la multa è di 500 euro).

In totale l’attività delle guardie ecologiche della Legambiente svolta assieme anche a guardie volontarie delle associazioni venatorie ha visto la contestazione di vari illeciti con la redazione di una denuncia (rifiuto di fornire le generalità e di mostrare i documenti di caccia e le armi) e di nove verbali che hanno riguardato altrettanti cacciatori. Le sanzioni sono state fatte per violazioni che riguardano l’attività venatoria, l’uso di bossoli di plastica in zone di pineta, l’uso di pallini di piombo in zone zps, la caccia in orari non consentiti. I luoghi sono Lido di Dante (pineta Ramazzotti), la pineta di Cervia, le Saline di Cervia, la pineta san Vitale e Bedalassona e il Bardello.


IL CITTADINO
29 DICEMBRE 2009
 
Tra Senna e Orio alcuni cacciatori hanno avvistato sei esemplari: arrivano dall'Appennino in cerca di cibo e attraversano il Po 
Nella Bassa sono tornati anche i cinghiali 
Uno è stato travolto da un automobilista sulla “Mantovana” 
 
Carlo Catena
 
provincia di Lodi - Senna Dopo i caprioli, nel Basso Lodigiano sono tornati anche i cinghiali, animali selvatici che nell’antichità popolavano i boschi padani ma che da decenni ormai erano confinati in cima agli Appennini. Nel fine settimana un automobilista in transito sulla ex statale “234”, tra Senna e Orio Litta, ha riferito ai carabinieri di aver investito in serata uno di questi suini. Solo danni all'auto e nessun ferito, fortunatamente. Il conducente ha poi recuperato la carcassa, con l'intento di chiedere un risarcimento danni. Trattandosi di fauna selvatica, infatti, i cinghiali sono di proprietà dello Stato che in teoria potrebbe essere chiamato a rispondere, direttamente o attraverso enti locali, di questo ostacolo imprevisto.Incidenti stradali simili sono frequenti, nei mesi invernali, nell'Oltrepo Pavese, in collina, dove spesso “famiglie“ di cinghiali scendono a valle quando il terreno innevato e gelato rende più difficile recuperare le ghiande e le radici di cui si cibano.Il cinghiale travolto nelle scorse ore, però, potrebbe non essere un animale isolato: «Già nell'inverno del 2008 - ricorda il sindaco di Senna Lodigiana, Francesco Antonio Premoli - da Corte Sant’Andrea era arrivata la segnalazione di due cacciatori che avevano avvistato, in orari serali, sei esemplari. L’opinione mia e di alcuni cacciatori è che arrivino dalla riva piacentina del Po, dove, tra Sarmato e Calendasco, ci sono zone di ripopolamento e cattura in cui è vietata la caccia. E, guarda caso, sconfinano nel Lodigiano in aree come quella di Orio e dell’Isolone che a loro volta sono interdette alle doppiette: non vogliono correre il rischio di diventare prede».I cacciatori lodigiani speravano di poter avvistare i cinghiali in occasione dell'ultima operazione di cattura di lepri all'Isolone, ma in quell’occasione non si erano fatti vedere. «Di giorno stanno rifugiati e si spostano al crepuscolo o di notte - prosegue Premoli - e sicuramente si spingono fin nel Lodigiano per fame. Oltre a qualche albero di quercia, con le ghiande, qui possono trovare qualche pannocchia residua nei campi di mais. Probabilmente questo cinghiale fa parte dello stesso gruppo dello scorso anno e potrebbe aver attraversato il Po approfittando di qualche giornata di “magra” del fiume. Del resto, lo scorso anno io avevo avvistato in zona un capriolo».Non si ha comunque notizia di persone aggredite o minacciate dai cinghiali nel Lodigiano, così come nessuno ha ancora pensato di organizzare battute di caccia, che devono essere organizzate e autorizzate, per contenere la popolazione di questi suini. Presenze quindi sporadiche che non suscitano alcuna preoccupazione, anche se gli automobilisti a questo punto devono tenerne conto. Perché se davvero il cinghiale stava tentando di attraversare la “Mantovana”, altri esemplari potrebbero seguire la stessa strada, alla ricerca di cibo, magari nelle campagne tra San Colombano e Livraga, e un impatto a forte velocità con animali del peso di due o tre quintali potrebbe avere gravi conseguenze.

LA PROVINCIA PAVESE
29 DICEMBRE 2009
 
Cinghiali affamati nelle campagne tra Lodi e il Pavese
 
CHIGNOLO (PV). Un branco di cinghiali è stato avvistato nelle scorse ore tra Senna Lodigiana e Orio Litta, al confine con il territorio comunale di Chignolo. La segnalazione arriva da alcuni cacciatori. Si tratta di una presenza insolita nel Basso Lodigiano e in questa zona in particolare non risultano allevamenti di cinghiali che invece sono presenti in numero crescente nell’Oltrepo e nell’Appennino a causa dell’abbandono dei terreni e dello spopolamento. Si pensa quindi che gli animali, in grado se in branco e affamati anche di attaccare l’uomo, provengano proprio dal Pavese, spinti a valle dal gelo o allontanati dai loro rifugi abituali dalle piene del Po. Questo dicono gli esperti. In particolare, nel fine settimana un automobilista di Casalpusterlengo ha segnalato ai carabinieri di essersi scontrato, sulla provinciale 234, contro uno di questi animali. Di essere tornato sul posto nelle ore successive e di aver quindi recuperato la carcassa del cinghiale, segno del fatto che proprio contro quello aveva sbattuto. In zona, quindi, è assolutamente consigliabile moderare la velocità.

LA PROVINCIA PAVESE
29 DICEMBRE 2009
 
Sannazzaro, le volpi avanzano
 
SANNAZZARO (PV). Dapprima un avvistamento sporadico nella golena del Po; poi le volpi, sospinte dalla neve e dal gelo, hanno fatto la loro comparsa alle frazioni Savasini e Balossa Bigli.  E’ qui che sono stati assaltati due pollai con alcune centinaia di pennuti (galline, anatre, tacchini) azzannati e sterminati.  Il fatto più clamoroso è di tre giorni fa quando P.M., un tecnico turnista dell’Eni residente in via Roma, nell’attraversare l’abitato di prima mattina in automobile, si è imbattuto in un esemplare di volpe che, all’altezza di via Cavour, gli ha attraversato la strada prendendo la direzione della vicina piazza Mercato.  Lo stesso P. M. conferma: «Alle 5.30 del mattino stavo recandomi al lavoro per cominciare il turno mattutino. In giro non c’era nessuno. Un’ombra arrivava di corsa da via Traversi, dove si affaccia il parco Allevi. L’animale non si è fermato neppure alle luci della mia vettura ed ha attraversato via Cavour dirigendosi verso la centrale piazza».  P.M. conferma: «Era una volpe adulta, un animale elegante che non si è accorto del mio passaggio. Al piccolo trotto mi ha attraversato la strada a meno di cinque metri di distanza dileguandosi tra le poche auto parcheggiate nella piazza vicina. Arrivava da parco Allevi e, forse, dalla Costa vicina. Un avvistamento che mi ha lasciato stupito ma che dimostra che l’invasione di volpi non è una fantasia come qualcuno asserisce».  La testimonianza dimostra che gli animali non restano solo nelle zone boschive vicino al fiume, ma si stanno avvicinando ai centri abitati.

CORRIERE DELLE ALPI
29 DICEMBRE 2009
 
Volpi, partita ieri la vaccinazione
 
Paola Dall Anese
 
BELLUNO. Partita ieri la vaccinazione contro la rabbia delle volpi in provincia di Belluno. Due elicotteri di una ditta specializzata si sono alzati in volo, approfittando della buona giornata, per lanciare le esche col vaccino. L’operazione dovrebbe concludersi, meteo permettendo, entro oggi.  «Saranno lanciate 250.000 - 300.000 esche seguendo le direttrici principali indicate dall’Unione Europea, vale a dire le autostrade e i fiumi. I lanci interesseranno anche Trento, Bolzano, Venezia, Treviso e Verona», spiega il responsabile dell’unità veneta di sanità, Piero Vio.  Intanto non si placano le polemiche su come è stata condotta dalla Regione la campagna contro la rabbia. A rispondere per le rime alle critiche del presidente Bottacin, è stata ieri l’assessore Elena Donazzan che ha rinviato la Provincia al ministero della Sanità. «La rabbia», ha detto Donazzan, «è un problema serissimo. Da 18 anni assente nel nostro territorio, dobbiamo mettere in atto misure, purtroppo rigidissime, che la Comunità europea e il ministero competente ci impongono. Mi aspetto preparazione e senso di responsabilità da parte di chi amministra il territorio, di fronte al pericolo non solo per gli animali, ma soprattutto per la salute dell’uomo. Ciascuno di noi è chiamato, per le proprie competenze, non a lanciare strali, ma ad essere all’altezza del ruolo che ricopre».  A dare man forte a Bottacin, invece, il presidente della Federazione italiana di sleddog sport, Massimo Bassan che si è visto annullare la manifestazione europea di gennaio in Cansiglio. «Ringrazio il presidente Bottacin», dice Bassan «che ha lamentato nei giorni scorsi l’impossibilità di applicare l’ordinanza della Regione perchè “impone vincoli inapplicabili, che dimostrano scarsa conoscenza del territorio”. I nostri cani, infatti, sono vaccinati obbligatoriamente perchè gareggiano anche all’estero. Ma allora a cosa ci serve vaccinarli se poi non possono gareggiare?», si chiede Bassan.  Ma c’è un’incongruenza ulteriore per Bassan. «Se si è cancellata una gara di spessore europeo come la prova del Challange Italia a Pian Cansiglio, perchè è andata in scena a Cortina la dimostrazione di sleddog con i “vip”? Due pesi e due misure? Delle due l’una: o il pericolo rabbia silvestre esiste o non esiste. Chiediamo che ci venga data una risposta».  Inoltre per il presidente Fimss, la Regione non segue quanto prescritto dal ministero. «L’ordinanza ministeriale, che segue di due giorni quella veneta, non parla di divieto di transito degli animali ma dice che “devono essere condotti al guinzaglio o contenuti in funzione della specie e tenuti sempre sotto sorveglianza da parte dei detentori”. Nulla impedisce, quindi, di utilizzare i cani».

BIG HUNTER

29 DICEMBRE 2009

 

Enpa Savona: gli agricoltori sbagliano ad affidarsi alla caccia

 

La proroga della caccia al cinghiale fino al 31 gennaio in virtù del mancato raggiungimento dei capi abbattuti durante il periodo stabilito, ha innescato a distanza di alcuni giorni, le reazioni dell'Enpa di Savona che critica il provvedimento "non serve a diminuirne o contenerne il numero" dichiarano i volontari dell'associazione a mezzo stampa. “Che la proroga non serve - spiegano dall'associazione - lo dimostrano ormai vent’anni di caccia condotta sia entro un calendario venatorio molto esteso che con la già esistente deregulation di centinaia di battute straordinarie svolte quasi ogni giorno dell’anno”.

Secondo l'associazione animalista “suscita quindi perplessità l’ennesima esternazione della Coldiretti a favore della caccia in gennaio. Come non convince il fatto che ormai tutti gli anni non si raggiunge il contingente abbattibile e si è ‘costretti’ a prorogare la caccia a gennaio; la matematica dovrebbe infatti far concludere anche agli uffici provinciali che i censimenti sono poco attendibili e sistematicamente sovrastimati” viene ribadito dalla Protezione Animali savonese.Insomma dall'Enpa giunge un unico monito: non sparate ai cinghiali. Pur riconoscendo una situazione allarmante (che, occorre ricordare viene arginata ogni anno dai prelievi che riescono effettivamente ad evitare una proliferazione incontrollata, a dispetto di quanto possa dichiarare e sostenere l'Enpa), l'associazione allontana senza riserva la soluzione venatoria e avanza al suo posto quella dei metodi incruenti.“Dal 1996 noi chiediamo, come accade in altre nazioni - prosegue infatti l'associazione - di studiare soluzioni incruente ed alternative, affidandone lo studio ad Istituti universitari non legati al mondo della caccia. Ma fino a quando la gestione degli ungulati sarà condizionata da interessi commerciali (la carne ai ristoranti) ed elettorali, i cacciatori continueranno ad avere buon gioco a danno degli agricoltori e della stragrande maggioranza di cittadini contrari alla caccia” aggiunge l’Enpa che conclude: “In questa situazione ciò che stupisce è l’alleanza che le associazioni agricole continuano a garantire ai cacciatori, invece di appoggiare le nostre proposte che comunque verranno ripresentate al neo assessore provinciale alle caccia”.

LIBERO
29 DICEMBRE 2009
 
Capodanno, a tavola  8 milioni di cotechini
 
Saranno circa 8 milioni i cotechini e gli zamponi consumati durante le festività di fine anno, durante le quali «viene fatto sparire» quasi il 95% della produzione nazionale. È quanto stima Coldiretti, nel sottolineare che «la richiesta di uno dei prodotti simbolo del Natale è la conferma che gli italiani non vogliono rinunciare alla qualità a tavola, come dimostra l'aumento del 3% delle spese alimentari di fine anno».
Cotechino e zampone saranno presenti sulla tavola di poco meno della metà delle famiglie italiane ma, a fronte di una sostanziale stabilità della domanda, si rileva - sottolinea Coldiretti - un aumento della richiesta per cotechini e zamponi artigianali, magari acquistati direttamente dagli allevatori.
La maggioranza della produzione nazionale - sottolinea Coldiretti - è certificata come Cotechino e Zampone di Modena IGP, riconoscibili dal caratteristico logo a cerchi concentrici gialli e blu con stelline dell'Unione Europea.
Ai due piatti tipici delle Feste di fine anno si accompagnano - conclude Coldiretti - le immancabili lenticchie, con un consumo stimato di 5mila tonnellate, anche se particolarmente ricercate sono quelle Castelluccio di Norcia IGP, ma anche quelle inserite nell'elenco delle specialità tradizionali nazionali come le lenticchie di S.Stefano di Sessano (Abruzzo), di Valle agricola (Campania), di Onano, Rascino e Ventotene (Lazio), molisane (Molise), di Villalba e Ustica (Sicilia) o le altre umbre.La nascita dello zampone viene fatta risalire intorno al 1511, anno in cui le truppe di Giulio II, papa guerriero, assediarono Mirandola, fedelissima alla Francia e patria di Giovanni Pico, ancora ricordato per la sua prodigiosa memoria.
Gli abitanti della città presa d'assedio, per non lasciare ai nemici i pochi suini rimasti, li uccisero tutti e per non sprecare la carne in un solo momento la affidarono ad un cuoco di Pico, che ebbe l’idea di tritare tutta la carne e miscelarla, com'era uso nella cucina rinascimentale, con molte spezie. Una volta completata questa operazione, inserì il composto nella pelle delle zampe anteriori dei maiali, per poterlo conservare a lungo e cuocerlo al momento opportuno.
Nacque così - continua la Coldiretti - il prototipo del famoso e ancora attualissimo zampone di capodanno. Lo zampone e il cotechino analizzati dopo cottura dimostrano di avere una composizione molto diversa dall'immagine che li vede come prodotti molto grassi: 100 grammi, pari a due fette, contengono 319 calorie, circa quanto un etto di mortadella (307) e meno della stessa quantità di salame (352).
Si tratta di alimenti interessanti per l'apporto in proteine di elevata qualità biologica, in vitamine B1 e B2 (tiamina e riboflavina) e in ferro e zinco (oligoelementi per i quali possono verificarsi carenze in caso di alimentazione vegetariana).
Inoltre, per quanto riguarda il problema della qualità dei lipidi, che ha a lungo penalizzato ingiustamente questi alimenti, i dati attuali, conclude la Coldiretti, indicano che la composizione in acidi grassi e il rapporto tra le diverse classi di acidi grassi non si discostano da quelle che sono le raccomandazioni nutrizionali.

LA REPUBBLICA
29 DICEMBRE 2009
 
Capodanno: Coldiretti, in tavola 8 mln di zamponi e cotechini
 
Roma - Sono circa 8 milioni i cotechini e gli zamponi consumati durante le festività di fine anno durante le quali "viene fatto sparire" quasi il 95 per cento della produzione nazionale. E' quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che la richiesta di uno dei prodotti simbolo del Natale è la conferma che gli italiani non vogliono rinunciare alla qualità a tavola, come dimostra l'aumento del 3 per cento delle spese alimentari di fine anno.
Cotechino e zampone saranno presenti sulla tavola di poco meno della metà delle famiglie italiane ma, a fronte di una sostanziale stabilità della domanda, si rileva - sottolinea la Coldiretti - un aumento della richiesta per cotechini e zamponi artigianali magari acquistati direttamente dagli allevatori che sono gli unici che garantiscono la presenza di carne italiana al 100 per 100.

SABATO SERA ONLINE
29 DICEMBRE 2009
 
Allarme rabbia silvestre per chi va al nord con animali
Obbligatoria la vaccinazione antirabbica per i cani del Veneto, Friuli Venezia Giulia e Province autonome di Trento e Bolzano, allargata agli animali di chi va temporaneamente in quelle zone.
 
Allarme rabbia silvestre per chi intende trascorrere un periodo di ferie nelle aree del Veneto, Friuli Venezia Giulia e Province autonome di Trento e Bolzano. Infatti dagli ultimi mesi del 2008 la malattia, che colpisce ed è trasmessa dagli animali selvatici come la volpe si è manifestata, dopo 13 anni di assenza, nelle regioni del nord-est dell'Italia. Sono stati contagiati anche due cani di proprietà dando origine al ciclo della rabbia urbana che colpisce gli animali domestici e l'uomo. Il ministero della Salute con l'Ordinanza ministeriale urgente del 26 novembre 2009 ha reso obbligatoria la vaccinazione antirabbica per i cani del Veneto, Friuli Venezia Giulia e Province autonome di Trento e Bolzano. Devono essere sottoposte a vaccinazione antirabbica anche i cani, gatti e furetti al seguito di persone dirette anche temporaneamente in quei territori.
Tutti i proprietari di cani, gatti e furetti che si dovessero recare nelle regioni del nord-est (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Province autonome di Trento e Bolzano) sia per motivi turistici che di lavoro e anche se per brevi periodi è bene che contattino il proprio medico veterinario per effettuare la vaccinazione antirabbica preventiva.
La vaccinazione, sicura e con rarissimi effetti collaterali, deve essere eseguita dopo il terzo mese di età nei cuccioli e almeno 21 giorni prima del transito o permanenza nelle zone indicate.Gli animali devono essere condotti sempre al guinzaglio o comunque contenuti in funzione della specie e tenuti sempre sotto sorveglianza da parte dei detentori.
In quei territori a rischio di contagio è inoltre fatto divieto per le persone di avvicinare o in qualsiasi modo venire a contatto con animali selvatici delle specie sensibili, in particolare le volpi.

MESSAGGERO VENETO
29 DICEMBRE 2009
 
Rabbia, obbligo di vaccinazione per le mandrie
 
TOLMEZZO (UD). Rabbia silvestre in Friuli, scoppia la polemica. Da qualche mese in Friuli vige uno stato di allerta rabbia, e mentre sono proseguite nei comuni di Forni di Sopra, Forni di di Sotto, Sauris e Prato Carnico le vaccinazioni gratuite da parte del servizio sanitario regionale ai cani, ora un’ordinanza ministeriale obbliga alla vaccinazione di tutti gli animali domestici, cani e gatti, circa 10.000 in regione, e degli animali che si recano al pascolo: greggi e mandrie in particolare. Questa volta però la vaccinazione sarà a carico dei proprietari del bestiame. Il costo per questa operazione si aggirerebbe, secondo alcune indiscrezioni, in circa 10 euro per vaccinazione. La notizia ha creato malumore fra quanti praticano la zootecnia in montagna, poichè si vedranno costretti ad ulteriori spese per mantenere in vita un’economia tradizionale ma scarna. Claudio Peresson, presidente del Consorzio prodotti della montagna Fvg e malgaro rammenta come questi ulteriori aggravi economici possano mettere in forse il proseguimento dell’attività di diversi malgari in montagna. Portando ad esempio il proprio caso privato. Peresson ricorda come sia costretto a versare, a inizio del prossimo anno, 491 euro per la certificazione dei produttori di generi alimentari, che include anche i malgari. Somma che deve essere anticipata anche per il 2010, portando a circa un migliaio gli euro da sborsare, a cui si aggiungeranno altri 1000 euro per la vaccinazione dei 100 capi bovini che solitamente alpeggia durante l’estate. Non mancano alcune perplessità, da parte dell’ambiente veterinario, sulla gestione di questa emergenza e si punta il dito sulla diversa gestione che ha caratterizzato questo insorgere della rabbia, portata nella nostra regione dalle volpi dalla vicina Sloveênia. L’Azienda sanitaria ha effettuato vaccinazioni ad animali domestici nelle fasce a confine fra le due regioni, ma non si è intervenuto, come nell’emergenza del 1992, con l’abbattimento delle volpi malate. Ci sarebbero stati sprechi inutili dovuti all’uso dell’elicottero per gettare le esche, ma senza limitare drasticamente il numero degli animali portatori della malattia, le volpi, che hanno aggirato la fascia montana scendendo in pianura e risalendo verso l’alto Friuli, con anche un caso di attacco, a Tolmezzo, da parte di una volpe a un cane al guinzaglio, ora in osservazione nel canile municipale, dal lato cadorino, e spingendosi a Ovest, verso Trento.

CORRIERE DELLE ALPI
29 DICEMBRE 2009
 
Quanti errori contro la rabbia
 
Raffaele Scottini
 
FELTRE (BL). È pronta a partire la distribuzione di esche con lancio dall’elicottero per la vaccinazione orale delle volpi contro la rabbia, ma non arriva lo stop alla stagione di caccia, chiesto a gran voce dalle associazioni ambientaliste.  Solo uno stop alla caccia, sostengono, potrebbe prevenire il contagio all’uomo senza nuocere agli animali.  A dare l’allarme per una situazione che «non garantisce la salute delle persone a tavola per una cena al capriolo, con il pericolo che la carne sia infetta nel caso dell’abbattimento di un capo rabbioso», è Marco Scapin, portavoce di Altre menti e dell’osservatorio abusi sulla caccia “Cerutti” che tuona contro l’uccisione delle volpi per reprimere la diffusione della malattia, boccia l’attività venatoria e sostiene la difesa dell’equilibrio naturale.  Intanto proseguono le sedute antirabbica dei cani con una campagna a tappeto nel feltrino da completare entro il 31 gennaio. Qui però i gruppi animalisti si interrogano su costi e modalità del provvedimento, e con una lettera indirizzata alla Regione e al ministero della Salute chiedono di «stanziare fondi per la vaccinazione - visto il prezzo di 30 euro per animale a carico dei padroni - a favore di pensionati, disoccupati, famiglie monoreddito, volontari di rifugi per cani o persone che recuperano cani abbandonati». Perché «il rischio è che siano molti a non vaccinare i propri animali o peggio ad abbandonarli o sopprimerli considerato che molti non hanno microchip e quindi sfuggono ai controlli. La chiamata a raccolta per la vaccinazione, semmai, poteva essere l’occasione ideale per completare l’anagrafe canina».  Per arginare il fenomeno rabbia nel bellunese e nelle province vicine, la Regione adotta misure urgenti per contrastare il propagarsi dell’infezione tra gli animali, il Centro nazionale di referenza per la rabbia corre ai ripari con l’avvio in questi giorni della campagna di vaccinazione delle volpi e c’è il divieto di circolazione dei cani in ambiente agro-silvo pastorale, compreso il loro utilizzo per l’esercizio venatorio e il recupero della selvaggina. Però, sottolinea Marco Scapin, «non hanno chiuso la caccia di selezione agli ungulati, che invece va fermata per evitare il rischio di portare a casa un animale rabbioso. La malattia ha un’incubazione media di trenta giorni e bisogna garantire la salute». Emergono poi alcune considerazioni che coinvolgono la gestione della fauna nel suo complesso: «L’accanimento sulle volpi ne fa diminuire la densità, creando un vuoto disponibile alla colonizzazione. È importante invece tenere quelle sane e vaccinate sul territorio e non movimentare la fauna». In più, aggiunge Scapin, «bisogna monitorare e controllare gli animali morti inviandoli all’istituto zooprofilattico. Al contrario, all’incontro in provincia dopo il caso del cane positivo alla rabbia a Lozzo di Cadore, il capo delle guardie provinciali ha dichiarato che alla fine dell’inverno 2008 erano state raccolte 1680 carcasse di cervi morti per la rigidità del clima nel bellunese, e ha detto di averle seppellite. Col risultato di creare focolai di incontro tra animali predatori».

LA TRIBUNA DI TREVISO
29 DICEMBRE 2009
 
Via all operazione antirabbia dei cani
 
PIEVE DI SOLIGO (TV). E’ scattata l’operazione antirabbia a Pieve di Soligo. La giunta comunale ha emesso mercoledì scorso l’ordinanza che obbliga, entro il 31 gennaio 2010, tutti i proprietari o detentori di cani a provvedere alla vaccinazione antirabbica pre-contagio degli animali, mentre i cuccioli dovranno essere vaccinati a partire dal terzo mese di età. La vaccinazione è consigliata pure per i gatti, i furetti e gli animali da compagnia a rischio contagio. Il vaccino potrà essere somministrato, al prezzo calmierato di 20 euro, anche dagli studi veterinari autorizzati. Nel frattempo, viene vietato ai cittadini il contatto con animali sospetti (vivi o morti), in particolare con gli animali delle specie recettive, come le volpi. Inoltre, è fatto obbligo segnalare il ritrovamento di animali morti o il cui comportamento appaia contrario alle normali abitudini.

AGI

29 DICEMBRE 2009

 

RABBIA: MARTINI, SUBITO ASSUNTE MISURE EMERGENZA NEL TRIVENETO

 

Roma - In merito a notizie diffuse da organi di informazione ieri sull'emergenza rabbia nel Triveneto, il ministero della Salute informa che le misure di emergenza messe in atto discendono da indirizzi sanciti a livello comunitario e concertati dalle autorita' sanitarie veterinarie regionali con la collaborazione del Centro di referenza nazionale presso l'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, misure che hanno trovato il consenso della Commissione Europea. Il ministero della Salute ha pertanto sviluppato azioni doverose di tutela della salute pubblica dei cittadini e degli animali presenti sul territorio: e' stata infatti emanata un'Ordinanza che ha disposto l'obbligo di vaccinazione antirabbica dei cani e di altri animali da compagnia sensibili al seguito di persone che si recano nelle zone interessate, nonche' dei cani di proprieta' e degli animali domestici sensibili condotti al pascolo nelle zone interessate. E' stato predisposto, in corso di attuazione, un piano di vaccinazione orale delle volpi. Sono stati emanati altri provvedimenti che rispettano le esigenze fisiologiche ed etologiche dei cani, consentendo la loro circolazione nelle aree urbane, anche se non vaccinati. Il sottosegretario Francesca Martini ha precisato: "Abbiamo subito assunto le misure sanitarie di emergenza fondamentali per tutelare la salute pubblica. Qualsiasi illazione sull'operato risulta faziosa e priva di fondamento. Con rammarico evidenzio che alcuni amministratori pubblici, forse in cerca di qualche manciata di voti, parlano in assenza di conoscenze tecniche di medicina veterinaria talvolta rasentando l'irresponsabilita' dal momento che la rabbia e' una patologia grave che puo' provocare anche la morte e che si ripresenta nelle nostre zone dopo ben 18 anni. E' pertanto necessario eradicare qualsiasi rischio per la popolazione e per gli animali". Su www.ministerosalute.it sono disponibili il testo dell'Ordinanza ministeriale e approfondimenti sulla rabbia in Italia.


LA ZAMPA.IT
29 DICEMBRE 2009
 
Martini: ddl sulla tutela degli animali priorità a gennaio
 

La tutela degli animali sarà il primo appuntamento di gennaio del Senato. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, in merito al disegno di legge che recepisce la convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia approvato pressochè all’unanimità alla Camera e all’esame del Senato dove non si è fatto in tempo a chiudere prima delle vacanze natalizie.
Il provvedimento prevede lo stop alle mutilazioni estetiche (coda e orecchie), carcere e multe per chi provoca la morte di un animale da compagnia e per chi li maltratta e soprattutto sbarra il traffico illegale di cuccioli dall’est. «Sarà il primo provvedimento di gennaio - ha detto Martini e comunque Nas e Corpo forestale stanno lavorando alacremente per impedire questo traffico illecito». A gennaio, ha annunciato quindi Martini, partirà anche uno spot realizzato con il ministero degli Esteri e la Presidenza del Consiglio. Testimonial c’eccezione lo schermidore Aldo Montano.

IL TIRRENO
29 DICEMBRE 2009
 
Ucciso dall amico a caccia
 
Federico Lazzotti
 
GROSSETO. È morto tra le braccia del figlio dopo essere stato colpito all’addome da un colpo di fucile sparato accidentalmente da un amico durante una battuta di caccia al cinghiale. Alessandro Sassetti aveva 61 anni. La moglie Teresa lo aspettava a casa per pranzo nell’azienda agricola Colle Ciuffoni, tra Cinigiano e Monticello Amiata, dove la famiglia da più di un secolo produce olio e vino.  Gli inquirenti coordinati dal pubblico ministero Fabio Maria Gliozzi, hanno sequestrato gli undici fucili dei partecipanti alla battuta e denunciato per omicidio colposo uno dei componenti della squadra, Bruno Angelini, 67 anni, pure lui agricoltore e «amico da una vita della vittima», ripete con le mani sulla faccia uno dei cugini della vittima, Danilo Sani.  L’uomo dopo essersi accorto di aver ucciso l’amico avrebbe anche minacciato di togliersi la vita e forse lo avrebbe fatto se il resto del gruppo non gli avesse tolto l’arma di mano.  E dire quella di ieri nella riserva del Montecucco, trecento ettari di boscaglia ai piedi dell’Amiata nel Comune di Cinigiano, per la squadra dei Poggi doveva essere la battuta dell’anno. Invece si è trasformata «in una tragedia non solo per le due famiglie coinvolte e per i loro amici, ma per una comunità intera», spiega il sindaco Silvana Totti mentre dall’alto della collina segue il via vai di macchine e lacrime.  Secondo una prima ricostruzione, intorno alle 12.30, dopo quasi quattro ore di caccia, la squadra aveva deciso di tornare alle macchine. «Stavamo camminando verso il ritorno - racconta uno dei cacciatori - avevamo deciso di tornare a casa. Mentre eravamo su quel versante della collina - dice indicando la radura che costeggia la strada provinciale - il cane ha abbaiato a fermo, ha dato insomma il segnale che c’era l’animale, così siamo scesi di nuovo e ci siamo rimessi sulle poste».  Così la dozzina di cacciatori si schiera di nuovo lungo il crinale. Tra di loro c’è “Sandro” Sassetti, come lo chiamano qui, accompagnato dal figlio Gianni, 33 anni, consigliere comunale del Pd a Cinigiano. «Era la prima volta in tutto l’anno che Sandro veniva a caccia non era un grande appassionato», confermano gli amici. Il vicino di posta di Sassetti è il collega Angelini, con lui anche il figlio più piccolo Leonardo, posizionato più in alto, sul versante nord della collina. Sempre secondo una prima ricostruzione quando i due si posizionano lungo il dislivello della collina, a circa trenta metri l’uno dall’altro, sarebbe passato l’animale. Due i colpi di fucile sparati dall’Angelini verso l’alto, uno dei quali ha colpito all’addome l’amico «recidendogli l’aorta addominale», come ha confermato il medico del 118 intervenuto sull’incidente. Ancora non è chiaro se il colpo - ripetono gli investigatori - sia stato diretto oppure deviato da una pietra. Un dubbio che dovranno sciogliere gli esami balistici del nucleo investigativo dei carabinieri.  È stato il capo caccia a dare l’allarme chiamando il figlio della vittima sul cellulare. Quando l’uomo è arrivato di corsa lungo lo stradello il padre era ancora vivo. Pochi attimi prima di morire. A nulla è servito l’intervento dell’elisoccorso Pegaso e dell’ambulanza medicalizzata di Paganico. Il corpo di Sandro Sassetti è stato trasferito all’obitorio di Casteldelpiano in attesa dell’autopsia.

 
 

            29 DICEMBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

LE SCIENZE
29 DICEMBRE 2009
 
Uno studio sul modello animale
Un interruttore molecolare per la malattia di Huntington
La sua identificazione apre in prospettiva la possibilità di individuare un bersaglio sensibile per una patologia contro cui attualmente non esistono trattamenti in grado di prevenirne l'insorgenza o rallentarne la progressione
 
Un interruttore molecolare che nel topo previene lo sviluppo del corrispondente murino della malattia di Huntington è stato identificato da un gruppo di ricercatori dell'Università della California a Los Angeles e dell'Università della California a Irvine, che ne riferisce la scoperta in due articoli pubblicati sulla rivista "Neuron" e sul "Journal of Cell Biology".
Attualmente non esistono trattamenti efficaci per prevenire l'insorgenza o rallentare la progressione di questa malattia.
La malattia di Huntington è provocata da una mutazione nella regione di una proteina molto grande, la huntingtina, ampiamente diffusa in tutto il corpo, una circostanza che rende difficile studiare i meccanismi d'azione della proteina mutante. "Non è chiaro come la proteina mutante causi la perdita, progressiva e legata all'età, di cellule cerebrali nei pazienti colpiti dalla malattia di Huntington" ha osservato X. William Yang, che ha diretto la ricerca. "Noi abbiamo esplorato se regioni della proteina a fianco della mutazione polyQ avessero un ruolo nello sviluppo della patologia."
I ricercatori hanno in particolare mostrato che due amminoacidi vicini a una estremità della proteina huntingtina possono venire modificati da un processo chimico di fosforilazione, che le cellule usano per controlla funzione della proteina dopo che essa è stata prodotta. Per verificare se questa fosforilazione influenzasse realmente la malattia di Huntington, i ricercatori hanno sviluppato due modelli murini portatori della mutazione polyQ, modificando i due amminoacidi in due modi differenti, uno tale da mimare la fosforilazione e uno che la impedisce. I ricercatori hanno così scoperto che impedendo la fosforilazione si induceva nei topi lo sviluppo di sintomi che somigliavano a quelli della malattia di Huntington nell'uomo, mentre con la modificazione che mimava la fosforilazione non si sviluppavano i disturbi tipici della malattia.I risultati nei topi hanno trovato una parallela conferma negli esperimenti di laboratorio in cui Ron Wetzel dell'Università Pittsburgh, che ha partecipato allo studio, ha trovato che simulando la fosforilazione di un frammento tossico della huntingtina mutante questa vedeva ridotta la propria tendenza a formare i caratteristici aggregati patologici. "Il nostro studio ha identificato un interruttore molecolare critico che si trova vicino alla mutazione polyQ nella huntingtina", ha detto Yang. "Siamo stati sorpresi di trovare che una sottile modificazione di soli due amminoacidi in una proteina molto grande possa impedire lo sviluppo della malattia. Ciò suggerisce una nuova esaltante strada per lo sviluppo di mezzi terapeutici per la malattia di Huntington." 

NEWS FOOD
29 DICEMBRE 2009
 
Una ricerca della Tufts University, diretta da Miyako Furuta e pubblicata da "Brain Research Bulletin"
Curare i bambini fa bene al cervello
Lo sviluppo dei neuroni avviene non solo per la madre biologica, ma anche per i curatori "adottivi"
 
Curare i bambini provoca lo sviluppo dei neuroni del cervello. Non solo delle madri biologiche (come finora ritenuto), ma anche dei genitori "di fatto" E' la scoperta di una ricerca della Tufts University's Cummings School of Veterinary Medicin, diretta da Miyako Furuta e pubblicata da "Brain Research Bulletin". Furuta e colleghi hanno lavorato con topi da laboratorio, facendo interagire femmine vergini, femmine che avevano appena partorito ed i loro cuccioli.
Essi hanno notato come i topolini interagissero non solo con le madri biologiche, ma anche con gli adulti vergini, anch'essi portatori di comportamenti da genitore. Ed anche i baby sitter venivano interessati dall'aumento di neuroni. Spiegano gli studiosi: "L'esposizione ai neonati scatena comportamenti materni spontanei, non solo nei topi ma anche nell'uomo. E' stato dimostrato che la neurogenesi (la creazione di nuovi neuroni) avviene nei topi che hanno partorito. Ora abbiamo scoperto che ciò' avviene anche negli individui vergini o che non hanno partorito, ma che si prendono cura di piccoli altrui". In particolare, l'equipe della Tuft University ha scoperto come "I nuovi neuroni si concentrano nella regione subventricolare, associata al riconoscimento degli odori e probabilmente anche al riconoscimento degli individui più' giovani". I passi successivi, spiega Furuta, saranno il tentare di capire come i nuovi neuroni influenzino il comportamento degli adulti curatori ed il dettaglio della crescita di tali cellule. "E' possibile che la stimolazione ricevuta dai piccoli sia cruciale per la formazione di nuovi neuroni, oppure che la prolattina, ormone implicato sia nel comportamento parentale che nella formazione di neuroni, sia il responsabile", conclude la scienziata.

IL GIORNALE
29 DICEMBRE 2009
 
L'ULTIMA DEI GIAPPONESI: IL PESCE ROSSO TRASPARENTE CHE EVITA LA VIVISEZIONE
Un'equipe di ricercatori ha creato un pesce translucido, i cui organi sono visibili dall'esterno. Si potrà acquistare per 75 euro
 
Jacopo Granzotto
 
Sono intelligenti e adorano gli animali più degli altri ma si fanno odiare dal mondo intero perché ancora cacciano le balene. E se le mangiano crude. Sono i giapponesi, popolo indefinibile, spiazzante. L'ultima la dice tutta: recentemente un'equipe di ricercatori giapponesi avrebbe creato un pesce rosso translucido, i cui organi sono visibili dall'esterno. Ciò permetterà di evitare la pratica della vivisezione. «Si può vedere il suo cuore che batte e gli altri organi - ha spiegato Yutaka Tamaru, professore di biologia all'Università di Mie, ricca e fredda cittadina nella parte occidentale del Paese -. La pelle e le scaglie non hanno pigmentazione». Per raggiungere questo risultato, l'equipe del professore Tamaru ha effettuato un numero di esami incrociati su pesci rossi dalla pelle chiara. «Si può vedere il piccolo cervello sopra agli occhi, mentre il pesce nuota tranquillamente nell'acquario», ha aggiunto il professore.
Ma c'è un simpatico precedente. Nel 2007 un'altra equipe giapponese aveva creato una rana trasparente, grazie alla manipolazione genetica di alcune rane albine, appartenenti alla specie delle rane more giapponesi. «Stiamo puntato alla produzione di massa - ha detto Masayuki Sumida, professore dell'Istituto di biologia degli anfibi all'Università di Hiroshima -. Entro il prossimo anno sarà possibile mettere questi animali sul mercato». Girini e rane potranno essere acquistati dai laboratori e dalle scuole, ma anche come animali da compagnia per circa 10mila yen (75 euro). Valli a capire questi giapponesi.

BARI MIA
29 DICEMBRE 2009
 
Allarme colesterolo: alimenta i tumori
Come sconfiggere i tumori? Forse basterebbe eliminare  il colesterolo. Tale scoperta giunge da una equipe di medici e ricercatori guidata da Vincenzo Russo, Unita' di Terapia Genica dei Tumori dell'Istituto Scientifico Universitario San Raffaele.
 
Gli esperti avrebbero scoperto un nuovo meccanismo attraverso cui i tumori inibiscono le difese immunitarie, crescendo e diffondendosi in modo incontrollato. In particolare  è stato notato che molti tumori crescono indisturbati grazie alla produzione di ligandi di LXR, molecole che derivano dal colesterolo, che in sostanza: impedirebbero alle cellule del sistema immunitario, preposte all'eliminazione delle cellule cancerose, di svolgere il proprio lavoro .E allora come sconfiggerle? Gli esperti  hanno identificato un gruppo di molecole, usate in medicina per diminuire il colesterolo, che bloccherebbero  la produzione dei metaboliti. Queste poi  le hanno analizzate su alcuni topi portatori di tumori. Risultato?  il sistema immunitario si è riattivato e il tumore è regredito.  E’ stata così rotta quell'alleanza fra cellule tumorali e molecole LXR che rende più facile lo sviluppo dei “Big Killers”, ovvero i quattro tumori che mietono più vittime al mondo: al polmone, alla mammella, al colon retto e alla prostata."Questa ricerca rappresenta un passo in avanti sia nella conoscenza dei meccanismi biologici che rendono i tumori insensibili all’attacco delle cellule del sistema immunitario, sia nell’identificazione di nuovi target terapeutici che consentiranno di mettere a punto, nei prossimi anni, nuove terapie antitumorali", spiega soddisfatto il dr. Russo.
 
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