29 OTTOBRE  2009

CASERTA NEWS

29 OTTOBRE 2009

 

Strage di cani a Mondragone con le polpette avvelenate

 

Mondragone (CE) - "Il giorno 26 Ottobre 2009 verso le ore 17.00 nella via Sancello di Mondragone Caserta in un terreno abbandonato venivano sparse delle polpette avvelenate proprio dove io e il mio fidanzato da più di un anno ci prendiamo cura di dieci cani "randagi",gli portavamo da mangiare e trascorrevamo del tempo con loro il nostro era un rapporto particolare a loro bastava sentire il rumore della macchina che arrivava per correrci incontro e le persone della zona erano tutti meravigliati dal particolare feeling che ci legava,eravamo una famiglia e io li amavo più della mia stessa vita.Abbiamo ricevuto tante minaccie ma non abbiamo mai mollato.Tutti i giorni Napoli-Mondragone, Mondragone-Napoli dal lunedì alla Domenica sempre con loro e non mancavano mai all'appuntamento.Tanti sacrifici, alcuni di loro erano molto piccoli tanto che avevo paura per i mille pericoli che si incontrano per strada per me erano come figli.L'ultimo cagnolino l'abbiamo trovato proprio in questo terreno abbandonato chiuso in un cassetto,aveva un paio di mesi.Lo abbiamo salvato.L'ho visto crescere,molti di loro ho visto crescere,ci sono stata al suo primo abbaio,quando ha cambiato i dentini io c'ero era tutta la mia vita,Cipo. A qualcuno forse davano fastidio o davamo fastidio noi è ha deciso di sterminarli,ha fatto una strage e questa strage ha sconvolto letteralmente la mia vita, ha trafitto il mio cuore, ha cancellato tutte le mie ragioni di vita e tutti i miei sogni.Cipo,Cipa,Bamba,nanà,wisky,cane(bobby),bianca,scamby,scambina,indy questi sono i nomi dei miei dieci piccoletti di queste vite distrutte da un misto di veleni potenti che facevano da copertura a della carne macinata un vero e proprio tranello un inganno per delle povere vite innocenti,uno strazio la succesiva morte la loro sofferenza immeritata per delle creature di una bontà e un intelligenza inimmaginabile.
Il giorno 26 Ottobre sono morti la maggior parte dei miei piccoletti l'ultimo in tarda serata il più piccolino,il mio unico grande amore,Cipo.Volevo fare tanto per loro ma non me ne hanno dato la possibilità,hanno distrutto tutti i miei sogni e per me è una storia che vale la pena essere raccontata.La cosa è stata denunciata da me personalmente alla caserma della zona i quali militari sono accorsi, dopo una mia segnalazione, per accertarsi della cosa e per effettuare i rilevamenti.Il giorno seguente,cioè ieri,ci siamo recati a Mondragone dove nel primo pomeriggio a seguito di un avvenimento un pò strano ho trovato le polpette ricoperte di veleno e ho provveduto subito a raccoglierle e portarle ai carabinieri i quali hanno preso il prodotto per farlo analizzare.Dopo questo purtroppo ci hanno rimesso la vita altri due cani.Una storia assurda,tante vite innocenti spezzate e la mia segnata per sempre.
Vorrei che la mia storia venisse raccontata perchè le descrizioni che ho fornito sopra sono solo la metà di quello che ha condiviso le nostre vite.Voglio gridare a tutti il mio dolore voglio che tutti sappiano il vuoto che è rimasto in quel posto freddo,come è tagliente come è assurdo.Questo essere mi ha tolto quella chè per me era una famiglia.La mia ragione di vita".


TRENTINO

29 OTTOBRE 2009

 

Cane denutrito: multato il padrone

 

ROVERETO (TN). Nel maggio dello scorso anno Carlo Pasquali aveva ricevuto la visita dei carabinieri, i quali gli avevano sequestrato gli animali che teneva in casa in via Campolongo a Noriglio: una cavalla, due mucche, due capre e un cane, in cattivo stato di nutrizione. L’accusa di maltrattamento di animali in seguito è stata rubricata in inadatta custodia. Pasquali è stato condannato a una multa di 900 euro per il cane denutrito.


CRONACA QUI

29 OTTOBRE 2009

 

Picchiano senza motivo il cucciolo di una 15enne fino a farlo morire

Gb, prendono a calci un cucciolo Ricercati per averlo ucciso

 

ASSASSINI - La polizia inglese è alla ricerca di tre giovani che hanno preso a calci, sino ad ucciderlo, un cucciolo di cane. Una ragazza di 15 anni era andata al parco con il suo nuovo compagno di giochi. Lo ha liberato dalle costrizioni del collare per farlo giocare un po’ nel verde, ma è bastato solo un attimo di distrazione che tre ragazzini hanno circondato l’animale e lo hanno preso a calci in testa. La 15enne si è subito fiondata tentando di rianimare l’animale, ma non c’è stato nulla da fare. "Sono distrutta, è stato uno shock" ha detto la ragazza sconvolta al Daily Mail. L'aggressione è avvenuta in un parco vicino a casa sua: la madre Loretta, 45 anni, ha sentito la ragazza urlare e piangere vicino al marciapiede, ed è corsa a vedere cosa era successo. "E' incredibile, come si può fare una cosa del genere?", ha detto la donna, arrabbiatissima. I tre 'aggressori' sono ricercati dalla polizia, che sta cercando qualsiasi tipo di informazione utile ad identificare i ragazzi.


SESTO POTERE

29 OTTOBRE 2009

 

Cavalla uccisa a fucilate a Genova. Appello Enpa: "Chi sa qualcosa collabori con noi"

 

Genova - Dopo il ritrovamento, alcuni giorni fa, del cadavere di una cavalla, uccisa dal fucile di un cacciatore, l’Enpa di Genova rivolge un accorato appello ai cittadini. “Chiunque abbia informazioni utili a individuare i responsabili di un gesto così inqualificabile – questo l’invito dei volontari della Protezione Animali – collabori con noi, con le forze dell’ordine o l’autorità giudiziaria per assicurare alla giustizia i bracconieri. Abbiamo già provveduto a inoltrare denuncia alla Procura”. Secondo la ricostruzione dell’Enpa, l’animale si trovava in stato di libertà e stava brucando l’erba di un campo non molto distante dalla città di Genova, quando è stata freddata dai pallettoni impiegati per la caccia al cinghiale. Tra le iniziative allo studio dei volontari genovesi per agevolare l’individuazione dei bracconieri anche l’ipotesi di una ricompensa in denaro a quanti forniranno indicazioni utili.


IL TIRRENO

29 OTTOBRE 2009

 

Con l'auto travolge e uccide un gatto

 

Tiziana Gori

 

PISTOIA. «Stia attento, ci sono i gattini!». La donna ha avvertito il conducente dell’auto, un pistoiese di 73 anni, di fare attenzione e scansare i due mici piccoli che si trovavano nel centro della strada. Incurante, l’uomo avrebbe risposto: «I gatti non devono stare per strada». Ed è partito. La sua mini auto (quelle per cui non è richiesta la patente) ha ingranato la prima e ha lasciato via Vecchia Montalese. Uno dei gattini ha capito fulmineamente che l’auto stava per passargli sopra ed è scappato correndo. L’altro non è stato altrettanto fortunato.  L’uomo e la donna che in quel momento si trovavano fuori in strada hanno assistito impotenti alla scena. Grande lo stupore nel vedere che il conducente della mini auto aveva scelto di non scansarsi, nonostante l’avvertimento. I due hanno deciso di non lasciar correre il fatto e si sono recati in questura per sporgere denuncia. Rintracciato, l’uomo ha negato di aver visto i mici. Ma i due testimoni hanno riportato una versione diversa dei fatti, citando anche la frase che sarebbe stata pronunciata dal pensionato.  Martedì in via Vecchia Montalese, strada interna di Santomato, l’episodio era al centro delle conversazioni. L’episodio è avvenuto poco dopo le dodici. L’investitore dei gatti adesso deve rispondere di una denuncia penale, formulata dalla polizia in base a quanto previsto dall’articolo 544 bis del Codice penale sull’uccisione di animali per “volontà e senza giustificazione”. L’informativa è stata trasmessa al magistrato di turno. Secondo le normative vigenti il pensionato rischia da 3 a 18 mesi di reclusione.


OK NOVARA
29 OTTOBRE 2009
 
OLEGGIO (NO): SEQUESTRATO UN ALLEVAMENTO ABUSIVO CON 109 CANI IMPORTATI DALLA POLONIA
 

 
OLEGGIO (NO) – I forestali di Oleggio hanno messo sotto sequestro un allevamento abusivo, con 109 cani cuccioli e adulti, importati dalla Polonia. La struttura, situata ai margini del comune dell’Ovest Ticino, era totalmente priva di autorizzazione sanitaria e si avvaleva della complicità di un veterinario di Varallo Pombia, che si occupava di registrare gli animali all’anagrafe canina, anche emettendo fatture per l’inserimento dei microchip; operazione che, di fatto, veniva eseguita dai due titolari dell’allevamento. I tre sono stati denunciati alla Procura della Repubblica. “Anche i box, i recinti e le strutture entro le quali i cani venivano allevati sono risultati del tutto abusivi, privi cioè di qualsiasi autorizzazione edilizia e di permesso di costruire. Durante le indagini è stato inoltre accertato che i cani venivano venduti senza che venisse rilasciata alcuna fattura o ricevuta, con conseguente evasione degli oneri fiscali, per un importo verificato in parecchie migliaia di euro”.
La pubblicità dell’allevamento avveniva principalmente attraverso INTERNET, grazie alla pubblicazione di decine di annunci su portali web specializzati, facenti capo a numerose utenze di telefonia mobile, tutte riconducibili ai due “titolari” dell’ allevamento: gli acquirenti arrivavano numerosi, soprattutto dalla vicina Lombardia, attratti dai prezzi estremamente convenienti.
Nell’allevamento sono stati trovati ben 109 cani di varie razze (west highland white terrier, maltesi, san bernardo, labrador, pinscher, barboncini, sharp pei), messi sotto sequestro e “valutate le buone condizioni degli animali – spigano i forestali - affidati agli stessi allevatori i quali tuttavia non potranno venderli, né potranno allevarne altri”.
“Le indagini puntano ora – dicono al Comando Provinciale della Forestale di Novara – ad accertare la provenienza dei cani. E’ infatti risaputo che esiste da anni un fiorente commercio di cuccioli importati illegalmente dai Paesi dell’ Est Europa; i cagnolini vengono sottratti alle madri, utilizzate come vere e proprie macchine riproduttrici, ad una età tenerissima, molto inferiore a quella minima prevista dalla legge. Di conseguenza, vengono trasportati senza le prescritte vaccinazioni e in uno stato di salute precario, spesso in condizioni pessime, all’interno di casse o sottofondi. Molti di essi muoiono durante il viaggio o appena giunti in Italia, e molti altri – anche per essere stati privati delle difese immunitarie trasmesse dalla madre – soccombono dopo poche settimane. Tutto questo ovviamente viene fatto per denaro: i cuccioli vengono venduti in Italia al corrente prezzo di mercato, da alcune centinaia di euro in su, secondo la razza, ma in realtà vengono acquistati all’estero per pochi euro, conseguendo profitti altissimi.”
Il business risulta fiorente e gli stessi agenti della Forestale di Oleggio avevano, pochi giorni fa, denunciato alla Procura della Repubblica di Milano il titolare di un negozio di animali,  responsabile di aver importato dall’Ungheria dei cuccioli di cane, prima che compissero l’ età minima prevista dalle vigenti normative (3 mesi e mezzo), falsificandone la data sui “passaporti” dei cani.

SAVONA NEWS
29 OTTOBRE 2009
 
Loano (SV): un gabbiano pescato e poi soccorso dall'Enpa

 
Loano (SV) - Ennesima vittima della maleducazione dei pescatori cosiddetti sportivi; un giovane gabbiano reale è stato soccorso sulla spiaggia di Loano della Capitaneria di Porto e consegnato ai Volontari della Protezione Animali savonese; i Ve-terinari dell'associazione hanno dovuto operarlo per estrargli ben sei ami da pesca che si erano conficcati nel becco e nelle ali; sono quasi seicento gli animali selvatici (merli, passeri, rondoni, rapaci, gabbiani, colombi, tortore, gazze, etc.) curati quest'anno dall'ENPA; tra essi almeno una trentina di gabbiani e colombi, crudelmente feriti da ami e lenze, soprattutto a Spotorno e Varazze che, se non recuperati, sono condannati ad una morte lenta e dolorosa.
La pesca dalla spiaggia è vietata soltanto durante le giornate estive; è purtroppo consentita nelle altre stagioni, quando molti pescatori non esitano ad abbandonare lenze ed ami, che potrebbero arrecare grave danno anche alle persone, soprattutto bambini; assieme ai pescatori subacquei ed ai "raccoglitori" razziano ogni tipo di animali marini che vivono lungo la costa e che sono il sostentamento dei gabbiani che, per sopravvivere, sono quindi costretti a cercare il cibo in città, dove poi si insediano.

LA REPUBBLICA
29/10/2009

Milano, era morta da una settimana il cane l'ha vegliata fino alla scoperta

La donna, 53enne e separata, viveva in precarie condizione igieniche nella sua lavanderia, che aveva trasformato in abitazione. Un vicino ha dato l'allarme
Un altro dramma della solitudine a Milano. Era morta da oltre una settimana e da allora il suo cane, un meticcio, l'ha vegliata. E' Angela Pucci, 53 anni, la donna trovata nella sua lavanderia, in via Capecelatro, senza vita. Era seduta sul divano letto e accanto, legato a poca distanza, il suo cane. A dare l'allarme è stato un marocchino che lavora in un bar vicino. Quando ha sentito un odore sgradevole provenire dalla lavanderia ha chiamato la polizia.
Gli agenti, insieme con i vigili del fuoco, sono entrati dalla porta sul retro, chiusa dall'interno, e hanno scoperto il corpo senza vita della 53enne. Precarie le condizioni igieniche della lavanderia che la donna, separata, aveva trasformato anche nella sua abitazione. Da più di una settimana la serranda dell'esercizio commerciale era chiusa. Il corpo della donna, che non presenta segni di violenza, era in avanzato stato di decomposizione.


IL GIORNALE

29 OTTOBRE 2009

 

MILANO VIA CAPECELATRO, TITOLARE LAVANDERIA TROVATA MORTA IN NEGOZIO

 

MILANO - Una lavandaia italiana di 53 anni e' stata trovata morta nel suo negozio da più di una settimana. All'interno della lavanderia di via Capecelatro 23, accanto al cadavere, e' stato trovato un cane legato a un mobile con il guinzaglio. La polizia e' intervenuta ieri alle 15 su segnalazione del marocchino titolare del bar a fianco della lavanderia. L'uomo ha chiamato i soccorsi dopo aver sentito cattivo odore provenire dal locale vicino.


DNEWS
29/10/2009

Milano – TROVATA MORTA IN LAVANDERIA

Milano – Viveva nel retro della sua lavanderia in via Capecelatro e lì l’hanno ritrovata morta da almeno una settimana. A vegliare Angela P., 53 anni, solo il suo cane di razza meticcia.


FEDER FAUNA

29 OTTOBRE 2009

 

Il potere degli animalisti

 

Fin dall’antica Grecia, la persuasione è servita ad esercitare il potere di pochi sui molti e oggi, spesso, gli animali vengono usati come mezzo di persuasione da persone che ben sanno che “il sembrare vero conta più dell’essere vero.” Ormai le abbiamo sentite tutte: il conduttore televisivo o la show girl che ci propinano le loro posizioni, oggi contro la caccia o contro la pelliccia, domani contro il circo o contro il palio; qualche politico che ci propina le sue contro il commercio di animali; qualche altro le sue contro la bistecca.
Il contrario non è mai successo!: non si è mai sentito di cacciatori che volessero persuadere un non cacciatore ad imbracciare un fucile e nemmeno circensi o contradaioli che tentassero di persuadere chi non volesse, ad assistere a uno spettacolo, ne tantomeno persone, normalmente onnivore, che tentassero di persuadere un vegetariano a mangiare carne. Al massimo, una più o meno efficace promozione pubblicitaria dei propri prodotti o delle proprie attività. Nulla teso a limitare la libertà di scelta di un altro essere umano!… Se per libertà si intende la condizione per cui un individuo può decidere di agire senza costrizioni, usando la propria volontà e ricorrendo alla propria libera scelta, mentre la persuasione è l’ indurre altrui, con efficaci parole, a credere o a fare checchessia, qualche dubbio viene, sull’uso che fanno della parola alcuni dei privilegiati che hanno accesso ai mezzi di comunicazione di massa.
Già nell’antica Grecia, l’arte di persuadere servì a dare una direzione al pensiero degli interlocutori e divenne la principale forma di esercizio del potere della storia: “la politica”. Sembra che già dal V secolo a.C. il filosofo Corace, ed il suo discepolo Tisia, considerati i fondatori della retorica, si fossero occupati della preparazione di un vero e proprio metodo di tecnica oratoria indirizzato al prevalere nelle dispute giudiziarie. Quando oggi qualcuno ci dice di fare o non fare una cosa, perché è favorevole o contrario a un’etica (la sua), che è qualcosa di puramente soggettivo, o ci dice di mangiarne o non mangiarne un’altra perché un terzo soggetto (a cui nessuno ha chiesto nulla) ne risente (sempre secondo lui), cos’è se non esercizio del potere?!… E se la tecnica di persuasione è ben esercitata, non serve più nemmeno chiedersi se sia vero che il domatore non ami le sue tigri o che l’allevatore non ami i suoi cani e nemmeno se sia vero che il cane soffre e la carota no: l’ha detto il tale e l’ha detto tanto bene!… Sarebbero stati proprio gli antichi Greci, infatti, a decretare che: “il sembrare vero conti più dell’essere vero”, tanto che già all’epoca, i “sofisti”, avrebbero puntato la loro azione persuasiva più sull’aspetto dell’evocazione emotiva prodotta sugli ascoltatori, che su un’adesione di tipo razionale. Ma gli animalisti a che pro? Quello di tutelare gli animali? Probabilmente, quelli sono “il mezzo” ma non è detto che siano “il fine”!… Il potere è la capacità di influenzare i comportamenti di altri umani, è la facoltà o l’autorità di agire, esercitata per fini personali o di un gruppo ristretto di persone, non è mai teso a portare benefici a tutti!…
Quando, pochi giorni fa a Bisheck, un orso ha gettato sul ghiaccio il direttore del circo dove si esibiva ed un suo collaboratore, uccidendo il primo e riducendo il secondo in fin di vita e la polizia ha poi abbattuto l’animale, gli animalisti si sono “stracciati le vesti” per l’orso. Neanche una parola per un uomo morto ed un altro in fin di vita!… Senza arrivare agli eccessi palesi di certi gruppi animalisti che sui loro forum si felicitano per la morte di un cacciatore piuttosto che per quella di un pellicciaio, anche quelli cosiddetti “istituzionali” continuano a dimostrare di non essere molto diversi.
Che interesse avrebbero costoro per il genere umano?!… Hanno parlato di “catene, bastoni, pugni, calci, frustate.” Hanno detto: “Questi sono gli attrezzi con i quali far ballare gli orsi, mettere in riga le tigri e costringere gli elefanti ad alzare i poderosi corpi uno sulla schiena dell’altro.” Ma c’erano loro lì a vedere? Qualcuno ha “affermato di avere visto un elefantino di pochi mesi ucciso a bastonate, perché opponeva resistenza.” Ma anche non volendo considerare l’aspetto emotivo e ragionando da insensibili freddi sostenitori dell’antropocentrismo, sapranno che un elefante, oltre ad essere grande come un SUV, costa come un SUV? (chi si può permettere di distruggere un SUV per una ruota sgonfia?) Loro forse si, sanno quanto costa! Ma penseranno probabilmente, che gran parte della gente non lo sa!.. o che forse che non ci penserà, se l’ha detto quello lì e l’ha detto così bene!… La quasi totalità di quelli che parlano di “spettacoli vergognosi quanto diseducativi” riferendosi al circo o ad altre forme di cultura da loro avversate, hanno mai giudicato in tal modo certe immagini di violenza su esseri umani che ci propina la TV? No! Qualcuno di loro ha detto che l’orso ha aggredito l’uomo per “la vendetta per anni di soprusi, di vessazioni, di torture, di umiliazioni.”
Ma chi l’ha detto, quell’orso non l’ha mai visto, perchè vive in Italia e sicuramente non sul ghiaccio! Cosa ha fatto allora? Ha tentato di “persuadere” qualcuno. Ha tentato di esercitare il suo potere su altre persone!… Oggi però, qualcuno dei quasi un milione di cacciatori Italiani, dei milioni di Italiane che indossano una pelliccia, dei milioni di Italiani che lavorano nei settori dell’allevamento, del commercio e lavorazione degli animali, delle decine di milioni di Italiani che continuano a gradire a tavola qualche pezzetto di carne, tutta gente che certo non odia gli animali, ma non tenta di “persuadere” nessuno, solo di vivere in pace la propria vita godendo della propria libertà, ha cominciato ad avvertire il peso di questo “potere” . Chissà se un giorno tutte queste persone vorranno “vendicarsi” per anni di soprusi, di vessazioni, di torture, di umiliazioni, a volte non solo mediatiche, che gli sono state inflitte?!…


VARESE NEWS
29 OTTOBRE 2009
 
Cagnolino incastrato in un cancello, lo salvano i vigili del fuoco
Il bastardino è stato soccorso dai volontri inverunesi, "assistiti" da Lilla, il cagnolino mascotte del distaccamento
 
 
 
INVERUNO (MI) - I cittadini d'Inveruno sono ormai assuefatti dall'ululare di quella potente sirena che, dal campanile della chiesa parrocchiale, rimbomba in tutto il paese; il fischio che allerta i pompieri volontari. Quando ieri alle 17 è scattato l'allarme, in molti avranno pensato ad un incendio o una persona da soccorrere. In realtà ad aver bisogno d'aiuto era una cagnolina, così decisa a voler uscire di casa che ha dapprima strappato una rete di protezione per poi infilarsi tra due sbarre d'un cancello, in un'apertura d'appena 10 centimetri. Il meticcio di taglia media col pallino dell'evasione è riuscito ad attraversare con quasi tutto il corpo la cancellata, ma è rimasto intrappolato con le zampe posteriori, ferendosi. Il fatto è successo in Via Toscana, ad un centinaio di metri dalla caserma dei vigili del fuoco volontari, così vicino che Lilla , il cane mascotte dei pompieri, ha deciso di recarsi in luogo (nella foto a destra) per supervisionare le operazioni dei suoi ragazzi. I volontari hanno, in un primo momento, immobilizzato l'animale da soccorrere con un "guinzaglio inglese" poi hanno delicatamente divaricato ed infine tagliato le sbarre del cancello con utensili idraulici (gli stessi che si utilizzano negli incidenti stradali per liberare i feriti incastrati tra le lamiere). La malcapitata ha quindi ripreso a scodinzolare ma le è toccato sorbirsi la ramanzina della pari taglia Lilla, certe cose non si fanno!

LA REPUBBLICA

29 OTTOBRE 2009

 

AMICIZIA A 4 ZAMPE: IL CANE TAN ADOTTA LA SCIMMIETTA

 

FOTO

http://www.repubblica.it/2006/12/gallerie/ambiente/cane-adottato/1.html


BIG HUNTER

29 OTTOBRE 2009

 

Emilia Romagna: interrogazione alla giunta per nuove deroghe su caccia allo storno

 

Il consigliere regionale Luca Bartolini (An – Pdl) tramite un'interrogazione alla Giunta firmata anche dal consigliere Alberto Vecchi, ha sollecitato la regione ad emanare una nuova legge regionale per consentire la caccia in deroga allo storno evidenziando che “una eventuale sanzione della Comunità europea sarà sempre comunque inferiore ai danni che gli storni procurano agli agricoltori e ai cacciatori (mezzo milione di euro all'anno), per l'ennesima volta presi in giro dalla Regione Emilia-Romagna”.“La Regione aveva promesso che la propria delibera sarebbe stata inattaccabile”, dichiara Bartolini riferendosi al provvedimento per la caccia in deroga a storno e tortora dal collare sospeso dal Consiglio di Stato in vista della discussione in Camera di Consiglio fissata per il prossimo 3 novembre. Per il consigliere del Pdl la penalizzazione subita dai cacciatori è enorme. “Questo tira e molla annunciato tra Tar e Consiglio di Stato favorisce soltanto gli anticaccia - spiega Bartolini - dato che, l'auspicata ripresa della caccia allo storno, eventualmente riprenderà, come lo scorso anno, soltanto quando gli storni avranno già procurato danni per centinaia di migliaia di euro”. L'esponente del pdl quindi chiede all'esecutivo regionale di applicare correttamente la direttiva CEE 409/79, che permette l'applicazione del regime di deroga per i danni all'agricoltura e per mantenere una caccia tradizionale, particolarmente esercitata in Romagna. Infine, Bartolini invita la Giunta a decidere una volta per tutte se stare dalla parte degli agricoltori e dei cacciatori o, invece, come appare evidente, dalla parte di una minoranza come quella degli animal/ambientalisti, che addirittura arrivano a negare il fatto che gli storni procurino dei danni.


Animalieanimali

29 OTTOBRE 2009

 

FORESTALE TROVA IGUANA GIGANTE IN GIARDINO
E' stato catturato facilmente, visto che a causa del freddo si muoveva lentamente tra le frasche, e trasferito in un'idonea struttura.

 

Un'iguana lunga un metro e 10 centimetri: l'hanno recuperata gli agenti del Corpo Forestale dello Stato, dopo la segnalazione di un cittadino, in un giardino in pieno centro a Ravenna.
Il 'lucertolone', originario del Sud America e del valore di diverse centinaia di euro, è stato catturato facilmente, visto che a causa del freddo si muoveva lentamente tra le frasche, e trasferito in un'idonea struttura. Forse l'animale è stato abbandonato volontariamente dal proprietario per le dimensioni raggiunte. Ipotesi questa che, se verificata - ha fatto sapere la Forestale - comporterebbe una denuncia a piede libero per abbandono di animali. Se invece qualcuno avesse smarrito l' animale senza accorgersene, per riaverlo dovrà rivolgersi alla Forestale.


IL GIORNALE

29 OTTOBRE 2009

 

PROGETTO "BOTTICELLE ELETTRICHE" LE PRIME DIECI IN STRADA LA PROSSIMA ESTATE

Cirinnà (Pd): «Accolgo con favore la proposta della Giunta Comunale, ritengo però necessario che questi primi mezzi sostituiscano immediatamente dieci botticelle a trazione animale».

 

Jacopo Granzotto

 

Roma - Fosse la volta buona. La notizia è lieta ma va presa con le molle: la giunta comunale ha affidato al X Dipartimento la funzione di promuovere un progetto di «botticelle elettriche» omologate e funzionanti su strada. Sarebbe il primo passo verso l'auspicata abolizione delle carrozzelle. Una prima «flotta» di dieci mezzi dovrebbe essere messa in strada entro sei mesi dalla richiesta del Comune. Dovrebbe. La giunta capitolina approva dunque una memoria dell'assessore all'Ambiente Fabio De Lillo. Che, però, tiene a precisare che le botticelle elettriche «saranno affiancate a quelle classiche». «Ci sarà un periodo di sperimentazione per verificare - spiega - il loro effettivo utilizzo, prevalentemente turistico, il loro gradimento e il loro potenziale impiego alternativo a quelle trainate da cavalli.
Soddisfatta Monica Cirinnà, l'ex delegata all'ufficio diritti animali, da sempre in prima fila per l'abolizione del traino per i cavalli in una città calda e caotica come Roma. «Accolgo con favore la proposta avanzata dalla Giunta Comunale di dare il via all'introduzione nelle strade romane di botticelle elettriche - annuncia Cirinnà - ritengo però necessario che questi primi dieci mezzi sostituiscano immediatamente dieci botticelle a trazione animale». «È necessario infatti, iniziare sin da oggi a impostare politiche utili alla salvaguardia dei cavalli dal caos di Roma, in aumento giorno dopo giorno, attuando magari una graduale sostituzione con i mezzi elettrici e - conclude - affiancando a questo progetto procedure di dismissione dei cavalli che garantiscano la loro cura e custodia».


LA ZAMPA.IT

29 OTTOBRE 2009

 

Torino, arriva la mutua dei cani: visite gratis contro la crisi

Assistenza nel canile di strada Cuorgnè

 

ALESSANDRO MONDO

 

TORINO - Esami medici di base per i nostri amici a quattro zampe, cani o gatti. Quando occorre, analisi e interventi di routine a prezzi scontati.
E’ la «mutua per Fido», l’ultima risposta del Comune e dell’Enpa alla crisi economica che colpisce le famiglie su fronti diversi: compreso l’affetto verso gli amici inseparabili della nostra vita quotidiana. Invecchiano, proprio come noi. E come noi si ammalano, imponendo esami sempre più frequenti alternati agli interventi del caso. Costi che per molti proprietari diventano proibitivi.Dalla settimana scorsa l’Enpa, la storica associazione animalista che oltre al proprio canile gestisce anche quelli comunali, ha attivato - d’intesa con Palazzo civico - un servizio veterinario di base gratuito presso il Canile Rifugio municipale di Strada Cuorgnè. Chi può usufruirne? «Chi ha adottato un animale in canile dovrà presentare la documentazione relativa all’adozione. Più in generale - precisa Giuseppe Portolse, dirigente del Comune -, il servizio è destinato alle persone economicamente svantaggiate in possesso della dichiarazione rilasciata dal Comune o dalla circoscrizione».
L’ambulatorio è attivo lunedì e venerdì, dalle 9 alle 11. In questo orario un veterinario sottoporrà gli animali ad una visita clinica di base e, in caso di patologie, prescriverà gli esami e le terapie. Se le richieste supereranno le aspettative, l’Enpa metterà a disposizione il proprio ambulatorio in via Germagnano 8 (attivo da anni per i soci), aperto dal lunedì al sabato (13,30-16,30).Non solo: se dalla visita clinica dovesse emergere la necessità di sottoporre la bestiola ad esami diagnostici oppure operazioni chirurgiche, l’Enpa è pronta ad effettuarli nel proprio ambulatorio e a tariffe contenute. «Parliamo di uno sconto del 40-50% rispetto a quelle normalmente applicate nelle strutture veterinarie private», spiega Tiziana Berno per l’associazione. Vaccinazioni, detartrasi, mastectomia, ricostruzione dei tessuti molli... Interventi di routine alternati ad operazioni più impegnative. Poi gli esami: ematologici, radiografici, ecografici, istologici.Le finalità del nuovo servizio, che a quanto pare nasce da una domanda precisa (5-6 le richieste nei primi giorni di attività), sono almeno due. Le riassume Valeria Bosco, direttrice dei canili municipali: «Sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di mantenere in buona salute il proprio animale e fornire una sponda a chi, vivendo in condizioni disagiate, non può permettersi di pagare l’onorario di una struttura veterinaria privata».Nella stessa ottica, aggiunge Portolese, rientra il progetto - in fase di perfezionamento tra il Comune e l’Ordine dei Medici Veterinari -, destinato a partire nei primi mesi del 2010. Obiettivo: eseguire l’installazione del «microchip», essenziale per garantire l’identificazione del cane, sempre a prezzo scontato. In questo caso, negli ambulatori privati.


VARESE NEWS

29 OTTOBRE 2009

 

“Non sono i due mesi di caccia che possono far strage di anatre”

Il consigliere comunale Danilo D’Arcangelo difende la categoria dei cacciatori dopo le accuse di Legambiente su quanto sta avvenendo in Valle Olona

 

In risposta all’articolo apparso oggi in merito alla “strage di anatre in Valle Olona”, mi permetto di evidenziare come cittadino e cacciatore, che anche noi cacciatori abbiamo giustamente, come riporta Lega Ambiente, sensibilità nel difendere la natura, ma chi accusa deve dimostrare altrettanta serietà e rispetto verso chi ha la passione venatoria (caccia) e vi spiego perché.

Oggi come oggi un cacciatore per prendere la licenza deve sostenere un esame molto impegnativo, che è rilasciato dopo mesi e mesi di studio, sacrificio e scuola. Per cui anche il cacciatore conosce le regole da rispettare e se non le rispetta ne paga direttamente le debite conseguenze.

L’articolo che leggiamo su Varese News sulla strage di anatre appare pertanto falso perché non sono i due mesi di caccia che possono far strage di anatre. Ogni cacciatore, per singola uscita, può comunque abbattere un solo capo migratorio, e con il forte calo di cacciatori, non vedo proprio il pericolo di stragi, ma vedo sempre più ogni giorno, e qui mi trovo ancora d’accordo con Lega Ambiente, che il territorio viene depredato da case, strade, e infine anche da inquinamento riportato da concimanti e diserbanti su quello che ormai resta dei pochi habitat per animali selvatici.

D’altronde anche Lega Ambiente deve riconoscere, come lei stessa scrive, che il fiume della Valle Olona è stato uno dei fiumi più inquinati, ma ancora adesso sappiamo che il livello di inquinamento è sempre alto.

Per cui credo che ci debba essere più collaborazione tra cacciatori e LegaAmbiente e che non è l’appartenenza ad un simbolo che ci crea ambientalisti, ma sono il rispetto e il buon senso che ci fanno sentire responsabili della nostra terra e degli animali che vi appartengono.

Tengo inoltre a precisare che le specie migratorie sopra citate nidificano a marzo e ricordo che i luoghi riservati all’attività venatoria sono sempre di meno, e le uscite settimanali non sono più di tre. Ma va bene così!


BIG HUNTER

29 OTTOBRE 2009

 

Valle Olona, D'Arcangelo: “due mesi di caccia non possono fare strage di anatre"

 

Pochi giorni fa la sezione comunale di Legambiente di Tradate denunciava con toni allarmisti una “strage di anatre in Valle Olona” ad opera dei cacciatori e chiedeva ai sindaci della valle di emettere un provvedimento urgente "che arresti tale strage in nome del ripristino ambientale dell’Olona. Mentre ai cacciatori (che, si dice nel testo “hanno mostrato a volte sensibilità ambientale per difendere il verde dal dilagare del cemento e dall'inquinamento”) veniva intimato di smettere di cacciare germani e anatre indipendentemente dai provvedimenti istituzionali in virtù anche del fatto che il fiume è ancora molto inquinato e perciò anche i germani che in esso trovano nutrimento. 

In risposta all'articolo pubblicato da Varese News è intervenuto ieri il consigliere comunale Danilo D'Arcangelo difendendo la categoria dei cacciatori e smontando le tesi portate da Legambiente “non sono i due mesi di caccia che possono fare strage di anatre – scrive D'Arcangelo- . Ogni cacciatore, per singola uscita, può comunque abbattere un solo capo migratorio, e con il forte calo di cacciatori, non vedo proprio il pericolo di stragi, ma vedo sempre più ogni giorno, e qui mi trovo ancora d’accordo con Lega Ambiente, che il territorio viene depredato da case, strade, e infine anche da inquinamento riportato da concimanti e diserbanti su quello che ormai resta dei pochi habitat per animali selvatici”. Il consigliere ha poi precisato che le specie migratorie sopra citate nidificano a marzo e che "i luoghi riservati all’attività venatoria sono sempre di meno, e le uscite settimanali non sono più di tre”.D'Arcangelo chiede semmai più collaborazione da Legambiente “non è l’appartenenza ad un simbolo che ci crea ambientalisti, ma sono il rispetto e il buon senso che ci fanno sentire responsabili della nostra terra e degli animali che vi appartengono”.


IL MESSAGGERO

29 OTTOBRE 2009

 

Problema piccioni, tutti concordi sulla necessità di diminuirne il numero

 

MICHELA SBAFFO

 

OSIMO (AN) - Problema piccioni, tutti concordi sulla necessità di diminuirne il numero, ma differenti sono i punti di vista circa i mezzi da utilizzare per raggiungere l’obiettivo. Questo è quanto emerso dal summit che ha visto riuniti i soggetti istituzionali o corporativi interessati: Direzione Medica dell’Ospedale, Servizio Veterinario Asur, Soprintendenza per i Beni Archeologici, Associazione Amici Animali, Coldiretti, Polizia Provinciale, Astea, consiglio di quartiere Osimo Centro. Serve una strategia, «non si può ragionare per interventi sporadici - spiega l’assessore alla sanità Gilberta Giacchetti -: ormai il numero dei piccioni è ampiamente oltre la media consentita per legge». Il sindaco Stefano Simoncini è per una soluzione rapida e definitiva: «Metteremo in campo simultaneamente tutti gli interventi atti a ridurre il numero dei piccioni, senza escluderne nessuno di quelli già usati o nuove proposte. E non ho la minima intenzione di sospendere l’ordinanza che consente l’abbattimento dei piccioni sul territorio comunale da parte dei cacciatori autorizzati». Cesarina Sabbatini (Amici Animali) non è d’accordo: «I piccioni sono troppi e causano problemi, ma non esistono soluzioni rapide. Meglio i rimedi naturali: chiudere feritoie e finestre di case abbandonate, creare apposite “piccionaie” dove possano fare i loro nidi, dar loro da mangiare dei composti sterilizzanti. Già in passato ci siamo battuti contro ogni soluzione cruenta e continueremo a batterci in questa direzione».


IL PICCOLO TRIESTE

29 OTTOBRE 2009

 

Cavallo vincente ma dopato: allenatore a giudizio

 

di CLAUDIO ERNÈ

 

Trieste - È stato rinviato a giudizio per frode sportiva e sarà processato nell’aula del Tribunale all’inizio di gennaio Nicola Esposito, 65 anni, storico allenatore della scuderia ”Delle Ginestre” con sede in via Brunner 8. Secondo l’inchiesta dei carabinieri del Nas l’allenatore ha somministrato al trottatore Eternity Vol un farmaco che conteneva eptaminolo. È una sostanza proibita per i suoi effetti stimolanti che alterano le prestazioni degli atleti: non importa se sono cavalli o uomini, perché le analisi hanno rivelato che ne hanno fatto uso anche ciclisti e atleti impegnati nella gare triathlon. Eternity Vol il 14 gennaio 2006 aveva sbaragliato il campo del Gran Premio Oceania, disputato sulla pista di Montebello. Secondo era arrivato Zglak Spin, terzo Carso du Kras. Poco dopo aver tagliato il traguardo i commissari dell’Unire avevano sottoposto a controllo il cavallo, come accade in tutte le gare, e dalle successive analisi di laboratorio era emersa la presenza del farmaco proibito nelle sue urine. Erano entrati allora in scena i carabinieri che avevano perquisito la scuderia, trovando alcune confezioni di specialità medicinali fornite in esclusiva agli ospedali e di cui è vietata la vendita al pubblico. Erano stati controllati anche i registri su cui obbligatoriamente devono essere annotati tutti i farmaci somministrati ai cavalli nella settimana che precede la corsa. In effetti al trottatore trovato positivo ai controlli antidoping - ma che oggi non corre più per aver raggiunto i limiti di età - era stato iniettato del Myostrofil, un preparato a base di eptaminolo per evitare i crampi che in quel periodo l’affliggevano. In sintesi non si sarebbe trattato di un atto fraudolento, compiuto con dolo e determinazione per procurarsi un ingiusto vantaggio, ma solo di una ”dimenticanza” nata dalla fretta di curare il cavallo. Oltre alla frode sportiva, all’allenatore di Eternity Vol il pm Federico Frezza ha contestato una seconda ipotesi di reato: il maltrattamento di animali. Secondo la legge 189 del 20 luglio 2004, «chiunque somministra agli animali sostanze vietate o stupefacenti, ovvero lo sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi, è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3000 a 15 mila ero». La vicenda, che a breve scadenza approderà all’aula del Tribunale, ha se non altro il merito di richiamare per analogia l’attenzione sul doping cui spesso vengono sottoposti trottatori e galoppatori. Come si legge nel rapporto sulle Ecomafie stilato da Legambiente, «il maltrattamento dei cavalli da corsa si è affermato non solo nel mondo della competizioni clandestine, ma anche nelle gare ufficiali. È un lucroso business che passa per studi veterinari, medici compiacenti, allenatori, fantini e arriva agli stakanovisti della scommessa». Nel rapporto redatto in base alle informazioni attinte da numerose inchieste dei Carabinieri del Nas emerge l’uso di cocaina, di micidiali cocktail di anabolizzanti, antipiretici, antinfiammatori, diuretici e steroidi. Persino il Viagra viene adoperato ma solo - e in dosi massicce - sulle cavalle per migliorarne le prestazioni in gara. Le sostanze dopanti agiscono sul sistema nervoso ed eliminano la sensazione del dolore. Conclusa la gara e archiviati i festeggiamenti, le conseguenze per i cavalli sono devastanti. Muscoli e tendini subiscono danni molto gravi e talvota irreparabili. Il sistema nervoso viene ”bruciato” dalla cocaina.


IL CITTADINO

29 OTTOBRE 2009

 

L’esperimento promosso dal Lions club prevede che alla fine del percorso i cani vengano addestrati e diventino guide per i ciechi 

I labrador trovano la famiglia in carcere 

Due i cuccioli che verranno “adottati” dagli ospiti di via Cagnola  

 

Matteo Brunello

 

Lodi - Ancora piccoli e bisognosi di tante cure. Sono due teneri cuccioli di labrador che presto verranno accolti in una famiglia molto speciale. Per loro si apriranno i cancelli del carcere di Lodi. E i loro padroni saranno i detenuti della casa circondariale. Il progetto è inserito in un’iniziativa lanciata dal servizio cani guida per ciechi dei Lions, con sede a Limbiate (provincia di Milano). E consiste nell’assegnare dei “Fido” per un periodo di tempo a volontari, in attesa dell’addestramento per sostenere i non vedenti. Gli animali sono nati a metà del mese scorso, e sono stati chiamati uno Custer e l’altra Cleo. Uno è un maschio di pelo chiaro, l’altra femmina con il musetto scuro. Per i due ospiti si annuncia un’esperienza davvero particolare, con uno spazio in via di allestimento e in arrivo tante coccole.L’idea di adottare dei cani è stata annunciata dalla direttrice della casa circondariale di Lodi, Stefania Mussio. «Indicativamente il progetto dovrebbe concretizzarsi entro la fine di novembre. L’attività del prendersi cura verrà svolta concretamente da alcuni detenuti. E devo dire che quando è stata comunicata la volontà si è diffuso un grande entusiasmo», ha spiegato. Anzitutto il programma è nato dopo un incontro organizzato dal Club Lions Torrione, grazie anche all’interessamento di Luisa Zanelli. La signora ha proposto al servizio nazionale Lions cani guida per ciechi di considerare il carcere come una famiglia in grado di adottare cuccioli, nell’ambito di un piano di solidarietà ai fini di addestramento di animali per non vedenti. Nello specifico è poi economicamente a carico dell’associazione, mentre la direzione della Casa circondariale fornisce lo spazio, affida ai detenuti la cura e l’accompagnamento interno dei cuccioli (in ogni vano dell’istituto, con esclusione ovviamente di zone di sicurezza e di quelle che per ragioni di igiene non permettono la presenza dei cani).Inoltre Custer e Cleo verranno portati all’esterno a cura di volontari dell’associazione per tre ore al giorno, in attesa di verificare che tale servizio possa essere svolto anche da un detenuto nelle condizioni di poter uscire. Sempre a cura dell’associazione anche l’apprendimento per i detenuti: non solo l’insegnamento di vocaboli e comandi utili con i cuccioli, ma anche le nozioni per conoscere tecniche di gestione del piccolo animale. «È un progetto unico in Italia e assolutamente esportabile in ogni contesto (si pensi che il carcere di Lodi non ha un’area verde, ma solo un piccolissimo fazzoletto di terra, ndr) - riprende la direttrice Mussio - negli intenti è stato anche molto apprezzato dal provveditore regionale. Infine abbiamo cercato di coglierne l’alto valore educativo e formativo: si matura un forte senso di responsabilità, è favorita una relazione di benessere, si percepisce l’impegno concreto di sentirsi utili».


TISCALI NOTIZIE

29 OTTOBRE 2009

 

Cani antidroga sballati, addestratori hanno dimenticato accanto a loro della cocaina

 

Due poliziotti della narcotici di Naples, in Florida, hanno scordato un pacchetto di cocaina accanto ai cani che avrebbero dovuto addestrare e questi, curiosi come faine, hanno fatto quello che avrebbe fatto un qualsiasi quattro zampe che si rispetti: hanno distrutto l’involucro e hanno ficcato il naso proprio dove non dovevano. Il risultato? Quando gli agenti sono tornati hanno trovato i poveri animali iper eccitati.

Dimenticano la droga accanto ai cani - Stando a quanto riportato dai quotidiani locali i due poliziotti avrebbero perso l’involucro degli stupefacenti, una bustina con pochi grammi di cocaina, mentre si trovavano in missione. Dopo aver ricevuto una chiamata d’emergenza hanno lasciato i colleghi a 4 zampe in una stanza d’albergo e si sono recati sul luogo dell’appuntamento.

I due quattro zampe erano sballati e "felici" - Quando son tornati hanno notato gli animali insolitamente “pieni d’energia”, e la camera completamente distrutta. Gli investigatori non verranno comunque puniti per ciò che i loro supervisori hanno definito un “onesto errore”. I cani stanno bene e dopo qualche giorno di riposo sono stati riammessi al servizio.


MYTERMOLI.IT

29 OTTOBRE 2009

 

BATTUTA DI CACCIA AL CINGHIALE DI CACCIATORI SFOCIA IN DENUNCIA DI CORPO FORESTALE DELLO STATO

 

BUSSO (CB) -  Proseguono i servizi di controllo finalizzati all’antibracconaggio da parte degli uomini del Corpo Forestale dello Stato. Particolarmente presenziate, nella notte trascorsa, le aree nei dintorni del massiccio del Matese e del Molise centrale. In agro del Comune di Busso, nel tardo pomeriggio di ieri gli uomini del Comando Forestale di Campobasso hanno individuato e controllato un gruppo di persone che praticavano l’attività venatoria e che si sono in seguito rilevate essere organizzate per una battuta di caccia al cinghiale. Da detto controllo è scaturita la denuncia all’ A.G. di un cacciatore, R. M. le sue iniziali, reo di praticare l’esercizio venatorio con l’utilizzo di un fucile semiautomatico, privo di riduttore, il cui serbatoio conteneva più dei due colpi consentiti. L’arma unitamente alle munizioni è stata posta sotto sequestro a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


IL TIRRENO

29 OTTOBRE 2009

 

Trappole box anti cinghiali in aiuto alle aziende agricole

 

Fabrizio Pelagi

 

PONTREMOLI (MS). Trappole box per arginare la piaga dei cinghiali che, in particolari periodi dell’anno, diventano un autentico flagellosi per le aziende agricole e anche per i semplici coltivatori, oltrechè rappresentare pur sempre un pericolo per l’incolumità fisica.  Che fare dunque per combattere l’emergenza?.  Ci ha pensato la Provincia che, di fatto, ha acquistato cinque trappole-box per far fronte al problema dei danni alla colture da parte dei cinghiali: le ha comprate, in via sperimentale, l’assessorato alla caccia e pesca della Provincia di Massa-Carrara per metterle a disposizione delle aziende agricole che ne faranno richiesta a fronte di consistenti danni causati subiti.  Gli interessati potranno presentare domanda, in carta semplice, alla Provincia di Massa-Carrara (settore agricoltura e foreste - servizio caccia e pesca) entro il prossimo 15 novembre.  La Provincia, una volta controllate le attestazioni dei danni subiti, provvederà all’assegnazione delle trappole che saranno gestite dalle aziende in accordo con l’ufficio caccia e pesca.  Di certo una soluzione inedita per la nostra zona, ma usata in altri territori dove l’emergenza cinghiali è assai più rilevante.  In effetti la proliferazione dei cinghiali sta diventando un fenomeno da prendere in seria considerazione per un comprensorio che, come quello lunigianese, è caratterizzato da moltissime aziende agricole e terreni coltivati da privati.  Inoltre il fattore sicurezza, dato che, specialmente in inverno, tali animali lasciano i boschi per spingersi, alla ricerca di cibo, fino negli orti e campi attigui alle abitazioni, con tutte le conseguenze del caso.  Ecco quindi l’idea della Provincia che, per andare incontro alle aziende agricole disseminate sul comprensorio, gran parte delle quali su quello lunigianese, ha acquistato cinque trappole-box che, ben sistemate nelle zone più frequentate dai cinghiali che hanno “sconfinato”, permetteranno sicure catture.  Si tratterà quindi di decidere a chi assegnare i cinque congegni anti cinghiali acquistati dalla Provincia. La palla passa dunque ai diretti interessati, ossia i titolari delel aziende agricole invase dai cinghiali.


IL MESSAGGERO

29 OTTOBRE 2009

 

Telma e Cara, due begli esemplari di cani..

 

LUIGI FOGLIETTI

 

Marasciano (PG) - Telma e Cara, due begli esemplari di cani, entrambe femmine, sono entrate a far parte della valida squadra della protezione civile di Marsciano, il cui coordinatore è Enzo Falchi.
La squadra, recentemente impegnata anche nel terremoto de L’Aquila, si arricchisce di queste due utilissime unità cinofile, prime in Umbria della Protezione civile. Loro peculiarità infatti quella della ricerca di persone in ogni tipo di situazione.
Telma, un bracco di Weimar dallo stupendo manto grigio argento, risponde ai comandi della conduttrice Italia Pasquini. Cara, un golden retriever dall’elegante manto crema dorato, alla conduttrice Cecilia Timpano.
Le due conduttrici hanno partecipato insieme ai loro cani ad un corso durato due anni e mezzo con tre incontri settimanali, tenuto da Camillo Tamborini, istruttore delle Unità cinofile italiane di soccorso, le sedute erano incentrate su agility e obbedienza. Ora hanno acquisito una perfetta padronanza del rispettivo cane e della sua operatività.
Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco Alfio Todini, che in qualità di amministratore ha mantenuto anche la delega alla Protezione civile, e che vede sempre più specializzarsi e professionalizzarsi il gruppo di cittadini che volontariamente e disinteressatamente si pone al servizio della collettività.


IL TIRRENO

29 OTTOBRE 2009

 

Bracconieri fanno strage

 

ROCCALBEGNA (GR). Bracconieri in azione nella notte nella riserva agricola di Montebello, nella frazione di Santa Caterina, a Roccalbegna.  Cinque cinghiali sono stati colpiti con proiettili di piccolo calibro e lasciati in fin di vita. Sono stati trovati ieri mattina da un gruppo di cacciatori che si stava addentrando nella macchia. Gli animali, dopo un primo tentativo di salvarli, sono stati abbattuti dai cacciatori.  «Troppo gravi le ferite - hanno spiegato i responsabili - per cercare di salvarli».  A denunciare il blitz dei bracconieri, ieri mattina, è stato il presidente dell’azienda agricola che si è presentato dai carabinieri. L’accusa presentata contro ignoti è quella di uccisione e danneggiamento di animali altrui.  Secondo quello che ha raccontato il presidente, l’intrusione risalirebbe all’ultima notte, tra martedì e mercoledì. I cacciatori di frodo sarebbero entrati nella riserva e si sarebbero messi a sparare agli animali armati di fucili di piccolo calibro con i quali è impossibile uccidere. Ecco spiegato il motivo per cui gli animali, invece di essere uccisi, sono stati feriti gravemente.  Ma allora perché sparare? Qual era l’obiettivo dei bracconieri che sono entrati nella riserva se non quello di portarsi via un trofeo dalla riserva?  Due le ipotesi che i carabinieri della Compagnia di Arcidosso stanno prendendo in considerazione: una bravata di chi non aveva di meglio da fare, oppure un messaggio nei confronti della proprietà.  L’azienda agricola si estende per oltre 250 ettari. All’interno di questi spazi, oltre ad accogliere turisti, organizza anche battute di caccia a fagiani, starne, pernici, e lepri.  Mentre la caccia al cinghiale è praticata nel recinto di 40 ettari ed è consentita - si legge nel sito - «dal primo novembre al 15 marzo anche con terreno coperto da neve».  Le regole in materia sono semplici: l’appassionato chiama e può scegliere le varie offerte, prendendo a noleggio anche il cane oppure il fucile.  L’altra notte, comunque, qualcuno si è addentrato nell’azienda e ha sparato senza permessi e senza logica, almeno per adesso, uccidendo cinque cinghiali, un danno - secondo una prima valutazione della proprietà - quantificabile in migliaia di euro.


LA CITTA' DI SALERNO

29 OTTOBRE 2009

 

Laviano (SA), cacciatori nei guai

 

Laviano (SA). Nove persone denunciate e altrettanti fucili modificati sequestrati dai carabinieri di Montella, guidati dal capitano Luigi Saccone, insieme alle guardie del Wwf di Salerno e Avellino, coordinate da Fabrizio Lullo. Continua l’attivitá di contrasto al fenomeno del bracconaggio e all’uso non consentito di richiami per gli animali. Grazie ad una importante e capillare attivitá di prevenzione effettuata negli ultimi giorni nell’Alta Valle del Sele, nei pressi dell’uscita di Laviano sulla Fondo Valle Sele, sono stati individuati e denunciati nove cacciatori provenienti dall’Agro Nocerino Sarnese e un gruppo proveniente da Montecorvino Rovella, in quanto avevano alterato i fucili usati per la caccia. Una operazione di prevenzione firmata dai carabinieri della compagnia di Montella, in collaborazione con le stazione di Calabritto e Senerchia, che ha permesso di evitare l’abbattimento di fauna protetta. Si è trattato anche di una risposta ad alcune intimidazioni giunte a seguito delle ultime operazioni effettuate sul territorio. Complessivamente sono stati sequestrati nove fucili, diversi richiami illegali e munizionamento di vario genere, tutto materiale sottoposto a tutela giudiziaria. I nove cacciatori, dopo gli accertamenti di rito, sono stati denunciati alle autoritá competenti e a tutti sono stati contestati i reati di alterazione d’arma (canne accorciate) e detenzione di munizioni a palla non dichiarate. I controlli proseguiranno anche nei prossimi giorni, così come disposto dalle forze dell’ordine che hanno anche potenziato i pattugliamenti nelle zone a rischio


TISCALI ANIMALI

29 OTTOBRE 2009

 

Si chiama Otto Jones, ha 20 anni e otto mesi ed è il cane più vecchio del mondo, con tanto di certificato del Guinnes dei primati.

 

Otto è un bassotto non purosangue che vive nello Shropshire con i suoi due padroni, Lynn e Peter Jones. E' un po' sordo, ma oltre a questo e a una leggera artrite, Otto pare essere in perfetta salute, anche grazie alla dieta di verdure e pranzi della domenica a cui è abituato."E' un birbante adorabile e affettuoso", hanno detto i coniugi, ancora abituati a vederlo giocare a palla con i figli dei vicini. Adesso il cane più vecchio del mondo si appresta a debuttare sul piccolo schermo: Otto sarà infatti ospite del Paul O'Grady Show, programma che va in onda sul canale britannico Channel 4.Il primato del cane inglese potrebbe però essere insidiato da quello di un altro cane, il milanese Dik. Il quotidiano gratuito City aveva infatti riportato la storia del piccolo meticcio che ha compiuto ben 23 anni lo scorso 25 aprile.Lo prova il certificato medico del dottor Roberto Germani, veterinario dell'ambulatorio Mecenate. I padroni Giuseppina e Celeste Suardi, due coniugi milanesi, hanno avvertito la redazione di City dopo aver letto, a settembre, della morte di Chanel, la cagnetta newyorchese che aveva precedentemente conquistato il titolo di cane più vecchio del mondo.Si chiama Otto Jones, ha 20 anni e otto mesi ed è il cane più vecchio del mondo, con tanto di certificato del Guinnes dei primati.Otto è un bassotto non purosangue che vive nello Shropshire con i suoi due padroni, Lynn e Peter Jones. E' un po' sordo, ma oltre a questo e a una leggera artrite, Otto pare essere in perfetta salute, anche grazie alla dieta di verdure e pranzi della domenica a cui è abituato. "E' un birbante adorabile e affettuoso", hanno detto i coniugi, ancora abituati a vederlo giocare a palla con i figli dei vicini. Adesso il cane più vecchio del mondo si appresta a debuttare sul piccolo schermo: Otto sarà infatti ospite del Paul O'Grady Show, programma che va in onda sul canale britannico Channel 4. Il primato del cane inglese potrebbe però essere insidiato da quello di un altro cane, il milanese Dik. Il quotidiano gratuito City aveva infatti riportato la storia del piccolo meticcio che ha compiuto ben 23 anni lo scorso 25 aprile.Lo prova il certificato medico del dottor Roberto Germani, veterinario dell'ambulatorio Mecenate. I padroni Giuseppina e Celeste Suardi, due coniugi milanesi, hanno avvertito la redazione di City dopo aver letto, a settembre, della morte di Chanel, la cagnetta newyorchese che aveva precedentemente conquistato il titolo di cane più vecchio del mondo.


LA NUOVA SARDEGNA

29 OTTOBRE 2009

 

E anche Fido ora va al cimitero

 

Antonello Palmas

 

SASSARI. «Se avessimo proposto 15-20 anni fa il progetto di un cimitero per piccoli animali ci avrebbero riso in faccia, oggi invece la nostra idea è diventata realtà».  A parlare sono Manuela Sanna e Andrea Lai, marito e moglie. La scommessa si è realizzata e «La Cuccia» non appare più un’idea bizzarra, roba per gente un po’ toccata: domani sarà il sindaco a tagliare il nastro della prima struttura del genere in Sardegna. Sorge su un terreno al termine di una strada accidentata, via Pala di San Francesco, Monte Rosello alto. Già 7-8 ospiti riposano davanti allo splendido panorama della vallata del Logulentu: una lapide, in alcuni casi la foto, per i cagnetti Romeo, Tiska, Paluska, Alice; i gatti Nocciola e Minou; il coniglietto Conny. Per arrivarci un sentiero circondato da fiori e lampade che i padroni percorrono con emozione.  «Chi si rivolge a noi non vuole un luogo austero come un cimitero per umani, ma che ispiri serenità - dice Manuela - e trasformeremo «La Cuccia» in un giardino con panchine da cui godere il panorama degli oliveti». «E’ cambiato il sentire comune - spiega Tonino Fadda, responsabile dei servizi veterinari dell’Asl - e, che piaccia o no, questi esseri sono entrati a far parte delle nostre famiglie e sono spesso considerati come persone. Gettarli in un inceneritore o in un cassonetto non è bello e fa piacere che ci siano persone che intraprendono un’attività originale che viene incontro a un’esigenza molto sentita».  E’ stata la morte del loro alano Cesare, nel’95, e la voglia di non trattarlo come un rifiuto qualsiasi a far scattare la molla di Manuela e Andrea. «Quando ci venne l’idea, nel 2001, spiegano -: pensavamo: che ci vorrà mai? Ci abbiamo impiegato 8 anni per la burocrazia da non credere, permessi di ogni genere oltre ai normali controlli idrogeologici sul terreno. Altri ci hanno provato ma si sono scoraggiati, noi abbiamo avuto il merito di non demordere e abbiamo avuto gran collaborazione dall’Asl. Ora riceviamo anche chiamate da Cagliari». «Bella idea, i problemi nasceranno - prevede il presidente dell’ordine dei veterinari, Andrea Sarria - per maialini e caprette nani, per i quali esiste una specifica legislazione». I costi? in media 250 euro per la cassa, il prelievo e la tumulazione, poi 90 euro annui per una concessione minima di 5 anni. Per prendere contatti c’è un sito (www.cimiterolacuccia.it) dotato di un cimitero virtuale, gratuito.


NUOVO MOLISE

29 OTTOBRE 2009

 

Si rivedono i lupi grigi Ed è strage di pecore

Lo denuncia Vito D’Andrea della Federazione pastori «Sono molto feroci, temiamo per la nostra incolumità»

 

Roccamandolfi (IS) - Lupi feroci, lupi assassini. Si muovono in branco sulle montagne che separano le due province molisane con un unico obiettivo: sgozzare, succhiare il sangue di agnelli e pecore per poi divorarne le interiora. Una strage. L’ennesima. E’ quella verificatasi a Roccamandolfi, dove lunedì pomeriggio in località «Vallone Grande» sono state uccisi dieci pecore tra cui un ariete «suffolk». A nulla è valso il tentativo di un pastore abruzzese di salvare il suo gregge, il cane è stato ridotto in fin di vita.
Un danno che si aggira intorno ai duemila euro. Il tutto certificato dalla Asl di Isernia. E solo dopo il sopralluogo dei responsabili del servizio veterinario le carcasse delle povere bestie sono state rimosse. Lo denuncia a Nuovo Molise, Vito D’Andrea, presidente della Federazione pastori della Provincia di Isernia. «Ancora una volta afferma D’Andrea siamo qui a dover registrare l’ennesima strage di pecore che porta la firma di lupi affamati e molto pericolosi. Siamo stanchi, nonchè impotenti lo sfogo di D’Andrea di dover assistere ad una situazione del genere, che danneggia il nostro lavoro, i nostri sacrifici quotidiani».
In passato anche la Coldiretti provinciale era intervenuta sul «caso», facendo accorati appelli ad Enti e Istituzioni per tentare di fermare le stragi. «Purtroppo è stato tutto inutile riprende D’Andrea ormai siamo di fronte quasi ogni giorno a simili episodi. Sappiamo che i lupi sono una specie protetta e animali indispensabili per ciò che concerne l’ecosistema, tuttavia anche noi necessariamente abbiamo bisogno di tutela».
Per questa il presidente della Federazione dei pastori di Isernia fa appello alla Regione Molise.
«Chiediamo un risarcimento per ogni capo perduto e, inoltre a questo punto pretendiamo misure adeguate che possano evitare queste continue stragi».
Il pensiero va anche ai responsabili del Parco nazionale AbruzzoLazio e Molise a cui D’Andrea chiede «interventi rapidi ed efficaci».
«Credeteci conclude
è diventata una situazione insostenibile e non nascondo il fatto che adesso anche molti pastori hanno paura per la loro incolumità. Paura di essere aggrediti da questi branchi di lupi che non si fermano davanti a nulla».


IL GIORNALE

29 OTTOBRE 2009

 

LA CITTA' INVASA DAI GABBIANI ECCO UNA NUOVA EMERGENZA

I volatili marini hanno ormai colonizzato il centro contribuendo a limitare la riproduzione di piccioni, ma pure loro sono dannosi

 

Gian Piero Milanetti

 

Roma - Emergenza gabbiani a Roma. Sono ormai centinaia. I più grandi uccelli della capitale. Aggressivi durante la stagione degli amori e della cova. Imbrattano di guano palazzi e monumenti e intasano con escrementi e penne i condotti di scarico dei terrazzi. Rappresentano, secondo alcuni, una minaccia per la salute. Come affrontarli? Con «superfalchi» da combattimento o meccanici e telecomandati. Con mangimi anticoncezionali. Oppure bucandone le uova nei nidi.
Ma gli ornitologi sottolineano i pregi di questi grandi volatili marini: ripuliscono le rive e le acque di Tevere e Aniene di pesci e animali morti e da ogni sorta di sporcizia di origine biologica, inclusi gli escrementi, e limitano l’espansione esponenziale dei piccioni, cacciandoli o divorandone uova o pulcini. «Eppoi, pur essendo animali ormai infestanti, sono pur sempre una specie protetta e in assenza di un’ordinanza del sindaco anche bucarne le uova sarebbe illegale», ricorda Giacomo Dell’Omo, l’ornitologo ideatore del sito birdcam.it, che consente di vedere on line la vita segreta nei nidi di falchi pellegrini all’università. D’altra parte i gabbiani si mostrano sempre meno impauriti degli uomini e non è raro vederli insediati in attici o terrazzi del centro storico, durante il periodo invernale, quando questi non sono utilizzati. «Quando poi, ad aprile, i proprietari cercano di riprenderne possesso, i gabbiani ormai ne hanno fatto il proprio territorio e vi hanno nidificato, quindi vivono l’uomo come un intruso e lo aggrediscono, prendendo il volo e lanciandosi in picchiata per colpirlo con il becco sulla testa. E la beccata di un uccello di un chilo e mezzo con un’apertura alare di due, può far male, anche se basta fare ampli gesti con le mani e per farli fuggire».
Ma c’è chi invoca l’allontanamento di questi grandi volatili. Uno dei sistemi più nuovi è l’utilizzo del «falco-robot», un aereo telecomandato, a forma di falco, ideato da un chirurgo maxillo-facciale di Bologna. «Certo i gabbiani si spaventano», spiega Paolo Taranto, biologo e falconiere, che ha contribuito alla sua realizzazione. «Ma, essendo animali molto intelligenti, potrebbero alla lunga abituarsi e non spaventarsi più». Un intervento più radicale può essere il ricorso ad uccelli da preda: i «superfalchi». «I falchi normali, però, non hanno né la potenza, né l’aggressività, né il motivo di far allontanare uccelli predatori come loro, di dimensioni simili», spiega Taranto. «E i gabbiani, vedendo che i falchi non li aggrediscono, finiscono per abituarsi alla loro presenza. Per scacciarli definitivamente quindi si deve far ricorso agli “ibridi”, cioè a degli esemplari di Girfalco - il falco più grande in natura - incrociati, con altri falconiformi. Questi ibridi sono più aggressivi dei falchi “puri” e non esitano ad attaccare i gabbiani, ferendoli o uccidendoli». Ma si tratta di un intervento costoso: un falconiere con il suo «parco» di falchi costa tra i 200 e i 300 euro al giorno. Ma c’è chi propone sistemi più indolore, come la somministrazione di mangimi sterilizzanti, già utilizzati per i piccioni. Questi mangimi contengono la nicarbazina, sostanza che blocca la fertilità degli uccelli. «A differenza dei piccioni, però, non è facile convincere i gabbiani a nutrirsi di questo mangime», spiega ancora Dell’Omo. «E poi questi prodotti possono rendere sterili uccelli di altre specie, magari in via di estinzione ed hanno effetto soltanto se gli uccelli li mangiano continuamente, altrimenti la loro efficacia si interrompe». Forse il sistema più efficace resta quello di bucare le uova, lasciandolo nel nido. «In questo modo il gabbiano continua la cova delle uova ormai sterili e non va a depositarne altre altrove». Proprio la predazione da parte dei ratti delle uova nei nidi sulle coste, ha spinto dieci o quindici anni fa i primi esemplari di gabbiani ad emigrare nel centro storico di Roma, alla ricerca di luoghi sicuri e non lontani dall’acqua.


IL CACCIATORE

29 OTTOBRE 2009

 

L’impiego del cane da sport

ENCI – COMUNICATO STAMPA DEL 29 OTTOBRE 2009 n.2

 

“L’impiego del cane da sport non è incompatibile con la salvaguardia dell’ambiente e la tutela della fauna nelle zone controllate”. Lo sostiene –in un articolo su “I Nostri Cani” intitolato : I parchi e la cinofilia – il dott. Giancarlo Bosio, membro del consiglio nazionale ENCI. Nel testo, Bosio fa un’ampia disamina dell’impiego del cane in prove in Italia ed afferma –tra l’altro che “l’esercizio dell’attività cinofila in campagna è riconducibile a tutti gli effetti ad attività sportive zootecniche”.
In particolare nell’importante articolo, si afferma che la cinofilia agonistica nei parchi potrebbe essere un’autentica risorsa ed i cinofili potrebbero dare un fondamentale contributo anche nei censimenti.
La cinofilia inoltre potrebbe offrire una fonte di reddito agli agricoltori “Appare evidente che l’impiego di tali mezzi nell’esercizio venatorio nei confronti delle specie citate, palesa una paradossale anomalia comportamentale del cacciatore che la normativa deve assolutamente correggere.
Allo scopo, si propone che la lettera “u” dell’articolo 21 della proposta di modifica della legge 11 febbraio 1992, n. 157, venga integrata con la parte evidenziata in rosso: u) usare munizione spezzata nella caccia agli ungulati; usare esche o bocconi avvelenati, vischio o altre sostanze adesive, trappole, reti, tagliole, lacci, archetti o congegni similari; fare impiego di civette non provenienti da allevamento; usare armi da sparo munite di silenziatore o impostate con scatto provocato dalla preda, usare sorgenti luminose artificiali o dispositivi elettronici per il tiro notturno di qualunque genere; fare impiego di balestre, cerbottane o fionde”.
I Nostri Cani, unitamente al testo di Bosio, contiene anche importanti articoli sulle prove di lavoro a Pratonevoso sulla Sila, ad Asiago e –infine- un reportage sul trofeo Saladini-Pilastri. “Un trofeo –dice il vicepresidente ENCI, Francesco Balducci- che continua ad avere un’importanza determinante nella selezione. Ogni anno una moltitudine di appassionati si da convegno per far rivivere una manifestazione autentica dove gli “atleti” danno il massimo.


BIG HUNTER

29 OTTOBRE 2009

 

Piemonte: approvata nuova legge per la tutela del rapporto uomo - cane

 

La regione Piemonte in questi giorni ha approvato una legge che ricalca, modificandola in alcune le disposizioni del Sottosegretario alla Salute Francesca Martini (che probabilmente diverranno legge già a dicembre) sul divieto delle operazioni chirurgiche estetiche (taglio di orecchie e coda) e sulle responsabilità dei proprietari in caso di cani aggressivi.Secondo quanto riferisce un comunicato del gruppo consiliare Ecologisti Uniti a sinistra, proponendo di responsabilizzare i conduttori degli animali affinchè imparino a prevenire lo svilupparsi di un'aggressività incontrollata, si cercano di prevenire così gli atti di aggressione dei cani verso le persone. La legge Introduce  il divieto di attuare interventi di chirurgia estetica, prevede corsi di formazione per i possessori di cani che hanno dimostrato tendenze comportamentali aggressive ed il sequestro degli animali di quei responsabili che dimostrano di non voler o saper correggere i problemi comportamentali eventualmente rilevati. Secondo  il consigliere Gian Luca Vignale (An – Pdl) che si è opposto al provvedimento in aula insieme a gran parte del centro - destra, la legge avvantaggerebbe le associazioni animaliste che speculano sulla gestione dei canili.“Mi auguro che questa legge contribuisca concretamente ad aumentare il senso civico dei proprietari e a migliorare le dinamiche relazionali dei cittadini con i loro cani – ha dichiarato il Presidente del Consiglio regionale Davide Gariglio -. Ritengo che opportuni percorsi formativi possano contribuire ad evitare episodi tragici, ferimenti anche accidentali e maltrattamenti agli animali”.


IL SOLE 24 ORE

29 OTTOBRE 2009

 

Greg, l'americano degli e-elefanti

 

Gigi Donelli

 

Chitengo - Gli elefanti hanno la memoria lunga. E quella dei pachidermi del parco mozambicano del Gorongosa è ancora più lunga perché carica di pessimi ricordi. Appena prima di lasciare il piccolo campo di Chitengo per addentrarci nel parco, i ranger ci hanno avvisati esplicitamente: "non scherzate con gli elefanti, non scendete mai dai fuoristrada, non restate indifferenti ai loro messaggi e non permettetevi incontri ravvicinati in stile parco sudafricano", qui il passato è ancora troppo recente.

La guerra nel parco
Il passato di questi elefanti è quello del Mozambico. Un paese povero in un mondo rurale sottosviluppato, teatro per anni di una feroce guerra civile. Un paese da un milione di morti fino alla pace del '92 e, proprio nel suo centro geografico, il Parco Nazionale del Gorongosa, un santuario violato che, anche visto dalla prospettiva degli elefanti, non può raccontare una storia diversa: prima della guerra i pachidermi erano duemila, nel primo censimento post-bellico erano ridotti a 108. Poi però è arrivata la pace, e qualche anno più tardi è comparso anche un americano della internet generation con molti soldi in tasca e un sogno da realizzare.

Pace e abbandono
Quando Gregg Carr è arrivato da queste parti alla fine degli anni '90 ha trovato pace e stabilità politica, ma anche l'abbandono che ha fatto seguito alla devastazione. Lui racconta ancora emozionato di aver visto prima di tutto un territorio di bellezza struggente. Il Gorongosa, che negli '60 era considerato uno dei territori a maggior concentrazione faunistica dell'Africa, era ridotto a una savana fantasma in cui gli animali erano veri e propri sopravvissuti, solo grazie a una dura pratica di diffidenza nei confronti dell'uomo. Devastati i pozzi e le strade, i lodge per i turisti, i ristoranti e punti di avvistamento erano solo scheletri anneriti dalle fiamme.

Mr Carr I suppose
Gregg Carr, americano classe 1959 arriva dall'Idaho e a 40 anni compiuti ha già fatto molta strada: dalla sua casa al confine con il Yellowstone National Park a Boston, via Harvard. Nel 1986 ha fondato la Boston Technologies pioniera della voice-mail, poi Prodigy e Africa Online. Anni d'oro e profitti alle stelle: abbastanza per vendere e chiudere tutto e nel 1999 diventare un filantropo a tempo pieno. Ora che di anni ne compie 50, Carr considera il Gorongosa la sua missione laica. Nel 2004 ha siglato un accordo con il governo mozambicano per rimettere in funzione il campo di Chitengo e ci ha speso i primi 10 milioni di dollari. Poi, visti i buoni risultati ottenuti, nel 2008 ha rilanciato firmando un accordo ventennale di cogestione del parco in cui si è impegnato a investire 40 milioni di dollari. Spera di ampliare i confini del parco e progetta di raggiungere lo Zambesi, il grande fiume che dista meno di 50 chilometri e che insieme all'Oceano indiano sarebbe il confine naturale di un nuovo super parco mozambicano.
Un'idea semplice
Mentre sfoglia mappe digitali del Mozambico centrale dal suo computer portatile, l'ex ragazzo prodigio si sposta da una parte all'altra del campo. Stupisce ma non può sorprendere visto i suoi trascorsi, che Chitengo sia balzato direttamente nel mondo della copertura wi-fi senza passare dal via. Sostiene di avere un'idea semplice: "questo è un territorio bellissimo e complesso - spiega. Non ci sono solo gli animali, che stiamo reintroducendo negli ambiente del parco, ma interi ecosistemi che si intrecciano su una superficie di quasi 4.000kmq. Qui c'è la savana e la foresta di acacia, c'è il miombo e la foresta di montagna che si arrampica fino ai 1850 metri del Monte Gorongosa. Qui ci sono canyon e gole da esplorare, c'è insomma tutto quello che serve per mettere in moto il rilancio economico che potrà coinvolgere migliaia di mozambicani. La chiave è il turismo: riportare il parco allo splendore antico significa riportare la vita in tutta la comunità, e significa anche educare la popolazione locale a riconoscere nella tutela dell'ambiente la vera ricchezza di questa parte dell'Africa australe".
Prospettiva dell'aquila
Per convincermi delle sue parole Carr usa trucchi da miliardario: prende l'elicottero e mi porta sulla linea di volo delle aquile pescatrici che perlustrano il territorio inseguendo le termiche. Osservo la precisa rotondità del lago Urema, un polmone d'acqua che poggia sul fondo della valle alluvionale. Sembra la versione africana del pack artico: dai 15 km quadrati che occupa durante il nostro autunno si allarga fino a 10 volte quando la stagione delle grandi piogge si stempera nella nostra primavera. Sotto di noi migliaia di erbivori sono in movimento lungo la sponda verde scura: in acqua gli ippopotami se ne stanno bene in vista, come i coccodrilli che non sembrano avere memoria e nemmeno paura. Sono ore calde: elefanti e leoni restano protetti nella foresta di aciacia mentre sul fianco occidentale della grande pianura il sole si avvicina alle alture del reef.
Il viallaggio del parco
Il filantropo di professione che viene dall'Idaho assicura che non vuole nulla in cambio. Senza un pizzico di vanità spiega che i conti con il denaro li ha chiusi nella sua vita precedente. Con l'accordo ventennale siglato con il governo di Maputo si è piuttosto assicurato la possibilità di decidere persone e metodi del suo progetto sociale. Ambiente, tutela, turismo, formazione, comunicazione e lavoro locale sono gli ingredienti della sua ricetta. Nel distretto di Sofala Greg Carr è associato al nuovo dispensario, alla scuola, al ritorno dei turisti e anche al piccolo torrente di danaro in valuta locale che è tornato a scorrere tra le case di fango e paglia. I problemi non mancano, e alcuni li creano i vecchi capi tribali, regulos e fumu, che vedono scemare i loro poteri ancestrali. Ci sono poi agricoltori che lamentano i raid degli grandi erbivori negli orti e nei campi di masi e infine chi lamenta una sorta di ritorno al colonialismo dal volto umano. Ma i vantaggi economici e il sostegno politico del governo spianano parecchie sucettibilità.
In bici nella savana
Ad abbracciare la filosofia Carr ci sono già i 200 lavoratori, tra fissi e stagionali, che oggi lavorano per il campo. Ranger, guardiani, scout, assistenti veterinari, ma anche cuochi e camerieri. Contadini per nascita, quasi tutti sono stati sfollati, profughi e bracconieri per sopravvivere. Tatoo che mi accompagna ai villaggi raccontando con orgoglio il lavoro fatto a Gorongosa, è uno di loro ed è figlio di un impiegato del parco morto durante la guerra. Come molti suoi colleghi abita a Vinho, appena oltre il fiume Pungue che si attraversa rigorosamente in canoa mentre i cocodrilli sonnecchiano al sole. Qui il parco assicura a molti uno stipendio mensile da 1800 metical (50 euro), una somma che può ancora fare la differenza. Biciclette nuove e persino qualche moto, i segni della ripresa in Mozambico corrono su due ruote. Aspettando che il governo porti fino questa campagna remota la linea elettrica, mi nostrano fieri la scuola, che alimenta con dei pannelli fotovoltaici la piccola classe di informatica collegata al mondo via satellite.
Segnali da pachiederma
Dal villaggio si ritorna al parco per incontrare finalmente gli elefanti. Dopo circa due ore di vagabondare lungo le piste del Gorongosa abbiamo accumulato solamente decine di inconfondibili tracce della loro presenza, ma i grandi animali osservati dall'elicottero sembrano svaniti. Li abbiamo cercati nelle radure e lungo il lago, li abbiamo attesi alle pozze e nei punti di avvistamento, nulla. Poi, nonostante procediamo a passo d'uomo, ci andiamo quasi a sbattere contro mentre attraversiamo un viottolo affogato nell'erba alta. Sono un intero branco di una decina di esemplari raccolti uno dentro l'altro come un muro di carne e zanne. Gli occhi spalancati nella sorpresa mentre le grandi orecchie ondeggiano. Scatta repentina la carica. Sono solo pochi da elefante prima di arrestarsi, ma il messaggio è chiaro e corre al cervello sull'onda dell'adrenalina. Qui il passato è ancora vicino, ma il percorso intrapreso legittima speranze.


VIRGILIO NOTIZIE

29 OTTOBRE 2009

 

Canada/ Cantante folk uccisa da due coyotes in un parco

Taylor Mitchell assalita mentre faceva jogging

 

Una giovane cantante folk canadese è morta ieri dopo essere stata assalita da due coyotes in un parco nazionale della Nuova Scozia, in Canada. Taylor Mitchell, 19 anni, faceva jogging da sola nel Parco nazionale delle Alte Terre del Capo Breton martedì pomeriggio, quando è stata assalita dai coyotes. Le urla della giovane hanno attirato l'attenzione di altri escursionisti che hanno avvertito i servizi di soccorso. La ragazza è però deceduta una volta arrivata in ospedale. I poliziotti hanno sparato contro i due animali ferendone uno, ma entrambi i coyotes sono riusciti a fuggire.


IL GAZZETTINO BELLUNO

29 OTTOBRE 2009

 

La provincia è invasa dalla coccinelle cannibali

 

Provincia di Belluno - Le coccinelle che infestano la provincia sono un gran brutto cliente. Arrivano dall'Estremo Oriente e sono delle accanite divoratrici delle specie di coccinelle nostrane. Cannibali, insomma, e delle peggiori.«Direi che non vi sono molti dubbi: dovrebbe trattarsi proprio di Harmonia axyridis. La specie ha un pattern cromatico molto variabile, per cui si trovano assieme esemplari che sembrano appartenere a specie diverse. Varia ad esempio il numero dei punti neri o il colore di fondo delle elitre. Ma in realtà sono tutti Harmonia axyiridis. Aiutano nella determinazioni la macchia a forma di M al centro del pronoto e le dimensioni dell'esemplare che sono maggiori rispetto alle normali nostre coccinelle».A spiegarlo è Enzo Gatti, entomologo che lavora nella Forestale a Belluno contattato da Cesare Lasen, ex presidente del Parco, che aveva riscontrato il fenomeno direttamente. Anche Michele Cassol, frattanto, ha chiesto lumi sul fenomeno ad un entomologo dell'università di Padova ed è in attesa di risposta.


L'ESPRESSO

29 OTTOBRE 2009

 

I piaceri della carne

I newyorkesi ritrovano i piaceri della carne, frattaglie incluse: la Grande Mela scopre la pur antica professione del macellaio, tra corsi di macellazione e impegno nell'allevamento sostenibile. E in Europa? Finito l'incubo di Mucca Pazza, la carne è di nuovo nella lista dei buoni, insieme a una nuova generazione di allevatori consapevoli e cuochi rispettosi dell'animale sacrificato

 

Passi il corso per cucinare la carne, il corso di barbecue, quello per imparare a legare gli arrosti: ma il fatto che a Brooklyn ci siano liste d'attesa di 60 persone per partecipare alla lezione di "macellazione del maiale" tenuta settimanalmente da Tom Mylan, macellaio, blogger e guru dei nuovi carnivori all'insegna del motto «Non c'è mica solo la bistecca» (tomthebutcher.blogspot.com), segna un cambiamento epocale per una città e una nazione i cui abitanti sono tradizionalmente refrattari a considerare i tagli di carne acquistati al supermercato come parti di un animale intero.
Solo due anni fa, i traduttori di ricette veraci si sforzavano ancora di ingentilire istruzioni come «Squartate la lepre» o «raccogliete il sangue del maiale in una bacinella», racconta Antonia Schlueter, traduttrice di Nonna Genia Classic Langhe Cookbook, a cui nemmeno la benedicente prefazione di Carlo Petrini sembrava garanzia sufficiente per far accettare e apprezzare ai suoi connazionali le "barbarie" carnivore di piatti di frattaglie come la finanziera o lo zampino di maiale "batsuà". Ora, finalmente, i newyorkesi hanno riscoperto la carne (già all'inizio del 2008 si è registrata un'impennata nelle aperture di nuove steak house), frattaglie incluse. Gli studenti di Tom Mylan, alla fine del corso, si contendono i vari tagli del maiale, compresa la testa, per cui Mylan fornisce la ricetta francese del "fromage de tête" (il nome rende l'idea della consistenza finale). Come spesso accade a New York, gli anni della gavetta sono duri ma si diventa delle star in fretta: Mylan, 32 anni, ex commerciante di formaggi, è diventato un habitué delle ospitate televisive, dove si fa araldo di una nuova "moralità della carne", figlia della filosofia Slow Food che va lentamente conquistando il paese, alleata dei giovani chef, e non solo di quel Mario Batali che pur andando in giro con un gonnellino scozzese ha insegnato agli americani a non storcere il naso davanti alla trippa alla fiorentina. Che poi la riscoperta newyorkese della carne abbia la sua roccaforte nel cuore di Brooklyn, dove l'immigrazione italiana aveva portato ad aprire le pochissime macellerie esistenti a New York, ha un che di nemesi: quella che per gli americani è una scoperta con rullio di tamburi, per noi è un'eredità antica da rispolverare. L'ondata di moralità alimentare entrata negli States con la filosofia Slow Food ha contagiato dapprima l'agricoltura: tra i pionieri, Dan Barber, chef al Greenwich Village e contadino a Blue Hill Farm nell'Upstate New York. Esperimenti di allevamento sostenibile di lunga data, come Niman Ranch, vicino a San Francisco, hanno dovuto stentare per decenni dagli Anni Settanta ad oggi, per strappare una fetta di mercato alla grande distribuzione. Perché in fondo di questo si tratta: vincere la sonnacchiosa riluttanza del consumatore e trasformare l'acquisto solitario e anonimo nell'atto consapevole e sociale di consumare carne. L'allevatore Peter McDonald, ironia del nome, vende online (pasturepride.com) la carne di polli, tacchini, manzi e agnelli allevati nella propria fattoria, ed effettua personalmente le consegne negli uffici di Manhattan il cui personale si riunisce in gruppi di acquisto per poter avere l'animale intero, con un risparmio di circa il 60% sui prezzi praticati dalla catena bio Whole Foods. I gruppi d'acquisto consapevoli annoverano nelle proprie fila anche ex vegetariani conquistati dalle garanzie circa la qualità della carne e la sostenibilità dell'allevamento da cui proviene. Comprare l'animale intero significa imparare a riconoscere i tagli. La macellazione non è più tabù, se Mylan viene inquadrato nelle trasmissioni gourmet con il camice bianco imbrattato di sangue. Senza arrivare a tanto, le celebrity chef, da Alice Waters a Lidia Bastianich, hanno speso la propria immagine per promuovere i farmers market e l'allevamento sostenibile: Felidia, il ristorante "storico" di Lidia Bastianich, organizza mensilmente delle cene "Meet the farmers" con contadini e allevatori ospiti d'onore, a spiegare l'importanza di agricoltura e allevamento rispettosi. Rispetto significa anche che l'animale, una volta immolato, va consumato tutto, dalla testa alla coda, come ricorda Michael Pollan, autore de Il dilemma dell'onnivoro (Adelphi). E non c'è animale migliore del maiale per esemplificarlo. La corrente di pensiero è transnazionale, e gli araldi sono sempre gli chef: in Australia, Dan Hunter, convertito sulla via di uno stage nei paesi baschi, ha rilevato Royal Mail Hotel, a 3 ore di auto da Melbourne. Ha cominciato con l'orto, ma presto intraprenderà l'allevamento di agnelli, tradizionale nella regione.


IL PICCOLO

29 OTTOBRE 2009

 

Dai norcini salumi doc di Cormons

 

Piercarlo Donda

 

CORMONS (GO) -  Oltre 230 macellazioni dall’inizio della sua attività per il macello cormonese gestito dalla cooperativa Norcini del Collio e dell’Isonzo. Risultati importanti ma l’obiettivo è quello di arrivare a 500 capi entro l’anno. Lo afferma il consigliere comunale Renato Toros, apprezzato norcino e componente della cooperativa che gestisce la struttura cormonese. «Dal 13 gennaio – afferma Toros – abbiamo già effettuato ben 238 macellazioni con animali provenienti sia dalla provincia di Trieste, da quella di Udine oltre che da tutto l’Isontino con una media di circa 20 animali al giorno. È un risultato finora molto soddisfacente». Aggiunge: «In questi giorni partirà l’alta stagione del nostro settore ed il lavoro si intensificherà anche di molto. L’obiettivo che ci siamo prefissati è quello dei 500 capi macellati». In questi mesi l’attività è proseguita costanti e senza particolari problemi per la cooperativa dei Norcini del Collio e dell’Isonzo con la stretta collaborazione dei veterinari dell’Ass Isontina che verificano la corretta esecuzione delle operazioni dal punto di vista sanitario. Il costo della macellazione è stato fissato in 60 euro, Iva compresa, a cui vanno poi aggiunte le spese di trasporto dalle diverse località degli animali per chi fosse sprovvisto di un mezzo proprio. Nei mesi precedenti l’apertura della struttura sono stati diversi gli intoppi che i norcini della cooperativa hanno dovuto affrontare, primo fra tutti l’adeguamento della struttura alla ultime normative in continuo aggiornamento, oltre a problematiche relative a lavori che dovevano essere portati a termine già nelle precedente progettazione ma che in pratica non erano mai stati eseguiti se non solo sulla carta. Diversi inoltre sono stati i test effettuati sempre sotto l’occhio vigile dei medici dell’Aziensa sanitaria per verificare la corretta esecuzione della macellazione suina. La cooperativa Norcini del Collio e dell’Isonzo è composta da 7 norcini che hanno l’abilitazione sanitaria per poter esercitare la professione. Tra questi figura anche il consigliere comunale Renato Toros, anima della riapertura della struttura che da diversi anni era chiusa. Grazie agli ultimi interventi di adeguamento la struttura ha una capacità, grazie alle nuove stalle,di quasi una quindicina di capi per volta. Nei programmi della cooperativa e dell’amministrazione comunale per il prossimo anno c’è la realizzazione di una nuova sala per la trasformazione, ovvero la struttura cormonese produrrà dei salumi che saranno immessi sul mercato con un marchio creato ad hoc per promuovere la cittadina collinare al di fuori dei suoi confini, ma al momento non ci sono ancora delle novità a riguardo, anche se continuano i contatti con i vari enti per il reperimento dei contributi necessari alla sua realizzazione.

 

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