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LA ZAMPA.IT
29 MAGGIO 2010
Mucche torturate, la Rete insorge
Calci e pugni contro i bovini di una fattoria dell'Ohio. La petizione online ha già raccolto 11mila firme
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Calci, pugni e violenze di ogni genere contro mucche e vitellini. Le immagini choc sono state riprese in un video di denuncia girato da "Mercy for Animal", un'associazione no profit che si batte contro le torture sugli animali, e immediatamente hanno scatenato la protesta di animalisti e non. Il filmato è stato realizzato in segreto nella Conklin Dairy Farm di Plain City in Ohio.
Gary Conklin, il proprietario della fattoria, ha subito negato le accuse e ha dichiarato di voler prendere provvedimenti immediati contro gli autori degli abusi. Le sequenze mostrano ripetute violenze contro gli animali: dalle sprangate sul muso, ai forconi sulle zampe. La Rete si subito è mobilitata per bloccare il "massacro". E' stata lanciata una petizione online che ha già raccolto 11mila firme. Anche l'attrice Jamie Lee Curtis si è mobilitata e ha deciso di scrivere una lettera a Conklin: «Cambi la sua mentalità e trascorra il resto della sua vita, e così i suoi discendenti, cercando di trasformare la sua fattoria nella miglior forma di umanità, pulizia e amore per gli animali dai quali traete profitto».La petizione mira a fare chiudere la "fattoria degli orrori" e chiede una revisione delle leggi sulla tutela degli animali. Pare, infatti, che molte di questi "lager" ricevano sovvenzioni statali. Il grido del Web è unanime: «Basta, fermiamoli! Mobilitiamo tutti insieme per salvare le mucche». Questo è solo l'ultimo episodio di questo tipo denunciato negli Stati Uniti. Poco tempo fa un uomo era già stato arrestato con l'accusa di torture. Lo sceriffo di Union County Rocky Nelson definì qugli atti "vili e disgustosi".
VIDEO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=26935&tipo=VIDEO
UN MOTIVO IN PIU' PER ESSERE VEGETARIANI
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=2&ID_articolo=1033&ID_sezione=&sezione=
CORRIERE DELLA SERA
29 MAGGIO 2010
L'appello dell'attrice Jamie Lee Curtis al proprietario
In Ohio la «fattoria degli orrori»
La Rete: «Violenze contro gli animali»
Sprangate sul muso, code spezzate, forconi scagliati contro i vitelli, calci e pugni del tutto immotivati
MILANO - «Potrebbe indire una conferenza pubblica e riconoscere le sue responsabilità? Riconoscerle sul serio e promettere un cambiamento?». Con queste parole l'attrice Jamie Lee Curtis si è rivolta a Gary Conklin proprietario della Conklin Dairy Farm. Quanto succede agli animali di questa fattoria situata a City in Ohio è documentato da un video che mostra le brutale violenze riservate ai bovini: sprangate sul muso delle mucche, code spezzate, forconi scagliati contro i vitelli e poi ancora calci e pugni del tutto immotivati. Ovviamente il filmato è stato girato di nascosto dall'associazione no profit Mercy for Animals da anni impegnata contro le violenze nei confronti degli animali.
L'ATTRICE - Accanto a Mercy for Animals ora si è schierata anche Jamie Lee Curtis: «La sfidiamo ad avere il coraggio, come i coraggiosi che hanno filmato questa cosa, di aprire le porte e il suo cuore. Diventi lo standard per la sicurezza e la gentilezza e cambi davvero» scrive l'attrice che poi conclude la sua lettera aperta: «Cambi la sua mentalità e trascorra il resto della sua vita, e così i suoi discendenti, cercando di trasformare la sua fattoria nella miglior forma di umanità, pulizia e amore per gli animali dai quali traete profitto». Ma anche la Rete chiede di fermare il massacro: 11mila firme sono già state raccolte su Facebook.
VIDEO
http://www.corriere.it/animali/10_maggio_29/violenze-ohio-curtis_300a37de-6b22-11df-9ae5-00144f02aabe.shtml?fr=box_primopiano
CORRIERE ADRIATICO
29 MAGGIO 2010
Un ispettore ecologico ha frugato tra i rifiuti per cercare l’identità, filmando con una micro camera
Getta animali morti nel cassonetto: multato
Ancona - Deve aver strabuzzato gli occhi il cittadino davanti al verbale di 154 euro per aver sgarrato sui rifiuti. Aveva buttato animali morti dentro un cassonetto vecchia versione. E deve aver sentito ribollire il sangue non solo per una punizione eccessiva e magari non giustificata, ma soprattutto per l’intimità violata da un ispettore ecologico che per risalire all’identità dell’autore dello smaltimento illegale ha frugato nel sacchetto dell’immondizia fino a trovare e appuntarsi i dati personali su bollette buttate al macero. L’utente s’è rivolto all’Adiconsum, l’associazione dei consumatori, per fare ricorso quando verrà notificata l’ordinanza di mancato pagamento. Non c’è violazione della privacy, se a rovistare nella spazzatura è un pubblico ufficiale, e poi se la busta con l’indirizzo è tra i rifiuti significa che c’era la volontà di disfarsene. E’ quanto spiegano dal nucleo di vigilanza ambientale ecologica, che ha firmato il blitz a Massignano nel marzo scorso. Uno 007 dell’ambiente era appostato per un servizio contro il bracconaggio dei cinghiali e, armato di una penna con micro camera stile James Bond, ha visto avvicinarsi un Apecar. Il conducente è sceso e ha buttato un sacco nel bidone. L’investigatore ha appuntato la targa poi ha messo naso e mani dentro il cassonetto e ha trovato due conigli morti, interiora di pollo e zampe di gallina. Vietato gettarli nei contenitori urbani, stando a una delibera del consiglio comunale del 2006. L’ispettore ha cercato nel sacchetto e trovato su una basta i dati del cittadino preso in castagna. E gli ha notificato il verbale. Non è il solo a essere finito nelle grinfie dei custodi delle norme ecologiche. Dall’inizio dell’anno sono 44 le contravvenzioni per circa 8 mila euro per rifiuto-selvaggio. Pizzicato uno che da un Suv ha gettato il sacco dell’immondizia in un appezzamento di terra dalle parti di Varano. Tradito dagli estratti conto che c’erano dentro. Colpiti quelli che ha ammonticchiano televisori, frigoferi e lavatrici in un terreno. Tra gli indisciplinati punito anche un furbetto che scaricava con la pala calcinacci da un camion sul campo di un contadino ignaro. Nel mirino anche gli svarioni nella differenziata e chi sbaglia contenitore. E’ pugno di ferro. S’annunciano controlli a tappeto su macellerie e pescherie: le viscere animali devono essere smaltite tramite ditte specializzate.
QUOTIDIANO DEL NORD
29 MAGGIO 2010
Traffico illegale on line: pacchi postali con tartarughe protette
Cagliari - Oltre 100 tartarughe rare rinchiuse senz'aria dentro pacchi postali e spedite come oggetti sono state sequestrate nell'ambito di una complessa indagine condotta dalla Sezione Investigativa del Servizio Cites del Corpo forestale dello Stato e dal Corpo forestale di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna con il coordinamento della Procura della Repubblica di Tempio Pausania.Gli animali, gravemente maltrattati, viaggiavano segregati in pacchi asfittici, immobilizzati con zampe e code avvolte con nastro adesivo da imballaggio per arrivare a destinazione senza problemi.L'operazione è partita dal sequestro di due pacchi postali presso la dogana di Santa Teresa di Gallura che contenevano oltre una dozzina di tartarughe mediterranee appartenenti a varie specie tutelate dalla Convenzione di Washington.È scattata quindi un'attività di intelligence che ha portato all'esecuzione di perquisizioni domiciliari in diverse città italiane come Como , Siena, Benevento e Palermo al sequestro di altri esemplari.Quello che ne è emerso è un vasto traffico commerciale che, servendosi anche della rete internet, riesce a fruttare centinaia di migliaia di euro l'anno. Un vero proprio e-commerce illegale di animali e piante che, sfuggendo facilmente ai controlli, trascura aspetti fondamentali come l'osservanza del benessere animale, delle norme veterinarie e sanitarie e ignora il divieto di commercio di specie in via d'estinzione.Tra le tartarughe sequestrate, oltre alla Testuggine greca e a alla Testuggine di Hermann, anche esemplari della rara Testuggine marginata (Testudo marginata), presente quasi esclusivamente in Sardegna, la quale può raggiungere ad esempio sul mercato illecito quotazioni di 1.000 euro in Germania e addirittura di 5.000 euro in Giappone.Il cerchio delle indagini va stringendosi attorno ai primi responsabili individuati ma si ipotizza l'esistenza di un vero e proprio clan dedito all'attività criminosa, una banda che avrebbe impoverito il patrimonio faunistico della Sardegna depredandolo di centinaia di esemplari protetti. Gli indagati dovranno rispondere di gravi maltrattamenti inflitti agli animali e di violazioni delle norme dettate dalla Convenzione di Washington, a tutela delle specie minacciate di estinzione.Le tartarughe terrestri mediterranee, insieme ad alcune specie di rapaci, anfibi e rettili, sono vittime dell'azione criminosa dell'uomo che, prelevandole indiscriminatamente dai propri habitat, ne provocano l'estinzione oltre a causare una grave perdita di biodiversità.
LA PROVINCIA PAVESE
29 MAGGIO 2010
Spara al piccione, sfiorato l'incidente in bici
VIDIGULFO (PV). Uno sparo, un piccione colpito che cade a pochi centimetri da una donna in bicicletta. Il tutto sotto gli occhi di una volontaria della Protezione animali, che avverte la polizia locale, prima, e denuncia, poi, l’accaduto ai carabinieri. E’ successo nella centralissima via Marconi, all’altezza del civico 14. A pochi metri, fra l’altro, dai giardini pubblici dove giocavano alcuni bambini. Testimone dell’accaduto è Maria Cristiani, ancora incredula per quello che ha visto con i suoi occhi: «Mi trovavo a passare da via Marconi - racconta la volontaria dell’associazione - quando all’improvviso ho sentito un colpo secco, tipo esplosione d’arma da fuoco. Ma più attutita. Subito dopo, ho visto un piccione cadere dall’alto in verticale a tutta velocità». Proprio in quel momento stava transitando una donna in bicicletta che solo per caso è rimasta illesa. Il volatile infatti, ormai privo di vita e in caduta libera con un missile, l’ha per fortuna solamente sfiorata. La paura, però, è stata tanta. La sorpresa di veder piombare un animale morto sulla strada, inizialmente, non ha fatto capire cosa fosse davvero successo. Solo Cristiani ha realizzato quasi subito che qualcuno aveva sparato all’uccello. «Ho visto che nel petto c’era il foro di entrata e qualche goccia di sangue che sporcava le piume - ricorda ancora la donna -. Da lì ho capito che l’animale era rimasto vittima di un’arma. Ad aria compressa, molto probabilmente, ma sempre di un’arma». La Cristiani ha immediatamente avvertito i vigili di Vidigulfo che sono arrivati sul posto qualche minuto dopo. Ma non si è fermata a questo. La volontaria della Protezione animali è andata successivamente alla stazione dei carabinieri di Landriano per inoltrare una denuncia contro ignoti. L’indagine si concentrerebbe verso un condominio di via Marconi. Da lì, quasi sicuramente, è partito il colpo che è stato fatale al piccione e che poteva provocare una tragedia. Non dovrebbero essere in molti, fra l’altro, a possedere una arma ad aria compressa, probabilmente una carabina. Di certo, chi ha premuto il grilletto ha una mira quasi infallibile ed è quindi abituato a maneggiare fucili e simili armi. Se verrà individuato, il cecchino rischia una doppia denuncia: non solamente per il «semplice» maltrattamento di animali, ma anche per aver sparato in una pubblica via.
SICILIA NEWS 24
29 MAGGIO 2010
Modica: branco assalta allevamento maiali, catturati due randagi
MODICA (RAGUSA) - Gli agenti del Nucleo Antirandagismo della polizia municipale di Modica, la notte scorsa, hanno catturato due dei cinque cani randagi che alcuni giorni fa avevano assaltato un allevamento di maiali in contrada Santa Rosalia-Teduschella, nel ragusano. Uno dei due cani bloccati dovrebbe essere proprio il capobranco. "Gli agenti del Nucleo Antirandagismo - spiega il comandante, Giuseppe Puglisi - sono costantemente sui luoghi e non lasciano nulla di intentato. Si agisce durante la notte poiche', come si sa, i cani randagi, commettono le loro razzie principalmente al buio e con la fresca temperatura".
ANSA
29 MAGGIO 2010
Pappagallo impigliato tra cavi chiama proprietario, salvato
Protagonista Enrico, questo il nome dell'animale, che vive a Brognaturo, piccolo centro del vibonese
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BROGNATURO (VIBO VALENTIA) - Mentre volava si è impigliato tra i cavi dell'alta tensione e per richiamare l'attenzione ha iniziato a pronunciare il nome del proprietario, che poi è intervenuto con i vigili del fuoco e lo ha tratto in salvo. Protagonista della singolare vicenda è un pappagallo, di nome Enrico, che vive a Brognaturo, piccolo centro delle serre vibonesi. Enrico vive in casa di Vincenzo, la figlia del quale, ieri sera, ha portato l'animale a fare un giro per il paese. Improvvisamente il pappagallo è scappato e si è rifugiato su alcuni fili dell'alta tensione. Non riuscendo più a tornare a casa, l'animale ha iniziato a chiamare il proprietario pronunciando ripetutamente la parola 'Cenzo', che per il pappagallo è il modo per chiamare Vincenzo. Nel luogo dove si è verificato l'episodio si sono radunate numerose persone di Brognaturo, che erano allarmate per la sorte del pappagallo. Successivamente sono intervenuti i vigili del fuoco che con il padrone ed il proprietario di una impresa sono riusciti a trarre in salvo l'animale."Abbiamo avuto tanta paura per il nostro Enrico, che ora è tornato a casa ed é tranquillo", ha detto il proprietario.
CORRIERE DELLE ALPI
29 MAGGIO 2010
Salvato un capriolo impigliato nella rete
SANTO STEFANO (BL). Il vicepresidente di Federcaccia Belluno, Gianni Da Rin, qualche giorno fa ha liberato un maschio di capriolo che si era impigliato con le corna nelle reti per limitare il pascolo delle pecore, sui prati di Costalissoio. «L’animale», racconta Da Rin, «si dibatteva nella rete, ma non si sarebbe salvato se non l’avessi per caso visto mentre facevo una passeggiata. L’ho bendato per tranquillizzarlo, ho reciso la rete dove si era impigliato con le corna e poi l’ho fatto scappare, con ancora brandelli di rete di plastica sulle corna». Simili salvataggi non sono rari, come testimonia Da Rin. «Non è certamente un fatto nuovo che dei cacciatori salvino la vita di questi animali. Il cacciatore», spiega ancora Da Rin, «oramai è diventato un elemento di gestione del territorio e quindi la mentalità della caccia si è in questi anni rivoluzionata; d’altra parte basti ricordare lo sforzo fatto durante lo scorso inverno da parte di molti cacciatori, in Comelico in particolare, per evitare che la neve sterminasse la popolazione degli ungulati in alta quota, dove era impossibile trovare da mangiare. E’ stato così possibile evitare che gli animali venissero decimati».
LA NUOVA SARDEGNA
29 MAGGIO 2010
Salvata tartaruga marina e ricoverata all Asinara
PORTO TORRES (SS). Il Centro recupero animali marini del Parco dell’Asinara e del Cts Ambiente, è intervenuto nel recupero di un esemplare di tartaruga marina appartenente alla specie “Caretta caretta” a seguito della segnalazione della capitaneria di Porto. Una famiglia di gitanti ha notato, nei pressi di Costa Paradiso, l’esemplare in difficoltà che galleggiava girando attorno a se stesso, e non ha esitato a metterla a bordo del proprio gommone. L’esemplare, di soli 9 chilogrammi di peso al momento della visita clinica, ha presentato una costipazione intestinale abbastanza evidente, causata quasi sicuramente dall’ingestione di alcuni rifiuti. La tartaruga è ricoverata nel Centro di recupero, all’Asinara.
AGI
29 MAGGIO 2010
RONDINI NEI NIDI: ASSESSORE BLOCCA CANTIERE NEL MILANESE
Milano - Le rondini bloccano un cantiere edilizio a Rozzano, alle porte di Milano. In Via Monte Amiata, un terreno con un rudere e molto verde spontaneo, sono destinati a veder sorgere villette e box auto. Ma i costruttori non avevano fatto i conti con le rondini, uccelli particolarmente protetti che in questo periodo e fino a settembre invadono cascine, campagne e ruderi, riempiendo i nidi di uova e di piccoli rondinini. Le leggi, europee, italiane e regionali - e perfino il Regolamento di Tutela degli Animali del Comune - prevedono che nei periodi di nidificazione i nidi non possano essere rimossi o abbattuti. Il cantiere era gia' in pieno esercizio, quando alcuni residenti hanno chiamato l'Assessore all'Ambiente di Rozzano, Stefano Apuzzo. L'ambientalista e' intervenuto sul posto, con i tecnici comunali e con la Polizia Locale e dopo poche ore le ruspe erano ferme. Una settimana di sospensione e' stata concordata al fine di consentire alla proprieta' dell'area di approfondire la normativa. L'ipotesi piu' probabile e' che i lavori di abbattimento dei ruderi e di ripristino dell'area in totale stato di abbandono (nella zona dormivano anche persone senza fissa dimora), riprendano in autunno, quando i volatili saranno ripartiti per l'Africa. "Le leggi parlano chiaro: chi con interventi edilizi e di abbattimento distrugge nidi di rondine e di altri animali selvatici protetti viola il codice penale e rischia il sequestro del cantiere. L'intervento mio e dell'Amministrazione comunale ha prevenuto un danno all'ambiente e agli animali, ma anche agli operatori e ai proprietari dell'area. Un procedimento penale, infatti, avrebbe bloccato i lavori ben piu' a lungo. Riteniamo sia meglio prevenire piuttosto che subire", afferma l'Assessore all'Ambiente, Stefano Apuzzo. Soddisfatti i volontari di APE (Animali Piante Ecologia) della vicina Oasi dello Smeraldino che ricordano come in quell'area vi siano tantissimi ricci, rondini, conigli selvatici e, perfino, animali rapaci notturni, come la civetta.
IL GAZZETTINO DI UDINE
29 MAGGIO 2010
Se il cane invecchia evitategli lo stress
Lisa Zancaner
L’amico di casa che abbaia comincia a stentare il passo, è meno vivace e non ha voglia di correre dietro alla sua pallina preferita: l’età avanza. Non è facile stabilire con precisione quando il cane diventa anziano; innanzitutto bisogna distinguere le taglie: i cani piccoli (fino a 9 chilogrammi) invecchiano dopo rispetto ai “colleghi” più robusti: un pastore maremmano è vecchio a otto anni, uno yorkshire a 12 anni, come un signore 75enne. Quando non si scatena più in corse e giochi è ora di rivedere il suo tenore di vita: alimentazione, movimento, controlli veterinari e igiene devono essere adattati alla nuova situazione. Con le dovute attenzioni Fido può vivere ancora a lungo.L’età media degli animali tende ad alzarsi proprio come nell’uomo, merito della prevenzione e dei progressi della medicina che è pronta a sfornare una nuova specializzazione: la geriatria veterinaria. Nonostante Fido abbia quattro zampe, il pelo folto e la coda, per certi aspetti la sua vita non si discosta da quella dei “due zampe”, quindi a una certa età niente stress, pasti a orari fissi e abitudini regolari. D’inverno è meglio coprirlo, mentre d’estate vanno evitate le passeggiate nelle ore più calde e per le gite in auto è meglio accendere il climatizzatore. Il cane anziano deve pure evitare gli shock: è meglio tenerlo al riparo dai botti di Capodanno e dai fuochi d’artificio di Ferragosto. Va poi prestata particolare attenzione agli acciacchi, se il cane ansima potrebbe trattarsi di un problema alla laringe, se fatica ad alzarsi forse è il segnale di una malattia congenita o di artrosi. Anche a lui ogni tanto serve un check up.
CORRIERE ADRIATICO
29 MAGGIO 2010
Ordinanza vieta di nutrire gli animali
Troppi piccioni in centro Campagna di controllo
Potenza Picena (MC) - I piccioni in città stanno proliferando e il Comune corre ai ripari. Sono stati resi noti i risultati di un’analisi commissionata a uno studio faunistico al fine di effettuare la stima del numero di piccioni presenti nel centro storico. Il censimento ha stimato una densità di “colombo di città” superiore a quella indicata dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) come densità minima e tale da rendere opportune apposite campagne di contenimento di questa specie faunistica. Pertanto il sindaco Sergio Paolucci ha emesso un’ordinanza che dispone il divieto di somministrazione saltuaria o ordinaria di cibo o alimenti ai piccioni terraioli evitando in tal modo anche fenomeni di commensalismo con ratti ed altre specie animali.
L’ordinanza dispone inoltre che i cittadini, entro il 31 dicembre, dovranno provvedere a impedire ai piccioni l’accesso a tutti i siti dove possono nidificare come ad esempio finestre, solai aerati, sottotetti, lucernai, chiudendo nicchie e fori nelle facciate degli edifici utilizzando apposite apparecchiature facilmente reperibili in commercio. L’ordinanza ha validità fino a fine anno e se necessario verrà prorogata. Tra qualche mese gli uffici faranno valuteranno come stanno andando le cose e quali sono gli effetti degli interventi.
IL TIRRENO
29 MAGGIO 2010
Pesca di frodo, reti sotto sequestro
PIANOSA (LI). Pesca di frodo. E anche in grande stile dato che, sotto sequestro, sono fini 600 metri di rete. A scoprire l’attrezzatura il gruppo nautico del corpo forestale durante un servizio di controllo nelle acque intorno all’isola che, come noto, è un’area protetta. Chi abbia posizionato lì quella rete e quando è ancora tutto da stabilire. La scoperta è stata, a quanto pare, del tutto fortuita. E’ avvenuta nell’ambito di una normale perlustrazione delle coste dell’isola da parte della motovedetta della forestale di stanza a Portoferraio. Gli uomini a bordo si sono imbattiti nella rete, poi issata a bordo dell’imbarcazione e posta sotto sequestro. All’interno c’erano circa 15 chili di pescato, ovviamente illegale. Tra le specie catturate crostacei e molluschi, tra cui la “Bolma rugosa” detta anche “Occhi di Santa Lucia”. Gli animali, ancora vivi, sono stati immediatamente liberati in acqua. Come precisa il corpo forestale le indagini per scoprire chi abbia piazzato lì la rete vanno avanti. In particolare sarà interessante capire come abbia fatto a mettere in acqua le reti in tutta tranquillità dato che su Pianosa, e nello specifico sul tratto di mare che costeggia l’isola fino a un miglio di distanza dalla costa, vigila costantemente un radar installato lì circa un anno fa. Evidentemente il controllo elettronico dell’isola non è sufficiente a garantire il rispetto delle regole. Ed è anche per questo che la forestale, come le altre forze dell’ordine, periodicamente effettua servizi di perlustrazione nella zona, servizi che stavolta hanno dato i loro frutti.
LA REPUBBLICA
29 MAGGIO 2010
Pesca, addio a seppie e telline da giugno cambiano le regole
Entra in vigore il Regolamento Mediterraneo dettato dalla Commissione europea. Riviste le dimensioni degli animali da catturare e le distanze dalla costa. A rischio anche vongole, calamaretti, bianchetti e frittura di paranza. La protesta dei ristoratori veneti. Il ministro Galan: l'Italia ha chiesto una deroga
ROMA - Gli italiani si preparino a dire addio ad alcune prelibatezze che dal mare finiscono nel piatto, soprattutto d'estate. Ovvero seppie, calamaretti e telline, rossetti, bianchetti e latterini, frittura di paranza. Da martedì 1 giugno entra in vigore il Regolamento Mediterraneo: la Commissione europea detta nuove regole per la pesca, con maglie più larghe che rendono impossibile, ad esempio, la cattura dei calamaretti e dei rossetti essendo molto piccoli, e nuove distanze dalla costa a non meno di 1,5 miglia per le reti gettate sotto costa, che diventano 0,3 per le draghe usate per la cattura dei bivalvi, come telline e cannolicchi che vivono e si riproducono a pochi metri dalla costa. Alimenti che godono di una solida tradizione gastronomica italiana ma che si scontrano con l'obiettivo dichiarato dell'Ue di tutelare le specie a rischio e il nutrimento dei pesci adulti, imponendo quindi limiti a metodi e confini dei territori di pesca.Il Regolamento Mediterraneo è penalizzante soprattutto per l'Italia, Paese della piccola pesca a cui si dedica il 5% della flotta. Ora bisogna affrontare una nuova realtà che, a detta delle associazioni di categoria a partire dall'Agci Agrital, deve essere governata, dopo aver giocato a Bruxelles senza successo la carta di deroghe e proroghe. E se non sono mancate le proteste, come quella dell'associazione Marinerie d'Italia davanti al ministero delle Politiche agricole a Roma, ora si pensa ai Piani di gestione da presentare all'Ue, ovvero a deroghe per maglie e distanze dalla costa che permetterebbero la cattura delle specie messe a rischio dalle nuove disposizioni; ma anche a misure economiche in grado di alleviare i pescatori penalizzati.
A questo proposito c'è qualche novità per vongole e cannolicchi: una circolare ministeriale infatti, rende noto la Federcoopesca, informa che è in via di perfezionamento la procedura per una deroga. Un rinvio possibile anche per le telline perché, secondo la Lega Pesca, la Commissione europea potrebbe escludere dal Regolamento il divieto dei rastrelli da natante, visto che si tratta di attrezzi non trainati.
E se Carlo Petrini, enoghastronomo e fondatore di Slow Food, plaude alle normative ("da anni - dice - con Slow Fish sosteniamo progetti di pesca responsabile e invitiamo il consumatore a dire 'no' a pesci a rischio di estinzione"), da Venezia si leva il grido di dolore di chi della seppia ha fatto un elemento imprescindibile del proprio successo. Arrigo Cipriani, proprietario dell'Harry's Bar, parla "a nome di tutti gli abitanti della laguna veneta": la sua preoccupazione maggiore è per la seppia, "elemento fondamentale della cucina veneta che non possono portarci via". Il patron dell'Harry's (il locale è stato dichiarato nel 2001 dal ministero della Cultura "punto di riferimento nazionale per la sua testimonianza agli eventi di un secolo") elenca i capolavori della cucina locale: risotto di seppie, seppie con la polenta, seppioline, insalata di seppie. "Ma chi fa andare avanti la Ue? Sono tutti esperti senza esserlo - attacca Cipriani - io credo ci sia di mezzo qualche interesse, sicuramente c'è qualche protezione per qualcuno a scapito di altri. E noi chi abbiamo che ci difende all'Agricoltura? Galan? Se sono questi i primi passi di Galan siamo rovinati. Mi appello al Galan pescatore, anche se lui va a tonni con l'amo...". E il ministro per le Politiche agricole e la pesca risponde: l'Italia ha già chiesto una deroga al Regolamento ed è in attesa di una risposta da parte della Commissione europea. "Concordo con le scelte dell'Ue - osserva Galan - in difesa di un principio che deve diventare proprio dei pescatori italiani, quello della gestione del patrimonio ittico: il mare è un bene da tutelare nella sua biodiversità".
IL TEMPO
29 MAGGIO 2010
I cani poliziotto "vanno a ruba"
Hanno tra i 12 mesi e i 7 anni, sono bellissimi e le foto sul sito non lasciano dubbi. Sono sei labrador e un pastore tedesco, pronti a scodinzolare per un nuovo padrone
Roma - I cani poliziotto "vanno a ruba". È bastato l'annuncio sul sito della Polizia che 7 cani riformati dall'unità cinofila cercano una nuova famiglia che, in poche ore, sono piovute richieste di adozione da tutta Italia. Centralino e fax della Scuola dei cani poliziotto di Nettuno sono stati intasati da richieste che lasciano ben sperare in un futuro senza divisa e più domestico per i cani-agenti Tinker, Taz, Baku, Petra, Rhua, Denise e Argo II°.Hanno tra i 12 mesi e i 7 anni, sono bellissimi e le foto sul sito non lasciano dubbi. Sono sei labrador e un pastore tedesco, pronti a scodinzolare per un nuovo padrone «che però sappia essere all'altezza. Perché - spiega Mario Cardea del Centro Cinofilo della Polizia di Nettuno - sono cani con personalità forte. Le selezioni dei nuovi padroni saranno svolte con rigore nell'interesse degli animali e di chi li adotterà».Gli agenti-conduttori hanno la prelazione e nel 60% dei casi sono loro tenerli. Poi tutti gli altri seguiranno l'iter normale della domanda [...]
TRENTINO
29 MAGGIO 2010
A Gazzadina quattro caprette tibetane
Sara Marcolla
TRENTO. Ancora non hanno un nome, ma già riescono a camminare sulle proprie zampette dietro alla loro mamma. Sono quattro caprette tibetane, nate il 25 maggio scorso nella casa di Serena e Bruno Saltori a Gazzadina: «Un evento rarissimo» spiega Serena. «Il veterinario ci ha confermato che questa specie di capra riesce a partorire al massimo due o tre cuccioli». Il parto è avvenuto la sera, abbastanza in fretta: «Siamo riusciti ad assistere solo alla nascita dell’ultima capretta. E’ stato un momento commovente per me e per la mia famiglia». Serena abita, infatti, con il marito Bruno e con le due figlie Aurora e Benedetta di 14 e 10 anni in una bella casa a Gazzadina, circondata da prati e campagne. C’è da dire che questa famiglia possiede una vera e propria fattoria: c’è il gallo Romeo, le oche Morgan e Matilde, altre due capre, Macchia e Freccia, con i rispettivi cuccioli. E poi Leon e Nerino, due agnelli, l’asina Mila e il suo compagno Din. I quattro capretti nati qualche giorno fa rimangono quasi sempre nella loro stalla, assieme alla mamma. Due di loro sono ancora molto deboli: «Dobbiamo allattarli io e mio marito» spiega Serena. «Mungiamo il latte dalla mamma e poi riempiamo due biberon». La loro passione per gli animali è nata un anno fa, per caso: «Un nostro vicino ci ha chiesto di badare al suo asino. Poi ci è stata affidata anche una capra. Ci siamo innamorati di loro e così i legittimi proprietari ce li hanno regalati. Da lì abbiamo deciso poi di acquistare altri animali». Ora Serena e Bruno hanno quasi trenta animali che girano attorno alla loro casa: «Un grosso impegno, ma anche una stupenda soddisfazione». Per loro la giornata inizia presto, verso le 6 e 30. Un aiuto viene anche dagli abitanti del paese, che ogni giorno portano cibo per i numerosi animali. E le vacanze? «Per ora niente vacanze - conclude Serena - i cuccioli sono ancora troppo piccoli». Progetti per il futuro? «Mi piacerebbe realizzare una fattoria didattica per le scuole».
LA GAZZETTA DI MODENA
29 MAGGIO 2010
Parco vietato a gatti e cani A Cibeno protesta dei residenti
Modena - «Ci sentiamo discriminati, il Comune deve modificare quel divieto». La singolare protesta arriva dal nuovo quertiere di via Canalvecchio. L’accesso al parco è vietato a cani al guinzaglio e a gatti, «unico caso in città», dicono i residenti. Così chi abita in zona non può concedersi una passeggiata col proprio animale domestico, se non rischiando una multa. «Ci auguriamo - dicono a Cibeno - che i vigili comprendano l’ingiustizia di cui siamo vittime».
IVG
29 MAGGIO 2010
Appello dell’Enpa ai Comuni: “Meno divieti e restrizioni per gli animali
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Savona. “Dall’imminente riunione dei sindaci savonesi, per uniformare l’estate dei divieti, ci aspettiamo una modifica intelligente a quelli che, fino ad oggi, subiscono le numerose famiglie che posseggono animali (cani e gatti)”. E’ questo il messaggio lanciato dalla Protezione Animali agli amministratori locali in vista dell’estate.“L’abbandono estivo di cani e gatti è certamente segno di inciviltà ma è favorito dall’assenza di servizi ed ospitalità nei luoghi di villeggiatura, malgrado le bandiere blu o le certificazioni ambientali di cui ormai si fregiano molti comuni rivieraschi. La realtà è infatti pesante per cane e padrone, con una selva di divieti di accesso in molte zone cittadine ed esercizi commerciali della provincia” osservano dall’Enpa.La Protezione Animali sollecita la modifica (solo in parte accolta finora a Loano, Finale Ligure e Spotorno) delle esistenti ordinanze comunali sulla disciplina della circolazione dei cani, con l’eliminazione dei divieti di accesso di tali animali nelle aree cittadine (zone pedonali, parchi, lungomari e passeggiate, etc.) e nei bar e ristoranti, garantendo peraltro il rispetto delle norme igieniche e comportamentali.“E’ solo nel nostro paese che si mantengono simili punitive disposizioni: nella vicina Francia si può andare ovunque con il proprio cane. Proponiamo che siano predisposte aree per cani cittadine e, fornendo la progettazione e la consulenza gratuita, chiediamo la creazione di almeno un tratto di spiaggia libera accessibile ai cani in ogni comune, come prescrive una legge regionale dal 2000 ed un accordo stato-regioni: ne esistono soltanto due, a Pietra Ligure e Finale, oltre a tre private ad Albissola, Alassio e Laigueglia” aggiugono dall’associazione.“Chiediamo infine una maggiore disponibilità degli alberghi e campeggi ad accettare animali al seguito; negli anni passati avevamo stipulat con associazioni alberghiere un accordo al quale hanno aderito 650 alberghi ma da allora non vi sono stati miglioramenti. E’ bene ricordare che una famiglia su quattro possiede un gatto ed una su cinque un cane e che in tempi di crisi sarebbe utile facilitare le esigenze dei turisti animalisti, che rappresentano una parte sempre maggiore dei frequentatori della riviera” concludono dall’Enpa.
CORRIERE DELLE ALPI
29 MAGGIO 2010
I turisti che arrivano coi cani devono essere avvisati per tempo
BELLUNO. «Teniamo alta l’attenzione attorno alla rabbia». E’ il monito lanciato dal veterinario feltrino Luca Funes, preoccupato per il silenzio calato attorno a queste epidemia: «Ultimamente sembra un po’ calato il sipario o “il silenzio” sulla malattia zoonosica dell’anno ed è un fatto grave, visto che la stagione turistica estiva è ormai alle porte. La rabbia è mortale su tutti i mammiferi, uomo compreso, quindi non possiamo permetterci di sottovalutarle. Servono informazioni, i turisti che arrivano in provincia devono vaccinare gli animali al seguito almeno 21 giorni prima di arrivare per le vacanze. Ma per fare ciò devono essere avvisati. E il compito spetta a tutti noi, dai veterinari agli amministratori, dagli enti turistici agli albergatori: spero che chi di dovere abbia fatto le comunicazioni di rito. Guai creare inutili allarmismi, ma nascondere del tutto il problema potrebbe essere pericoloso». Funes chiede maggiori controlli: «Tuttora è in vigore il regolamento che vieta l’uscita con i cani se non al guinzaglio, invece lungo fiumi, laghi e sentieri di montagna i cani sono spesso liberi e non al guinzaglio. Servono maggiori controlli da parte della forestale e della polizia provinciale: non possiamo permetterci di lasciare focolai in giro». L’allarme sembra comunque rientrato per cani e gatti nostrani: «La maggior parte di loro è stata vaccinata, quindi sono fuori pericoli. Ma ci sono purtroppo dei soggetti che hanno preferito violare la legge non sottoponendo il proprio animale al vaccino. Sarebbe bene che lo facessero, perché, a parte la multa, i loro animali potrebbero risultare pericolosi anche per l’uomo».
LA PROVINCIA DI LECCO
29 MAGGIO 2010
Il progetto del ministro
La "coscienza" della Brambilla non piace ai cacciatori della Lega
Insieme al professor Veronesi e alla scrittrice Susanna Tamaro, per fare solo due esempi, ha creato il progetto «La coscienza degli animali» che si batte, tra le altre cose, contro la caccia.
Ma l'iniziativa del ministro lecchese del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, non piace ai leghisti di casa nostra che hanno diffuso una durissima nota. «Il Ministro al Turismo Brambilla che si è dichiarata contraria alla caccia. Troppo spesso siamo costretti a registrare interventi fuori tempo e fuori luogo sulla caccia, che hanno origine nei bassi interessi di bottega "elettorale", i quali dimostrano con chiarezza quanto manchi, da parte di chi li esprime, un'autentica conoscenza del significato più importante e vero dell'andare a caccia». Secondo Ferdinando Ceresa, Consigliere Provinciale e Presidente Commissione Provinciale caccia e pesca e Giovanni Pasquini, Consigliere Provinciale e componente Commissione Provinciale caccia e pesca «il cacciatore è un uomo profondamente innamorato del proprio territorio, legato alla sua tradizione culturale e alla sua identità, che lotta tenacemente per salvaguardarlo dalla cementificazione e dallo sfruttamento sconsiderato, secondo una logica per la quale, com'è evidente che sia, se non vi è territorio, non può senz'altro esserci selvaggina e nemmeno la pratica venatoria». Insomma, una bocciatura a tutto campo. «Riteniamo che ben altri - aggiungono i due consiglieri - siano i responsabili del costante tentativo di distruzione del nostro territorio, per scopi meramente utilitaristici e speculativi, con la conseguente messa a rischio di molte specie selvatiche e dell'habitat naturale in cui essi vivono e si riproducono. Con grande equilibrio, ma non senza fermezza, la Lega Nord per l'indipendenza della Padania stigmatizza le personali prese di posizione del Ministro Brambilla, rivendicando, anche sotto il profilo culturale, la tutela dell'arte venatoria nel pieno rispetto di leggi già oggi oltremodo restrittive ed in parte da rivedere, con particolare attenzione al mantenimento di tutte le biodiversità atte a mantenere l'ecosistema». Ciresa e Pasquini invitano «la responsabile del Dicastero per il Turismo al rispetto e alla riscoperta della propria identità locale e le suggeriamo una lettura del grande letterato, poeta e cacciatore veneto Mario Rigoni Stern intitolata "Il bosco degli Urogalli" nella quale, se lo vorrà, potrà rinvenire, fra i racconti di caccia, i silenzi del bosco, i villaggi chiusi nell'inverno col fuoco acceso nelle cucine e la limpida solitudine delle albe per i sentieri di montagna delle nostre splendide Alpi».
TUTTOGGI.INFO
29 MAGGIO 2010
NEL MENOTRE PROSEGUONO GLI ANNEGAMENTI DI CAPRIOLI PER MANCANZA DI RECINZIONI
Lo denuncia Maurizio Ronconi (Udc) "La Provincia esegua i lavori e li addebiti alla società proprietaria dell'invasa"
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Perugia - Il capogruppo provinciale dell'UDC Maurizio Ronconi ha presentato al presidente della Provincia di Perugia un'interrogazione riguardo alla mancata messa in sicurezza del canale del Menotre a Foligno, gestito da società che produce energia idroelettrica. Un canale dove da anni - moltissime già le interrogazioni in Provincia - si ripetono annegamenti di animali di grande pregio per la fauna locale. In particolare caprioli e daini. "Tutto questo sta provocando in maniera preoccupante - spiega il capogruppo dell'Udc Maurizio Ronconi - una continua moria di caprioli alla quale si potrebbe porre fine realizzando opere necessarie ad evitare la caduta degli animali nel canale. Considerati i pareri favorevoli espressi anche recentemente dall'ente provinciale, senza però un sostanziale accoglimento da parte delle società che gestiscono il canale del Menotre, è necessario che la Provincia esegua urgentemente i lavori di messa in sicurezza del canale e che gli stessi vengano addebitati alla società".
LA PROVNCIA PAVESE
29 MAGGIO 2010
Volpi fra le case, strage di polli a Valeggio Gli allevatori: «Troppi animali selvatici»
Umberto De Agostino
VALEGGIO (PV). Strage di polli a Valeggio. Negli ultimi giorni, le volpi sono entrate in diversi pollai del paese uccidendo o portando via un centinaio fra galli, galline e pulcini. Alcune famiglie lamentano la scomparsa o l’uccisione di gran parte del pollame custodito nelle vicinanze delle abitazioni. «Sono volpi che vivono nelle campagne: non trovando nulla da mangiare e magari dovendo anche sfamare i piccoli, arrivano fino in paese - spiega Ercole Corsico, vittima dei raid - Qualcuno ha pensato anche a un furto, ma si tratta chiaramente di una volpe: ora dovremo rinchiudere i polli sotto chiave». La volpe, per la notevole taglia, è uno dei predatori più feroci, che in certi casi arriva a seppellire le vittime nelle vicinanze dei pollai per potersene cibare in seguito. Il fenomeno della presenza delle volpi attorno al centro abitato di Valeggio è recente. «Purtroppo, si dovrebbe tenere sotto controllo il numero di questi animali selvatici, che si stanno diffondendo sempre più mettendo a rischio i nostri pollai», aggiunge. Adesso i cittadini colpiti nottetempo stanno studiando i metodi di difesa più efficaci, come telai metallici. La volpe, nota per la subdola scaltrezza con cui insidia e devasta i pollai domestici, è da qualche giorno il nemico più pericoloso per i proprietari di animali domestici.
GIORNALE DI VICENZA
29 MAGGIO 2010
Miele bocciato: Così l'orso diventa domestico
ASIAGO. Si susseguono le voci su presenze di altri plantigradi. Wwf contesta l'idea della Rigoni di regalare un quintale di nettare. E Gios replica alla Provincia «Su M5 vogliamo decidere noi»
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L’orso Dino è diventato il nuovo simbolo dell’intero Altopiano
Paola Bosaro
Asiago. Il Wwf boccia la proposta della ditta Rigoni di sfamare l'orso con il miele. «Fornirgli cibo in modo artificiale significa favorire la sua vicinanza all'uomo e alle sue attività», sostengono dall'associazione ambientalista. «Per aiutarlo è meglio investire nelle ricerche, nell'acquisto di recinzioni elettrificate e nella corretta informazione ai turisti»[FIRMA]
La polemica poi si trasferisce sul fronte politico: «Su Dino vogliamo essere noi a decidere». La richiesta rivolta dal sindaco di Asiago Andrea Gios all'amministrazione provinciale ha quasi il tono della sfida. «Questo tema sta diventando la fiera delle vanità. Si parla tanto di federalismo», chiarisce Gios. «Allora perché da Venezia e Vicenza vengono a dirci come dobbiamo comportarci con l'orso? Vorremmo poter governare il nostro territorio, almeno per quanto concerne queste questioni». Le zampate di Dino stanno superando i confini della cronaca e iniziano a far sanguinare vecchie ferite politico-autonomistiche. L'assessore provinciale Luigino Vascon non nasconde le sue preoccupazioni per il trasferimento del bestiame in alpeggio. «Capisco che l'amministrazione intenda avvalersi dell'immagine di Dino per incrementare l'interesse turistico della zona - argomenta Vascon - tuttavia i malgari sono preoccupati. È mio dovere rispondere alle loro istanze per garantire l'incolumità delle mucche». Quello che impensierisce la Provincia sono le recenti segnalazioni di presenza di feci in tre luoghi diversi, in un momento in cui Dino dovrebbe trovarsi lontano, nel Bellunese. Questo potrebbe significare che in Altopiano sta gironzolando un altro orso. «Non mi sento di escluderlo - afferma l'assessore al turismo Roberto Rigoni. - Per noi questo è un evento storico. Era dall'Ottocento, infatti, che ad Asiago non venivano avvistati plantigradi. Se sono tornati, vuol dire che l'habitat delle nostre montagne è diventato di nuovo ospitale per loro». «Le aggressioni agli animali sono state sporadiche», precisa. «Per tutta la scorsa estate abbiamo avuto un orso che scorrazzava per l'Altopiano. Ha ucciso un paio di pecore, però non si è giunti a una simile isteria collettiva» .
IL GAZZETTINO
29 MAGGIO 2010
ALTOPIANO ORSO DINO FAVOLA MODERNA
Giuseppe Sarti
L’orso Dino è un simpaticone. Se fossi il Presidente del Consiglio, lo farei magari Onorevole. E non soltanto perché lui ce l’ha con gli asini (ogni riferimento a quei garbati quadrupedi è del tutto casuale, e comunque non dispregiativo), ma perché sta rivendicando, a pieno titolo, il suo ruolo naturale.A Dino un certo insulto era già stato arrecato, con la sistemazione di un collare elettronico utile a seguirne gli spostamenti, ma pare proprio che il Nostro non se la sia presa più di tanto, se sia vero che con quattro agili balzi è subito riuscito a far perdere le proprie tracce. Anche questo depone per una grande, istintiva simpatia verso Dino.Lui non è un elefante in una cristalleria, o un feroce leone liberato nel mezzo di un’affollata piazza; no, lui è nel suo ambiente naturale, il bosco, quel bosco di cui a buon diritto può considerarsi un sovrano incontrastato. E l’aver aggredito qualche animale da cortile non può dunque risultare né fatto anomalo, né eccezionale, con l’impellente necessità di far fronte a insuperabili ragioni di nutrimento.D’altro canto, dell’orso tutto si può dire, meno che sia uno sfrontato sanguinario aggressore, o addirittura un nemico dell’uomo. Nei boschi della California, i soli numerosi cartelli che s’incontrano avvertono che “l’orso non dorme mai”, che è estremamente goloso, e che, se affamato, va accontentato, rinunciando a godere di un po’ di provviste. Ma non c’è nessun allarme, nessun divieto a frequentare gli stessi luoghi dell’orso, e il grande afflusso del turismo ne è la migliore delle testimonianze. Considerando anche, tra l’altro, che i plantigradi americani sono di dimensioni assai più ragguardevoli di quelle dei loro colleghi europei.Ma torniamo a Dino. Sono bastate un po’ di lamentele dei contadini delle Prealpi vicentine, ed ecco (siamo in Italia!) l’opinione pubblica spaccarsi subito in due, divisa tra difensori e accusatori. Comunque sia, la presenza dell’orso nei boschi e sulle montagne rende solamente lustro e ricchezza all’ambiente, così come i camosci, gli stambecchi e le aquile. E nell’immaginario collettivo la morbida agilità dell’orso bruno pacioccone non può non regalare un tenero sorriso, quello stesso sorriso di comprensivo perdono, che ora Dino si attende dagli abitanti dell’altopiano di Asiago.
CORRIERE DELLE ALPI
29 MAGGIO 2010
La rabbia si è spostata verso nord
Francesco Saltini
BELLUNO. La rabbia si è spostata verso la parte alta della provincia, ma in pianura sarebbe un delitto allentare la presa. Specie in un momento come questo, con la stagione estiva alle porte. Con i 4 casi registrati nell’ultima settimana (una martora a Livinallongo e tre volpi a Rocca Pietore, Cortina e Calalzo), le morti conclamate per rabbia sono salite a duecento (33 nel 2009 e 167 quest’anno). I numeri. Se lo scorso anno su 720 animali testati (tra quelli abbattuti perché presentavano sintomatolgie vicine alla rabbia, investiti da auto o trovati morti) 33 erano stati trovati positivi al vaccino (4,58%), nel 2010 la percentuale di positività è salita al 10,84% (167 su 1.541 controlli). Andando nello specifico, sono risultati positivi 140 volpi (22,76%), 7 tassi (11,48%), altrettanti caprioli (2,85%) e gatti (2,25%), 3 faine (15%) e un caso a testa tra cavalli, cervi e martore. Ottimismo e precauzione. «La situazione», sottolinea Gianluigi Zanola, direttore del canile sanitario dell’Usl 1, «è in costante miglioramento e non potrebbe essere altrimenti, vista la massiccia campagna vaccinale che abbiamo messo in piedi. E’ vero, anche questa settimana sono stati ritrovati animali uccisi dalla rabbia, ma il numero è sempre più limitato e l’area dei rinvenimenti è circoscritta. Direi che al momento la zona interessata dalla malattia è quella molto a nord della provincia, compresa tra Livinallongo, Rocca Pietore e Cortina». «La campagna vaccinale dell’Usl 1», prosegue il dottor Zanola, «prosegue per gli animali da reddito, in modo particolare per quei capi che si sposteranno verso le malghe. Ormai la maggior parte di loro è stata vaccinata: sì e no all’appello mancheranno poche centinaia di capi. Anche la campagna per le volpi non si ferma: nel mese di giugno andrà avanti a spron battuto». Avvisi per i turisti. Anche la campagna di prevenzione non si ferma: «Il ministero», sottolinea Zanola, «ha pubblicato manifesti e opuscoli molto chiari, diffondendoli a tutte le Regioni e Province. In questo modo anche le persone distanti dalla nostra realtà, conosceranno la nostra situazione. È infatti importante che i turisti che arrivano in provincia capiscano cosa significa andare in una zona a rischio rabbia, provvedendo così a vaccinare per tempo il proprio cane. Noi comunque siamo pronti: il controllo sugli animali morsicatori sarà costante, specie sui cani dei turisti che disgraziatamente dovessero manifestare un’inconsueta aggressività».
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LE SCIENZE
29 MAGGIO 2010
Sulla rivista Lancet
Un vaccino sperimentale contro Ebola
Un preparato a base di minuscole particelle di materiale genetico si è dimostrato in grado di proteggere da virus alcune scimmie già infettate
L’uso di minuscole particelle di materiale genetico per interferire con i meccanismi di replicazione del letale virus Zaire Ebola (ZEBOV) si è dimostrato efficace nel proteggere alcune scimmie dal contagio della febbre emorragica in uno studio i cui risultati sono ora pubblicati sulla rivista Lancet.Sebbene siano necessari ulteriori studi sul modello animale per definire tossicità e dosaggio del nuovo preparato, gli studiosi sono fiduciosi che la tecnica possa un giorno essere applicata anche all’uomo.Sebbene altri vaccini in passato si siano mostrati efficaci nel proteggere le scimmie dal virus, è la prima volta che si dimostra questa possibilità dopo che l’infezione è avvenuta.La ricerca si è focalizzata su alcune molecole siRNA che hanno come bersaglio la proteina L, essenziale per la replicazione di ZEBOV. I ricercatori hanno utilizzato una tecnica innovativa di somministrazione delle siRNA mediante particelle di lipidi e acidi nucleici.Nella corso della sperimentazione, il preparato è stato somministrato per via endovenosa a un gruppo di tre macachi 30 minuti dopo l’infezione con ZEBOV e con tre successive dosi somministrate, rispettivamente, 1, 3 e 5 giorni dopo. Un secondo gruppo di quattro macachi ha subito la somministrazione di 6 dosi intervallate di un giorno.Nel primo gruppo sono sopravvissuti due animali su tre, nel secondo gruppo invece sono sopravvissute tutte le scimmie. A conferma dell’efficacia del secondo trattamento, sono stati registrati più lievi variazioni degli enzimi epatici in risposta all’infezione virale.Secondo gli autori, “i risultati ottenuti rappresentano un sostanziale progresso verso il trattamento delle infezioni da ZEBOV in primati non umani rispetto ai precedenti studi. Per arrivare all’approvazione dell’uso umano, come previsto dalle regole della Food and Drug Administration e dei Centers for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti, occorrerà effettuare nuovi studi in porcellini d’India e primati non umani. Oltre a ciò, occorreranno altri studi per verificare la non tossicità e l’efficacia del vaccino in primati non umani non infettati dal virus”.
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