29 GENNAIO 2010

TERRE MARSICANE

29 GENNAIO 2010

 

Fucilate contro un allevamento di cani

 

 

Federica Ferrari

 

Avezzano (AQ). L'assalto è avvenuto in piena notte e i proprietari parlano di «una vera esecuzione». Una spedizione punitiva nei confronti dei cani, ma forse l’obiettivo degli aggressori era quello di arrecare danno ai proprietari dell'allevamento. Secondo la ricostruzione degli investigatori del Corpo Forestale dello Stato, gli aggressori hanno forzato la serratura del cancello e si sono intrufolati all'interno dell'allevamento, una struttura che si trova in periferia, subito dopo il quartiere di Scalzagallo. Si sono diretti quindi verso i box dove si trovavano i cani. In totale nell'allevamento c'erano cinque esemplari di razza addestrati per diversi compiti di supporto ad attività sociali e di sicurezza. Hanno fatto fuoco, a distanza ravvicinata, prima contro il pitbull e poi hanno sparato all'altro esemplare.Secondo quanto accertato dagli esperti di balistica della Forestale, uno dei cani è stato ucciso con colpi di carabina e pallettoni da calibro 12. Il pitbull è stato colpito sul volto con più colpi, rimanendo dilaniato. In un secondo momento gli aggressori avrebbero caricato la stessa arma con un calibro più piccolo, probabilmente da 6 millimetri, sparando a ripetizione contro il bull terrier rimasto ferito in modo grave alla spina dorsale. I due cani,  Paco (nella foto in primo piano), un pitbull due anni, e Tyson, un bull terrier di sette mesi,  erano stati addestrati attività di soccorso e il valore di ognuno di loro si aggira intorno ai 1.500 euro. A scoprire quello che era accaduto è stato il proprietario dell'allevamento che ha trovato gli animali all'interno dei loro rispettivi recinti in un lago di sangue e agonizzanti. Sono stati trasportati in un centro veterinario per essere sottoposti a diversi interventi chirurgici. Le condizioni del pitbull sono disperate poiché una parte del volto è stata ferita in maniera irreparabile. Tyson, invece, rischia di restare paralizzato, ma i veterinari stanno facendo di tutto per salvarlo. L'allevatore fa un appello e invita eventuali testimoni a fornire indicazioni sull'episodio. «Spero che chiunque sia a conoscenza di particolari che possano portare ai colpevoli», ha affermato, «contatti la Forestale, anche anonimamente, in modo che i responsabili di questo gesto infame e meschino vengano rintracciati. Spero inoltre che i colpevoli», ha aggiunto, «abbiano il coraggio di uscire allo scoperto e di spiegare le motivazioni di un comportamento così vile e crudele». Intanto gli investigatori avrebbero raccolti indizi utili alla risoluzione del caso.


IL CENTRO
29 GENNAIO 2010
 
Due pitbull colpiti a fucilate
 
Pietro Guida
 
AVEZZANO (AQ). Fucilate a pallettoni contro un centro di addestramento cani, alla periferia della città, e due esemplari - un pitbull e un bull terrier - sono in condizioni disperate. L’assalto è avvenuto in piena notte e i proprietari parlano di «una vera esecuzione». Sul caso indagano gli uomini della forestale di Avezzano.   L’ASSALTO. Si è trattata di una vera spedizione punitiva nei confronti dei cani, ma l’obiettivo era quello di arrecare danno ai proprietari dell’allevamento. Gli aggressori, secondo la ricostruzione degli investigatori del Corpo Forestale dello Stato, hanno forzato la serratura del cancello e si sono intrufolati all’interno dell’allevamento. Si tratta di una struttura che si trova alla periferia, subito dopo il quartiere di Scalzagallo, a poche centinaia di metri da via della Pace. Si sono diretti quindi verso i box dove si trovavano i cani. In totale nell’allevamento c’erano cinque esemplari di razza addestrati per diversi compiti di supporto ad attività sociali e di sicurezza. Una volta a distanza ravvicinata hanno fatto fuoco prima contro il pitbull e poi hanno sparato all’altro esemplare.   L’ARMA. Secondo quanto accertato dagli esperti di balistica della Forestale, uno dei cani è stato ucciso con colpi di carabina e pallettoni da calibro 12. Il pitbull è stato colpito sul volto con più colpi, rimanendo dilaniato. In un secondo momento gli aggressori avrebbero caricato la stessa arma con un calibro più piccolo, probabilmente da 6 millimetri, sparando a ripetizione contro il bull terrier rimasto ferito in modo grave alla spina dorsale.   I CANI FERITI. I colpi hanno raggiunto due dei cinque esemplari che erano nei box. Si tratta di Paco (nella foto in primo piano), un pitbull di 2 anni, e Tyson, un bull terrier di 7 mesi. I due cani di razza erano stati addestrati per attività di soccorso e di guardia, e il valore di ognuno di loro si aggira intorno ai 1.500 euro.   I SOCCORSI. A scoprire quello che era accaduto è stato P.C. , proprietario dell’allevamento, che ha trovato gli animali all’interno dei loro rispettivi recinti, in un lago di sangue e agonizzanti. Sono stati trasportati in un centro veterinario per essere sottoposti a diversi interventi chirurgici. Le condizioni del pitbull sono disperate, poiché una parte del muso è stata mutilata. Tyson, invece, rischia di restare paralizzato, ma i veterinari stanno facendo di tutto per salvarlo.   L’APPELLO. L’allevatore fa un appello e invita eventuali testimoni a fornire indicazioni sull’episodio. «Spero che chiunque sia a conoscenza di particolari che possano portare ai colpevoli», ha affermato «contatti la Forestale, anche anonimamente, in modo che i responsabili di questo gesto infame vengano rintracciati. Spero inoltre che i colpevoli abbiano il coraggio di uscire allo scoperto e di spiegare un comportamento così crudele». Grazie alle cartucce ritrovate per terra gli investigatori avrebbero raccolto alcuni indizi utili alla risoluzione del caso.

IL MESSAGGERO

29 GENNAIO 2010

 

Avvelenati sette gattini: gli “umani” sono gli animali più crudeli

 

Egregio Signor Direttore mi sono già rivolta ai Carabinieri e alla Asl di Tivoli (RM) per denunciare quanto accaduto nel quartiere di via Antonio del Re a Tivoli , ma sentivo anche la necessità di denunciare pubblicamente quanta inaudita violenza e crudeltà viene quotidianamente espressa in ogni sua forma. Visto cha a Natale la specie umana diventa tutta più buona e tutti festeggiamo la nascita di Cristo e l’arrivo del nuovo anno, qualcuno ha festeggiato subito dopo con un macabro rito d’iniziazione facendo una strage d’anime innocenti una più bella e più dolce dell’altra.
Il fatto in questione riguarda l’omicidio di una tranquilla e contenuta colonia di gatti (in tutto 7) che dimoravano nel nostro quartiere e che in questo periodo di particolarmente rigidità avevo consentito di rifugiarsi per la notte nel mio garage. Nonostante avessi destinato all’accoglienza un mio spazio privato con particolare attenzione alle più elementari norme igieniche per non arrecare disturbo al condominio in cui vivo, qualcuno per ragioni difficili da comprendere, ha manifestato il proprio dissenso, fornendo un ultimo pasto all’intera colonia di gatti.
Inutile dire quale spettacolo mi sia trovata di fronte al mattino quando mi sono recata nel mio garage. Sono consapevole che nel mondo succedono tragedie enormi e che questo fatto possa apparire irrilevante rispetto alle vicende umane, eppure questa mia nasce oltre che da un profondo dolore per la sorte toccata a quei poveri gatti che in nessun altro modo potevano arrecare qualsivoglia disturbo se non con la loro presenza , anche per la consapevolezza che comunque sono fatti che non generano alcuna conseguenza per chi li compie, purtroppo.
Adesso vi chiedo se la vita di un essere cosiddetto “umano” che arrivi a commettere queste azioni di un abominio e cattiveria inaudita valga più della vita di queste creature ignare ed innocenti. Fatto sta, che la vita inutile di un assassino crudele, senza amore , senza un briciolo di sensibilità, “ un’anina nera” me li ha portati via per sempre, i gattini del mio circondario a cui volevo tanto bene e di cui mi sono presa cura da anni, spendendo tempo, denaro e soprattutto amore per curarli come figli.
Noi ci crediamo superiori in quanto umani , ma dimostriamo l’esatto contrario. Smettiamola di raccontarci stronzate: siamo gli animali più crudeli ed indegni di vivere.
Emanuela


IL GAZZETTINO

29 GENNAIO 2010

 

Taglia di mille euro sul killer dei gatti

 

VILLORBA (TV) - Nessuna traccia della gatta e dei due piccoli spariti a Villorba, che si teme siano stati uccisi. Due associazioni hanno messo una taglia di mille euro sul killer.


LA TRIBUNA DI TREVISO
29 GENNAIO 2010
 
Fontane, una taglia di mille euro per trovare chi ha ucciso tre gatti
 
VILLORBA (TV). Lac ed Enpa mettono una taglia di mille euro sui responsabili dell’uccisione di una gattina e dei suoi due cuccioli. In seguito alla sparizione di una gatta e dei suoi due gattini, Anna Cestaro di Fontane ha tappezzato il paese con dei volantini con la fotografia di Mimì (la mamma), Jack e Tiger, denunciando l’accaduto ai carabinieri. La Lega per l’Abolizione della Caccia del Veneto e l’Ente Nazionale protezione Animali di Treviso hanno dunque deciso di mettere una taglia di mille euro con la quale verranno premiate le persone che daranno informazioni utili ad identificare e denunciare i responsabili di questo vile gesto. «Speriamo che questa cifra messa a disposizione dai nostri volontari - hanno dichiarato Andrea Zanoni (Lac) ed Adriano De Stefano (enpa) - possa servire a rintracciare il responsabile di questo reato per assicurarlo alla giustizia».

IL TIRRENO
29 GENNAIO 2010
 
Nessuno rimuove quella carcassa
 
SAN MINIATO (PI). L’associazione Dav (Difesa Ambiente Animali e Vita) deve purtroppo registrare un nuovo caso in cui le amministrazioni locali brillano nello sport dello “scarica-barile”, che stavolta rischia addirittura di compromettere l’igiene pubblica.  Il caso è quello della carcassa di un grosso cane che ormai da giorni giace sul bordo di via Sforza, nella frazione di Cigoli. Probabile vittima dell’ennesimo investimento, il povero animale è morto a lato della via e adesso il corpo sta velocemente andando in decomposizione. Cose che, purtroppo, accadono tutti i giorni su tutte le strade. Ma che in questo caso, malgrado le lamentele dei cittadini, nessuno sembra voler risolvere.  «Dopo più di una settimana, in cui assieme ai residenti della zona la nostra associazione ha più volte sollecitato chi di dovere per togliere dalla strada il corpo - afferma La Dav - esso giace ancora lì. Vittima due volte della stessa non noncuranza. Il medesimo disinteresse che oggi vede gli enti locali rimpallarsi la responsabilità di togliere la carcassa dalla strada. Il tutto, come sempre, a scapito dei cittadini, che vedono lesa la loro sensibilità e il loro diritto all’igiene pubblica. Come associazione, vogliamo quindi segnalare ulteriormente questa mancanza di rispetto verso la cittadinanza. Ricordando anche che, forse, casi di abbandono e d’investimento sarebbero maggiormente evitabili e controllabili se solo esistesse nella zona un canile municipale. Un luogo che quindi potrebbe svolgere in modo migliore (e con spese decisamente inferiori) il controllo sugli abbandoni in quel territorio».

IL TIRRENO VIAREGGIO
29 GENNAIO 2010
 
Il gattino investito è salvo
 
Roy Lepore
 
In transito con la loro auto sulla via Aurelia di fronte all’ospedale Versilia, Angela e Marco, di Ripa, soccorrono un gattino gravemente ferito e fermo sull’asfalto, dopo essere stato investito. Lo aiutano, lo fanno curare. E gli salvano la vita, meritandosi il grazie e la commozione della famiglia proprietaria dell’animale.  Tutto è accaduto pochi giorni fa. Angela e Marco tornavano a casa dopo essere stati a fare la spesa in un supermercato. Hanno notato il gattino a terra, si sono fermati, l’hanno preso e portato a casa. Hanno avvertito un veterinario che l’ha visitato e curato. Poi tramite il nostro giornale hanno lanciato un appello ai proprietari: avrebbero potuto mettersi in contatto telefonicamente con loro. Cosa che è avvenuta. La famiglia che aveva smarrito il cucciolo ha fatto i salti di gioia, quando l’hanno potuto ritrovare.  «Ringraziamo per lo spazio di quella pubblicazione - dice Angela - che ci ha permesso di farli di nuovo incontrare, dopo quella brutta esperienza. I proprietari, che abitano nei pressi delle curve di Motrone sono riusciti a ritrovare un animale a cui sono molto legati. Seppur ferito, è in condizioni di guarire. Il veterinario ci ha confermato che, se non lo avessimo raccolto, quasi certamente sarebbe morto: per le ferite e anche per il freddo. Ora vorrei rivolgermi a chi come noi, trovandosi a transitare per strada trovi un animale ferito. Fermatevi, soccorretelo. E se non potete portarlo con voi, avvertite comunque chi può fare qualcosa per permettere che venga aiutato.  Per una volta, ecco una storia di animali a lieto fine. Fa piacere scriverla; l’auspicio è che possa essere presa come esempio in futuro. 

L'ARENA GIORNALE DI VERONA

29 GENNAIO 2010

 

MALTRATTAMENTI. Il servizio di controllo era stato effettuato dal Corpo forestale nella zona di Villa Buri a San Michele
I cavalli sequestrati sono in cura alla Lav

Gli animalisti: «Su quattro, 3 erano senza documenti di iscrizione all’anagrafe equina e di vaccinazione»

 

 

 

 

San Michele Extra (VR) - E ora la Lav chiede la confisca dei cavalli maltrattati, sequestrati il 20 gennaio in via Bernini Bure a San Michele Extra. Lo fa con una nota, ricordando il provvedimento della procura che mercoledì ha convalidato "l’espropriazione" dei 4 animali. L’operazione è stata svolta del Corpo forestale dopo la denuncia della Lega antivivisezione, presentata in marzo. «I quattro animali si trovavano a San Michele Extra, vicino a Villa Buri», riporta la nota, «ed erano costretti a vivere con le zampe immerse nel fango, nelle pozze d’acqua e in una grande quantità di escrementi. I recinti erano costruiti, in una zona caratterizzata da forte umidità che si sprigiona anche dall’Adige». Queste condizioni hanno determinato la procura nel procedere al sequestro dei cavalli. «Il degrado era accentuato dalla presenza di liquami», aggiungono dalla Lav, «che scolano nel fiume attraversando il sentiero che divide l’alveo dell’Adige dai paddock».
Dei 4 cavalli, tre risultavano di proprietà del tenutario del fondo L.G., accusato di maltrattamento di animali ed erano sprovvisti dei documenti obbligatori per legge. Il quarto appartiene ad un professionista ed è stato dissequestrato. I cavalli sono stati affidati alla Lav in attesa dell’esito del ricorso presentato dai difensori di L.G., gli avvocati Ghirotto e Morabito. La Lav, infine, ringrazie il Corpo forestale che «sopperisce con grande dedizione ed attenzione alla scarsità di uomini e mezzi».


IL GAZZETTINO DI ROVIGO

29 GENNAIO 2010

 

Cani randagi scorrazzano nell’ospedale di Trecenta

 

Trecenta (RO) - Due cani di piccola taglia scorrazzano felici all’interno dell’ospedale di Trecenta. Sono due simpatici bastardini a pelo corto, uno di colore marrone chiaro con le zampette bianche e l’altro bianco con alcune macchie nere. Sono stati ripresi non più tardi di tre settimane fa nella sala reception del nosocomio. Le immagini poi sono state inserite su Youtube e per potere vedere i cani all’opera basta digitare sul motore di ricerca le parole "animali Rovigo". I due bastardini non sembrano avere padrone, infatti non portano nessun collare e nessuna medaglietta. I pazienti e gli infermieri li guardano stupiti mentre si annusano le parti intime e poi corrono scodinzolando verso uno dei tanti corridoi dell’ospedale. Una giovane coppia quando li vede passare non crede ai propri occhi. Certo, almeno dalle immagini fornite dal videoamatore, i due cani non sembrano entrare in nessun reparto, ma la gravità dell’episodio rimane. Gli animali si sono fermati a giocherellare accanto agli sportelli per la prenotazione delle visite in un ambiente, quello ospedaliero, che dovrebbe comunque essere preservato dalla presenza di animali.


SANREMO NEWS
29 GENNAIO 2010
 
20 km per ritrovare la casa del padrone, morto a Creppo
 
Carlo Alessi
 
Provincia di Imperia - Il settimanale ‘La Riviera’ ha pubblicato stamani la notizia del ritorno a casa del cane di Marco del Bianco, morto il 18 gennaio scorso, uscendo di strada a Creppo, in Alta Valle Argentina, con la sua auto. Del Bianco era insieme ai suoi due cani, Sheat che è stato ritrovato sulla strada della Valle Argentina e Merak che, invece, è tornato a casa lunedì scorso da solo. La particolarità riguarda il fatto che Merak, cane che Del Bianco aveva preso al canile insieme a Sheat, è tornato in una casa di Andagna, sempre dello stesso Del Bianco, facendo circa 20 km e trovando la strada da solo. Un ultimo messaggio d’amore della povera bestiola, che era alla ricerca del suo padrone.

RIVIERA 24
29 GENNAIO 2010
 
LA COMMOVENTE STORIA DI MERAK
Vaga per una settimana dopo la morte del padrone e ritrova la via di casa: protagonista è un cane
 
Fabrizio Tenerelli
 
Taggia (IM) - E mentre Sheat, l'altro cane, e' stato trovato per strada dai familiari; Merak, non si sa come e' riuscito a raggiungere non la casa principale, ma un'altra casa di campagna del suo padrone, dove e' stato visto e tratto in salvo.
Si chiama Merak e dopo un peregrinare di circa venti chilometri e una settimana, per i boschi e i sentieri della valle Argentina, si e' presentato a casa del padrone, Marco De Bianco, 62 anni, il titolare della palestra 'Golden Boys', di Arma di Taggia, morto il 18 gennaio scorso, dopo essere precipitato in un burrone, di localita' Creppo, a Triora (Imperia), con il fuoristrada Suzuki, a bordo del quale viaggiavano anche i suoi due cani e inseparabili amici.
E mentre Sheat, l'altro animale, e' stato trovato per strada dai familiari; Merak, invece, non si sa come, e' riuscito a ritrovare la via di casa di campagna (non quella principale in citta'), dove il suo padrone si recava spesso. La vicenda, naturalmente ha creato parecchia commozione tra i familiari e i conoscenti di Marco, un uomo molto stimato e conosciuto anche in vallata, oltre che sulla costa, appassionato di sport estremi (parapendio e rafting, ad esempio) e addestratore di cani. Merak e Sheat sono stati ritrovati, a distanza di pochi giorni.

LA CITTA' DI SALERNO
29 GENNAIO 2010
 
Scattano i sigilli nell'allevamento
 
Centola (SA). Sotto sequestro un allevamento di un’azienda agrituristica di Centola. I Nas, dopo aver effettuato un controllo capillare all’interno dell’azienda, hanno posto sotto sequestro un allevamento di cinghiali. Durante i controlli, l’azienda sarebbe infatti risultata priva delle autorizzazioni per la custodia dei capi di bestiame e pare non fosse stata eseguita correttamente la profilassi sanitaria. Pugno duro, dunque, da parte dei Nas di Salerno. Da tempo i militari portano avanti controlli a tappeto su tutto il territorio della provincia, al fine di contrastare il fenomeno degli allevamenti di animali privi della necessaria profilassi. Lo scorso dicembre, nel corso di un’operazione dei Nas, un’intera mandria di bovini era stata sequestrata presso un allevamento di Marina di Camerota. Gli animali, in quella circostanza, erano privi dei contrassegni necessari all’identificazione e alla tracciabilitá del latte prodotto. Per l’azienda zootecnica scattarono i sigilli sanitari.

LA ZAMPA.IT
29 GENNAIO 2010
 
Cane su lastra in mezzo al Baltico, salvo e adottato
 
"Vi informo, a nome del capitano della nave, che noi abbiamo accettato questo cane come membro dell'equipaggio" Si è conclusa così, a lieto fine, la brutta avventura di un cane cominciata 4 giorni fa in Polonia, quando si è ritrovato su un lastrone di ghiaccio sul fiume VIstola che è stato trascinato fino in mare aperto a 100 chilometri dalla costa. Per fortuna l'animale, ribattezzato "Misiek", orsacchiotto, è stato avvistato da una nave polacca da ricognizione meteorologica che lo ha salvato e che oggi, con l'annuncio del portavoce dell'equipaggio, ha deciso di dare anche una nuova casa all'animale.
 
VIDEO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=23779&tipo=VIDEO

TISCALI ANIMALI

29 GENNAIO 2010

 

Il tribunale dà ragione alle tigri: pesante condanna al proprietario del Circo di Barcellona

 

Il proprietario del Circo di Barcellona è stato condannato a quattro mesi di reclusione e al pagamento di un`ammenda di 5000 euro più le spese processuali, per detenzione illecita di tre tigri sprovviste della obbligatoria certificazione Cites e per averle illecitamente esposte a scopo di lucro. Lo rende noto la Lav, costituitasi parte civile.

Inoltre il giudice- del Tribunale Monocratico di Monza ha stabilito che il proprietario del circo versi alla Lav, in qualità di parte offesa, la somma di 3.000 euro. La vicenda comincia nel 2007 quando 3 delle tigri del Barcellona, prive di certificazione, vengono sequestrate dal Corpo Forestale dello Stato, ma di fatto lasciate al circo stesso per impossibilità di reperire una struttura idonea ad ospitarle.

La detenzione di animali appartenenti a specie particolarmente a rischio di estinzione, quali le tigri, è regolata dalla Convenzione Cites e la loro detenzione non è permessa se non se ne dimostra la regolarità dell`importazione e della nascita in cattività, poiché ne è assolutamente proibito il prelievo in natura.

Vista l`inapplicazione della norma la Lav ha continuato a segnalare alle autorità competenti il perdurare dell`illecito in quanto almeno una della tigri continuava ad essere impiegata negli spettacoli, nonché esibita al pubblico con le altre due che, nel frattempo, sono decedute.


Animalieanimali

29 GENNAIO 2010

 

CIRCHI? AD EMPOLI MEGLIO SENZA ANIMALI
Regole più ferree per gli spettacoli circensi.

 

E' subito eseguibile ed è il nuovo disciplinare per lo svolgimento degli spettacoli circensi con uso o meno di animali, rivisto e corretto secondo le indicazioni fornite dal Ministero dell'Ambiente e dell'autorità scientifica Cites. Così anche il Comune di Empoli con l'inizio del 2010 ha aggiornato quella serie di regole già approvate nel 2006 dalla giunta comunale. «DI FATTO avevamo già un disciplinare d'uso spiega l'assessore Niccolò Balducci ma era da aggiornare con le nuove disposizioni date dal Ministero e dal Cites. Oltre alla classificazione dei circhi, divisi in cinque categorie, indichiamo il periodo dell'anno in cui si possono ospitare, come pure le modalità per presentare le domande». L'anno circense empolese prevede di accogliere al massimo due circhi: uno per il primo periodo, che va dal primo novembre al 10 gennaio e l'altro che va dall'11 gennaio al 31 marzo. Fra le novità che l'assessore Balducci vuole sottolineare c'è il fatto che «verrà data preferenza ai circhi che non utilizzano animali a scopo di spettacolo». E se in città dovesse sbarcare un circo che prevede l'attendamento di animali, il regolamento comunale contiene un decalogo che il titolare dello spettacolo dovrà rispettare: dal piano di emergenza in caso di fuga degli animali pericolosi, all'elenco degli animali, alla nomina del medico veterinario che ne assicuri l'assistenza.

PAOLO BARONCELLI, capogruppo consiliare Pdl, è sempre stato in prima linea per la tutela degli animali e per una regolamentazione chiara riguardo al loro impiego negli spettacoli circensi. «Finalmente il disciplinare è stato approvato, ma Empoli è arrivata con anni di ritardo ed è una vittoria non del Comune, ma di quanti come noi vogliono bene agli animali afferma L'amministrazione si è difesa fino a oggi dicendo che l'attendamento con animali non si poteva impedire. Eppure oggi una normativa è stata emessa con un occhio di preferenza verso i circhi che non utilizzano gli animali. Ci siamo battuti insieme alle associazioni animaliste, perchè Empoli potesse dotarsi di un regolamento puntuale ed efficace». Baroncelli ricorda come grazie alle battaglie condotte da lui e dagli animalisti, già da tempo esiste un disciplinare che vieta di mettere in palio piccoli animali nei giochi al luna park.


LA PROVINCIA DI VARESE
29 GENNAIO 2010
 
Circo condannato per le tigri
Confiscato un esemplare senza certificato. Ma non ci sono strutture per accoglierlo
 
Sara Giudici
 
SARONNO (VA) -  Dopo i danni del maltempo e le animate proteste degli animalisti, arrivano anche i guai giudiziari: il Circo di Barcellona, a Saronno dallo scorso 21 dicembre, è stato condannato in primo grado per la vicenda della tre tigri sprovviste di certificazione. Il processo si è concluso nei giorni scorsi al sezione distaccata di Desio del tribunale monocratico di Monza dove il proprietario Enis Franchetti è stato condannato a 4 mesi di reclusione e al pagamento di un'ammenda di 5 mila euro più 3 mila euro di indennizzo alla Lav, riconosciuta come parte offesa.
Inoltre il tribunale ha disposto la confisca dell'unica tigre rimasta (le altre due sono decedute). L'accusa è quella di detenzione illecita di tre tigri sprovviste della obbligatoria certificazione Cites e di averle illecitamente esposte a scopo di lucro. Tutto è iniziato nel 2007 quando 3 delle 7 tigri del Barcellona, prive di certificazione, furono sequestrate dal Corpo forestale dello stato, ma di fatto lasciate al circo stesso per impossibilità di reperire una struttura idonea ad ospitarle.
Specie a rischio
La detenzione di animali appartenenti a specie particolarmente a rischio di estinzione, quali le tigri, è regolata dalla Convenzione Cites e la loro detenzione non è permessa se non se ne dimostra la regolarità dell'importazione e della nascita in cattività, poiché ne è assolutamente proibito il prelievo in natura. Proprio per la mancanza di questa documentazione è scattato il procedimento a carico del circo di Barcellona. «Prendiamo atto della sentenza, ci riserviamo di leggere le motivazioni quando nelle prossime settimane saranno note ed eventualmente di ricorrere in Appello» questo il commento di Federico Triulzi, l'avvocato dei circensi che spiega l'accaduto: «La tigre oggetto di questa vicenda è un cucciolo nato in cattività, ma quando era arrivata al circo, dieci e più anni fa, non c'era l'attenzione che c'è oggi a tutta la normativa in materia e così non è stato possibile provarne la provenienza. Una situazione subita anche da parte dell'attuale proprietario del circo». Quale sarà adesso il destino della tigre? «Sinora non è stata trovata una struttura disposta ad accoglierla - specifica l'avvocato - e pur senza utilizzarla nello spettacolo i circensi hanno comunque sempre continuato ad occuparsi di lei, con l'affetto che sempre dimostrano per tutti i loro animali. L'esemplare è adesso oggetto a definitiva confisca, anche noi attendiamo notizie delle autorità».
Soddisfazione è invece stata espressa dagli attivisti della Lav: «Siamo lieti di questa sentenza che rende giustizia alla tutela di animali ? dichiara Nadia Masutti ? ci auguriamo che, finalmente, la tigre superstite sia condotta verso una vita più adeguata».

IL GAZZETTINO

29 GENNAIO 2010

 

Cavalli in fuga dal maneggio

 

BREDA DI PIAVE (TV)- Cavalli in fuga dal maneggio: ci sono stati momenti di tensione, a metà pomeriggio di ieri, in via Cansiglio a Breda di Piave, nelle vicinanze del cimitero. Due dei cinque animali avevano anche creato una situazione a rischio, visto che avevano iniziato a galoppare su una strada asfaltata e abbastanza trafficata. Allertati da alcuni cittadini i pompieri hanno rapidamente raggiunto via Cansiglio dove hanno trovato e catturato i cinque animali. Proprio in quel momento è arrivato anche il proprietario che ha preso in consegna i cavalli.


WAKEUP NEWS

29 GENNAIO 2010

 

CINA COSA C'E' IN TAVOLA? CANE E GATTO MA ANCORA PER POCO

Presentata la prima bozza di legge che vieterà il consumo alimentare di carne di cani e gatti

 

Chiara Campanella

 

PECHINO - Addio carne di cane e gatto dai menù cinesi.  A dichiararlo è il  nuovo disegno di legge presentato all’attenzione del governo che chiede il bando della vendita di cani e gatti per fini alimentari. Secondo il testo, questo commercio potrebbe essere punito con una multa fino a 5 mila yuan (500 euro) e un massimo di 15 giorni di prigione. L’autore della proposta è Chang Jiwen, ricercatore presso la governativa Accademia per le scienze sociali, che da 11 anni lavora per promuovere i diritti degli animali.Il consumo di cani e gatti è molto diffuso nel paese della Grande Muraglia sia perché si suppone che in inverno questa carne riscaldi il corpo, sia perché è considerato il “piatto tradizionale”. Infatti, nel sud della Cina rimangono una delicatezza, tanto che persino Kim Jong-il, dittatore nordcoreano, nel corso di una visita ufficiale nel 2006, ordinò “del cane a portare via”. Si pensi che, secondo la Fondazione animali Asia, ogni anno vengono mangiati circa 10 milioni di questi animali. Inoltre, a seguito di un recente sondaggio online è emerso che il 63,2 per cento degli oltre 23.000 partecipanti ritiene “inopportuna” una simile legge. Nei vari blog e social network i contrari rivendicano la tesi che la carne di cane è un  piatto tradizionale in Cina, consumato anche in altri Paesi asiatici. Infine, i tanti cani e gatti randagi che popolano le città costituiscono un problema a cui trovare rimedio, in quanto distruggono i giardini:  catturarli e mangiarli garantirebbe tranquillità a molti cittadini.Molti cinesi, dunque,  non accettano ancora il concetto di “benessere per gli animali”. Per procedere senza “far torto” alla cultura cinese, Chang Jiwen ha deciso di partire da un bando delle torture nei confronti degli animali, mentre il testo definitivo dovrebbe essere approvato ad aprile. Tuttavia, Chang Jiwen è ottimista e difende la sua scelta: “Bandire il consumo alimentare di cani e gatti non avrà un enorme impatto sociale. Il nostro stile di vita è sensibilmente migliorato, nel corso degli anni e sono sempre meno le persone che si nutrono di questi animali”.


PRIMA DA NOI

29 GENNAIO 2010

 

«Scandalo caccia», Senato toglie limiti temporali per attività venatoria

 

ROMA. Il Senato approva l’articolo 38 della legge comunitaria ed apre la strada alla caccia senza regole con l’approvazione dell’emendamento del senatore del Popolo delle Libertà, Giacomo Santini, si lascia alle Regioni la possibilità di estendere senza limiti il periodo di caccia (attualmente ricompreso tra il 1° settembre ed il 31 gennaio).Il testo è stato approvato in Senato e deve tornare alla Camera prima della definitiva approvazione. Oltre 100 associazioni avevano chiesto un intervento al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, «per fermare la strage».«È scandaloso avere un Parlamento che legifera a totale favore dei cacciatori», ha com-mentato Dante Caserta, consigliere nazionale del Wwf Italia.
«La stragrande maggioranza degli italiani è contraria alla caccia, ma nonostante questo il Senato ha approvato una norma che di fatto apre alla caccia selvaggia. L’Italia inaugura proprio bene il 2010 che è stato dichiarato Anno Internazionale della biodiversità. An-dando contro a qualunque regola di gestione faunistica e contro quanto prevede l’Unione Europea, i senatori che hanno votato per far sparare tutto l’anno di fatto hanno accolto le istanze della lobby dei cacciatori e dei fabbricanti di armi, non curandosi minimamente di ciò che effettivamente vogliono gli italiani».
Il Wwf continuerà a contrastare questa norma e si augura che alla Camera si potrà ribaltare «questo voto vergognoso».
«'I limiti della stagione sono saltati», hanno detto Lipu e Enpa (Ente nazionale protezione animali) che hanno chiarito che «a scanso di equivoci», con l'approvazione del testo della legge Comunitaria al Senato «è del tutto falso che i limiti primo settembre - 31 gennaio siano stati ripristinati dal subemendamento Ronchi alla legge Comunitaria, che sempli-cemente esclude dalla norma approvata tre specie di mammiferi».
La verità, avvertono, è che «per decine di specie di uccelli, migratori e non, il governo sta chiedendo l'estensione della caccia ai mesi di febbraio, agosto e chissà cos'altro». Insomma, concludono, «un nuovo assalto alla natura».

 


IL GIORNALE

29 GENNAIO 2010

 

Vince la lobby del fucile ma così perde l’Italia

 

REDAZIONE

 

Mentre il mondo intero si interroga su quali provvedimenti siano realmente efficaci per tutelare un ambiente che, con l’arroganza e l’insipienza tipiche della nostra specie, abbiamo degradato fino a procurarci una lunga e lenta agonia all’insegna delle malattie cancerose e degenerative, il Senato del popolo italiano approva un emendamento sul quale anche i cacciatori moderati, quelli che rispettano l’arte venatoria, mugugnano in silenzio. Dovesse, e Dio non voglia, passare anche alla Camera, l’Italia diventerebbe uno dei Paesi più arretrati dell’Europa allargata, in materia di protezione ambientale e faunistica.
Oggi l’attività venatoria si svolge, in Italia, durante il periodo che va da settembre a fine gennaio. Cinque lunghi mesi che vedono decine di specie, tra cui la maggioranza migratorie, falcidiate nei periodi di passo, quando i Paesi più civili concedono, a chi compie quell’arcano e mirabile viaggio che chiamiamo migrazione, di riposare negli specchi d’acqua, nei prati o tra le fronde amiche di piante secolari. Ma per la lobby degli armieri, più ancora per quella dei cacciatori estremisti, cinque mesi non bastano più. Neanche il parere negativo dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, neanche il parere inizialmente negativo dello stesso ministro Ronchi sono riusciti ad arginare gli interessi economici e le passioni selvagge di chi vuole concedere alle Regioni la possibilità di derogare anche sul numero di mesi in cui si può andare a caccia. Questo significa che le Regioni potranno decidere che in agosto o in febbraio si possa continuare a cacciare.
«E così - mi dice sconsolato Danilo Selvaggi, della Lipu - chi si concedeva le prime passeggiate tranquille ai primi di febbraio, dovrà attendere marzo, prima che scompaiano i fucili dal terreno di casa». Si pensi poi ad agosto, con boschi e prati pieni di turisti e i cacciatori che già scambiano regolarmente ragionieri per cinghiali.
Il ministro Brambilla è seriamente preoccupato. «Al di là delle posizioni politiche - afferma - l’Italia è un Paese in cui il turismo fa da volano per l’economia e non può permettersi di sottoporre chi ama stare a contatto con la natura al rischio di essere impallinato, come già tristemente e troppo spesso succede nei canonici cinque mesi di caccia. Un emendamento inaccettabile».
Il paradosso è che tutto ciò avviene nel contesto della legge comunitaria che serve all’Italia per rispondere alle contestazioni della commissione europea. Su questa materia la commissione contesta all’Italia di cacciare «troppo e male», di non prevedere il divieto assoluto nei periodi di migrazione, e di concedere troppe deroghe. «Viste tali premesse - conclude con triste ironia Selvaggi - l’Italia si organizza per cacciare ancora di più e peggio». Naturalmente pagheremo con le nostre tasse le multe che l’Europa ci comminerà per la nostra folle disobbedienza.
Sento già le veementi repliche dei cacciatori, specie di quelli più estremisti (senatore Carrara, sono certo che il direttore è pronto a ospitare il dibattito), però mi si conceda che, dai cacciatori moderati e saggi (e ce ne sono!) mi aspettavo una presa di posizione netta e contraria circa un provvedimento che disonora i puristi dell’ars venandi e che, se disgraziatamente dovesse passare alla Camera, si tramuterà in una vittoria di Pirro per la maggioranza che ne ricaverà una sonora perdita di suffragi elettorali. Meditate, onorevoli parlamentari, quando sarà il vostro turno di decidere.


IL SECOLO XIX

29 GENNAIO 2010

 

Deroghe sulla caccia, si infiamma la polemica

I riflessi della discussione in senato

Sul tema Pdl diviso in Parlamento, ma non a Savona: tutti con Orsi. L'Enpa: è una follia, va fermata subito

 

Elena Romanato

 

Savona. Il calendario venatorio sarà fissato da Province e Regioni in un arco di tempo compreso tra il 1 settembre e il 31 gennaio, ma una deroga in discussione al Senato permetterà alle doppiette di sparare anche in periodi diversi su cinque mesi dell'anno. La novità ha creato malumori all'interno del Popolo delle libertà (a livello nazionale) con il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo che ha accusato i senatori del suo stesso partito di aver fatto un "colpo di mano" cambiando il testo concordato dal Governo. Nello stesso tempo, il senatore e sindaco di Albissola Franco Orsi, in una nota congiunta con i senatori del Pdl Carrara, Asciutti e Vetrella, sostiene invece che «il Pdl con questo provvedimento ha assunto un atteggiamento troppo morbido nei confronti degli ambientalisti».
«Il ministro Prestigiacomo stia tranquillo e si rassereni - afferma il presidente della provincia Angelo Vaccarezza (Pdl) - sapremo essere cautelativi e sapremo usare il buon senso. Non ho ancora avuto possibilità di analizzare a fondo la deroga ma tutto quello che conferisce autonomia alla Provincia, ente che si occupa del governo e della gestione del territorio, è un dato positivo. Sapremo muoversi a tutela del territorio come abbiamo fatto fino ad ora».
Anche l'assessore provinciale alla caccia Livio Bracco è soddisfatto della deroga, ma non si avventura sul giudizio politico dello scontro all'interno del partito di maggioranza. «Preferisco esprimermi solo sull'aspetto tecnico - dichiara Bracco - e credo che la maggiore autonomia alla Provincia per il calendario venatorio sia un bene. È un emendamento importante per il controllo del territorio. Il confronto all'interno del Pdl in Senato dimostra come la caccia sia un argomento trasversale che prescinde dall'appartenenza politica».
Per chi, fucile in mano, attendeva un a maggiore liberalizzazione del calendario faunistico la deroga non può che avere risvolti positivi.
«La normativa si avvicina di più al modello francese - dice Rodighiero Zuccero dell'Ambito territoriale di caccia 3 - e la differenziazione dei calendari in base alle specie e alle esigenze del territorio è positiva».
«Questa legge è il recepimento di una direttiva europea - dice Daniele Pera presidente della sezione di Federcaccia di Cairo - migliorativa rispetto alla legge in vigore che nasce dopo mediazioni e confronti, al di fuori dell'emotività. I vecchi cacciatori, ad esempio, facevano caccia migratoria e se questa deroga la rende possibile ne siamo soddisfatti».
Tornano invece sul piede di guerra le associazioni animaliste. L'Enpa savonese, che da poco ha firmato una convenzione con la Provincia per l'assistenza agli animali selvatici in difficoltà, contesta aspramente la deroga che, di fatto, permetterebbe di cacciare i volatili per cinque mesi all'anno.
«È il solito sporco meccanismo della proposta di legge per adeguarsi alla normativa Ue e fare esattamente il contrario di quello che stabilisce l'Unione Europea - dice Gianni Buzzi vice presidente dell'Enpa - anni fa, proprio il governo guidato da Berlusconi ci aveva provato con la caccia al fringuello per fare poi una deroga simile per gli ungulati . Per fortuna sia il partito della caccia che dell'anticaccia sono trasversali, le divisioni ci sono anche nel partito di governo e spero che questa deroga venga fatta decadere. L'Ispra, l'Istituto superiore di protezione ricerca ambientale, ha già dato parere negativo. Questa norma va a minacciare i volatili anche nei periodi più delicati durante la migrazione e quando ci sono i piccoli da svezzare. Non ha senso e non è accettabile. È una pura follia che va fermata».


MESSAGGERO VENETO
29 GENNAIO 2010
 
Dacia Maraini ringrazia i carabinieri
 
Pordenone - La scrittrice Dacia Maraini ha ringraziato pubblicamente i carabinieri per l’impegno esemplare nella lotta al bracconaggio. Il recente abbattimento illegale di un cervo ai margini del Cansiglio ha indignato anche lei. «Voglio ringraziare gli uomini del servizio antibracconaggio della stazione dei carabinieri di Vittorio Veneto - ha detto Dacia Maraini -. E’ grazie a persone come loro se l’Italia resiste e mantiene un’identità di paese civile». Parole di elogio per i tutori dell’ordine comandati dal capitano Giancarlo Carraro. E nello stesso tempo parole vibranti di indignazione per la barbara uccisione del cervo. «Grazie, soprattutto sapendo quanto è facile cedere alle lusinghe del lasciar correre, della connivenza più o meno consapevole, del tanto fanno tutti così e del far finta di niente. In un paese che scivola verso l’anarchia più irresponsabile e verso l’illegalità diffusa, quei carabinieri dovrebbero essere additati all’opinione pubblica come esempio», ha scritto. Un elogio, il suo, basato sulla profondità di un’ampia visione morale ed emerge in ultima anche la sensibilità della donna scrittrice. «Se potete - ha aggiunto - ringraziateli da parte mia, e da parte di tutti i bellissimi cervi che hanno il diritto di vivere in pace». La Lac si è costituita parte civile contro i tre uomini denunciati. I tre sono accusati di bracconaggio, furto ai danni dello Stato e detenzione illegale di armi. Avrebbero «sottratto» illegalmente alla comunità un cervo maschio nel pieno dello sviluppo. L’operazione, che ha portato all’arresto durante il controllo svoltosi alle 4 del mattino a Fregona, s’inquadra in una vasta campagna di prevenzione portata avanti dal nucleo antibracconaggio. Nel 2008 era stata debellata un’organizzazione di persone che, con trappole e armi detenute illegalmente, abbatteva animali selvatici nelle aree del Cansiglio.

IL TIRRENO
29 GENNAIO 2010
 
Caccia aperta anche sulla neve
 
Francesco Albonetti
 
PISTOIA. Possibilità di cacciare il cinghiale tutto l’anno e anche sulla neve, possibilità di vendere capi di selvaggina abbattuta, obbligo di indossare indumenti ad alta visibilità. Sono alcune delle maggiori novità contenute nella legge regionale che riforma l’attività venatoria e il suo calendario, legge approvata l’altro ieri in consiglio regionale. Novità relative per la provincia di Pistoia, che già consentiva frequenti deroghe sugli abbattimenti di cinghiali e caccia di selezione in caso di danni all’agricoltura.  C’è anche una novità che riguarda la montagna. O meglio, più che una novità, è una proposta che sta nascendo fra l’Atc 16, l’Ambito territorale di caccia pistoiese, e le due Apt provinciali, quella di Pistoia e montagna e quella della Valdinievole. «Si tratta di lanciare una sorta di turismo venatorio-ambientale che può consentire un notevole impulso turistico alla montagna - spiega Moreno Mencarelli, presidente dell’Atc e fra i promotori dell’iniziativa - La caccia può diventare una risorsa importante sul fronte turistico, se si riesce, con iniziative mirate ed appropriate, a portare un gran numero di cacciatori in montagna». La proposta è quasi messa a punto e sarà meglio pubblicizzata nelle prossime settimane.  Tornando alla nuova legge che regola l’attività venatoria in Regione, Mencarelli ne sottolinea gli aspetti positivi e quelli per i quali occorerrà, a suo giudizio, «un secondo round». «Ancora più che la possibilità di cacciare il cinghiale tutto l’anno in caso di danni alle coltivazioni e alla zootecnia - dice il presidente dell’Atc - che è un aspetto già consentito da qualche anno nella nostra provincia, è importante la possibilità di cacciare sulla neve, in un’ottica chiaramente montana: fino ad oggi ciò non era consentito. Anche la possibilità di commercializzare selvaggina apre scenari culturali nuovi, perché consentendo un ritorno economico con un’attività fatta alla luce del sole, rende più appetibile l’attività venatoria. Noi speravamo in qualche concessione in più sulla mobilità, cioè sulla possibilità per i cacciatori singoli di recarsi in altri ambiti territoriali ed altre province. Non è stato un no secco, quello della Regione, piuttosto in ni, un rinvio e c’è la possibilità di recuperare questa parte di regolamento in un secondo momento».  Curiosa, ma importante, la norma dettata da motivi di sicurezza che impone un abbigliamento visibile, tipo i giubbotti fluorescenti obbligatorio sulle autostrade per chi scende dall’auto. In nome della maggiore sicurezza e per evitare incidenti, al bando, dunque, le tradizionali mimetiche, quel look un po’ militaresco che sembrava nato con lo scopo opposto, cioé quello di mimetizzarsi nella boscaglia ed essere notati il meno possibile dagli animali.

CORRIERE DELLA SERA
29 GENNAIO 2010
 
Veronesi: «Sono per l'abolizione totale
Istinti primitivi, non divertimento»
L'oncologo: «L'uccisione di ogni animale è un danno all'ecosistema»
 
UMBERTO VERONESI
 
L’approvazione da parte del Senato dell'emendamento che ripropone la riduzione dei limiti della stagione di caccia è stato definito un blitz da parte delle associazioni ambientaliste, Wwf compreso. Concordo sul fatto che questa decisione non debba passare sotto silenzio. Ed è giusto che le Regioni, a cui spetta le decisione finale circa l'estensione del periodo venatorio, considerino attentamente le motivazioni di chi vuole porre un freno al massacro degli animali.
Personalmente sono a favore dell'abolizione totale della caccia per questione di principio: sono un non violento e un pacifista e non posso concepire che uccidere esseri viventi ignari e indifesi possa essere definito un divertimento o addirittura uno sport. Sono un animalista convinto: sono vegetariano per motivi etici e mi batto da sempre per il rispetto della vita degli animali nell'ambito della ricerca scientifica e dell'utilizzo per l'alimentazione umana. Come medico e come scienziato mi batto da sempre per il rispetto e il mantenimento degli equilibri della natura e credo che l'uccisione degli animali sia un danno all'ecosistema.
Credo quindi che l'attività venatoria non dovrebbe esistere in un mondo civile e penso comunque che cinque mesi di crudeltà verso gli animali siano più che sufficienti per dare sfogo agli istinti violenti, che io giudico primordiali, di chi non la pensa come me. Per fortuna si tratta di una minoranza: si stima che i cacciatori in Italia siano circa 750.000. Mi sembra assurdo, per lo svago di questo piccolo gruppo, rischiare di alterare l'equilibrio ambientale. Bisogna pensare alla riproduzione degli animali, ai nidi vuoti, ai piccoli senza cibo perché chi lo procura è stato ucciso. Senza contare i danni per il turismo ambientale, una risorsa importante e un esempio di cultura del nostro Paese, come ha segnalato con intelligenza il ministro Michela Vittoria Brambilla. Condividere con i cacciatori un ambiente incontaminato, un bosco, un prato, può creare disturbo, oltre che ragionevole apprensione, ha sottolineato il ministro. E io aggiungo che non si può godere della nostra natura, insegnare ai nostri ragazzi ad amarla e rispettarla come risorsa fondamentale del loro futuro, con lo spettro di uomini con in braccio un fucile, che si aggirano pronti a far scorrere il sangue degli animali che di questa natura sono una bellissima espressione.
Non è giusto calpestare il diritto di tutti per il piacere di pochi. Oltre tutto quasi esclusivamente maschi. Tengano conto i sostenitori della caccia che negli anni '90 sono stati indetti ben tre referendum per estendere i divieti della caccia. Nessuno ha raggiunto il quorum perché, appunto, la caccia è una passione di pochissimi, e per il resto della gente non è chiaro il suo impatto ambientale e la sua componente di crudeltà e dunque pensa non sia un problema che la riguarda di persona. Se tuttavia interrogati, gli italiani si dichiarano sfavorevoli: lo confermano tutti i sondaggi d'opinione degli ultimi anni. L'ultima ricerca di Eurisko di cinque anni fa ha evidenziato che oltre il 74% degli italiani è contro la caccia e sono certo che se si ripetesse oggi, grazie alla maggiore consapevolezza dell'importanza dell'ambiente, la percentuale sarebbe ancora più alta.

CORRIERE DELLE ALPI
29 GENNAIO 2010
 
La rabbia ora colpisce i gatti i veterinari riuniti d urgenza valutano l'ipotesi del vaccino
 
Laura Milano
 
PEDAVENA (BL). Il virus della rabbia viaggia in quota. Dopo le volpi a Sovramonte, l’altro giorno si è riscontrata la positività al virus in un gatto, ritrovato morto in località Valerne a Pedavena. L’équipe veterinaria del dipartimento di prevenzione dell’Usl 2 si è riunita all’istituto zooprofilattico di Belluno con esperti di settore delle Tre Venezie. La prescrizione è quella di vaccinare il maggior numero possibile di gatti domestici. A preoccupare sono le colonie feline, che solo nel territorio Usl 2 risultano essere una cinquantina.  La campagna di sensibilizzazione nei confronti di chi ha gatti in casa assumerà dunque i toni di un battage, mentre sul versante della profilassi fra i gatti randagi, aggregati in una cinquantina di colonie fra piccole e grandi, sparse sul territorio dell’Usl 2, il servizio veterinario procederà a fasi successive con l’obiettivo di vaccinare il maggior numero di felini. Nonostante ieri fossero presenti in provincia di Belluno esperti dell’istituto zooprofilattico delle Tre Venezie, la positività al virus in un solo gatto fa parte dell’epidemia in corso e non deve destare panico. Lo stesso Luigi Cazzola, direttore del dipartimento di prevenzione dell’Usl 2, tiene a precisare che il felino, contrariamente al cane e ad altre specie animali come volpe e capriolo, non è serbatoio di rabbia. «Questo però non ci deve far abbassare la guardia», ha detto Cazzola che, su indicazioni della Regione, promuoverà nel territorio di competenza il battage informativo: i gatti domestici, quelli a contatto quotidiano con l’uomo e la sua casa, devono essere vaccinati.  Per le colonie, invece, il discorso si fa ben più complesso e si attendono indicazioni regionali in materia. «Il gatto randagio è difficilmente catturabile», spiega Pierangelo Sponga, veterinario specializzato in etologia e comportamento animale. «E’ più efficace informare le persone e mettere in guardia i bambini affinché non avvicinino gatti sconosciuti che magari presentano qualche anomalia nella deambulazione o qualche altro segnale di malessere».  Qualche gatto che muore colpito dal virus quando è in corso l’epidemia, insomma, è da mettere in conto. Ma il problema non è da sottovalutare, in un contesto di diffusione della malattia, anche se il felino non è serbatoio. Di questo si è dimostrato consapevole da subito il sindaco di Sovramonte, Armando Scalet, che dopo i casi di positività al virus tra animali serbatoio, riscontrati nel territorio di sua competenza, ha collaborato strettamente con il dipartimento di prevenzione, segnalando situazioni di semirandagismo felino. «Ci sono alcuni casi in cui non è che il gatto sia maltrattato», spiega il sindaco. «Il problema è che i padroni, magari persone anziane, perdono il controllo sulla riproduzione perché gli animali non sono sterilizzati. Così da uno se ne ritrovano cento, per modo di dire, e non gestiscono più quella che diventa una colonia. So che alcuni maschi sono stati sterilizzati. Ma i conti non tornano facilmente».

GREEN REPORT
29 GENNAIO 2010
 
Egitto: l'errore dell'abbattimento dei maiali spazzini
 
LIVORNO. La decisione presa nel maggio 2009 dal governo egiziano di abbattere i 300.000 maiali del Paese (che face arrabbiare fino alla rivolta la comunità cristiana copta) si sta sempre più rivelando uno sconsiderato errore. Dopo che i maiali, animali impuri, immangiabili ed intoccabili secondo la religione islamica, sono scomparsi dalle strade e dalle periferie del Cairo, i rifiuti organici che mangiavano si accumulano nelle strade della capitale egiziana, ponendo seri rischi per la salute.L'abbattimento dei suini è durato un mese ed ufficialmente doveva servire ad impedire la diffusione dell'influenza H1N1, poi il governo di Osni Mubarak ha detto che si trattava anche di una misura per garantire la salute pubblica messa a rischio dagli impuri maiali. Ma evidentemente i maiali erano più efficienti della inesistente nettezza urbana pubblica cairota.Secondo l'Association for the Protection of the Environment, l'unico risultato dell'abbattimento dei maiali è stato quello di gettare in una miseria ancora più nera 70.000 piccoli allevatori di suini e raccoglitori di spazzatura e le loro famiglie, nella sola regione del Cairo.Lo stesso governatore della capitale egiziana, Abdel Azim Wazir, intervenendo in una sessione parlamentare tempestosa, ha detto che la decisione di abbattere i maiali è stata un grave errore.Il deputato e presidente del sindacato dei medici, Hamdy el-Sayed, ha parklato di «Scandalo nazionale. Le nostre strade sono piene di spazzatura. E' catastrofico».La crisi dei rifiuti sta mettendo in difficoltà anche l'eterno regime autoritario di Mubarak, lo stesso Partito nazional democratico, al potere da sempre dopo l'instaurazione della discutibile "democrazia" post-nasseriana, dice che in Egitto ci vorrebbero almeno 2,5 miliardi di lire egiziane (460 milioni di dollari) solo per iniziare ad affrontare il problema della raccolta di rifiuti. Una cifra abbastanza modesta se si pensa a quanto il Paese spenda in armamenti o in manifestazioni e grandi opere per puntellare il regime.Secondo i parlamentari nazionalisti, dovrebbero essere costruiti nuovi impianti di riciclaggio per dare manforte ai 160 già esistenti ma che, secondo il ministero dell'ambiente, trattano forse solo un quarto dei rifiuti egiziani.Il Cairo è il vero problema dei rifiuti di tutto l'Egitto; secondo il ministero dell'ambiente, con 25.000 tonnellate di spazzatura al giorno la metropoli araba produce il 55% di tutti i rifiuti del Paese. Ahmed Nasar, vice-presidente della Cleaning and Beautification Authority (Ccba) del Cairo sottolinea che il 70% della spazzatura della capitale è composto da rifiuti organici, plastica e vetro rappresentano praticamente quasi tutto il restante 30%.Al Cairo, la sopravvivenza degli zabalin, i raccoglitori "informali" di rifiuti, e quella degli allevatori di maiali era strettamente legata. Una specie di rapporto simbiotico basato sulla spazzatura rifiuti e sui suini: gli zabalin raccoglievano i rifiuti organici nelle strade e li rivendevano agli allevatori copti che ci nutrivano i loro maiali. Senza più porci gli zabalin hanno perso un'importante fonte di entrate e non hanno più nessun interesse a ripulire le strade.Israel Ayad, uno degli spazzini "informali" ed allevatore di maiali che funge da portavoce non ufficiale degli zabalin, ha spiegato all'Irin che «adesso, il mercato si interessa solo degli articoli in plastica, carta e vetro». Ayad non era certo un piccolo allevatore: aveva circa 50.000 maiali che «Divoravano ogni giorno migliaia di tonnellate di rifiuti organici», ora, a 70 anni, ha perso tutto.Mohamed Abdel Raziq, un funzionario della Ccba, ha evidenziato all'Irin un altro aspetto dell'emergenza rifiuti al Cairo: «I conflitti ricorrenti tra il governo e le imprese straniere incaricate della raccolta della spazzatura nelle vie della capitale vanno ad aggiungersi al problema. Queste imprese hanno cessato di fare il loro lavoro in attesa della rinegoziazione dei contratti».Intanto, è sempre più chiaro che la strage dei maiali è servita solo a dare una lezione alla comunità copta e un contentino all'integralismo islamico che reclamava la sparizione degli immondi suini "copti" dalle sante e sporche strade del Cairo. Infatti, secondo il ministero della sanità, malgrado l'abbattimento dei porci egiziani, l'influenza H1N1 ha fatto almeno 230 vittime e contaminato 15.000 persone. L'Organizzazione mondiale della sanità in un bollettino sull'influenza H1N1 pubblicato il 22 gennaio, sottolinea che «L'Égitto registra una curva discendente dopo aver conosciuto, durante tutto il mese di dicembre 2009, degli aumenti del numero di casi di malattie respiratorie. Questi dati suggeriscono che un qualche picco è atteso all'inizio del mese di gennaio 2010». Ma l'olocausto dei porci egiziani è avvenuto addirittura più di 8 mesi fa...

ASCA

29 GENNAIO 2010

 

AMBIENTE: APPELLO CITTADINI UE A SPAGNA CONTRO CACCIA AGLI SQUALI

 

Roma - I rappresentanti di Shark Alliance, coalizione internazionale per la conservazione degli squali, hanno consegnato oggi alle autorita' spagnole una petizione sottoscritta da oltre 90.000 cittadini di 16 Paesi europei per spingere la Spagna a metter fine alla sua opposizione all'attuazione di un divieto del finning a livello UE (il finning e' la pratica che consiste nell'asportare le pinne dello squalo e gettarne la carcassa in mare) e guidare l'Europa verso una piu' efficace regolamentazione del finning. ''L'opinione pubblica e' sempre piu' spesso a favore degli squali'', ha dichiarato Sonja Fordham, responsabile per le politiche europee sugli squali per il Gruppo Ambiente Pew e Shark Alliance. ''La nostra petizione - ha detto - vuole inviare un messaggio chiaro al governo spagnolo, che i cittadini di tutta Europa premono con urgenza per avere migliori forme di protezione per questi animali cosi' vulnerabili''.
''Per molti anni la Spagna si e' classificata al primo posto in Europa nella caccia allo squalo - ricorda Shark Alliance - e ha lavorato per ostacolare l'adozione di norme piu' severe sul finning. Il Piano d'Azione Europeo per gli squali del 2009, che ha goduto di ampio supporto, prevede un impegno a rafforzare la regolamentazione del finning a livello comunitario. Assumendo la presidenza europea fino a luglio 2010, e' probabile che la Spagna eserciti un certo controllo su eventuali deliberazioni concernenti questi cambiamenti''.''Essendo la nazione europea piu' attiva nella pesca degli squali, la Spagna ha il dovere di assumere il ruolo di guida, anziche' ostacolare la conservazione degli squali'', ha dichiarato Alex Bartoli', coordinatore politico di Shark Alliance in Spagna,''facciamo appello al governo spagnolo affinche' garantisca che la Spagna smetta di ostacolare gli sforzi di applicazione del divieto al finning e sostenga invece le iniziative della Commissione Europea per limitare in maniera responsabile la pesca dello squalo''.
La Settimana Europea dello Squalo 2009, tenutasi ad ottobre 2009, e' stata sponsorizzata dalla fondazione Save Our Seas Foundation. Gruppi di diving, acquari e organizzazioni ambientaliste di tutta Europa hanno organizzato piu' di 300 eventi per diffondere una maggiore conoscenza delle terribili condizioni in cui versano gli squali e raccogliere firme per la petizione.Jose' Maria Aguilar, presidente della AIZA, l'associazione spagnola degli zoo e degli acquari, ha aggiunto: ''Nel corso dell'anno abbiamo visto in prima persona aumentare la preoccupazione per gli squali nei visitatori dei nostri acquari. Oggi siamo lieti di trasmettere il loro messaggio direttamente al governo spagnolo, insieme con la nostra speranza di un futuro migliore per questi magnifici animali''.


Animalieanimali

29 GENNAIO 2010

 

TONNO ROSSO. ENPA: “BENE TUTELA CITES MA INTERVENIRE ANCHE CONTRO SPADARE”
Dopo presa di posizione del Sottosegretario Bonfiglio.

 

In merito a quanto dichiarato dal Sottosegretario alle Politiche Agricole Antonio Buonfiglio, che ha espresso il suo sostegno all’inserimento del tonno rosso nell'Appendice 1 della Convenzione internazionale sul commercio di specie animali e vegetali in pericolo (Cites) che prevede il divieto di commercio internazionale per le specie a rischio, il direttore scientifico dell’Enpa – Ilaria Ferri –commenta quanto segue: «Cogliamo con grande entusiasmo la disponibilità del sottosegretario Buonfiglio a sostenere l’inserimento del tonno rosso all’interno della normativa Cites e ricordiamo che è altresì necessario intervenire in conformità al Regolamento dell'UE 1239/98, la cui mancata applicazione è costata all'Italia la recente condanna della Corte di Giustizia Europea per non aver garantito i necessari controlli contro la pesca di frodo con le spadare e per il loro reiterato uso ad opera di un manipolo di pescatori, evidentemente tutelati da rapporti di piccola e grande collusione con le mafie locali, come è stato dimostrato dalla trasmissione “Report”. Ricordo che tale regolamento è molto esplicito in quanto vieta la cattura di tonni e pescespada con dispositivi retieri: richiediamo pertanto che siano resi noti i provvedimenti che il Sottosegretario ha pianificato in tal senso, in vista della prossima stagione di pesca e in ottemperanza alla normativa comunitaria. Riteniamo infatti che il perdurare di atti di illegalità di una ristretta cerchia di pescatori, dediti a questa attività di frodo, rappresenti un ulteriore danno a carico dello stock di tonno rosso e delle tasche di tutti i contribuenti italiani».


VIRGILIO NOTIZIE

29 GENNAIO 2010

 

In Toscana sottopassi per ranocchie

Wwf cerca 'rospisti' esperti

 

FIRENZE - Parte la campagna del Wwf Toscana di salvataggio dei piccoli anfibi: rospi, ranocchie e tritoni. Tutti animali che stanno finendo il letargo e a giorni inizieranno le migrazioni verso le zone di ovodeposizione attraversando cosi' le strade con il rischio di finire travolti. Il Wwf lancia un appello per l'arruolamento' di 'rospisti' esperti che potranno prodigarsi,tra l'altro,in azioni di trasporto manuale,realizzazione sottopassi e stagni alternativi.


TG COM

29 GENNAIO 2010

 

Tenta di rubare pinguino, arrestato

Giappone, il furto in uno zoo di Saikai

 

 

 

E' stato arrestato per tentato furto di un pinguino. E' successo a Saikai, nel Giappone meridionale, dove Akira Honda, 24 anni, ha tentato di portare via da uno zoo un pinguino alto circa 50 centimetri. L'improvvisato ladro gestisce un negozio di animali nella città di Fukoka ed è stato fermato dopo la segnalazione alla polizia da parte di alcuni visitatori dello zoo "Nagasaki Bio Park", insospettiti dal comportamento dell'uomo. Le forze dell'ordine hanno subito individuato l'uomo, che si è impossessato dell'animale. Una volta intercettato il giovane che cercava di nascondere l'insolito carico in una comune borsa, sono riusciti a impedire il furto. Lo hanno infatti fermato e gli hanno chiesto ragione del suo comportamento.
A questo punto il giovane ha inizialmente tentato di discolparsi dichiarando che la sua intenzione era di restituire l'animale ai legittimi proprietari. Ma poi non è riuscito a nascondere l'evidenza del tentativo di furto e ha quindi ammesso quello che stava effettivamente cercando di fare. E a quel punto l'uomo è stato arrestato.
Il pinguino "rapito" è una femmina che appartiene alla specie Humboldt e ha un valore commerciale stimato intorno ai 400mila yen, pari a 3.200 euro.


L'OCCIDENTALE

29 GENNAIO 2010

 

Giappone, 24enne arrestato per tentato furto di un pinguino allo zoo

 

E' stato arrestato per tentato furto di un pinguino alto 50 centimetri. Il gestore di un negozio di animali della città di Fukuoka, 24 anni, è stato arrestato a Saikai, nel Giappone meridionale, dopo la segnalazione da parte di alcuni visitatori dello zoo "Nagasaki Bio Park", insospettiti dal comportamento dell'uomo. Le forze dell'ordine hanno subito individuato l'uomo che si era già impossessato dell'animale, cercando di nasconderlo in una borsa. La polizia ha quindi salvato il pinguino e, chiedendo all'autore la ragione del suo comportamento, il 24enne si è discolpato dichiarando che la sua intenzione era di restituire l'animale ai legittimi proprietari. L'uomo è stato poi arrestato. Il pinguino "rapito" è una femmina che appartiene alla specie Humboldt e ha un valore commerciale stimato intorno ai 400mila yen, pari a 3.200 euro.


ANSA

29 GENNAIO 2010

 

Giappone, ruba pinguino da zoo:arrestato

L'animale ha un valore commerciale stimato intorno ai 3.200 euro

 

TOKYO - Tenta di rubare da uno zoo un pinguino alto 50 centimetri: in manette a Saiki, nel Giappone meridionale, un uomo di 24 anni. L'uomo, gestore di un negozio di animali a Fukuoka, e' stato fermato dopo la segnalazione di alcuni visitatori del 'Nagasaki Bio Park'. Intercettato dalla polizia, ha prima tentato di giustificarsi, per poi ammettere il tentativo di furto. Il pinguino 'rapito', una femmina della specie Humboldt, ha un valore commerciale stimato intorno ai 3.200 euro.


CORRIERE DELLA SERA
29 GENNAIO 2010
 
L'insolito incontro è stato imMortalato da un fotografo durante un Safari in Kenya
L'antilope e i ghepardi, nemici amici
I tre felini si imbattono in quella che normalmente sarebbe una loro preda. Ma si limitano a coccolarla
 
La carezza dei ghepardi (Biosphoto)
 
Simona Marchetti
 
MILANO. Quando la piccola antilope ha incontrato i tre giovani ghepardi, il suo destino sembrava segnato. E, invece, sorprendentemente, non solo i «gattoni» hanno risparmiato il cucciolo, ma ci hanno pure giocato per un po’, accarezzandolo persino sulla testa con le loro zampotte prima di salutarlo con una leccatina sul collo e lasciarlo andare via indisturbato. Le immagini di questo incredibile incontro nella savana sono state immortalate dal fotografo Michel Denis-Huot nell’ottobre scorso, durante un safari al Masai Mara in Kenya.
NON PREDA, MA GIOCO - «I tre ghepardi sono fratelli e vivono insieme da quando hanno lasciato la loro madre all’età di 18 mesi – ha spiegato l’ancora allibito fotografo al Daily Mail -. Li avevo visti gironzolare insieme fin dalle prime ore della mattina, ma non sembravano affamati, camminavano veloci e si fermavano spesso a giocare insieme. Ad un certo punto, hanno incontrato un gruppo di impala (una delle più graziose specie di antilopi, la più diffusa nella savana, ndr) che è subito scappato via, ma uno dei cuccioli non è stato altrettanto veloce e così i tre fratelli lo hanno catturato facilmente, ma dopo averlo buttato per terra, hanno perso subito interesse. I ghepardi si sono messi così a giocare con la piccola antilope come farebbe un gatto con un gomitolo di lana e per più di un quarto d’ora sono rimasti con il cucciolo, non facendo altro che leccarlo o mettendogli le zampe sulla testa».
IL LIETO FINE - Ancora più straordinario è il fatto che la storia abbia avuto un lieto fine perché, a parte un piccolo momento di tensione quando sembrava che uno dei tre ghepardi stesse per morsicare l’antilope sul collo, l’impala se n’è poi andato via senza problemi. Ma oltre che la sua buona stella, il cucciolo deve ringraziare anche madre natura: a differenza, infatti, degli altri felini, i ghepardi cacciano per il cibo soltanto di giorno, al mattino presto o nel tardo pomeriggio, e dopo hanno bisogno di riposarsi per la lunga corsa. Ed è stato proprio in quel momento, ovvero con i tre «gattoni» sazi per una precedente «abbuffata», che la piccola antilope ha fatto l’incontro che poteva davvero cambiare in peggio la sua giovane vita.

NUOVA SOCIETA'
29 GENNAIO 2010
 
ANIMALI DOMESTICI TRA OCCIDENTE E ORIENTE
 
Elena Romanello
 
Due notizie che arrivano da due Paesi lontani geograficamente hanno però come denominatore comune l'amore per gli animali domestici, in evoluzione in entrambi i posti, sia pure con premesse diverse.In Cina è iniziato un iter per l'approvazione di una legge che vieti in maniera definitiva il consumo di carne di cane e gatto, in uso in molte zone del Paese e più per motivi culturali che di vera necessità alimentare, sin dai tempi di Confucio. Motivo di questo, il crescente peso di vari gruppi animalisti, che hanno dato vita ad azioni come il fermare camion carichi di cani e gatti destinati al macello e liberarli, e l'abitudine ormai consolidata a considerare cani e gatti come animali domestici e d'affezione e non come potenziale riserva di carne. La strada sarà lunga, il vietare il consumo di carne di cane e gatto non eliminerà il problema delle loro possibili uccisioni per questo, ma il cambio di mentalità è indubbiamente da segnalare, così come il fatto che non sarà più consentito.In Gran Bretagna, invece, dove cani e gatti sono compagni irrinunciabili per tanti da secoli, esistono da tempo i cimiteri per animali domestici, presenti anche in numero esiguo nella nostra penisola. Negli ultimi anni è cresciuto il numero di persone che chiede di poter essere sepolto accanto al proprio o ai propri animali, cani, gatti, ma anche cavalli ed altri animali da compagnia. Per questo motivo nel Lincolnshire sono stati approvate una serie di aree in cui verranno sepolti insieme umani e pelosi, mentre al Woodland Burial Place, a Penwith, in Cornovaglia, lo spazio per gli animali è stato aperto dal 2003 anche alle persone.Molte associazioni religiose sono insorte contro questa tendenza, che del resto non fa che riprendere antiche usanze, di popolazioni quali gli Egizi, i Celti e gli abitanti delle isole Egee. Del resto, a quanto pare, ai conviventi umani degli animali poco importa se il terreno dove riposeranno dopo la morte con i loro quattrozampe sarà consacrato o meno.
 
 

 

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