CUNEO CRONACA
28 AGOSTO 2009
BERNEZZO (CN) -
Scimmia incatenata da tempo ricoverata con urgenza al Centro Recupero Animali Selvatici
MARA FARIOLI
BERNEZZO (CN) - La fotografia è stata scattata da qualcuno che non ha considerato invisibile questa scena!! E’ arrivata la segnalazione ieri mattina al C.R.A.S (Centro Recupero Animali Selvatici di Bernezzo) con la domanda di ricovero urgente. La scimmia, adulta oramai, è legata a 50 cm. di catena circa. L’illecito proprietario, un privato, ben si preoccupa dei gerani e del muretto di mattone, perché non si rovini con lo sfregamento della catena l’ha ricoperta di una gomma!! L’animale, da tempo legato, ha sicuramente la catena incarnita al collo si nota dal colore del pelo che risulta più scuro in quella zona. L’Autorità giudiziaria ha ricevuto la denuncia per detenzione illecita e maltrattamento. La legge italiana 150 del ‘96 non consente la detenzione di animali esotici, di cui molte volte i primi ad essere responsabili e complici di questo barbaro ed illecito commercio sono addirittura i Paesi come il Marocco e l’Egitto ( questo esemplare arriva con molta probabilità da Gibilterra). La condanna è penale anche se il padrone difficilmente sconterà la pena, mentre invece il povero animale strappato cucciolo al suo luogo di origine, con strategie di caccia atroci che in molte occasioni prevedono l’uccisione della madre, non potrà fare ritorno alla legittima e naturale libertà.Il resto della sua vita lo passerà nel nostro Centro o in Centri simili vivendo in cattività. Incompleta ed inadeguata è la Legge perchè non obbliga il proprietario a provvedere al mantenimento dell’animale a vita e di conseguenza difficilmente si riuscirà ad arginare il proficuo commercio di animali esotici!Il suo sostentamento sarà totalmente a carico del Centro e di qualche benemerito privato che mosso a pietà come spesso accade si accollerà parte delle spese. LA STAMPA 28 AGOSTO 2009
L'ascensore parte il cane resta impiccato
Lodovico Poletto
Torino - Fido l’hanno trovato appeso all’uscio di metallo dell’ascensore. Era agganciato lassù, nel punto più alto dell’anta, tra la soletta e il montante della porta. Il corpo stirato, il guinzaglio legato al collare trasformato in un cappio che non gli ha dato scampo. Strangolato dalla sua incolpevole padrona, una donna ultrasettantenne, che i pompieri erano andati a soccorrere in quel montacarichi rimasto bloccato tra il secondo e il terzo piano di un palazzo nel cuore di San Salvario. È lei che ha impiccato Fido in quel modo orribile. E quando ha scoperto la «sua colpa» s’è disperata per ore, inconsolabile anche dalle parole dei parenti e dalle amiche, dalle vicine di casa e dai pompieri. Tutti lì a dirle: «Lei non ha colpa».Già, nessuna colpa. Se quell’infinitesimale attimo di disattenzione: il tempo di un battito di ciglia, dicono. Ma tanto è bastato perché accadesse l’imprevedibile. Fido è sgusciato via dall’ascensore mentre le porte si stavano chiudendo. Lei gli ha urlato «Resta lì, non ti muovere». Poi ha lasciato scorrere il filo del guinzaglio estensibile. E ha sperato che quel meticcio che da quasi sei anni le faceva compagnia, riuscisse a scappare, a liberarsi del collare e salire di corsa le scale per aspettarla davanti alla porta di casa. Ma poi l’ascensore, con un colpo secco, s’è bloccato tra un piano e l’altro. La pensionata, prigioniera nel montacarichi, ha pigiato il pulsante d’allarme, pensando ad un guasto, ad un ennesimo colpo di sfortuna di questa giornata iniziata male. E paziente ha aspettato i soccorsi. Qualcuno della casa, ha allertato i pompieri. Chi, invece, ha visto Fido inchiodato lassù, non ha trovato il coraggio di avvicinarsi, e tentare di liberare quel meticcio che, forse, ancora si dibatteva. L’hanno fatto i vigili del fuoco che hanno pure sbloccato il montacarichi in pochi attimi. Poi hanno dovuto raccontare alla donna dell’orribile fine di Fido. Spiegandole tutto dal guinzaglio lungo, alle porte scorrevoli, dalla salita lenta dell’ascensore, al collare tenuto sempre troppo stretto.
CORRIERE DELLA SERA
28 AGOSTO 2009
IL RACCONTO DEL LAVORO DELLE PATTUGLIE
Il lager dei cani da combattimento Blitz notturno dei vigili urbani di Roma
Scoperto allevamento clandestino di cani: cuccioli per l'elemosina e molossi per allenare alla lotta i pitbull
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I vigili al lavoro nel degrado Un cane terrorizzato
Ilaria Sacchettoni
ROMA - Mentre i loro aguzzini erano già in una cella della polizia municipale di Roma, fermati e denunciati per maltrattamenti, un paio di molossi terrorizzati sfuggivano ai veterinari della Asl, intervenuti per le cure. Stavolta è toccato al nucleo di polizia giudiziaria del XVII gruppo, guidato da Antonio Bertola, sgomberare l’ultimo allevamento clandestino di cuccioli da elemosina e «sparring partners». Carne da macello per allenamenti o combattimenti clandestini di pitbull e molossi vari. La Lav lo denuncia da tempo: «fenomeno in aumento». E ora si scopre che i più periferici e degradati metodi di sopravvivenza urbana, avevano colonizzato le sponde del quartiere Delle Vittorie.
Allevare cuccioli da destinare al racket dell’elemosina frutta appena meno dell’ impiego di bambini e persone gravemente menomate. Però riserva assai meno rischi. «A Roma un cucciolo di labrador viene venduto per una cifra variabile, tra i trenta e i cinquanta euro - dice Andrea Cristofori, responsabile regionale della Lav- ma gli uffici del Comune hanno rallentato l’attività di prevenzione da un anno a questa parte». Massimo un paio di mesi in strada e poi il cucciolo da elemosina viene dismesso per far spazio a un altro (più piccolo e dunque in grado di intenerire maggiormente).
Dai joggers della ciclabile continuavano ad arrivare segnalazioni sporadiche, cani visibilmente sottopeso, provati, alcuni incapaci di camminare sulle proprie zampe e poi misteriosamente scomparsi. «Un Rotolerei malandato, fotografato quattro gioni fa, non è stato trovato: crediamo sia morto» dicono i vigili. Tra i cumuli di rifiuti e vegetazione, i vigili scoprono diciotto cani.
L’operazione notturna è nei pressi di piazza Maresciallo Giardino. In superficie c’è il viavai di trans dedicati alla prostituzione, lungo una strada che ospita una serie di malandate roulotte da cui escono luci e a volte grida. E’ l’una quando la municipale sfonda la porta in alluminio di una delle baracche demaniali sugli argini. Prima esce un ragazzo e poi, dal fabbricato confinante, una cinquantenne bionda con un marsupio in vita, documenti a portata di mano e l’espressione di sfida. Mucica Vlorica, cinquantacinque anni, di Buzau, Romania, già denunciata in passato per percosse e maltrattamenti (a una persona stavolta) vive qui con il figlio (un precedente per rapina). All’arrivo di lui, in calzoncini e maglietta, due giovani molossi - gli stessi che poi sfuggiranno ai veterinari - cercano scampo appiattendosi tra l’erba e si dimenano cercando di sfuggire. Terrorizzati.
«Perché tutti questi cani?» domandano i vigili. «Ci piacciono» rispondono i due, madre e figlio. «Perla» e «Rebecca» le due labrador che hanno sfornato una quindicina di cuccioli, sono nel recinto esterno alla casa. Sono in buone condizioni. Niente ferite nè segni di denutrizione. Una è nuovamente incinta. I piccoli, inconsapevoli, scodinzolano. Il blitz si conclude con tre denunce nei confronti della donna, di suo figlio e un altro uomo, tutte per maltrattamento di animali. «Più l’occupazione dei beni demaniali (la Barracca recintata sugli argini del lungotevere delle Vittorie, N.d.R.) che, incredibilmente, -fa notare l’istruttore del nucleo, Marco Milani - fungevano da domicilio ufficiale di queste persone, già sottoposte all’obbligo di firma in questura per reati precedenti».
Cuccioli e femmine (una è nuovamente gravida), sono ora al canile della Muratella. Le pratiche di adozione sono al via e chi volesse visitarli può già farlo (canile ex Poverello, via del Mare km 13,800) ma il trasferimento in famiglia «potrà avvenire solo dopo la decisione del giudice e la conclusione delle indagini» spiega Simona Novi, presidente dei volontari del canile comunale. «Domani sottoporremo la labrador a visita ecografica»aggiunge intanto. Quanto ai molossi in fuga, la faccenda è diversa. Si potrebbe sperare, per loro, nell’ inizio di una nuova vita, ma è probabile che la corsa attraverso gli argini più degradati e miserabili del fiume, si concluda con l’inevitabile resa e il ritorno all’unico ovile conosciuto: quel recinto umido e bisunto che Mucica Vlorica e suo figlio avevano innalzato per i loro prigionieri.
IL MESSAGGERO 28 AGOSTO 2009
Un allevamento di cani utilizzati per combattimenti clandestini..
ELENA PANARELLA
LA CITTA' DI SALERNO
28 AGOSTO 2009
Indagate sui quei gatti scomparsi
Agropoli (SA). «In questo condominio scompaiono troppi gatti in modo anomalo». La denuncia arriva dalla signora Emma Maffoncelli che da anni si prende cura dei gatti randagi cercando di prestare loro le cure necessarie. La signora lancia un appello all’Enpa (Ente nazionale protezione animale) affinché possa interessarsi al caso. «Vivo in un condominio in via Madonna del Carmine - spiega la signora Emma - dove risiedono circa una ventina di famiglie. Amo molto gli animali e cerco di prendermi cura dei gattini randagi che si trovano in questa zona. Do loro da mangiare ma puntualmente scompaiono e poi li ritrovo morti o buttati nellecunette per le acque piovane o all’interno di un’area recintata dove si trova una cabina di trasformazione dell’Enel. E’ una vergogna: io mi chiedo quale danno fanno questi poveri animali per meritarsi di essere trattati così male». In questi ultimi tempi l’amministratore, attraverso l’affissione di un avviso all’interno del condomino, ha imposto il divieto assoluto di dare da mangiare ai gatti randagi. Ma la signora Emma non ha nessuna intenzione di abbandonare i suoi amici a quattro zampe, anzi ha intenzione di procedere con una denuncia nei confronti dell’amministrazione condominiale. «Ho giá proceduto con alcune denunce contro dei condomini - afferma Emma Maffoncelli- e ho intenzione di denunciare anche l’amministratore per quell’avviso. Ritengo che un amministratore deve svolgere il suo ruolo e non certo occuparsi dei gatti che circolano nel condominio. Sono tre anni che va avanti questa storia; i micini sono terrorizzati: spesso li trattano come giocattoli, li prendono a calci. Tutti sanno ma nessuno prende dei provvedimenti. Nessuno è obbligato a dare loro da mangiare, ma perché ucciderli? Non danno fastidio a nessuno. Ultimamente una gatta aveva partorito, è stata uccisa la madre e i tre micini sono stati buttati nelle sterpaglie. Questa sorta di persecuzione deve finire».
IL TIRRENO
28 AGOSTO 2009
Gattini abbandonati nei cassonetti
CAPEZZANO (LU). Stava gettando la spazzatura nei cassonetti di via del Giardo, quando qualcosa ha attirato la sua attenzione. Un rumore strano, un miagolio. Ha pensato che fosse passato qualche gattino, intorno ai bidoni. Ma il richiamo dei micetti era insistente e Daniela («non voglio dire il mio cognome, perché non è il caso di fare del protagonismo») si è resa conto che il miagolio proveniva dall’interno del bidone. E purtroppo dal fondo. «Ho chiesto a mio marito di aiutarmi perché il cassonetto era pieno e da sola non ce l’avrei fatta a svuotarlo tutto». Insieme, sacchetto dopo sacchetto, sono arrivati ad un fagottino di iuta con i due micetti. «Siamo rimasti sconvolti, qualcuno li aveva chiusi in un sacco sperando di liberarsene. Sono piccoli, ma sanno già mangiare da soli. Ora stanno bene - racconta Daniela - li abbiamo nutriti e ci siamo rivolti alla protezione animali. Adesso sono nelle loro mani, oggi li porteranno alla fiera di Sant’Ermete a Forte, nella speranza che possano trovare una nuova famiglia. Spero che cose del genere non si ripetano, se fossi arrivata poco più tardi, quei gattini non ce l’avrebbero fatta».
IL SECOLO XIX
28 AGOSTO 2009
Due cavalli morti di stenti, denunciato il proprietario
Simone Schiaffino
Rezzoaglio (GE) - Un “lager” per cavalli. Con filo spinato al posto delle recinzioni in legno, un malfunzionante dispositivo per la somministrazione di acqua. Senza una zona al coperto, impedendo quindi agli equini di ripararsi, ogni tanto, dal sole o dalla pioggia. E con poco, troppo poco cibo, rappresentato da un prato spelacchiato.
In queste condizioni vivevano 15 cavalli, in un appezzamento nelle vicinanze di Alpepiana, frazione di Rezzoaglio. Un terreno in uso a un quarantenne della zona, ora denunciato per maltrattamento di animali. Perché quella quindicina di capi è risultata essere malnutrita e disidratata. C’è di più: due cavalli sono morti di stenti, mercoledì scorso. La denuncia alla Procura della Repubblica di Chiavari è scattata dopo un sopralluogo, giovedì scorso, dei tecnici veterinari della Asl 4 Chiavarese. Un’ispezione a cui ha preso parte anche il sindaco di Rezzoaglio, Roberto Fontana.
«È apparso evidente che il manto erboso non era sufficiente a garantire una sufficiente quantità di foraggio all’intera mandria - hanno accertato i veterinari Asl - e si è constatato che tutti gli equini erano in cattivo stato di nutrizione. Per questo una relazione, contenente una notizia di reato nei confronti del proprietario, è stata inoltrata alla Procura».
I due cavalli morti - il decesso risale a mercoledì scorso - sono stati portati via, da una ditta specializzata chiamata dal Comune di Rezzoaglio, per essere smaltiti in un inceneritore. Quanto ai 15 cavalli “superstiti”, la Asl ha provveduto ad assegnarli in affidamento giudiziario ad una parente del quarantenne denunciato. La donna ha un pascolo in località Ertola, dove ora gli animali possono vivere in condizioni sicuramente migliori di quelle precedenti. Nel maggio scorso un primo sopralluogo era stato effettuato nel “lager” dei cavalli di Alpepiana. Allora il sindaco e i tecnici dell’Asl avevano notato carenze nella struttura e una cattiva custodia degli animali, ma non tale da configurare il reato di malgoverno o maltrattamento di animali. I veterinari si erano allora limitati a raccomandare al proprietario di migliorare le condizioni del suo allevamento. Questo, evidentemente, non è accaduto, ed è così che si è arrivati alla denuncia penale e al sequestro degli animali.
«Avevamo invitato il mio concittadino a limitare il numero dei cavalli nel suo recinto, in modo da poterli seguire meglio e, quindi, farli vivere in modo accettabile - racconta il primo cittadino di Rezzoaglio - ma questo non è accaduto. A maggio avevamo anche provveduto a “chippare” trutti i capi, per poterli individuare quando erano al pascolo».
La mandria “salvata” dai maltrattamenti è composta da esemplari di razza bardigiana e da alcuni pezzati. Sembra che l’uomo che li teneva in quelle condizioni non utilizzasse gli animali per lavori da soma, ma che li facesse riprodurre per poi vendere i puledri ad altri allevatori della zona. Ma è accaduto che il quarantenne abbia chiesto cifre troppo alte, e che la vendita non sia andata in porto, facendo crescere a dismisura il numero di capi della mandria.
EQUITANDO 28 AGOSTO 2009
Lager per 76 Cavalli 76 cavalli arabi sono stati sequestrati dalla polizia in un ranch in Texas denutriti e in pessime condizioni igienche
La Polizia in Texas ha sequestrato 76 cavalli arabi da un ranch nella contea di Denton perché trovati denutriti e in pessime condizioni igieniche.
ASYLUM
28 AGOSTO 2009
IL CANE ABBAIA E LUI LO BUTTA DALLA FINESTRA UCCIDENDOLO, ARRESTATO
Un 45enne di Chicago è stato arrestato dopo aver buttato dal terzo piano della sua abitazione un cane Labrador di 17 anni, lasciandolo morire dopo una lenta agonia. Lawrence Juliano (in foto) è stato fermato dalla polizia nel pomeriggio di mercoledì a casa sua, con l'accusa di crudeltà e tortura verso gli animali. Agli agenti avrebbe detto di aver commesso quel gesto perché il cane stava abbaiando. Sconvolta la proprietaria del cane, la figliastra dell'uomo, Vanessa Tamarit: "Sono devastata da quello che è successo". La ragazza ha trovato l'anziano Coco in terra, ancora tutto tremante. L'animale deve essere stato là circa mezz'ora, prima di morire in seguito alle ferite riportate nella caduta. "Mi ha detto che era arrabbiato", spiega la ragazza, riferendosi a Juliano.I fatti sarebbero avvenuti due settimane fa, ma soltanto mercoledì la polizia è riuscita a ricostruire l'esatta dinamica dei fatti. "Fare qualcosa del genere ad un cane innocente, per di più anziano, non è umano. Per questo porterò avanti la denuncia. Non se la deve passare liscia", promette Vanessa.
LA NUOVA VENEZIA
28 AGOSTO 2009
Spinea, chiesa invasa dai piccioni
Filippo De Gaspari
SPINEA (VE). «Da quando l’ex scuola Pascoli non c’è più i piccioni sono diventati tutti cattolici praticanti. Chiederò al nuovo vescovo di venirli a cresimare uno ad uno». Anche stavolta il parroco di Santa Bertilla, don Marco Scattolon, sfodera il suo proverbiale umorismo, anche se in realtà poi il sacerdote rivela di non dormire più la notte. Colpa di frotte di colombi che, rimasti orfani della vecchia scuola elementare, abbattuta per far posto alla nuova piazza, si sono rifugiati nell’unico altro edificio «importante» rimasto in zona: la chiesa. «Non se ne può più - racconta il parroco - sono ovunque: sulla chiesa, in canonica, in oratorio, in asilo e in teatro. Li cacci da una parte, volano venti metri e si posano di poco più in là». Un problema diventato insostenibile negli ultimi mesi: prima la colonia di volatili albergava indisturbata all’interno della vecchia scuola, ormai poco più che un rudere, diventata col tempo più simile a un’enorme grande voliera. Poi il Comune l’ha rasa al suolo per farci la nuova piazza. I piccioni si sono così trovati senza tetto e hanno pensato bene di trasferirsi in massa di là della strada, negli anfratti della chiesa di Santa Bertilla. Con tutto ciò che ne consegue: guano ovunque, sui cornicioni dell’oratorio, sui davanzali della canonica, sul tetto e sul grande crocifisso bianco della facciata principale della chiesa. A don Marco non resta che darci di olio di gomito, pulendo il sagrato prima di ogni celebrazione per garantire un minimo di decoro del tempio. Far cambiare aria alle centinaia di piccioni stanziatisi in zona pare un’impresa. Il parroco dice di averle tentate tutte. Nelle scorse settimane ha perfino fatto installare in cima alla chiesa un finto falco di plastica, messo là a mò di spaventapasseri, con la speranza che potesse tenere lontani i colombi. Per scacciarli il sacerdote è addirittura salito di persona sul tetto della canonica armato di scopa e lo ha fatto più di una volta. «Ho perfino chiesto un preventivo per installare uno di quei sistemi acustici per tenere lontani gli animali, ma costa troppo. Non so più cosa fare, questi arrivano sempre più numerosi». Il problema, ormai si sa, oltre che di decoro riguarda anche la salute dei fedeli.
TARGATO CN
28 AGOSTO 2009
Fossano (CN): rapito cucciolo al Pinco Pallino. Appello del canile
Fossano (CN) - Quello che è successo una quindicina di giorni fa, al rifugio 'Pinco Pallino' di Cussanio, ha dell’incredibile. Monica Pavani, responsabile delle adozioni del canile, lancia un appello e la descrizione dei 'rapitori'. I fatti: si sono presentati due ragazzi e due ragazze sui vent’anni, con l’intenzione di adottare un cucciolo per regalarlo alla fidanzata di uno dei due. Uno dei ragazzi, capelli neri altezza media, ha detto di chiamarsi Andrea l’altro, piuttosto alto e biondo, non ha detto il proprio nome. Entrambi erano vestiti alla moda. Le ragazze, entrambe bionde, sono rimaste fuori. Hanno visto il cucciolo, unico visionabile in quel momento, ed hanno deciso di adottarlo. Le regole del Rifugio 'Pinco Pallino' sono che i cani vengono portati direttamente dai volontari a casa della persona che intende adottarli, in nessun caso vengono dati direttamente a chi ne fa richiesta. Nella fattispecie il cagnolino era ancora troppo piccolo per essere tolto alla mamma: aveva solo quarantacinque giorni e generalmente i piccoli non vengono adottati prima di aver compiuto almeno due mesi. Il cucciolo era solo sverminato e non vaccinato ed ha un’ernia ombelicale molto visibile. I ragazzi si sono mostrati contrariati alla notizia di non poter portare via il cucciolo. Hanno fatto in modo di distrarre, con la complicità delle ragazze, i volontari, facendosi accompagnare nei vari capannoni per visionare altri cani, ed uno di loro, preso il cucciolo, ha avvisato col cellulare gli altri che hanno detto che sarebbero ritornati. Un testimone li ha visti in macchina col cagnolino, mentre si allontanavano dal canile. Il cucciolo rapito è tipo segugio, nero focato, con l’ernia ombelicale ben visibile ed è un maschio.“L’appello è a tutti i veterinari, all’anagrafe canina, ai negozi di animali, alla cittadinanza in generale - spiega Monica Pavani- Se è vero che dovevano regalare il cucciolo ad una ragazza, sicuramente l’avranno portato da qualche veterinario. Abbiamo urgenza di trovarlo. Sarà data una lauta ricompensa a chi darà notizie utili per il suo ritrovamento”. L’aspetto che lascia più perplessi è che questi quattro ragazzi sicuramente non avevano premeditato il 'rapimento', semplicemente non potevano avere tutto e subito e se lo sono preso, infischiandosene del bene del cucciolo, della sua salute, del fatto che c’erano delle regole e delle ragioni a cui, anche loro, avrebbero dovuto sottostare.
MATTINO DI PADOVA
28 AGOSTO 2009
Cagnolino aggredito da un cinghiale
Piergiorgio Di Giovanni
VO’ (PD). Un cinghiale ha aggredito un cagnolino. A Cortelà, località caratterizzata da suggestive panoramiche, si è ripetuta una situazione simile a quella vista nello scorso maggio, allorquando una cagnetta era stata attaccata improvvisamente e poi sbranata dall’animale. Questa volta è andata meglio, perché un vispo bastardino di tre anni è riuscito a sottrarsi alla furia del cinghiale e a mettersi in salvo, sia pur ferito. Il brutto episodio è capitato alle 10.30 di mercoledì scorso, nel cortile dell’abitazione al numero 1044 di via Monte Versa. «Ero in cortile, e ad un certo punto ho sentito i guaìti del mio Rudy e anche il grugnito del cinghiale, ma non sono riuscita a vederlo», racconta la signora Ida Tosato in Calaon. Il cane spaventatissimo si è rifugiato al sicuro accovacciandosi dentro casa, e non ha più voluto saperne di uscire. Ad accorgersi della ferita, è stato Alessandro Crivellaro, il giovane nipote della signora: «Ho notato che la bestiola si muoveva zoppicando, e ho visto un lembo di pelle che si stava staccando». Probabilmente, il cinghiale dopo essere sbucato dal bosco che circonda l’abitazione, ha cercato con i denti di sollevare il cagnolino, visto che Rudy ha riportato la ferita tra la zampa sinistra posteriore e l’inguine. I suoi padroni hanno poi chiamato il veterinario che, in attesa di visitarlo e medicarlo, ha prescritto la somministrazione delle pastiglie necessarie per prevenire una possibile infezione. Gli abitanti della zona continuano a ripetere che di cinghiali ce ne sono ancora a bizzeffe, e in mezzo ai vigneti è molto facile scorgere molte orme di non dubbia provenienza.
IL TIRRENO
28 AGOSTO 2009
No allo sgambatoio
FORTE (LU). È bastato un annuncio sul giornalino del comune per far divampare la polemica sul nuovo sgambatoio per cani di Vittoria Apuana. Ad intervenire Carlo Salvatori, ex consigliere comunale già presidente degli agenti immobiliari cittadini: «Con tutti i problemi del nostro paese, l’Amministrazione si preoccupa degli amici a quattro zampe». «Personalmente non ho niente contro i cani - spiega Salvatori -, mi preoccupano assai più i “padroni”. «Alla sera ho l’abitudine di fare una passeggiata in centro e proprio la settimana passata su via Mazzini all’altezza della libreria Giannelli, sull’asfalto c’erano degli abbondanti escrementi di cane di cui parecchi turisti hanno fatto le spese. Mi domando: ma il proprietario di quel cane non si è reso conto del danno che ha provocato? Mi immagino poi se veramente venisse realizzata l’area per lo sgambamento di questi animali nel centro di Vittoria Apuana perché in poco tempo quella bella zona diverrebbe una discarica a cielo aperto. E i cittadini di Vittoria Apuana sono preoccupati: per questo è già iniziata anche una raccolta di firme». Salvatori conclude augurandosi che «l’amministrazione Buratti comprenda la gravità della decisione: chi ha investito in quella zona vedrebbe declassate le proprietà. Non dimentichiamoci che l’area di Vittoria Apuana interessata all’impianto si trova inserita in mezzo a ville importanti e fu acquisita dalla passata amministrazione con una convenzione per diventare un parco pubblico, fiore all’occhiello per il paese».
IL GIORNALE
28 AGOSTO 2009
COSI' TOKYO MASSACRA I DELFINI Un video svela la terribile sorte di centinaia di mammiferi che passano nella baia di Taiji a sud di Tokio. La caccia è segreta perché lì questi animali sono quasi sacri. Noi inorridiamo. E poi andiamo a mangiarci un salmone...
OSCAR GRAZIOLI
«Avvicinatevi alla baia e potreste farvi molto male». Con queste parole, il sindaco di Taiji ha accolto la richiesta ufficiale di filmare quanto accadeva in una baia di questa cittadina giapponese sul Pacifico, 500 Km. sud ovest di Tokyo. In quel tratto di mare si trova una delle più importanti rotte migratorie dei delfini. Da un po' di tempo correvano voci strane su quel che accadeva nella baia di Taiji. L’acqua, a settembre, diventava rossa, probabilmente per la presenza di una particolare alga, così si diceva, mentre notizie frammentarie e di fonte incerta lasciavano trapelare realtà molto meno pittoresche. Qualcuno proveniente dal posto, dopo generose dosi di sakè, si spingeva a spifferare sottovoce di una mattanza di delfini e prendeva dell’ubriacone, visto che a Taiji il delfino è quasi sacro, raffigurato ovunque in pregiate sculture e raffinati dipinti. Più sacro del delfino però è il dio denaro e questo non solo in Giappone.
ANSA AMBIENTE
28 AGOSTO 2009
RINVIA LAVORI CAPANNONE PER NON DISTURBARE RONDINI
CREMONA, 28 AGOSTO - Le rondini, negli ultimi anni, sono sempre meno numerose nel cremonese ma ad Agnadello (Cremona) c'e' addirittura chi, come Pino Bolzoni, durante la bella stagione con questi uccelli ha a che fare quotidianamente tanto da rinviare lavori urgenti pur di non disturbarle. Bolzoni, 68 anni, ha un'autofficina in un capannone e al suo interno da quasi dieci anni almeno una dozzina di rondini, in media, nidificano da primavera fino a fine estate. ''Me le sono trovate in casa una decina di anni fa - racconta l'uomo - e non me la sono sentita di allontanarle. Durante il giorno si vedono poco, vanno e vengono, ma nel tardo pomeriggio, dalle 18 in poi, arrivano e si fermano nel capannone posandosi sui neon appesi al soffitto. E comincia il cinguettio, un suono che ormai mi tiene compagnia''. A ferragosto Pino avrebbe dovuto cominciare dei lavori di ristrutturazione nel capannone ma non ha voluto disturbare le sue ospiti. ''Il risultato - spiega - e' che faremo i lavori quando se ne saranno andate. Ormai sono troppo abituato a vedermele intorno. La sera lascio le finestre aperte per farle entrare e uscire e a volte, quando sono nel locale che uso come ufficio, entrano anche loro. Quest'anno ne ho contate una dozzina ma a settembre saranno di piu' perche' prima della migrazione c'e' la massima concentrazione, che dura un paio di giorni. Poi se ne vanno e le aspetto l'anno successivo''
LA NUOVA SARDEGNA
28 AGOSTO 2009
Vacche e maiali sulla strada 389
VILLANOVA STRISAILI (OG). Anche in queste ultime settimane, alcuni turisti si sono lamentati per la presenza di animali vaganti - vedasi maiali, mucche, cavalli e altro - lungo la strada statale 389, per Nuoro, soprattutto nel tratto che dal bivio di Villagrande-Villanova Strisaili porta fino a oltre la galleria di Corr’e Boi. In alcuni casi, si sono rischiati nuovi e gravi incidenti stradali - registratisi putroppo negli ultimi anni - causa la presenza improvvisa di animali lungo la careggiata del tratto montano della strada stale 389 Arbatax-Nuoro. L’assessore provinciale all’Ambiente, Luigi Lai (Pd) è stanco della grave situazione: «Non è possibile, che nell’estate 2009, si continuino a registare grandi e costanti pericoli per chi transita nel tratto che da Villanova Strisaili porta fino a oltre il traforo di Corr’e Boi. Com’è possibile che tanti animali continuino a passeggiare, con tutta tranquillità, lungo la carreggiata della 389? A mio parere, si registra ancora uno scarso senso civico da parte di diversi allevatori. Ma lungo tutto questo tratto occorrerebbero anche maggiori controlli. Prima che si verifichino nuovi e gravi incidenti stradali».
LA NUOVA FERRARA
28 AGOSTO 2009
Ma Pepita scalpita ancora
CORPORENO (FE). Ce l’ha fatta Pepita, la cavalla di 7 anni che nel settembre 2008 era stata colpita da West Nile, il virus diffuso dalla zanzara Culex che porta alla paralisi - parziale o totale - dell’animale infettato. Pepita adesso sta tanto bene che la giovane proprietaria Jessica Borgatti, di Corporeno, la monterà lunedì 30 agosto in occasione della quinta tappa del Campionato regionale di Gimkana Western Open che si disputer al Centro ippico Santa Lucia, in via delle Donne a San Carlo. «Era rimasta paralizzata - racconta Jessica - e ho avuto una paura folle: poi, con l’aiuto del veterinario, con cure intense e tantissime coccole, si è ripresa, insomma ha rispsto molto bene alle terapie. Sono felicissima e non vedo l’ora di montarla lunedì». Ma se Pepita ha recuperato, le medicine più azzeccate sono state l’amore, la vicinanza e il tanto affetto della sua padroncina. E’ fuori di dubbio che la profilassi imposta nel settembre 2008 dall’assessorato regionale alla Sanità per fronteggiare i primi casi di infezione di West Nile (in stretto raccordo con il ministero della Sanità) ha dato i suoi frutti. Eppure, come non ha nascosto il veterinario curante di Pepita, l’amore e la dedizione di Jessica nel curare il suo cavallo sono stati il vero toccasana. E adesso? «Lunedì spero di ben figurare con la mia Pepita - confida Jessica -. Quella che si disputa a San Carlo è una tappa molto importante e ci tengo a raggiungere un buon risultato anche perchè fare punti qui sarebbe il massimo, serveono anche per la classifica di un campionato che è davvero bellissimo». Pepita, ristabilita e pimpante, gareggerà in un concorso che è anche riconosciuto dal Comitato regionale Fise (Federazione italiana sport equestri).
IL CENTRO
28 AGOSTO 2009
Gatto salvato nel burrone
ANVERSA (AQ). Un gattino ha rischiato di cadere nel burrone sottostante il colle di San Michele di Castrovalva, frazione di Anversa. E’ stato però salvato dai vigili del fuoco di Sulmona, che si sono calati con le corde, aiutati dai carabinieri della stazione di Anversa. L’animale, comprensibilmente spaventato, è rimasto in bilico su una roccia fino a quando i soccorritori non sono riusciti a raggiungerlo e a riconsegnarlo ai suoi proprietari.
TRENTINO
28 AGOSTO 2009
Un capriolo vittima della Maza
ARCO (TN). Tagliate dalla strada della Maza, che presenta un muretto quasi ininterrotto a valle (inframmezzato soltanto da sporadiche aperture) e un declivio scosceso a monte, le pendici settentrionali dello Stivo sono frequentatissime da caprioli. Il brutto è che, nonostante l’ostacolo della strada della Maza, le bestie non esitano ad attraversarla - soprattutto di notte - per scendere dalla boscaglia alle più appetitose campagne poco sopra Prato Saiano (dove peraltro si limitano a brucare la vegetazione più tenera senza fare altri danni). E’ brutto, questo attraversamento perchè, come abbiamo detto, presenta solo poche vie d’uscita e i caprioli vengono spesso abbagliati dalle auto di passaggio. Si spaventano, scorrazzano sull’asfalto fino a farsi investire mortalmente, ancor prima di trovare il sistema per scendere sotto la carreggiata. L’ultimo episodio la notte scorsa, con la quinta vittima dell’anno secondo i calcoli del presidente dei cacciatori di Arco Mauro Bonora. Il capriolo in questione, un maschio di 20 chili già malandato di suo, è stato trovato agonizzante ieri mattina sul bordo della strada, a poca distanza dalla curva della discarica comprensoriale. Dopo l’allarme di un automobilista di passaggio, lo anno raccolto i vigili del fuoco di Arco e portato in caserma. L’animale, quindi, è stato preso in esame dal veterinario, il dottor Franco Gatti, che constatate le sue bruttissime condizioni - al fine di evitargli ulteriori sofferenze - non ha potuto fare altro che richiederne l’abbattimento.
IL TIRRENO
28 AGOSTO 2009
Animali feriti dai cacciatori di frodo
MASSAROSA (LU). Ad un mese circa dall’apertura della stagione venatoria, prevista per il 20 settembre, emergono già alcuni problemi, purtroppo non nuovi per Massarosa. Anche quest’anno colpiscono bracconieri e cacciatori di frodo che, con tecniche illegali, sparano agli animali. E, per non farsi scovare, usano armi munite di silenziatore. La segnalazione è stata fatta da un gruppo di cacciatori che si identificano, per ragioni di riservatezza e di sicurezza, nel gruppo «Amici della Legge». Venuti a conoscenza di alcuni episodi di bracconaggio, li hanno segnalati alle autorità competenti. «Noi cerchiamo di curare gli animali feriti - dice un cacciatore. Purtroppo ci sono persone che con metodi non certo leciti, distruggono l’ambiente. Abbiamo segnalato l’accaduto alla direzione del parco Migliarino S.Rossore e alla Polizia Proviciale con la speranza che possa essere trovata una soluzione prima che sia troppo tardi. Speriamo di essere stati utili e di poter contribuire alla salute dell’ambiente».
IL GIORNO
28 AGOSTO 2009
ERBA BRACCONIERI SCOPERTI NELLA RISERVA DELLA VALLE BOVA
A caccia di caprioli con la balestra
Erba (CO) - A CACCIA DI CAPRIOLI con la balestra. Sono stati scoperti e inseguiti i bracconieri della Valle di Caino, poco sopra Erba. Ma sono riusciti a far perdere le loro tracce. Un gruppo di ragazzi è stato scoperto a cacciare con armi da lancio nella nuova riserva della valle di Caino dai responsabili del gruppo che si occupa della tutela dell’area protetta, da poco riconosciuta come tale dalla Regione Lombardia. Dopo alcuni appostamenti sono stati finalmente avvistati, ma sono fuggiti in un luogo scosceso.
«È successo anche questo nella nuova Riserva della Valle Bova - spiega l’onorevole leghista Erica Rivolta, che nei mesi scorsi si impegnata affinché l’area impervia, che si trova fra le montagne del Triangolo Lariano, venisse tutelata - Grazie al riconoscimento ottenuti siamo in grado di controllare maggiormente quello che succede in quel luogo». Nei giorni scorsi sono state riportate a monte anche le trote che rischiavano di rimanere a secco nelle pozze ormai senz’acqua.
IL TIRRENO
28 AGOSTO 2009
Animali feriti, volontari cercansi
Cecilia Cecchi
PIOMBINO (LI). Il recupero di animali selvatici feriti non conosce sosta. E le forze dell’operatore Wwf che si occupa della Val di Cornia non bastano più. «Dall’inizio dell’anno - racconta Giovanni Bottausci, che come volontario è sin qui sempre stato in prima fila - abbiamo assistito 150 animali. E le chiamate arrivano davvero a qualunque ora...». C’è di tutto. Una trentina di rapaci a cominciare dal falco pellegrino preso all’Elba (salvo e già liberto), civette, assioli. Un ’infinità di gabbiani, rondini, scoiattoli, ricci. «Abbiamo assistito - dice - anche due caprioli feriti dalle falciatrici, che però sono deceduti. Pure la tartaruga di mare spiaggiata a Rimigliano era già morta al momento del recupero». Qui, come nel resto d’Italia, si salva circa il 50% degni animali recuperati. «Chi ci chiama - ricorda Giovanni - dovrebbe aiutarci di più, a volte arrivo in spiaggia per un gabbiano e questo vola via. Salvataggio un po’ particolare, tra le barche ormeggiate a Baratti, con l’aiuto di un pescatore: protagonista un marangone dal ciuffo». A dare una mano due studenti Irene e Amedeo, che hanno risposto al telefono per le emergenze. «Da ringraziare - aggiunge - Laura di Vada, fondamentale per il primo soccorso. Per i trasferimenti al centro Lipu di Livorno va un po’ meglio grazie all’uso dei bus Atl. Ora è indispensabile potenziare la rete di volontari. Dopo dicembre la situazione andrà rivista». C’è da sperare che altrimenti Provincia e Circondario si attivino per ovviare questa possibile, grave lacuna.
IL PICCOLO
28 AGOSTO 2009
Sei tartarughe marine avvelenate dal petrolio
REGGIO CALABRIA - Una larga chiazza oleosa ha invaso la costa ionica calabrese, nella Locride, provocando lo spiaggiamento di sei tartarughe marine Caretta caretta. Si tratta di una consistente presenza di catrame, probabilmente derivante da una nave cisterna, che sta tuttora imperversando nel tratto di costa compreso tra Locri, Siderno e Roccella Jonica, con conseguenze gravi soprattutto per gli animali marini che vivono in quest'area. Sono sei, fino ad ora, gli esemplari di Caretta caretta, coinvolti in questa strage ambientale e recuperati dal Centro di recupero. Tre esemplari sono morti, tre sono stati salvati.
ANSA AMBIENTE
28 AGOSTO 2009
AVVISTATI 15 CAPODOGLI E BALENOTTERA ACQUE SARDEGNA
ROMA - A tu per tu con i grandi cetacei. E' avvenuto nelle acque del sud della Sardegna. Due imbarcazioni a vela italiane, mentre navigavano verso Capo Teulada provenienti dalla Tunisia, si sono trovate letteralmente circondate da un branco di cetacei di varia dimensione e specie: decine di delfini e stenelle, un branco di oltre 15 capodogli e una balenottera comune di oltre 20 metri. ''La scena era straordinaria - ha riferito il biologo marino Giampietro Sara - decine di delfini sembravano scortare un grosso gruppo di capodogli, tra cui alcune femmine di grandi dimensioni e molti 'cuccioli' sotto i dieci metri. Ma la cosa piu' incredibile era il comportamento della balenottera''. ''Ci passavano sotto lo scafo strofinando le teste tra loro, facevano venire i brividi, ma erano bellissimi'', ha raccontato da parte sua lo scrittore Simone Perotti, skipper delle due barche a vela insieme a Sara. Ai margini del branco una balenottera comune di grandi dimensioni - raccontano i protagonisti dell'avventura - navigava a quasi 15 nodi di velocita'. L'area dove e' avvenuto l'incontro si trova in un punto di forte dislivello batimetrico. Da oltre 2.500 metri di profondita' il fondale sale improvvisamente a 1.000 metri. Questo 'salto' delle profondita' crea forti correnti di risalita, capaci di far emergere acque ricche di sostanze nutrienti per plancton e piccoli pesci.
SAVONA NEWS 28 AGOSTO 2009
Cani multati in spiaggia, la denuncia dell'Aidaa
Sono circa 59 mila le contravvenzioni elevate dai vigili urbani contro i possessori di cani che hanno deciso di portare il loro amico a quattro zampe in spiaggia in tutta la penisola. Situazioni del genere si sono verificate anche in Liguria. Lo dice un'indagine dell'Associazione italiana difesa animali e ambiente (AIDAA). I responsabili denuncia irregolarità per multe che avrebbero fatto incassare complessivamente ai comuni oltre 24 milioni di euro. "Si tratta di sanzioni che vanno dai 400 ai 1.000 euro - afferma in una nota AIDAA -. Stiamo ricevendo migliaia di richieste di consulenza e sono in preparazione di ricorsi contro multe che sarebbero state elevate in maniera irregolare". In particolare le irregolarità, che secondo l'associazione animalista sarebbero riscontrabili in 38 mila multe, riguardano l'assenza di segnaletica o la presenza di segnaletica illegittima sul divieto di portare i cani in spiaggia. Inoltre almeno 4 mila contravvenzioni sarebbero state comminate sulla battigia, nonostante esista la normativa che consente il libero transito nei 5 metri di profondità della spiaggia.
IL MATTINO
28 AGOSTO 2009
Sono ormai molti anni che si attua un’attenta campagna di sensibilizzazione verso chi d’estate abbandona i cani..
Sono ormai molti anni che si attua un’attenta campagna di sensibilizzazione verso chi d’estate abbandona i cani, destinando questi poveri animali cresciuti in casa a una morte quasi certa o a una triste vita. Nonostante le varie lotte degli animalisti e la concreta diminuzione negli anni di questo fenomeno, ho dovuto constatare però di persona che in alcuni posti questo messaggio di maggiore rispetto e amore verso i propri animali e non solo, non è arrivato neanche a chi opera nelle istituzioni. A Santa Maria del Cedro, dove faccio le vacanze, da qualche giorno gironzolava nella zona dei lidi, a ridosso della statale 18, un bel cagnolino con tanto di collare. L’animale spesso giocava con il cane di uno dei gestori del lido, dove da qualche giorno si recava per ricevere un po’ di cibo. La povera bestia, probabilmente abbandonata dai proprietari si è trovata privato dell’affetto delle persone che lo hanno cresciuto e proiettato in un mondo che per lui è stato peggio di una giungla. Nonostante la strada era di quelle quasi sabbiose dove passeggiano per lo più i bagnanti che si recano in spiaggia durante la notte del 24 agosto qualcuno dei giovani che frequentano il lido mette sotto con l’auto il cane, senza neanche fermarsi a dargli soccorso. Durante le prime ore del mattino il cocker ha incontrato un altro tipo di parassiti: gli uomini ombra, quelli che passavano per andare in spiaggia guardando con indifferenza questo animale che si trascinava le zampe posteriori piangendo, sotto il sole, con la lingua piena di terra e polvere. Sono stata la prima a fermarmi nonostante non abbia molta dimestichezza con gli animali: ho chiamato mio marito, altri amici che sapevo sensibili e più competenti in materia ed altri ancora poi si sono fermati a cercare soccorso, ma è proprio a questo punto che l’ormai agonizzante animale si è trovato di fronte il mostro più terribile: la burocrazia delle istituzioni. Non so in quanti abbiamo chiamato il 112, il 113, il 118 ma pare che dare soccorso all’animale non era competenza proprio di nessuno, anzi lo era dell’Asl di Santa Maria del Cedro, al cui numero però nessuno rispondeva. Nel frattempo qualcuno anche a proprio rischio sposta l’animale in un posto più fresco, gli diamo dell’acqua, si calma un po’ e smette di lamentarsi, ma probabilmente è stanco o sta troppo male. Finalmente arriva una macchina dei vigili dopo più di un’ora di telefonate, ma no, loro non possono fare proprio niente: danno un’occhiata e se ne vanno. Quelli del posto sembrano rassegnati a questo tipo di cose, con aria fatalista qualcuno dice che se fosse stata anche una persona non sarebbe stato molto diverso e citando esperienze di anni passati vanno via. A mezzogiorno il cane è ancora li, agonizzante, ripassa l'auto dei vigili e se ne va, finalmente trovo il numero di un veterinario, lo chiamo e questo viene all’una e mezza (naturalmente a nostre spese). Purtroppo come temevamo non c’è molto da fare e gli unici angeli che la bestiola ha trovato non hanno potuto far altro che accettare il consiglio del veterinario e mettere fine alle sue sofferenze e allo strazio che sarebbe proseguito forse anche per alcuni giorni. Ora mi chiedo se quel che ha fatto un piccolo gruppo di turisti che non erano nella propria città non poteva farlo inizialmente e meglio dai vigili urbani, perché con la scusa della competenza tutti si sentono puliti. Lucia Dello Iacovo - Caserta
CORRIERE ADRIATICO
28 AGOSTO 2009
Bracconaggio truffa e falso
Ancona I tre uomini della polizia provinciali sono accusati dalla procura di una serie di reati previsti da norme specialistiche che disciplinano l’utilizzo delle armi, vietano la cattura e l'uccisione, delle specie animali nei parchi, regolano la protezione della fauna selvatica e il prelievo venatorio. Per le modalità con cui hanno abbattuto i cinghiali, sono accusati anche di esplosione pericolosa. Le accuse di truffa e falso riguardano invece le modalità del trasporto dei cinghiali, per il quale i tre si sarebbero fatti aiutare da alcuni assistenti senza annotarlo esattamente nei fogli di viaggio.
BIG HUNTER
28 AGOSTO 2009
Perugia: si caccia lo storno in deroga dal 2 settembre, accordi per fringuello e passero
A pochi giorni dall'apertura della stagione un incontro tra l'assessore regionale alla caccia Lamberto Bottini e il presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi ha sancito la piena sintonia delle due istituzioni umbre sulle disposizioni relative alla prossima stagione venatoria.
In tema di deroghe d'accordo sia sullo storno con il prelievo stabilito dal 2 settembre, che sul fringuello e il passero per cui è stata stabilita l'attivazione delle procedure con il Ministero e gli organismi tecnici della Commissione Europea per definire le quantità del prelievo.
Ribadito l'obbligo dei capanni in tela o equivalenti per gli appostamenti temporanei nei giorni 2 e 6 settembre e il fatto che il riparo naturale non può essere considerato un appostamento temporaneo. Chiarimenti anche per quanto riguarda la specie cinghiale: le squadre coinvolte nelle operazioni di contenimento nelle 5 giornate fissate dal calendario saranno avvantaggiate rispetto alle altre sull'assegnazione dei settori, così come previsto dal Regolamento Regionale 34/99, attraverso i parametri di valutazione sulla gestione dei distretti.
BIG HUNTER 28 AGOSTO 2009
Il ministero legittima l'impiego del richiamo vivo per la caccia al colombaccio. Anuu: la Lombardia si adegui
L'associazione Anuu Migratoristi rende noto l'esito del parere formale inviato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali “dal quale – spiega Anuu - risulta palesemente la legittimità dell'impiego del piccione di allevamento come richiamo vivo nella caccia da appostamento al colombaccio”.
Il Ministero in riferimento al quesito inviato dall'associazione risponde: “Al riguardo, anche sulla base della sentenza della Corte di Cassazione n. 2598 del 26.1.2004, si ritiene legittimo tale utilizzo, in considerazione dello status di tale specie, la quale, diversamente da quanto previsto dall'art. 2 dellaL.l57l92, non vive "stabilmente o temporaneamente in stato di naturale libertà sul territorio nazionale" e pertanto, non è oggetto di tutela ai sensi della predetta legge n. 157192. Peraltro, analoga situazione si riscontra nell'uso del germano reale nella sua forma domestica, proveniente da allevamento (cosiddetta "anitra germanata"), che, appunto, viene utilizzato come richiamo vivo nella caccia agli anatidi".
"A conforto di tale orientamento, - continua la nota ministeriale - si richiama il parere n.54391T-A del 18.9.2000 dell'ex INFS, nel quale si esclude categoricamente che il piccione domestico sia da considerarsi fauna selvatica”.Un parere che fa finalmente chiarezza sull'argomento e che Anuu sottopone tramite una lettera all'attenzione della Regione Lombardia alla quale chiede con urgenza (visto l'approssimarsi della stagione venatoria), di ripristinare la liceità dell'impiego di questo richiamo vivo.
Anuu inoltre specifica che questo parere non confligge minimamente con la nota sentenza del 2004 della Corte di Cassazione, in quanto riferita esclusivamente al cosiddetto piccione torraiolo “che niente ha da spartire con il piccione lungamente allevato e selezionato per l'utilizzo venatorio”.
ROVIGO OGGI
28 AGOSTO 2009
STAGIONE VENATORIA Dal 2 settembre il via ai 55mila cacciatori veneti
Oltre 4.000 doppiette pronte a sparare
Rovigo - Caricano i fucili i 55mila cacciatori della regione Veneto: si aprirà la prossima settimana la stagione venatoria 2009/2010. Il calendario della caccia è ormai diffuso a tutti i tesserati: i primi spari si sentiranno il 2 settembre, moltiplicandosi poi nelle giornate del 3, 5, 6, 12, 13 e 19. Sarà il primo assaggio del piombo dei nostri cacciatori, riservato a merli, tortore, ghiandaie, gazze, cornacchie nere e grigie, ancora prima dell’apertura generale della caccia.
Sarà il 20 settembre la prima ufficiale giornata di questa stagione venatoria che si concluderà solo il 31 gennaio 2010. Più di quattro mesi di sangue per la fauna delle nostre campagne, valli e lagune. Ogni cacciatore potrà scegliere tre giorni settimanali per la sua caccia, con integrazione di due giornate concesse ai migratoristi nei mesi di ottobre e novembre. Il calendario è preciso, stabilisce a chiare lettere chi sarà ucciso e quando: 21 le specie che non avranno tregua fino alla chiusura della stagione, dai tordi ai beccaccini, dalle pavoncelle alle volpi, 4 quelle che saranno salve dal 24 Gennaio, 5 quelle che saranno risparmiate dall’anno nuovo. Ancora, gli spari ai merli finiranno la vigilia di Natale, quelli alle tortore il 20 dicembre, considerevolmente più breve infine la mattanza per lepri, conigli, daini, camosci, cervi e pochi altri, che dovranno fuggire ai cacciatori tuttavia fino alla fine di novembre. Nel solo territorio provinciale saranno 4149 i tesserati delle tre Atc rodigine: 1341 per la zona dell’alto polesine (Atc Ro1), 1620 per il medio polesine (Atc Ro2) e 1188 per il territorio del delta del Po (Atc Ro3). “Non saranno però tutti polesani i cacciatori nelle nostre terre: molti quelli provenienti da altre provincie della regione, soprattutto i padovani attirati dalle lepri del Ro2, tanti anche quelli provenienti da regioni limitrofe” spiega la dott.sa Monica Attolini, capo del servizio risorse faunistiche-caccia e vigilanza. “Grande anche l’attrattiva esercitata dall’Atc Ro3: la zona lagunare permette un tipo di caccia molto particolare, la cosiddetta caccia dei signori, che colpisce soprattutto i volatili migratori” spiega la dott.sa Attolini. Si contano i cacciatori, non le prede: impossibile stimare la quantità degli abbattimenti che si verificherà nel nostro territorio secondo l’assessorato alla Caccia della Provincia di Rovigo. Il monitoraggio infatti avverrà solamente a campione, attraverso il controllo dei tesserini dei cacciatori: questi, tenuti a registrare i capi abbattuti giornalmente, sono noti però per la loro tendenza a ridurre considerevolmente il numero delle loro prede, così che la stima risulta spesso completamente falsata. L’unico indicatore per quantificare il numero degli animali colpiti dalla stagione venatoria restano i carnieri che definiscono un tetto massimo di capi abbattibili per cacciatore: si parla di 35 capi stagionali di selvaggina stanziale e 425 di selvaggina migratoria. “Sappiamo che i cacciatori rispetteranno i massimi imposti dal carniere, ma non quanti capi abbatteranno al di sotto del tetto imposto dalla Regione - precisa la dott.sa Attolini - sicché il totale delle prede resta sconosciuto”. BIG HUNTER 27 AGOSTO 2009
La maestra cambia il finale di cappuccetto rosso. Al posto del cacciatore il chirurgo animalista
Ringraziamo la nostra attenta lettrice Tiziana che in un commento alle notizie ci ha reso partecipi di una perla andata in onda alla trasmissione Cominciamo bene Estate di Rai Tre, che abbiamo verificato e che pertanto vi riproponiamo come spunto di riflessione:
“A proposito di insegnamenti ai bambini. Oggi alla trasmissione condotta da Mirabella su Rai tre si parlava di fiabe e della loro influenza psicologica sui bambini. Un'insegnante ha chiamato in trasmissione dicendo che i bambini sono traumatizzati dall'epilogo di cappuccetto rosso e precisamente dal momento preciso in cui il cacciatore uccide il lupo per salvare la nonna che si era mangiato. Perciò la brillante maestra ha detto di aver raccontato un finale diverso ai bimbi omettendo la figura del cacciatore e sostituendolo con un chirurgo animalista che salva la nonna e ricuce il lupo. Fortunatamente lo psichiatra in studio è rimasto perplesso dall'iniziativa e ha sottolineato che i bambini prima o poi devono fare i conti con tutti gli aspetti della vita. Ossia l'animalismo esasperato non è altro che un capriccio, un lusso, una fiaba forzata in cui ci si ostina a vivere”.
Sottoscriviamo le conclusioni di Tiziana e aggiungiamo una considerazione in merito. Il fatto che una maestra elementare abbia candidamente ammesso durante una trasmissione televisiva di censurare ai bambini la figura del cacciatore (figura benevola che ristabilisce l'equilibrio in una storia ben più terrificante), purtroppo ci porta a constatare quanto l'approccio animalista entri di prepotenza nelle scuole e si imponga come unica verità da trasmettere alle future generazioni.
Si tratta di metodi formativi privi di qualunque fondamento scientifico e razionale, utilizzati in maniera pressochè sistematica nella realtà scolastica italiana che ben poco spazio lasciano alla discussione e alla comprensione della vita reale ai nostri bambini.
Per questo non possiamo far altro che sorridere quando qualcuno in merito alla notizia sui disegni realizzati dai ragazzi alle “Giornate di falconeria” si permette di insinuare che i bambini coinvolti in simili iniziative “vengono indottrinati come pagliaccetti” dai cacciatori, o quando si grida allo scandalo perchè una maestra dice di voler parlare in classe della differenza tra bracconieri e cacciatori.
TICINO NEWS 27 AGOSTO 2009
Beccati bracconieri nel Sopraceneri
Due "bande" scoperte dall'Ufficio caccia e pesca in Leventina e nel Locarnese. Con tanto di armi non convenzionali e piccolo arsenale al seguito Il caveau blindato dell’Ufficio caccia e pesca si è arricchito di ulteriori armi fuorilegge. L’inchiesta non è ancora terminata, ma i guardiacaccia ticinesi hanno scoperto due squadre di bracconieri che oltre a cacciare fuori periodo - la nuova stagione inizierà solo martedì primo settembre - tra i boschi e le radure si muovevano imbracciando armi non convenzionali. LA ZAMPA.IT 28 AGOSTO 2009
E' tornata la paura del lupo L'allarme nel Cuneese: troppi danni alle greggi. Gli allevatori: vogliamo essere risarciti
CARLO GRANDE LA ZAMPA.IT 28 AGOSTO 2009
Ronde contro gli attacchi dei lupi
SABRINA CRAVERO
Bruno Rivarossa, direttore provinciale e regionale di Coldiretti: lei ha lanciato l’allarme per gli attacchi dei lupi alle greggi e chiesto risarcimenti per i danni provocati agli allevatori.
ASCA
28 AGOSTO 2009
AMBIENTE: COLDIRETTI, TRIPLICANO I LUPI E TORNANO A FARE PAURA
Roma - Il numero di lupi negli ultimi trent'anni e' praticamente triplicato con centinaia di esemplari diffusi su tutta la catena appenninica ed alpina dove si ripetono i casi di aggressione a mandrie e greggi denunciati dai pastori tra i quali si e' diffusa la paura. E' quanto afferma la Coldiretti nel lanciare l'allarme per la presenza di animali selvatici come i lupi, cani randagi e cinghiali nelle aree rurali ma anche in quelle periurbane con ripetuti casi di incidenti stradali, allevamenti decimati, migliaia di campi con i raccolti distrutti.La sicurezza nelle aree rurali, denuncia l'associazione, e' in pericolo per il proliferare di animali selvatici che stanno invadendo campi coltivati, centri abitati e strade dove rappresentano un grave pericolo per le persone e le cose. Non e' piu' solo una questione di risarcimenti dei danni ma e' diventato, precisa la Coldiretti, un fatto di sicurezza delle persone e della vita nelle campagne.Si tratta di salvare la presenza dell'uomo nelle aree interne e con essa il tradizionale trasferimento degli animali in alpeggio che oltre ad essere una risorsa fondamentale per l'economia montana, rappresenta anche - sottolinea la Coldiretti - un modo per valorizzare il territorio e le tradizioni culturali che lo caratterizzano. LA ZAMPA.IT 28 AGOSTO 2009
Soluzione qualunquistica e inutile
A. MAR.
«Si deve trovare una convivenza tra fauna selvatica e allevamenti». Così Massimiliano Rocco, responsabile Programma specie del Wwf Italia.
CORRIERE DELLA SERA
28 AGOSTO 2009
Fa discutere la proposta dell'associazione. Che denuncia perdite milionarie per il settore Ronde sulle Alpi contro lupi e cinghiali La Coldiretti. «Misura necessaria, allevamenti decimati». Il Wwf: «Non è la soluzione, in passato c'era convivenza»
MILANO - Allevamenti decimati, campi distrutti da gruppi di cinghiali, lupi o cani randagi. La Coldiretti lancia l'allarme sulla presenza massiccia di animali selvatici nei dintorni di alpeggi e centri abitati e lancia una proposta alle organizzazioni ambientaliste nelle vallate cuneesi: organizzare turni di volontari che collaborino con i pastori alla sorveglianza di greggi e mandrie minacciate dai raid dei branchi senza controllo. «SITUAZIONE INSOSTENIBILE» - Secondo la Coldiretti, gli assalti compiuti da lupi e altri animali «rendono la situazione insostenibile dal punto di vista agricolo e ambientale ma anche per la stessa presenza dell'uomo nelle montagne». Si tratta, per l'associazione, di salvare il tradizionale trasferimento degli animali in alpeggio, che oltre ad essere una risorsa fondamentale per l'economia montana, rappresenta anche un modo per valorizzare il territorio alpino e le tradizioni culturali che lo caratterizzano. «Con il ritorno del lupo il lavoro dei pastori è però notevolmente cambiato divenendo - continua la Coldiretti - sempre più complesso e oneroso e stravolgendo le abitudini di una pratica storica come quella della pastorizia in alta montagna. Non è infatti più possibile lasciare gli animali in alpeggio allo stato brado, impiegando il tempo in tutte le altre attività che caratterizzano il lavoro in montagna, dalla lavorazione del latte alla fienagione». Recinzioni elettrificate e i cani da pastore lasciati a guardia dei greggi non sembrano infatti essere sufficienti. «PERICOLO ANCHE PER l'UOMO» - «La sicurezza nelle aree rurali - denuncia poi la Coldiretti - è in pericolo per il proliferare di animali selvatici come i cinghiali fino di oltre 150 chili di peso che stanno invadendo campi coltivati, centri abitati e strade dove rappresentano un grave pericolo per le persone e le cose. Non è più solo una questione di risarcimenti dei danni, che pur ammontano a milioni di euro, ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone e della vita nelle campagne». LA REPLICA DEL WWF - «Le ronde proposte dalla Coldiretti contro i lupi non sono la soluzione» è però la replica del Wwf, per bocca del proprio responsabile del programma specie, Massimiliano Rocco. L'attività pastorale nel contesto alpino, aggiunge il Wwf, ha bisogno di «recuperare le conoscenze e l'approccio all'allevamento che si sono abbandonate con l'estinzione del lupo nel secolo scorso». Oggi che «questo emblematico predatore, specie particolarmente protetta, è tornato sulle Alpi, l'uomo deve saper trovare forme di convivenza e pratiche di allevamento che contemplino la presenza di predatori». Le soluzioni, osserva Rocco, «non possono essere le ronde o peggio gli abbattimenti come avviene in Svizzera dove solo pochi giorni fa è stato ucciso un esemplare nel cantone Vallese, dimostrando l'incapacità dei governi locali a gestire la convivenza con la fauna selvatica». Da precisare, poi, che «non si ha memoria nel nostro Paese di minaccia del lupo a persone: la vera minaccia è il bracconaggio perpetrato ovunque con veleni, lacci e armi da fuoco che mietono vittime tra lupi, orsi, linci, aquile, grifoni e altri animali ancora». Altro è «il problema del randagismo che va affrontato con serietà e evitando speculazioni in materia». Per questo, il Wwf, conclude Rocco, rimane pienamente disponibile «a sedersi a tavoli comuni per affrontare in modo scientifico tali criticità consapevoli della necessità di preservare il nostro ancora invidiabile patrimonio di biodiversità e le attività silvo-pastorali».
LA VOCE DEL NORD D'EST
28 AGOSTO 2009
Continua la fuga dell'orso Dino a Primiero
Primiero (Trento) - Dopo l'avvistamento a Malga Neva l'orso è tornato in Val di Stua, dove è stata posta anche una trappola, per imprigionare l'orso e poterlo così munire di radiocollare per monitorare i suoi spostamenti Dopo aver girovagato per mezza valle di Primiero (dal Tognola alla Noana) in questo ultimo periodo, negli ultimi giorni l'orso si troverebbe in Val di Stua (Val Noana - Primiero/Trentino). Proprio in questa zona ha ucciso le ultime pecore di alcuni pastori della zona.Dopo l'avvistamento a Malga Neva l'orso è tornato in Val di Stua, dove è stata posta anche una trappola, per imprigionare l'orso e poterlo così munire di radiocollare per monitorare i suoi spostamenti.Accanto alla trappola sono state poste dai forestali anche delle telecamere che reagiscono ai movimenti in modo che al passaggio di ogni animale nelle vicinanze venga scattata una foto.L'orso ha attaccato i conigli a Malga Neva e nella notte tra martedì e mercoledì è tornato vicino alla trappola ma senza entrarci. Sono state ritrovate anche delle impronte dell'orso, proprio nella stessa zona.
PANORAMA
28 AGOSTO 2009
FAO: influenza suina tra i tacchini
In Cile, il virus H1N1 - la cosiddetta "infuenza suina" - è stato rilevata in alcuni allevamenti di tacchini nei pressi del porto di Valparaiso, già dallo scorso 20 agosto.
LA GAZZETTA DI MANTOVA
28 AGOSTO 2009
Cresce il business di Fido
In tempi di crisi c’e un settore che sembra non risentire troppo della contrazione del mercato: è quello che lavora per l’assistenza e la cura degli animali domestici, che nel corso del 2009 ha visto in Italia un aumento del 2,5% di aziende attive nel comparto rispetto a un anno fa. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, che evidenzia come in testa per numero di attività si trovi il Lazio con 916 imprese, seguito dalla Lombardia con 892. Lombardi quindi sempre più attenti alle esigenze dei propri animali domestici. In testa per numero di imprese c’è Milano (con 291 attività, il 32% del totale lombardo), seguita da Brescia (103), Varese (100) e Bergamo (85). Nel Mantovano sono 35 le imprese del settore animali domestici, così suddivise: 2 servizi veterinari, 19 servizi cura animali da compagnia, 14 commercio al dettaglio, con un incremento numero del 6% rispetto all’anno precedente. Per l’alimentazione degli animali nel 2008 in Lombardia si sono importati beni per oltre 427 milioni di euro. Tra le province, Milano è in testa con quasi 210 milioni di euro, il 49% delle relative importazioni lombarde e un aumento del 49,4% rispetto al 2007. A conti fatti sono quindi quasi novecento le imprese che si occupano di animali domestici in Lombardia e in un anno sono cresciuta del 4%. E’ lombarda quindi un’impresa italiana su otto.
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APCOM
28 AGOSTO 2009
Scoperta la molecola che blocca il grasso sul nascere
La fatostatina spegne geni che producono grassi nell'organismo
Roma, 28 ago. (Apcom) - Si chiama fatostatina e potrebbe rappresentare per milioni di persone la 'liberazione' dai chili di troppo: è una piccola molecola che blocca il grasso sul nascere, che agisce come anti-grasso e anti-cancro e spegne, letteralmente, i geni e tutti i fattori che fabbricano il grasso. E' quanto riferiscono Motonavi Uesugi e colleghi della Kyoto University sull'edizione del 28 agosto di Chemistry e Biology (Cell press). La fatostatina, bloccando tutte quelle molecole ad oggi conosciute coinvolte nella sintesi del grasso, in particolare un fattore della trascrizione chiamato Srebp, potrebbe essere, dicono i ricercatori, la chiave di volta per combattere definitivamente l'obesità. La sua azione è stata verificata su topolini geneticamente predisposti all'obesità che dopo essere stati curati con la magica molecola sono diventati più snelli. La fatostatina riesce anche a far abbassare i livelli di zucchero e colesterolo nel sangue, in pratica agisce su tutti i geni che hanno un ruolo nella produzione del grasso corporeo e in diversi aspetti della sindrome metabolica, i cui maggiori fattori di rischio sono l'obesità, il colesterolo alto e l'insulino-resistenza. Studi fatti in cellule di coltura mostrano che la molecola, già conosciuta come 125B11, riduce in modo significativo, del 33%, l'attività di 63 geni, inclusi i 34 coinvolti direttamente con la sintesi del colesterolo o degli acidi grassi, molti dei quali sotto il controllo di Srebp. Analisi più dettagliate rivelano che farmaci bersaglio, usati nella sperimentazione, bloccano SREBP impedendogli di diventare attivo e di entrare nel nucleo, dove potrebbe altrimenti attivare il programma che "costruisce" i grassi. In topolini nei quali è stata iniettata fatostatina, si è registrata una notevole riduzione del peso corporeo e dopo quattro settimane di trattamento gli animali pesavano il 12% in meno e avevano livelli di zucchero nel sangue più bassi del 70%, ed erano anche scesi i loro livelli di colesterolo (sia LDL che HDL). La concentrazione di acidi grassi nel sangue era invece più alta, segno, riferiscono gli scienziati, che l'organismo dei topolini aveva necessità di bruciare il grasso. Inoltre, è stato osservato che, mentre il fegato dei topi obesi era pallido e pesante, quello dei topolini curati con la fatostatina aveva ripreso il bel colore rosso ed era più leggero del 30%, Un'altra cosa che non ci si aspettava: i ricercatori hanno rilevato che bloccando l'azione di Srebp, veniva bloccata anche la crescita di cellule di cancro alla prostata messe in coltura. La fatostatina non è la sola molecola ad agire contro Srebp, ma secondo gli scienziati, lo fa in modo diverso e, ammettendo che non tutto si è capito di questa molecola, si dicono molto soddisfatti dell'efficacia della sua azione. "Però - avvertono - rimangono ancora molte ricerche da fare per provare che è clinicamente utile per combattere l'obesità e, forse, anche le malattie cardiovascolari e il diabete. La fatostatina e i suoi analoghi potrebbero anche rappresentare, secondo Uesugi un strumento utile per capire meglio l'attività regolatoria di Srebp e il metabolismo dei grassi.
WIND PRESS
28 AGOSTO 2009
TEST CHIMICI, “COSTI” 6 VOLTE PIU’ ALTI PER ATTUAZIONE NORMATIVA REACH: 9,5 BILIONI DI EURO E 54 MILIONI DI ANIMALI SACRIFICATI.
LAV: INDISPENSABILE INCENTIVARE I METODI ALTERNATIVI AI TEST SU ANIMALI
I “costi” relativi al numero di sostanze chimiche da registrare e ai conseguenti test necessari all’attuazione del REACH (regolamentazione europea relativa alla registrazione, valutazione e autorizzazione per le sostanze chimiche entrata in vigore nel 2007) sarebbero sei volte più alti di quelli preventivati. Per testare tutte le sostanze chimiche da registrare, infatti, si è arrivati a una previsione di spesa, che graverà sui fondi europei, di 9,5 bilioni di euro, e al sacrificio di ben 54 milioni di animali.Tali dati sono il frutto di uno studio riportato sulla rivista Nature da Thomas Hartung, della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora (USA), che sarà presentato al VII Congresso mondiale sulle alternative alla sperimentazione animale, (30 Agosto 2009, Roma), un evento di importanza internazionale che avrà lo scopo di offrire una panoramica completa sullo stato dell’arte rispetto alle “3R” (reduction, refinement e replacement, cioè: riduzione nel numero di animali coinvolti nell’esperimento, diminuzione del livello di sofferenza e sostituzione degli animali) considerando tutte le sfaccettature della tematica, dalle tecnologie innovative a quelle integrate, le aree di applicazione e le potenzialità per il futuro, soprattutto in vista dei cambiamenti legislativi europei in materia.Viste le cifre enormi legate al REACH e l’impossibilità di sostenere una richiesta così alta da parte dei laboratori europei, Hartung sottolinea l’importanza del potenziamento nello sviluppo dei metodi alternativi e l’accelerazione della loro validazione.“Non bisogna dimenticare che nei test di tossicità per lo studio delle sostanze chimiche, gli animali sono obbligati a ingoiare vernici, colle, pesticidi e disinfettanti, vengono inseriti in camerette contenenti vapori chimici che sono costretti a respirare, la loro pelle e i loro occhi vengono spalmati con i prodotti da testare per verificare il livello di corrosione, irritazione, arrossamento”, commenta Michela Kuan, biologa responsabile LAV settore Vivisezione.“Ma l’imminente massacro di milioni di animali per testare le sostanze chimiche previste dal programma REACH non servirà a salvaguardare l'ambiente e i suoi abitanti – prosegue Michela Kuan – i dati ottenuti dalla sperimentazione animale, infatti, non sono trasferibili alla nostra specie, risultando non solo moralmente inaccettabili ma anche inutili e fuorvianti. Basti pensare che sostanze altamente tossiche per l’uomo quali benzene, amianto e arsenico sono innocue per altre specie”.A titolo di esempio, riguardo l’attendibilità scientifica dei dati provenienti da test su animali, si riporta la definizione di tossicologia tratta da uno dei più diffusi manuali utilizzati in ambito accademico: “essa è definita sia scienza che arte: scienza nella fase sperimentale condotta su animali da laboratorio, arte nell’estrapolazione dei risultati dall’animale non umano all’uomo”(Casarett & Doulls, Tossicologia, E.M.S.I. 2000).
IL GIORNALE
28 AGOSTO 2009
SONO ROMANI I PICCIONI VIAGGIATORI CHE SPIEGANO I LORO MISTERI
Grazie a un avveniristico esperimento realizzato a pochi chilometri da Roma, l’Università di Zurigo ha aggiunto un tassello fondamentale per svelare uno dei grandi misteri della natura: il volo dei colombi viaggiatori. In Svizzera l’elevata presenza di rapaci avrebbe disturbato le attività sperimentali, così l’esercito elvetico ha inviato tre colombaie militari semoventi nella campagna di Testa di Lepre, dove i piccioni sono stati seguiti dai ricercatori romani Giacomo Dell’Omo e Gaia Dell’Ariccia.
I risultati dello studio sono stati appena pubblicati dalla rivista scientifica Current Biology. Come noto, i piccioni viaggiatori non «vanno» da qualche parte, bensì tornano sempre alla propria colombaia. Solo alcune razze possiedono questa sorta di morboso attaccamento al nido natìo, ma l’arcano meccanismo grazie al quale riescono a ritrovare la strada di casa (persino da mille km) è da sempre oggetto di aspre diatribe fra gli studiosi. La scuola italiana è dell’idea che i piccioni si basino sull’olfatto: ricostruirebbero a ritroso, con la memoria olfattiva, tutta la serie delle varie qualità di aria che hanno respirato durante il trasporto lontano dal nido. La scuola tedesca sostiene, invece, che i piccioni si orientino grazie al magnetismo terrestre. Gli organi preposti a tale percezione dovrebbero trovarsi nelle caruncole (escrescenze carnose sul becco), o nella retina, ma su questa teoria non vi è consenso unanime. La ricerca svizzera ha invece dimostrato che la vista - finora esclusa dalle ipotesi - ha un ruolo fondamentale per il ritorno a casa, ed è molto importante per la navigazione in aree familiari.Per la prima volta, il gruppo del professor Hans-Peter Lipp, composto anche da ricercatori italiani, ha equipaggiato i colombi sia con minuscoli Gps (per registrare la loro posizione durante il volo), sia con piccoli elettroencefalogrammi, in modo da rilevare l’attività elettrica del cervello in relazione al percorso utilizzato per il rientro. Venti campioni sono stati così rilasciati a distanze variabili (fino a 80 km), a gruppi o singolarmente, anche a una ventina di miglia nautiche dal litorale romano. Si è così appurato che quando il piccione si trova a volare sul mare aperto senza particolari stimoli visivi, il livello delle frequenze legate alla stimolazione visiva è basso; l’animale viaggia seguendo l’emotività. Quando invece raggiunge la costa, le frequenze si alzano bruscamente, per raggiungere il massimo in presenza di evidenti punti di riferimento, come una grande edificio. È quindi evidente che se il piccione seguisse solamente l’olfatto o il magnetismo terrestre non avrebbe bisogno di alzare la soglia di attenzione in corrispondenza di elementi visuali riconoscibili. Prossima tappa sarà, quindi, lo studio e la registrazione dei singoli neuroni che comandano gli spostamenti direzionali. |