28 LUGLIO  2009

LA SICILIA AGRIGENTO
28 LUGLIO 2009
 
Cani e galline bruciati vivi in un incendio a San Benedetto
 
Provincia di Agrigento - Un cane e una decina di galline sono morti, bruciati vivi, mentre altri animali hanno rischiato di fare la stessa fine per un incendio scoppiato nel tardo pomeriggio di sabato vicino alla zona industriale di San Benedetto. Il rogo è partito da un terreno di sterpaglie e subito dopo le fiamme si sono propagate fino a raggiungere il casolare dove al suo interno si trovavano gli animali. I quali non ce l'hanno fatta a scappare e sono rimasti intrappolati. Buona parte degli animali sono riusciti a salvarsi anche grazie all'immediato intervento di una squadra dei vigili del fuoco del comando provinciale di Villaseta. Questi, infatti, sono riusciti ad arginare le fiamme, liberando così gli altri animali. I vigili del fuoco hanno provveduto a liberare gli animali e poi hanno proceduto a domare il rogo ed alla messa in sicurezza del luogo. Nella zona a fuoco sono andati alcuni ettari di sterpaglia e macchia mediterranea che hanno alimentato l'incendio, che in breve tempo ha lambito anche alcune abitazioni. Sul posto sono accorse altre due squadre disponibili dei vigili del fuoco. Gli abitanti delle case minacciate dal fuoco sono stati invitati a restare in casa. Dopo alcune ore di lavoro dei vigili l'incendio è stato ridimensionato. Intanto sono proseguite incessanti anche durante le ore notturne, le attività dei vigili del fuoco volte allo spegnimento dei numerosi incendi di boschi e sterpaglie che ormai da giorni attanagliano senza tregua molti comuni dell'Agrigentino. Centinaia di uomini e mezzi dei vigili del fuoco e del Corpo Forestale sono mobilitati nelle operazioni di abbattimento dei roghi e a presidio di tutte quelle strutture, centri turistici, nuclei industriali, aziende agricole, gravemente minacciate dalle fiamme.
Anche un elicottero e un canadair del nucleo dei vigili del fuoco hano partecipato attivamente con lanci d'acqua e ricognizioni aeree sulle zone maggiormente interessate dagli incendi. Al comando di Villaseta hanno già fatto ricorso al raddoppio dei turni di servizio ed al richiamo del personale libero per rafforzare il dispositivo di soccorso e fare fronte così alle situazioni più critiche. Incendi di boschi e sterpaglie sono stati registrati in diverse zone della provincia. Roghi di particolare rilevanza si sono avuti tra Agrigento, Raffadali e Favara.

IL SECOLO XIX

28 LUGLIO 2009

 

Mattanza di giovani cinghiali dopo la festa patronale

San Bartolomeo di Sori

 

Pablo Calzeroni

 

Provincia di Genova - MATTANZA di cinghiali alla festa del Paese. Due cucciolotti sono stati uccisi a bastonate, davanti allo sguardo spaventato di alcuni bambini, solo perchè si erano avventurati vicino alla tavolata dove alcune famiglie stavano cenando. E alla fine sono dovute intervenire le guardie zoofile che, dopo un'indagine lampo, hanno identificato gli autori del reato e denunciato alla Procura della Repubblica una decina di persone, tra cui anche un parroco. Sono tutti accusati della barbara uccisione degli animali, ma anche di furto venatorio perchè gli ungulati sono di proprietà della Stato. Li si può uccidere solo quando è aperta la caccia e le battute devono essere comunicate e coordinate dalla Provincia. E l'altro giorno, quando è successo il fatto, la caccia era chiusa.
Ma veniamo ai particolari della vicenda. San Bartolomeo, sulle alture di Sori. Una sera come tante. Alcune famiglie si sono riunite per una cena in piazza: è il giorno successivo alla festa patronale della Madonna del Carmine di San Bartolomeo. A un certo punto fanno la loro comparsa ai margini della tavolata anche due cinghialotti piccoli piccoli, nati da poco più di un mese, dicono gli esperti. E si scatena il finimondo. Sotto lo sguardo allibito di molti dei partecipanti, i più agguerriti si preparano a una vera e propria battuta di caccia improvvisata.
Tutta la scena è stata raccontata da alcuni testimoni, ascoltati dal nucleo guardie zoofile di Genova che hanno eseguito le indagini e sporto denuncia in Procura. Un resoconto che dovrà essere vagliato, dunque, dalla magistratura. Ed è un racconto sconcertante: i cinghiali scappano impauriti e cercano di allontanarsi dalla piazza.
I testimoni raccontano che proprio il parroco della chiesa, Don Marco, avrebbe chiuso le vie di fuga, assicurandosi che la coppia di animali non sfuggisse ai "cacciatori". Alla fine i due ungulati vengono presi. Per loro la situazione è disperata: faranno una brutta fine, anche se molte persone, inorridite da tanta ferocia, cercano di impedire il massacro. «Lasciateli andare via», gridano. Ma non c'è niente da fare. Il loro appello non viene ascoltato. Anzi, vengono di fatto zittiti: «Fatevi i fatti vostri», si sentono dire. E inizia la mattanza: i cuccioli vengono presi a bastonate con violenza. Una serie di colpi che non lasciano loro scampo.
Il giorno successivo arriva una prima denuncia al Comune che gira la chiamata alle guardie zoofile. Sul posto arriva il caponucleo Gian Lorenzo Termanini, per eseguire accertamenti e raccogliere prove del reato. In poche ore, Termanini ascolta i testimoni e individua i presunti responsabili dell'uccisione delle bestie. Sulle prime, non riesce a trovare o a sapere dove sono finite le carcasse. Poi qualcuno gliele porta, forse per evitare una serie di perquisizioni nelle abitazioni, che sarebbero potute scattare. Le carcasse sono state congelate in attesa di finire, evidentemente, in pentola.
Domenica mattina, Gian Lorenzo Termanini deposita la denuncia in Procura. Tra gli indagati, c'è anche Don Marco che è stato denunciato per aver concorso al reato di uccisione e furto venatorio, anche se, materialmente, non è stato lui a colpire gli animali. Ieri Il Secolo XIX ha cercato di mettersi in contatto con il sacerdote, senza riuscirci.


LA SICILIA
28 LUGLIO 2009
 
Randagio investito a Mussomeli, difficoltà per prestargli soccorso
 
Mussomeli (CL). Che i cani randagi rappresentino un problema e un pericolo è un dato ormai assodato, come le cronache tristemente raccontano. Le pubbliche falle organizzative emergono però non soltanto al momento della cattura e della custodia, ma anche quando sono i poveri animali ad avere bisogno di aiuto. E' accaduto nella tarda mattinata di domenica a Mussomeli. In pratica un randagio (una cagna di piccola taglia), è stato investito da un'auto in contrada Bosco (nei pressi di un supermercato), dove la strada è molto trafficata. "Questa cagna - racconta il responsabile della Protezione civile, Michele Anzalone - era sofferente. Ci hanno avvisato dei passanti e ci siamo portati sul posto. Una volta constatate le sue precarie condizioni abbiamo avvisato le forze dell'ordine ma si sono posti subito dei problemi logistici: chi doveva prendersene cura? Chi doveva spostarla? Dove curarla? Con noi era anche presente il consigliere comunale Nicola Lunetta. Dopo un tira e molla si è deciso di portare la cagna nell'ambulatorio veterinario di contrada Indovina. E così l'ho dovuta spostare io e i vigili urbani l'hanno presa in consegna. Era presente anche un medico e il titolare dell'ex canile Elio Ferreri. Certo sarebbe meglio avere una struttura efficiente e sapere in anticipo chi contattare in caso di emergenza e quali cure garantire ai randagi che ne abbisognano. Si potrebbe sottoscrivere una convenzione con Ferreri e utilizzare il suo canile alla bisogna, piuttosto che perdere ore per capire chi deve intervenire".

LA PROVINCIA DI LECCO
28 LUGLIO 2009
 
Caccia aperta al killer dei cani
 
 
Paola Sandionigi
 
 
BOSISIO PARINI (LC)- C'è un killer dei cani in circolazione. Sabato pomeriggio si è verificato un episodio spregevole che ha fatto scattare l'allarme. Un cane dopo aver mangiato alcuni bocconi trovati lungo la passeggiata a lago è morto. A nulla sono valsi i soccorsi immediati del padrone, che si è però rivolto ai vigili. La polizia locale è intervenuta raccogliendo le prove, appunto una serie di bocconi avvelenati buttati lungo la passeggiata a lago, in particolare nella zona delle canoe.
Ieri mattina i bocconi sono stati portati all'Asl che li analizzerà. I risultati confermeranno la presenza o meno di veleno, o addirittura, come sembra, di scaglie di vetro. Ma il killer avrebbe le ore contate.
 
 
***
Il killer dei cani semina veleno
Un animale morto, altri bocconi trovati sul lungolago, indagini già a una svolta
 
 
BOSISIO PARINI (LC) - C'è un killer dei cani in circolazione ma avrebbe già le ore contate.
Sabato pomeriggio un episodio spregevole che ha fatto scattare l'allarme. Un cane dopo aver mangiato alcuni bocconi trovati lungo la passeggiata a lago è morto. A nulla sono valsi i soccorsi immediati del padrone, che si è però rivolto ai vigili. La polizia locale è intervenuta raccogliendo le prove, una serie di bocconi avvelenati buttati lungo la passeggiata a lago, in particolare nella zona delle canoe.
Ieri mattina i bocconi sono stati portati all'Asl che li analizzerà. I risultati confermeranno la presenza o meno di veleno, o addirittura, come sembra, di scaglie di vetro.
Ma il killer ha le ore contate, gli investigatori saprebbero già di chi può trattarsi: servono solo alcune conferme, tra queste le analisi dei bocconi.
Un gesto spregevole che ha fatto andare su tutte le furie il sindaco Giuseppe Borgonovo, tanto che per il paese sono stati affissi una serie di cartelli (nella foto) con i quali si invitano tutti a fare molta attenzione e a segnalare qualsiasi sospetto.
Purtroppo pare che a qualcuno non piaccia che i cani frequentino la passeggiata a lago. Qualche battibecco c'era già stato e pure qualche insofferenza che adesso pare essere sfociata nei bocconi avvelenati.
Il colpevole, appena si avrà la certezza sulla sua identità, sarà denunciato e perseguibile con un'ammenda salata e rischia pure una condanna, visto che la questione sta già sollevando le ire delle associazioni animaliste e della stessa Amministrazione comunale.
«E' un gesto vergognoso ? sbotta il sindaco Giuseppe Borgonovo -, sabato pomeriggio abbiamo ricevuto la segnalazione di una persona a cui è stato avvelenato il cane. Abbiamo fatto i controlli e trovato dei bocconi sospetti, molto sospetti. Chi sa qualcosa, è invitato a fare segnalazione in Comune. Vogliamo capire quello che sta succedendo ed intervenire drasticamente».
Bocconi avvelenati contro i cani che potrebbero fare del male anche ai bambini che giocano in zona, visto che la passeggiata è ormai il quartier generale di tante persone, soprattutto nel fine settimana.
«Un gesto vergognoso che condanniamo, e faremo di tutto per trovare il colpevole, che dovrà rispondere delle sue azioni», conclude il sindaco Borgonovo.
Tutti coloro che hanno visto qualcosa o hanno dei sospetti, sono invitarti a contattare la polizia municipale al più presto.

LA SICILIA AGRIGENTO
28 LUGLIO 2009
 
Affidato il servizio di accalappiacani 
Il Comune di Ribera dichiara guerra al randagismo
 
Ribera (AG) - Il comune, finalmente, toglie i cani randagi dalle strade e dal territorio e affida il servizio agli accalappianicani dell'Unione dei Comuni che fa capo a Raffadali. A dare la notizia del servizio comunale, che è partito nella giornata di ieri, è stato l'assessore all'Agricoltura Paolo Caruana il quale ha precisato che l'ente locale ha sottoscritto una convenzione, senza data di scadenza, per permettere la cattura dei cani che ultimamente erano diventati numerosi e randagi in tutto il tessuto urbano, suscitando apprensione e paura tra le famiglie e soprattutto tra i bambini che hanno paura a scendere in strada. Il servizio viene realizzato al momento con uomini e mezzi dell'Unione dei Comuni di Raffadali e non sarà nemmeno molto costoso perché è stato concordato che verranno rimborsate soltanto le spese vive del servizio svolto per conto del comune di Ribera. Gli animali, che verranno catturati, saranno accompagnati presso il canile privato che è ubicato sulla Ss 386, tra Ribera e Calamonaci. In questa sede i cani rimarranno ospiti per 30 giorni, in attesa che i proprietari vengano a richiederli o che qualcuno esprima il desiderio di volerli adottare. Gli animali, che rimarranno al canile, successivamente saranno sottoposti a sterilizzazione e saranno rimessi in libertà nelle aree dove sono stati prelevati, in quanto non rappresenteranno più un pericolo per la comunità. I cani pericolosi, quelli che per razza possono arrecare danno ai cittadini e quelli che hanno contratto malattie contagiose, invece, rimarranno al canile a spese del comune. «L'amministrazione comunale - ci dice l'assessore Paolo Caruana - si sta preparando per il futuro per garantire un servizio certo, continuo e quotidiano alla città e alla popolazione. Abbiamo deciso di inviare due impiegati comunali ad Agrigento per frequentare presso l'Azienda Sanitaria Locale n. 1 un corso speciale per ottenere il patentino e le competenze di accalappiacani».

LIBERO

28 LUGLIO 2009

 

Guida per salvare i cani abbandonati in autostrada

 

OSCAR GRAZIOLI

 

Domenica scorsa abbiamo pubblicato volentieri un intervento dell'on.le Gabriella Gianmanco (PdL) sull'omissione di soccorso nei confronti degli animali. Dato che siamo in pieno periodo di ferie (e purtroppo di abbandoni) crediamo opportuno dare qualche suggerimento su cosa fare e cosa non fare qualora ci si trovi di fronte un animale abbandonato, ferito o che comunque necessiti di un soccorso immediato. Quanto andiamo a scrivere vale anche per i proprietari che si dovessero trovare in difficoltà con il proprio cane che, molto giudiziosamente, si sono portati in ferie con sé.

Prima di partire. Se Fido soffre di qualche malattia cronica, farsi dare dal proprio veterinario una copia della cartella clinica e informarsi preventivamente sulle strutture veterinarie presenti nel posto che si è scelto e su quali hanno un reale servizio di reperibilità 24 ore su 24.

Cani e gatti abbandonati. Spesso non è facile distinguere se un cane è stato abbandonato o meno, ma alcuni segni comportamentali ci aiutano. Il cane che, per strada o nell'area di sosta dell'autogrill, vaga di qua e di là, fiutando prima l'uno poi l'altro, guardandosi intorno spaesato, trotterellando veloce per poi fermarsi all'improvviso vicino alla persona sbagliata è molto sospetto di abbandono. Se poi non ha collare, pettorina, medaglietta o altri segni di riconoscimento il sospetto è quasi certezza. Mai correre dietro un cane o un gatto per prenderlo. Scapperà ancora più forte. Mai allungare la mano sul collo: si rischia un morso pericoloso. Se non si è ben esperti di cani cercare di non perderlo di vista seguendolo cautamente e chiamare il 118 chiedendo che intervenga il servizio veterinario e i suoi addetti. Se siete in certe zone del sud (senza voler fare del leghismo di bassa lega) auguri, specie al cane. Se servizi amministrativi e sanitari pubblici funzionassero seriamente la piaga del randagismo non esisterebbe.

Cani feriti. Facile, in questi giorni, incontrare un cane investito oppure trovare il proprio cane riverso sul suolo a seguito della classica "macchinata". Niente panico e soprattutto non precipitarsi a raccoglierlo a mani nude. Se chiamate 118, 113, 112 ecc. e non arriva nessuno (ipotesi non improbabile) tocca a voi. Il cane è in uno stato di shock che, in parte lo protegge dal dolore e non riconosce nessuno. Voi lo "svegliate" improvvisamente sollevandolo e lui, sentendo il dolore acuto delle fratture, vi pianta i denti nelle braccia. Due feriti al posto di uno. Prendete invece un telo, passatelo delicatamente sotto il cane e, facendovi aiutare da un altro, sollevate la "barella" e depositate il ferito in auto. Poi di corsa dal veterinario. Di corsa fino a un certo punto: non è il primo che prende e si tiene una multa anche con un cane moribondo in macchina e a pochi metri dalla clinica veterinaria. Dipende da chi incontrate con la paletta in mano.

Gatti feriti. Il gatto è completamente diverso dal cane. Spesso anche se ferito a morte rimane un lottatore temibile e i suoi morsi sono più pericolosi di quelli del cane. Qui la barella è inutile. Il gatto, zomperebbe via. La cosa migliore (a mali estremi estremi rimedi) è un asciugamani o una copertina di lana, gettata sul felino. Lo si fa su come un salame, fregandosene delle urla disumane (ovvio) che escono dal viluppo. Di corsa dal veterinario, come sopra.

Cani avvelenati. Se siete in campagna e improvvisamente Fido lancia un urlo, comincia a sbavare e tremare gli potete salvare la vita con una banalità. Un cucchiaio di acqua ossigenata. Vomiterà il boccone avvelenato e sarà salvo. Attenzione che non sia stata una vespa (in tal caso si gonfia a vista d'occhio). Anche qui, basta una fialetta di cortisone nello zainetto a salvargli la vita. In montagna portate nello zainetto refrigerato, oltre ai panini, una fiala di siero antivipera. I due buchini sul naso si vedono bene e le urla di dolore si sentono altrettanto bene.
La sfiga può colpire Fido in tanti altri modi (colpo di calore, veleno di rospi, piante, pesci), ma a questo punto vi conviene farvi amici con un veterinario e andare in ferie con lui.

LE ISTRUZIONI

RICONOSCERE UN TROVATELLO
Se un cane vaga spaesato, trotterella veloce per poi fermarsi all'improvviso vicino alla persona sbagliata e non ha né il collare né una medaglietta significa che è stato abbandonato. Chiamare subito il 118

COME CURARE FIDO
Non bisogna raccoglierlo a mani nude ma prendere un telo, passarlo sotto il cane delicatamente, sollevarlo e metterlo in auto. Poi via di corsa dal veterinario

COME CURARE MICIO
Fare come sopra, con un'avvertenza in più: Micio anche quand'è ferito resta un lottatore temibile e i suoi morsi sono più pericolosi di quelli del cane

BOCCONI VELENOSI
Se Fido lancia improvvisamente un urlo e comincia a tremare significa che è stato avvelenato. Per salvarlo basta dargli un cucchiaio di acqua ossigenata


COMUNICATO STAMPA AIDAA
28/07/09

ROGHI IN SARDEGNA. BRUCIATI VIVI MIGLIAIA DI ANIMALI

Cagliari - Da alcuni giorni stanno giungendo segnalazioni inquietanti dalla Sardegna dove sarebbero diverse migliaia gli animali bruciati vivi nei roghi che da alcuni giorni interessano l'isola. Non siamo in grado di fare una stima precisa delle migliaia di animali (cani, gatti, ma anche pecore, ed animali del bosco più in generale) che sarebbero morti bruciati vivi negli incendi che nei giorni scorsi hanno interessato molte zone della Sardegna, ma sicuramente si tratta di una strage con ben pochi precedenti in Italia. Per avere un quadro della gravità della situazione occorre ricordare che in Sardegna esistono oltre 200.000 cani di proprietà ed almeno 25.000 cani randagi liberi. Senza contare le decine di migliaia di gatti di proprietà e randagi che vivono nelle zone colpite dal fuoco dei piromani nei giorni scorsi. La cosa più grave è che sulla morte di queste migliaia di animali nessuno fino ad oggi ha detto nulla, a differenza di altre situazioni quali il terremoto che nei mesi scorsi ha colpito l'Aquila quando ci fu un imponente ed auspicata mobilitazione anche a tutela delle migliaia di animali che erano rimasti coinvolti. Nel caso dei roghi in Sardegna sulla morte di queste migliaia di animali è calato il silenzio. Del resto non si tratta solamente di animali selvatici o di animali da lavoro o cani randagi, per chi conosce la Sardegna è facile immaginare quanti possano essere stati gli animali colti dal fuoco senza possibilità di scampo: ci riferiamo principalmente a quegli animali che pur essendo di proprietà vagano soli per le campagne o a quelli legati alla catena sotto il sole senza nemmeno una ciotola d'acqua, o a quelli chiusi nei box in mezzo alla campagna che vengono liberati una volta all'anno magari in occasione della caccia. AIDAA denuncia pubblicamente questo silenzio calato attorno a questa carneficina ed invita la regione Sardegna ad accusare i piromani (semmai verranno trovati) anche dei reati di uccisione e di maltrattamento di animali ai sensi dell'articolo 544 del codice penale modificato secondo la legge 189/2004. Allo stesso tempo l'associazione italiana difesa animali ed ambiente sta predisponendo un esposto che verrà inviato alle procure della repubblica di compentenza proprio per chiedere di avviare indagini anche per scoprire chi ha provocato la morte di queste migliaia di animali. “Sono molte le segnalazioni che stanno arrivando ai nostri servizi di tutela di animali ed al telefono amico di AIDAA da parte di decine di persone che si dicono scandalizzate della visione di molte carcasse di animali bruciati nei roghi dei giorni scorsi- ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA- non siamo in grado di fare una stima nemmeno approssimativa di quanti di questi animali hanno perso la vita, sicuramente è necessario far luce su quanto accaduto e trovare e punire in tempi rapidi gli autori di questi incendi che non solo hanno colpito le persone ma nel corso dei quali hanno perso la vita migliaia di animali inermi”.


SESTO POTERE

28 LUGLIO 2009

 

Cesenatico (FC), ritrovati 3 cuccioli in via Pian del Carpine

 

Cesenatico (FC)  - Ieri mattina, grazie ad una segnalazione pervenuta tramite l'Urp, alcuni agenti della Polizia Municipale hanno rinvenuto 3 cagnolini di pochi giorni, di razza meticcia, colore bianco e pelo riccio, vicino ad un cassonetto di via Pian del Carpine. Gli animali erano in buone condizioni, tanto da lasciar presupporre che fossero stati abbandonati la mattina stessa; tuttavia non è ancora stato individuato l’autore di tale gesto, reato punibile con l'arresto fino ad un anno e l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. 
I cuccioli sono stati rifocillati e consegnati al canile comprensoriale di Cesena [...]


TISCALI ANIMALI

28 LUGLIO 2009

 

Una mamma cane allatta dei porcellini come fossero i suoi cuccioli

 

FOTO

http://photogallery.tiscali.it/speciale/petclub/gallery.php?id=17081


LIVE SICILIA
28 LUGLIO 2009
 
In difesa dei cani killer
 
I cani sono tutti impazziti? Perché stanno riempiendo le nostre cronache con i loro denti aguzzi, da Acireale a Cammarata? Come gli uccelli di un noto film hanno forse deciso tutti in banda di dichiarare guerra al genere umano?  Sarà bene ricordare che, nel conto reciproco delle atrocità, quelli spietati siamo noi. Noi, che gli animali li abbandoniamo, li maltrattiamo, li affoghiamo, li picchiamo.  Altro che cani killer e simili fesserie da giornalisti a corto di metafore.  Resta comunque la domanda iniziale: fu impazzimento canino collettivo? Fu dichiarazione bellica? O, chissà, è che certi tragici eventi semplicemente accadevano e accadono. E in fondo, a ben guardare, è sempre colpa nostra.

IL TIRRENO

28 LUGLIO 2009

 

I pitbull? La colpa è dei padroni

 

CECINA (LI). «I pitbull? La colpa è dei padroni, come quello di cui avete scritto. Ma le leggi ci sono». Marco Melosi, presidente dell’ordine provinciale dei veterinari, interviene sul caso (pubblicato sul “Tirreno” di domenica) del pensionato azzannato per aver difeso il suo cagnolino dall’attacco di un pitbull.  «A gennaio - spiega Melosi - il sottosegretario Francesca Martini ha eliminato la black list, la lista delle razze pericolose, introdotta da Sirchia. Lo ha fatto seguendo questo ragionamento: nessuno studio dimostra che l’aggressività si trasmetta geneticamente. Un cane aggressivo lo diventa nel tempo e la responsabilità è solo del proprietario. In altre parole, dice Martini, se prendi un pitbull sai che è potenzialmente pericoloso e quindi devi gestirlo. Ad esempio portarlo fuori al guinzaglio, che peraltro sarebbe obbligatorio per tutti i cani, e con la museruola in una mano».  «Ora - aggiunge Melosi - il pitbull è una razza creata per il combattimento tra cani. Ha un’aggressività innata verso i propri simili perché è un cane che ha subìto una violenza genetica. Si può discutere di questo, dell’impostazione di Martini e della black list. Una cosa è certa, anche se molta gente non lo sa: la legge c’è. Se il veterinario si accorge che un cane è potenzialmente pericoloso, deve segnalarlo al veterinario della Asl. Che a sua volta lo segnala al Comune, il quale deve imporre al proprietario del cane due cose: un corso, al termine del quale viene rilasciato un patentino; e l’assicurazione. Il problema è organizzare questi corsi, trovare i soldi per farlo eccetera. Ma soprattutto in Italia la legge non viene sempre rispettata o applicata. Un altro esempio? In ambulatorio mi arriva una grossa percentuale di cani senza microchip».  Tornando all’episodio della Ladronaia, Melosi afferma che «quel pover’uomo ha ragione su patentino e assicurazione. Solo che questo c’è già. Invece il proprietario del pitbull, che lo porta fuori senza legarlo, è un incosciente».


IL SECOLO XIX

28 LUGLIO 2009

 

L'assessore Ruocco: pronti a valutare il ricorso della padrona

la maxi-multa al piccolo cane senza guinzaglio

 

La Spezia - «Un'ordinanza più rigida nella conduzione dei cani, che vanno tenuti al guinzaglio, ci voleva: e io comprendo bene anche i vigili urbani, che devono fare il loro mestiere, e dunque non possono mettersi di volta in volta a ipotizzare deroghe alla norma. Tuttavia credo che ogni caso costituisca una storia a sé: e se la proprietaria del pincher multato farà ricorso, la sua posizione potrà essere valutata». Sceglie la via della diplomazia, l'assessore alla tutela ambientale, Laura Ruocco: a fronte della valanga di commenti suscitata dalla sanzione da 150 euro a carico della portinaia del Palazzo Croce di Malta che possiede un mini-pincher di nome Peggy pizzicato senza giunzaglio. «La vicenda sarà soppesata -minimizza la Ruocco - credo che le sanzioni elevate a carico di conduttori di cani, da parte della polizia municipale, non siano tante. Sono a conoscenza solo di qualche episodio: e comunque, il cittadino che ritiene di avere le sue ragioni, ha piena facoltà di esporle». La storia di Peggy ha suscitato sulle pagine de "Il Secolo Web": quattro paginate di commenti, soprattutto per le dimensioni assai ridotte del cagnolino. Un caso che ricalca quello del barboncino multato in piazzetta San Domenico di Guzzman, perché? con il guinzaglio al collo, ma penzoloni - era andato a recuperare la pallina lanciata dalla padrona, una pensionata. E intanto, un'altra anziana ha raccontato di essere stata multata perché la sua vecchia cagnetta la seguiva passo passo senza guinzaglio: perché"entrambe siamo vecchie, e stanche, e andiamo lente lente, senza disturbare nessuno". Un altro caso che farà discutere. «Con le forze dell'ordine abbiamo una forte collaborazione? afferma da parte sua Antonietta Zarrelli, dirigente dell'ufficio tutela animali - , anche se non si vengono a sapere sempre, svolgiamo interventi di salvataggio: credo che le regole servano, ma che si possa valutare caso per caso con elasticità».


EMILIA NET
28 LUGLIO 2009
 
Salvati 2 piccoli ricci
Hanno un musetto simpaticissimo e fanno tanta tenerezza. Sono i cuccioli di riccio, rimasti orfani, di cui si prendono cura i volontari del centro di fauna selvatica “Il pettirosso” di Modena
 
Modena - Stanno nel palmo di una mano e, da cuccioli quali sono, vengono nutriti con gli omogeneizzati. A prendersi cura di questi cuccioli di riccio, rimasti orfani, sono i volontari del centro di fauna selvatica “Il pettirosso” di Modena. Che di esemplari, anche adulti, in questo periodo ne hanno tantissimi. I ricci, infatti, trascorrono l'inverno in letargo mentre, in particolare in estate, il momento dell'anno in cui tra l'altro le femmine danno alla luce i loro piccoli, si aggirano nei giardini o tra i cespugli, spostandosi lungo strade di campagna. Dove, spesso purtroppo, rischiano di essere travolti dalle auto in transito. “Il Pettirosso” è, in pratica, l'ospedale per gli animali del bosco e della campagna. Qui cuccioli e adulti, feriti o semplicemente in difficoltà, vengono curati ed accuditi, svezzati nel caso dei piccoli e poi cresciuti fino a quando non saranno in grado di cavarsela da soli. I volontari ricordano che per contrattare il centro, per segnalare animali feriti o in difficoltà, basta chiamare il 118.

CORRIERE FIORENTINO

28 LUGLIO 2009

 

Gli altri palii

Tutti tifano per i cavalli ma lasciategli il frustino

 

Filippo Baffa

 

No problem. In giro per la Toscana, la terra dei palii, gli amministratori locali non sembrano turbati dall’ordinanza in arrivo dalla sottosegretaria al Welfare, Francesca Martini. Già in regola nella maggior parte dei casi e comunque pronti ad adeguarsi alle nuove norme a tutela della salute degli animali. Certo non piace la retorica da crociata. «In un palio il cavallo è il centro di tutto: è quasi oggetto di culto per la contrada che lo prende in consegna. Non credo si giusto paragonare queste manifestazioni con le corse clandestine, nelle quali davvero questi animali sono maltrattati, sfruttati solo per finalità economiche». A parlare è Piero Pii, il sindaco di Casole d’Elsa, paese in provincia di Siena dove si corre quello che è conosciuto come «il Palio in salita».
Anche gli organizzatori di Fucecchio, dove si svolge la corsa che fu tanto amata da Indro Montanelli, Buti e Piancastagnaio la pensano allo stesso modo: «È ovvio che quando si mette mano a manifestazioni che sono radicate nella tradizione, con norme che le ‘‘modernizzano’’ c’è il rischio di snaturarle, di modificare lo spettacolo», dice il sindaco di Fucecchio e presidente dell’associazione Palio delle contrade, Claudio Toni. In questo senso, ovviamente quella che fa più discutere è l’abolizione del frustino: «Non c’è scritto esplicitamente nella legge, si parla solo di divieto di uso degli aiuti in modo improprio o eccessivo, tale da provocare sofferenza all’animale», precisa Toni, che come gli altri è convinto che questa norma sia l’unica inattuabile.
Per il resto ben vengano misure a tutela dei cavalli, dicono in coro.
E i controlli sui fantini? «Ma sono persone che vivono a contatto con i cavalli, sono la loro vita, è più facile che facciano male ad uomo prima che all’animale », ride Simone Renai, l’assessore al Palio di Piancastagnaio . È giusto sottoporre anche loro ai controlli anti-doping? «Lo faremo, ma guardi che per salire sui quei bestioni e lanciarsi a quelle velocità sono strulli di suo!», spiega. Per Alberto Spigai, presidente del Seggio di Sant’Antonio, organizzatore del primo palio in calendario in Italia, quello di Buti , è quasi un motivo di soddisfazione: «Sono contento, ho sempre sostenuto i controlli per i fantini così come ho voluto un regolamento di tolleranza zero per i cavalli. I nostri vengono sempre testati prima, durante e dopo la competizione».
Anche Piancastagnaio è a posto e Fucecchio ha un protocollo con l’università di Pisa che effettua le analisi sui campioni presi il giorno della tratta e dopo la corsa. «Noi non l’abbiamo ma ci adegueremo », spiega invece il sindaco di Casole d’Elsa. Il suo palio è in regola — come gli altri — sulla sicurezza del tracciato, ma appare più indietro rispetto alle altre nuove norme: «Siamo passati quest’anno dai purosangue ai mezzosangue. Sull’età non c’è una regola precisa, non so cosa comporta il limite a quattro anni ma prenderemo le misure necessarie. E anche i controlli sui fantini non li abbiamo ma non sarà un problema introdurli ». Toccategli tutto ma non il frustino.


LA ZAMPA.IT

28 LUGLIO 2009

 

Il fantino Aceto: "Impossibile non usare il frustino con i cavalli"

Una delle figure storiche del Palio di Siena reagisce alla nuova ordinanza sulla tutela dei cavalli nelle manifestazioni popolari

 

SIENA - «Il Palio di Siena ha una tradizione, non lo può cambiare nessuno. È radicato e amato dai senesi e a Siena le regole le abbiamo sempre rispettate. E poi, via, non è possibile correre un palio senza usare il frustino». Così il fantino Andrea De Gortes, in arte "Aceto", 14 Palii di Siena vinti nella sua carriera, commenta con l’Adnkronos le regole dell’ordinanza ministeriale firmata dal sottosegretario al Welfare, Francesca Martini, che prevedono la verifica da parte di una commissione tecnica di tracciato, fondo e paratie nelle gare; il divieto di partecipazione ai cavalli con meno di 4 anni; il ’nò all’uso di frustino, sperone e morsi, il "no" al doping. L’ordinanza prevede che i fantini non devono essere stati denunciati per maltrattamento di animali o aver avuto altre condanne, e saranno esposti a test alcolemici a campione.
«Non capisco, dopo 500 anni, che senso abbiano queste regole - prosegue ’Acetò -. Sarà che è estate, e allora si parla di tutto. Se si occupassero dei bambini che muoiono di fame, sarebbe meglio». Per il fantino De Gortes «si sta esagerando, noi i cavalli li amiamo e li rispettiamo, per noi a Siena sono come gente di famiglia. Sono convinto - assicura - che il Palio di Siena non cambierà, sarebbe impensabile».


LA ZAMPA.IT

28 LUGLIO 2009

 

Martini, nuove tutele per i cavalli al Palio: stop ai frustini e ai giovani

Firmata l'ordinanza sulle manifestazioni popolari che utilizzano cavalli

 

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http://www.lastampa.it/lazampa/girata.asp?ID_blog=164&ID_articolo=1315&ID_sezione=339&sezione=News

 

ROBERTA MARESCI

 

I drammatici incidenti che ogni anno coinvolgono fantini, cavalli e spettatori in occasione di giochi equestri, palii, sfide e ricostruzioni storiche lungo tutta la Penisola hanno i giorni contati. La “paladina degli animali”, il sottosegretario al Welfare Francesca Martini, ha firmato l’ordinanza “sulla disciplina di manifestazioni popolari pubbliche o private nelle quali vengono impiegati equidi, al di fuori degli impianti e dei percorsi ufficialmente autorizzati”. Tutto nasce «sulla scia di sangue di questi anni, in cui abbiamo assistito a decessi di fantini, l’ultimo è di questi giorni a Sedilo (Oristano), ma anche a cavalli abbattuti o con danni permanenti. Per non parlare dei rischi per l’incolumità degli spettatori», ha sottolineato la Martini, illustrando all’Adnkronos Salute i contenuti del provvedimento. Vengono gettati alle ortiche frustini, morsi e speroni usati in modo «improprio o eccessivo tale da provocare sofferenza all’animale». No al doping per i cavalli che saranno verificati da un veterinario della Asl. Sì ai percorsi protetti con adeguate paratie, per attutire eventuali impatti o cadute. Tagliati fuori dagli eventi cavalli under 4 anni: sarebbe un po’ come far correre degli adolescenti. Out anche fantini violenti e ubriachi. Ora non ci resta che attendere l’entrata in vigore di questo «motore culturale verso il rispetto del cavallo» senza intravederci una volontà di mettere in ginocchio tradizioni vecchie di secoli.
Una per tutte quella del Palio di Siena, «senza dubbio la più avanzata e scandita da regolamenti e normative di tutta l’Italia», ha sottolineato il sindaco di Siena Maurizio Cenni, che ha con piacere constatato come «l’ordinanza ministeriale abbia adottato, specie per ciò che attiene la tutela dei cavalli, molte delle regole che il Palio di Siena ha saputo darsi nel corso di questi ultimi anni». Norme cambiate in senso più restrittivo già da tempo anche dal Palio di Ferrara, come ha spiegato il suo primo cittadino Tiziano Tagliani, scegliendo di intervenire «immediatamente, ad esempio scegliendo di non utilizzare più cavalli purosangue, ma solo mezzosangue. L’esperienza ci ha premiati, perchè non si sono più verificati fatti simili al 2006». Mettendo in pratica anche «una legge regionale, la sola forse in Italia, che prevede già norme fortemente restrittive, come ad esempio l’obbligo di verificare alla fonte l’identità del cavallo, l’obbligo di presenza di commissioni veterinarie di verifica», ha concluso Tagliani.
Regole che non preoccupano Giorgio Galvagno, sindaco di Asti dove a settembre si svolge il Palio con 1200 figuranti in costume medievale e 21 cavalli al canapo, che fa un distinguo sui frustini cennati nell’ordinanza: «Occorre vedere di quale tipo si tratta, se sono strumenti dannosi per all’animale, oppure semplicemente stimoli di sensorialità». Tutti comunque concordano su un dato: «questi eventi non devono confliggere con la tutela del benessere, della salute e della sicurezza di cittadini e animali», ha sottolineato la Martini che a novembre, nel corso della prossima edizione di Fiera Cavalli, presenterà una mini-carta etica per «avvicinare i più piccoli al mondo di questi animali nel modo giusto», aperta alla sottoscrizione di fantini, cavalieri e tecnici che si impegnano a praticare tutte le attività che coinvolgono i cavalli nel rispetto della loro salute e del loro benessere.


CORRIERE DI SIENA

28 LUGLIO 2009

 

Il nerbo si può usare.

Alcol test, roba d’altri tempi. La Lega ha invitato l’onorevole. “Vietato farne un uso improprio o eccessivo”.

 

 

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SIENA - Hanno creato una certa apprensione le dichiarazioni del Corriere della Sera che inseriva, tra le regole modificate dall’ordinanza del sottosegretario al Welfare Francesca Martini, il divieto di utilizzare “frustini”. Per Siena il “nerbo” è un oggetto legato alla tradizione, e si ricordano un numero maggiore di occasioni nelle quali è utilizzato contro l’uomo piuttosto che sull’animale. In effetti la dichiarazione del Corriere della Sera è fuorviante, una verità esasperata che non produrrà nessuna ripercussione sulla Festa senese. Infatti, nell’articolo 2 comma 3 dell’ordinanza, si legge: “E’ vietato l’uso degli aiuti in modo improprio o eccessivo, tale da provocare sofferenza all’animale”. Il divieto è quindi nell’uso, anzi nelleventuale abuso, e non nel possesso. I fantini potranno quindi nerbare l’avversario, ma poco più che “accarezzare” il proprio cavallo. Singolare invece la norma che stabilisce alcol test a campione per i fantini. Altri tempi quando i fantini si facevano qualche “cognacchino” di troppo prima di montare a cavallo. Forse in altre realtà saranno ancora il vino e l’alcol in genere a dare il coraggio per la corsa, ma nel Palio sono ben altre le analisi che sarebbe opportuno effettuare. L’ordinanza dell’onorevole Martini dimostra comunque che l’attenzione verso le manifestazioni effettuate con l’ausilio di animali è molto alta, e lo sarà ancora di più quando l’ordinanza diventerà effettiva. Intanto la Lega Nord di Siena ha espresso parere positivo sul documento, ed ha invitato l’onorevole Francesca Martini ad assistere al Palio di agosto “per ringraziarla della sua attenzione e per accrescere la sua conoscenza ed il suo apprezzamento della nostra Festa”


L'ARENA GIORNALE DI VERONA

28 LUGLIO 2009

 

RONCO (VR). Oggi ultima giornata a Scardervara
La corsa delle rane chiuderà la sagra

 

Ronco (VR) - Si concluderà oggi con l’appuntamento più caratteristico della manifestazione, la sagra di Sant’Anna di Scardevara. Sulla pista in acciaio, infatti, alle 20.45 scatterà il via della corsa delle rane. A sfidarsi ci saranno adulti e ragazzi che, spingendo una carriola con a bordo una rana, dovranno tagliare per primi il traguardo di un percorso ricco di ostacoli. E se la rana deciderà di saltare giù dalla carriola, il concorrente dovrà fermarsi, raccoglierla e riporla al suo posto usando la carriola come una sorta di passeggino per anfibi. Naturalmente, tra gimcane e saliscendi del percorso, non sarà facile tenere sulla carriola il batrace. La sfida verrà commentata dallo speaker ufficiale della manifestazione: Renzo Piglialepre.
Terminata la corsa, la serata proseguirà con un momento musicale in compagnia del complesso «Second Highway». Alle 23.30 verranno sparati dall’argine dell’Adige i fuochi artificiali che segneranno la conclusione della manifestazione promossa dal locale comitato sagra e dalla Pro loco di Ronco. Saranno in funzione il chiosco coperto con la gastronomia e le bevande, il parco divertimenti per i più piccoli e la pesca di beneficenza nella sala parrocchiale. Per l’ultima sera si potrà anche visitare la mostra di foto e documenti allestita per i cento anni delle campane della pieve dei Santi Filippo e Giacomo


LA REPUBBLICA

28 LUGLIO 2009

 

Uomini contro leoni per la caccia al cibo

Una ricercatrice olandese ha scoperto che gli abitanti di alcuni villaggi africani sottraggono le prede ai felini. Un intervento imprevisto nella catena alimentare che rischia di portare all'estinzione

 

LUIGI BIGNAMI

 

E' difficile guardare quanto sta accadendo in Camerun nel modo più corretto: se con gli occhi della pietà umana o con quelli del conservazionismo. Sta di fatto che una ricerca apparsa su African Journal of Ecology racconta che è diffusa la pratica di rubare le prede ai leoni da parte di abitanti dei villaggi, dove la scarsità di cibo è così elevata che gli uomini si mettono in competizione non solo con i leoni, ma anche con iene e leopardi, protagonisti della catena alimentare legata al re della foresta.
Finché il fenomeno di furto di prede altrui, noto come cleptoparassitismo, rimane nell'ambito del mondo animale si ha una sorta di equilibrio che non danneggia più di tanto una specie rispetto ad un'altra. Ma da quando ci si è messo anche l'uomo si è notato che il fenomeno ha messo in crisi alcune comunità di leoni, al punto da portarle sull'orlo della scomparsa.
La scoperta del fenomeno è partita una mattina di marzo del 2006, quando la biologa Marjolein Schoe dell'Università di Leiden (Paesi Bassi) stava seguendo un leone e una leonessa nel Benoue Natioanl Park (Camerun settentrionale), ai quali erano stati posti dei radiocollari per seguirli nei loro spostamenti. I ricercatori li hanno trovati vicino a una grande antilope africana che avevano da poco catturato. Al rumore dell'auto della ricercatrice i due leoni si sono rifugiati in un'area boscosa fino al momento in cui Schoe ha deciso di andarsene.
Alle 5 del pomeriggio la biologa è tornata sul luogo della cattura, ma anziché osservare ciò che rimaneva del "banchetto" dei leoni, ha visto un gruppo di abitanti dei villaggi vicini che stavano asportando le ultime parti della preda e che sono fuggiti al suo arrivo. Le restanti parti dell'animale erano già state asportate con un coltello. Sul posto erano rimasti solo la testa e gli zoccoli. Una serie di foglie insanguinate dimostrava che altre parti dell'animale erano già state portate via precedentemente.Dopo due giorni la biologa ha trovato altri resti di un'antilope sottratta al legittimo "proprietario" e asportata allo stesso modo. A quel punto, anche se quello non era l'obiettivo del lavoro del World Conservation Union's Car, Schoe ha voluto indagare a fondo. Così insieme a un collega, Hans de Iongh, si è messa sulle tracce di altri episodi di cleptoparassitismo umano che l'ha portata a scoprire che il fenomeno è assai più vasto di quanto si potesse ipotizzare. "Da contatti con i pastori Bororo è risultato che la caccia alle carni fresche catturate dai leoni è prassi quasi comune", ha spiegato la ricercatrice. I pastori attendono che un leone cacci la preda e approfittando del momento di stanchezza subito dopo la cattura, lo allontanano con bastoni e fuoco impossessandosi dell'animale appena ucciso”, ha spiegato de Iongh. Allargati i confini della ricerca Schoe e de Iongh hanno scoperto che il fenomeno è presente anche in numerose altre parti dell'Africa. "L'impatto di ciò che sta succedendo sulla comunità di leoni può avere gravi ripercussioni sulla sopravvivenza di molte comunità di tali felini, perché si vedono sottrarre le prede, fonte indispensabile della loro sopravvivenza", ha spiegato Schoe. Forse è proprio questa una delle cause che ha visto la popolazione del Parco Nazionale di Waza (nord del Camerun) scendere da 50-60 capi presenti nel 1990 a poco più di una dozzina ai nostri giorni. Se si considera poi che i leoni sono uccisi anche dai pastori per allontanarli dai loro branchi e sono mira di bracconaggio, per la ricercatrice la loro scomparsa in molte aree dell'Africa può essere assai vicina.


IL SECOLO XIX

28 LUGLIO 2009

 

Russia: niente canguri l'Australia rischia il ko

Stop all'import della carne

 

Roberto Scarcella

 

Sydney. I russi si sono tolti il canguro di bocca. Ne restano ghiotti, ma le autorità locali non si fidano di come viene lavorata la sua carne: questioni di sicurezza. E così da agosto niente canguro sulle tavole dei connazionali di Putin. Un problema per loro, che dovranno fare a meno di una delle loro carni preferite. Ma un problema soprattutto per i tanti produttori australiani, i cui conti economici, senza canguri da macellare, faranno un bel salto nel buio.
Ben il 70% della carne di canguro trattata in Australia finiva poi sulle tavole dei russi. Il restante 30% mangiato in patria o spedito nelle altre parti del mondo non basta a coprire i costi. E così, in previsione dello stop sono già partiti i licenziamenti, specialmente nel Queensland, dove la lobby delle comunità rurali è già partita all'attacco dei russi e dei governanti locali, che a loro dire non hanno fatto abbastanza per salvare il commercio di carne di canguro.
Il presidente della lobby del canguro è Brent Finlay; per lui la decisione di Mosca ha ben poco a che vedere con la qualità del cibo importato: «I russi affermano che il veto è dovuto ai parametri di sicurezza della nostra carne, ma l'Unione Europea, che notoriamente pretende elevati standard internazionali di sicurezza del cibo, è assolutamente soddisfatta dei nostri livelli di garanzia». Forse c'è un movente politico, più che alimentare, dietro la decisione russa. Almeno così dicono i produttori australiani, il cui futuro è in bilico.
Mentre il Consiglio di sviluppo dell'industria del canguro si riunisce a Brisbane per discutere eventuali risposte, la paura di un'invasione di canguri scampati al mattatoio fa rimettere i guantoni ad ambientalisti e cacciatori da sempre in lotta. In Australia ci sono 20 milioni di canguri contro 17 milioni di abitanti. E la caccia è imposta per legge, con regole molto severe: è consentito abbattere solo animali adulti, e secondo quote prestabilite. Gli ecologisti hanno lanciato una insolita proposta agli australiani: aumentare il consumo di carne di canguro, autoctono e in grado di limitare le emissioni di Co2 dovuti all'import-export delle carni.


CORRIERE FIORENTINO

28 LUGLIO 2009

 

 

Il lupo è qui

Reti elettriche per difendersi

 

Provincia di Firenze - Sono tornati i lupi nel territorio fiorentino e la Provincia di Firenze interviene per limitare i danni agli allevatori, con un progetto che prevede anche la realizzazione di recinzioni elettrificate. L’iniziativa — che coinvolge l’Associazione allevatori di Firenze e Prato (Apa) e il Centro per lo studio e la documentazione sul lupo (Csdl) di Firenzuola — vuole tutelare gli allevatori ma anche difendere il lupo scongiurando anche il fenomeno del bracconaggio. Dal Mugello al Chianti, dalla Val di Sieve all’Empolese Valdelsa, la Provincia finanzierà la realizzazione di impianti di recinzione elettrificata per consentire agli allevatori di portare gli animali al pascolo in zone più alte.


Animalieanimali

28 LUGLIO 2009

 

CANILE CICERALE, NASCE IL COORDINAMENTO LEGALE
Associazioni animaliste unite per supportare la richiesta di chiusura della struttura campana.

 

Lega Nazionale per Difesa del Cane, Lav, Associazione Canili Lazio, Animals Asia Foundation, Oipa ed Enpa hanno costituito un coordinamento legale per supportare il Ministero della Salute e il Tribunale di Vallo della Lucania nell’azione di chiusura del Canile di Cicerale e di accertamento di eventuali responsabilità penali e amministrative.Il coordinamento legale, formato da un pull di avvocati delle associazioni, che hanno aderito all’invito della Lega Nazionale per la Difesa del Cane di riunirsi per intraprendere una strategia comune finalizzata alla definitiva chiusura della struttura, ha già compiuto la prima azione.Nei giorni scorsi, infatti,,ha diffidato il nuovo Sindaco di Cicerale, Francesco Carpinelli, dal concedere l’autorizzazione sanitaria al canile, revocata dal sindaco uscente Nicola Gatto in data 25 maggio 2009, anche sulla base di una relazione negativa del mese di febbraio 2009 del team ispettivo del Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali, nonché della relazione del Comando N.A.S. del maggio 2009, che sottolineava irregolarità relative alla custodia dei cani e la carenza dei requisiti minimi igienico sanitari strutturali e tecnico organizzativi richiesti dalla legge regionale n. 16 del 2001.
“E’ giunto il momento per un maggior coordinamento tra le associazioni per un’azione congiunta nei confronti delle amministrazioni comunali in tema di canili e gestione del randagismo - dichiara Carla Campanaro, avvocato dell’Ufficio Legale LAV - a partire dal canile di Cicerale, caso emblematico assurto tristemente agli onori della cronaca nazionale”.“L’Amministrazione comunale di Cicerale deve mantenere la revoca dell’autorizzazione sanitaria all’esercizio del canile, così come richiesto anche dal Ministero e dalla Provincia di Salerno, non essendo mutati i presupposti, e deve dare una pronta esecuzione allo svuotamento della struttura, che a tutt’oggi ospita ancora circa 300 cani, come prescritto”, prosegue l’avvocato Campanaro.“Quanto succede a Cicerale – aggiunge Gian Luca Scagliotti, avvocato LNDC – riguarda la vita, purtroppo breve, e la morte dei cani che per loro sventura sono finiti in questa struttura, ma non può essere circoscritto solo a questo. Le azioni del coordinamento riguarderanno dunque non solo il processo penale, ma anche l’accertamento delle eventuali responsabilità delle pubbliche amministrazioni, rispetto ai compiti che la legge impone loro in materia, e le eventuali inadempienze”.
Il coordinamento si propone inoltre di fare chiarezza sull’uso e la gestione delle risorse pubbliche e sulla regolarità amministrativa.
“Riguardo alla responsabilità delle amministrazioni comunali e sanitarie – afferma Cristina Salvucci, avvocato dell’Associazione Canili Lazio – abbiamo già interessato la Corte dei Conti che ci auguriamo possa fare piena luce su un aspetto fondamentale della vicenda: l’uso del denaro pubblico”.
Il pull di avvocati intende agire a tutto campo senza tralasciare alcun aspetto della questione, ed ha tra le sue finalità anche quella di offrire un supporto alla Procura di Vallo della Lucania, e alle associazioni locali che da anni si occupano del problema del Canile di Cicerale.
“La Procura della Repubblica di Vallo della Lucania avrà tutto il nostro supporto – conclude Giovanni Ricco, avvocato dell’Associazione Animals Asia Foundation – e anche le associazioni locali che abbiamo incontrato in occasione della manifestazione a Cicerale il febbraio scorso avranno nel pull neo costituito un importante punto di riferimento”.


Animalieanimali

28 LUGLIO 2009

 

COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE CHE ITALIA PAGHI PER CACCIA A UCCELLI PROTETTI
Ma il Consiglio Regionale del Veneto imperterrito si appresta ad approvare l’ennesima legge-deroga.

 

La Commissione Europea ha deciso di richiedere la condanna dell’Italia al pagamento delle spese in giudizio per le ripetute violazioni della Direttiva 79/409/CEE (Direttiva “Uccelli”) commesse dalla Regione del Veneto riguardo la concessione di deroghe per la caccia nei confronti di specie di uccelli protetti (Cf. atto in allegato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 4 luglio 2009).
Questa richiesta arriva mentre il Consiglio Regionale del Veneto si accinge ad approvare un progetto di legge sulla caccia in deroga per la stagione venatoria 2009/2010 (all’ODG del Consiglio del
28/07/2009) che, se approvato, aggraverà ulteriormente la posizione dell'Italia e del Veneto rispetto alle procedure di infrazione riguardanti la caccia in deroga, perché prevede addirittura 11 specie protette (Storno, Fringuello, Prispolone, Pispola, Piviere dorato, Frosone, Gabbiano reale, Cormorano, Tortora dal collare, Verdone e Peppola) da cacciare anziché le 5 dello scorso anno.
“A causa di queste leggi fatte per i cacciatori – ha commentato Andrea Zanoni presidente della LAC del Veneto – che autorizzano l’uccisione di milioni di piccoli uccelli migratori protetti e che consentono in tal modo a certi politicanti di far campagna elettorale e carriera, ora saranno i cittadini a dover pagare le spese in giudizio.
Il Consiglio regionale del Veneto cosa fa per riparare a questo danno nei confronti dei cittadini? Forse si appresta ad abolire la caccia in deroga in Veneto? No, nulla di tutto ciò, anzi rincara la dose andando a votare una legge che prevede di cacciare addirittura 11 specie di uccelli protetti tra i quali anche il Verdone considerato da molti il canarino italiano.
Il duro lavoro di questi anni della LAC del Veneto, fatto di denunce ed esposti, finalmente comincia a raccogliere i primi frutti, non mancheremo di denunciare alla Commissione Europea anche la nuova legge nel caso dovesse essere approvata.”


Animalieanimali

28 LUGLIO 2009

 

BAGNANTE ASSEDIATA DA DELFINO TROPPO GIOCOSO IN NUOVA ZELANDA
Nuotatrice in difficoltà

 

Una giovane nuotatrice è stata tratta in salvo assiderata in una baia della Nuova Zelanda, ridotta allo stremo da un delfino che voleva continuare a giocare e le impediva di tornare a riva.
La donna, riferisce l'agenzia neozelandese Nzpa, indossava una muta per affrontare le gelide acque invernali e conosceva bene il delfino di nome Moko, con cui gli abitanti del luogo amano giocare da quando si è stabilito a Hawkés Bay due anni fa, ma non si aspettava tanto entusiasmo.
La donna è rimasta aggrappata ad una boa mentre Moko continuava a nuotare attorno a lei, e si tuffava al suo fianco ogni volta che cercava di muoversi. E' stata infine salvata da due persone richiamate dalla sue grida, che l'hanno raggiunta in barca. "Stava letteralmente morendo di freddo e non aveva più forza", hanno detto.
"Ho nuotato e giocato con Moko per qualche tempo. Sono una forte nuotatrice e al principio non mi sono preoccupata", ha poi raccontato la donna, che non ha voluto essere identificata. 'Ma quando volevo tornare, lui voleva continuare a giocare. Ero esausta e mi ha preso il panico. Mi sono resa conto che ero in pieno oceano con un animale selvatico e senza nessuno intorno... mi sono sentita davvero vulnerabile''.


BIG HUNTER

28 LUGLIO 2009

 

Sardegna. Chiesto rinvio della stagione e limitazioni alla caccia per incendi

 

Alla luce degli  incendi che hanno interessato il patrimonio naturalistico sardo, Paolo Fiori, rappresentante delle associazioni ambientaliste all'interno del Comitato faunistico regionale, ha chiesto all'Assessore provvedimenti di decurtazione in calendario venatorio su specie e numero di capi, per le aree percorse dal fuoco.
"Riteniamo sia la minima misura da adottare in questa grave situazione e auspichiamo che vi sia un generale accordo in merit", ha dichiarato Paolo Fiori. 
Il rappresentante ecologista ha quindi richiesto la convocazione urgente del Comitato Faunistico affinchè “si discuta e si deliberi della nostra richiesta di rinviare l'apertura della stagione venatoria e soprattutto la sospensione della caccia alla fauna stanziale. “Le segnalazioni che ci giungono dalle nostre delegazioni presenti nel territorio - ha dichiarato Fiori -, infatti, ci parlano di una situazione drammatica con il rinvenimento di capi di pernice e lepri carbonizzati. A questo si deve aggiungere la situazione di stress ambientale, a cui è sottoposta la fauna superstite, che rende estremamente deboli le specie nobili stanziali, con il rischio di un veloce depauperamento della consistenza faunistica già di per sè estremamente precaria”.
Basterebbe ricordare, a Fiori, che nei terreni interessati da incendi, la legge vigente prevede già rigorose misure di tutela. Pare perciò che questa sua agitazione risponda più a un'esigenza di  visibilità a buon mercato, piuttosto che a una volontà di fare qualcosa per la salvaguardia della fauna.


BIG HUNTER

28 LUGLIO 2009

 

Firenze: presentato progetto per la tutela del lupo e degli allevatori

 

La Provincia di Firenze ha presentato un nuovo progetto per la tutela degli allevatori dai danni causati dal lupo e allo stesso tempo per difendere la specie da atti di bracconaggio. Il progetto consiste nel finanziamento di attività di informazione e monitoraggio insieme alla realizzazione di impianti di recinzione elettrificata a vasto raggio, così da garantire l'incolumità di tutto il pascolo.

Il progetto è stato presentato ieri dalla vicepresidente della Provincia e assessore alla caccia Laura Cantini, dall'assessore all'agricoltura Pietro Roselli, dall'assessore alla programmazione territoriale, parchi e aree protette Marco Gamannossi e da Giuseppe Pietracito dell'APA.La presenza del lupo sul territorio è stata finora monitorata grazie all'incrocio dei dati provenienti dai rilievi genetici, al monitoraggio con la tecnica del wolf-howling (ululato indotto) e alla segnalazione degli episodi di predazione. L'assessore Roselli ha spiegato che da questi dati raccolti “si ipotizza una popolazione oscillante tra i 25 e i 40 capi presenti sull'arco appenninico, in alcuni rilievi a nord di Firenze (Monte Morello, Calvana e Monte Giovi) sul Pratomagno e sui monti del Chianti. In dubbio invece l'eventuale presenza di qualche capo nell'empolese, in particolare nel comune di Castelfiorentino''.


IL GAZZETTINO

28 LUGLIO 2009

 

Capretta e pecora prigioniere del torrente salvate dai vigili del fuoco

 

Selva di Cadore (BL) -  Erano rimaste imprigionate in mezzo al torrente Fiorentina, sulla briglia di contenimento e non riuscivano più a muoversi. Una capretta e una pecora di un numeroso gregge che scendeva dalla val Fiorentina verso Caprile, alla fine si sono perse e si sono ritrovate in mezzo al torrente tanto che non sapevano più come uscirne.Per risolvere la situazione c’era bisogno dei vigili del fuoco volontari di Selva di Cadore. Si è trattato di un recupero non facile, visto che si è dovuto intervenire garantendo la massima sicurezza agli stessi soccorritori.«Ci hanno allertato verso le 11 di ieri mattina - ha raccontato il capo distaccamento dei vigili volontari Igor Callegari-, così ci siamo portati sul posto, Più precisamente nella zona delle due gallerie della provinciale che sale da Caprile. Una posizione che ci ha consentito di vedere quei due animali in difficoltà». La capra era piccola, mentre la pecora era un po’ più grande. Ancora Callegari: «Abbiamo quindi recuperato i due animali mettendoli in salvo nel bosco sul lato destro orografico del Fiorentina. Posate a terra, le bestie si sono subito dileguate nel bosco, forse anche un po’ traumatizzate di tutto quello che era successo. Subito dopo è arrivato il pastore con tre cani i quali hanno recuperato le due bestiole e le anno ricongiunte al gregge che le attendeva a Caprile».Un intervento certamente particolare, non c’è che dire. Proprio per questo motivo valeva la pena di essere descritto, in quanto avviene in un periodo in cui molti animali vengono abbandonati. Non si contano quelli che sono lasciati al loro destino dall’uomo che li scarica lungo strade e autostrade. Questo invece non è accaduto a Selva grazie ancora ai vigili del fuoco volontari che sono sempre pronti a intervenire in ogni situazione, anche quando in pericolo ci sono una capretta e una pecora.D.F.


LA NUOVA FERRARA

28 LUGLIO 2009

 

Palio, regole per la sicurezza Merighi: «Siamo già pronti»

 

Ferrara - Corse dei cavalli più sicure. Per evitare che un Palio possa trasformarsi in un’inutile mattanza, il sottosegretario Martini ha emesso un’ordinanza per introdurre regole più severe: d’ora in poi, tra l’altro, il tracciato di fondo e le paratie dovranno essere sottoposte a verifica, non potranno gareggiare animali con meno di 4 anni, non si potranno usare frustini, morsi, speroni. No al doping e controlli alcolemici sui fantini, che tra l’altro non dovranno avere precedenti per maltrattamenti di animali. E a bordo pista ci dovranno essere veterinari e ippiatri.  Misure che trovano favorevole il presidente del Palio di Ferrara, Vainer Merighi: «Credo che dopo gli incidenti in Sardegna sia stato giusto emanare l’ordinanza. Ci vuole davvero più rigore nell’organizzare queste manifestazioni al fine di salvaguardare la salute degli uomini e degli animali. L’augurio è che il tutto non si traduca in una insopportabile aggiunta di burocrazia ma in azione di prevenzione e, eventulmente, di controllo e repressione. Per quanto riguarda il Palio di Ferrara siamo tranquilli e sereni perchè con le nuove norme adottate nel 2006, in stretto raccordo con le istituzioni locali e con l’Asl, in ottemperanza anche con quanto previsto dalla legge regionale, già siamo in linea con quanto previsto dall’ordinanza e le cose richieste si fanno da tre anni con rigore e responsabilità».


LA NUOVA FERRARA

28 LUGLIO 2009

 

Quando il cucciolo è una medicina

 

Ferrara - Si è concluso con successo il corso per “Conduttori Aiuca Pet Partners(r)”, che intendono operare nell’ambito dei programmi assistiti dagli animali.  L’iniziativa di rete, sostenuta dal Centro Servizi per il Volontariato di Ferrara, è stata promossa dal Gruppo Animalista di Solidarietà (Gas) e dall’Associazione Animali Esotici (Aae), in stretta collaborazione con l’Associazione Italiana Uso Cani d’Assistenza (Aiuca) ed il supporto dell’Ausl di Ferrara. Il percorso formativo, che si è svolto nel ferrarese, è stato sviluppato secondo le linee guida internazionali della Delta Society(r), l’organizzazione americana che da oltre trenta anni si occupa di attività e terapie assistite dagli animali. I programmi di attività, terapia, educazione assistita dagli animali non sono fini a se stessi, ma vengono inseriti all’interno di interventi terapeutici, riabilitativi ed educativi già prestabiliti da professionisti, che prevedono la partecipazione di animali e relativi conduttori, i pet partners, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle persone diversamente abili, anziane o con disagio. Particolarmente importante per la riuscita del corso è stata la collaborazione dell’Aiuca, affiliata alla Delta Society(r) e per la prima volta operativa a Ferrara. L’Aiuca è stata scelta per l’impegno ventennale nel settore dei programmi assistiti dagli animali e per l’alto livello delle sue attività formative, attualmente inserite nei master delle Università degli Studi di Perugia e Pisa. In Italia, ad oggi, non esiste ancora una normativa specifica che regolamenta i programmi assistiti dagli animali e vige spesso una sorta di anarchia e molta improvvisazione, fattori che rendono poco professionale e d efficace il lavoro di quanti si dedicano a tale tipo di attività.


LA NUOVA VENEZIA

28 LUGLIO 2009

 

Allarme volpi, sbranati 18 polli

 

Gian Piero del Gallo

 

GRUARO (VE). Ancora volpi nei pollai e nutrie sui campi di granoturco. Famiglie nella disperazione che non riescono a dare una spiegazione a questa crescita esponenziale di un fenomeno cui nessuno sembra voler trovare una soluzione. Non essendo imprenditori agricoli non hanno alcun diritto al rimborso dei danni causati dall’animale selvatico.  Diciotto polli uccisi l’altra notte, tre sbranati in loco e gli altri quindici lasciati lì ad imputridire. Sono oltre 160 gli animali uccisi in poco tempo e moltiplicando per 20 euro, tale è il valore minimo per un ruspante, il danno supera ormai i tremila euro.  Anche il vigile di Gruaro, Francesco Favia, subissato da telefonate da parte della gente, si trova disarmato di fronte al diritto di sopravvivenza di volpi e nutrie, ed impossibilitato quindi a difendere quello delle vittime, in questo caso polli ed anatre, che rappresentano la dispensa delle famiglie. «Mi è stato suggerito di tenere una radiolina accesa nel pollaio in quanto le voci avrebbero funzionato da deterrente, dice una sconsolata signora Elisa, ma dopo una settimana la volpe è ritornata, facendo una strage di galline, evidentemente aveva capito il trucco, non a caso la volpe è sinonimo di furbizia». Comunque l’allarme volpi è stato recepito anche a livello politico e quindi dovrebbero presto prendere piede iniziative di contrasto in collaborazione con le autorità locali.


IL TIRRENO

28 LUGLIO 2009

 

In spiaggia col cane? Ecco la mappa degli arenili attrezzati

 

PIOMBINO (LI). Sono 45.000 gli incidenti, 4.000 le persone coinvolte, 200 i morti negli ultimi dieci anni a causa di animali vaganti sulle strade italiane. Un fenomeno, quello dell’abbandono di animali, purtroppo tragicamente presente sul suolo italiano dove ogni anno si registrano circa 100.000 casi di cani abbandonati.  Le leggi 281/1991 e 189/2004 prevedono l’arresto fino a un anno e multe da 1.000 a 10.000 euro per coloro che si macchiano di questo reato. È utile ricordare il concreto pericolo sociale che deriva dagli abbandoni di animali.  I cani dispersi provocano, come già detto, incidenti stradali; inoltre, quelli che non finiscono nella rete dei combattimenti clandestini, affamati e respinti dalla società, possono facilmente subire un processo di ritorno allo stato selvatico, divenendo aggressivi e pericolosi.  L’estate è il periodo più critico nell’ambito degli abbandoni: con l’arrivo delle vacanze l’animale da componente familiare si trasforma in elemento scomodo, nel migliore dei casi da parcheggiare presso strutture adibite, nel peggiore da allontanare definitivamente. Giusto puntare il dito contro chi compie fisicamente un simile reato, ma non sembra irrazionale neppure criticare il sistema di strutture e trasporti che spesso rendono difficoltose le vacanze con gli amici animali.  Dog beach. Il mare, per esempio è un altro punto dolente per la convivenza tra cani e persone; ma sono diverse ormai le spiagge riservate dove è possibile andare con i nostri animali. A Piombino, le spiagge libere accessibili ai cani (che dovranno essere comunque tenuti al guinzaglio) sono: sotto i Macelli pubblici, sotto Bernardini (cimitero), spiaggia lunga (dopo il golfo di Calamoresca, proseguendo verso il promontorio), spiaggia tra Tor del Sale e le aree in concessione sul lato ovest del fosso Acqua Viva, spiaggia di Baratti (tra la chiesa di S. Cerbone e lo scivolo di alaggio). Inoltre, una dog beach c’è anche a San Vincenzo, sulla spiaggia di Botro ai marmi. Una mappa relativa, sia per la città che per la zona circostante, è presente sul sito del Comune: http://www.comune.piombino.li.it/bandiera-blu/accesso-animali.htm.  Maltrattamenti. Inoltre, per quanto riguarda la cura dell’animale, i cittadini sono invitati a svolgere il proprio dovere civico, informando le autorità competenti di ogni caso di maltrattamento o incuria ai quali assistono; riguardo invece agli animali vaganti, si ricorda che Piombino dispone di un servizio accalappiatura, attivo 24 ore su 24, destinato al recupero e all’eventuale trasporto dei cani presso il canile municipale, in attesa dell’identificazione dei proprietari, rintracciabili dal microchip o tatuaggio obbligatori. Info: Ufficio diritti degli animali, piazza Bovio - palazzo Appiani, tel. 0565 63406. Enpa sezione Piombino, tel. 334 6643138 Francesca Lenzi


LA GAZZETTA DI REGGIO

28 LUGLIO 2009

 

Guastalla, micio salvato dai vigili del fuoco

 

GUASTALLA (RE). Cosa c’è di peggio per un gatto che rimanere incastrato nel tubo di una fognatura niente meno che in via Cani?  E’ quello che è successo a Guastalla. I residenti non lo vedevano più già da una decina di giorni quando, ieri, sono stati richiamati da un insistente quanto disperato miagolio. Con sorpresa, si sono accorti che il grido disperato dell’animale proveniva dalla fognatura, rifatta di recente.  Sul posto, quindi, sono stati fatti intervenire i vigili del fuoco di Guastalla affinché potessero liberarlo.  I pompieri hanno esaminato la condotta e hanno cercato il gatto, aprendo tutti i tombini.  Alla fine, l’hanno trovato: il micio grigio non appena intravista la luce della libertà ha fatto un balzo, correndo via. Senza curarsi di ringraziare i suoi benefattori...


SAVONA NEWS

28 LUGLIO 2009

 

Borghetto (SV): moria di germani reali e altri anatidi

 

Borghetto (SV) - Ieri, le guardie zoofile della Protezione animali ed operatori del servizio veterinario della ASL2 sono intervenuti alla foce del torrente Varatella di Borghetto Santo Spirito per constatare la morte improvvisa di almeno 50 animali tra germani reali ed altri anatidi ed hanno prelevato le carcasse per accertarne la causa della morte. Altri 30 soggetti ancora in buono stato sono stati prelevati e trasferiti nei torrenti dell’albenganese.
Le Guardie zoofile dell'Enpa hanno ottenuto dall’Assessore Angelucci il permesso di far aprire un varco con una ruspa per far defluire le acque stagnanti in mare; un'operazione che si è conclusa dopo le 20.
Oggi, il Comune di Borghetto installerà una vasca con acqua pulita dove gli animali potranno abbeverarsi.

 

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