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EXCITE
28 GIUGNO 2010
Sicilia, cane seviziato con il filo di ferro
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Caltanissetta - Vittima della crudeltà contro gli animali questa volta è un giovane randagio di Caltanissetta. Il cane è stato trovato nella zona industriale in evidente stato di shock che zoppicava e guaiva con la zampa legata da un filo di ferro così stretto da raggiungere l'osso. Portato in ambulatorio, il veterinario ha provveduto alla liberazione dell'arto solo dopo averlo sedato e la zampa a distanza di giorni sembra aver perso la sensibilità tattile e motoria. Il povero cane deve essere stato preso di mira da un sadico e la sua unica colpa è stata quella di avvicinarsi incautamente ad un essere umano
ALTRE FOTO
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INFO OGGI
28 GIUGNO 2010
Cane randagio torturato con filo di ferro
CALTANISSETTA - Un cane è stato seviziato vigliaccamente, legandogli intorno le zampe, un filo di ferro che lo ha ferito in profondità. La povera bestia è stata trovata sanguinante e sofferente, nella zona industriale di Caltanissetta. Portato in un ambulatorio veterinario di Don Minzoni, in evidente stato di shock
è stato sedato in modo da poter districare il filo metallico. L'intervento è riuscito con non poche difficoltà, anche se la zampa dopo pochi giorni, è ancora insensibile. Il cane era un randagio e non si esclude sia stato il gesto di qualche bullo.
IL CORRIERE DEL SUD 28 GIUGNO 2010
STORNARA (FG) CACCIATORI UCCIDONO POIANE, ANIMALISTI SUL PIEDE DI GUERRA
STORNARA (FG) - Sono troppi gli scandali che si verificano durante il periodo di caccia e adesso anche questi orrendi assassini che uccidono uccelli molto preziosi al patrimonio zootecnico. Le domande che ci viene spontanea è “dove sono le istituzioni? Perché non mettono più vigilanza sul territorio? Cosa fanno le Guardie Ecozoofile di Stornara e dei 5 Reali Siti? Perché non girate per i 5 Reali Siti? Perché le istituzioni permettono questo?” queste e altre domande ci vengono spontanee. Il nostro patrimonio ambientale sta per essere attaccato da gente senza scrupoli e le istituzioni stanno li solo per guardare, se non avremo delle risposte l’Associazione Ambientalisti e Animalisti Italiani di Foggia scenderà in piazza per protestare contro le istituzioni e soprattutto contro quelle persone che sono chiamate alla vigilanza del territorio. Ogni giorno per i 5 Reali Siti si vedono delle macchine Guardie Ecozoofile ma queste sembrano avere i paraocchi e non vedono quello che succede intorno alle città. Non solo le poiane ci fanno paura, ma anche i numerosi attacchi al patrimonio privato per via della caccia alla lepre. Adesso ci rivolgiamo ai Sindaci Palomba, Monaco, Silba, Moscarella, e Formoso “dobbiamo pensare che non rispettate nemmeno voi la natura e gli animali? Dobbiamo pensare ad una poca attenzione al problema? Dobbiamo pensare che siete ciechi? Dateci una risposta perché noi ancora non troviamo quella giusta per qualificare questi scandali” CONTINUA “ alle Guardie Ecozoofile ma avete una sede dove gli amati degli animali possono avere delle informazioni? Siete davvero amici degli animali? Le guardie che avete nell’Unione perché non fanno niente? Molti sono gli interrogativi, ma speriamo che almeno questa volta ci sia un riscontro al nostro
IL GAZZETTINO
28 GIUGNO 2010
JESOLO La carcassa è stata rcuperata all’altezza di piazza Brescia
Dal mare affiora un delfino morto
Fabrizio Cibin
JESOLO (VE) - È arrivato fino alla riva, spinto dalle onde, che ne hanno cullato la carcassa fino alla battigia. Non uno squalo come qualcuno tra i bagnanti pensava, ma un delfino, come sempre di più se ne vedono al largo della costa. Già il giorno prima era stato avvistato, probabilmente già morto, da qualche pescatore, che lo aveva segnalato alla Capitaneria di Porto; ieri la forza del mare ha fatto il resto, facendolo giungere fino alla spiaggia della zona di piazza Brescia. Allertate le forze dell’ordine, sul posto si è portata in particolare la stessa guardia costiera, competente in materia, che ha provveduto al suo recupero e alle segnalazioni di rito, come da obblighi di legge quando ci sono questo tipo di animali. Come detto c’è chi ha temuto che si trattasse di un grande squalo, anche pensando alla vicinanza dello Shark Expo, situato proprio in piazza Brescia. Va comunque detto che la mostra degli squali ha una gestione professionale tesa a una cura estrema dell’animale, che non andrebbe mai abbandonato. Quindi i turisti possono stare tranquilli sul fatto che l’unico posto in cui possono vederne uno è la mostra del Palazzo del Turismo.
LA NUOVA FERRARA
28 GIUGNO 2010
Tartaruga morta sulla battigia
LIDO SPINA (FE). Una tartaruga spiaggiata. Non è raro sul litorale comacchiese vedere delle enormi caretta caretta finire la loro vita sul bagnasciuga. Ieri è accaduto sulla spiaggia del Bagno Kursaal, dove i bagnanti hanno notato la carcassa di un grande esemplare arrivare sulla battigia. Probabile che l’animale sia stato colpito dall’elica di un natante. Sul posto la guardia costiera.
GEA PRESS
28 GIUGNO 2010
Traffico di tartarughe protette. Dalla Sicilia al Giappone, passando dalla Sardegna. Intervista di GeaPress.
GeaPress: una tartaruga marginata sarda, catturata da palermitani, venduta per i brodi giapponesi a 5.000 euro.
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GEAPRESS – Nuovi inediti sviluppi sulla vicenda delle tartarughe trafugate alla natura sarda e spedite a privati detentori in giro per l’Italia da una banda specializzata di palermitani.Secondo indiscrezioni raccolte da GeaPress, sarebbero arrivati alla Procura della Repubblica di Tempio Pausania (OT) i computer sequestrati alla banda nonché quelli di decine di possessori di tartarughe tenute prigioniere da appassionati in giro per l’Italia, ed ora liberate dal Corpo Forestale.Ha dichiarato a GeaPress il dott. Giancarlo Muntoni, Direttore dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Tempio Pausania. “Oltre alle molte decine di tartarughe rinvenute nelle case degli acquirenti, il Corpo Forestale ha sequestrato il materiale informatico dei detentori. Tutto è partito – ha aggiunto il dott. Muntoni &nd ash; da un venditore del centro Italia il quale, tramite un sito web, proponeva le tartarughe. Una volta rintracciato si è scoperto che lo scopo era proprio la vendita. Gli animali venivano spediti con dei pacchi postali dal gruppo di palermitani che avevano scelto la Gallura per il prelievo delle tartarughe”.Secondo GeaPress parrebbe che le tartarughe prelevate in Sardegna erano dirette anche verso mercati esteri e giapponesi in particolari. La banda di palermitani, infatti, specializzata in questi traffici, avrebbe venduto anche in Giappone dove una tartaruga sarda, utilizzata anche nella cucina per i famosi brodi, fruttava oltre 5000 euro.“Ci siamo trovati innanzi ad una banda ben organizzata – ha aggiunto il dott. Muntoni – a capo di un commercio di proporzioni inaspettate. Avevano già programmato altri viaggi in Sardegna. Evidentemente il commercio, totalmente illegale, andava a gonfie vele. Non si spiegano, viceversa, la perseveranza di que ste persone e le ramificazioni in moltissime regioni italiane”Tartarughe per terraristi e cucine, dunque. Ma secondo indiscrezioni raccolte in Sicilia da GeaPress, la stessa banda che vendeva ai privati detentori, era specializzata nell’invio di grossi Suv rubati in nord Africa. Dalla Tunisia, invece, arrivavano migliaia di tartarughe per lo smercio in Italia. Evidentemente i criminali si erano ora spostati in Sardegna. Le regioni ove sarebbero stati coinvolti i terraristi che comunicavano via internet, sarebbero la Lombardia, la stessa Sicilia, le Marche, l’Umbria, la Toscana, il Lazio, la Campania e la Calabria. Forse si farebbe prima a dire quelle che non sono coinvolte dall’invio di pacchi postali con fauna selvatica sarda a cui venivano bloccate le zampe con il nastro adesivo.Adesso, però, a rischiare di rimanere bloccati, sono i detentori di rettili italiani coinvolti negli acquisti illegali.
IL TEMPO
28 GIUGNO 2010
Anagni, la valle dei veleni torna ad uccidere
Anagni Esami in corso per accertare se il decesso è avvenuto a causa dell'esacloroesano
ANAGNI (FR) - Una carcassa di una vacca adulta, in iniziale stato di decomposizione, è stata rinvenuta, ieri mattina, davanti alla sede ASL Veterinaria di Via Anticolana, ad Anagni; l'animale, morto probabilmente da un paio di giorni, è stato abbandonato nel piazzale del centro nella notte tra sabato e domenica. Ad effettuare la macabra scoperta è stato il dott. Osvaldo Caperna, funzionario ASL, il quale ha immediatamente avvisato i Carabinieri della Compagnia di Anagni, giunti poco dopo per svolgere i rilievi di rito: "E' presto, ancora, per formulare un'ipotesi dettagliata - ha affermato il dott. Caperna - effettueremo, ora, delle analisi sull'animale per cercare di constatare le cause della morte, dopodiché provvederemo a rimuovere e a smaltire la carcassa come prevede la prassi in questi casi". Secondo quanto riferiscono voci ufficiose, la carcassa dell'animale, del peso di circa 210 chilogrammi, è stata trasportata nel piazzale di Via Anticolana in segno di protesta, sebbene, nel momento in cui scriviamo, non ci sono state rivendicazioni di sorta che fanno pensare ad un gesto di contestazione. Per altri, invece, si tratterebbe più semplicemente di un atto sconsiderato dovuto al fatto che il proprietario dell'animale, pur di non accollarsi i costi elevati dello smaltimento della carcassa, avrebbe preferito abbandonarla in maniera anonima proprio dinanzi all'entrata degli uffici veterinari della ASL di Anagni. Solo qualche anno fa destò scalpore - anche a livello nazionale -la vicenda di cronaca che vide protagoniste ben venticinque vacche trovate morte sulla riva, stramazzate dopo aver bevuto l'acqua avvelenata di un ruscello, il Rio Mola Santa Maria, affluente del fiume Sacco, nella zona di Anagni. In considerazione della pessima reputaz ione di tutta la Valle del Sacco in tema di inquinamento e contaminazione chimica, le acque del torrente vennero immediatamente messe sotto accusa come possibile causa dell'avvelenamento e della morte delle bestie. I primi prelievi effettuati dall'ARPA Lazio, infatti, misero in evidenza presenza di cianuro (10 mg/litro) e rame (15 mg/litro). Resta alta la guardia, dunque, ad Anagni dove la gravità della situazione di inquinamento concentrato nella Valle del Sacco paga con questa emergenza una industrializzazione troppo spesso non pianificata e non compatibile con le autentiche caratteristiche del territorio e della sua naturale destinazione agricola e di allevamento.
BLOG NAPOLI
28 GIUGNO 2010
Vico Equense (NA): arriva il cane di quartiere.
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Vico Equense (NA) - Il primo cittadino di Vico Equense, previo recete ordinanza, ha disposto l’introduzione dei cani di quartiere, ossia, cani senza padrone che vengono curati un pò dai vari membri del quartiere.
La decisione è stata presa in special modo per cercare di sanare il diffuso problema relativo al randagismo, offrendo ai cani che vicono per strada una forma di affetto condivisa tra più persone che se ne prenderanno cura. Le varie associazioni di volontariato metteranno in rilievo diversi potenziali cani di quartiere attraverso la compilazione di un atto della richiesta, in cui verranno indicate le generalità della persona interessata e del cane che i ha intenzione di proporre, Prima che il cane possa ricevere la targhetta ufficiale ed apposito microchip, i veterinari avranno l’incarico di effettuare tutte le relative analisi per testare la salute dell’animale, inoltre verrà effettuata un’assicurazione in grado di tutelare il cane in caso d’incidenti a sè stesso e nei confronti di terzi.
ECOLOGIA.GUIDONE.NET
28 GIUGNO 2010
Europa: ogni anno importate 270 tonnellate di carni da animali selvatici
Da uno studio svolto da un gruppo di ricercatori provenienti da Francia, Cambogia e Regno Unito riguardo l’importazione di carne da animali selvatici è emerso che ogni anno più di 270 tonnellate entrano in Europa clandestinamente.La ricerca si è svolta in uno degli aeroporti più trafficati, quello del Charles De Gaulle di Parigi, osservando per 17 giorni tutti i movimenti che avvenivano al proprio interno, dove alla fine i risultati sono stati pubblicati sulla rivista ‘Conservation Letters’.Durante questo periodo sono stati perquisiti 134 passeggeri provenienti su 29 voli da 14 paesi africani, dove il risultato è stato che nove persone sono state trovate in possesso di carne di animali selvatici, composte da 11 specie diverse e per una massa complessiva di 188 kg. Inoltre, Marcus Rowcliffe, che fa parte d ella società zoologica di Londra (ZSL) e co-autore dello studio, nel commentare tutto questo ha detto: ‘si tratta di un commercio molto lucroso’, aggiungendo ‘le multe per l’importazione di carne di animali selvatici sono basse e raramente vengono comminate, mentre i ricavi per questo di commercio sono potenzialmente molto alti’, per questo motivo ha invitato la comunità europea ad adottare sanzioni più aspre.
PRONTO CONSUMATORE
28 GIUGNO 2010
Arriva l’estate, decine di migliaia di animali a rischio abbandono
Sono moltissimi gli animali che si preparano ad essere abbandonati nei prossimi mesi: è questa la denuncia della LAV (Lega Anti Vivisezione) che ha presentato a Roma nei giorni scorsi la sua nuova campagna d’informazione contro l’abbandono di animali e per la prevenzione del randagismo, un fenomeno che purtroppo coinvolge ancora, nell’arco dell’anno, circa 50.000 cani e 80.000 gatti.
“Abbandonare un animale è un reato, punito con l’arresto fino a un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro – ha dichiarato Ilaria Innocenti, responsabile nazionale LAV Settore Cani e Gatti – ma è anche un problema sociale e culturale che deve essere contrastato tanto dalle istituzioni quanto dai singoli cittadini: non c’è dubbio, infatti, che per arginare il fenomeno del randagismo è indispensabile l’impegno di tutti i membri della società.” Secondo Ilaria Innocenti, gli aspetti chiave da potenziare con la massima urgenza sono “le sterilizzazioni, l’anagrafe canina e il relativo microchip identificativo e l’istituzione dell’anagrafe felina, l’incentivazione delle adozioni dai canili e dai gattili, l’aumento della quota di detrazione delle spese veterinarie dalla dichiarazione dei redditi, rendendola totale per chi adotta un cane dalla strada o da un canile, e la riduzione al 10% dell’IVA sul cibo per animali e sulle prestazioni veterinarie perché un cane o gatto non sono beni di lusso”. Il fenomeno drammatico dell’abbandono degli animali nel periodo estivo si ripropone tristemente ogni anno. Per scuotere le coscienze del pubblico, la nuova campagna stampa della LAV contro l’abbandono di animali mostra, provocatoriamente, un cane su un tapis roulant c he si allena ad essere abbandonato. Redazione Web Prontoconsumatore – Redattore DD
ASCA
28 GIUGNO 2010
ABRUZZO: VERDI, ORSI MORTI PER INCURIA UOMO NEL PARCO NAZIONALE
Due orsi marsicani morti annegati nella vasca per la raccolta dell'acqua piovana, una mamma di circa 5-7 anni ed il suo cucciolo femmina di circa 18 mesi.
In relazione al drammatico episodio scoperto casualmente pochi giorni fa da un escursionista a Serralunga di Villavallelonga, al confine con il Lazio, nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, e' intervenuto il Capogruppo alla Regione Lazio e presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, che ha presentato una interrogazione a risposta scritta al presidente del Consiglio regionale, Renata Polverini.''Di fronte all'episodio che ha causato la morte di 2 splendidi esemplari di orso marsicano, mamma e cucciola morta annegati nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise,- vi si legge - ci poniamo alcuni interrogativi, a cui invitiamo le autorita' competenti a dare pronta ed esauriente risposta. Innanzitutto: come e' possibile che una simile struttura possa essere stata lasciata senza alcuna protezione, mettendo a rischio animali selvatici, escursionisti, famiglie con bambini? Rispetto alla popolazione di orso marsicano - afferma il Capogruppo regionale e Presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli - chiediamo inoltre al Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise di fornirci una serie di dati concreti. Da quanto ci risulta, la popolazione di circa 100 orsi presente nel Parco nazionale negli anni ''90, risulterebbe aver subito negli ultimi anni un drammatico calo, tale da averne addirittura dimezzato il numero. Chiediamo di sapere con precisione il numero di orsi uccisi negli ultimi 8 anni''. ''Viene inoltre portata avanti una serie di studi e ricerche per la tutela dell'orso. Quanti soldi sono stati spesi per queste attivita'? Quali sono stati i risultati di queste ricerche e soprattutto a cosa sono servite concretamente per la tutela dell'orso marsicano? - prosegue Bonelli - E infine: il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise risulta poter contare su un numero cospicuo di dipendenti (a quanto ci risulta pari a circa 120 unita'). Come viene attuata la sorveglianza all'interno dell'area protetta, considerando che i ritrovamenti di animali, uccisi da bracconieri o per cause comunque riconducibili alla presenza antropica, sono sempre ad opera di escursionisti o comuni cittadini?''. ''L'orso marsicano - conclude Angelo Bonelli - rappresenta una delle presenze faunistiche piu' importanti ed affascinanti dell'intera penisola italiana. Per tale ragione chiedo all'Assessore all'Ambiente della Regione Lazio di attivarsi presso il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, per verificare come sia potuto accadere un simile episodio, fornire risposte ai quesiti posti e far si' che si intraprendano immediatamente tutte le iniziative possibili per la tutela di questo splendido animale''.
GOMARCHE
28 GIUGNO 2010
Il mitico torero Manolete, morto 63 anni fa a causa del suo lavoro
Nella tenuta agricola di don Eduardo Miura, come non di rado succedeva in quella grande fattoria, era venuto alla luce un toro.
Era un animale come tantissimi altri che abitavano in quel posto e, nessuno si sarebbe mai immaginato che di li a pochi anni sarebbe salito alla ribalta e agli onori della cronaca. Fu Islero (questo il nome del toro) infatti, il 16 luglio del 1947, a ferire mortalmente Manuel Rogriguez Sanchez, detto El Manolete, probabilmente il più grande torero di tutti i tempi. Manolete era circondato da un aurea leggendaria, era superbo, emozionante, elegante. I genitori lersquo;avevano iscritto alla scuola per toreri allersquo;età di tredici anni e, a poco più di ventersquo;anni era già diventato eldquo;ufficialmenteerdquo; un torero, cominciando da subito a dare prova della sua immensa maestria nelle più importanti arene del mondo.Quello che incantava la folla era il suo comportamento davanti allersquo;animale: la sua freddezza era proverbiale, i suoi piedi rimanevano ben saldi nel terreno, la carica del toro si risolveva in uno svolazzare di capote e muleta. Poi gli applausi scroscianti degli intervenuti. Il suo eldquo;pezzo forteerdquo; consisteva nello stare ritto e immobile davanti al toro, nellersquo;attesa di conficcargli la spada fra le scapole, per arrivare dritto al cuore. Questa era la famosa eldquo;suerte del matarerdquo; (il momento dellersquo;uccisione del toro). Le sue esibizioni in giro per il mondo lo consacrarono in pochissimi anni il più grande di tutti i tempi. Siviglia, Alicante, Bilbao, Barcellona e Madrid, e poi Messico, Perù, Venezuela e Colombia. Ancora oggi una delle figure più celebri è intitolata alla sua memoria: la Manoletina.Di esibizione in esibizione, di corrida in corrida, ecco arrivare presto il eldquo;famosoerdquo; 16 luglio 1947, quando per Manolete arriva il suo ultimo giorno di lavoro. Si festeggia la Fiera di San Agustin. Quel gior no il eldquo;Califa de Cordobaerdquo; entra nellersquo;arena e incontra il toro di don Eduaro Miura, il piccolo Islero, ormai diventato più di un cucciolo, visti i suoi 495 chilogrammi di peso. Islero entra nellersquo;arena e va subito alla carica cercando di incornare il matador. Manolete risponde prontamente infilzando lersquo;animale con i picadores e le banderillas. Islero è ferito, ma invece di rabbonirsi diventa ancora più furente e torna prontamente alla carica, incornando Manolete e ferendolo mortalmente alla gamba. Si comprende subito che le sue condizioni sono gravissime: il sangue zampilla dall'arteria femorale. Viene portato nella sala operatoria dell'arena e gli viene applicata una trasfusione di plasma (forse sbagliata). Esala lersquo;ultimo respiro poco dopo. Le sue ultime parole furono: "Non vedo più niente, chissà come soffrirà mia madre". Francisco Franco dichiarò tre giorni di lutto nazionale.Quindi, in punto di morte Manolete si preoccupò per lersquo;amata genitrice, ma non per lersquo;altro grande amore della sua vita, Lupe Sino, la bella aspirante attrice da alcuni anni al suo fianco, nonostante fosse detestata dalla madre e dagli amici per essere una libertaria, repubblicana e rossa (quello in Spagna era un periodo buio, il Paese era sotto dittatura militare). Un paio di volte Manolete dovette chiedere l'intervento del generalisimo Francisco Franco per salvarla dalle galere della dittatura e dopo la morte del suo amante fu costretta all'esilio in Messico. Alla ragazza gli amici e il manager impedirono di stare accanto all'amato negli ultimi istanti: "Non ha chiesto di te" le dicevano crudelmente. In realtà temevano che lo sposasse in articulo mortis ed ereditasse gli ingenti beni accumulati in una vita dedicata alle corride.La morte di Manolete lacerò e divise profondamente l'opinione pubblica spagnola. Ancora oggi la Corrida fa molto parlare di se. Questo spettacolo comunque cruento viene osannato da chi eldquo;amaerdquo; la tradizione, ma viene aspramente osteggiato e criticato da chi reputa un delitto uccidere animali allo scopo di divertire il pubblico. Le statistiche eldquo;per i toreri e i torierdquo; parlano da sole: quasi tutti i toreros vengono trafitti dalle corna almeno una volta l'anno. Belmonte (uno dei toreri più famosi degli anni 20) fu trafitto più di 50 volte. Dei circa 125 toreri più importanti (dal 1700), 42 sono morti in arena. Nonostante ciò, più di 3000 tori muoiono ritualmente nelle "plazas de toros" in Spagna in un anno, e dozzine di toreri rischiano la loro vita più volte a settimana.
DIRETTA NEWS
28 GIUGNO 2010
Russia, animali sfruttati per accattonaggio: appello Lav
Turisti italiani in visita nella bella città russa di S. Pietroburgo segnalano il degradante sfruttamento di animali per l’ accattonaggio: non solo cani o gatti, ma perfino orsi, scimmie e linci, come dimostrano alcune foto e video diffusi dalla LAV su www.lav.it . Questo business fiorente si svolge chiedendo denaro ai molti turisti, per il mantenimento degli animali oppure per farsi fotografare con i cuccioli, in particolare nella Piazza del Palazzo. Gli animali sono tenuti in condizioni pietose, sia per la scarsa alimentazione che per la mancanza di cure, e continuano ad essere esibiti per intere giornate anche con i peggiori rigori climatici, senza alcun riparo. Una volta diventati troppo grandi, gli animali verrebbero sostituiti.La LAV rivolge un appello all’Ambasciatore russo in Italia affinché lo indirizzi al proprio Gov erno, chiedendo un deciso intervento nel porre fine a questa triste pratica e di indagare su quanto vi sia di eventualmente illecito, evidenziando che tale pietoso fenomeno getta grave discredito all’immagine della Russia, e in particolare alla città di San Pietroburgo.Secondo alcuni accertamenti fatti dalla LAV, risulta che da tempo le associazioni animaliste locali si battono per far cessare questo fenomeno, purtroppo senza alcun risultato. Non sono state fornite risposte in merito alla provenienza di questi animali né, tanto meno, su quale sia la loro sorte una volta diventati adulti e questo fa avanzare il sospetto di traffici illeciti che, peraltro, coinvolgerebbero alcune specie animali protette dalla Cites perché a grave rischio di estinzione.Maria Falvo – Lav
IL FATTO ONLINE
28 GIUGNO 2010
Mucca crea il panico sulla statale 106: sequestrata
BORGIA (CZ) – Scene da film, ieri mattina, sulla Statale 106 nel tratto bivio Roccelletta-Vallo di Borgia. Una mucca, infatti, è rimasta intrappolata in mezzo alla strada tra i due muri che delimitano su entrambi i lati della Statale il parco archeologico Scolacium. L'animale ha quindi iniziato ad andare avanti e indietro tra le auto ferme con gli occupanti blindati all'interno. Le scene più spettacoli si sono registrate all'arrivo dei carabinieri della stazione di Borgia e quelli del Nucleo operativo radiomobile della compagnia di Girifalco che, coordinati dal brigadiere Emilio Crudo e coadiuvati da alcuni abitanti, hanno cercato invano di "arrestare" la mucca, rischiando fra l'altro di essere incornati. Alla fine l'animale è stato bloccato ed è stato un sollievo per tutti. All'operazione ha partecipato anche una squadra d ella Polizia stradale; com'era prevedibile le forze dell'ordine non sono riuscite a individuare il proprietario della mucca, visto che l'animale non portava l'auricolare. Sul posto anche il veterinario dell'Asp Lorenzo Placida, che ha disposto il sequestro della mucca.
IL GIORNALE
28 GIUGNO 2010
Le mucche svizzere dichiarano guerra ai turisti
OSCAR GRAZIOLI
Pochi giorni ancora e saremo nel pieno delle partenze per le vacanze estive.
Come al solito i posti più amati da chi ha la fortuna di potersi concedere ancora le bramate ferie, sono le località di mare, che abbondano nel nostro paese. Rimane però ancora una larga quota di amanti della montagna che, alla lotta feroce per trovare un angolo di sabbia dove arrostirsi come polli allo spiedo e alle discoteche delle notti infuocate di Rimini, preferisce il fresco delle faggete alpine e il rumore dei campanacci delle mucche al pascolo che ti svegliano la mattina presto. Ancora una volta il nostro paese è straordinariamente generoso anche con la montagna, ma se si pensa all'ordine, alla pulizia, ai grandi prati alpini, alle casette con i vasi di fiori sulle finestre e soprattutto alle mucche brune che brucano lente e meditativ e negli alpeggi, viene in mente la Svizzera. Le mucche non sono solo uno dei simboli della Svizzera, assieme a cioccolata, formaggio, orologi e banche. Nel paese delle mucche, i bovini sono all'incirca un milione e 700mila, più o meno uno ogni quattro abitanti. Vacche da latte, manze, vitelli di razza Simmental, Bruna alpina e Pezzata rossa rappresentano la metà dei quasi 8 miliardi di franchi di fatturato del settore primario svizzero. I contadini delle montagne svizzere sono ben sostenuti dal loro paese, non solo per l'importanza che ha l'economia alpestre, ma soprattutto per il turismo, notevole fonte d'introiti. Pensate ora a un prato in alta quota, con una bella mandria di Bruno alpine che pascola tra fiori e farfalle, scuotendo il collo, di tanto in tanto, per allontanare la mosca che si posa sugli occhi. Cosa c'è di più antidepressivo e maggiormente ansiolitico? Attenzione, perché anche questo quadro idilliaco potrebbe essere cambiato e non si capisce bene il perché. Fatto sta che le autorità elvetiche sono preoccupate per un inaspettato e repentino aumento dell'aggressività delle mucche svizzere nei confronti dei turisti con la passione del trekking. Pochi giorni fa alcuni turisti si sono avvicinati a una mandria al pascolo, come probabilmente avevano fatto decine di altre volte. Sono stati caricati a testa bassa dai bovini, solitamente timidi e mansueti, ed è dovuto intervenire un elicottero della Forestale prima che, per due di loro, finisse molto male. Un paio di «mamme» avevano tutte le intenzioni di entrare a zoccolo teso su gambe e costato, con risultati facilmente prevedibili. Si potrebbe pensare che il rischio maggiore venga dai tori e invece sono le vacche allattanti che probabilmente difendono i vitelli dall'invasione di quel predatore che ha gli occhi posizionati frontalmente e tende a guardare dritto davanti a sé, come sfidass e sempre tutti. Già negli anni passati, i casi di «mucca pazza» e di «anaplasmosi» (una malattia trasmessa anche all'uomo dalle zecche) avevano messo in crisi più di un allevamento elvetico, ora ci manca solo che i turisti debbano fare i conti con una mucca. Eppure è così e non fate tanto i furbi, perché una mucca che pascola arrabbiata sarà anche un po' fuori dalla nostra visuale consueta, ma se decide che siete un rompiscatole non è proprio il cagnolino di casa che ringhia perché gli avete sottratto l'osso. In tal caso niente urla e niente corse. Fermi e guardate da un'altra parte, pensando di essere sulla spiaggia di Rimini.
FEDERFAUNA
28 GIUGNO 2010
La guerra di Berlato ai traffici animalisti spacca il fronte....
Migliaia di messaggi di ringraziamento all'europarlamentare da parte degli amanti degli animali, ma la Lav lo chiama "cialtrone" e lo prenderebbe "a calci in culo". - La battaglia sostenuta da FederFauna per la legalita' e il buon senso nei settori legati agli animali e conto coloro che dietro la maschera di "animalisti" perseguono interessi economici e di potere, nel tempo ha scaturito attenzione ed azioni anche spontanee da parte di gente comune e di rappresentanti del mondo politico. Una di queste azioni, tra le piu' note, e' sicuramente l'esposto recentemente presentato da Sergio Berlato, deputato al Parlamento Europeo, contro la tratta di cani dall'Italia verso l'estero, gestita anche da associazioni animaliste che su questo fanno affari. Il fatto piu' interessante pero' e' probabilmente la reazione scomposta del cosiddetto "modo animalista" a tali azioni. A parte quella, logicamente di difesa, di associazioni nominate in conferenza stampa tra quelle accusate, vi sono state anche tantissime persone che hanno contattato l'europarlamentare per ringraziarlo della sua iniziativa e per ribadire "quanto marcio c'e' nell'animalismo". Altre hanno cominciato a capire che un'entita' come FederFauna, che palesemente difende anche i leciti interessi di cittadini che con gli animali lavorano, possa nel concreto difendere gli animali meglio di altri che urlano di non avere secondi fini. Qualcuno pensa addirittura che solo grazie all'esposto di Berlato e all'azione informativa di FederFauna (o a causa: dipende dai punti di vista), Francesca Martini o Licia Colo' abbiano ripreso a pubblicizzare la petizione "ti deporto a fare un giro", messa in piedi dall'Enpa, della quale dopo i primi proclami, per un bel pezzo non si era piu' sentito parlare. Diversa la reazione di altre persone, che si definiscono anch'esse "animaliste". Su Facebook, Sara Turetta, presidente dell'associazione "Save the Dogs and other Animals", racconta del proprio "lavoro di lobbying" al Parlamento Europeo, teso a far firmare a piu' Parlamentari una dichiarazione redatta da un'organizzazione animalista europea. La Turetta che racconta di aver incontrato Berlato e che sia stato proprio lui a metterla a conoscenza dell'esposto, non plaude certo all'iniziativa, anzi, ne approfitta per attaccare FederFauna, gli animalisti "di altra corrente" e lo stesso Berlato, e lamenta che solo sette europarlamentari italiani abbiano sottoscritto il documento. Corre a consolarla Lav Milano Onlus che scrive: "Ciambetti, Donazzan e Berlato sono tra i peggiori cialtroni della politica italiana ed europea. (...) Non e' necessario parlare con loro, vanno solo presi a calci in culo." Lasciando perdere ogni commento su queste posizioni, e' un fatto che sempre piu' persone comincino a chiedersi dove questi animalisti trovino tutti questi soldi per fare "lavoro di lobbying". Sar a Turetta e' stata a Bruxelles, si e' avvalsa di "societa' di pubbliche relazioni che fanno da apri pista alle associazioni" contattando i parlamentari dei vari paesi e fissando gli appuntamenti e ora, lo scrive lei: "Stiamo studiando insieme ad Enpa e LAV l'approccio migliore per "andare all'attacco" degli altri." Bene! Quanto costi effettivamente questo tipo di attivita' sbandierata come "a favore degli animali" non si sa, ma si sa che l'associazione animalista presieduta dalla Turetta si occupa principalmente di cani randagi in Romania, che e' nata solamente nel 2005 con un fondo di dotazione iniziale di mille euro e che dal suo bilancio 2009 compaiono ricavi per oltre 770mila euro e costi di esercizio per oltre 732mila, di cui quasi 480mila di "donazioni verso la filiale in Romania". Sara Turetta dice anche: "le lobby economiche sono piu' forti di quelle etiche", e cio' in genere e vero. Ci spieghi pero': quali sarebbero quelle etiche?!...
VITTIME DELLA CACCIA
28 GIUGNO 2010
Reato di ostruzionismo alla caccia?
Un bavaglio alla legittima difesa dei cittadini e alla libertà di espressione!
L'annunciata presentazione del DDL da parte del Senatore del PDL Valerio Carrara che istituisce in Italia il reato di ostruzionismo alla caccia, costituisce un palese tentativo di intimidazione, anche se non il primo, nei confronti della maggioranza dei cittadini contrari all'attività venatoria, sia per motivi etici che per i danni provocati da questa obsoleta e crudele pratica.Di fatto si punta a imbavagliare, non solo il legittimo dissenso alla caccia, ma anche la voce di chi vivendo in campagna, è costretto a difendersi dalla furia impallinatrice dei cacciatori che ad ogni stagione si riversa contro gli animali e le persone.
"Siamo di fronte ad una forzatura anti democratica e illiberale" denuncia Daniela Casprini presidente dell'Associazione Vittime della Caccia e aggiunge "Il Senatore Carrara si ricordi che la sicurezza dei cittadini in rapporto all'esercizio dell'attività venatoria è un diritto primario e non può essere in alcun modo compresso!""Contrapporsi alla presenza di gente armata che pensa di vagare impunemente nelle immediate vicinanze di abitazioni o a ridosso di sedi stradali, è in primo luogo un sacrosanto atto di legittima difesa che nessuna legge può imbrigliare" conclude Daniela Casprini.L'Associazione esprime la sua più netta contrarietà e profondo sdegno al tentativo del Senatore Carrara di conferire un'ulteriore status di intoccabilità alla lobby venatoria, in barba anche al libero esercizio di critica e di pensiero, elementi questi, fondanti della nostra Costituzione, e ricorda infine che l'opinione pubblica si mobiliterà in massa al fine di bloccare questo DDL e screditare quanti ancora insistono ad imporre la barbarie alla maggioranza degli italiani contrari.
Maurizio Giulianelli Ufficio Stampa Associazione Vittime della Caccia
RIVIERA 24
28 GIUGNO 2010
A Pompeiana è stato rinvenuto un esemplare maschio di Lucertola ocellata
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Sanremo (IM) - L'esemplare era ferito a causa dell'aggressione subita da parte di un altro animale, impossibilitato a muoversi a seguito delle ferite riportate sarebbe sicuramente morto in poche oreA Pompeiana, nella giornata di venerdì 25 giugno, è stato rinvenuto un esemplare maschio di Lucertola ocellata (Timon lepidus), animale molto raro in Italia e protetto dalla L.R. 28/2009.
Si tratta di un’importante conferma di una presenza faunistica nel Sito di Interesse Comunitario (SIC) che ne rafforza ancora una volta il ben noto interesse naturalistico. L'esemplare era ferito a causa dell'aggressione subita da parte di un altro animale, impossibilitato a muoversi a seguito delle ferite riportate sarebbe sicuramente morto in poche ore. Ringraziamo vivamente le persone che hanno tempestivamente avvisato l'Associazione Praugrande, permettendo di soccorrere il rettile e di affidarlo alle cure di esperti nel campo, che operano a diretto contatto con erpetologi dell'Università di Genova. Oggi, tre giorni dopo, l'animale sembra aver reagito alle prime cure e dunque esiste la speranza di poterlo salvare. Il Corpo Forestale dello Stato e l’ufficio competente della Provincia di Imperia sono stati contattati. L'animale rinvenuto appartiene alla specie di lucertola più grande d'Europa, compresa la coda può raggiungere i 60 cm. di lunghezza. Il nome deriva da una serie di “ocelli” azzurri allineati lungo i fianchi che la caratterizza. Quello di Pompeiana supera abbondantemente il mezzo metro. In Italia vive esclusivamente in alcune località liguri fra il finalese e il confine con la Francia ed è molto difficile da osservare in natura, a causa della sua capacità di mimetizzarsi e della diffidenza verso l'uomo. Seguono due fotografie della lucertola rinvenuta venerdì scorso. Ulteriori dettagli sono stati pubblicati su http://www.praugrande.org , il sito web dell'Associazione.
LA SENTINELLA
28 GIUGNO 2010
Allarme-nutrie sulle coltivazioni Il sindaco chiede aiuto alla Regione
Amelio Ambrosi
CAREMA (TO). Il proliferare incontrollato di nutrie, piccolo roditore simile al castoro, sta provocando seri danni all’interno del territorio comunale di Carema. E non solo perchè devastano le coltivazioni. A lanciare l’allarme è stato la settimana scorsa il primo cittadino del paese, Giovanni Aldighieri , nel corso dell’incontro convocato con la popolazione sul bilancio e le varie problematiche sul territorio. Il sindaco è tornato a scrivere nuovamente alla Regione Piemonte per chiedere un pronto intervento contro la sempre più ingestibile presenza di questo roditore. Un grido d’allarme che ancora una volta sembra però destinato a cadere nel vuoto. «Oltre ai danni ingenti alle colture e agli orti del paese - spiega Giovanni Aldighieri - ciò che più mi preoccupa maggiormente sono le conseguenze che possono avere le gallerie che questi animali scavano in continuazione lungo il canale Regina Margherita. Non è pensabile fare finta di nulla. Il rischio è che tratti di muratura del canale crollino». L’amministrazione comunale ha nuovamente segnalato la situazione, senza essere per ora minimamente presa in considerazione dagli organi competenti. La nutria rappresenta in molte zone d’Italia e d’Europa un vero e proprio flagello. E’ stato stimato che, viste la riproduzione continua e l’assenza di predatori, 250 milioni di nutrie popolino il continente. Nelle aree dove il controllo della nutria da parte dei predatori viene meno per scarsità di numero o totale assenza di questi ultimi, il sovrappopolamento può arrecare ingenti danni economici alle coltivazioni agricole di cui si nutre. Inoltre, la nutria, prediligendo gli argini fluviali per la costruzione della propria tana è di venuta una delle maggiori cause di formazione di fontanazzi. Non a caso è stata inserita nell’elenco delle cento specie aliene più dannose al mondo.
LA NUOVA SARDEGNA
28 GIUGNO 2010
Corvi incubo degli agricoltori
SAN VERO MILIS (OR). Sos cornacchie. L’agricoltura è in ginocchio e l’amministrazione comunale, tramite una lettera inviata agli uffici di Regione e Provincia, non rimane con le mani in mano. L’assessore all’Agricoltura, Giuseppe Caria, è il primo firmatario di una denuncia in cui vengono ribaditi i grossi danni sofferti dal sistema agricolo a causa della voracità e del numero elevato di corvus coronae, uccelli che insidiano i raccolti e che mandano su tutte le furie gli agricoltori. Lo stesso problema, con l’aggiunta di un discreto numero di volpi e cinghiali, è stato denunciato anche dagli agricoltori di Cabras che lamentano danni ingenti causati dalle voracità dei famelici predatori a cui si deve aggiungere, proprio come a San Vero, anche un elevato numero di cornacchie. I bersagli pre feriti degli animali, che sono protetti da convenzioni animaliste, sono le angurie e i meloni del Sinis che rischiano di non essere commercializzabili.
IL PICCOLO
28 GIUGNO 2010
Rabbia, scatta il preallerta
Acqui Terme - La rabbia, malattia che ormai in Italia si considerava scomparsa, è di nuovo un pericolo anche per noi: nell’ottobre 2008, in provincia di Udine, si è riaffacciata ai nostri confini come evoluzione dell’epidemia in corso in Slovenia e Croazia. Nel corso del 2009 e all’inizio del 2010 si è diffusa in direzione Sud-Ovest, comprendendo il Friuli-Venezia-Giulia e il Veneto, fino ai casi più recenti riscontrati nella provincia autonoma di Trento. La pericolosità della rabbia è significativa, se si considera che ha sempre esito fatale e può contagiare tutti i mammiferi, uomo compreso, attraverso il contatto tra la saliva dell’animale malato e una ferita di qualsiasi entità sulla cute del soggetto a rischio di contagio. Questo avanzare dell’epidemia dipende principalmente dalla mobilità della volpe, animale silvestre che fa da serbatoio del virus in quanto interagisce con gli animali “domestici”, spingendosi, quando ammalata, anche all’interno del centro abitato. La progressione cui stiamo assistendo in Italia ha indotto le autorità regionali piemontesi a proclamare lo stato di preallerta. Ciò significa che, pur non essendovi alcun caso sul territorio regionale, sono previsti in questa fase isolamento ed osservazione di cani e gatti che abbiano morsicato persone o animali.
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