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GEA PRESS
28 APRILE 2011
Luca Zaia e la morte dell’asinello (foto)
LAC e OIPA si rivolgeranno alla magistratura.
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Secondo l’attuale Governatore del Veneto Luca Zaia, allora Presidente della Provincia di Treviso, dovevano servire a mangiare l’erba delle scarpate lungo la tangenziale di Postioma, frazione di Paese (TV). Per questo, di asinelli, ne aveva fatto acquistare, a spese della Provincia, ben sei.Dovevano di fatto sostituire i costosi tagliaerba e chi li manovrava. Gli asini, poi, non hanno sindacati ed eventuali lagnanze, magari, rimangono inascoltate. Anche in caso di morte, dal momento in cui se non fosse stato per una cittadina che si è casualmente accorta dell’acqua putrida e del povero asinello morto (nella foto), nessuno ne avrebbe, probabilmente, saputo niente. Il cadavere dell’asinello è stato fotografato giorno 26.Secondo Andrea Zanoni, Presidente veneto della LAC (Lega Abolizione Caccia), che da tempo denuncia la situazione, nessuno avrebbe badato alle condizioni dei pochi metri quadrati del recinto degli asini tagliaerba di Zaia. Fatto questo da giustificare il dubbio su come sia stato smaltito il povero corpicino e se è stata poi eseguita l’autopsia per accertare le cause della morte.Intanto LAC e OIPA si apprestano a denunciare il tutto alla magistratura, la quale dovrà chiederne ragione agli Uffici dell’attuale Presidente della Provincia di Treviso, Murano.Mara Canzian, Presidente OIPA di Treviso, ricorda però come sette anni addietro Luca Zaia presentò la sua iniziativa ai bambini delle scuole. Secondo la responsabile animalista gli asinelli erano solo pura merce da lavoro, ora abbandonati al loro destino con acqua fetida e senza cibo. Venga ora a spiegarne ai bimbi la loro fine, conclude Canzian. (GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).
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LA SICILIA
28 APRILE 2011
Orrore all'Albergheria
Palermo - Orrore all'Albergheria. Qualcuno ha ucciso un cavallo e poi ne ha depositato i resti in un cassonetto dell'immondizia. L'episodio si è verificato in via Antonio Mongitore, a pochi passi dai cancelli d'ingresso dell'ospedale pediatrico «Di Cristina».
Il sangue, però, ha cominciato a fuoriuscire dalle feritoie del contenitore e ciò ha richiamato l'attenzione dei residenti e di alcuni passanti che hanno chiamato il 112. Una volta arrivata sul posto la pattuglia di militari ha avviato gli accertamenti e, contestualmente, ha chiesto l'intervento degli operatori dell'Amia. La carcassa dell'animale dissanguato era stata sistemata in più sacchetti di plastica. Davvero una scena 'horror', quella che si è vista ieri mattina, in pieno centro storico. Chi ha potuto fare una cosa del genere ? Il caso ricorda da vicino un altro episodio, avvenuto non molto lontano dalla via Mongitore. Il mese scorso, infatti, un altro cavallo era morto stroncato da un malore dopo essere stato urtato da un automobilista e chi lo aveva in custodia lo ha abbandonato sul marciapiede a ridosso della cittadella universitaria. Anche in quel caso sono intervenuti i carabinieri che hanno avviato indagini nel settore delle corse clandestine. Per 24 ore la carcassa è rimasta sul marciapiede e soltanto l'immediato intervento del vice-sindaco, Marianna Caronia, si è posto fine ad una vicenda che stava per assumere contorni poco edificanti per la nostra città. Ritorniamo alla carcassa di via Mongitore. Chi è stato ? Domanda d'obbligo, vista la crudeltà e l'eccezionalità dell'accadimento. Anche in questo caso sembra profilarsi una indagine sul versante delle gare clandestine di cavalli. I carabinieri hanno avviato approfonditi accertamenti tra i vicoli di Ballarò e dell'Albergheria. Non si esclude che il cavallo possa essere stato stroncato da una dose letale di farmaci vietati. La carcassa è stata poi abbandonata tra i cassonetti dell'Albergheria per non lasciare 'tracce'. Il business della corse clandestine di cavalli è in voga da una ventina d'anni. Ed il fronte delle scommesse è molto ampio, con introiti che finiscono, in percentuale, nelle casse delle cosche mafiose. L'indagine è soltanto all'inizio.
IL GAZZETTINO
28 APRILE 2011
Due fratelli contro per la morte del cane
Provincia di Belluno - Fratelli contro per un cane. L'accidentale investimento di un vecchio cane di famiglia avvenuto a Cesiomaggiore l'11 agosto 2009 è alla base della faida che contrappone in aula Bruno Deon, difeso dall'avvocato Alberto Cilia, e Daniele Deon, difeso dall'avvocato Davide Fent.Ieri le testimonianze della madre dei due, Rina Ganz, e della nuora, moglie del terzo fratello, Paola Biesuz. Racconti che hanno consolidato la posizione di Bruno, ponendo "nei guai" il fratello Daniele. Quell'11 agosto 2009, Bruno raggiunse in auto la casa di madre e fratello, investendo involontariamente l’animale. Ne nacque un parapiglia, con Daniele e la moglie Loredana Salvadori che avrebbero dato in escandescenza. Le testimonianze hanno ricordato le frasi che i due avrebbero rivolto a Bruno: «bastardo, dopo tutto quello che abbiamo fatto per te&r aquo;, «me l'hai ammazzato, te la faccio pagare», «assassino, ti venga un cancro». Il tutto, secondo i testimoni, mentre Bruno ascoltava in silenzio, forse traumatizzato dall'evento, e poi chiamava i carabinieri. Nel corso del processo è emerso come i rapporti familiari non siano idilliaci proprio a partire da quell'episodio, e come vi siano altri procedimenti penali in corso che coinvolgono i tre fratelli. Nuova udienza il 26 ottobre.
CORRIERE DELLE ALPI
28 APRILE 2011
Alla sbarra per l’investimento di un bassotto
SOVRAMONTE (BL). Nel luglio dell’anno scorso investì e uccise il cane bassotto di un turista lungo una strada di montagna nella frazione di Faller. Per questo, ieri mattina, il fonzasino A.V. si è ritrovato imputato in base all’articolo 638 del codice penale sull’uccisione di animali altrui. L’avvocato Roberta Resenterra ha chiesto la chiusura del procedimento in quanto, nel frattempo l’assicurazione ha risarcito il proprietario dell’animale, il vicentino F.A., con seicento euro.Cifra ritenuta non congrua dall’uomo in quanto l’animale è di razza e il suo valore di mercato si aggirerebbe tra i mille e i millecinquecento euro. Il pubblico ministero Ianese, tra l’altro, avrebbe ravvisato il dolo da parte del fonzasino chiedendo al giudice di riqualificare il reato dichiarando l’incompetenza del giudice di pace e il trasferimento del procedimento del giudice monocratico.
Richiesta avversata dal legale dell’imputato in quanto, come riportato nella denuncia lo stesso proprietario dell’animale aveva dichiarato che il bassotto non era al guinzaglio. L’investimento avvenne mentre A.V., alla guida del suo fuoristrada, stava scendendo lungo questa strada di montagna stretta e non asfaltata. Si era fermato a lato per consentire ad un paio di veicoli di transitare e quando è ripartito non si è accorto che stava investendo l’animale. La sensazione è che il fonzasino, per togliersi definitivamente dai guai, dovrà saldare di tasca propria la differenza tra quanto versato dall’assicurazione e il valore commerciale del cane.
TIO.CH
28 APRILE 2011
Denunciato l'allevatore che non dava cibo agli asini
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VALLE MOROBBIA (Svizzera) - Il comitato della Spab, ha deciso di inoltrare denuncia penale per violazione dell’art. 26 della Legge federale sulla protezione degli animali nei confronti dell’allevatore della Valle Morobbia che ha trascurato i propri animali lasciati senza cibo.
Gli stessi, lo scorso 22 aprile, avevano abbattuto la recinzione e si erano incamminati sulla strada verso Giubiasco. Per salvarli sono intervenuti la polizia comunale del Borgo e la Spa di Bellinzona che li hanno riconsegnati al proprietario. Oltre all’intervento dal profilo penale, la Spab ha inoltrato richiesta alla Sezione agricola per un’eventuale soppressione di contributi diretti.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
28 APRILE 2011
Destinati al macello stalloni della Basilicata «Sono troppo vecchi»
POTENZA - Anni e anni di premi vinti alle spalle. E una onorata carriera come «papà» di tanti puledri allevati in Basilicata. Ma ora sono vecchi. E per loro si aprono le porte del macello. Si tratta di otto cavalli di razza Haflinger Italia, in prevalenza stalloni fino a ieri «operativi» alla stazione di monta pubblica di Piano del Conte, che una delibera della Regione Basilicata ha stabilito di vendere «come animali da macello».
La cosa non è sfuggita ad alcuni animalisti, che hanno provveduto a segnalare alla Gazzetta la triste sorte che attende questi cavalli, per cercare di sollecitare l’ente proprietario dei cavalli a considerare altre soluzioni per il futuro dei cavalli, ad esempio l’affidamento o l’adozione da parte di privati, con l’impegno a mantenerli in vita. O, in alternativa, il mantenimento in vita di questi cavalli da parte della stessa Regione. «Sarebbe un bel gesto - dicono gli animalisti - considerato che alcuni di questi cavalli hanno fatto la storia dell’allevamento del cavallo Haflinger in Basilicata, e che tutto sommato la cosa non sarebbe così onerosa, stando alle cifre che comunemente si pagano sul nostro territorio per mantenere un cavallo». Ma come mai la Regione ha deciso di vendere questi cavalli? «Taluni soggetti - si legge nella delibera approvata dalla Giunta e già passata al Provveditorato - non rispondono ai requisiti riproduttivi o perché a fine carriera o perché ritenuti inidonei dall’associazione nazionale allevatori di cavalli di razza Haflinger o per cause genetiche (consanguineità)». Alcuni di loro in gioventù hanno vinto anche dei premi importanti, come Winpy che fu campione nazionale sta lloni alla fiera di Verona nel 1995 e Neptun, che negli stessi anni è stato famoso per la qualità dei suoi figli, premiati come miglior gruppo omotipico. Ma adesso che sono vecchi e non più idonei alla riproduzione il loro destino diventa quanto mai incerto. Dalla segreteria dell’assessorato regionale all’Agricoltura, contattata dalla Gazzetta, tengono a far sapere che il termine «animali da macello» indicato nella delibera si riferisce più che altro ad una valutazione commerciale degli animali. Ovvero, i futuri compratori saranno liberi di mantenerli vita natural durante. In teoria. In pratica, se tra le motivazioni della messa all’asta la Regione indica il fatto che «il mantenimento di soggetti non più utilizzabili comporta rilevanti oneri per l’ente Regione», la stessa cosa evidentemente vale anche per un eventuale compratore. È estremamente probabile, insomma, che almeno per g li animali più anziani (nel lotto è inserita anche una cavalla di otto anno con il suo piccolo puledro nato quest’anno), l’unica destinazione possibile sia il macello. In barba ai tanti premi vinti. Anche perchè, diversamente da quanto accade per altri equini più fortunati, nel loro passaporto è indicata la destinazione al consumo umano. I cavalli sono stati messi all’asta al prezzo di 600 euro l’uno. Se si dovesse vendere l’intero lotto l’ente arriverebbe a guadagnare 4.800 euro da destinare «agli interventi a favore della zootecnia». Meno di una goccia nel mare, fanno presente gli animalisti, considerati i gravissimi problemi del settore zootecnico in Basilicata. Insomma, concludono gli animalisti, Amigo, Nikita, Winpy, Neptun, Weltcup, Nastore, Lamberto e Ginosa e il suo puledro rischiano di finire al macello in cambio del classico «tozzo di pane».
VIVERE SENIGALLIA
28 APRILE 2011
Montemarciano (AN): blitz della Forestale, sotto sequestro l'Hotel del Cane
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E’ stato eseguito giovedì, su disposizione del P.M. dott. Gubinelli e dopo la convalida del G.I.P. dott. Alberto Palucchini, il sequestro del canile privato di Montemarciano denominato Hotel del Cane.A dare esecuzione al provvedimento sono intervenuti gli uomini del Nucleo Investigativo Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Ancona al comando del Comandante Cristiano Berretta e le Guardie Zoofile del Nucleo Vigilanza Zoofila di Ancona, con la presenza delle volontarie delle Associazioni Animaliste.
Il sequestro è scattato a seguito di presunte violazioni delle norme a tutela degli animali da affezione e delle condizioni di detenzione dei cani ricoverati nella struttura di Montemarciano, segnalate da tempo, e in cui l’Autorità Giudiziaria ha deciso di vederci chiaro. Le segnalazioni e le testimonianze sono state infatti raccolte dalle Guardie Zoofile, cosi come l’ampia documentazione fotografica in cui si vede la situazione del canile relativa ad un lungo periodo e quindi trasmesse alla Procura della Repubblica, per valutare eventuali ipotesi di reato. L’Hotel del cane ospita attualmente oltre 170 cani, la maggior parte randagi di proprietà dei Comuni di Senigallia, Castelfidardo, Arcevia, Montemarciano ecc. che attendevano l’adozione da parte dei cittadini e che in alcuni casi sono nella struttura da diversi anni. I cani ospitati possono comunque essere adottati dai cittadini, che possono rivolgersi al proprio Comune o alle Associazioni Animaliste per avere tutte le informazioni necessarie. Il Nucleo di Vigilanza Zoofila, composto da Guardie Zoofile volontarie della Legambiente e del WWF, opera in sinergia con gli organi preposti e con l’Autorità Giudiziaria per garantire la corretta detenzione degli animali, in particolare da affezione, e in materia di reati in danno agli animali.
da Legambiente Marche
GEA PRESS
28 APRILE 2011
Ancona: da scappare dalla paura. Tutte le foto del sequestro del canile convenzionato
Intervento della Forestale e delle Guardie WWF e Legambiente.
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Un canile convenzionato come minimo approssimato, con più di una rilevanza penale tanto da fare scattare il sequestro disposto dal PM dott. Gubinelli della Procura della Repubblica di Ancona, convalidato del G.I.P. dott. Alberto Palucchini.L’Hotel del Cane, secondo indiscrezioni circolate negli ambienti inquirenti, era stato più volte oggetto di segnalazioni da parte di suoi stessi clienti che avevano lasciato il cane a pensione. Tutti clienti privati, dal momento in cui quelli pubblici, desiderosi di collocare il cane di strada, non si erano mai lamentati. Senigallia, Castelfidardo, Arcevia, Montemarciano (dove ha sede lo stesso canile), tanto per citarne alcuni. Cani con gabbie strette e lunghe trovate allagate, altre con la pavimentazione gravemente danneggiata, strutture vecchie per non dire fatiscenti, ciotole con pane e acqua e rari croccantini. Una situazione, insomma, di diffusa incuria, con l’aggravante di feci diarroiche e sanguinolente e penose situazioni di detenzione anche per i cani privati a pensione (foto pastore tedesco e boxer).A dare esecuzione al provvedimento di sequestro avvenuto nella giornata di ieri, il Nucleo Investigativo Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Ancona e le Guardie Zoofile del Nucleo Vigilanza Zoofila di Ancona composto da volontari di Legambiente e WWF. In tutto 191 cani, tra quelli prelevati per le strade dei Comuni convenzionati, animali in pensione e cuccioli. Il canile, infatti, ne faceva commercio, assieme ad altre attività come quella di tolettatura. Tra le fattrici rinvenute vi sono quelle di pastore tedesco, volpini e maremmano. Quest’ultima detenuta assieme ai cuccioli in un locale particolarmente angusto. Non sembra, invece, che i cuccioli venissero acquistati in altri posti per essere poi rivenduti in loco.Una struttura molto nota a Montemarciano, fondata da un veterinario ormai parecchi anni addietro come attività di allevamento, e poi passata al figlio. Un luogo convertitosi alle esigenze che hanno indotto in ogni angolo d’Italia all’apertura di canili convenzionati, ovviamente per fini commerciali. Luoghi dove è facile, da parte dei Comuni, scordarsi del cane di strada perpetuando, senza soluzione di continuità, le lucrose convenzioni spesso senza adoperarsi per la prevenzione del randagismo canino (microchippatura cani padronali e sterilizzazione cani di strada).Il sequestro riguarda sia la struttura che i cani, per i quali sarà ora compito dei volontari di Wwf e Legambiente vigilare sul mantenimento delle migliori condizioni possibili di benessere fino ad ora evidentemente mancate. Il problema sarà anche l’adozione dei cani, già possibile per quelli provenienti dai Comuni ma che dovrà passare dagli uffici del magistrato che ne dovrà disporre il dissequestro. Anche per questo aspetto i volontari delle due Associazioni sono disposti ad agevolare le eventuali richieste di adozioni e per tale motivo invitano a mettersi in contatto con le rispettive sedi di Ancona. (GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).
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BLOG SICILIA
28 APRILE 2011
San Martino delle Scale, sigilli a un canile abusivo
Provincia di Palermo - Un allevamento di cani non autorizzato è stato sequestrato dai carabinieri a San Martino delle Scale, sulle colline di Palermo. Due dei proprietari del terreno, Giuseppe Lo Iacono, 58 anni, e Saverio Romanotto, 43 anni, entrambi operai, sono stati arrestati per furto di energia elettrica perchè avevano realizzato un allacciamento abusivo alla rete Enel.Dovranno rispondere anche di ricettazione e maltrattamenti di animali, assieme a un terzo gestore del canile che è stato denunciato a piede libero. Dopo l’udienza di convalida, Lo Iacono e Romanotto sono stati scarcerati. Nella struttura sono stati trovati 32 cani adulti e 10 cuccioli, otto dei quali nel primo mese di vita. Un veterinario dell’Asp di Palermo ha constato che, anche se apparentemente in buono stato di salute, erano tenuti in condizioni igienico-sanitarie non compatibili con la loro natura, in ricoveri improvvisati privi di illuminazione e in alcuni casi senza aereazione, e anche in piccole gabbie, legati con catene di pochi centimetri che avevano provocato escoriazioni al collo. Solo sei dei cani erano provvisti del microchip previsto dalla legge. Due di questi, dei segugi, sono risultati rubati a due cacciatori di Palermo e sono stati restituiti ai proprietari. Gli altri animali sono stati affidati temporaneamente in custodia ad uno dei denunciati per essere poi trasferiti, a cura della Polizia municipale, in strutture autorizzate.
GIORNALE DI SICILIA
28 APRILE 2011
Allevamento abusivo di cani a Palermo, 2 arresti
Gli animali, quasi tutti senza microchip, sono stati trovati in pessime condizioni igienico-sanitarie ed erano ospitati in locali senza illuminazione, alcuni dei quali privi d'aria
PALERMO. Un allevamento abusivo che ospitava 32 cani adulti - alcuni dei quali risultati rubati – e 10 cuccioli è stato scoperto nella zona di Monte Camputello dai carabinieri di San Martino alle Scale in un terreno di proprietà di due operai, Giuseppe Lo Iacono, di 58 anni, e Saverio Romanotto, di 43, che sono stati arrestati per furto di energia elettrica. Insieme con una terza persona, L.S., di 31 anni, sono stati inoltre denunciati per ricettazione di cani rubati e maltrattamenti di animali.
I cani, quasi tutti senza microchip, sono stati trovati in pessime condizioni igienico-sanitarie ed erano ospitati in locali senza illuminazione, alcuni dei quali privi d'aria. Alcuni animali erano in piccole gabbie o erano legati con corte catene che, in alcuni casi, avevano provocato escoriazioni al collo. Due cani da caccia, dotati di microchip, sono risultati rubati a due cacciatori di Palermo, ai quali sono stati restituiti. Il terreno e i locali dell'allevamento abusivo sono stati sequestrati e i cani sono stati affidati in custodia ad uno dei denunciati in attesa del loro trasferimento in una struttura adeguata. Per il furto di energia elettrica Lo Iacono e Romanotto sono comparsi davanti il Tribunale di Palermo che, dopo la convalida dell'arresto, ha disposto la loro scarcerazione.
MESSAGGERO VENETO
28 APRILE 2011
Animali reclusi, scattano le verifiche
SAN QUIRINO (PN) - Alcune pecore e un maiale rinchiusi in un capannone a San Foca di San Quirino e scatta l'indagine della Forestale. La segnalazione è giunta ieri e immediatamente è stata avviata la procedura per individuare la proprietà dell'immobile in cui si trovano gli animali e poter condurre così un sopralluogo. In base a quanto sostenuto da chi ha effettuato la segnalazione, le pecore sarebbero rinchiuse da novembre, dopo che il pastore che le accompagnava nella transumanza se ne sarebbe andato. Per gli ovini, però, la lunga permanenza in un posto chiuso è una tortura. Nello stesso spazio è stato rinchiuso anche un maiale, che, in base a chi ha comunicato il fatto alla Forestale, sarebbe in fin di vita. Non appena sarà possibile entrare nel capannone, le guardie provvederanno al sopralluogo e a tutti gli atti conseguenti al caso.
GEA PRESS
28 APRILE 2011
Monreale (PA) – Il lager dei cani da caccia: tra cani rubati e furto di energia elettrica (foto)
Ai Carabinieri si sono dichiarati cacciatori di cinghiali e conigli, i due operai arrestati ieri mattina in contrada Monte Caputello di San Martino della Scale (Monreale – PA). Lo Iacono Giuseppe di anni 58 e Romanotto Saverio di anni 43, sono stati individuati dai Carabinieri della Stazione di San Martino delle Scale che indagavano sui ripetuti furti di energia elettrica. Furti che avevano provocato cali di tensione tali da causare danni ad elettrodomestici delle case della zona. Rintracciato il luogo che veniva rifornito di energia elettrica dall’allacciamento abusivo, i Carabinieri hanno appurato che i due, assieme ad una terza persona, avevano allestito un allevamento di cani.Beagle, setter, segugi ed altre varietà da caccia. In tutto 32 cani adulti e 10 cuccioli di cui otto di età inferiore al mese. Tutti detenuti in condizioni incompatibili, come riscontrato dai Medici Veterinari dell’ASP chiamati dai militari. Il luogo, dove era stato ricavato l’allevamento abusivo, era infatti privo di luce e, in alcuni punti, senza ricambio d’aria. Inoltre, molti dei cani erano detenuti in piccole gabbie e costretti da una corta catena che aveva provocato escoriazioni al collo.I due avrebbero dichiarato ai Carabinieri che i cani venivano utilizzati per andare a caccia, ed alcuni li vendevano.Solo sei cani risultavano microchippati. Quattro riferibili ad uno degli arrestati e due, invece, risultati rubati a due cacciatori del palermitano. Lo Iacono e Romanotto, sono stati arrestati per il reato di furto mentre, assieme ad una terza persona (L.S., di anni 33) sono stati denunciati per gli lleciti relativi all’allevamento abusivo e maltrattamento di animali. Per questi la legge impedisce l’arresto in flagranza di reato. I tre sono tutti incensurati.I ca ni sono stati affidati in custodia giudiziaria ad uno dei soggetti, in attesa che la Polizia Municipale di Monreale trovi per loro una struttura idonea dove trasferirli. Oltre agli animali è stata posta sotto sequestro l’intera area dell’allevamento.La zona di San Martino delle Scale è nota come area di caccia e bracconaggio. Gli abitanti della zona hanno più volte segnalato episodi di caccia notturna, vietata dalla legge. In contrada Pioppo, vicino San Martino delle Scale, proprio i Carabinieri avevano eseguito sul finire della scorsa estate una vasta operazione antibracconaggio.
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EXCITE
28 APRILE 2011
La carica dei 40, cani trovati in un appartamento
Le Guardie Zoofile Oipa hanno scoperto, alla periferia di Roma, una sorta di canile abusivo. All'interno di un appartamento, in una struttura popolare, sono stai trovati circa quaranta cani in condizioni non naturali. Gli animali, lontani dal loro ambiente, vivevano in questi pochi metri quadrati, dove lasciavano i loro bisogni. Il loro padrone è stato denunciato.
VIDEO
http://video.excite.it/video-40-cani-trovati-in-un-appartamento-V72697.html
IL MATTINO
28 APRILE 2011
Staffette, adozioni a distanza, cani randagi in condizioni pietose inviati anche fuori Regione
Titti Esposito
Castellammare (NA). Staffette, adozioni a distanza, cani randagi in condizioni pietose inviati anche fuori Regione. È di nuovo allarme truffe per i cani e i gatti del comprensorio stabiese e dei monti Lattari. La denuncia è dell’associazione animalista che da oltre vent’anni si occupa degli animali abbandonati: l’Adda. L’ente, l’unico riconosciuto a livello regionale che ogni giorno cerca affannosamente di salvare o di affidare cuccioli a famiglie del territorio, ancora una volta punta il dito contro i traffici illeciti, che a suo dire impazzerebbero nella provincia sia con pseudo amici dei randagi sia con progetti on line mascherati da iniziative benefiche. «Da mesi andiamo avanti con segnalazioni di situazioni paradossali o ai limiti della liceità - spiega Rosaria Boccaccini, presidente dell’associazione - che stanno di fatto non solo decimando la popolazione canina della città, ma arricchendo persone senza scrupoli che inventano storie, coinvolgendo anche incauti amanti degli animali in una rete di contatti e viaggi senza speranza per gli animali finiti nelle loro mani. Perciò abbiamo deciso - ha concluso la responsabile Adda - di lanciare un nuovo Sos, affinché non solo le istituzioni ci diano una mano, insieme con le forze dell’ordine, ma per mettere in guardia famiglie, ragazzi, bambini dall’affidamento dei propri cuccioli a persone sconosciute, denunciando subito raggiri o contatti sospetti». Il rischio, a detta degli animalisti, è di incappare nelle maglie di falsi amici degli animali, che di certo non si occupano delle prevenzione per parassiti o pulci o di trovare davvero una casa agli animali affidatigli. «A parte questo i randagi stabiesi - ha concluso la presidente dell’associazione - oggi hanno bisogno soprattutto di fondi, volontari e medicinali. Perché il randagismo non si combatte e parole ma con i fatti, con gesti quotidiani». Per informazioni e donazioni si può cliccare su [email protected] oppure telefonare allo 0818704085 o lasciare offerte sul conto corrente postale 20279808 o postepay: 4023600594688238 intestato alla signora Boccaccini o ancora Paypal: [email protected].
MESSAGGERO VENETO
28 APRILE 2011
Maltrattò 60 gatti: multata Ora le saranno restituiti
di Luana de Francisco
Udine - Per riaverli indietro, ha dovuto attendere più di un anno e mezzo e affrontare tutte le fasi del procedimento penale che la vedeva imputata delle ipotesi di reato di abbandono di animali e di esalazioni moleste e che è approdato, ieri, alla condanna definitiva a 600 euro di ammenda. Una pena alla quale Gloria Tomat ha scelto di non sottrarsi, ben sapendo che quella era l'unica strada che le avrebbe garantito la restituzione dei suoi amati gatti. E cioè, della colonia di 60 felini che cinovigili e veterinari sanitari, il 3 agosto 2009, le avevano sequestrato nell'abitazione di via Monterotondo nella quale vive, e per i quali la Procura aveva disposto l'affidamento prima al gattile municipale e, poi, a sei tra associazioni ed enti animalisti. È alla luce di queste considerazioni che, ieri, davanti al giudice monocratico del tribunale di Udine, Francesca Feruglio, il suo difensore, avvocato Giorgio Weil, ha rinunciato a sostenere l'opposizione al decreto penale di condanna emesso dal Gip. Accettando di pagare l'ammenda, in altre parole, la sentenza che riconosce la colpevolezza dell'imputata diventa irrevocabile e lo spettro della confisca degli animali decade automaticamente. A chiudere il cerchio, nelle prossime settimane, sarà il giudice dell'esecuzione, al quale il legale presenterà istanza, affinchè si esprima sulle modalità di restituzione dei gatti. La vicenda, portata all'attenzione della magistratura dalle ripetute proteste di alcuni vicini di casa e dall'intervento dell'associazione "Amici della Terra", era tornata alla ribalta in febbraio, quando il Gip Paolo Alessio Vernì aveva accolto la richiesta di revoca avanzata dall'avvocato Weil rispetto al provvedimento con il quale il pm, l'autunno prima, aveva disposto il dissequestro della colonia e dato il via alla distribuzione dei gatti a "terzi". Autorizzando in tal modo le associazioni a regalare i mici alle famiglie interessate all'adozione. Provvedimento che l'avvocato Weil aveva impugnato, giudicandolo in tutto simile a una confisca anticipata e illegittima del bene posto sotto sequestro, essendo stata ordinata prima della conclusione del processo. Nel condividere l'obiezione sollevata dal legale, il giudice aveva quindi imposto la "marcia indietro", disponendo il ripristino dell'affidamento dei gatti agli enti di tutela. A meno di non equiparare gli animali a "merce deperibile" - questo il ragionamento del Gip - e quindi, in quanto tali, di ipotizzarne la vendita e la successiva custodia del bene ricavato, i gatti andavano insomma tenuti a disposizione del proprietario, fino a quando non se ne fosse riconosciuta la colpevolezza con sentenza definitiva. Sentenza che è arrivata ieri, insieme al parziale "lieto fine" alla controversia.
LA ZAMPA.IT
28 APRILE 2011
Gufo mascotte ucciso da un calcio, multato il difensore
Pereira Luis Moreno, giocatore del Deportivo, diede un calcio al volatile durante una partita di campionato
ROMA Da una risoluzione resa nota ieri da fonti locali si apprende che il difensore del Deportivo Pereira Luis Moreno dovrà pagare una multa di 26.780.000 pesos (pari a circa 10.175 euro) per aver provocato la morte di un gufo, mascotte del Barraquilla, durante una partita di campionato dello scorso 27 febbraio.
Il volatile si aggirava per il campo, quando fu involontariamente colpito da un pallone; a infliggergli il colpo di grazia, intervenne Moreno, dando al gufo un calcio "fatale". Il tempestivo intervento della clinica veterinaria, dove l'animale venne ricoverato, non valse a nulla. Il giocatore si giustificò dicendo di aver voluto verificare che il volatile potesse ancora volare. La risoluzione obbliga il calciatore a pagare le spese della clinica, circa 200 euro, e a presentare ufficialmente le proprie scuse alla tifoseria del Baranquilla. Pereira Moreno sarà costretto a prestare servizio civile presso lo zoo della città. L'imperdonabile gesto è già costato a Luis due gionate di squalifica e circa 400 euro di multa; il giocatore potrà presentare ricorso entro dieci giorni.
LA ZAMPA.IT
28 APRILE 2011
Uccisa da un treno a Bergamo: forse voleva salvare il suo cane
La donna di 53 anni ha attraversato i binari senza accorgersi dell'arrivo del treno
Forse voleva salvare uno dei suoi cagnolini che era rimasto bloccato tra i binari la donna travolta e uccisa da un treno a Bergamo. Anche i due animali sono morti. Testimoni hanno raccontato di averla notata già al di là dei binari fare qualche passo indietro per tirare via un cagnolino che forse non voleva muoversi paralizzato dalla paura perchè sentiva arrivare il treno.
La vittima è Rita Artina, 53 anni, residente in via Martin Luther King, a poche centinaia di metri da dove si è consumata la tragedia. Questa mattina la donna era uscita con i suoi due cani per fare una passeggiata e stava rientrando a casa, quando è successo l’incidente. La vittima ha attraversato i binari, nonostante le sbarre fossero abbassate, tenendo i due cani al guinzaglio. Ma uno dei due si è bloccato all’improvviso e la donna ha fatto qualche passo indietro cercando di farlo muovere. Non ne ha avuto il tempo: è sopraggiunto il treno, che ha investito e uccisa sul colpo Rita Artina e i suoi due cani. La linea è stata subito interrotta, con ripercussioni sul traffico ferroviario tra Bergamo e Milano. Poi con il passare delle ore è tornata alla normalità.
L'ECO DI BERGAMO
28 APRILE 2011
In gabbia il gatto «dispettoso»
Denunciato 40enne di Gorlago
Gorlago (BG) - Il gatto si aggirava nel suo giardino mandando in tilt l'antifurto di casa e per questo motivo ha pensato deciso di risolvere il problema con una tecnica da caccia grossa: una trappola con tanto di esca. La bestiola ci è cascata ed è stata chiusa in gabbia, ma nei guai è finito il fantasioso ideatore della trappola, un quarantenne di Gorlago, che ha rimediato una denuncia a piede libero per maltrattamento di animali.
È accaduto martedì 26 aprile, nel centro del paese, quando alla Polizia intercomunale dei Colli è giunta la segnalazione di un vicino di casa del 40enne, che aveva notato il gatto rinchiuso nella gabbia. L'animale si lamentava in continuazione e il vicino si è accorto che nella gabbia era stata messa una trappola con un pezzetto di carne come esca. Il 40enne si è giustificato dicendo che «il gatto, passando davanti al sensore dell'antifurto, continuava a far scattare l'allarme». Gli agenti ora stanno rintracciando il proprietario dell'animale, che però ha un collare privo di medaglietta.
GEA PRESS
28 APRILE 2011
Genova: con la freccia di balestra conficcata nel capo (foto)
Polizia Provinciale salva un Germano Reale.
Un macabro gioco al bersaglio o, più semplicemente, un atto di bracconaggio quello che ha visto coinvolto un maschio di Germano Reale. Il volatile da circa un mese era stato notato nel torrente Cantarena, nel Comune di Arenzano (GE). Ma non tutti, evidentemente, ne hanno apprezzato la bellezza e rispettato la sua pacifica presenza.Ignoti hanno, infatti, colpito l’animale con una balestra. La freccia, si è conficcata nel capo e solo per pochi millimetri non ha colpito organi vitali.Già da alcune settimane la cosa era stata segnalata da cittadini allarmati nel vedere l’anatra selvatica con quel dardo sulla testa. Le stesse associazioni di protezione della fauna intervenute, però, non erano riuscite a prendere il volatile che, giustamente, era estremamente diffidente nei confronti dell’uomo.Infine, il difficile recupero è stato realizzato dalla Polizia Provinciale di Genova del Commissariato ponente. Gli agenti hanno collocato una rete barriera sotto l’arcata del ponte che divide il tratto coperto del torrente da quello libero. Hanno, quindi, catturato l’animale con l’uso di guadini da pescatore, dopo averlo pian piano indirizzato verso il tratto schermato del corso d’acqua da cui il Germano Reale non poteva più involarsi velocemente.Il Germano Reale è stato affidato alle cure dei veterinari di Animal Assistance e dell’ ENPA di Genova, che dovranno estrarre il dardo e occuparsi del recupero dell’animale.La balestra è un mezzo illegale di caccia, eppure dai cinghiali ai cani sono numerosi i casi di animali colpiti dal suo micidiale dardo.
CANICATTI' WEB
28 APRILE 2011
Favara (AG), ruba un cane e minaccia i carabinieri: arrestato
Provincia di Agrigento - I carabinieri hanno arrestato, per resistenza e minacce a pubblico ufficiale e per ricettazione, Michele Bellavia, 45 anni, di Favara. L’uomo, durante una perquisizione nella sua abitazione, è stato trovato in possesso di Will, un cane Terranova di quattro anni di cui era stata denunciata la scomparsa dal proprietario, un giovane di Santa Elisabetta. Will era rinchiuso in un recinto e in pessime condizioni di salute. L’animale è stato riconsegnato al proprietario.
IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA
28 APRILE 2011
Cosenza: raro esemplare di corvo imperiale salvato dalla polizia provinciale
L'esemplare è stato trovato dai poliziotti della Provinciale del distaccamento di Camigliatello in località Tre arie in agro di Bocchigliero
Gli agenti della Polizia Provinciale, in località Tre arie di Bocchigliero, hanno notato in lontananza un grosso volatile in difficoltà e giunti sul posto hanno appurato che l'animale era un maestoso Corvo imperiale, specie protetta.
Nonostante la ferita ad un'ala, il volatile avrebbe tentato di ripararsi volando e saltellando nel fitto della vegetazione boschiva circostante, ma gli agenti con prontezza e abilità lo hanno inseguito per diverse centinaia di metri consapevoli che l'animale doveva essere tratto in salvo altrimenti sarebbe morto, soprattutto vista la zona abbastanza isolata, dove non vi sono caseggiati e stava imperversando nebbia e maltempo. Alla fine il Corvo è stato recuperato da uno degli agenti, e dopo il suo recupero gli agenti hanno allertato immediatamente la centrale operativa e il CRAS - CIPR di Rende e l'animale è stato loro consegnato. Probabilmente tornerà a volare, anche se gli esperti del CRAS si sono riservati sulla diagnosi e sul recupero effettivo in attesa di ulteriori accertamenti. In Italia, il Corvo imperiale risulta piuttosto raro, tanto da comparire fra le specie inserite nel Libro Rosso degli Animali d'Italia, sull'intero territorio nazionale, i corvi imperiali sono concentrati lungo l'arco Alpino, in Sardegna, nel Gargano e lungo l'Appennino Meridionale, in particolar modo sulla Sila, da dove proviene l'esemplare recuperato.
IL GAZZETTINO
28 APRILE 2011
CATTURATO E LIBERATO DALLA PROVINCIA
Storione rilasciato nel Piave "riappare" dopo 13 anni nel Sile
Provincia di Treviso - Catturato nel weekend di Pasqua lungo il Sile, in località Musestre (Tv), e immediatamente rilasciato, uno storione cobice di 148 cm di lunghezza e 18 kg di peso che, in base alla lettura del microchip di cui era dotato, era stato immesso dalla Provincia di Venezia nel Piave, a San Donà, 13 anni fa, nell’ottobre del 1998. All’epoca della semina lo storione misurava 58 cm per 1,5 kg di peso ed evidentemente era migrato in Adriatico prima di risalire dal Piave al Sile.«Si tratta dell’esemplare più grosso e più anziano segnalato da quando la Provincia di Venezia effettua ripopolamenti di storione cobice. Il precedente record apparteneva a un esemplare catturato nel Sile a Jesolo, nel 2008 e che pesava 7 kg per 105 cm, seminato nel 2003 nel Piave quando pesava appena 286 grammi – s piega l’assessore Giuseppe Canali – Ringrazio i pescatori della Fips per le segnalazioni delle catture che ci permettono di monitorare le migrazioni di questi rari animali e mostrano come i ripopolamenti della Provincia di Venezia stiano avendo esito positivo».
VARESE NEWS
28 APRILE 2011
Pesca da record nel Maggiore
Un esemplare di 13 chili e 138 centimetri di lunghezza è stato pescato nelle acque di Magadino da un pescatore professionista
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Svizzera - Un pesce siluro del peso di oltre 13 kg e della lunghezza di 138 centimetri è stato catturato nel lago Maggiore, nel bacino svizzero nei pressi di Magadino. A pescarlo un professionista del ramo si tratta di Walter Branca, noto pescatore di Vira Gambarogno, che era a pesca intento a tirare le reti a bordo quando il siluro gli é apparso nella sua gigantesca forma. Ha capito subito che non si trattava del solito pesce, ma la fatica più grossa, secondo Walter, é stato per l'uccisione dello stesso siluro. Ha lottato più di un quarto d'ora per avere la meglio sull'animale.
GEA PRESS
28 APRILE 2011
Giappone – solidarietà baleniera: riapre la caccia ai grandi cetacei
Contrariamente all’enfasi con la quale, in certi casi, era stata riportata la notizia della sospensione alla caccia delle balene in Giappone, le cose non stanno in tal maniera. Questo anche con la successiva emergenza tsunami. Già a fine marzo avevamo riferito di una delle città beleniere che era stata spazzata via dal maremoto.Ad Ayukawa, nella costa centro occidentale giapponese, le navi baleniere erano irrimediabilmente arenate a centinaia di metri all’interno della linea di costa. Lì l’aveva lasciate la mostruosa onda. Ayukawa è una piccola città baleniera i cui equipaggi non operano in Antartide ma, bensì, nelle protette coste giapponesi. La sua quota di prelievo, da qui a giugno, era di sessanta balenottere. Per i 28 lavoratori della carne, era pertanto a rischio il posto di lavoro.Ora si apprende che i lavoratori sono stati accolti dalla città di Kushiro nell’isola di Hokkaido. La stessa ha messo a disposizione due navi che ospitano gli equipaggi della cittadina distrutta. Le navi sono salpate in queste ore. La mattanza è iniziata e per sessanta balenottere, da qui a giugno, si prospetta la morte.
GEA PRESS
28 APRILE 2011
Rocchetta Vara (SP) – Il Corpo Forestale dello Stato smentisce ogni coinvolgimento nella “scuola di caccia”
Il Corpo Forestale dello Stato, con il suo Comandante Regionale della Liguria dott. Renzo Morolla, ha smentito a GeaPress ogni coinvolgimento della Forestale nella “lezione” di caccia al cinghiale per i bambini di scuola elementare, presentata nei giorni scorsi dal Sindaco di Rocchetta Vara (SP) Roberto Barotti. La presenza dei Forestali era stata riportata sui giornali proprio nel corso della comunicazione dell’iniziativa.Secondo quanto riportato a nome del Sindaco, sembrerebbe che il suo paese sia abitato in massima parte da cacciatori, tanto che le stesse riunioni di Giunta, per agevolare gli Assessori cacciatori, vengono concordate in giornate di caccia chiusa. Un’anomalia statistica, visto che la percentuale dei cacciatori italiani si aggira intorno all’1%. Il Sindaco della Giunta di centro sinistra dello spezi no, aveva deciso così di far conoscere la sua cittadina e i suoi abitanti.Chissà, però, se queste sono le reali intenzioni dei cittadini, anche perché oggi lo stesso plesso scolastico che avrebbe dovuto mandare i bimbetti di quarta e quinta elementare ad assistere alla dimostrazione di caccia (con tanto di cacciatore, cani e cinghiale chiusi in un’area recintata) ha annunciato la sua indisponibilità. Se dei genitori vorranno inviare i figli, lo faranno a titolo personale e fuori dagli orari scolastici (dicono alla scuola). Meno male, almeno la scuola antepone i suoi principi ai giorni di caccia. Gli stessi dirigenti scolastici, tra l’altro, hanno saputo solo dai giornali dell’inusuale iniziativa che godrebbe delle magliettine di Federcaccia.
Cosa fanno i cacciatori? Denunciano.
Questo perché la Responsabile Diritti dei Verdi, Cristina Morelli, criticando, tra i tanti, l’iniziativa del Sindaco come una educazione all’assuefazione della violenza avrebbe ritenuto opportuno ricordare come anche i mafiosi allenano i minori ad uccidere gli animali. Caccia e Pesca, però, sentendosi offesa e diffamata ha annunciato il ricorso all’Autorità Giudiziaria. Si vedrà. Ad ogni modo è nella storia della mafia che i killer vanno addestrati fin da piccoli. Poi, tutto il resto, lo lasciamo al libero pensiero. Finché ancora sarà consentito.Eppure, molti anni addietro, in una famosa trasmissione televisiva condotta da Giuliano Ferrara, una teologa manifestò le sue perplessità sul fatto che i cacciatori avessero addirittura un’anim a. La cosa scatenò, ovviamente, delle critiche ma nessuno si sognò di andare a denunciare. Difficilmente, però, il calo continuo dei cacciatori italiani (nonostante quello evidentemente in controtendenza di Rocchetta Vara) sarà stato dovuto alla mancata denuncia.
LA ZAMPA.IT
28 APRILE 2011
Francia: botta e risposta sulla tauromachia tra Bardot e Mitterrand
L'attrice attacca: «Sei ministro dell'incultura», lui si difende
Botta e risposta tra l’attrice francese Brigitte Bardot, da anni in campo per la difesa dei diritti degli animali, e il ministro della Cultura, Frederic Mitterrand, dopo che la Francia ha riconosciuto il 22 aprile la tauromachia come parte del suo patrimonio culturale. Una decisione che ha fatto saltare sulla sedia Brigitte Bardot, che nei giorni scorsi ha preso carta e penna e ha scritto direttamente al ministro.In una lettera diffusa dalla sua fondazione, l’attrice accusa Mitterrand di essere il «ministro dell'incultura», criticandolo per aver fatto «la più grande sciocchezza della sua vita». Oggi, interpellato dall’agenzia France Presse, il ministro ha replicato dicendo di «non nutrire particolare simpatia per la tauromachia, nè per la caccia, nè per l’uccisione di animali con lo scop o di produrre pellicce, nè per il trasporto di animali in condizioni degradanti, anche se non metto tutto sullo stesso piano». E ancora: «Non spetta al ministro della Cultura prendere posizione su questi problemi di società che sono competenza di campagne generali e dell’opinione del parlamento».
«L’iscrizione della tauromachia in un semplice inventario del nostro patrimonio che viene compilato ogni anno dal ministero della Cultura - taglia corto il ministro - non ha altro valore che quello di inventario. Ciò non significa in alcun modo che il ministero della Cultura promuoverà la candidatura della tauromachia nel patrimonio immateriale dell’Unesco», l’organismo delle Nazioni Unite per la scienza, la cultura e l’educazione. Il ministro ha infine assicurato di non sentirsi offeso per le parole di Brigitte Bardot che «come tutti ha diritto di arrabbiarsi per dei motivi che l e stanno a cuore». «Lei ha tutta la mia amicizia e la mia simpatia», conclude Mitterrand. Anche l’alleanza anti-corrida ha duramente denunciato nei giorni scorsi la decisione di Parigi di iscrivere la tauromachia nel suo patrimonio culturale.
TRENTINO
28 APRILE 2011
L’orso passeggia a San Romedio
Giacomo Eccher
SANZENO (TN) - I politici (e gli animalisti) non lo vogliono, ma l’orso a San Romedio ci è tornato comunque, visto l’incontro ravvicinato avuto sul ponte di Casez da due vigili del fuoco volontari di Sanzeno, Danilo Bonadiman e Luigi Fondriest, e viste le impronte rilevate dalla forestale di Coredo e confermate dell’esperto del progetto Life Ursus. Un orso, quasi certamente maschio, le ha lasciate nel campo di Camillo Bertagnolli, 50 anni, che ha un maso all’imbocco della valle di San Romedio. La visita dell’orso è avvenuta nella notte tra martedì e mercoledì ed erano le 23.30 quando Bonadiman e Fondriest l’hanno visto attraversare la carreggiata. «Io sono rientrato a casa verso mezzanotte, i cani abbaiavano, ma succede spesso e non ci ho fatto caso. Non so dire se il passaggio dell’orso qui è stato prima o dopo l’avvistamento a Casez», racconta Bertagnolli. L’orso ha percorso in salita il campo arato il giorno prima lasciando sul terreno smosso impronte di 16 centimetri di larghezza, una misura che fa pensare ad un esemplare di almeno un quintale e mezzo.
«Danni non ne ho subiti, io comunque l’orso non l’ho visto», afferma Bertagnolli, che nel maso ha una decina di galline, tre cani e, in un ampio recinto, un cavallo e 4 manze. Nelle vicinanze, ci sono anche alcune arnie di Luigi Anzelini, di Sanzeno, ma l’orso non ha toccato nulla. «In effetti, le impronte vanno verso l’alveare - spiega Bertagnolli - Ma l’orso ha poi deviato risalendo la scarpata verso il bivio di Casez, non si sa se perché disturbato dal cane. O, forse, più che cercare cibo era alla ricerca della femmina». Oltre a coltivare mele, Bertagnolli è un produttore di formaggio, che lavora in un piccolo caseificio avviato sette anni fa: «Tengo le mucche, ma, non avendo quote latte, non potevo consegnare il latte a un caseificio. Così, mi sono messo a produrre il formaggio». Adesso, Bertagnolli spera che la visita dell’orso smuova i politici per far tornare l’animale nel recinto all’ombra dell’eremo.
CORRIERE DI AREZZO
28 APRILE 2011
Sulla montagna tornano i daini.
Avvistato esemplare a Pergo: “E si rivedono anche i lupi”.
Lilly Magi
CORTONA (AR) - Avvistato un daino in località Cesa-Pergo di Cortona. E’ successo nella serata di Pasquetta e a darcene la notizia è stata A.C. che abita in un villa posta in quei luoghi. La nostra iterlocutrice ci ha telefonato con il tono di chi ha assistito un evento quasi incredibile: “Stavo tornando a casa quando mi si è posto davanti alla mia auto questo grande animale, lo avevo scambiato per un pony. Credevo di essere in presenza di un fatto straordinario, perchè io che abito in questa zona da diversi anni non avevo mai fatto un incontro del genere, poi questa meravigliosa bestiola si è allontanata a grandi balzi in mezzo ai campi che costeggiano la carreggiata.”. Per capire se il fatto è veramente eccezionale ci siamo rivolti all'Uffico ambiente del comune di Cortona che, naturalmente, ha accolto favorevolmente la notizia e hanno precisato che questa tipologia di quadrupedi un tempo era molto frequente nelle nostre zone poi si era andato a scemare il numero dei capi presenti, per arrivare quasi a zero. Altro dato significativo è il ritorno del lupo nella montagna cortonese, scomparso ormai almeno cinquanta anni. “Sì, sono molti gli abitanti della montagna che ci hanno informato di aver visto, da quelle parti, branchi di lupi - questo è il commento del referente dell'ufficio ambiente - la cosa ci ha molto rallegrato proprio perché ormai consideravamo scomparso questo animale”.
FAMIGLIA CRISTIANA
28 APRILE 2011
La scarsità di gamberetti condanna i pinguini
Uno studio americano dimostrerebbe che la diminuzione del cibo e la concorrenza nel procurarselo è la principale causa di estinzione dei pinguini. Peggio dello scioglimento dei ghiacci.
Non è lo scioglimento dei ghiacci ma la mancanza di cibo a provocare, giorno dopo giorno, la progressiva estinzione dei pinguini, calati del 50%, che vivono nella parte occidentale della penisola Antartica e nell’adiacente Mare di Scotia. A sostenerlo è Wayne Trivelpiec, biologo e professore alla Montana State University che, insieme con i suoi colleghi, ha condotto uno studio partito dall’esame delle due specie maggiormente coinvolte in questo crollo demografico: da un lato il pinguino Adelia, che trascorre l’inverno sulla banchisa, dall’altro il pinguino dal sottogola che risente molto meno dello scioglimento dei ghiacci poiché trascorre molto tempo in acqua. Bene, a dispetto di quanto sarebbe facile supporre, entrambe le specie hanno la stessa percentuale di estinzione e questo, secondo Trivelpiec, non sarebbe impu tabile direttamente allo scioglimento dei ghiacci ma alla scarsità di cibo.
L’aumento delle temperature infatti provoca una diminuzione della densità del krill, nutrimento base di entrambe le specie: secondo i calcoli fatti, il riscaldamento del mare e l’incremento di altri animali mangiatori di krill, soprattutto le balene ma anche alcuni tipi di foca, hanno diminuito la quantità di gamberetti disponibili per i pinguini di circa l’80% rispetto agli anni Settanta. Proseguendo di questo passo, i pinguini scompariranno presto, con o senza ghiacciai.
IL TIRRENO
28 APRILE 2011
Tornano le due “bau beach”, in spiaggia con Fido
ORBETELLO (GR). Anche a Orbetello, portare sulla spiaggia Fido non sarà più vietato.
Sulla costa della cittadina lagunare arrivano due “Bau-beach”, tratti di spiaggia riservati a chi va al mare con il proprio cane. Con due ordinanze specifiche il Comune ha predisposto una zona alla Feniglia, lato Ansedonia, circa 80 metri a sinistra dell’ingresso chiamato “Il Caravaggio” e una seconda area a sud della foce dell’Albegna, in località “Torre Saline”, in corrispondenza del campeggio “Camping Village Bocche d’Albegna”, circa 75 metri di fronte mare. L’utilizzo delle aree è consentito dalle 7,30 alle 23, con un massimo di due animali per persona. Sarà cura dei proprietari realizzare zone di ombra e provvedere all’abbeveraggio dei propri cuccioli. I cani, che dovranno essere iscritti all’anagrafe e correttamente vaccinati, potranno fare il bagno solo nel tratto di mare antistante la zona a loro riservata, che sarà opportunamente segnalata. I proprietari dovranno anche preoccuparsi di raccogliere le “deiezioni” dei cani stessi: in caso di infrazione la multa arriva fino a 480 euro. Non ci sarà quindi uno spazio attrezzato con ciotole per l’acqua e ombrelloni. Ma l’apertura di due spazi dove portare Fido e dove lasciarlo libero di fare il bagno, potrebbe far arrivare sulla costa anche i tanti turisti che ormai, soprattutto all’estero, sono abituati a portare con loro il proprio cane anche in spiaggia.
LA ZAMPA.IT
28 APRILE 2011
Gatto reale con il farfallino per festeggiare
Larry, il gatto reale, indosserà un farfallino fuori dal Westminster Abbey alla festa per il matrimonio del secolo.
FOTO
http://multimedia.lastampa.it/multimedia/la-zampa/lstp/41523/
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