28 FEBBRAIO 2010

L'INFORMAZIONE
28 FEBBRAIO 2010
 

Un 75enne è andato a prendere l’animale al canile, lo ha portato a casa e ucciso

Cacciatore spara al suo cane

Stella Borghi (Enpa): «Gesto gravissimo, ferma condanna»

 

 

 

CORREGGIO (RE) - Cacciatore di Correggio ritira la sua vecchia cagnetta al canile, la porta a casa, le spara e la butta nel cassonetto. Questo in sintesi quanto accaduto giovedì. A renderlo noto è Stella Borghi de ll’Enpa di Reggio. «P.C., correggese di 75 anni, è andato a prendere per la seconda volta la sua bretoncina anziana e semicieca al canile di Novellara, l’ha sbattuta nel baule della sua macchina e ha chiuso violentemente il portello colpendola alla testa. Poi è tornato a casa, le ha sparato, l’ha messa in un sacco per il pattume e l’ha gettata nel cassonetto». Il cacciatore è stato incastrato dalla Polizia Municipale e dal Servizio Veterinario di Correggio che si sono recati a casa del proprietario allertati dall’operatrice del canile, esterefatta da quanto aveva visto. «La persona in questione era stata informata che avrebbe potuto firmare l’apposito modulo per rinunciare alla proprietà del cane – riferisce la Borghi – ma costui aveva risposto malamente che la cagnetta era sua e che la riportava a casa». La presidente dell’Enpa, dopo quanto accaduto, fa un appello: «Quanto accaduto è un gesto gravissimo che, al di là della denuncia penale, va condannato. La legge permette la rinuncia motivata presso l’anagrafe canina dei comuni». Rivolgendosi alle forze dell’Ordine e alla Provincia chiede loro di «sequestrare l’arma e revocare immediatamente il permesso di porto d’armi e il tesserino dei caccia».


LA GAZZETTA DI REGGIO

28 FEBBRAIO 2010

 

Ha ucciso il cane, levategli fucile e porto d'armi

 

CORREGGIO (RE). «Cittadini, prendete le distanze da chi prende scorciatoie violente per liberarsi degli animali domestici». E’ la dura e amara denuncia di Stella Borghi, presidente provinciale dell’Enpa, alla notizia di un episodio che non è difficile definire vergognoso. «Un cacciatore di Correggio di 75 anni, è andato per la seconda volta a riprende la sua vecchia cagnetta, una bretoncina ormai semicieca, al canile di Novellara. Poi è tornato a casa, le ha sparato e l’ha gettata in un cassonetto. Ma è stato scoperto dai vigili urbani e dal veterinario comunale, avvertiti dall’addetta al canile che aveva sospettato qualcosa. L’uomo infatti - prosegue la Borghi - era stato informato che poteva firmare un modulo e rinunciare alla proprietà dell’animale, ma ha risposto male all’operatrice dicendo che il cane era suo e ne faceva quello che voleva. Episodi del genere - conclude la presidente dell’Enpa reggiana - meritano solo la condanna morale da parte di tutti. Come Enpa chiediamo alle forze dell’ordine e alla Provincia che a questo spregevole individuo venga sequestrato il fucile e revocato il porto d’armi e il tesserino di caccia».


LA PROVINCIA DI COMO

28 FEBBRAIO 2010

 

Killer di gatti di nuovo in azione, ne ha uccisi quattordici in due anni

 

Anna Savini

 

CONSIGLIO DI RUMO (CO) -  Li trovano agonizzanti, con la bava alla bocca, lo sguardo di chi sente la morte salire, le convulsioni causate dal veleno. Igatti vengono uccisi uno dopo l'altro. Il killer di gatti aveva già colpito sette volte lo scorso inverno. Adesso ha ricominciato a preparare pappe letali e se ne sono andati altri otto mici. È la signora Itala Tonutti che tiene il conto dei randagi stecchiti. «Ogni mattina mi sveglio pregando di non trovarne altri - dice -. Ma ormai la mia colonia di randagini è stata sterminata. Hanno iniziato a ucciderli nell'autunno del 2008. Probabilmente davano fastidio a qualcuno, ma i mie gatti sono bravissimi, buoni e docili. L'anno scorso ho anche fatto denuncia contro ignoti, ma quest'anno ho un altro sospetto, ben più fondato, su un vicino che i gatti li odia proprio. Però poi una signora del paese mi ha detto che ce ne è un altro che si aggira con un sacchetto piccolo piccolo e quando passa i gatti muiono». La signora Itala abita in via Guasto 17, ha 60 anni e una strage del genere non l'ha mai vista. Negli ultimi giorni ha dovuto assistere alla sparizione di una gattona rossa, la Chicca della vicina, un gattino piccolo e grigio e poi un altro ancora.
«Io voglio che chi li ha uccisi si vergogni, fanno una fine atroce con quel veleno - dice -. Uno era stato anche buttato nel cassonetto e quando il ragazzo ha tentato di salvarlo lo ha graffiato perchè era già mezzo morto. Io li ho anche portati dal veterinario, ma non c'era niente da fare. Poi non le dico cosa ho trovato in casa. E' uno spettacolo orribile».
L'unica sopravvissuta «è una randagina con il pelo d'angora bianco e nero, altri due gatti li ho trovati morti a Natale con le pupille dilatate, paralizzati perchè il veleno impedisce di muoversi. L'ultimo rosso l'ho dato all'Asl da analizzare per vedere quale sostanza gli hanno dato. Io avrò speso 600 euro in veterinari, ma non è per quello che sto male. Hanno ucciso 14 gatti, più uno con un colpo alla testa:Un ragazzo ha smesso di mangiare, mia figlia sta male, tanta crudeltà contro bestie che non danno fastidio a nessuno. E io al mattino ho il terrore di svegliarmi e trovare qualche altra povera bestia agonizzante».


ROMAGNA NOI
28 FEBBRAIO 2010
 
Imola - Lotta a chi avvelena gli animali
Task force della Provincia bolognese per contrastare il fenomeno che ha già fatto diverse vittime nella valle del Santerno 
 
BOLOGNA - La Provincia di Bologna ha istituito il primo coordinamento operativo per contrastare l'avvelenamento degli animali, fenomeno che sta prendendo sempre più piede. Una decisione assunta nell’ambito del seminario promosso dalla Provincia (Servizi sanità e corpo di polizia) in collaborazione con il Corpo forestale dello Stato e su impulso del comitato provinciale per la tutela degli animali d’affezione diretto dall’assessore provinciale alla Sanità, Giuliano Barigazzi.
Il fenomeno è difficile da reprimere soprattutto nelle zone di campagna e di montagna. Sono a volte cacciatori, ma anche gente comune infastidita dalla presenza di gatti e cani randagi, a lasciare in giro le esche mortali: un reato grave quello dell’avvelenamento di cibi e acqua destinati al consumo e punibile penalmente.
Da questo meccanismo di controllo dovrebbe trarre benefici anche la Valle del Santerno che negli ultimi mesi ha visto crescere il fenomeno degli avvelenamenti e della caccia illegale. E’ a gennaio infatti che viene ritrovata la carcassa di un lupo nei pressi di Valsalva (l’autopsia conferma che l’animale è morto per emorragia da avvelenamento); nemmeno un mese dopo due cani da caccia, di proprietà di un cittadino di Casalfiumanese, muoiono dopo aver ingerito un boccone tossico (in quel caso i responsabili si erano appositamente introdotti all’interno del podere); infine, un paio di settimane fa, la polizia provinciale sventa un’operazione di bracconaggio (un uomo in Vallata viene sorpreso mentre tenta di catturare illegalmente alcuni uccellini appartenenti a specie protette).

KATAWEB
28 FEBBRAIO 2010
 
Il viaggio di Rocky il cane, 600 chilometri per tornare a casa
 
La fascia blu con la scritta "Al miglior amico dell'uomo" e la nomina virtuale a presidente del Consiglio comunale degli animali di Carrara, è stata consegnata stamani al cane Rocky, il pastore tedesco che ha percorso oltre 600 chilometri, da Salerno a Pisa per tornare dal suo padrone a Carrara. Rocky era stato rubato dai nomadi nel 2007 a Marina di Carrara ed era riuscito a tornare a casa da Salerno, via Pisa, dove lo aspettava ancora il suo padrone Ibrahim Fwal. La fascia blu gli è stata consegnata da Luca Ragoni, presidente del Consiglio comunale di Carrara. Alla cerimonia che si è svolta al campo "Feel Dog" di Avenza, hanno partecipato anche i bambini delle scuole elementari e numerosi padroni di cani con i loro animali (foto Massimino)
 
FOTO
http://mmedia.kataweb.it/foto/23311571/il-viaggio-di-rocky-il-cane-600-chilometri-per-tornare-a-casa

IL TIRRENO

28 FEBBRAIO 2010

 

Tre anni per tornare a casa, premiato Rocky

 

Cinzia Carpita

 

AVENZA (MS). Un protagonista di eccezione, ieri, nel centro addestramento Feel Dog di via Bolfano, della educatrice cinofila Francesca Granai. Il cane lupo Rocky, è stato premiato dal presidente del consilio comunale Luca Ragoni: che gli ha messo la fascia azzurra con scritto “Il migliore amico dell’uomo”. «Lo proclamiamo presidente del consiglio degli animali», ha detto scherzosamente Ragoni. La storia di Rocky sta facendo il giro del mondo: rubato tre anni fa al suo proprietario, Fwal Ibrahim di 49 anni che si definisce «siriano, musulmano, innamorato del suo cane», è riuscito a tornare a casa, facendo centinaia di chilometri. Un esempio di dedizione, di affetto incondizionato. Un feeling intenso fra i due: il siriano ora non lo perde più d’occhio, quando Rocky sta in giardino, da dove era sparito 3 anni fa.  Il centro Feel Dog ha ospitato la cerimonia, voluta dal Comune, con la collaborazione del Circolo Mary Poppins, la cui responsabile Francesca Del Frate ha donato al Ibrahim una targa con scritto “il cane è quello che c’è di meglio nell’uomo”. Fra gli applausi dei presenti: tante persone con i loro amici a quattro zampe, il presidente dell’Amia Gianenrico Spediacci, la comportamentalista veterinaria Federica Bertini, che collabora col centro cinofilo: «I cani - ha detto - nella loro testa hanno la mappa territoriale, grazie alla quale Rocky ha ritrovato la strada per tornare a casa».  Francesca Granai, che fa corsi educativi, ha spiegato quanto sia importante non solo l’educazione del cane, ma anche l’impegno dei proprietari a capire come ragionano gli animali, il loro linguaggio, i loro bisogni. Era presente anche Laura Paglini dell’Enpa, educatrice che segue un progetto pilota nel canile di Tavolara.  Mentre cani di varie razze, adulti e cuccioloni, si cimentavano con i proprietari in percorsi educativi nel prato, Rocky se ne stava seduto su una sedia, vicino al suo Ibrahim (che ha una ditta di forniture navali e lavora nel porto) che ha raccontato: «Quando è sparito, l’ho cercato per mesi, poi mi sono arrivate telefonate da Salerno, mi dicevano che il cane stava bene, poi riattaccavano. Poi mi hanno detto che era scappato». Non si sa come abbia vissuto il cane in quei tre anni, ma alla fine a Ibrahim è arrivata una chiamata dal canile di Massa, che un ragazzo a Ceparana aveva trovato Rocky (che ha il tatuaggio dell’anagrafe canina, perché il siriano lo aveva preso cucciolo, proprio al canile di Massa): «Sono andato a Ceparana, il cane era dentro l’auto del ragazzo, l’ho chiamato: ha fatto il terremoto dentro la macchina. Piangeva, piangevo. Non so dire cosa ho provato quando l’ho visto. Di colpo quei tre anni senza di lui, li ho cancellati: lui non è cambiato, l’unica stranezza è che ora butta il cibo fuori dalla ciotola e lo mangia per terra. I cani soffrono come noi, danno l’amicizia più bella, non tradiscono mai». Rocky presto verrà premiato in un’altra manifestazione a Ventimiglia.  Storie vere di cani: come quella dell’Akita Inu nel film con Richard Gere. E destini che si incrociano con quelli degli umani: come lo sgombero fatto dal Comune al Muraglione. Alcuni di quei cani, portati via per motivi igienico sanitari alla proprietaria disperata, sono già stati dati in adozione.


IL TIRRENO LIVORNO

28 FEBBRAIO 2010

 

SMARRIMENTI

 

SMARRITA GATTA GRIGIA. Stella bianca sul petto smarrita il giorno 18/2 in villa Mimbelli, chi la trovasse è pregato di telefonare allo 0586/805369.

http://persietrovati.blogspot.com/2010/03/livorno-smarrito-gatto-femmina.html

 

RUBATO SETTER.  Femmina sterile color bianco fegato chi avesse notizie tel. 0586/400983.

http://persietrovati.blogspot.com/2010/03/livorno-rubato-cane-setter-femmina.html

 

SMARRITO LABRADOR Maschio Nevo di 5 anni in zona Ardenza Mare data 25/2 chiunque lo trovasse o, lo avvistasse, è pregato di chiamare il 347/6137309 segni particolari ritrosa sul muso e cicatrice zampa posteriore.

http://persietrovati.blogspot.com/2010/03/ardenza-mare-li-smarrito-cane-labrador.html

 

SMARRITA FEMMINA DI GOLDEN RETRIVER.  Taglia media, colore oro risponde al nome di Roxy chi avesse informazioni chiami 335/374537.

http://persietrovati.blogspot.com/2010/03/livorno-smarrito-cane-golden-retriever.htm


ADN KRONOS
28 FEBBRAIO 2010
 
Animali: Aidaa, denuncia collettiva e ronde telematiche contro maltrattamento cani
 
Milano - Sono centinaia le persone che hanno aderito alla proposta del Tribunale degli Animali di Aidaa e che in questi giorni stanno denunciando alla polizia postale e alla procura della repubblica di Milano la presenza in rete di un video nel quale due persone di origine orientale uccidono un cane dopo averlo seviziato. ''Per la prima volta dopo tanto tempo il popolo della rete avvia una vera e propria azione di denuncia penale collettiva per chiedere di individuare e punire le autrici del maltrattamento ma si chiede al giudice anche di ordinare l'oscuramento di questo video e degli altri video che contengono reati contro gli animali perseguendone i responsabili e coloro che li ospitano sulle loro piattaforme'', spiega l'Aidaa.

IL TIRRENO

28 FEBBRAIO 2010

 

Lorenzini: «Occorre aumentare il numero di cervi da abbattere»

 

MONTEMURLO (PO). Si è tenuto venerdì scorso l’incontro del sindaco del Comune di Montemurlo Mauro Lorenzini, il vice sindaco Nicola Ciolini e l’assessore a Sport, Caccia e Pesca Gianluca Giancaterino con agricoltori e proprietari di terreni a Cicignano che hanno ribadito i disagi causati dalla questione dei numerosi cervi che popolano la zona danneggiandola. «È massimo l’impegno - ha dichiarato Lorenzini - a dare il nostro supporto per risolvere il problema. Per questo ho richiesto un incontro con gli assessori provinciali e regionali così da stabilire come possiamo agire, penso comunque che sarà necessario aumentare la caccia selettiva oltre la soglia dei 140 animali stimati da abbattere».


IL TIRRENO

28 FEBBRAIO 2010

 

Nell'auto portava 100 uccelli protetti

 

SAMBUCA (FI). C’è chi ci tiene i bagagli, oppure la ruota di scorta. Ma i carabinieri di Sambuca quando hanno aperto il bagagliaio dell’auto di M.F., pistoiese di 45 anni, hanno trovato 120 uccelli chiusi in quattro gabbie, tutti appartenenti a specie protette. Il fatto è successo intorno alla mezzanotte di mercoledì scorso.  I carabinieri in servizio hanno proceduto ad un controllo della vettura e nell’aprire il bagagliaio si sono trovati davanti quattro gabbie di legno che contenevano 120 uccelli di specie protetta senza cibo né acqua. Nel particolare le specie sono verdoni, frisoni, fringuelli e lucherini. I carabinieri di Sambuca, che dipendono dalla Compagnia di S.Marcello, si sono trovati davanti ad un reato ambientale. Per questo motivo all’operazione ha partecipato anche personale della polizia provinciale di Pistoia. I volatili, dapprima sequestrati, sono stati quasi subito liberati in un’area protetta del territorio di Sambuca. Probabilmente M.F. era riuscito a catturare questo numero elevato di uccelli protetti con accorgimenti particolari e tutto fa pensare che sapesse già a chi rivendere la preziosa merce. Ma il suo piano non aveva messo in conto l’attività preziosa degli uomini dell’Arma, che sono riusciti a fermare un traffico illecito. L’uomo fermato è stato denunciato per maltrattamenti agli animali e violazione delle leggi speciali sulla detenzione di specie protette, essendo il commercio e il possesso di questo tipo di fauna regolamentata da precise norme per la tutela delle specie.


L'ARENA GIORNALE DI VERONA
28 FEBBRAIO 2010
 
Il tappeto di orso bianco fa infuriare gli animalisti «Esposizione immorale»
 
 
VERONA - Pellicce vere e finte per confezionare mobili, abiti e tappeti. E gli animalisti s’arrabbiano. A Luxury&Yachts, la fiera dedicata al lusso che si sta svolgendo in Fiera, in uno stand di antiquariato è esposto anche un tappeto d’orso bianco autentico. Infuriati gli animalisti che etichettano senza mezzi termini l’esibizione come «lusso inaccettabile». Firmato Gaia&Ambiente, che precisa:«Esporre quel che resta di un animale ora protetto perché in via di estinzione è immorale».
Gli animalisti avevano anche protestato per l’esposizione di alcune casseforti in pelle di pitone. Per queste e per l’orso bianco arriva la precisazione dall’organizzazione di Luxury&Yachts:«Facciamo presente che le cassaforti esposte sono tutte in ecopelle (cioè finta, ndr). Per quanto riguarda il tappeto in pelle d’orso, a detta dell’espositore, l’orso è stato cacciato 15 anni fra, prima del divieto di caccia per questa specie, ora, protetta. Teniamo a precisare che non siamo comunque responsabili di quanto esposto in fiera dagli espositori».
Intanto ieri Luxury&Yachts ha registrato un afflusso eccezionale di visitatori provenienti da diverse regioni italiane, in particolare dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna. Secondo le prime stime, la rassegna del lusso, che chiuderà i battenti domani, ha già superato il 30 per cento di visitatori rispetto all’ultima edizione. Tra le particolarità l’omaggio a Gianni Versace nella mostra «Tribute to italian fashion and luxury» curata da Franco Jacassi che espone abiti e accessori vintage appartenenti al suo archivio personale.

L'ARENA GIORNALE DI VERONA
28 FEBBRAIO 2010
 
QUALE LUSSO?
La pelle dell’orso
 
A Luxury & Yachts, la manifestazione dedicata al lusso ospitata dalla Fiera di Verona, in uno degli stand, in bella mostra, anche il tappeto di pelliccia autentica, con testa e bocca rigorosamente spalancata, di un orso bianco. Come è noto, questo magnifico animale è protetto, perché specie a rischio di estinzione visto la riduzione dei ghiacciai, ed è davvero inaccettabile che in Fiera, in nome di un presunto lusso, quando in realtà si tratta solo di bieca arroganza, insensibilità e ignoranza, venga esposto a mo' di trofeo quel che resta di un animale imponente e meraviglioso che per nessun motivo dovrebbe rappresentare per gli stupidi umani un accessorio di lusso per abbellire la propria casa.
Oltre a questo sempre in nome del lusso, cassaforti ricoperte di pelo, una vera vergogna.
Elena Maggioni  VERONA

POUR FEMME
28 FEBBRAIO 2010
 
Fendi, sfilata autunno inverno 2010 2011
 
 
La stagione autunno inverno 2010 2011 vede il grande ritorno della pelliccia, io sinceramente non sono affatto d’accordo con chi usa le pelliccie, mi trovo molto più vicina agli animalisti che ai grandi designer di moda che hanno fatto della pelliccia il must in tutte le loro collezioni a cominciare dal mio adorato Marc Jacobs per poi arrivare a Fendi, di cui ci occupiamo proprio oggi. Fendi propone una collezione che mi ha un pò delusa, decisamente peggio di quella Prada che non mi aveva entusiasmata. Le pelliccie trionfano baldandose in tutta la collezione Fendi, abbiamo pelliccia di lince, il visone biondo coniugato al coccodrillo color ghiaccio, il gilet sette/ottavi, i colli sontuosi. E’ un vero peccato vedere come le tante proteste e le mille manifestazioni siano servite a poco perchè la collezione Fendi è tutto un susseguirsi di breitschwanz, volpi, visoni e zibellini che un tempo camminavano sui loro piedini e che adesso sono diventati colletti, polsini o parti di elaborati incastri grafici.E’ un lusso gridato ed ostentato quello nato da Karl Lagerfield per Fendi, cappotti in pelliccia, leggings da abbinate a cappe ampie a trapezio e con forme voluttuose e femminili. La borsa protagonista è ancora una volta la Peek-a-Boo, stavolta proposta in giallo e con applicazioni in altre colori moda. La nuova collezione Fendi è lusso allo stato puro, che però a suon di pelliccie a me non sta bene. Voi che ne pensate?
 
Per scrivere un commento
http://moda.pourfemme.it/articolo/fendi-sfilata-autunno-inverno-2010-2011/1371/

GIORNALE DI VICENZA
28 FEBBRAIO 2010
 
Trovano un padrone i cavalli abbandonati sotto la neve e al gelo
TONEZZA (VI). Da mesi due animali sono in recinto
 
Uno dei cavalli sulla neve
 
Giovanni Matteo Filosofo
 
TONEZZA (VI) - Forse sarà proprio grazie al suo interessamento se due cavalli, da settimane abbandonati in un prato recintato alle porte del paese, troveranno finalmente un'adeguata sistemazione. E questo, evitando di morire di freddo e di fame.
Antonia Discotto di Schio, già due settimane fa, salendo in auto a Tonezza, fermatasi al distributore di carburante, aveva notato due cavalli intirizziti dal gelo, in una tormenta di neve. Le avevano detto che il loro proprietario, per guai giudiziari era finito in carcere e che da allora i due animali vivevano lì, senza una protezione né una mangiatoia.
Mossa da pietà e percepita una diffusa indifferenza, ha prima contattato la Forestale di Arsiero, poi il sindaco Amerigo Dalla Via, e il servizio veterinario di Thiene, non ricevendo rassicurazioni per la messa in salvo dei due quadrupedi. Animali che, nel frattempo, erano diventati magri, deboli e macilenti. Qualcosa si è però mosso. Nei giorni scorsi, infatti, un veterinario dell'Ulss 4, recatosi sul posto, ha effettuato prelievi di sangue ai due cavalli. Ora si aspetta l'esito. Se tutto sarà a posto, i due equini saranno prelevati da un padovano, che ha deciso di acquistarli, ponendo, così fine alla loro triste sorte. Nel frattempo, pare che altri due cavalli si siano aggiunti nel recinto a quelli già presenti.

VIDEO MEDIASET
28 FEBBRAIO 2010
 
ZHORA SCIMPANZE' ALCOLIZZATO
 
http://www.video.mediaset.it/video/studioaperto/edizione_servizio/157003/ecco-il-dramma-di-zhora-lo-scimpanze-alcolizzato.html

IL PICCOLO TRIESTE

28 FEBBRAIO 2010

 

Morta anche Pulcinella, l’ultima pinguina L’Acquario resta senza beniamini in frac

 

di SILVIO MARANZANA

 

Se n’è andata anche Pulcinella, l’ultimo pinguino dell’Acquario. Dopo la scomparsa di suo papà Zigo nel 2008 era rimasta da sola a costituire la principale attrazione per bambini e turisti nel piccolo impianto triestino che già da anni attende di essere sostituito da un ambizioso Parco del mare di cui però non c’è neanche il progetto. E con Pulcinella rischia di essersi definitivamente estinta anche la dinastia dei pinguini ”triestini”, una storia nota ben al di fuori dei confini cittadini durata quasi sessant’anni perché incominciata nel lontano 1953 con il mitico Marco rapito, come si legge a fianco, a Città del Capo, da un nostromo del Lloyd Triestino. Si sospetta che ad uccidere Pulcinella, pinguino femmina di 14 anni, sia stata una crisi renale innescata dall’invecchiamento e acutizzatasi nel periodo di digiuno che accompagna la muta di fine inverno per questa specie di animali. Comunque, come sottolinea anche una nota del Comune, le verrà fatta l’autopsia. La strada per trovare rapidamente nuovi pinguini che trovino casa a Trieste per continuare una tradizione ormai lunga, oltre che originale e simpatica, è piena di ostacoli e rischia di farsi impraticabile. Quelli che si sono susseguiti nell’Acquario infatti non sono mai stati acquistati con l’intento di farli vivere in cattività, bensì dopo Marco, sono arrivati tutti tramite donazioni del Governo sudafricano, di privati, oppure sono nati proprio a Trieste, dopo essersi riprodotti nell’Acquario. Però i pinguini sudafricani a causa del surriscaldamento, dell’inquinamento, dell’esaurirsi delle riserve di pesca nel corso di un secolo si sono drasticamente ridotti passando da un milione e mezzo di esemplari a meno di 60 mila di oggi. Di conseguenza sono stati posti sotto tutela ed è molto difficile che il Governo sudafricano acconsenta a una nuova donazione. E comunque il Comune di Trieste non intende recludere animali protetti e ormai rari. Una soluzione potrebbe essere quella di individuare esemplari che si trovano già in cattività e quindi non liberabili in natura. Bisognerebbe però acquisirne almeno un paio, meglio se quattro, per non farli vivere in solitudine. Si potrebbe anche ricorrere a una specie simile, ma che non rischia l’estinzione, come quella del pinguino sudamericano della Terra del Fuoco. Questi animali sono però abituati a climi molto più freddi rispetto ai pinguini sudafricani e per ospitarli sarebbe necessario operare cambiamenti radicali nella sala centrale dell’Acquario triestino con complessi interventi di climatizzazione della vasca, mutando l’ambientazione generale verso atmosfere più gelide. Il rischio che la storia dei pinguini sia alla fine è forte. Di Marco, che scorazzava liberamente per le sale interne, si ricorda qualche passeggiata sulle Rive o addirittura in piazza Unità, opportunamente accompagnato da qualche curatore scientifico, e su di lui sono anche fiorite simpatiche barzellette. Quando era stanco si sdraiava a bordo vasca e si faceva anche prendere in braccio da chi lo conosceva meglio. Fraternizzava più con gli uomini che con i pinguini. Nel luglio 1964 a fargli compagnia erano arrivati due esemplari della sua stessa specie: Max e Lily, con i quali però non aveva mai legato. È morto nel 1985, dopo oltre 32 anni trascorsi a Trieste, stabilendo una specie di record mondiale di longevità. L’anno dopo, a rimpiazzare un triste vuoto, erano giunti all’Acquario Zigo e Zago e subito avevano a propria volta sviluppato un forte sentimento di amicizia soprattutto con i bambini. La coppia nel 1989 aveva dato alla luce un cucciolo e per battezzarlo ”Il Piccolo” aveva lanciato un referendum tra i lettori. Alla fine era risultato vincente il nome di Domino. Infine, nel 1996 era nata una seconda figlia, Pulcinella appunto. Molti cittadini avevano protestato per la zona angusta in cui i quattro pinguini erano costretti a vivere tanto da indurre il Comune nel 1998 a ristrutturare uno spazio più ampio tutto per loro. Poi Zago e Domino sono morti, nel 2008 a 23 anni se n’è andato Zigo. Con l’addio di Pulcinella si chiude un’epoca.


IL TIRRENO

28 FEBBRAIO 2010

 

Il cane muore, donna multata

 

PISA. Lo sfortunato protagonista di questa piccola storia giudiziaria è un rottweiler, ma per favore non balzate a conclusioni affrettate. L’unica cosa sbagliata che ha fatto l’animale è stata di scappare in mezzo alla strada. Così facendo ha causato un incidente stradale nel quale ha perso la vita. E che è costato una multa alla sua padrona, o almeno ex padrona.  Lei ha proposto invano ricorso, prima in prefettura e poi al giudice di pace: il dottor Marcello Tucceri Cimini (sentenza 3924/09) ha confermato la validità della sanzione, elevata l’anno scorso dalla polizia stradale.  Alla signora era stata inflitta la sanzione pecuniaria prevista dall’articolo 672 del codice penale per «omessa custodia e malgoverno di animali» in quanto un cane rottweiler, a lei affidato dal proprietario, aveva causato un incidente stradale.  La donna ha presentato ricorso ma «le doglianze del ricorrente - afferma il giudice - non appaiono meritevoli di accoglimento. Infatti, la stessa lamenta che nel precedente ricorso al prefetto non è stato tenuto conto del fatto che la stessa non fosse da considerarsi in nessun modo affidataria del cane, e che quanto dichiarato dalla stessa al momento dell’incidente fu dichiarato in un momento di totale confusione».  Il cane, il 13 gennaio 2009, vagando sulla sede stradale, aveva provocato un sinistro stradale. Gli agenti intervenuti cercavano un indizio che permettesse loro di risalire a chi appartenesse l’animale, deceduto nella circostanza; accorsa sul luogo del sinistro, la donna riferiva di essere in cerca del cane, che era sfuggito alla sua custodia in quanto affidatole dall’ex marito. Gli agenti, terminata la constatazione del sinistro, procedevano alla contestazione della violazione alla donna, contestazione che il giudice ha valutato perfettamente legittima.


LA TRIBUNA DI TREVISO

28 FEBBRAIO 2010

 

IN CENTRO

Cane semina panico in piazza Negrelli

 

MONTEBELLUNA (TV) -  Paura ieri mattina per la presenza di un cane lupo che scorazzava libero per piazza Negrelli. Niente guinzaglio, nessuna museruola, neppure l’ombra del possibile proprietario nei paraggi. A evitare rischi ha provveduto un agente della polizia locale fuori servizio che, visto il cane, è riuscito a bloccarlo in una stradina e ha avvertito i colleghi della centrale della presenza dell’animale. Dal comando è stato chiesto l’intervento di un accalappiacani per prendere l’animale e trasferirlo al servizio veterinario in attesa di risalire al proprietario.


LA ZAMPA.IT
28 FEBBRAIO 2010
 
Al via la stagione della prevenzione, visite gratis per cani e gatti
Dal primo al 31 marzo, sono disponibili 3300 medici veterinari
 

Visite gratuite per gli amici a quattro zampe da un estremo all’altro della Penisola. Parte lunedì 1° marzo la quinta edizione della "Stagione della Prevenzione", la campagna promossa dall’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi) e da Hill’s Pet Nutrition, con il patrocinio della Federazione nazionale ordini veterinari (Fnovi) e del ministero della Salute. Per tutto il mese di marzo l’iniziativa offrirà ai proprietari di cani e gatti la possibilità di far visitare gratuitamente il proprio amico a quattro zampe presso una delle 3.300 strutture veterinarie dislocate sull’intero territorio nazionale.
Collegandosi al sito
www.stagionedellaprevenzione.it o telefonando al numero verde 800189612, sarà possibile identificare il nominativo del medico veterinario più comodo e prenotare, attraverso la struttura veterinaria scelta, la visita di controllo gratuita, offerta dai medici veterinari associati ad Anmvi.
Anche quest’anno, sottolinea una nota, l’iniziativa pone l’accento sull’importanza della prevenzione come elemento cardine per la salute e il benessere degli animali e delle persone che li circondano. Stagione della Prevenzione vuole sottolineare infatti come affidarsi alla consulenza del Medico Veterinario corrisponda ad un atteggiamento responsabile, che non ha effetto solo all’interno delle proprie mura domestiche ma tocca e tutela diffusamente la salute pubblica. Un proprietario reso consapevole, infatti, è in grado di garantire una corretta convivenza sociale uomo-animale.
I disturbi più comuni e diffusi tra cani e gatti, come intolleranze, allergie, problemi dentali, se non identificati e curati per tempo, possono degenerare in vere e proprie malattie. Ad esempio, un problema articolare trascurato su cui non viene definito il corretto intervento, come un adeguato esercizio fisico e una specifica alimentazione, nel tempo può portare fino all’immobilità dell’animale.
Il successo della "Stagione della Prevenzione" nel creare, supportare e diffondere la cultura del controllo sanitario è testimoniata, nel tempo, dal progressivo incremento delle adesioni, sia da parte dei medici veterinari (passati da 2.558 nel 2008 a ben 2.831 del 2009, per arrivare ai 3.300 di questa edizione), sia da parte dei proprietari degli animali da compagnia, che hanno sottoposto a visita di controllo ben 14mila esemplari, un numero in crescita del 40% rispetto alla precedente edizione.
«La prevenzione veterinaria è un traguardo culturale a tre: proprietario, animale e medico veterinario - spiega Carlo Scotti, presidente senior di Anmvi -. Attraverso l’animale, il medico veterinario entra in relazione con la società e agisce sui suoi diritti e sui suoi bisogni, diventando un mediatore imprescindibile del rapporto uomo-animale. Questo traguardo culturale va di pari passo con il progressivo innalzamento della considerazione etica e giuridica dell’animale e delle conoscenze scientifiche. Il medico veterinario, che per la ’Stagione della Prevenzionè si è reso disponibile a effettuare visite gratuite - conclude Scotti - è un consulente prezioso per gettare le basi di un rapporto duraturo con l’animale».

LA VOCE
28 FEBBRAIO 2010
 
Salute degli animali da compagnia
Marzo, mese della prevenzione per cani e gatti
Consulenze gratuite in piu' di tremila strutture
 
Laura Vergani
 
Milano – L’attenzione per la salute non vale solo per gli uomini e marzo sarà il mese della prevenzione anche per cani e gatti. Per tutto il mese, 3.300 strutture veterinarie saranno aperte e offriranno gratuitamente consulenze per la prevenzione di allergie, intolleranze, problemi ai denti o alle articolazioni.
La campagna è al suo quinto anno di svolgimento ed è promossa dall'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani e da Hill's Pet Nutrition, con il patrocinio della Federazione nazionale ordini veterinari e del ministero della Salute. A questa edizione aderiscono 3.300 veterinari, contro i 2.558.
Nel 2009 nelle 2.831 strutture che hanno aderito all’iniziativa sono stati visitati 14.000 animali, con un incremento del 40% rispetto all’anno precedente.
Secondo i dati forniti dall’Associazione Nazionale tra le Imprese per l'Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia, Eurispes e ministero della Salute, il 33% delle famiglie italiane ospita un cane o un gatto. Per prenotare una visita è sufficiente consultare il sito www.stagionedellaprevenzione.it o telefonare al numero 800189612.

ADN KRONOS
28 FEBBRAIO 2010
 

Dall'orca all'ippopotamo, i rischi della convivenza forzata con l'uomo

Roma - (Ign) - Gli esperti assolvono Tikilum che ha trascinato l'addestratrice del SeaWordl di Orlando affogandola perché "avrebbe semplicemente risposto a un istinto di caccia". Il direttore generale della Fondazione Bioparco di Roma: "Ho vissuto un'esperienza terribile con un ippopotamo. Voleva giocare e avrebbe potuto uccidermi". Il veterinario: "Era vestita di nero e probabilmente l'ha scambiata per una preda". L'etologo: "Non sanno commisurare la loro forza alla fragilità dell'essere umano". L'addestratrice: "Spesso c'è un errore di comunicazione"

 

Roma - Tradiscono l'uomo, ma non la loro natura. A pochi giorni dalla morte di Dawn Brancheau, gli esperti sono unanimi nel non voler dare alcuna colpa all'orca Tikilum che ha soltanto ha risposto a un istinto di caccia. Di più. L'opinione comune è che l'animale abbia trascinato l'addestratrice del SeaWordl di Orlando affogandola perché avrebbe voluto fare un gioco. Certo non s'immaginava che un uomo potesse sopravvivere così poco sott'acqua. Le orche possono resistere fino venti anche trenta minuti. Non si tratta di un episodio isolato. Nel dicembre dell'anno scorso fu sempre un suo simile a uccidere il suo addestratore a Tenerife. Non sono solo le orche a poter 'fare giochi pericolosi'. Squali, tigri, orsi, ma anche quelli che sembrano innocui ippopotami. A raccontarci in esclusiva la sua esperienza è stato Tullio Scotti, direttore generale della Fondazione Bioparco di Roma. "Ho rischiato grosso proprio con un ippopotamo - racconta - . Era tranquilla, mi guardava con i suoi occhioni e mi è venuta voglia di avvicinarmi. Lei per gioco ha fatto altrettanto e me lo sono ritrovato 'troppo vicino'. E' un animale del peso di diverse centinaia di chili. Ho dovuto fare un bel balzo". "Comunque capita che qualche animale aggredisca - aggiunge- . Capita anche a loro di essere nervosi perché magari hanno il mal di denti e non è sempre semplice diagnosticarlo, oppure per il tempo. Sembra strano, ma anche le bestiole sono meteopatiche". Della stessa opinione anche il veterinario, specializzato nella cura di animali esotici ed è molto richiesto dai circhi principali. "Ci sono dei momenti nei quali gli animali seguono le leggi di madre natura - spiega il veterinario Maurizio Chiesa, specializzato nella cura degli animali esotici, a IGN, testata online dell'Adnkronos - chiunque guardi un documentario si rende conto che le orche spiaggiano per prendere una foca. La domatrice aveva una tuta nera. E' scattato l'istinto di caccia". Non a tutti va bene come a Keiko, la protagonista di 'Free Willy' che prima viene catturata, ma poi arriva il classico lieto fine e viene liberata. "Potrebbe essere anche intervenuta una variante rispetto alla metodica classica come un intervento del pubblico o un riflesso dell'acqua che l'ha portata a immaginare di essere nel mare aperto". Incidenti di questo genere capitano anche nei circhi. E' capitato a Stefano, figlio di Moira Orfei nel dicembre dell'anno scorso che è stato azzannato a una spalla da una tigre. Una tragedia sfiorata per fortuna. Non è stato il primo caso di aggressione e non sarà neanche l'ultimo, precisa il professor Danilo Mainardi a IGN, testata online dell'Adnkronos. "La mia sensazione è che gli animali non sappiano commisurare la loro forza alla fragilità dell'essere umano". Non è ovviamente 'colpa' loro. Nascono liberi e si ritrovano in cattività: fuori dal loro ambiente naturale. "Più che altro si tratta di noia, il desiderio di riempire il tempo e in particolare si tratta molto probabilmente di 'un gioco di predazione. I delfini, le orche e i cetacei sono animali molto sociali e altruisti con la nostra specie tanto che spesso e in modo pericoloso ci coinvolgono nelle loro attività".Gli stessi comportamenti, ma 'in piccolo' si possono notare anche tra le nostre mura domestiche. Sia per chi ha scelto di avere la compagnia di un gatto che di un cane nell'eterna lotta tra chi preferisce trovare al suo ritorno l'accoglienza di Fido o del suo nemico. "L'animale non ha gli stessi tipi di sentimenti e di pensieri che può avere un essere umano - dice Gaia Bay Rossi, addestratrice cinofila del centro Indiana Kayowa - . Spesso quando un animale 'tradisce' il proprio padrone è perché c'è stata una mancata comunicazione. Si instaura una sorta di gerarchia per cui l'uomo può essere visto come un pari grado o addirittura un sottoposto. Bisognerebbe essere in grado di interpretare i comportamenti. L'aggressività è l'ultimo stadio. Si avverte prima da migliaia di segnali che bisogna imparare a saper interpretare". Comunicare con gli animali non è semplice. E se non si è stati abituati da piccoli ad avere un rapporto corretto spesso nascono problemi. Per venire incontro a chi 'non ha un feeling immediato' con il cucciolo, la Lega Anti Vivisezione (LAV) ha pubblicato due dizionari. Dopo il successo del 'Dizionario bilingue Italiano/Gatto e Gatto/Italiano', hanno deciso di offrire anche un codice di lettura anche del linguaggio di Fido. "Si potrà acquistare dal 10 marzo - ha detto il presidente LAV, Gianluca Felicetti - e ci aspettiamo di bissare i risultati della prima pubblicazione". Nel mondo del migliore amico dell'uomo la parola ha meno importanza di altri mezzi di comunicazione. Fondamentale è il ruolo degli odori, dei gesti, degli sguardi, oltre alla mimica, al ritmo e alla tonalità della voce. I testi sono di Roberto Marchesini, etologo e studioso di scienze biologiche con la collaborazione del medico veterinario Jean Cuvelier. A occuparsi della parte giuridica è stata invece Ilaria Innocenti, responsabile nazionale 'Settore Cani e Gatti' della LAV. Per rendere la lettura più scorrevole ci sono anche un centinaio di vignette di Christophe Besse che illustrano momenti salienti di questo antichissimo rapporto con il cane. Nella prima parte del dizionario Cane-Italiano sono presentate situazioni in cui il cane invia un messaggio al proprio padrone, rivolgendosi a lui secondo il suo linguaggio. La seconda parte, Italiano-Cane, presenta situazioni in cui è l'uomo cercare di far capire qualcosa all'animale come "seduto" oppure "prendi il giornale" e spiega come esso viene decodificato dal suo fedelissimo amico. Nella terza parte, Cane-Cane invece si cerca di 'fare il miracolo. Tradurre nel nostro linguaggio 'le conversazioni' tra simili.


ECOLOGIAE
28 FEBBRAIO 2010
 
BIOTECNOLOGIE, IN FUTURO CARNE GENETICAMENTE MODIFICATA
 
Stando alle stime di alcuni studiosi, la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi di persone entro il 2030, il che rappresenterà una delle sfide più importanti per l’agricoltura che dovrà fornire cibo sufficiente per soddisfare la domanda, secondo quanto sostiene Rod Hill, uno scienzato della University of Idaho, che si occupa di scienze animali.Hill e Larry Branen, suo collega della Idaho che studia invece scienze alimentari, hanno organizzato un simposio nel corso del meeting annuale dell’American Association for the Advancement of Science iniziato il 17 febbraio scorso, per studiare i modi in cui la biotecnologia potrebbe fornire animali sani in quantitativi abbondanti in modo da garantire gli alimenti necessari per soddisfare le esigenze future.La biologia sintetica, le nanotecnologie, l’ingegneria genetica e le altre applicazioni delle biotecnologie – e il ruolo dell’opinione pubblica nel determinare i loro usi accettabili – sono stati i temi affrontati durante i lavori della conferenza.
L’obiettivo era quello di favorire un dialogo fra scienziati e il pubblico, poco propenso solitamente a organismi geneticamente modificati.
Ci sarà una sfida importante per l’agricoltura e la scienza è tenuta a fornire il suo apporto, lavorando per creare cibi sani, nutrienti e adeguati alle esigenze di una popolazione in rapida crescita nei prossimi decenni -ha detto Hill.Una questione fondamentale -ha poi proseguito- è se la Terra possa continuare a fornire cibo a sufficienza, senza il supporto tecnologico. La storia della civiltà e dell’agricoltura nel corso degli ultimi 10.000 anni suggeriscono il contrario.Una produzione alimentare così massiccia senza l’apporto delle biotecnologie è un ideale irraggiungibile – la società attuale è prevenuta sugli interventi tecnologici alla base della rivoluzione agricola che sarebbe invece in grado di nutrire il mondo.

BRESCIA OGGI
28 FEBBRAIO 2010
 
Un'azienda di Quinzano salva la mucca in via di estinzione
IL PROGETTO. Nel mondo ne esistono meno di 500 capi: 80 sono nell'allevamento della famiglia Cornetti
Grazie alla fecondazione assistita e al seme congelato di un toro morto 30 anni fa, la razza Bianca Valpadana «muggisce» ancora
 
Una splendida vacca Bianca Valpadana dell'allevamento Cornetti
 
Pietro Gorlani
 
QUINZANO (BS) - Era una razza di vacca da latte condannata all'estinzione ma le tecnologie zootecniche e l'esperienza di una famiglia di allevatori di Quinzano la sta salvando dall'oblio.
In tutto il mondo sono rimasti meno di cinquecento esemplari di mucca Bianca Valpadana, per lo più concentrati nelle provincie di Modena e Reggio Emilia. Ma come si diceva, grazie al progetto avviato dell'azienda agricola Cornetti in accordo con il ministero dell'Agricoltura la bianca «macchina» da latte con le corna è tornata a muggire e produrre anche nella Bassa. Miracoli della crioconservazione, ovvero delle provviste di sperma congelate di un toro scomparso 30 anni fa. Attraverso la fecondazione assistita la stalla dei Cornetti contano 80 capi. Si tratta di un bovino che produce la metà del latte di una frisona (la classica mucca bianca e nera) ma la cui longevità e qualità della carne è nettamente superiore. Merito anche della dieta selezionata studiata dagli allevatori di Quinzano: niente soia d'importazione, niente semi di cotone o colza, che rendono il latte iperproteico e sforzano all'inverosimile l'animale: niente inni insomma alla iperproduttività. Alla filosofia della quantità si preferisce quella della qualità, con latte speciale, visto che le vacche si nutrono con loietto, trifoglio, triticale, e un'erba dal nome alchemico: veccia di Narbona. Il progetto zootecnico dei Cornetti sarà protagonista di un servizio televisivo in onda nella puntata odierna di Melaverde, la trasmissione di Rete 4 dedicata alle eccellenze agricole italiane.Come mai un'azienda agricola con 300 piò, circa 450 vacche da latte, allevamenti di suini, ha deciso di imboccare questo progetto? «L'idea ha folgorato mio fratello Sandro - spiega Giuseppe Cornetti, agronomo -; quando era bambino nella stalla c'era una sola vacca di quella razza. Otto anni si è messo in testa di allevare quella razza e ha trovato una stalla di sole bianche Valpadane in Emilia, a Mezzani, vicino a Brescello. Nel vederle ha pianto». Da lì poi è iniziato tutto. La prima vacca arrivata otto anni fa a Quinzano si chiama Fiocco di Neve. E' ancora sana ed in forma più che mai. «E' proprio questa la differenza tra la bianca Valpadana e la Frisona - prosegue Giuseppe - , sono bestie più sane, più longeve, sicuramente anche perché meno forzate. Basti pensare che per il macello la bianca Valpadana al 70% risulta di prima scelta; in una stalla di frisone il 70% è di seconda o terza». Del foraggio di prima qualità abbiamo già detto: «Eravamo stanchi di dipendere dai mercati esteri per sfamare le nostre bestie - chiudono i Cornetti -, visto che la soia è tutta di importazione e tutta Ogm. Essendo contrari agli organismi geneticamente modificati, alle nostre bestie diamo il nostro mais e il nostro foraggio; abbiamo diminuito l'apporto di proteine dalla dieta, da un 16 a un 12 percento. La bestia è meno forzata». Un progetto che paga? La carne gode di un'ottima quotazione. Ma i Cornetti puntano anche ad un diverso riconoscimento economico del latte: se la maggiore qualità del prodotto e le alte concentrazioni di calcio fossero dimostrata dagli studi in corso al ministero delle Politiche agricole (il responsabile del dicastero Luca Zaia ha visitato l'azienda), allora l'audacia bassaiola verrebbe premiata anche con i danè.

IL TIRRENO

28 FEBBRAIO 2010

 

Tre cagnolini salvati dall’asta

 

PISTOIA. L’aspetto è quello che è. E anche la salute non è certo delle migliori. D’altra parte non hanno mai avuto neppure un nome i tre bastardini che, da venerdì pomeriggio, sono ospiti del “Rifugio del cane” di Pistoia. Al canile gestito in città dall’Enpa, hanno trovato cure e cibo, e, soprattutto, la speranza di un futuro dignitoso in qualche famiglia che vorrà adottarli. Ma per farli uscire dallo stato di degrado in cui avevano vissuto fino al giorno prima c’è voluto addirittura l’avvocato.  Per poterli sottrarre al vecchio proprietario, che non era in grado di prendersi cura di loro (così come dell’altra quindicina di cani che ancora ha), il legale - l’avvocato pistoiese Pamela Bonaiuti - è ricorso al pignoramento dei tre bastardini con la conseguente vendita giudiziaria all’asta e l’acquisto da parte di una donna, particolarmente amante degli animali, che si è offerta di sborsare quasi 500 euro per portarli in salvo e affidarli ai volontari del canile.  Ma andiamo per ordine.  Siamo sulle colline di Vinacciano, nel comune di Serravalle Pistoiese. Qui, da anni, due anziani pensionati, che vivono in una colonica, sono al centro delle proteste dei vicini e delle ordinanze del Comune per via delle decine di cani lasciati liberi di scorrazzare qua e là: veri e propri branchi allo stato quasi selvatico. Dal 1998, quando, avendo già un pastore tedesco, adottarono una bastardina abbandonata incinta e un altro cane, sono arrivati a possederne nel giro di qualche anno anche più di cento, a causa degli accoppiamenti incontrollati. Tutti, comprensibilmente, malnutriti e malati per via delle ristrettezze economiche dei due anziani.  I sopralluoghi dell’Asl e le ordinanze del Comune servono nel tempo a far diminuire il numero dei cani e a far sterilizzare tutte le femmine, ma i problemi, di sicurezza e sanitari, restano.  Nel 2007 un vicino sporge denuncia, dopo che la sua compagna viene morsa ad un polpaccio. L’anziano padrone finisce in tribunale accusato di disturbo del riposo delle persone di inosservanza delle ordinanze che imponevano di ricoverare i cani in zone recintate e di danneggiamento ai danni delle proprietà confinanti.  L’imputato patteggia una pena pecuniaria di alcune centinaia di euro ma il giudice lo condanna anche al pagamento delle spese legali sostenute dalla parte civile (circa 2.000 euro), rappresentata, appunto, dall’avvocato Pamela Bonaiuti. E quando l’anziano, nonostante il decreto ingiuntivo, non paga (sempre a cause delle sue ristrettezze economiche), il legale coglie la palla al balzo.  Il suo obiettivo è duplice: sottrarre almeno qualcuno dei cani - come detto in condizioni fisiche precarie - al proprietario; riportare un po’ di tranquillità e sicurezza tra gli abitanti della zona. Per questo chiede e ottiene dall’ufficiale giudiziario il pignoramento di 5 cani. Un procedimento in tutto e per tutto uguale a quello seguito quando, ad esempio, non viene pagata la rata di un’auto e il tribunale provvede a pignorare i mobili di casa per venderli e recuperare i soldi dovuti.  Ed è così che i bastardini vengono messi all’asta dall’Istituto vendite giudiziarie, con tanto di affissione di manifesti in tribunale.  E siamo arrivati a questi ultimi giorni.  Alla vendita, messa in atto lo scorso giovedì pomeriggio, nel bel mezzo di in un campo di Vinacciano, si è presentata una commerciante 36enne di Quarrata, che, avuto modo di vedere i manifesti aveva contattato l’avvocato. La donna - una potenziale acquirente presente - fa un’offerta per comprare ciascuno dei bastardini, diventati nel frattempo 4, dopo la morte di uno di loro, dovuta, appunto, alla sua precaria salute. Tra prezzo d’asta e tasse di registro, N.S. ha sborsato 490 euro.  Naturalmente, fin dall’inizio, l’intento non era certo quello di portarsi a casa i cani, ma di affidarli all’Ente nazionale protezione animali affinché se ne prendesse cura nel canile di Pistoia e li mettesse poi in adozione. Così, il giorno successivo, venerdì, la nuova padrona e i volontari della struttura sono andati a prendere i cani, riuscendo però ad acchiapparne soltanto tre, visto la loro natura quasi selvatica, e a portarli nel “Rifugio” di Pistoia, dove sono già stati sottoposti alle prime visite veterinarie.  Non è escluso che nelle prossime settimane l’espediente del pignoramento possa essere ripetuto, per dare un futuro migliore anche a tutti gli altri cani rimasti.


LA NUOVA SARDEGNA

28 FEBBRAIO 2010

 

Il Comune in cerca di soluzioni per sconfiggere il randagismo

 

Maria Antonietta Cossu

 

ABBASANTA (OR). La popolazione dei cani randagi continua a rappresentare un problema d’importanza non secondaria anche nel territorio comunale di Abbasanta, ragione che ha spinto gli amministratori a ricercare più soluzioni atte a ridurre la portata del fenomeno.  Una di queste è sicuramente la sottoscrizione di una convenzione con l’associazione per la protezione degli animali cui è affidata la gestione del canile di Ghilarza. L’atto, per il quale la giunta presieduta da Stefano Sanna aveva espresso parere favorevole lo scorso agosto, avrebbe dovuto essere esecutivo nel 2010, ma i problemi di sovraffollamento del rifugio che si trova nella zona di Trempu hanno fatto slittare i tempi della stipula del contratto.  Con quell’accordo l’associazione I miei amici si sarebbe impegnata a custodire nell’unica struttura funzionante dell’Alto Oristanese i randagi presenti nel comprensorio. Un servizio che, nonostante le difficoltà, l’associazione ha garantito per un numero limitato di esemplari ritrovati in zona lo scorso anno.  Quelle prestazioni saranno ripagate dal Comune con un contributo una tantum di 500 euro, ma l’obiettivo principale resta quello di offrire un rifugio permanente ai meticci senza padrone e ai cani abbandonati in genere, ovviamente risolvendo il problema anche per le persone che spesso hanno a che fare con incontri non sempre piacevoli.  La custodia in una struttura attrezzata resta il sistema più efficace, oltre alla pratica della sterilizzazione, per mettere un freno al proliferare degli animali che vivono allo stato brado, fonte di problemi di ordine igienico-sanitario e talvolta di pericolo per l’incolumità delle persone e degli animali da allevamento.  Rimane quindi in piedi l’intenzione dell’amministrazione locale di convenzionarsi con la struttura ghilarzese, una formalità che sarà espletata non appena entrerà in funzione il nuovo canile in costruzione a Malosa.  Per censire la popolazione dei cani domestici, invece, il Comune ha istituito l’anagrafe canina, nella quale da qualche mese a questa parte vengono registrati gli esemplari identificabili attraverso un microchip inoculato sotto cute.


IL GAZZETTINO DI VENEZIA
28 FEBBRAIO 2010
 
Il cane morde e non è vaccinato: 3mila euro di multa
 
Fiesso d'Artico (VE) - Un veneziano di Fiesso d’Artico, in vacanza in Nevegal, è la prima "vittima" del provvedimento sanitario anti-rabbia, imposto lo scorso 25 novembre dalla Regione Veneto: 3 mila euro di multa per mancata custodia del pastore tedesco di sua proprietà in area silvo-pastorale, non vaccinato contro il virus e responsabile di un morso ad una turista. Gli uomini del servizio sanitario hanno scoperto la mancata vaccinazione anti-rabbica, obbligatoria per tutti i cani che entrano sul territorio provinciale. «È il primo caso di sanzione registrato nel bellunese – ha commentato il dirigente del canile sanitario di Belluno, Pierluigi Zanola – ma ricorda come la guardia vada tenuta alta».Nonostante le campagne di profilassi obbligatoria di tutti i cani dei comuni bellunesi, oltre che di quelli che vi soggiornano anche solo per 24 ore infatti, l’epidemia continua a registrare nuovi casi. Le vittime accertate in soli 4 mesi sono ormai 111.«La rabbia rimane una malattia mortale anche per l’uomo, se l’infezione non viene prontamente trattata con i vaccini post-contagio» ammonisce Zanola.

IL GAZZETTINO DI BELLUNO
28 FEBBRAIO 2010
 
Oltre 14 mila bovini saranno vaccinati in provincia di Belluno contro la rabbia
 
Oltre 14 mila bovini saranno vaccinati in provincia di Belluno contro la rabbia. Sono già al lavoro le unità socio-sanitarie del capoluogo per pianificare la profilassi gratuita degli animali da reddito: bovini, ovini, caprini ed equini, che nei prossimi mesi saliranno agli alpeggi estivi.«È una misura necessaria – confermano dall’Ulss n.1 di Belluno - per contrastare la diffusione del virus, che nella nostra provincia ha già superato il centinaio di casi». Va infatti al bellunese il triste record di 111 animali morti, contro i 46 registrati in Friuli Venezia-Giulia.A preoccupare più del numero delle vittime è la rapidità con cui la rabbia si sta diffondendo. In Trentino il primo caso di volpe infetta è stato registrato lo scorso 5 febbraio a Mazzin di Fassa; ora la positività di un tasso ad Alano di Piave fa temere la diffusione anche nel trevigiano. «Nella nostra provincia la malattia sta toccando l’apice – spiega la direzione sanitaria del canile municipale di Belluno – e le vaccinazioni di cani e volpi iniziano solo ora ad arginare il contagio».
Dopo la prima distribuzione di esche-vaccino è al di sotto dei mille metri di quota, sarà la prossima profilassi aerea, prevista per marzo-aprile, a garantire una copertura dei piccoli carnivori, principale veicolo del virus.Sul fronte della rabbia urbana la profilassi di massa sui cani ha già arrestato, di fatto, la diffusione del virus fra questi animali, ma rimane aperto il fronte del contagio fra i gatti.
 
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