28 GENNAIO 2010

OGGI TREVISO

28 GENNAIO 2010

 

GATTINI UCCISI: UNA TAGLIA DI 1.000 EURO PER SCOVARE I COLPEVOLI

La mettono a disposizione la Lac e l'Enpa. I gattini appartenevano a quattro bambini

 

Treviso - Una taglia di 1.000 euro a titolo di ricompensa per coloro che forniranno utili informazioni ad identificare e denunciare i responsabili di vile gesto dell’ uccisione di una gattina e dei suoi due cuccioli di pochi mesi. La mettono a disposizione la Lega per l’Abolizione della Caccia del Veneto e l’Ente Nazionale protezione Animali di Treviso.I tre animali appartenevano ai quattro figli di Anna Cestaro di Fontane di Villorba. La donna nel tentativo di riaverli a casa ha tappezzato tutto il paese con dei volantini con la fotografia di Mimì (la mamma), e dei cucciolo Jack e Tiger, denunciando l’accaduto ai Carabinieri.I suoi bambini desideravano tanto degli amici a quattro zampe, ma a causa di asma e allergie la mamma non poteva accontentarli. Poi un anno e mezzo fa, è arrivata Mimì, una gattina dolcissima a cui piccoli si sono tanto affezionati e che e pochi mesi fa ha dato alla luce dei cuccioli. “Speriamo che questa cifra messa a disposizione dai nostri volontari – hanno dichiarato Andrea Zanoni e Adriano De Stefano rispettivamente responsabili di Lac ed Enpa – possa servire a rintracciare il responsabile di questo reato, perché di questo si tratta, per assicurarlo alla giustizia.Bisogna porre fine alla violenza gratuita su queste povere bestiole che senza nulla pretendere spesso sanno colmare i vuoti della vita di molte persone rendendole felici. Per segnalazioni contattare il 347/9385856 (dalle 13 alle 14 o dopo le 18.30).


CITY

28 GENNAIO 2010

 

Sequestro di 9 cuccioli trasportati illegalmente

dalla Slovacchia Blitz della forestale nel Torinese: trovati 7 cani e 2 gatti stipati su un furgone tra 60 animali. Scoperto un cimitero con 20 carcasse.

 

Castelnuovo Nigra (TO) - Stipati in un furgone, in mezzo ad una sessantina di animali (ma c’era spazio solo per un massimo di 25), sprovvisti di microchip e di vaccini. Così venivano trasportati sette cuccioli di cane e due gatti importati illegalmente dalla Slovacchia. La forestale li ha sequestrati in provincia di Torino. Denunciato l’importatore: è un uomo di 30 anni, residente in Slovacchia.

Nati da meno di 2 mesi

Il furgone è stato bloccato nei pressi di un negozio di animali di Castelnuovo Nigra, piccolo comune di 400 abitanti a due passi da Torino. I cuccioli (quattro Maltesi, un Bichon, un Bull Terrier e uno Shi-Tzu) avevano meno di 60 giorni: erano quindi stati sottratti troppo presto dalle cure materne. A far scattare il sequestro sono state le condizioni del trasporto, ma anche alcune anomalie sui passaporti degli animali, che riportavano notizie incomplete e discordanti.

Fossa comune con 20 carcasse

L’operazione è stata eseguita dalla forestale, che proprio in questi giorni sta effettuando controlli a tappeto. Un monitoraggio capillare che ha portato anche alla scoperta di una “fossa comune” di animali. Lì sono state trovate almeno venti carcasse di cani semibruciati, mescolati ai rifiuti: il tutto usato come lettiera a cielo aperto per gli altri animali.


CRONACA QUI

28 GENNAIO 2010

 

Viaggio di mille chilometri in gabbie minuscole L’autotrasportatore è stato subito denunciato

Tratta di cuccioli dall’Europa dell’Est. Sequestrati 63 cani

 

Massimo Massenzio

 

CASTENUOVO NIGRA (TO) -  Hanno viaggiato per oltre mille chilometri chiusi in minuscole gabbie, in un spazio tre volte inferiore a quello previsto dalla legge e alla fine sono arrivati a destinazione, a Castelnuovo Nigra. Sessantatre cuccioli di cane e gatto, spaventati e spossati, stavano per essere consegnati agli ignari titolari di un “pet-shop” della zona quando sono intervenuti gli agenti del Corpo forestale dello Stato per un controllo mirato.
Sette cagnolini e due piccoli micetti sono risultati addirittura inferiori ai 60 giorni di età o sprovvisti di microchip identificativi e per questo sono stati sottoposti a sequestro. Per gli altri animali stipati nel furgone in condizioni più che precarie sono state riscontrate irregolarità nella documentazione e l’autotrasportatore, un trentenne italiano, ma residente in Slovacchia, è stato denunciato per maltrattamenti e falso finalizzato alla frode in commercio. La tratta dei cuccioli dai paesi dell’Europa dell’Est è una piaga che colpisce ogni anno migliaia di cani e gatti provenienti da allevamenti ungheresi, polacchi, romeni e soprattutto slovacchi. Spesso si tratta di veri e propri lager dove gli animali vengono strappati troppo presto alle cure materne senza seguire nessun tipo di profilassi. Le madri sono costrette a continue gravidanze e i cuccioli nati in condizioni terribili non sono in grado di affrontare viaggi massacranti, ammassati in gabbie microscopiche.
Secondo gli esperti delle associazioni animaliste, durante il trasporto la mortalità si aggira attorno al 50%, ma a conti fatti per l’importatore è sempre un affare. Barboncini, Cavalier King, Cocker, Bea­gle, Jack Russell, San Bernardo, Labrador o Yorkshire vengono acquistati a prezzi stracciati, poche decine di euro per ogni esemplare. In Italia vengono rivenduti a una cifra 20 volte superiore, per un giro d’affari da 300 milioni di euro all’anno.
La maggior parte dei compratori non si pone troppe domande, qualcuno è davvero all’oscuro di tutto e i cagnolini imbottiti di farmaci al cortisone sembrano davvero vispi e vivaci. I passaporti sono ben falsificati e solo quando il cucciolo muore pochi giorni dopo essere entrato in casa dell’acquirente finale scattano le denunce, ma i trafficanti sono ormai lontani, pronti per un nuovo viaggio della morte.Questa volta, grazie alla prontezza d’intervento del nucleo investigativo provinciale, supportato dal comando di Pont Canavese, le cose sono andate diversamente. Gli investigatori, coordinati dal primo dirigente Renzo Morolla, avevano già avuto a che fare con l’autotrasportatore e quando hanno ricevuto la segnalazione della sua presenza a Castelnuovo Nigra si sono precipitati. All’interno del camioncino, che poteva contenere al massimo 25 esemplari, ne sono stati trovati ben 63. Dalle successive verifiche è emerso che i cuccioli sequestrati, 4 Maltesi, un Bichon, un Bull Terrier e uno Shi-Tzu, avevano un’età inferiore a 60 giorni mentre le direttive comunitarie prevedono un minimo di 111 giorni per l’importazione dall’Europa dell’Est ( per le necessarie vaccinazioni contro la rabbia silvestre, ndr).
I cagnolini sequestrati sono stati affidati in custodia ai titolari del negozio di Castelnuovo Nigra, risultati del tutto estranei alla vicenda, ma per tre di loro sarà necessario il ricovero in una clinica veterinaria.


QUOTIDIANO DEL NORD

28 GENNAIO 2010

 

Torino, sequestrati dalla Forestale cuccioli importati illegalmente

 

Torino  - Sette cuccioli di cane e due gatti, importati illegalmente dalla Slovacchia, stipati con altri all'interno di un furgone. Li hanno sequestrati gli agenti del Corpo forestale dello Stato nel corso di un controllo presso un esercizio commerciale di animali nel Comune di Castelnuovo Nigra (TO). All'interno del veicolo, che poteva contenere al massimo 25 esemplari, ne sono stati trovati ben 63. Dalle successive verifiche è emerso che i cuccioli sequestrati, quattro Maltesi, un Bichon, un Bull Terrier e uno Shi-Tzu, avevano un'età inferiore a 60 giorni ed erano stati sottratti precocemente alle cure materne, oltre a presentarsi in parte sprovvisti sia di microchip identificativi che dei vaccini prescritti dalle norme sanitarie. A far scattare il sequestro, eseguito dagli agenti del Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di Torino in collaborazione con il Comando Stazione di Pont Canavese (TO) del Corpo forestale dello Stato, alcune anomalie riscontrate sui passaporti che riportavano notizie incomplete e discordanti. Denunciato, per reato di maltrattamento e per falso in atti finalizzato alla frode in commercio, l'importatore di animali trentenne, residente in Slovacchia, che li trasportava. L'operazione rientra nell'ambito degli accertamenti effettuati dal Corpo forestale dello Stato sul territorio del capoluogo piemontese presso esercizi commerciali e allevamenti per garantire la tutela della salute degli animali. Un monitoraggio capillare che ha portato, poco tempo fa sempre nel Torinese, all'agghiacciante scoperta di un vero e proprio cimitero di animali misto a rifiuti intrisi di feci e urine. Quattordici metri cubi di cumuli di carta utilizzati come lettiera per gli animali, depositati sul suolo e in parte combusti, sotto i quali sono state rinvenute 20 carcasse di cane di varie età e razze. Una scoperta che i Forestali di Pinerolo hanno fatto durante un controllo eseguito con l'ausilio del personale veterinario dell'Asl, presso un allevamento di cani nel Comune di Prarostino (TO) situato in prossimità di un corso d'acqua denominato Rivo della Casanova. Le successive indagini, condotte dalla Forestale, hanno portato alla denuncia di una donna di Prarostino, che è stata segnalata alla Procura della Repubblica di Pinerolo per abbandono e combustione illecita di rifiuti e per maltrattamento di animali.
Dagli esami necroscopici eseguiti sulle carcasse degli animali presso l'Istituto Zooprofilattico di Torino, è emersa la possibile presenza di parvovirosi, grave patologia canina e presunta causa del decesso, anche se non si esclude che i cani siano morti per malnutrizione. Il Dipartimento di Patologia animale dell'Università di Torino ha inoltre riscontrato, in campioni di fegato e rene, la presenza di una sostanza topicida denominata coumatetralyl che non pare però in relazione diretta con la morte dell'animale.


LA SENTINELLA

28 GENNAIO 2010

 

Scoperto dalla Forestale un traffico di cuccioli Importatore denunciato

 

Rita Cola / Vincenzo Iorio /

 

CASTELNUOVO NIGRA (TO). Tocca anche il Canavese lo scandalo dell’importazione illegale dei cuccioli di cane e gatto. La scorsa settimana gli agenti del Corpo forestale dello Stato hanno fermato un furgone carico di animali provenienti dalla Slovacchia. L’automezzo, bianco, piccolo e anonimo, avrebbe potuto trasportare un massimo di 25 cuccioli. All’interno, invece, gli agenti ne ha trovati 63. La documentazione che accompagnava gli animali è risultata in alcuni casi incompleta. Certi passaporti, per esempio, riportavano notizie incomplete e discordanti.  Sette cani (quattro Maltesi, un Bichon, un Bull terrier e uno Shi-Tzu) e due gatti sono stati sequestrati. Avevano meno di 60 giorni ed erano senza microchip. Inoltre, non erano stati vaccinati come previsto dalla legge.  Nei guai, con l’accusa di maltrattamento di animali e falso in atti finalizzato alla frode in commercio, è finito l’autotrasportatore, nonchè importatore dei cuccioli. Si tratta di un italiano di trent’anni, residente in Slovacchia. Gli animali sequestrati sono stati affidati dal magistrato al centro di addestramento cinofilo di Castelnuovo Nigra, diretto da Alessandro Agosto.  La struttura, infatti, è autorizzata dal ministero della Salute per la quarantena degli animali importati. «Il fenomeno non è nuovo - spiega Agosto -. L’importazione illegale dei cuccioli è un business che arricchisce pochi ma spietati allevatori. Meno interessati al fenomeno sono, invece, i negozi, sottoposti sempre a rigidi controlli».  Gli inquirenti mantengono una certa riservatezza sui dettagli dell’operazione. Le indagini, infatti, proseguono ancora in questi giorni e non sono esclusi ulteriori sviluppi e coinvolgimenti. Dal Corpo forestale mettono sull’avviso anche quei privati che desiderano un cane e che credendo di risparmiare sull’acquisto rischiano di portarsi a casa un cucciolo non sano.  Per importare animali dai paesi dell’Est, dove è ancora presente la rabbia, è indispensabile una vaccinazione che non può essere somministrata se non dopo quattro mesi di vita.  Nell’ultimo anno solo nella provincia di Torino sono state denunciate quattordici persone per l’importazione illegale di cuccioli. E, nell’ambito del maltrattamento degli animali, pochi mesi fa nelle campagne di Prarostino la Forestale aveva scoperto un cimitero di animali misto a rifiuti. Venti carcasse di cane, in parte bruciate, di varie età e razze.


CITY

28 GENNAIO 2010

 

Maltrattano una mucca Condannati

 

CUNEO - Il Tribunale di Cuneo ha condannato 6 addetti al trasporto animali per concorso in maltrattamento di animale ai danni di una mucca, con pene che variano dalla reclusione fino a 5 mesi alla multa. Il processo è nato dopo che l’organizzazione Animals’ Angels, aveva denunciato e documentato gravi e reiterate sevizie inflitte a una mucca, al momento del carico al mercato del bestiame di Cuneo. La mucca, non più in grado di camminare, era stata spinta con la pala di un trattore, caricata sulla pala e sollevata, trascinata, schiacciata tra il camion e la rampa, picchiata, calpestata e fatta rotolare nel camion. “Inoltre - ricorda una nota della Lav - era stata gravemente maltrattata con un pungolo elettrico in varie parti del corpo”. Il Tribunale ha riconosciuto alla Lav un risarcimento danni come parte civile. La sentenza dovrà essere pubblicata sui quotidiani .


ANMVI OGGI

28 GENNAIO 2010

 

VACCHE A TERRA, SEI CONDANNE PER MALTRATTAMENTO

 

Il Tribunale penale di Cuneo ha condannato, dopo un lungo processo, i 6 imputati - trasportatori e addetti alle pulizie - per il reato di concorso in maltrattamento di animale a carico di una mucca, con pene che variano, a seconda delle responsabilità, dalla reclusione fino a 5 mesi, alla multa. Il processo è nato da una denuncia degli Animals' Angels, presentata nel 2006 "per le gravi e reiterate sevizie inflitte a una mucca, chiamata Doris dagli attivisti dell'associazione che, durante un controllo, ne hanno documentato con un filmato le sevizie subite al momento del carico al mercato del bestiame M.I.A.C. (Mercato Ingrosso Alimentare Cuneo) di Cuneo". "Il sistema dei controlli veterinari sul benessere degli animali e durante il trasporto è ancora insufficiente e violazioni alle norme comunitarie e del codice penale sono ancora troppo frequenti- commenta Roberto Bennati Vice Presidente della LAV- per questo chiediamo uno specifico piano di controllo veterinario presso i macelli e presso gli allevamenti, luoghi dove le sofferenze di questi animali iniziano, e molto spesso nessuno accerta".Il bovino non era in grado di camminare ed era inidonea al trasporto, ma è stata comunque sollecitato ad alzarsi in modo estremamente violento e crudele e poi trasportata per tre ore verso il macello Pasquettaz di Carema (Torino), dove è stata abbattuta. L'animale che non era più in grado di camminare, era stato spinto lungo il pavimento "con l'ausilio della pala di un trattore, caricata sulla pala e sollevata, trascinata, schiacciata tra il camion e la rampa, picchiata, calpestata sulle mammelle e fatta rotolare nel camion chiudendo la rampa del camion mentre lei vi giaceva sopra. Inoltre, era stata gravemente maltrattata con un pungolo elettrico in varie parti del corpo - compresa la zona ano-genitale, particolarmente ricettiva al dolore - nonostante fosse ovvio che l'animale non era in alcun modo in grado di alzarsi".Il Tribunale ha riconosciuto alla LAV un risarcimento danni come parte civile, e ha deciso che la sentenza dovrà essere pubblicata sui quotidiani locali e su La Stampa, per ben due volte, come monito per eventuali analoghi reati.


IL RESTO DEL CARLINO
28 GENNAIO 2010
 
Gli animali, amici dei giorni migliori
Scuola media Don Bosco, Rapagnano (FM). "Diamo loro una zampa": una storia contro l’abbandono e i maltrattamenti
 
Fermo, 28 gennaio 2010 - Pensate ad un pomeriggio di pioggia grigio e triste come lo può essere a metà novembre e pensate di starvene a casa annoiati e soli. E’ veramente un gran problema se a farvi compagnia c’è unicamente la televisione, con quei rumori sempre eguali e ormai noiosi. All’improvviso udite abbaiare furiosamente, correte fuori e vedete sugli argini della strada un piccolo gatto travolto da una macchina e un cane disperato che insegue tutte le auto che passano, quasi volesse morderle, anzi sbranarle, tanta è la rabbia che prova, poi lo vedi tornarsene indietro e guaire vicino al micino esanime.Immaginate come può cambiare la vita di una persona annoiata. Coccolato il cane che viene messo momentaneamente in garage con un buon osso e in compagnia di un vecchio e spelacchiato peluche, abbandonato lì da chissà quanto tempo, viene fatta una corsa disperata dal veterinario. Fugata la tragedia che sembrava stesse per concludersi, l’uomo viene informato, dopo un’attenta visita e radiografie di rito, che il micino ha bisogno di essere operato alla zampa, che questa sarebbe stata steccata, e in seguito medicata. Prestazioni che lo stesso dottore si offre di fare senza alcun compenso.Ringraziato di cuore il veterinario, che con quel che prende di pensione lui non ce l’avrebbe proprio fatta a sostenere la spesa dell’intervento e delle cure, l’uomo svolge un’indagine su chi fosse il proprietario dei piccoli animali e scopre che sono stati abbandonati. I vicini caritatevoli informano che di tanto in tanto sono loro a dare da mangiare alle bestiole e allora l’uomo pensa che sarebbe proprio il caso di tenersele. Il cane viene fatto accomodare in salotto con il micino convalescente. Uno struggimento di tenerezza!Dimenticata la brutta esperienza cane e gattino vivono oggi nel giardino di casa dell’uomo generoso, veramente sono più le ore che trascorrono accoccolati sul divano buono, proibito da sempre a nipotini e a bambini in genere. Perchè i due animali non vivono in giardino? Non è così semplice... un riccio spinoso insediatosi all’inizio dell’autunno tra il verde del prato ancora non si decide a traslocare in campagna e la fa da padrone mangiandosi le crocchette del cane. Sul cancello all’ingresso della casa l’uomo non ha appeso il cartello che recita ‘Attenti al cane’ considerato che è proprio il cagnolino l’amico sincero dei suoi giorni migliori.
Classe II B

VARESE NEWS

28 GENNAIO 2010

 

Circo di Barcellona, condannato per possesso illegale di tigri

Vittoria degli animalisti che avevano denunciato il circo nel 2007, lo stesso con cui pochi giorni fa si erano verificati anche scontri fisici in seguito a una protesta

 

Monza - Il circo Barcellona è stato condannato. Non per la rissa che si è svolta nel dicembre scorso a Saronno tra gli animalisti della Lega antivivisezione cittadina e i proprietari del circo, ma per l’altra questione per cui la Lav li aveva denunciati, ovvero il possesso illecito di tre tigri. Si è concluso ieri, infatti, al Tribunale Monocratico di Monza - sezione distaccata di Desio (Milano), il processo contro il proprietario del Circo di Barcellona: è stato condannato a quattro mesi di reclusione e al pagamento di un’ammenda di 5000 euro più le spese processuali, per detenzione illecita di tre tigri sprovviste della obbligatoria certificazione Cites e per averle illecitamente esposte a scopo di lucro. Questo grazie anche all’impegno e al supporto della Lav costituitasi parte civile. Inoltre il Giudice ha stabilito che lo stesso versi alla Lav, in qualità di parte offesa, la somma di 3.000 euro. La vicenda comincia nel 2007 quando 3 delle tigri del Barcellona, prive di certificazione, vengono sequestrate dal Corpo Forestale dello Stato, ma di fatto lasciate al Circo stesso per impossibilità di reperire una struttura idonea ad ospitarle. La detenzione di animali appartenenti a specie particolarmente a rischio di estinzione, quali le tigri, è regolata dalla Convenzione CITES e la loro detenzione non è permessa se non se ne dimostra la regolarità dell’importazione e della nascita in cattività, poiché ne è assolutamente proibito il prelievo in natura. A seguito dell’inapplicazione della norma la Lav ha continuato a segnalare alle autorità competenti il perdurare dell’illecito in quanto almeno una della tigri continuava ad essere impiegata negli spettacoli oltreché esibita al pubblico con le altre due che, nel frattempo, sono decedute. Per questa tigre è stata ora disposta la confisca.«Siamo lieti di questa sentenza che rende giustizia alla tutela di animali che, in ogni caso, mai dovrebbero conoscere la gabbia di un circo e ci auguriamo che, finalmente, la tigre superstite sia condotta verso una vita più adeguata – dichiara Nadia Masutti – inoltre vogliamo ringraziare tutti coloro, dai volontari LAV all’Avv. Paolo Iosca, nonché il Vice Questore Aggiunto, Dott.ssa Sabigni, del Corpo Forestale dello Stato, che hanno seguito il caso e speso grande impegno per vedere realizzato questo atto di giustizia».


Animalieanimali

28 GENNAIO 2010

 

CIRCHI CON ANIMALI, INTERROGAZIONE AL GOVERNO
Il senatore Pd Francesco Ferrante sollecita i Ministri dell'Ambiente e della Salute dopo il caso Victor.

 

 

“Basta con lo sfruttamento degli animali e basta con le mostre itineranti che li utilizzano come attrattive, costringendoli a vivere reclusi in condizioni indegne. Un circo denominato Victor, che nulla ha a che vedere con l’antica tradizione circense, continua a girare l’Italia facendosi beffa delle gravi e circostanziate denunce a carico del titolare. E’ assolutamente necessario incrementare e modificare i controlli, perché quelli fin qui effettuati da parte delle autorità competenti - prefetture e Asl – sono insufficienti.” – lo dichiara il sen. Francesco Ferrante(Pd), preannunciando in merito un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Ambiente e della Salute.
“Nel circo Victor – continua l’esponente ecodem - gli animali non eseguono specifici numeri, ma vengono semplicemente mostrati. Nonostante le evidenti violazioni della normativa sul benessere animale, come ad esempio le gabbie piombate e buie, i titolari di questo cosiddetto ‘spettacolo’ si fanno beffe di ordinanze e sequestri e continuano a girare l’Italia indisturbati. In modo particolare, nessuna attenzione è stata rivolta alle prescrizioni della Commissione Scientifica Cites come si evince dai verbali di ispezione emessi dal Cfs e ottenuti dalla Lav, né sono menzionati i ‘criteri’ e specificato se siano rispettati o meno. Lo stesso circo – ricorda Ferrante - è stato anche protagonista di un servizio della trasmissione ‘Striscia la notizia’ che ha mostrato in maniera inequivocabile al pubblico la crudeltà con cui vengono trattati gli animali di varie specie e dimensioni, ma nonostante i ripetuti controlli e la dubbia fama il circo continua a girare le città italiane.”
“Bisogna intervenire immediatamente su questo fatto specifico e più in generale chiedo ai ministri competenti se non sia opportuno trasferire alla Commissione scientifica CITES la competenza a rilasciare l’idoneità ai circhi ed alle mostre viaggianti, provvedendo alla creazione di un'anagrafe nazionale per le strutture che operano nel territorio italiano, al di là degli obblighi comunitari comunque disattesi, e predisponendo delle verifiche periodiche da affidare alle autorità competenti, che – conclude Ferrante - prevedano la revoca dell’autorizzazione all’esercizio in caso di mancato rispetto dei criteri previsti.”
L'interrogazione del senatore del Pd segue quella sullo stesso caso ma presentata ai Ministri della Giustizia e delle Politiche Agricole dalla deputata Pdl Gabriella Giammanco.


MATTINO DI PADOVA

28 GENNAIO 2010

 

Animali maltrattati, 500 euro

 

Enrico Albertini

 

Padova - Come la maxi-multa per i clienti delle lucciole o per chi vende o acquista droga. Costerà fino a 500 euro la contravvenzione comunale per chi maltratta gli animali. Arriverà presto al voto in consiglio comunale il nuovo regolamento per la «tutela e benessere delle specie animali presenti nel territorio comunale». L’ACCORDO. Al tavolo c’erano Legambiente, Wwf, Lipu, Enpa, gli antivivisezionisti e la Lega nazionale difesa dei cani. Hanno messo a punto il regolamento con l’assessore Alessandro Zan. «In questo modo tapperemo una falla normativa. Ora sottoporremo il testo all’Ordine dei veterinari e poi arriverà in giunta e consiglio comunale entro fine febbraio». In città un regolamento del genere non si era mai visto, ma ci si atteneva alle linee guida regionali. «Magari si estenderà presto anche ad altri Comuni: l’assessore provinciale Mauro Fecchio agirà in questa direzione». MENO CATENE. All’Anagrafe canina ne sono registrati 17.878. Sono gli «amici a quattro zampe», da tenere possibilmente non incatenati. «Sconsigliamo l’uso del laccio metallico - ricorda Zan - che deve essere lungo almeno 4 metri». Libertà d’azione, ma anche più controllo. Come dimostrano le multe recenti in Prato della Valle per chi li porta in giro e li lascia liberi. In pubblico ci vuole guinzaglio, e nei casi previsti la museruola. Raccogliendo le feci negli appositi sacchetti. Altrimenti scatta la multa di 50 euro: un centinaio negli ultimi 5 anni. CIRCHI. Il messaggio in città è chiaro. Saranno molte le documentazioni che dovranno presentare, assicurando anche una copertura veterinaria adeguata ed immediata. In particolar modo si farà attenzione alla lista presentata: spesso le specie sono le stesse, ma al posto dell’animale segnalato ce n’è uno più giovane, preso da bracconieri, e non allevato in cattività come prevede la legge. Un altro «fenomeno» è la scomparsa dei gatti che bazzicano intorno ai tendoni, che finiscono a fare da spuntini.  CURIOSITA’. Non si potrà tenere un pitone in casa senza sapere cosa (e se ti) mangia oppure una scimmia a 20 gradi sottozero. Predisposto un piano anti-fuga di animali pericolosi. Polizia municipale e provinciale, tecnici Usl e del settore Ambiente, guardie zoofile: tutti autorizzati a multare chi non rispetta le regole.


CORRISPONDENTI.NET

28 GENNAIO 2010

 

Essential News: irritato, strappa testa a gattino

 

The Independent dà notizia della condanna a 28 mesi inflitta al Sig. David Snook per avere strappato via la testa al gattino dell’ex come atto di ripicca. La Corte di Pukekohe, Nuova Zelanda, ha sentito come l’uomo, ridendo, ha rimosso il capo dell’animale davanti alla donna e i suoi figli, “svitandolo” come se togliesse il tappo a una bottiglia di sugo. Secondo le testimonianze, il corpo del felino, senza testa, ha continuato a correre qua e là, cercando scampo, per qualche tempo dopo la decapitazione. L’avvocato di Snook ha ammesso che il suo assistito “ha un problema con l’alcool”, ma ha asserito che il fatto di essere un laureato universitario dimostrasse la sua intelligenza. Il presidente della Corte, la Sig.ra Sharon McAusian, ha invece considerato la sua azione “efferata, brutale e crudele”.


CORRIERE DELLA SERA

28 GENNAIO 2010

 

Trovato a circa 100 km dalla costa polacca

Salvato in extremis il cane intrappolato in mezzo al Baltico su una lastra di ghiaccio

Misiek portato in salvo su una nave. Era finito in mare dopo essere salito su un lastrone sulla Vistola

 

 

Elmar Burchia

 

Piccolo dramma nel mar Baltico: un cane è rimasto intrappolato per quattro giorni su un lastrone di ghiaccio in mare aperto. Senza cibo e al freddo. Un gruppo di ricercatori, che per caso si trovava nella zona, ha notato la bestiolina impotente e spaventata e l'ha portata in salvo.

BLOCCATO - Salvataggio solo all'ultimo momento per il meticcio di pastore tedesco: l'animale era finito su una banchisa di ghiaccio che in quattro giorni lo aveva trascinato lungo un fiume e poi in mare a più di 100 chilometri dalla costa polacca, nel mar Baltico. «All'inizio pensavamo fosse una foca», ha detto uno dei soccorritori. «Poi, a ben guardare, abbiamo scoperto che era un cagnolino, bloccato su un lastrone e attento a non scivolare nell'acqua gelida». La nave polacca da ricognizione meteorologica «Baltica» ha tratto in salvo il quadrupede nella Baia di Danzica, vicino alla città portuale di Gdynia. I soccorritori hanno catturato la bestiolina e caricata infine nella scialuppa di salvataggio. «Non abbaiava, era solo molto spaventato», ha detto Adam Buczynski, uno dei membri dell'equipaggio.

ORSACCHIOTTO - Il meticcio, che i media del Paese hanno ribatezzato «Misiek» (orsacchiotto), era completamente sfinito e infreddolito. «Ancora qualche ora e non ce l'avrebbe fatta», ha detto Buczynski. Sabato scorso il cane avrebbe giocato sulle coste del fiume Vistola nei pressi della città polacca di Turonia; saltellando avanti e indietro è finito poi sui lastroni di ghiaccio, riporta il quotidiano «Super Express». Improvvisamente, la forte corrente ha trascinato il lastrone su cui si trovava in mezzo al fiume. Alcuni vigili del fuoco, accortisi dell'animale in pericolo, avevano cercato in un primo momento di portarlo in salvo, ma invano. «Misiek» è stato portato da un veterinario e i suoi soccoritori stanno ora cercando di rintracciare il padrone. 

FREDDO MORTALE - La Polonia si trova da diverse settimane nella morsa del freddo. E si aggrava anche il numero dei morti: il centro per la sicurezza di Varsavia ha reso noto nei giorni scorsi che il bilancio delle vittime del freddo è salito nel frattempo a più di 220 dall'inizio dello scorso novembre. Le temperature polari hanno raggiunto i meno 34 in varie zone del Paese.


EXCITE

28 GENNAIO 2010

 

Baltico, salvato il cagnolino intrappolato su una lastra di ghiaccio

 

E' salvo il meticcio di pastore tedesco rimasto quattro lunghi giorni su una lastra di ghiaccio nel mar Baltico, senza cibo e senza acqua. Il cagnolino deve la vita a un gruppo di ricercatori che si trovava nella zona. Come riportato da Il Corriere della Sera, uno dei soccorritori ha spiegato che in un primo momento hanno pensato si trattasse di una foca. 'Poi, a ben guardare, abbiamo scoperto che era un cagnolino, bloccato su un lastrone e attento a non scivolare nell'acqua gelida' ha detto l'uomo.Non appena hanno capito che si trattava di un cagnolino i ricercatori, a bordo della nave polacca da ricognizione meteorologica 'Baltica', si sono avvicinati e lo hanno tratto in salvo. Uno dei membri dell'equipaggio, Adam Buczynski, ha raccontato: 'Non abbaiava, era solo molto spaventato. Ancora qualche ora e non ce l'avrebbe fatta'.La notizia è subito rimbalzata su tutti i media e il cagnolino, salvato nella Baia di Danzica vicino alla città portuale di Gdynia, è stata battezzato Misiek, ossia 'orsacchiotto'. Ma come è finito il piccolo Misiek su quel lastrone di ghiaccio? Secondo quanto riportato dal quotidiano Super Express lo scorso sabato il cagnolino stava giocando sulle coste del fiume Vistola nei pressi della città polacca di Turonia quando è finito su un lastrone di ghiaccio che è stato trascinato via dalla corrente. Alcuni vigili del fuoco avevano provato a salvare Misiek, ma i tentativi erano miseramente falliti. Per fortuna il cagnolino ha resistito e l'incontro con la nave polacca è stato provvidenziale.


VIRGILIO NOTIZIE

28 GENNAIO 2010

 

Polonia, cane su pezzo di ghiaccio a 24 km da costa: salvato

L'incredibile vicenda nel mare Baltico

 

Varsavia - Ora lo chiamano 'Baltico' ed è al centro di un mistero: come è finito quel cane a 24 chilometri dalla costa, al largo della Polonia, galleggiando su un pezzo di ghiaccio, con temperature polari? Tratto in salvo dalla nave Baltica, con a bordo una squadra di oceanografi, non è chiaro per quanto tempo il cane sia andato alla deriva sul banco di ghiaccio. Uno degli scienziati che ha partecipato al salvataggio ha raccontato di un'operazione per niente facile e momenti drammatici, quando tutti pensavano che l'animale fosse annegato. Quattro persone hanno già proposto di prendersene cura, però è stato deciso di attendere se il vero padrone si farà vivo. In ogni caso, Baltico già risponde al nuovo nome scelto dai suoi salvatori.


ASYLUM
28 GENNAIO 2010
 
INDONESIA: TIGRI IN AFFITO MA SOLO PER ULTRARICCHI
 
 
Come fare, se il vostro paese si ritrova una popolazione di tigri in costante diminuzione e pochissimi soldi da investire in progetti di salvaguardia? In Indonesia, la soluzione ideale, è sembrata quella di "affittare" le tigri a chi è disposto a versare di più. Un'idea, che manco a dirlo, non renderà molto felici le associazioni animaliste, ma che frutterà alle casse dello stato indonesiano più di 100mila dollari per ogni tigre affittata. I criteri di selezione sono abbastanza rigidi, prevedono, infatti, che il potenziale padrone abbia una casa molto spaziosa e che permetta le visite da parte dei veterinari e degli addetti ministeriali. La popolazione di tigri di sumatra è stimata intorno ai 400 esemplari, un numero destinato purtroppo a scendere anche a causa della caccia illegale e alla deforestazione. Per questo motivo, il piano di adozione/affitto è sembrato ai funzionari governativi una soluzione estrema ma necessaria, per salvare le poche tigri rimaste.
Rimanendo, tecnicamente, proprietà dello stato indonesiano, le tigri potranno essere restituite allo stato stesso qualora i nuovi proprietari non gradiscano più la loro compagnia.

IL TIRRENO

28 GENNAIO 2010

 

Capriolo ferito in pieno centro

 

PESCIA (PT). Era smarrito, ferito, disorientato in un ambiente che non era il suo, ma a salvarlo ci ha pensato una pattuglia della polizia. Si trattava di un giovane capriolo, che è stato notato la scorsa notte disteso in via Bonvicini, in pieno centro. L’animale, sicuramente sceso in città dalle colline circostanti, presentava una ferita all’anca posteriore, forse a causa dell’urto con una vettura.  Il capriolo è stato quindi trasportato al centro di recupero degli animali selvatici di Galceti.


LA GAZZETTA DI MODENA

28 GENNAIO 2010

 

Quattro caprioli catturati vicino alla strada Fondovalle

 

VIGNOLA (MO). Quattro caprioli sono stati catturati nella zona di Campiglio nel corso di un’operazione effettuata dalla Polizia provinciale, con la collaborazione dei volontari del Centro fauna selvatica Il Pettirosso, l’Atc Mo2 e censitori volontari della Provincia, con il coordinamento del servizio Programmazione faunistica della stessa Provincia.  L’intervento è stato organizzato allo scopo di evitare rischi alla circolazione, visto che gli animali si erano insediati da alcuni giorni in una zona non lontano dalla strada provinciale 4 Fondovalle Panaro, ma anche prevenire eventuali danni alle vicine attività agricole. Già nel recente passato, infatti, nella zona della pedemontana sono stati trovati esemplari di caprioli. Non solo a ridosso delle case ma anche in mezzo a strade dove hanno generato un serio pericolo alla circolazione.  A Campiglio, utilizzando apposito materiale di cattura e particolari tecniche per la salvaguardia degli animali è stato possibile completare la cattura in modo rapido ed efficace.  Nei prossimi giorni i quattro caprioli recuperati a Campiglio saranno trasferiti dagli stessi volontari in una zona protetta dell’arco alpino.


IL GAZZETTINO

28 GENNAIO 2010

 

Cinque tori precipitano nella vasca dei liquami

È durato tre ore ieri mattina l’intervento dei pompieri all’azienda Padana di Tombolo per il recupero

 

Tombolo (PD) - Un intervento molto particolare e delicato ha visto impegnati per quasi tre ore, dalle 7,45 alle 10,35, i vigili del fuoco del distaccamento di Cittadella. Nella notte tra martedì e mercoledì cinque tori dell'azienda agricola Padana in via Sant'Antonio, sono caduti all'interno della fossa di raccolta dei liquami, a causa del cedimento della griglia a pavimento degli spazi dove erano ricoverati. Le gabbie sono realizzate appositamente perchè gli escrementi degli animali siano raccolti in vasche interrate. Di qui il fondo fatto a griglia sotto alla quale ci sono alcuni metri di vuoto. La griglia ha ceduto nella notte e gli animali sono caduti sul fondo. Ad accorgersi dell'accaduto il titolare all'apertura dell'azienda verso le 7,30. Di qui la richiesta di soccorso al 115. Tori di razza bavarese, di 18 mesi, dal peso di circa 4-5 quintali l'uno. Erano parzialmente coperti dai liquami e molto stremati. Qualche ora in più e probabilmente sarebbero morti. Per recuperarli si è svuotata la vasca, poi i vigili del fuoco li hanno imbragati mentre per riportarli in salvo sono stati usati un trattore ed una piccola gru. Troppo grande il mezzo inviato dal comando provinciale di Padova. Sul posto i veterinari dell'Asl 15 che hanno visitato gli animali. Purtroppo uno di questi è risultato aver riportato la frattura di una gamba ed è stato autorizzato l'abbattimento.


IL GAZZETTINO

28 GENNAIO 2010

 

Cavallo drogato vinse una gara di galoppo: in 4 finiscono a processo per frode sportiva

 

Treviso - (sz) Barocco, cavallo vincente e drogato. Il 19 aprile 2007 all’ippodromo di Sant’Artemio, nella corsa clou della giornata, si era imposto nella gara di galoppo. La sorpresa è venuta dai prelievi delle urine nel dopogarara: il veterinario incaricato dall’Unire di effettuare gli esami antidoping, fece i prelievi di rito e li inviò all’Unirelab di Settimo Milanese per gli esami clinici. I campioni rivelarono che Barocco aveva tracce di benzoilecgonina (Bze), un metabolita della cocaina. Quattro gli imputati per frode sportiva e maltrattamento di animale, difesi dall’avvocato Lorenza Mel: l’allenatore del cavallo, la proprietaria, il figlio di lei, nonchè fantino in gara e il veterinario di fiducia. Davanti al giudice del tribunale di Treviso, Michele Vitale, nessuno degli imputati era presente. La difesa ha sostenuto la tesi della contaminazione ambientale vista la percentuale minima di sostanza proibita rilevata dall’Unirelab: 32 nanogrammi. La sentenza è attesa il 24 maggio.


AMERICA OGGI

28 GENNAIO 2010

 

Paterson interviene sullo sfruttamento degli animali adoperati con le carrozze. "Meritano cure migliori"

 

"Trattiamoli meglio o poniamo il bando sulle carrozze trainate da cavalli a Central Park". A dirlo questa volta è il governatore dello stato di New York, David Paterson. Davanti ai membri del gruppo "People for the Ethical Treatment of Animals", Paterson ha espresso profonda sintonia con gli animalisti che da anni si battono per abolire la pratica del giro turistico in carrozza a Central Park, una tradizione di 150 anni. I cocchieri non vogliono però rinunciare ai loro   clienti di alto profilo, come l'afecionados attore irlandese Liam Neeson e altri vip che recentemente hanno testimoniato in difesa dei cocchieri nel corso di una udienza. I testimoni hanno spiegato come i cavalli siano trattati bene e di come il servizio turistico vada a beneficio della città.  "Paterson ha fatto appello ad un trattamento più umano delle bestie spesso compromesso a causa delle condizioni in cui gli animali sono costretti a lavorare" ha spiegato la portavoce del governatore Marissa Shorenstein. "Le carrozze con cavalli sono importantissime per l'industria del turismo della Grande Mela e concorrono a rendere romantico e speciale il soggiorno a New York, tuttavia gli animali vanno trattati con rispetto" ha ribadito Shorenstein.La passeggiata in carrozza a Central Park attrae tutti gli anni 800 mila turisti ed è pubblicizzata sui depliant turistici. La carrozza con cavallo nel parco più famoso al mondo è comparsa in numerosi film e show televisivi, fa parte della cultura e della tradizione cittadina.Secondo i gruppi animalisti e Paterson, questo riconoscimento non deve però dimenticare il fatto che le stalle siano troppo piccole e gelide in inverno e che il ritmo di lavoro per l'animale è sproporzionato alle  loro capacità. A volte capitano incidenti con le automobili. L'anno scorso lo scontro aveva causato la morte di un equino. Complessivamente sono 225 i cavalli che passeggiano per i viali di Central Park. Sono 68 le carrozze. Gli animali vengono sottoposti ad un check-up generale una volta all'anno.Secondo il regolamento attualmente in vigore, i cavalli non possono lavorare più di 9 ore al giorno. Di solito vengono impiegati per 6 ore durante il giorno e altre 3 alla sera e non possono iniziare il servizio di trasporto turisti prima delle 9:30 del mattino.Anche i cocchieri chiedono maggiori diritti per i loro animali. Tra le proposte, una vacanza che va dalle 4 alle 5 settimane per ogni animale e un esame dal veterinario due volte all'anno. I cocchieri, la maggior parte dei quali di origine irlandese e italiana hanno espresso interesse nel voler mantenere viva la tradizione ma allo stesso di tempo desiderano migliorare le condizioni di vita delle bestie.


ROMAGNA OGGI

28 GENNAIO 2010

 

Ravenna: agenti appostati col kajak scoprono tre cacciatori notturni

 

RAVENNA - Interventi della polizia provinciale per reprimere la caccia irregolare. L'attenzione degli agenti si è focalizzata all'interno della  valle Baiona, organizzando un servizio che ha impegnato sia pattuglie di osservazione a terra che in acqua, avvalendosi di natanti in particolare kajak. Sono stati posti sotto osservazione più punti della valle. Verso l'imbrunire si è potuto notare, grazie ai binocoli in dotazione, qualche movimento da parte di cacciatori che si preparavano a raggiungere i siti di caccia.Si precisa che l'attività venatoria, in queste ultime settimane, prima che chiuda i battenti domenica 31 gennaio, si interrompe alle 17.08.Il primo intervento si è  concentrato su un cacciatore che era stato visto appostarsi in prossimità di un rivale: la pattuglia, spostandosi a piedi lungo l'argine, l'ha sorpreso nascosto dal buio e dalle canne e ha potuto raggiungerlo per l'identificazione e il controllo dell'arma.Quasi contemporaneo il secondo intervento, dove gli agenti hanno potuto raggiungere due cacciatori in attività venatoria da appostamento fisso autorizzato , la classica botte, grazie all'ausilio del kajak.Successivamente in un chiaro da caccia, situato tra l'abitato del paese di Savio e quello di Lido di Classe, è stato effettuato un intervento volto alla repressione della caccia agli anatidi in violazione delle modalità consentite, cogliendo sul fatto un cacciatore che esercitava l'attività venatoria in zona umida,oltre l'orario e servendosi di un ripetitore acustico elettromagnetico che emetteva richiami di per attirare la fauna selvatica. L'utilizzo di questi strumenti durante l'attività venatoria costituisce reato ai termini della legge nazionale sulla caccia 157/92.Gli agenti, sorprendevano all'interno del chiaro di caccia, una persona armata di fucile calibro 12 carico, che facendo la posta all' avifauna acquatica, sparava in violazione della legge sulla caccia che regola la chiusura di ogni attività venatoria in base agli orari di tramonto, variabili a seconda del periodo stagionale.L'attività venatoria con mezzi non consentiti ha comportato per il cacciatore una denuncia penale presso la Procura della Repubblica e relativo sequestro penale di fucile e mezzi di caccia.Anche in questo caso è stata contestata la caccia fuori orario; violazione che nell'annata venatoria agli sgoccioli è stata contestata più volte. Violazione che, se ripetuta, comporta la sospensione della licenza di caccia per un anno.Infine, mentre si precisa che non sono mai stati contestati verbali per aver ribattuto animali feriti , è stato accertato e sanzionato penalmente un cacciatore per aver effettuato la caccia da natante, in quanto si avvaleva del mezzo per alzare dall'acqua la selvaggina provata dalle avverse condizioni metereologiche.Si ricorda che all'interno delle zone individuate come ZPS ( Zone a Protezione Speciale previste all'interno della normativa riguardante Rete Natura 2000) è possibile esercitare l'attività venatoria solo con munizioni non di piombo e nel mese di gennaio solo nelle giornate di giovedì e domenica.


LA TRIBUNA DI TREVISO

28 GENNAIO 2010

 

Dacia Maraini contro i bracconieri

 

Alberto Della Giustina

 

VITTORIO VENETO (TV). La scrittrice Dacia Maraini ringrazia pubblicamente i carabinieri di Vittorio Veneto per l’impegno esemplare nella lotta al bracconaggio. Il recente abbattimento illegale di un cervo ai margini del Cansiglio ha indignato anche lei.  «Voglio ringraziare gli uomini del servizio antibracconaggio della stazione dei carabinieri di Vittorio Veneto - ha detto Dacia Maraini - E’ grazie a persone come loro se l’Italia resiste e mantiene un’identità di paese civile». Parole di elogio per i tutori dell’ordine comandati dal capitano Giancarlo Carraro. E nello stesso tempo parole vibranti di indignazione per la barbara uccisione del cervo. «Grazie, soprattutto sapendo quanto è facile cedere alle lusinghe del lasciar correre, della connivenza più o meno consapevole, del tanto fanno tutti così e del far finta di niente. In un paese che scivola verso l’anarchia più irresponsabile e verso l’illegalità diffusa, quei carabinieri dovrebbero essere additati all’opinione pubblica come esempio», ha scritto. Un elogio, il suo, basato sulla profondità di un’ampia visione morale ed emerge in ultima anche la sensibilità della donna scrittrice. «Se potete - ha aggiunto - ringraziateli da parte mia, e da parte di tutti i bellissimi cervi che hanno il diritto di vivere in pace». Andrea Zanoni, responsabile della sezione Veneto della Lega Abolizione Caccia (Lac), e Andrea Vitturi, responsabile del settore caccia della Lega Anti Vivisezione (Lav), si associano al ringraziamento rivolto ai carabinieri vittoriesi. La Lac si è costituita parte civile contro i tre uomini denunciati. I tre sono accusati di bracconaggio, furto ai danni dello Stato e detenzione illegale di armi. Avrebbero «sottratto» illegalmente alla comunità un cervo maschio nel pieno dello sviluppo. L’operazione, che ha portato all’arresto durante il controllo svoltosi alle 4 del mattino a Fregona, s’inquadra in una vasta campagna di prevenzione portata avanti dal nucleo antibracconaggio. Nel 2008 era stata debellata un’organizzazione di persone che, con trappole e armi detenute illegalmente, abbatteva animali selvatici nelle aree del Cansiglio.


ASCA

28 GENNAIO 2010

 

CACCIA: PORETTI, VOLETE SPARARE ALL'UCCELLO? SPARATE AL VOSTRO

 

Roma - ''Il cacciatore nell'Italia del 2009 potrebbe divenire oggetto delle attenzioni delle associazioni animaliste e per la protezione delle specie in via di estinzione. Nonostante i numeri stiano a testimoniare che i cacciatori sono sempre meno e sempre piu' anziani, e mentre i sondaggi mostrano la contrarieta' degli italiani alla caccia, il Parlamento, evidentemente sotto pressioni di lobby produce leggi che privilegiano la specie in via di estinzione''. Lo denuncia la sen. Donatella Poretti, Radicali-Pd, a commento del voto in aula che ha allungato la stagione venatoria.''A quali interessi rispondono queste pressioni? Se non ci sono i cacciatori e neanche il consenso popolare - prosegue - forse si dovrebbe cercare tra le industrie di armi l'unica lobby talmente potente da far arrivare il Parlamento al paradosso della legge Comunitaria all'esame del Senato.L'art. 38 produce l'effetto paradossale che invece di limitare e sanare le procedure di infrazioni in sede di Unione Europea, ne crea di nuove! Se dall'Ue ci contestano di cacciare troppo e male, l'art.38 estende la durata della caccia oltre i 5 mesi con l'ennesima strage di cuccioli, di animali selvatici e di uccelli migratori e con l'aumento della presenza dei cacciatori nelle proprieta' private degli italiani. Dopo il voto di oggi ci saranno piu' animali morti, e i cacciatori potranno uscire piu' giorni armati con i loro fucili, e visto che i cacciatori sono uomini, se proprio vogliono sparare a qualche uccello, ho consigliato anche in Aula di sparare al proprio!'', conclude Poretti.


CORRIERE DELLA SERA

28 GENNAIO 2010

 

L'ira del ministro Prestigiacomo: «hanno cambiato il testo concordato con il governo»

Caccia tutto l'anno, il Senato corregge Ma è lite nel Pdl sulle deroghe per i volatili

Approvato un emendamento che limita i calendari venatori al periodo settembre-gennaio

 

ROMA - Via libera dal Senato all’emendamento all’articolo 38 della cosiddetta «legge comunitaria» che obbliga Regioni e Province al rispetto del termine di cinque mesi per la durata della stagione di caccia. Il testo proposto prevede che i calendari venatori «possono essere modificati nel solo senso di riduzione del periodo di attività venatoria e devono essere comunque contenuti tra il primo settembre e il 31 gennaio dell’anno». Ieri un emendamento presentato dal centrodestra per la cancellazione degli attuali limiti massimi della stagione venatoria aveva sollevato le aspre critiche degli ambientalisti, che denunciavano come fosse dato un sostanziale via libera a deroghe che avrebbero permesso la caccia senza limiti. Un centinaio di associazioni piccole e grande aveva sottoscritto un appello al premier Berlusconi affinché intervenisse in prima persona a fermare quella che viene già oonsiderata una strage annunciata.

LO STOP DEL MINISTRO - Anche il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha preso posizione sostenendo come, di fatto, fosse approdato in aula un testo diverso rispetto a quello concordato con il ministero. «L'accordo prevedeva un testo molto chiaro - ha sottolineato il ministro -. Si prevedeva che le regioni e le province autonome potessero determinare i limiti dei periodi della caccia solo sulla base di analisi scientifiche che dovevano essere preventivamente validate dall'Ispra». Il testo inizialmente arrivato sui banchi di Palazzo Madama, invece, a detta della Prestigiacomo era molto diverso da quello avallato dal governo perché apriva «ad interpretazioni estensive che lascerebbero intendere che l'Ispra dà un parere ma che la validazione di tale parere possa essere rimessa ad altro, non determinato, soggetto. È ora di smetterla di tentare, attraverso giochi di parole, di lasciare margini di ambiguità su un tema così delicato e sul quale la posizione del governo, nei suoi ministeri competenti, è ben chiara».

LE NUOVE REGOLE - Regioni e Province possono dunque fissare in proprio il calendario venatorio ma, appunto, nel rispetto dei termini che vanno dal 1° settembre al 31 gennaio. La fissazione dei termini temporali riguarda le specie di mammiferi di cui è consentita la caccia. Restano immutate le disposizioni relative agli ungulati. Durante l'esame in commissione politiche dell'Unione europea, i senatori hanno introdotto alcune modifiche alla normativa relativa alla caccia dell'avifauna cancellando i paletti temporali finora in vigore. Per stabilire il calendario della stagione venatoria, viene però specificato nell'emendamento votato in Aula, sarà obbligatorio acquisire il parere preventivo dell'Ispra (istituto superiore protezione e ricerca ambientale) «ai fini della validazione delle analisi scientifiche e ornitologiche»

DISSENSI NEL PDL - Il centrosinistra ha invece votato contro l'intero articolo, considerando gravi anche le possibili deroghe rimaste pur in presenza del nuovo emendamento. E qualche malumore si registra anche nelle file del centrodestra. «L'approvazione dell'art 38 della Legge Comunitaria da parte del Senato crea un vulnus al sistema protezionistico italiano ed europeo. Saranno a rischio, infatti, molti volatili, soprattutto tra le specie protette - fanno però notare i deputati del Pdl, Basilio Catanoso e Gabriella Giammanco, che in mattinata hanno incontrato le associazioni ambientaliste impegnate in un sit in davanti al Senato -. Faremo di tutto alla Camera dei deputati per correggere l'errore, dovuto al blitz di chi ha subito, ai vari livelli, le pressioni delle lobby venatorie. Ogni collega parlamentare dovrebbe ricordare che il sentimento diffuso ci indica di seguire la strada della tutela ambientale e non della distruzione, voluta non per una necessità dell'uomo ma esclusivamente per puro divertimento, come è finita con l'essere oggi la caccia». Stessa linea per Fiorella Ceccacci Rubino, anche lei deputata pdl oltre che responsabile gruppo diritti animali del suo partito: «Chiederò subito un incontro con i ministri Ronchi, Prestigiacomo e Brambilla affinchè garantiscano un loro forte sostegno alla modifica di tale provvedimento quando approderà nuovamente nell'Aula di Montecitorio». E Barbara Mannucci: «Il sì all'art. 38 del Senato è un blitz inaccettabile, una vittoria deprecabile. A Montecitorio noi animalisti lo bloccheremo, come abbiamo già fatto in prima lettura». Non così la pensano invece alcuni senatori sempre del Pdl - Orsi, Carrara, Asciutti e Vetrella - che in una nota sostengono che «il Pdl con questo provvedimento ha assunto un atteggiamento troppo morbido nei confronti degli ambientalisti».


ASCA

28 GENNAIO 2010

 

CACCIA: WWF, ITALIA NON LA VUOLE MA GOVERNO FA FINTA DI NIENTE

 

Roma - Solo 1 italiano su 10 e' favorevole alla caccia. Il maschio adulto italiano e' fortemente contrario a imbracciare la doppietta, alle donne e ai giovani sparare agli animali pare un'inutile crudelta'. Un sondaggio commissionato a IPSOS dal WWF e altre associazioni a febbraio 2009 parlava chiaro: il 69% degli interpellati e' ''fortemente contrario'' alla caccia, il 10% ''favorevole'', ''neutrale'' il 21%. Del resto nel Paese i cacciatori rappresentano uno sparuto gruppo e il loro numero si e' piu' che dimezzato dagli anni '70 passando da 1.800.000 a meno di 800.000. Sparuto ma ormai dotato di armi hi-tech come fucili semiautomatici, puntatori laser, ricetrasmittenti, mimetiche e in qualche caso, come denunciato dalle guardie venatorie del WWF, anche kalashnikov.''Solo qualche giorno fa - ricorda il WWF - le Nazioni Unite hanno inaugurato l'anno internazionale della biodiversita' e i prossimi mesi dovrebbero anche in Italia essere dedicati alla salvaguardia della natura, bene preziosissimo che perdiamo a un ritmo impressionante - dichiara Gaetano Benedetto condirettore del WWF Italia - .Il voto di oggi al Senato e' tutto nel segno opposto. Alza la palla per le elezioni regionali poiche' consente credibilmente di fare promesse di estensione dei calendari venatori. Questo ovviamente senza tener conto della probabile risposta dell'Ue che, come gia' avvenuto in passato piu' volte, potra' aprire procedure di infrazione nei confronti del nostro Paese. Paese cui, come piu' volte abbiamo dimostrato, della caccia non importa granche'''.
''E' sufficiente un giro in rete - conclude l'associazione - per capire quanto ampio e ormai totalmente bipartisan sia il fronte del no alle doppiette: petizioni, blog, raccolte firme, moltiplicazione di appelli sui social network. Da ieri il blog aperto dal WWF sul proprio sito riceve centinaia di commenti in cui a gran voce si chiede di fermare una legge insensata che estenderebbe la stagione venatoria a dismisura e che gli italiani non vogliono''.


LA ZAMPA.IT
28 GENNAIO 2010
 
Dal Senato il sì alla caccia no limits Ambientalisti in rivolta
Il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo: «Grave colpo di mano»
 
ROMA
Si sposta alla Camera la lotta sulla caccia tra ambientalisti, appoggiati dal ministro Prestigiacomo, e Governo, dopo l’emendamento all’articolo 38 della Legge Comunitaria approvato oggi in Senato. Secondo quanto votato oggi in aula, sarà infatti possibile cacciare tutto l’anno, ma solo per quanto riguarda l’avifauna e le Regioni, per potere stabilire il calendario della stagione venatoria, dovranno obbligatoriamente acquisire il parere preventivo dell’Ispra, l’Istituto superiore protezione e ricerca ambientale, «ai fini della validazione delle analisi scientifiche e ornitologiche».
Resta, invece, invariato per Regioni e Province l’obbligo di rispettare il termine di 5 mesi nella durata della stagione venatoria per le specie di mammiferi di cui è consentita la caccia, pur con la possibilità di modificare i calendari «nel solo senso di riduzione del periodo di attività venatoria» . Calendari che «devono essere comunque contenuti tra il primo settembre e il 31 gennaio dell`anno». Invariate le norme riguardanti gli ungulati. Insomma, rispetto all’emendamento approvato il 21 gennaio in Commissione Politiche europee del Senato, che aveva riproposto la cancellazione dei limiti alla stagione venatoria facendo arrabbiare, e molto, sia le associazioni ambientaliste sia il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, qualche passo avanti è stato fatto.
Ieri l’emendamento all’articolo 38 della Legge comunitaria, presentato dal centro destra, aveva fatto levare gli scudi agli ambientalisti, che si erano riuniti in oltre 100 tra associazioni e movimenti, per fare un appello al premier Berlusconi. Poi, in Senato, qualcosa è cambiato e sui banchi di Palazzo Madama il ministro per le Politiche Ue Andrea Ronchi ieri sera ha annunciato che con un nuovo emendamento alla Comunitaria era stata trovata una soluzione «in grado di combinare la giusta domanda di tutela della nostra fauna con la necessità di dare risposta alle richieste comunitarie».
«In base all'emendamento - aveva spiegato Ronchi - è ora garantito che il calendario venatorio relativo all’avifauna debba essere supportato da studi scientifici e ornitologici che assicurino la tutela delle specie nei periodi di nidificazione così come l`Ue ci chiede. Tali studi dovranno essere validati dall`Ispra. Per le specie cacciabili di mammiferi che non sono disciplinate dalla direttiva europea permane l`attuale periodo massimo di caccia tra il primo settembre e il 31 gennaio evitando quella liberalizzazione dei periodi che, per queste specie, il testo approvato dalla Commissione avrebbe comportato».
Stamattina il ministro Prestigiacomo aveva denunciato che «il testo in aula al Senato è diverso da quello concordato col governo», e che nel testo c’era il rischio di una interpretazione estensiva delle norme che «lascerebbero intendere che l’Ispra dà un parere ma che la validazione di tale parere possa essere rimessa ad altro, non determinato, soggetto. Tale testo - aveva precisato - non è condiviso dal ministero dell’Ambiente». Poi, approvato l’emendamento, anche se non solo tutto il centrosinistra ha votato contro, ma anche alcuni esponenti della maggioranza, come i parlamentari del Pdl Basilio Catanoso e Gabriella Giammanco, la Prestigiacomo si unisce all’allarme rinnovato dagli ambientalisti in presidio davanti al Senato e parla di un «grave colpo di mano al Senato. È stata disattesa l’intesa, il testo va corretto alla Camera».

ANSA AMBIENTE
28 GENNAIO 2010
 
CACCIA: COMUNITARIA; LIPU-PROTEZIONE ANIMALI, SALTATI LIMITI
 
ROMA - ''I limiti della stagione sono saltati''. In questo modo la Lipu e l'Enpa (Ente nazionale protezione animali) intendono chiarire, ''a scanso di equivoci'', che con l'approvazione del testo della legge Comunitaria oggi al Senato non esistono piu' i precedenti limiti applicati alla stagione venatoria. ''A scanso di equivoci - spiegano le due associazioni - si sappia che e' del tutto falso che i limiti primo settembre - 31 gennaio siano stati ripristinati dal subemendamento Ronchi alla legge Comunitaria, che semplicemente esclude dalla norma approvata tre specie di mammiferi''. La verita', avvertono, e' che ''per decine di specie di uccelli, migratori e non, il governo sta chiedendo l'estensione della caccia ai mesi di febbraio, agosto e chissa' cos'altro''. Insomma, concludono, ''un nuovo assalto alla natura, che giunge inoltre nell'anno internazionale della tutela della biodiversita'''.

BIG HUNTER

28 GENNAIO 2010

 

Perché i cacciatori dovrebbero sparare alle nutrie?

 

Lo chiedono in un comunicato stampa diretto alla Provincia di Venezia, alle associazioni venatorie e agli organi di stampa, i membri dell'Associazione provinciale Cacciatori Veneti, stanchi di non vedersi riconosciuti i meriti di una gestione responsabile del territorio, a difesa degli interessi di tutti, a partire da quelli dell'agricoltura.

Di fronte al continuo svilimento dell’immagine del cacciatore italiano “che nessuno si preoccupa di difendere e quindi continuamente preda di contestazioni anche a sfondo etico-morale” i cacciatori veneti si chiedono il motivo di tale dispendio di tempo e denaro per far fronte ad un problema che ne crea a sua volta di altri.

Sparare per canali e fiumi anche oltre il tramonto nei periodi primaverili è per esempio fonte di disturbo per tutta la fauna acquatica. “Non dimentichiamoci – sostiene l'associazione - che i fiumi in primavera pullulano ad esempio di germani reali che depongono le uova. Non vorremmo che per risolvere il problema nutrie, il prossimo anno ci trovassimo con meno anatre da incarnierare”. Le nutrie non sono poi l'unica specie tra quelle cosiddette “nocive”. “Volpi e corvidi aumentano sempre più e le esigue battute concesse non sono affatto sufficienti a debellare questo fenomeno che invece è in continua crescita”.

Se poi si aggiunge la considerazione etica che in questo caso il cacciatore non si nutre dell'animale abbattuto, risulta impossibile trovare un valido motivo per cacciare questi animali. “Forse per i 3 euro a nutria da devolvere all’Ambito che magari farà un lancio di selvaggina pronta caccia in più, alimentando ulteriormente le volpi del cui problema nessuno sembra occuparsene? No! pesando i pro ed i contro non ci pare affatto un valido motivo” affermano i cacciatori veneti.

E' così che l'associazione chiede a tutti i soggetti interessati (Provincia, Atc, agricoltori) “una comunione d’intenti ove tutti, quindi stavolta anche i cacciatori, possano beneficiare del servizio gratuito che svolgono a beneficio dell’intera collettività”.  Magari prima risolvere il problema nutrie, pensando piuttosto a volpi e corvidi attraverso progetti seri ed incisivi. Compito dell'amministrazione provinciale è poi quello di spiegare bene, attraverso la stampa, “l'importante servizio gratuito offerto dai cacciatori in maniera tale da informare correttamente l’opinione pubblica che altrimenti rimane sempre in balia delle ideologie animal-ambientaliste che nulla propongono e nulla risolvono”.

"Detto questo - conclude l'associazione venatoria - lasciamo sicuramente liberi i cacciatori di decidere se partecipare o meno a queste battute, invitandoli però a valutare anche le riflessioni suesposte avanzate da moltissimi loro colleghi e nel contempo chiediamo alla Provincia di attivarsi alacremente per risolvere anche i problemi che affliggono più in particolare la nostra categoria che a quanto pare, almeno per il problema nutrie, sembra diventata improvvisamente e, come il solito purtroppo, troppo silenziosamente, importante per tutti".


ALTO ADIGE

28 GENNAIO 2010

 

Uccelli selvatici senza cibo nel gelo

 

Aiutiamo gli uccelli selvatici a superare questo periodo di gelo con degli alimenti naturali quali semi, mele o appositi preparati. Nonostante la neve ed il gelo c’è chi continua a sparare: cacciare gli animali stremati per la fame e per il gelo significa infierire su creature allo stremo. Nonostante le nevicate in quota di questi giorni ci sono ancora dei cacciatori che sparano agli animali. La legge nazionale dice che è vietato a chiunque cacciare su terreni coperti in tutto o nella maggior parte di neve, salvo che nella zona faunistica delle Alpi, secondo le disposizioni emanante dalle regioni interessate.  Considerata questa disposizione di legge la LAC rivolge un appello al Corpo Forestale dello Stato ed a tutti gli addetti alla vigilanza venatoria affinché intensifichino i controlli per sanzionare tutti i trasgressori, soprattutto in previsione delle prossime nevicate annunciate dal meteo. La LAC invita le persone che hanno a cuore la sorte degli animali selvatici ed in particolare degli uccelli, stremati dal freddo e dall’impossibilità di reperire cibo in natura, a fornire loro degli alimenti, possibilmente naturali, come semi di girasole, semi vari come quelli messi in vendita per i canarini, riso, riso soffiato, uvetta passa, arachidi non cotti da appendere a dei rami, mele ed in mancanza di altro pare sbriciolato. Si possono inoltre fornire delle tortine per uccelli reperibili in negozi specializzati o facilmente realizzabili con appositi ingredienti naturali. Con i terreni coperti dalla neve sia gli uccelli che i mammiferi faticano moltissimo a recuperare quel cibo che di norma trovano a terra. Se a questa situazione terribile si aggiungano anche i cacciatori si crea una situazione veramente disastrosa.


TERMOLI ONLINE

28 GENNAIO 2010

 

Moria di pesci ed uccelli sul lungomare nord, tanti dubbi

 

 

Walter Scotti

 

TERMOLI (CB). Questa mattina abbiamo ricevuto una segnalazione che ci ha allarmati non poco. Sul tratto di spiaggia che va dal lido ‘Il Pirata’ al lido ‘Alcione’ c'è una strana moria di pesci e uccelli. Arrivati sul posto, non ci abbiamo messo molto ad accertare che in effetti era così, nel percorrere quelle centinaia di metri di distanza tra i due lidi balneari, il tratto di riva era costellato da tanti pesci della famiglia dei cefali, morti.Inoltre abbiamo anche potuto constatare la presenza di almeno tre carcasse di uccelli, due gabbiani e uno di colore scuro di specie non identificabile probabilmente perchè dilaniato da qualche animale randagio che spesso girovagano sull'arenile. Mentre eravamo li a fotografare quello spettacolo non certo edificante, una signora che abitualmente percorre quel tratto di strada si è avvicinata a noi preoccupata dicendoci: "Io faccio quasi tutti i giorni una passeggiata sulla sabbia ma questo spettacolo raccapricciante non lo avevo mai visto, che dice ci dobbiamo preoccupare?".Purtroppo noi una risposta in questo senso non sappiamo dargliela alla signora, l'unica cosa di cui possiamo rassicurarla è che il suo interrogativo lo giriamo interamente agli organi competenti per queste vicende ambientali, i quali dopo aver effettuato le analisi specifiche, potranno dirci qualcosa di più e se nel caso rassicurarci anche.


IL CENTRO

28 GENNAIO 2010

 

Quad nel Parco Orso a rischio

 

GAGLIANO ATERNO (AQ). Parco regionale Sirente Velino invaso dai quad: le ricorrenti scorribande in zona proibita di decine e decine di «quattro ruote», verificatesi nell’ultimo week-end metterebbero a serio rischio l’orso marsicano. «Almeno una ventina di quad sono stati visti scorazzare per ore nelle zone vietate, una vera e propria invasione» attacca il direttore del Parco, Oremo Di Nino , «un vergognoso assalto in un’area di particolare interesse ambientale interdetta agli automezzi. Qui sono stati avvistati a più riprese diversi animali protetti tra cui l’orso Bruno marsicano, per la cui tutela, l’Unione europea, ha finanziato ben tre progetti Life, segno della grande importanza dell’animale nelle politiche di salvaguardia della biodiversità. Le scorribande dei quad, quindi, sono intollerabili. Evidentemente il sistema di controllo è insufficiente e va potenziato. Compito che nell’area protetta regionale, è affidato al Corpo forestale» ricorda Di Nino. I problemi, comunque, non si esauriscono con l’assalto dei quad. «Nell’ultimo periodo sono stati segnalati alcuni tagli di alberi» aggiunge «con veri e propri scempi a danno dell’area protetta. Questi atti non possono essere più sopportati poiché danneggiano irrimediabilmente il territorio». Il quadro negativo si completa con le continue invasioni da parte dei bovini e degli equini delle strade del Parco che mettono a serio rischio gli automobilisti in transito. «Quad, tagli abusivi di alberi ed animali che vagano per strada», conclude Di Nino, «segnalano una situazione limite che necessita di un deciso intervento da parte degli addetti ai controlli. Il Parco non è terra di nessuno dove scorazzare con mezzi a motore, devastare e mettere a serio rischio la sopravvivenza di specie protette».


NAPOLI.COM
28 GENNAIO 2010
 
Donazione di ovicaprini a Herat
 
 
Questa mattina, nell’ambito delle attività che il Provincial Reconstruction Team italiano svolge a favore della popolazione afghana, è stata effettuata una consistente donazione di capre al Dipartimento dell’Agricoltura della provincia di Herat.All’attività, che ha avuto luogo presso un importante centro di allevamento per animali nel distretto di Gozara, hanno presenziato il Governatore della provincia di Herat, Mr. Nooristani, il Comandante del Regional Command West, Generale di Brigata Alessandro Veltri, ed il Comandante del PRT, Colonnello Claudio Dei, i quali hanno donato al Capo Dipartimento dell’Agricoltura della provincia di Herat - Mr. Haider Zadeh - 780 capre appartenenti alla razza “Cheeli” (di origine pakistana), particolarmente indicata a scopo di allevamento in un ambiente - quale quello afghano - caratterizzato da difficili condizioni climatiche e dall’aspra configurazione morfologica.Il progetto, un investimento pari ad un ammontare di circa 100.000 euro comprensivo del prezzo, della vaccinazione, del trasporto e dell’assistenza sanitaria degli ovicaprini, prevede la distribuzione degli stessi nei distretti di Pashtun Zarghun, Obe ed Adraskan. “L'iniziativa - ha spiegato il Generale Veltri - coinvolgerà almeno 33 villaggi per ogni distretto e consentirà agli abitanti della zona di poter beneficiare degli effetti della distribuzione ai fini riproduttivi della specie, favorendo così l’incentivazione dell’allevamento nelle aree maggiormente bisognose della provincia di Herat nella prospettiva di un concreto miglioramento delle condizioni di vita generali della popolazione afghana”.Al Dipartimento dell’Agricoltura, in coordinamento con i governatorati dei tre distretti interessati al progetto, spetterà l’onere della sostenibilità dell’iniziativa nella direzione di una corretta applicazione delle procedure di distribuzione, dell'evoluzione del programma, del monitoraggio dei risultati e dell’effettuazione dei periodici controlli veterinari.Mr. Haider Zadeh, Capo Dipartimento dell’Agricoltura della provincia di Herat - presenti tra gli altri i governatori dei distretti Pashtun Zarghun, Obe ed Adraskan e numerosi organi d’informazione locali -  ha ringraziato il Generale Veltri “per la significativa donazione, frutto della perfetta intesa tra le istituzioni governative locali e il Regional Command West, volta a garantire le reali e concrete esigenze di sviluppo del territorio e della sua gente”.Dal canto suo, il Generale Veltri ha sottolineato che ogni “ogni sforzo da parte di ISAF sarà sempre volto a garantire la sicurezza nei confronti della popolazione, dare impulso all’opera di ricostruzione e sviluppo della regione anche attraverso il costante e mirato soddisfacimento di tutte le esigenze siano esse di carattere assistenziale a favore delle persone maggiormente bisognose, siano esse rivolte a migliorare la governance”.

L'AVVENIRE

28 GENNAIO 2010

 

La gatta con il ginocchio artficiale

 

Dopo essere stata investita da un’auto la gatta Missy è rimasta mezza moribonda per due giorni nascosta in un cespuglio, finché i suoi lamenti hanno richiamato l’attenzione della padrona. Le condizioni di Missy parevano disperate: la zampina posteriore rotta in otto punti, nell’altra il ginocchio lussato. Ma il veterinario non si è perso d’animo e per l’animale ha trovato una soluzione più che tecnologica: le tante ossa rotte di una zampina sono state ingabbiate in una impalcatura speciale chiamata Spider mentre nell’altra il ginocchio è stato completamente sostituito con un dispositivo in acciaio inossidabile disegnato su misura per lei. Missy, prima gattina bionica al mondo, potrà tornare a camminare, correre e saltare in tranquillità.


ANMVI OGGI

28 GENNAIO 2010

 

ANMVI: ORGOGLIOSI DI AVERE CESARE GALLI

 

L'ANMVI ha rinnovato il proprio sostegno al collega ricercatore Cesare Galli che con la moglie Giovanna Lazzari guida Avantea un centro di ricerca di prestigio internazionale nel campo delle tecniche di riproduzione assistita applicate sia al settore zootecnico che a quello biomedico. Le difficoltà finanziarie del Centro, , sono note, ma l'Amministrazione comunale cremonese ha dimostrato ieri di volerle affrontare. Il Sindaco Oreste Perri ha incontrato Galli e Lazzari ieri e anche a nome della Provincia, si è impegnato a sbloccare un'erogazione di 200 mila euro, fondi stanziati dalle precedenti amministrazioni, ma non ancora elargiti. "Siamo partiti in quattro nel 1998 e ora siamo in dodici - ha fatto presente Galli- paghiamo al mese un affitto di mille euro per la sede e all'anno 40.000 per l'uso delle attrezzature". La conversione da srl in Fondazione del Centro Avantea potrebbe rappresentare la soluzione formale sulla destinazione dei fondi. E Cesare Galli si è detto pronto a far nascere la Fondazione fra un mese. I problemi sono molti: "L'immobile di Porcellasco è stretto per noi- dichiara il collega- oltre ai laboratori ci sono gli stabulari perché i maiali sono gli animali su cui stiamo lavorando di più".Non si escludono nemmeno cambi di sede, ma ciò che conta è che Galli e le sue ricerche rimangano in Italia. Per questo si è mobilitato anche il Vice Presidente della Regione Lombardia Gianni Rossoni: "quella del centro di Galli è una situazione non tanto da tutelare quanto da supportare. Ne discuterò con Perri e Salini (Sindaco e Presidente della Provincia ndr), conto di farlo nelle prossime ore".ANMVI ha espresso nuovamente sostegno a Cesare Galli ricordando, come sottolineato dal collega, che centri come Avantea ce ne sono solo altri due in tutta Europa: uno è in Germania e l'altro in Danimarca.


WELLME

28 GENNAIO 2010

 

CANI PIU' BELLI MA ANCHE PIU' MALATI

 

Lorenzo De Ritis

 

Il prezzo della bellezza aumenta sempre più, anche per i nostri amici animali! La prova è data dalle scene quasi surreali che ci vengono proposte: cani che bevono acqua minerale e alloggiano in alberghi a cinque stelle, che riservano loro tanto di tappeto rosso all’ingresso.Li vediamo ricoperti di lustrini luccicanti, hanno il manto lucidissimo e agghindato con vistosi nastri rossi. E’ questo lo scenario che ci prospettano i grandi show internazionali di bellezza canina, alla quale abbiamo assistito negli ultimi anni. Luoghi in cui gli animali presenti palesano l’impercettibile confine tra la natura e l’onnipresente “mano” dell’uomo su di essa.Insomma, l’equivalente di Miss Mondo, dove però le star che si contendono il titolo di “Best in Show” hanno quattro zampe e una coda. Alle 400 razze canine riconosciute corrispondono ben 350 patologie ereditarie che vanno dalle difficoltà respiratorie dei bulldog e dei pechinesi dovute al muso schiacciato con canna nasale corta, ai tumori delle ossa dei cani di taglia gigante fino ad arrivare all’ artrosi delle zampe posteriori nei pastori tedeschi.Per questi motivi, dagli scienziati britannici arriva un’accorata richiesta d’aiuto: standard più severi per disciplinare l’operato degli allevatori e maggiore sensibilità verso l’educazione cinofila. Questa la soluzione per ridurre i problemi di salute dei cani col pedigree che la selezione dell’uomo ha reso sempre più belli e fragili.Il biologo ed etologo inglese, Patrick Bateson, ha spiegato come molte delle patologie di cui soffrono questi animali è causata dall'ossessionante ricerca, da parte degli allevatori, di creare l'animale perfetto, l’animale da “Best in Show”. Il principio della bellezza è perseguito mediante processi genetici in cui si accoppiano cani consanguinei, dalla parentela a volte troppo stretta, a dispetto del criterio ben più importante della varietà genetica che preserva la salute degli animali.
Una selezione come questa, basata sulla bellezza invece che sulla salute, ha contribuito negli anni alla diffusione di patologie ereditarie di tipo recessivo, creando negli animali vere e proprie tare genetiche. Tanto che nel 2004 la sezione britannica del Kennel Club ha avviato uno screening genetico dei cani di razza e delle loro malattie.La responsabilità rispetto allo “status quo”, credo non vada ricercata esclusivamente nel mondo degli allevatori ma sia condivisibile tra noi tutti. Spesso a dettare la nostra scelta di un cucciolo sono le regole estetiche, gli standard della razza o ancor peggio i dettami della moda del momento.
Scegliamo un cane senza conoscerne le esigenze specifiche e quelle della razza a cui appartiene, ignorando così se sarà compatibile con noi e con il nostro stile di vita. Troppo spesso scegliamo con gli occhi e non con testa e cuore.


IL TIRRENO

28 GENNAIO 2010

 

Super clinica veterinaria con sala operatoria e strumenti elettronici

 

Sergio Mastrini

 

PONTREMOLI (MS). La mancanza di una struttura che garantisse l’eccellenza medico-veterinaria, a Pontremoli e in Alta Lunigiana, era avvertita da tempo da parte dei numerosi possessori di animali di compagnia costretti a percorrere distanze anche lunghe per consentire l’assistenza sanitaria ai loro piccoli amici. Questa giusta esigenza è stata colmata grazie alla collaborazione di due veterinarie, le dottoresse Elisabetta Bergamaschi e Rachele Roni che, accomunate dalla passione per una professione a volte difficile, ma sicuramente gratificante, hanno dato vita alla “Clinica veterinaria Città di Pontremoli”.  La struttura, rispettosa delle norme igienico-sanitarie che regolamentano il settore sia a livello nazionale che regionale, è sorta al piano terra di una palazzina di via Ayrton Senna, all’interno del nuovo quartiere residenziale denominato “Verdeno Due”, in posizione strategica e facilmente raggiungibile da tutta la Lunigiana.  Nella nuova clinica, aperta tutto l’anno, esiste il servizio di pronto soccorso veterinario su avviso telefonico che dispone di una sofisticata apparecchiatura elettronica atta a permettere il monitoraggio continuo, anche a distanza, di animali in degenza post operatoria o in terapia intensiva.  Il progettista ha saputo dividere razionalmente gli spazi tenendo conto della tempistica degli interventi.  Ampia la sala di d’attesa che serve da anticamera alla diagnostica per immagini, con apparato radiologico e camera scura a sinistra e apparato ecografico a destra. Il reparto di chirurgia è ospitato in una grande sala operatoria fornita, tra l’altro, di bisturi elettronico e di un sofisticato apparato di anestesia e rianimazione: attraverso un grande vetro, asettico e insonorizzato, è possibile seguire dal corridoio esterno l’attività chirurgica in sala.  Molto ben attrezzato il laboratorio di analisi biochimiche, come del resto la sala parto senza tralasciare le cure estetiche che avvengono in un locale attrezzato con vasca anatomica dove gli animali ospitati possono sguazzare durante il consueto bagno.  La clinica, che ha ricevuto l’entusiastico placet dei tecnici del Comune e dell’Asl 1, è raggiungibile facilmente da tutta la Lunigiana e anche dall’autostrada: infatti sorge 50 metri dopo la rotonda di via Europa andando verso lo stadio Lunezia.  Punto di riferimento preciso è la segnaletica verticale in via Quiligotti che indica la svolta a destra e quindi a sinistra.  La clinica dispone di un ampio parcheggio che permette di arrivare, anche con automezzi, di fronte all’ingresso principale e sarà presumibilmente inaugurata verso la metà del mese di febbraio.


CORRIERE DELLA SERA
28 GENNAIO 2010
 
Critiche dalle associazioni religiose. Ma le prenotazioni di piazzole aumentano
L'eterno riposo? Assieme al proprio pet In Gran Bretagna boom di cimiteri misti
Sempre più diffusa la moda dei proprietari di animali che chiedono di essere sepolti assieme ai loro amici a 4 zampe
 
Uno scorcio del cimitero per animali di San Giorgio a Colonica (Prato).
In Gran Bretagna è boom per i cimiteri misti in cui possono essere
seppelliti gli umani assieme ai loro «pet» (Ansa)
 
 
Francesco Tortora
 
LONDRA - Riposare per l'eternità assieme a Fido. Negli ultimi anni è cresciuto in maniera esponenziale il numero dei cittadini inglesi che decidono di essere sepolti accanto ai propri animali domestici. Il fenomeno è talmente in espansione che la scorsa settimana la contea britannica del Lincolnshire ha approvato la creazione di una serie di cimiteri misti per accogliere in futuro le salme di quei cittadini che intendono restare vicino ai propri amici a 4 zampe anche dopo aver esalato l'ultimo respiro. In questi singolari camposanti gli esseri umani potranno riposare non solo con i più classici animali domestici, come cani e gatti, ma anche con i cavalli e con gli altri animali che tanto hanno amato durante la loro vita terrena.
TRADIZIONE ANTICA - Come ricorda il Daily Telegraph le sepolture miste non sono affatto un'invenzione dei tempi moderni. Nel mondo antico (lo dimostrano le tombe dei faraoni d'Egitto e quelle delle più antiche popolazioni celtiche) la pratica di essere sepolti con animali era molto diffusa e cominciò a scomparire solo con l'affermarsi del Cristianesimo. Oggi la tradizione delle sepolture miste è rinata anche grazie a pionieri come Penny Lally, che gestisce il Woodland Burial Place, cimitero di Penwith, in Cornovaglia. All'inizio era un camposanto solamente per animali, ma dal 2003 più di 30 persone sono state seppellite a fianco dei propri animali domestici. Secondo quanto racconta la proprietaria al sito web del network americano Abc, almeno altre 120 persone hanno già prenotato nel cimitero un piccolo appezzamento di terra da dividere in futuro con il proprio animale domestico: «Molte persone che decidono di acquistare una tomba qui, lo fanno perché vogliono essere sepolte con i loro animali domestici - dichiara la signora Lally che ha anche creato un sito web per pubblicizzare il suo cimitero misto. Gli inglesi amano i loro animali. Sono parte della loro vita e offrono tanto amore. Perché abbandonarli dopo la morte?».
AMORE INCONDIZIONATO - La cinquantaquattrenne Carole Mundy è una presenza costante al cimitero di Penwith. Per 3.500 sterline ha comprato nel cimitero un appezzamento di terra, dove intende essere seppellita assieme a suo marito Robert il giorno in cui entrambi passeranno a miglior vita. Qui ha già sepolto già il suo amato Dylan, un golden retriever morto a 17 anni nel febbraio del 2008. Carole, che visita spesso la tomba di Dylan, intende seppellire nello stesso appezzamento di terreno anche gli altri animali che oggi allietano le sue giornate, i tre cani Sir Lancelot, Queen Guinevere e Sir Galahad, i due graziosi gatti e il cavallo Merlin, uno splendido mezzosangue irlandese: «Oltre ad essere il miglior cane del mondo, Dylan è stato un amico fantastico e non capisco perché non dovrei dividere con lui il riposo eterno – sostiene Carole –. Mi fanno tanto adirare quelle persone che mi ripetono fastidiosamente "è’ solo un cane"-. Gli animali ti danno un amore incondizionato, non vi rimproverano e non vi giudicano mai». Tuttavia, in Inghilterra numerosi gruppi religiosi hanno fortemente criticato la riscoperta dei cimiteri misti. Alle critiche la signora Mundy risponde: «Personalmente non ho convinzioni religiose e per quanto mi riguardo preferisco essere seppellita assieme ai miei animali piuttosto che in qualsiasi altro luogo. Se poi il terreno non è consacrato, me ne farò una ragione».

MARKET PRESS

28 GENNAIO 2010

 

CORALLO, LA GIUNTA DELLA SARDEGNA VARA LE NORME DI PESCA PER IL 2010

 

Cagliari - Il corallo rosso sardo è in buona salute e la Regione conferma le disposizioni stabilite già nell’aprile scorso nel corso di uno dei primi provvedimenti della giunta Cappellacci. Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura Andrea Prato, ieri la Giunta ha approvato una delibera che regolamenta il prelievo di una delle risorse naturali più importanti e caratteristiche del comparto della pesca isolano. Recentemente, e in varie occasioni pubbliche, la politica regionale di gestione del corallo è stata apprezzata e considerata come un modello da seguire non solo a livello Mediterraneo: durante un vertice della Fao al ministero per le Politiche agricole, i rappresentanti dell’organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite avevano apprezzato la regolamentazione della Sardegna che consente di conciliare le istanze di salvaguardia della risorsa con le esigenze economiche dei corallari. Le norme prevedono che la stagione inizi il 1 maggio e termini, ogni anno, il 15 ottobre (fino al 2008 iniziava un mese dopo) mentre il numero massimo di autorizzazioni è salito, rispetto a due anni fa, da 20 a 30. Inoltre, la pesca è consentita a profondità non inferiori a 80 metri. Ancora, la Regione potrà provvedere a formulare specifiche proposte di revisione dell’attuale quadro normativo, con l’obiettivo di potenziare la struttura imprenditoriale del comparto. Soddisfatto l’assessore Prato: “L’attuale normativa sul corallo è un esempio virtuoso che testimonia come una corretta gestione della risorsa, a livello dell’intero bacino mediterraneo, possa consentire di raggiungere il traguardo di un suo sfruttamento sostenibile e dall’altra tuteli un’attività produttiva importante per la nostra economia”. “Il lavoro della Regione – spiega invece Angelo Cau, del dipartimento di Biologia animale ed ecologia dell’Università di Cagliari - è meritorio perché oggi è l’unico ente che prevede una legislazione specifica sul corallo, e gli ultimi riconoscimenti nazionali e internazionali, arrivati anche dagli Stati Uniti e dal Giappone, ne sono la testimonianza”.


LA ZAMPA.IT

28 GENNAIO 2010

 

Pulizia dei denti per l'ippopotamo dei narcos

 

Sono quantomeno curiose le immagini che giungono dallo zoo di Santa Fe (Colombia): controllo e pulizia dei denti per Orion, l'ippopotamo nato in cattività quando era una degli animali "collezionati" dal noto trafficante di droga Pablo Escobar.

 

FOTO

http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?p=1&pm=1&IDmsezione=59&IDalbum=23735&tipo=FOTOGALLERY#mpos


CORRIERE DELLA SERA
28 GENNAIO 2010
 
I produttori: «utilizzati da quasi tutti gli allevatori comprese le filiere dop»
Anche gli Ogm nella «dieta» di mucche, polli e maiali
Sono il 25% dei mangimi consumati in Italia
 
Giuseppe Sarcina
 
MILANO — Si può partire dalla base, dalle stalle ipertecnologiche di Cremona, la «capitale del latte» italiano. Oppure si può cominciare dagli uffici romani delle associazioni degli importatori (Anacer) o dei produttori di mangimi (Assalzoo). Il dato di fondo, però, non cambia: ogni anno gli allevamenti italiani consumano 3,5 milioni di tonnellate di farina di soia Ogm (organismo geneticamente modificato). È una quota pari al 25% del fabbisogno totale (14,5 milioni di tonnellate, di cui 10,5 milioni di mais) necessario per nutrire bovini, suini, polli e tacchini. Numeri poco conosciuti al di fuori di una ristretta cerchia di addetti ai lavori, ma particolarmente utili oggi, nel momento in cui la Conferenza Stato-Regioni sta lavorando sulle «linee guida» per la coesistenza tra le colture bio-tech e quelle tradizionali. In parallelo si è riacceso il confronto tra le «due agricolture» italiane. La prima incardinata «sull’identità Dop » , dal prosciutto alla mozzarella (versante Coldiretti), l’altra fondata sui grandi allevamenti e le colture estensive (sponda Confagricoltura).

Premessa obbligatoria: la farina Ogm viene importata, sostanzialmente, da Argentina, Brasile e Stati Uniti. Ma tra i documenti di accompagnamento deve figurare l’autorizzazione preventiva concessa dall’Unione Europea, che sottopone ogni sostanza (in questo caso i semi di soia) all’esame scientifico dell’Autorità per la sicurezza alimentare di Parma (Efsa). «La produzione italiana non è in grado di soddisfare il fabbisogno delle stalle e la farina di soia Ogm costa molto meno di quella tradizionale» dice Filippo Galli, presidente di Anacer, Associazione nazionale cerealisti che rappresenta circa 100 importatori, l’80% del totale. All’allevatore la farina di soia biotech costa il 20-30% in meno. «Questo spiega perché la versione Ogm sia diventata ormai una componente essenziale della dieta giornaliera praticamente in tutti gli allevamenti italiani, compresi quelli da cui dipendono le filiere delle principali Dop, dal prosciutto San Daniele al Parmigiano, al Grana eccetera » sostiene Giulio Gavino Usai, responsabile economico di Assalzoo, l’organizzazione dei produttori di mangimi.
La farina di soia fornisce proteine e incide in maniera diversa nella dieta degli animali: si va dal 10% per i suini, al 30% per i bovini da latte.

In Italia esiste anche una sacca di soia «Ogm free», ma mette insieme solo 500-600 mila tonnellate all’anno, pari al 5-7% del totale. Le norme europee impongono trasparenza: se la componente Ogm supera la soglia dello 0,9%, va segnalato sulle etichette delle confezioni. Tutte regole scrupolosamente seguite dal Consorzio agrario di Cremona, la cooperativa che vende la metà dei mangimi consumati dai 110 mila bovini della provincia. Siamo nell’epicentro della zootecnia lombarda, con una filiera che va dal latte fresco al Grana Padano. La classifica del Consorzio è dunque un test interessante. Il mais è il mangime più venduto (50% di quota). Segue la farina di soia Ogm (20% di quota) e più omeno sullo stesso livello altri semi proteici come girasole e colza, la sacca di soia «Ogm free» chiude con il 10% di venduto.


IL PICCOLO

28 GENNAIO 2010

 

Il gatto non è morto per la rabbia silvestre Vaccinazione in tutti i Comuni della Bassa

 

Elena Placitelli

 

CERVIGNANO (UD) -  Il gatto di Cervignano non è morto di rabbia silvestre. Lo hanno confermato ieri le analisi dell’Istituito zooprofilattico delle Venezie, l’ente di prevenzione sanitaria animale con sede a Legnaro, in provincia di Padova. L’allarme era scattato dopo che il veterinario di Cervignano, Paolo Roppa, aveva sottoposto alle analisi il cadavere del gatto che era morto con sintomi che potevano essere ricondotti alla rabbia. «L’animale aveva una tale aggressività – spiega il veterinario – e non rispondeva alle cure mirate per le malattie nervose, per cui ho temuto il peggio». E nella Bassa friulana l’allarme non può comunque cessare. Ne è consapevole il Comune di Cervignano, che ha già richiesto la vaccinazione a tappeto per tutti i cani. «Dopo l’ordinanza emessa dall’Azienda sanitaria di Palmanova – spiega il sindaco di Cervignano, Pietro Paviotti - abbiamo messo a disposizione il magazzino comunale di via da Riseris». Una notizia confermata anche dal dirigente del servizio di Sanità animale di Palmanova, Giovanni Moneghini: «Dopo i controlli sull’adeguatezza dei locali messi a disposizione dei Comuni, attiveremo le vaccinazioni nei rispettivi territori, di modo da rendere il servizio più fruibile ai cittadini». Finora, infatti, i proprietari possono vaccinare i loro cani solo a Palmanova, nella sede dei Servizi veterinari di via Molin 21, il lunedì, martedì,giovedì e venerdì, dalle ore 10 alle 12.30. Oppure ci si può recare negli ambulatori convenzionati, sempre previo pagamento di 10 euro all’Ass 5. Ma il servizio diventerebbe più fruibile se fosse attivato in ogni comune. E sul caso di Cervignano si è pronunciato anche il direttore del Servizio veterinario regionale, Renato Coassin: «Il veterinario ha fatto bene a consultare l’Istituto zooprofilattico: con le precauzioni è sempre meglio abbondare». Ma dal direttore arrivano anche le rassicurazioni sulla presunta inefficacia dei vaccini per le volpi, potenziali portatrici di rabbia silvestre, la cui popolazione è cresciuta a dismisura negli ultimi anni. «La situazione è sotto controllo – replica il direttore regionale Coassin -. Vero che, in regione, le volpi sono 10 volte di più di quanto stabilito dall’Organizzazione mondiale della Sanità come limite contro la rabbia. Ma è altrettanto vero che ogni anno ne vengono abbattute 3 per ogni 10 km quadrati, proprio per monitorare l’epidemia e l’efficacia dei vaccini. Questo limite non va oltrepassato: l’abbattimento non è una soluzione. L’unico metodo è la vaccinazione orale delle volpi, con esche che vengono sperse sul territorio». Nella Bassa, dal 6 dicembre al 16 gennaio sono state sparse 12mila esche in 611 chilometri quadrati di terreno. «Ma la campagna annuale – chiude Coassin - raggiunge solo il 60per cento delle volpi, per cui ci vorranno 3 anni prima di sconfiggere definitivamente l’epidemia. Ecco il perchè del vaccino obbligatorio per i cani, che rimane consigliato pure per i gatti».


IL TIRRENO

28 GENNAIO 2010

 

Cacciatore muore per malore al termine di una battuta

 

MONTIERI (GR). Muore mentre sta tornando da caccia. Un uomo N.F., di 64 anni originario di un paese in provincia di Pistoia, è deceduto nella campagna vicino a Montieri verso le quattro e mezzo del pomeriggio mentre stava tornando insieme ad alcuni amici alla sua auto. Una passione la caccia al cinghiale che ieri lo ha portato insieme ad altri cacciatori ad immergersi nella natura per cercare di cacciare qualche animale. Tutto è andato bene sino al rientro.  Ma a circa duecento metri dalla strada, in località Meridiana, il sessantenne pistoiese si è accasciato a terra. Gli amici hanno subito chiamato i soccorsi ma il 118 non ha potuto fare molto: l’uomo è deceduto con ogni probabilità per infarto. A Montieri la notizia si è sparsa in fretta anche se pochi conoscevano l’uomo che appunto non era originario del posto.

 

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