LA GAZZETTA DI REGGIO 27 OTTOBRE 2009
Bastona a sangue il suo cane per punirlo
Miriam Figliuolo
LUZZARA (RE). La «colpa» di Billy è stata di azzuffarsi con altri cani: lui, un piccolo meticcio bianco e nero dall’aria inoffensiva. Per questo si meritava una «lezione»: a suon di bastonate. Ma a fermare quei colpi, dettati da un’assurda violenza, sono arrivati i carabinieri. Gli aspetti brutti in questa ennesima triste storia di maltrattamento, sono tanti. Tra questi che a colpire la povera bestiola, poi visitata e medicata da un veterinario che ha confermato le ferite - numerose - provocate da percosse e non già da altri cani, sia stata proprio colei che invece dovrebbe prendersene cura: la proprietaria. La donna è stata poi denunciata - per maltrattamento di animali - e rischia fino a un anno di carcere e 15mila euro di multa, pene che diventerebbero ancora più pesanti in caso di recidiva. Altro brutto aspetto è che la signora ha cercato fin da subito di giustificare il suo comportamento ai militari dell’Arma - della cui presenza non si era accorta mentre colpiva il proprio cane con un bastone - dicendo di volere così dare «una lezione» all’animale, che si era appena azzuffato con altri cani. Di questi ultimi animali però nessuna traccia. Il brutto episodio è avvenuto giovedì, intorno alle 21, lungo la provinciale 2R, in un’area di servizio: strano posto per portare a passeggio il proprio cane, l’ideale invece per chi voglia disfarsene. Appena si è resa conto di essere stata sorpresa dai carabinieri, la donna ha cercato di nascondere il bastone - di quelli sui quali gli anziani usano comunemente appoggiarsi per camminare - dentro la sua auto. Cosa ancora più inquietante. A picchiare la bestiola con tanta insana violenza una donna di 40 anni - residente a Gualtieri e originaria di Trento - di professione badante. L’indole violenta dimostrata contro il suo povero animale, certo getta seri dubbi sull’idoneità a svolgere un lavoro tanto delicato. Ma, infine, a turbare ancora di più gli animi sensibili, l’epilogo della vicenda. Il povero Billy, dopo essere stato curato, è tornato alla proprietaria: assenti, a rigore di legge, per il momento, gli estremi per affidarlo ad altri. Unica speranza per lui i controlli dell’Ausl, subito attivata dai carabinieri. -
LA VOCE
27 OTTOBRE 2009
Sorpresa dai carabinieri con le mani sporche di sangue Donna prende a bastonate il suo cane Picchiato perche' avrebbe azzannato altri cani
Reggio Emilia - Colpevole di aver azzannato altri cani, la sua padrona lo avrebbe per tale ragione preso a bastonate. E'quanto accaduto a un cagnolino meticcio, colpito dalla padrona, una quarantenne reggiana, colta quasi sul fatto dai carabinieri a Luzzara. L'episodio è avvenuto nella serata di domenica, intorno alle ore 21. La donna teneva il cagnolino al guinzaglio ed è stata sorpresa dagli uomini dell'Arma con un bastone in mano, che, alla vista della pattuglia, ha subito tentato di nascondere dentro la sua auto. Le mani sporche di sangue l'avrebbero però incastrata e per questo è stata denunciata, con l'accusa di maltrattamento. Animalieanimali 27 OTTOBRE 2009
PICCHIA CANE CON BASTONE, DENUNCIATA DA CARABINIERI
I carabinieri di Luzzara, in provincia di Reggio Emilia, l'hanno sorpresa mentre colpiva con un bastone un cane meticcio di piccola taglia. E quando le hanno chiesto spiegazioni la donna ha risposto che in tal modo voleva educare il proprio animale colpevole di aver azzannato altri cani. Una giustificazione che non e' bastata a risparmiarle una denuncia per maltrattamenti di animale. Reato che prevede fino a un anno di reclusione e 15.000 euro di multa. MATTINO DI PADOVA 27 OTTOBRE 2009
Hanno rapito i miei cani
SALBORO (PD). Caffé e Poldo, due cani di taglia media e dotati di microchip, sono stati smarriti tra Salboro e la Guizza. Il proprietario Franco Zecchinato (tel. 335-7266797, 049-711093) offre una ricompensa a chi potrà fornire indicazioni utili: «Sono animali inoffensivi, forse li hanno catturati», racconta «temo molto per quanto si sente dire circa il traffico di animali per la vivisezione, le cucine orientali o, magari, per farne cani da caccia». Animalieanimali 27 OTTOBRE 2009
TAPIRO IN CONGELATORE, MULTATO NEGOZIO TORINO
Torino - C'era anche un tapiro congelato, l'animale reso famoso da Striscia la Notizia, tra gli alimenti trovati dai vigili urbani di Torino in un negozio gestito da nigeriani. Era conservato in cantina, dentro un congelatore, insieme ad altri 120 chili di carne e prodotti ittici essiccati in pessimo stato di conservazione. Animalieanimali 27 OTTOBRE 2009
CANE-EROE DARCY IN QUARANTENA, PROTESTANO I SOSTENITORI IN GRAN BRETAGNA Dopo che il cane ha salvato migliaia di vite in seguito al terremoto in Indonesia.
Darcy è un cane-eroe, ma anziché essere festeggiato e tornare all'opera è stato messo dietro le sbarre: queste le proteste che si sono levate in Gran Bretagna e all'estero, dopo che il cane, che ha salvato migliaia di vite in seguito al terremoto in Indonesia, è stato rinchiuso in un canile in quarantena per sei mesi. Darcy, un border collie di quattro anni e mezzo, è considerato il cane da salvataggio più qualificato d'Inghilterra, secondo il Daily Telegraph. Eppure, dopo aver aiutato i soccorritori nella ricerca di vittime per tre settimane, anziché essere rimesso a lavorare, è stato trattenuto in una gabbia nel centro di quarantena di Colchester.
IL RESTO DEL CARLINO
27 OTTOBRE 2009
Animali: la cooperativa Meridiana parla di "auto sospette"
Danni al canile, una denuncia
Civitanova (MC) - Danneggiamenti notturni al canile comunale denunciati ai carabinieri. Ne da conto Meridiana, che gestisce la struttura ed è il presidente della cooperativa, Giuseppe Spernanzoni, che parla anche di "auto sospette" che si aggirano nella zona. Lo fa in una nota in cui replica a due volontarie dell'associazione Io non ti abbandono (precedente gestione) che hanno pubblicamente lamentato di non essere state fatte entrare nel canile in orario pomeridiano di apertura al pubblico. Spernanzoni scrive - che ulteriori polemiche pretestuose non saranno più tollerate e, se ravviseremo gli estremi, si sporgerà denuncia per diffamazione con richiesta di risarcimento dei danni.- Precisa di agire per "tutelare il meritevole operato dei dipendenti della cooperativa da attacchi di un'associazione a cui il Comune avrebbe contestato carenze e inadempienze." Rivendica la gestione di due canili "Macerata e Civitanova unici in Regione, forse d'Italia, ad aver ottenuto la certificazione di qualità Iso 9001:2000 e la certificazione etica Sa 8000 dell'ente certificatore Bureau Veritas. Dall'inizio della gestione, luglio 2009, sono stati dati in affidamento 20 gatti e 30 cani, e 48 cani sono stati restituiti ai proprietari grazie alla collaborazione con l'associazione "Uomo Natura Animali". A nessun visitatore, interessato ad adottare un animale o bisognoso di informazioni, è stato mai negato l'accesso in orario di apertura al pubblico.-"
TERRA NAUTA
27 OTTOBRE 2009
Panem et Circenses: gli errori dell’uomo pagati dagli animali L’uomo ritiene, con la presunzione di non essere smentito, di poter disporre a suo uso, abuso e consumo della natura e dei suoi abitanti pennuti, pinnati, quadrupedi e quadrumani. Laboratori, circhi, zoo, allevamenti sono la frontiera (dis)umana al progresso della scienza, al divertimento, alla produzione sfrenata.
ROMINA ARENA
L’uomo ha sempre avuto la convinzione di poter dominare la natura. Ha sempre pensato che il proprio status di essere intelligente e dotato di raziocino gli desse una sorta di diritto di prelazione sugli animali, il loro habitat, i loro cicli vitali.La bestia, così definita perché, secondo un concetto filosofico ben radicato, priva di quelle capacità cognitive ed intellettuali proprie dell’Homo sapiens sapiens (due volte sapiens, addirittura), è soggetto, oggetto e strumento nell’affannosa ricerca di quella nuova molla che proietti l’umanità in un costante ed all’infinito procrastinato futuro. Anche se ad oggi si ha notizia che in alcune zone del mondo, quelle povere, manco a dirlo, esistono individui equiparati, ai fini del progresso scientifico, agli animali e che quindi di questi ultimi compartecipano la sorte, rimangono sempre le bestie i più assidui frequentatori di laboratori, gabbie e gabbiette ammassate nei magazzini nella estenuante cavalcata verso un domani neanche tanto bene definito e soprattutto neanche così tanto allettante.Sulle loro carni, sulle loro pellicce, sui loro organi si avvicendano figure tra le più disparate che siano scienziati, cuochi, bracconieri, mercanti, santoni e faccendieri che con le loro trovate immaginano ed alla fine pretendono di restituirci cosmetici più belli, brillanti e ricercati per le nostre membra; capi d’abbigliamento alla moda per soddisfare il più sfrenato slancio di vanità; pozioni miracolose che ci guariscano ogni morbo del corpo e dell’anima; cibi succulenti che accarezzino con esotica voluttà il più fine dei palati; bersagli mobili per soddisfare il più basso degli istinti predatori.
L’encefalopatia spongiforme bovina, meglio conosciuta come mucca pazza, è stata una buona occasione per provocare un’ecatombe bovina di portata planetaria
Laddove non arriva la scienza, il fucile o il pennello per stendere l’ombretto vi arriva la voglia di soddisfare il pubblico ludibrio, quei gridolini concitati ebbri di eccitazione che fendono l’aria quando si scopre che la bestia, in verità, balla, canta, salta a comando, si fa ficcare una testa tra le fauci, tiene una palla ben ferma sul naso, sbatte le pinne per applaudire, salta nei cerchi infuocati, imita l’uomo nei vizi e nelle, poche, virtù. Dove la scienza lascia il passo al godimento dello spirito, lì spuntano i circhi, gli zoo, gli acquari e i delfinari. Carceri o poco più (spesso anche molto meno) che ricreano intorno alle bestie, nella migliore delle ipotesi, ambienti fittizi fatti di palme, rocce, laghetti, Iceberg, grotte, liane e tanta, tanta desolazione. La bestia è un’attrazione, un fenomeno da baraccone, un quadrupede che si drizza sulle zampe posteriori: la fotografia col tigrotto o con il pitone adagiato sulle spalle come un pesante, scivoloso ed umidiccio collier; l’orso che si lancia dalla roccia per cercare la frescura nelle acque palustri del laghetto artificiale o il gorilla che tra le sbarre tende una mano (perché di quello si tratta) per ricevere qualche nocciolina o qualche sparuta caramella; il delfino che spunta come un siluro dall’acqua per compiere evoluzioni mozzafiato in alto nell’aria per poi tuffarsi con grazia in quello che per lui è poco più che un pantano. Applausi fragorosi, bambini con lo sguardo rapito, macchine fotografiche in tilt. Panem et Circenses.
Agnelli, galline, maiali e poi branzini, tonni, trote ed orate ammassati in ambienti insalubri, tempestati di antibiotici, condannati a standard di vita e di produzione innaturali. Le vacche con le mammelle costantemente strizzate; le galline a spremersi per le uova; le oche ad ingrossarsi, letteralmente, il fegato. Tutti invariabilmente costretti a crescere in fretta e produrre altrettanto velocemente. In questo vortice, però, spesso qualcosa sfugge, parte per la tangente, crea delle anomalie negli animali che diventano letali per l’uomo.E l’uomo cosa fa? Dotato di quel suo ingegno che non per niente lo rende sapiens, taglia il problema alla radice, seguendo i consigli di Arthur Schopenhauer. Perché le responsabilità non sono mai dell’uomo, che si accanisce con le sue alchimie, i suoi esperimenti, i suoi vaccini sulle bestie, ma di queste ultime, zozze, immonde, che si ammalano, contaminano le loro carni e devono essere soppresse.L’encefalopatia spongiforme bovina, meglio conosciuta come mucca pazza, è stata una buona occasione per provocare un’ecatombe bovina di portata planetaria; l’influenza aviaria ha segnato un delirante sterminio di polli, tacchini e simili; il nuovo virus dell’influenza A ha dato inizio ad uno specioso quanto inutile eccidio di maiali.Mi chiedo, non senza certa preoccupazione, cosa succederebbe se un giorno, in questa follia collettiva, venisse fuori un nuovo virus e lo chiamassero influenza umana . LA PROVINCIA DI VARESE 27 OTTOBRE 2009
Gli animalisti: «No al massacro dei germani»
TRADATE (VA) - «Stiamo assistendo in questo periodo di caccia a qualcosa che sembrerebbe incredibile. Decine e decine di germani che si posano e nidificano lungo l'Olona sono preda dei cacciatori». E' la denuncia di Maurizio Alberti, di Legambiente Tradate, che poi continua: «Uno di questi cacciatori ha dichiarato di averne uccisi in questo mese già 30. Legambiente Tradate vuole fare un appello ai sindaci e ai cacciatori stessi perché si fermi questo massacro. I germani sono ormai diventati parte del nostro paesaggio, perché ucciderli? La Valle Olona sta rinascendo dal punto di vista naturale e turistico». l'appello
CORRIERE ADRIATICO
27 OTTOBRE 2009
Piccioni maltrattati Fate come Senigallia
Ancona Antonio Bruno, presidente dell’associazione “Chicco e Fuffi” di Senigallia, condividendo la posizione di “Amici Animali Osimo”, ha fatto sapere che nei prossimi giorni inoltrerà un “esposto contro l'Amministrazione comunale di Osimo per maltrattamento e crudeltà verso gli animali”. A finire nel mirino dell’associazione animalista è l’abbattimento dei piccioni torraioli tramite cacciatori autorizzati. “Certamente –scrive il presidente Antonio Bruno- il comportamento antianimalista della nuova Amministrazione, Sindaco in testa, va condannato pubblicamente invitando anche alla protesta tutti quei cittadini osimani che amano veramente gli animali. Un suggerimento per il Sindaco, se legge la presente, è di utilizzare il sistema di Senigallia, e cioè l'uso di mais antifecondativo distribuito dallo stesso Comune a tutte quelle persone che si incaricano di cibare i colombi”. Infine l’invito al sindaco Simoncini: “Possiamo scambiare delle opinioni sugli animali, tutti e non solo colombi”.
IL CITTADINO 27 OTTOBRE 2009
Utilizzava un richiamo vietato: nei guai cacciatore bresciano
Caselle Lurani (LO) - Ingannava le sue prede utilizzando un richiamo “proibito” il cacciatore pizzicato nel fine settimana dalla polizia provinciale mentre violando le regole si stava scorrettamente accanendo contro la fauna migratoria del Lodigiano. A finire nelle reti del servizio “anti bracconaggio” degli agenti di palazzo San Cristoforo è stato un bresciano, sorpreso in azione nelle campagne del comune di Caselle Lurani. L’uomo, l’immancabile fucile in pugno, aveva deciso di dedicarsi al tiro alla pispola, un uccello di piccola taglia del quale generalmente è vietata la caccia, ma che in questo momento le doppiette possono puntare grazie a una deroga al regolamento. Il cacciatore bresciano, però, non si è accontentato dell’opportunità concessagli: così, in barba alle norme, ha deciso di aumentare le proprie chance di centrare il bersaglio attraverso l’uso di un richiamo acustico elettromagnetico, che amplificato grazie a un registratore gli permetteva di richiamare frotte di volatili vicino alla sua postazione. L’espediente, vietatissimo, gli ha effettivamente permesso di attirare e fulminare due pispole. Ma il suo trucco è stato scoperto dagli agenti della polizia provinciale lodigiana, che sequestrati fucile, munizioni e... bottino hanno immediatamente segnalato l’episodio alla procura della Repubblica, che ha denunciato penalmente il cacciatore. L’episodio di Caselle Lurani segna l’ennesimo blitz del corpo guidato da Arcangelo Miano contro le “doppiette scorrette” in questo primo mese abbondante di stagione venatoria. Dall’inizio della caccia , lo scorso 20 settembre, fino a oggi, la polizia provinciale e il servizio volontario di vigilanza di palazzo San Cristoforo hanno infatti già controllato 450 cacciatori, comminando 44 sanzioni amministrative e 15 sequestri di selvaggine. CRONACA QUI 27 OTTOBRE 2009
La tratta dei cuccioli Dall'Ungheria a Milano, l'odissea di 193 cani
Alessandro Ferrari
SAN GIULIANO MILANESE (MI) - Quasi un centinaio, 98 per la precisione, erano già stati venduti. Gli altri 95 sono stati trovati dai carabinieri del Nas di Milano in una decina di box appena arrivati dall’Ungheria. I musetti spaventati e il pelo arruffato, 193 cuccioli di razza erano stati importati illegalmente per essere rivenduti da un allevamento di San Giuliano Milanese, già segnalato nel settembre del 2008 per maltrattamento di animali. In questo caso, i cani sono stati trovati in buone condizioni e per questo non sono stati sequestrati. Dopo aver pagato una multa intorno ai 100mila euro e dopo averli sottoposti ai controlli veterinari, i titolari dell’allevamento potranno venderli regolarmente. La scoperta è stata effettuata nel weekend dai militari del Nas di Milano, guidati dal capitano Paolo Belgi, insieme agli esperti dell’Asl di Melzo. Nella struttura si trovavano solo 95 dei 193 esemplari arrivati giovedì scorso dall’Ungheria: barboncini, bulldog, carlini, bassotti, chiwawa, tutti di poche settimane. Gli altri 98 erano già stati veduti e ora i carabinieri stanno cercando di rintracciare gli ignari padroni dal momento che nessuno dei cani è stato vaccinato. Nel settembre 2008 i due titolari della stessa struttura erano già stati segnalati alle autorità insieme a un veterinario. I tre erano stati indagati per aver importato illegalmente sempre dall’Ungheria 155 cuccioli e per averne dispersi 40, già sottoposti a vincolo sanitario. Le indagini avevano messo in luce le modalità con cui agivano i soggetti segnalati: i cani venivano introdotti dall’Est Europa senza essere registrati presso l’ufficio veterinario per gli adempimenti comunitari del ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali. Giunti in Italia, gli animali venivano registrati con una falsa documentazione sanitaria e di provenienza, emessa senza effettuare gli opportuni accertamenti sullo stato di benessere dei cuccioli.
METROPOLIS
27 OTTOBRE 2009
Tartarughe sequestrate nel porto di Salerno
SALERNO - Ventuno tartarughe ed un pappagallo sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza e dal Corpo Forestale nel porto commerciale di Salerno. Le specie animali erano occultate in un´autovettura di un cittadino italiano di 30 anni che era pronto a sbarcare da una nave proveniente dai Paesi extracomunitari.Le specie animali sequestrate sono tra quelle protette dalla convenzione di Washington, che sanziona penalmente chiunque importa senza i prescritti certificati e licenze specie animali in via d´estinzione. Per questo il trentenne è stato denunciato in stato di libertà. Secondo gli esperti le tartarughe avrebbero consentito un illecito profitto di circa 8.000 euro.
EOLO PRESS 27 OTTOBRE 2009
ANIMALI PROTETTI SBARCANO ILLEGALMENTE A SALERNO
SALERNO- Ventuno tartarughe ed un pappagallo sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza e dal Corpo Forestale nel porto commerciale di Salerno. Le specie animali erano occultate in un'autovettura di un cittadino italiano di 30 anni che era pronto a sbarcare da una nave proveniente dai Paesi extracomunitari. Le specie animali sequestrate sono tra quelle protette dalla convenzione di Washington, che sanziona penalmente chiunque importa senza i prescritti certificati e licenze specie animali in via d'estinzione. TICINO NEWS 27 OTTOBRE 2009
Asini sotto la pioggia: scatta la denuncia La Spab punta il dito contro due proprietari di Calonico e Anzonico che hanno lasciato 15 asinelli sotto la pioggia in alta quota
Svizzera - La Società di protezione animali di Bellinzona (Spab) ha denunciato due proprietari al Veterinario cantonale per aver lasciato una quindicina di asini esposti alle intemperie della scorsa settimana a Calonico e Anzonico. Il primo proprietario ha lasciato dieci asinelli sotto l’acqua a 1300 metri di quota. Uno dei maschi del gruppo “ha obbligato gli altri asini a rimanere all’esterno - scrive la Spab in una nota stampa -. Se il proprietario fosse andato a controllarli, si sarebbe accorto del fatto e avrebbe potuto porvi rimedio”. Un secondo proprietario invece ha lasciato altri cinque asini a 1100 metri sotto la pioggia per due giorni e due notti senza il minimo riparo. La Spa di Bellinzona ricorda agli allevatori e ai contadini l’origine africana dell’asino che a differenza di cavalli e mucche non ha il pelo impermeabile, pertanto l’acqua penetra fino alla pelle e con il freddo l’animale è colpito da polmonite. IL CENTRO 27 OTTOBRE 2009
Anversa, asini sfrattati
Erica Del Vecchio
ANVERSA (AQ). Asini «insolenti» sgombrati dalle Gole del Sagittario. Curiosa la vicenda che vede al centro un gruppo di asinelli dell’azienda agrituristica «La Porta dei Parchi» sgombrati qualche giorno fa su ordine del Comune e divenuti oggetto di disputa tra opposizione e maggioranza. Gli asini pascolavano indisturbati in territorio protetto quando è stato rintracciato il proprietario e i gli animali sono stati allontanati. «L’azienda li aveva portati a pascolare in un terreno dove è necessaria una manutenzione della sterpaglia, all’imbocco delle Gole», afferma Nunzio Marcelli , proprietario dell’agriturismo che protesta, «gli asini erano in un’area caratterizzata dalla presenza di sottobosco a rischio incendio, area nella quale tradizionalmente erano presenti gli animali». Secondo Marcelli, capogruppo di «Uniti per Anversa», il fatto «è un’occasione persa per dimostrare di non essere omologati ad una cultura perdente, che non sa cogliere l’importanza del patrimonio rurale di questi territori. Una cecità» aggiunge «che non vorremmo dover addebitare al fatto che i somari (intendo i quadrupedi) fatti così solertemente sgombrare appartengono a esponenti dell’opposizione. A livello internazionale, si sta riconoscendo sempre più il ruolo fondamentale dell’attività agropastorale per la conservazione dell’ambiente con il recupero di terreni abbandonati», conclude Marcelli che ha avuto sabato in visita nell’agriturismo una delegazione della Fao, l’organizzazione internazionale Onu per l’agricoltura, «indirizzo al quale gli amministratori di Anversa non sono interessati».
ASYLUM
26 OTTOBRE 2009
NASCONDE CANE NEL BAGAGLIAIO A MANO, SCOPERTO GRAZIE AI RAGGI X
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Quando il suo bagaglio a mano è passata sotto ai raggi X, nell'aeroporto di Dublino, l'addetto alla sicurezza si è stupito di fronte ad una cosa che pareva essere un orsacchiotto. Nel dubbio, ha chiesto al passeggero proprietario della borsa di aprirlo. Con grande sorpresa, ha scoperto che al suo interno c'era un cagnolino chihuahua, compresso in una gabbietta (qui a lato potete vedere come si presentava l'animale sul pc).Il proprietario della borsa, un bulgaro, era salito sull'aereo a Madrid, e non aveva dichiarato la presenza del chihuaha alla dogana. Il cane è stato preso in consegna dal dipartimento per l'agricoltura e il cibo ed è stato subito messo in quarantena (mancando anche un certificato che ne attestasse le vaccinazioni). Le condizioni di salute dell'animale sono buone, anche se era un po' strapazzato per via del viaggio (e delle condizioni nelle quali era stato costretto ad effettuarlo). Il proprietario è stato invece arrestato, per non averne dichiarato la presenza.
CORRIERE FIORENTINO
27 OTTOBRE 2009
Scandicci L’istituto che addestra labrador e golden retriever per i ciechi compie 80 anni: il 30 e 31 ottobre la festa La scuola dei cani. Diplomati Claudio e il compagno Tazio: «Più che una guida è un pr, fa amicizia con tutti»
Da quando si sono incontrati Tazio e Claudio sono inseparabili. Tazio è un labrador vivace e premuroso di sette anni e da cinque è la guida di Claudio: vive con lui, lo segue al lavoro, lo accompagna ovunque, sostituendosi ai suoi occhi che non possono vedere. «Più che un cane guida è un pr, fa amicizia con tutti» scherza Claudio, negoziante fiorentino di 55 anni, cieco da dieci. «Il cane è un supporto tecnico, perché evita gli ostacoli e velocizza i movimenti, ma è soprattutto un aiuto psicologico: non fa sentire soli e permette di socializzare con le altre persone, superando la loro indifferenza » racconta. «All’inizio non è stato semplice abituarsi, dopo tre settimane volevo riportarlo indietro, ma gli istruttori mi hanno convinto a tenere duro e ora li ringrazio ». Ogni giorno Claudio e Tazio, che abitano in campagna, si svegliano alle 5 del mattino, vanno a prendere l’autobus che li porta a Firenze, a San Salvi, dove Claudio lavora; nel pomeriggio fanno una passeggiata in centro e due chiacchiere con gli amici, prima di riprendere il bus e ritornare a casa.Tazio è stato addestrato nella Scuola nazionale cani guida per ciechi di Scandicci, l’unica struttura pubblica del genere in Italia (è gestita dalla Regione Toscana), che quest’anno festeggia gli 80 di attività. Appena nato, dopo lo svezzamento, Tazio è stato dato in affido a una famiglia adottiva per un anno: qui ha imparato a socializzare, a comportarsi educatamente in pubblico, a essere indifferente ai rumori della città, a camminare al guinzaglio a una corretta andatura. Diventato grande, è tornato alla scuola, con la quale è sempre rimasto in contatto, per iniziare l’addestramento vero e proprio: prima nell’area tecnica della struttura, poi in strada, tra marciapiedi occupati, auto, pedoni, attraversamenti e ostacoli di ogni tipo. Nel 2004 è stato assegnato a Claudio, che da allora è diventato il suo inseparabile compagno «a due zampe».Ogni anno alla scuola cani guida per ciechi di Scandicci si «diplomano » circa 25 cani, di razza labrador e golden retriever, che vengono assegnati a non vedenti residenti in tutta Italia. «Le richieste sono maggiori, ma più di questo non riusciamo a fare. Il percorso che porta un cucciolo a diventare cane guida è lungo» spiega Massimo Baragli, uno dei 15 istruttori della scuola e responsabile «Attività di raccordo dei servizi tecnici».Nella scuola oltre ai cuccioli da accoppiamento e quelli da addestrare come guida per ciechi vivono sette cani utilizzati per programmi di pet terapy con anziani ospiti in case di riposo e ragazzi autistici. Ancora in fase sperimentale è invece il progetto Melampo, realizzato con l’Azienda Sanitaria 10 di Firenze, rivolto a disabili motori. I cani in questo caso vengono addestrati per aiutare l’uomo nelle sue attività quotidiane: aprire e chiudere porte e sportelli, accendere e spegnere le luci, portare il giornale e la spesa, caricare il cestello della lavatrice.Per il suo ottentesimo compleanno la Scuola nazionale cani guida ha organizzato due giorni di festa: il 30 ottobre è in programma un convegno, il 31 invece open day con l’apertura ai cittadini di Villa Martini, sede della scuola dal 1962, dimostrazioni degli istruttori e cena al Castello dell’Acciaiolo. Dal 1929 Venticinque alla volta SENZA COLONNE 27 OTTOBRE 2009
Aggrediti dai cani, li salva Carly
Brindisi – Un weekend di terrore, quello appena trascorso, per una famiglia, che come tante, ormai vivono estate – inverno nelle ville nei pressi della litoranea brindisina; causa, una aggressione da parte di alcuni cani feroci nei confronti di due bambini appena scesi dallo scuolabus fortunatamente salvati dal loro cagnolino che li attendeva con la mamma come ogni giorno e che ha rischiato di perdere la vita. Una giornata come tante quella di sabato scorso, un saluto la mattina davanti alla fermata dell’autobus con il solito abbaiare quello di Carly per i loro padroncini Daniele e Mario De Virgilio di 7 e 11 anni che lo amano e lo curano, soprattutto il più piccolo, come fosse un figlio. Al ritorno dei due scolari però, qualcosa non è andata come sempre. La mamma, con al seguito il piccolo ma 12enne yorkshire era in attesa come ogni giorno presso la fermata dello scuolabus dell’arrivo dei suoi figli, ed una volta scesi ha dovuto assistere senza respiro ad una scena che le ha fatto temere il peggio. Tre cani, già noti al vicinato per la loro pericolosità ed ospiti di una residente della zona, ha aggredito Daniele e Mario De Virgilio che però sono riusciti a scappare velocemente ed a rifugiarsi nella cabina di un camion di proprietà dello zio, parcheggiato sulla strada. A permettere ai due di scappare l’intervento, a mo di barriera, di Carly il loro yorkshire. IL TIRRENO 27 OTTOBRE 2009
Treno travolge trenta pecore
VIAREGGIO (LU). Erano sfuggite al controllo del pastore e stavano pascolando in un prato lungo la linea ferroviaria. Così, quando è arrivato il treno regionale 3060 Firenze-Viareggio, il gregge di pecore è stato travolto dal locomotore. E una trentina di animali sono morti sul colpo. È successo nel primo pomeriggio all’altezza del ponte sul canale Burlamacca. Il macchinista del locomotore si è reso conto del gregge di pecore soltanto all’ultimo istante. BRESCIA OGGI 27 OTTOBRE 2009
Una strage di ovini sui monti di Iseo: «La colpa è del lupo» LA STORIA. Da due anni si rincorrono le voci sulla possibile presenza di un esemplare
Giuseppe Zani
Provincia d Brescia - È un cane rinselvatichito o un lupo quello che dal 2007 fa strage di animali da pascolo sul monte di Iseo? L'ultima vittima è un asinello di 3 mesi, nemmeno 60 chili di peso: è stato sgozzato e per metà sbranato venerdì scorso nel prato che si estende davanti alla cascina «La Torre», in località Santa Teresa. Prato e cascina sono di proprietà del geometra Antonio Dusi di Marone, ma se ne prende cura Raffaello Guerini, pure lui maronese. È stato Guerini a denunciare l'accaduto alle guardie forestali, dopo aver trovato alla luce della torcia elettrica i resti del povero asinello. Una scena atroce. Che subito ha ridato fiato alle voci secondo le quali un lupo si aggirerebbe sui monti. LA NUOVA VENEZIA 27 OTTOBRE 2009
La «mixomatosi» sta decimando i conigli del parco
Giovanni Monforte
SAN DONA’ (VE). Una malattia virale, la mixomatosi, sta decimando i conigli che popolano il parco fluviale. Si tratta di una colonia, frutto probabilmente dell’abbandono di alcuni esemplari domestici, che si è riprodotta col passare del tempo, diventando una presenza cospicua ed abituale nel parco. Nelle ultime settimane, però, molti conigli sono stati trovati morti o in grave sofferenza. Ed è scattato l’allarme, che ha spinto il Comune ad avviare degli accertamenti, in collaborazione con i servizi veterinari dell’Asl 10. Responso: a causare la moria è la mixomatosi. Una malattia virale, che non lascia scampo ai conigli. Ma che, rassicurano in Comune, non comporta alcun pericolo per l’uomo né per gli altri animali. «La mixomatosi colpisce esclusivamente i conigli e le specie affini come le lepri - spiega l’assessore alla sanità Oliviero Leo - Ma non interessa gli altri animali, né colpisce l’uomo in alcuna situazione. Il Comune, con i servizi veterinari dell’Asl, sta organizzando una campagna per informare la cittadinanza dell’assenza di rischi. Inoltre, abbiamo iniziato la rimozione, tramite una ditta specializzata, dei conigli rinvenuti morti, nonché il recupero degli esemplari malati in difficoltà, per una valutazione clinica del caso». Chi dovesse notare conigli morti da raccogliere o esemplari in difficoltà da soccorrere, può segnalarli alla polizia locale, telefonando allo 0421-55470. Animalieanimali 27 OTTOBRE 2009
CACCIA AL CINGHIALE FINISCE IN TRAGEDIA UMANA NEL FRUSINATE
Un gruppo di cacciatori si stava dilettando in una tranquilla battuta di caccia al cinghiale alll'interno dell'Azienda Faunistica Venatoria dei Monti Ernici, quando qualcosa è andato storto. Uno dei partecipanti, infatti, ha sparato contro l'ambita preda ma, sulla traiettoria del colpo si è trovato, per una assurda e drammatica fatalità, un altro cacciatore che, purtroppo, è rimasto ferito mortalmente. L'incredibile incidente, in cui è rimasto ucciso Ivan D'Onorio di anni 31 originario di Veroli, si è verificato intorno alle ore 12.00 di ieri in località Fico nei pressi della contrada della Madonna della Figura. Fin da metà mattinata, nell'area dell'azienda faunistica che si estende per circa 2016 ettari, i cacciatori partecipanti alla battuta, si erano divisi in squadre e ciascuna di esse si era appostata in una zona diversa in attesa di avvistare i selvatici animali. Il trentunenne, secondo le prime ricostruzioni operate dai carabinieri della Compagnia di Sora, si era localizzato nella parte più bassa del costone di montagna dove si stava svolgendo la gara, un altro cacciatore, invece aveva trovato la sua collocazione in una parte rocciosa situata più in alto rispetto a dove era invece sistemato Ivan. In silenzio i cacciatori hanno atteso di avvistare il suino. Ed è proprio nel momento in cui l'animale è uscito allo scoperto pronto per essere accalappiato, che il cacciatore sito più in alto ha esploso con il suo fucile un unico colpo. Nello stesso istante anche il giovane Verolano si è alzato per sparare alla preda ma nel mentre è incappato nella traiettoria del proiettile che lo ha colpito in pieno addome senza lasciargli via di scampo. Molto difficili a causa dell'impervietà del luogo e dell'altitudine (circa 800 metri) sono stati i soccorsi giunti in zona alle 12.50. I primi a giungere con un eliambulanza sono stati i medici del 118 proveniente da Latina che non ha potuto far altro che constatare il decesso del trentunenne. A trasportare poi la salma presso il nosocomio sorano, dopo aver ricevuto l'ok dal medico legale, è stato un elicottero del soccorso alpino giunto invece da Rieti. Intanto, il responsabile del gesto è stato portato presso la locale stazione dei carabinieri dove sarà a disposizione dell'autorità giudiziaria.
AGI
27 OTTOBRE 2009
ALLEVATORE INCORNATO DA TORO: GRAVISSIMO NEL BERGAMASCO
Bergamo - E' stato incornato piu' volte dal suo stesso toro, e ora e' in gravissime condizioni. Il ferito e' un un allevatore di 42 anni della Valle Taleggio. Stamattina alle 7,30 l'uomo era al lavoro alla malga Piazza Morandi di Pizzino quando improvvisamente e' stato caricato dal toro che lo ha inseguito e colpito alla schiena buttandolo a terra.L'animale ha poi continuato a colpire l'uomo finche' i colleghi dell'allevatore sono riusciti a trarlo in salvo. Scattato l'allarme, sul posto e' arrivato l'elicottero del del 118 che ha portato il ferito agli Ospedali Riuniti di Bergamo. L'uomo e' in prognosi riservata con numerosi gravi traumi alla schiena.
L'UNITA' 27 OTTOBRE 2009
Vuoi salvare il pianeta? Non mangiare bistecche
Milioni di persone minacciate da tifoni e uragani sempre più aggressivi, civiltà costiere destinate ad affondare negli oceani. Alle Maldive si stanno già attrezzando: nei giorni scorsi il governo è stato convocato sott’acqua, per lanciare un appello al resto del mondo contro il surriscaldamento del pianeta. E se la lotta ai cambiamenti climatici cominciasse nel piatto? Come? Rinunciando alle bistecche. PANORAMA 27 OTTOBRE 2009
NIENTE CARNE E MENO FIGLI, COSì SI SALVA LA TERRA
Volete salvare il pianeta? Allora diventate vegetariani. L’invito arriva da Lord Nicholas Stern, economista già senior vicepresident della Banca Mondiale, autore nel 2006 del Rapporto Stern sui cambiamenti climatici che è alla base della politica ambientale del Governo inglese. Dalle colonne del Times, Lord Stern, che è anche autore dell’interessante volume Un piano per salvare il pianeta, da poco uscito in Italia, ricorda che il bestiame è una fonte significativa di metano, un gas il cui effetto sul riscaldamento del pianeta è 23 volte più potente rispetto a quello dell’anidride carbonica.Se trasporti, attività produttive ed estrattive, imballaggi eccessivi ed eccessivi rifiuti sono tutti aspetti che entrano nel novero di ciò che causa le emissioni di gas responsabili dell’effetto serra, ciò che mangiamo non è affatto esente dal peccato originale.Per convincere i cittadini britannici della necessità di dare un taglio al consumo di carne, cosa che chiaramente ha subito fatto infuriare i lavoratori del settore, Stern cita i dati della Fao secondo cui il 18 per cento di tutte le emissioni di gas serra prodotte annualmente sarebbe imputabile all’allevamento del bestiame. Parecchio, non trovate? Beh, la notizia è che forse questa cifra è ampiamente sottostimata e il bestiame sarebbe in realtà responsabile per il 51 per cento delle emissioni annue di gas serra. A sostenerlo è uno studio pubblicato dalla rivista del World Watch Institute (qui il Pdf) che spiega di quante emissioni correlate all’allevamento non si è tenuto conto.Si comincia dal respiro degli animali: l’anidride carbonica che produce sarebbe responsabile per il 21 per cento dei gas serra dovuti alle attività umane. Quindi c’è la deforestazione perpetrata per far spazio agli allevamenti e alle terre dove coltivare il mangime per gli animali: le foreste assorbono CO2, meno ce n’è più ne rimane in atmosfera. E poi c’è il metano: secondo la Fao il 37 per cento del metano dovuto alle attività umane viene dal bestiame. Siccome si tratta di un gas che scalda l’atmosfera assai più della CO2, ma che persiste “solo” per circa 8 anni contro gli oltre 100 dell’anidride carbonica, una riduzione significativa del bestiame causerebbe una riduzione della concentrazione di gas serra in tempi piuttosto rapidi.In ultima analisi, dato che le proiezioni dicono che da qui al 2050 la popolazione mondiale dovrebbe aumentare del 35 per cento, superando i 9 miliardi di persone, si può supporre che il bestiame per sfamarla aumenti in proporzione, il che rappresenterebbe una vera catastrofe ambientale. La conclusione è che dovremmo quindi non solo mangiare meno carne ma anche fare meno figli? Il controllo delle nascite può essere la risposta al dilemma climatico? Lo sostiene uno studio della London School of Economics (qui il file in Pdf), sponsorizzato dall’Optimum Population Trust, una think tank inglese che porta avanti una campagna per il controllo delle nascite nel Regno Unito, proprio in chiave ambientalista.Ed è meglio che a fare meno figli, almeno evitando quelli fuori programma, siano per primi gli abitanti dei paesi ricchi. Un’altra ricerca svolta negli Stati Uniti dalla Oregon State University ha evidenziato che l’impatto a lungo termine di ogni nuovo cittadino americano, e dei suoi discendenti, è pari a 160 volte quello di un nuovo nato in Bangladesh. IL TIRRENO 27 OTTOBRE 2009
Lupi a Palaia e vicino a Ponsacco
Manolo Morandini
PONTEDERA (PI). Seguendo le tracce ancora fresche lasciate dal lupo si è trovato a ridosso di Palaia o a due passi da Ponsacco. Paolo Varuzza, biologo tecnico faunista, specializzato nel monitoraggio del più “temuto” predatore, ha due nuovi cerchi sulla sua carta geografica della provincia pisana. Due segni che racchiudono periferie di paesi e capannoni con un importante valore ambientale. «Il lupo è al vertice della catena alimentare, che non deve essere interrotta a nessun livello per mantenere l’equilibrio tra preda e predatore - spiega Varuzza - La presenza del lupo è un marchio di qualità del territorio». È una “caccia” dai tempi lunghi quella al re dei predatori. «I metodi più efficienti per rilevarne la presenza si basano sulle tracce che lasciano sul territorio: resti alimentari, feci e impronte - spiega il faunista - Gli ambienti frequentati dall’animale e le sue abitudini prevalentemente notturne lo rendono praticamente invisibile». E poi ci sono le segnalazioni raccolte sul territorio. Servono occhi attenti, orecchie dritte e una sola regola. «Nella ricerca ci si muove avendo rispetto per gli animali, cercando cioè, per quanto possibile, di non essere invadenti» sottolinea Varuzza. L’altra tecnica di “caccia” è in notturna e prevede di stimolare gli ululati diffondendo dei suoni registrati che simulano la presenza di un branco. Suoni che sono percepiti dai lupi come intrusioni nel loro territorio. Per questo rispondono per segnalare la loro presenza a chi sta invadendo i loro confini. «Mi è capitato nei boschi del Berignone, a Volterra, che i lupi abbiano risposto al rumore dei tamburi della festa medievale che si teneva in città» racconta il faunista. È forse dall’Alta Valdicecina che il lupo è sceso sulle colline a ridosso della pianura pisana. Una terra di calanchi e boschi, interrotti da qualche campo coltivato in cui a far da richiamo è soprattutto la presenza di ungulati, cinghiali e daini. Tra Capannoli e Ponsacco, nei campi coltivati della Tenuta di Camugliano è stato addirittura visto correre nei campi a caccia di lepri. Ma in provincia gli incontri negli ultimi quindici anni sono numerosi: tre le zone di presenza stabile, quattro quelle dove il re dei predatori è stato avvistato più di una volta. «Ci sono diversi nuclei di lupo nella parte centrale e in quella meridionale della provincia», dice Varuzza. Che aggiunge: «Dal 1994 ci sono dati costanti sulla sua riproduzione. È una presenza stabile con cui dobbiamo imparare di nuovo a convivere. Negli anni’50 si organizzavano vere e proprie battute di caccia al lupo nelle fattorie di Casaglia e a Casino di Terra». Chi non li conosce preferisce descriverli cattivi, feroci, famelici, spietati, sanguinari, malvagi. Ma chi li conosce sa che tutto ciò non è vero. «È come se avessero impressa la figura di un uomo armato di fucile, appena ne avvertono la presenza scappano», dice l’esperto faunista. Anzi il re dei predatori si rivela un alleato prezioso per controllare l’esplosione demografica degli ungulati. «È un fattore positivo per la qualità ambientale ma i costi della sua presenza li stanno sopportando solo gli allevatori, per i danni ai loro capi - afferma Vito Mazzarone, responsabile del servizio difesa della fauna della Provincia di Pisa - Non si tratta solo dei capi predati ma anche degli effetti indiretti, il calo della produzione di latte e l’aumento degli aborti». La Provincia di Pisa in collaborazione con le associazioni agricole e quelle degli allevatori stanno studiando come trovare una via d’uscita. Il nodo è la normativa regionale, in vigore dal 2006, che non riconosce più il rimborso dei danni agli allevamenti da predatori. «Adesso gli allevatori possono ricevere un contributo per la sottoscrizione di un’assicurazione, ma a loro carico restano i costi per lo smaltimento delle carcasse».
MARKET PRESS
27 OTTOBRE 2009
UMBRIA CONTRIBUTI PER MONITORAGGIO E RICERCA SU AVIFAUNA, LUPI, CINGHIALI E SCOIATTOLI
Proseguono i lavori di monitoraggio e ricerca sulle popolazioni di lupo dell’Appennino centrale, sulla fertilità della specie cinghiale e sulla presenza dello scoiattolo grigio, la specie non autoctona in Umbria e in Italia che sta “colonizzando” soprattutto il territorio del Perugino. Lo ha deciso la Giunta della Regione Umbria, su proposta dell’assessore all’Ambiente e alla Caccia Lamberto Bottini, nell’approvare progetti e attività dell’Osservatorio Faunistico regionale per il triennio 2010-2012. “Rilevamenti come questi - osserva Bottini - sono già stati di vitale importanza per la redazione del Psr, del Piano Faunistico venatorio, o per i Piani di gestione dei Sic e delle Zps. La notevole quantità di dati e informazioni raccolti ‘sul campo’ da tecnici con adeguate conoscenze e competenze ci è di grande utilità per conoscere le dinamiche espansive di queste specie, ma anche per osservare costantemente l’andamento dei danni causati dalla fauna selvatica all’agricoltura e alla zootecnia”. In base alla delibera, 20mila euro annui andranno all’“Ispra” (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per gli studi sul lupo, 15mila euro all’anno al Dipartimento di Biologia cellulare e ambientale - Sezione di Biologia animale ed Ecologia dell’Università di Perugia per quelli sullo scoiattolo, mentre all’Istituto Zooprofilattico sarà concesso un contributo di 7mila euro annui per gli studi sul cinghiale. JULIE NEWS 27 OTTOBRE 2009
Allevatori: "Istituire giornata nazionale del coniglio"
“Istituire una giornata nazionale del coniglio quale manifestazione che da Benevento punti al rilancio della immagine di questa carne eccellente ancora sconosciuta per tanti consumatori”. Questa è l’idea lanciata da Saverio De Bonis Presidente dell’Anlac (Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli, aderente ad AGCI) durante i lavori dell’ assemblea dei soci tenutasi sabato scorso a Benevento per discutere sul Piano di Settore Nazionale, in cui la comunicazione e la promozione avranno un ruolo importante.
IL GAZZETTINO
27 OTTOBRE 2009
STRADE SICURE Varchi nelle reti ai margini della carreggiata
Vie di fuga per i cervi
Animali abbagliati dalle luci. L’assessore: «Non è vero»
Provincia di Belluno - Almeno due cervi sarebbero scesi al Piave per abbeverarsi, senza riuscire poi a risalire a monte della strada regionale che attraversa la borgata Cunettone, a Santo Stefano.In paese e nel resto del Basso Comelico si rincorrono, infatti, le voci su più episodi che vorrebbero gli animali selvatici scendere dall’area sovrastante l’importante arteria, vicino all’edificio che ospita i mezzi della Veneto Strade, dove di recente sono stati installati, da ambo i lati, due semafori lampeggianti che segnalano la loro presenza nel raggio di mezzo chilometro. In occasione della sistemazione del muro, inoltre, è stata installata una lunga rete, con un’apertura per permettere proprio ai cervi di passarvi, attraversare la strada e raggiungere le “patrie acque”.Dopo, però, i quadrupedi selvatici riuscirebbero sì a raggiungere la carreggiata, ma una volta sul ciglio sarebbero “accecati” dai catarifrangenti e dai fari delle auto provenienti da Santo Stefano e Campolongo. L’abbaglio farebbe perdere loro l’orientamento e le coordinate per risalire attraverso l’apertura. Così essi ritornerebbero in riva al fiume sacro alla patria. Per l’assessore provinciale alla caccia, Silver De Zolt, che vive a pochi passi, le cose non starebbero proprio così. «Qui, come altrove in provincia, sono state previste installazioni di reti con degli appositi varchi, studiati da tecnici del settore, per permettere ai cervi di passarvi». Oltre all’aspetto formale De Zolt tiene a precisare che gli animali non ripercorrono mai lo stesso giro. «Non è vero che siano stati trovati dei cervi lungo il greto del Piave – replica – sono animali che si spostano di 30-40 chilometri per notte».A testimonianza della propria tesi l’assessore rileva, infine, che lungo la recinzione non è stata notata alcuna ammaccatura, che, invece, dovrebbe esserci qualora un animale di grossa mole vi avesse urtato.
IL MESSAGGERO 27 OTTOBRE 2009
E' inglese a ha 21 anni, il cane più vecchio del mondo. Ora un milanese insidia titolo
LONDRA, (27 ottobre) – E' il sogno di tutti: vedere il proprio cane vivere fino a 21 anni. Otto Jones, ha 20 anni e otto mesi ed è il fido più vecchio del mondo, con tanto di certificato del Guinnes dei primati. Otto è un bassotto non purosangue che vive nello Shropshire con i suoi due padroni, Lynn e Peter Jones. È un po' sordo, ma oltre a questo e a una leggera artrite, Otto pare essere in perfetta salute, anche grazie alla dieta di verdure e pranzi della domenica a cui è abituato. «È un birbante adorabile e affettuoso», hanno detto i coniugi, ancora abituati a vederlo giocare a palla con i figli dei vicini. Adesso il cane più vecchio del mondo si appresta a debuttare sul piccolo schermo: Otto sarà infatti ospite del Paul ÒGrady Show, programma che va in onda sul canale britannico Channel 4.
ANSA AMBIENTE
27 OTTOBRE 2009
RUSSIA; ORSI TORNANO NEL CIRCONDARIO DI MOSCA
MOSCA - Dieci tane di orso sono state scoperte in tre distretti nordoccidentali della regione di Mosca, ad oltre 100 chilometri dalla capitale russa. Lo ha reso noto oggi l'agenzia Itar-Tass che cita il ministro dell'Ambiente del governo di Mosca, Alla Kacian. A detta del ministro, si tratta di una scoperta importante dal punto di vista ecologico, visto che gli orsi non erano piu' stati avvistati nel circondario della capitale a partire dagli anni '50, quando erano emigrati nelle regioni confinanti. Kacian ha poi riferito con orgoglio che ''negli ultimi 10 anni nessuna delle 118 specie protette presenti nella regione di Mosca, tra flora e fauna, si e' estinta''. Fra esse figurano 300 piante e circa 400 animali, tra cui cinghiali, alci e caprioli.
ANSA AMBIENTE
27 OTTOBRE 2009
USA, ORSI NON VIOLENTI E POCO AMANTI MIELE
LONDRA - Non e' vero che gli orsi sono aggressivi. In realta', secondo il biologo americano Lynn Rogers, autore di un documentario che distrugge tutti i soliti stereotipi sui temibili animali, sono nervosi e sulla difensiva ma non violenti. Si chiama ''Bearwalker of the Northwoods'' - a spasso con gli orsi del Northwoods, in onda domani sulla Bbc2 - il lavoro di Rogers che ha documentato la sua quotidianita' con una famiglia di orsi bruni in una foresta nel Minnesota. E quello che ha scoperto e' che raramente attaccano gli uomini, non amano il miele,preferiscono le larve delle formiche alle bacche. Il trucco e' stato, racconta il biologo, creare una relazione con gli animali e smettere di temerli. Cosi' ha potuto vivere con loro, osservandoli nelle loro abitudini quotidiane. ''Normalmente - ha detto Rogers - prendi un orso, lo esamini, raccogli tutti i dati necessari. Ma questo non ci diceva cio' che piu' ci interessava. Come vivono, come sono''. Una tecnica, la sua, che secondo altri esperti non ha comprovato valore scientifico, poiche' con la propria presenza si rischia di influenzare le abitudini dell'animale che si studia, ma per il biologo ha almeno valso la possiblita' di smentire luoghi comuni sugli orsi.
GREENREPORT 27 OTTOBRE 2009
La Cina contro i bracconieri delle antilopi tibetane
LIVORNO. La Cina è spesso (e a ragione) accusata di essere il ricettacolo di gran parte del traffico di animali protetti o di loro parti. L'aumento del benessere ha portato all'aumento di consumo di prodotti "afrodisiaci" di origine animale e di pellame, mentre il mercato della medicina tradizionale continua ad assorbire una notevole quantità di animali protetti (spesso rarissimi) frutto del bracconaggio. Nei giorni scorsi le autorità di protezione degli animali della provincia del Qinghai (nel nord-ovest) hanno distrutto 2.282 pelli di antilopi tibetane (Pantholops hodgsonii Abel) e Cedain Zhou, il direttore della Riserva naturale di Hoh Xil, ha spiegato che «Queste pelli di antilopi sono state confiscate dalle mani dei bracconieri nel corso di questi 10 ultimi anni. Vogliamo dimostrare la nostra attitudine costante nella lotta contro il bracconaggio».A dire la verità i numeri sembrano abbastanza piccoli per un decennio, ma si tratta comunque di una delle azioni dimostrative più grosse fatta nella regione del grande Tibet dal 1998, quando la Cina ha finalmente cominciato a punire i bracconieri, confiscando o in tutto 4.000 pelli di antilopi. Le antilopi tibetane vengono cacciate per la loro lana, considerata la più fine del mondo e chiamata in persiano shatoosh, "regina delle lane". Per fare uno scialle di shatoosh ci vogliono tre o quattro antilopi e sui mercati occidentali può costare fino ad 11.000 dollari. Una domanda in aumento con la crescita dei super-ricchi cinesi e russi.Per questo la caccia illegale alle antilopi, vitatissima, continua anche dentro la Riserva naturale di Hoh Xil, così come si continua la vendita della lana shatoosh, anch'essa proibita. Eppure il governo cinese aveva istituito la Riserva di Hoh Xil nel 1995 per salvare proprio le antilopi tibetane e nel 1977 l'aveva inserita nella lista delle Riserve nazionali. Si tratta di un'area protetta che occupa 45.000 km2 dell'altopiano del Qinghai-Tibet ad un'altezza media di 4.600 mètri. Condizioni che sembrerebbero proibitive ma che non scoraggiano i bracconieri attirati dai lauti guadagni, anche se secondo Cedain Zhou «Nessun bracconiere armato è stato segnalato dal 2006 a Hoh Xil ed il numero di antilopi tibetane nella regione è aumentato a circa 60.000. Ma fino a che esisteranno il commercio illegale ed il consumo di pellicce d'antilope, ci sarà un lungo cammino da percorrere nella protezione di questa specie». Le antilopi tibetane dal 1979 godono del più alto livello di protezione Cites e dal 1988 il governo cinese le ha inserite nella sua lista rossa delle specie più minacciate.
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LE SCIENZE
Un roditore straordinario Longevo e a prova di cancro L'eterocefalo glabro evita lo sviluppo di tumori grazie a un doppio meccanismo di innesco del blocco della proliferazione cellulare "da contatto". Gli altri mammiferi, uomo compreso, ne hanno uno solo
L'eterocefalo glabro, un piccolo roditore che vive in colonie sotterranee in Africa, è un mammifero decisamente fuori dal comune. Le colonie, molto numerose, sono strutturate secondo un modello che ricorda quello delle api o delle formiche, dominato da una regina. Ma la straordinarietà di questo animale riguarda anche la sua fisiologia, da anni oggetto di studio (si vedano gli articoli di approfondimento). Una delle sue caratteristiche più evidenti e finora inspiegate è quella di essere dotato di una longevità eccezionale, potendo arrivare tranquillamente ai 28 anni di età, quindi ben al di là di quasi tutti gli altri roditori. (Un altro roditore eccezionalmente longevo è lo scoiattolo grigio, Sciurus carolinensis, che può raggiungere i 24 anni.) La cosa è ancora più sorprendente se si considera che la sua massa corporea non supera in genere i 35 grammi: com'è noto esiste una correlazione empirica, ancor oggi non completamente spiegata, che pone in relazione le dimensioni di una specie con la velocità del suo metabolismo e questa con la durata massima della sua vita. Per fare un confronto, i topi della stessa taglia vivono in genere quattro anni. Per questo si è ipotizzato che l'eterocefalo disponga di efficienti meccanismi anti-invecchiamento: di fatto in esso non si rilevano cambiamenti nel metabolismo basale legati all'età, né variazioni nella composizione corporea né alcuna diminuzione nella densità ossea. Ma c'è un ulteriore aspetto che fa di questo animale un incredibile modello per gli studi sull'invecchiamento: chiaramente, una simile longevità presuppone l'esistenza di efficienti meccanismi di protezione dal tumore, e in effetti non è mai stato osservato un esemplare di questa specie in cui si siano sviluppate spontaneamente neoplasie. MAGAZINE 27 OTTOBRE 2009
Ricerca con frode: condannato
L’attività del ricercatore sudcoreano Hwang Woo Suk, già al centro di critiche per aver clonato il cane “Snuppy”, il primo della storia,è nuovamente sotto accusa:un tribunale sudcoreano – secondo quanto riferisce la Bbc online – lo avrebbe condannato per frode in relazione alle sue ricerche sulle cellule staminali. La sentenza e l’entità della pena saranno rese note nei prossimi giorni.Hwang, 56 anni,aveva aperto grandi speranze con le sue ricerche, soprattutto per i malati del morbo di Alzheimer. Ma, nel 2005, l’Università statale di Seul scoprì che i due rapporti pubblicati dalla rivista americana “Science” erano stati falsificati. I due lavori “smascherati” da una Commissione indipendente, sono rispettivamente un rapporto del 2004 sulla produzione delle prime cellule staminali embrionali per la ricerca e un altro documento del 2005 sulla produzione delle prime cellule staminali embrionali su misura.In realtà, secondo quanto ha riferito ai giornalisti Chun Myung-see, capo della Commissione: “il team di Hwang non aveva i dati per le linee di cellule staminali nel rapporto del 2004, ma li ha inventati”. Il lavoro pubblicato nel 2005, relativo alle cellule staminali su misura, aveva suscitato grandi speranze per la possibilità di utilizzare in futuro tessuti specifici, creati per i singoli pazienti, per curare malattie gravi come il morbo di Parkinson. Ma secondo la Commissione, Hwang non era in possesso della tecnologia per creare cellule staminali umane clonate “su misura”, identiche geneticamente a quelle di pazienti afflitti da malattie ritenute finora incurabili, quindi non esisterebbe alcuna base scintifica sul fatto che siano state prodotte.Autentica invece, ma quantomeno discutibile,la clonazione del primo cane della storia, “Snuppy”. Altrettanto discutibile lo sperpero di denaro e di tempo per ottenere tessuti di mammut e clonare questa specie estinta.Prima di definire certi esperimenti “un successo”, sarebbe opportuno verificarne la fondatezza, la scientificità e l’effettiva utilità per i malati. I ricercatori dovrebbero rivelare anche gli orrori dei loro insuccessi e spiegarci quali e quanti interessi economici alimentano ricerche come quelle sulla clonazione. Basti pensare che dopo la nascita di Snuppy, non sono mancate richieste di clonazione su commissione,aberranti sia sul piano etico che scientifico:la signora B.M. avrebbe speso ben 50mila dollari per far nascere cinque cani-copia del suo pit bull deceduto.Queste esperienze insegnano che la ricerca deve avere un’etica oltre che rigore scientifico. Ma l’utilizzo di animali nella ricerca di cure per malattie umane è un errore metodologico talmente macroscopico – a causa della estrema variabilità genetica degli esseri viventi e delle diverse cause e contesti che possono generare le malattie, non riproducibili fedelmente in laboratorio – da produrre risultati scientificamente non attendibili e persino fuorvianti.Gli esperimenti di clonazione hanno un elevatissimo indice di fallimento e, come altri esperimenti condotti su animali, possono comportare gravi sofferenze per gli animali: Dolly, la prima pecora clonata, è poi morta perché affetta da varie patologie. L’altro cane nato insieme a Snuppy è morto dopo 22 giorni per polmonite.Per ottenere i due cuccoli clonati, un totale di ben 1.095 embrioni ricostruiti sono stati impiantati in 123 madri surrogate, con un tasso di efficienza di appena l’1,6%!Uno studio – basato su dati INFIGEN, una delle multinazionali clonatrici, e su studi di Atsuo Ogura del National Institute of Infectious Diseases di Tokyo – pubblicato anche dalla testata inglese New Scientist, rivela che il 75% degli embrioni animali clonati muore entro i primi due mesi di gravidanza, il 25% nasce morto o con deformità incompatibili con la vita. Da 100 cellule di partenze mediamente una sola diverrà un animale “adulto e sano”. Gli individui malformati vengono soppressi alla nascita oppure eutanasizzati dopo aver sofferto per un’imprevista malattia.Per fare in modo che la ricerca scietifica torni ad essere davvero utile ai malati, evitando sprechi di vite, di tempo e di risorse economiche, è indispensabile che ogni nazione investa maggiori risorse in favore dei metodi alternativi alla sperimentazione animale. AGI 27 OTTOBRE 2009
TUMORI: SPERANZE CURA DALL TALPA-TOPO UNICO ANIMALE IMMUNE
Londra – Non brilla per avvenenza: completamente glabra, pelle secca e rossiccia, occhi piccoli e ciechi e due dentoni che sembrano uscire direttamente dal naso. Eppure la talpa-topo, o eterocefalo glabro, ha una caratteristica che tutti gli altri animali, compreso l’uomo, le invidierebbero: non si ammala mai di tumore. Gli scienziati dell’Universita’ di Rochester, New York, hanno assegnato la palma dell’unico animale immune dal cancro a questo bizzarro essere, scoprendo anche perche’: la talpa-topo ha un gene chiamato p16, che rende le cellule cancerose ‘claustrofobiche’, impedendone la proliferazione quando sono troppe tutte insieme. In pratica, il gene impedisce lo sviluppo del tumore prima ancora che possa diventare una massa visibile. L’effetto del p16 e’ cosi’ pronunciato che quando i ricercatori hanno mutato le cellule per indurre un tumore, immediatamente sono diventate tutte cancerose. “Pensiamo di aver trovato la ragione per cui questi ratti talpa non si ammalano di cancro, ed e’ un po’ una sorpresa” ha detto il capo dei ricercatori Vera Gorbunova, nello studio pubblicato sulla rivista The Proceedings of the National Academy of Sciences. “E’ molto presto per ipotizzare eventuali implicazioni, ma se riusciamo a riprodurre l’effetto del gene p16 sull’uomo disporremo di un’arma formidabile per fermare il cancro prima del suo inizio”. Non solo: questi animali sotterranei e abituati al buio hanno anche un altro gene, il p27, che lavora per evitare il sovraffollamento cellulare e che e’ comune a molti animali, uomo compreso. Secondo i ricercatori e’ l’azione combinata dei due geni a creare uno scudo protettivo inviolabile contro il cancro: “Abbiamo osservato un numero enorme di talpe-topo – conferma Gorbunova – ma non c’e’ mai stato neanche un caso di tumore”. Va detto che l’eterocefalo glabro e’ un animale che sfiora l’assurdo: hanno una struttura sociale, unici tra i mammiferi, simile a quella delle api, cioe’ divista in caste e con un’unica femmina riproduttiva. Inoltre vivono moltissimo per un roditore, oltre 30 anni, e non bevono assolutamente mai, ricavando tutta l’acqua dai vegetali di cui si nutrono. Ma i geni sono geni, e se l’ingegneria genetica riuscira’ a riprodurre il loro miracoloso Dna, sono convinti i ricercatori, forse la porta per la cura contro il cancro sara’ finalmente spalancata.
CORDIS
27 OTTOBRE 2009
Come la mente crea mappature multiple per il movimento
Un team di ricercatori norvegesi ha condotto una serie di esperimenti sui topi per capire come fa il cervello a creare il sistema di mappatura che ci permette di muoverci e spostarci facilmente da un posto all'altro. Lo studio, apparso nella rivista Nature Neuroscience, ha scoperto che le mappe sono create dal cervello e in seguito "assemblate" da un meccanismo di mappatura, consentendoci di muoverci con uno sforzo minimo. Come fa abitualmente un essere umano a spostarsi? In una giornata normale quasi tutti noi ci muoviamo parecchio, ma non pensiamo mai a come riusciamo ad andare da un posto all'altro. Gli scienziati dalla NTNU (University of Science and Technology) norvegese hanno adesso condotto esperimenti sui topi e scoperto che il loro cervello crea senza sosta numerose mappe indipendenti, grazie alle quali gli animali sono in grado di dirigersi attraverso ambienti nuovi. Secondo i ricercatori, le conclusioni degli esperimenti sui topi possono essere applicate anche al cervello umano. Quattro anni orsono un team di ricercatori del Kavil Institute for Systems Neuroscience della NTNU aveva usato "grid cells" (cellule griglia) in un sistema coordinato per scoprire come fa il cervello a creare nuove mappe per nuove situazioni. La ricerca condotta dal Dr. Dori Derdikman e dai suoi colleghi dello stesso team ha ora messo in luce un aspetto completamente inedito della logistica di mappatura del cervello. I ricercatori hanno scoperto che il cervello umano crea ininterrottamente nuove mappe, alcune ad alta definizione ed altre un po' più grezze, e che per classificarle dispone di un "avanzato sistema di smistamento". Il team si chiedeva da tempo "se tutte le informazioni spaziali venissero archiviate dal cervello in una sola mappa", dice il Dr. Derdikman. "Per cui abbiamo ideato un sistema per scoprirlo". I ricercatori hanno condotto i loro esperimenti osservando le cavie mentre vagavano in un piccolo spazio aperto. Dopo averli messi per la prima volta in questo spazio, i ricercatori ne hanno misurato l'attività cerebrale. Le misurazioni hanno creato una mappa che corrispondeva al modo in cui le "grid cells" delle cavie avevano misurato l'area. Una volta identificata "la mappa mentale" dei topi, i ricercatori hanno modificato l'assetto dello spazio, inserendo pareti per creare un labirinto con brusche svolte. "Quando sono state inserite le pareti, alle mappe dei topi è successo qualcosa", ha spiegato il Dr. Derdikman. "Dapprima abbiamo registrato la stessa mappa, ma la mappa è completamente cambiata quando le cavie hanno dovuto fare una brusca svolta nel labirinto. La cosa si è ripetuta parecchie volte, sempre nel momento in cui i topi svoltavano per continuare in un nuovo corridoio". La ricerca ha mostrato che, quando i topi si trovavano dinanzi a un nuovo spazio, le loro mappe mentali si modificavano per consentire loro di percorrerlo. Ben presto è apparso chiaro che le cavie creavano tutta una serie di mappe, successivamente "assemblate" da un meccanismo di mappatura nel cervello. Secondo i ricercatori, negli esseri umani il sistema di mappatura funziona probabilmente nello stesso modo. I ricercatori si sono presto convinti che la creazione di nuove mappe era legata all'ambiente fisico e non a un comportamento appreso. I cambiamenti potrebbero essere indotti dalle cosiddette "border cells" (cellule marginali), un tipo di cellula recentemente scoperto, che indicherebbero al cervello dove finisce un ambiente e dove ne comincia un altro. "Può darsi che le "border cells" segnalino al cervello che si sta attraversando una linea di demarcazione nell'ambiente e che bisogna cambiare mappa", ha dichiarato Trygve Solstad, membro del team di ricerca. "Pensiamo che quando le cavie entrano in un nuovo corridoio del labirinto avvenga un cambio ambientale di questo tipo". Per confermare l'ipotesi, sono ora necessarie ulteriori ricerche.
Per maggiori informazioni:
Norwegian University of Science and Technology (NTNU): http://www.ntnu.no/english Kavil Institute for Systems Neuroscience: http://www.ntnu.no/cbm/ Nature Neuroscience: http://www.nature.com/neuro/index.html
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