27 SETTEMBRE  2009

TG COM
27 SETTEMBRE 20O9
 
Aidaa: "Allarme cani macellati"
Milano,mangiati in casa, non ristoranti
 
 
 
Milano - Scandalo cani macellati per scopi alimentari a Milano, le cui segnalazioni sono in continuo aumento. Lo rileva l'Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) che denuncia la macellazione di cani di piccola e media taglia in appartamenti e cortili privati nelle zone di Viale Padova e di alcune traverse, ma anche nella zona di Piazza Baiamonti nelle adiacenze di via Paolo Sarpi considerata la Chinatown milanese.Le denunce riguardano almeno una quindicina di casi e coinvolgerebbero persone di nazionalità cinese e di altre nazioni orientali dove il mangiare carne di cane rientra nelle normali abitudini alimentari. Secondo le segnalazioni raccolte in questi cinque mesi dall'Aidaa, i cani uccisi e macellati non sarebbero destinati all'uso alimentare nei ristoranti, ma i cani macellati sarebbero a uso alimentare per le singole famiglie. In alcuni casi, sono arrivate prima dell'acquisto dei cuccioli di cani di grandi dimensioni.I cani sarebbero tenuti per alcuni giorni prima della macellazione in alcune gabbie poste nelle cantine di questi cortili di Milano e prima di essere uccisi vengono estratti dalle gabbie con attorno al collo una corda stretta per evitare qualsiasi possibile difesa da parte del cane. Al cucciolo verrebbe poi inserito un bastone di ferro in bocca collegato alla corrente che gli viene somministrata fino allo stordimento e successivamente ucciso e macellato e immediatamente cucinato."Se questi atti criminali fossero confermati - prosegue l'Aidaa - si tratterebbe di una forte violazione della legge italiana oltre che di veri e propri atti abominevoli, per questo nei prossimi giorni consegneremo un esposto alla Procura di Milano e allo stesso tempo invitiamo però coloro che fossero in possesso di informazioni in merito a questi fatti può contattarci".

IL GIORNALE
27 SETTEMBRE 2009
 
A CHINATOWN, CANI MACELLATI IN CASA
ANIMALISTI «Non sono destinati a ristoranti Gli orientali per tradizione li mangiano»
 
Alberto Giannoni
 
Una violenza sugli animali. Una pratica igienicamente pericolosa. In certi casi probabilmente anche una truffa ai danni di qualche ignaro cliente. Tre reati in uno, quando dei cani vengono macellati per essere mangiati in casa. Lo denuncia l’Associazione italiana difesa animali e ambiente: cani di piccola e media taglia sono macellati a Milano per scopi alimentari nelle case di alcune famiglie provenienti dall’estremo oriente. La denuncia parte alle numerose segnalazioni giunte al numero amico dell’associazione. La pratica sarebbe diffusa in alcuni appartamenti e cortili privati situati nelle zone di via Padova e di alcune traverse, ma anche nella zona di piazza Baiamonti nelle adiacenze di via Paolo Sarpi (la Chinatown milanese). Le segnalazioni riguardano almeno una quindicina di casi, sempre di famiglie cinesi o dell’estremo oriente, provenienti da regioni in cui il mangiare carne di cane rientra nelle normali abitudini alimentari. Per le segnalazioni raccolte in 5 mesi dall’Aidaa i cani uccisi e macellati non sarebbero destinati ai ristoranti ma al consumo nelle famiglie. L’associazione presenterà nei prossimi giorni un esposto alla Procura: «Se questi atti criminali fossero confermati - dicono dall’associazione - si tratterebbe di una forte violazione della legge italiana oltre che di veri e propri atti abominevoli».

LEGGO
27 SETTEMBRE 2009
 
MILANO, CANI DIVENTANO CIBO IL CARLINO IL PIÙ RICERCATO
 
A Milano dei cani sono macellati per essere mangiati. Non in ristoranti, ma in abitazioni private. Le denuncia è della Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente), il cui presidente, Lorenzo Croce, spiega: «Confrontando le informazioni contenute in 15 segnalazioni pervenuteci, cinque casi di macellazione di cani avvenute in Viale Padova e Piazza Baiamonti e compiute da famiglie asiatiche residenti a Milano risulterebbero attendibili». Secondo l'associazione, la razza canina più ricercata per l'uso alimentare a Milano è il carlino, una tipologia di cane molto costosa. Infatti, come spiega Croce, «il motivo che sta alla base di tali pratiche non è la povertà ma il gusto». «Nella spazzatura degli edifici segnalati - dice il presidente dell'Aidaa - non abbiamo trovato nè ossa nè altro materiale organico quindi, forse, quelle carni sarebbero destinate ad acquirenti pronti a pagarle profumatamente». Secondo le segnalazioni, i cuccioli verrebbero uccisi mettendogli in bocca un'asta metallica elettrificata. «Da quanto abbiamo appurato non ci sarebbe alcun coinvolgimento da parte di pubblici esercizi o di ristoranti etnici - spiega Croce -, si tratterebbe di pratiche che avverrebbero dentro le mura domestiche. Ciò non toglie che se questi atti criminali fossero confermati si tratterebbe di una forte violazione della legge italiana oltre che di veri e propri atti abominevoli, per questo nei prossimi giorni consegneremo un esposto alla procura di Milano».

Corriere della Sera Cronaca di Milano
27/09/09Cronaca di Milano


DENUCIA AIDAA. Sono tenuti prigionieri dentro delle gabbie. Sotto accusa la comunità cinese.
GLI ANIMALISTI: CANI MACELLATI IN CASA PER MANGIARLI


“Cani macellati in casa. Per essere mangiati.
A denunciarlo è l’Aidaa, l’Associazione italiana difesa animali e ambiente: «Ci sono state numerose segnalazioni - spiegano - con telefonate che denunciavano di casi avvenuti in famiglie originarie dell’Estremo Oriente».
La pratica, sempre secondo l’Aidaa, è diffusa in alcuni appartamenti e cortili privati nelle zone di via Padova e dintorni, ma anche in piazza Baiamonti e nelle strade attorno a via Paolo Sarpi, in piena Chinatown.
«Le segnalazioni - continua l’Aidaa – riguardano almeno una quindicina di casi, sempre di famiglie cinesi o dell’Estremo Oriente dove il mangiare carne di cane rientra nelle loro normali abitudini alimentari».
Le denuncie raccolte in cinque mesi spiegano di cani uccisi e macellati non per finire nei ristoranti etnici, ma nelle famiglie.
«E’ nota – ricorda l’Aidaa – la pratica di acquistare dei San Bernardo che, una volta spediti in Cina, vengono incrociati con dei cani Mongrel, una specie del luogo, per creare una vera e propria razza di cani da carne, che dopo essere stati allevati in cattività vengono uccisi e macellati attorno all’età di 4 mesi.
I cani vengono tenuti per alcuni giorni in gabbia, prima della macellazione. Al cucciolo viene poi inserito un bastone di ferro in bocca collegato alla corrente che gli viene somministrata fino allo stordimento e, successivamente, ucciso, macellato e subito cucinato.
«Se questi atti criminali fossero confermati - prosegue l’Aidaa - si tratterebbe di una forte violazione della legge italiana oltre che di veri e propri atti abominevoli.
Per questo nei prossimi giorni consegneremo un esposto alla Procura e allo stesso tempo invitiamo coloro che sono in possesso di informazioni in merito di contattarci»”.

LECCE PRIMA
27 SETTEMBRE 2009
 
SPARA COL FUCILE AL PICCOLO CANE ENTRATO NEL CASOLARE
Ha sparato senza pietà contro un piccolo cane che si era intrufolato nella sua abitazione di Copertino, poco lontana dal pollaio. L'animale salvato dai veterinari Asl. Denunciato invece il 68enne
 
COPERTINO (LE) - Ha sparato senza pietà contro un piccolo cane che ha avuto la sfortuna di intrufolarsi nella sua abitazione, poco lontana dal pollaio. Ha sparato due colpi, non uno, ma bang, bang, senza pietà, dopo avere puntato la carabina contro il piccolo cane scodinzolante che aveva varcato la soglia del suo squallido casolare. Forse dei suoi inqualificabili comportamenti se ne erano da tempo accorti i residenti della zona, in quel di Copertino, dato che i carabinieri della Tenenza locale sono intervenuti sul posto dopo una segnalazione giunta al 112 che parlava di colpi da fucile.Giunti prontamente sul posto, i carabinieri hanno subito appurato quel che poco prima era avvenuto: un meticcio, di piccola taglia, entrato nell’abitazione del 68enne, giaceva agonizzante sul pavimento dopo che l’energumeno gli aveva sparato per punirlo, forse, dell’intrusione.I militari si sono preoccupati prima di fare intervenire i veterinari della Asl, i quali sono riusciati a salvare il povero cane. Per il 68enne, invece, è scattata una denuncia per maltrattamento di animali e spari in luogo pubblico. A seguito della perquisizione domiciliare i carabinieri hanno infatti rinvenuto l’arma utilizzata poco prima per sparare il piccolo meticcio, che hanno ovviamente sottoposta a sequestro. Fucile per il quale è stata avanzata all’autorità competente la revoca dell’autorizzazione per la detenzione dell’arma.

IL PAESE NUOVO
27 SETTEMBRE 2009
 
Colpi di fucile contro un cane: denunciato dai carabinieri
 
Lecce (salento) - Il 27 settembre 2009, a Copertino (Le), nelle prime ore della mattinata, i militari della locale tenenza hanno denunciato per maltrattamento di animali e spari in luogo pubblico, A.C., 68enne del posto.I militari intervenivano in un casolare di campagna a seguito di una segnalazione, pervenuta da alcuni cittadini sull’utenza 112, di esplosione di due colpi di arma da fuoco. Giunti nei pressi dell’abitazione indicata durante la telefonata effettuata al numero di emergenza, i carabinieri immediatamente capivano cosa si era appena consumato: un meticcio, di piccola taglia, entrato nell’abitazione del signore copertinese, nelle vicinanza di un pollaio, veniva colpito da due colpi di fucile esplosi dallo stesso 68enne.Subito i carabinieri hanno chiamato sul posto i veterinari della locale ASL che riuscivano a salvare il povero cane. Per il signore, invece, scattava una denuncia per maltrattamento di animali e spari in luogo pubblico. A seguito della perquisizione domiciliare i militari hanno ritrovato l’arma utilizzata poco prima e la sequestravano.Veniva inoltre avanzata all’autorità preposta la revoca dell’autorizzazione per la detenzione dell’arma.

VIRGILIO NOTIZIE
27 SETTEMBRE 2009
 
Campania/ Montella, cani stipati in micro-gabbie: tre denunce
Carabineri fermano cacciatori diretti a una gara in Alta Irpinia
 
Montella (AV) - Tre cacciatori sono stati denunciati in Alta Irpinia per maltrattamenti nei confronti di animali. I carabinieri di Montella dopo alcuni controlli hanno fermato tre persone che avevano costruito artigianalmente un'angusta gabbia idonea, per le sue dimensioni, al trasporto di un solo cane. Nella gabbia c'erano due setter di grossa taglia, senza alcuna possibilità di muoversi né di stare in piedi sulle zampe, in evidenti condizioni di grave sofferenza. I cani vengono solitamente utilizzati per la caccia e per la ricerca dei tartufi. Tutti e due erano provvisti del microchip identificativo, e sono stati immediatamente liberati. I rispettivi proprietari, tutti provenienti dall'hinterland agro-nocerino-sarenese, erano diretti a una gara di ricerca delle quaglie che era in programma in Alta Irpinia. I carabinieri hanno fatto scattare la denuncia per maltrattamento di animali. Tutte le attività sono state condotte in stretta collaborazione con i magistrati della Procura di Sant'Angelo dei Lombardi.

LUNASET
27 SETTEMBRE 2009
 
Alta Irpinia - Maltrattamento di animali, denunciati due cacciatori
 
Montella (AV) - Ancora una denuncia per maltrattamento di animali- I controlli dei carabinieri della compagnia di Montella. sono scattati lungo la fondovalle Sele: fermati due cacciatori che avevano costruito artigianalmente un’angusta gabbia idonea, per le sue dimensioni, al trasporto di un solo cane. Proprio a causa delle ristrette dimensioni, ma anche per i materiali utilizzati per costruirla, i cani sono stati trovati in evidenti condizioni di grave sofferenza. Per trasportare i due animali, infatti, sarebbero state necessarie altre due gabbie simili. I due cani di razza setter, utilizzati sia per la caccia che per la ricerca dei tartufi e tutti provvisti del microchip identificativo, sono stati immediatamente liberati dalla disagevole gabbia, all’interno della quale non potevano ne muoversi né addirittura state in piedi. Gli accertamenti effettuati nell’immediatezza, inoltre, hanno permesso di verificare che i rispettivi proprietari, tutti provenienti dall’hinterland agro-nocerino-sarenese, erano diretti ad una gara di ricerca delle quaglie che era in programma in Alta Irpinia. Accertate le inadeguate modalità con cui trasportavano i loro animali, le due persone sono state denunciate in stato di libertà per maltrattamento di animali.

IL GIORNALE
27 SETTEMBRE 2009
 
"BAARIA" ANIMALISTI IN RIVOLTA PER L'UCCISIONE DI UN TORO SUL SET
 
Si infiamma la polemica sulla scena del film «Baarìa» di Tornatore in cui un toro è stato ripreso in diretta mentre veniva ucciso con un punteruolo. È stata la Lega antivivisezione a sollevare il problema. «Il fatto è gravissimo - dice il sottosegretario alla salute Francesca Martini - verificheremo i fatti, l’uccisione cruenta di animali è reato, valuterò come procedere. Una produzione cinematografica italiana deve rispettare le regole». Indignata anche la figlia di Sergio Endrigo, Claudia, che ha concesso il brano del padre «Era d’estate» per la colonna sonora. «Se avessi saputo che nel film c’era una scena raccapricciante non avrei autorizzato l’uso del brano. Comunque non andrò a vederlo».

GAZZETTA DI REGGIO

27 SETTEMBRE 2009

 

9 cavalli senz acqua per giorni

 

di Miriam Figliuolo

 

CADELBOSCO SOPRA (RE). Se ne è andato e ha lasciato i cavalli e il cane senza acqua e con poco cibo. E’ stato lo scalpitare e scalciare dei cavalli contro le pareti dei loro box ad attirare l’attenzione di alcuni residenti e passanti che hanno dato l’allarme.  Per abbeverare gli animali, ben nove esemplari di cavalli da corsa, è stato necessario l’intervento di un’autobotte dei vigili del fuoco; fatta arrivare in piena notte per soccorrere animali già visibilmente disidratati e denutriti. Il brutto episodio è avvenuto in paese nei giorni scorsi. Gli animali sono stati rifocillati nella notte tra mercoledì e giovedì. Il proprietario del maneggio, regolarmente registrato e provvisto di tutte le autorizzazioni - ma che ora potrebbe rischiare seriamente per la sua attività - è stato denunciato «a piede libero».  Anche perché i militari dell’Arma, intervenuti dalla stazione locale agli ordini del maresciallo Angelo Colombo, non hanno avuto modo di rintracciarlo. L’uomo, un 47enne originario di Marsala (Trapani), e residente in paese, si era allontanato, probabilmente già da qualche tempo e non era più tornato, nonostante gli animali non fossero stati lasciati con quanto era necessario loro per nutrirsi e abbeverarsi.  Per lui ora l’accusa è di maltrattamento di animali. Con i carabinieri, avvisati appunto da alcuni cittadini allarmati dai rumori provocati dagli animali ormai stremati per la sete, sono intervenuti anche i veterinari del servizio Ausl di Reggio.  Sono stati loro a documentare, con analisi sulla pelle effettuate sul posto, lo stato ormai avanzato di disidratazione, oltre che denutrizione, dei cavalli.  Dopo essere state abbeverati, grazie alla grande quantità di acqua resa disponibile con l’arrivo dell’autobotte, e rifocillati - nella stalla c’era una sola balla di fieno per nove cavalli - gli animali sono stati affidati alle cure del servizio veterinario Ausl di Castelnovo Sotto.  Proprio da questi tecnici è poi arrivata, sul tavolo del sindaco Silvana Cavalchi - autorità sanitaria competente - la richiesta ufficiale per l’emissione di un provvedimento a carico del maneggio. Un’ordinanza, che ieri mattina non era stata ancora emessa, e che dovrebbe garantire, anche grazie a controlli da parte dei tecnici Ausl e di agenti della municipale, che agli animali vengano forniti regolarmente acqua e cibo.  «Purtroppo sono fuori sede - ha commentato ieri il sindaco - Ma il quadro della situazione, grazie alla puntuale relazione del servizio Veterinario locale, mi è chiara e ho intenzione di emettere al più presto l’ordinanza che imporrà al titolare il rispetto delle prescrizioni». «Abbiamo trovato gli animali in visibili condizioni di malnutrizione e soprattutto disidratati - spiega Antonio Cuccurrese, direttore dell’Area medicina veterinaria del dipartimento di Sanità pubblica - Si tratta di un allevamento regolarmente registrato, ma sul quale ora vigileremo».


GAZZETTA DI REGGIO

27 SETTEMBRE 2009

 

Nove cavalli senz'acqua e senza cibo: una denuncia

 

CADELBOSCO SOPRA (RE). Se ne è andato e ha lasciato i cavalli e il cane senza acqua e con poco cibo. E’ stato lo scalpitare e scalciare dei cavalli contro le pareti dei loro box ad attirare l’attenzione di alcuni residenti e passanti che hanno dato l’allarme. Per abbeverare gli animali, ben nove esemplari di cavalli da corsa palesemente disidratati e denutriti, è stato necessario l’intervento di un’autobotte dei vigili del fuoco. Il proprietario del maneggio (un 47enne) è stato denunciato a piede libero. Dovrà rispondere di maltrattamento di animali.


LA NUOVA SARDEGNA

27 SETTEMBRE 2009

 

 

Menneas: il cowboy più veloce

 

di Nino Muggianu

 

ORGOSOLO (NU). Il lazzo, pardon, la soha più veloce è di Antonio Menneas, orgosolese, salito sul gradino più alto del podio della prima edizione della gara de s’Issohadura, Memorial Banne Puddu. Al 2º posto Matteo Rubbiu di Villagrande Strisaili; 3º Mauro Mura, di Villanova.  A organizzare l’evento sono stati i ragazzi della Leva 1980. Dodici secondi, il tempo impiegato dal campione per catturare uno dei 15 animali, vacche vitelli e tori, rinchiusi nel recinto ricavato all’interno della zona sportiva del paese. Il premio per l’issohadore prus grabosu, ossia quello più elegante, deciso e pulito nella sua tecnica è andato a Pietro Caria, di Orroli. Ventisei i partecipanti arrivati da diversi centri dell’isola. Dopo i nubifragi dei giorni scorsi, una splendida giornata di sole ha premiato l’organizzazione.  Un’idea che è piaciuta agli orgolesi e non solo vista la cornice di pubblico che ha accompagnato la singolare gara di abilità. Diversi i partecipanti che hanno voluto cimentarsi per due volte non contenti della prova. Prove che erano naturalmente condizionate dalle bizze degli animali. Come da regolamento i partecipanti dovevano entrare nel recinto con la soha fornita dagli organizzatori, individuare l’animale che gli veniva abbinato per sorteggio prima di cominciare l’operazione di cattura. Cattura valida solo nel caso in cui il lazzo riusciva a centrare entrambe le corna. Prova non valida se l’animale veniva catturato col lazo al collo. Tre i minuti a disposizione dei partecipanti la cui arma vincente è anche l’approccio all’animale. Nelle semifinali c’è chi è riuscito a terminare l’operazione in meno di un minuto. Prove che si poteva dire conclusa quando il cowboy in pantaloni di velluto scuro con i rivoltini e scarponi di pelle liberava la preda.


LA NUOVA VENEZIA

27 SETTEMBRE 2009

 

Raul, il dobermann in carrozzella

 

Valter Esposito

 

Mestre (VE) - Quando si dice la passione e l’amore per gli animali in particolare per il proprio cane. È una storia a tratti commovente quella di Felice Mercogliano - di origine napoletana ma residente a Mestre - che ha ridato le «gambe» al suo amato cane Raul, investito da un’auto.  Raul è un bellissimo esemplare di pura razza dobermann. «Quando mi sono recato nell’allevamento di Enna nel 2005 - racconta Felice Mercogliano - ho visto questo cucciolo di dobermann, straordinario e dallo sguardo impenetrabile. Ho deciso di comprarlo subito e di dargli il nome di Raul Gonzales Blanco, dedicandolo al grande attaccante del Real Madrid, sempre pronto a puntare l’avversario guardandolo negli occhi».  Nel luglio del 2008, in via Torino, tornando da un addestramento, Felice Mercogliano ha lasciato inavvertitamente il finestrino posteriore dell’auto aperto e Raul alla vista della madre del suo padrone è balzato fuori per festeggiarla ma è stato investito da un’auto che proveniva dalla carreggiata opposta. «La ragazza al volante dell’auto - spiega Mercogliano - non ricordo bene se fosse romena o moldava non ha voluto nemmeno i danni subiti sull’auto e mi ha chiamato per diversi giorni per sapere come stava Raul. Alla clinica san Marco di Padova’equipe della dottoressa Schmitt lò operò per circa otto ore, ma alla fine ne uscì una diagnosi di midollo osseo paralizzato. Il suo padrone non si è dato per vinto e si è rivolto alla clinica della dottoressa Ludovica Dragone a Reggio Emilia, dove è stato quasi un mese. «Tapirulan in acqua, elettrostimolazioni, massaggi - racconta Felice -, alla fine riusciva a fare i suoi bisogni fisiologici naturalmente, un grande passo. Ho speso tanti soldi ma la vita va rispettata e bisogna assumersi le proprie responsabilità anche nei confronti di un animale che in fondo è come un bambino, va educato. Dopo tutto questo mi sono fatto spedire dalla California una sedia a rotelle per cani disabili e così adesso Raul può girare tranquillamente per la città. Il bacino è agganciato e le zampe posteriori sono legate a dei cordoni, mentre quelle anteriori funzionanti agiscono da motrici. In casa si trascina, ma riesca a giocare in assoluta tranquillità». «Una cosa stupenda è l’accoglienza che Raul riceve tutti i giorni al parco di San Giuliano a Mestre - conclude Felice -, dove è diventato una vera e propria star dei bambini che lo aspettano per giocare».


IL RESTO DEL CARLINO
27 SETTEMBRE 2009
 
Chiedono riscatto per restituirgli il cane Ma era uno scherzo, due 14enni nei guai
Costa caro uno scherzo ai due ragazzini ascolani, indagati per molestie dalla Procura di Ascoli. ‘Cester’, un meticcio di 4 anni di proprietà di un poliziotto in pensione, in realtà, non lo avevano loro
 
Ascoli - Chiedono un riscatto per restituirgli il cane, ma si tratta di uno scherzo. Protagonisti due ragazzini terribili che ora sono indagati per molestie dalla Procura di Ascoli. La storia è semplice: Cester, un meticcio di quattro anni, di proprietà di Salvatore, poliziotto in pensione, che abita nella periferia di Ascoli, scompare misteriosamente da casa. Il cagnetto, dal pelo nero e marrone, era molto legato alla famiglia che, con grande dispiacere, per riaverlo non esita ad appiccare una serie di manifestini per le vie della città.Accanto alla foto del cane, anche il numero di cellulare del padrone. Dopo alcuni giorni, l’ex poliziotto riceve una telefonata anonima. E una voce maschile gli intima: “Cester lo abbiamo noi. Se vuoi rivederlo incontriamoci e parliamone”. Salvatore va all’appuntamento, ma nessuno si fa vivo. Dopo alcune ore, la seconda telefonata. La stessa voce di prima fissa un altro incontro, al quale l’uomo si presenta invano.Scatta così la denuncia del pensionato alla squadra mobile di Ascoli Piceno, a cui l’uomo racconta di temere che qualcuno possa aver “rapito” Cester per chiedere un riscatto. Si apre un fascicolo di indagine: l’ipotesi di reato è seria, considerato che potrebbe trattarsi di un tentativo di estorsione. Vengono analizzati i tabulati telefonici e in breve si risale a un numero di cellulare dal quale sono partite le due chiamate.Parte un controllo e, con grande sorpresa, i poliziotti scoprono che il telefono è utilizzato da un 14enne di Ascoli che, spaventato, confessa subito di non sapere nulla del cane e di aver fatto le due telefonate, d’accordo con un suo coetaneo, solo per divertirsi. In breve viene identificato anche il secondo ragazzino. La posizione dei due è ora al vaglio della Procura di Ascoli, che probabilmente invierà il fascicolo al Tribunale per i minorenni di Ancona.Potrebbe essere ipotizzato, infatti, il meno grave reato di molestie telefoniche anche se, nel frattempo, le famiglie dei due minori si sono già incontrate con Salvatore, e i due ragazzini gli hanno chiesto scusa. Cester, intanto, non è ancora tornato a casa. Chiunque dovesse avere notizie del cagnetto scomparso può rivolgersi alla questura.

IL MESSAGGERO
27 SETTEMBRE 2009
 
Ancora una storia con “minori terribili” protagonisti
 
di SERGIO BIAGINI

Ascoli - Ancora una storia con “minori terribili” protagonisti. Questa volta non ci sono i festini a base di sesso e droga venuti alla luce con la recente operazione “Messenger” della Squadra Mobile, ma una richiesta di riscatto per un cane sparito. Tutto uno scherzo, si è scoperto poi. Ma i due quattordicenni che con diverse telefonate ai proprietari dell’animale avevano paventato una estorsione, dovranno pur sempre rispondere di molestie. Sarà la Procura a di Ascoli ad inviare il fascicolo al Tribunale per i minorenni di Ancona. Fatto sta che ieri in Questura i due ragazzini terribili con le rispettive famiglie hanno voluto incontrare la “vittima”, cioè il padrone di Cester, il cane sparito, per porgere le scuse. Non sapevano i due che per loro colmo di sventura l’animale era proprio di un poliziotto in pensione. Dopo che quest’ultimo aveva tappezzato la città con manifestini del tenore “Cester manca da casa da alcuni giorni...se lo trovate telefonate a questo numero...», avevano pensato bene di chiamarlo al cellulare per un paio di volte. «Cester ce l’abbiamo noi. Se vuoi rivederlo incontriamoci e parliamone» avevano detto facendo immaginare la richiesta di un riscatto. Per due volte avevano fissato un appuntamento a cui poi non si erano presentati. Ma tanto è bastato agli uomini della Squadra Mobile guidati da Pierfrancesco Muriana per risalire attraverso i tabulati telefonici al cellulare di uno dei minori. Spaventati i due hanno confessato alla polizia di non sapere nulla del cane e di aver fatto le telefonate solo per scherzo. Ma non per questo potranno scampare l’accusa di molestie. Intanto sul fronte dell’operazione “Messenger” il Tribunale dei Minori ha depositato l’avviso di conclusione delle indagini e sono iniziati gli interrogatori dei tre minori denunciati per spaccio. Non ci sono sviluppi invece per gli altri 7 indagati maggiorenni che rientrano nel filone di indagine condotto dalla Procura di Ascoli attraverso il dott. Monti. Né per i tre titolari della gioielleria chiusa in via della Fortezza che devono rispondere di ricettazione (filone del dott. Picardi). In almeno tre occasioni i minori consegnarono l’oro rubato in casa per aver in cambio soldi per la droga. In un altro episodio gli agenti della Mobile intervennero bloccando tre minori con collanine e oggetti d’oro rubati in casa prima della consegna alla gioielleria. Molti di questi ragazzi dopo le segnalazioni della prefettura e l’avvio ai programmi di recupero, sono usciti fuori dal “giro”. «Almeno una decina sono tornati ad una vita normale» dice Muriana. «Tra loro il quattordicenne che si fece riprendere nel ideo mentre sniffava coca. Ora si è dato all’atletica e promette di diventare un campione».

IL TIRRENO

27 SETTEMBRE 2009

 

Colti in flagranza due bracconieri

 

MONTECATINI (PI). Continua l’attività di controllo del territorio da parte della Polizia Provinciale di Pisa, rivolta anche a contrastare il problema del bracconaggio che è molto diffuso in molti centi della provincia di Pisa.  Nei giorni scorsi, durante il servizio di pattugliamento nelle campagne di Montecatini Valdicecina, per l’esattezza nella zona della località Santa Lucia, gli agenti, coadiuvati da una Guardia venatoria volontaria, hanno nel pieno pomeriggio colto in flagrante un uomo - S.D. di 69 anni, accompagnato da un amico, S.G di 50 anni, entrambi residenti a Cecina - che aveva con sé un cinghiale abbattuto poco prima, compiendo un duplice reato rispetto alle norme riguardanti questa specie selvatica. Non solo infatti l’episodio è avvenuto in periodo di divieto (la caccia al cinghiale inizierà il 1º novembre prossimo), ma anche utilizzando mezzi illegali, in particolare un fucile armato con munizioni spezzate, ovvero le cartucce a pallini, proibite per gli ungulati. Per l’autore dell’illecito è scattata la conseguente denuncia in ordine alle imputazioni indicate: adesso rischia l’arresto (da 3 mesi a un anno) o una multa da 929 a 4.000 euro.  Il fucile, le cartucce e l’animale abbattuto sono stati sequestrati e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria.  I due cacciatori (anche se la denuncia è scattata solo per uno) sono stati fermati a poche settimane di distanza da un altro servizio effettuato dai carabinieri che recuperarono quattro cinghiali uccisi. Destinati molto probabilmente a qualche ristorante.


IL TIRRENO

27 SETTEMBRE 2009

 

Capra cade nel pozzo pastore dà l allarme ma il volo è fatale

 

BIBBONA (LI). Brutta fine per una capra di un pastore, precipitata in un pozzo profondo ben venti metri. Sul posto è intervenuta anche la squadra del Soccorso alpino fluviale di vigili del fuoco di Cecina, ma nonostante i loro sforzi per l’animale non c’è stato niente da fare.  L’episodio è successo ieri verso le 17,30, nella strada vicinale dei Poggetti a Bibbona. Un pastore stava guidando il suo gregge, quando una delle sue capre è finita dentro un pozzo, profondo una ventina di metri. L’uomo ha chiamato i vigili del fuoco, che hanno inviato sul posto una squadra specializzata e si sono calati all’interno della cavità con delle funi. L’animale è stato recuperato, ma purtroppo privo di vita. Evidentemente è morto nell’impatto con il suolo.


LA PROVINCIA PAVESE

27 SETTEMBRE 2009

 

Piranha pescato nell'ultimo tratto del Naviglio

 

Pavia - Non è chiaro se si tratti di un carnivoro. Qualche timore per la fauna locale  PAVIA. Luciano Dubinelli ha pescato nel Naviglio un pesce piranha adulto del peso di tre etti. Nuotava nell’ultima vasca del canale, quella più vicina al fiume Ticino. «All’inizio non ci credevo», ha esclamato il pescatore, evidentemente molto sorpreso della pesca esotica: i piranha sono pesci tipici dell’Amazzonia che normalmente vivono in climi tropicali. La teoria per spiegare la presenza di questa specie nelle acque nostrane è sempre la stessa, ovvero che qualche “piscicoltore” dilettante si sia stufato di tenere il pesce nell’acquario. Il piranha non è un articolo di punta del mercato degli animali.


IL TEMPO
27 SETTEMBRE 2009
 
Nasce la città del cane e la nuova «bau-beach»
Il Festival internazionale dell'ambiente è entrato nel vivo e le novità più importanti riguardano i migliori amici dell'uomo
 
Roma- Il Campidoglio ha intenzione di costruire la «Città del cane». Un grande parco-canile immerso nel verde con aree-giochi, asili per cani, ambulatorio veterinario, libreria e negozi specializzati. E con una missione principale: l'adozione degli animali. «Sarà proprio questa la finalità della struttura - ha annunciato l'assessore all'Ambiente, Fabio De Lillo, durante il convegno alla Galleria Sordi sulla tutela degli animali - per trovare nel più breve tempo possibile nuovi proprietari agli sfortunati ospiti». Il centro sarà costruito in un'area nel quadrante nord-est della Capitale e ospiterà un cimitero dove i cani potranno essere sepolti o cremati. De Lillo ha annunciato anche l'apertura dal prossimo maggio della «bau beach», la spiaggia interamente dedicata ai cani. Si troverà ad Ostia in un tratto di litorale vicino alla riserva di Castelporziano. Ma ieri è stata anche l'occasione per sensibilizzare i cittadini sulla pulizia della città. Il sindaco Alemanno con guanti di lattice e ramazza in mano ha partecipato all'iniziativa «Puliamo il mondo» di Legambiente nel Parco Caduti di Marcinelle a La Rustica, una delle tante zone di Roma dove i cittadini e i volontari hanno spazzato, rimosso discariche e sistemato gli arredi urbani. «Ero specializzato ad attaccare manifesti», ha scherzato Alemanno mentre con un pennello pitturava una fontanella per ripulirla dalle scritte dei writers. Il sindaco poi ha annunciato che nel prossimo bilancio comunale sarà inserita una delibera per fornire attrezzature ai volontari dell'ambiente. «Inoltre - ha aggiunto - individueremo alcune aree da adottare e creeremo una specie di albo che tutti i cittadini potranno consultare per sapere a chi rivolgersi quando vorranno partecipare ad iniziative come questa». La pulizia della città proseguirà anche oggi nei parchi Nemorense, Talenti, Acquedotto Alessandrino e Capoprati. Ma il Festival è stata anche l'occasione per porre l'attenzione sulla tutela dei prodotti tipici del territorio. L'assessore De Lillo, infatti, ha fatto sapere che presenterà una proposta al sindaco per «creare un'enoteca gestita direttamente dal Comune per promuovere i tesori dell'agricoltura laziale».

IL RESTO DEL CARLINO
27 SETTEMBRE 2009
 
Solidarietà di Legambiente all’agente
‘Troppi spari dopo il tramonto’
 
Provincia di Ravenna - I volontari del servizio di vigilanza di Legambiente Emilia Romagna esprimono la loro solidarietà all’agente della Polizia provinciale di Ravenna rimasto ferito giovedì mentre svolgeva, assieme ad altri colleghi, un servizio di controllo della caccia in un chiaro di campagna nella zona a nord delle saline di Cervia, tra Savio e Lido di Classe. L’uomo è stato ferito da un pallino alla nuca che, fortunatamente, non ha provocato lesioni gravi: dopo la medicazione è stato dimesso dal pronto soccorso. Resta tutta la gravità dell’episodio che per pura casualità non si è trasformato in tragedia: il colpo, per quanto esploso accidentalmente e comunque apparentemente non diretto ai guardacaccia, è giunto all’altezza degli occhi, e solo il fatto che l’agente si trovasse lateralmente rispetto allo sparatore, ha fatto sì che il frammento di piombo si conficcasse nella nuca. Sull’episodio è stata comunque aperta un’inchiesta da parte della magistratura a cui sono stati trasmessi i verbali dell’accaduto.
L’INCIDENTE porta però in primo piano le difficoltà e i rischi di chi opera nei controlli in ambito venatorio, soprattutto nei primi giorni della stagione, quando la densità dei cacciatori nelle postazioni è particolarmente elevata. C’è poi quella sottile linea di orario che separa l’attività lecita da quella illecita: secondo il nostro calendario venatorio, la cattura della selvaggina migratoria è consentita fino al tramonto. Un confine a volte labile. Tanto che, secondo il servizio di vigilanza di Legambiente, il ferimento dell’agente della Provinciale sarebbe avvenuto «quasi un’ora dopo» il calar del sole, quindi chi stava cacciando e ha sparato lo ha fatto in aperta violazione delle norme in vigore. «Per inquadrare bene il contesto nel quale il fatto è avvenuto — afferma ancora Legambiente — soprattutto nelle zone umide e negli appostamenti fissi in zona umida vi è una generale violazione degli orari consentiti da parte dei cacciatori». Gli amici del cigno verde si spingono a sostenere che quanto avvenuto giovedì «non è un evento accidentale, ma quello che ragionevolmente ci si poteva attendere da una pratica pericolosa, che avviene in condizioni di scarsissima visibilità». Gli ecologisti a questo punto chiedono alla Provincia che non si riduca la vigilanza per ‘ragioni di sicurezza’, ma si dia un segnale «con vere azioni di contrasto di queste pratiche foriere di incidenti».

CORRIERE DI MAREMMA
27 SETTEMBRE 2009
 
Massa Marittima (GR)- Altro assalto dei lupi. E’ allarme.
I predatori da diverso tempo imperversano anche a valle. Sbranati diversi agnelli. I contadini:“Serve un intervento immediato”.
 
Massa Marittima (GR) - Un branco di lupi si aggira nei pressi di Massa Marittima; le tracce del loro passaggio sono evidenti e tinte di rosso. La novità Contadini e proprietari di poderi e terreni nella zona della Leccetina fino a Ghirlanda hanno denunciato l’orrenda fine toccata a molti dei loro animali sbranati praticamente dai lupi affamati. Da qualche mese infatti sembra che i temuti predatori non si limitino più ad attacchi a pascoli in alta quota ma siano scesi nella campagne mettendo a rischio il bestiame in tutto il territorio delle Colline Metallifere. I precedenti Qualche mese fa era stato colpito l’allevamento di Graziella Vanni a Valpiana dove nella notte erano stati uccisi a morsi dieci capi di bestiame. Negli ultimi giorni sono stati numerosi gli avvistamenti in Ghirlanda dove, oltre a trovare un lupo morto sul ciglio della strada probabilmente investito da un’auto che al buio non lo ha visto, sono stati visti aggirarsi indisturbati nelle campagne. Ancora a segno L’ultimo caso si è registrato in una tenuta alla Leccetina dove la proprietaria Desirèe Dettori ha trovato due agnelli letteralmente massacrati a colpi di denti. Uno dei due è stato ucciso e mangiato sul posto dai predatori. L’altro invece, probabilmente la cena dei cuccioli di lupo che aspettavano i genitori al sicuro altrove, è stato trascinato per un chiilometro e mezzo circa prima di essere spolpato. La paura “Non è tanto i danni economici e le spese - sottolinea Desirèe - quanto piuttosto trovarsi di fronte ad un tale macello. Non li uccidono semplicemente per mangiarli perché portano via solo pochi morsi; ma fanno crudeli e sanguinose stragi”. La richiesta L’intenzione adesso di molti degli allevatori rimasti vittime degli attacchi è chiedere alla Provincia il permesso di poter abbattere alcuni esemplari per scongiurare i danni o chiedere al corpo forestale di prendere in mano la situazione per cercare di arginare questo pericoloso fenomeno. E’ chiaro - infatti - che i lupi, oramai, sono scesi dall’Amiata e sembrano trovarsi bene nel nuovo habitat; i proprietari di tenute e greggi nel comune di Massa Marittima dovranno fare i conti adesso con una minaccia più grossa e spietata della volpe.

VIRGILIO NOTIZIE
27 SETTEMBRE 2009
 
Animali/ Arriva il programma alimentare vegetariano targato Lav
Firma con Ascom su menù verdi in Maremma, si punta a tutta Italia
 
Arriva il primo programma alimentare 'per il bene degli animali': è targato Lav e realizzato in collaborazione con Ascom Confcommercio. Si tratta del progetto "Veg+", al quale hanno già aderito decine di ristoranti della Maremma, che si impegnano ad offrire ai loro clienti, tra le altre pietanze, anche una gustosa varietà di piatti vegetariani. L'iniziativa, volta a valorizzare la produzione agro-alimentare della Maremma, nonché la cultura del rispetto degli animali e dell'accoglienza verso chi predilige piatti privi di ingredienti d'origine animale, sarà riconoscibile dal logo "Veg+" all'ingresso dei ristoranti aderenti e sui menu, con l'ambizioso obiettivo di estendere il progetto in tutta Italia. Tre presentazioni-pranzo per l'iniziativa: la prima il 3 ottobre a Capalbio, al ristorante Il Frantoio, la seconda a Roma al Margutta RistorArte, dove verrà presentato lo 'starter kit' con informazioni e consigli sui benefici di una scelta alimentare davvero cosciente e infine il terzo appuntamento che culmina con la presentazione della proposta di legge bipartisan per garantire l'opzione vegetariana nelle mense e nei luoghi di ristoro pubblici e privati. La prima giornata vegetariana si terrà alla Camera dei Deputati mercoledì 14 ottobre, al ristorante interno, dove sarà servito un esclusivo menu vegetariano, ideato e realizzato per l'occasione da Pietro Leemann, il più celebre chef italiano del settore.

IL CENTRO

27 SETTEMBRE 2009

 

Tre camosci del Parco della Maiella donati e trasferiti ai Monti Sibillini

 

CARAMANICO TERME (PE). Tre camosci appenninici del Parco nazionale della Maiella sono stati donati e trasferiti al Parco nazionale dei Monti Sibillini. Gli esemplari sono stati prelevati dall’area faunistica di Lama dei Peligni, la più prolifica di tutto l’Appennino.  «Questi esemplari» afferma il presidente del parco, Gianfranco Giuliante , «sono nati nel 2007 e sono prossimi all’età riproduttiva. Serviranno al consolidamento della popolazione di camosci sui monti della Sibilla, dove in realtà già nel 2006 furono trasferiti altri esemplari appenninici in linea con le azioni previste dal piano nazionale di gestione del camoscio».  Gli animali sono stati rilasciati sul monte Bove (Macerata) nell’area faunistica di Bolognola, grazie al corpo forestale.  «In realtà», riprende il presidente Giuliante, «il parco della Maiella svolge un ruolo cardine nell’ambito del progetto “Life” teso all’ampliamento dell’areale per il camoscio sull’Appennino centrale. In Abruzzo è prevista la creazione di una colonia nel Parco del Velino-Sirente, e un’ulteriore area faunistica a Pacentro che accoglierà un esemplare femmina proveniente dall’area di Farindola».


IL GAZZETTINO
27 SETTEMBRE 2009
 
L'altra mattina ad Avoscan, lungo la regionale 203 Agordina, ennesimo incidente stradale causato da un cervo..
 
Mirko Mezzacasa
 
San Tomaso (BL) -  L'altra mattina ad Avoscan, lungo la regionale 203 Agordina, ennesimo incidente stradale causato da un cervo che ha attraversato la rotabile. Nessun ferito, fortunatamente, ma notevoli come sempre i danni al mezzo. Il giorno prima incidente simile sulla strada per Falcade a Vallada Agordina. Per i cervo sta entrando nel vivo il periodo degli amori, che durerà fino a metà ottobre. I maschi in questo periodo radunano intorno a sé gruppi numerosi di femmine emettendo profondi bramiti per difendere il proprio harem dagli altri maschi rivali. Questa intensa attività, unitamente alla fatale attrazione per il selvatico prodotta dell'erbetta verde dei prati sfalciati, comporta necessariamente un aumento della mobilità dei cervidi presenti numerosi in agordino. È abbastanza frequente, specialmente al crepuscolo e nelle ore notturne, scorgere a bordo strada o peggio sulla sede stradale stessa qualche cervo intento ad attraversarla. Il sopraggiungere improvviso di un'autovettura può spaventare l'animale causando reazioni improvvise e assolutamente imprevedibili, tant’è che sovente un cervo, traquillo al pascolo sulla scarpata, in un attimo sbuchi sulla strada mentre transita un veicolo. In questi periodi viene raccomandata una maggiore attenzione da parte degli automobilisti, che devono moderare la velocità e tenere d'occhio i lati della carreggiata, soprattutto nei tratti maggiormente sensibili, tra Mas di Vallada e Canale d'Agordo, nei pressi di Avoscan, tra Alleghe e Caprile e tra Salesei e Arabba. «Investire un cervo - ricorda l'assessore comunitario Leandro Grones - può avere conseguenze assai gravi per l'automobilista, al di là della taglia dell'animale investito, oltreché causare danni materiali non trascurabili agli autoveicoli. Talvolta è il tentativo di evitare l'investimento a provocare l'incidente, ma è ovvio che la violenza dell'impatto e le relative conseguenze sono direttamente proporzionali alla velocità tenuta dall'automobilista. Va da sé, agli automobilisti e in generale a tutti gli utenti della strada, l'appello alla prudenza». Nel 2008 sono stati censiti in provincia di Belluno 7500 cervi (erano 2500 nel 1989), di cui 2400 nell'Agordino (1400 nella parte alta della vallata). In tutta la provincia sono stati rilevati 14000 caprioli, di cui 2350 nell'Agordino. A fronte di queste popolazioni ecco i dati relativi agli incidenti: 8 investimenti nel 1990 in provincia, 180 incidenti nel 2005 (125 caprioli e 55 cervi), 299 incidenti nel 2008 (177 caprioli e 122 cervi). In caso di incidente funziona 24 ore su 24 una reperibilità del Corpo di polizia provinciale (348 0157323 / 0157312).

LA TRIBUNA DI TREVISO

27 SETTEMBRE 2009

 

Muraro: «Sparare in Cansiglio? Sono perplesso»

 

VITTORIO VENETO (TV). Martedì prossimo l’assessore regionale Elena Donazzan porterà in giunta la richiesta di abbattimento di un congruo numero di cervi in Cansiglio. Forse un centinaio. Ma il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, non è d’accordo. «Sono molto perplesso su un’operazione di questo tipo, sia perché mancano dati certi che dimostrino il numero eccessivo di cervi in Cansiglio, sia perché non disponiamo di uno studio scientifico su come affrontare il problema». C’è chi parla di 2000 esemplari; lo fanno in particolare i produttori agricoli che dall’imperversare di questi animali nei loro pascoli hanno avuto in due anni 100 mila euro di danni, altri si fermano ad una quota tra i mille ed i 1500. Alberto Piccin, amministratore del demanio statale del Cansiglio, osserva che «il problema comunque sussisterebbe, se anche ci fosse un solo cervo per ognuno dei mille ettari interessati».


IL TIRRENO

27 SETTEMBRE 2009

 

Cinghiali e cervi davanti alla porta di casa

 

Michele Galardini

 

PISTOIA. Il problema degli ungulati passa dagli uffici della Provincia e dell’Atc alla Circoscrizione 3 presieduta da Silvano Pocci. Numerose le lettere arrivate al presidente della circoscrizione dagli abitanti da quest’area del comune, lettere che denunciano disagi di vita ed economici causati dalla presenza sempre più invasiva di cinghiali, cervi e daini.  «Cerchiamo di dare voce alla protesta - dice Pocci - di queste persone che non possono più coltivare o anche solo uscire di casa. È un problema anche di sicurezza stradale se andiamo a vedere il numero crescente di incidenti causati dalla presenza di ungulati sulle strade. Ma è anche un problema di igiene, viste le zecche trovate nei giardini pubblici della collina. Quello che preoccupa maggiormente è il danno ambientale. Il cedimento dei cigli causato dal passaggio degli animali, in mancanza di un controllo delle acque meteoriche, provoca l’abbattimento dei muri a secco. I residenti sono così obbligati a rifare il muro perdendo ogni volta tempo e denaro e noi non possiamo intervenire per la manutenzione delle strade, non possiamo arare le cunette stradali».  La richiesta è di un contributo da parte della Provincia per il mantenimento delle strade, un ampliamento del calendario venatorio, oltre ad un impegno maggiore da parte degli enti preposti a rispondere alle segnalazioni dei cittadini.  Presenti all’incontro con il loro carico di insofferenza anche alcuni abitanti delle zone colpite.  «Ci vogliono dei giorni per parlare con qualcuno dell’Atc - dice Evandro Signorini -, sinceramente ho trovato poca disponibilità. In quanto contadino, sia che faccia una produzione per la vendita o per il consumo personale devo essere padrone di poter coltivare nella mia proprietà. I cinghiali mi hanno distrutto 200 piante di pomodori in una notte. La colpa anche dei cacciatori che spingendo sempre più giù questi animali, li hanno incentivati ad avvicinarsi. La mia richiesta è di un aumento dello spazio concesso a questi animali, lontano dalle case. Non vorrei essere costretto a fare il bracconiere».  Il problema si sposta sulle recinzioni che in molti casi vengono divelte dai cinghiali o dai cervi, costituendo una spesa enorme per i contadini già vessati dall’aumento del tempo dedicato alla cura del terreno intorno alla recinzione e dal costo della stessa.  «C’è un vincolo paesaggistico nella zona di Castagno di Piteccio - ricorda Riccardo Nelli - che ormai ha cambiato faccia a causa delle recinzioni, sembra di stare fra i lager»; «Abito all’incrocio di due corsi d’acqua al Mulino della Sega - rincara Giovanni Capecchi - che è diventata un’oasi per questi animali. Mi dedico all’abbellimento della zona ed è sconcertante vedere come il lavoro di 15 anni sia stato distrutto in una notte da otto cinghiali. La gente ha paura».


LA GAZZETTA DI MANTOVA

27 SETTEMBRE 2009

 

Gli animali sono la nostra vita

 

OSTIGLIA (MN). «E’ la prima volta in trent’anni di attività circense che subisco una denuncia per maltrattamenti ai miei animali. Ritengo la cosa veramente assurda.» A parlare è Guido Niemen, titolare del circo che in questi giorni ha piantato le sue tende ad Ostiglia.  L’associazione italiana difesa animali ed ambiente lo ha denunciato per maltrattamento di animali ed ha chiesto al sindaco di provvedere immediatamente alla revoca del permesso di attendamento. La denuncia riguarda in particolare i cammelli e l’ippopotamo. Secondo l’associazione Aidaa, i cammelli sarebbero stati tenuti per diverse ore chiusi su un camion, per essere scaricati solo dopo mezzogiorno in seguito anche alle reiterate proteste di alcuni cittadini di Ostiglia che si sono poi rivolti all’associazione animalista per chiedere un intervento diretto. Ma soprattutto, la denuncia riguarda l’ippopotamo lasciato per parecchie ore al sole e senza acqua contravvenendo a tutte le normative di tutela degli animali dei circhi. «Quell’ippopotamo - replica il titolare - vive con noi da 23 anni e non ha mai avuto alcun problema di tipo sanitario. Vorrei anche aggiungere che abbiamo avuto la visita dei veterinari che hanno accertato e certificato che è tutto in regola. La verità è che siamo assolutamente indifesi. Non abbiamo sindacati né una parte politica che ci diofenda e quindi è come sparare sulla Croce Rossa. Ma posso garantire che noi agli animali vogliamo bene, perché sono quelli che ci consentono di vivere e di mantenere le nostre famiglie».  Ieri ma anche oggi gli animali sono a disposizione del pubblico: si potranno vedere e apprezzare nei loro recinti: dromedari, zebre, tigri, ippopotami e lama.


IL GIORNALE

27 SETTEMBRE 2009

 

I gatti hanno, sette vite. Ora abbiamo le prove

 

OSCAR GRAZIOLI

 

Si dice che abbiano sette vite o nove, a seconda dei paesi. lI fatto è che non si tratta di una credenza, ma di una realtà della quale si è occupata anche, qualche anno fa, la prestigiosa rivista «Nature», in un articolo dal titolo significativo: «Perché i gatti hanno nove vite?». E anche più di nove ha dimostrato di averne Smokey, l'eroico gatto australiano di cui sta parlando tutta la stampa perché è riuscito a sopravvivere nonostante gli abbiano sparato per ben tredici volte alla testa, e a ritrovare la via di casa. La storia, quasi incredibile ma ottimamente documentata, è accaduta nella cittadina di Maryborough, central Victoria. (Australia) dove un gatto di nove anni si è allontanato da casa per tre giorni e, mentre i proprietari pensavano ormai di averlo perso, si è presentato traballante e pieno di sangue davanti alla porta di casa. Portato immediatamente in una clinica veterinaria, i medici sono rimasti allibiti, dopo avere constatato la presenza di tredici pallini, sparati a corta distanza tramite una carabina, sul muso e nella testa del gatto. Con un lungo e delicato intervento, i sanitari sono riusciti ad estrarre undici dei tredici proiettili e Smokey è ora ricoverato in prognosi riservata, ma con ottime speranze di sopravvivere.Per Hugh Wirth, presidente della Società Reale per la Prevenzione della Crudeltà contro gli Animali nello stato di Victoria, ha affermato di essere sicuro circa la provenienza dei delinquenti: «Si tratta - ha detto alla stampa - di giovani maschi tra i 18 e i 20 anni di età, un modello di delinquenza che vediamo ripetersi in tutta l'Australia e che dovrebbe essere contrastato unicamente con la galera».Smokey ce la farà, ma si sarà giocato tutte le sue nove (o sette) vite e, a proposito di questo, riprendiamo l'articolo di «Nature» nel quale si dimostra che il famoso detto popolare non è una leggenda metropolitana, ma ha solide basi scientifiche. Lo studio di una «malattia» chiamata High Rise Syindrome (Sindrome della caduta dall'alto) è all'origine del proverbio che vuole il felino domestico quasi indistruttibile. Spieghiamo. È noto che uomini, cani e altri animali, che cadono dall'alto vanno incontro a gravissimi traumi e spesso alla morte, anche se la caduta avviene da balconi, ponteggi o altre strutture relativamente basse. Spesso, basta un secondo piano per finire al creatore. Il gatto, grazie a un mirabile apparato vestibolare (quello che presiede all'equilibrio) integrato con determinati organi cerebrali, è capace di camminare elegantemente su un cordolo di cinque centimetri ad altezze vertiginose, senza scomporsi minimamente. Se poi dovesse cadere, magari tentando di afferrare un uccello in volo, assistiamo al paradosso per cui, entro certi limiti, si fa più danni un gatto che cade dal terzo o quarto piano piuttosto che dal quinto o settimo. Come è possibile? La caduta (su materassi ovviamente) è stata filmata e analizzata. Il gatto che cade da altezze notevoli, entra in uno stato di shock transitorio che gli toglie qualunque rigidità articolare e distende tutte e quattro le zampe distribuendo così la caduta su tutto il corpo. Forse qualche frattura la rimedia, ma di entità lieve. Il gatto che cade dal primo secondo piano non si fa proprio nulla. Dal terzo al quarto invece non fa in tempo ad entrare in quello stato di shock, si irrigidisce e probabilmente si frattura arti, ossa nasali e palato molle. Si tenga conto che i gatti derivano evoluzionisticamente da felini che stavano sulle piante, abituati a «volare», a differenza di cani e uomini.Ecco spiegate le tante vite del gatto, di cui però non abusare. Se Silvestro non sta bene, di corsa dal veterinario, perché quando si ammala sul serio fa presto a bruciarle tutte.

NON DIRE GATTO...
Oltre alle sue sette vite il gatto ha a disposizione per comunicare sedici vocalizzi e ha uno scheletro formato da 250 ossa. Il gattino nasce cieco, cioè con gli occhi chiusi e sordo, ma poi arriva a possedere dei sensi molto sviluppati. Percepisce infatti il mondo diversamente dagli umani, è forse per questo che gli vengono attribuiti. Il gatto è un animale territoriale: segna con i feromoni le sue proprietà e ha un raggio attorno alla sua dimora di almeno 5 chilometri. Oggi come oggi si contano una cinquantina di razze differenti riconosciute con tanto di certificazione.

 

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