27 LUGLIO  2009

SAVONA NEWS

27 LUGLIO 2009

 

Varazze (SV): gatti abbandonati in una scatola

 

Varazze (SV) - Una gatta con sei cuccioli sono stati abbandonati in una scatola in piazza della chiesa di San Giacomo a Varazze.Gli animali, disidratati e malati agli occhi, dopo essere stati recuperati dal Servizio Veterinario ASL2 e curati dai volontari dell'Enpa, sono ora ospitati nella sede dell'Enpa  [....]
La madre, che aveva ancora un po’ di latte ha subito accettato un altro gattino di pochi giorni trovato anch’esso a Varazze, in un giardino di via Recagno, dopo che la madre era morta investita da un’auto.


CORRIERE CANADESE

27 LUGLIO 2009

 

Oltre mille animali senza un padrone

Sono in prevalenza i gattini ad essere abbandonati e lasciati morire per strada

 

SIMONA GIACOBBI

 

TORONTO - «Aiutiamo tutti gli animali, indistintamente». È questo il motto che contraddistingue da 122 anni la Toronto Humane Society. Con la stagione estiva si ripete un triste copione. E l’appello è sempre lo stesso: non abbandonate gli animali.
Attualmente alla Toronto Humane Society di River Street, ci sono circa 1100 animali in attesa di adozione.
«Abbiamo circa 800 gatti, cento cani e altre specie di animali - ha detto Ian McConachie, portavoce dell’associazione».
La Toronto Humane Society non riceve nessun fondo dal governo.
«Sopravviviamo grazie a offerte e donazioni di persone che hanno scelto di salvare vite e che continuano a tenere alto lo spirito che ci contraddistingue. Dal 1887 la THS è sempre stata in prima linea, sempre pronta ad aiutare gli animali in difficoltà. Negli ultimi otto anni abbiamo lavorato duro per aumentare le adozioni e diminuire l’eutanasia».
«Un tempo avevamo un contratto con City Hall - spiega McConachie - Quando il Comune ha creato Toronto Animal Services ci siamo staccati. Nel loro dipartimento, nel 2008, si sono registrati 5542 casi di eutanasia, il 46 per cento. L’operazione costa al Comune 11 milioni di dollari all’anno. È comunque un’altissima percentuale rispetto alla nostra, solo il 7 per cento, per 500 casi. Un numero che si è decisamente abbassato rispetto al 2002, quando gli animali soppressi furono il 35 per cento. Alla Toronto Humane Society ricorriamo all’eutanasia solo quando ce n’è veramente bisogno».
Nel 2008 sono stati 7465 gli animali ammessi alla Toronto Humane Society, le adozioni sono state 4962. Un dato di cui la THS va fiera e come ogni estate, periodo in cui vengono abbandonati più animali rispetto al resto dell’anno, McConachie ribadisce quanto le adozioni siano importanti: «Purtroppo ad essere lasciati per strada, il più delle volte in sacchetti di plastica, sono in prevalenza cuccioli di gatto. In molti non si preoccupano di far sterilizzare il proprio gatto o cane e se questo è libero di uscire di casa è pressoché normale che torni con qualche cucciolo - ha spiegato McConachie - L’adozione è un gesto veramente semplice. Non costa nulla. Chi volesse adottarne uno può venire nelle nostre due sedi, all’11 di River Street o al 2802 di Victoria Park, Unit 13, scegliere l’animale e compilare una richiesta scritta. Dopo di che saranno intervistati dal personale dello shelter. È un colloquio necessario per conoscere meglio la persona e capire se sussistono le condizioni per il benessere dell’animale. Chiediamo diverse informazioni, per esempio se l’animale dividerà la casa con altri amici a due o a quattro zampe e come questi potrebbero accogliere il nuovo inquilino. Basta, infine, fare una donazione alla Toronto Humane Society e naturalmente promettere di prendersi di cura dell’animale».


BIG HUNTER

27 LUGLIO 2009

 

CACCIATRICI TRENTINE AL VIA

 

 

Nella riserva del Brentonico alle appendici del Monte Baldo, nell’ambito dell’Associazione Cacciatori della Provincia di Trento , si è tenuta recentemente la presentazione ufficiale del Gruppo Cacciatrici del Trentino.La giornata, iniziata non sotto i migliori auspici visto la pioggia battente, ha visto la presentazione del neo–gruppo presso la sede della sezione Cacciatori del Brentonico, dove sono state accolte da un simpatico brindisi, ed è poi proseguita a Malga Campei  a 1800 metri sul Monte Baldo dove dopo le foto di rito e la presentazione dello statuto, le cacciatrici si sono viste impegnate in una gara con la carabina, allietate dalle note musicali di un gruppo di suonatori di corno.Abbiamo chiesto alla Presidentessa Eddi Titta, di raccontarci quelle che sono le finalità del Gruppo Cacciatrici neo-costituito, cosa si prefiggono e quelle che sono le realtà delle cacciatrici impegnate in una caccia estremamente dura e faticosa :

Buongiorno, Eddi, innanzitutto congratulazioni per il vostro Gruppo, che ho visto molto compatto, dimmi subito una cosa, che differenze ci sono, se ci sono, con le cacciatrici  dell’ Alto Adige ?

Penso che non ci siano particolari differenze con le cacciatrici dell’ Alto Adige in quanto l’ambiente alpino dove si svolge la caccia è molto similare, forse le uniche differenze sono quella numerica in quanto loro sono molte di più e la cultura che sta  alla base della loro attività venatoria, di stampo prettamente austriaco. Noi siamo molto meno, circa una settantina, direi un gruppo etereogeneo con diverse anzianità, c’è la cacciatrice che ha la licenza di caccia da 44 anni e che tra qualche  anno riceverà per i suoi 50 anni un riconoscimento da parte dell’Associazione Cacciatori del Trentino ed è anche una delle poche donne ad avere l’ abilitazione a svolgere il ruolo di “ Accompagnatore “ e c’è chi ha appena passato l’esame per la licenza. Siamo l’unico gruppo di cacciatrici, che io conosca, con uno statuto riconosciuto ed un direttivo e di questo siamo molto orgogliose.

Come mai avete sentito il bisogno di costituire un gruppo tra voi cacciatrici ?

Dopo diversi anni in cui ci si ritrovava solo in occasione della festa delle cacciatrici abbiamo sentito il bisogno di trovarci maggiormente per poter scambiare opinioni tra di noi e per costruire un gruppo che avesse più possibilità di operare nell’ambito venatorio solitamente strettamente maschile.

Bene, ma quali sono le vostre finalità?

Noi ci proponiamo di svolgere attività  di carattere sociale sia nei confronti delle componenti del Gruppo sia di terzi, nel settore venatorio, faunistico e ambientale.

E più nello specifico ?

Innanzitutto, vorremmo accorciare quel divario e quelle incomprensioni tra il mondo della caccia e l’opinione pubblica, sensibilizzare il mondo venatorio ad una caccia in senso femminile, interagire con altre associazioni anche fuori provincia, sviluppare iniziative di carattere ecologico, organizzare iniziative culturali, didattiche, e ancora mostre, concorsi e ogni altra forma utile per il raggiungimento delle finalità di cui parlavo prima.

Quali sono nel prossimo futuro le iniziative che siete in procinto di attuare?

Abbiamo organizzato una mostra intitolata “Fauna, Flora, Piante officinali e Arte Venatoria” a Molveno, località turistica del Trentino, che ha riscontrato un grande successo inaspettato in cui abbiamo puntato maggiormente su una cultura ambientale per noi molto importante (la caccia non è solo sparo) dedicata soprattutto ai bambini e agli appassionati di montagna in generale.
La mostra comprendeva un angolo botanico, un angolo fotografico ambientale-naturale, un diorama con animali selvatici, la presenza del gruppo Cani da Recupero Trentini e la cosa più importante un angolo didattico e ludico per bambini che ci ha dato le maggiori soddisfazioni.

Quindi il vostro primo approccio sarà proprio quello di cercare un dialogo con le scuole ?

A questo ha già pensato l’ACT con il progetto Rudi che viene effettuato nelle scuole dai guardacaccia.
Il progetto volge ad iniziare i bambini verso la conoscenza dell’ambiente montano e degli animali che lo abitano attraverso figure, disegni e tutto ciò possa essere utile a questo scopo.

Ma raccontaci invece qual è la vostra di realtà? Cosa cacciate, come cacciate, quali sono i rapporti con gli uomini?

Essendo cacciatrici sparse su un territorio morfologicamente molto diverso la caccia viene effettuata in modo diverso. Abbiamo cacciatrici che prevalentemente cacciano ungulati in un ambiente di alta quota e quindi a loro tocca l’onore di grandi camminate, poi abbiamo cacciatrici che, influenzate dal loro territorio, hanno una passione per la piuma quindi per loro niente lunghe camminate ma capanno e cani.
Gli uomini ci amano e ci odiano! A parte gli scherzi abbiamo un ottimo rapporto con loro fatto di rispetto e collaborazione.  

Ci sono delle impostazioni particolari su come dovete cacciare, per esempio nella tua riserva?
Le regole sono piuttosto semplici, per certi tipi di ungulati, tipo il capriolo o il camoscio, il cacciatore ha un piano di abbattimento suo e va da solo, mentre per i cervi siamo in squadre di 4 cacciatori a cui viene affidato l’abbattimento di un fusone e di un maschio adulto per esempio e lì chi prima lo fa …..

Bene, allora io ti ringrazio per la tua disponibilità e …..Weilmannsheit !!

Weilmannsdanke !!

Intervista raccolta da Denise Marzi


IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA

27 LUGLIO 2009

 

 

Piancardillo, il mistero dei cani che spariscono

Da un anno a questa parte nella contrada il numero dei fedeli amici a quattro zampe di proprietà dei residenti si sta progressivamente riducendo

 

 

SIMONA BRANCATI

 

Provincia di Potenza - Piancardillo, una contrada a metà strada tra Potenza e Pignola, tante villette e tanti cani.
Da un anno a questa parte però il numero dei fedeli amici a quattro zampe di proprietà dei residenti si sta progressivamente riducendo. Si sono registrate strane morti violente e scomparse improvvise di cani di giovane età in perfetto stato di salute, con tanto di registrazione all'anagrafe canina e libretto di vaccinazione del veterinario.
Si tratta di animali che vivevano liberi nei terreni attigui alle abitazioni dei padroni e che, approfittando di un cancello aperto o di un buco scavato nel recinto, spesso nelle notti estive si concedevano passeggiate notturne. In molti non sono più tornati. A nulla sono servite le denunce di scomparsa alle forze dell'ordine. E' il caso di Roy, sparito dallo scorso mese di maggio. Stessa sorte per Fritz.
L'anno scorso Cindy è tornata a casa sofferente e dopo una notte di agonia è morta a causa di una forte emorragia interna. Decesso per avvelenamento. E' purtroppo una pratica frequente l'uccisione dei cani con il veleno per topi o, scoperta ancor più macabra, impastando la carne con i vetri rotti delle lampadine. L'assorbimento dei frammenti da parte dei tessuti con il passare delle ore dall'assunzione, li lacera progressivamente.
Ancora, il 24 maggio 2008, raccontano i residenti, la piccola Bepi, sparita da una settimana è stata riportata a casa dagli altri cani in stato di semi decomposizione e mostrava i segni di una morte violenta. Aveva una zampa posteriore mancante e la bocca spalancata.
C'è da aggiungere che i responsabili della raccolta dei rifiuti parlano di diversi ritrovamenti nei cassonetti dei rifiuti di carcasse di animali, anche di cani.
In ogni circostanza ognuno ha pensato ad un caso isolato e comunque non c'erano prove a supporto di ipotesi di uccisione da parte dell'uomo, ma questa volta ci sono elementi per far supporre la presenza di un killer dei cani a Piancardillo.
Dalla notte dello scorso 21 luglio si cerca Nichi, un meticcio bianco e nero di tre anni e mezzo. Di lui nessuna traccia, mentre la madre Cleo è rientrata a casa ferita ad una zampa. Il veterinario che l'ha curata ha prima eseguito una radiografia dell'arto. La diagnosi del medico è chiara, si tratta di un cappio di metallo preparato da mani umane, come quelli utilizzati per la caccia di frodo. Trappole mortali congegnate per darsi la morte per strangolamento. L'animale ci mette accidentalmente dentro la testa e quando prova ad allontanarsi il cappio si stringe soffocandolo. Cleo, dunque, è stata fortunata.
Immediata è scattata la denuncia ai carabinieri per maltrattamento. I militari faranno ricognizione nella contrada ma è ovvio che, non avendo prove concrete e non essendoci la flagranza, è praticamente certo che non si arriverà a nulla. Il punto però è un altro. Tutti i cani morti o scomparsi erano dei meticci, ma è evidente che in questa storia se c'è un bastardo non cammina a quattro zampe.
I gesti compiuti sono di una barbarie e inciviltà tali da non poter essere taciuti. Impossibile non provare rabbia.
Al posto di uno sguardo dolcissimo e uno scodinzolio festoso resta solo una cuccia vuota.
E intanto cercasi Nichi disperatamente.


IL RESTO DEL CARLINO

27 LUGLIO 2009

 

Incatenato sotto il sole cocente Cane salvato dai vigili, era disidratato

Il proprietario lo aveva abbandonato all'interno di una ditta che ha sede in via Giardini. Il bastardino sofferente è stato recuperato grazie alle denunce dei vicini

 

Modena - Aveva legato il cane, un meticcio che assomiglia ad un pastore tedesco, sotto il sole estivo, senza acqua per dissetarsi ed in mezzo alle proprie feci. Lo hanno recuperato sabato pomeriggio gli operatori della Polizia municipale intervenuti grazie alla Magistratura che, viste le denunce per maltrattamenti sporte da alcuni vicini, ha disposto il sequestro dell'animale. Il cane si trovava all'interno di una ditta che ha la sede in va Giardini, poco prima di Baggiovara.Il padrone l'aveva lasciato legato alla catena sotto il sole cocente privo di acqua fresca. Quando gli agenti sono intervenuti il cane era visibilmente sofferente, disidratato tanto da non reggersi sulle zampe. "E' già la seconda volta che interveniamo per sequestrare un cane maltrattato dal titolare di quell'azienda", ha commentato uno degli operatori intervenuto per liberare l'animale."Invitiamo tutti coloro che conoscono situazioni di sofferenza o disagio in cui si trovano animali - dice Fabio Leonelli comandante della Polizia municipale - a segnalarlo ai nostri uffici. Provvederemo ad attivarci tempestivamente per garantire la loro salvaguardia ed il loro benessere".


LIBERO

27 LUGLIO 2009

 

MILANO: HA IL CANE AL GUINZAGLIO, CACCIATA DALL'UFFICIO POSTALE

 

Milano - Cacciata dall'ufficio postale perche' aveva con se' il cane al guinzaglio. L'alternativa era legare fuori dall'ufficio l'animale, un dalmata di undici anni visibilmente malfermo in salute, cardiopatico e dolorante ad una gamba completamente fasciata, nonostante fossero le 11.30 del mattino e fuori ci fossero almeno 30 gradi. E'quanto e' accaduto ad una signora nell'ufficio postale di Via Medeghino in zona piazzale Loreto, a Milano. A denunciare l'accaduto e' l'associazione Aidaa.Dalla ricostruzione fatta dalla proprietaria dell'animale al servizio legale estivo di Aidaa, la donna si trovava in fila per spedire una raccomandata e dopo aver preso il numerino e compilato il modulo di inoltro della raccomandata, la proprietaria del dalmata si era messa regolarmente in fila e, quando davanti a lei si trovava solo una persona, sarebbe stata invitata da un funzionario della posta in malomodo ad andarsene o a legare il suo cane fuori dall'ufficio postale, nonostante il cane fosse legato al guinzaglio corto (50 centimetri), se ne stava buono al piede e soprattutto fino a quel momento nessuno aveva avuto da lamentarsi per la presenza del cane nell'ufficio postale. La signora piuttosto che legare in strada il proprio cane ha preferito andarsene.''Mi pare quantomeno fuori luogo il comportamento del funzionario dell'ufficio postale che ha chiesto alla signora di andarsene visto che il cane era tranquillamente al piede e legato con un guinzaglio di 50 centimetri e che viste le sue condizioni di salute legarlo fuori con quel caldo avrebbe voluto dire mettere in condizioni di difficolta' la sua salute", dice Lorenzo Croce presidente nazionale di Aidaa."Per questo motivo ho inviato una lettera alla direzione delle poste ed ho inoltrato un esposto alla procura di Milano per verificare se non si ravvisi nel comportamento del funzionario dell'ufficio postale violazione dell'articolo 544 del codice penale per il reato di maltrattamento di animali".''Del resto, in un periodo in cui tutti stiamo parlando di lotta all'abbandono degli animali -prosegue- questi atteggiamenti sicuramente non aiutano la cultura del diritto degli animali, per questo a settembre lanceremo la campagna per abolire il divieto di ingresso dei cani nei e negli uffici pubblici. E' ora che anche da noi cresca la cultura del diritto degli animali-conclude Croce- come succede in molti altri stati europei dove gli animali ed in particolare i cani possono entrare in qualunque posto e qui siamo ancora a lottare per evitare di far stare male un cane che si trovava in un ufficio postale di Milano senza dare fastidio a nessuno''.


IL SUSSIDIARIO

27 LUGLIO 2009

 

La storia di Bonnie e Clyde, il collie che fa da guida al cane cieco

 

Spesso capita di vedere un cane da pastore, per lo più un cane lupo, accompagnare una persona non vedente. Più raro è vedere un border collie far da guida a un altro border collie cieco. È quanto accaduto in Inghilterra, la storia dei due cani che sta commovendo l’isola. Nella contea di Norfolk i giornali non parlano d’altro. Da quelle parti infatti sono stati scoperti i due animali che vagavano in giro per le campagne piovigginose di Albione. Bonnie e Clyde sono stati ribattezzati immediatamente e adesso la loro fama rivaleggia con quella del mitico duo da cui hanno preso il nome. I due collie sono stati “catturati” nei pressi di una strada provinciale da alcuni membri di un centro di soccorso per animali, come racconta il Daily Mail. Inizialmente i volontari si sono chiesti per quale motivo le due bestie andassero in giro costantemente in coppia, senza mai separarsi. Poi la risposta è stata chiara: uno dei due animali è cieco. Bonnie guida Clyde rimasto non vedente a causa di una malattia degenerativa. Ora i volontari sono alla ricerca di qualcuno che sia disponibile ad accogliere l’inconsueto duo.


IL TIRRENO

27 LUGLIO 2009

 

Il mio amico Teo preso a fucilate

 

Cecina (LI) - Teo amico caro...  Dedico questa lettera al mio amato cane Teo che pochi giorni fa è stato preso a pedate a fucilate presumibilmente da uno dei miei “cattivi” vicini di casa.  Io abito nella campagna di Riparbella. Sono un’insegnante di scuola primaria a Cecina ed è proprio qui nella nostra scuola che da diversi anni lavoriamo grazie alla preziosa collaborazione e competenza della veterinaria dottoressa Silvia Macelloni, ad un progetto che insegna ai nostri bambini a rispettare ed amare i nostri amici animali ed in particolar modo cani e gatti.  Ma come possiamo pensare di sensibilizzare gli alunni su questo tema così delicato e importante se tornando a casa trovano adulti che non sopportano neppure un piccolo cane che entra nella loro proprietà solo perché spinto dall’istinto naturale di una cagnetta in calore.  Queste sono persone che vivono da anni in questa zona di campagna e considerano i cani solo animali da guardia da tenere rigorosamente legati alla catena senza cure nè amore. Teo il mio cane è stato fortunato perché i pallini hanno sfiorato il cuore e non hanno colpito organi vitali ma è sempre molto dolorante e per le pedate che ha subito da un cosiddetto “essere umano” che pensava fosse suo amico.  Voglio ricordare a queste brave persone che probabilmente si recano in chiesa tutte le domeniche che San Francesco amava gli animali e predicava che anche loro sono creature di Dio e perciò vanno amate e rispettate. Chi non ama gli animali è sicuramente incapace di amare gli uomini. Mi rivolgo anche al nostro sindaco di Riparbella che non conosco personalmente ma che stimo per aver redatto nel 2005 il regolamento sui diritti degli animali. Forse tutti i suoi concittadini non lo hanno letto!!  Mentre sto scrivendo questa lettera aperta guardo Teo, il mio fedele amico che mi guarda dolcemente dalla sua cesta ma con occhi sempre pieni di amore, nonostante la violenza la crudeltà gratuita che ha subito da un “animale”. Anna Millul (Riparbella)


IL PICCOLO TRIESTE

27 LUGLIO 2009

 

Muggia (TS), gatti in cimitero ma nessuno interviene

 

Piero Robba

 

Muggia (TS) - Una tabella esposta all’entrata del cimitero di Muggia informa che il regolamento della polizia mortuaria agli art. 48 e 49 recita così: «È vietato l’ingresso a tutti coloro che sono accompagnati da cani o altri animali». Voglio bene agli animali e mi domando perché i cani non possono entrare mentre gli altri animali, come ad esempio i gatti, invece sì! La risposta è questa: è da tempo che vedo dei gatti aggirarsi per i vialetti del cimitero muggesano e fare i bisogni sopra le tombe (compresa quella della mia famiglia). Ho più volte chiesto lumi al personale del cimitero ricevendo come turra risposta risposta che «non sappiamo da dove vengono». Giorni fa ho appreso da alcune persone che si sono lamentate con me della presenza dei gatti nel cimitero che c’è una signora che da molto tempo porta ai felini da mangiare, e che più volte ripresa verbalmente per questo suo comportamento non ha dato risposta (come il fatto non fosse suo). Vorrei allora informare quella gentile signora che gestisce l’allevamento dei gatti nel cimitero, che i suoi protetti lordano le tombe con i loro escrementi e abitano in un luogo sacro.Se la signora vuole tanto bene ai suoi mici, perchè non se li porta a casa sua ponendo fine a quello scempio, chiudendo definitivamente l’allevamento? Se lo farà la ringrazierò infinitamente.


Animalieanimali

27 LUGLIO 2009

 

A GARDALAND SPECIE A RISCHIO NEL PIATTO?
Accusa dell'Enpa.

 

''A Gardaland alcuni animali, ridotti allo stato di prigionia, vanno a impreziosire spettacoli e presentazioni 'educative'; altri, invece - quelli a rischio - finiscono direttamente nei piatti dei visitatori. E proprio con l'obiettivo di rafforzare la 'mission didattica' del parco divertimenti, nei giorni scorsi e' arrivata dall'Inghilterra Bradicea, un leone marino femmina, appositamente importato in Italia per aumentare la popolazione di 'detenuti'. Bradicea e il suo compagno si trovano presso il mega acquario di Peschiera del Garda (Verona), di proprieta' della catena 'Sea Life', costruito dopo l'acquisto di Gardaland da parte di una multinazionale del divertimento''. E' quanto denuncia oggi la Protezione Animali (ENPA), sottolineando che ''questa, come pure altre strutture di cattivita', hanno fatto dei loro presunti scopi protezionistici una bandiera ideologica da esibire per conquistarsi credito presso l'opinione pubblica: secondo i gestori degli acquari, la cattivita' in vasca sarebbe al contempo un rimedio contro l'estinzione delle specie a rischio e uno strumento educativo. Peccato, pero' - rileva l'Enpa - che, almeno nel caso di Gardaland, la zoofilia del parco sia minata da alcune contraddizioni''.Secondo l'associazione, infatti, a Gardaland le specie marine non vengono servite solo per gli occhi del visitatore, ma anche per il suo palato. ''Nei ristoranti di Gardaland - spiega Giovanni Guadagna, Responsabile Ufficio Cattivita' di Enpa - i visitatori possono mangiare numerosi pesci, molluschi e crostacei, alcuni dei quali apparterrebbero a specie 'vietate' dalla recente pubblicazione del WWF sul consumo consapevole. Il testo dell'organizzazione internazionale, infatti, indica le aree geografiche dove ciascuna specie e' piu' minacciata''.


ADN KRONOS

27 LUGLIO 2009

 

Rubano boa constrictor e pitoni albini dal rettilario di Matera, denuciati tre 'contrabbandieri'

Matera -  I serpenti ritrovati, specie tutelate dalla Convenzione di Washington, erano destinati al mercato clandestino e illegale di animali esotici

 

Matera - Tre persone sono state denunciate a Matera in un servizio congiunto dei carabinieri della locale compagnia e del Corpo Forestale perche' trovati con 24 serpenti di varie specie, anche protette, che erano stati rubati in un locale rettilario. I tre, tutti originari della vicina Santeramo in Colle (Bari), erano entrati nel rettilario dove i serpenti sono detenuti in modo legale e li hanno sottratti dalle teche in cui erano riposti per poi allontanarsi.Carabinieri e agenti forestali, partendo dal numero di targa e dal modello di un furgone, utilizzato per il furto, sono riusciti a risalire ai tre a cui sono state perquisite le abitazioni. In una di essa, in uno scantinato, sono stati trovati i serpenti rubati tra cui anche 2 'boa constrictor' e 2 'pitoni albini', specie tutelate dalla Convenzione di Washington. Gli altri serpenti appartengono a specie diverse, 'costrittori' e 'colubri'; le forze dell'ordine ritengono che erano destinati ad un redditizio mercato clandestino e illegale di animali esotici ma, per fortuna, ora sono stati restituiti.


Animalieanimali

27 LUGLIO 2009

 

ANCHE ESOTICI VENGONO ABBANDONATI, INIZIAMO A VIETARNE VENDITA IN SAGRE E FIERE
Denuncia della Lav nel viterbese.

 

Anche nel viterbese si fanno più frequenti le segnalazioni di abbandoni o incuria gestionale di animali esotici. Gli ultimi casi hanno riguardato lo spiaggiamento a Tarquinia di un esemplare di tartaruga della Florida (Trachemys scripta elegans) e il ritrovamento di una iguana (Iguana iguana) per le vie di Civita Castellana.
Appare opportuno fare alcune precisazioni a riguardo per non dare adito a quanto già sperimentato anni addietro in altre realtà italiane che, causa informazioni errate e allarmistiche, hanno visto il dilagare del fenomeno degli abbandoni di rettili esotici purtroppo ormai troppo diffusi anche nelle case dei viterbesi.
Trachemys s. elegans, come tutte le tartarughe acquatiche che, disgraziatamente, ancora oggi sono in vendita in negozi e bancarelle, sono d’acqua dolce e non marine. Purtroppo, queste specie non sono protette nei luoghi d’origine e la comunità europea non ha voluto, causa la lobby dei commercianti, ascriverle, come Trachemys s. elegans, fra le specie oggetto di divieto commerciale, sostituendole così al posto della tartaruga dalle guance rosse, invadendo i mercati di altre specie, determinando l’abbandono di nuove ulteriori specie nell’ambiente.
Ad ogni buon conto, tutte queste non sono risultano essere pericolose per la salute umana né portatrici di zoonosi se non tanto quanto tutte le altre specie autoctone, inclusi gli animali d’affezione, come confermano anche recenti indagini laboratoriali. Sconfessata recentemente anche la supposta competitività per il cibo e per le aree di riscaldamento fra le specie esotiche e i cheloni autoctoni (Emys orbicularis), penalizzati, semmai, dalla perdita di habitat originari e dalle uccisioni deliberate.
Negli ultimi anni la sottospecie ritrovata sulla spiaggia tarquiniese è stata oggetto di un intenso commercio internazionale, che ha interessato centinaia di milioni di individui destinati a soddisfare le richieste dei mercati occidentali della terraristica e di quelli orientali della gastronomia. Perciò questa sottospecie può, a ragione, essere considerata una fra le testuggini più diffuse nel mondo.
Peraltro la mortalità negli individui detenuti in casa appare elevata e determinata dalle cattive condizioni di allevamento (assenza di sole, carenze vitaminiche ed alimentari) che favoriscono la comparsa di patologie a decorso negativo, dalla generale debilitazione che gli animali presentano all'atto del rilascio, che favorisce le lesioni cutanee con il conseguente insediamento di agenti infettivi. Anche l’iguana è specie largamente commerciata nel nostro Paese poiché più resistente di altre alle condizioni di detenzione generalmente inadeguate date dall’acquirente non specialista.
Come per le tartarughe si vendono i cuccioli di questa specie. Nessuno mai, infatti, acquisterebbe un esemplare adulto di oltre un metro che usa la potente coda come scudiscio per difendersi… tanto che sono proprio gli esemplari adulti ad essere abbandonati.
Approfondimento a parte meriterebbe l’alimentazione da somministrare a queste specie, di cui sovente l’acquirente non sa nulla e di cui non riceve alcuna informazione adeguata all’atto della vendita. La crescita rapida degli esemplari che si trovano abbandonati e le deformità nel carapace, infatti, denotano una superalimentazione costituita totalmente da preparati pronti presenti in commercio, somministrati in quantità eccessive e dall’assenza di adeguati apporti di cibo fresco adatto.
Senza considerare anche la difficoltà per il detentore di ricorrere nell’eventualità ad un medico veterinario specialista, reperibile solo nelle metropoli.
In ogni caso, per il riscatto e la detenzione queste specie, non essendo tutelate né vietate, non sono indicati specifici organismi competenti. In genere è meglio rivolgersi comunque alle associazioni animaliste o ambientaliste che, attraverso il riconoscimento corretto della specie da parte di specialisti riconosciuti potranno indirizzare l’animale o contattare l’eventuale organismo di riferimento.Né l’iguana né la tartaruga guance rosse sono elencate fra gli animali ritenuti pericolosi di cui alle Leggi n.150/1992 e n.213/2003 che elencano mammiferi, rettili e aracnidi velenosi o azzannatori.
Nel Lazio però esiste la Legge regionale n.89/1990 e successivo regolamento attuativo, che obbligano sia i venditori che gli acquirenti ad una serie di richieste, accertamenti, verifiche periodiche presso e da parte delle ASL territoriali per tutti i mammiferi, uccelli, rettili, anfibi esotici compravenduti di cui tutti gli interessati, commercianti inclusi, debbono tenere registri aggiornati.Resta il fatto che qualsiasi problema può essere contenuto o evitato agendo in forma preventiva, quindi: tutte queste specie devono essere escluse dal commercio sia per salvaguardare le popolazioni originarie da cui provengono i riproduttori utilizzati dalle fattorie che producono a milioni questi animali, sia per evitare l’introduzione in natura di un ulteriore elemento estraneo in ambienti già compromessi dalle attività umane (si pensi all’alterazione territoriale per urbanizzazione e agricoltura estensiva e intensiva, insediamento di impianti energetici o industriali ad alto potenziale inquinante, sovraffollamenti umani con conseguente inquinamento da rifiuti organici e inorganici, ecc.).Per ovviare all'immissione di specie alloctone in habitat naturali, in Italia sono stati attivati centri di raccolta, recupero e studio di animali esotici.
On-line, facendo una corretta ricerca, si possono ottenere indicazioni in tal senso e ricuperare indicazioni utili per la gestione in terrario e acquaterrario di queste specie che dovrebbero quanto meno poter godere di una parvenza d’habitat originario essendo state private in modo incomprensibile e ingiustificabile della loro connaturata libertà.
Christiana soccini- Resp. territoriale LAV Onlus - Associazione animalista e ambientalista - PdR Tarquinia, VT
[email protected] - 3491048578


BLOGOSFERE

27 LUGLIO 2009

 

Il Canada chiede all'Unione europea di rivedere il bando sulla caccia alle foche

 

 

 

 

Il governo canadese non ci sta. E ieri ha chiesto all'Unione europea di riconsiderare il bando sui prodotti di foca. Il ministro del Commercio canadese Stockwell Day e quello della Pesca Gail Shea hanno cominciato a fare pressioni sull'Ue perché riconsideri gli effeti che il bando sulla caccia alle foche potrebbe avere sulle comunità nel Nord del Canada, gli Inuit.Il Consiglio europeo dei ministri si riunirà proprio oggi per approvare la proposta che regola il commercio di prodotti di foca. A maggio a Strasburgo, il disegno di legge era passato con una maggioranza bulgara, 550 voti contro 49. Il Canada si era detto subito pronto a sfidare l'Unione europea. Il ministro  Day - secondo cui la caccia canadese alle foche è "umana e sostenibile" - aveva fatto sapere di essere pronto a portare l’Europa davanti alla World Trade Organization (Wto) se al Canada non venisse garantita un’esenzione dal provvedimento. Day sarebbe preoccupato per le popolazioni Inuit e sul destino dei cacciatori, e quindi sulla diminuzione delle entrate economiche nella comunità. Due mesetti fa aveva fatto discutere la scelta del governatore generale del Canada, Michaelle Jean, rappresentante della Regina Elisabetta II, che, in segno di solidarietà con le tradizioni di caccia della popolazione indigena Inuit, aveva mangiato un cuore di foca crudo appena estratto dal corpo dell'animale.Nel caso in cui il bando venisse approvato, le restrizioni entreranno in vigore prima che inizi la stagione della caccia alle foche entro l'anno prossimo.  Oltre al Canada anche la Russia , la Cina e la Norvegia potrebbero essere colpite dal bando, ma sarebbe l'industria canadese a farne di più le spese. Sarà, ma ho avuto il coraggio di vedere un video su come viene praticata la caccia alle foche. Non sono riuscita ad arrivare alla fine. Una pratica troppo brutale. Una sofferenza inutile per un povero animale indifeso. Ma come si fa??? Spero quindi che il bando sia approvato in via definitiva. Per non vedere più una strage simile, come quella della foto qui sopra.


LIBERO

27 LUGLIO 2009

 

 

ANIMALI: MARTINI, ORDINANZA SICUREZZA CAVALLI NASCE SU SCIA DI SANGUE

 

Roma - I drammatici incidenti che ogni anno coinvolgono fantini, cavalli e spettatori in occasione di giochi equestri, palii, sfide e ricostruzioni storiche lungo tutta la Penisola hanno i giorni contati. E' in arrivo, infatti, l'ordinanza urgente "sulla disciplina di manifestazioni popolari pubbliche o private nelle quali vengono impiegati equidi, al di fuori degli impianti e dei percorsi ufficialmente autorizzati", firmata nei giorni scorsi dal sottosegretario al Welfare, Francesca Martini. Una misura che nasce "sulla scia di sangue di questi anni, in cui abbiamo assistito a decessi di fantini, l'ultimo e' di questi giorni a Sedilo (Oristano), ma anche a cavalli abbattuti o con danni permanenti. Per non parlare dei rischi per l'incolumita' degli spettatori", sottolinea la Martini, illustrando all'ADNKRONOS SALUTE i contenuti del provvedimento."Un'ordinanza frutto di un lungo lavoro di concertazione", dice il sottosegretario, spiegando di aver chiesto l'urgenza per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Ma "al di la' del giorno dell'entrata in vigore, credo che l'iniziativa abbia suscitato una nuova sensibilita' da parte degli organizzatori di questi eventi. Una sorta di motore culturale verso il rispetto del cavallo". Il documento non intende mettere fine a tradizioni vecchie di secoli: "Sono a favore di questi appuntamenti, che devono andare avanti, anche perche' sono profondamente radicati nella storia". L'obiettivo della Martini, piuttosto, e' 'fissare i paletti' per poter organizzare d'ora in poi manifestazioni che tengano conto di salute, benessere e sicurezza di animali, fantini e spettatori. "Insomma, questi eventi non devono confliggere con la tutela del benessere, della salute e della sicurezza di cittadini e animali".Ebbene, tutte le manifestazioni pubbliche o private in cui vengono utilizzati cavalli o asini dovranno "garantire requisiti di sicurezza e salute per i fantini e per gli animali". E, soprattutto, dovranno essere autorizzate: "Previa presentazione - precisa l'ordinanza - di una relazione tecnica del comitato organizzatore e previo parere favorevole della Commissione comunale o provinciale per la vigilanza", che avra' il compito di vigilare sul rispetto dei requisiti tecnici e delle condizioni essenziali finalizzate alla tutela dell'incolumita' pubblica e del benessere degli animali.


LIBERO

27 LUGLIO 2009

 

ANIMALI: DIONEA (CAVALCATA DELL'ASSUNTA), SI' A NUOVE REGOLE PER CAVALLI PURCHE' CHIARE  

 

Fermo - ''Siamo sempre stati a favore della salvaguardia del cavallo all'interno della nostra manifestazione e siamo a favore di qualsiasi regola o norma che possa tutelare l'animale purche' sia chiara e precisa per tutti''. Lo afferma all'ADNKRONOS Silvio Dionea, vicepresidente dell'Ente che organizza la Cavalcata dell'Assunta a Fermo, una gara a cavallo, giunta alla 28esima edizione, che il 15 agosto vede dieci contrade contendersi il Palio nel centro storico della citta', commentando la nuova ordinanza del sottosegretario alla Salute Francesca Martini.''Noi siamo in regola con quanto richiesto dall'attuale legge - spiega Dionea - Abbiamo sempre usato la sabbia e non abbiamo mai fatto correre cavalli di eta' inferiore ai tre anni. Abbiamo sempre cercato di tutelare la salute dei cavalli. Fin dal 1987, a campione sui dieci animali, facciamo dei controlli antidoping, con le analisi delle urine per vedere che non ci sia l'uso di sostanze proibite. Per noi vanno bene tutte le regole necessarie, basta che siano chiare anche per l'applicazione da parte delle Regioni. Non possiamo, pero', pensare di abolire o di chiudere qualsiasi Palio: sono manifestazioni importantissime per la cultura e le tradizioni di tutta l'Italia''.


ANSA AMBIENTE

27 LUGLIO 2009

 

CONSIGLIO UE, VIA LIBERA A NORMA SALVA-FOCHE

 

BRUXELLES - Ultima tappa per lo stop all' import nell'Ue delle pelli di foca e dei prodotti derivati, proposto dalla Commissione Ue e gia' approvato dal Parlamento europeo: oggi il Consiglio dei ministri degli Esteri dei 27 ha adottato formalmente il nuovo regolamento. Secondo la norma salva-foche, l'arrivo sul mercato Ue sara' consentito solo ai prodotti della tradizionale caccia, legata a motivi di sopravvivenza, praticata dalle popolazione degli Inuit che abitano in Alaska, Canada, Groenlandia e Russia. I prodotti frutto della caccia condotta per una gestione sostenibile delle risorse marine potranno essere commercializzati solo senza scopo di lucro e l'importazione concessa solo se di natura occasionale, esclusivamente per beni di uso personale dei viaggiatori. Il divieto di commercio riguarda tutti i prodotti derivati da tutte le specie di foche e include pelli, organi, carni, olio e grasso, che possono essere impiegati per medicine e cosmetici. Diversi Stati membri della Ue hanno gia' adottato o intendono adottare norme che proibiscono il commercio di prodotti derivati dalle foche e il regolamento quindi rende omogenee le diverse norme, in modo da evitare frammentazione e distorsione del mercato europeo. La norma salva-foche entrera' in vigore venti giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Ue e le regole armonizzate diventeranno efficaci nove mesi dopo, dando a Commissione e Stati membri il tempo di mettere a punto le necessarie misure di attuazione.


ANSA AMBIENTE

27 LUGLIO 2009

 

NORMA SALVA-FOCHE, LAV RAGGIUNTO RISULTATO STORICO

 

ROMA - ''E' un risultato storico'', questo il commento della Lega anti vivisezione (Lav) al via libera, questa mattina, del consiglio dell'Unione Europea alla norma salva-foche del consiglio dell'Unione Europea. Il nuovo regolamento, che entrera' in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea, sancisce il divieto assoluto di commercializzazione di prodotti derivati dalla caccia delle foche e prodotti da essa provenienti come pellicce, pelli, olio e grasso, che possono essere utilizzati nell'industria farmaceutica e cosmetica. ''Con questa decisione - ha commentato il vicepresidente della Lav, Roberto Bennati - il Consiglio del'UE ha dato una risposta ai 30 anni di battaglie contro la mattanza delle foche a fini commerciali, portate avanti delle associazioni animaliste in tutta Europa e fatta propria in Italia dalla Lav''.


IL GIORNALE DEL FRIULI

27 LUGLIO 2009

 

Udine. Serpente getta nel panico via Zoletti, poi l’animale è ucciso da un passante.

 

Udine - Allarme in via Zoletti per un serpente che sotto gli occhi increduli dei passanti stazionava sul marciapiede all’altezza del civico 20. Scappato dal negozio dove da qualche giorno era in bella mostra, l’animale è stato ucciso da un residente nella zona. E anche se si trattava di un rettile non velenoso, nel condominio dove è ubicato il negozio è scattato il panico.

Il caso è scoppiato nei giorni scorsi quando il rettile riuscì a infilarsi tra i due vetri della gabbia che si sovrappongono e a uscire durante la notte quando il negozio era chiuso. Una sorpresa non troppo piacevole per chi abita in via Zoletti, una laterale di via Aquileia, che, alle 7, si è trovato di fronte l’animale già morto. Nel dubbio che potesse trattarsi di un serpente velenoso i condomini hanno subito allertato i carabinieri i quali, una volta giunti sul posto, hanno provveduto a contattare il proprietario del negozio e i cinovigili per il recupero dell’animale morto.Tutto finito? Non proprio visto che gli stessi condomini del civico 20 sono preoccupati che dal negozio di animali possa scappare qualche altro serpente. Il timore resta quello di trovarsi di fronte ad altri animali analoghi anche perché, in quei casi, nessuno pensa che la legge vieta la vendita di animali velenosi. Da una prima verifica effettuata dai cittadini in rete, infatti, il rettile era stato ricondotto al serpente Corallo che può essere anche velenoso.«C’è una legge di tutela che permette la vendita degli animali esotici, ma che tutela è se il titolare del negozio se li fa scappare?» si chiede chi vive in quel contesto. Immediata la replica di Cristiano Ellero, titolare dell’“Animal house”, il negozio da dove era riuscito a scappare l’animale: «Non si trattava di un serpente Corallo bensì di un Lampropeltis triangulum stuarti, meglio noto come serpente del Latte o falso corallo, non velenoso. È riuscito a uscire dalla gabbia di vetro passando da una fessura di 4 millimetri e poi a introdursi in un’altrettanta piccola fessura situata sotto la porta». Una circostanza questa verificata anche dagli uomini dell’Arma. Il danno subito è stato stimato in 160 euro.

Qualche giorno dopo, comunque, la persona che ha ucciso il serpente si è presentata in negozio quasi dispiaciuta per aver agito d’impulso: «Quando l’ho visto – ha raccontato al negoziante – non ci ho pensato su due volte e ho messo il piede sopra».


IL MESSAGGERO

27 LUGLIO 2009

 

In vacanza con Fido: com'è difficile viaggiare

La denuncia di Paola: «Alla fine ho viaggiato con il mio beagle nel vagone biciclette»

 

ROMA - Alessandra era pronta a partire per le vacanze. E questa volta avrebbe portato con sé il suo piccolo cane: destinazione Ischia. All’ultimo momento scopre che la linea ferroviaria Potenza-Napoli (tratta necessaria per poi imbarcarsi su un traghetto) è chiusa per lavori. “Pazienza”, pensa. E si prepara a utilizzare il pullman. Solo che il mezzo sostitutivo – a differenza del treno – non accetta l’animale. E le vacanze insieme saltano.Poi c’è la storia di Paola, che desidera andare da Firenze a Fortezza in treno col “Michelangelo” e accompagnata dal suo “beagle”, naturalmente munito di iscrizione all’anagrafe canina d’ordinanza (che è obbligatoria per tutti ). “Quando vado a comprare il biglietto – si sfoga raccontando la sua storia a “Dillo al Messaggero Estate” – scopro che sull’ultima carrozza di seconda classe, alla quale si è relegati se si vuole viaggiare col cane, non si può prenotare”. L’ufficio informazioni le dice che deve presentarsi al binario qualche minuto prima della partenza, di parlare addirittura col capotreno e di sperare che ci sia posto. “Ovviamente non c’era. Sono stata costretta a scegliere un regionale che impiega un’ora e mezzo in più per fare lo stesso percorso: col mio cane, in piedi, senza aria condizionata, nel vano biciclette”. Ogni estate la stessa storia. Si moltiplicano gli appelli e le iniziative contro l’abbandono degli animali (40 mila solo nella stagione calda, denuncia la Lav). Però molti proprietari – al momento della partenza – patiscono un bel po’ di problemi logistici a causa del sistema dei trasporti pubblici e privati. A volte magari solo semplici fastidi. Che però – associati alla scarsa ricettività delle spiagge (solo 27 in tutta Italia accettano i cani) e della gran parte degli alberghi – scoraggiano molti. Spingendo le anime peggiori a gesti irresponsabili. Una famiglia su tre – dati alla mano – passa le ferie con il proprio animale domestico. Forse sarebbero di più se i regolamenti fossero un po’ meno stralunati.Maria, un’insegnante di Roma, ha due cani e una vacanza già prenotata per Vasto, sull’Adriatico: andata in macchina, ritorno in treno. Peccato che Trenitalia accetti un animale per ciascun passeggero: “Si sposi”, le ha suggerito un addetto che voleva essere spiritoso.
Sul sito www.vacanzebestiali.org , l’Ente protezione animali offre ai navigatori un utile vademecum per cercare di orientarsi nella giungla dei viaggi col proprio animale domestico. Treni, aerei, navi. Il quadro che emerge è piuttosto frastagliato. Museruole, gabbiette e collari sono obbligatori un po’ per tutti e in tutte le circostanze. Poi però ciascuna compagnia applica sue regole particolari. Vietando l’accesso a bordo in base al peso, alla destinazione (complicatissimi i viaggi verso la Gran Bretagna, che ama gli animali ma a quanto pare solo se nati sulla propria isola ) e alla stazza. Flessibili le ferrovie, a patto che gli animali non disturbino i viaggiatori e siano controllati a vista.Più severe, comprensibilmente, le compagnie aeree. Alitalia imbarca solo a condizione che l’animale sia accompagnato da un passaporto, rilasciato da un veterinario, che indichi le vaccinazioni e il perfetto stato di salute. Inoltre è necessario un tatuaggio leggibile o un sistema elettronico di identificazione. In qualche caso, tuttavia, non c’è proprio niente da fare.
A “Dillo al Messaggero Estate”, Claudia racconta di essere stata respinta all’imbarco mentre da Milano stava per prendere un volo Airone verso Palermo dove voleva recarsi per passare le vacanze dai genitori. La ragione? La tartaruga di terra che l’accompagnava, identificata come specie protetta e bloccata alla dogana per accertamenti. Esagerazioni, forse. Come quella raccontata da una signora di Pisa. La Ryanair il suo gatto, sul volo per Palermo, proprio non l’ha voluto. Ha dovuto viaggiare fino a Roma in auto (dove ovviamente nessuno le ha fatto storie ). E trovare a Fiumicino una compagnia che accettasse il suo felino.


AFFARI ITALIANI

27 LUGLIO 2009

 

La bambola gonfiabile? Ora anche per i cani...

 

 

 

E' stata presentata alla fiera per animali a San Paolo, in Brasile, la "DoggieLoveDoll", ossia la prima bambola gonfiabile creata apposta per i nostri amici a quattro zampe.

Inventata dall'azienda PetSmiling, lo strano oggetto, che ha destato la curiosità dei visitatori, è stato inventato apposta per dare piacere ai cani che si sentono soli. La bambola canina è stata già ordinata da molti negozi in diverse parti del mondo, in particolare Stati Uniti, Germania e Giappone 


SWISS INFO

27 LUGLIO 2009

 

Primo Agosto: Protezione animali invita alla moderazione

 

BERNA - I fuochi d'artificio e i falò del Primo d'Agosto divertono gli esseri umani, ma per gli animali è tutt'altra cosa: lo scoppio di mortaretti e razzi genera paura e sovente terrore, causando veri e propri traumi. È quanto ricorda la Protezione svizzera degli animali (PSA), che invita alla prudenza e alla moderazione, rinunciando per esempio ad accendere i petardi prima e dopo la Festa nazionale.
La PSA ricorda pure che i fuochi d'artificio provocano stress e panico agli animali domestici, i quali cercano rifugio negli angoli più remoti della casa. Cani e gatti vanno rinchiusi in stanze protette; accendere la radio può diminuire l'effetto dello scoppio. In accordo con il veterinario si possono anche trovare metodi per calmare i cani molto sensibili, i quali abbaiano terrorizzati, sono soggetti a diarrea e in preda a fremito. In casi estremi può anche intervenire l'arresto cardiaco. Non c'è da stupirsi, ricorda la PSA: i cani hanno un udito due volte più sensibile di quello dell'uomo e i gatti addirittura cinque volte.
Attenzione anche agli animali nelle stalle: mucche e cavalli possono avere reazioni di panico e cercare di evadere da un luogo chiuso o da un recinto, generando poi pericolo alla circolazione.
Anche per la fauna selvatica la ricorrenza del Primo Agosto può risultare fatale: i falò sono veri e propri inferni di fuoco. La PSA raccomanda di accatastare la legna all'ultimo momento e di costruire delle protezioni. Numerosi ricci, serpenti, rospi, uccelli, salamandre e altri piccoli animali selvatici muoiono nella legna accatastata.


CORRIERE DELLA SERA

27 LUGLIO 2009

 

A giorni entrerà in vigore l'ordinanza

Basta frustini e cavalli giovani  Cambiano le regole del Palio

Ordinanza del sottosegretario Francesca Martini: fuori i fantini denunciati per maltrattamento

 

ROMA — Quello di Feltre, disputato ieri sera sulla pista di Prà del Moro, è uno degli ul­timi palii italiani vecchia ma­niera. A giorni infatti entreran­no in vigore le regole dell’ordi­nanza firmata dal sottosegreta­rio al Welfare, Francesca Mar­tini sulla «disciplina di mani­festazioni popolari pubbliche o private dove vengono impie­gati equidi al di fuori degli im­pianti e dei percorsi ufficial­mente autorizzati»

Un lungo titolo per afferma­re un principio semplice. Stop alle mattanze, alle morti bian­che di cavalli, fantini e spetta­tori. Alle corse spaccaossa. Ba­sta con terreni di gara perico­losi e con l’assenza di control­li. Giochi equestri, quintane, sfide storiche tra contrade e rioni dovranno svolgersi se­condo una serie di norme anti­maltrattamento degli animali e per la tutela del pubblico. «Le tradizioni non vanno di­strutte — tranquillizza sinda­ci e organizzatori la Martini —. Ma le immagini raccapric­cianti di un cavaliere morto il 6 luglio nella corsa sfrenata di Sedilo, vicino Oristano, devo­no essere annullate. Abbiamo raccolto in un video gli inci­denti più gravi degli ultimi an­ni. Povere creature con le zam­pe spezzate o che scivolano su terreni da tortura e poi vengo­no abbattuti dal colpo di pisto­la ».

Sono circa 80, secondo la Federazione italiana giochi storici, gli eventi che attraver­so gare ippiche rievocano epi­sodi legati alla vita del Paese o della Città. Si va dal Palio per eccellenza, quello di Siena, o di Legnano, il secondo per im­portanza, ai minori e più a ri­schio insicurezza come Cala­scibetta, Piazza Armerina, Mo­dica, Avola, Santa Margherita Belice e poi Ronciglione, Buti, Monteroni, Fermo, Loreto e al­tri meno noti più volte messi all’indice dagli animalisti. Se­condo un’indagine diffusa dal­la Lega Antivivisezione dal ’70 al 2006 c’è stata una soppres­sione di cavalli di circa 1,3 a manifestazione. Entro agosto l’ordinan­za sarà pubblicata in Gaz­zetta. Tra le novità la verifica da parte di una commissione tecnica di tracciato, fondo e paratie. Di­vieto di partecipa­zione ai cavalli con meno di 4 an­ni, no all’uso di frustino, sperone e morsi. No al do­ping. I fantini non devono essere stati denunciati per maltrat­tamento di animali o aver avuto altre condanne, saranno esposti a test alcole­mici a campione: «So di perso­ne che scendono in pista ubriache fradice», dice il sotto­segretario.

Obbligatoria, inoltre, la pre­senza di un veterinario Asl per controllare che il concor­rente sia iscritto all’anagrafe equina, e dell’ippiatra. Meglio se a bordo campo è parcheg­giata un’ambulanza per il tra­sporto di quadrupedi feriti. A Legnano l’operazione si­curezza è scattata 10 anni fa dopo due incidenti mortali. «Ora abbiamo un percorso in sabbia silicea — dice il sinda­co Lorenzo Vitali — che garan­tisce in ogni condizione me­teo la miglior tenuta ed evita gli zoccoli chiodati. A discapi­to della suggestione i caschet­ti del fantino devono essere re­golamentari. I controlli antido­ping sono severi». Scettico il sindaco di Sedilo, Francescan­gelo Putzolu: «La nostra è una manifestazione speciale, si corre in un santuario ed espri­me la vera identità sarda». Maurizio Cenni, sindaco di Siena: «Bene l’ordinanza, che noi abbiamo antici­pato occupandoci del benessere degli sfi­danti ».

Non è un cono­scitore di palii ma ama gli equini An­tonio Tomassini, presidente della Commissione Sani­tà del Senato e del­l’Associazione Parla­mentari Amici del ca­vallo, 150 iscritti, cari­ca onoraria a Giulio An­dreotti: «Il cavallo deve di­ventare a pieno titolo anima­le da affezione. È giusto che la politica intervenga con forza. Ordinanze come questa sono un segnale di civiltà per il Pae­se. Ho votato la legge che pre­vede il reato penale per chi maltratta gli animali. Gli aguz­zini andrebbero puniti col car­cere ».


CORRIERE DI SIENA

27 LUGLIO 2009

 

Un semaforo per i cinghiali.

L’assessore Fiorenzani suggerisce soluzioni adottate al Nord per il rischio incidenti da fauna selvatica. In Trentino catadriotti speciali che creano una barriera ottica.

 

Sonia Maggi

 

SIENA - L’abbiamo battezzata “Legge Sandrina“ in virtù di una vicenda dolorosa che fino a qualche tempo fa aveva spinto Benito Scucchia, scomparso da qualche mese purtroppo, ad iniziare una battaglia, sostenuta dal nostro giornale, per attenuare il fenomeno degli incidenti stradali provocati dall’attraversamento di animali selvatici. Intralci che talvolta hanno prodotto conseguenze anche molto pesanti. Il fenomeno non è stato risolto, così come non si è attenuata la voglia di portare avanti la battaglia per giungere ad una soluzione a livello preventivo. L’assessore comunale Pier Paolo Fiorenzani, interessato personalmente dal fenomeno perchè, originario di Radicondoli, si reca spesso nel paese dei soffioni percorrendo una strada tortuosa in mezzo al bosco, ci suggerisce una soluzione che potrebbe essere presa in considerazione, anche se fino ad oggi nessuno ne ha mai parlato, dalle nostre parti. “Leggo spesso per motivi di assessorato i bollettini dell’Arpat - racconta Fiorenzani - e un giorno mi è capitato di imbattermi in una statistica poco simpatica relativa alle strade del Trentino e agli incidenti stradali determinati da animali selvatici. Sono rimasto incuriosito da un apposito capitolo predisposto dal servizio gestione strade della Provincia di Trento in collaborazione con la Lipu”. E quindi? “In Trentino sono stati segnalati 160 tratti di strade e 131 chilometri considerati a rischio animali. E per cercare di attenuare il fenomeno sono stati predisposti lungo i paracarri degli speciali catadiottri definiti “antifauna””. E cioè? “Si tratta d dissuasori ottici riflettenti a bordo strada che emanano un fascio di luce verso l’esterno e questo rappresenta una sorta di barriera ottica per gli animali. Insomma, gli animali che escono dal bosco si bloccano per la luce e non attraversano, evitando così l’investimento“. Insomma, un semafaro per cinghiali? “Beh, in un certo senso. Comunque mi sembra un dispositivo tutto sommato praticabile e alla fine forse neanche troppo costoso“. Si è informato anche sull’efficacia di questa soluzione ottica? “Non credo che sia in grado di risolvere il problema al cento per cento, ma mi risulta che in Trentino sia impiegata a livello sperimentale e che si cerchi di calibrare distanze e colori per rendere questi catadriotti il più possibile efficaci. Inoltre, accanto a questo si stanno studiando anche altri metodi, come segnaletica luminosa verticale e altri dispositivi volti più che altro a mettere in guardia l’automobilista spingendolo a non rischiare. Poi naturalmente ho letto anche di soluzioni alquando bizzarre che hanno tutto il fascino del Nord ma a noi suonano un po’ ridicole“. Ovvero? “Insomma, in una strada del Tonale si parla di un sottopasso per gli ungulati. Sinceramente non so di quale intensità e frequenza sia il passaggio di questi cinghiali in questo tratto di strada, ma bisogna ammettere che la soluzione è parecchio curiosa. Comunque, senza arrivare a tanto, organizzarsi per alcuni dissuasori lungo le strade di bosco più a rischio sarebbe veramente opportuno”


CORRIERE DELLA SERA

27 LUGLIO 2009

 

D'accordo gli ambientalisti: provocano danni immensi alle piantagioni

Australia, al via lo sterminio di cammelli

Importati due secoli fa, oggi gli animali sono un milione e si moltiplicheranno nel giro di dieci anni

 

MILANO - È la loro casa dal 1840. Cioè da quando sono stati importati dall'Africa per trasportare merci pesanti nel deserto. Oggi però il governo australiano sta cercando una maniera per sterminarli. I cammelli sono diventato nemici pubblici: devastano piantagioni, rovinano i sacri siti degli aborigeni e sono accusati di prosciugare le riserve d'acqua in mezzo al deserto. E per eliminarli le autorità le stanno pensando proprio tutte: da uno sterminio di massa dagli elicotteri a usarli come carne da macello. Qualcuno ha anche proposto di farli uccidere dai turisti durante safari organizzati. Una sorte analoga era toccata nei mesi scorsi ai canguri, uno dei simboli nazionali, contro la cui proliferazione era sceso in campo anche l'esercito

GLI ANIMALI - Sono stati importati dalle Canarie per quasi mezzo secolo. Fino a quando il treno ha rimpiazzato il loro lavoro. Oggi sono quasi un milione i cammelli che vivono in Australia. Una cifra che è destinata a crescere: saranno il doppio in dieci anni. E provocano danni per oltre otto milioni di euro all'anno. Anche gli ambientalisti sono s'accordo: bisogna fare qualcosa, sono diventati pericolosi per la fauna. Bisognerebbe eliminare almeno 400 mila animali per bloccare il trend di crescita. Ed ecco che spuntano le proposte. Il governo ha destinato 10 milioni di dollari australiani (circa 600 mila euro) per cercare di risolvere il problema. Tra le opzioni più gettonate c'è anche quello di abbatterli dall'alto con gli elicotteri. Oppure si pensa ad incentivare la caccia: la carne di questi animali è commestibile e pare molto buona. Questo è un mercato che può valere fino a 580 milioni di euro. Ma il successo dipende se le autorità aborigene daranno il permesso di caccia nelle zone sacre.


LA STAMPA

27 LUGLIO 2009

 

Anche il danno provocato da un animale fa scattare la legittima difesa

 

Il requisito dell’offesa ingiusta previsto dall’articolo 52 del Codice penale (“Difesa legittima”) per l’applicazione dell’esimente si considera integrato non solo da un’azione umana responsabile, ma anche da un danno arrecato da un animale. È quanto emerge dalla sentenza 25526/09 con cui la Cassazione ha annullato senza rinvio un verdetto di condanna nei confronti di un uomo che aveva uccisione una volpe nel periodo vietato dalla legge, perché il fatto non costituisce reato. In particolare, per la Corte si deve applicare l’esimente della legittima difesa in quanto le emergenze processuali avevano permesso di rilevare che la volpe si era altre volte introdotta nel pollaio di proprietà del ricorrente, facendo razzia di polli e galline, nonché aggredendo la moglie dello stesso. L’imputato era stato costretto ad abbattere l’animale per tutelare non solo i propri beni, ma anche per salvaguardare l'incolumità delle persone facenti parte del suo nucleo familiare.


ASCA

27 LUGLIO 2009

 

FIRENZE/PROVINCIA: MONITORAGGIO E RECINZIONI PER TUTELA DA LUPI

 

Firenze - La Provincia di Firenze finanziera' attivita' di informazione e monitoraggio, e soprattutto la realizzazione di impianti di recinzione elettrificata a vasto raggio, in modo da consentire agli allevatori, nel periodo primaverile ed estivo, di portare gli animali al pascolo in zone piu' alte senza il pericolo di attacco da parte dei lupi.
Il progetto coinvolge sia l'Associazione Interprovinciale Allevatori di Firenze e Prato (Apa), sia il Centro per lo studio e la documentazione sul lupo di Firenzuola (Csdl).
L'iniziativa e' stata illustrata dalla vicepresidente della Provincia e assessore alla caccia Laura Cantini, dall'assessore all'agricoltura Pietro Roselli, dall'assessore alla programmazione territoriale, parchi e aree protette Marco Gamannossi e da Giuseppe Pietracito dell'APA.Il progetto mira sia per tutelare gli allevatori, ma anche e soprattutto per difendere il lupo, congiurando il fenomeno del bracconaggio, che ha portato in meno di tre anni al ritrovamento di ben 8 lupi uccisi da bocconi avvelenati.Secondo quanto riferito da Roselli, ''dall'incrocio dei dati provenienti dai rilievi genetici, dal monitoraggio con la tecnica del wolf-howling (ululato indotto) e dalla segnalazione degli episodi di predazione, si ipotizza una popolazione oscillante tra i 25 e i 40 capi presenti sull'arco appenninico, in alcuni rilievi a nord di Firenze (Monte Morello, Calvana e Monte Giovi) sul Pratomagno e sui monti del Chianti. In dubbio invece l'eventuale presenza di qualche capo nell'empolese, in particolare nel comune di Castelfiorentino''.


ANSA AMBIENTE

27 LUGLIO 2009

 

ENPA; DA SCORPIONI A BLATTE, RAZZE PERICOLOSE IN CASA

 

Sono migliaia gli animali di specie ''pericolose'' che vengono ospitati nelle case degli italiani. Questo e' quanto ha affermato l'Ente nazionale protezione animali (Enpa) in seguito al sequestro di alcuni giorni fa di piu' di 400 ragni pericolosi in una casa a Brunico (Bz). Il fenomeno della terraristica, che rimanda a cio' che era successo all'aeroporto di Malpensa nel 2003 con il sequestro di numerosi scorpioni velenosi destinati ai collezionisti, rivela, ancora una volta l'esistenza in Italia di una commercializzazione di animali pericolosi come scorpioni, ragni velenosi e blatte tropicali. L'operazione del Corpo forestale ''ha gettato nuova luce - ha dichiarato l'associazione animalista in un comunicato stampa - su un mondo ambiguo e sconosciuto, animato da storie e traffici inquietanti, che ha nella Germania il canale di rifornimento privilegiato''. L'Enpa inoltre ha denunciato l'inefficienza della lista degli aracnidi pericolosi del 2003, in quanto da tale elenco ''e' possibile avere come vicino di casa una Cyclosternum fasciatum, il grosso ragno dotato di peli urticanti, o la Pterinochilus murinus, imprevedibile veloce ed aggressiva e con veleno da non sottovalutare'', esemplari altamente pericolosi e velenosi.


COMUNICATO ENPA

27 LUGLIO 2009

 

ANIMALI. SCORPIONI, RAGNI VELENOSI E BLATTE TROPICALI: IN ITALIA MIGLIAIA DI ANIMALI PERICOLOSI

 

Sarebbero diverse migliaia gli animali “pericolosi” ospitati nelle case degli italiani tra scorpioni, ragni velenosi e blatte tropicali. Un fenomeno sotterraneo, quello della terraristica, divenuto di pubblico dominio nel 2003, quando all’aeroporto di Malpensa furono sequestrati numerosi scorpioni velenosi destinati ai collezionisti. L’allarme che ne seguì – nello scalo milanese furono trovati l’Androctonus Australis il cui veleno è più potente di quello di un cobra) ed l’altrettanto letale Leiurus Quinquestriatus – portò all’approvazione di una legge che avrebbe dovuto vietare la detenzione di questi animali. Da sei anni a questa parte, tuttavia, è cambiato ben poco come del resto dimostra il sequestro di circa 400 pericolosi ragni tropicali. Gli aracnidi sono stati rinvenuti dagli agenti del Corpo Forestale dello Stato a Brunico nelle stanze di una casa normalissima che a tutto faceva pensare fuorché di essere destinata all’allevamento di animali rari e velonosi. L’operazione della Forestale ha così gettato nuova luce su un mondo ambiguo e sconosciuto, animato da storie e traffici inquietanti, che ha nella Germania il canale di rifornimento privilegiato. Alcuni di questi personaggi hanno libero accesso, con le loro liste di scorpioni e ragni pericolosi, nei forum dei principali siti di aracnofilia. Gli stessi elenchi, a volte direttamente linkabili dai siti ufficiali, consentono di accedere a sezioni personali dei collezionisti che, come nel caso del sequestro di Brunico, associano finanche foto pornografiche di carattere sado maso, alcune delle quali con il “complemento” di grossi ragni. Se a ciò si aggiunge che il più famoso sito web italiano di aracnofilia ha pubblicamente annunciato di avere “piazzato due nostri amici” nella Commissione del Ministero dell’Ambiente che ha stilato la lista di aracnidi pericolosi, forse non è difficile capire come sia possibile avere come nostro vicino una “nervosa” Cyclosternum fasciatum, grosso ragno dell’america centrale dotato di peli urticanti, o “l’aggresiva e veloce” Poecilotheria Regalis, in vendita per le offerte speciali di Luglio 2009 a solo dieci euro, o la Pterinochilus murinus, “imprevedibile veloce ed aggressiva e con veleno da non sottovalutare” . Chi si dovesse trovare vicino a uno di questi esemplari, rende noto l’Enpa, non deve temere soltanto il veleno iniettato con il morso, ma anche i pericolosi peli urticanti lanciati a distanza, talmente impalpabili da potere essere inalati facilmente. Eppure, già dal novembre 2003, il Ministero dell’Ambiente ha approvato lista degli aracnidi pericolosi stilata da una Commissione, quella dove gli “appassionati” sono riusciti a piazzare due loro amici. Nonostante il divieto al commercio di questi animali, almeno fino al 2008 il collezionista di Brunico ha avuto modo di offrire i suoi animali nella sezione “mercatino” del principale sito di aracnofilia italiana. “Tale confusione di ruoli – ha dichiarato Giovanni Guadagna Responsabile Ufficio Cattività di Enpa – configura un quadro gravissimo. E’ inaccettabile che collezionisti e organizzatori di mostre dove si è potuto cedere, acquistare o vendere aracnidi, poi sequestrati, siano stati membri della Commissione ministeriale che avrebbe dovuto stilare, nella totale obiettività, un elenco di animali pericolosi per la salute e l’incolumità del pubblico”. Enpa ha invitato il Corpo Forestale dello Stato ad intensificare i controlli, considerato, peraltro, la facilità con la quale si possono smarrire molti ragni e scorpioni. Una tarantola, ad esempio, può deporre centinaia di uova e quando nascono i piccoli ragni sono spesso grandi meno di una capocchia di spillo. Se consideriamo che nel 2003 la SIVAE (Societa Italiana Veterinari Animali Esotici) stimava in Italia per i soli ragni (settore negli anni in forte crescita) ben 12.000 possessori e che un singolo collezionista ne può possedere alcune centinaia, non è azzardato ipotizzare che in Italia ad oggi siano detenuti alcune centinaia di migliaia di pericolosi ragni e scorpioni tropicali.  


LA ZAMPA.IT

27 LUGLIO 2009

 

Ue approva regolamento contro i prodotti di foca

La Lav: «L'Italia ha avuto un ruolo importantissimo in favore di una legge di grande civiltà»

 

ROMA - Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato oggi all’unanimità, con l’astensione dei delegati danese, rumeno e austriaco, il Regolamento che fissa rigide condizioni per l’immissione sul mercato di prodotti di foca in Europa. È quanto riporta un comunicato ufficiale dell’organismo europeo. «In risposta allo sdegno dei cittadini del vecchio continente, manifestato per i sanguinosi metodi usati nella caccia alle foche, quindi - commenta la Lega antivivisezione (Lav) italiana - il nuovo Regolamento prevede che i prodotti da essa derivati non possano essere commercializzati nell’Ue, e riguarda pellicce, pelli, organi, carne, olio e grasso, che possono per esempio essere utilizzati nei cosmetici e in medicina». «Con questa decisione - evidenzia Roberto Bennati, vicepresidente della Lav - il Consiglio dell’Unione europea ha dato una risposta ai 30 anni di battaglie contro la mattanza delle foche a fini commerciali, portate avanti delle associazioni animaliste in tutta Europa. Battaglia fatta propria in Italia dalla Lav che, grazie alle azioni di informazione dei cittadini e delle Istituzioni, ha ottenuto l’emanazione di un Decreto interministeriale di bando all’importazione delle pelli e derivati di foca nel nostro Paese, nel 2006; inoltre è stato approvato all’unanimità, nel dicembre 2008, il disegno di legge proposto dalla Lav, in commissione Territorio e ambiente del Senato. Il testo è stato ricalendarizzato a febbraio 2009 per trasformare in legge, rafforzare e sanzionare il decreto ministeriale».
L’Italia ha dunque avuto «un ruolo importantissimo, grazie alla preziosa e costante azione, prima a livello europeo e poi nazionale, del ministro degli Esteri, Franco Frattini, e di altri esponenti politici, che hanno dato voce a questa battaglia di civiltà, permettendo di far schierare l’Italia e l’Europa in favore di una legge di grande civiltà, fortemente condivisa dai cittadini, italiani ed europei», conclude Bennati.
La nuova legge entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue. Le norme armonizzate diventeranno efficaci nove mesi più tardi, per consentire alla Commissione e agli Stati membri di mettere in atto le necessarie misure di attuazione. Il Regolamento prevede una deroga alla commercializzazione dei prodotti derivanti dalla caccia tradizionalmente svolta dagli Inuit e da altre comunità indigene, presenti in Alaska, Canada, Groenlandia e Russia, per garantire il loro sostentamento, ma si tratta di prodotti che non giungono sui mercati europei.


TG COM

27 LUGLIO 2009

 

Bolzano, disabile ucciso da cavalli

Travolto dagli animali imbizzarriti

 

Un uomo disabile è stato investito e ucciso da due cavalli imbizzarriti in Alto Adige. Quando gli animali, che trainavano un calesse per una gita, hanno incrociato un gruppo di turisti, all'improvviso, per ragioni non chiarite, si sono innervositi, mettendosi a scalciare. Ormai fuori controllo, si sono lanciati contro la vittima, seduto su una sedia a rotelle. Nell'incidente sono rimasti feriti anche il conducente e un turista.

E' indagato per omicidio colposo dalla Procura della Repubblica di Bolzano, Paul Tirler, 59 anni di Fiè allo Sciliar, il conducente del calesse trainato dai cavalli che hanno travolto ed ucciso un disabile di Brescia, Will Ardesi di 46 anni. L'uomo ha perso il controllo degli animali, che si sono improvvisamente imbizzarriti, durante una gita nella zona del Laghetto di Fiè. Will Ardesi, che si trovava in vacanza in Alto Adige insieme ad un gruppo dell'Unitalsi di Brescia, bloccato sulla sedia a rotelle, non ha potuto sottrarsi all'impatto.


ANMVI OGGI

27 LUGLIO 2009

 

MALASANITA’, LIBERO HA PERSO UN'OCCASIONE

 

"Egr. Direttore, si è persa l'occasione di fare un'inchiesta seria sulla veterinaria per animali da compagnia". Con queste parole l'ANMVI lamenta la pubblicazione su Libero di domenica scorsa di un  articolo a firma Giancarlo Lehner dal titolo: "Malasanità. Neanche cani e gatti si salvano". L'Associazione dei veterinari non entra nel merito dei contenuti dell'articolo che giudica:" superficiali e, come spesso accade, " qualunquisti" venendo ad accusare di malasanità un'intera categoria professionale partendo da casi generici, riportati e senza riferimenti precisi". Di articoli come questo ne continuano ad uscire regolarmente su vari quotidiani sulla spinta di un falso animalismo e per l'incompetenza degli autori che si limitano a riportare senza approfondire seriamente i vari aspetti del problema. Per questo l'ANMVI ritiene "inutile entrare nel merito del testo ribadendo invece che ancora una volta si è persa l'occasione di fare un serio lavoro di analisi coinvolgendo tutte le parti in causa. D'altra parte la proposta di legge dell'On Roberto Cassinelli, giudicata molto positivamente dall'autore dell'articolo al punto di definirla "rivoluzionaria", è secondo l'ANMVI talmente rivoluzionaria da proporre cose che già esistono da tempo o altre che non hanno alcuna logica applicativa. Le associazioni animaliste in Italia sono centinaia e tutte prima o poi trovano un Parlamentare che per accontentare qualche elettore o per sfruttare un vento che tira, si adeguano a presentare "proposte di legge senza alcun reale approfondimento giuridico o applicativo".


FNOVI

27 LUGLIO 2009

 

Malasanità: neanche cani e gatti si salvano

Replica della FNOVI a Libero

 

La Federazione replica, con richiesta di pubblicazione, ai contenuti degli articoli apparsi nell’edizione di “Libero” di domenica 26 luglio. Sotto un titolo a piena pagina si confrontano l’accusa, sostenuta dal giornalista Giancarlo Lehner, e la difesa affidata alla penna di Oscar Grazioli. Sul banco degli imputati la “mala-veterinaria”.
Nella nota a firma del Presidente Penocchio, indirizzata al Direttore, Vittorio Feltri, si sottolinea che appare “semplicistico, facile e d’effetto scrivere di episodi di malasanità come fossero la normalità di una professione, invero costituita da una stragrande maggioranza di medici veterinari che tutti i giorni, lontano dalla ribalta dei giornali, lavora e si aggiorna con serietà, dedizione e competenza, salvaguardando la salute e il benessere degli animali e – giova ricordarlo – anche quella di ogni cittadino, occupandosi di prevenzione, controllo e vigilanza su tutto ciò che arriva sulle nostre tavole”.
Nel mettere in risalto che “I Medici Veterinari italiani sono consapevoli dei valori e delle criticità di una professione che oggi, proprio a fronte di una mutata attenzione da parte dei cittadini, non trova negli stessi e nelle istituzioni una risposta adeguata nei fatti” la nota si conclude segnalando l’apertura della categoria al confronto ed al dibattito costruttivo.Pubblichiamo in allegato il testo integrale della lettera trasmessa.

La nota della Federazione

 

 

 

            27 LUGLIO  2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE
 

Animalieanimali

27 LUGLIO 2009

 

NO CONIGLI, TEST EUROPEI SU CELLULE
Commissione di Bruxelles li riconosce per Regolamento Reach
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La LAV rende noto un importante passo in avanti nella sostituzione degli animali nelle procedure sperimentali: la Commissione Europea annuncia l’adozione del metodo alternativo in vitro che eliminerà l’utilizzo di conigli nei test per l’irritazione cutanea.
Esistono già in commercio 3 modelli che riproducono le caratteristiche pluristratificate della pelle umana e utilizzabili sia in campo farmacologico che cosmetico: EpiSkin, EpiDerm e SkinEthic.
Questa importante vittoria è anche il frutto di pressioni da parte di associazioni animaliste di tutto il territorio comunitario, affinché venisse adottato questo metodo alternativo alla sperimentazione animale, che già nell’aprile del 2007 aveva concluso l’iter di validazione, dimostrandosi quindi scientificamente attendibile, predittivo e applicabile in qualsiasi laboratorio.
Infatti i metodi alternativi, al contrario dell’utilizzo di animali la cui procedura non segue alcuna validazione, sono soggetti a un percorso lungo e complesso di valutazione e accettazione del metodo, risultando riproducibili, economici, efficaci ed etici; nonostante questo ci sono voluti più di 2 anni perché il test in vitro di irritazione cutanea venisse incluso nella normativa europea e nella regolamentazione del “Reach” relativa ai test chimici.
“E’ necessario un cambiamento legislativo che renda conto dei passi in avanti compiuti nella ricerca, la disponibilità di metodi alternativi alla sperimentazione animale e dell’opinione pubblica fortemente contraria alla vivisezione - dichiara la biologa Michela Kuan, responsabile del settore Vivisezione della LAV - Speriamo questo sia l’inizio di un profondo cambiamento nel quadro scientifico, soprattutto ora che siamo nella fase conclusiva della revisione della Direttiva 86/609 che regolamenta l’uso degli animali utilizzati e allevati nei laboratori di tutta Europa, perché venga progressivamente abbandonato il modello animale a favore dei metodi alternativi.”


CORRIERE DELLA SERA
27 LUGLIO 2009
 
E intanto uno studio britannico dice che la malattia È sempre più da «poveri»
Per il diabete di tipo 2 si studia una terapia «antiallergica»
Per ora è solo un'ipotesi, ma ricercatori americani hanno ridotto obesità e glicemia nei topi con i farmaci comunemente usati per asma e reazioni allergiche
 
Emanuela Di Pasqua
 
MILANO – I ricercatori del Brigham and Women's Hospital e della Harvard Medical School si sono accorti che l’asma e le allergie hanno un collegamento, nemmeno troppo sottile, con l’obesità e, conseguentemente, con il diabete di tipo 2. Somministrando ai topi da laboratorio alcuni medicinali antistaminici (utilizzati per curare le allergie), gli studiosi hanno osservato un potente effetto migliorativo sul livello glicemico e sull’obesità. Altri studi in passato avevano riscontrato un rapporto tra obesità e diabete di tipo 2 e disfunzioni del sistema
LO STUDIO – Gli scienziati hanno creato artificialmente la patologia nei topi, attraverso un’iperalimentazione che li ha resi obesi e diabetici, e poi hanno somministrato agli animali un farmaco antistaminico comunemente utilizzato per curare le allergie e l’asma, riscontrando una reazione significativa nelle cavie trattate : i topi infatti hanno iniziato a perdere peso e a mostrare un abbassamento considerevole del livello di zucchero nel sangue.
MASTOCITI – La spiegazione risiederebbe nei mastociti, cellule che svolgono un ruolo chiave nei fenomeni allergici , la cui presenza è generalmente abbondante nel tessuto adiposo dei diabetici e degli obesi. Secondo la comunità scientifica la scoperta può avere implicazioni cruciali per la terapia di entrambe le patologie e potrebbe portare addirittura allo sviluppo di un vaccino. Con l’unica e sempre valida condizione che gli uomini rispondano alla terapia farmacologia in maniera simile ai topi.
IL DIABETE DEI POVERI Diabete e obesità sono del resto un problema sempre più importante anche dal punto di vista sociale. Secondo le stime nel 2015 ci saranno nel mondo otto miliardi di persone e l’obesità (con tutte le sue implicazioni, diabete incluso) riguarderà circa un miliardo e mezzo di individui. Ma la tendenza più vistosa è proprio la diffusione di questa patologia (caratteristica una volta delle civiltà opulente) nel Terzo Mondo. L’occidente ha trasferito i suoi mali ai Paesi in via di sviluppo e la filosofia delle calorie a basso costo sta mietendo i suoi danni. Secondo uno studio britannico dell’organizzazione Diabetes UK il diabete è doppiamente diffuso tra le persone con un reddito basso. L'obesità è una condizione che ormai riguarda maggiormente i poveri, i quali, secondo i dati inglesi, sono due volte più esposti al diabete di tipo 2 delle persone benestanti, mentre nel caso delle donne la propensione ad ammalarsi tra le meno abbienti è addirittura di quattro volte superiore alla norma.
 
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