27 FEBBRAIO 2010

LA ZAMPA.IT
27 FEBBRAIO 2010
 
Stipati in auto 15 cuccioli di chihuahua
 
 
TORINO - Questa mattina a Torino una volante della polizia ha fermato un’automobile dove erano stipati in tre grossi scatoloni 15 cuccioli di chihuahua.
Nell’auto tre ungheresi che sono stati denunciati per maltrattamento di animali, perché i cuccioli sono di età inferiore ai 60 giorni e la legge non consente il commercio di cani non ancora svezzati, e quindi con le difese immunitarie necessarie per essere distaccati dalla madre.
Il dottor Bonzano, dirigente della questura di Torino, ha spiegato che sono in corso accertamenti perché si sospetta che vi sia un traffico clandestino di animali. Secondo la polizia, infatti, i cuccioli potrebbero provenire dai Paesi dell’Est europeo e probabilmente l’obiettivo dei tre ungheresi era quello di rivenderli in Italia a prezzi ribassati rispetto al mercato.

LA ZAMPA.IT
27 FEBBRAIO 2010
 
Torino, salvati 15 cuccioli di chiwawa
 
Tre cittadini ungheresi sono stati denunciati dalle volanti della polizia di Torino per maltrattamento nei confronti di animali: all'interno della loro auto, infatti, trasportavano, in tre scatole di cartone, 15 cuccioli di chiwawa di età inferiore a 60 giorni, con documenti di vendita contraffatti.
 
FOTO
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IL GIORNALE DI RAGUSA
27 FEBBRAIO 2010
 
CATTURATI OTTO CANI RANDAGI A MODICA
NUMEROSE SEGNALAZIONI DEI RESIDENTI
 
Modica (RG) - Un branco di otto cani randagi pericolosi - uno di grossa taglia, gli altri di media - è stato catturato in contrada Quartarella-Serrauccelli a Modica durante una operazione anti-randagismo coordinata dalla polizia municipale con l'ausilio dell'Ufficio Veterinario dell'Asp.A portare a termine la cattura sono stati i dipendenti di una società alla quale si è rivolta l'amministrazione comunale dopo le numerose segnalazioni di cittadini impauriti. A causa della presenza degli animali nella zona era stato anche sospeso il servizio di distribuzione della corrispondenza.

ANSA
27 FEBBRAIO 2010
 
Un cane premiato dal Comune di Carrara
Pastore tedesco Rocky percorse 600 km per tornare a casa
 
MASSA CARRARA - Percorse 600 km per tornare dal suo padrone, ora Rocky, un pastore tedesco, e' stato premiato dal Consiglio comunale di Carrara. Al cane e' stata consegnata una fascia blu con la scritta 'Al miglior amico dell'uomo' e la nomina virtuale a presidente del Consiglio comunale degli animali di Carrara. Rocky era stato rubato dai nomadi nel 2007 a Marina di Carrara ed era riuscito a tornare a casa da Salerno, via Pisa, dove lo aspettava ancora il suo padrone Ibrahim Fwal.

TELE TOSCANA NORD
27 FEBBRAIO 2010
 
Una benemerenza civica al cane Rocky
 
CARRARA - “Al miglior amico dell’uomo”. Una fascia blu da presidente del Consiglio comunale. È il riconoscimento che il capo dell’assemblea carrarese, Luca Ragoni, ha voluto consegnare a Rocky, il cane che poche settimane fa da Salerno, dove si trovava, ha risalito l’Italia per 600 chilometri ed è tornato dal suo padrone, Ibrahim Fwall, residente a Carrara.
Questa mattina è stata una festa per Rocky, ma anche per gli altri amici a quattro zampe: la manifestazione “Un cane per amico” organizzata al campo “Feel Dog” di Avenza ha permesso agli animali di giocare con gli strumenti messi a disposizione dal centro di addestramento canino che ospitava l’evento.

IL TIRRENO
27 FEBBRAIO 2010
 
Cigni, ancora senza risposte la morte del piccolo di 8 mesi E il Comune recinta il laghetto
 
VIAREGGIO (LU). Quattro cigni ed una rete intorno al laghetto. Non è bella a vedersi, ma secondo il Comune dovrebbe servire a tenere al riparo gli animali acquatici nel periodo necessario ad ambientarsi. Così da non ripetere altri eventi come la morte dei cignetto di otto mesi che era stato donato all’assessore Athos Pastechi, il quale aveva poi scelto di portarlo al laghetto nella pineta di Ponente.  Chi frequenta la zona, per portare fuori il cane o i bambini piccoli, pone una serie di domande all’amministrazione comunale: quali sono le cause che hanno provato la scomparsa del piccolo cigno; chi, per conto del Comune, ha il compito di assicurarsi che gli animali al laghetto siano nutriti, godano buona salute, vivano in un ambiente pulito e idoneo; perché sono state potate le piante che facevano ombra al laghetto e cosa accadrà agli animali quando il sole inizierà a farsi caldo.  Duro l’atto d’accusa dei consiglieri comunali del Pd, Chiara Romanini e Leonardo Betti: «Già in settembre avevamo allertato la Giunta sulle condizioni igienico sanitarie del laghetto. Qualcuno doveva controllare, qualcuno doveva accorgersi che il cigno non riusciva a montare la rampa che lo separava dal cibo. Avevamo visto con i nostri occhi che molte cose non andavano nel verso giusto, tanto per la profilasi sanitaria, quanto per la struttura, troppo fatiscente e degradata. Dai banchi dell’opposizione avevamo chiesto maggiori controlli e maggiore attenzione non solo al ripopolamento ma anche alle cure mediche ed igieniche della fauna presente, più controlli per le condizioni sanitarie e un occhio a decoro e pulizia del sito. Oggi un cigno è morto e si poteva evitare, ma quanti altri guai ci saranno se non si tiene d’occhio la situazione?».

IL CENTRO
27 FEBBRAIO 2010
 
Soppressa una cerva rimasta mutilata
 
VILLETTA BARREA (AQ). E’ stata soppressa la femmina di cervo recuperata ieri mattina nei pressi della stazione di rifornimento Api. L’ungulato, una femmina adulta e gravida, durante la notte, probabilmente nel tentativo di saltare la recinzione in ferro, è rimasta con una zampa incastrata nel cancello di un giardino privato. L’animale si è procurato la lacerazione del tendine e lo strappo della zampa rimasta attaccata al cancello nel tentativo di liberarsi dal ferro che si era conficcato nei tendini dell’arto posteriore.  Con l’arto amputato il cervo si è trascinato su tre zampe per circa 50 metri, fino al distributore dove è stato recuperato dagli operatori del Parco e della Forestale, intervenuti dopo la segnalazione di un cittadino villettese. E’ il terzo cervo morto nel giro di pochi giorni. Un altro è stato recuperato il giorno prima predato dai lupi, mentre restano ancora ignote le cause della morte di Gerry, il cervo ospite insieme ad altre due femmine e un maschio, nell’oasi di Collerotondo a Scanno. Salvato dai lupi affamati, Gerry è stato recuperato morto mercoledi dai Guardiaparco.

LA GAZZETTA DI MODENA
27 FEBBRAIO 2010
 
Salvato baby istrice
 
FANANO (MO). Un abitante di Fanano scorge vicino a casa un piccolo istrice immobile nella neve, lo soccorre avvolgendolo in una coperta e chiama i volontari del Centro fauna selvatica Il Pettirosso che riescono a rianimare e salvare l’animale ormai in grave stato di ipotermia.  L’uomo già da alcune settimane aveva notato madre e piccolo di istrice aggirarsi vicino alla sua casa. Ma un giorno il piccolo, rimasto solo e non ancora autosufficiente, stava per morire per gli stenti e il freddo. Ma grazie all’attenzione del cittadino e all’intervento dei volontari l’animale ora sta bene, viene accudito nella sede del Centro Fauna a Modena e in primavera tornerà in libertà.

IL SECOLO XIX

27 FEBBRAIO 2010

 

Tanto amore ma anche orribili torture

 

l'intervento
Annamaria Manzoni

 

"La questione degli animali è la più grande questione dell'umanità", scriveva a fine '800 Richard Wagner nella sua lettera Sulla Vivisezione. Oggi, nel mondo occidentale, di certo si è andata estendendo una nuova sensibilità verso gli animali: molti godono di trattamenti invidiabili nelle nostre case, tante leggi in difesa dei loro diritti sono state promulgate e tanti uffici a loro tutela si aprono nelle nostre città. Ma questo ne fa dei privilegiati? In realtà, anche l'ingresso in famiglia di quelli cosiddetti d'affezione non passa il vaglio della loro idoneità a vivere con noi: che ci fa il "cane della prateria" nella gabbietta? E nella voliera l'uccello strappato al sole dei tropici? Ma non sono questi gli ambiti più drammatici in cui si dipana il nostro rapporto con loro: accanto ai tanti milioni che coccoliamo nelle nostre case, sono miliardi quelli "da reddito", allevati nello sprezzo dei loro bisogni e infine macellati. Il loro numero va drammaticamente aumentando grazie all'industrializzazione del massacro e al progresso che democraticamente mette alla portata di tutti la carne un tempo destinata a pochi. C'è poi l'ambito raccapricciante della vivisezione, che ancora sottopone ai più indescrivibili tormenti tanti esseri, appellandosi alla tutela della nostra salute, argomentazione a parere di tanti sedicenti scienziati sufficiente a giustificare l'ingiustificabile. Se alimentazione e vivisezione rispondono a per quanto contestabili esigenze, vi sono settori in cui il tormento è giustificato solo dalla ricerca di divertimento umano: basta pensare alla caccia, alla pesca, alle sagre, ai circhi. Nei circhi, gli aspetti più terrificanti della realtà sono tutti dietro le quinte, certificati da filmati clandestini che rivelano l'uso di bastoni, uncini, ferri roventi per costringere orsi a pedalare, elefanti a fare i ballerini, tigri ad attraversare la loro paura quando devono passare in cerchi di fuoco. Ma davvero vedere un animale che si dibatte e strabuzza gli occhi e ansima, davvero è un piacere innocente? Davvero non ci parla di una intollerabile insensibilità ai messaggi di dolore che l'altro ci manda? Vale la pena ricordare che Benedetto XVI, riconosciuto amante dei gatti, ha iniziato il suo pontificato invocando rispetto per alcuni animali: «Perché gli amici a quattrozampe sono nostri compagni nella creazione». ma anche chi di zampe ne ha due solo, perché a differenza nostra può volare, o chi non ne ha affatto, perché vive nell'acqua, è ugualmente nostro compagno. Poco importa se nella creazione o nella evoluzione.


ALTO ADIGE
27 FEBBRAIO 2010
 
CONTRADDIZIONI
 
Il «mangiagatti» Bigazzi e chi mangia conigli & co.  Certe affermazioni lette in questa rubrica in riferimento alla vicenda del “mangiagatti” Bigazzi lasciano davvero interdetti. Si chiede di rispettare i gatti e su questo siamo d’accordo; il problema è che molti di coloro che difendono a spada tratta questi animali banchettano poi allegramente con polli, conigli, agnelli, capretti, maialini, povere bestie macellate in modo orrendo che avrebbero lo stesso diritto di non finire nelle nostre pance! La scelta da fare, in questo caso, è una sola: diventare vegetariani. Il resto è pura ipocrisia. Marco Bonatti

IL SECOLO XIX

27 FEBBRAIO 2010

 

«Curo i felini, ma ho avuto anche un coccodrillo»

la storia di un gattaro
Franco Fassi, 76 anni, si occupa della colonia di animali della casa di riposo nella quale vive

 

Genova - Franco Fassi, 76 anni, sa benissimo di rappresentare una quota percentualmente ridotta nel mondo variegato dei gattofili, in massima parte una realtà al femminile: eppure tra tante casalinghe, impiegate, commercianti, la sua voce di "gattaro" (al maschile) è imprescindibile. «Sono scapolo, ho studiato al liceo classico e ho fatto tre anni di scienze e politiche, prima di iniziare a lavorare. E gli animali li ho sempre amati: ho avuto perfino un coccodrillo, è arrivato a misurare mezzo metro, poi è morto. E in casa non sono mai mancati i cani perché mio padre era cacciatore».
I gatti, nella vita dell'ex impiegato, sono entrati molto tardi, quando ha liberamente scelto di essere accolto in una casa di riposo: Villa San Pietro. «Sono uno dei pochi autosufficienti, lì dentro - racconta - ed esco e entro quando voglio. Così i trenta gatti che avevo trovato nel giardino della villa, al mio arrivo, erano diventati subito i miei amici più stretti, gli unici con i quali potevo passare le giornate».
Di tanti gatti, oggi, ne sono rimasti appena quattro: «Abbiamo provveduto a sterilizzare tutti - racconta - quindi la colonia va ad esaurimento, a volte arriva qualche nuovo ingresso con un ricoverato, poi il gatto ospite resta quando il padrone viene a mancare».
Storie di gatti e uomini che il pensionato Fassi ha raccolto in un piccolo libro fatto di fogli scritti al computer e fotocopiati, distribuito in giro in cambio di un'offerta per mantenere i mici superstiti. Ricordi in libertà di tanti amici a quattrozampe che non ci sono più. «La Giovanna, la prima gatta che ho conosciuto, era appartenuta a un marinaio, il comandante di una nave che l'avava portata con sé in tanti viaggi e infine era entrato nella casa di riposo. Viveva in stanza con lei, credo pagasse anche la retta. Infine, Giovanna era rimasta sola. E poi ecco Erika, una purosangue di razza "Norvegese delle foreste". E tanti altri.
«Sì, sono un gattaro in un mondo di gattare - dice - e continuo a mantenere quello che resta di quella colonia numerosa. È un impegno costoso, ma ho anche amici che mi sovvenzionano, gente delle famiglie più facoltose...».


IL SECOLO XIX

27 FEBBRAIO 2010

 

«Con me ne ho tredici vivo solo per loro»

la pensionata
Accolgo specialmente quelli anziani, che nessuno vuole

 

Genova - Mariuccia Di Carlo, 61 anni, è una delle storiche gattare cittadine. Vive in via Centurione Bracelli in una grande casa con 13 gatti.«Sono pensionata, ho lavorato da Cauvin in via Venti per una trentina d'anni. Mi occupavo di inserimenti ordini e fatture nel campo prima dell'acciaio e poi dei fertilizzanti».
Ha famiglia?
«Sono sola, mai sposata. Ho vissuto per buona parte della vita con mio padre, credo di avere un carattere difficile e di poter vivere davvero solo con i miei gatti».
Il primo?
«È stata la Chicchi, il regalo di compleanno del mio primo fidanzato, a 18 anni: Gianmichele l'aveva comprata in un negozio di animali in via Cesarea. Razza siamese, pelo chiaro, musetto e zampette color cioccolato e egli occhi azzurri. Per me era bellissima, ma lui mi disse subito che era considerata la più brutta di una cucciolata, tanto che gli avevano fatto anche lo sconto. Brutta, ma gli aveva fatto pena. E da allora ho sempre preso gatti che facevano pena».
La Chicchi è stata la prima di una lunga serie?
«Sì, da allora sono andata avanti a botte anche di nove, dieci esemplari per volta. Oggi in casa ho 13 gatti , vivo sola con loro e sto benissimo così. Io sono la quattordicesima della famiglia. E mi tocca essere la capobranco».,
Chi la conosce,cosa pensa della sua passione?
«Ho tante amiche che si occupano di gatti, alcune sono molto materne. Alla mi amica Emy devo dirlo sempre, è troppo attaccata agli animali, quando il suo gatto muore è disperata. Io provo dolore, ma è diverso. Vado avanti convinta di fare qualcosa che è necessario fare».
Lei chiama i suoi gatti per nome?
«Sì, e ricordo il nome di tutti quelli che ho avuto.
Da dove arrivano, li prende in strada?
«La stragrande maggioranza viene dal gattile di Quarto, sono bestie abbandonate.
Gatti malconci, dolci e brutti come la Chicchi, il primo amore che non si scorda mai?
«Un po' è così. Ma oggi , io tendo a prendere quelli che sono più anziani, hanno superato i 14 e anche i 15 anni. Molti sono malati, vivono in un cestino senza muoversi più, aspettando un po'di cibo e una carezza. A quell'età non li vuole più nessuno, ma io penso: chissà che quando finirò magari in un ospizio, qualcuno non si prenda cura di me...».


IL MESSAGGERO
27 FEBBRAIO 2010
 
DEVASTANTI le immagini del fiume di petrolio ..
 
DEVASTANTI le immagini del fiume di petrolio che uscito da una raffineria è finito nel Lambro. Quest’onda nera arriverà in mare e intanto migliaia di animali saranno morti, le falde acquifere inquinate e ancora una volta tutti noi rimarremo vittime dell’altrui incuria. Ecco, chi ha provocato questo disastro dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa. Ho negli occhi l’immagine di un gabbiano nero di petrolio con l’occhio impaurito di chi non conosce il suo futuro. Dico al gabbiano: anche noi purtroppo non conosciamo il nostro.

IL CITTADINO

27 FEBBRAIO 2010

 

Aironi debilitati raccolti a Monticchie, «forse intossicati dall’inquinamento»

 

Provincia di Lodi - Hanno bevuto il petrolio e si sono sentiti male. Gli aironi dell’Oasi di Monticchie, a Somaglia, sono stati raccolti dagli operatori della riserva. «Ho trovato un airone cenerino all’ingresso del bosco. Era in un canale con poca acqua e stava male - racconta il coordinatore scientifico della riserva Luca Canova -. Era uno di quegli esemplari che nidificano a Monticchie e che vanno a mangiare e abbeverarsi lungo il Po. Cercava di alzarsi, ma non ce la faceva, non riusciva a stare in piedi, apriva e chiudeva il becco in continuazione. Era un cenerino adulto, molto debilitato. Non sono convinto che ce la faccia a sopravvivere. Non ne sono certo, ma è probabile che abbia mangiato un pesce contaminato». Canova e gli operatori della riserva hanno allertato la polizia provinciale. Gli agenti sono venuti subito a prenderlo e l’hanno trasferito al Centro di recupero della fauna selvatica di Castelleone. Alla riserva di Monticchie, sempre nella mattinata di ieri, hanno recuperato un altro airone ammalato e anche quest’ultimo è stato portato a Cascina Stella. «Ci siamo resi disponibili - spiega dal centro gestito dal Wwf il responsabile Bassano Riboni - a tenere aperto il centro in continuazione, anche la notte, per far fronte a questa emergenza. Al momento la situazione è abbastanza tranquilla». Solo nell’oasi di Monticchie, però, se fosse confermata la relazione tra inquinamento generato dallo sversamento del gasolio e dell’olio combustibile nel Lambro, e animali trovati in cattive condizioni, a rischiare sono molti esemplari. «In questo periodo - dice infatti Canova - qua ci sono tra i 180 e i 210 nidi di aironi. Poi si aggiungono gli altri soggetti che arrivano a fine marzo. Le specie di uccelli sono almeno 170, e una dozzina quelle di mammiferi. In questi giorni è partita anche la stagione riproduttiva».


LA GAZZETTA DI MANTOVA
27 FEBBRAIO 2010
 
Sos animali selvatici  
 
L’onda nera potrebbe aver imbrattato e invischiato numerosi animali selvatici, soprattutto uccelli. Questi i consigli della Lipu a chi dovesse trovarli: tenerli al caldo (temperatuta ottimale 40 gradi) e metterli in una scatola di cartone bucherellata per fare entrare aria e chiusa per tenerli al buio (è fauna selvatica e subirebbe un forte stress se esposta ad un ambiente diverso). Poi contattare i seguenti enti: l’Anpana (339/3177183), l’Enpa (335/6462907), Guardie zoofile (338/1209509). I volontari saranno comunque a disposizione per recuperare gli animali eventualmente ritrovati e recuperati.

LA GAZZETTA DI REGGIO
27 FEBBRAIO 2010
 
«La magistratura trovi i responsabili»
 
REGGIO. L’inquinamento del Po, a seguito dell’arrivo delle acque del Lambro, non smette di suscitare reazioni.  Molto dura la presa di posizione della senatrice del Pd Albertina Soliani: «Il disastro ambientale è fatto, lo si vede, la puzza ammorba l’aria, le popolazioni rivierasche ne percepiscono tutta la minaccia. Non si erano mai visti guasti di queste proporzioni. La magistratura accerti i responsabili, ma la politica affronti in modo nuovo il governo di uno dei beni più preziosi del nostro paese: il fiume Po e il suo bacino. Non possiamo vivere solo di emergenze: le alluvioni, le siccità, adesso il petrolio che dal Lambro all’Adriatico fa scempio del grande fiume. Non c’è una strategia di governo adeguata alla difesa e alla valorizzazione del fiume e questa è responsabilità primaria del governo nazionale. Invochiamo unità tra le quattro regioni interessate e reclamiamo quei 180 milioni spariti nel nulla».  Sulla scia delle polemiche degli ultimi giorni, anche Laura Salsi, consigliere regionale del Pd e Daniela Guerra, capogruppo dei Verdi, chiedono che l’Emilia si costituisca parte civile. Giustizia è invocata anche da Ivano Pavesi, presidente della Confesercenti di Guastalla, che parla di «disastro di proporzioni immense e grande danno d’immagine».  Visti i danni all’ambiente e conseguentemente anche al mondo animale, la Lipu (Lega italiana protezione uccelli) ha diramato alcune istruzioni. «Non nutrire e non lavare gli animali colpiti dal petrolio - spiegano dall’associazione - ma portarli al più presto in uno dei tre centri recupero della fauna selvatica che la Lipu gestisce nelle zone dei fiumi Lambro e Po (a Milano, Reggio e Ferrara), dove avranno le cure più appropriate. L’animale colpito da petrolio - sottolinea ancora la Lipu - va collocato all’interno di una scatola di cartone alla quale devono essere praticati dei fori per l’aerazione. La scatola deve essere adeguata alle dimensioni dell’animale, ma non troppo grande per evitare movimenti inutili come l’apertura delle ali».

CORRIERE DELLA SERA
27 FEBBRAIO 2010
 
Valanga a Col de Varda, il cane trova lo scialpinista
Belluno, l'uomo è stato trovato dall'animale addestrato sotto 30 centimetri di neve. E' stato trasportato all'ospedale di Treviso
 
BELLUNO - È vivo lo scialpinista travolto da una valanga sul Col de Varda. Lo ha trovato il cane dell'unità cinofila di turno a Pieve di Cadore, non appena l'elicottero del Suem ha sbarcato cane, conduttore e tecnico del Soccorso alpino dell'equipaggio. L'uomo, che dalle prime informazioni pare sia polacco, stava sciando con un gruppo di connazionali quando è avvenuto il distacco che lo ha travolto. Il cane, uno degli ultimi a prendere il brevetto, lo ha individuato sotto 30 centimetri di neve dopo mezz'ora circa dal momento del seppellimento. Era cosciente, seppur in stato di ipotermia. Il medico gli ha subito prestato le prime cure, una volta estratto dalla neve. L'uomo è quindi stato trasportato all'ospedale di Treviso. La valanga, che è confluita in un canale, aveva un fronte di una ventina di metri ed era lunga circa 300.

IL GAZZETTINO
27 FEBBRAIO 2010
 
Belluno. Scialpinista sotto una valanga salvato anche se aveva l'Arva spento
 
 
BELLUNO - È stato trovato vivo lo scialpinista travolto da una valanga sul Col de Varda, nel bellunese. L'uomo, pare polacco, è stato trovato da un cane dell'unità cinofila di Pieve di Cadore, poco dopo che l'elicottero del Suem era sbarcato nei pressi della massa nevosa. Il cane è di razza Border Collie e si chiama Lilly, il suo conduttore appartiene al Soccorso alpino di Agordo
Lo scialpinista stava sciando con un gruppo di connazionali quando è avvenuto il distacco che lo ha travolto. Il cane, uno degli ultimi a prendere il brevetto, lo ha individuato sotto 30 centimetri di neve dopo mezz'ora circa dal momento del seppellimento. Era cosciente, seppur in stato di ipotermia. Il medico gli ha prestato le prime cure, una volta estratto dalla neve. L'uomo è quindi stato trasportato all'ospedale di Treviso. La valanga, che è confluita in un canale, aveva un fronte di una ventina di metri ed era lunga circa 300.
Secondo quanto riferito dai soccorritori, lo scialpinista aveva l'Arva, l'apparecchio salvavita che consente l'individuazione di persone disperse, ma lo teneva spento nello zaino.

ANSA
27 FEBBRAIO 2010
 
Check-up per cani e gatti, 3.300 strutture aperte
Arriva il mese della prevenzione per gli animali
 
ROMA - Stop ad allergie o intolleranze nascoste, prevenire mal di denti e scongiurare problemi articolari. Per cani e gatti parte il primo marzo il mese della prevenzione. Individuare da subito piccoli disturbi e combatterli significa evitare serie malattie per il proprio animale da compagnia. Per tutto il mese prossimo saranno 3.300 le strutture veterinarie aperte dove le visite per gli animali saranno gratis.Si tratta della quinta edizione della Stagione della Prevenzione, la campagna promossa dall'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (Anmvi) e da Hill's Pet Nutrition con il patrocinio della Federazione nazionale ordini veterinari (Fnovi) e del ministero della Salute. La visita ha l'obiettivo di stabilire lo stato di salute dell' animale ed, eventualmente, verificare la necessità di successivi esami più specifici.Il progetto ha visto aumentare la partecipazione dei medici veterinari che hanno aderito all' iniziativa, che sono passati dai 2.558 del 2008 ai 3.300 di questa edizione. Secondo una stima interna della Hill's, nel 2009 le 2.831 strutture veterinarie aderenti hanno sottoposto a visita di controllo 14.000 esemplari, segnando un incremento del 40% rispetto alla precedente edizione.L'iniziativa pone l'accento sull'importanza della prevenzione come elemento cardine per la salute e il benessere degli animali e degli umani che li circondano, sottolineando come l' atteggiamento responsabile di affidarsi alla consulenza del medico non si rifletta solo all'interno delle proprie mura domestiche, ma tocca e tutela diffusamente la salute pubblica. "La prevenzione veterinaria - ha dichiarato Carlo Scotti, presidente di Anvi - è un traguardo culturale a tre: proprietario, animale e medico veterinario.Per il tramite dell' animale, il medico veterinario entra in relazione con la società e agisce sui suoi diritti e sui suoi bisogni, diventando un mediatore imprescindibile del rapporto uomo-animale. Questo traguardo culturale va di pari passo con il progressivo innalzamento della considerazione etica e giuridica dell'animale e delle conoscenze scientifiche". Secondo dati Assalco (Associazione Nazionale tra le Imprese per l'Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia) del 2009, Eurispes e ministero della Salute, il 33% delle famiglie italiane ospita un cane o un gatto, mentre la popolazione animale in Italia risulta composta da più di 14 milioni fra cani e gatti.Per prenotare una visita di controllo gratuita presso la struttura veterinaria più vicina alla propria residenza è sufficiente collegarsi al sito www.stagionedellaprevenzione.it o telefonare al numero verde 800189612.

IL PICCOLO TRIESTE
27 FEBBRAIO 2010
 
Cinghiali, agricoltura in pericolo
 
Maurizio Lozei
 
Provincia di Trieste - Cinghiali, l’emergenza continua. Varie segnalazioni ne indicano la presenza di intere famiglie sia sul Carso che in periferia. E mentre la Coldiretti denuncia di non avere ancora ricevuto i contributi previsti nel 2007 e 2008, la Provincia si appella alla Regione: le richieste di risarcimento ammontano a 200mila euro, dice l’assessore Walter Godina, ma le risorse si limitano a 20mila. Un forte allarme giunge dalla zona collinare di Roiano così come dal Carso. «La situazione è preoccupante», afferma Andrej Bole, presidente del Consorzio di tutela dei vini Doc Carso e viticoltore in Pischianzi: «Nonostante il piano di abbattimento della Provincia nuovi esemplari si fanno vivi nelle nostre proprietà scavando buche profonde alla ricerca di tuberi, radici, lombrichi. In primavera sarà dura. Così non è possibile andare avanti». «Rispetto all’anno scorso le incursioni sono diminuite – interviene Silvano Ferluga, viticoltore roianese – ma diversi cinghiali continuano a scavare tra i filari alla ricerca di cibo. Il problema peggiorerà quando ci saranno gli orti. Ci troveremo a recintarli per tentare di arginarli. Speriamo che le autorità si rendano contro che chi recinta i terreni lo fa per necessità, non contro le leggi». «Occorre conoscere a fondo la questione prima di esprimersi», sostiene Dimitri Zbogar, presidente provinciale Coldiretti: «I cinghiali possono ridurre ai minimi termini un intero prato in una sola notte». Andrej Milic, che conduce un’azienda agrituristica a Sagrado di Sgonico, conferma: «I cinghiali continuano a distruggere i prati. Per chi come noi alleva tanti animali, è una perdita notevole». E si somma la beffa – insiste Zbogar – perché a fronte delle domande di risarcimento inoltrate da agricoltori e allevatori negli anni scorsi, i fondi a disposizione sono solo spiccioli rispetto al danno subito. «Stiamo aspettando ancora i contributi per il 2007 e il 2008. Che fare? Gli abbattimenti promossi dalla Provincia l’anno scorso – dice - non sono bastati». «I piani di abbattimento dei cinghiali nel 2009 sono stati rispettati salvo alcune eccezioni», interviene Fabio Merlini, presidente della Federcaccia triestina: «Il fatto è che ormai diverse famiglie di cinghiali si sono insediate in periferia, facilitati anche dal fatto che nonostante le ordinanze la gente continua a alimentarli». «Terremo conto delle segnalazioni di contadini e allevatori triestini – risponde l’assessore all’Agricoltura e vicepresidente della Provincia Walter Godina – alla luce di una situazione complessa. Ma cercheremo di operare attraverso dei prelievi selettivi solo di fronte a situazioni motivate e nel rispetto e tutela di tutte le biodiversità. Premesso che la Provincia ordina prelievi venatori su deroga secondo un mandato regionale e previa il parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), si cercherà preventivamente di allontanare i cinghiali provando a utilizzare dei detrattori olfattivi o recinzioni elettriche». Dopo aver incontrato i rappresentanti delle dodici riserve di caccia della provincia e aver verificato i piani di abbattimento, Godina tirerà le somme sulla strategia da attuare per la primavera, periodo di nascita delle cucciolate di cinghiali. «Un altro impegno – riprende il vicepresidente – sarà di richiamare la Regione all’erogazione di più fondi per chi ha documentato i danni causati dagli ungulati: quest’anno disponiamo di circa 20 mila euro a fronte di una denuncia di oltre 200 mila. Ai cittadini infine l’appello a non dare da mangiare ai cinghiali, rendendo loro e alla comunità un cattivo servizio e lasciandoli al loro giusto equilibrio naturale».

LA ZAMPA.IT
27 FEBBRAIO 2010
 
Cina, labrador surfista fa il testimonial
 
Più che un mercoledì da leoni, è da cani. In Cina per promuovere il surf come sport per tutti, il titolare di una scuola di surf nell'isola di Hainan ha trasformato il suo simpatico labrador nel testimonial perfetto del suo corso: "Se può cavalcare lui le onde possono farlo tutti" ha detto divertito l'istruttore.
 
VIDEO
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CORRIERE DELLA SERA
27 FEBBRAIO 2010
 
E da Jessica Biel a Kellan Lutz sempre più star cercano di dare il buon esempio
Quando la moda rinuncia alla pelliccia
Sono molte le case che hanno deciso di fare a meno di materie prime provenienti da animali
 
MILANO - La pelliccia è un accessorio di lusso. L'alta moda può farne a meno? La risposta è sì. E a dirlo non sono le associazioni animaliste, ma famosi stilisti. E' il caso di Stella Mc Cartney, che ha bandito le pelli dalle sue collezioni, ma anche di Tommy Hilfiger e di molti altri designer e delle loro maison. Le «fashion victim» stiano tranquille: si può fare shopping tra le griffes più trendy senza aver timore di favorire l'industria delle pellicce. E la scelta non manca: secondo una lista pubblicata il 26 gennaio scorso dall'associazione americana «The humane society» sono addirittura 298 le case di moda che sostengono di «non vendere pellicce animali, o che hanno già avviato le procedure per diventare fur-free». Calvin Klein, Converse, Abercrombie & Fitch, H&M, Benetton, Killer Loop, Levis, Lacoste, Timberland, Palais Royal, Zara sono solo alcuni dei nomi elencati nella lista. Inoltre, negli Stati Uniti è nata l'anno scorso una competizione per stilisti emergenti, la «Fur free fashion competition», che premia i migliori disegni di studenti di moda o di stilisti indipendenti.
CELEBRITIES – Jessica Alba, la star di «Sin city», una volta si è presentata sul red carpet del Sundance Festival in pelliccia di volpe, scatenando mille polemiche e provocando proteste anche da parte dei suoi fan. Si trattava invece di un modello di finta pelle. Anche nello star system, infatti, c'è chi ha rinunciato a indossare capi in pelliccia. Tra le attrici Charlize Theron, Pamela Anderson, Eva Mendes e anche Sarah Jessica Parker e Kim Cattrall, che devono la loro fama al telefilm «Sex & the city» in cui interpretano proprio delle fashion victim. A loro si aggiungono anche le modelle Christy Turlington e Twiggy. E per avvicinare alla causa anche le teenager, l'associazione americana Peta (acronimo di People for the ethical treatment of animals) ha appena ingaggiato Kellan Lutz e Christian Serratos, due delle star di “Twilight”, il film tratto dalla saga omonima di Stephanie Meyer, in cui interpreta il vampiro Emmet, fratello del protagonista Edward, interpretato da Robert Pattinson.

IL GAZZETTINO
27 FEBBRAIO 2010
 
Campagna chiusa: vaccinati oltre 600 cani
 
MOTTA (TV) - Tra gennaio e febbraio a Motta sono stati vaccinati circa 600 cani, di cui il 35% era privo del chip prescritto. Il dato è stato fornito dal sindaco Paolo Speranzon: «Cifre raggiunte in sette mezze giornate da parte dei veterinari Usl che ringraziamo». A Motta è presente un’anagrafe canina aggiornata: «Le vaccinazioni comunque proseguono al canile di Ponzano e negli ambulatori veterinari. Ringraziamo anche l’Avis mottense per i locali, il personale comunale, la Polizia locale, li Alpini e l’associazione Carabinieri».

IL GAZZETTINO
27 FEBBRAIO 2010
 
Vaccinazione obbligatoria cani 
 
TARCENTO (UD) -  Vaccinazione obbligatoria cani Parte la vaccinazione obbligatoria contro la rabbia. Bisogna portare il cane a fare il vaccino col certificato di applicazione microchip in zona industriale.

IL PICCOLO
27 FEBBRAIO 2010
 
Cani lasciati liberi in Val Rosandra Divieti ignorati e rischio di rabbia
 
Giovanni Longhi
 
SAN DORLIGO (TS) - Cani sciolti nel territorio di San Dorligo: nonostante l'obbligo, evidenziato da una tabella bilingue all'inizio del sentiero, di tenere al guinzaglio gli amici a quattro zampe, molti proprietari se ne infischiano e lasciano il loro cane vagare tranquillo. Succede sul percorso ciclo pedonale che dall'ex casello ferroviario sopra Sant'Antonio in Bosco si inoltra sul costone della Val Rosandra fino a Draga Sant'Elia. Le segnalazioni sono frequenti, anche perché si tratta di una delle zone più frequentate dai triestini. «Ne sono giunte anche in Comune – conferma il sindaco di San Dorligo, Fulvia Premolin – ma purtroppo abbiamo solo tre vigili, che non sempre riescono a controllare anche quella zona». Eppure la tabella bilingue all’inizio del percorso non lascia margini di dubbio: i cani devono essere tenuti al guinzaglio e i proprietari devono asportarne le deiezioni. L’inosservanza dell'obbligo, che riprende un’ordinanza dell’Azienda sanitaria in materia di prevenzione della rabbia silvestre, si paga con ammende da 258 a 1.291 euro. «Il cane libero – spiegano all'Ufficio provinciale delle Guardie venatorie – è esposto al rischio di contrarre la rabbia, anche solo annusando o leccando tracce di animali infetti». Lo spirito dell'ordinanza è quindi di tutelare la salute dei cani e di conseguenza quella dei loro padroni, anche se su un percorso come quello dell'ex linea ferroviaria per Erpelle Cosina i rischi legati alla presenza di cani sciolti sono anche altri e altrettanto gravi. Basti pensare agli amanti della mountain bike che spesso, soprattutto nel tratto in discesa, raggiungono velocità apprezzabili. Trovarsi di fronte un cane, magari intimorito dall'improvvisa presenza del ciclista, può non essere un’esperienza piacevole. Lo stesso vale per i numerosi amanti del jogging, che corrono lungo la ciclo pedonale. Spesso, alle rimostranze di chi si vede correre incontro un cane, il padrone replica che l’animale è buono e non ha mai fatto male a nessuno: peccato che il segnale collocato all'inizio del tracciato non distingua tra cani buoni e cani aggressivi, ma al contrario obblighi tutti ad attenersi alla prescrizione. «Se capita di avere un incontro ravvicinato con un cane senza guinzaglio e in atteggiamento ostile – suggerisce la veterinaria Raffaella Gecchele – è meglio mantenere la calma, non dare segni di paura ed evitare di guardare l’animale negli occhi, potrebbe scambiarlo per un gesto di sfida». Con l’arrivo della bella stagione, anche le Guardie venatorie della Provincia, impegnate in questi mesi nell'emergenza-cinghiali, assicurano un giro di vite nei riguardi dei ”furbetti”: le sanzioni possono essere comminate anche da loro.
 
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