26 OTTOBRE  2009

IL GIORNALE
26 OTTOBRE 2009
 
LA TRISTE FAVOLA DELL'ORSO COI PATTINI FUCILATO PERCHE' SI RIBELLO' AL CIRCO
Per provare e riprovare quel numero era stato picchiato e schiavizzato Così ha deciso di farsi uccidere. Eliminando però prima il suo aguzzino
 
FINITO Il plantigrado faceva parte del circo di Mosca. A farlo fuori la polizia del Kirghizistan Ha trovato il coraggio di ribellarsi e per questo è stato fucilato sul posto, come uno schiavo, come un prigioniero che, raggiunto il limite massimo dell'esasperazione, si lancia tra le braccia della morte certa, trascinando con sé il suo carceriere. È successo l'altro ieri a Bisheck, capitale dello stato del Kirghizistan, nell'Asia Centrale, dove il circo russo «Orsi sul ghiaccio» stava provando, per l'ennesima volta, uno dei numeri cui questi plantigradi devono sottomettersi per strappare un sorriso al pubblico che ignora a quali torture e vessazioni siano sottoposti per raggiungere tali performance. L'orso, da cinque anni schiavizzato dai circensi, indossava i pattini, mediante i quali, era tenuto a volteggiare sulla pista di ghiaccio assieme ai suoi sfortunati fratelli. Neanche fosse un artista di «Holiday on ice», il più prestigioso circo sul ghiaccio del mondo, neanche fosse una ballerina ai campionati del mondo di pattinaggio artistico.
Vi immaginate quale piacere deve provare un orso che pesa diverse tonnellate a volteggiare con i pattini su una pista di ghiaccio? Non per niente orsi e ippopotami sono spesso offerti al pubblico dei bambini in queste ridicole posizioni: solo che si tratta di Fantasia o di uno dei mille cartoon dove animali goffi e impacciati sono trasformati in ballerini che piroettano nella pellicola strappando risate senza fine a bimbi e nonni. In Russia invece, così come in molte altre parti del mondo, non si tratta di finzione, niente cartoon, niente fumetti. La tradizione consolidata vuole che gli orsi, ben istruiti fin da cuccioli, facc iano le loro evoluzioni sul ghiaccio muniti di pattini e giochino partite di hockey dotati di elmetto, tuta e bastoni.
Solo pochissimi giorni fa è arrivato a Milano Tom Rider, che ha lavorato in decine di circhi nel mondo, e, dopo essersi pentito di quanto ha fatto e visto, ha reso finalmente noto, da addetto ai lavori, cosa in realtà avviene lontano dalle luci della ribalta. Catene, bastoni, pugni, calci, frustate. Questi sono gli attrezzi con i quali far ballare gli orsi, mettere in riga le tigri e costringere gli elefanti ad alzare i poderosi corpi uno sulla schiena dell'altro. Nell'intervista che ci ha concesso, Rider ha affermato di avere visto un elefantino di pochi mesi ucciso a bastonate, perché opponeva resistenza. Dove? In quale circo? Ma proprio in quello che stasera finalmente smonta il tendone a Milano e se ne andrà in altri Paesi a mostrare spettacoli vergognosi quanto diseducativi, con il beneplacito di governi (di destra, centro e sini stra) senza palle per fermarli.
Non sappiamo il nome dell'orso ribelle di Mosca. Ci hanno fatto sapere soltanto che, durante una prova coi pattini, ha gettato sul ghiaccio tal Mr Potapov, direttore del circo e un suo collaboratore che lo voleva soccorrere. Il primo è morto, l'altro è in fin di vita. A tragedia avvenuta è arrivata solerte la polizia «sovietica» che ha fucilato l'orso sulla pista. I suoi pattini si sono staccati e giacciono ancora lì sul ghiaccio, mentre, ci fa sapere un'agenzia di stampa sovietica «gli esperti stanno studiando cosa abbia mosso l'orso a un gesto così estremo». Già nel 2002, nel piccolo zoo di Bisheck, un orso aveva attaccato e ucciso un bambino che lo voleva accarezzare. Il gruppo di esperti chiamato a indagare trovò la soluzione all'arcano: l'orso mangiava poco o niente.
E allora, ve lo dico io, senza bisogno di gruppi di esperti, cosa è scattato nell'orso coi pattini: la vendetta per anni di soprusi, di vessazioni, di torture, di umiliazioni. Ha preferito crollare sul ghiaccio, suo ancestrale amico, ma senza quei ridicoli pattini d'acciaio che ha lanciato ai bordi della pista prima che il cuore si fermasse.

Animalieanimali
26 OTTOBRE 2009
 
STOP A FIUMICINO A 900 FALSI E 800 PELLI ORSETTO LAVATORE, AFFARE DA 100.000 EURO
Successo dei controlli di Agenzia Dogane e Corpo Forestale dello Stato.
 
Sono arrivate dalla Cina, anche se l'origine presunta (e probabile) sia nordamericana, e subito sono state sequestrate 800 pelli di procione, l'orsetto lavatore con la mascherina nera sugli occhi reso celebre dal film della Disney. Una ramificazione dell'indagine ha poi portato al sequestro di 900 giubbotti contraffatti, prodotti in Cina e pronti alla rietichettatura in Italia, con false etichette 'made in Italy'. A svolgere l'operazione a Roma, che sul mercato avrebbe fruttato oltre 100.000 euro, ci ha pensato il Nucleo operativo di Fiumicino e la sezione investigativa di Roma della Convenzione internazionale per il commercio delle specie protette (Cites) del Corpo forestale dello Stato, insieme con l' Agenzia delle dogane di Fiumicino.
"L'importazione di questi prodotti - spiega Ciro Lungo, primo dirigente del servizio Cites della Forest ale - è vietata in base a una direttiva comunitaria che non riconosce quei Paesi, tra cui la Cina, che non offrono adeguate garanzie sui metodi di cattura e uccisione non cruenti", con sanzioni amministrative che vanno da 10.000 a 100.000 euro e penali fino un anno di detenzione. Le pelli di 'procyon lotor' sequestrate, specie tutelata dalla Convenzione di Washington, grazie a una certificazione illegale ottenuta in Cina attraverso procedure ritenute sospette e su cui sono in corso ulteriori indagini, sono lunghe dai 50 centimetri a un metro ed erano pronte a venir immesse nel mercato della moda. In alcuni casi, spiegano dalla sezione investigativa Cites, è possibile far passare il procione sotto il falso nome di cane procione. Un altro filone di indagine, i cui accertamenti sono tutt'ora in corso e per cui si profila il reato di frode in commercio e concorrenza sleale, ha poi portato al sequestro, in un'area commerciale vicino all'aeroporto di Fiumicino, la Commercit y, dei falsi giubbotti 'made in Italy' che venivano rietichettati con i marchi di note case produttrici italiane ed erano destinati al mercato italiano ma principalmente a quello romano.
"E' un affare già esteso a tutto il territorio italiano - osserva Giovanni Caliendo, vicedirettore dell'Ufficio unico delle Dogane di Fiumicino - quello di tagliare l'etichetta originaria della produzione per attaccare quella del made in Italy".
Il traffico di esemplari di specie protette, rileva la Forestale, per l'industria della moda è in crescita. Tra i casi più recenti, il sequestro di 2.500 pelli di pitone di sebe e varano del Nilo provenienti dal Sudan che utilizza poi i proventi per l'acquisto di armi, e il sequestro di 500 pelli di pitone reticolato importate illegalmente dalla Malesia che si sarebbe trasformato in accessori per famose griffe italiane.

AGI

26 OTTOBRE 2009

 

BASTONA A SANGUE IL PROPRIO CANE, RISCHIA 1 ANNO

 

Reggio Emilia - Avrebbe azzannato altri cani - dei quali pero' non e' stata trovata traccia - e per questo ritenuto il proprio cane meritevole di 'una lezione': cosi' si e' giustificata la donna che e' stata sorpresa dai Carabinieri della Stazione di Luzzara, comune della Bassa reggiana, mentre bastonava a sangue il suo piccolo meticcio condotto al guinzaglio. Cane che i Carabinieri di Luzzara hanno subito soccorso e portato da un veterinario per la cura di varie ferite. La sua padrona, invece, una 40enne residente a Gualtieri (RE), e' stata denunciata dagli stessi carabinieri alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia per maltrattamento di animali, reato per il quale rischia una pena sino a un anno di reclusione ed una multa sino a 15.000 euro.


GIORNALE DI REGGIO

26 OTTOBRE 2009

 

Bastona il cane a sangue: sorpresa, rischia il carcere e una maxi-multa

Una donna di 40 anni denunciata per maltrattamenti

 

LUZZARA (RE) - Avrebbe azzannato altri animali: per questo motivo una donna di Gualtieri ha bastonato violentemente il suo cane, un piccolo meticcio. Per fortuna dell'animale, i carabinieri hanno sorpreso la 40enne sul fatto, e l'hanno denunciata. Il bastardino è stato affidato a un veterinario. La padrona, accusata di maltrattamento di animali, rischia fino a un anno di reclusione e una multa fino a 15mila euro.L'episodio è avvenuto alle 21 di ieri sera: durante un controllo i militari hanno notato, in un distributore di benzina a Luzzara, un'auto in sosta. Vicino, la donna teneva per il guinzaglio il piccolo cane, e lo colpiva con un bastone. Alla vista dei carabinieri, la 40enne ha smesso di picchiare l'animale, e ha tentato di nascondere il bastone in auto. Le lesioni sull'animale, trovate dai carabinieri, hanno messo alle strette la donna, che si è giustificata dicendo che il bastardino avrebbe morso altri cani. Il cane picchiato è stato portato da un veterinario, che ha riscontrato varie ferite lacero contuse. Per la donna è scattata invece la denuncia.


CORRIERE DELLA SERA
26 OTTOBRE 2009
 
Applicate le rigide regole anti-rabbia. «Ma per lei si doveva fare un'eccezione»
Quarantena per il cane eroe Darcy Rivolta in Gran Bretagna e su Facebook
Confinata in una gabbia dopo essere stata in Indonesia ad aiutare i pompieri nella ricerca delle vittime del sisma
 

La cagnetta Darcy, aiutante dei vigili del fuoco britannici

 
MILANO. «Liberate Darcy», questa la richiesta che si leva da Facebook, dove oltre 3200 persone hanno aderito alla campagna per impedire che il border collie debba passare i prossimi sei mesi in una gabbia di due metri per quattro nel centro per la quarantena di Colchester, nell’Essex. Già, perché secondo la rigida burocrazia inglese, Darcy è considerato «un cane a rischio», visto che ha trascorso le ultime tre settimane nelle montagne sopra a Sumatra, in Indonesia, dove ha aiutato i soccorritori nella ricerca delle vittime rimaste sotto le macerie del terribile terremoto che ha squassato il paese asiatico. Da qui, la decisione di metterla in quarantena al suo ritorno in Gran Bretagna, avvenuto lo scorso giovedì, malgrado la piccola Darcy sia il solo cane specializzato in ricerca e salvataggio dell’Essex County Fire and Rescue Service. «Darcy dovrebbe essere liberata immediatamente – ha spiegato al Daily Express Maxine Dare, una delle promotrici dell’iniziativa su Facebbok - perché è un’autentica eroina della nostra nazione». «Svegliatevi burocrati – le fa eco un’altra sostenitrice, Kate Coles – e lasciate andare Darcy. Lei è un’eroina, non una galeotta!». Il border collie appartiene al vigile del fuoco John Ball ed è stato lui a volere che Darcy lo seguisse in Indonesia, giudicando il suo contributo «troppo importante», a dispetto delle conseguenze che sapeva ci sarebbero potute essere (ma confidava che non sarebbero state applicate, stante l’eccezionalità del caso). «Io non sono contrario alla messa in quarantena – ha spiegato il pompiere – perché in Gran Bretagna non c’è la rabbia e questa è una gran cosa. Ma Darcy è stata vaccinata contro la rabbia ed esistono dei test che possono essere eseguiti in tutta sicurezza prima del suo eventuale rilasci o, per accertare che il cane non è stato infettato durante il periodo trascorso a Sumatra». Darcy ha un regolare «passaporto canino», ma tale documento vale solo per i paesi europei. «Quando abbiamo ricevuto la chiamata per andare in Indonesia con Darcy – ha proseguito Ball - ero molto combattuto: sapevo che lei era stata addestrata per questo tipo di intervento e che il suo contributo sarebbe potuto essere vitale nella ricerca dei superstiti, ma al tempo stesso ero consapevole del fatto che lei avrebbe potuto pagare un prezzo altissimo al suo ritorno per il coinvolgimento nella missione. A questo punto, spero che il ministero dell’Ambiente adegui le leggi in favore di quei cani appositamente addestrati per il salvataggio oltreoceano». Oltre che sulla rete, il caso della piccola e coraggiosa Darcy è ora finito anche sul tavolo della prossima riunione della Camera dei Comuni grazie all’intervento di Bob Russell, membro del Parlamento di Colchester, mentre il ministro del Defra, Hilary Benn, ha promesso di aprire un’indagine per far luce sulla vicenda e si è impegnato a trovare una soluzione. «Siamo sempre felici di poter discutere con i proprietari e le organizzazioni preposte di nuovi modi per minimizzare gli effetti delle leggi sui cani da salvataggio», ha spiegato un portavoce del ministero. Intanto, il tam-tam sulla rete è iniziato e nel giro di poche ore si sono moltiplicati i gruppi a favore della liberazione della piccola Darcy.

LA ZAMPA.IT

26 OTTOBRE 2009

 

Un urlo del web: "Liberate Darcy"

Il cane aiutò per tre settimane i soccorritori dopo il terremoto di Sumatra, al suo ritorno è stato sottoposto a quarantena come da legge britannica

 

LONDRA - «Liberate Darcy»: è questo il grido unanime che si leva da Facebook, dove oltre 3.500 persone hanno aderito a una campagna per impedire che il "cane-eroe" che aiutò per tre settimane i soccorritori nella ricerca delle vittime del terremoto di Sumatra, in Indonesia, non sia tenuto in quarantena, come previsto dalla legge britannica.
Il ’Border Colliè vive ora in una gabbia di due metri per quattro nel centro di quarantena di Colchester, nell’Essex, e potebbe rimanerci per i prossimi sei mesi, poichè considerato un cane «a rischio». Darcy, durante il suo ’lavorò di soccorritrice, potrebbe infatti aver contratto la rabbia, una malattia che non esiste in Gran Bretagna grazie a un controllo rigidissimo sui cani che escono dal Paese. «Darcy dovrebbe essere liberata, è un’eroina per la nostra nazione», ha detto al Daily Express Maxine Dare, una delle promotrici della campagna sul social network. «Svegliatevi burocrati, lasciate andare Darcy», le ha fatto eco un’altra promotrice dell’iniziativa, Kate Coles. L’addestratore e proprietario di Darcy, il vigile del fuoco John Ball, ha raccontato al quotidiano britannico che il contributo di Darcy era «troppo importante per lasciarlo a casa, nonostante le conseguenze». Ball ha però auspicato che il governo britannico faccia un’eccezione anche perchè «Darcy è stato vaccinato contro la rabbia e ci sono esami che possono essere effettuati prima del suo rilascio».
La campagna ’Free Darcy’ su Facebook ha oltrepassato, com’era prevedibile, i confini britannici ed è sbarcata anche in Italia: «È ingiusto, ha salvato vite umane e adesso è dietro le sbarre!! La solita cattiveria umana», ha scritto Laura. «Veramente disgustoso, con tutti gli animali a due zampe che ci sono in giro!», le ha fatto eco Marta. Mentre c’è anche chi cerca una mediazione: «Almeno i domiciliari, povera bestia...».
Intanto, il caso, dalla rete, è arrivato anche all’ordine del giorno della prossima riunione della Camera dei Comuni su denuncia del parlamentare di Colchester, Bob Russell.


L'UNIONE SARDA
26 OTTOBRE 2009
 
Animali: traffico di cuccioli dall'Ungheria, blitz dei Nas
 
San Giuliano Milanese (MI) - Il proprietario di un negozio di animali di San Giuliano Milanese è stato segnalato dagli uomini del Nas all'autorità sanitaria competente, per aver importato illecitamente 193 cuccioli di cani di diverse razze dall'Ungheria. Le forze dell'ordine hanno sequestrato 95 cuccioli e hanno iniziato gli accertamenti per sincerarsi dello stato di salute dei cani, che sono già stati venduti. I due titolari della struttura non erano principianti nella gestione di questo tipo di traffici: nel settembre dello scorso anno, erano già stati segnalati dal Nas per l'importazione illegale di 155 cuccioli dall'Ungheria. In quell'occasione la segnalazione parlava anche di maltrattamenti, falsità ideologica e dispersione di 40 cagnolini già sottoposti a vincolo sanitario. Le indagini hanno scoperto che i due, con l'aiuto di un veterinario compiacente, importavano cani dall'Ungheria senza registrarli e poi, successivamente, si procuravano una documentazione falsa saltando i necessari accertamenti sanitari.

LO SCHERMO
26 OTTOBRE 2009
 
Strage di pecore tra Viareggio e Massarosa: venti animali uccisi dal treno in transito
 
VIAREGGIO (Lucca) - Intorno alle 14,45 di oggi (25 ottobre) il treno regionale 3060 Firenze-Lucca-Viareggio ha investito e ucciso circa 20 pecore, che pascolavano in un campo lungo la ferrovia, tra Massarosa e Viareggio.Le pecore hanno invaso le rotaie proprio nel momento in cui il treno stava transitando in quel punto, diretto a Viareggio: per il macchinista è stato impossibile evitarlec
A causa dell'incidente, il passaggio a livello sulla via Aurelia, nei pressi del quartiere Varignano di Viareggio, è  rimasto chiuso per circa un'ora provocando disagi al traffico stradale.Mantre il treno giungeva nella stazione di Viareggio con 47 minuti di ritardo la polizia ferroviaria si è occupata dei rilievi.

SATELIONS NEWS
26 OTTOBRE 2009
 
E' STRAGE DI ANATRE IN VALLE OLONA
 
Alessandra Latini
 
TRADATE (VA)- "Legambiente vuole fare un appello ai sindaci ed ai cacciatori stessi perché si fermi questo massacro". Parte dalla sezione cittadina di Tradate l'appello dell'associazione ambientalista, che oggi abbraccia con forza la causa dei germani, meglio conosciuti come anitre selvatiche. Questi bellissimi uccelli da alcuni anni popolano numerosi la Valle dell'Olona ma, secondo i dati raccolti da Legambiente, se dovesse perdurare lo stato attuale delle cose la loro permanenza durerà ancora per poco. "In questo periodo di caccia stiamo assistendo a qualcosa che sembra incredibile - spiega Maurizio Alberti, di Legambiente Tradate -. Decine e decine di germani che si posano e nidificano lungo l’Olona divengono preda di cacciatori.
Uno di loro ha dichiarato di averne uccisi in questo mese già trenta". Un'anatra al giorno: la caccia a questi animali non è certo vietata, ma secondo Legambiente sarebbero fin troppo facili prede per i cacciatori: "I germani sono tornati a vivere in mezzo a noi e hanno fiducia nell’uomo - continua Aberti -. Quante volte vediamo lungo le sponde di laghi e fiumi questi splendidi uccelli, che giungono fino alla riva per prendere cibo dai bambini? Sono ormai diventati parte del nostro paesaggio, perché ucciderli?" Già, perché ucciderli? I germani però non sono certo aironi cinerini o poiane: non sono quindi, al momento, delle specie protette. La loro presenza è diventata massiva in Valle Olona, dopo che negli anni passati, a causa del fortissimo inquinamento che aveva interessato il fiume, era diventato sempre più difficile vederli nidificare così da vicino. E' passato del tempo e molti sforzi sono stati f atti, da parte di Enti, Comuni e associazioni, per far sì che la Valle tornasse ad essere una riserva naturale di pregio: "La Valle Olona sta rinascendo dal punto di vista naturale e turistico - dice Maurizio Alberti -. Grandi sforzi ha fatto la Provincia di Varese per costruire una pista ciclabile che porterà turisti lungo il fiume, mentre i depuratori stanno man mano disinquinando quello che è stato negli anni Sessanta il fiume più inquinato d'Europa. La stessa Legambiente Tradate ha organizzato diverse discese in canoa e, a detta dei canoisti che lo hanno percorso, il fiume ha ripreso il suo aspetto naturale e presenta scorci di forte bellissima naturalità. Sono tornati i pesci e nidificano lungo il fiume sia gli aironi sia i germani, oltre a tante altre specie". "Proprio la presenza di germani e aironi - spiega ancora il portavoce di Legambiente Tradate - indica il ritorno della natura, il ciclo ecologico che rinasce. Esistono le premesse per iniziare a parlare di un unico Parco dell'Olona che preservi e rilanci dal punto di vista naturalistico e di fruizione compatibile tutta la Valle. Uccidere centinaia di germani ogni anno significa distruggere ciò che con tanta fatica ha appena iniziato a rinascere". Per questo l'associazione tradatese lancia un appello ai sindaci dei paesi confinanti con il fiume, che fanno parte dei vari Parchi di Interesse Sovracomunale: "Perché i primi cittadini emanino un provvedimento urgente, che arresti questa strage in nome del ripristino ambientale dell’Olona". Un altro appello è invece rivolto a loro, ai cacciatori che frequentano la Valle: "I cacciatori hanno mostrato a volte sensibilità ambientale per difendere il verde dal dilagare del cemento e dell’inquinamento - dice Alberti -. Vi chiediamo, indipendentemente dai provvedimenti che i sindaci prenderanno, di arrestare la caccia al germano nella Valle Olona. I germani sono un simbolo di bel lezza della natura, sono comparsi da poco in Valle Olona, perché fare una strage? Tra l’altro ci poniamo una domanda: i germani si nutrono di vegetali che crescono nel fiume che è ancora molto inquinato. Con che coraggio li mangiate?".

LA CITTA' DI SALERNO

26 OTTOBRE 2009

 

Raid notturno nel parco archeologico

 

Marco De Simone

 

Pontecagnano Faiano (SA). Cinque caprette portate via per l’ennesima volta, nella notte tra sabato e domenica scorse, nell’area del parco eco archeologico di Pontecagnano Faiano. Ignoti si sono introdotti nell’area verde della cittá picentina e, dopo aver forzato l’ingresso di alcuni depositi senza trovare nulla di interessante, hanno concentrato le attenzioni sui cinque animali che facevano parte della fattoria didattica del parco.  «Siamo letteralmente stufi. Noi da dieci anni buttiamo il sangue per mandare avanti quest’area e bastano pochi balordi a rovinare il nostro lavoro», non usa mezzi termini Carmine Spina, responsabile del parco eco archeologico, amareggiato per l’accaduto. L’episodio non è un caso isolato. «E’ il quarto furto che viene effettuato nell’area del parco in meno di un anno - prosegue Spina - non avendo trovato questa volta motoseghe o tagliaerba, hanno portato via i nostri animali». Analoghi episodi si sono verificati lo scorso novembre, poi a marzo e a giugno. In quelle occasioni i ladri avevano portato via attrezzi da giardinaggio. «Abbiamo sempre presentato denuncia ai carabinieri, - prosegue il responsabile - e abbiamo le forze dell’ordine ad effettuare pattugliamenti. Ci siamo rivolti al comune, ma non ci ascolta nessuno». L’area del parco, che comprende anche uno scavo di epoca romana, è di proprietá della soprintendenza archeologica di Salerno, data in gestione a Legambiente dal 1999. Anno in cui è stata riaperta dopo una bonifica ad opera dell’associazione ambientalista.  In quell’area sorgeva infatti una discarica a cielo aperto: «Dal 2002 - dice Spina - Legambiente gestisce il parco nella totale indifferenza da parte delle istituzioni e delle forze dell’ordine. Il quarto episodio di furto lo dimostra». Il responsabile del parco avanza quindi una proposta provocatoria: «Cosa dobbiamo fare per avere attenzione, chiudere il parco al pubblico?». I problemi di sorveglianza dell’area sono legati anche al fatto che il parco, una volta chiuso dai volontari di Legambiente, resta ovviamente incustodito per l’intera notte, sino all’apertura mattutina.


LA ZAMPA.IT

26 OTTOBRE 2009

 

Nascondeva sotto la maglia 14 baby pitoni

 

Un ragazzo norvegese è stato arrestato perchè tentava di importare illegalmente nel suo paese 14 baby pitoni e 10 gechi: gli animali erano stati inseriti in sacchetti che il ragazzo si era legato con del nastro adesivo al petto. La scoperta da parte della polizia è avvenuta del tutto per caso dopo che nella sua valigia è stata rinvenuta una tarantola.

 

FOTO

http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=21667&tipo=FOTOGALLERY


LA STAMPA

26 OTTOBRE 2009

 

Tapiro nel congelatore di un negozio

E' stato trovato insieme ad altri 120 chili di carne e prodotti ittici essiccati in pessimo stato di conservazione

 

Torino C’era anche un tapiro congelato, l’animale reso famoso da Striscia la Notizia, tra gli alimenti trovati dai vigili urbani di Torino in un negozio gestito da nigeriani. Era conservato in cantina, dentro un congelatore, insieme ad altri 120 chili di carne e prodotti ittici essiccati in pessimo stato di conservazione.Nel locale di via Cecchi, che in passato era già stato posto sotto sequestro per il ritrovamento di carne di antilope, sono state trovate anche diverse confezioni di medicinali scaduti. Tra queste, alcuni prodotti contenenti l’idrochinone, una sostanza tossica utilizzata per sbiancare la pelle, e alcuni farmaci non autorizzati da utilizzare per le coliche dei bambini.
I gestori del locale sono stati sanzionati con una multa di oltre 4 mila euro.Ma il negozio del tapiro surgelato non è stato l’unico ad attirare, oggi pomeriggio a Torino, l’attenzione della polizia municipale. Il nucleo amministrativo ha infatti controllato anche un minimarket, in via Berthollet, gestito da alcuni cinesi.
Tra la merce sequestrata nel locale, figurano 18 confezioni di gamberetti provenienti dalla Nigeria e pieni di parassiti, minestroni pre-incartati, e 5 chili di funghi secchi provenienti dalla Cina.
Tutti i prodotti erano privi del necessario «codice del consumo». I gestori del negozio sono stati multati.


TISCALI

26 OTTOBRE 2009

 

Halloween: pronte le ronde in difesa dei gatti neri

 

Anche per la notte di Halloween del 31 ottobre 2009 tornano, per il quarto anno consecutivo, le ronde organizzate da Aidaa per difendere i gatti neri. Visto che la notte delle streghe da sempre è considerata la notte più propizia per sacrificare al culto delle divinità delle oscurità i gatti neri. Animali che, secondo una antica leggenda dei tempi dell'inquisizione, venivano considerati portatori della forza esoterica delle streghe e quindi mandati al rogo insieme alle stesse streghe.

Purtroppo ogni anno almeno 30.000 gatti neri vengono ammazzati sia in riti sacrificali messi a punto in quella notte da gruppi esoterici e satanisti fai da te sparsi in tutte le provincie italiane, sia durante il resto dell'anno quando i gatti neri vengono uccisi per scongiurare "la jella" di cui a torto vengono considerati portatori.

Quest'anno le ronde Aidaa saranno composte da cittadini volontari che pattuglieranno a piedi e senza alcuna divisa le zone sensibili, dove negli anni scorsi sono stati individuati, ed in alcuni casi sventati, riti sacrificali che vedevano la morte dei gatti neri: quest'anno le ronde saranno composte da cinque persone, che una volta individuati i gruppi esoterici, chiameranno direttamente sul posto le forze dell'ordine senza intervenire minimamente in maniera diretta.


TISCALI ANIMALI
26 OTTOBRE 2009
 
Corsi di educatori cinofili per ragazzi in carcere
 
Un progetto pilota da sviluppare nelle carceri minorili di Roma, Milano e Napoli, nel quale si insegni alle ragazze ed ai ragazzi detenuti a conoscere, amare ed educare i cani attraverso corsi professionali specifici in modo da creare operatori cinofili ed educatori canini. Questo il senso della lettera inviata dal presidente nazionale di Aidaa, Lorenzo Croce, al ministro della giustizia Angelino Alfano ed ai vertici dell'amministrazione penitenziaria.
La proposta prevede a realizzazione di corsi professionali per operatori cinofili ed educatori cinofili, da realizzare dentro le strutture di accoglienza per minori di Milano, Roma e Napoli, e l'opportunità di seguire lezioni pratiche all'interno dei canili e dei centri di educazione cinofila. Inoltre, in caso di esito positivo del corso, anche la possibilità per le giovani ed i giovani detenuti di accedere al lavoro esterno presso canili pubblici o gestiti da enti ed associazioni riconosciute a livello statale.
"Crediamo seriamente in questo progetto - dice Croce - e siamo pronti a mettere a disposizione la professionalità dei nostri educatori cinofili per realizzare questi corsi. Riteniamo che il vivere a contatto con gli animali ed in un certo modo esserne responsabili sia una lezione di vita e un importante percorso di rieducazione per i giovani ospiti dei centri di accoglienza e di quelli che per esemplificazione ch iamiamo carceri minorili".

IL MATTINO

26 OTTOBRE 2009

 

La triste storia di Diabolik, il cetaceo che amava sfidare la sorte

 

Anni di lavoro in mare con questi animali e ogni volta che viene trovato un cetaceo morto, mi rattristo moltissimo al pensiero che, probabilmente quest’animale ha vissuto nelle nostre acque tutta la sua vita e magari ci è anche nato.
Alle 8.30 del giorno 20/10/2009 la Guardia Costiera di Ischia ci segnala la presenza di un grosso cetaceo nel canale di Procida a poca distanza dallo Scoglio di San Martino, insieme al numero di telefono del pescatore Gioacchino Esposito che ha allertato la Capitaneria ed è rimasto sul posto facendo la guardia alla carcassa dell’animale.Grazie al gommone veloce dell'associazione Amici del Remo siamo riusciti ad essere sul posto alle 9.30 per fare dei rilievi visivi e fotografici dell'animale.
L'esemplare era un giovane maschio di balenottera comune, Balaenoptera physalus, lungo circa 11 metri e morto probabilmente solo da 2-3 giorni. Il corpo si presentava in buone condizioni, non ancora bruciato dal sole. L'animale era a pancia all'aria coi solchi golari stesi, il gozzo gonfio di aria.
Nella zona posteriore presentava tagli profondi e contusioni che ci hanno portato ad ipotizzare come causa di morte una collisione con un'imbarcazione o nave veloce.Data la posizione dell'animale, a pancia all'aria non ci è stato possibile fotografare la pinna dorsale dell'animale, foto che ci avrebbe permesso di identificare l’individuo. Potrebbe comunque trattarsi di un animale che negli ultimi due anni abbiamo avvistato ripetutamente e tentato di foto-identificare invano... La balenottera in questione è stata nominata Diabolik da noi ricercatori per il suo modo di "evadere" le imbarcazioni e sfuggire ripetutamente ai nostri tentativi di avvicinamento. Era stata spesso avvistata da pescatori e dal nostro gruppo di ricerca nello spazio di mare antistante Casamicciola all'interno della batimetrica dei 100 m di fondale, fino all'imboccatura del porto di Ischia e addirittura fin sotto la scogliera sopraflutto che ripara l'ingresso del porto stesso. Numerose volte l'abbiamo seguita fin dentro al canale di Ischia e di Procida. Nonostante la zona fosse pericolosa per il cetaceo a causa dell’intenso traffico marittimo, l’animale si era perfettamente adattato al transito in quelle acque. Gli esemplari di questa specie solitamente trascorrono in superficie diversi minuti respirando ogni 12-15 secondi e mantenendo una direzione di spostamento pressoché stabile, Diabolik invece, veniva in superficie per un tempo brevissimo, respirando una volta soltanto e re-immergendosi dopo meno di 30 secondi.
Spostandosi poi sotto il pelo dell'acqua a zig zag non ci dava alcun modo di ipotizzarne una direzione per precederlo alla successiva emersione.
Insomma abbiamo perso giornate di lavoro intenso, fatto soprattutto di turni di vedette e intuizioni che non sono state fruttuose ma oltremodo frustanti. Non siamo riusciti a scattargli una foto del profilo della pinna dorsale, solo visioni posteriori e spesso controluce.Nonostante la frustrazione, pensavamo che Diabolik si fosse perfettamente adattato, che fosse perfetto nel suo comportamento e infallibile. Eravamo in un certo senso fieri di lui... poi la notizia di una balenottera morta nella zona del canale per una collisione... Quest'animale potrebbe essere Diabolik che dopo tanto "sfidare la sorte", ha perso.
Come al solito è sorto subito un problema: un animale grande e morto che galleggia nel canale di Procida deve essere smaltito nel modo più veloce e possibile... affondandolo!
L’occasione invece avrebbe dovuto essere sfruttata per recuperare l’enorme scheletro e altre informazioni sulla specie, utilizzando una morte prematura per raccogliere dati importanti sia sui cetacei che sull'ambiente marino. Il coordinamento delle operazioni è stato svolto da Delphis insieme alla Guardia Costiera di Ischia, nella persona di Capo Verdolino, il Centro Studi Cetacei, nella persona del Dott. Nicola Maio, e la Stazione Zoologica con la D.ssa Flegra Bentivegna.
Mentre si cercava di capire se fosse stato possibile il recupero dello scheletro, abbiamo appreso con stupore che, nonostante ci siano a disposizione 8000 euro per affondare la carcassa, non ci sono fondi per recuperare lo scheletro e conservarlo. Peggio, sembra che una legge regionale PROIBISCA di recuperare e conservare scheletri o altre parti di animali in Campania.
Ci siamo ripromessi di approfondire questo paradosso e ci attiveremo perché la prossima volta che il mare ci farà dono di queste occasioni si possa decidere di investire i soldi dedicati all'affondamento, in un'azione di recupero e conservazione. A parte questi problemi burocratici, devo dire a nome di tutto il team di Delphis che è stato un piacere vedere che la macchina "spiaggiamenti" nella nostra zona funzioni, che i pescatori segnalino (e facciano la guardia ad una carcassa per ore), che la Guardia Costiera faccia le telefonate giuste e che tutti noi ci si attivi coordinandosi nel migliore dei modi.
In passato Delphis mdc si è già occupata del recupero di scheletri e della loro esposizione museale. Per esempio nella sezione Cetacei di Villa Arbusto a Lacco Ameno si può osservare ora lo scheletro di un giovane esemplare di Delphinus delphis, specie a rischio di estinzione in Mediterraneo. L'animale era stato rinvenuto appena morto alla Pagoda del porto di Ischia. Grazie al Comune di Lacco Ameno siamo riusciti a recuperare la carcassa e procedere con l'autopsia, fatta dal Dott. Veterinario Alessandro Impagliazzo di Forio.
Una volta poi sotterrato, lo scheletro è stato recuperato dopo 2 anni e mandato al tassidermista per la ricostruzione dello scheletro stesso e la sua sistemazione in una bacheca di vetro. Lo scheletro è lungo 2 metri, costo totale delle operazioni 2000 euro... certo con molto lavoro volontario da parte nostra.
Oggi è pezzo forte del Museo di Lacco Ameno.


GREENREPORT

26 OTTOBRE 2009

 

Sudafrica: l'esercito nei parchi per fermare i bracconieri dei rinoceronti

 

LIVORNO. Il Parco nazionale Kruger ricorrerà a pattuglie militari per rafforzare la lotta ad un bracconaggio sempre più invadente e pericoloso che nel 2009 ha già causato l'uccisione di quasi 100 rinoceronti.
Davod Mabunda, del direttivo del più grande parco sudafricano (il secondo dell'Africa) ha detto che la conservation agency e lo Stato stanno pagando caro il bracconaggio: «Queste insensate uccisioni dei nostri animali. I colloqui coin l'esercito sono già in una fase avanzata ed un annuncio verrà fatto prossimamente sulla reintroduzione del loro pattugliamento alle frontiere del Kruger National park.Il Sudafrica sta affrontando un allarmante aumento del commercio di corni di rinoceronte per l'aumento della richiesta da parte del mercato illegale cinese: dall'inizio dell'anno ha perso in totale 94 rinoceronti, di ei quali 38 nel Kruger, 7 a Gauteng, 9 nel Limpopo, 5 nel Mpumalanga, 10 nel North West, 4 nell'Eastern Cape e 21 nel KwaZulu-Natal. Quest'anno nei parchi nazionali sudafricani sono stati arrestati 22 bracconieri».
La decisione di usare unità speciali di soldati per fermare il commercio di animali selvatici e corni di rinoceronte è stata confermata dal ministro dell'ambiente sudafricano Buyelwa Sonjica: «La nuova unità ha la missione di combattere gli atti di bracconaggio ed i crimini ambientali».Il Sudafrica sta correndo a riparare un errore: le forze speciali antibracconaggio dovranno sostituire l'unità di protezione delle specie minacciate di estinzione che è stata abolita diversi anni fa.In un'intervista al Live Times Mabunda ha parlato di un vero e proprio "syndicate" della caccia di Frodo locale che è la fonte di attività illegali.
I fondi assegnati da governo Sudafricano ai parchi riguarderanno anche l'acquisto di moto, biciclette ed un aereo Bantam, da utilizzare nei pattugliamenti e apparecchiature ad alta tecnologia e visori notturni per la sorveglianza, visto che è propri durante la notte che i bracconieri sono più attivi.


02 BLOG
26 OTTOBRE 2009
 
Cacciatori a Bosco in Città: le foto di un lettore
 
 
Provincia di Milano - Le foto che vedete le ha inviate un lettore: si tratta del Bosco in Città, sabato 24 ottobre: nulla di strano direte, dei cacciatori e della nebbia. Uhm: cacciatori al Bosco in Città? No, la cosa non è tanto ok. Ecco cosa ci scrive Gabriele Orlando - della vicenda si era occupata circa un anno fa Repubblica Sabato 24 ottobre, intorno alle 10,30 di mattina, ho fatto una passeggiata tutt’altro che piacevole a Boscoincittà con mio figlio di 7 mesi sul passeggino. Per accedere all’ingresso ho attraversato la zona agricola compresa tra Trenno ed il suo parco e Boscoincittà, passando dalla Cascina Melghera (circa 500 metri di sterrato) mi sono trovato in mezzo a diversi cacciatori, armati di fucile, che alle mie osservazioni sull’anomalia della loro presenza in loco mi hanno insultato. Uno di loro ha minacciato di morte me e mio figlio (”ci impiego poco a sparare ed a buttravi nel canale”). Pochi minuti dopo nell’imboccare uno dei sentieri più belli del parco, quello che si snoda su di un pontile di assi di legno, ho dovuto fare dietro front, in quanto a ridosso del sentiero vi era appostato un cacciatore che ha sparato due colpi Pare che sia possibile praticare l’attività venatoria nell’area agricola compresa tra il parco e le case di Trenno - almeno così ci scrive il nostro lettore, e anche cercando non si trovano altre informazioni che confermino o smentiscano - ma ciò non toglie che la vicenda sia quantomeno opaca. E che soprattutto non mi farebbe piacere passeggiare al parco con mio figlio a fianco di gente decisamente repressa che sforacchia bestiole a colpi di doppietta. Più che altro, come ci spiega Gabriele Orlando, per una questione di sicurezza, visto che i cacciatori nostrani spesso combinano pasticcetti da obitorio.

FASANO.IT
26 OTTOBRE 2009
 
ANCORA LAMENTELE DEI CACCIATORI SUL PIANO FAUNISTICO VENATORIO
Dura presa di posizione della Federcaccia di Montalbano.
 
 
MONTALBANO (BR) – Il Piano faunistico venatorio della provincia di Brindisi, approvato dalla Regione Puglia, e per il quale l’Amministrazione provinciale nei giorni scorsi ha chiesto una proroga al febbraio 2010 per l’entrata in vigore, continua a non far dormire sonni tranquilli ai cacciatori fasanesi.
Sulla questione è intervenuta la sezione Federcaccia di Montalbano che con una nota specifica che “a seguito dell’approvazione da parte della Regione Puglia del Piano Faunistico Venatorio, in vigore da quest’anno fino al 2014, i cacciatori del territorio fasanese hanno manifestato grande disappunto per essere stati penalizzati nell’esercizio dell’attività venatoria”.
“In particolar modo  - continua la Federcaccia di Montalbano - ne risente la popolazione delle frazioni fra le quali quella di Montalbano, custode da sempre, di un’antica tradizione quale quella della caccia. La problema tica che coinvolge anche, per ragioni diverse, non solo i cacciatori, ma anche  gli operatori del settore agricolo, che hanno già fatto ambedue ricorso al Tar, ha assunto carattere d’urgenza al punto che  i neo-consiglieri provinciali, rappresentanti il nostro territorio, hanno intrapreso, a vario titolo, iniziative tese alla sospensione temporanea del piano che ci occupa.
Si sa bene – prosegue la nota - che quest’ ultimo fu redatto dall’apposito Comitato Tecnico della Provincia di Brindisi ed integralmente recepito dalla Regione Puglia (con lettera di protesta da parte dei cacciatori del territorio già inviata alla Regione nel 2007 e sistematicamente ignorata da quest’ultima), che lo ha promulgato solo adesso, a ridosso dell’apertura venatoria 2009. Sta di fatto che all’interno del Comitato, i cacciatori del nostro territorio sono stati mal rappresentati. I numerosi insediamenti agro-turistici, la presenza di Parchi naturalistici, le Oasi di protezioni individuate senza alcun criterio, l’insufficiente rilevazione cartografica dei territori e la mancanza dell’apposita tabellazione prevista dalla Legge, non consentono più di esercitare la caccia che, di fatto, si riduce a quella del “tordo”, prevalentemente nella zona collinare, divenuta protetta con la delineazione dei nuovi confini (che tra l’altro non si conoscono per mancanza di tabellazione regolare)”.
Una serie di ragioni che hanno spinto la Federcaccia di Montalbano ad organizzare per questa sera (lunedì 26 ottobre) alle ore 18.30, presso la sala convegni della Società Operaia di Montalbano (via Puccini), un incontro al quale sono stati invitati i consiglieri provinciali Giuseppe Pace, Antonio Scianaro e Bebè Anglani e tutte le associazioni di caccia presenti sul territorio.

IL GIORNALE
26 OTTOBRE 2009
 
PER BATTERE UN RECORD 16 SCARAFAGGI IN BOCCA
 
Washington. Al peggio non c’è mai fine. E quando si tratta di lasciare tutti a bocca aperta c’è chi è disposto a qualsiasi cosa pur di stupire. L’ultima bravata l’ha messa a segno un dipendente di un negozio di animali domestici, Sean Murphy, di Lansing, in Michigan. L’uomo ha organizzato nel negozio in cui lavora un incontro pubblico, ha invitato i giornalisti come testimoni, e stabilito davanti ai loro occhi per nulla compiaciuti, almeno così dice lui, un record mondiale assoluto che non si sa bene chi avrà voglia di battere: il primato da Guinnes di chi ha più scarafaggi in bocca. Ne ha infilati in bocca la bellezza di sedici, tutti rigorosamente e implacabilmente vivi, delle dimensioni di tre centimetri l’uno.
Che gli insetti fossero vivi, ha spiegato, era condizione necessaria e obbligatoria perché il primato fosse da considerare valido, non si sa comunque se siano tutti sopravvissuti alla prova. Come prevede il regolamento, infatti, Sean Murphy li ha tenuti in bocca per almeno 10 secondi prima di sputarli. Il precedente primato era di undici scarafaggi e l’uomo si è detto particolarmente felice dell’impresa che, ha spiegato, non finisce qui. Una nuova mirabolante avventura è prevista per la notte di Halloween il prossimo sabato 31 ottobre. Murphy è deciso già a battere il primato appena battuto puntando a 20 scarafaggi. Sperando non gli vadano di traverso..

IL TEMPO FROSINONE
26 OTTOBRE 2009
 
Caccia al cinghiale finisce in tragedia
Muore uno della squadra di battuta
 
Roberta Simonetti
 
SORA (FR) -  Un gruppo di cacciatori si stava dilettando in una tranquilla battuta di caccia al cinghiale alll'interno dell'Azienda Faunistica Venatoria dei Monti Ernici, quando qualcosa è andato storto. Uno dei partecipanti, infatti, ha sparato contro l'ambita preda ma, sulla traiettoria del colpo si è trovato, per una assurda e drammatica fatalità, un altro cacciatore che, purtroppo, è rimasto ferito mortalmente. L'incredibile incidente, in cui è rimasto ucciso Ivan D'Onorio di anni 31 originario di Veroli, si è verificato intorno alle ore 12.00 di ieri in località Fico nei pressi della contrada della Madonna della Figura. Fin da metà mattinata, nell'area dell'azienda faunistica che si estende per circa 2016 ettari, i cacciatori partecipanti a lla battuta, si erano divisi in squadre e ciascuna di esse si era appostata in una zona diversa in attesa di avvistare i selvatici animali. Il trentunenne, secondo le prime ricostruzioni operate dai carabinieri della Compagnia di Sora, si era localizzato nella parte più bassa del costone di montagna dove si stava svolgendo la gara, un altro cacciatore, invece aveva trovato la sua collocazione in una parte rocciosa situata più in alto rispetto a dove era invece sistemato Ivan. In silenzio i cacciatori hanno atteso di avvistare il suino. Ed è proprio nel momento in cui l'animale è uscito allo scoperto pronto per essere accalappiato, che il cacciatore sito più in alto ha esploso con il suo fucile un unico colpo. Nello stesso istante anche il giovane Verolano si è alzato per sparare alla preda ma nel mentre è incappato nella traiettoria del proiettile che lo ha colpito in pieno addome senza lasciargli via di scampo. Molto difficili a c ausa dell'impervietà del luogo e dell'altitudine (circa 800 metri) sono stati i soccorsi giunti in zona alle 12.50. I primi a giungere con un eliambulanza sono stati i medici del 118 proveniente da Latina che non ha potuto far altro che constatare il decesso del trentunenne. A trasportare poi la salma presso il nosocomio sorano, dopo aver ricevuto l'ok dal medico legale, è stato un elicottero del soccorso alpino giunto invece da Rieti. Intanto, il responsabile del gesto è stato portato presso la locale stazione dei carabinieri dove sarà a disposizione dell'autorità giudiziaria.
CORRIERE DELLA SERA
26 OTTOBRE 2009
 
INCIDENTE NEI BOSCHI DEL FRUSINATE
Tragica battuta di caccia al cinghiale parte un colpo, ucciso operaio
Sora: l'uomo colpito in pieno, inutili i soccorsi del 118
 
FROSINONE - Tragedia in provincia di Frosinone durante una battuta al cinghiale. Nei dintorni di Sora, intorno alle 12 e 30 di domenica un cacciatore è stato colpito accidentalmente ed è rimasto ucciso. A perdere la vita un operaio di 31 anni, che si trovava insieme ad un gruppo di una decina di cacciatori all'interno di una riserva.
Per cause ancora da chiarire, l'uomo è stato centrato dalla fucilata partita dall'arma di un compagno di caccia, un 33enne suo compaesano, rimasto sotto choc. Per l'operaio non c'è stato nulla da fare, i soccorsi del 118 non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Difficili le operazioni di recupero della salma, effettuate in elicottero dal soccorso alpino.

IL GAZZETTINO
26 OTTOBRE 2009
 
Dopo i cinghiali, i cervi: nuovi pericoli sulla strada
 
Provincia di Pordenone - Dei cinghiali oramai si sapeva e del resto anche in passato gli esempi non mancavano, con un’aneddotica quanto mai ricca. Sulla strada Pedemontana, in particolare, si deve fare molta attenzione perchè all’improvviso attraversano la carreggiata. Ora, però, ci si mettono anche i cervi.E così l’altra sera sull’A28 all’altezza di Brugnera, sull’asfalto è comparso un esemplare adulto di cervo. Proprio in quel momento stava sopraggiungendo un’automobile condotta da D.C., 35 anni, residente a Cividale, che per evitare l’animale ha sterzato bruscamente.Il cervo è rimasto illeso, ma l’auto è finita contro il guard rail dell’autostrada. Oltre all’autista sono rimasti feriti anche i due passeggeri, S.A., 25 anni di Pozzuolo e F.I., di 29 anni residente a Udine. Per i primi due la prognosi è di una ventina di giorni.Il cervo subito dopo l’urto è stato visto saltare la protezione e sparire nella macchia.Alcune settimane fa un altro esemplare era stato investito all’altezza di Sesto al Reghena, sempre sull’A28.

VIRGILIO NOTIZIE

26 OTTOBRE 2009

 

Pantera nera semina il terrore tra Francia, Belgio, Lussemburgo

Avvistata per la prima volta nella Mosella a fine agosto

 

Una pantera nera sta seminando il terrore tra il nord della Francia, il Belgio e il Lussemburgo. Avvistata per la prima volta nel nord-est della Francia settimane fa la pantera era misteriosamente sparita per tornare a manifestarsi giorni fa nelle Ardenne belghe e, ieri, in Lussemburgo. "Vic Reuter, portavoce della polizia lussemburghese ha detto che "una signora ha riferito di essersi imbattuta in una pantera nera domenica pomeriggio in una zona industriale di Bascharage", un piccolo comune presso la frontiera, a 20 chilometri dalla città di Arlon, in Belgio e a 12 chilometri di Longwy, in Francia. La polizia, ha aggiunto il portavoce, ha dispiegato diverse pattuglie con cani e elicotteri per riuscire a rintracciare e possibilmente a catturare l'animale. Il "grande felino nero", così ne avevano parlato i primi testimoni, era stato scorto per la prima volta a fine agosto in un bosco della Mosella. Poi decine e decine di testimonianze avevano tracciato il suo itinerario tra le frontiere. Da dove possa venire resta un mistero. Zoo e circhi della zona non hanno segnalato alcuna fuga. Forse la pantera viveva in una casa o in uno zoo privato.


LA ZAMPA.IT
26 OTTOBRE 2009
 
Studio choc: "Hai un cane? In un anno inquini più di un Suv"
Due ricercatori arrivano ad invitare i proprietari di cani a mangiarsi i propri animali
 
LONDRA - Chi ha un cane (o altri animali domestici) dovrebbe fare un esame di coscienza ecologico: il migliore amico dell’uomo, in apparenza inoffensivo, in realtà ogni anno inquina complessivamente più di un grosso Suv. Almeno questa è la conclusione, fra lo choccante e il paradossale, a cui sono giunti Robert e Brenda Vale, due architetti specializzati in vita sostenibile alla Victoria University di Wellington in Nuova Zelanda, che hanno scritto un libro provocatorio fin dal titolo.
I due rincarano la dose arrivando a sostenere che «è tempo di mangiare il cane. La vera guida alla vita sostenibile». Secondo i ricercatori, cani, gatti e simili ci allietano a caro prezzo: devastano la fauna selvatica, portano malattie e soprattutto aumentano l’inquinamento.
I V ale hanno fatto un semplice calcolo: un cane di taglia media consuma giornalmente 90 grammi di carne e 156 grammi di cereali essiccati, che prima della lavorazione del prodotto equivalgono a ben 450 grammi di carne fresca e 260 grammi di cereali. Ciò significa che nel corso di un anno, Fido fa fuori da solo qualcosa come 164 kg di carne e 95 kg di cereali.
Calcolando che occorrono 43,3 metri quadrati di terreno per produrre 1 kg di carne di pollo all’anno - e ne servono molti di più per le carni bovine e di agnello - e 13,4 metri quadrati per produrre un chilo di cereali, ogni anno un cane medio consuma l’equivalente di 0,84 ettari. E per un grande cane come un pastore tedesco, la cifra è di 1,1 ettari. Mentre un Suv (i coniugi Vale prendono come modello il classico Toyota Land Cruiser) che percorre 10.000 chilometri in un anno utilizza 55,1 gigajoule, cioè, visto che un ettaro di terreno serve per la produzione di circa 135 gigajoule di energia all’anno, l’equivalente di circa 0,41 ettari. Meno di metà di quanto consumato da un cane di taglia media.
Una teoria bislacca? La prestigiosa rivista scientifica New Scientist ha chiesto al Stockholm Environment Institute di york di fare gli stessi calcoli, e i risultati corrispondono quasi esattamente. «Prendere un cane - confermano dall’istituto inglese - è davvero un lusso, soprattutto a causa del consumo di energia e il conseguente aumento delle emissioni di anidride carbonica». Ma gli altri animali domestici non se la passano meglio.
I Vale, applicando gli stessi calcoli, hanno scoperto che i gatti «consumano» in un anno l’equivalente di 0,15 ettari (poco meno di una Volkswagen Golf), e i criceti 0,014 ettari a testa (comprarne due, suggeriscono, equivale al consumo di un grande televisore al plasma). Persino il pesce rosso, con i suoi 3,4 metri quadrati di consumo annuo, inquina. Per l’esattezza quanto due telefoni cellulari.Un’analisi presa molto sul serio dallo scienziato David Mackay, fisico all’Università di Cambridge e consulente del governo britannico per le nuove energie. Secondo lui «bisogna fare molta attenzione nell’acquistare un animale domestico, perchè l’energia che serve per mantenerlo è un fattore di inquinamento importante».Tanto più, si legge nel libro dei Vale, che prendendo la popolazione felina dei primi 10 paesi al mondo per possesso di gatti, si scopre che la superficie necessaria ad alimentare questa massa miagolante è pari a oltre 400.000 chilometri quadrati, ossia una volta e mezza l’intera Nuova Zelanda. Poi c’è l’impatto sull’ecosistema: ogni anno, solo nel Regno Unito, 7,7 milioni di gatti uccidono qualcosa come 188 milioni di animali selvatici. E i cani non sono da meno. Insomma, cosa fare per avere un animale domestico eco-sostenibile? Gli esperti suggeriscono anzitutto di modificarne la dieta, usando quanto più possibile gli avanzi del cibo, per non consumare troppo. Altrimenti si può ricorrere a soluzioni drastiche: sostituire il gatto con una gallina, che consuma si ma produce anche uova.Come commentare una notizia del genere? Forse nel modello matematico applicato dai due scienziati manca una componente di valore: l'affetto e l'amore che gli animali domestici ci regalano. Ma probabilmente i due sarebbero capaci di paragonare l'affetto all'utilità nella mobilità dei Suv...
ANSA AMBIENTE

26 OTTOBRE 2009

 

ANIMALI: ANCHE TRA LORO NEPOTISMO, AIUTA SOPRAVVIVENZA

 

ROMA - ''Casi di nepotismo'' ci sono anche nel regno animale e sono vantaggiosi per la sopravvivenza; aiutano infatti il gruppo nella ricerca di cibo. Lo rivela uno studio su ragni della specie Stegodyphus tentoriicola diretto da Jutta Schneider dell'Universita' di Amburgo pubblicato sulla rivista BMC Evolutionary Biology. I ragni che si aiutano tra parenti formano gruppi piu' dinamici e cooperativi e sono piu' bravi a procacciarsi e dividersi il cibo. Gli esperti hanno preso dei ragni e li hanno divisi in due gruppi, uno formato da ragni 'parenti' (sorelle e fratelli) e l'altro invece da ragni della stessa specie ma non imparentati tra loro. Il primo gruppo e' risultato molto piu' cooperativo ed efficiente nel procacciarsi il cibo; inoltre il gruppo imparentato e' molto piu' motivato al naturale scambio di enzimi digestivi per mangiare. Di fatto, infine, i ragni imparentati possono formare raggruppamenti numericamente molto piu' ampi senza che insorgano problemi di cooperazione e egoismi del singolo, come avviene normalmente nei gruppi troppo numerosi, situazione nota come 'tragedia dei terreni di proprieta' comune'. Questa scoperta fa eco in modo notevole al comportamento umano nel corso della storia, concludono gli autori.


ANMVI OGGI

26 OTTOBRE 2009

 

RABBIA, MANCUSO: BLOCCARE LA MALATTIA A EST

 

Con una interrogazione a risposta scritta, l'On Gianni Mancuso ha chiesto al Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali quali urgenti misure abbia adottato o intenda adottare per fermare l'infezione di rabbia nei pressi del confine orientale per evitare che possa estendersi verso le altre regioni di Italia. Secondo l'interrogante "è evidente che l'infezione arriva nel nostro Paese attraverso gli animali selvatici dalla ex Jugoslavia e altri Paesi dell'Europa orientale, i cui Governi non hanno attivato e non attivano politiche miranti alla eliminazione dell'infezione negli animali selvatici, né utili per evitare che l'infezione colpisca gli animali domestici e, conseguentemente, gli esseri umani, perché si tratta di una zooantroponosi".L'atto parlamentare è stato presentato il 14 ottobre scorso.


ANSA AMBIENTE
26 OTTOBRE 2009
 
SALVATA DA ESTINZIONE,LINCE IBERICA VA IN PORTOGALLO
 
MADRID - Dopo aver recuperato la razza a rischio di estinzione della lince iberica, la Spagna la esportera' in Portogallo. La femmina di lince iberica Azahar, nata in cattivita' nel 2004 nello zoo-botanico di Jerez de la Frontera (Cadice), sara' trasferita al nuovo centro di allevamento di Silves, in Portogallo, nell'ambito del Piano di azione per l'allevamento del felino nella penisola iberica. Oggi, informano fonti del ministero per l'ambiente, Azahar e' stata trasportata in una gabbia, scortata da ricercatori partecipanti al programma, nel centro di Silves, dove il 30 ottobre saranno trasferiti altri quattro esemplari di lince provenienti dal Centro di La Olivilla di Jaen, in Andalusia. Complessivamente, il programma prevede il trasferimento in Portogallo di 16 esemplari del felino, che costituiranno la nuova 'colonia' portoghese, in base all'accordo di collaborazione firmato dai due governi. Grazie all'iniziativa, la partenza delle linci alla volta del vicino lusitano liberera' nel centro di allevamento dell'Andalusia lo spazio necessario ad accogliere altri cuccioli. Da parte sua, il ministero per l'ambiente portoghese si e' impegnato a intraprendere e realizzare entro i prossimi tre anni il programma di reinserimento della lince iberica, con l'individuazione di almeno un'area di protezione e la realizzazione di un rapporto annuale sullo stato di salute dei felini e di uno studio sul loro comportamento.
 

 

 

            26 OTTOBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

 

LE SCIENZE

26 OTTOBRE 2009

 

Su "Nature Photonics"

Leggere i DVD con gli occhi dei crostacei

Le cellule degli occhi degli stomatopodi sono più efficienti dei dispositivi artificiali poiché funzionano bene a tutte le lunghezze d'onda  e non solo a una ben definita frequenza

 

Le incredibili caratteristiche degli occhi di un crostaceo marino potrebbero inspirare una nuova generazione di dispositivi di lettura di DVD e CD, stando a quanto riferiscono sulla rivista Nature Photonics alcuni ricercatori dell'Università di Bristol Gli animali dell'ordine degli stomatopodi a cui si riferisce lo studio vivono nella Grande barriera corallina australiana e possiedono l'apparato visivo più complesso finora mai descritto. Essi possono infatti vedere in 12 colori e distinguere tra differenti stati di polarizzazione della luce.Speciali cellule fotosensibili agiscono infatti come lamine a quarto d'onda, dispositivi ottici in grado di far ruotare il piano di polarizzazione di una radiazione luminosa che li attraversa, e consentono agli stomatopodi di convertire la luce a polarizzazione lineare in luce a polarizzazione circolare e viceversa.Nuove prospettive tecnologiche si aprono al mondo dell'elettronica tenuto conto che le lamine a quarto d'onda artificiali sono una componente essenziale dei lettori di CD e DVD, così come dei filtri ottici polarizzatori. Questi dispositivi artificiali hanno però l'inconveniente di funzionare bene su una ben definita lunghezza d'onda, mentre il meccanismo osservato negli stomatopodi è praticamente costante su tutto lo spettro elettromagnetico, dall'ultravioletto all'infrarosso. Non è ancora chiaro, in ogni caso, per quale motivo gli stomatopodi posseggano un simile apparato visivo. Secondo le attuali conoscenze, distinguere la polarizzazione della luce serve in genere ad alcune specie animali per trasmissione di segnali sessuali o non rilevabili dai predatori. Negli animali marini, inoltre, consente di migliorare la visione in acqua."Uno degli aspetti sorprendenti è che una struttura così semplice dell'apparato, che comprende membrane cellulari disposte in forme tubolari, supera in funzionalità i dispositivi sintetici”, ha spiegato Nicholas Roberts, coautore dello studio. Capire come funziona potrebbe consentire di realizzare dispositivi a cristalli liquidi in grado di riprodurre le proprietà delle cellule dell'occhio degli stomatopodi.” (fc)

 
 

 

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