26 AGOSTO  2009

 

IL CITTADINO

26 AGOSTO 2009

 

Guardamiglio (LO)

Due non sono sopravvissuti: Paci invece è diventato la mascotte della famiglia Cappa che lo ha adottato 

Leprotti senza mamma salvati dal gatto Nick 

Il felino eroe trova tre piccoli sperduti nei campi e li porta nella sua cuccia 

 

Guardamiglio (LO) -  È la nuova mascotte di casa. A Valloria, a casa Cappa, il piccolo Paci è il più coccolato. In soli 15 giorni infatti il leprottino ha trovato affetto tra le braccia di papà Luigi, mamma BiancaRosa e le giovani Beatrice e Mariangela. Poteva essere travolto da un’ auto o, peggio ancora, sbranato da animali selvatici, invece il destino di Paci lo ha cambiato un gatto dal profondo senso materno. «Proprio così - ha raccontato Mariangela -: Nick, il gatto della mia amica Sara, una ventina di giorni fa ha riportato a casa ben tre leprottini». Animali indifesi e recuperati chissà dove dall’eroe felino che ha custodito i piccolini nella sua cuccia fino alla scoperta della padrona. «Appena giunta in cantina alla cuccia di Nick, la mia amica Sara infatti si è accorta dei tre inaspettati amichetti - ha spiegato sempre Mariangela - ed incredula per come il gatto se ne fosse preso cura invece di mangiarli, mi ha chiamata perché me ne occupassi io». Ventinove anni, piena di vita e sorridente, Mariangela, come tutta la sua famiglia, ama davvero il mondo animale. Conigli, galline, anatre: nel piccolo cascinale Cappa sono tanti gli speciali inquilini. A Paci insomma la compagnia adesso non manca. «Purtroppo però ha perso i suoi fratellini - ha raccontato Mariangela, dispiaciuta -: gli altri due infatti sono morti». Per il primo nulla da fare: è morto quasi subito senza neppure il tempo di dargli un nome. Il secondo invece era un tipo davvero vivace, Schizzo lo avevano ribattezzato, ma anche per lui non c’è stato nulla da fare. «Quando il primo leprotto è arrivato da noi aveva già gli occhi aperti - ha raccontato la ragazza -: aveva già visto la mamma, forse gli mancava, e anche per questo, più debole, è morto; Paci invece - ha proseguito Mariangela - aveva gli occhi chiusi ed era più forte dell’altro e piano piano è cresciuto con noi». Sguazza, scivola, è un vero irrequieto: grande quanto il pugno di una mano, il piccolo Paci ormai è davvero diventato grande e, pur non disdegnando un po’ di latte tirato tutto d’un fiato dal mini biberon, mangia da giorni un po’ di tutto e salta e mordicchia senza tregua. Casa Cappa tuttavia è abituata da tempo a certi birbanti. È passato circa un anno infatti da quando papà Luigi aveva ritrovato in difficoltà altri leprotti che insieme alla famiglia aveva cresciuto prima che scappassero chissà dove. Mariangela però non sembra proprio aver intenzione di perdere Paci e mentre racconta la sua storia sta ben attenta che il birbante non scappi dalla retina che lei stessa le ha costruito tra il verde dell’orto di casa.«Tra poco poi inizierà la stagione della caccia e se Paci dovesse scappare, chissà cosa potrebbe accadergli», ha concluso Mariangela, stringendo forte fra le braccia il piccolo amico che deve molto alla famiglia Cappa, ma molto di più a Nick, il gatto, tutt’altro che opportunista.


IL TIRRENO

26 AGOSTO 2009

 

Hanno seviziato una papera e il Comune non fa niente

 

MASSA. Animali maltrattati senza che Comune e Asl facciano niente per soccorrere le bestiole ferite dall’inciviltà delle persone. È questo il succo della denuncia di Claudia, lettrice del Tirreno, che racconta cosa è accaduto a Marina di Massa la scorsa notte.  «In via Podenzana, sull’argine del Brugiano, ho trovato una papera sofferente e con un’ala spezzata perché l’ha maltrattata forse con un palo della segnaletica stradale che trovato lì accanto. Ho provato a contattare uffici del Comune, veterinari, la Comunità montana ma nessuno di loro era autorizzato a venire a soccorrere l’animale e a prestargli le cure necessarie. Ognuno degli uffici mi rimbalzava all’altro ripetendomi la stessa cosa e cioè che non era di loro competenza occuparsi del caso».  E continua: «Ho provato anche a chiamare i volontari del Wwf ma mi hanno detto che essendo limitati nel territorio e non sovvenzionati da nessuno non riuscivano ad esaudire subito la mia richiesta per eccesso di lavoro e che quindi in tarda serata riuscivano a recuperare l’animale. Mi chiedo e chiedo indirettamente al Comune di Massa qual è l’ufficio che si occupa del soccorso a questi animali e se è il caso che l’assessore all’Ambiente istituisca un numero unico per questi interventi».


IL TIRRENO

26 AGOSTO 2009

 

Gli incendi hanno fatto strage di animali

 

CASTELFRANCO DI SOTTO (PI). Inneschi ancora non ne sono stati trovati. Ma ci sono pochi dubbi sull’origine dolosa delle fiamme che hanno devastato la riserva naturale di Montefalcone, nel comune di Castelfranco di Sotto. Un disastro ambientale senza precedenti. E un’autentica strage fra gli animali che vivevano nel bosco e che sono morti. Gli animalisti puntano il dito contro gli autori dell’ennesima emergenza-incendi che questa volta ha ferito i territori di Santa Maria a Monte, Castelfranco e Santa Croce sull’Arno.  Si parla di circa 300 ettari attraversati dal fuoco, che comprendono la stupenda riserva naturale biogenetica statale di Montefalcone.


IL TIRRENO

26 AGOSTO 2009

 

È stata una strage di animali

 

Sabrina Chiellini

 

CASTELFRANCO(PI). Inneschi ancora non ne sono stati trovati. Ma ci sono pochi dubbi sull’origine dolosa delle fiamme che hanno devastato la riserva naturale di Montefalcone nel comune di Castelfranco di Sotto. Un disastro ambientale senza precedenti. Ed un’autentica strage fra gli animali che vivevano nel bosco e che sono morti.  Tra gli animali ci sono esemplari di cervo, capriolo, daino, cinghiale, puzzola, germano reale, airone cenerino, martin pescatore, poiana, sparviero, biancone, astore, lodolaio, nibbio bruno, falco pescatore, albanella reale e falco di palude. In passato, sono state segnalate in quest’area anche l’aquila minore e l’aquila anatraia.  Gli animalisti puntano il dito contro gli autori dell’ennesima emergenza-incendi che questa volta ha ferito i territori di Santa Maria a Monte, Castelfranco e Santa Croce sull’Arno.  Si parla di circa 300 ettari attraversati dal fuoco, che comprendono la stupenda riserva naturale biogenetica statale di Montefalcone. «Oltre al patrimonio boschivo il vasto incendio ha causato la morte di moltissimi animali che, imprigionati dalle fiamme, non hanno avuto scampo - osserva Alessio Giani, presidente dell’associazione Dav, Difesa ambiente e vita -. Attentare alla natura porta a condannare con rigore gesti vandalici (se confermata l’origine dolosa), che in pochi minuti sono riusciti a distruggere anni di sviluppo vegetativo». La Dav, che ringrazia chi ha lavorato per spegnere l’incendio, rivolge un appello all’amministrazione provinciale e a quelle comunali ad intervenire senza indugio per promuovere il necessario rimboschimento.  Ieri mattina, gli uomini e i mezzi dell’antincendio si sono concentrati sulla bonifica del perimetro del vasto rogo. Il fronte del fuoco è stato fermato. Tuttavia, continuano ad accendersi nuovi focolai che richiedono la presenza degli uomini dell’antincendio: i vigili del fuoco sono rientrati e finalmente anche i Canadair hanno smesso di sorvolare la zona. Sono rimasti nelle zone colpite dal rogo uomini della protezione civile, del volontariato, della Forestale e dell’antincendio della provincia di Pisa.  Le tre strade chiuse per l’emergenza, via delle Pinete, la Castelfranco-Staffoli e via di Cerretti, sono ancora vietate al traffico per ragioni di sicurezza. Ma questo, oltre a una serie di disagi per i cittadini, sta mettendo a dura prova la macchina organizzativa. «Ho scritto alla prefettura per chiedere aiuto - spiega il sindaco di Castelfranco, Umberto Marvogli -. Abbiamo bisogno di nuove forze per presidiare le strade chiuse al traffico. I nostri uomini, pur con l’aiuto che è stato assicurato dalle forze dell’ordine che hanno fatto il massimo, non sono più sufficienti. Speriamo oggi di poter riaprire le strade chiuse». Marvogli ringrazia la prefettura, il viceprefetto Francesco Martino e quanti - «sono stati tanti e preziosi» - hanno lavorato per far fronte all’emergenza.  «L’incendio - conclude Marvogli - è indubbiamente doloso. Ci sono indagini della polizia e dei carabinieri. Ma al di là della testimonianza del giovane di Ponsacco che dice di avere visto sparare razzi incendiari da una jeep bianca, non credo siano stati scoperti inneschi o indizi che aiutino a dare un nome agli autori di questo scempio».


IL RESTO DEL CARLINO
26 AGOSTO 2009
 
Ditelo a:
Obbligo di chip per cani in adozione
 
Riguardo le polemiche sollevate dall'associazione Noi Animali di Polverigi per la mancata chippatura di un cane dato in adozione, il Servizio Veterinario dell'Ausl di Forlì tiene a precisare questo: - le regole stabiliscono che i cani, sia che vengono adottati presso canili o rifugi - anche gestiti da associazioni di volontariato - sia che siano oggetto di commercio, possono essere movimentati solamente se debitamente identificati mediante microchippatura (tatuaggio nel caso dei cani identificati in tempi più remoti), senza alcuna deroga prevista o concessa dalla Legge. In caso contrario il complesso normativo che viene violato è ampio, sia nazionale sia regionale, sia recente sia datato. Esistono infatti diverse leggi che tutelano gli animali d'affezione e hanno lo scopo di prevenire il randagismo. Nella Legge 281/91 art.2 comma 5, si stabilisce che - i cani vaganti non tatuati catturati, nonchè i cani presso le strutture di cui al comma 1 dell'articolo 4 (sono i canili e le altre strutture di ricovero di cani randagi) devono essere tatuati: se non reclamati entro 60 giorni possono essere ceduti a privati che diano garanzie di buon trattamento o ad associazioni protezioniste, previo trattamento profilattico contro la rabbia l'echinococcosi e altre malattie trasmissibili.-
La Circolare del Ministro della Sanità n. 33/1993 "Esportazione di cani randagi" precisa poi che, a norma dell'art. 2 della Legge 281 del 14/8/1991, i cani ospitati presso canili devono essere tatuati e non devono essere ceduti prima che sia trascorso il termine di 60 giorni, onde dare modo ai legittimi proprietari di rientrarne in possesso.- Nella più recente ordinanza 6 agosto 2008 (Ordinanza contingibile ed urgente concernente misure per l'identificazione e la registrazione della popolazione canina) all'art.1 comma 2 si ribadiva infine che - Il proprietario o il detentore di un cane deve provvedere a far identificare e registrare l'animale, nel secondo mese di vita, mediante l'applicazione del microchip. Il proprietario o il detentore di cani di età superiore ai due mesi è tenuto a identificare e registrare il cane ai fini di anagrafe canina, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente ordinanza.-
Ufficio Stampa dell'Ausl Forlì

IL GIORNALE

26 AGOSTO 2009

 

LA SINDACALISTA VUOLE IL PERMESSO PER IL GATTO

 

Chiara Campo

 

Milano - Da un Comune che si è inventato pure il Garante degli animali, un trattamento del genere non se lo sarebbe aspettato. Per questo vuole andare a fondo. Protagonista di un caso che potrebbe diventare da manuale è una vigilessa che presta servizio in quello che viene chiamato il «quartiere Fiamma», la zona di piazza Santa Maria del Suffragio e V Giornate. Ghisa e sindacalista della Cgil. Due anni fa si è assentata dal lavoro per accompagnare il gatto dal veterinario. Sarà che gli amici a quattro zampe sono considerati come un pezzo della famiglia, il giorno successivo, ha presentato la certificazione del medico che aveva curato l’amico a quattro zampe, chiedendo che le fosse riconosciuto il permesso dal lavoro, secondo l’articolo 18 del Contratto nazionale. Dall’amministrazione si è sentita rispondere picche: l’assenza le sarebbe costata un giorno di ferie. Ma la vigilessa non ci sta: il confronto col datore di lavoro (alias Palazzo Marino) per due anni non è andato a buon fine e ora si è rivolta ad un avvocato per aprire una vera e propria vertenza.
«È un precedente nuovo ed interessante ma di cui sinceramente i dipendenti pubblici non sentivano la mancanza - sorride un altro sindacalista dei ghisa, Roberto Miglio, portavoce del Csa -, per seguire la salute dei propri animali si possono usare altri strumenti, come il permesso non retribuito». Alla collega «che nella battaglia si farà seguire evidentemente dal suo sindacato» rivolge casomai una battuta: «Qualora venisse accettata la sua richiesta, chiediamo che venga estesa anche a cocorite, topolini, iguane, pesci rossi e coniglietti da compagnia».


IL TEMPO MOLISE

26 AGOSTO 2009

 

Contrada Sinarca

Salvati dai vigili i due cani caduti in un silos

TERMOLI É finita dentro un silos alto alcuni metri la «scappatella» di due cani, due pastori tedeschi, fuggiti dal proprietario nella giornata di ieri.

 

Termoli (CB) - Gli animali mentre giravano per le campagne della periferia di Termoli sono caduti all'interno di un silos vuoto, alto alcuni metri, rimanendo bloccati nel grosso contenitore situato in una villa sulla Sp 51 che collega il quartiere Sinarca di Termoli con Petacciato. I due pastori tedeschi sono riusciti a far notare la loro presenza all'interno del silos e sono stati tratti in salvo dai Vigili del Fuoco di Termoli.[...]


LA CITTA' DI SALERNO

26 AGOSTO 2009

 

Allarme mucche sui binari

 

Provincia di Salerno - Non solo invadono le carreggiate di autostrada e strade urbane, i bovini incustodito che vagano tra Salerno e la Valle dell’Irno costituiscono un autentico pericolo anche per la circolazione su ferro.L’altro ieri l’ultimo episodio, che solo per fortuna non ha provocato danni ai passeggeri. Una mucca si è fermata sulle rotaie nei pressi della stazioncina di Pellezzano, sbarrando la strada ai convogli ferroviari che sopraggiungevano. Il macchinista se l’è trovata davanti senza avere il tempo di fermare la corsa del treno. Quando ha notato la sagoma del bovino, era giá troppo tardi per bloccare la motrice. Il povero animale è stato investito, e il treno è stato danneggiato. Poi ci sono state le operazioni di rimozione della carcassa, con l’inevitabile interruzione della linea. • «Poteva andare peggio - sottolinea il segretario della Filt Cgil, Vito Luciano - Negli ultimi tempi si sta riproponendo il pericolo di animali vaganti sulle tratte stradali e ferroviarie tra Salerno e Mercato San Severino. Fortunanatamente, ad oggi non ci risultano deragliamenti di treni e ferimenti di viaggiatori, ma non è possibile continuare a confidare nella Provvidenza divina». • Il problema è molto avvertito anche dagli automobilisti, a cui capita di trovarsi, d’improvviso, di fronte a uno o più animali incustoditi, sui binari o dopo una curva. Anomalie che hanno provocato talora tragici incidenti stradali. Adesso si teme che episodi gravi possano accadere anche nella circolazione ferroviaria. Per questo il sindacalista Luciano rilancia l’appello agli organi di polizia, «compresi quelli dei comuni attraversati», affinché individuino i proprietari degli animali e li invitino a una sorveglianza diretta, che eviti il transito del bestiame su strade e linea ferrata. «Il pericolo è alto» ribadisce.E mette l’accento anche su costi e disagi che sono originati da episodi come quello dell’altro ieri. «Il fermo dei treni del tipo diesel 668, oltre ai danni per la riparazione in officina, comporta la conseguente soppressione di numerose corse».


IL TIRRENO

26 AGOSTO 2009

 

Rischia chi maltratta quei germani

 

CECINA (LI). «I germani e la colonia di oche che da alcuni anni popolano le sponde del fiume Cecina rappresentano ormai un patrimonio della collettività ed un’attrazione di tipo naturalistico caratterizzante il lungo fiume». Parola del sindaco Stefano Benedetti, che «invita tutti i cittadini al loro rispetto». «Ricordo - prosegue - che esiste un Regolamento comunale di tutela degli animali e di interazione uomo-animale che vieta a chiunque di mettere in atto qualsiasi tipo di maltrattamento o comportamento lesivo nei confronti degli stessi, per non parlare del loro abbattimento. Il regolamento prevede inoltre precise sanzioni in caso di violazioni di tali norme».  Un richiamo, quello del sindaco, sollecitato anche dalla richiesta di aiuto apparsa sul Tirreno all’inizio di agosto, da parte della signora Ginetta Bianchi, «che con amorevoli cure segue da vicino e con passione le vicende di questi animali». «Come sindaco non sono rimasto indifferente al richiamo della signora e per questo mi sono fatto promotore di questo annuncio. Se da un lato, infatti, possono essere intensificati i controlli da parte degli organi competenti, si rende tuttavia necessario sensibilizzare l’opinione pubblica affinché collabori in tal senso».


ROMAGNA OGGI
26 AGOSTO 2009
 
Forlì: scattano le indagini sul cane di Agrigento non 'microchippato'
 
FORLI' - La questione del cucciolo meticcio approdato da Agrigento a Forlì senza il necessario microchip di legge ora passa in mano agli inquirenti. "Ho fatto tutti i miei passi", spiega il responsabile del servizio veterinario dell'Ausl Usberti. Hanno divisioni specializzate per queste indagini sia la Forestale che i carabinieri. Saranno loro a dover capire se dietro l'arrivo anomalo del cucciolo da un veterinario forlivese c'è un traffico non regolare di animali.In ogni caso, per Usberti, le violazioni già esistono: quel cane ha viaggiato per l'Italia, "da Agrigento a Bologna, passando per le Marche", precisa il responsabile del servizio veterinario, senza il microchip: una movimentazione non permessa, neppure per deroga, per una regola di sanità pubblica e veterinaria. Inoltre, quello stesso cucciolo non avrebbe potuto neanche lasciare Forlì, "mentre non si sa dove sia andato a finire", continua Usberti. Dopo uno studio scrupoloso cita le norme apparentemente violate, lo stesso Usberti: "Sulle polemiche sollevate dall'associazione Noi Animali Onlus di Polverigi ricordiamo che le regole stabiliscono che i cani, sia che vengano adottati presso canili o rifugi - anche gestiti da associazioni di volontariato - sia che siano oggetto di commercio, possono essere movimentati solamente se debitamente identificati mediante microchippatura (tatuaggio nel caso dei cani identificati in tempi più remoti), senza alcuna deroga prevista o concessa dalla legge. In caso contrario il complesso normativo che viene violato è ampio, sia nazionale sia regionale, sia recente sia datato". Continua Usberti "Esistono infatti diverse leggi che tutelano gli animali d'affezione e hanno lo scopo di prevenire il randagismo. C'è la legge 281/91 art. 2 comma 5, in cui si stabilisce che i cani vaganti non tatuati catturati, nonché i cani presso le strutture di cui al comma 1 dell'articolo 4 (sono i canili e le altre strutture di ricovero di cani randagi) devono essere tatuati; se non reclamati entro il termine di sessanta giorni possono essere ceduti a privati che diano garanzie di buon trattamento o ad associazioni protezioniste, previo trattamento profilattico contro la rabbia, l'echinococcosi e altre malattie trasmissibili". Inoltre altra norma è la "Circolare Ministro della Sanità n° 33/1993, sull'esportazione di cani randagi precisa poi che, a norma dell'art. 2 della Legge 281 del 14/8/1991, secondo cui cani ospitati presso i canili devono essere tatuati, e non devono essere ceduti prima che sia trascorso il termine di 60 giorni, onde dare modo ai legittimi proprietari di rientrarne in possesso". Infine Usberti: "Nella più recente ordinanza 6 agosto 2008, ("Ordinanza contingibile ed urgente concernente misure per l'identificazione e la registrazione della popolazione canina"), all'art. 1 comma 2 si ribadiva i nfine che il proprietario o il detentore di un cane deve provvedere a far identificare e registrare l'animale, nel secondo mese di vita, mediante l'applicazione del microchip. Il proprietario o il detentore di cani di età superiore ai due mesi è tenuto a identificare e registrare il cane ai fini di anagrafe canina, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente ordinanza". "Il Veterinario pubblico, come tutti i pubblici ufficiali, ha l'obbligo di segnalare all'autorità preposta tutte quelle situazioni che rappresentano violazione a regolamenti o a leggi, siano essi legati a specifiche competenze o meno - commenta il dottor Rodingo Usberti, direttore del Servizio Veterinario dell'Ausl di Forlì - in caso contrario si realizza l'ipotesi del reato di omissione".
 
Commenti
http://www.romagnaoggi.it/forli/2009/8/25/133810/

LA NUOVA FERRARA

26 AGOSTO 2009

 

Cuccioli senza microchip L'allarme per traffico illecito

 

FORLÌ. Per Rodingo Usberti, direttore del servizio veterinario dell’Ausl, potrebbe essere la classica punta di un iceberg: «Ho fatto tutti i miei passi - spiega, aggiungendo di aver avvertito la regione e i ministeri competenti - ora vedrà chi dovrà fare le indagini». Due casi. Il primo all’inizio di agosto arriva un cucciolo di tre mesi da Agrigento, dato in affido ad una famiglia di Forlì attraverso l’associazione onlus marchigiana ‘Noi animali’. Il cane, un piccolo meticcio, non ha il microchip previsto dalla legge. Così la veterinaria Patrizia Magnani si rifiuta di mettere il chip il cane, perché si è oltre il secondo mese di vita. Il rifiuto suscitato le proteste della onlus che il 5 agosto aveva ritirato diversi cuccioli all’aeroporto di Bologna, tra cui quello incriminato. Il secondo caso, qualche tempo prima, riguarda un cucciolo in arrivo a Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta: «Si trattava di un cane arrivato con documenti in cui non si capiva niente», continua il responsabile della sanità veterinaria. Usberti sospetta di su uno traffico di cuccioli dal Sud Italia. I cani possono essere spostati in modo lecito solo se identificati con microchippatura.


ECO DEL CHISONE

26 AGOSTO 2009

 

Dopo due anni ritrova il cane scomparso

 

Salvato dalle auto della tangenziale, Tommy - un cane meticcio - aveva trovato rifugio a "L'Eco". Era circa un anno fa. Una dipendente del giornale lo prende con sé, ma Tommy ama le cagnette ed è avvezzo alle fughe. La sua attuale padrona non ha più la possibiltà di tenere a freno il carattere esuberante dell'animale e, con un'amica, pubblica le foto su Facebook. In meno di una mattinata Tommy ha ritrovato il padrone "originale", da cui era scappato quasi due anni fa, ancora prima di fuggire dalla cascina e finire sulla tangenziale.


IL CITTADINO

26 AGOSTO 2009

 

Guardamiglio (LO) I carabinieri subito intervenuti in località Isolone non hanno però trovato tracce dei cinque animali 

Branco di randagi segnalato a Valloria 

I cani avvistati potrebbero essere quelli “scomparsi” alle Monticchie 

 

Sara Gambarini

 

Guardamiglio (LO) -  Un branco di cani randagi si aggirerebbe nelle campagne di Valloria e potrebbe trattarsi proprio degli stessi animali che soltanto due mesi fa seminarono il terrore nell’oasi protetta delle Monticchie, a Somaglia. Nessuna certezza però: al momento i cani avvistati nello scorso week end e di primissima mattina da un residente di Valloria, sono semplicemente cinque e sono di nuovo scomparsi. Forse. L’ultimo fermo-immagine attualmente resta quello di un uomo di Valloria che, dopo averli avvistati, ha prontamente segnalato il tutto alle forze dell’ordine. I militari subito si sono precipitati sul posto per controllare che questi animali senza padrone non fossero pericolosi per la popolazione, ma all’arrivo dei carabinieri di Guardamiglio nessun “amico a quattro zampe” si aggirava presso la golena del Po, in zona Isolone. La presenza dei militari deve aver messo in guardia forse i randagi, che si sono dati alla macchia, non lasciando peraltro tracce del loro passaggio, rendendo inutili le ricerche.I cani avvistati, secondo il testimone, non hanno mostrato nell’occasione segni di particolare aggressività come invece era accaduto in due circostanze alle Monticchie. «Trattandosi di un solo avvistamento, ritengo prematuro identificare necessariamente in questi randagi quelli apparsi alle Monticchie», ha dichiarato il sindaco di Guardamiglio Maria Grazia Tondini. Il comune però, in collaborazione con le forze dell’ordine, ha disposto maggiori controlli lungo l’argine in questo periodo. Un secondo avvistamento infatti potrebbe rivelarsi fondamentale: nel caso in cui i randagi di Valloria risultassero gli stessi di Somaglia, il “caso Monticchie” potrebbe riaprirsi, dando libero corso alle ricerche degli animali sfuggiti persino alle gabbie disposte dall’amministrazione di Somaglia (unitamente ad Asl e Provincia di Lodi e con la collaborazione della sezione cremonese di Arpana) all’interno dell’oasi naturale della Bassa. Per il momento tuttavia la giunta Tondini non ha disposto nessun provvedimento cautelare rispetto all’avvistamento. In paese però qualcuno già si domanda se possa trattarsi degli stessi randagi delle Monticchie e qualche curioso, passando da quelle parti, allunga lo sguardo cercando di scrutare il branco all’orizzonte. Se si tratti di un gruppo di animali stabile ed affiatato oppure se siano cani abbandonati e non stanziali, questo al momento non è ancora chiaro né per l’avvistamento di Valloria né per quelli di Somaglia. Ad ogni modo, il fatto che tra i due comuni il legame “lungo Po” sia pressoché immediato, farebbe pensare proprio a una coincidenza tutt’altro che fortuita. Occhi aperti allora: Valloria potrebbe essere la nuova “tana” del branco.


TELERADIOERRE

26 AGOSTO 2009

 

Nas: sigilli al canile di Lucera

 

Sigilli al canile municipale di Lucera. Un sequestro effettuato dai carabinieri del Nas, il nucleo antisofisticazione di Bari finalizzato a verificare il benessere degli animali in queste strutture. Il blitz è stato disposto dopo una ispezione, all'interno della struttura di proprietà del comune federiciano e gestito da un'associazione di volontariato: il provvedimento è stato deciso dopo aver riscontrato un difetto nei requisiti strutturali, dimensionali e di quelli attinenti al numero di esemplari ricoverabili. In pratica il canile era stato realizzato in una struttura che non aveva le autorizzazioni previste per la legge e non era idoneo ad ospitare i 227 cani che sono stati trovati al suo interno. Il canile era ospitato in una struttura che in passato era il mattatoio comunale.


BIG HUNTER

26 AGOSTO 2009

 

Cani importati dall'Est, interviene il dipartimento veterinario nazionale

 

Uno degli argomenti più delicati in fatto di commercio di cani è quello relativo all'età minima e alle vaccinazioni obbligatorie dei cuccioli importati dai paesi stranieri. Qualche mese fa i media da una parte hanno contribuito ad ingigantire le proporzioni delle situazioni di illegalità in merito alle importazioni dall'est Europa, facendo spesso passare il messaggio che esse avvengono sistematicamente fuori dai canoni stabiliti dalle norme in vigore. Ma il vero problema secondo Federfauna è che la legge non sia stata applicata, bensì in molti casi solo interpretata. Per questo più volte l'associazione ha sollecitato il sottosegretario alla Salute Francesca Martini e gli organi ministeriali a chiarire la situazione.Ora, rende noto Federfauna, il Dipartimento per la Sanità pubblica veterinaria tramite il dott. Luigi Presutti, pare abbia inviato agli uffici Uvac (uffici veterinari per gli adempimenti comunitari) una nota che libera il campo da alcuni dubbi. Viene ad esempio confermato che esistono vaccini contro la rabbia, che in Paesi come l'Ungheria, possono essere eseguiti prima dei tre mesi, e ancor più importante, viene stabilito che in caso i cuccioli, introdotti a tre mesi, siano stati vaccinati con un vaccino che preveda richiami ma questi non siano stati eseguiti nel Paese d'origine, possano essere eseguiti a destinazione, a questo punto, senza più titolazione di controllo degli anticorpi. “Il Ministero della Salute così, oltre ad aver ottenuto un notevole risparmio di danaro pubblico – scrive Federfauna -, ha ottenuto la limitazioni di pratiche, come il vincolo sanitario o il prelievo del sangue, che comportavano per i cuccioli situazioni e trattamenti sicuramente non ideali”.


TARGATO CN

26 AGOSTO 2009

 

Uomo segnalato per maltrattamento cani. Infondate le accuse

 

A seguito di una segnalazione da parte di un cittadino in merito ad alcuni verosimili maltrattamenti di cani da parte di un abitante di una borgata della zona di Sampeyre, il Comando dei Carabinieri della zona ha posto in essere un mirato servizio di controllo al fine di verificare la reale consistenza del fatto denunciato e poter in tal modo predisporre gli opportuni interventi. I militari hanno pertanto raggiunto la località, che si trova a 1600 metri di quota, e hanno rilevato la presenza di alcuni animali adulti e altri ancora cuccioli, di pochi mesi. Non essendoci alcun segno evidente di maltrattamenti, i militari hanno richiesto l'intervento di un medico veterinario per le verifiche sia sanitarie che di iscrizione all'anagrafe canina (microchip). Il medico, dopo accurate analisi, ha concluso che nessuno degli animali adulti risultava essere malnutrito o maltrattato, ma che tutti godevano di buona salute, così come i 6 cuccioli, in attesa di essere iscritti all'anagrafe canina, come già gli adulti. Nessuna violazione è stata pertanto rilevata in carico al proprietario dei cani.


SENZA COLONNE

26 AGOSTO 2009

 

Un camaleonte in giro per le vie di Sant'Elia

 

Brindisi – Un camaleonte a passeggio per Sant’Elia. E chissà da quanto tempo. L’ha trovato Fiorella Laforgia, una quarantasettenne brindisina che ieri nel tardo pomeriggio era in giro col suo cagnolino Luna quanto, nei pressi di via Ligabue, ha scorto l’animale esotico per terra, accanto a un muretto: “Sulle prime m’era sembrato un animale giocattolo. Uno di quei mostriciattoli in plastica con cui giocano i bambini. Era bianchissimo e non si muoveva.

Mi sono avvicinata leggermente incuriosita dalla strana visione quando mi sono accorta che la coda s’era mossa. Dopo il primo attimo di paura ho realizzato che si trattava di una bestiola in difficoltà”.Fiorella racconta dunque dell’intuizione di procurarsi un cartone, praticare dei fori e metterci dentro l’animale per portarlo a casa e studiare meglio la situazione.“Mi è stato evidente sin dal primo momento – racconta la donna – che si trattasse di un animale sfuggito a qualcuno. Era disidratato e debole perché, evidentemente, è stato molto tempo in un habitat che non gli si addice. Ho provato con la mia famiglia a rimetterlo in sesto con le primissime cure del caso. Ci siamo informati attraverso internet e abbiamo visto come e cosa darle da mangiare e da bere. E ci è parso che la bestiola si sia ripresa un pochino, tanto da riprendere un po’ del suo colore naturale”.


IL RESTO DEL CARLINO

26 AGOSTO 2009

 

L'ANIMALE RECUPERATO DAI VIGILI DEL FUOCO

Pitone in fuga in piazza Roosevelt Catturato dopo un'ora d'assedio

Il rettile è stato avvistato da tre ragazzi e una ragazza poco dopo le 21 in piazza Roosevelt mentre strisciava sul marciapede di fronte alla Prefettura. Dopo essersi infilato nell’intercapedine di un portone, è stato catturato sano e salvo tra gli applausi

 

UN PITONE in fuga lungo circa un metro e mezzo ha tenuto in scacco ieri sera per oltre un’ora polizia e vigili urbani. Il rettile è stato avvistato da tre ragazzi e una ragazza poco dopo le 21 in piazza Roosevelt mentre strisciava sul marciapede di fronte alla Prefettura. Dopo essersi infilato nell’intercapedine di un portone, è stato catturato sano e salvo tra gli applausi dai vigili del fuoco, che lo hanno affidato al centro recupero fauna selvatica di Rudi Berti a Sasso Marconi. Dove, eventualmente, potrà andarlo e reclamare il padroncino distratto che lo ha lasciato scappare.

«ERO A CASA di un amico che abita qui e siamo scesi in strada poco dopo le nove — spiega Michele De Feo, 21 anni, uno dei quattro amici che hanno segnalato l’animale esotico —. La nostra intenzione era di andare in un ristorante in via Testoni perché avevamo saputo che c’era Di Vaio a cena. Invece, una volta fuori abbiamo notato questo serpente sul marciapiede». Il rettile deve essersi reso conto che qualcuno lo stava osservando. «Lo abbiamo tenuto d’occhio per qualche minuto — racconta il 21enne —. Sembrava tranquillo e non ha cercato di assalire nessuno. Anzi, a dire il vero aveva l’aria di essere lui quello impaurito. Abbiamo comunque pensato che non fosse il caso di prenderlo con le mani e, nel dubbio sul da farsi, abbiamo deciso di chiamare la polizia».

SUL POSTO sono intervenute due volanti della Questura e una pattuglia della polizia municipale; nel giro di qualche minuto si è formato un capannello di curiosi. Nell’impossibilità di identificare tramite documenti la spaesata bestiola e di riportarla nel suo legittimo rettilario di residenza, gli agenti si sono messi alla ricerca di qualche operatore che potesse recuperarla con cognizione di causa. Nel frattempo, però, il sempre più imbarazzato pitone ha cercato rifugio nel primo anfratto che ha trovato aperto, ovvero l’intercapedine del portone al civico 1, dove c’è una sede distaccata dell’archivio di Stato.

DOPO quasi un’ora di assedio, sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che con un attrezzo sono riusciti ad agganciare l’animale, l’hanno tirato fuori senza danni del pertugio e l’hanno messo a dormire in un sacco. Il suo padrone, qualora venisse rintracciato, rischia una sanzione per omessa custodia, sempre che l’animale sia detenuto regolarmente e non risulti importato di contrabbando. Non è la prima volta che i vigili del fuoco devono intervenire per catturare esemplari esotici sfuggiti al controllo dei proprietari, come le iguane che scorazzano nelle case di molti bolognesi e che a volte se ne vanno per i fatti loro dalle finestre lasciate incautamente aperte. Lo scorso 7 agosto, invece, tre carabinieri del Reparto operativo avevano salvato e affidato alla Lipu uno sparviere ferito, finito nel cortile della caserma di viale Panzacchi. Lo sparviere, però, a differenza del pitone non è un animale ‘immigrato’ ma un italianissimo rapace.


TERRA NAUTA

26 AGOSTO 2009

 

Foche, cicogne, umani: esseri spirituali ed esseri persi

Il governo russo ha messo al bando la caccia ai cuccioli di foca aventi meno di un anno. Una buona notizia, anche se il problema resta. Nel frattempo a Correggio (Reggio Emilia) un bracconiere ha abbattuto una splendida cicogna (animale protetto). Il compagno è rimasto a vegliare il cadavere, incinta di cinque cuccioli, per giorni. Sorge spontanea la domanda: esseri umani, foche, cicogne, qual è l’essere più evoluto?

 

Parlare di foche uccise, di cani massacrati, di uccelli decimati, sembra spesso superfluo. Siamo bombardati da campagne animaliste che ci raccontano questa o quella strage e finiamo col diventare indifferenti, quasi immuni.Eppure, al di là dell’orrore dovuto all’uccisione gratuita di esseri viventi, dietro molti gesti, molte azioni apparentemente banali, si nascondono risvolti di grande significato. Ma andiamo con ordine. Quando ero bambino restai sconvolto dalle immagini mandate in onda da Celentano sul massacro delle foche. Venivano uccise a bastonate sulla testa per non rovinar loro la pelliccia. Piansi per ore e non dormii.

Il giorno dopo la mia professoressa, un’adulta, disse con cinico disincanto: “non ditemi che anche voi avete pianto per Celentano!”Da allora una sorta di vergogna si è insinuata in me ogni volta che mi commuovo per qualche animale barbaramente ucciso. Mi chiedo: è una cosa scontata? Una cosa da bambini banali, ipersensibili? Eppure, oggi più che mai, mi rendo conto che forse quel bambino di tanti anni fa aveva ragione. Come si può restare indifferenti di fronte a occhi, cuore, vita, uccisi, distrutti a bastonate? Come si può indossare consapevolmente un cadavere, per di più per futile moda?

Sembrano domande scontate, quasi retoriche. Eppure sono passati vent’anni e bisogna ancora festeggiare scelte come quelle della Russia, che mette al bando il massacro dei cuccioli di foca. E se queste hanno compiuto un anno? Andiamo oltre. Pochi mesi fa, una sera d’inverno, facevo zapping e mi sono imbattuto in Blob. Una scena meravigliosa mi si è parata davanti. Splendidi uccelli (ok, non è una definizione da biologo, ma non saprei individuarne la razza), percorrevano migliaia di miglia in qualche fenomenale migrazione. Solcavano mari, città, colline. Erano di una bellezza commuovente, nobili, aggraziati. Un vero inno alla vita. Il cuore mi balzava in gola dalla gioia. Era la prova dell’esistenza del divino, della perfezione, della luce.

Poi uno sparo.

Un altro sparo.

Un altro sparo

Non si vedeva la provenienza di questi spari, ma uno per uno, tutti gli uccelli che avevano attraversato continenti venivano uccisi. Uno dopo l’altro. Sparo dopo sparo.

Non se ne salvava nemmeno uno. Le lacrime, vent’anni dopo, mi hanno di nuovo travolto. Come poteva essere? In nome di quale profitto, di quale orribile oracolo, si poteva distruggere così sistematicamente una simile presenza?Si andava molto al di là dell’uccisione di un animale. Qui si distruggeva la grazia, la bellezza, la manifestazione estrema dello spirituale, del divino.Occasioni come queste dimostrano come l’essere umano moderno abbia perso ogni connessione col suo pianeta. Non siamo più legati alle altre specie, al contesto in cui viviamo. Siamo esseri atomizzati, desensibilizzati. Ci crediamo più evoluti, ma abbiamo perso ogni connessione, ogni istinto di nobiltà, bellezza, onore.La dignità degli animali è straordinaria e chi ha avuto la fortuna di osservarli quotidianamente lo sa bene. Noi abbiamo perso perfino quella. Se ce ne fosse bisogno, se ne può avere un’ennesima conferma leggendo Il Corriere della Sera di ieri 18 marzo.

Un bracconiere ha ucciso una cicogna. Una splendida cicogna che stava per partorire cinque cuccioli. Non l’ha portata via. Non l’ha mangiata. Non sappiamo perché l’abbia uccisa. Quel che è certo è che anni di lavoro da parte dei volontari della Lipu, che stanno cercando di reintrodurre la cicogna nel nostro paese, sono stati annullati con un singolo colpo. Qualche giorno dopo l’uccisione, le guardie ecologiche volontarie sono salite con un’autoscala fino al nido e hanno trovato l’animale morto vegliato dal suo compagno. Le cicogne sono animali fedeli, ci spiega il giornalista del Corriere, quasi monogami e anche per questo rischiano l’estinzione.Una splendida creatura, una nobile cicogna, stava aspettando di partorire. Guardatela. È lì, nel suo nido, su un traliccio nelle campagne attorno a Correggio, che vive e pulsa in connessione col divino. Ci vive da tre anni insieme al suo compagno. Lui non c'è. Forse si è allontanato per cercare del cibo. Chissà, forse la stava raggiungendo quando ha sentito un colpo. Improvvisamente è stato sconnesso dal tutto. La sua compagna non c’era più. Non era morta per malattia. Non era morta per un incidente. Non era morta per sfamare qualche altro nobile spirito. Era stata uccisa così, forse per gioco, forse per avidità.

Uno sparo.

Un altro sparo,

Un altro sparo.

E di umano, nella nostra specie, non è rimasto più niente.


IL SECOLO XIX

26 AGOSTO 2009

 

Zebra, canguro e cammello sulle tavole dei savonesi

Si chiama “Cuochi in casa tua” l’impresa che prepara direttamente al domicilio del cliente piatti a base di carni esotiche

 

I savonesi sono stufi della “solita” carne. Ormai maiale, vitello o coniglio sono diventati roba ordinaria. Meglio una bistecca di cammello, canguro o addirittura zebra preparati tranquillamente nella cucina di casa da due cuochi esperti in carni esotiche.

L’idea è venuta a due savonesi, Daniela Spanu e Franco Lanzieri, che hanno costituito una piccola impresa di cucina esotica a domicilio “Cuochi a casa tua” e inoltre gestiscono un negozio di prodotti tipici in via Verzellino. «Si tratta di due attività separate - dice Daniela Spanu - e distinte una dall’altra. L'idea della cucina tipica a domicilio a base di carni esotiche ci è venuta dopo un viaggio in Africa dove abbiamo assaggiato la carne di cammello e zebra. Un’antica leggenda africana racconta che mangiare carne di zebra a o cammello contribuisce ad allontanare le malignità delle persone invidiose. Abbiamo fatto delle “prove” con alcuni amici che hanno dimostrato di apprezzare i nostri piatti e così ci siamo messi sul mercato».Ed il mercato ha risposto meglio del previsto. Infatti sempre più savonesi si rivolgono a “Cuochi a casa tua” per assaggiare piatti a base di carne di zebra , cammello o canguro, con richieste che arrivano anche da Torino. Le carni provengono da allevamenti esteri (che si trovano dall’altra parte del Mediterraneo) e sono congelate. L’unico tipo di carne che si trova fresca è quella di struzzo, un animale allevato in Italia. «Per avere una cena o un pranzo a domicilio a base di carni esotiche - dice Franco Lanzieri - è sufficiente prenotare almeno tre settimane prima. Lo struzzo è facilmente reperibile ma zebra, canguro e cammello vengono dall’estero e vanno ordinati con un certo anticipo. Sono carni d’allevamento, controllate e importante osservando la normativa in vigore».Ma che gusto hanno una bistecca di zebra o uno spezzatino di cammello e qual’è il modo migliore di cucinarle? «La zebra ha un gusto che si avvicina abbastanza a quello del maiale. - afferma Franco Lanzieri - ma è una carne più magra. Le zebre vengono allevate su grandi aree ed è come se vivessero allo stato brado. In genere ci chiedono di cucinarle con pochi gusti, alla piastra o alla griglia ma ci sono infinite ricette; c’è solo l’imbarazzo della scelta. La zebra andrebbe servita con salsine speziate tipicamente africane. Il cammello è buono cucinato un po’ in tutti i modi, in Africa viene gustato soprattutto arrosto».Il costo di una cena a base di carni di zebra o cammello costa più o meno come una cena di pesce e varia in base alla quantità di portate e al numero dei commensali. «I n linea di massima si spendono dai 30 euro ai 90 euro - dice Daniela Spanu - si va da un menù molto essenziale con secondo e contorni ad un menù completo. Inoltre nel caso di più commensali i prezzi per singola persona tendono a ridursi. Nel caso di cene con più invitati se il padrone di casa non ha l’attrezzatura adatta ci pensiamo noi a procurarla. Ma non siamo un catering, tutto viene preparato da in casa del cliente. Il padrone di casa deve solo starsene tranquillo ad aspettare che i piatti siano pronti e serviti in tavola. Provvediamo anche a portare alcuni stuzzichini di carni non richieste , giusto per farle assaggiare». Forse trovarsi qualcuno nella propria cucina di casa alle prese con pentole e fornelli può fare uno strano effetto ma il passa-parola sta funzionando, soprattutto per la carne di zebra. Chi l’ha assaggiata a casa di amici vuole a sua volta riproporlo. Sul cammello e sul canguro c’è più titubanza. «In Australia e Africa vengono mangiati tranquillamente - dice Franco Lanzieri - mentre qui da noi c’è ancora una certa resistenza rispetto alla zebra. In un nostro viaggio abbiamo assaggiato anche il serpente che è alla base della cucina asiatica. Ci piacerebbe proporre anche quello, chissà che non ci sia qualcuno che lo ordini....».Per chi invece si vuole accontentarsi di qualcosa di più classico c’è anche il maialino allo spiedo cucinato secondo la tradizione sarda. «Il maialetto però non può essere preparato in un appartamento - conclude Daniela Spanu - lo facciamo all’aperto e richiede una lunga preparazione. Pensiamo a tutto noi, provvediamo agli spiedi, alla preparazione del fuoco e al taglio della carne. Ma la zebra è un’altra cosa».


LA ZAMPA.IT

26 AGOSTO 2009

 

La balena bianca è tornata, Migaloo avvistata in Australia

 

ROMA
Migaloo, (nome aborigeno per uomo bianco), una stupenda balena bianca maschio, è stata avvistata al largo delle coste Australiane. Ha una lunghezza di 13 metri e pesa circa 40 tonnellate e dovrebbe avere intorno ai 19 anni. Si pensa sia l’unico esemplare di megattera albino al mondo. Fu avvistata la prima volta nel 1991 e poi decine di volte nella sua migrazione annuale, dalle acque antartiche ai mari tropicali a nord per poi tornare verso sud. Secondo gli scienziati, ha una lunghezza di 13 metri e pesa circa 40 tonnellate. Si sa che è maschio perchè ne è stato registrato il "canto". Il governo del Queensland (Australia) ha da tempo dichiarato questa balena «animale di speciale interesse». Il grande cetaceo suscita ovviamente una grande curiosità ma, per sua tutela, è vietato avvicinarsi a meno di 500 metri.

 

FOTO

http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=20149&tipo=FOTOGALLERY


COMUNICATO ENPA

26 AGOSTO 2009

 

IN ARRIVO IL CODICE DEI DIRITTI DEGLI ANIMALI. CARLA ROCCHI: “LA MENTALITA’ E’ CAMBIATA”

 

La legge quadro che riordina l’intera materia relativa ai diritti e al benessere degli animali è ormai pronta e, secondo quanto affermano fonti di stampa, dovrebbe essere presentata nel corso della prossima riunione del Consiglio dei Ministri. Se alcune norme del disegno di legge – composto da 49 articoli più gli allegati – non rappresentano una prima assoluta, poiché recepiscono e danno forza di legge alle disposizioni contenute nelle ordinanze emanate dal Sottosegretario Francesca Martini nei mesi scorsi, è invece innovativa l’idea di disciplinare l’intero settore in modo organico e unitario. Un vero e proprio “codice degli animali”, dunque, che, oltre a confermare l’obbligo di chippatura e di iscrizione all’anagrafe canina per i quattrozampe, l’eliminazione delle black list con le razze canine pericolose e la responsabilità dei proprietari per il comportamento dei loro “amici” (ordinanza del 3 marzo 2009), nonché il divieto di diffondere esche avvelenate sul territorio (ordinanza del 19 marzo 2009), il testo prevede anche importanti novità. Tra queste: l’introduzione dei servizi minimi anche per i randagi – d’ora in poi le strutture di ricovero dovranno rispettare, per legge, precisi standard di qualità – e la disciplina a tutela degli animali attori (presenza di un veterinario specializzato, obbligo del certificato di buona salute). “La mentalità è cambiata – ha dichiarato Carla Rocchi, presidente dell’Enpa, commentando il provvedimento – i maltrattamenti fanno scandalo”. Il segno più evidente di tale mutamento culturale è rappresentato dalla rinnovata attenzione che gli organi giudiziari dedicano agli episodi di violenza contro gli animali. “Anni fa – prosegue Rocchi – nessuno giudice avrebbe mai consentito ai Vigili del Fuoco di entrare in un appartamento per soccorrere un gattino che, abbandonato dai padroni partiti per le vacanze, miagolava disperatamente”.


CORRIERE FIORENTINO

26 AGOSTO 2009

 

Palazzo Vecchio Il riso agli sposi vietato in tutta piazza della Signoria

Piccioni, guerra totale ma senza falco

Una squadra anti-volatili in azione la prossima settimana

 

Firenze - Parte la «caccia» al piccione. Non per abbattere lo sgradito uccello (come severamente vietato), ma per accompagnarlo fuori da Palazzo Vecchio, dove da qualche tempo ha trovato rifugio una piccola colonia. È la prima soluzione, quella immediata, indicata dall’assessore all’ambiente Cristina Scaletti, che ieri ha fatto un sopralluogo urgente nel palazzo. Successivamente, si pensa di installare dissuasori elettrici. E per arrivare alla radice del problema, vietare con una ordinanza il lancio del riso ai matrimoni, in tutta piazza Signoria.
Il problema è di vecchia data. Almeno da due anni alcuni piccioni hanno deciso che le cornici degli scaloni monumentali sono il posto ideale per costruire il loro nido. Così gli uffici tecnici hanno installato, circa due settimane fa, venti metri di spuntoni d’acciaio per impedirglielo (costo 3 mila euro). E da qui il problema è diventato emergenza. Infatti, i piccioni, invece di andar via, sono saliti ancora più su negli scaloni e trovato un nuovo posto dove fermarsi: di fronte all’ingresso del Salone dei Cinquecento, dove sono anche entrati. Per questo l’assessore Scaletti si è precipitata a Palazzo Vecchio, ieri mattina, accompagnata dai suoi esperti per trovare una soluzione. Di piccioni, a quanto dicono i guardiani del palazzo, se ne vedono di solito quattro; nel momento in cui è arrivato l’assessore ce ne erano due: «Dobbiamo assolutamente intervenire, il Palazzo non può rimanere in queste condizioni», dice ai tecnici. Nonostante ogni mattina gli addetti delle pulizie rimuovano tutti i resti, le piume e il guano dei piccioni si ricrea dopo poco tempo.
E allora come intervenire? Innanzitutto facendo sparire i piccioni. Una squadra dell’ufficio animali del Comune arriverà giovedì della prossima settimana, prima dell’arrivo dei visitatori per l’operazione-scaccia piccione. Le loro armi saranno alcune canne e un retino con un diametro di almeno un metro. «Uno di noi spingerà il piccione con la canna — spiegano i tecnici — e l’altro farà in modo di prenderlo nella rete». Ma non è così che si risolverà del tutto il problema: «Dobbiamo pensare a dei sistemi efficaci nel tempo - dice l’assessore — ad esempio estendere il sistema di dissuasori elettrici, di cui è già dotata la zona del palazzo vicino al Salone de’ Dugento». «Si tratta di fili elettrici con un bassissimo impatto, praticamente non si vedranno nemmeno nelle cornici delle scale monumentali», dice Claudio Mastrodicasa, responsabile della Fabbrica di Palazzo Vecchio. Una tecnologia che non basta ancora: «I piccioni non devono essere attirati vicino a Palazzo Vecchio: deve essere fatto rispettare il divieto di lancio del riso agli sposi. Magari con una nuova ordinanza », dice l’assessore.
E la soluzione del falco? «Sarebbe forse poco indicata perché manca a Palazzo Vecchio l’habitat necessario affichè il falco si fermi. E poi di piccioni ne potrebbe mangiare soltanto uno al giorno...», conclude l’assessore.
Federica Sanna
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il sopralluogo dell’assessore all’ambiente Cristina Scaletti ieri a Palazzo Vecchio.
L’operazione scacciapiccione partirà giovedì della prossima settimana


LA VOCE DEL NORD D'EST

26 AGOSTO 2009

 

L'Orso sbrana pecore e fa danni anche a Primiero: FOTO E AGGIORNAMENTI

 

 

Primiero (Trento) - Pubblichiamo la lettera che riceviamo in merito alla preoccupazione destata dall'orso che è ritornato in queste settimane nella zone del Primiero con gli ultimi aggiornamenti sulla situazione da parte del custode forestale della zona interessata

Caro Direttore,
"Scrivo per sottolineare un problema che sta tormentando molti abitanti della valle di Primiero ma che non è stata molto presa in considerazione tanto che vige il silenzio sia sui giornali che tra la popolazione: la presenza nella valle di Primiero di un orso.Inizialmente la cosa incuriosiva un pò tutti tanto che la guardia forestale ha organizzato degli incontri con la popolazione per rassicurare prima di tutto i pastori della zona preoccupati per il bestiame che al momento si trova in alpeggio. Durante questo incontro è stato specificato che gli animali non avrebbero corso nessun pericolo se recintati. A distanza di due mesi da quella riunione sono morte circa una trentina di pecore(molte delle quali rinchiuse nei recinti) e niente è stato fatto per fermare l'orso.Per il momento il predatore si trova nel Comune di Mezzano dove nelle ultime due settimane ha colpito per due volte lo stesso gruppo di animali: prima uccidendo e disperdendo 11 pecore e tornando poi nella notte tra giovedì e venerdì per ucciderne altre 9. In molti si chiedono perchè niente viene fatto per risolvere la situazione e pochi ancora se ne interessano; in fondo tutto questo accade in montagna dove l'orso non disturba nessuno oltre ai pastori, ma cosa succederà a settembre quando le pecore torneranno dall'alpeggio? E se l'orso scenderà nei paesi quando non avrà più animali da uccidere nei boschi? Quello che stupisce è il fatto che gli animali non sono stati uccisi per essere mangiati e nonostante le recinzioni l'orso spaventa talmente gli animali da farli uscire da soli dalla recinzione per poi ucciderli. Non so se questa mia lettera possa servire perchè si parli un pò di più di quello che sta succedendo. Nella nostra valle sono molti ad allevare animali, alcuni lo fanno per hobby altri come un vero e proprio lavoro. E' vero che la Provincia promette rimborsi a coloro che subiscono un attacco ma un pensiero dovrebbe andare anche a coloro che non allevano animali solo per denaro e che si ritrovano a dover sfamare questo animale indesiderato. Allego le foto di ciò che l'orso può fare. Questo per far comprendere che al contrario di quello che può dire la guardia forestale forse l'orso non è un animale così innocuo".

Susanna Gaio

L'orso sarebbe in queste ore nei pressi di Malga Neva - La conferma ci arriva dal custode forestale di Mezzano (Primiero) - Silvano Doff Sotta - che in queste ore, con i colleghi del Progetto Orso, sta seguendo da vicino gli spostamenti dell'animale. L'ultima aggressione sarebbe avvenuta poco lontano dal Rifugio Fonteghi in Val Noana, dove sono stati presi di mira dei conigli e danneggiati degli alveari. L'animale si trova da almeno un mese in Val Noana, tra Trentino e Bellunese a ridosso del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Si tratterebbe di un orso di provenienza slovena di imponente statura, che nulla condivide con il piccolo orsetto avvistato nel Parco di Paneveggio nei mesi scorsi e che ora si troverebbe sulle Vette Feltrine. Fino ad ora le pecore sbranate sarebbero una ventina in varie zone e in più occasioni. E' stata preparata anche una trappola per poter catturare l'animale nei pressi della zona di Val di Stua, ma in questi ultimi giorni si è spostato molto rapidamente e probabilmente potrebbe arrivare presto nel Bellunese. 


LA NUOVA SARDEGNA

26 AGOSTO 2009

 

Greggi prese d'assalto a «Pedra Pinta» A Silanus scatta l'allarme cani randagi

 

SILANUS (NU). È nuovamente allarme nelle campagne del Marghine per la presenza di cani randagi che durante la notte prendono d’assalto le greggi. Le ultime segnalazioni arrivano da Silanus, dove si sono verificati diversi episodi che hanno provocato l’uccisione di qualche pecora e il ferimento di altri ovini.  La zona dove è stata segnalata la presenza del branco è «Pedra Pinta», ai confini con i territori di Dualchi e Noragugume. Gli allevatori hanno rinvenuto alcune pecore azzannate dai cani: alcune trovate già morte, altre gravemente ferite a causa dei violenti morsi dei cani. Non è la prima volta che nell’agro del Marghine si verificano uccisioni di animali. Il fenomeno sta creando apprensione tra gli operatori del comparto agropastorale, che vedono aggiungersi un problema in più a quelli che il settore deve quotidianamente affrontare a causa della perenne crisi del mercato.


IL PICCOLO DI TRIESTE

26 AGOSTO 2009

 

Altri cento cinghiali abbattuti entro dicembre Ordinanza anti-cibo, fioccano le prime multe

 

di GIOVANNI TOMASIN

 

Provincia di Trieste - Si prospettano tempi difficili per la popolazione di cinghiali che negli ultimi anni si è insediata nelle aree periferiche di Trieste: è datato infatti 7 agosto il decreto del servizio caccia della Regione che, in risposta alle richieste della Provincia, ha autorizzato l’abbattimento in deroga di ulteriori 100 esemplari degli invadenti ungulati. «Abbiamo chiesto un nuovo piano di abbattimento – spiega l’assessore provinciale competente in materia Walter Godina – dopo aver monitorato la popolazione e rilevato la necessità assoluta di uno sfoltimento: ovviamente ricorreremo all’uccisione degli animali soltanto laddove non sarà possibile allontanarli in altro modo». Secondo un censimento effettuato dalla Provincia, in marzo il numero di cinghiali presenti nelle sole zone periurbane era di circa 70 esemplari. Ma si tratta, assicura il personale del servizio di tutela di fauna e flora della Provincia, di un dato che invecchia rapidamente a causa della prolificità degli animali. Gli esperti inoltre stimano in un migliaio di unità i cinghiali presenti sull’intero territorio provinciale. Per questo motivo viene previsto un margine più ampio di abbattimenti: «Il piano sarà attivo fino al 15 dicembre – spiega Godina – e gli abbattimenti vengono condotti dalle guardie forestali o ambientali, coadiuvate in certi casi da cacciatori privati». I cacciatori che partecipano alle battute nelle zone periurbane sono selezionati dagli uffici della Provincia in base a competenze ed esperienza: «Soltanto cacciatori autorizzati e accompagnati dalle guardie» - assicura Godina. Sono arrivate nel frattempo le prime multe per il foraggiamento degli animali, come previsto dalle ordinanze che diversi Comuni della provincia hanno emesso per scoraggiare chi nutre i cinghiali (quella del Comune di Trieste prevede una sanzione dai 150 ai 900 euro): secondo i dati del Servizio di tutela fauna e flora le multe comminate in provincia fino a ora sono cinque, una a Trieste. «La difficoltà sta nell’identificare il trasgressore – commenta il vicecomandante della polizia municipale Luciano Momic – non è facile cogliere sul fatto qualcuno che foraggia cinghiali». Il problema, secondo il sindaco Roberto Dipiazza, è questione di buon senso più che di normative: «Il Comune ha fatto il suo dovere emettendo l’ordinanza – afferma – ora alla Provincia tocca intervenire in ambito di caccia: ma è necessario cambiare prospettiva». Il sindaco confronta la legislazione italiana con quella del vicino sloveno: «In Paesi evoluti come la Slovenia – dice – è concesso cacciare il cinghiale tutto l’anno, seppur con le dovute limitazioni. In Italia invece ci sono limiti eccessivi per una specie così prolifica: bisognerebbe lasciar regolare il tutto ai cacciatori, che conoscono gli equilibri. Lo posso assicurare personalmente, sono un grande cacciatore». Il sindaco invita infine a non farsi prendere dal panico: «Non sono animali pericolosi – conclude – in fondo sono pur sempre maiali». I nuovi provvedimenti vanno ad aggiungersi al piano faunistico regionale approvato dalla Regione a metà aprile, che per la provincia di Trieste sanciva un aumento complessivo del 30% del limite di cinghiali da abbattere rispetto al 2008. La percentuale si tra duce, secondo i dati del servizio flora e fauna, in un totale di circa 450 esemplari, dei quali 170 nella riserva di Basovizza e 110 in quella di Opicina. Ma il problema non interessa solo Trieste, come specifica l’assessore regionale alle risorse agricole, naturali e forestali Caludio Violino: «La crescita abnorme della popolazione dei cinghiali – dice – sta creando problemi in tutta la regione: in provincia di Pordenone stiamo sperimentando delle soluzioni alternative, basate su coltivazioni esca, che paiono dare buoni risultati e che potranno in futuro essere applicate anche altrove». Si rinnova infine l’appello dell’assessore Godina: «Non bisogna nutrire i cinghiali – ripete –: attirarli fuori dal loro habitat è pericoloso per loro e per noi». In ogni caso, per la difficile convivenza tra uomo e cinghiale non si vedono all’orizzonte soluzioni immediate.


IL PICCOLO DI TRIESTE

26 AGOSTO 2009

 

Entrano nei corridoi di Melara con i loro cuccioli, è pericoloso

 

Trieste - Cinghiali che scorrazzano in branco nei corridoi del quadrilatero di Melara: è la situazione che denuncia Gianfranco Tanzi, un inquilino del complesso abitativo stanco delle incursioni degli sgraditi ospiti. «Le intrusioni si sono fatte sistematiche – assicura Tanzi – Ormai i cinghiali entrano non solo nel giardino, ma adesso entrano perfino nei corridoi». Animali ormai divenuti stanziali, insomma, cresciuti di numero negli ultimi mesi. Una prolificazione di cinghiali che sembrano aver adottato il complesso di Rozzol Melara. L’ultimo avvistamento risale alla settimana scorsa: «Una vicina ha visto otto esemplari nell’ala rossa – racconta Tanzi – e la storia non mi sorprende, sono stati avvistati anche vicino al supermercato». Il pericolo, secondo l’inquilino del quadrilatero, sta nel fatto che alcune “cinghialesse” entrano a Melara assieme ai cuccioli: «In quel caso possono diventare aggressive», dice Tanzi. E aggiunge: «Tre settimane fa ho visto due mamme con cinque cuccioli stazionare nel giardino - racconta - e c’era perfino gente che gettava loro pane dalle finestre». Tanzi avrebbe cercato ripetutamente ma invano l’aiuto delle autorità: «Sono sicuro che ci siano problemi più impellenti – conclude – ma questi animali potrebbero rivelarsi pericolosi per bambini e anziani».


TRENTINO

26 AGOSTO 2009

 

L'orso ormai è a Castellano

 

di Paolo Trentini

 

VILLA LAGARINA (TN). L’orso si avvicina a Castellano. Agli avvistamenti avvenuti i giorni scorsi nelle immediate vicinanze del monte Stivo da alcuni cacciatori del luogo, ne è seguito un altro molto più recente. Secondo la testimonianza di Toni Palombo, residente a Castellano, il plantigrado sarebbe sceso più a valle fino a sfiorare il paese. Si tratta di un incontro meno ravvicinato di quello vissuto da Aldo Depedri, anche se un pizzico di paura Palombo l’ha provata. «Qualche giorno fa - racconta - di ritorno da Cei dopo aver chiuso le serrande dell’Omnibus Caffè, ho inforcato la moto e sono sceso verso casa intorno alle 2.30. Arrivato al tornante sopra il paese, all’altezza del bivio per Daiano ho notato alla mia sinistra un’enorme macchia scura con relativa ombra proiettata sull’asfalto». Sul momento non ha fatto molto caso all’accaduto, ma andando a ritroso con la mente le cose gli sono parse più chiare: «Sicuramente non poteva trattarsi di un albero, dal momento che si trovava proprio lungo la via. Tantomeno poteva essere un uomo, vista la stazza imponente della figura. Ho quindi pensato ad un orso».  La sua supposizione ha trovato conferma più tardi, appena giunto nella sua abitazione: «Una volta messa in garage la moto e salito in casa - continua Palombo - sono uscito sul balcone per fumare un’ultima sigaretta prima di andare a dormire. Ho rivolto lo sguardo verso il luogo tornante dove avevo fatto lo strano incontro e di là a poco ho visto una volpe coi suoi cuccioli precipitarsi verso valle. Gli animali hanno attraversato di gran carriera il prato di fronte a casa mia (quello adibito a parcheggio durante Castelfolk ndr) prima di scomparire nelle campagne al di là della strada».  Insospettito dalla fuga delle volpi Palombo è rientrato in casa, non prima di aver controllato il giardino attorno: «Ho deciso di rientrare nell’appartamento da un’altra porta finestra, dal momento che il balcone gira tutto attorno alla casa e ho notato dei passi pesanti e un respiro molto forte avvicinarsi alla costruzione. Sicuramente doveva trattarsi di un animale molto grosso, e immediatamente ho pensato alle galline che si trovavano in pericolo, ma per fortuna erano al coperto. Avrei voluto scendere in giardino e dare un’occhiata assieme al mio cane, ma mia moglie mi ha convinto a desistere».  A conti fatti una scelta azzeccata. Il mattino dopo, Palombo ha trovato delle inequivocabili tracce del passaggio dell’orso: «Appena sveglio mi sono precipitato in giardino per verificare quanto successo prima. Per terra l’erba, ancora piuttosto alta, era tutta calpestata e c’erano delle orme che sicuramente non potevano essere fatte da un essere umano».


VIRGILIO NOTIZIE

26 AGOSTO 2009

 

Uso/ Orso finisce in fossa per skateboard, salvato con una scala

E' successo a Snowmass, nel Colorado

 

Girovagava all'interno di un parco giochi quando, per disattenzione, è scivolato sul fondo di una fossa per skatebord. Per farlo uscire, gli addetti del parco gli hanno fornito una scala. Nulla di strano, se il protagonista della vicenda non fosse un orso, un giovane plantigrado avventuratosi fuori delle zone boscose presso Snowmass, nel Colorado. L'orso in fondo alla fossa è stato scoperto ieri mattina, mentre cercava disperatamente di issarsi lungo le pareti scivolose. Il salvataggio si presentava difficile, perché nessuno ardiva, comprensibilmente, avvicinarsi all'animale. Poi qualcuno ha avuto l'idea di calare una scala, affidandosi all'intelligenza della cosiddetta bestia. Che non ha deluso: l'orso ha capito subito di che si trattava, si è arrampicato sui gradini ed è tornato di gran carriera nella foresta nativa. Gli è andata bene. Molti orsi del Colorado, avventuratisi fra insediamenti umani in cerca di cibo, sono stati finiti a fucilate.


CORRIERE DELLA SERA

26 AGOSTO 2009

 

Due anni fa in catalogna un grosso esemplare era diventato un'attrazione

Barcellona, squalo terrorizza bagnanti

Un pescecane è stato avvistato a 100 metri dalla battigia Tre spiagge sono state chiuse e proibiti i bagni

 

MADRID - Tutti fuori dall’acqua: l’inconfondibile pinna nera di uno squalo ha rovinato gli ultimi bagni d’agosto ai villeggianti di tre spiagge della costa di Vilanova i la Geltrù, vicino a Barcellona. I fischi dei bagnini e la bandiera rossa precipitosamente issata sul lungomare hanno consigliato di lasciare tutto lo spazio marino all’inatteso visitatore, avvistato mercoledì pomeriggio a 100 metri dalla battigia. A dare l’allarme sono stati due turisti e un volontario della Croce Rossa che, per primi, si sono accorti dell’intruso tra i bagnanti. Tre spiagge, Riba-roges, Adarró e Sant Gervasi sono state chiuse e nella zona sono stati proibiti i bagni anche dove l’acqua è bassa. Intanto alcune barche si sono inoltrate nella zona dell’avvistamento per accertare se il pescecane sia ancora nei paraggi o abbia perso interesse per quel tratto di costa. Sempre in Catalogna, due anni fa, un grosso squalo si era installato per tre giorni non lontano dalla riva di Tarragona, diventando suo malgrado un’attrazione turistica e scientifica. Era un esemplare femmina di Carcharhinus plumbeus, di un metro e 60 di lunghezza e l’Acquario di Barcellona già progettava di includerlo fra i suoi ospiti. I tentativi di cattura avevano avuto successo, ma l’esito era stato comunque infausto: l’animale si era avvicinato alla costa perché già sofferente per alcuni grossi ami che gli erano finiti nello stomaco e che lo hanno lentamente ucciso, nonostante le cure dei biologi marini dell’Acquario. Pochi giorni dopo, un altro squalo si era fatto vedere al largo di La Manga (Murcia), ma si era rapidamente dileguato non appena si era reso conto di aver attirato un po’ troppo l’attenzione umana.


IL TEMPO MOLISE

26 AGOSTO 2009

 

Randagismo Le nuove disposizioni del Sottosegretario Martini

Avvelenamento degli animali, convocato il tavolo tecnico

Avvelenamento degli animali, dopo i tanti episodi, che si sono verificati anche a Campobasso, volontari e associazioni aniomalisti informano i cittadini che è entrata in vigore, un'ordinanza del Sottosegretario alla salute Francesca Martini sul «Divieto di utilizzo e di detenzione di esche o bocconi avvelenati».

 

Campobasso - Provvedimento emanato con l'obiettivo di prevenire i rischi diretti per la salute dell'uomo e degli animali, nonché quelli derivanti dalla contaminazione ambientale. L'ordinanza dispone che il veterinario, in caso di sospetto avvelenamento, dia immediata comunicazione al sindaco e all'Asrem e invii l'animale morto all'Istituto zooprofilattico competente, affinché venga eseguita l'autopsia e individuata l'eventuale sostanza tossica, informando in caso di conferma l'autorità giudiziaria. Anche i sindaci sono tenuti ad aprire indagini e attivare iniziative per la bonifica dell'area, convocando un tavolo di coordinamento per la gestione i degli interventi da effettuare e per il monitoraggio del fenomeno. Anche i produttori di prodotti fito-sanitari e sostanze tossiche saranno tenute ad aggiungere al prodotto una sostanza amaricante che lo renda sgradevole ai bambini e agli animali. Intanto, anche a seguito della denuncia contro ignoti presentata dal gruppo dell'Idv e all'ordinanza sindacale sull'obbligo di guinzaglio e museruola per gli animali domestici, è stata convocata per settembre la riunione del tavolo tecnico sul problema randagismo, al quale oltre alle istituzioni interessate (Regione, Comune, Asrem), sono state invitate a partecipare anche le associazioni animaliste. Novità normative, infatti, riguardano anche la gestione dei canili.


CITTA' DELLA SPEZIA

26 AGOSTO 2009

 

Porto Venere (SP): via al controllo dei cinghiali

 

Provincia di La Spezia - Golfo dei poeti, Numerosi sono stati, nell’ ultimo periodo, gli avvistamenti di cinghiali sul territorio di Porto Venere. Molti sono stati, infatti, i cittadini che hanno segnalato presenze nella frazione capoluogo e nelle zona soprastanti le frazioni di Le Grazie e Fezzano denunciando danni sia all’ agricoltura che alle abitazioni. Tali segnalazioni hanno spinto il Comune ad intervenire insieme alla Polizia Provinciale e all’ Ambito Territoriale di Caccia della Spezia. L’ufficio Parco, dopo una stima del valore massimo di Cinghiali che il territorio può sopportare, ha elaborato un piano di controllo che ha avuto il via libera dall’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Tale strumento ha il duplice obbiettivo di arginare le emergenze nelle aree di maggior disagio e di realizzare un punto per la cattura e la marcatura dei cinghiali. La realizzazione di un recinto per la cattura, la marcatura ed il successivo rilascio permetterà di attirare lontano dalle zone agricole e dagli abitati gli animali fornendo dati utili sul reale numero di capi presenti, sul loro stato di salute, sulle loro abitudini e spostamenti. Fondamentale, in questo percorso, è stato il supporto fornito dai Coadiutori al controllo del cinghiale in Area Parco tutti volontari che hanno partecipato ad un corso di formazione per poter operare all’ interno dell’ Area Protetta. Propri questi ultimi, alcune sere fa, sotto il controllo della Polizia Provinciale, hanno provveduto all’ abbattimento di tre capi, di circa trenta chili ciascuno, in località Ulivo a Porto Venere.


ANSA AMBIENTE
26 AGOSTO 2009
 
AMBIENTE: RICERCATORI, FERMATE LA CACCIA ALLE VOLPI VOLANTI
 
ROMA - Esperti e animalisti chiedono al governo della Malaysia di vietare la caccia alle 'volpi volanti', i grandi pipistrelli che si nutrono di frutta, e che, se non verranno protetti, rischiano l'estinzione entro il 2015. Secondo l'appello dei ricercatori - pubblicato sul 'Journal of Applied Ecology' e riportato sul sito della Bbc - le grandi volpi volanti saranno completamente cancellate dalla penisola malaysiana se si continuera' a dar loro la caccia ai livelli attuali. Ogni anno, viene precisato, circa 22 mila di questi mammiferi volanti vengono uccisi legalmente, e ancora di piu' quelli cacciati illegalmente. Andando avanti cosi' le volpi volanti saranno estinte entro il 2015. Il responsabile della ricerca, Jonathan Epstein del Wildlife Trust, ha detto che questi animali ''mangiano frutta e suggono nettare, e facendo cio' poi diffondono semi e contribuiscono all'impollinazione. Cosi', sono fondamentali per la vita e la diffusione delle piante della foresta pluviale''. Secondo la piu' ottimistica stima, nella penisola della Malaysia vivrebbero ancora circa 500 mila volpi volanti.

ASYLUM

26 AGOSTO 2009

 

GUARDIANO COSTRETTO ALLA FUGA DA IPPOPOTAMO INFEROCITO

 

 

Secondo voi, l'ippopotamo è un animale feroce? Dite di no? Bè, secondo noi fareste meglio a ricredervi. Un po' come deve aver fatto il simpatico guardiano del Parco Nazionale delle Cascate Murchison, in Uganda, che come se niente fosse si è avvicinato un pochino troppo al docile animaletto. Il quale, però, era intento a pranzare, e non è stato affatto contento di venire disturbato proprio sul più bello. Risultato? Il povero guardiano, che in mano aveva solo un walkie talkie, è stato costretto a dare il meglio di sè come centometrista, inseguito dall'ippopotamo che nonostante le apparenze, assicurano gli esperti, non solo è uno degli animali più aggressivi al mondo, ma è anche in grado di raggiungere la bella velocità di 30 chilometri orari. E se pensiamo che la media di Usain Bolt sui 100 metri di Berlino era di 37 all'ora, per salvarsi il guardiano deve veramente aver superato se stesso. Ma probabilmente gli servirà di lezione: mai fidarsi delle apparenze....


CORRIERE DI RAGUSA

26 AGOSTO 2009

 

Ragusa: il contrasto al fenomeno da parte della Polizia provinciale

Bracconaggio negli Iblei, denunciati 2 cacciatori

Sono già stati messi in atto appositi servizi di pattugliamento anche notturno delle campagne iblee

 

Ragusa - In vista dell’apertura della stagione venatoria fissata per il prossimo 3 settembre il comandante della Polizia Provinciale Raffale Falconieri ha predisposto uno specifico programma di controllo dell’intero territorio provinciale con principale riferimento alle zone rurali dove maggiore è la presenza di fauna selvatica.
In particolare sono già stati messi in atto appositi servizi di pattugliamento anche notturno delle campagne iblee, per prevenire e reprimere, in questi giorni che precedono l’apertura della caccia, eventuali fenomeni di bracconaggio e di esercizio della caccia in periodo di generale chiusura dell’attività venatoria.Durante questi servizi di controllo sono stati sorpreso due cacciatori G.P. di anni 68 e P.Z. di anni 52, entrambi di Chiaramonte Gulfi, a svolgere illecitamente l’attività venatoria in contrada Mazzarronello in territorio del comune di Chiaramonte Gulfi. I due, con l’ausilio di un faro, al momento dell’intervento delle pattuglie operanti avevano già abbattuto 21 conigli selvatici che presentavano evidenti ferite da munizioni spezzate (cartucce a pallini di piombo). I due cacciatori sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria, il primo per l’ipotesi di reato di furto venatorio nonché, essendo per di più privo di porto d’armi uso caccia, anche per porto abusivo d’armi in violazione, mentre, P.Z. è stato denunciato per l’ipotesi di reato di esercizio della caccia in periodo di divieto generale e utilizzo di fari notturni per la cattura di fauna selvatica. Il fucile, i ventuno conigli abbattuti e tutto il materiale utilizzato per la caccia sono stati sottoposti a sequestro.


LA NUOVA VENEZIA

26 AGOSTO 2009

 

Cacciatori a Forte Tron contro i bracconieri

 

CA’ SABBIONI. (VE) - Gli episodi di bracconaggio degli ultimi giorni a ridosso di Forte Tron (foto) impensieriscono i Cacciatori Veneti che promettono di fare vigilanza comune con gli ambientalisti per arginare il fenomeno. Nei giorni scorsi l’associazione ambientalista Vas ha denunciato alle forze dell’ordine carcasse di animali morti e bossoli di cartucce da caccia in zone di Ca’ Sabbioni vicino a Forte Tron in cui è vietato sparare. «La nostra associazione - spiegano in una nota i Cacciatori Veneti - è da sempre impegnata nella lotta contro il bracconaggio. Per questo ai fini di una più stretta collaborazione tra la nostra associazione venatoria e gli organi preposti contro il bracconaggio, chiediamo che gli uffici della Provincia avviino un’indagine completa sul rinvenimento di carcasse morte di germano reale e di volpoca rinvenute nei pressi di Valle Averto e sulle carcasse di germano reale nei pressi di Forte Tron».


PAGINE MEDICHE

26 AGOSTO 2009

 

I migliori amici dell’uomo sono in sovrappeso

In Italia aumenta il numero di obesi sia tra gli uomini che tra gli animali

 

Secondo una recente indagine, infatti, i fidati amici a quattro zampe sarebbero sempre più oversize. Oltre il 46% dei gatti italiani sono in sovrappeso, e il discorso vale anche per i cani: circa il 36% supera il suo peso forma.Questo trend coinvolge tutti i Paesi europei; lo stesso risultato si è infatti registrato anche nel Regno Unito. Quali sono le caratteristiche dell’animale sovrappeso? Generalmente è ‘casalingo’ ovvero non passa molto tempo in giardino o all’aria aperta ma in appartamento; generalmente è sterilizzato e segue una dieta alimentare completamente sbagliata. Si è osservato però che percentualmente sono più grasse le taglie ‘intermedie’; il problema riguarda molto meno cani e gatti taglia XS e XL Ma la domanda principale è come mai i padroni non si accorgono di mettere a rischio la salute del proprio animale? Prima di tutto molti sono convinti che un animale più è grasso più è in salute; manca, soprattutto in Italia, l’abitudine di tenere sotto controllo la salute del proprio cucciolo con visite periodiche. Per garantire la salute dei nostri amati amici a quattro zampe è quindi importante farli mangiare nel modo giusto, dedicare un pò di tempo al movimento e portarli dal medico periodicamente. Insomma, gli stessi buoni consigli che dovrebbero seguire molti italiani sovrappeso.


IL TIRRENO

26 AGOSTO 2009

 

Animali, Pistoia è all'avanguardia

 

Francesco Albonetti

 

PISTOIA. Arriva il codice per i diritti degli animali. Una nuova legge che elimina, per esempio, la lista nera dei cani pericolosi, rende obbligatorio il microchip per i cani e la registrazione alla relativa anagrafe, trasforma in legge dello Stato le varie ordinanze comunali sul tenere i cani al guinzaglio e raccogliere i bisogni con la paletta. Controlli e regole più stringenti anche per i cavalli.  In realtà, Pistoia è abbastanza avanti sul fronte della tutela degli animali da compagnia. Così, la legge promossa ed accolta in modo bipartisan dalla sottosegretaria al lavoro della Lega Nord Francesca Martini, non porta novità eclatanti rispetto a quello che già esiste. Ecco la situazione.   Anagrafe canina e microchip. A Pistoia l’anagrafe canina, tenuta dal servizio veterinario dell’Asl 3, esiste già dal 1989. Da quella data ogni cane deve essere tatuato. Quattro anni fa, quando è entrata in vigore la possibilità di applicare microchip al posto dei tatuaggi, la nostra Asl si è subito adeguata e il piccolo supporto ha sostituito via via il tatuaggio per i nuovi iscritti. «Con la nuova legge - dicono all’Asl - l’unica novità sarà quella che il microchip potrà essere applicato anche dai veterinari liberi professionisti».   Comportamento dei cani nei centri urbani. «A Pistoia si sono susseguite le ordinanze comunali sul comportamento dei padroni degli animali nel centro urbano - dice l’assessore all’ambiente Mario Tuci - Soprattutto si sono rivolte al rispetto di tenere i cani al guinzaglio in alcuni giardini e di raccogliere le deiezioni su strade e marciapiedi. Negli ultimi anni, soprattutto, sono state elevate anche parecchie sanzioni da quando la Gav, le guardie volontarie, hanno affiancato nei controlli i vigili urbani. Molte però sono state contestate e i ricorrenti hanno vinto il ricorso. Sicuramente la normativa nazionale statale renderà molto più difficile farla franca per chi ricorre».   Accalappiacani e canili. Norme più stringenti in vista sugli appalti dei servizi di raccolta e sull’ospitalità nei canili. «Il Comune di Pistoia è già parecchio attento a questi aspetti - dice Giovanna Lotti, funzionaria dell’ufficio ambiente del Comune - il servizio di raccolta dei cani da quattro anni è affidato alla coop sociale Ipotesi che svolge un ottimo lavoro. Gli animali vengono recuperati sulla base delle segnalazioni che arrivano ai vigili urbani e, una volta al canile, c’è una prima fase di accoglienza nella quale vengono rintracciati i proprietari. Se si trovano, vengono sanzionati per omissione di custodia. Di solito i due terzi degli animali raccolti hanno un proprietario. Gli altri cani finiscono al Rifugio gestito dall’Enpa e vengono avviate subito le pratiche per l’affidamento e l’adozione».   Cavalli. Il codice per i diritti degli animali prescrive una serie di accorgimenti nei casi di manifestazioni e fiere. «Per la Giostra dell’Orso esistono norme rigide e controlli severi - dice l’assessore Tuci - e la vigilanza viene effettuata anche dalle associazioni animaliste. Vedremo poi cosa prescrivono in più le nuove norme e ci adegueremo».


LA ZAMPA.IT

26 AGOSTO 2009

 

Leggi bestiali di terra

 

ROBERTA MARESCI

 


Assurde, divertenti e paradossali, esistono delle leggi che tirano in ballo gli animali di terra, alquanto bestiali! Non si tratta di uno scherzo. E neppure di regole espressamente vietate a Gotham, tipica città degli sciocchi che prende il nome da un villaggio di Nottinghamshire, proverbiale per la stupidità dei suoi abitanti. Che dire della città di Baltimora, dov’è illegale portare un leone al cinema? Oppure della Florida, tanto per rimanere negli Stati Uniti, dov’è permesso portare a spasso un elefante a patto che, una volta legato ad un parchimetro, paghi la sosta come un qualsiasi veicolo? Due leggi pescate a caso tra le numerose che riguardano gli animali terrestri. “Insolita lex sed lex” direte voi (ossia “strana legge ma pur sempre legge”), ma in barba ad alcuni comportamenti troppo disinvolti, sono comunque una testimonianza della storia di un paese. Eccone tre esempi.
A Fairbanks (Alaska) è illegale per un'alce camminare sul marciapiede. Una legge curiosa che nacque molti anni fa, quando il padrone del bar cittadino possedeva un'alce come cucciolo domestico e si divertiva a farla ubriacare. L'alce poveretta barellava ubriaca per la città e così il popolo dovette coinvolgere le forze dell’ordine che, per prevenire questa scelleratezza, dovettero far emanare questa legge. Un modo come un altro per impedir all’animale di attraversare la strada per infilarsi nel bar. Oppure, se preferite, un metodo più elegante per vietare agli uomini di far sbronzare animali non avvezzi all’alcol!
In Francia, ad esempio, è proibito chiamare un maiale "Napoleone": perché? Tutto si riferisce a quella che al principio doveva essere «solo una piccola satira», come scrisse George Orwell a Gleb Struve nel febbraio 1944. Se qualcuno di voi ha letto “La fattoria degli animali”, saprà la risposta. È diventata la favola politica più celebre del ventesimo secolo, venduta in oltre trenta milioni di copie. In fondo è un ritratto alla degenerazione del potere. Anche quello assoluto conquistato dai maiali: un potere che passa prima con il controllo del latte e delle mele, poi con la dittatura di Napoleone, infine con il ritorno dello sfruttamento economico imposto dalla pace fatta tra gli ex nemici umani e i maiali, in grado di camminare su due zampe. Schematizzando, si presume che l’ispiratore della rivolta dei maiali, Old Major, ricopra il ruolo che fu di Lenin, alla cui morte in effetti si scatenò una lotta interna al partito, tra Stalin e Trockij. Con Trockij che fece una brutta fine, come quella che nel libro patisce il povero Snowball, azzannato e inseguito dal feroce seguito di Napoleon (per inciso, uno dei due maiali a capo della rivolta che, nell'edizione francese, fu ribattezzato Cesar, non fosse mai che qualcuno si sarebbe potuto offendere!
In Arizona è illegale cacciare cammelli: perché? Il fatto risale al 1870. Quando il governo degli Stati Uniti rimase folgorato dall’uso dei cammelli come mezzo di trasporto robusto e a basso consumo. Tanto che ne fu ordinato uno stock da portare in Arizona e New Mexico. Solo che nel Sahara non ci sono cactus e le povere bestie si azzoppavano per le spine e si ferivano il musetto nel mordere quei carnosi serbatoi d’acqua. Così il presidente del Messico li ricevette tutti in dono. Il punto è che la carovana guadando il Rio Fuerte fu notata dai mayo che, ritenendo brutti e demoniaci i cammelli, cominciarono a cacciarli: per fortuna che nessuna freccia riuscì a colpirli, anche se questi cammelli finirono i loro giorni nello zoo della Città del Messico.

 

 

 

 

            26 AGOSTO 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

 

ANSA
26 AGOSTO 2009
 
NATE 4 SCIMMIETTE CON DNA DI DUE MAMME E UN PAPA'
 
ROMA - Nate quattro scimmiette sane 'con due mamme e un papa'': infatti i cuccioli sono nati dalla fecondazione di una cellula uovo contenente il Dna di due scimmie femmine, una delle quali ha fornito solo il Dna dei 'mitocondri', le centraline elettriche delle cellule. Reso noto sulla rivista Nature, il lieto evento, senza precedenti, è stato ottenuto con un nuovo metodo di fecondazione assistita che in futuro potrebbe permettere di concepire bambini sani anche se la mamma è portatrice di malattie genetiche a carico del Dna mitocondriale. Il lavoro è stato condotto da Shoukhrat Mitalipov dell'Oregon National Primate Research Center and Oregon Health and Science University presso Beaverton. I mitocondri sono microscopici organelli presenti in tutte le cellule deputati alla produzione di energia che serve loro per vivere. Sono dotati di un codice genetico a sé, custodito al loro interno e distinto dal Dna della cellula (detto Dna nucleare).
I mitocondri sono un 'lascito' esclusivamente materno, infatti i figli ereditano solo quelli della mamma. Se sul Dna mitocondriale materno ci sono mutazioni, quindi, la mamma può trasmettere ai figli malattie anche gravi che causano disabilità e morte. Si conoscono almeno 50 malattie legate a difetti genetici a carico del Dna mitocondriale e negli anni passati un'equipe di scienziati guidata da Patrick Chinnery dell'università inglese di Newcastle ha creato embrioni umani con due mamme e un papà, trapiantando l'ovulo appena fecondato di una donna nella cellula uovo di una seconda donna svuotata del proprio Dna e in cui sono rimasti solo i mitocondri. In pratica i ricercatori hanno ottenuto embrioni umani (distrutti pochi giorni dopo) usando il Dna mitocondriale di una donna sana e il Dna nucleare di una donna i cui mitocondri sono invece ammalati. In questa maniera la malattia mitocondriale non sarebbe trasmessa al nascituro.
I ricercatori Usa hanno ottenuto lo stesso risultato su scimmie rhesus, ma con un metodo diverso e portando a compimento lo sviluppo embrionale fino alla nascita dei cuccioli: hanno preso il Dna nucleare della cellula uovo della futura mamma scimmia portatrice di difetti genetici a carico del Dna mitocondriale, lo hanno trasferito in una cellula uovo sana di una seconda scimmia, cui hanno precedentemente tolto il Dna nucleare, infine hanno fecondato questa cellula uovo 'chimera' (col Dna di due 'mamme'). Gli embrioni ottenuti sono stati impiantati nell'utero di tre scimmie e dalle tre gravidanze sono nate quattro scimmiette sane. Questo metodo, affermano gli esperti, potrebbe essere usato per prevenire malattie genetiche legate al Dna dei mitocondri anche nell'uomo.

ADUC SALUTE

26 AGOSTO 2009

 

AMERICHE - USA
FDA blocca la sperimentazione clinica di un medicinale derivato dalle staminali embrionali

 

Ritardati i test clinici sugli esseri umani di un derivato delle staminali embrionali che riparerebbe le lesioni al midollo spinale. Medicinale prodotto dalla Geron Corporation.
La Food and Drug Administration sta ricontrollando i risultati degli studi condotti sugli animali con il GRNOPC1. La Compagnia prevedeva di testare il prodotto sugli esseri umani, ma la FDA ha rimandato i test, e non si sa quanto i controlli dureranno.Il prodotto deriva da cellule staminali embrionali, e Geron lo ha testato in 24 ricerche su cavie animali.Geron prevedeva di testare il medicinale su persone diventate paraplegiche: abili a muovere le braccia, ma non a camminare. I pazienti avrebbero ricevuto dosi di GRPNOPC1 entro due settimane dall'incidente.Le azioni della Geron sono scese di 95 centesimi, a 6,28 dollari Usd.


CORRIERE ADRIATICO

26 AGOSTO 2009

 

Insorge la Lav “Dubbia utilità”

 

Ancona L’esperimento condotto dall’Università Politecnica delle Marche è “l'ennesimo che ha coinvolto animali per scopi di dubbia e incerta applicazione”. Lo rileva in una nota la Lega Anti Vivisezione (Lav). “Secondo Saverio Cinti, responsabile della sperimentazione - ricorda la nota - la conversione di cellule adipose adulte in cellule staminali pluripotenti indotte, potrebbe essere in grado di curare obesità e diabete”. Ma secondo la Lav, “oltre alle ovvie implicazioni morali legate alla sperimentazione animale, anche dal punto di vista scientifico lo studio rimane dalle dubbie finalità”.

 
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