VIRGILIO NOTIZIE
26 LUGLIO 2010
Ucraina/ Strage randagi con veleni e forni: animalisti denunciano
In vista degli Europei al via ripulisti con metodi crudeli
Roma - A lanciare l'allarme é stata qualche tempo fa la Peta (People for the Ethical Treatment of Animals), l'organizzazione internazionale che si occupa della protezione degli animali. Appena finiti i Mondiali in Sudafrica ha promosso una petizione contro i metodi giudicati crudeli che le autorità ucraine sembra stiano adottando per ridurre il numero di animali randagi e abbandonati che circolando per le strade di tutto il paese in vista dei prossimi Europei in calendario tra meno di due anni. Secondo la Peta e alcune organizzazioni animaliste locali come la Sos Animals Society Kiev und Sos Chats Noiraigue, città e comuni hanno deciso di fare pulizia senza andare troppo per il sottile con le bestie, soprattutto cani, che verrebbero avvelenate, uccise con armi da fuoco o arse vive. La situazione sarebbe grave soprattutto i n posti come Lysychansk o Mariupol, dove sarebbe diffuso addirittura il metodo di mettere nei forni i cani. I responsabili della Peta riferiscono addirittura di un crematorio mobile. Al di là della brutalità dei metodi e della questione di Euro 2012 il problema dei randagi nelle città ucraine è consistente: si calcola che nella sola capitale Kiev ne circolino circa 30.000. Già nel 2007 il consiglio comunale ha adottato un progetto per 76 milioni di grivne (circa 7,6 milioni di Euro) per far fronte all'emergenza, ma senza troppo successo. Il programma prevedeva sterilizzazioni, creazioni di nuovi canili in ogni quartiere ed educazione pubblica. Per gli animalisti si dovrebbero sterilizzare circa 15.000 all'anno per riportare sotto controllo il fenomeno, ma nel 2009 sono stati solo 3.000 gli interventi effettuati. Mancanza di denaro e cattivo management sono alla base del fallimento del programma, con gli stessi addetti ai lavori che non sanno pi&ugra ve; come fare. "Potremmo sterilizzare 7.000 cani all'anno - ha detto al Kyv Post Vadim Teplyuk, vice direttore di una clinica veterinaria statale della capitale - ma per l'anno corrente non abbiamo ricevuto nessun sussidio". Per Iryna Tereshchenko della Youth Animal Protection League di Kiev un problema di fondo è anche la mancanza di sensibilità generale nei confronti degli animali, non solo agli alti livelli di chi dovrebbe distribuire fondi e attuare programmi. Il volontariato non basta, soprattutto a farlo sono studenti o pensionati che spesso con la misera pensione si occupano anche degli animali nei canili. Fino al 31 luglio a Kiev sono riunite diverse organizzazioni locali e internazionali sotto l'egida della Peta per discutere della situazione degli animali randagi e dei presunti eccessi segnalati in alcune località. Una spinta verso una presa di posizione più consapevole e conforme agli standard internazionali da parte delle autorità ucraine è già venuta proprio dall'Uefa, per bocca del suo delegato per gli Europei del 2012. Martin Kallen ha invitato i responsabili a cercare soluzioni più morbide.
LA REPUBBLICA
26 LUGLIO 2010
Spara al cane del vicino perchè invade la sua proprietà
Protagonista dell'episodio un 80enne di Tornolo che ha ferito l'animale, un Lagotto, perchè continuava ad entrare nel suo terreno. Weekend di operazioni da parte dei carabinieri in provincia: diverse le persone fermate per guida in stato d'ebrezza
Stanco di vederlo entrare nel suo campo ha preso il fucile e gli ha sparato. Storie di ordinaria "convivenza" a Bedonia dove ieri i carabinieri hanno denunciato in stato di libertà, per “ detenzione illegale di armi, esplosioni pericolose e maltrattamento di animali”, un ultra 80enne. I militari hanno ricevuto la segnalazione che vicino a Tornolo era stato ferito, con un colpo di fucile, un cane di proprietà di una persona del luogo. Dopo alcune indagini gli uomini dell'Arma hanno scoperto che un anziano, domiciliato in un’ abitazione attigua a quella del proprietario del cane, aveva esploso un colpo di fucile contro l’ animale (risultato ferito in modo non grave nella parte sinistra del corpo) non appena il cane era entrato nel suo fondo, poiché era infastidito da tale condotta.
Nella casa dell'uomo, a conclusione di un’ accurata perquisizione domiciliare, è stato ritrovato un fucile calibro dodici: arma illegalmente detenuta a Tornolo poiché l’ uomo, titolare di una licenza di porto di fucile uso caccia scaduta da 2 anni e mai rinnovata, era stato autorizzato a custodirla ma solo nella propria abitazione di effettiva residenza, ubicata in un altro comune della provincia. Per tale motivo l’ arma e le munizioni sono state sequestrate e l’ uomo segnalato all’autorità giudiziaria.[...]
GAZZETTA DI PARMA
26 LUGLIO 2010
Spara al cane del vicino: anziano denunciato a Tornolo
Tornolo (PR) - Il cane del vicino lo infastidiva, entrando nel suo fondo, così un anziano di Tornolo gli ha sparato un colpo di fucile. L'animale è stato ferito, anche se non era grave, mentre il gesto violento è costato all'anziano una denuncia da parte dei carabinieri della stazione di Bedonia.
Il protagonista della vicenda è un ultra 80enne che abita vicino a Tornolo. Quando è stato udito il colpo di fucile, qualcuno ha chiamato il 112. I carabinieri hanno trovato l'anziano che, con atteggiamento collaborativo, ha spiegato che quel cane Lagotto andava spesso a casa sua. Così l'anziano, infastidito, ha sparato all'animale, ferendolo in modo non grave nella parte sinistra del corpo. I militari hanno perquisito la casa dell'anziano, trovando un fucile calibro 12, 108 cartucce calibro 12 e 108 cartucce calibro 20, regolarmente denunciate ma illegalmente detenute in Tornolo poiché l’uomo, titolare di una licenza di porto di fucile uso caccia scaduta da due anni e mai rinnovata, era stato autorizzato a custodirli solo nella propria abitazione di residenza (che si trova in un altro comune dell'Appennino). L'anziano è stato denunciato in stato di libertà per detenzione illegale di armi, esplosioni pericolose e maltrattamento di animali.
VIRGILIO NOTIZIE
26 LUGLIO 2010
Far Oer: balene pilota massacrate. Molte erano gravide. Ma perché l'Ue non ferma la mattanza?
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Far Oer (isole della danimarca): 236 esemplari di balene pilota o delfini balena (Globicephala melas conosciuti come balene pilota perchè più che assomigliare a dei delfini sembrano più delle balene appartenenti alla famiglia dei Delphinidae) specie protetta, prima fatte spiaggiare e poi tagliuzzate. Molte erano gravide... Un attivista di Sea Shepherd, Peter Hammarstedt si è finto studente per riprendere la mattanza di Klaksvik.
Lo fanno per tradizione, è il rito di passaggio dei giovani all’età adulta, ma l'Ue non li blocca? L'uccisione è regolamentata e secondo la Danimarca l'animale entro 30 secondi muore dato che gli viene tranciata la spina dorsale... Ma pare che l'attivista non sia d'accordo, dice che per ucciderle devono essere colpite più volte (ovviamnete sono animali grossi) e ci mettono alcuni minuti prima di morire e non 30 secondi. Inoltre i piccoli trovati dentro la piancia della mamma sono stati lasciati lì ad agonizzare... Ma perché? Come si fa? Dov'è il rispetto per i diritti degli animali?
LA ZAMPA.IT
26 LUGLIO 2010
Londra, condannato per aver annegato uno scoiattolo
Sentenza esemplare a Burton on Trent In Scozia un pub promuove bottiglie di birra foderate con la pelle del roditore
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LONDRA - Tempi duri in Gran Bretagna per chi maltratta gli animali selvatici. Il primo cittadino a fare le spese dell’Animal Welfare Act, la legge del 2006 che tutela i diritti degli animali, è stato Raymond Elliot, un pulitore di vetri 58enne di Burton on Trent, condannato a sei mesi di libertà condizionata e al pagamento di 1.547 sterline di costi legali. L’accusa è quella di avere annegato uno scoiattolo grigio, specie protetta in Inghilterra.
La corte di Burton on Trent ha sentito l’uomo, che si è giustificato accusando l'animale di rubare costantemente il cibo dei suoi uccelli. I continui furti avevano già fatto perdere le staffe a Elliot che aveva acquistato una gabbia per tentare di intrappolarlo. Fallito il tentativo, ha infine deciso di risolvere il problema una volta per tutte, annegando il roditore.L’associazione animalista Royal Society for the Protection of Animals (RSPCA), che ha intentato la causa all’uomo ha affermato che questo non è un caso isolato: le torture contro gli scoiattoli continuano in tutto il Paese. Il pubblico ministero John Sutcliffe, pur applicando la legge, si è detto dispiaciuto per la sentenza:«Da 30 anni faccio questo lavoro e per la prima volta provo compassione per qualcuno», ha aggiunto il magistrato. La sentenza è avvenuta pochi giorni dopo la notizia e le immagini di quattro bottiglie di birra scozzese rivestite di pelle di scoiattolo, vendute a 700 sterline l'una (circa 840 euro). La bevanda, chiamata "The End of History" ("La fine della storia"), è stata ottenuta da bacche di ginepro e viene servita in bicchieri da whiskey. Le bottiglie avvolte in pelle di scoiattolo imbalsamato hanno suscitato l'orrore degli animalisti. «È un'idea perversa», h a commentato alla Bbc Libby Anderson, dell'associazione "Avvocati degli animali". Le quattro bottiglie sono state vendute in sole quattro ore come altre sette bottiglie avvolte in pelle di ermellino, riferiscono al pub scozzese Brewdog che ha ideato la macabra trovata pubblicitaria e organizzato la vendita delle birre extra forti da 55 gradi.
IL SECOLO XIX
26 LUGLIO 2010
Oggi sposi, "testimone" la cagnolina
la storia
Insolita cerimonia a Palazzo Sisto: i due neoconiugi e, tra di loro, l'inseparabile Greta
Dario Freccero
Savona. Le condizioni per sposarsi lei non le ha poste al marito ma al Comune: «Io mi sposo ma solo se posso farlo con Greta» ha detto giorni fa un'arzilla signora alla segreteria del Comune prendendo contatti per fissare data e tempi delle nozze civili. «In che senso? Chi è Greta?» devono averle risposto a Palazzo Sisto. «Greta è la mia cagnolina e senza di lei non se ne fa nulla, è la mia testimone, non può mancare, vedete voi se il vostro regolamento la può contemplare e se c'è qualche celebrante che lo accetta, altrimenti lasciamo stare e mi sposo altrove» dev'essere stata la replica di Anna Maria Lucido, aspirante sposa non giovanissima ma solare, spiritosa e stra-animalista.
A quel punto a Palazzo Sisto hanno verificato la possibilità di celebrare un matrimonio con la presenza di animali domestici e soprattutto iniziato a cercare un consigliere comunale o assessore con spiccata sensibilità animalista disposto a celebrare il rito in modo quantomeno originale, visto che era chiaro che Greta sarebbe stata la vera protagonista dell'evento. Il primo problema, sul regolamento, ha trovato responso positivo: non c'è nulla di vietato, salvo ovviamente che non si tratti di indicare il cane come testimone ma semplicemente di tenerlo tra i presenti, e posto che sia un cane buono, che non disturba. Mentre il secondo quesito è stato risolto dalla disponibilità di Isabella Sorgini, assessore alle politiche sociali che proprio sabato aveva celebrato il suo primo matrimonio ed emozionatissima non vedeva l'ora di rifarlo. E così ieri mattina a Palazzo Sisto si è svolta una funzione che definire singolare e colorita è poco. La Sorgini in fascia tricolore e davanti a lei una coppia di simpatici sposini tenerissimi - Mario Berardi di Vado e la sua adorata Anna Maria Lucido - ma con l'aggiunta dell'irresistibile Greta, barboncina che per l'occasione era vestita come un confetto: come la sposa-padrona aveva un vestitino di raso bianco e persino un cerchietto sul muso. Un quadretto simpatico di fronte al quale la Sorgini ha celebrato in modo ineccepibile, cercando di rispettare la forma nonostante tutto, con Greta presissima dal rito e mai sopra le righe: neppure un bau, solo qualche sbadiglio. «La cagnolina è stata bravissima - conferma l'assessore - la sposa non l'ha messa a terra neppure un istante: né per il bacio di rito e neppure per lo scambio degli anelli. Non ha avuto un trattamento da bambino, molto di più. È stata una cosa simpatica».
LA NUOVA VENEZIA
26 LUGLIO 2010
Non abbandonate i gattini
Qualche giorno fa alcuni volontari hanno messo in salvo a Venezia Sant’Elena tre gattini affamati, assetati e spauriti, che erano stati abbandonati. Sono stati poi portati nel rifugio comunale a Malamocco gestito dall’Associazione Dingo dove sono stati controllati e curati. I due maschietti sono già stati fortunatamente adottati, mentre la femminuccia tricolore è in attesa di un’adozione sicura, al pari di molti altri, salvati da varie persone sia in città che nelle isole che in terraferma. Ricordiamo che l’abbandono degli animali, oltre a essere un atto vigliacco e criminale, è un reato perseguibile penalmente. Contrariamente a quanto ritenuto da chi non ha diretta esperienza, i gatti (soprattutto i cuccioli e quelli abituati in casa) non si arrangiano ma devono essere quotidianamente nutriti, curati e protetti dalle varie insidie sia naturali che umane (molti sono gli atti di violenza, di crudeltà e di insofferenza nei loro confronti). La sterilizzazione è una risposta obbligatoria a una moltiplicazione insostenibile, sostenuta dalla legislazione vigente in materia di prevenzione del randagismo, soprattutto quando non si trovano collocazioni affidabili e - come in questo caso - si buttano i cuccioli in strada o in canale (una volta era la prassi per limitare le nascite) o si sotterrano ancora vivi (pratica ancora attuale in certe zone) o si lasciano a sicura morte nelle barene e isole abbandonate. La situazione del randagismo è drammatica: ogni giorno occorre affrontare emergenze varie; ogni giorno arrivano appelli disperati anche da altre zone, soprattutto dove manca quasi del tutto una cultura di rispetto e provvedimenti istituzionali, senza contare quei Paesi dove cani e gatti randagi vengono barbaramente uccisi. Abbisognano, anche qui a Venezia, fondi e volontari e un indispensabile ricambio generazionale. Quindi un sentito appello: per adottare responsabilmente i tantissimi gatti, cani, ecc che hanno urgente bisogno di trovare casa. (ce ne sono di tutte le età, razze, colore, ecc.); per non abbandonarli (in caso di necessità si contattino le istituzioni competenti, i veterinari pubblici e privati e le associazioni protezioniste) e per collaborare nelle varie forme con i gruppi e i volontari che quotidianamente affrontano il duro ma gratificante compito di salvare e proteggere esseri senzienti indifesi, trattati purtroppo troppo spesso come oggetti. * Associazione Vegetariana Lido di Venezia - Cristina Romieri *
NEW NOTIZIE
26 LUGLIO 2010
Maura Anastasia: se mi abbandoni mi uccidi
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La fotomo della Maura Anastasia non perde un’occasione per sfruttare la sua notorietà in favore degli animali , questa volta ha però voluto anche stupire, rendendosi protagonista di un’immagine tanto significativa quanto provocatoria. La foto è decisamente sexy, pur considerando la tristezza del fenomeno che rappresenta: l’abbandono degli animali, la piaga estiva flagello dell’epoca contemporanea e della civiltà. Chi è civile infatti , degno quindi di vivere nella società così come la conosciamo, un animale non lo abbandona, perché “un animale” è una vita, non è altro, non è qualcosa in meno.
Una foto: legata ad un guard rail con un guinzaglio, Maura Anastasia sembra aspettare chi l’ha lasciata lì, senza motivo e con una crudeltà della quale pare siano dotati solamente gli esseri umani. Certo, viene da chiedersi, chi lascerebbe in mezzo alla strada una così bella donna? Probabilmente nessuno, ma quanti faranno fare la stessa fine al “proprio” cane? Quanti l’hanno già fatto? Quanti cani saranno a morire atrocemente di fame e soprattutto di sete quest’estate, per colpa di qualche criminale? Parole troppo forti? No, l’abbandono di animali è infatti un reato, penale, per il quale in Italia è previsto anche il carcere. La legge 189/04, fortemente voluta dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini, ha inasprito non poco le pene per chi si macchia di un simile comportamento. Ma forse, nonostante tutto, è ancora poco, il reato in questione è davvero troppo odioso per evitare di parlarne e di provare, ancora una volta a migliorare le leggi vigenti.
Maura Anastasia, attraverso questo scatto, chiede a chi di dovere anche questo, un aggravio della pena, per chi decide di sbarazzarsi del proprio cane, buttandolo da qualche parte e condannandolo a una fine maledettamente terribile. La fotomodella è legata, a simboleggiare una prigionia reale dei quattro zampe rispetto alla fine che sicuramente faranno , se qualcuno non verrà a salvarli, ma spesso i condannati a morte vengono scaricati su una strada in piena libertà, ed è così che finiscono sotto le macchine che passano, rimanendo feriti e agonizzanti fino alla fine. Ma c’è di più, il rischio è quello che spaesati, spaventati, sofferenti, gli animali vaganti provochino involontariamente incidenti stradali che seguendo le statistiche, si rivelano, in diverse occasioni, anche letali. E’ questa la civiltà che vogliamo? Maura Anastasia ha gridato a gran voce il suo no.
IL PICCOLO
26 LUGLIO 2010
Il ministro Brambilla in campo per riammettere i cani sulle spiagge vietate di Grado
di FABIO MALACREA
GRADO (GO) - «Cani messi al bando a Grado? Ci penso io». Il ministro Michela Vittoria Brambilla raccoglie la segnalazione di una turista bresciana reduce da una vacanza sull’Isola con il suo Shihtzu, e annuncia un’ordinanza per trasformare tutti i Comuni costieri, Grado compresa, in ”animal friendly”. Che a Grado da quest’anno la vita sia difficile per i cani e i loro proprietari è un dato di fatto: agli animali da aprile a ottobre non solo sono vietate le spiagge, ma anche la diga, con sanzioni pesanti: da 25 a 500 euro sulle spiagge, da 75 a 800 euro sulla diga. Le ultime ”vittime” sono di questi giorni: ben quattro proprietari sorpresi e multati con i loro cani in Costa Azzurra. I cartelli di divieto sono espliciti. Si trovano dappertutto. Salvo casi eccezionali, i vigili applicano la sanzione del doppio del minimo: 50 e 150 euro. Ma va molto peggio se si capita sotto le sgrinfie della Capitaneria: si rischiano anche conseguenze penali. Ora le cose potrebbero cambiare. Grazie a Luna, una Shihtzo di cinque chili, o meglio della sua padrona, Antonella Corica, una caparbia turista bresciana che si è sentita offesa dal trattamento che Grado ha riservato a lei e alla sua inseparabile quattrozampe durante un mese di ferie trascorso sull’isola. Al rientro a Brescia, la turista è riuscita a interessare del problema il ministro Brambilla, spiegando la sua avventura sull’Isola. E la segreteria del ministro le ha subito risposto anticipandole che «il Comitato per la creazione di un’Italia animal friendly, istituito presso il Ministero del Turismo, ha elaborato un’ordinanza-tipo che garantirà ai proprietari la possibilità di portare in spiaggia i propri animali». Il testo dovrebbe essere inviato entro luglio agli oltre 600 sindaci di comuni costieri italiani. L’ordinanza prevede l’individuazione di un tratto di spiaggia libera ”animal friendly” destinata ad accogliere gli animali d’affezione che potranno anche fare il bagno davanti alle spiagge. L’accesso sarà consentito ai cani regolarmente iscritti all’anagrafe canina e pone ai proprietari l’obbligo dell’eliminazione delle deiezioni e naturalmente il controllo. Ai Comuni ”ricettivi”, inoltre, potrebbero andare dei ”premi”, in termini di agevolazioni e promozione. Anche Grado dunque potrebbe essere costretta ad adeguarsi. Ci spera la turista: «Io vivo in simbiosi con la mia Luna - ha detto ieri Antonella Corica - e mi sono sentita maltrattata in una località che mi vietava di fatto di frequentare la spiaggia o fare una passeggiata. A dire il vero qualche vigile comprensivo mi ha detto che potevo tentare. Ma solo prima delle 7 o dopo le 20. Assurdo. Ho chiesto di poter parlare con il commissario Blarasin ma questi, pur sapendo che io a fine giugno rientravo a Brescia, mi ha fissato appuntamento per il 2 luglio. Altri vigili mi hanno consigliato di andare al mare dalle parti di Pineta. Già, proprio dove, poche settimane fa, un signore ha rischiato di finire risucchiato nella melma».
GUIDE SUPER EVA
26 LUGLIO 2010
Consigli per viaggiare con amici animali
Ecco qualche consiglio per i padroni che si porteranno gli amici a quattro zampe in vacanza..
E’ bello portarsi gli amici animali in vacanza.. per chi li ama naturalmente.
Ecco qualche consiglio per i padroni che si porteranno gli amici a quattro zampe in vacanza.. L’ auto è sicuramente il mezzo preferito, meglio munirsi di trasportino se abbiamo un gatto, sicuramente più selvaggio e difficile da gestire se lasciato libero. per i cani le loro cinturine di sicurezza da attaccare ai ganci delle nostre e bisogna tenerlo rigorosamente dietro sul sedile posteriore senza che invada la postazione anteriore. Meglio non farli mangiare prima di partire, è pur sempre uno stress viaggiare.. potrebbero avere fastidio. Attenzione a non tenere l’ aria condizionata troppo alta e se il percorso è lungo è necessario fermarsi per soste dove farli bere, sgranchire un po’ e fare i bisogni (da raccogliere e buttare nel cestino).Se si sceglie il motorino è necessario proteggere occhi e orecchie per evitare di farli ammalare di congiuntivite oppure otite cronica. Non devono ridurre la visibilità del conducente, meglio posizionarli dietro, e devono essere abituati onde evitare imprevisti causati da uno spavento .. In treno, pulman, tram e simili sono accettati di buon grado, pagando il biglietto anche per loro, solo se di piccola taglia. Meglio scegliere mezzi non troppo affollati. Anche in aereo sempre più spesso si vedono i padroni col trasportino ed il proprio amico. In nave bisogna stare molto attenti, meglio evitare di metterli nelle gabbie situate nelle stive, le condizioni climatiche e ambientali potrebbero essere addirittura letali. meglio scegliere compagnie attrezzate per permettere un accesso in cabina col padrone. Viaggio molto meno traumatico e più sicuro.
MESSAGGERO VENETO
26 LUGLIO 2010
Carne di struzzo? Buona anche per la salute
POZZUOLO (UD). Diventata un appuntamento ormai tradizionale dell’estate friulana, la “Sagra dello struzzo”, che si animerà a Pozzuolo fino al 1º agosto, a ogni edizione continua a presentarsi con diverse novità. A partire dalle proposte enogastronomiche, che grazie all’impegno di oltre un centinaio di volontari continuano a essere all’insegna della qualità e del prezzo a portata delle famiglie. Pertanto, il menu a base di carne di struzzo, rigorosamente nato e allevato in Friuli, quest’anno si arricchisce di un nuovo piatto: gli straccetti di filetto, cucinati sul momento dalle signore del paese. Che quindi vanno ad aggiungersi alle specialità che hanno già conquistato un’ampia platea di pubblico, come il brasato, la tagliata, le scaloppine ai funghi, ma anche le polpette e, ovviamente, il sugo per condire gli gnocchi di patate. La festa di Pozzuolo, però, è all’avanguardia anche nel modello organizzativo all’insegna del socialmente responsabile. Infatti, è ormai consolidato l’utilizzo di piatti di ceramica e posate in metallo, oltre alla gran parte dei bicchieri in vetro. Questa scelta “controcorrente”, avviata in maniera decisa ormai quattro anni fa, consente di abbattere la produzione di rifiuti e, oltretutto, di migliorare la percezione gustativa di piatti e bevande. Ci guadagnano, così, sia l’ambiente sia gli ospiti. Va detto che lo struzzo da diversi anni “parla” anche friulano. Infatti, la produzione locale di questi animali, presenti però dall’inizio degli anni 90 anche sul territorio pozzuolese in diversi allevamenti, si candida a soddisfare le esigenze del mercato con i propri prodotti. Veri pionieri in Friuli di questo settore sono stati proprio gli allevatori di Pozzuolo, in grado di proporre ai consumatori locali un prodotto genuino, garantito e d’altissima qualità. La carne di struzzo è povera di grassi, ma ricca di proteine e ferro, adatta quindi alle diete alimentari equilibrate a protezione della nostra salute. Dello struzzo inoltre si utilizza tutto, una specie di “maiale del nuovo millennio”: la pelle è molto pregiata, le uova valgono come trenta di quelle di gallina mentre i resistenti gusci si utilizzano come lampade e soprammobili, le piume come ornamento, e c’è anche chi ha provato a cavalcarlo (in Sudafrica ci fanno anche le corse a premi). Però, già nei ricettari dell’antica Roma, Apicio indicava la carne di struzzo come molto prelibata e di uso frequente nelle mense più ricche, probabilmente anche quelle di Aquileia.
MATTINO DI PADOVA
26 LUGLIO 2010
Dopo i fuochi le galline non fanno più uova
CURTAROLO (PD). I fuochi d’artificio fanno smettere le galline di fare uova. Che non facciano bene agli animali è risaputo, ma che spaventino i pennuti da inibirli per giorni sembrerebbe alquanto singolare. Eppure capita. A Pieve di Curtarolo regolarmente da anni succede in concomitanza con i festeggiamenti della sagra del Carmine. I botti sparati nell’ultima sera spaventano talmente le galline che per qualche giorno non producono più uova. Ed è ogni volta polemica, tanto che quest’anno è arrivato un esposto al sindaco per eliminare o quanto meno spostare in altro sito lo spettacolo pirotecnico. Così non è stato e martedì sera verso la mezzanotte un’esplosione di fuochi ha illuminato il cielo sopra la chiesa che domina il paese, chiudendo al meglio la manifestazione. Qualche anno fa problemi simili erano stati riscontrati in una stalla. I fuochi d’artificio spaventavano talmente le mucche che per giorni non producevano più latte. «Ci rendiamo conto che agli animali lo spettacolo pirotecnico non fa bene - ammette il sindaco Marcello Costa - I cani per primi ne soffrono, ma anche i cavalli, le mucche e pure le galline. Diventa difficile però abolirli. E’ una tradizione che si rinnova da decenni. Se si dovessero togliere i fuochi, ma anche le giostre e la musica perché disturbano, non avrebbe più senso nemmeno fare la sagra».
GEA PRESS
26 LUGLIO 2010
Incredibile. Per il palio a Ronciglione (VT) vogliono ricorrere contro l’Ordinanza del Sottosegretario Martini.
Ma se non fa paura a nessuno.
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GEAPRESS – Ci voleva proprio un Assessore che si ostinasse a voler far correre i cavalli nell’asfalto a far smuovere qualcosa sull’Ordinanza del Sottosegratio Martini relativa allo svolgimento dei palii di cavalli. A Ronciglione (VT) di lanciare i cavalli senza fantino in un percorso di sabbia, al posto di duro asflato e sanpietrini, proprio non ne vogliono sapere.Si prepara perciò il ricorso al TAR, perchè l’Ordinanza, secondo l’Assessore Riccardo Paradisi, arrecherebbe danno economico. Eppure basterebbe poco per rispettare l’Ordinanza che tutela le tradizioni, come accaduto a Sedilo (vedi articolo GeaPress) ove la tremenda corsa dell’Ardia si è svolta anche quest’anno senza problemi.Vedremo cosa dirà il TAR, tanto, a parte Ronciglione, l’Ordinanza Martini ha dimostrato di non far paura a nessuno.
MESSAGGERO VENETO
26 LUGLIO 2010
Animalisti contro la corsa degli asini
Porcia (PN). Torna la protesta contro la corsa degli asini di Porcia, in programma il 14 agosto. Gli animalisti hanno avviato, infatti, una mobilitazione via mail, indirizzata alla Parrocchia e alla Pro Porcia, con la quale si chiede che la manifestazione sia sospesa «e per gli anni a venire sostituita da un evento che non utilizzi animali». In relazione alla prossima edizione, nel caso non si volesse sospenderla, si invita «a proteggere il percorso per attutire impatti e cadute, a garantire la presenza di un veterinario ufficiale e a fare in modo che siano rispettate le condizioni di sicurezza, inclusa la presenza di un’ambulanza veterinaria per equini». Inoltre «il fondo delle piste o dei campi su cui si svolge la manifestazione deve essere idoneo ad attutire l’impatto degli zoccoli degli equidi ed evitare scivolamenti» e non deve «nemmeno essere presa in considerazione l’ipotesi della salita dell’asino al campanile». Gli animalisti rimarcano che «gli asini non sono per loro natura inclini allla corsa e durante la gara i fantini incitano gli asini a correre, anche spaventandoli. Le condizioni della competizione non sono conciliabili con le esigenze e le caratteristiche etologiche peculiari degli asini, che sono animali per loro natura mansueti, i quali corrono solo quando fortemente spaventati. Questo “spettacolo” – concludono gli animalisti – non è per nulla edificante per i tanti bambini e ragazzi che interverranno alla manifestazione, in quanto eventi come questo incoraggiano il disprezzo nei confronti dei più deboli».
GEA PRESS
26 LUGLIO 2010
Nuovo terremoto nel circo italiano.
Moira perde Orfei ![]()
GEAPRESS – Dopo il primo cataclisma sull’annunciata espulsione del Senatore Livio Togni (vedi articolo GeaPress e successiva intervista) dalla principale associazione di categoria circense, arriva ora la sentenza del Tribunale di Torino che ha rigettato il ricorso del marito di Moira, Walter Nones, ai danni della parente Viviana Orfei. L’oggetto del contenzioso era l’uso … del cognome! La signora Viviana, pertanto, sarà così legittimata all’uso del suo cognome!!!In effetti il nome della Signora Viviana era recentemente stato tirato in ballo per una strana e brutta storia relativa al presunto abbandono del padre Orlando, in Brasile. Fatto subito smentito dalla figlia, la quale ora si riprende la rivincita di potere presentare a favore della tesi sull’uso del proprio cognome, una autorizzazione, addirittura la numero uno, rilasciata al circo del padre nel lontano 1960.La cosa singolare è come il circo della Signora Moira, tramite il di lei marito Walter Nones, era rappresentato dal procuratore Sandro Ravagnani. Questa persona, da sempre vicino alla struttura che più riceve, in termini di contributi, dal Ministero per i Beni Culturali, siede assieme ad altri rappresentanti circensi nella Commissione dello stesso Ministero che deve, tra gli altri, affrontare un tema così carico di responsabilità e da sempre oggetto di attacchi animalisti. Questi sosterrebbero che senza i contributi ministeriali i circhi, Togni come Orfei, Moira come Viviana, non avrebbero potuto sopperire al calo dei visitatori rispetto ai gloriosi anni nei quali le iene del Sig. Orlando riducevano a brandelli gli sgabelli (vedi approfondimento GeaPress).Il Sig. Ravagnani, quindi, potrebbe ora ritrovarsi a lavorare in un campo ministeriale che riguarderebbe sia la Signora Moira che la Signora Viviana.In effetti la Signora Moira aveva già perso un appuntamento. Il dominio web riferibile agli Orfei, è infatti proprietà di un altro signore circense italiano che rimanda a sua volta ad un improbabile circo straniero.
IL RIFORMISTA
26 LUGLIO 2010
Spagna/ Corrida, torero Macias "incornato" è in gravi condizioni
Messicano, 27 anni, ferito ieri a El Puerto de Santa Maria
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Messicano, 27 anni, ferito ieri a El Puerto de Santa Maria
Madrid - Il torero messicano Arturo Macias si trova in "gravi condizioni" dopo il colpo di corna ricevuto ieri da un toro durante una corrida a El Puerto de Santa Maria, nel sud della Spagna. Lo riferisce un bollettino medico diffuso oggi. Il colpo di corna sferrato dall'animale ha "attraversato la cassa toracica e provocato un pneumotorace", si legge sul comunicato dell'ospedale di Siviglia, Virgen del Rocio. Il torero, 27 anni, era stato già ferito due volte da un toro, nell'aprile scorso, durante una corrida in Spagna.
EURO NEWS
26 LUGLIO 2010
La Catalogna si appresta a bandire la corrida
Per i sostenitori della corrida in Catalogna le ore sembrano essere contate. Il parlamento della regione autonoma spagnola si appresta a votare mercoledi‘ il divieto alla corrida.
E’ una nuova presa di distanza dalla cultura spagnola, per affermare invece una nuova catalanità. Ma non tutti i catalani sono d’accordo: “In uno stato libero e democratico come il nostro- dice un cittadino catalano – di cui andiamo fieri, sorprende veder arrivare il divieto di una cosa autorizzata legalemente “. Il voto del Parlamento, che rischia di essere sul filo di lana, si basa sulla modifica della legge sulla protezione degli animali, che esclude dai maltrattamenti i tori. Se la legge verrà approvata dal Parlamento, la Catalogna diventerà la seconda regione spagnola dopo le canarie a vietare la corrida. Copyright © 2010 euronews
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GIORNALE DI VICENZA
26 LUGLIO 2010
Tra camosci e orsi chiude la fiera dedicata alle Alpi
CASTELGOMBERTO (VI). Oltre 5 mila presenze Ricreato anche l'habitat boschivo con 53 esemplari di animali
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UN ORSO IMBALSAMATO - CARIOLATO
Castelgomberto (VI) - Chiude i battenti scoppiettando, oggi la 213° Fiera di S. Maria Maddalena, la cui attrazione principale è costituita dalla mostra "Un fantastico viaggio tra la flora e la fauna delle nostre alpi", aperta nel salone nobile di palazzo Barbaran a conclusione di una settimana di eventi che hanno catalizzato l'attenzione di circa 5 mila persone.
I locali di palazzo barbaran sono stati trasformati in un habitat alpino-boschivo per 53 esemplari imbalsamati, ma talmente ben realizzati da sembrare vivi: camosci, cervi, caprioli, donnole, donnole in lotta con le vipere, fagiane in cova. Fino all'orso soprannominato ovviamente "Dino" dalle centinaia di bambini, che hanno visitato l'esposizione, trattenuti a stento da genitori e nonni, tanta era la voglia di toccare i bellissimi esemplari. La mostra è stata realizzata grazie alla gentile concessione di un imbalsamatore di Thiene e alla disponibilità di volontari, che per un paio di settimane hanno portato pini, muschio e quant'altro necessario a creare la scenografia, così come l'ha concepita l'assessore Danilo Zaupa che dall'inizio del suo mandato sta «curando una serie di iniziative tutte proiettate a migliorare la qualità del territorio e della vita a Castelgomberto». Questa sera fuochi pirotecnici alle 23.30.
ANSA
26 LUGLIO 2010
Animali: curato e in liberta' rarissimo esemplare lucertola
Liberato all'interno del Sic di Pompeiana
POMPEIANA (IMPERIA) - E' stato rimesso in liberta' il rarissimo esemplare di lucertola ocellata ferita e sottoposta alle cure veterinarie.
L'animale e' stato liberato all'interno del Sic di Pompeiana. La Regione Liguria ha proposto per la Lacerta lepida (Timon lepidus) il conferimento di specie prioritaria. L'ocellata ha in Liguria il suo limite orientale e il sito di Pompeiana rappresenta una delle aree italiane piu' idonee alla conservazione della specie.
CORRIERE DI SIENA
26 LUGLIO 2010
Ungulati, ancora tropp i danni
Le politiche di contenimeno funzionano ma c’è ancora molto da fare sul territorio
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Siena - Al via i calendari venatori, anticipazione consentita dalla nuova legge regionale che si fa carico del problema dell'equilibrio faunistico, del controllo della densità degli animali e della tutela di terreni e colture agricole. A risentire degli effetti devastanti di un'eccessiva presenza di ungulati nel territorio sono anche i frutti del sottobosco, come i funghi. A questi si aggiungono la pericolosità e la drammaticità di incidenti stradali provocati dagli ungulati. Gli abbattimenti di caprioli in dieci anni sono triplicati, a dimostrazione dell'eccessiva presenza sul territorio, lo scorso anno i caprioli abbattuti hanno raggiunto quota 6.300. Sono stati invece 15.407 i cinghiali messi a terra, un numero inferiore di tremila unità rispetto all'anno precedente, segno che le politiche intraprese dalla Provincia di Siena per il contenimento del numero dei cinghiali hanno portato a buoni risultati. "La Regione Toscana e la Provincia di Siena hanno riscontrato l'eccezionalità di incidenti automobilistici e danni all'agricoltura - commenta Giampiero Marotta, direttore di Coldiretti Siena - con il metodo della concertazione con associazioni agricole, ambientaliste e venatorie e gli incontri voluti dall'assessore provinciale all'agricoltura Anna Maria Betti, abbiamo affrontato questi problemi ottenendo risultati molto importanti per tutelare terreni e colture, nel rispetto dell'equilibrio faunistico. Adesso occorre tenere presente che l'importo dei danni all'agricoltura è diminuito perché è crollato il prezzo della materia prima e non perché siamo usciti dall'emergenza". Continua infatti l'allarme sostenibilità, gli ungulati presenti nel senese sono troppi rispetto al numero consentito. In particolare i caprioli stanno provocando ingenti danni a oliveti e vigneti. I caprioli distruggono la pianta provocando un danno pluriennale all'agricoltore, per il ripristino di una vite o di un olivo occorrono infatti 7 anni, un tempo lunghissimo che danneggia fortemente le produzioni simbolo dell'agricoltura senese come olio e vino. Nel periodo estivo, fa sapere Coldiretti, si fa più forte il rischio di attacchi di lupi ai pascoli ovini. "Gli allevatori senesi si organizzano con ronde serali per controllare e proteggere il gregge di pecore dagli assalti dei lupi - spiega Fausto Ligas, presidente di Coldiretti Siena - in estate, per l'eccessivo caldo, non è possibile chiudere gli animali nelle stalle. Stare nei pascoli li rende estremamente vulnerabili e facili prede di lupi e cani inselvatichiti". Un territorio complesso quello senese, ma ricco di un'agricoltura di qualità e di tradizioni".
IL PICCOLO
26 LUGLIO 2010
Castello di Gorizia casa della falconeria
Marco Bisiach
GORIZIA Supera il migliaio, secondo gli organizzatori, il numero di visitatori ed operatori del settore, tra sabato e domenica sono saliti in Castello per la quarta edizione delle “Giornate della Falconeria”, la manifestazione organizzata da Comune di Gorizia e Unione Italiana Falconieri. Le navette gratuite hanno trasportato senza sosta fin sotto le mura del maniero centinaia di persone e lungo viale D’Annunzio erano decine le automobili parcheggiate. «Abbiamo ospitato operatori sloveni, cechi, ungheresi, e persino siciliani ed olandesi – spiega Andrea Brusa, presidente dell’Unione Italiana Falconieri -. Qualcuno ha fatto qualche buon affare, ma questi eventi servono soprattutto ad incontrarsi, discutere di falconeria e conoscere altri appassionati ed addetti ai lavori». Quel che è certo è che l’evento goriziano si è ormai ritagliato uno spazio importante nelle fiere di settore di tutta Europa: ad oggi sono solo un paio le manifestazioni paragonabili alle “Giornate della Falconeria” in tutto il Vecchio Continente. Appena sotto le mura del Castello è stata realizzata l’esposizione degli animali, che ha ospitato una quarantina di rapaci tanto belli quanto rari: dal Gufo del Bengala all’Avvoltoio dell’Himalaya, dal Falco Pellegrino al simpatico Gufo Comune. Nei giorni che hanno preceduto l’apertura della manifestazione associazioni animaliste avevano affisso uno striscione di protesta proprio in Borgo Castello, ma gli organizzatori non hanno poi registrato nuove incursioni. Come nelle scorse edizioni, poi, a margine della mostra-mercato si sono svolte diverse altre iniziative. Come l’animazione dell’associazione Arma Antica, che con i suoi abili figuranti ha dato vita a musiche, balli e simulazioni di duelli medievali. La curiosità del pubblico è stata soddisfatta anche dall’esibizione dei rapaci in volo, mentre i bambini si sono potuti cimentare ieri in un concorso di disegno ed in un mini-corso di falconeria.
LA NUOVA SARDEGNA
26 LUGLIO 2010
Fiamme da Pula a Cala Regina
Giancarlo Bulla
VILLA SAN PIETRO (CA). Paura nella notte a Villa San Pietro per l’incendio scoppiato in campagna e arrivato fino alla periferia del paese. Per precauzione l’apparato antincendi ha disposto l’evacuazione di alcune villette. E’ successo poco dopo la mezzanotte, i carabinieri della stazione di Villa San Pietro hanno dato l’allarme appena visto in lontananza il bagliore del fuoco. Sono arrivati vigili del fuoco, agenti del corpo forestali, barracelli e gli stessi carabinieri si sono impegnati nelle operazioni per circoscrivere il fuoco che stava bruciando macchia mediterranea e, a causa del vento, si stava estendendo. Ancora fiamme anche sulla costa sud occidentale dopo la prima vera giornata di emergenza sul fronte degli incendi vissuta sabato in diverse zone dell’isola. Ieri all’alba un vasto incendio è scoppiato nei pressi di Cala Regina, sul litorale tra Quartu e Geremeas. Decine di ettari di macchia mediterranea sono stati distrutti dalle fiamme, che sono state spente dopo alcune ore grazie all’intervento di un Canadair della Protezione Civile e di due elicotteri del servizio regionale, oltre al lavoro delle squadre a terra di corpo forestale e vigili del fuoco. Sabato pomeriggio si sono vissuti momenti di apprensione tra la gente per diversi incendi che, alimentati dal forte vento di maestrale, hanno minacciato case e villaggi turistici. Desolante il sopralluogo condotto ieri a Muravera: decine di carcasse di animali morti, quando si pensava, invece, di essere riusciti a mettere in salvo tutti gli animali degli allevamenti. Sono andati a fuoco oltre duemila ettari di terreno, distrutti due boschi di rimboschimento piantati l’anno scorso a monte del paese. Il paesaggio ieri mattina era spettrale e i tecnici valutavano che adesso ci sono rischi per il centro abitato in caso di piogge abbondanti: non ci sono più le piante a trattenere la terra. Danni soprattutto ai vigneti, ai mandorleti. Molti pastori di fatto sono rimasti senza pascolo. Il fuoco ha aggredito le case a monte e le case coloniche, solo il grande impegno dei soccorritori ha impedito che ci fossero vittime. Guidati dal comandante della stazione forestale di Muravera, Marco Meloni, gli operatori hanno salvato anche varie aziende agropastorali, sono morti numerosi capi di bestiame. Danni ingenti, oggi la giunta valuterà di chiedere lo stato di calamità naturale.
IL PICCOLO ISTRIA
26 LUGLIO 2010
Ad Artatore c è un ospite fisso, un pesce luna
Riceviamo da un lettore uno scritto su una inconsueta e simpatica presenza nel mare di Lussinpiccolo. di ARLEN ABRAMIC LUSSINPICCOLO
Un ospite inconsueto nella baia di Artatore (isola di Lussino), puntuale ogni giorno (da oltre una settimana) alle 11, alle 14 ed alle 18, fa visita nel pezzo di mare davanti alla casa di Raimondo Prag. Nuota senza paura tra i bagnanti e si lascia accarezzare, poi se ne va per ritornare alle stesse ore puntualissimo (proprio mentre mi preparo a scrivere queste due righe Raimondo mi telefona: l’ospite inconsueto è di nuovo lì.) Grazie all’internet si può essere sicuri delle proprie supposizioni: si tratta di un bellissimo e docile esemplare di pesce luna (Mola mola), in inglese lo chiamano ocean sunfish e in francese poisson lune. In croato lo si conosce sotto vari nomi locali (pešeluna, pešibarila, bacva, misec, mih) ma il suo vero nome è bucanj veliki. In Adriatico si conosce ancora il bucanj mali (Ranzania laevis) anche se ambedue sono alquanto rari. Il pesce luna si trova in quasi tutte le acque del mondo anche se preferisce quelle temperate e tropicali. Può crescere fino a tre metri e pesare più di due tonnellate. Si nutre di meduse, salpe, larve, crostacei, molluschi e alghe. Nuota fino a 360 metri di profondità ma lo si può vedere disteso in superficie a “prendere il sole” (da qui il nome in inglese) lasciandosi trasportare dalle correnti. Si presume che l’animale in questa maniera si scaldi e accumuli energia per nuotare poi nelle fredde profondità marine. Un’altra supposizione è che dato che questi pesci possono essere invasi da ben 40 varietà di parassiti, nuotando sdraiati sul pelo dell’acqua danno la possibilità a vari uccelli marini di liberarli dagli invasori. La sua sagoma, mentre si trova in superficie, si associa al quarto di luna (da cui il nome in italiano e francese). La femmina espelle un numero enorme di uova piccolissime (il numero viene calcolato sui trecento milioni) e pelagiche (cioè non attaccate al fondo marino) da cui nascono larve che subiscono un processo di sviluppo in vari stadi prima di assumere la forma definitiva. Oggi il commercio del pesce luna è vietato dato che si è scoperto che la sua carne contiene una tossina potenzialmente nociva per l’uomo, la tetraodontossina (Ttx) che a qualcuno provoca un leggero formicolio alla bocca e zone circostanti mentre altri possono stare molto male. I cuochi asiatici, invece, si vantano di saperlo preparare in modo tale da non essere pericoloso al consumo. Nelle foto scattate a Lussinpiccolo vediamo il pesce luna nella baia di Artatore davanti alla casa di Raimondo Prag nuotare da solo, lasciandosi accarezzare dalla moglie di Raimondo che sembra preferire tra tutti gli altri nuotatori. Il pesce è grande circa un metro e molto mansueto, sembra contento della compagnia degli umani. Si sa che nella spiagge liguri ce ne sono a decine e la gente si fa trascinare aggrappata alla pinna. Quest’anno, il 6 luglio scorso, c’è stata una segnalazione di spiaggiamento di pesce luna dal peso di circa 100 kg nella laguna Sud di Venezia. L’animale era stremato ma grazie a due soccoritori che lo hanno trascinato in mare più profondo ha potuto salvarsi. Per l’animale impigliatosi nelle reti di un pescatore nei pressi del ponte sull’isola di Pago l’8 agosto del 2007 purtroppo non c’è stato scampo, pesava 70 kg. Spero tanto che il nuovo “inquilino” della baia di Artatore non faccia una simile fine, ma continui ad essere una gioia per i bambini e tutti quelli che lo possono ammirare. Un breve video filmato di questo bellissimo pesce che nuota tra la gente si può vedere sul sito www.dnevnik.hr del 14 luglio. |
VIRGILIO NOTIZIE
26 LUGLIO 2010
Ricerca/ Dal Besta nuove speranze per encefalopatia etilmalonica
Su Nature Medicine i dati di una terapia della Fondazione Mariani
Milano - Un gruppo di ricercatori del Centro per lo studio delle malattie mitocondriali pediatriche della Fondazione Pierfranco e Luisa Mariani, presso la Fondazione Irccs dell'Istituto neurologico "Carlo Besta", ha sperimentato con successo su 5 piccoli pazienti un trattamento contro l'encefalopatia etilmalonica, malattia metabolica rara e fatale, che colpisce i bambini. I risultati della sperimentazione di questa terapia farmacologica su modelli animali e sui 5 pazienti, sono stati pubblicati sulla rivista "Nature Medicine". Il trattamento prevede l'utilizzo combinato di metronidazolo, un antibiotico efficace sui batteri anaerobi, e di N-acetil-cisteina, un precursore del glutatione, sostanze entrambe già approvate dalla farmacopea internazionale e che hanno la funzione di ridurre o tamponare l'eccesso di acido solfidrico. La terapia ha migliorato sostanzialmente le condizioni cliniche dei bambini malati e ora si tratta di effettuare un trial clinico più ampio che confermi gli incoraggianti risulti. Benché la malattia fosse nota dai primi anni Novanta, nessuno sapeva trovare una causa comune che desse conto dei segni clinici e biochimici. Il Centro sulle malattie mitocondriali Mariani, nato nel 2001 presso l'Istituto Neurologico "C. Besta" grazie al sostegno della Fondazione Mariani, da 25 anni dedita alla Neurologia infantile, si occupa da tempo dello studio di questa grave malattia. "Il nostro lavoro - ha dichiarato Massimo Zeviani, direttore della divisione di Neurogenetica molecolare del Besta e responsabile del Centro per lo studio delle malattie mitocondriali pediatriche Fondazione Pierfranco e Luisa Mariani - sostenuto da Telethon e dalla Fondazione Mariani, dimostra l'efficacia di una terapia farmacologica relativamente semplice e poco costosa, in grado di attenuare gli effetti devastanti dell'accumulo di acido sulfidrico caratteristico della encefalopatia etilmalonica. La nostra ricerca continuerà sul versante della terapia genica e della terapia cellulare su animali modello, e sull'uomo mediante l'organizzazione di un trial farmacologico più ampio".
LA REPUBBLICA
26 LUGLIO 2010
Tumori al colon, una scoperta italiana
"Ecco la molecola che diffonde le metastasi"
La semaforina E3 è responsabile delle degenerazioni in alcune forme di cancro. Bloccandola si può evitare che la malattia si allarghi, ma il cammino verso il farmaco è ancora lungo. Lo studio dei ricercatori di Candiolo condotto per ora su cavie da laboratorio
ADELE SARNO
ROMA - Si chiama semaforina E3 ed è una molecola che regola la produzione di metastasi nel melanoma e nel tumore al colon retto. La scoperta è in uno studio di un team dell'Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo, in provincia di Torino. "La semaforina agisce proprio come una chiave, una volta inserita nella serratura apre la porta alle metastasi. Bloccandola si può evitare che il cancro si diffonda nell'organismo", spiega il professor Luca Tamagnone, autore della ricerca pubblicata sul Journal of Clinical Investigation.La scoperta di questa famiglia di molecole rappresenta un passo in avanti nella cura della malattia. Le semaforine, infatti, regolano il movimento delle cellule, anche quelle 'anomale', e sono molto abbondanti nei tumori invasivi che formano metastasi. E la E3, in particolare, ha dimostrato di essere un ottimo indicatore.
Il trial clinico è ancora lontano. Per adesso l'esperimento è stato condotto in laboratorio su cavie. "Abbiamo osservato - spiega Tamagnone - che negli animali con melanoma e tumore del colon retto la semaforina, se presente in grandi quantità, agiva proprio come un segnale di via alla formazione delle metastasi. Bloccandola con un'altra semaforina modificata, anch'essa ricreata in laboratorio, il tumore smette di diffondersi e di contagiare altri organi". Va detto però che questo 'bloccante', così come è, ha molti difetti: non può funzionare nell'uomo, è molto difficile da produrre e non è stabile. Nonstante ciò, Luca Tamagnone si dichiara soddisfatto: "Abbiamo scoperto uno dei meccanismi che innesca le metastasi e ne abbiamo inibito la funzionalità - dice - anche se siamo consapevoli che la strada per arrivare all'esperimento vero e proprio è ancora lunga. Dobbiamo trovare infatti un modo per testare la molecola anche nei pazienti". Insomma, per adesso i ricercatori hanno individuato il meccanismo ma perché i malati possano usufruire di farmaci mirati bisogna ancora aspettare. Nello stesso numero della rivista è pubblicato un altro studio dell'istituto di Candiolo, che è finanziato dalla fondazione piemontese per la ricerca sul Cancro e dall'università di Torino. I ricercatori guidati da Alberto Bardelli hanno scoperto che l'Everolimus, un farmaco finora usato solo nel carcinoma del rene, è efficace anche in quelli del colon retto che presentano una particolare variante genetica.
AFFARI ITALIANI
26 LUGLIO 2010
Salute/ Leucemia, le cipolle rosse un contrasto. La Quercetina blocca il tumore
Le cipolle rosse, i capperi, la calendula, la camomilla, l'iperico, l'uva e il tè verde: sono gli alimenti ricchi di quercetina, una piccola molecola con proprietà antiossidanti, in grado, secondo uno studio dell’Isa-Cnr pubblicato dal British Journal of Cancer, di bloccare, nella leucemia, il processo di trasformazione di una cellula normale in tumorale, oppure di invertirlo se esso è già in atto.Secondo gli esperti, la terapia contro la leucemia linfocitica cronica può essere migliorata proprio dall'utilizzo di questo antiossidante naturale, in grado di potenziare l’efficacia dei farmaci, visto che questa forma leucemica è la più frequente negli adulti e spesso risulta resistente ai chemioterapici.“Studi eseguiti dal nostro e da altri gruppi di ricerca hanno dimostrato da tempo che la quercetina appartiene a quell’ampio gruppo di molecole di origine vegetale (fitochimici) con attività chemio-preventiva”, ha spiegato Gian Luigi Russo, ricercatore presso l’Isa-Cnr e responsabile della ricerca.Sinora, però, gli studi erano stati condotti essenzialmente su linee cellulari o modelli animali. “Adesso, per la prima volta, abbiamo dimostrato che la quercetina è efficace in cellule tumorali di pazienti affetti da leucemia linfocitica cronica (Llc)”, continua Russo. In tali pazienti, la molecola “è in grado di rendere vulnerabili al trattamento farmacologico con chemioterapici cellule isolate dal paziente che prima non lo erano. Questa sensibilizzazione è stata confermata associando la quercetina sia a farmaci sperimentali come Trail (un agente che induce apoptosi, ovvero il ‘suicidio’ della cellula leucemica), sia a farmaci da tempo presenti in terapia quali la fludarabina”. I dati fanno ben sperare per una prossima sperimentazione clinica. “Sebbene la quercetina non sia esente da tossicità, studi preclinici hanno dimostrato che la molecola è ben tollerata anche a dosi elevate”, spiega il ricercatore. “Ciò consentirebbe di superare il problema della bassa biodisponibilità di questi composti e raggiungere le concentrazioni ematiche necessarie a garantire un’azione chemio-preventiva nei soggetti a rischio e quella terapeutica in soggetti affetti da Llc”. Infatti, la quantità di quercetina assunta giornalmente con la dieta (25-30 milligrammi) è molto lontana dal poter svolgere una qualsivoglia attività biologica. Anche dopo un pasto ricco di alimenti contenenti la molecola, dunque, le concentrazioni ematiche sarebbero troppo basse per giustificare l’attività antitumorale, che, invece, è associabile all’assunzione di dosi farmacologiche.
La leucemia linfocitica cronica colpisce circa 1-6 persone su 100.000 e rappresenta la più frequente forma di leucemia nell’adulto (22-30% dei casi). Una percentuale significativa di pazienti mostra resistenza ai protocolli standard di chemioterapia ed è proprio a questa popolazione che si rivolge lo studio eseguito dall’Isa-Cnr in collaborazione con Silvestro Volpe del Reparto di Ematologia dell’Ospedale Moscati di Avellino. Ma attenzione a interpretazioni errate o superficiali dei dati scientifici”, conclude Russo. “Massicce dosi di antiossidanti, quercetina inclusa, assunte liberamente come supplementi dietetici da persone sane e senza il diretto controllo del medico, possono risultare dannose alla salute. Il nostro lavoro fornisce invece indicazioni sperimentali utili per la progettazione di nuovi studi indirizzati a comprendere sia i meccanismi d’azione molecolare sia le reali potenzialità terapeutiche di questa molecola”. |