26 MARZO 2010

IL RESTO DEL CARLINO
26 MARZO 2010
 
Tribunale secondo l'accusa l'aveva dimenticato
Cane muore di sete e fame sul terrazzo di casa: a processo il proprietario
 
Macerata - Avrebbe lasciato morire il suo cane, un giovane pit bull, dimenticandolo sul terrazzo in piena estate. Per questo è sotto processo il maceratese Niki Piersanti, 26 anni. Il fatto sarebbe accaduto il 22 giugno 2008. Un vicino sentendo i guaiti del cane, chiamò i vigili del fuoco, chiedendo il loro intervento. i pompieri con la scala raggiunsero l'animale sulla terrazza, e per prima cosa cercarono di farlo riprendere bagnandolo con l'acqua. Il cane però è già troppo disidratato. Sul posto arrivarono anche i veterinari dell'Asur che riuscirono a rianimarlo con un'iniezione. Purtroppo però l'effetto della cura d'urgenza fu breve: ormai le condizioni del pit bull erano troppo compromesse e l'animale nel giro di poco tempo smise per sempre di respirare. Di questo episodio fu accusato Piersanti, il padrone del cane, ritenuto responsabile di averlo lasciato chiuso in terrazza sotto il sole, senza nè un riparo nè un po' d'acqua, condannandolo praticamente alla morte. Ieri mattina, davanti al giudice Iannielli, si è aperto il processo. Nella prossima udienza a novembre, verranno sentiti i primi testimoni citati dal Pm (lavvocato Francesca dìArienzo): i vigili del fuoco e i veterinari intervenuti sul posto. Piersanti per altro, che è difeso dall'avvocato Vando Scheggia, deve rispondere di un'altra accusa per maltrattamenti, perchè qualche mese prima venne visto prendere a calci lo stesso cane dopo averlo legato a un palo.

MESSAGGERO VENETO
26 MARZO 2010
 
Pravisdomini, cagnolino chiuso in un sacco dei rifiuti Inchiesta dei vigili urbani
 
PRAVISDOMINI (PN). Chiuso in un sacchetto nero e gettato, probabilmente nel cuore della notte, in una stradina di campagna. Un cucciolo di cane meticcio è stato abbandonato sullo sterrato nei pressi del vecchio passaggio a livello sulla linea ferroviaria dismessa Motta – San Vito, in comune di Pravisdomini. Il cagnolino, imprigionato in un sacchetto di tela, non riusciva a muovere le zampe. La testa gli usciva ed è stata quella ad attirare l’attenzione di una signora che ieri mattina si stava recando ai campi . Vedendo tremare la bestiola e temendo che fosse malata di rabbia, la donna ha chiamato la polizia municipale che è subito intervenuta richiedendo il supporto del cinovigile. Il tremore dell’animale, in realtà, era dovuto al freddo – è rimasto sotto la pioggia durante la notte – e alla paura. Gli agenti della polizia municipale dell’Aster del Sile l’hanno portato al canile di Villotta dove è stato accolto, sfamato e sottoposto ai primi accertamenti. Se il cane fosse rimasto ancora lì sarebbe morto di fame e di sete. Sono in corso indagini della polizia municipale per individuare l’autore dell’abbandono. Nel frattempo è stata sporta denuncia contro ignoti per abbandono di animali e maltrattamenti. Il cucciolo attende ora una famiglia che voglia accoglierlo.

L'ARENA GIORNALE DI VERONA

26 MARZO 2010

 

ANIMALI E VIOLENZA. L’animale era stato raccolto ferito in via Badile

Gatto ucciso, Forestale sulle tracce del «killer»

Individuato il calibro del fucile ad aria compressa usato, il responsabile rischia una condanna penale

 

 

 

Verona - Il primo passo è fatto. Ispettori del Corpo forestale ieri mattina sono stati all’ambulatorio veterinario che s’era preso in cura il gatto impallinato in Borgo Venezia e hanno sequestrato uno dei pallini che vennero estratti dal corpo dell’animale ferito che poi è morto.
«Sono stata anch’io all’ambulatorio di Montorio», dice l’animalista Rina Goffredo che aveva denunciato quanto accaduto la settimana scorsa, «ho messo a verbale tutto quanto era accaduto. Ho trovato delle persone molto preparate e professionali, questo mi conforta, adesso abbiamo un punto di riferimento alla forestale».
Gli ispettori hanno ascoltato anche la testimonianza della veterinaria Anna Corato, che aveva preso in carico l’animale. La dottoressa ha mostrato le radiografie che sono state acquisite dalla forestale, così come il pallino. La previdente veterinaria ha comunque conservato anche la carogna del gatto, nel caso vi fosse necessità di ulteriori approfondimenti di indagine.
«La forestale ci ha detto che quel tipo di pallini viene sparato da armi che debbono essere denunciate», aggiunge Goffredo, «quindi il campo dovrebbe restringersi e di molto».
Il gatto venne trovato ferito da una residente di via Badile, dentro la sua corte. È probabile che il gatto in quelle condizioni non avesse fatto molta strada dal luogo in cui era stato ferito. Adesso gli ispettori verificheranno con l’ufficio armi della questura quante sono le persone che hanno quel tipo di arma residenti in zona. La nuova formulazione del testo dell’articolo 727 del codice penale in materia di maltrattamenti ed uccisioni gratuite di animali apre nuove strade per perseguire gli illeciti in materia. Siamo daventi a un reato penale. Non è stato infatti depenalizzato. Questo è un punto fondamentale, perché se fosse stato depenalizzato si sarebbe trasformato in una semplice infrazione amministrativa di ordine pecuniario, senza procedimento penale e soprattutto senza le possibilità di intervento preventivo consentito per mezzo della polizia giudiziaria sulla base del codice di procedura penale come perquisizioni o sequestri. Chi ha sparato al gatto rischia una pena dai 2 ai 10 milioni di vecchie lire, aumentata perchè l’animale è morto.


CORRIERE DELLA SERA
26 MARZO 2010
 
Sodomizza un cane per strada Denunciato un 61enne di Bari
L'uomo è accusato di maltrattamento e atti osceni
L'animale, un dalmata, apparteneva a una sua familiare
 
 
 
BARI - Un uomo di 61 anni di Bari è stato denunciato per maltrattamenti di animali e atti osceni in luogo pubblico dopo essere stato scoperto mentre, seminudo, stava sodomizzando un cane che teneva al guinzaglio. Il fatto è accaduto nelle vicinanze della sede del Centro universitario sportivo (Cus), al rione San Girolamo. A dare l’allarme è stata una giovane automobilista che transitava nella zona; sul posto è intervenuta una pattuglia della polizia municipale. Il cane, di razza dalmata, apparteneva ad un famigliare dell’uomo. I veterinari hanno accertato che l’animale non ha riportato gravi conseguenze dai maltrattamenti.

BARI LIVE
26 MARZO 2010
 
A dare l'allarme una donna alla guida della sua autovettura
Violenta un cane per strada
Denunciato un 61enne per maltrattamenti di animali e atti osceni in luogo pubblico
 
BARI - Stava cercando di sodomizzare un cane che teneva al guinzaglio. Una scena raccapricciante a cui ha assistito una donna che, dall'interno della sua automobile, ha subito dato l’allarme alla polizia municipale. Autore del maltrattamento è un uomo di 61 anni, pescato nei pressi del Centro universitario sportivo, semivestito e intento a violentare l'animale. Gli agenti di polizia sono immediatamente intervenuti sul posto per cercare di  fermare il 61enne. I veterinari hanno visitato il cane di razza dalmata, riscontrando che non ci sono gravi conseguenze per la salute dell'animale. L’uomo è stato denunciato per maltrattamenti di animali e atti osceni in luogo pubblico.

BARI CITTA'
26 MARZO 2010
 
Sodomizza un cane per strada, denunciato un 61enne
 
BARI - Seminudo, teneva un cane al guinzaglio e intanto lo sodomizzava. Un uomo di 61 anni è stato denunciato per maltrattamento di animali e atti osceni in luogo pubblico.Il fatto è accaduto nei pressi del Centro universitario sportivo (Cus). Una giovane automobilista che passava di lì ha visto la scena e ha dato l'allarme. Subito è intervenuta una pattuglia della polizia municipale. L'uomo è stato denunciato. Il cane, un dalmata che appartiene a un familiare del responsabile, è stato portato dal veterinario. Pare che i maltrattamenti non abbiano avuto conseguenze gravi.

MATTINO DI PADOVA

25 MARZO 2010

 

Dieci cani morti avvelenati

 

Gianni Biasetto

 

CERVARESE SANTA CROCE (PD). Continua la moria di cani per avvelenamento (finora sono una decina) nella zona tra Montemerlo e Treponti. La vittima stavolta è un bellissimo esemplare di pastore tedesco di 8 anni di proprietà di Carlo Fasolo, un artigiano che opera nel settore della cartellonistica stradale, che risiede in una villetta di via XX Settembre a Montemerlo.  Jolly, questo il nome del cane che da cucciolo era stato addestrato per la guardia, è stato trovato in fin di vita la mattina di venerdì scorso. Era steso sull’erba con la pancia gonfia, ansimava, aveva gli occhi rossi e perdeva sangue dalla bocca. «Siamo corsi dal veterinario di Bastia che ha tentato in tutti i modi di salvarlo, ma non c’è stato nulla da fare, nel pomeriggio Jolly è morto, racconta addolorato Carlo Fasolo. Per il veterinario che ha eseguito l’ecografia sull’addome dell’animale, non ci sono dubbi. Si tratta di morte per avvelenamento. Vedere soffrire in quel modo quella povera bestia, a cui ero tanto affezionato, mi ha fatto male al cuore. Pochi giorni prima a fare la stessa fine di Jolly era stato un volpino dal pelo rosso in una famiglia di via Repoise, nel centro di Montemerlo. Due giorni dopo l’avvelenamento del cane in quella casa sono entrati i ladri. Adesso mi aspetto che la stessa cosa succeda anche a noi. Io e mia moglie viviamo nell’ansia». Quello dell’avvelenamento dei cani nella zona di Treponti e Montemerlo ha i contorni di un piccolo giallo. Dopo il primo caso dei due cani (un pastore tedesco e un setter) uccisi con dei bocchini di carne contenenti lumachicida nel giardino della famiglia Rossi, in via S. Antonio a Treponti, un imprenditore del posto ha messo una taglia di 5.000 euro in favore di chi fornisce notizie utili all’individuazione dell’autore del gesto. Nel frattempo sono stati intossicati altri cani a San Biagio e in via Per Montemerlo. I bocconcini di carne avvelenati verrebbero lanciati direttamente dalla strada.


NOTIZIARIO ITALIANO
26 MARZO 2010
 
10 ESEMPLARI SONO MORTI IN POCHE SETTIMANE
Allarme avvelenamento cani da guardia
 
CERVARESE SANTA CROCE (PD) - C'è molta preoccupazione nel comune di Cervarese per la moria di cani da guardia per avvelenamento. Con molta probabilità si tratta di un gruppo di ladri esperti. Sono già morti 10 cani di razze pregiate. L'ultima vittima è un bellissimo esemplare di Pastore Tedesco di 8 anni di proprietà del signor Carlo Fasolo che risiede in una villetta in via XX settembre nella frazione di Montemerlo.
L'altra mattina il cane è stato trovato in fin di vita, steso sull'erba agonizzante. Aveva la pancia gonfia e perdeva saliva e sangue dalla bocca. Il cane è stato portato dal veterinario ma non c'è stato nella da fare. E' stato accertato che si tratta dello stesso veleno che ha ucciso altri cani nella zona.
In tutte le case in cui è stato avvelenato il cane, i ladri sono entrati due o tre giorni dopo. Adesso anche il signor Fasolo ha paura. Per questo ha chiesto l'aiuto delle forze dell'ordine che pattuglieranno la zona. Inoltre la Polizia fa sapere di avere bisogno di tutti i cittadini per fermare i malviventi.
Chiede infatti di segnalare tempestivamente qualsiasi episodio sospetto o riconducibile in qualche modo alla vicenda narrata.

LIBERO
26 MARZO 2010
 
AVVELENAVA CANI CHE LO INFASTIDIVANO DENUNCIATO DAI CARABINIERI
 
Cosenza - Avvelena alcuni cani che lo infastidivano, in seguito alle denunce dei proprietari e' stato individuato e denunciato. Dovra' rispondere di maltrattamento di animali ed inosservanza ai divieti sulla caccia A.G., 74enne di Verbicaro.Gli investigatori dell'Arma lo ritengono responsabile di aver lasciato pezzi di carne avvelenata nel centro storico della cittadina sull'alto Tirreno cosentino per uccidere alcuni segugi che, a suo dire, lo avevano cercato di aggredire vicino la sua abitazione. Nel corso della perquisizione domiciliare i carabinieri hanno trovato un barattolo di veleno per topi, che si pensa sia stato utilizzato per confezionare le esche avvelenate.

AGI

26 MARZO 2010

 

ESTORSIONI: AGRIGENTO, BRUCIATO MEZZA IMPRESA EDILE E UCCISO CANE

 

Agrigento - Un incendio doloso ha distrutto la notte scorsa un escavatore di un’impresa edile in un deposito in contrada Zunica nella frazione di Monferrato di Agrigento. Il mezzo e’ di proprieta’ della ditta “Forza Trasporti” il cui titolare e’ Antonietta Forza, 43 anni. Gli attentatori hannom anche ucciso con un fucile a pallettoni un cane corso che era di guardia al cantiere. Sull’episodio indagano i carabinieri di Agrigento, che si orientano verso l’ipotesi del racket delle estorsioni.


IL PICCOLO
26 MARZO 2010
 
Cane avvelenato con le polpette
 
ROMANS (GO) -  Due esche avvelenate per attirare l'attenzione di cani o gatti, camuffate sotto forma di invitanti polpette di carne, ma a quanto pare contenenti del veleno per topi, sono state depositate ieri, da persone ignote, in mezzo all'aiuola su suolo pubblico davanti al condominio segnato con numero civico 6/a in via Molino a Romans. Una di queste polpette è stata addentata da un cane, che al guinzaglio della propria padrona stava transitando nei pressi dell'abitazione della stessa. L'animale si è subito sentito male costringendo la proprietaria a recarsi da un veterinario per salvare la vita al suo amato Fido. L'incivile e inqualificabile gesto è stato prontamente segnalato ai carabinieri del luogo, giunti sul posto col loro comandante maresciallo capo Francesco Albasini, che ha avviato le indagini. Lo stesso maresciallo ha però smentito le voci che circolano in paese in merito al ritrovamento di simili polpette avvelenate in altre zone del paese. «Al momento attuale - ha rilevano Albasini - non ci è stato segnalato alcun altro rinvenimento di polpette avvelenate». Un simile episodio si era verificato un paio di anni fa in via Decima, sempre a Romans, quando alcune esche avvelenate depositate anche allora da ignoti, causarono la morte di alcuni gatti.

SICILIA LIVE

26 MARZO 2010

 

Uccidono cane e danno fuoco a un escavatore

 

Agrigento - Hanno ucciso un cane corso, di guardia a un cantiere edile, e poi hanno dato alle fiamme un escavatore della ditta Forza Trasporti. E’ accaduto alle 3 di stanotte nel quartiere Monferrato di Agrigento. Il rogo, che ha danneggiato anche un edificio vicino al mezzo distrutto, è stato spento dai vigili del fuoco. Indagano i carabinieri.


LA GAZZETTA DI REGGIO
26 MARZO 2010
 
Animali stipati autista nei guai
 
Reggio - E’ stato fermato per un normale controllo al casello reggiano dell’A1, ma gli agenti della Polstrada si sono subito accorti che ilconducente di quel camion aveva qualcosa di insolito. Infatti, sul suo mezzo erano stipate 200 pecore e altrettanti agnelli che erano stati caricati in spazi troppo ristretti senza rispettare le norme europee. Il conducente, partito dalla Francia per una consegna in città, è quindi stato multato (con una sanzione di mille euro) e segnalato al dipartimento veterinario regionale di Parma.

MESSAGGERO VENETO
26 MARZO 2010
 
Un cane attacca, il vigile gli spara
 
Rosario Padovano
 
AZZANO DECIMO (PN). Costretto a sparare due colpi di pistola per non essere assalito da un cane aggressivo. Un agente di polizia municipale originario di San Michele al Tagliamento, ma in servizio nel corpo di polizia municipale di Azzano Decimo, si è visto costretto ad abbattere suo malgrado un esemplare di meticcio di taglia media. E’ accaduto sull’imbrunire, nel tardo pomeriggio di mercoledì, nei pressi di una vigna a Tiezzo di Azzano Decimo. Dispiaciuto il padrone, un uomo residente proprio nelle campagne di Tiezzo. Sollevati invece alcuni residenti della zona, che hanno asserito di aver visto troppe volte quel cane aggirarsi libero sullo “stradone” che collega Tiezzo ad Azzano Decimo e nelle campagne limitrofe. Proprio la sera prima dell’abbattimento del cane, nelle vicinanze era stato azzannato alla carotide un altro esemplare, un cagnolino di taglia piccola. Portato in un vicino studio veterinario, il cagnolino era deceduto poco dopo per le gravi ferite rimediate. Forte il sospetto che il cagnolino sia stato assalito dal meticcio di taglia più grande. Dicono che quel cane prima di mercoledì fosse divenuto il terrore di diverse famiglie del posto. Mercoledì pomeriggio era arrivata al comando della polizia municipale una segnalazione: alcuni residenti di Tiezzo hanno avvertito la centrale della polizia cittadina, raccontando che un cane di taglia media stava scorrazzando in tutta libertà sulla pubblica via. A quel punto è stato avvertito il cinovigile, mentre una pattuglia della polizia locale si è recata sulla strada che da Azzano Decimo porta a Tiezzo. Il cane è stato individuato poco dopo. Uno degli agenti, quello veneto, è sceso dall’auto per seguirlo. Il cane stava camminando verso la campagna. L’agente si stava guardando attorno quando il cane è sbucato all’improvviso, andandogli incontro ringhiando. La situazione si stava facendo pericolosa, anche perché resta alto il pericolo di contrarre la rabbia. Il vigile ha estratto così la pistola d’ordinanza sparando una prima volta a terra. Anziché fuggire il cane si è fatto più aggressivo e a quel punto non è rimasto altro da fare che abbatterlo. Pur spaventato l’agente di polizia locale ha riferito il fatto ai superiori. La carcassa dell’animale, definito pericoloso, è stata trasferita all’istituto zooprofilattico di Cordenons, in attesa di essere mandata ad analizzare al centro sperimentale di Padova, per verificare se il cane avesse contratto o meno la rabbia prima della vaccinazione, avvenuta poche settimane prima.

IL CENTRO
26 MARZO 2010
 
Lupo ucciso da un laccio-trappola
 
Roberto Raschiatore
 
CASTELVECCHIO SUBEQUO (AQ). Morto prigioniero di un laccio piazzato dai bracconieri. Una fine orrenda per uno splendido esemplare di lupo rinvenuto dagli agenti dei nuclei specialistici della Polizia provinciale dell’Aquila. Sull’uccisione dell’animale, nel Parco regionale del Sirente Velino, è stata avviata un’indagine.  Il laccio in metallo, che quasi certamente doveva servire per catturare cinghiali, era stato posizionato in un bosco della Valle Subequana, fra Castelvecchio e Secinaro. Una pratica illegale e barbara che da queste parti ha una certa diffusione fra i cacciatori senza scrupoli. La carcassa del lupo, un maschio di quattro, cinque anni di età, era in parte dilaniata. L’animale è morto dopo una lunga agonia, tentando inutilmente di liberarsi, prima di essere smembrato da altri animali selvatici. Gli agenti dei nuclei specialistici della Polizia provinciale dell’Aquila hanno fatto la scoperta nel corso dell’attività di monitoraggio della fauna all’interno del Parco Sirente Velino. Gli agenti hanno raccolto numerosi indizi sul luogo, anche avvalendosi di specifici cani brevettati per la ricerca di animali selvatici morti o feriti e tuttora sono in corso indagini al fine di risalire agli autori del grave atto di bracconaggio. Un rapporto sarà consegnato alla Procura di Sulmona. Anche sulla carcassa del lupo sono in corso specifici esami sanitari e di medicina legale veterinaria da parte dell’Istituto zooprofilattico Lazio-Toscana cui fa capo uno specifico dipartimento per far luce su particolari casi di bracconaggio. Il personale tecnico e di vigilanza del Parco, messo al corrente dell’accaduto, è intervenuto sul luogo del ritrovamento. Nei prossimi giorni sarà avviato uno specifico piano di repressione e prevenzione del bracconaggio. A febbraio, sempre nella Valle Subequana, un esemplare di lupo fu trovato ferito. Aveva un laccio attorno al collo. Dopo qualche giorno fu catturato dai guardiaparco e portato a Teramo per una delicata operazione chirurgica.

TIO.CH
26 MARZO 2010
 
Dobi, il dobermann abbandonato come un...cane.
 
 
GORDUNO - Dobi, un grande cane di razza dobermann, gettato nel recinto esterno del rifugio Spab la scorsa notte, dopo lo scasso della serratura, è spaventato, trema ed è chiara la sofferenza per l'abbandono.Le telecamere del rifugio hanno filmato la scena dell’abbandono. Per ore si è lanciato contro la rete nella speranza di inseguire l’automobile che si era allontanata dopo questo deplorevole fatto.
Dobi, come è stato soprannominato, ha la coda tagliata, cosa proibita per legge e porta un microchip italiano dal quale ora si sta cercando di risalire al colpevole. È scattata quindi la denuncia al Ministero pubblico per violazione della Legge federale sulla protezione degli animali, per abbandono d’animale e per scasso.

CORRIERE DEL TICINO
26 MARZO 2010
 
Tanto affetto... per nulla!
Scassata la serratura del rifugio Spab per lasciare Dobi
 
È notte. La notte tra giovedì 25 e venerdì 26 marzo. Una macchina si avvicina al rifugio della Spab di Gorduno. Scende un uomo che, per aprire il cancello del rifugio lo scassa. Poi apre la portiera dell'auto. Ne fa scendere un cane. È un doberman. Lo fa entrare nel recinto. Richiude e blocca il cancello dall'esterno. Se ne va. Piove. Per un attimo il cane resta immobile. Incredulo. Poi si lancia contro il filo di ferro che delimita il recinto. Cerca disperatamente di raggiungere l'auto che si allontana nella notte. Tenta di scavalcare la rete di protezione. Abbaia. Piange. È notte. Non lo sente nessuno. Solo le telecamere che riprendono tutta la scena - dall'inizio alla fine - testimoniano l'accaduto. Poi il povero cane si rassegna.Lo trovano, questa mattina, tremante e impaurito. Lo battezzano Dobi perché è un doberman. Ha il microchip - registrato in Italia - e dovrebbe essere possibile risalire al proprietario. "Mi chiedo - ci dice il presidente della Spab, Armando Besomi - perché quell'uomo non sia venuto al rifugio negli orari d'apertura. Perché abbandonare Dobi di notte. Perché lasciarlo come una scarpa vecchia. Perché infliggergli un dolore così grande. Questo cane è stato allevato da qualcuno ed ha voluto bene a qualcuno. Perché trattarlo così?".Domande legittime che, per ora, non hanno risposta. Gli unici dati certi: il Ministero pubblico ha aperto un'inchiesta: sia per l'abbandono dell'animale, sia per i danni causati al rifugio. Dobi, nel frattempo, è accudito e coccolato dalle signore che prestano aiuto volontario al rifugio, ma... la cosa più bella è che una signora del Luganese si è già annunciata per dare una casa a Dobi. "La signora - ci dice Besomi - ha perso recentemente il suo doberman e, sapendo quanto sono sensibili questi cani, ha deciso di non farlo soffrire di nostalgia per troppo tempo". grazie a lei: a nome di Dobi e della "Fattoria".

CORRIERE DELLA SERA
26 MARZO 2010
 
Il sequestro in provincia di Milano
Scrittore vendeva animali esotici sul web: «Mi servono come ispirazione»
Li teneva in un seminterrato e li rivendeva a prezzi da capogiro. Denunciato da Enpa e polizia provinciale
 
                   
Il formichiere arboricolo salvato            Il bradipo appeso a un tronco nel seminterrato
dall'Enpa
 
MILANO - E' su internet la nuova frontiera dei difensori degli animali: proprio grazie a segnalazioni di utenti della rete è partita l’operazione «Era glaciale», che ha permesso di salvare molti animali rari ed esotici dalle grinfie di un individuo che li teneva prigionieri in un seminterrato e tentava di arricchirsi rivendendoli online. Da qualche tempo R. S., un cinquantenne residente nella zona nord ovest della provincia di Milano, offriva in vendita su vari siti animali esotici anche molto rari. Individuato il venditore e ottenuto dalla magistratura un mandato di perquisizione, giovedì mattina le Guardie Zoofile Enpa e la Polizia Provinciale hanno effettuato una perquisizione in casa sua, dove hanno trovato due bradipi, un tamandua (un particolare formichiere arboricolo), una civetta delle nevi, una volpe volante e un serpente falso corallo, detenuti in un seminterrato in condizioni assolutamente inadeguate per i bisogni etologici delle specie sequestrate.
IL GIALLISTA - R. S., scrittore di libri gialli, ha affermato di utilizzare gli animali per trarre ispirazione per i suoi romanzi. Sta di fatto che poi li rivendeva a prezzi da «capogiro»: 5 mila euro per il formichiere, 2.500 euro per il bradipo. In cassaforte, durante la perquisizione, sono stati rinvenuti 70 mila euro in contanti. Il responsabile è stato denunciato a piede libero ai sensi dell’art. 727 del c.p. alla Procura della Repubblica per maltrattamento di animali e sono in corso indagini per valutare il volume del traffico e la provenienza degli animali. Le bestiole sono state affidate ad un Parco Faunistico in Piemonte, dove riceveranno cure adeguate e dove saranno ospitate, visto che purtroppo la loro reimmissione in libertà non è più possibile, in quanto non sarebbero in grado di sopravvivere nel loro ambiente naturale.
ATTENZIONE AGLI ACQUISTI - Ancora una volta la collaborazione fra gli operatori della Polizia Provinciale e delle Guardie Zoofile Enpa, già proficuamente collaudata durante una vasta indagine sul traffico di cuccioli provenienti dai Paesi dell’Est, ha consentito di sottrarre gli animali a una vita non adeguata, ponendoli sotto sequestro e trasferendoli in una struttura protetta. La raccomandazione per tutti i cittadini è di non acquistare animali attraverso internet e di non comprare animali esotici difficili da detenere: questa curiosità può costare una denuncia ed è comunque una fonte di grandissima sofferenza per decine di migliaia di animali che ogni anno vengono strappati alla natura o costretti a vivere in condizioni inadeguate.

ANSA AMBIENTE
26 MARZO 2010
 
ANIMALI: UN BRADIPO PER ISPIRARSI, DENUNCIATO GIALLISTA
 
MILANO - Custodiva in cattive condizioni in un seminterrato un formichiere ed un bradipo, che usava come ispirazione per i propri romanzi: per questo uno scrittore cinquantenne di gialli e' stato denunciato per maltrattamenti di animali. Oltre al formichiere e al bradipo, sono stati sequestrati anche una civetta delle nevi, una volpe volante e un serpente, che sono stati affidati a un parco faunistico in Piemonte. L'indagine, condotta dalla Polizia provinciale di Milano e delle guardie zoofile dell'Enpa (Ente nazionale protezione animali) e' stata possibile grazie alle segnalazioni di utenti della rete che, navigando su Internet, si sono imbattuti nella vendita di animali esotici.

ASCA
26 MARZO 2010
 
ANIMALI: FORESTALE SEQUESTRA 300 PELLICCE PROCIONE 'MADE IN CHINA'
 
Roma - Oltre 300 capi d'abbigliamento prodotti con la pelliccia di orsetti lavatori importata illegalmente dalla Cina, sono stati sequestrati dal Corpo forestale dello Stato durante un'operazione coordinata dalla Sezione Investigativa Cites (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione) di Roma. Lo riferisce in una nota lo stesso Cfs.
In seguito a una segnalazione del Comando Provinciale di Rieti, gli agenti del Servizio Cites Territoriale di Pescara del Corpo forestale dello Stato hanno effettuato un controllo presso una ditta di Citta' Sant'Angelo, in provincia di Pescara, che si occupa del commercio all'ingrosso di capi d'abbigliamento. Durante i controlli e' emerso che le pellicce di ''Procyon lotor'' (procione o orsetto lavatore) utilizzate per il confezionamento di piu' di 100 capi d'abbigliamento, poi posti sotto sequestro dai Forestali, erano state importate dalla Repubblica Popolare Cinese ed erano completamente sprovviste della documentazione necessaria per accertarne la provenienza legale.Infatti, un regolamento comunitario vieta l'introduzione e l'uso all'interno della Comunita' Europea di pellicce e prodotti provenienti da animali selvatici, quali i procioni, originari di Paesi come la Cina dove ancora oggi vengono utilizzati tagliole o altri metodi di cattura che rappresentano delle vere e proprie sevizie per gli orsetti lavatori.
A seguito delle irregolarita' riscontrate nella ditta pescarese, sono scattati i controlli anche nella sede legale della societa' situata a Lucera, in provincia di Foggia. Qui gli agenti del Servizio Territoriale Cites di Bari hanno scoperto e sequestrato 230 capi d'abbigliamento privi di documentazione e sempre confezionati con pellicce di procione provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese. I titolari della ditta sono stati denunciati per introduzione sul territorio nazionale di pellicce non prodotte nel rispetto delle normative comunitarie e rischiano ora fino ad un anno di carcere. I capi, destinati al commercio al dettaglio, avrebbero fruttato sul mercato oltre 30.000 euro.

IL TIRRENO
26 MARZO 2010
 
Capriolo ferito soccorso dalla polizia
 
PISTOIA. Per una sera la questura di Pistoia si è trasformata in un pronto soccorso per animali. E’ nell’atrio del palazzo di via Macallè che un capriolo feriti ha trovato accoglienza attorno alle 21 di martedì, dopo che era stato investito sulla via Bolognese da un’auto che gli aveva fratturato le zampe posteriori.  L’incidente è avvenuto all’altezza del Signorino. Il capriolo ferito (una femmina, probabilmente gravida) è stato notato da alcuni automobilisti di passaggio che hanno telefonato al 113. Sul posto è intervenuta subito una volante. Gli agenti dell’equipaggio hanno ricevuto un prezioso aiuto da alcuni residenti della zona: uno di loro ha portato un drappo di stoffa con cui bendare l’animale, per evitare che subisse ulteriori traumi; due giovani invece si sono offerti di utilizzare il loro Suv per trasportare l’animale fino in questura.  E in questura il capriolo è stato accudito fino all’arrivo del personale del Centro di scienze naturali di Galceti, dove è stato trasferito per essere curato.

IL TIRRENO
26 MARZO 2010
 
Via alla guerra ai piccioni
 
PISA. Lotta al piccione e soprattutto ai danni che provoca in agricoltura. Al via un progetto sperimentale che, con la Provincia capofila, coinvolge alcuni Comuni, a cominciare da quello di San Giuliano Terme; gli altri sono Pisa, Pontedera, Ponsacco, Santa Maria a Monte e Cascina.  L’iniziativa è già stata avviata e prevede una serie di azioni che vanno dal monitoraggio, alla gestione e infine alla mitigazione degli impatti sulle coltivazioni agricole del colombo di città (il piccione, appunto).  La ricerca, che potrà fungere da iniziativa pilota per altri ambiti regionali, si svolgerà in un’area di circa 400 kmq. I territori di Pontedera, Ponsacco, Santa Maria a Monte, Cascina, Pisa e San Giuliano - le cui amministrazioni comunali hanno dato disponibilità ad un cofinanziamento - sono stati scelti in base alla loro contiguità, alla vocazione agricola delle aree extraurbane e all’esistenza di evidenti situazioni di conflitto tra piccioni ed attività agricole, accertate nell’ambito di un piano di salvaguardia a cui la stessa Provincia ha dato inizio nel 2009.  Questo piano, in cui viene applicata un’apposita delibera regionale, dopo aver acquisito il parere dell’Ispra (istituto superiore protezione ambientale), prevede anche eventuali abbattimenti in funzione dissuasiva. Nel contempo, l’assessorato allo sviluppo rurale e difesa fauna della Provincia, all’interno del lungo percorso di modifica delle principali norme regionali sulla caccia, si è fatto portavoce della necessità di consentire l’attuazione di piani di gestione del colombo, assimilandolo, per le sole azioni di prelievo e controllo, alla fauna selvatica.  E’ sulla base di tali premesse che la Provincia - con il supporto scientifico del Dipartimento di biologia dell’Università di Pisa e la collaborazione delle organizzazioni agricole - ha presentato alla Regione il nuovo progetto adesso intrapreso. «Punto qualificante - sottolinea l’assessore Giacomo Sanavio - è l’affrontare la problematica a livello di sistema, permettendo di comprendere le relazioni esistenti tra le popolazioni animali residenti in un territorio e le aree agricole circostanti. Questo approccio consentirà una pianificazione più efficace delle azioni, con un miglior rapporto costi-benefici.  E permetterà, ecco un altro aspetto da sottolineare, anche «una valutazione degli effetti demografici sulle popolazioni urbane delle azioni di dissuasione attuate nelle aree agricole».  Sul sito www.provincia.pisa.it (area tematica “Forestazione e difesa fauna”) sono scaricabili i moduli per richiedere l’intervento da parte degli agricoltori danneggiati. Informazioni ulteriori alla Provincia di Pisa (050-929623 e 625) o alle organizzazioni agricole.

LA GAZZETTA DI MODENA
26 MARZO 2010
 
Cane azzanna due cincillà
 
Modena - Alcuni cittadini al Parco Ferrari vedono un cane azzannare due cincillà; scacciando l’animale e chiamano il Centro fauna selvatica Il Pettirosso che, però, riesce a salvare solo uno dei due roditori. I cincillà potrebbero essere fuggiti al loro proprietario, più probabilmente sono stati abbandonati, comportamento punito dalla legge per la sua crudeltà: i cincillà lasciati liberi, infatti, sono completamente indifesi. Praticamente scomparso dai territori d’origine in Sudamerica, il cincillà è considerato un animale da compagnia.

L'ARENA GIORNALE DI VERONA

26 MARZO 2010

 

L’USANZA DI CONSUMARNE LA CARNE È LEGATA ALLA TRADIZIONE EBRAICA, PRIMA CHE CRISTIANA

Dall’agnello sacrificale alla grigliate di pasquetta

Se il tempo lo permetterà, molti cucineranno ottima carne all’aria aperta

 

Il periodo pasquale non è certamente benefico per l’agnello. Molti stigmatizzano il massacro di giovani pecore, parlando di consuetudine crudele e sanguinaria, mentre altri continuano ad onorare un'usanza consolidata nel modo cattolico.
L'agnello viene cucinato durante questa festività secondo una tradizione che affonda le sue radici nel Vecchio Testamento. Mangiarlo ricorda il pranzo consumato dagli ebrei per sancire l'esodo dall'Egitto a seguito dell'attraversamento del Mar Rosso, che ha segnato il passaggio dalla schiavitù alla libertà.
La sera del quattordicesimo giorno del primo mese di primavera, Mosè ordinò al popolo di sacrificare un agnello tutto bianco, di tingere poi le porte con il suo sangue, di farlo arrostire e mangiarlo con pane azzimo.
Se gli ebrei mangiano l'agnello per commemorare il sacrificio offerto dal Dio d'Israele prima di partire dall'Egitto, per i cristiani esso è emblema della figura di Cristo, vittima innocente e immacolata.
Nel Medioevo, essendo numerosi i giorni in cui la dottrina cattolica vietava di consumare carni rosse, è stata rivalutata la carne d'agnello quale simbolo di purezza, diventando così un piatto tradizionale delle feste religiose più importanti.
Un dilemma che si propone costantemente riguarda la scelta tra agnello e capretto.
Si tratta di animali simili, ma dalle differenti caratteristiche, il cui consumo è legato alle diverse tradizioni della cucina locale.
Gli agnelli hanno carni di diversa qualità e valore in base alla loro età, corrispondente anche al loro peso; la durata del periodo di allevamento oscilla da poche settimane ad un paio di mesi, in relazione all'ingrasso previsto.


GREEN ME
26 MARZO 2010
 
VEGETATIANI ATTENTI! 7 ALIMENTI COMUNI DOVE SI NASCONDONO GRASSI ANIMALI
 
 
 
Alessandro Ribaldi
 
Quando una persona decide di diventare vegetariano, scegliendo questo tipo di alimentazione non solo per un discorso nutrizionista ma anche etico, si è consapevoli che non si tratta affatto di eliminare dalla propria dieta solo un hamburger o un ragù di troppo. Essere vegetariani è anche, soprattutto, una filosofia di vita che implica anche eliminare tutti quei prodotti che presuppongono la presenza di parti dell'animale, tra cui anche i grassi.
Ai vegetariani - infatti - anche se non hanno abbracciato la scelta di eliminare totalmente le proteine animali come i vegani (mantenendo quindi nella loro alimentazione derivati del latte e uova) -di certo non farà piacere mangiare a loro insaputa grassi derivanti direttamente dall'uccisione dell'animale ( e per di più saturi).Quello che non tutti sanno però è che tanti alimenti comuni, apparentemente veg-friendly, in realtà contengono grassi di origine animale. Eccovi di seguito, quindi, 7 "nemici" della dieta vegetariana che mai avreste detto contenere questo tipo di elementi.
Formaggio
Il caglio animale è utilizzato nella produzione di molti tipi di diversi formaggi. Che cosa è il caglio animale? E' un enzima coagulante estratto dallo stomaco di un vitello appena macellato. Attenzione, questo non vuol dire che dovrete continuare la vostra vita senza formaggio. Semplicemente acquistate formaggi vegetariani, ovvero, quelli che sostituiscono a questa sostanza, microbiche e fungini enzimi. In questo blog è presente, ad esempio, una lista aggiornata di formaggi senza caglio animale.
Pasticcini
Non avreste mai pensato che dietro al tè delle cinque con pasticcini si sarebbe potuto celare qualcosa che avesse a che fare con un maiale? Strano ma vero! Molti dolci sono preparati con lo strutto: grasso estratto proprio da addome o reni dal mammifero animale rosa per eccellenza. Anche in questo caso occhio all'etichetta. E per essere sicuri al cento per cento potreste provare a cucinarveli da voi, magari seguendo la ricetta dei biscotti vegani.
Pane in cassetta
Lo strutto è uno degli ingredienti base anche di vari tipi di pane confezionato, soprattutto quello in cassetta o cosidetto pancarré, quindi attenzione anche ai tramezzini. Ma tanto noi alla fragranza del pane fresco, magari comprato ancora caldo dal panettiere sotto casa, non sappiamo rinunciare vero? O forse sì, per quello fatto direttamente da noi
Chewing-gum
D'ora in poi, ogni volta che sarete in procinto di scartare una gomma da masticare sappiate che alcune marche presenti in commercio hanno tra gli ingredienti: lanolina (derivante dal vello della pecora), acido stearico e glicerina. Tutti costituiti da grassi animali da cui si ricavano tra le altre cose le candele. Se non volete correre il rischio, quindi, di trovarveli sotto i denti, informatevi bene. E magari attendete l'arrivo anche in Italia della Chicza, la gomma da masticare realizzata dalla corteccia degli alberi messicani di Sapodilla che è anche biodegradabile.
Pacchetto di patatine fritte
Questo snack anche non è immune da qualche contaminazione animale. Molte delle marche di patatine, prima di farla finire in busta, bagnano la patatina con il sego. Un grasso di tessuto membranoso presente nei bovini.
Margarina
Optare per la margarina al posto del burro pensando così di non venire a contatto con grassi animali è quanto di più sbagliato perché il sego si nasconde anche qui. Per essere sicuri allora cosa c'è di meglio che un ottimo olio extravergine di oliva biologico?
Caramelle
Che ci crediate o no ma anche alcune tipologie di caramelle sono da bandire dalla dieta di un vegetariano. Contengono, infatti, lo stearico. Un grasso animale derivante anch'esso dal sego.
D'ora in poi, e questo non vale solo per i vegetariani, lettete con attenzione l'etichetta e documentatevi sempre su quello che mangiate. Anche il più innocuo degli alimenti, come abbiamo visto, può regalarvi delle sgraditissime sorprese.
http://www.greenme.it/mangiare/vegetariano-a-vegano/1954-vegetariani-attenti-7-alimenti-comuni-dove-si-nascondono-grassi-animali

L'ARENA GIORNALE DI VERONA
26 MARZO 2010
 
Non ci sono le prede e il reato è impossibile da dimostrare
LESSINIA. Si chiude con l'archiviazione una vicenda di presunto bracconaggio del 2008
 
 
Provincia di Verona - Sequestri nulli e l'indagine sulla presunta attività di bracconaggio finisce in archivio. L'operazione degli agenti del Corpo Forestale prese il nome dalla zona del Parco regionale della Lessinia all'interno della quale, secondo le segnalazioni, alcuni presunti bracconieri avevano sparato a delle prede. Tutto iniziò con l'inseguimento, da parte degli agenti della Forestale di un bracconiere sorpreso all'interno del Parco. Da quell'episodio furono denunciati in sette, in seguito a perquisizioni, e a tutti venne contestata la violazione dell'articolo 30 della legge 157/92 che regola l'attività venatoria.
Questo accadde nel novembre 2008, ma un anno dopo fu lo stesso pubblico ministero, alla luce di una pronuncia della Cassazione, alla quale erano ricorsi tre dei presunti bracconieri coinvolti per opporsi alla legittimità dei sequestri operati dalla Forestale, a chiedere che fosse archiviato il procedimento a carico di Nicola Boldo, Augusto Ceradini, Fabiano Guardini, Maurizio Pedrini, Enrico Pedrini (tutti di Negrar), di Arrigo Morandini di Sant'Anna d'Alfaedo e Michele Perusi di Bussolengo.
La richiesta è stata accolta nei giorni scorsi dal giudice per le indagini preliminari Isabella Cesari e per i sette cacciatori, difesi tra gli altri da Massimiliano Ferri e Vincenzo La Brocca, sarà ora possibile tornare in possesso del porto d'armi che venne sospeso immediatamente dopo la segnalazione e la denuncia.
«Gli elementi raccolti nel corso delle indagini preliminari», ha scritto il pm nella richiesta di archiviazione, «non consentono di esercitare con serie probabilità di successo l'azione penale in dibattimento. La Cassazione, accogliendo il ricorso proposto da tre cacciatori, ha annullato i sequestri disposti nei loro confronti, ritenendo illegittima la perquisizione». Poiché i sequestri non affrontati dalla Suprema Corte derivano dal medesimo decreto di perquisizione, anche tutti gli altri ricadono sotto la stessa nullità.
«Ritenuto che dall'invalidità dei provvedimenti di sequestro», prosegue la richiesta del pm, «le cui risultanze (rinvenimento delle parti di animali abbattuti, immagini fotografiche) costituiscono unica prova a carico degli indagati, deriva l'assenza di elementi utilizzabili a carico dei prevenuti».

ADN KRONOS
26 MARZO 2010
 
Milano, rinvenuti 70 mila euro frutto di traffico illegale di animali esotici
Milano - Sequestrati diversi esemplari, tra cui due bradipi e un serpente 'falso corallo'. Il venditore è in realtà uno scrittore di libri gialli, che prima utilizzava le bestiole per trarre ispirazione per i propri romanzi e poi li rivendeva
 
 
Milano - Rinvenuti 70 mila euro frutto della vendita illegale di animali esotici via internet da parte di un cinquantenne nella provincia milanese, che e' stato denunciato per maltrattamento di animali. L'operazione e' stata effettuata ieri dalla Polizia provinciale di Milano e dalle Guardie zoofile dell'Enpa, l'Ente nazionale protezione animali, grazie a segnalazioni di utenti della rete che, navigando su internet, si sono imbattuti nel traffico on line. Sono stati cosi' sequestrati due bradipi, un formichiere minore, un chirottero asiatico, una civetta delle nevi, una volpe volante e un serpente 'falso corallo', detenuti in un seminterrato privo di illuminazione e aerazione. E' risultato poi che il venditore e' in realta' uno scrittore di libri gialli, che prima utilizzava gli animali per trarre ispirazione per i propri romanzi e dopo li rivendeva a prezzi che si aggiravano sui 5.000 euro per un formichiere, 2.500 euro per un bradipo.Sono tuttora in corso indagini per valutare il volume del traffico e la provenienza degli animali, che sono stati affidati a un Parco Faunistico in Piemonte. Polizia Provinciale ed Enpa rilanciano in modo congiunto l'appello a non acquistare animali esotici, soprattutto su internet e soprattutto se di dubbia provenienza.

ASCA
26 MARZO 2010
 
ANIMALI: SEQUESTRATI SPECIE ESOTICHE, DENUNCIATO SCRITTORE GIALLI
 
Roma - Due bradipi, un formichiere minore, un chirottero asiatico, una civetta delle nevi, una volpe volante, un serpente ''falso corallo''. Questi gli animali sequestrati ieri nella zona nordovest della Provincia di Milano dalla Polizia Provinciale di Milano e dalle Guardie Zoofile dell'Enpa (Ente nazionale protezione animali). Li deteneva in modo illecito in un seminterrato privo di illuminazione e areazione, e li vendeva attraverso i canali Internet, R.S, cinquantenne, che e' stato denunciato alla Procura della Repubblica.
L'operazione congiunta, denominata ''Era Glaciale'', e' stata possibile grazie ad alcune segnalazioni di utenti della rete che, navigando su Internet, si sono imbattuti nella vendita illegale di animali esotici. Il commerciante on line e' in realta' uno scrittore di libri gialli che prima utilizzava gli animali per trarre ispirazione per i propri romanzi e dopo li rivendeva a prezzi da capogiro.
Cinquemila euro per un formichiere, 2.500 per un bradipo: questo il tariffario imposto dal venditore, nella cui cassaforte durante la perquisizione sono stati rinvenuti 70 mila euro in contanti, presumibilmente frutto delle vendite.
Il responsabile del traffico e' stato denunciato a piede libero per maltrattamento di animali e sono tuttora in corso indagini per valutare il volume del traffico e la provenienza degli animali.
Gli animali sono stati affidati a un Parco Faunistico in Piemonte. L'operazione rappresenta un nuovo successo a tutela degli animali, frutto della sinergia e della collaborazione tra Polizia Provinciale ed Enpa che in modo congiunto rilanciano l'appello a non acquistare animali esotici, soprattutto su Internet e soprattutto se di dubbia provenienza. Ridurne la domanda significa risparmiare a decine di animali inutili sofferenze e fermare un traffico illegale che frutta cifre inimmaginabili alla criminalita' organizzata.

CORRIERE ADRIATICO
26 MARZO 2010
 
Un mattatoio per sette
Sorgerà a Ripatransone e sarà a servizio dei Comuni del comprensorio
 
San Benedetto (AP) -  Il mattatoio comprensoriale è in dirittura d’arrivo. Al fine di potenziare la filiera dell’agroalimentare e garantire la qualità delle carni, entro settembre, verrà tagliato il nastro per il nuovo mattatoio che sorgerà a Ripatransone. La nuova struttura sorgerà precisamente in località Fiorano e servirà i Comuni di San Benedetto, Grottammare, Monteprandone, Offida, Acquaviva, Montefiore e Cupra.Un progetto iniziato nel 2002 e che solo ora inizia a vedere la luce. Otto anni fa venne traslato un finanziamento di 383 mila euro dal Comune rivierasco a quello ripano, nel 2005 ci fu l’impegno dell’allora vice presidente della Regione Luciano Agostini ad elargire ulteriori 216 mila euro per tale progetto, fino all’ultimo fondo di 200 mila euro messo a disposizione grazie all’assessore regionale al bilancio Pietro Marcolini con il quale si potrà terminare l’iter e vedere aperto il nuovo mattatoio.Risale a un anno fa la lettera, a firma del sindaco di Ripatransone Paolo D’Erasmo, dove venivano chiesti ulteriori 300 mila euro per terminare la struttura ed oggi la messa a disposizione di una cifra pari a 200 mila euro, che comunque basterà per arrivare all’apertura del mattatoio.
La chiusura del mattatoio sambenedettese avvenne del 2002, a seguire una legge che obbligava all’adeguamento di tali strutture a nuove norme da qui la necessità di aprire un altro impianto.
Tanto che oggi l’ex mattatoio sito in zona Ponterotto è stato inserito tra i beni dismissibili per una cifra pari a 900 mila euro. “Quando nel 2002 ci fu la chiusura del mattatoio - ricorda il sindaco Giovanni Gaspari - noi ci opponemmo in Consiglio, ma dal momento che è iniziato l’iter per una struttura comprensoriale gli abbiamo dato il massimo sostegno, anche perché per l’amministrazione il mattatoio ha rappresentato una perdita costante”. Questo intervento permetterà di macellare circa 30 animali al giorno, ma soprattutto poter garantire la qualità delle carni anche per essere venduta e destinata alla lavorazione di altri prodotti alimentari.Aspetto sottolineato dal dottor Angelo Carfagna direttore del servizio veterinario e dalla veterinaria Alessandra Aliventi. A questo punto sono già presenti i frigoriferi, mentre manca la struttura per la linea di macellazione che sarà destinata sia ai bovini che ai suini.

LA ZAMPA.IT
26 MARZO 2010
 
Catturato il coyote di New York
 
 
NEW YORK - Trenta poliziotti e un coyote. Non è il titolo di un film ma un vero e proprio inseguimento che è andata in scena ieri nel quartiere newyorkese di TriBeCa. Era da due giorni che la polizia cercava di catturare l’animale che era sempre stato in grado di sfuggire all’ultimo. Di qui l’idea di mandare una vera e propria spedizione con abbondanza di uomini mezzi. Alla fine, dopo appostamenti e inseguimenti, i poliziotti sono riusciti a catturare il coyote terrorizzato, una femmina di circa un anno da 15 chili, che aveva cercato rifugio in un garage. L’animale si è fatto trovare esausto sotto una macchina parcheggiata, ma anche lì non è stato facile agguantarlo. Si è così dovuti ricorrere a una pistola con sedativo per addormentarlo e catturarlo.
Una volta preso, 12 poliziotti hanno sfilato davanti a una folla incredula con il trofeo finalmente ingabbiato. Il dipartimento ha spiegato che inizialmete la ’missionè era stata affidata a sei poliziotti con tre macchine ma via via che la caccia si faceva più serrata altri poliziotti si sono uniti, con un totale di 30 automobili, quasi si trattasse della cattura di un pericoloso terrorista.
Il coyote, battezzato Wally perché inizialmente pensavano fosse un maschio, è stato poi portato all’Aspac, un centro per la protezione degli animali a East Harlem. Verrà liberato presto in uno dei parchi della città ma ancora non è stato rivelato di quale si tratti. Gli verrà inserito un microchip per studiare i suoi spostamenti. È la terza volta in un mese che la polizia viene chiamata per catturare un coyote nella parte occidentale di Manhattan. I primi avvistamenti erano stati registrati a gennaio in Central Park.

ANSA AMBIENTE
26 MARZO 2010
 
ANIMALI:  GB, GOVERNO VIETERA' QUELLI SELVATICI NEI CIRCHI
 
ROMA - Il Governo inglese ha annunciato che vietera' l'uso di animali selvatici nei circhi dopo che la popolazione si e' schierata apertamente in favore del divieto. Il 94% degli intervistati in una consultazione pubblica avviata dallo stesso esecutivo, riferisce l'Indipendent sul suo sito, ha infatti detto 'no' agli spettacoli con elefanti, tigri, leoni e giraffe. ''Concordo con il punto di vista degli interpellati, che hanno definito non piu' accettabile l'uso di questi animali nei circhi'', ha spiegato il ministro dell'Ambiente, Jim Fitpatrick, aggiungendo che ''per questo intendo vietarlo''. Attualmente sono quattro i circhi che usano animali selvatici in Gran Bretagna: il principale e' il 'Great British Circus', poi ci sono il 'Peter Jolly's Circus', il 'Circus Mondao' e il 'Bobby Roberts Circus'. L'associazione britannica dei veterinari (Bva) si e' detta 'entusiasta' della prospettiva di un bando. Secondo il suo presidente, Bill Reilly, ''se il governo andra' avanti con il bando e' vitale che ciascun animale sia valutato individualmente in modo da prendere le azioni appropriate. Queste potrebbero prevedere il trasferimento degli animali in zoo o santuari''.

IL CENTRO
26 MARZO 2010
 
Nuova nascita allo Zoo d Abruzzo Tanti auguri a Mina la cammellina
 
ROCCA SAN GIOVANNI (CH). Si chiama Mina, in onore dei 70 anni della celebre cantante, il cammellino (nella foto) nato ieri nello zoo d’Abruzzo della famiglia Bellucci in contrada Scalzino. Il cucciolo, una femmina, è l’ennesima nascita nel parco, che aprirà domani. Una settimana fa è nato un altro cucciolo di cammello.  I due “poppanti” stanno bene, hanno il pelo soffice dal caratteristico colore bianco e sgambettano tra le zampe delle madri. Il Parco ha raggiunto un record di nascite in cattività. Tra i tanti esemplari nati ci sono tre leontigre. Un improbabile incrocio tra una tigre e un leone, due animali che hanno abitudini e luoghi di provenienza diversi.

GIORNALE DI BRESCIA
26 MARZO 2010
 
Rovato (BS): poiane e gufi liberati sul monte
 
Poiane, gheppi e gufi tornano a volare nel cielo sopra il Monte Orfano, in Franciacorta. Nei giorni scorsi alcuni esemplari di passeriformi e rapaci sono stati liberati sul rilievo dell’Ovest bresciano durante una cerimonia che ha visto protagonisti circa 300 persone fra semplici cittadini ed alunni delle scuole elementari e medie di Rovato, arrivati sul monte per la «Giornata dell’ambiente».La liberazione degli uccelli, recuperati e curati dopo essere stati feriti in episodi di bracconaggio, è frutto del lavoro del Centro recupero animali selvatici della Riserva naturale «Valpredina» del Wwf. La «Giornata dell’ambiente» è iniziata attorno alle 9 al Convento della Santissima Annunciata, dove gli studenti hanno potuto visitare una mostra didattica sul tema del bracconaggio e dei suoi effetti dannosi su ambiente e fauna del territorio. Di seguito, nell’area del monumento ai Caduti, la piccola ma significativa cerimonia di liberazione degli uccelli recuperati. Una volta giunti nel grande spiazzo verde ai piedi del monumento gli agenti della Polizia provinciale hanno radunato gli alunni illustrando loro le caratteristiche di ogni singolo esemplare e sottolineando l’importanza fondamentale dei rapaci per l’equilibrio dell’ecosistema.
A seguire, la liberazione degli uccelli, che hanno subito puntato sull’ambiente che ritenevano loro più congeniale: la poiana si è librata in pochi secondi al di sopra di tutti i presenti, sparendo fra nubi e volteggi. Il gufo, invece, più sornione, si è attardato nei pressi del monumento, per la gioia di alunni e insegnanti, scegliendo infine come primo riparo sicuro i boschi a mezza costa del monte.

TEMPI.IT
26 MARZO 2010
 
Povero toro morirà
 
Pochi dibattiti in Spagna suscitano passioni tanto sfrenate come quello sui tori. Secoli di tradizione non sono bastati per riconciliare due posizioni antitetiche: da una parte i sostenitori della tauromachia, che la definiscono la festa nazionale spagnola per eccellenza e un arte nella quale si affrontano il valore del toro e il coraggio del torero; dall’altra i detrattori, per i quali questo è uno spettacolo pubblico violento e umiliante di un animale sacrificato in piazza contro la sua volontà.
Se esiste un luogo dove negli ultimi anni la discussione è stata aspra, quello è la Catalogna. Questa terra, nella quale sono divenuti grandi e si sono affermati toreri storici come Manolete, Chamaco o El Litri e che negli anni Cinquanta e Sessanta fu la culla della tauromachia a livello mondiale, nell’ultimo periodo ha visto radicalizzarsi posizioni pro e contro la corrida, colorandosi anche di sfumature politiche. La settimana scorsa, il Parlamento di questa comunità autonoma ha ospitato un dibattito senza precedenti sulla corrida, essendo stata ammessa una proposta di legge popolare, appoggiata da oltre 180 mila firme di cittadini, che chiede l’abolizione dei combattimenti. Un’iniziativa interessante, se non fosse che a nessuno è sfuggito che, al di là del dibattito culturale, sulle corride ci si è trovati davanti ad un’operazione politica: il progetto dei partiti nazionalisti catalani di sradicare dalla comunità uno dei simboli più rappresentativi della Spagna. Di fatto, la posizione dei diversi partiti è stata definita prima che cominciasse la sessione: i partiti non nazionalisti (popolari, socialisti e Ciutadans) a favore del mantenimento delle corride, gli indipendentisti di sinistra (Erc e Icv) contrari e i nazionalisti moderati di CiU per la libertà di voto. Alla maggior parte degli spagnoli resta il dubbio: si sarebbe dato vita a questo dibattito se la festa dei tori non fosse un simbolo della Spagna?
Le due sessioni del dibattito nel parlamento catalano sono state molto seguite in tutto il paese. Nell’aula sono sfilate come testimoni più di 20 persone di varia estrazione: toreri, imprenditori, veterinari, filosofi. Tutti hanno sgranato i loro argomenti a favore o contro le corride davanti ai deputati catalani che sono risultati divisi tanto quanto i relatori. I nazionalisti hanno cercato in ogni modo di svincolare la questione politica dal dibattito, ma, in un clima così teso come quello spagnolo e in un parlamento come quello catalano dove buona parte dei deputati sono indipendentisti e ferocemente antispagnoli, è stato impossibile sottrarsi.
I principali protagonisti, cioè i toreri, in maggioranza hanno detto chiaramente che il dibattito era viziato all’origine, dal momento che rispondeva all’interesse independentista dei nazionalisti catalani e al rigetto che essi provano per quella che definiscono «un’imposizione dello Stato». Così ha assicurato, per esempio, Enrique Ponce, una delle grandi figure della tauromachia in Spagna, affermando che i politici catalani che vogliono abolire la festa e i gruppi antitauromachia «non sono preoccupati per le sofferenze del toro, ma per il fatto che la festa sia spagnola». Il catalano Salvador Boix, in rappresentanza del torero José Tomás, la grande stella del momento, ha illustrato il clima di scontro che si vive in Catalogna: «Al giorno d’oggi, essere un appassionato significa vivere in clandestinità, resistere all’ansia annientatrice dell’amministrazione catalana. Il pubblico catalano è passionale, impetuoso e intenditore. Da parte degli enti pubblici si è cercato di indebolire il fenomeno». Il suo intervento, uno dei più commentati, è terminato con una denuncia: «Tolgano l’assedio e ci lascino vivere in pace».
Nelle due sessioni i pro-corrida hanno difeso la lunga tradizione dello spettacolo, uno dei più antichi del mondo, che conta milioni di aficionados in tutti gli angoli della Spagna; uno spettacolo che riempe all’inverosimile le plazas de toros a ogni stagione per veder trionfare i toreri. è stato sottolineato che il toro non soffre né patisce durante la fiesta, poiché appartiene a una razza bovina appositamente selezionata per la lotta dal XVIII secolo. In Spagna esistono più di 1.500 allevamenti che preparano e accudiscono con cura migliaia di capi per la festa, cosicché il sacrificio di alcuni esemplari è affiancato dalla nascita e crescita di molti più tori. Per esempio, dei 700 capi che può allevare uno degli allevamenti più importanti, quello di Mihura, solo 70 sono inviati alla corrida. Un allevatore arriva a spendere fino a 4 mila euro per far crescere il toro durante i quattro anni necessari alla sua preparazione. Il rispettato Joselito, torero e allevatore madrileno, ha parlato del toro come «l’animale più bello del mondo e quello trattato meglio. Scomparirebbe se si chiudessero le plazas de toros». Il matador ha ricordato i valori che si esprimono nella corrida: «È uno spettacolo, un sentimento, la passione della vita e della morte, del rispetto e della dedizione». Il direttore del Dipartimento di Fisiologia animale della facoltà di Veterinaria dell’Università Complutense di Madrid, Juan Carlos Illera, ha spiegato che i tori patiscono maggiore stress durante il trasferimento in camion e l’ingresso nel rodeo che non quando sono colpiti dalle lance, dalle banderillas e dalle spade, e che il dolore non aumenta dopo che l’animale è colpito (fra le altre cose, perché la ghiandola dell’ipotalamo di un toro da corrida è un 19 per cento più grande di quella di un toro da carne, e per questo emette più rapidamente e in maggior quantità endorfina).
Gli animali sono i moderni schiavi
Gli anti-corrida, da parte loro, hanno centrato il dibattito sulla sofferenza del toro. Di forte impatto è stato l’intervento dello scienziato Jorge Wagensberg, che ha elencato tutti gli oggetti che si utilizzano per matare il toro: la divisa, la lancia, la banderilla e la spada: «Questo fa male? Ovvio che fa male!», ha affermato suscitando gli applausi di alcuni presenti. E l’etologo Jordi Casamitjana ha descritto tutta la sofferenza che il toro sperimenta durante la corrida. «Da un punto di vista ecologico e zoologico, il toro da corrida soffre individualmente e socialmente, fisicamente e psicologicamente, a causa delle corride».
Alcuni interventi sono stati molto polemici. Il filosofo Jesús Mosterín ha affermato: «Noi ci scandalizziamo che in Africa mutilino il clitoride alle donne, mentre in altri paesi si scandalizzano che da noi si continui a svolgere uno spettacolo pubblico di sofferenza degli animali». Ma non si è fermato a questo paradosso: «È vero che le corride fanno parte della tradizione. Anche i maltrattamenti alle donne sono una tradizione, e la si sta combattendo». Un altro filosofo, Josep Maria Terricabras, ha attaccato dal punto di vista morale i difensori della fiesta. «Far soffrire un animale per il proprio piacere è totalmente riprovevole. I tori sono maltrattati come in passato lo furono le donne e gli schiavi».
Hanno destato clamore le parole dell’eurodeputata dei Verdi europei Mónica Frassoni secondo cui la sofferenza inutile dei tori è parte dello stesso sistema che vede l’uomo uccidere a pedate la sua donna e certe persone discriminare altre per la loro razza. Per la Frassoni queste sono espressione di valori machisti, della mancanza di uguaglianza e dell’imposizione dell’uomo sulla natura.
Tutto esaurito, olé
Difficilmente si potrà trovare un punto d’incontro. L’impressione è che le corride continueranno ad essere legali in Catalogna. Il presidente della Generalitat, José Montilla, appartenente al Partito socialista, si è già dichiarato favorevole così come il resto del suo gruppo, così come il Partito popolare, le minoranze di Ciutadans e buona parte dei parlamentari nazionalisti conservatori di Convergencia i Unió.
Però il dibattito ha posto in evidenza l’intenzione di molti politici indipendentisti catalani di indebolire qualunque tipo di tradizione spagnola ancora presente nella regione. Anche al prezzo di negare la realtà. Perché è innegabile che uno dei fatti più scomodi per coloro che vogliono proibire le corride in Catalogna è che esistono molte migliaia di appassionati nella comunità autonoma. Sono anche loro responsabili del “tutto esaurito” che si registra nella plaza Monumental di Barcellona.

ASCA
26 MARZO 2010
 
DANIMARCA: NON E' COLPEVOLE LA GIORNALISTA ACCUSATA DI AVER UCCISO PESCI
 
Copenaghen - Una giornalista della televisione pubblica danese che in primo appello era stata giudicata colpevole di aver ucciso una decina di pesci in un acquario per testare la tossicita' di uno shampo, ha vinto il ricorso ed e' stata riconosciuta non colpevole del reato.
Nel 2004 Lisbeth Koelster nel corso di uan puntata della trasmissione ''Kontant'', che si batte per la difesa dei consumatori, per mostrare la tossicita' di un detergente fungicida per capelli ne aveva versato una quantita' molto diluita in acquario con 13 pesci, 12 dei quali sono morti tre giorni dopo l'esperimento.
Un veterinario aveva denunciato la Koelster per aver inflitto inutilmente un'atroce fine ai pesci e per avere violato le norme di protezione e sperimentazione sugli animali.
A maggio dello scorso un giudice di Glostrup, a ovest di Copenaghen, ha condannato la giornalista colpevole, senza imporle tuttavia una pena perche' dalla denuncia al processo e' trascorso molto tempo.
La donna ha ugualmente presentato ricorso spiegando che l'esperimento non fa parte ''della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla protezione degli animali sottoposti a esperimenti di laboratorio''.
I giudici in secondo appello hanno cosi' giudicato la Koelster non colpevole specificando che ''non ci sono prove sufficienti a testimoniare che lei abbia causato sofferenza agli animali''.

POUR FEMME

26 MARZO 2010

 

Animali: come risparmiare sulle spese mensili

 

L’Assalco (Associazione nazionale imprese per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia) ha presentato un rapporto che dimostra che in tre case su cinque c’è un animale. Chi ha la fortuna di essere tra questi, saprà anche che il mantenimento di un animale è sicuramente un costo, non esagerato ma comunque non trascurabile tra le uscite che una casa può avere. Chiaramente è impensabile tagliare le spese per il nostro cucciolo visto che sono tutte fondamentali, come la pappa o il veterinario per vaccini o visite d’emergenza Con qualche idea furba si può arrivare a spendere 60 centesimi al giorno per il vostro cane, dice il signor Luigi Schiappapietra, presidente dell’Assalco. Ecco qualche consiglio che potrà tornarvi utile.Innanzitutto è vero che non si può non spendere soldi per il cibo del vostro cane, ma si può di certo scegliere la confezione che indica il prodotto come “completo” sull’etichetta. Così facendo non avrete bisogno di spendere altri soldi per integratori e rinforzanti. Un altro metodo è quello di acquistare cibo secco come croccantini in grandi confezioni formato convenienza e quando lo trovate in offerta fate una bella scorta. Discorso da non fare per il cibo umido, dato che dopo qualche tempo perde in parte il sapore e si rischia che il cane non lo mangi più. Evitate assolutamente di passargli sottobanco scarti di pranzi o cene, contenenti condimenti e sughi: potrebbero dare problemi a intestino e fegato. Una spesa di cui non si può fare a meno è il veterinario, da cui portiamo il nostro compagno a quattro zampe nel caso ci siamo problemi o per i classici controlli semestrali o anche per scongiurare alcune malattie tipo leishmaniosi. Ricordiamo però che nel vostro 730 è possibile scaricare fino a 387,34 euro di spese del veterinario, consigliamo quindi di conservare gli scontrini della farmacia accompagnati dalla ricetta.Una buona abitudine è anche quella di affidarsi agli esperti online, che possono risolvere qualche dubbio senza bisogno di dover andare ogni volta dal veterinario.


LA NUOVA SARDEGNA
26 MARZO 2010
 
Pet-therapy, come curare le persone malate con asini e cavalli
 
NUORO. È risaputo che il contatto con gli animali fa stare bene le persone malate. E non solo. Un’affermazione che sta alla base della cosiddetta «pet-therapy», già sperimentata con successo in numerose realtà sarde. Da un po’ di tempo sembrano essersene resi conto anche alcuni operatori nuoresi. Proprio per fare il punto su una realtà che anche nella nostra provincia è in continua espansione, è in programma oggi, nella sala conferenze dell’Istituto tecnico agrario “Bernardo Brau”, il convegno dal titolo “L’agricoltura multifunzionale e gli animali che ci curano: pet-therapy, onoterapia, ippoterapia”.  Lo organizzano il servizio Formazione (area ospedaliera) dell’Asl di Nuoro e Laore (Agenzia regionale per lo sviluppo in agricoltura). Negli ultimi anni, infatti, sta prendendo piede il concetto di agricoltura multifunzionale, viste anche l’importanza economica e sociale che il settore agricolo può ancora rivestire in futuro per la Sardegna. Uno degli aspetti più innovativi di questo nuovo modo di concepire il settore primario è l’“agricoltura sociale”, che impiega le risorse di agricoltura e zootecnia per promuovere azioni che producono benessere, effetti terapeutici o di inclusione sociale. «Vogliamo - spiega Caterina Capillupo, responsabile della Formazione ospedaliera dell’Asl - mettere in evidenza le pratiche della pet-therapy, dell’onoterapia (con gli asini) e dell’ippoterapia, che producono valore benefico e terapeutico nella relazione uomo-animale».  Sarà anche l’occasione per portare a conoscenza degli operatori che si occupano di malattie neuromotorie, cognitive o psichiatriche le esperienze di altre realtà sanitarie che impiegano la terapia con animali in ospedali, centri di riabilitazione, residenze sanitarie ecc. Nella sessione del pomeriggio (il convegno inizia alle 9) sarà possibile confrontarsi con gli operatori di pet-therapy che dimostreranno come l’incontro con animali addestrati può portare benefici a vari livelli. Assai interessante il discorso legato all’asino, vista anche la sua importanza storica in Sardegna. Da qualche anno a questa parte, infatti, i quadrupedi dalle grandi orecchie stanno vivendo un momento di grande riscossa.

LA NUOVA SARDEGNA
26 MARZO 2010
 
Asino morto in periferia
 
Antonio Bassu
 
NUORO. Dopo la carcassa della pecora nell’immediata periferia del quartiere di “Preda Istrada”, ora anche quella di un asino. Giace nella cunetta della strada per Lollove, a meno di un chilometro dalle ultime case del capoluogo. Inaccettabile, anche perchè le cunette diventano periodicamente discariche abusive, dove è facile rinvenire ogni genere di rifiuti: elettrodomestici, materassi, scatole, cassette, buste, bottiglie di vetro e plastica.  L’amministrazione comunale, alla quale anni fa la Regione aveva erogato un finanziamento di un miliardo di lire per la depolverizzazione della carreggiata, è riuscita ad asfaltare e sistemare solo un paio di chilometri, lasciando gli altri ottomila metri, fino a Lollove, come mezzo secolo fa. Tra le proteste dei pastori e degli agricoltori che gesticono le proprie aziende a destra e a sinistra dell’arteria.  L’acqua piovana scava ogni volta buche, canalette e trincee, mettendo a dura prova balestre e sospensioni degli autoveicoli utilizzati dai lavoratori del mondo agropastorale per il quotidiano trasporto di latte, foraggi e ortofrutta. Gli appelli al Comune e alla Forestale perchè facciano qualcosa per evitare che le cunette della strada diventino degli immondezzai non sono valsi a niente. Sistematicamente il fenomeno relativo al deposito dei rifiuti si ripete invariabilmente, mettendo in crisi i proprietari dei terreni adiacenti allo stradone comunale.  La presenza della carcassa dell’asino nell’avvallamento, documentata dall’istantanea del fotografo, lascia credere che con i primi caldi la situazione diventi critica per chi ha i terreni pascolativi o coltivati immediatamente adiacenti. La carcassa del povero animale diventa giorno dopo giorno più gonfia, per cui è ovvio che a breve scoppierà, provocando problemi di ordine igienico-sanitario. Di conseguenza mosche, mosconi e vermi la faranno da padroni. Senza contare gli insopportabili miasmi.  C’è di più: giorni fa è stata localizzata, nella zona che gravita intorno a “Testimonzos”, una sorta di discarica di decine di testine d’agnello. Non se ne comprende il perché, visto e considerato che cucinate a arrosto sono giudicate ottime dai buongustai. Due sono le cose: o gli agnelli erano stati colpiti da qualche malattia oppure erano «mustrenchi», cioè rubati.  Difficile dire, nei due casi, a chi spetti il compito d’intervenire per ovviare alla critica situazione. Pur tenendo conto che è sufficiente che si copra le carcasse degli animali con poche palate di calce viva. C’è da osservare, nel caso dell’asino, che le ultime abitazioni del quartiere di “Preda Istrada” sono distanti in linea d’aria poche centinaia di metri.

ASCA
26 MARZO 2010
 
BIODIVERSITA': MAREVIVO, FALLIMENTO TOTALE 15MA CONFERENZA CITES
 
Roma - Un 'totale fallimento' per l'associazione Marevivo, la 15ma Conferenza delle Parti della CITES (la Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna in pericolo), conclusasi ieri a Doha: ''sono infatti state respinte le proposte di inserire nelle liste CITES specie marine seriamente minacciate di estinzione, come il tonno rosso del Mediterraneo, il corallo e diverse specie di squali''.''Le Parti contraenti hanno ceduto alle pressioni politiche fatte principalmente, ma non solo, dal Giappone, anteponendo di fatto gli interessi economici e commerciali a quelli della salvaguardia della biodiversita' marina - dichiara Serena Maso, responsabile del settore pesca di Marevivo - il mancato accordo sulla protezione di specie quali il tonno rosso e gli squali, fondamentali per la salvaguardia dell'equilibrio dell'ecosistema marino, e' una grave sconfitta, che non tiene in considerazione gli allarmi lanciati da tempo dagli esperti scientifici''.
Oltre l'80% degli stock del tonno rosso del Mediterraneo - la specie piu' utilizzata per la preparazione del sushi e di cui il Giappone e' il maggior importatore al mondo - e' sovrasfruttato e prossimo all'estinzione. Stessa sorte per il corallo rosso e gli squali, in particolare lo smeriglio e lo spinarolo, che erano stati proposti nell'Appendice II della CITES. Con un cambio di rotta dell'ultimo momento, e' stato clamorosamente respinto il loro inserimento nella CITES, nonostante l'allarme lanciato dalla comunita' scientifica e dalla stessa Unione Europea e dall'Italia che ne appoggiavano la protezione.
''La parola passa ora ai Governi nazionali e all'Unione Europea che con un atto di responsabilita' devono adottare subito adeguate misure di gestione, tutela e ripopolamento delle specie su basi scientifiche - dichiara Rosalba Giugni, presidente di Marevivo - .Il 2010 e' l'anno della biodiversita' e Marevivo ha scelto proprio gli squali - oggi alcuni tra gli animali marini maggiormente in pericolo come simbolo dei predatori-predati, vittime dell'ingordigia umana''.
Squali e tonni sono predatori all'apice della catena trofica e la pressione costante della pesca mette in pericolo la loro sopravvivenza nei nostri mari. Ma l'impatto umano sulle specie e' ampio e spesso poco conosciuto dagli stessi consumatori: in Italia ad esempio le attivita' di pesca mirate agli squali sono minime ma il nostro Paese ha invece una grande responsabilita' per quanto riguarda il consumo: noi italiani siamo infatti uno dei maggiori importatori e consumatori al mondo di carne di squalo.

LIBERO
26 MARZO 2010
 
MUCCHE LIBERE PER STRADA PAURA A MONDELLO
 
Palermo - Strana sorpresa stamani per alcuni automobilisti a Mondello, borgata marinara di Palermo. Tre bovini, infatti, sono stati visti aggirarsi liberi per strada. Immediata la segnalazione al 112 e l'intervento di diverse gazelle dei carabinieri. Vista la situazione di pericolo, i militari hanno provveduto a rinchiudere un toro in un terreno in via Palinuro, mentre una mucca con un vitello si trovano in via Cerere in un terreno nei pressi dell'Istituto scolastico Borgese. I carabinieri hanno richiesto l'intervento di personale veterinario e del Corpo forestale dello Stato per potere trasportare gli animali in un luogo idoneo, identificare il proprietario e verificare lo stato di salute.

MESSAGGERO VENETO
26 MARZO 2010
 
L'orso riappare e distrugge un alveare
 
AMPEZZO (UD). Continua a far parlare di se l’esemplare d’orso l’orso avvistato a Socchieve: catturato da una macchina fotografica a raggi infrarossi installata dalla locale riserva di caccia. L’immagine era stata catturata domenica alle 3.57 del mattino da una delle 4 camere poste nei dintorni del paese, nella zona della confluenza del torrente Lumiei con il Tagliamento e vede immortalato un esemplare di circa 150 chilogrammi di peso. A quanto pare l’esemplare può percorrere, alla ricerca di cibo, anche 50 chilometri in una notte. Così nella notte fra mercoledì e ieri l’orso della Carnia si è presentato da un apicoltore in Cima Corso, in comune di Ampezzo, razziando parte delle sue arnie. Sul posto sono giunti, a verificare l’accaduto, gli esperti dell’Università di Udine che studiano la reintroduzione del plantigrado nelle nostre montagne e gli uomini del corpo forestale regionale di Ampezzo che hanno verificato come l’animale avesse lasciato alcune tracce ben visibili nella neve. L’orso che ha predato il miele nelle arnie di Alfio Dorigo a Cima Corso, presumibilmente, è lo stesso fotografato nella mattina di inizio primavera a Socchieve. Le abitudini, anche “culinarie” di questo plantigrado, farebbero supporre che si tratti dello stesso esemplare, un maschio ancora giovane, che si è fatto notare lo scorso anno assalendo alcune pecore in Malga Varmòst a Forni di Sopra, razziando polli a Forni di Sotto e alveari da Ampezzo sino ad Enemonzo. Anche quelli dell’altra notte sono tutto sommato danni contenuti: l’animale si è accanito su un alveare per gustare il poco miele che le api ancora conservavano all’interno. La Forestale precisa comunque che i danni da predazione di tutti gli animali selvatici presenti sul nostro territorio, sono risarciti dall’ente regione Friuli Venezia Giulia che non provvede solo ai danni materiali già arrecati al patrimonio di pastori ed agricoltori, ma interviene pure con un finanziamento a fondo perso del 90% per le opere di contenimento contro questi predatori.

IL PICCOLO
26 MARZO 2010
 
A Vienna i lipizzani azzoppati dall'influenza
 
di MARCO DI BLAS
 
VIENNA Tempi duri per i cavalli lipizzani della Scuola di equitazione spagnola di Vienna. Alle difficoltà finanziarie che affliggono la celebre istituzione viennese si sono aggiunte ora quelle sanitarie. Dalla scorsa settimana una trentina dei bianchi cavalli della "Hofreitschule" sono stati colpiti da un'infezione alle vie respiratorie e ieri altri tre si sono aggiunti alla lista dei quadrupedi colpiti. I responsabili della storica scuola ippica ostentano un cauto ottimismo, ma per il momento tutte le esibizioni pubbliche, che di norma si tengono al sabato e alla domenica, sono state disdette. Dopo quelle dello scorso week-end, sono state annullate anche le esibizioni in programma domani e domenica prossima. L'esibizione successiva dovrebbe tenersi venerdì 2 aprile (anziché al sabato, trattandosi della Settimana santa), ma non è stata ancora confermata. Una decisione in merito sarà comunicata soltanto all'inizio della prossima settimana. In una nota pubblicata sulla ”home page” del sito Internet, la Scuola di equitazione di dice dispiaciuta di «non potere offrire lo spettacolo completo» ma confida nella comprensione degli spettatori (anche di quelli che hanno già pagato in anticipo il biglietto e che saranno rimborsati), «perché la salute dei cavalli ha la massima priorità». Quale sia esattamente il male che li ha colpiti non si sa. Forse qualcosa che assomiglia all'influenza di noi umani. Si sa soltanto che dopo i primi casi, il contagio si è esteso a quasi tutta la scuderia. Trattandosi, a quanto pare, di un'infezione alle vie respiratorie, i cavalli vengono trattati con inalazioni. Una parte degli animali - si fa sapere - sarebbe già in via di guarigione. Il problema però è che i cavalli, anche se guariti, non possono essere subito sottoposti allo sforzo di un'esibizione completa, perché necessitano di un periodo di convalescenza. La "Spanische Hofreitschule", questa la denominazione ufficiale dell'istituzione viennese, è ospitata con le sue scuderie in un edificio annesso alla Hofburg, il palazzo imperiale nel cuore di Vienna. I cavalli sono sottoposti a un severo addestramento nell'equitazione classica, secondo una tradizione che risale al Rinascimento e che è rimasta inalterata per 430 anni. Di tale addestramento vengono dati saggi pubblici di norma tutti i sabati e le domeniche dell'anno, con esclusione dei mesi di luglio e agosto, in cui talvolta la scuola è impegnata in tournée all'estero. Oltre che ai saggi completi del fine settimana, il pubblico può assistere all'addestramento dei cavalli, che si svolge al mattino, dalle 10 alle 12, tutti i giorni della settimana escluso il lunedì. Questa attività continua a essere svolta con i cavalli non ammalati e sarà effettuata anche alla domenica, in sostituzione dello spettacolo equestre vero e proprio.

CORRIERE DELLA SERA
26 MARZO 2010
 
ALLARME ALIMENTARE A SALERNO
Allevamento di bufale colpito da brucellosi
Sequestrati più di mille animali infetti
Sigilli ad un allevamento di Capaccio Scalo, a Paestum Il Nas: «Abbattute 21 bestie colpite dal batterio»
 
 
Federico Natella
 
SALERNO - Dopo Caserta scatta l’allarme brucellosi anche in provincia di Salerno. I carabinieri dei Nas hanno effettuato, nella giornata di ieri, un sequestro cautelativo in un allevamento di bufale di Capaccio Scalo. Dove sono stati individuati ventuno capi di bestiame affetti da brucellosi. I militari, diretti dal capitano Walter Feniello, hanno poi sequestrato tutti i 1.280 animali presenti nell’allevamento in attesa di ulteriori analisi che dovranno verificare la presenza di eventuali altri animali affetti dal batterio della brucella. I carabinieri hanno anche provveduto a segnalare alle autorità competenti il titolare della struttura: un noto allevatore di Capaccio Scalo.
ABBATTERE GLI ANIMALI MALATI - La misura sanitaria del sequestro precede, almeno per i ventuno capi infetti, l’abbattimento delle bufale. Ma soltanto le analisi sugli oltre mille capi potrà restituire il numero complessivo di animali da ammazzare. Nel frattempo sia Asl che Nas hanno intensificato i controlli sul territorio per verificare se il focolaio di brucellosi possa aver intaccato altri allevamenti della zona. L’emergenza brucellosi, divampata negli anni scorsi in provincia di Caserta, è stata domata soltanto nel 2009 in Terra di Lavoro. La crisi ha portato all’abbattimento di quasi trentamila capi nel Casertano per un danno complessivo diretto di circa 25 milioni di euro ed una ricaduta negativa sul mercato della mozzarella stimato in diverse decine di milioni di euro per l’intera regione Campania. Non solo: per sradicare la brucellosi, il Governo ha stanziato negli anni scorsi 66 milioni di euro per tamponare l’emergenza.
L'AFFARE DELLA BRUCELLOSI - In provincia di Salerno sono stati diversi, anche se sempre isolati, i casi di brucellosi. L’infezione delle bufale è, invece, diventata un affare illegale per faccendieri e dipendenti Asl nel 2006. Quando le indagini della magistratura portarono all’arresto di 23 persone coinvolte in una operazione di acquisto di bufale malate che, invece di essere abbattute, venivano trasferite in altri allevamenti per favorire la diffusione del batterio della brucella. Nel mirino degli inquirenti finirono sia imprenditori che veterinari e funzionari regionali. Ma soprattutto un’azienda della provincia di Salerno che aveva vinto l’appalto della Regione Campania per smaltire i capi infetti. L’emergenza, adesso, si ripropone in forma diversa. Anche se gli esperti dell’Asl e le associazioni dei produttori hanno già confermato l’assoluta garanzia sanitaria per la mozzarella. Infatti, in situazione sospette il latte di bufala viene pastorizzato in modo da eliminare ogni rischio di brucellosi.

ANMVI OGGI
26 MARZO 2010
 
RABBIA NEI GATTI, VACCINAZIONI NEL BELLUNESE
 
Scatta la vaccinazione di massa dei felini nelle zone in cui sono stati rinvenuti dei gatti morti, risultati poi positivi alla rabbia. I comuni interessati sono: Santo Stefano di Cadore, Castellavazzo, Trichiana, Lentiai, Feltre, Pedavena e Sovramonte. I sindaci hanno già provveduto ad emettere le ordinanze necessarie. La campagna riguarderà tutti i gatti domestici e, per quanto possibile, anche i randagi.La notizia è stata data dalle pagine locali del Corriere della Sera. «Lo scopo - ha spiegato il direttore del Dipartimento di prevenzione dell'Usl 1, Giovanni Battista Benedetti - è quello di vaccinare il maggior numero possibile di animali in modo da arginare il fenomeno. Come per i cani viene applicata una tariffa agevolata di 5 euro». L'allarme era stato lanciato qualche giorno fa dal segretario dell'ordine dei veterinari di Belluno Luca Funes, a seguito dell'ultimo bollettino dell'Istituto Sperimentale Zooprofilattico delle Venezie, che segnava i primi casi di gatto morsicatore. E a fine aprile partirà la seconda campagna vaccinale contro la rabbia sulle volpi nel Bellunese, mentre una terza distribuzione è già in programma per l'estate. Come la prima si svolgerà con l'ausilio dell'elicottero, che questa volta, viste le temperature più miti, lancerà le esche fino a 1500 metri di altitudine. Poi saranno i cacciatori con la polizia provinciale a posizionare i vaccini all'interno dei paesi. La stessa operazione verrà eseguita anche nelle regioni confinanti interessate dall'epidemia di rabbia silvestre, vale a dire Trento, Bolzano e Friuli Venezia Giulia. Intanto la moria di animali ha subito un rallentamento nelle ultime settimane, grazie anche all'immunizzazione delle volpi. L'epidemia sembra essere sotto controllo, specie in alcune aree della nostra provincia, dove si può notare una regressione del virus. In altre zone, come il Cadore e il Comelico, però, si sono registrati ancora dei casi. Non si ferma, invece, la campagna informativa sul virus. Il consiglio per chiunque si trovi di fronte ad animali sospetti, vivi o morti, è di evitare qualsiasi contatto e segnalarlo ai servizi veterinari, forestali o alla polizia provinciale per i necessari accertamenti.

LA NUOVA SARDEGNA
26 MARZO 2010
 
Peste suina anche a Sinnai: 12 maiali sieropositivi
 
CAGLIARI. Un allevamento di maiali affacciato sulla spiaggia di Solanas che si trova nella vallata di Codoleddu è sotto attenzione da parte delle autorità sanitarie perché 12 suini su 25 sono risultati positivi al virus della peste suina africana. Nei prossimi giorni si deciderà se abbattere tutte le bestie o se farlo soltanto su quelle risultate sieropositive. Bisogna vedere se la sieropositività evolve verso la malattia e se gli animali per il momento «puliti» verranno colonizzati dal virus a loro volta. E’ una storia già vista questa dell’allevamento Zedda, al pascolo nel comune di Sinnai, ma censito a Quartu dove ci sono altre attività dello stesso allevatore. Si trascina dal 1978 quando per la prima volta nell’isola comparve la malattia che provoca emorragie negli animali. Non si trasmette all’uomo, ma uccide i suini: una condizione molto pesante per la Sardegna che come è noto resta l’unica regione europea in cui ogni tanto compaiono focolai della malattia. E’ la ragione che ha provocato il divieto internazionale di esportare la carne di maiale sarda. Tutte queste cose le spiega il responsabile del servizio veterinario dell’Asl 8, Mario Lai. Dopo il caso di Nurri si può parlare di epidemia? «No - spiega il dirigente -, l’epidemia si ha quando si manifestano più casi in un lasso di tempo ristretto e in un areale ristretto». La scoperta della sieropositività è l’effetto dei controlli periodici del servizio sanitario: «Si fanno secondo un certo programma. Per i suini di Sinnai abbiamo mandato i prelievi all’istituto zooprofilattico, l’incubazione della malattia va dai sette ai quindici giorni, abbiamo presentato al sindaco di Sinnai la richiesta di emanare l’ordinanza di sequestro dell’allevamento in attesa dei risultati dell’osservazione. La Regione dovrà poi fare una determinazione per dichiarare zona protetta i tre chilometri attorno all’allevamento e zona di sorveglianza i dieci: ogni movimento dei suini fuori dall’area viene bloccato per i 45 giorni successivi». Gli ultimi casi sono stati a Villasor, due anni fa. A Nurri non si era mai ammalato nessun suino. La zona storica è il Nuorese di Orgosolo e l’Ogliastra dove facilmente i maiali domestici incontrano i cinghiali che, più resistenti, spesso non si ammalano ma trasmettono la malattia. Questa si trasmette con l’animale o con parti di questo una volta ucciso. Quindi è vietatissimo dare alle bestie gli scarti di cucina, gli avanzi dei ristoranti o dei pasti sugli aerei: non sempre la cottura uccide questo virus. Gli animali devono mangiare cereali, quel che trovano nel terreno, soia, «possono assumere proteine animali - dice Lai - ma devono provenire dall’industria mangimistica».

CORRIERE DELLA SERA
26 MARZO 2010
 
È accaduto a Chattanooga, nel Tennessee
Distrugge a morsi l'auto della polizia
Cane condannato al corso di obbedienza
L'animale, di nome Winston, si è scagliato con ferocia sulle vettura, facendo tremila dollari di danni
 
MILANO - Winston: è questo il nome del cane del Tennessee che dovrà frequentare con il suo padrone un corso di educazione e obbedienza. Winston, tuttavia, non ha morso nessuno, ma ha attaccato e distrutto un auto della polizia. Il fatto è accaduto qualche giorno fa a Chattanooga. Come riferisce il Chattanooga Times Free Press, una pattuglia era accostata a bordo strada e stava monitorando il traffico, quando d'improvviso il poliziotto ha sentito "tremare" la sua auto: un grosso cane si era infatti scagliato con ferocia sulla macchina, mordendo il paraurti e le gomme. Almeno di tremila dollari i danni stimati sulla vettura. Winston è stato condannato da un giudice a frequentare uno speciale corso d'addestramento per cani e ad indossare la traghetta con la dicitura «cane potenzialmente pericoloso». Se il quadrupede di tre anni riuscirà a frequentare con successo le lezioni, i provvedimenti a carico della sua proprietaria Nancy Emerling verranno fatti cadere.
 

 

            26 MARZO 2010
 

CORRIERE DEL VENTO
26 MARZO 2010
 
TERAPIA GENETICA
Trapianti, organi modificati prima dell’intervento: «Così evitiamo il rigetto»
Pilade Riello: «In pochi anni abbiamo fatto passi da gigante e i risultati si vedono»
 
Michela Nicolussi Moro
 
MILANO—La nuova frontiera dei trapianti si chiama terapia genica. Potrebbe essere la soluzione al rigetto cronico, che nel lungo periodo (10/15 anni) minaccia l’organo impiantato, costringendo il paziente a un nuovo intervento. Se trova un altro organo e se non muore nell’attesa. La terapia immunosoppressiva blocca il rigetto acuto, che si verifica a un mese dal trapianto, ma nel tempo non riesce a contrastare l’attacco costante dell’organismo contro il corpo estraneo, la cui funzionalità finisce per venire irrimediabilmente compromessa. Partendo da tali presupposti, l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Bergamo, il Corit (Consorzio per la ricerca sul trapianto di organi, tessuti, cellule e medicina rigenerativa) di Padova e il Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologica di Trieste stanno sviluppando un progetto finalizzato a modificare geneticamente l’organo prima dell’innesto nel paziente, per evitare il rigetto e anche la terapia immunosoppressiva.
Una tecnica presentata ieri a Milano e sperimentata con successo nel topo per il rene (e da poco per il cuore) ed entro la fine dell’anno destinata ad essere applicata alle scimmie, che verranno trapiantate nei laboratori di Padova. Il procedimento vede i ricercatori trasferire al rene del donatore, prima del trapianto, il gene che forma la proteina CTLA4Ig, capace di ridurre la risposta del sistema immunitario solo contro l’organo estraneo, in modo da evitare il rigetto. Il gene viene trasportato nell’organismo del ricevente da virus adenoassociati e inattivi, che fanno esprimere la proteina per lungo tempo. Gli animali che l’hanno ricevuta non hanno dato segni di rigetto cronico e possono stare senza terapia immunosoppressiva. Che, spiega il professor Giuseppe Remuzzi del «Mario Negri», a lungo andare espone il paziente a tumori e infezioni. «L’obiettivo è passare dal topo all’uomo—annunciano Remuzzi e la collega Ariela Benigni—ma è molto complicato. Prima bisogna trasferire la sperimentazione su animali più grandi e più vicini alla nostra specie, i primati appunto, per vedere se il gene si veicola con la stessa efficienza e per quanto tempo i virus che lo trasportano consentiranno l’espressione della CTLA4Ig. Se i risultati saranno positivi, potremo passare all’essere umano». Lo studio sulle scimmie sarà condotto dal dottor Emanuele Cozzi, direttore scientifico del Corit e responsabile dell’Immunologia dei trapianti per l’Azienda ospedaliera di Padova, che in Inghilterra ha sviluppato il necessario know-out sulla ricerca pre-clinica e relativi modelli. «Selezioneremo primati non consanguinei — spiega — perciò portatori di patrimoni genetici diversi. Così potremo trasferirvi la tecnica antirigetto derivata dalla terapia genica, che non blocca il sistema immunitario nella sua espressione completa, ma ferma in maniera selettiva solo l’attacco all’organo trapiantato. Un progetto che senza l’alleanza a tre non si sarebbe potuto realizzare». E nemmeno senza il patrocinio della Fondazione Art e senza l’apporto delle Fondazioni Cariplo e Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che l’hanno sostenuto con 533 mila euro ciascuna. «Le risorse per la ricerca scientifica in Italia sono largamente insufficienti— ricorda Antonio Finotti, presidente della Fondazione Cariparo—noi dedichiamo al settore il 19% delle risorse, cioè 38 milioni nel triennio 2007/2009 e altri 28 per l’arco 2010/2012». «La Fondazione Cariparo ha consentito la nascita del Corit—dice il presidente Pilade Riello, a capo anche della Fitot (Fondazione per l’incremento dei trapianti d’organo e di tessuti) — ora punto di riferimento europeo e coordinatore del network regionale sulla medicina rigenerativa. E i risultati ci sono. Mi sono impegnato in prima persona perchè penso che un imprenditore di successo abbia l’obbligo di dedicare parte del suo tempo alla società e io ho portato l’organizzazione nel settore dei trapianti, che vede la Fitot polo formativo per eccellenza, riconosciuto dal Centro nazionale trapianti e dal ministero della Salute. Siamo partiti dalla retroguardia e, con grandi passi avanti, siamo arrivati all’avanguardia. Ma non ci fermiamo».
 
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