26 FEBBRAIO 2010

CITTA' DELLA SPEZIA
26 FEBBRAIO 2010
 

Vezzano: Carabinieri salvano cagnolina, denunciata la proprietaria

 

 

provincia di La Spezia - Val di Magra - Val di Vara. I militari della Stazione Carabinieri di Vezzano Ligure, attratti da un disperato latrare canino, sono entrati in un appartamento di quel centro storico dove una cagnetta Setter Inglese era abbandonata da alcuni giorni da sola chiusa sul terrazzino dell'ultimo piano.
Grazie al sempre puntuale ausilio del Servizio Tutela Animali della Provincia della Spezia, il povero animale è stato ricoverato presso il canile pubblico ove sarà curato e sfamato.
La proprietaria della bestiola è stata denunciata alla Magistratura per il reato di abbandono di animali.


IL TIRRENO
26 FEBBRAIO 2010
 
Sparò e uccise un micio, condannato a 3 mesi
 
LIVORNO. E’ stato condannato a tre mesi di reclusione, con il beneficio dell’indulto, il pensionato che nel febbraio del 2006 sparò con una carabina ad aria comopressa ad un gatto, provocandone in seguito la morte. Il tribunale ha però respinto la richiesta di risarcimento dei danni morali avanzata dal “gattaro” che soccorse il micio ferito e che tentò inutilmente di salvarlo portandolo dal veterinario.  Ecco come si è concluso il processo a carico di Mauro Barontini, pensionato di 69 anni, che si è celebrato ieri mattina davanti al giudice Antonio Pirato, con la pubblica accusa rappresentata dal pm Antonella Tenerani, la difesa affidata all’avvocato Massimo Gambacciani e la parte civile all’avocato Eloisa Aliotta, che curava gli ineteressi di Liborio Panvini, l’uomo che soccorse il gatto. I fatti si svolsero il 2 febbraio del 2006 in piazzetta di Torretta, nella zona di via delle Cateratte, quando il Panvini raccolse il gatto ferito, che faceva parte di una colonia che anche lui accudiva, e che alla fine venne soppresso da un veterinario per la gravità delle ferite. Si vide che il micio era stato colpito dal proiettile di una carabina ad aria compressa: i carabinieri indagarono e alla fine si risalì al Barontini, che ammise sì di aver sparato al gatto, ma solo per spaventarlo e non per ucciderlo, e questo solo per proteggere i suoi quattro gatti dalle intrusioni del felino che - aveva detto il pensionato - era piuttosto aggressivo.  Ieri l’udienza conclusiva del processo, con il pm Tnerani che ha chiesto quattro mesi di reclusione, mentre l’avvocato Aliotta ha chiesto un risarcimenti di danni morali per il suo assistito, che rimase profondamente colpito dall’agonia del micio e dall’inutilità dei tentativi di salvarlo, di 3.500 euro, subordinando anche la concessione dei benefici di legge ad un aprovisionale di 2.500 euro.  L’avvocato Gambacciani ha invece dapprima contestato con forza l’ammissione a parte civile del “gattaro”, e poi ha ricordato come si trattasse comunque di un evento meramente colposo, dato che il Barontini, a sua volta amante degli animali, non aveva nessuna volontà di nuocere al felino, chiedendo di conseguenza l’assoluzione.  Alla fine il giudice ha emesso la sentenza che condanna il Barontini a tre mesi di reclusione con il beneficio dell’indulto, ma che allo stesso respinge la richiesta di risarcimento danni a favore del “gattaro”.

BOLOGNA 2000
26 FEBBRAIO 2010
 
Sequestrato camion con 43 cuccioli di cane provenienti dalla Romania
 
Pian del Voglio (BO) - Il Servizio Veterinario dell’Azienda USL di Bologna ha sequestrato oggi, 26 febbraio, a Pian del Voglio, un carico di 43 cuccioli di cane provenienti dalla Romania.
Questa mattina, alle 9.30, il Servizio Veterinario dell’Azienda USL di Bologna è stato attivato dalla Polizia Stradale che aveva riscontrato condizioni sanitarie palesemente non idonee di alcuni cuccioli trasportati in un camion, fermato durante la normale attività di controllo.I veterinari hanno constatato che le condizioni igienico-sanitarie dei cuccioli erano gravemente carenti. In particolare, era evidente lo stato di disidratazione e di stress. I cuccioli, che presentano un’età massima di 50 giorni, sono al di sotto della età prevista dalle norme vigenti nel nostro Paese per l’importazione a fini commerciali, che è consentita non prima dei 75 giorni.I cuccioli, di diverse razze (Pinscher, Spitz, Cavallier King Charls, Labrador e Maltesi) sono stati condotti in un allevamento della zona ed entro sera saranno visitati dai veterinari dell’Azienda USL di Bologna per verificarne le condizioni di salute e il possesso o meno del microchip di identificazione previsto dalla normativa europea.

VIRGILIO NOTIZIE

26 FEBBRAIO 2010

 

Domani Amatrice il Palio dei somari sindaci

Singolare gara tra i Comuni della provincia di Rieti

 

Amatrice (RI) - Si svolgera' domenica ad Amatrice, in provincia di Rieti, il Palio dei Somari Sindaci, con un corteo di 500 figuranti in abiti storici. Una volta che il corteo sara' arrivato al 'Somarodromo', sara' letto il giuramento e verranno benedetti gli asini. Subito dopo iniziera' la corsa. Ogni animale prendera' il nome del sindaco del comune per cui corre. All'ultimo classificato verra' assegnato il 'campanaccio'. Tra gli obiettivi, rivalutare l'importanza del somaro nell'agricoltura.


L'ARENA GIORNALE DI VERONA
26 FEBBRAIO 2010
 
INTOLLERANZA. Una trentenne ha presentato un esposto denunciando di essere stata respinta dal titolare di un locale nel centro di Treviso. Interviene la Croce Rossa
Cieca con cane-guida, non la fanno entrare al bar
Di fronte all’intollerabile vicenda è intervenuto il ministro Mara Carfagna «Ci sono pesanti sanzioni»
 
 
Treviso - E' cieca, ha con sè il proprio cane-guida, ma non la lasciano entrare nel bar perchè nel locale gli animali non sono ammessi. E' accaduto nel centro di Treviso: l'episodio, che risale allo scorso 20 gennaio, è stato reso noto dall'Unione Ciechi locale.
La ragazza, che avrebbe dovuto pranzare nel locale con alcune colleghe di lavoro, ha presentato un esposto ai vigili urbani. La ragazza ha 30 anni e lavora in centro e aveva con sè Mayla, il labrador che la segue ovunque e che, per farsi riconoscere, aveva la pettorina con la croce rossa stampata sopra. «Respingere il cane-guida di un non vedente, come successo nel bar del centro di Treviso, lascia semplicemente senza parole - ha commentato Francesco Rocca, commissario straordinario della Croce rossa - è un atto di intolleranza e di discriminazione da condannare fermamente. Non avremmo mai voluto condannare un fatto di questa gravità: è impossibile pensare di dividere il cane-guida dal suo padrone con cui si sviluppa, voglio sottolinearlo, un rapporto simbiotico e di totale fiducia. Voglio esprimere - ha concluso Rocca - la nostra più totale solidarietà e vicinanza alla ragazza di Treviso e auspico che le Istituzioni si mobilitino per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione per fare in modo che nessuno più limiti la mobilità di persone diversamente abili».
E sull’incredibile vicenda è intervenuta il ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna. «I cani guida per i non vedenti devono avere accesso a tutti gli esercizi commerciali perchè così prevede una legge del 1974. Purtroppo non tutti i Comuni, nonostante siano trascorsi oltre 30 anni, hanno adeguato i loro regolamenti e, per questa ragione, si verificano episodi spiacevoli come quello di Treviso». Così la Carfagna ha commentato il caso della ragazza non vedente. «Ho inviato un anno fa una lettera all’Anci che, a sua volta, ha invitato tutti i Comuni ad adeguare rapidamente i loro regolamenti, mi auguro che questo intollerabile episodio serva a velocizzare le loro decisioni», ha aggiunto il ministro. «In molte occasioni basterebbero il buonsenso e la sensibilità degli esercenti e dei cittadini in genere. Quando, come in questo caso, queste due qualità dovessero venire meno, ci si ricordi che, dal 2006, impedire l’accesso a un non vedente con il proprio cane in un locale può comportare una sanzione amministrativa che può arrivare fino a 2500 euro», ha concluso la Carfagna.

IL PONENTE
26 FEBBRAIO 2010
 
Traffico illegale di animali
 
di  ELEONORA
Sono rimasta molto colpita nello scoprire che sono tanti gli animali trasportati illegalmente, almeno 2000 cuccioli a quattro zampe all’anno arrivano in Italia provenendo dai Paesi dell’ Est e utilizzati per la vendita clandestina.  Mai avrei pensato che questo traffico illecito porti guadagni superiori a quelli ottenuti con lo spaccio della droga.
Per esempio, un cagnolino di razza acquistato in Ungheria a soli 50 euro può essere rivenduto nel nostro Paese anche a 600 euro. Il motivo della crescita esponenziale negli ultimi anni di questo fenomeno è dato dalla sua estrema semplicità di realizzazione e dal fatto che, incredibilmente, una volta scoperti, non rischiano la prigione. Gli animali clandestini sono trasportati in auto o camion di nascosto e ammucchiati in gabbie piccolissime dove non hanno quasi la possibilità di respirare, infatti molti cuccioli non riescono ad arrivare alla fine del tragitto. Comprare un animale da un fornitore illegale solo per spendere meno è come essere complici di questo abominevole fenomeno. A ciò si aggiunge la ricomparsa della rabbia, una malattia canina che era stata debellata nel nostro Paese. Questi cuccioli strappati alle madri a circa 30 giorni, in futuro potranno facilmente avere problemi di salute e comportamentali.  Io penso che le persone che fanno questo agli animali, non abbiano cuore.

CORRIERE DEL VENETO
26 FEBBRAIO 2010
 
«Niente cani al secondo piano del bar»
Trentenne cieca denuncia ai vigili
L'episodio, accaduto in un locale di piazza dei Signori, risale al 20 gennaio. Il titolare: «Non l'abbiamo cacciata»
 
TREVISO - Una ragazza cieca accompagnata dal suo cane guida è stata respinta da una bar del centro di Treviso dove le è stato impedito di salire al piano superiore per uno spuntino con alcune colleghe di lavoro. Lei ha presentato un esposto ai vigili urbani e i titolari si difendono: «In sala non sono ammessi animali, non l’abbiamo cacciata». L’episodio, che risale al 20 gennaio scorso, è stato reso noto dall’Unione Ciechi della città alla Tribuna di Treviso. La ragazza, che ha 30 anni e lavora in centro, era andata con il suo fedele Mayla, il labrador retrivier che la segue ovunque, in un noto locale di piazza dei Signori insieme a tre colleghe. Quando ha imboccato le scale per salire al piano superiore, il titolare l’ha bloccata a causa della presenza del cane, nonostante il fido Mayla avesse tanto di pettorina con la croce rossa stampata sopra. «Siamo soliti far entrare tutti i cani, ma fino al bancone - spiega il titolare - Al piano di sopra no, tra l’altro quello era un momento in cui la sala era piena. In più la signora era insieme a tre vedenti e poteva farsi accompagnare da loro». La ragazza e il suo cane-guida hanno la vita abbastanza difficile nei bar di Treviso: lei stessa racconta di altri «sgradevoli» episodi avvenuti in altri locali pubblici dove è stata fatta entrare con Mayla solo dopo dettagliate spiegazioni e, a volte, con la minaccia di chiamare i vigili.

SAVONA NEWS
26 FEBBRAIO 2010
 
Pietra(SV):  Enpa, colombi avvelenati in piazza Nanni
 
 
Pietra Ligure (SV) - Ieri, in piazza Nanni a Pietra Ligure, i volontari della Protezione Animali di Savona hanno trovato decine di colombi morti e moribondi, per avvelenamento.
I corpi sono stati consegnati alle autorità sanitarie per le analisi, mentre le Guardie Zoofile dell’ENPA ed i Vigili Urbani stanno compiendo accertamenti per individuare i responsabili.
A Pietra Ligure il Comune e l’ENPA conducono da tre anni una campagna di somministrazione di mangimi anticoncezionali per contenere in modo civile ed incruento il numero dei piccioni con buoni risultati anche perchè il veleno somministrato agli animali potrebbe recare gravi danni alle persone.
A Savona, invece, i volontari dell'Enpa hanno soccorso un colombo caduto in un ufficio comunale in piazza Sisto, dopo essere stato colpito da un fucile ad aria compressa.

L'ARENA GIORNALE DI VERONA
26 FEBBRAIO 2010
 
I medici: evitare la carne e sì alla dieta vegetariana
 
«La carne? Meglio non mangiarla». E' stato traumatico, per molti, il messaggio lanciato al recente convegno dedicato alla corretta alimentazione e svoltosi a Prova, soprattutto in un periodo nel quale la riscoperta della buona tavola e dei cibi tradizionali (molto spesso a base di carne) è diventata quasi una moda «culturale», esaltata anche dai mass-media. Ecco perchè hanno destato molta sorpresa affermazioni come «mangiar carne fa male» e «se la gente sapesse quello che provoca, non ne mangerebbe». A lanciare il messaggio, che di fatto era un invito a una dieta vegetariana, sono stati esperti di grande valore: Roberta Siani, responsabile del Progetto disordini alimentari del reparto di Psichiatria dell’ospedale cittadino di Borgo Roma; Pietro Madera, responsabile del Sert dell'Ulss 20; Francesca Bonini, biotecnologa e docente di alimentazione, che sono intervenuti col coordinamento del dottor Giuseppe Piasentin, medico del Pronto soccorso del «Fracastoro». Partendo dal presupposto che si tratta soprattutto di una questione di cultura, i relatori hanno chiarito che il problema del consumo della carne ha due importanti conseguenze: una sulla salute delle persone e una, più in generale, su quello - drammatico - della fame nel mondo.
Ci sono tre categorie di cibi, ha ricordato Madera: i cibi «virtù», che assorbono l'energia dal sole e la trasmettono all'uomo, conferendogli salute, longevità e serenità (frutta fresca e verdura, cereali integrali, latte, burro, miele, yogurt, formaggi non fermentati e simili); i cibi «passione», dai sapori intensi, i quali danno un'energia che dura poco e che se sono consumati regolarmente producono malattia (cereali raffinati, spezie, caffé, formaggi stagionati, sale, dolci, zuccheri); infine i cibi «inerti», che hanno cioè poca energia, appesantiscono e intossicano, predisponendo alle cosiddette malattie del benessere e ai tumori (carne, salumi, alcol, grassi animali, uova dopo il quindicesimo giorno, cibi conservati, aceto). L'influenza del consumo di carne sul problema della fame nel mondo si evince invece da alcuni dati sorprendenti: per produrre un chilo di carne (sufficiente per sfamare 5-6 persone) si consumano 30mila litri di acqua e 16 chili di cereali (che ne sfamerebbero 40-50). Basti pensare che tre quarti della produzione mondiale di cereali è dedicata agli allevamenti per la produzione di carne. «Se si consumasse meno carne e si cambiasse il nostro sistema alimentare», hanno concluso gli esperti, «ridurremmo le patologie e daremmo al Terzo mondo la possibilità di soffrire meno la fame, senza contare che le popolazioni vegetariane sono meno aggressive e più pacifiche di quelle che si alimentano con la carne». Un invito esplicito, quindi, a preferire una dieta con meno carne o, addirittura, vegetariana, la sola in grado di garantire una alimentazione più sana, secondo i medici. Gli esempi di chi la segue, del resto, sono numerosi. La lista dei vegetariani celebri parte dall'antichità per arrivare ai nostri giorni e comprende, in ordine sparso, Aristotele, Pitagora, Cicerone, Diogene, Platone, Plinio, Socrate, Seneca, Sofocle, Epicuro, San Francesco, Leonardo da Vinci, Albert Einstein, Edison, Franklin, Freud, Gandhi, Ippocrate, Mazzini, Newton, Nietsche, Paganini, Pascal, Wagner. Tanti anche i personaggi dello spettacolo e della cultura che non consumano carne: Giorgio Albertazzi, Brigitte Bardot, Adriano Celentano, John Lennon, Bob Dylan, Gianni Morandi, Sting, Jovanotti, Umberto Veronesi.

ASCA
26 FEBBRAIO 2010
 
TUMORI: ITALIANI CONSUMANO TROPPA CARNE E INSACCATI, STOMACO A RISCHIO
 
Roma - Gli italiani consumano troppi insaccati e carne rossa alla brace: il 9% ne mangia tutti i giorni e il 56% 3 o 4 volte alla settimana. Solo il 10% assume frutta e verdura correttamente. L'obesita' rappresenta anche per la popolazione italiana una ''nuova patologia'' di crescente incidenza. Nonostante queste cattive abitudini, il 70% non pensa di essere a rischio e solo il 42% individua nell'alimentazione scorretta e nella mancanza di attivita' fisica potenziali fattori nocivi. Anzi, la meta' e' convinta che l'inquinamento sia un fattore di rischio piu' importante della dieta.
E' quanto emerge dal primo sondaggio realizzato dall'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) con il sostegno di Roche su piu' di 600 persone intervistate nel dicembre scorso al di fuori dei centri commerciali di Roma e Milano, ''con l'obiettivo - spiega il prof. Carmine Pinto, Coordinatore del Progetto AIOM e Responsabile dei Trattamenti Integrati dei Tumori del Tratto Gastro-Enterico dell'Oncologia Medica del Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna - di sondare il livello di consapevolezza dei cittadini su una patologia particolarmente aggressiva che colpisce ogni anno circa 13.000 persone e che rappresenta il quarto big killer nel nostro Paese, anche se con importanti differenze di incidenza tra le diverse aree geografiche''.
I risultati sono stati presentati oggi nel capoluogo lombardo alla vigilia di un convegno nazionale dedicato a questa neoplasia. ''Il 79% degli intervistati ritiene che il cancro gastrico non sia guaribile - afferma il prof.Francesco Di Costanzo, direttore dell'Oncologia Medica del Policlinico Careggi di Firenze -. Si stanno pero' registrando importanti progressi nel trattamento del tumore dello stomaco in stadio avanzato. Sono oggi disponibili farmaci mirati su bersagli cellulari come il trastuzumab, che ha dimostrato, in combinazione con la chemioterapia tradizionale, di allungare la sopravvivenza nei pazienti HER2 positivi (sigla che indica la proteina prodotta da un gene specifico), che rappresentano circa il 20% di tutti i casi di questa neoplasia. Questo anticorpo monoclonale ha ottenuto nei giorni scorsi dall'Agenzia europea del farmaco (EMEA) l'approvazione, in combinazione con la chemioterapia, proprio per il trattamento del tumore gastrico in stadio avanzato HER2 positivo sulla base dei risultati dello studio internazionale ToGA''. Gia' ampiamente utilizzato nel tumore della mammella, il trastuzumab e' in attesa di registrazione in Italia per questa nuova indicazione.

LA ZAMPA.IT
26 FEBBRAIO 2010
 
L'onda nera del petrolio minaccia la fauna del Po
 
 
Il petrolio riversato nel fiume Lambro tra non molto invaderà il Delta del Po: una delle zone umide più importanti d’Italia e d’Europa, un ecosistema che «in questo momento è estremamente vulnerabile anche a causa del livello delle acque del fiume, che permette una connessione diretta con molti rami laterali e con le aree di maggiore interesse naturalistico».
A lanciare l’allarme è il Wwf, preoccupato per il destino delle migliaia e migliaia di uccelli che svernano nel Delta. In questa stagione, continua il Wwf, «nelle zone umide deltizie vi sono migliaia di uccelli alla vigilia della cova e della stagione di riproduzione: anatre (germani reali, morette, moriglioni, mestoloni, alzavole), aironi (aironi cenerini, aironi bianchi maggiori, garzette, aironi guardabuoi), limicoli (avocette, pantane, piro piro). Inoltre quest’area è fondamentale per la presenza di molte specie di pesci che si riproducono, transitano o trovano qui rifugio come l’anguilla, la cheppia, la savetta, il muggine calamita, o, nelle zone umide tra i canneti, come il luccio e la tinca. Non vanno poi dimenticati anfibi e rettili come ad esempio la testuggine palustre».
«Il Wwf si augura quindi che vengano adottate tutte le misure necessarie ed utili a scongiurare che l’ondata di petrolio arrivi al Delta del Po - dichiara Stefano Leoni, presidente del Wwf Italia - se ciò non avvenisse gli effetti su golene, canneti di foce, lagune e tratti costieri, potrebbero essere devastanti. A pagarne un prezzo altissimo non sarebbe solo uno degli ecosistemi più ricchi del nostro Paese, ma anche le attività che sostengono economicamente questo territorio come la pesca e il turismo».
Il Wwf chiede, inoltre, che nel caso la macchia arrivi a Mantova e la superi, «si coinvolgano urgentemente anche i Parchi regionali del Delta del Po veneto ed emiliano, per precludere l’accesso alle golene e ai rami deltizi caratterizzati da una più elevata biodiversità.In questo modo si potrebbero ridurre i danni e cercare di concentrare le azioni di recupero e successiva bonifica solo in alcuni punti, garantendo aree incontaminate che potrebbero essere utilizzate come rifugio per gli uccelli attualmente presenti nelle aree direttamente interessate dall’onda nera».
Infine, prosegue Leoni, «sono pronti e disponibili da subito i Centri di recupero per la fauna selvatica Wwf (con relativi volontari e istituzioni che vi collaborano) in particolare quelli situati nelle province di Rovigo e Ferrara, che hanno tutti i mezzi necessari per soccorrere uccelli acquatici investiti dagli idrocarburi».
«Affrontata con decisione e sperabilmente risolta al più presto questa emergenza - conclude Leoni - gli amministratori pubblici e tutti gli organi di controllo e prevenzione dovranno compiere un’impietosa analisi di quanto successo: della mancata prevenzione, di un sistema di controlli che, nonostante la delicatezza dell’area interessata, non ha funzionato a dovere; di un sistema di allerta e pronto intervento trovatosi non equipaggiato a dovere per affrontare una simile urgenza».E intanto si iniziano a prendere i primi provvedimenti per gli animali contaminati. La Lipu di Reggio Emilia ha messo a punto un kit di pulizia e pronto soccorso per volatili, composti da una pastiglia di carbone attivo da somministrare subito agli animali per far loro smaltire la tossicità degli idrocarburi, una confezione di olio di vasellina per pulire le zone glabre come zampe, becco, occhi e orecchie, garze e un paio di guanti di lattice. I kit sono in distribuzione agli operatori che lavorando sul fiume. La Lega Italiana Protezione Uccelli lancia anche un appello a chiunque si dovesse imbattere in un volatile contaminato, queste le operazioni da effettuare subito «tenere l’animale al caldo, almeno a 40 gradi, generando calore anche con il riscaldamento della auto, pulire subito occhi, orecchie, zampe e becco e contattare uno dei centri delle associazioni animaliste» e, ovviamente, soccorrerlo tempestivamente dato che «i rischi per la salute sono ancora più gravi se non si interviene velocemente, l’imbrattamento può provocare oltre alla ipotermia ed alla incapacità a galleggiare, anche l’avvelenamento».

LIBERO
26 FEBBRAIO 2010
 
ONDA NERA NEL PO: ARRIVA IL KIT LIPU PER SALVARE ANIMALI
 
La custodia temporanea degli animali deve avvenire in una scatola di cartone bucherellata, che evita il contatto con l'ambiente umano per animali selvatici che possono stressarsi in contesti a loro non usuali. Al soccorso della fauna collaborano, oltre a Lipu e Ggev, anche la Polizia provinciale, l'Aipo Navigazione, il Coordinamento delle associazioni di Protezione civile di Reggio Emilia, altre associazioni animaliste e di pescatori e diversi cittadini. Al momento, pero', al centro Lipu non e' ancora arrivato nessun animale. "Ma ci aspettiamo l'arrivo di diversi esemplari - conclude Lombardo - a partire dalle prossime ore".

VIRGILIO NOTIZIE
26 FEBBRAIO 2010
 
Ambiente/ Cts: Lambro ormai in crisi nera e animali a rischio
Proprio mentre fiume cominciava a 'risollevarsi'
 
Roma - La marea nera non si ferma. L'enorme quantità di carburante e altri oli combustibili è stata riversata nel fiume Lambro ed è entrata nel Po: nei prossimi giorni proseguirà la sia corsa inquinando le acque dell'Adriatico. "Un vero disastro ambientale", spiega Stefano Di Marco, vice presidente nazionale del Cts, il centro turistico studentesco e giovanile. "Ci vorranno molti anni perché il fiume torni come prima. Ed ora le numerose specie colpite dal petrolio, cormorani, germani, folaghe, aironi cinerini, sono in serio pericolo. Sono già molti gli animali ripescati senza vita". Un'emergenza ecologica dalle proporzioni preoccupanti che colpisce il Lambro "proprio nel momento della sua piccola rinascita, mentre stava cercando faticosamente di risollevarsi dall'inquinamento". "La situazione si aggrava ancor di più - spiega il Cts -perché questo gesto sconsiderato metterà a rischio anche l'economia turistica delle aree intaccate dal fiume di gasolio. Innanzitutto la zona del delta del Po che richiama ogni anno centinaia di migliaia di visitatori, ma il pericolo si estende anche al litorale. Una seria minaccia per una delle aree naturalistiche-paesaggistiche più belle della Lombardia e un danno ingente anche a livello turistico".

LA GAZZETTA DI REGGIO
26 FEBBRAIO 2010
 
I consigli per chi trova animali selvatici imbrattati
 
BORETTO. In previsione dell’arrivo nel tratto reggiano del Po dell’onda nera provocata dall’inquinamento del Lambro, il raggruppamento delle Ggev (Guardie ecologiche volontarie) e il Cras Lipu Croce Alata di Reggio, d’intesa con la Provincia, ha formato una «rete» di enti e associazioni che si propone di raccogliere e soccorrere gli animali che si dovessero trovare invischiati e imbrattati (nella foto un germano reale) dalle sostanze oleose presenti in acqua o sulle rive. Il ritrovamento di animali imbrattati va segnalato subito al Centro recupero Lipu al 338-2206406 o alla Polizia provinciale (0522-792222) o in caso di difficoltà anche alle Ggev (335-201316). In ogni caso il Cras Lipu di Reggio fornisce, a chi dovesse imbattersi in un animale in difficoltà, questi consigli: tenere gli animali al caldo (temperatura ottimale 40 gradi, ad esempio con l’auto avviata e il riscaldamento acceso) e metterli in una scatola di cartone, bucherellata per far entrare aria, e chiusa per tenerli al buio (è fauna selvatica e si troverebbe in difficoltà e sotto ulteriore stress se esposta a un ambiente umano, inusuale).  I volontari del raggruppamento Ggev saranno disponibili a recuperare gli animali eventualmente ritrovati e trasportarli al Centro Lipu di Reggio, dove i volontari Lipu li potranno curare in modo adeguato, secondo il protocollo nazionale appositamente approntato per questa emergenza.

LA NUOVA FERRARA
26 FEBBRAIO 2010
 
Il Wwf: un disastro anche per la fauna
 
ROMA. Il pericolo scorre ora verso il delta del Po e da lì è pronto per arrivare al mare dritto all’Adriatico, mettendo a rischio un intero sistema ecologico ed economico: l’onda nera sta provocando un’emergenza per gli animali e per l’agricoltura.  Secondo il Wwf «tutto l’ecosistema fluviale è in pericolo» con il pensiero che va subito «al delta del Po, molto importante per la migrazione e lo svernamento degli uccelli acquatici».  Inoltre, contina l’associazione del Panda, «il delta è estremamente vulnerabile anche a causa del livello delle acque del fiume che permette una connessione diretta con molti rami laterali e con le aree di maggiore interesse naturalistico».  In questa stagione, in quelle zone umide - rileva il Wwf - «vi sono migliaia di uccelli alla vigilia della cova e della stagione di riproduzione: anatre (germani reali, morette, moriglioni), aironi (aironi cenerini, aironi bianchi maggiori, aironi guardabuoi), limicoli (avocette, pantane, piro piro)».  Poi, questa è un’area «fondamentale per la presenza di molte specie di pesci che si riproducono, transitano o trovano qui rifugio come l’anguilla, la cheppia, la savetta, il muggine calamita, o, nelle zone umide tra i canneti, come il luccio e la tinca».  Senza dimenticare «anfibi e rettili come la testuggine palustre».  Allora, dice Stefano Leoni, presidente del Wwf, è «necessario scongiurare che l’ondata di petrolio arrivi al Delta del Po, dove gli effetti potrebbero essere devastanti».  Oltre a essere un habitat naturale, in questa zona - riferisce la Coldiretti - si produce «il 40% del prodotto interno lordo, il 37% dell’industria nazionale, che sostiene il 46% dei posti di lavoro e il 35% della produzione agricola». Un’emergenza che «mette in pericolo un intero ecosistema di interesse agricolo, dove si coltiva ed alleva un terzo del made in Italy alimentare».  Per far fronte all’emergenza, la Coldiretti ha messo in campo una task-force.

IL GIORNALE
26 FEBBRAIO 2010
 
Che vergogna chi paga i biglietti per vedere l’orca assassina
 
OSCAR GRAZIOLI
 
Ha da dieci a tredici denti grandi e aguzzi, capaci di strappare le carni di foche e balene, una pinna dorsale a forma di falce che, quando viene avvistata, riempie di terrore qualunque mammifero, da sei a nove metri di lunghezza, a seconda se femmina o maschio, da sei a otto tonnellate di peso, una velocità in acqua di 55 Km/h, la capacità di formare un gruppo, formato da quattro cinque soggetti, in grado di isolare un «piccolo» di balena e gettarsi su di lui a capofitto facendolo a brandelli. Esattamente quanto può fare con foche e anche trichechi. Due unici nemici: lo squalo bianco, che evita accuratamente, e il capodoglio che, per quanto non sia un predatore, è sicuramente in grado di sopraffarla. La natura l'ha dotata di una capacità di coesione sociale, di una forza fisica e di un temperamento che non hanno riscontro né nei Cetacei né nella famiglia dei Delfini di cui fa parte.La natura l'ha resa molto pericolosa per le potenziali prede, mentre l'uomo le ha affibbiato i nomi di «orca assassina» o di «grande omicida». In realtà, sebbene il gruppo di orche, quando caccia, mostri un temperamento aggressivo, le orche stanziali si nutrono di pesci e sono scarsamente inclini ad attaccare altri mammiferi, uomo compreso. Come al solito è l'uomo che, in cerca di fenomeni mirabolanti, quanto rischiosi, ne ha fatto un' assassina sottraendola alla natura e relegandola in vasche più o meno grandi, ma sempre insufficienti per contenere il suo temperamento libero e volitivo. E così accadono le tragedie. L'ultima nel parco acquatico di Seaworld in Florida, dove Tillikum, un'orca maschio di 30 anni, ha trascinato nella vasca la sua addestratrice, e, sotto lo sguardo finalmente inorridito davvero dei visitatori, l'ha annegata dopo averla ben sbatacchiata tra le proprie pinne. Tilly è coinvolta nella morte di altre due persone. Nel 1991 infatti l'orca, rinchiusa in uno zoo canadese, aveva trascinato nella vasca il proprio istruttore, finendo per annegare anche lui. Qualche anno fa, un visitatore senzatetto e senza biglietto, è stato trovato annegato in fondo alla vasca. E non era un suicidio. I canadesi allora hanno deciso di vendere «l'attrazione Tilly» agli americani, cui non è parso vero di poter mettere cartelli, spot e ologrammi, in ogni parte del Paese: «Venghino siori e siure, venghino a vedere l'orca assassina. Se fate i bravi, poi vi facciamo vedere anche la Sirena e la Donna Cannone». E venivano i visitatori, venivano da tutta la nazione e da tutto il mondo. Sei milioni di persone ogni anno al Seaworld di Orlando per vedere Tilly, la prima attrice. Aveva già dimostrato più volte la sua insofferenza per la cattività, uccidendo addestratori e ignari passanti. Meglio così. In Cina si paga un vitello pochi euro per vederlo sbranare dalle tigri del Bengala, proprio davanti all'auto nel parco safari. A Seaworld, si paga il biglietto per vedere le evoluzioni delle orche e, se si è fortunati, l'«assassina» che agisce in diretta. Questa volta sono stati fortunati. «Venghino siore e siuri... che la stupidità umana non ha prezzo».

LA REPUBBLICA
26 FEBBRAIO 2010
 
Se l'animale diventa assassino"Tilly non è killer. E' stressata"
All'indomani della morte di Dawn Brancheau, l'addestratrice uccisa in un parco acquatico di Orlando da un cetaceo, parla il biologo Petretti: "Vivono in cattività. Sta a noi tenere le distanze"
 
 
ROSALBA CASTELLETTI
 
NON SI TRATTA di un animale "cattivo", ma semplicemente di un animale selvatico di ben sei tonnellate sottratto all'oceano, e "stressato" perché costretto in cattività. All'indomani della morte di Dawn Brancheau, gli animalisti sono unanimi nell'assolvere Tilikum, l'esemplare maschio d'orca che ha trascinato in acqua la veterana addestratrice del Sea World di Orlando affogandola. E avvertono: Tilikum non è la prima orca a ferire o uccidere un essere umano e, sfortunatamente, è probabile che non sarà l'ultima. Per loro, la morte della Brancheau non è che un tragico promemoria del perché animali selvatici come "Tilly" o grandi predatori come tigri e leoni non dovrebbero stare in cattività.
Da Pamela Orsi, che morì nel marzo '91 aggredita da due elefanti nel San Diego Wild Animal Park, a Steve Irwin, il celebre Crocodile Hunter della tv australiana punto fatalmente nel 2006 da una pastinaca mentre girava riprese subacquee, sono numerosi i casi di addestratori o etologi attaccati mortalmente da un animale. "Capita, come capita che una tigre addomesticata da anni si rivolti contro il suo domatore", commenta Francesco Petretti, biologo, docente dell'Università di Camerino e membro del Comitato scientifico del Wwf. "Bisogna rispettare gli animali anche nella loro capacità di aggredire. La tigre, come lo squalo bianco, è un animale predatore e quindi è naturale che sia pericolosa. Sta a noi mantenere le distanze".
Il problema, come illustra bene il libro "Uomini, prede e predatori. Il rapporto tra noi e i carnivori" dello zoologo olandese Hans Kruuk, è avere romanzato l'immagine di molti animali e avere dimenticato che "molti di loro sono letali". Si pensi, ricorda Kruuk, alle "fotografie di orsi polari su una distesa di ghiaccio che vincono i concorsi di fotografia naturalistica", alle serie tv come Flipper o, per rimanere in tema di orche, ai tre film della saga Free Willy che raccontano le vicende di Keiko, un'orca catturata in Islanda, proprio come Tilikum, e poi liberata. C'è chi parte proprio dal film per dire che non basta avere liberato Keiko, ma bisognerebbe liberare tutte le orche in cattività. Altri ricordano che la stessa Keiko, una volta libera, non si abituò alla vita in mare aperto e morì dopo tre anni. E allora cosa fare di animali come Tilly? "Continuare - suggerisce Petretti - a farli vivere al meglio e usarli come ambasciatori delle proprie specie minacciate".

LA VOCE

26 FEBBRAIO 2010

 

Il suo passato d'assassina non ha prevalso

Orca killer, colpa dei capelli: non verra' abbattuta

L’orca gigante mercoledì aveva affogato la sua addestratrice nel parco Seaworld in Florida

 

Silvia Valenti

 

Milano -  I responsabili del parco acquatico Seaworld di Orlando, in Florida, hanno deciso che l'orca Tilikun sarà risparmiata, per il suo alto valore come esemplare adulto. L'animale che mercoledì ha trascinato in acqua e ucciso la sua addestratrice Dawn Brancheau, non verrà abbattuta, come invece inizialmente si era ipotizzato. Eppure numerosi sono i dubbi sollevati: non è il primo incidente che vede protagonista l’orca. Tilikun, che in indiano significa ‘amico’, aveva già ucciso due persone.
La causa della morte è l’acconciatura. Sin dagli attimi successivi alla tragedia le ipotesi sulla dinamica dell’incidente erano diversi. La polizia sembra aver accertato che la donna fosse fuori dall’acqua al momento dell’aggressione da parte del cetaceo. Pare che la coda di cavallo della Dawn Brancheau, sfregando sul naso dell’orca, l’abbia infastidita al punto di reagire violentemente trascinandola in acqua con un colpo di pinne. In pochi secondi l’esperta addestratrice di mammiferi marini è affogata, davanti agli occhi impotenti di decine di spettatori.I biologi marini avvertono: il vero responsabile è l’uomo. Le orche non odiano gli esseri umani, ma possono sentirsi minacciate da loro. Per questo motivo reagiscono, non percependo quali effetti la loro forza possa avere. Il fatto di vivere rinchiuse in vasche artificiali e sottoposte allo stress delle esibizioni in pubblico non aiuta a creare un clima pacifico.


LA ZAMPA.IT
26 FEBBRAIO 2010
 
L'orca assassina solo per gioco
L'addestratrice morta annegata, probabilmente il cetaceo non voleva farle del male
 
 
GLAUCO MAGGI
 
NEW YORK
L’orca sfrecciava dentro e fuori dall’acqua, poi ha afferrato quell’essere umano e l’ha sbattuta con violenza ripetutamente. L’ha trascinata per la piscina e una scarpa della donna è volata via. È suonata una sirena e la gente ha cominciato a correre nel panico». L’orca assassina è tornata a colpire. Dawn Brancheau, 40 anni, una passione per quella vita che le era venuta a 9 anni, assistendo a una esibizione come quella fatale che l’ha ammazzata ieri, non ha forse neppure avuto neppure il tempo di capire. La sua Tilikum ha avuto un raptus di rabbia? Ha voluto alzare il ritmo del gioco con la sua compagna-maestra di tanti tuffi e immersioni? O ha esploso in un raid feroce la frustrazione e la tensione repressa di una esistenza falsa, forzata? L’orca, che i pescatori d’alto mare hanno non a caso gratificato-bollato con l’aggettivo di «assassina» per averla vista duellare spietata con gli squali, non deve spiegare ciò che fa: siano le mille mansuete capriole tra i battimani dei bambini eccitati; sia l’atto di furia una tantum da killer naturale. Le orche assassine nelle vasche dei parchi marini non sono come i leoni nelle gabbie del circo. In natura, i felini ammazzano l’uomo se riescono a prenderne uno nella prateria. Non così le orche. «Non hanno mai ucciso un essere umano negli oceani», ha detto Nancy Black, biologa marina della Monterey Bay Whale Watch, una organizzazione californiana di monitoraggio dei cetacei. Nel loro brodo, insomma, queste gigantesche creature non odiano l’uomo, non gli danno la caccia. Perché, allora, l’orca Tilikum della piscina di Orlando (Florida) ha ammazzato la sua vecchia «amica» Dawn Brancheau, compagna di recite davanti al pubblico del parco di divertimenti SeaWorld? Perché 27 anni di cattività, di vita costretta nell’acqua cristallina e innaturale di una piscina paragonabile ad una vasca da bagno, non domano un’orca assassina. Tilikum, tragica ironia, significa «amico» nel linguaggio Chinook parlato dai nativi americani del Pacifico nord-settentrionale. Ma è un «amico» che aveva due precedenti assassinii nella dorata carriera con il vitto garantito, le visite costanti dei veterinari e dei biologi. Nel 1991, quando Keltie Byrne, 20 anni, addestratrice, cadde nella vasca delle orche nel parco di Sealand, sul Pacifico canadese. E ancora nel 1999, quando Tilly, il soprannome d’arte con cui veniva presentata ai turisti, fu ritenuta responsabile della morte di un uomo. Daniel Dukes, 27 anni, si era immerso nella piscina per nuotare con l’orca nel suo nuovo parco, questa volta in Florida.
I testimoni dello spettacolo di ieri a SeaWorld, quello di mezzogiorno, hanno ancora gli occhi sbarrati per la tragedia: un cetaceo da quasi sei tonnellate, elegante nelle sue evoluzioni, che improvvisamente afferra l’esperta allenatrice per la vita e la fa volteggiare velocemente sopra e sotto il pelo dell’acqua, per minuti interminabili. Dawn muore, pare per annegamento più che per le ferite dovute ai colpi subiti durante le folli giravolte: sarà l’autopsia a stabilirlo.
La Peta (People for the Ethical Treatment of Animal, ente per il trattamento etico degli animali) ha chiesto che Seaworld liberi i cetacei che impiega oggi per i suoi spettacoli, e li rilasci in mare aperto. Ha suggerito che siano utilizzati robot meccanici al loro posto. Ma l’orca, la più grande tra quelle in attività, vale milioni di dollari come riproduttore, e SeaWorld non ha detto che fine farà. Intanto, tutti gli show con le orche nei suoi parchi sono stati sospesi.

IL SECOLO XIX
26 FEBBRAIO 2010
 
L'orca assassina aveva già ucciso in un parco
La tragedia di Orlando
 
ORLANDO. Non era la prima volta che l'orca assassina aggrediva l'essere umano. L'animale, un maschio di 30 anni di nome Tillikum, che nel parco acquatico Seaworld a Olando, in Florida, ha trascinato in acqua e fatto annegare la sua addestratrice, Dawn Brancheau, 40 anni, aveva già creato problemi in passato. In un parco acquatico del Canada, poi chiuso, l'orca aveva affogato nel 1991 un addestratore, ed ucciso nel 1998 un senza tetto che si era introdotto di notte nelle strutture acquatiche. Chiuso il parco, l'animale era stato venduto al Seaworld di Orlando. Mercoledì la tragedia. L'addestratrice aveva appena finito di spiegare a un gruppo di spettatori poco prima dell'inizio di uno spettacolo, che cosa avrebbero visto nello show. All'improvviso l'orca è uscita dall'acqua, ha afferrato la donna che era sulla pedana, l'ha strattonata e poi trascinata in acqua. Il tutto di fronte agli occhi inorriditi della gente. Il parco è stato subito evacuato. Ora è in corso un'indagine.

CITTA' OGGI WEB
26 FEBBRAIO 2010
 
Fermati bracconieri nel Parco del Ticino, sequestrato un fucile
 
Turbigo (MI) -  La Polizia Provinciale di Milano ha fermato la notte scorsa due bracconieri a bordo di un fuoristrada nel Parco del Ticino, nella zona sud della Centrale di Turbigo, area dove è alta la presenza di cinghiali e caprioli. I due uomini (A.C e B.E.), sulla quarantina, di Legnano, sorpresi in possesso di un fucile, sono stati denunciati per introduzione abusiva di armi all’interno di una zona protetta, di caccia non autorizzata.Nell’auto erano presenti un visore notturno, un binocolo e una potente carabina calibro 30/06 con tiro utile fino a mille metri, carica, sulla quale erano montati un cannocchiale e un puntatore a fascio di luce per illuminare la preda. Il materiale sequestrato è del valore di circa 10 mila euro. In caso di condanna, i due bracconieri rischiano fino a due mesi di carcere e 4000 euro di multa, nonché la confisca di quanto sequestrato.L’operazione antibracconaggio è avvenuta per l’intervento del comando territoriale di Legnano in collaborazione con gli agenti del Parco del Ticino dopo che nei giorni precedenti era stata segnalata la circolazione durante la notte di fuoristrada dai quali venivano esplosi colpi d’arma da fuoco.

ANMVI OGGI
26 FEBBRAIO 2010
 
PIEMONTE, UNA LEGGE PER GLI ANIMALI ESOTICI
 
La Legge regionale 18 febbraio 2010, n. 6, pubblicata sul Bollettino Ufficiale del Piemonte detta le norme per la detenzione, l'allevamento e il commercio di animali esotici. Sono considerati animali esotici "le specie animali delle quali non esistono popolazioni viventi stabilmente o temporaneamente in stato naturale di libertà sul territorio nazionale facenti parte della fauna selvatica esotica". La legge prevede che sia la Commissione regionale Animali Esotici a stabilire le "modalità per il riconoscimento delle specie esotiche". Per dare un "supporto tecnicamente e scientificamente qualificato" alla Commissione regionale viene istituito il Centro di Referenza regionale per gli Animali esotici presso l'IZS del Piemonte Liguria e Valle d'Aosta.I possessori di animali esotici sono tenuti a presentare domanda di autorizzazione alla detenzione al sindaco per il tramite del servizio veterinario della Asl. L'autorizzazione alla detenzione è nominale ed è rilasciata esclusivamente al legittimo possessore dell'animale. L'idoneità alla detenzione viene valutata dal medico veterinario competente per territorio all'atto del sopralluogo ispettivo finalizzato al rilascio del parere. Il veterinario verifica le condizioni di detenzione nonché che il proprietario sia in possesso di adeguate conoscenze etologiche e pratiche di allevamento necessarie ad una corretta detenzione delle diverse specie animali.L'autorizzazione è richiesta anche svolgere attività di allevamento sia a scopo commerciale che non commerciale. Nel caso di allevamento finalizzato al commercio di animali è richiesta una attestazione di idoneità comprovante, fra gli altri, il possesso di adeguate conoscenze biologiche, fisiologiche ed etologiche-comportamentali degli animali. Commercianti e allevatori hanno l'obbligo di frequentare i corsi di formazione promossi dalla Regione.Gli allevamenti e gli esercizi commerciali sono obbligati alla tenuta di un registro di carico e scarico, vidimato dalla ASL in cui annotare le transazioni commerciali.
http://www.anmvioggi.it/files/LEGGE%20R.%20PIEMONTE%20ANIMALI%20ESOTICI.pdf

ANSA AMBIENTE
26 FEBBRAIO 2010
 
ANIMALI: TOSCANA; SU TRALICCI 'GUERRA' DI NIDI TRA CICOGNE
 
FUCECCHIO (FIRENZE) - Due cicogne stanno per 'sfrattare' dal proprio nido la coppia storica di volatili della stessa specie che dal 2005 ha ricominciato a nidificare su uno dei tralicci dell'energia elettrica nel Padule di Fucecchio, tra le province di Firenze e Pistoia. La segnalazione arriva dal Centro di ricerca, documentazione e promozione che si occupa dell' area lacustre. Le due cicogne che si vedono in questi giorni sul nido sono due esemplari sconosciuti, dato che nessuna delle due porta l'anello di riconoscimento. ''Si potrebbe trattare - dicono dal Centro del Padule - di uno o due dei giovani che dal 2005 ad oggi sono stati allevati nel nido di Fucecchio, o in un nido vicino, e che tornano a nidificare nel luogo in cui sono nati. Il vero problema e' che il nido di Fucecchio e' stato costruito ed occupato per cinque stagioni consecutive dalla stessa coppia, che teoricamente potrebbe continuare ad utilizzarlo per i prossimi vent'anni. Nei prossimi giorni, dopo il ritorno del maschio, la vecchia femmina stanziale a Fucecchio lo potrebbe reclamare''. In ogni caso i tralicci su cui costruire nuovi nidi non mancano e nelle vicinanze ce n'e' uno gia' attrezzato dall' Enel con una piattaforma artificiale proprio per la nidificazione delle cicogne.

IL GAZZETTINO DI TREVISO
26 FEBBRAIO 2010
 
CODOGNÈ (TV) - È successo l’altra notte nel cortile di una abitazione di via Valdoni a Cimavilla
Tre cani fanno strage di conigli
Il proprietario, individuato dai vigili, rischia ora di pagare una multa di 250 euro
 
CODOGNE' (TV) - Talmente affamati da avventarsi contro una decina di poveri conigli che si trovavano nel loro recinto facendone strage senza salvarne nemmeno uno. E’ quanto avvenuto la scorsa notte nel cortile di un’abitazione di Codognè. Tre grossi cani ono riusciti a saltare la recinzione dov’erano riposti i conigli e gli animali da cortile di proprietà di una famiglia locale. Con la complicità del buio si sono avventati sui poveri conigli sbranandoli. Strage di animali la scorsa notte nel cortile di un’abitazione di via Valdoni a Cimavilla di Codognè.E ieri mattina la drammatica scoperta: a terra giacevano le tracce delle carcasse della decina di conigli che erano stati sbranati nottetempo. Il fatto è stato segnalato agli agenti della polizia locale di Codognè che si sono messi sulle tracce degli autori. Tempo qualche ora, gli agenti sono risaliti ai tre che avevano compiuto il gesto avventandosi sui poveri animali indifesi: si tratta di tre cani di grossa taglia, cani lupo, che sono stati recuperati ieri in mattinata. Le indagini degli agenti di polizia locale hanno permesso di risalire anche al proprietario dei tre cani che ora rischia una multa tra 25 e 250euro per omessa custodia. Intanto continuano le vaccinazioni antirabbica degli amici a quattro zampe a cura dei medici veterinari dell’Usl 7 negli spazi del capannone degli impianti sportivi di via E. De Amicis in programma fino al prossimo sabato 27 febbraio dalle ore 10 alle ore 15. Oggi e domani è prevista la tranche di vaccinazioni destinata alla frazione di Roverbasso. Il costo di ogni songola vaccinazione è pari a 5 euro; i cani di grossa taglia dovranno essere provvisti di museruola. Per i trasgressori, che non provvederanno alla vaccinazione e alla chippatura, se non ancora effettuata, del proprio cane, è prevista una sanzione pecuniaria che oscilla tra i 1.500 e i 9mila euro. Si ricorda che tutti i cani devono obbligatoriamente essere iscritti all’anagrafe canina con microchip. Solo questi potranno potranno essere vaccinati.

IL GAZZETTINO DI VICENZA
26 FEBBRAIO 2010
 
Ritrovate morte altre due volpi
 
SOVRAMONTE (BL) - Altre due volpi trovate morte a Sovramonte. Salgono così a 111 gli animali morti di rabbia in provincia.Intanto il Comune di Feltre invita la popolazione a vaccinare oltre ai cani anche i gatti visto il ritrovamento i giorni scorsi di un felino morto stroncato dalla rabbia nella frazione di Zermen.

IL TIRRENO
26 FEBBRAIO 2010
 
In scooter contro cinghiale, gravissimo
 
LIVORNO. Ha preso in pieno un cinghiale al Castellaccio, alla curva Nuvolari, ed è caduto, battendo forte testa e volto. Un impatto durissimo. Angelo Nerini, 54 anni, è ricoverato in prognosi riservata in Rianimazione, in coma. L’animale invece è morto. Erano le 6.30 circa quando Nerini, in sella al suo scooter Honda Sh, stava percorrendo la strada che dal Castellaccio scende verso Castel Sonnino. Era quasi arrivato alla curva Nuvolari quando, improvvisamente, è sbucato un cinghialetto. Lo scooterista ha cercato di frenare ma non ce l’ha fatta. Ha preso in pieno l’animale e ha sbandato, perdendo il controllo del mezzo. Il motorino ha inchiodato a bordo strada mentre il cinquantaquattrenne ha fatto un volo, ricadendo poi al suolo a pancia in giù. Ha riportato un grave trauma cranico e facciale con ferite lacere.  Nerini ha perso subito conoscenza, mentre il cinghiale è morto sul colpo. A dare l’allarme, un automobilista di passaggio, che però è arrivato qualche istante dopo: non ci sono infatti testimoni dell’impatto. La sala operativa del 118 ha inviato sul posto i volontari della Misericordia insieme al medico. Poi sono arrivati i vigili.  I soccorritori l’hanno immobilizzato e hanno cercato di farlo parlare, ma il ferito aveva perso i sensi. Quindi è stato portato d’urgenza in ospedale, dove è stato prima visitato in choc room e poi sottoposto a un’operazione al volto e alla testa.  In base a quanto appreso, Nerini si stava recando al lavoro. Abita proprio al Castellaccio, in via della Porcigliana, non lontano dal luogo dell’impatto, insieme alla moglie e a due figlie di 22 e 28 anni. Grande la preoccupazione per loro: i familiari si sono precipitati in ospedale. Dei rilievi si stanno occupando l’ufficio Incidenti della polizia municipale e il posto fisso di polizia. L’incidente è seguito anche dalla polizia provinciale, competente per la zona e anche per il caso, essendo coinvolto un cinghiale. La zona infatti è piena di animali e non è la prima volta che si verificano episodi del genere. Sono previste verifiche per tenere il fenomeno sotto controllo.

TARGATO CN
26 FEBBRAIO 2010
 
Lettera: "Ha senso che i Comuni mantengano i cani randagi?"
 
 
Sig. Direttore,
voglia consentirmi di esprimere una anticonformistica provocazione su un tema che la nostra società 'televisiva' ha inculcato nei nostri cervelli come concetto emergente :'l’animalismo'. Anche se mi aspetto risposte indignate, mi si permetta di affermare che ad oggi –talvolta - fa più notizia l’abbandono di un cane che la morte di una persona. Non si pensi che non ami i cani: ne ho posseduti molti nella mia vita, ho accolto e adottato dei randagi e mi duole ammettere che sicuramente mi sono stati più affezionati di tanti umani. Ma animali restano e come tali vanno trattati. Hanno le loro necessità che non sono le nostre; vivono benissimo all’aria aperta, molto meglio che sul sofà del salotto buono, amano correre per lunghe distese anziché legati ad un guinzaglio sia pure estensibile.
Chiarite queste premesse veniamo al dunque. Oggi la legge obbliga i Comuni a mantenere i randagi catturati sul proprio territorio per tutta la loro vita (difficile sapere quando muoiono!). Simpatico è il ricordo di un sindaco vecchia maniera che confessava di catturarli e di spostarli sul suolo altrui per non caricarsi di spese (probabilmente era solo una battuta a fronte di quella legge che riteneva assurda). Ma sapete quanto costa ad un Comune mantenere un cane presso un canile abilitato? Circa quattro euro/giorno (1.500 € l’anno) spese veterinarie ed incerti compresi. Quindi 20/25 animali (la dotazione minima di un comune di 10.000 abitanti) porta ad un costo di circa 35.000 €/ annui. Borgo San Dalmazzo spende 46.000 €/anno; Cuneo 87.500. Rapportato questo dato all’intera nazione si raggiungerebbe la cifra non indifferente di almeno 200 milioni di euro! Un grande businnes per i privati che fanno questo lavoro.
Allora, diranno molti, con tutti i soldi che buttiamo per altre cose, non ne vale la pena? Ecco la mia riflessione. E’ ragionevole tenere un animale per tutta la sua esistenza chiuso in un gabbia di pochi mq., senza affetti e senza padroni o scandalizzarsi quando vengono lasciati in posti malsani e con poca cura? O non sarebbe meglio, dopo un ovvio periodo di mantenimento alla ricerca di un padrone, sopprimerli in modo indolore come si faceva un tempo? Non sarebbe questa una vera umanità anziché costringerli contro natura ad una vita di prigionieri e comunque di stenti?
Ed infine, mi permetta una stoccata 'populista', ma non troppo: quanti bambini 'poveri' sparsi per il mondo potremmo sfamare con quel mucchio di denaro che noi 'ricchi' spendiamo per mantenere i cani randagi? Certo, in un mondo nel quale molti ormai preferiscono pensare che i polli ed i conigli nascono già incellofanati e che la carne la produce il macellaio nel retro-bottega, non vi è da stupirsi se nascono questi nuovi 'idealismi'. Mai nessuno riuscirà più a strappare quello spesso velo di ipocrisia che ammorba le nostre percezioni indotte dal 'Grande Fratello' (quello di Orwell) chiamato TV?
Marco Borgogno
 

 

            26 FEBBRAIO 2010
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

CORRIERE DELLA SERA
26 FEBBRAIO 2010
 
Sclerosi multipla provocata da un batterio? Forse
L’ipotesi per spiegare la misteriosa origine della malattia è stata formulata da ricercatori italiani della Cattolica
 
Adriana Bazzi
 
MILANO - Un batterio della famiglia di quelli che provocano la tubercolosi, ma assolutamente innocuo per l’uomo, potrebbe spiegare l’origine della sclerosi multipla. Almeno nei topi. A proporre questa ipotesi è un gruppo di ricercatori italiani dell’Università Cattolica che hanno pubblicato il loro lavoro sulla rivista Journal of Immunology. Questa malattia, capace di distrugge la guaina di mielina che protegge i nervi, è ancora misteriosa: si sa che nasce dall’interazione di fattori genetici e ambientali, ma non si sa esattamente come questi ultimi lavorino. Al momento sono due le teorie scientifiche che cercano di spiegare questa relazione: una chiama in causa un virus che arriva al cervello e scatena una risposta immunitaria antivirale che dà il via alla distruzione della mielina. La seconda ipotizza che un virus o un batterio, con proteine simili a specifiche molecole del sistema nervoso centrale, causa infiammazione la quale, a sua volta, provoca una reazione del sistema immune: è questa l’ipotesi autoimmune sulla quale hanno lavorato Francesco Ria (Istituto di Patologia generale) e Giovanni Delogu (Istituto di Microbiologia).
L’INGANNO - Con l’obiettivo di ingannare il sistema immunitario del topo, i ricercatori hanno leggermente modificato un batterio (della famiglia dei micobatteri cui appartiene, appunto, anche quello della tubercolosi) per renderlo simile alla mielina. Come tutti i batteri, anche se innocuo, stimola la reazione dei linfociti T del sistema immunitario che intervengono per distruggerlo. «Normalmente i linfociti T non raggiungono il sistema nervoso centrale – spiega Ria - perché non riescono a passare la barriera ematoencefalica. Il batterio è in grado di modificare queste cellule immunitarie, permettendo loro di superarla. In 15 giorni il batterio scompare completamente dall’organismo».
ATTACCO ALLA MIELINA - Una vola entrate nel cervello, le cellule T cominciano ad attaccare la mielina perché la «riconoscono» simile al batterio. «Con il nostro modello animale – commenta Ria – abbiamo dimostrato che è possibile essere infettati da un agente che non provoca di per sé malattia, ma può scatenare una patologia autoimmunitaria». Naturalmente questa ricerca, che è stata finanziata dall’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) è un primo passo e i ricercatori cercheranno adesso di capire quali sono le caratteristiche di un potenziale agente infettivo capace di scatenare la sclerosi e di capire quali sono le proteine batteriche, somiglianti a quelle della mielina, che ingannano il sistema immunitario. Se davvero queste domande trovassero una risposta e l’ipotesi «batterica» fosse confermata, si potrebbe addirittura pensare, in futuro, a un vaccino.

ASCA
26 FEBBRAIO 2010
 
SALUTE: VITAMINA B3 MIGLIORA CONDIZIONE NEUROLOGICA POST-ICTUS
 
Roma - La vitamina B3 o niacina, una comune vitamina solubile in acqua, puo' aiutare a migliorare la funzione neurologica dopo aver subito un ictus. E' quanto sostengono i ricercatori dell'Henry Ford Neuroscience Institute di Detroit (Michigan, Usa) guidati da Michael Chopp che hanno realizzato lo studio - il primo del genere - su un gruppo di topi che avevano subito un ictus ischemico (che rappresenta circa l'87% di tutti gli ictus).Dopo aver somministrato la niacina il cervello dei topolini ha mostrato una crescita di nuovi vasi sanguigni e la germinazione di cellule nervose, migliorando notevolmente l'esito del danno neurologico. Attualmente l'Henry Ford sta indagando gli effetti della somministrazione di niacina su soggetti colpiti da ictus, terza causa di morte negli Usa e una delle principali cause di disabilita' (fonte National Stroke Association). Lo studio sul modello animale verra' presentato presso l'International Stroke Conference che si terra' a San Antonio, in Texas.

 

torna alla pagina iniziale [email protected] torna all'archivio della rassegna stampa