TERRE MARSICANE
25 OTTOBRE 2009
Nel Parco Sirente Velino sorpreso un bracconiere a cacciare
Ovindoli (AQ). Nei guai è finito un bracconiere marsicano che è stato scoperto ieri mattina dagli uomini del comando stazione del Corpo forestale dello Stato di Magliano bis e da quelli di Trasacco. L’uomo sorpreso nella zona di Santa Iona, dovrà rispondere delle accuse di introduzione di armi da fuoco all’interno di area protetta e atteggiamento di caccia in zona vietata.Le pattuglie delle due stazioni di forestali che lo hanno denunciato stavano eseguendo dei controlli sul territorio nonostante la difficile situazione meteorologica. Durante il pattugliamento hanno trovato e fermato il bracconiere con un fucile e due cani da caccia.
IL CENTRO
25 OTTOBRE 2009
Bracconiere sorpreso a cacciare nel Parco del Sirente Velino
OVINDOLI (AQ). Sorpreso dalla forestale a cacciare nel Parco regionale Sirente Velino. Nei guai è finito un bracconiere marsicano che è stato scoperto ieri mattina dagli uomini del comando stazione del Corpo forestale dello Stato di Magliano bis e da quelli di Trasacco. L’uomo è stato scovato nella zona di Santa Iona, frazione di Ovindoli, all’interno del territorio del Parco Naturale, e dovrà rispondere delle accuse di introduzione di armi da fuoco all’interno di area protetta e atteggiamento di caccia in zona vietata. Le pattuglie delle due stazioni di forestali che lo hanno denunciato stavano eseguendo dei controlli sul territorio nonostante la difficile situazione meteorologica. Durante il pattugliamento hanno trovato e fermato il bracconiere con un fucile e due cani da caccia.
IL CENTRO
25 OTTOBRE 2009
Randagi trasferiti Ok della Regione
TERAMO. Il trasferimento dei cani randagi che fino a qualche settimana fa erano ospitati nel gattile di Colleparco raccoglie il consenso della Regione. Giuseppe Bucciarelli , dirigente del servizio veterinario regionale, in una lettera indirizzata al sindaco Maurizio Brucchi esprime il proprio apprezzamento per l’operazione che ha portato allo spostamento di 64 animali nel canile di Castellalto. «Il trasferimento dei cani in una struttura autorizzata», afferma il dirigente, «riporta nella giusta prospettiva il corretto rapporto uomo-animale, senza falso pietismo». Il riconoscimento è accolto con particolare soddisfazione dall’assessore all’ambiente Rudy Di Stefano . «Si tratta di un’attestazione che conferma la validità delle nostre scelte», fa notare l’amministrato re.
IL CENTRO
25 OTTOBRE 2009
Volpe uccisa con un boccone di carne avvelenata
Erica Del Vecchio
SCANNO (AQ). Una volpe è stata trovata morta nel centro storico del paese, con ogni probabilità uccisa con un’esca avvelenata. La carcassa dell’animale è stata scoperta ieri mattina poco dopo le 9 dalla Forestale della stazione di Scanno. Gli agenti sono stati allertati da alcuni residenti. La volpe si trovava rannicchiata sotto a un’auto parcheggiata in via Mario Silla. Gli uomini della Forestale, insieme al veterinario della Asl arrivato sul posto, hanno provveduto a recuperare la carcassa per inviarla nella sede avezzanese dell’Istituto zooprofilattico. Saranno necessari gli esami tossicologici per accertare con precisione le cause del decesso e risalire anche al tipo di veleno ingerito. La volpe, un esemplare di circa tre anni di età, non presentava segni di traumi o ferite. L’ ipotesi più probabile avanzata dagli stessi forestali è che l’animale abbia mangiato bocconi o esche avvelenate gettate da qualcuno che voleva sbarazzarsi di cani o gatti randagi. Sono in corso indagini per cercare di individuare il responsabile, che con ogni probabilità risiede nella zona. Si teme anche la presenza di altre esche avvelenate. Non è la prima volta che si verificano episodi simili. Non molto tempo fa, sempre a Scanno, furono avvelenati diversi cani. La tecnica usata dagli sconosciuti è quasi sempre la stessa: vengono lasciati bocconi, spesso imbottiti con antiparassitari, nell’intento di sbarazzarsi di animali indifesi. Stavolta è capitato a una volpe. -
MESSAGGERO VENETO
25 OTTOBRE 2009
Oggi sulle colline caccia simulata alla volpe
FAGAGNA (UD). Oggi le colline intorno a Fagagna si animeranno dei colori, dei suoni e delle tradizioni della caccia alla volpe (simulata), una disciplina di caccia che, benché spesso associata alle tradizioni dell’’Inghilterra del XVI secolo, ha invece origini italiane e precisamente nella famiglia Sabauda. Sono attesi circa 35 cavalieri e una nutrita muta di foxhound, oltre a numerosi curiosi ed appassionati a piedi, per l’evento organizzato dalla Società Friulana Caccia a Cavallo 1890, la più antica società friulana di questa disciplina la cui nascita risale al 1890 quando il nobile Roberto Kechler, di ritorno dall’Inghilterra, portò con sé una muta di foxhound. Essendo la volpe un animale protetto, la caccia è simulata: i cani seguono le tracce di un tampone impregnato dell’odore dell’animale e trascinato nell’erba e nella vegetazione da un esperto in modo da creare il percorso.
LA ZAMPA.IT 25 OTTOBRE 2009
Il matador che ha visto la morte in faccia
Sguardo rivolto al cielo e occhi smarriti, colorito pallido e, probabilmente, battito cardiaco accellerato. In questo modo potrebbe essere descritta l'espressione del viso di questo matador che ha rischiato di essere incornato dal toro durante una corrida. Forse le stesse sensazioni che il toro prova ogni volta che entra nell'arena, con migliaia di persone che acclamano la sua morte sin quando il torero lo infilza a morte.
FOTO http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?p=1&IDmsezione=59&IDalbum=21628&tipo=FOTOGALLERY#mpos
IL SECOLO XIX
25 OTTOBRE 2009
Auto in un canale, cacciatore muore annegato con i suoi cani
FOGGIA. Frane, allagamenti e problemi alla circolazione e un incidente mortale con un auto finita in un corso d'acqua. Un'ondata di maltempo da ieri pomeriggio mette a dura prova il Sud Italia. Puglia e Sicilia le regioni più colpite.
La pioggia e la strada resa viscida dal fango, l'auto slitta e finisce nel canale. È morto così, annegato, ieri mattina a Poggio Imperiale, nel Foggiano, un uomo di 76 anni, Nazario Garofalo, con i suoi due cani, mentre stava andando a caccia. Solo in tarda mattinata i sommozzatori sono riusciti a recuperare la vettura dall'acqua con i corpi dell'uomo e dei due cani. Piogge torrenziali sono cadute in varie aree del centro-sud per tutta la notte e ieri mattina, creando problemi alla viabilità. I disagi maggiori lungo la costa adriatica: interruzioni e rallentamenti sulla statale adriatica 16 in Puglia e a Ortona, in Abruzzo; chiusa al traffico nel Foggiano anche la provinciale 41 bis. A Taranto interi quartieri sono rimasti isolati con strade trasformate in torrenti. Preoccupazione nel Foggiano per la diga di Occhito e il livello del fiume Fortore, che confluisce nella diga. Mentre riaprirà solo lunedì il quartiere operatorio del reparto di ortopedia del Policlinico di Bari, chiuso in via precauzionale dopo che per infiltrazioni d'acqua è crollato un pannello del soffitto di una stanza. Il maltempo continua a flagellare la Sicilia. Da venerdì sera non ci sono collegamenti marittimi con le isole Eolie, con disagi per pendolari e studenti. E anche la circolazione stradale e ferroviaria è stata difficile: le piogge hanno provocato una frana nella zona tirrenica del Messinese che ieri mattina ha bloccato il traffico di auto e treni sulla direttrice Palermo-Messina, nel tratto tra Tusa e Santo Stefano. La circolazione ferroviaria è stato ripristinata solo alle 18.40, dopo circa nove ore di interruzione. Continua infine a essere monitorata dalla Protezione Civile la zona jonica del messinese, nelle zone già violentemente segnate di Scaletta Zanclea e Giampilieri.
IL GIORNALE
25 OTTOBRE 2009
L'ATMOSFERA DEL GRANDE CIRCO AMERICANO CONQUISTA MILANO
Roberta Pasero
Milano - Ha quasi centoquarant'anni ma non li dimostra. Eppure è il circo più antico e famoso d'America con una storia lunga quanto il nome dei suoi fondatori, Ringling Bros and Barnum & Bailey. Fino a domani, domenica, è in trasferta al Palasharp (tre gli show, alle 11, alle 15 e alle 19) con il Circus Party & Show, uno spettacolo già applaudito in due anni da dodici milioni di spettatori, un numero record per uno spettacolo circense. In realtà si tratta di tre circhi ottocenteschi uniti sotto un unico chapiteau dal 1919: quello dei Ringling Bros, i cinque fratelli Ringling, che alla fine dell'Ottocento acquistarono persino un convoglio ferroviario con sessanta motrici e quaranta vagoni passeggeri per diventare il più grande circo viaggiante, quello dell'intraprendente James Anthony Bailey che nel 1879 installò nel suo tendone le luci elettriche, un anno prima che Thomas Edison brevettasse la lampadina, e soprattutto quello di Phineas Taylor Barnum, il più geniale impresario circense di tutti i tempi: fu lui a portare in scena persino il leggendario cacciatore Buffalo Bill e a fargli raccontare per undici stagioni il suo west, con i classici numeri da circo e l'aiuto di attrazioni eccellenti, come il mitico capo indiano Toro Seduto e la prima donna pistolera, Calamity Jane.
Ma i tempi sono cambiati ed oggi il circo Ringling Bros and Barnum & Bailey, o meglio RBB Circus, come lo chiamano in America, non si accontenta più di creare soltanto numeri strepitosi e temerari, veri e propri esercizi di stile che sfidano le leggi di gravità, con ciclisti clown, acrobati motociclisti, illusionisti, funamboli, tigri del Bengala e elefanti asiatici (che hanno sollevato la protesta, immancabile quando si tratta di show che prevedono l'utilizzo di animali in scena, della Lav, la Lega antivivisezione). Lo spettacolo comincia mezz'ora prima, con il Circus Party, una sorta di show interattivo dove adulti e bambini possono incontrare i ventiquattro artisti del cast, camminare su una fune, imparare numeri di magia, persino volteggiare al trapezio, soprattutto capire cos'è lo spirito circense. Insomma prima e durante lo spettacolo non mancheranno i colpi di scena, sulla scia di quelli entrati nella storia. Come quando nel 1835 mostrò al pubblico una signora di colore, Joyce Heth, spergiurando che fosse l'ex nutrice del presidente degli Stati Uniti George Washington, ancora in forma nonostante i 161 anni, o quando fece cantare una fanciulla che esibiva la coda di un pesce sostenendo che fosse la sirena delle isole Fiji, o portò uno scheletro sostenendo che fosse di Cristoforo Colombo. Gli spettatori gli credevano sempre, senza riserve, anche questa, in fondo, è la magia del circo.
LA NUOVA SARDEGNA
25 OTTOBRE 2009
Il Coast day senza la mascotte
URZULEI (OG). Alla due giorni del Coast Day, in programma oggi e domani, non ci sarà, a dare il benvenuto ai visitatori, il muflone che era diventato la mascotte dell’Oasi del cervo sardo a Sa Portisca. L’animale è sparito dal centro urzuleino da una quindicina di giorni e probabilmente non vi farà più rientro. A chiedere se qualcuno aveva visto l’animale, era stata la responsabile del centro Luisella Lorrai che tante cure e amore aveva dimostrato al muflone al quale era particolarmente affezionata. Muflone a parte, a Sa Portisca tutto è pronto per ricevere i visitatori che vorranno recarsi all’oasi del cervo una delle poche nell’isola. Dalle 10 alle 17, oltre agli esemplari di cervo, a sos barracos e al villaggio nuragico, si potranno ammirare le foto delle grotte del territori. Mentre a Urzulei, nel centro di educazione ambientale e nella sede del gruppo speleo Gasua, si potranno visionare i filmati e altri documenti. Contemporaneamente a Cagliari sempre per la manifestazione Coast Day gli artigiani di Urzulei esporranno i loro prodotti. Una vetrina in cui troveranno spazio i tappeti, i lavori con la pelle, la ceramica e le immancabili crobes e palines.
IL GAZZETTINO BELLUNO
25 OTTOBRE 2009
Raccolta di firme contro il gattile
Belluno - Ricovero per gatti nella bufera.Contro il gattile del Cassonetto raccolte firme e presentata lettera sottoscritta da oltre quaranta residenti ai vertici dell’Ulss 2 e al sindaco Vaccari.«Il gattile – spiega Pietro Speranza a nome dei firmatari della lettera - è sorto qualche anno fa a poche decine di metri da casa mia in uno stabile di proprietà dell’ULSS che per metà è occupato da ex tossicodipendenti. All’inizio i gatti erano pochi ma negli ultimi mesi arrivano gatti e cani dal bellunese e dal Cadore ma anche da fuori provincia e regione».«La protesta non si rivolge a chi gestisce la struttura – tengono a precisare i sottoscrittori – che volontariamente e senza scopo di lucro fanno un grande servizio alla comunità, ma alle modalità adottate «perché – si legge nella lettera – chi vuole bene agli animali, deve pensare alla loro incolumità, alla loro salute e ad una corretta gestione del numero dei soggetti ma, a quanto pare, non esistono registri che quantifichino i gatti, a volte malati, che escono in strada e si fanno schiacciare dalle auto o si introducono nelle proprietà confinanti segnando il territorio comprese le porte delle abitazioni con la loro urina, predando anche i piccoli animali domestici». «Le bonarie lamentele esposte più volte – sottolineano i residenti – non hanno dato risultati per cui ci siamo sentiti in dovere di interpellare il senso di responsabilità verso di noi cittadini per una risoluzione quanto più rapida possibile del problema».
Fra i firmatari anche il falconiere Mario Zanella che sottolinea come i volatili da lui allevati vicino al gattile siano soggetti a gravi rischi se attaccati dai gatti.
ANSA AMBIENTE
25 OTTOBRE 2009
SALUTE:PET THERAPY;IN ACQUA CON FIDO, CENTRO CURA BIMBI/ANSA
ROMA - Un bagno in piscina per avere un ambiente rilassante e un cane per essere stimolati: sono questi i due ingredienti di un nuovo concetto di pet therapy. E pare che il connubio, sui bambini, funzioni. A parlarne e' stato Gianluca Bertoja, medico veterinario del ministero della Salute, nell'ambito del congresso internazionale del benessere che si e' svolto a Roma, presso il Centro Nazionale delle Ricerche (Cnr) che si e' appena concluso. L'uso di cani addestrati ed abituati alla presenza dell'acqua riuscirebbe a far socializzare bambini affetti da varie sindromi psico-somatiche. Il centro in cui si pratica questa particolare pet therapy si trova a Ponti sul Mincio, in provincia di Mantova, e i risultati raccolti finora su bambini autistici o dislessici sono positivi. ''L'acqua - ha spiegato all'Ansa Luigi Rimboldi, direttore del cen tro - favorisce una sensazione di benessere e piacevolezza che mette a suo agio il bambino che si trova nella condizione migliore per interagire con l'animale''. La piscina in cui si pratica questa particolare pet therapy e' stata costruita apposta e prevede una zona di acqua bassa, meno di dieci centimetri, e una parte, centrale, con l'acqua fino a 60 centimetri per permettere al bambino di stare in piedi. Seguito dai genitori, da un veterinario, da uno psicologo, da un pediatra e da un medico specialista, il bambino passa una intera giornata nel centro per sottoporsi alla pet therapy. ''Questo consente - ha spiegato Rimboldi - di evitare quella pressione che si ha nel caso di terapie che durano solo un'ora''. Prima di tutto, pero', bisogna verificare che il bambino non abbia problemi ad entrare in acqua. A volte, infatti, per un trauma subito, il bambino non vuole immergersi in piscina oppure non e' favorevole alla presenza del cane: in questo caso non si puo' andare avanti. ''Do po il primo approccio - ha sottolineato il direttore del centro - si decide come proseguire. Ogni forma di disabilita' fisica o cognitiva potrebbe trarre beneficio dalla 'pet therapy' ma bisogna decidere man mano come proseguire. In ogni caso - ha aggiunto - si tratta di una co-terapia consigliata dai sanitari''. Secondo Rimboldi, ''i migliori risultati si sono avuti con un bambino dislessico che non riusciva a pronunciare le parole intere. L'unico modo per fargli dire un certo vocabolo era quando questo veniva rivolto al cane durante il bagno. Il bambino - ha sottolineato - non ha cominciato a parlare in modo fluido, ma ci sono stati dei progressi nella pronuncia di parole intere che prima venivano dette a meta'''
CORRIERE ADRIATICO
25 OTTOBRE 2009
Catturata una vipera vicino ad un garage
San Severino (MC) - Una vipera Aspis di colorazione melanica, specie rara e dal morso velenosissimo, è stata catturato nei pressi di un garage nel centro di San Severino da una pattuglia di agenti del Corpo forestale dello Stato. La segnalazione era pervenuta da parte di alcuni cittadini che avevano avvistato il pericoloso rettile nel proprio condominio. Il rettile è stato catturato dal personale Forestale senza arrecare danni allo all’animale che ora verrà studiato presso Istituti specializzati. La vipera è un serpente che può raggiungere e superare un metro di lunghezza, di colore grigio/marrone, con testa triangolare a volte più grande del corpo. Attualmente dovrebbe già essere in letargo, ma evidentemente qualche esemplare ancora non ha trovato un rifugio sicuro per trascorrere l'inverno. La zona del ritrovamento viene ora monitorata dai Forestali per motivi di sicurezza pubblica, vista l'estrema pericolosità della specie.
CORRIERE DI VITERBO
25 OTTOBRE 2009
Richieste di intervento contro i lupi
Tornati a popolare le zone di confine, aggrediscono le greggi
Provincia di Viterbo - Sarebbero diversi i proprietari di gregge della zona pronti a chiedere interventi sul fenomeno dei lupi. Che i lupi siano tornati a popolare le colline laziali, al confine tra Umbria e Toscana, è sicuramente una buona notizia, considerando che gli animali sembravano essere ormai scomparsi da un habitat naturale che anni fa li accoglieva numerosi. Le politiche di reinserimento hanno fatto il loro corso e ora tra le zone del Monte Amiata, quelle del Monte Peglia e del Monte Rufeno, il canide è tornato a popolare i boschi, ma come accadeva nei racconti dei nonni non mancano le aggressioni ai gregge di pecore. Infatti sono numerose le denunce che in questi mesi di autunno sembrano arrivare alle autorità competenti. Nelle settimane scorse era balzato alle cronache del “Corriere” l'episodio avve nuto tra Castel Giorgio e la frazione aquesiana di Torre Alfina, dove un allevatore di pecore aveva visto una femmina di lupo scappare dal recinto, mentre a terra erano rimasti uccisi alcuni ovini. Peggio è andata ad altri due allevatori nella zona di Acquapendente, che hanno perso almeno una ventina di capi sbranati dai lupi. La legge vieta di sparare ai lupi e dunque gli allevatori si rivolgono alle autorità competenti per intervenire tentando di arginare il fenomeno. Oltre al risarcimento del danno, si chiedono interventi per evitare che i branchi scendano fino alle zone dei pascoli, a volte vicine anche ad aree abitate
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