25 SETTEMBRE  2009

REDACON
25 SETTEMBRE 2009
 
Soffocano i micio in  un sacchetto
La povera bestiola scaraventata ai lati della strada. Accade lungo la provinciale per Vetto. L'intervento della polizia Matildica-Val TAssobbio e la denuncia alla procura "E' reato"
 
Vetto (RE) - Alle volte la crudeltà umana pare non conoscere confini. Questa volta siamo a Vetto dove abbiamo casualmente un (probabile) gatto sigillato in due sacchetti di plastica trasparenti chiusi con una corda da balla. De tutto evidente l'intenzione, purtroppo riuscita, di sopprimere così la bestiola, scaraventata poi ai lati della strada, che congiunge il capoluogo vettese al Remisetano, poco dopo la vecchia discarica a valle del paese. Redacon ha allertato la Polizia municipale "Matildica-Val Tassobbio" che è intervenuta sul posto e ha raccolto i resti dell'animale, decomposto solo quando qualche insetto è riuscito a forare il mortale duplice involucro. Singolare il fatto che nemmeno si trattasse di un micio appena nato ma di un gatto di media taglia, di pelo fulvo. "E' un reato provvediamo a segnalare alla Procura della Repubblica", spiegano gli agenti. Ora in corso anche l'attività di indagine per cercare di rinvenire l'autore del misfatto sul quale si chiede se sia da ricondurre a ripetuti avvelenamenti avvenuti nel dirimpettaio borgo di Gottano. "A Redacon - lamenta una lettrice - scrivete troppo spesso di animali. Che notizie sono?. Riteniamo sia doveroso informare di quanto accade intorno, in particolare quando gli animali loro malgrado sono vittime dell'idiozia umana che in questo caso si configura come un misfatto penalmente perseguibile". Perchè - si chiede un altro lettore - l'uomo è capace di simili crudeltà?".
 
  
 
FOTO
http://redacon.radionova.it/index2.php?/leggi_news.php?id=10837&origin=N&ogg=notizie&pag_prox=1

SAVONA NEWS

25 SETTEMBRE 2009

 

Varazze (SV): gattini ammalati abbandonati davanti al Conad

 

Varazze (SV) - Tre gattini di pochi mesi e maltati sono stati abbandonati, in via Piave, davanti alla porta del supermercato Conad di Varazze.Le bestiole sono state soccorse dai Volontari della Protezione Animali savonese e presi in cura presso la sede di via Cavour."Anche negli anni passati, nello stesso posto, sono stati trovati alcuni cuccioli abbandonati - dichiarano i responsabili dell'Enpa -.
Tutto fa pensare che a partorire quei gatti sia lo stesso felino e ogni volta che rimane incinta, la padrona piuttosto di allevarli li abbandona davanti al supermercato".L’abbandono di animali è punito con l’arresto fino ad un anno o l’ammenda fino a 10.000 euro, oltre alla costituzione di parte civile dell’associazione. Chiunque vi abbia assistito può dare informazioni utili all’inchiesta, telefonando alle Guardie Zoofile dell’ENPA (019/824735), o inviando una mail a [email protected], o rivolgendosi direttamente a Carabinieri, Polizia Municipale o Guardia Forestale.


SALERNO NOTIZIE

25 SETTEMBRE 2009

 

Salerno: auto travolge ed uccide cavalli su carreggiata, ferito il conducente della macchina

 

Salerno - Due interventi nella notte da parte dei vigili del fuoco. Su segnalazione dei Carabinieri di Salerno e della Polizia Municipale di Salerno, i caschi rossi, intorno alle ore 2, si sono recati in località Ponte di Ferro, sulla strada che da Ostaglio porta verso San Mango un’autovettura si è scontrata con alcuni cavalli che erano spuntati improvvisamente sulla sede stradale. Uno degli occupanti della vettura è rimasto ferito, in maniera lieve, due degli animali investiti hanno perso la vita nel violento impatto. Alle ore 5, invece, i vigili del fuoco sono dovuti intervenire in un’autofficina di Montecorvino Rovella all’interno della quale una vettura aveva preso fuoco, probabilmente a causa di un corto circuito. Al riguardo ci sono indagini in corso, i danni non sono stati ancora quantificati.


LA ZAMPA.IT
25 SETTEMBRE 2009
 
Cina, protesta per le stragi di cani e gatti: pronta una bozza di legge
Oltre 4000 animali uccisi dalle squadre «della morte»
 
 

Continuano, ma non passano più inosservate in Cina le stragi di animali, anche quando ordinate dalle autorità per ragioni sanitarie. La soppressione di 4.000 cani e gatti per prevenire la possibile diffusione della rabbia nella provincia del Sichuan ha sollevato di nuovo le proteste dell’opinione pubblica, riporta oggi il quotidiano China Daily.
Un contadino del villaggio Baojing, nel Sichuan, è morto dopo essere stato ricoverato con i sintomi della malattia. L’uomo era stato morso qualche tempo fa da un cane. La decisione delle autorità di uccidere tutti i cani e gatti della zona con l’aiuto di squadre «della morte» ha scatenato le proteste di molti cittadini. La stampa cinese recentemente ha dedicato molti articoli agli animali, dai 400.000 euro pagati da una signora per acquistare un cane Tibetan terrier al lussuoso cimitero per i quattro zampe a Shanghai, al proliferare di negozi con accessori alla moda. Oggi in Cina gli animali non sono più solo merce economica: compagni ideali per gli anziani abbandonati a se stessi e per generazioni di figli unici, status symbol nei salotti dei nuovi ricchi, stanno conquistando in fretta il ruolo di amici fedeli.
Eppure attualmente nel Paese, tranne che per le specie in pericolo di estinzione, non sono previste sanzioni per atti di crudeltà nei loro confronti: bruciarli vivi o bastonarli a morte sono metodi all’ordine del giorno per la lotta al randagismo o per pretese misure sanitarie, hanno spesso denunciato gli animalisti.
Dalle prime discussioni sull’argomento nel 2002 alla notizia diffusa dalla stampa ufficiale lo scorso giugno di una legge in via di definizione, i passi in materia sono stati numerosi ma poco concreti.
Potrebbe rappresentare una svolta, se sottoposta all’attenzione delle autorità nella prossima Assemblea nazionale del Popolo a marzo, la bozza di una legge per la Protezione degli animali disegnata da un gruppo di legali coordinati da un ricercatore dell’Accademia delle scienze sociali, Chang Jiwen.
Il documento, che comprende 181 clausole che vanno dalle misure di prevenzione delle malattie a quelle contro la tortura e il maltrattamento degli animali, «diffonde un nuovo concetto di welfare utile per l’armonia sociale», ha dichiarato Chang al quotidiano di Hong Kong South China Morning Post.

CODICI

25 SETTEMBRE 2009

 

IN BAARIA DI TORNATORE SPREGIO DELLE NORMATIVE ITALIANE IN MATERIA DI BENESSERE ANIMALE

CODICI CHIEDE L’INTERVENTO DEL MINISTERO DELLE ATTIVITA’ CULTURALI E INVITA I CITTADINI A DISERTARE LE SALE

 

 

“Col film BAARIA siamo tornati di colpo indietro di cinquant’anni, quando per girare i western si uccidevano i cavalli facendoli realmente cadere da scenografici dirupi”. E’ questa l’ amara constatazione di Valentina Coppola Responsabile della sezione ambiente del CODICI alla truculenta uccisione del bovino avvenuta apposta per il film di Tornatore.

Niente effetti scenici, l’animale viene abbattuto con un punteruolo conficcato nella fronte e poi, ancora vivo, sgozzato mentre le persone che lo contornano ne raccolgono il sangue.

Per aggirare il codice penale italiano, il regista ha girato la scena in Tunisia, dimostrando così, per il CODICI, spregio per le regole nazionali che gli avrebbero impedito l’uccisione effettuata senza stordimento e al di fuori di un macello autorizzato.

“ Non si comprende perché il regista non abbia utilizzato effetti scenici ed abbia preferito invece girare la scena in un paese dove i diritti degli animali sono meno sentiti non vorremmo che in un prossimo film volendo interpretare la storia di un prigioniero politico scegliesse di girare in uno stato dove la tortura è consentita”. Questa la provocatoria considerazione della responsabile del CODICI , l’associazione in oltre dichiara di aver inviato una richiesta alla società di produzione Medusa ed al Ministero delle Attività Culturali chiedendo la censura della scena in questione.

“Pur apprezzando decisamente la produzione e la carriera cinematografica di Giuseppe Tornatore”, conclude Coppola, “esorto gli italiani a disertare le sale cinematografiche in segno di protesta, perché è bene ricordare ai “Grandi” che seppure tali, non hanno il potere di sostituirsi alle leggi dello stato”.


VIRGILIO NOTIZIE

25 SETTEMBRE 2009

 

Animali/ Codici attacca Baarìa: non andate al cinema a vederlo

Bovino ucciso per una scena, associazione chiede intervento Mibac

 

Anche Codici attacca 'Baarìa' di Giuseppe Tornatore, sotto accusa l'uccisione con un punteruolo di un bovino per una scena del film girata in Tunisia e denunciando "lo spregio delle normative italiane in materia di benessere animale", l'associazione dei consumatori invita a non andare a vedere il film al cinema e disertare le sale e chiede l'intervento del ministero delle Attività culturali. "Col film Baarìa siamo tornati di colpo indietro di 50 anni, quando per girare i western si uccidevano i cavalli facendoli realmente cadere da scenografici dirupi", denuncia Valentina Coppola, responsabile della sezione ambiente del Codici di fronte alla "truculenta uccisione del bovino avvenuta apposta per il film di Tornatore". "Niente effetti scenici - denuncia Codici - l'animale viene abbattuto con un punteruolo conficcato nella fronte e poi, ancora vivo, sgozzato mentre le persone che lo contornano ne raccolgono il sangue". E per aggirare il codice penale italiano, il regista ha girato la scena in Tunisia, dimostrando così, secondo Codici, "spregio per le regole nazionali che gli avrebbero impedito l'uccisione effettuata senza stordimento e al di fuori di un macello autorizzato". "Non si comprende perché il regista non abbia utilizzato effetti scenici ed abbia preferito invece girare la scena in un paese dove i diritti degli animali sono meno sentiti non vorremmo che in un prossimo film volendo interpretare la storia di un prigioniero politico scegliesse di girare in uno stato dove la tortura è consentita", questa la provocatoria considerazione della responsabile del Codici. L'associazione inoltre dichiara di aver inviato una richiesta alla società di produzione Medusa ed al ministero delle Attività Culturali chiedendo la censura della scena in questione. "Pur apprezzando decisamente la produzione e la carriera cinematografica di Giuseppe Tornatore - conclude Coppola - esorto gli italiani a disertare le sale cinematografiche in segno di protesta, perché è bene ricordare ai 'Grandi' che seppure tali, non hanno il potere di sostituirsi alle leggi dello stato".


ADN KRONOS

25 SETTEMBRE 2009

 

CINEMA: MANNUCCI (PDL), SCHIFATA DA 'BAARIA' CON BOVINO UCCISO CON PUNTERUOLO

 

Roma - "Mi unisco alle proteste delle Associazioni animaliste contro il film 'Baaria' di Giuseppe Tornatore. Sono profondamente amareggiata e schifata dalla scena in cui il regista ha fatto uccidere barbaramente un bovino con un punteruolo conficcato nella fronte del povero animale prima di sgozzarlo facendolo morire dissanguato". Lo afferma Barbara Mannucci del Pdl. "Ovviamente -continua Mannucci- la scena e' stata girata in un Paese come la Tunisia che non conosce neanche lontanamente cosa voglia dire rispetto per gli animali". ''Stiamo facendo tanto in Italia per far capire alle persone che anche gli animali hanno diritto di essere rispettati e per questo -prosegue Mannucci- spero che si prendano seri provvedimenti nei confronti del film e del regista che, se avesse fatto una cosa simile in Italia sarebbe stato punito penalmente per maltrattamenti poiche' la macellazione -conclude- e' stata effettuata senza stordimento e al di fuori di un macello autorizzato. Spero vivamente che tutti gli amici degli animali non vadano a guardarlo come sicuramente faro' io''.


CORRIERE DELLA SERA
25 SETTEMBRE 2009
 
Il suo cinerino sapeva parlare, contare e riconoscere i colori
Irene, la donna che sussurra ai pappagalli
In Italia la dott.ssa Pepperberg, la studiosa che con il suo Alex ha svelato i segreti dell'intelligenza negli uccelli
 
ROMA - Si inaugura oggi (venerdì 25 settembre) a Trento la seconda edizione di «Mondi Animali Festival», la manifestazione a cura del Museo Tridentino di Scienze Naturali che vedrà ricercatori ed esperti discutere di diritti ed intelligenza animale. Ospite d’eccellenza la dott.ssa Irene Pepperberg, ambasciatrice delle sorprendenti abilità cognitive degli uccelli. Chi non ricorda Alex, il famoso pappagallo che sapeva contare come un bambino di quattro anni, scomparso nel settembre di due anni fa tra la commozione del pubblico e le prime pagine dei giornali. Abbiamo incontrato la Pepperberg durante un seminario a Roma, dove ha discusso i risultati di 30 anni di lavoro con i pappagalli cenerini. Quando l’etologia si beava dei successi di delfini e scimpanzè, la rivoluzionaria Irene decise di studiare una specie dal cervello grande come una noce e lontana dall’uomo quanto un dinosauro. Lei stessa sorride nel raccontare che «quando confidai la mia intenzione di studiare le abilità cognitive dei pappagalli, i colleghi mi guardarono stupefatti e mi dissero: Irene cosa ti sei fumata?».
Ma allora, dottoressa Pepperberg, perché proprio i pappagalli?
«Per varie ragioni. La prima è personale e mi riporta all’infanzia, quando mio padre mi regalò un parrocchetto. Ci parlavo in continuazione e lui sembrava comprendere le mie parole. Quando iniziai il lavoro con Alex, altri studiavano la comunicazione tra uomo e scimpanzè, ma nessuno lavorava con gli uccelli. Eppure, negli anni ’50, studiosi avevano dimostrato le abilità numeriche e linguistiche dei cenerini».
Come è stato il primo incontro con Alex?
«Presi Alex in un negozio di animali a Chicago. Ricordo una gabbia con una decina di uccelli nati in cattività, un rumore assordante. Non sapevo chi scegliere, così chiesi al commesso di farlo per me. E lui scelse Alex».
Come fa un semplice pappagallo a guadagnare le prime pagine dei giornali?
«Alex riuscì a cambiare l’opinione comune sull’intelligenza animale, mostrando di possedere alcune abilità analoghe a quelle dei bambini piccoli. Non solo, le mie ricerche sfatarono un luogo comune molto diffuso persino nel mondo della ricerca: che gli uccelli sono stupidi».
Cosa faceva Alex di così impressionante?
«Sapeva etichettare oggetti e colori. Comprendeva concetti astratti come “forma” e “colore”. Se vedeva un pezzo di carta blu e gli veniva chiesto “quale colore?”, lui rispondeva blu. Nei nostri esperimenti utilizzavamo molteplici combinazioni di forme e colori, in modo da escludere che le risposte di Alex fossero delle semplici associazioni tra stimoli ed etichette verbali. Inoltre, Alex sembrava rendersi conto del potere comunicativo delle “parole”: usava il no per esprimere i suoi desideri agli sperimentatori, mi dispiace per comunicare il suo stato d’animo».
E riguardo ai numeri?
«Alex sapeva contare fino a 6. Comprendeva il concetto di equivalenza tra un numero e la sua rappresentazione simbolica, nonché il rapporto maggiore/minore. Un giorno, mettemmo un pezzo di plastica verde rappresentante un 5 vicino a 3 blocchi di legno blu. “Quale colore è più grande?”. Se Alex si fosse basato sulle dimensioni fisiche, avrebbe dovuto dire blu, invece disse verde. Non solo, quando gli mostravamo due simboli numerici di diverso valore e colore, sapeva riconoscere il numero più alto. E questo spontaneamente, mentre gli scimpanzè hanno bisogno di un lungo addestramento».
Ci racconti qualche particolarmente significativo del vostro lavoro.
«Ricordo quando Alex, senza aver ricevuto alcun insegnamento specifico, disse per la prima volta la “parola” zero. Eravamo immersi in una sessione di lavoro. Sul tavolo c’erano 3 oggetti gialli, 4 rossi e 6 blu. Io gli chiedevo: di che colore è 3? Lui rispondeva: 5. Continuava a rispondere 5 nonostante le mie insistenze, ma non sembrava annoiato. Allora gli chiesi: di che colore è 5? E lui rispose: nessuno. Rimasi sbalordita Perché? Prima di tutto perché Alex dimostrava di comprendere il significato dello zero, un concetto astratto entrato nella cultura occidentale solo nel 1600. Zero come assenza di attributi. Poi perché sembrava che Alex manipolasse intenzionalmente il mio comportamento. Non ho mai verificato l’esistenza della Teoria della Mente nei pappagalli, ma in quella occasione era come se Alex avesse anticipato i miei pensieri e le mie intenzioni, portandomi a formulare la domanda a cui lui voleva rispondere».
Altri episodi fortuiti ma rivelatori delle sue capacità?
«Nel 2004 iniziai uno studio sulle addizioni. Stavamo addestrando un pappagallo, Griffin, a riconoscere il numero 2 facendogli ascoltare 2 click. Quanti sono Griffin? Nessuna risposta. Altri 2 click. Quanti sono? Ancora niente. Allora Alex si intromise nella conversazione e disse 4. Non ci facemmo caso, pensando stesse dando numeri a caso. Poi però, quando generammo altri 2 click, Alex disse 6. Stava davvero contando? A quanto pare sì, dato che replicammo l’esperimento utilizzando degli oggetti ottenendo risultati positivi Alex conosceva i nomi degli oggetti, sapeva contare e fare calcoli».
Cosa ci riserva il futuro?
«Attualmente stiamo addestrando i nostri pappagalli a riconoscere i numeri ordinali, quelli che indicano una posizione all’interno di un insieme. Siamo ancora in una fase preliminare e non posso svelare molto, ma sembra che questi stupefacenti uccelli siano in grado di comprendere anche il concetto di cardinalità».
 
VIDEO
http://www.corriere.it/animali/09_settembre_25/intervista-irene-pepperberg-pappagallo-alex_a8815f1e-a9ce-11de-93d1-00144f02aabc.shtml

Corriere della Sera
25/09/09

E l'associazione Codici: «Culturalmente si torna indietro di 50 anni, intervenga Bondi»
Baarìa, deputata Pdl: «Sono schifata»
Aumentano le prese di disanze dal film di Tornatore per la scena del bovino ucciso davanti alla macchina da presa


La deputata del Pdl,
Barbara Mannucci (Ansa)
 
MILANO - Silvio Berlusconi, in occasione della presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia. lo aveva esaltato. Ma dalle fila del Pdl arrivano ora anche critiche al «Baarìa» di Giuseppe Tornatore. finito nel mirino delle associazioni animaliste per la scena dell'uccisione di un bovino effettuata dal vero davanti alla macchina da presa. Una vicenda che era stata denunciata dalla Lav (Lega antivivisezione) che ha un proprio componente nella commissione di revisione cinematografica. L'associazione aveva poi sollecitato l'intervento del sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, affinché le istituzioni vigilino su quanto avviene sui set cinematografici.

«AMAREGGIATA E SCHIFATA» - «Mi unisco alle proteste delle associazioni animaliste - ha detto la deputata pidiellina Barbara Mannucci -. Sono profondamente amareggiata e schifata dalla scena in cui il regista ha fatto uccidere barbaramente un bovino con un punteruolo conficcato nella fronte del povero animale prima di sgozzarlo facendolo morire dissanguato». «Ovviamente - ha aggiunto l'esponente del centrodestra - la scena è stata girata in un Paese come la Tunisia che non conosce neanche lontanamente cosa voglia dire rispetto per gli animali. Stiamo facendo tanto in Italia per far capire alle persone che anche gli animali hanno diritto di essere rispettati e per questo spero che si prendano seri provvedimenti nei confronti del film e del regista che, se avesse fatto una cosa simile in Italia sarebbe stato punito penalmente per maltrattamenti poiché la macellazione è stata effettuata senza stordimento e al di fuori di un macello autorizzato. Spero vivamente - ha concluso - che tutti gli amici degli animali non vadano a guardarlo come sicuramente farò io».
«INDIETRO DI 50 ANNI» - Sulla vicenda ha preso posizione anche l'associazione Codici che parla di «spregio delle normative italiane in materia di benessere animale». L’associazione dei consumatori invita a non andare a vedere il film al cinema e disertare le sale e chiede l’intervento del ministero delle Attività culturali, Sandro Bondi: «Col film "Baarìa" siamo tornati di colpo indietro di 50 anni, quando per girare i western si uccidevano i cavalli facendoli realmente cadere da scenografici dirupi», denuncia Valentina Coppola, responsabile della sezione ambiente di Codici. «Non si comprende - sottolineano ancora dall'associazione - perché il regista non abbia utilizzato effetti scenici ed abbia preferito invece girare la scena in un Paese dove i diritti degli animali sono meno sentiti non vorremmo che in un prossimo film volendo interpretare la storia di un prigioniero politico scegliesse di girare in uno stato dove la tortura è consentita».. L'associazione inoltre dichiara di aver inviato una richiesta alla società di produzione Medusa ed al ministero delle Attività culturali chiedendo la censura della scena in questione.


LIBERO
25 SETTEMBRE 2009
 
«Sgozzato un bue sul set» Animalisti contro Baarìa
 
Bruna Magi
 
Presa di posizione della Lav contro “Baarìa” il film diretto da Giuseppe Tornatore, presentato alla recente Mostra del Cinema di Venezia e da oggi sugli schermi: visionando il film nella Commissione di revisione cinematografica, di cui sono componenti, i membri della Lav sono di colpo inorriditi di fronte alla scena in cui un bovino viene ucciso con un colpo di punteruolo in fronte, e stramazza al suolo (si sente bene anche l’ultimo muggito, interrotto di colpo). Successivamente viene sgozzato, affinchè se ne possa bere subito il sangue ancora caldo, come crudele cura contro l’anemia. Scena che in Italia non sarebbe stato possibile girare, da noi è roba da codice penale, non è ammessa “l’esecuzione” se non dopo lo stordimento dell’animale e soltanto in un macello autorizzato. A Tornatore è stato possibile riprendere perchè il set era in Tunisia. Scandalizzata, la Lav ha rivolto un’interrogazione al regista, chiedendo spiegazioni, e a Francesca Martini, sottosegretario alla salute, affinchè intervenga con disposizioni precise, come la presenza di controlli sui set. Noi diciamo di più: in “Baarìa” c’è anche un’altra scena che infastidisce, dove a una gallina viene tirato il collo per pranzo, e anche quella purtroppo sembrerebbe autentica. Aggiungiamo: alla Mostra del Cinema di Venezia c’erano anche altri film (presto in uscita) che “illustravano” scene violente su animali. Tipo caprette rinchiuse in un baraccone del deserto iracheno, durante la prima guerra del Golfo. Tacciono, per forza, visto che le loro corde vocali sono state recise. Affinché non belino di dolore quando gli sparano nelle zampe: curare le ferite da armi da fuoco sugli animali sarebbe servito ai soldati americani per fare pratica onde soccorrersi reciprocamente nel momento del bisogno. Orrenda e paradossale operazione, secondo il film “The man who stare at goats”, di Grant Heslow (con George Clooney, Ewan McGregor, Jeff Bridges, Kevin Spacey).L’ipotetico titolo italiano sarà “Capre di guerra” e francamente ci auguriamo che non sia vero, che il tutto sia soltanto oggetto della fantasia del libro di Jon Ronson dal quale è tratto il film. Insomma una gran bufala, anche ironica, su ricerche che sarebbero state compiute dal governo americano per applicare il “paranormale” nelle strategie di guerra. Nell’ambito di questi studi, il film ci fa assistere a esperimenti non solo su capre, ma anche su gatti e criceti, fulminati con lo “sguardo” dagli specialisti del plotone che sanno uccidere con la forza della mente. E noi ci chiediamo: con quale trucco il regista ha fatto sì che crollassero a terra davanti alla macchina da presa e allo sguardo di George Clooney? Peccato che nessun giornalista abbia pensato di chiederlo alla conferenza stampa , invece di star sempre lì a rimestare nel torbido con la storia della Canalis. E ancora: l’asino con il ventre aperto e le budella fuori dell’israeliano “Lebonian” fa dubitare che si tratti di sola fiction (ricorda i cavalli squartati e altro del mai abbastanza deprecato “L’orso” di Jean Jacques Annaud). Guarda caso, è stato il film che ha vinto il Leone d’oro”. Tutti a applaudire, specie i “critici sinistri”, nessuno a chiedersi come mai vengono permesse queste ignominie. In nome di un crudele e deprecabile neorealismo di ritorno? Invochiamo la presenza di controlli sui set in tutto il mondo.

L'ARENA GIORNALE DI VERONA
25 SETTEMBRE 2009
 
GESTI INCIVILI. Trovata a Verona sud
Rondine uccisa dai pallini dei cacciatori
Rinvenuto anche un gatto morto impallinato

 
Castel d’Azzano (VR) - Apertura della caccia con sprazzi di dabbenaggine. Ne hanno fatto le spese una rondine e un gatto, trovati impallinati tra le campagne tra Verona e Castel D’Azzano da un abitante della zona. «Mi dispiace in particolare per la rondine che aveva il nido sotto le grondaie di casa mia», racconta S.P., il pensionato settantenne che ha rinvenuto gli animali morti impallinati. «L’avevo notata mentre costruiva il nido e poi avevvo visto anche arrivare i piccoli. Mi ero affezionato a quella presenza, anche se quest’estate i piccoli della rondine erano spariti uno dopo l’altro. Domenica ho trovata la rondine morta, con le ali aperte, nel mio giardino. L’ho presa in mano e ho visto che era stata uccisa da dei pallini da caccia. Di fronte, nel campo, in una canaletta, c’era invece un gatto, anche quello con evidenti segni di pallini. Penso che un cacciatore, colto da una crisi di stupidità, perchè non ci sono altri commenti da fare davanti a episodi come questi, si sia messo a sparare a tutto quello che si muoveva intorno, in alto e in basso. Un vero campione!»
LEGGO MONDO
25/09/09
 
GATTINO LEGATO CON SCOTCH
UNA TAGLIA SUI COLPEVOLI
 
 
Non passa giorno senza che arrivi notizia di barbarie nei confronti di animali. Il sito river-blog.com regala l'ultimo orrore raccontando: "Ho visto foto di gatti bruciati, di cani feriti con ogni possibile strumento. Spesso è il web a regalare perle di 'non-so-come-chiamarla'. E ho letto le denunce delle associazioni animaliste. Non siamo di fronte alla semplice crudeltà. Non è neanche idiozia. O noia. E’ la degenerazione dell’esser uomini. E’ di stamattina la notizia sintetizzata dalla foto qui sopra e rilanciata dai media americani. Un gattino legato come una mummia con dello scotch da pacchi, trovato in strada da un cittadini. I veterinari lo hanno sedato, prima di liberarlo. Adesso sta bene. La polizia offre una ricompensa di mille dollari a chiunque possa dare indicazioni sull’autore di questo gesto...".

IL MATTINO
25 SETTEMBRE 2009
 
Il ragazzo sollevò la lepre ferita dal margine del campo
 
Marco Ciriello
 
Il ragazzo sollevò la lepre ferita dal margine del campo, poteva sentire il suo cuore battere a motore. La tensione della morte. Intorno i cani abbaiavano, l’aurora compariva oltre gli occhi della lepre, il campo, sfiorando le montagne. Il padre del ragazzo urlava dall’altra parte cercando rassicurazioni sulla preda. Lui, se ne stava immobile, sguardo sull’animale, orecchio e fiato sincronizzati con gli ultimi istanti di quella piccola esistenza. Era il suo battesimo di morte. Niente sarebbe stato uguale, gli occhi della lepre erano quelli che stavano vedendo anche la sua fine. La strinse più forte e la sollevò ancora un po', lentamente, prima di lasciarla cadere, le diede un bacio in fronte. Da quel momento cominciava a invecchiare, quindi, a morire. Radiobahia: suona «The precious prize of gravity» dei Bellini.

Animalieanimali

25 SETTEMBRE 2009

 

AGENTI POLIZIA PROVINCIALE RINVIATI A GIUDIZIO PER UCCISIONE DI UNA VOLPE
E abuso di potere, concorso di colpa. Lav parte civile nel processo.

 

Si è celebrata la prima udienza del processo che vede imputati due agenti della Polizia Provinciale di Bergamo per uccisione di animali, per avere incrudelito sino a ucciderla, su una volpe gravemente malata e impossibilitata a muoversi.

Durante l’udienza, alla LAV assistita dall’avv. Matteo Anzalone del Foro di Bergamo, è stata riconosciuta la costituzione a parte civile in quanto parte lesa, per cui l’Associazione potrà supportare in giudizio l’impianto accusatorio del P.M. per ottenere una condanna esemplare.
La vicenda risale al marzo del 2008, quando alcuni cittadini di Gandellino (BG) rinvenuta nei pressi di un cantiere una volpe visibilmente malata e agonizzante, si rivolsero alla Polizia Provinciale per avere assistenza.
Gli agenti intervenuti, però, anziché soccorrere l’animale, cominciarono a prenderlo a calci sino ad ucciderlo. Il Corpo Forestale dello Stato, informato dell’accaduto, acquisì gli atti e informò l’Autorità Giudiziaria.
Dagli atti del processo si rileva che i due poliziotti sono stati rinviati a giudizio perché:
“in concorso tra loro, in qualità di agenti della Polizia Provinciale di Bergamo avendo rinvenuto all’interno di un cantiere edile sito in Grandellino, Via Provinciale n 7, una volpe visibilmente affetta da ‘rogna sarcoptica’, non in grado di muoversi ed agonizzante,senza necessità potendo richiedere l’intervento di un medico veterinario ovvero agire comunque in caso di assoluta urgenza, secondo le indicazioni impartite dal medesimo, dapprima immobilizzando l’animale con un piede sul collo dello stesso, indi colpendolo ripetutamente con calci ed infine afferrandolo per la coda e scaraventandolo a terra, ne cagionavano la morte. Con l’aggravante di aver compiuto il fatto con abuso di poteri e con violazione dei doveri inerenti una pubblica funzione”.
“Si tratta di un fatto di una gravità inaudita – dichiara Sara Chiodini, responsabile LAV Bergamo – è impensabile che agenti della Polizia Provinciale, che tra i loro compiti vantano proprio quello di tutela della fauna selvatica, abbiano agito in un modo così violento nel procedere all’uccisione di una volpe ormai malata, in violazione dei loro obblighi e doveri in quanto agenti di polizia”.La prossima udienza è fissata per il giorno 11 dicembre.


Animalieanimali

25 SETTEMBRE 2009

 

ARCHIVIATA DENUNCIA PER MOZZATURA CODE VACCHE DA PARTE DI ALLEVATORE
Nel bergamasco contro istanza dell'Enpa.

 

Scodinzolano troppo durante la mungitura, e l’allevatore opta per la soluzione radicale: l’amputazione della coda. In Valle Seriana, residua terra tradizioni agresti, dove la bestia sarà pure carne da macello ma fino all’infausta condanna viene generalmente accudita con metodi «induisti» («che così la carne viene più tenera »), qualcuno ha commesso il sacrilegio. Un fattore di Albino avrebbe letteralmente mozzato a colpi di accetta la coda a tutta la mandria.
«Le muovevano troppo quelle code — si sarebbe giustificato —, davano fastidio durante la mungitura».
Troppa grazia sarebbe stata legare temporaneamente il ciuffo molesto, com’è pratica diffusa. Tanta ferocia non è passata inosservata, e l’Ente protezione animali di Bergamo ha inoltrato un esposto alla Procura, che poche settimane fa ha però deciso di archiviare il caso perché «manca la certezza dell’epoca della commissione del fatto». «L’ipotesi di reato — spiega Marina Maestroni, presidente Enpa Bergamo — è prevista e punita dal codice penale e dal provvedimento Turco che vieta espressamente il taglio delle code degli animali. Abbiamo più volte interpellato l’Asl, ma a parte richiamare l’allevatore non ha preso provvedimenti».
Alle accuse di essere soggetti inquinanti, per via di un certo iperattivismo intestinale, forse le povere ruminanti si erano rassegnate, persino di fronte a quelle di pazzia (dal micidiale morbo di Creutzfeldt-Jakob) si erano limitate a scuotere il muso, per non parlare della forzata attività sindacale che da anni le vede in prima fila, bandiere informi della protesta per le quote latte. Ma il diritto alla coda è irrinunciabile. E badino i «mozzatori»: già Cesare nel suo De bello Gallico avvertiva «ci sembrano lente e stupide, ma non diamolo per scontato perché persino loro, l’emblema della docilità domestica, riservano non poche sorprese».


TERRA NEWS
25 SETTEMBRE 2009
 
Lo zoo della camorra. Animali per gli strozzini
MALAVITA La natura secondo la mafia: leoni per lo status symbol del boss, coccodrilli per intimidire chi non paga il pizzo e piccioni viaggiatori usati come corrieri per la droga.

 
Un coccodrillo come esattore del pizzo. L’animale del boss emergente di Orta di Atella in provincia di Caserta era capace di staccare un braccio con un morso. Veniva usato come arma intimidatoria nei confronti di chi non aveva intenzione di pagare. Lo nascondeva nel suo appartamento, e per sfamarlo usava conigli vivi. Il boss emergente, legato molto probabilmente ai Casalesi, è stato arrestato per possesso illegale di animale. L’animale è stato affidato agli uomini del servizio Cites della Forestale che lo hanno ricoverato presso la riserva protetta di Aprilia, vicino a Roma. Sono passati anni da quando il fenomeno del racket degli animali era visto come qualcosa di poco conto, per non dire pittoresco.Quando detenere in casa leoni, leopardi o pitbull serviva a impaurire il nemico, oppure, nella maggioranza dei casi, era considerato lo status symbol della potenza o del prestigio del boss di turno. Con il tempo le indagini delle Procure, gli arresti delle Forze dell’ordine, le inchieste giornalistiche, le denunce delle associazioni ambientaliste hanno dimostrato che il mercato illegale e criminale di tutto ciò che gira intorno agli animali è un business di tutto rispetto che viene gestito senza pietà dalla criminalità organizzata con tecniche e forme che cambiano continuamente. I piccioni viaggiatori utilizzati come corrieri della droga, i combattimenti clandestini tra cani, i criminali della “doppietta”, il mondo delle corse illegali di cavalli.E dietro la macchina da presa, un’unica regia: quella della criminalità organizzata. Con sede sociale Napoli e la Campania. Una lista di episodi lunga. In testa il leone Simba, peso di circa 160 chili che fu scoperto nel marzo di undici anni fa in casa del capo Raffaele Brancaccio. Era il guardiano della sontuosa villa del boss in pieno centro storico di Napoli. Un altro leone fu scoperto nel giardino di una villa di un altro boss, Vincenzo Mazzarella. Dal leone alla scimmia. Quartiere Scampia, in piena guerra tra Di Lauro e Scissionisti, in un gabbiotto di cemento, sul terrazzo di un palazzo, fu ritrovata una scimmia esemplare della specie Macaco silvana.E dalle scimmie ai cavalli il passo è breve. Gare ippiche truccate, cavalli dopati, corse clandestine, un giro di scommesse milionarie. Da sempre il mondo dei cavalli è contiguo alla malavita nostrana. Lo dimostra la storia dei boss. Lorenzo Nuvoletta, boss dell’area nord di Napoli, appassionato di ippica, allevatore nella sua tenuta di Poggio Vallesana a Marano, a pochi km da Napoli. Erano riconducibili al clan Nuvoletta i cavalli sequestrati anni fa a Cuma, in una pista di allenamento realizzata sotto l’acropoli, in una zona di altissimo pregio archeologico. E lo stesso dicasi per Lucky Luciano, il padrino italoamericano, grande amante dei cavalli e delle scommesse. Un ginepraio di crudeltà, cinismo e ignoranza che ancora una volta fa sorridere e arricchisce la criminalità organizzata.
IL GAZZETTINO
25 SETTEMBRE 2009
 
Cortina, ogni giorno a tavola con la volpe ma i vicini di casa la denunciano
Wolf, Zorro e Fox mangiano a casa di una signora. Ma i vicini chiamano gli agenti e le bestiole torneranno nel bosco

 
CORTINA (Belluno) - Diventa amica di tre volpi, ma ha la colpa di dar loro da mangiare. Il fatto, per ragioni “animaliste” e anche per un pizzico di quella cattiveria, che talvolta agita le piccole frazioni, scatena la reazioni di parte dei residenti fino a far intervenire la polizia provinciale.Accade a Pecol, tranquilla frazione di Cortina. Lei si chiama Fiorella e, inutile dirlo, ama gli animali. Le volpi, splendide, con una pelliccia invidiabile e molta simpatia sono Wolf, Zorro e Fox. Tutto inizia mesi fa quando una delle bestiole si è avvicinata all’abitazione in cerca di cibo. Fiorella incuriosita, e divertita dalla nuova presenza non si è tirata indietro. Con la prima volpe è arrivata la seconda, e dopo qualche mese la terza.Provengono dal bosco e una volta mangiato vi ritornano. Nonostante la “confidenza” con Fiorella - che è cresciuta di settimana in settimana fino ad una straordinaria fiducia - solo una di loro varca la soglia di casa. Si tratta di Zorro, la più coraggiosa.
«O forse - spiega la padrona di casa amareggiata dall’abbandono forzato che la aspetta - anche la più affamata. Prende il cibo direttamente dalla mano di chi glielo porge ed addirittura sale sul tavolo di cucina per abbuffarsi di tutto ciò che trova».
Le altre invece attendono fuori, ma anche per loro qualcosa è sempre arrivato da mangiare: in un piatto e sempre della temperatura giusta. Qualcuno però, venuto a conoscenza della strana amicizia, si è chiesto se sia giusto, seppure per amore e con le migliori intenzioni, abituare una bestiola dei boschi a vivere dipendendo dall’uomo: perchè alla lunga è a questo che arriverebbero i tre animali. Un dilemma che ha portato alla segnalazione della vicenda alla polizia provinciale. Altri, sono intervenuti per paura o per motivi meno nobili: «Insomma una volpe che gira in casa e nella frazione così, che può entrare nelle case non è una situazione sana. Può portare malattie». Così sono scattati i controlli veterinari, in più di una occasione, ma le tre bestiole sono sane. Ciò nonostante, proprio grazie a quanti le temono, ora se non si separeranno dalla loro nuova amica rischiano di finire in gabbia al centro per animali selvatici di Sedico.
Questa la sentenza, a meno che la gente di Pecol non la smetta di dar loro da mangiare. Una condanna che se può sembrare crudele, alla fine servirà a rendere alle volpi la loro naturale entità di animale selvatico. Wolf, Zorro e Fox devono in sostanza essere rieducate al bosco e a proprie spese impareranno a non fidarsi degli uomini, almeno non di tutti. Difficile pretendere che un animale possa comprendere leggi e dubbi di cittadini favorevoli alla loro presenza e di quelli contrari. Difficile pretendere che comprendano perchè in quel meraviglioso “ristorante” per loro non ci sarà più nulla. Difficile anche per Fiorella accettare di separarsi dalle tre bestiole: per lei l’auspicio di trovare un compromesso che metta tutti d’accordo senza perdere del tutto le tre insolite amiche.

IL MESSAGGERO
25 SETTMBRE 2009
 
E' morta Pallina, la giraffa del Bioparco amata dai bambini
 
ROMA - Stava correndo nel suo recinto, una corsa giocosa, quando è inciampata, ha perso l’equilibrio ed è caduta per terra sbattendo violentemente la testa. E per Pallina non c’è stato niente da fare. La giraffina del Bioparco, la più amata dai bambini che l’anno scorso si mobiltarono per trovarle un nome, era ormai in fin di vita. Immediati sono stati i soccorsi da parte dei guardiani e dei veterinari, che, dopo averla messa in sicurezza per evitare ulteriori traumi, hanno sottoposto l’animale ai trattamenti anti shock e alle terapie del caso, oltre agli accertamenti ematici e radiografici. È stato inoltre fatto un consulto con uno specialista neurologo di Milano. Nonostante l’assistenza continua infermieristica e veterinaria, l’animale è deceduto intorno all’una di notte.Un dolore per tutti i piccoli e grandi frequentatori del Bioparco che avevano imparato ad amare la giraffina nata a maggio dello scorso anno. Il suo nome era stato scelto dai bambini di Roma grazie a un concorso cittadino al quale avevano partecipato più di 1.000 proposte.

MESSAGGERO VENETO
25 SETTEMBRE 2009
 
Esce dall'aula e si accascia a terra anziana soccorsa in tribunale dal 118
 
Provincia di Udine - Quella di ieri doveva essere l’udienza che avrebbe deciso se costringerla ad abbandonare il canile nel quale, a Sedilis di Tarcento, ospita da anni una cinquantina di animali abbandonati. Una sentenza temuta, soprattutto dopo che, appena un paio di giorni fa, il tribunale le aveva comunicato analogo provvedimento per l’attico nel quale, da circa 15 anni, abita in via Carducci. Potrebbe essere stato questo, un misto di ansia e preoccupazione, a causare il malore dell’anziana udinese che, attorno alle 11 di ieri, è stata soccorsa dai sanitari del 118, al primo piano del tribunale di largo Ospedale vecchio. L’udienza, in realtà, si era conclusa con un nuovo rinvio. Il tribunale civile, riunito in composizione collegiale, aveva aggiornato il procedimento, riservandosi la decisione. E lasciando così Luciana Ferrari, 75 anni, ancora una volta nel “limbo”. Il malore l’ha colta non appena varcata la porta dell’aula. Accanto a lei c’era il legale che l’assiste nel contenzioso, avvocato Emanuele Sergo. Accasciatasi a terra, l’anziana è stata prontamente soccorsa da una delle segretarie della sezione civile e in breve raggiunta dai sanitari del 118, che l’hanno caricata sull’ambulanza e trasportata in ospedale per accertamenti. Poche ore dopo, la signora Ferrari ha potuto fare ritorno a casa. Superata la paura, secondo l’avvocato all’origine del mancamento della propria assistita c’è proprio la stanchezza per un procedimento civile che dura ormai da 11 anni. «A occuparsene, tra tribunale di Udine, Corte d’appello di Trieste e Corte di cassazione – ha detto l’avvocato Sergo – sono stati ben 25 magistrati, con decisioni di volta in volta diverse. Il collasso di oggi (ieri, ndr ) non è altro che il risultato di questa continua alternanza di decisioni».

IL PICCOLO
25 SETTEMBRE 2009
 
Gusti di frontiera, manifesto discutibile
 
Gorizia - Ho provato sconcerto quando, uscendo di casa, mi sono trovata di fronte un cartellone pubblicitario di «Gusti di frontiera», affermata manifestazione gastronomica che si svolge ormai da anni a Gorizia, la città in cui vivo. L’ho ritrovata, peraltro, anche sulla pagina principale del vostro sito Internet. Il cartellone ritrae una bella fanciulla, vestita solo con un cappello da cuoco, che abbraccia un maialino di poche settimane. Dovete pensare a questa immagine edificante, di un metro per due (e anche due per quattro, proprio entrando in città a Gorizia), visibile in tutta una città (e regione). Un'immagine che porta con sé una grave mancanza di rispetto verso chiunque abbia una sensibilità mediamente sviluppata. Con quale coscienza si sfrutta la tenerezza suscitata da un maialino per promuovere un'iniziativa per la cui realizzazione quel maialino presto o tardi verrà barbaramente macellato e mangiato? Sottintendendo, poi, che anche una bella e dolce ragazza amerà mangiarsi quel maialino, che ora tiene delicatamente in braccio? Come è possibile arrivare a tali livelli di cinismo? Questa è una terribile e pessima degenerazione del linguaggio pubblicitario, che presagisce una totale desensibilizzazione delle persone verso la realtà dello sfruttamento degli animali. Certamente tutti sappiamo bene che i maiali sono allevati e nutriti per essere destinati sin dall'inizio alla macellazione. Noi stessi non dobbiamo perciò dimenticare o, peggio, sminuire il valore della carne, che mangiamo. Essa comporta comunque sofferenza e morte. Chi diffonde messaggi pubblicitari dovrebbe perciò avere la decenza di non sfruttare proprio un animale per pubblicizzare il salame, la salsiccia o quant'altro quello diventerà dopo una breve vita in allevamento. Tania Ciot

IL MATTINO

25 SETTEMBRE 2009

 

Un'evasione fiscale per oltre 90 milioni di euro

 

ROCCO COLOMBO

 

Sala Consilina (SA). Un'evasione fiscale per oltre 90 milioni di euro. Una cifra esorbitante (26 milioni di Irpeg sottratta, 17 milioni di Iva evasa e 78 milioni di base imponibile Irap omessa) quella scoperta dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Sala Consilina che, al comando del tenente Bruno Ruotolo e con il coordinamento e la direzione del Comando provinciale di Salerno, ha portato alla luce una truffa nel settore delle carni tra le più imponenti mai registrate sull'intero territorio regionale. Quattro le persone denunciate, che dovranno rispondere del reato di associazione per delinquere e truffa ai danni dello stato e della Comunità Europea. Si tratta di un intero gruppo familiare residente a Scafati, titolare di una società a responsabilità limitata, «La Rosa delle carni», che aveva la sua sede legale a San Rufo. Quando i finanzieri della Tenenza di Sala Consilina hanno localizzato la sede legale di quella che si è successivamente rivelata una vera e propria società fittizia, non volevano credere ai loro occhi. Bellissima, infatti, la location: una costruzione fiabesca, fatta di scaloni e fontane, immersa nel bosco che sovrasta il piccolo centro di San Rufo. Una vera e propria reggia, derivata dalla ristrutturazione di un antico fabbricato, sulla strada statale che congiunge il Vallo di Diano con gli Alburni. Al suo interno gli uomini del tenente Bruno Ruotolo hanno trovato di tutto: documenti riguardanti simulazioni di cessioni di aziende fittizie, atti fiscali non regolari, oltre ad una copiosa documentazione da cui sono partite le indagini che hanno portato anche al sequestro di otto appartamenti, tutti a Scafati, per un valore di quattro milioni di euro, misura che è stata possibile perché introdotta dalla legge finanziaria del 2008 che ha esteso anche ai reati fiscali l'istituto ablativo della "confisca per equivalente" volta al miglioramento delle azioni a contrasto della evasione fiscale e consentire, così, allo Stato di espropriare i beni di provenienza illecita. Semplice ma al tempo stesso articolato il meccanismo messo in atto dal gruppo familiare di Scafati. Il gruppo, con l'ausilio e la complicità di moltissime macellerie presenti sull'intero territorio provinciale e regionale, sul cui "giro" sono tuttora in corso le indagini da parte della guardia di Finanza, importava ingenti quantità di capi di bestiame provenienti completamente "in nero" soprattutto dal Belgio, Austria e Germania per poi rivenderli vivi o macellati presso mattatoi di fortuna, completamente abusivi e sprovvisti di ogni garanzia igienico e sanitaria, individuati e dislocati in diverse regioni d'Italia (Campania e Basilicata in particolare), con enormi rischi per la salute dei consumatori. Ovviamente, gli animali che venivano venduti o macellati presso i mattatoi di fortuna non subivano affatto i dovuti e previsti controlli sanitari. «È stata un'indagine difficile e dura - ha detto il comandante della Guardia di Finanza di Sala Consilina, il tenente Bruno Ruotolo - emersa grazie al perfetto coordinamento del nostro comando provinciale ed alla professionalità del nucleo mobile della Tenenza di Sala Consilina diretto dal maresciallo Luciano Solimando. Un'indagine complessa, in quanto gli indagati non hanno mai inteso collaborare ed anzi hanno spesso goffamente tentato di sviare le indagini. Avvalendoci, però, dell'interscambio informativo con i paesi dell'Unione europea e mediante l'uso di sofisticate e moderne banche dati e con l'ausilio delle indagini finanziarie e patrimoniali siamo riusciti a ricostruire puntualmente il reale volume di affari di questa holding del malaffare, che è risultato essere di ingenti proporzioni, causando un gravissimo danno all'erario».


IL MATTINO

25 SETTEMBRE 2009

 

È una famiglia che opera da sempre nel settore delle carni

 

DANIELA FAIELLA

 

Scafati (SA). È una famiglia che opera da sempre nel settore delle carni e che già in passato, precisamente nel 2002, sarebbe stata coinvolta in un'attività di indagine della guardia di finanza, sempre per frode allo Stato. Una madre e tre figli (due residenti a Scafati e un altro a Nocera Inferiore). Lei, 57 anni, è ritenuta il perno del sodalizio. Ieri sono finiti nuovamente nel mirino dei finanzieri. Sono loro i quattro imprenditori di Scafati, componenti dello stesso nucleo familiare, denunciati dalla guardia di finanza di Sala Consilina nell'ambito dell'operazione scattata ieri mattina per una maxi-truffa da 90 milioni euro condotta ai danni dello Stato e della Comunità europea nel settore del commercio all'ingrosso di carni macellate ed animali vivi. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, i quattro imprenditori di Scafati «in concorso, tramite due imprese fittizie e completamente in nero, in sfregio a qualsiasi norma e regola, hanno importanti ingenti capi di animali vivi da paesi dell'unione Europea (Belgio, Austria, Germania) i quali venivano poi rivenduti vivi o macellati in macelli di fortuna e non igienici a soggetti operanti in diverse regioni del paese». Proprietari di diverse macellerie sul territorio da qualche mese ne avevano ceduto una terza, nella zona del centro cittadino. Di fatto è lei, la mamma, la vera coordinatrice delle attività, loro, i figli, le gestiscono. Risultano proprietari anche di un deposito di carni, "La rosa delle carni" in via Sant'Antonio Abate, che nel 2002 sarebbe finito nel mirino delle autorità sanitarie, incassando una pesante sanzione amministrativa di oltre ventimila euro. Secondo gli inquirenti, a quella seguirono altre segnalazioni dell'Asl rispetto al mancato rispetto delle norme igieniche da parte dei titolari di quel deposito. Ai quattro denunciati, partecipi della stessa attività nel settore delle carni, la guardia di finanza ha sottratto ieri beni per quattro milioni di euro. Appartamenti, in tutto otto, intestati ai componenti della famiglia, localizzati quasi tutti nella zona del centro cittadino. Un sequestro teso a garantire la pretesa erariale. Lo Stato, infatti, assumerà il possesso degli immobili, quale forma di "risarcimento" per l'imponente ammontare della truffa. L'emissione da parte della magistratura di tale nuova misura, ovvero il sequestro degli immobili risultati nella disponibilità dei soggetti denunciati, è stata possibile in quanto introdotta con la finanziaria 2008 che ha esteso anche ai reati fiscali l'istituto ablativo della "confisca per equivalente", tese al miglioramento delle azioni a contrasto dell'evasione fiscale, consentendo allo stato di espropriare i beni o le cose di provenienza illecita.


LA CITTA' DI SALERNO
25 SETTEMBRE 2009
 
Crimine contro i consumatori
 
Salerno. Verificare sulla carne bovina in vendita l’etichetta di origine che ne indica la provenienza può aiutare a difendersi dall’acquisto di carne illegale importata dall’estero e macellata in strutture prive di autorizzazione o con precarie condizioni igieniche per essere rivenduta a commercianti in diverse regioni del Paese. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per l’operazione della Guardia di Finanza di Sala Consilina, che ha scoperto la mega-truffa da 90 milioni di euro ai danni dello Stato nell’ambito del settore del commercio di carne e di animali vivi. L’etichetta di origine obbligatoria per la carne bovina introdotta in Italia dal 2001, dopo la notta emergenza della "mucca pazza", è infatti un elemento importante per garantire la rintracciabilitá degli alimenti per combattere le frodi e per questo la Coldiretti ne chiede l’estensione a tutti gli alimenti, dal latte e suoi derivati, alla carne di maiale fino ai trasformati della frutta. L’operazione della Guardia di Finanza di Salerno e Sala Consilina conferma - sottolinea la Coldiretti - la necessitá di tenere alta la guardia contro le frodi a tavola, che mettono a rischio la salute dei cittadini e fanno concorrenza sleale alle imprese italiane che sono impegnate nel mantenere alti standard di qualitá. Truffe, importazioni di falso "Made in Italy" e le speculazioni dal campo alla tavola sono - precisa ancora la Coldiretti - i veri nemici dell’agroalimentare italiano che rappresentano un pericolo sia per le imprese che per i consumatori. Con la crisi - conclude la Coldiretti - aumentano i rischi di frodi e sofisticazioni, un crimine particolarmente odioso perchè si fonda soprattutto sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacitá di spesa, sono costretti a risparmiare anche sugli acquisti di alimenti. La scoperta della mega-truffa sulla macellazione ma anche sulla vendita di animali giunge 24 ore dopo la scoperta di un’altra frode alimentare, quella delle "merendine" confezionate illegalmente e in spregio alle norme igieniche in una struttura di Capaccio.

IL TIRRENO
25 SETTEMBRE 2009
 
Una bambina cerca il suo cagnolino
 
CARRARA. L’Enpa, Ente nazionale protezione animali, fa un appello per conto di una bambina disperata il cui cagnolino è sparito da Marina di Carrara alcuni giorni fa. Il cane è di tipo yorkshire pelo ruvido, al momento della scomparsa aveva un collare con bandana. La sua padroncina piange e non mangia più: per questo amici e genitori confidano nella collaborazione di tutti per ritrovarlo. Chi avesse informazioni può contattare Gaia dell’Enpa 3388674082 o Roberto 3475973009.

CITY

25 SETTEMBRE 2009

 

Arriva il circo Barnum Protesta animalista

Previsto a ottobre Dal 14 al 18 ottobre il circo Barnum sarà a Roma. Le associazioni animaliste protestano per il trattamento di elefanti e tigri.

 

Arriva a Roma un famoso circo, scoppiano le polemiche. Dal 14 al 18 ottobre farà tappa al Palalottomatica il circo Barnum (che ha il nome più complesso Ringling Bros and Barnum&Bailey). Le date nella capitale sono le prime del tour europeo del circo che vanta 139 anni di storia; e nel quale ci sono anche gli animali. Ed è su qui che nascono le contestazioni delle associazioni animaliste.

Lettera al sindaco

Peta e Lav hanno scritto al sindaco Alemanno per chiedere di “negare il permesso di attendare” il circo. Alla loro lettera le associazioni hanno allegato un video nel quale si documenterebbe una gestione impropria degli animali: dalle violenze alla mancanza di cure veterinarie. “Giorno dopo giorno - scrivono Lav e Peta - il personale del circo ha intimorito e percosso gli elefanti e le tigri”. La replica del Ringling non si è fatta attendere facendo sapere di “ritenere dubbia l’autenticità del video del gruppo animalista” Peta. “Le oltre 60 visite veterinarie eseguite - prosegue il circo - hanno mostrato che gli animali sono tutti in buona salute”.

Segreti carpiti

Polemiche a parte il programma dello spettacolo prevede che il pubblico, prima dello show, possa carpire i segreti del mestiere, imparando alcuni giochi di prestigio.


Animalieanimali

25 SETTEMBRE 2009

 

SINDACI MILANO E ROMA, DITE NO A CIRCO USA!
Richiesta di Peta Europe, Lav e Animalisti Italiani in vista della tournée del Ringling Bros and Barnum & Bailey.

 

L’Associazione People for the Ethical Treatment of Animals (PETA) Europa, la Lega Anti Vivisezione (LAV) e Animalisti Italiani hanno scritto ai Sindaci di Roma e Milano chiedendo loro di negare al Circo Ringling Bros and Barnum & Bailey il permesso di attendare nei rispettivi Comuni, come da tournée prevista nel mese di ottobre.
Unitamente alla richiesta, le Associazioni hanno diffuso un filmato relativo a recenti investigazioni sotto copertura della PETA (sezione degli Stati Uniti), condotte verso questo Circo. Le investigazioni documentano che diversi operatori del circo Ringling, incluso un supervisore degli animali e un capo addestratore elefanti, colpiscono senza motivo e ripetutamente gli elefanti sul muso, sulla proboscide, sulle orecchie e in altri parti sensibili del corpo. Il video rivela inoltre che l’addestratore del circo Ringling frusta le tigri e le colpisce con un’altra arma non identificata.
Le tre Associazioni per i diritti degli animali hanno inoltre allegato al loro appello un dossier che elenca dettagliatamente la lunga storia di crudeltà sugli animali del circo Ringling. Il dossier documenta una gestione impropria degli animali, la mancanza di adeguate cure veterinarie, i traumi, gli stress comportamentali e i danni fisici inflitti ad alcuni animali, i disagi non necessari procurati agli elefanti, il pericolo procurato alle tigri di finire quasi arrostite vive in un carro merci (un incidente riconducibile alla scarsa manutenzione della loro area di contenimento), non aver testato gli elefanti per la tubercolosi e pratiche di nutrizione non igieniche.
Il dossier elenca, inoltre, altri numerosi illeciti a carico degli operatori del Circo per svariati reati compiuti.
"Giorno dopo giorno, il personale del circo Ringling ha intimidito, percosso e frustato gli elefanti e le tigri per farli esibire in esercizi che per loro sono pericolosi, destabilizzanti e privi di senso - commenta Poorva Joshipura, della PETA Europa - Noi esortiamo i Sindaci a rifiutare questa crudeltà negando al Ringling il permesso di attendare a Roma e Milano. A tutti coloro che amano gli animali, chiediamo di non andare al Circo”.“L’Italia, con il suo incredibile numero di circhi fra i quali non mancano episodi di maltrattamento, non ha certamente bisogno di ospitarne uno proveniente dall’estero con un così terribile curriculum per quanto riguarda la gestione degli animali. – aggiunge Nadia Masutti, responsabile LAV settore Circhi e zoo – A questo proposito ci attendiamo dalle Autorità Locali una precisa ed etica valutazione, poiché l’attenzione negativa che accompagna questo circo non può lasciare indifferenti, con il rischio di far passare un grave messaggio di inciviltà”.Il video di questa nuova investigazione della PETA USA sul circo Ringling (con sottotitoli in italiano), il dettagliato dossier sulla storia degli abusi del Ringling, fotografie e copia delle lettere-appello inviate ai Sindaci di Milano e Roma da PETA Europa, LAV e Animalisti Italiani, sono disponibili su www.lav.it. Per altre informazioni vi invitiamo a visitare il sito PETA.org.uk.


IL CENTRO
25 SETTEMBRE 2009
 
Il circo Barnum in Italia A Roma e a Milano
 
ROMA. Apre il sipario del Ringling Bros and Barnum&Bailey. Il circo americano arriva dopo 139 anni di storia in Italia, il 14 ottobre, per il suo debutto europeo. Così, per dieci giorni, i bambini, e non solo loro, avranno la possibilità di assistere per la prima volta a uno spettacolo circense interattivo: il Circus party show.  Prima dello show, infatti, il pubblico potrà rubare agli artisti i trucchi del mestiere, imparando alcuni giochi di prestigio: dalla passeggiata in equilibrio su una fune fino a volteggiare con il trapezio. Poi, le luci si abbasseranno e le famiglie saranno proiettate in uno show che sfida le leggi di gravità: dal ciclista che attraversa la scena scherzando con i più piccoli al motociclista che orbiterà a 105 chilometri all’ora nell’anello d’acciaio, dalla magia degli illusionisti fino alle peripezie degli acrobati. Il tour debutterà al Palalottomatica di Roma, dove sarà dal 14 al 18 ottobre, per poi raggiungere il Palasharp di Milano, dove gli spettacoli saranno in scena fino al 25 ottobre. Immancabile la protesta degli animalisti che hanno stigmatizzato l’utilizzo di elefanti e tigri. Il circo ha replicato dicendo che i diritti degli animali sono rispettati.

LA ZAMPA.IT
25 SETEMRE 2009
 
Uccisione toro in "Baaria", Martini: "Verificheremo i fatti"
Se fatti corrispondono a ipotesi reato valuterò la possibilità di procedere
 
ROMA - La denuncia della Lav in merito a una scena del film «Baaria», dove un animale sarebbe stato ripreso mentre viene ucciso in maniera cruenta ha fatto il giro dei media e ha sollevato un fiume di proteste. Oggi l'associazione dei consumatori l’associazione dei consumatori invita  a non andare a vedere il film al cinema e disertare le sale e chiede l’intervento del ministero delle Attività culturali:  «Col film Baarìa siamo tornati di colpo indietro di 50 anni, quando per girare i western si uccidevano i cavalli facendoli realmente cadere da scenografici dirupi - denuncia Valentina Coppola, responsabile della sezione ambiente del Codici di fronte alla «truculenta uccisione del bovino avvenuta apposta per il film di Tornatore».
L'associazione aggiunge: «Niente effetti scenici - denuncia Codici - l'animale viene
abbattuto con un punteruolo conficcato nella fronte e poi, ancora vivo, sgozzato mentre le persone che lo contornano ne raccolgono il sangue». E per aggirare il codice penale italiano, il regista ha girato la scena in Tunisia, dimostrando così, secondo Codici, «spregio per le regole nazionali che gli avrebbero impedito l'uccisione effettuata senza stordimento e al di fuori di un macello autorizzato».
Il sottosegretario Martini: «Verificheremo come si sono verificati i fatti»
Una prima risposta delle istituzioni viene dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini che ha così commentato la vicenda: «Fatto gravissimo. Una produzione cinematografica italiana deve rispettare le regole vigenti nel proprio Stato, in Italia come obbligo giuridico e all’estero come obbligo morale. L’uccisione cruenta di animali è regolata e sanzionata da normative nazionali ed europee. Verificheremo come si sono svolti esattamente i fatti e se questi corrispondono ad una ipotesi di reato. In tal caso valuterò la possibilità di procedere».

IL TIRRENO
25 SETTEMBRE 2009
 
Frillo, mistero sulla fine del cane di Cala Violina
 
SCARLINO (GR). Frillo, il cane mascotte di Cala Violina, sarebbe stato ucciso perché si era innamorato. La voce corre sul web e l’associazione “Amici del cane e del gatto Val di Cornia” che, poco prima della scomparsa del segugio, tra il 24 e il 25 giugno con la collaborazione della Cooperativa Cuore Onlus Piombino aveva pubblicato un piccolo libro di Antonella Giuggioli dal titolo “Frillo il cane di Cala Violina”, in cambio del quale chi voleva poteva contribuire al mantenimento del simpatico animale, si appella al sindaco Bizzarri e alle forze dell’ordine perché svolgano indagini per scopriore l’eventuale autore del reato. Si appellano anche all’Enpa e alle varie associazioni animaliste di Grosseto e Follonica. Il sindaco di Scarlino, Maurizio Bizzarri, ricorda che le ricerche ci sono state e che non c’è il minimo appiglio perché lui possa più di quanto è già stato fatto per ritrovare Fillo vivo o morto.  «Ricordo a tutti comunque - aggiunge - che si parla di un cane che, vivendo all’aperto, può essere stato vittima di ogni sorta di incidente. Sui motivi della sua scomparsa ci sono infinite leggende: da quella che abbia fatto la fine di cane-Romeo, ossia che sia stato ucciso perché si era innamorato di una cagnetta-Giulietta che gli era negata, a quella che sia stato rapito per farlo vivere meglio. Tra tutte le voci che si rincorrono preferisco credere a quest’ultima».  Una cosa è certa: un altro Frillo non ci sarà. «Ho detto agli operai delle Bandite - afferma il sindaco di Scarlino - di smantellare il rifugio del segugio, perché non vorrei che a qualcuno venisse in mente di portarvi un altro cucciolo per perpetrare la leggenda di Frillo. Sia chiaro - dice Bizzarri - non lo tollererei e un eventuale Frillo sarebbe immediatamente affidato a chi di dovere. Un cane non può vivere alla macchia, correndo i rischi che ha corso il Frillo di Cala Violina».  La storia di Frillo, il simpatico cane che accoglieva i turisti, iniziata nel gennaio 2005, insomma è finita.  Ma l’associazione degli Amici del cane e del gatto Val di Cornia non si arrende, nonostante le ricerche dei volontari, aiutati dalla guardia forestale non abbiano sortito alcun esito. Così torna ad appellarsi anche agli abitanti della zona ed ai frequentatori di Calaviolina: «Chiunque, tra il 24 e il 25 giugno, ha visto o sa qualcosa sulla scomparsa di Frillo - dicono - contatti la nostra associazione al 347-5753605. Noi, i volontari e i numerosi amici di Frillo chiediamo giustizia».

CORRIERE FIORENTINO

25 SETTEMBRE 2009

 

La storia La proprietaria di Kitty ha avvertito i carabinieri, che hanno bloccato i sette romeni al momento dello scambio

Sequestrano un gatto e chiedono il riscatto. Arrestati

 

Campi di Bisenzio (FI) - Non hanno avuto una bella idea. O almeno non hanno pensato che Silvana, la proprietaria di Kitty, una deliziosa gattina di appena 4 mesi, sarebbe andata dai carabinieri della Stazione di Campi Bisenzio per raccontare del «sequestro di animale a scopo di estorsione». E così, i carabinieri della Compagnia di Signa, l’altra sera, sono entrati in azione e hanno arrestato di fronte al punto vendita Coop di via Buozzi, a Campi, sette romeni tra i 20 e i 40 anni. In manette sono finiti quattro donne e tre uomini: Cornelia S., Oradia C., Somnia C., tutte pregiudicate, e Claudia F., e Lucian G., Julian N., pregiudicati, e Ferdi S. sono accusati di estorsione in concorso.
«Non appena Kitty mi ha vista si è messo a miagolare», racconta adesso Silvana che ringrazia «l’Arma dei carabinieri per la gentilezza con la quale è stato trattato il caso». E il caso, per usare le parole della ragazza, si è consumato nell’arco di una giornata: mercoledì mattina verso le 11 Silvana ha ricevuto una telefonata da parte di una donna. «Abbiamo trovato una gattina in strada. Sulla medaglietta c’era il tuo numero. Cosa facciamo?», diceva una voce femminile. Silvana ha risposto: «È piccola, rimettetela in giardino». La ragazza non si è preoccupata: ogni tanto capita che Kitty si aggiri per il giardino o sconfini in qualche viuzza, ma ritorna sempre a casa. Solo che stavolta quella voce femminile ha aggiunto: «Ti richiamo io». Silvana ha atteso, ma invano: quella telefonata proprio non arrivava. E così ci ha pensato lei a richiamare la donna, che ha detto: «Ci sono dei ragazzi che vogliono comprare il gatto. Se lo rivuoi ci devi dare qualcosa». Silvana ha capito subito che c’era qualcosa che non andava e ha risposto: «Va bene. Vi do quello che chiedete».
Che fare? Dopo essersi consultata con suo padre, c’era un’unica soluzione possibile. E così alle 18 di mercoledì pomeriggio, la giovane ha imboccato la strada che porta alla caserma dei carabinieri, ai quali ha raccontato la vicenda. Per filo e per segno.
È scattata la trappola. Dopo aver fissato dove consegnare i soldi, i carabinieri si sono appostati nel luogo dove era stato fissato lo scambio. E più precisamente di fronte al punto vendita Coop di via Buozzi a Campi.
La proprietaria del gatto ha così incontrato chi teneva in ostaggio il suo gatto: quattro donne. «Una di loro mi ha chiesto venti euro. Teneva in braccio Kitty che miagolava: voleva venire da me», ricorda Silvana. Ma quei soldi non bastavano. «Dacci cinquanta euro, altrimenti il gatto lo teniamo noi», ha aggiunto. Presi i soldi, le quattro romene si sono avvicinate ad un’auto dove si trovavano tre uomini: a questo punto hanno consegnato Kitty alla proprietaria. In quel momento sono entrati in azione i carabinieri del Comando provinciale che hanno arrestato i sette, tutti romeni di età compresa tra i 20 e i 40 anni, accusati di estorsione in concorso. Il pubblico ministero di turno, Leopoldo De Gregorio, dopo aver convalidato l’arresto, ha deciso la scarcerazione. Kitty è tornata tra le braccia di Silvana. «Ora sono felicissima », dice la ragazza.
L’estorsione
Prima hanno chiesto 20 euro, poi la cifra è salita a 50. Manette nel parcheggio della Coop La padrona Silvana: «Non appena mi ha visto si è messa a miagolare. Abbracciarla è stata un’emozione» Il felino rapito
Kitty, la micina di 4 mesi, è stata sequestrata da alcuni romeni, poi arrestati. 


IL TIRRENO
25 SETTEMBRE 2009
 
Paga se rivuoi il tuo gatto
 
Francesco Fondelli
 
CAMPI BISENZIO (FI). Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. Difficile tradurre in rumeno l’invito alla cautela reso celebre da Trapattoni, ma a 7 rumeni di Campi Bisenzio l’ignoranza del motto è costata cara.  Il gruppetto - 4 donne e 3 uomini, imparentati tra loro - ha pensato ad una facile occasione per fare un po’ soldi quando ha visto un bel felino di razza intento a giocare nel giardino di una casa di Campi Bisenzio. I sette hanno deciso così di rapire il felino e poi di chiedere il riscatto. Sembrava tutto facile: telefonata anonima alla proprietaria e successivo appuntamento in un luogo affollato per la consegna del riscatto. Ma ad attenderli c’erano i carabinieri di Signa e di Campi Bisenzio che hanno fatto scattare le manette ai polsi degli improvvisati rapitori.  E pensare che i sette (di età tra i venti e i quarant’anni) avevano condotto, come si conviene in questi casi, una estenuante trattativa telefonica: “Venti euro per riavere indietro il gatto”, aveva chiesto la voce anonima di una giovane donna alla proprietaria, aggiungendo poi cinica: “Ho altre offerte per comprare questo bell’animale, paga subito se lo vuoi indietro”.  La proprietaria del gatto all’inizio ha pensato ad uno scherzo, ma quando ha capito che aveva a che fare con gente decisa, ha pensato bene di avvisare i carabinieri che le hanno consigliato di stare al gioco. I rapitori hanno indicato il luogo per la consegna del riscatto: un posto vicino alla Coop e nei pressi di un bar che alle 21 - ora fissata per il pagamento - è molto frequentato. La proprietaria si è presentata con i venti euro e uno del gruppo ha riscosso. Subito si è aperta la portiera di un’auto parcheggiata lì vicino ed è uscito il gatto rapito. Ai carabinieri, appostati nelle vicinanze, è bastato per riscontrare tutti gli estremi del reato di estorsione in concorso.

Animalieanimali

25 SETTEMBRE 2009

 

COME POSSO SUPERARE IL DOLORE PER LA PERDITA DEL MIO VAGHINO?

 

Il mio adorato cane è morto sabato 11 luglio 2009 alle 7.15 e io sono disperata, non so come vivere senza di lui. Vagabondo, questo era il suo nome, mi riempiva le giornate, me le rendeva allegre e gioiose, la mia giornata iniziava e finiva con lui.
Vagabondo ha vissuto per un anno nelle strade del mio paese, a un certo punto ha deciso di voler vivere con me. A me era morta la cagnetta da un paio di mesi e avevo deciso che per il momento non avrei voluto altri cani, ma Vagabondo è stato testardo e determinato e così l'ho accolto a casa mia, era un cane un pò gatto, quando si metteva in testa di voler fare qualcosa era così e basta. E' stato un vero amore tra me e lui, molte persone mi dicevano che era un cane fortunato, ma io pensavo che ad essere fortunata ero stata io per averlo incontrato.
Lui è stato con me in momenti molto difficili della mia vita e grazie a lui sono riuscita a rincominciare, mi dava uno scopo, era un cane gioioso, allegro e simpatico. Venti giorni fa circa sono rientrata dal lavoro e l'ho trovato stranamente mogio, ho pensato fosse il caldo, quando ho preso il guinzaglio per portarlo fuori non ha reagito con gioia come in genere faceva, allora l'ho portato di corsa da dei veterinari che stanno a 100 metri da casa mia. Hanno immediatamente diagnosticato l'ehrlichiosi senza fare le analisi perché aveva la febbre a 41.30.dopo un giorno di antibiotico mirato per l'ehrlichiosi il collo di Vagabondo si è gonfiato tantissimo, l'abbiamo riportato dai veterinari, allora hanno tentato di fare le analisi, il cane ha ringhiato, loro hanno avuto paura e mi hanno detto che il mio cane era ingestibile e che io non sapevo tenere il cane. Io già molto giù e preoccupata per il cane mi sono sentita in colpa e incapace. Ci tengo a precisare che il mio cane non aveva mai morso nessuno, amava giocare coi bambini, giusto ringhiava quando ci voleva comunicare che qualcosa gli dava fastidio. All'antibiotico hanno aggiunto un antistaminico e del cortisone perchè secondo loro il gonfiore era dovuto alla puntura di un insetto, hanno pensato questo nonostante avessi detto loro che il cane era protetto con l'advantix e un gel naturale a base di citronella che respingeva zanzare e insetti in genere. Ha fatto questa cura per 12 giorni, ma continuava a non abbaiare e mangiare poco e con difficoltà perchè aveva dolori. Una sera tardi ha avuto una crisi respiratoria, non sapevo dove portarlo e mi è stato consigliato da un'amica una clinica aperta 24 ore su 24, dove mi hanno subito detto che non si trattava di
ehrlichiosi, in seguito le analisi lo hanno confermato, infatti qui sono riusciti a fare analisi e altro. Ho preso un appuntamento dopo due giorni per un'anestesia perchè era necessario ispezionargli la gola e il collo, fare test tumorali (non avevano escluso un tumore), hanno inoltre cambiato la cura che date le sue condizioni era forte (antibiotico a largo spettro e cortisone). Il cane era sempre più debole e mangiava sempre meno e con difficoltà. Il giorno dell'anestesia hanno scoperto che aveva un forasacco in gola che aveva provocato il formarsi di una grossa fistola, gli hanno tolto il forasacco e inciso la fistola. I test tumorali sono risultati tutti negativi, i valori si erano rimessi a posto, fegato e reni li aveva perfetti.
La sera non vedevo l'ora di andare a riprendermelo per portarlo a casa pensando di avere finalmente risolto il problema. La sera invece ci hanno detto che era meglio rimanesse li anche la notte perchè non stava bene. Io volevo portarlo via ma i veterinari, mio marito e mia madre mi hanno detto: che cosa fai se poi si sente male durante la notte?
Quando il cane ha capito che io andavo via mi ha guardata convinto lo portassi via, dato che non l'avevo mai lasciato solo, in effetti era quello che volevo fare e lui conosceva sempre le mie intenzioni, ma poi ha capito che l'avrei lasciato li e si è agitato. Così sono andata via con una spina nel cuore, mi sembrava di averlo tradito. La notte non ho dormito aspettando la mattina per andare a riprendermelo, avevo anche chiesto di poter stare con lui la notte ma mi hanno detto che non era possibile, ho lasciato detto di chiamarmi nel caso ci fossero stati problemi. Alle 7.15 mi hanno chiamata per dirmi che il cane in seguito ad una crisi respiratoria e dopo una notte trascorsa con difficoltà era deceduto.
E' stato terribile, era come se mi avessero aperto e strappato una parte di me.
Mio marito è andato a prenderlo e non ha voluto gli facessero l'autopsia, io avrei voluto.
Penso sia morto per lo stress di essere stato lasciato solo in un posto a lui non familiare, era la prima volta che lo lasciavo con persone a lui estranee.
Ho paura che abbia pensato di essere stato abbandonato per la seconda volta. Non so come fare, mi manca e mi sento in colpa. I veterinari dicono che può avere avuto una emorragia.
Amore mio non ci sei più, hai lasciato un grande vuoto dentro di me...non sentire più i tuoi passi, il tuo respiro, il tuo odore, è un grande dolore per me. Riuscivi sempre a migliorare le mie giornate, mi hai aiutata a superare paure e momenti difficili e ora me la dovrò cavare senza di te.....Ciao amorino mio, ti voglio bene e non ti dimenticherò mai..ti mando tanti bacini ovunque tu sia..ciao Vagabondo, Vaghi, Vaghino, Vagabondino...buon viaggio Vaghi 20.05.2000 - 11.07.2009


IL TEMPO

25 SETTEMBRE 2009

 

Gruppo di amici pesca al largo un tonno di 165 chili

Dopo che ad «abboccare all'amo» dei pescatori di Termoli è stato uno squalo, anche un tonno di notevoli dimensioni si è fatto «beccare», questa volta da un gruppo di amici appassionati di pesca.

 

Il tonno, dal peso di 165 chilogrammi, è stato infatti pescato lo scorso fine settimana nelle acque termolesi. Gli amici sabato scorso hanno portato a termine un'impresa cui ogni buon pescatore aspira. Durante la battuta di pesca questi giovani appassionati hanno sentito tirare all'amo qualcosa di grosso. Poi con fatica e trepidazione hanno tirato su un esemplare davvero notevole: un bel tonno da 165 chili. I giovani hanno deciso di conservare a lungo il ricordo della loro impresa, magari per raccontarla quando saranno anziani ai loro nipoti. Il pesce è stato infatti trascinato sulla barca, poi questa è stata ormeggiata al molo sud di Termoli per fare delle belle foto ricordo della memorabile battuta a mare.


PRIMA DA NOI
25 SETTEMBRE 2009
 
Guardia Costiera sequestra 210 chili di tonno rosso
GIULIANOVA (TE). Nella serata di ieri, i militari dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Giulianova, hanno sequestrato sette esemplari di tonno rosso, per un peso complessivo di circa 210 kg, pescati in un’unica battuta da un pescatore sportivo.
 
Giulianuova (TE) - Il sequestro e’ stato eseguito in quanto nell’ambito della pesca sportiva e ricreativa è vietato catturare, detenere a bordo, trasbordare e sbarcare più di un esemplare di tonno rosso per uscita in mare.
A carico del pescatore sportivo, sono state elevate due sanzioni amministrative pecuniarie, per un ammontare complessivo di oltre 6.000 €.
Il pesce sequestrato, giudicato idoneo al consumo umano dal personale del Servizio Veterinario dell’A.S.L., verrà devoluto in beneficenza.
«Dal 18 aprile 2009», il comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Giulianova, il tenente di Vascello Giuseppe Barretta, «è entrato in vigore un nuovo Regolamento comunitario, il 302/2009, che disciplina la pesca del tonno rosso nelle acque del Mediterraneo e dell’Atlantico».
La nuova normativa introduce importanti novità, riguardanti anche la pesca sportiva e ricreativa del tonno rosso, con lo scopo di assicurare la ricostituzione dello stock di tale specie ittica, oggetto di eccessivo sfruttamento.
La pesca sportiva e ricreativa del tonno rosso è vietata nel Mediterraneo nel periodo dal 15 ottobre al 15 giugno; i pescatori sportivi o ricreativi dovranno chiedere il rilascio dell’autorizzazione all’Ufficio Circondariale Marittimo nella cui giurisdizione si trova il porto di stanza dell’imbarcazione da diporto da adibire a tale attività. E’ vietato catturare, detenere a bordo, trasbordare e sbarcare più di un esemplare di tonno rosso per uscita in mare. La taglia minima per il tonno rosso nel Mediterraneo è di 30 Kg. o 115 cm.; è obbligatorio comunicare, prima dell’accesso in porto, con qualsiasi mezzo disponibile (VHF, cellulare, etc.), la cattura di tonno rosso all’Autorità Marittima del porto di sbarco, ovvero alla più vicina. Entro 24 ore dallo sbarco, deve essere consegnata, ovvero trasmessa all’Autorità Marittima del porto di sbarco, una dichiarazione di cattura. E’ vietata la commercializzazione del prodotto pescato, salvo per fini caritativi.

ANSA AMBIENTE

25 SETTEMBRE 2009

 

SQUALI, PALAU PRIMO PAESE A VIETARNE LA CACCIA

 

NEW YORK - Niente piu' caccia agli squali. Palau, stato-arcipelago di isole nel Pacifico occidentale, sara' il primo paese a vietare la caccia di questa specie che rischia l'estinzione. Il presidente dell'isola Johnson Toribiong, annuncera' la sua decisione davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite nella sessione di oggi. Il divieto proteggera' un'area di cira 600 mila chilometri quadrati di oceano, pari circa alle dimensioni della Francia, e mettera' fuorilegge anche il tagliare, ancora in mare, le pinne degli squali, una pratica indotta da un mercato internazionale molto redditizio. Secondo quanto riportato dal sito internet della Bbc, il presidente Toribiong ha dichiarato che queste creature rischiano l'estinzione se non verranno prese azioni concrete per proteggerle: ''La loro bellezza e la loro forza - ha detto - riflettono la salute dell'oceano''. Il 21% delle specie di squali e' considerato a rischio e il 18% vicino alla soglia di rischio: con 100 milioni di esemplari uccisi ogni anno ''Palau ha fatto cio' che gli altri paesi non hanno ancora fatto - nonostante alcune nazioni abbiano imposto qualche restrizione alla caccia - e cioe', capire l'importanza che questi animali hanno per l'ambiente marino'', ha detto Matt Rand, direttore alla salvaguardia deli squali del Pew Environment Group.


TISCALI NOTIZIE

25 SETTEMBRE 2009

 

Palau in difesa degli squali: creato un santuario per proteggerli

 

La repubblica di Palau, giovane nazione situata nell'Oceano Pacifico, si schiera in difesa degli squali. L’ambizioso progetto, che verrà presentato dal presidente Johnson Toribiong, che ne illustrerà tutti i dettagli al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, mira a creare un santuario all’interno del quale offrire rifugio a questi giganti del mare: minacciati dalla pesca commerciale. Il parco, che si troverà all’interno delle acque territoriali del piccolo stato, proteggerà qualcosa come 600.000 chilometri quadrati di oceano, un'area delle dimensioni pari a quelle della Francia. "Queste creature - ha detto il presidente Toribiong - vengono oggi sterminate senza pietà: se non si prenderanno dei provvedimenti capaci di proteggerle si estingueranno”. Toribiong, nel corso del suo intervento, proverà ad avanzare anche la richiesta di un divieto di pesca globale. Ogni anno, nel mondo, si uccidono infatti 100 milioni di squali: in molti casi soltanto per strappar loro le pinne considerate una prelibatezza nei paesi orientali.

Alcune nazioni hanno imposto dei limiti di pesca all’interno dei propri confini marini, ma questo potrebbe non esser sufficiente. Il governo di Palau spera pertanto di riuscire a convincere tanti paesi ad imitarlo. "Palau - ha detto Matt Rand, direttore del Pew Environment Group, ente impegnato a livello globale nella tutela degli squali - ha riconosciuto l’importanza di questi animali, fondamentali per mantenere sani gli ambienti marini, e per questo ha deciso di far ciò che nessun altra nazione ha fatto fino ad oggi”.

Anche se il piccolo stato ha una popolazione di appena 20.000 abitanti, il suo territorio comprende ben 200 isole accanto alle quali vivono 130 specie di squali considerati a rischio estinzione. Tutelare questi animali, ha commentato Rand, “permetterà a Palau di ottenere grandi benefici, visto che l’intera economia si basa sulle entrate derivanti dal turismo”. Gli squali, sebbene possano far paura, sono una grande attrazione per i subacquei, inoltre svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema della barriera corallina. Far rispettare il divieto di pesca all’interno dell’area marina protetta per Palau non sarà comunque semplice. Il Paese, stando a quanto dichiarato dal suo stesso presidente, possiede soltanto una motovedetta e in base agli ultimi dati raccolti attraverso una ricognizione aerea vi sarebbero almeno 70 pescherecci che operano nella più assoluta illegalità.

Palau è realmente un Paese da imitare? Nonostante il governo di Toribiong stia facendo tanto per la tutela degli squali non si può dire sia fino ad oggi moralmente inattaccabile. Questo Paese, infatti, negli ultimi anni si è schierato a favore della pesca alle Balene, ignorando le richieste delle organizzazioni ambientalistiche. Toribiong ha tuttavia promesso di riesaminare la posizione del suo Paese ed eventualmente proporre anche il divieto dei cetacei. "Alla luce dei più recenti dati scientifici - ha commentato il presidente di Palau - rivaluterà la posizione del mio Paese: non vogliamo certo l’estinzione delle balene”.

Pochi giorni fa anche Kiribati, altro stato insulare del Pacifico, ha deciso di scommettere tutto sull’ambiente e ha annunciato di aver firmato una collaborazione con gli Stati Uniti per la creazione di quella che risulta essere la riserva marina più grande del mondo.

 

VIDEO

http://notizie.tiscali.it/articoli/scienza/09/09/palau_difesa_squali_creato_santuario_proteggerli_555.html


IL CENTRO
25 SETTEMBRE 2009
 
Squalo, le indagini si spostano sulla specie
 
TERMOLI (CB). «Abbiamo trovato lo squalo impigliato ad un amo che si dibatteva, lo abbiamo infilzato con l’arpione e tirato su grazie a due ganci»: è la dichiarazione rilasciata alla Capitaneria di Termoli da Francesco Comes , il pescatore di Monopoli balzato agli onori della cronaca per aver catturato uno squalo bianco al largo (13 miglia) di Ortona. Una cattura eccezionale, che il capitano del motopeschereccio Sandokan III ha raccontato a familiari, marinai, e agli ufficiali del porto.  «La tesi sostenuta da Comes è ovviamente quella della cattura accidentale dell’animale», spiegano dalla Capitaneria, «perché se fosse stata una pesca mirata vi sarebbero i presupposti per accuse più “pesanti” considerato che lo squalo bianco è una specie protetta che non può essere pescata». Ma le indagini si stanno rivelando più complesse del previsto perché sembra che lo squalo preso non sia quello bianco. «Bisogna capire qual è la specie di squalo catturato», aggiungono, «per questo ci sono degli esperti che stanno analizzando le foto per vedere se le caratteristiche corrispondono a quelle dello squalo bianco. A Monopoli e Polignano a Mare dove è stata venduta la carne del predatore, ci sono diversi colleghi alla ricerca di un pezzo per poterlo analizzare».  Il dibattito si fa più articolato, entra anche negli uffici degli esperti, dei biologi perché bisogna capire se quello catturato è un cucciolo di oltre due metri di squalo bianco. Per la Capitaneria, infatti, si tratta di uno squalo Mako, l’animale di cui parla Ernest Hemingway nel romanzo “Il vecchio e il mare”. La coda simmetrica, le pinne pettorali piccole, il naso appuntito, le fessure branchiali più ampie sono caratteristiche del Mako, una specie aggressiva ma non protetta, che può raggiungere i 4 metri di lunghezza.  Per Alessandro De Maddalena , presidente della società ittiologica italiana, curatore della banca dati italiana sullo squalo bianco, non si tratta di un “Carchadoron carcharias”, cioè dello squalo bianco, bensì di un “Lamna nasus” ossia dello Smeriglio, anch’essa una specie non protetta. «Le foto sono chiare: è evidente che è uno Smeriglio», afferma con sicurezza De Maddalena: «La prima pinna dorsale è arrotondata, sulla testa c’è una chiazza bianca tipica dello Smeriglio, il peduncolo caudale è ingrossato, l’occhio ha una grandezza superiore rispetto a quello dello squalo bianco, il muso ha una forma meno massiccia e i denti sono più piccoli e non hanno i bordi seghettati». Caratteristiche evidenti per un occhio esperto, ma ai più difficili da notare. «Resta l’eccezionalità della pesca», aggiunge l’esperto, «perché lo Smeriglio, sebbene non rarissimo, non è di certo comune nelle nostre acque. E neppure in molti altri mari».  Che sia uno squalo bianco, un Mako o uno Smeriglio, quella di Comes resta in ogni caso una pesca eccezionale. Come quella di alcuni pescatori di Termoli che hanno messo a segno il “colpo” della vita per degli uomini di mare: hanno preso un tonno, e stavolta non ci sono dubbi, di ben 165 chili.

Animalieanimali

25 SETTEMBRE 2009

 

PRESENTATO A PERUGIA CORSO DI “PRONTO SOCCORSO VETERINARIO”
“Il corso rientra nel processo di ampliamento dell’offerta formativa della facoltà di Veterinaria".

 

Diventare esperto di “Pronto soccorso veterinario” per animali domestici, sia da compagnia che da reddito o sportivi. Sono questi gli obiettivi del corso, della durata di otto mesi, organizzato dalle agenzie formative “Superficie 8” e “Tucep”, che è stato presentato a Perugia in una conferenza-stampa a Palazzo Donini.
Del progetto (finanziato dalla Regione Umbria, dal Ministero della Salute, dall’Unione europea e dal Fondo Sociale europeo) ne hanno parlato l’assessore regionale alla Formazione Maria Prodi, il preside della Facoltà di Medicina veterinaria Franco Moriconi, il presidente dell’associazione “Tucep” Paolo Carbone e, per “Superficie 8”, Roberto Quatraccioni. Il corso, per un totale di 500 ore all’Ospedale didattico veterinario dell’Università degli Studi di Perugia, completamente gratuito e retribuito con ottocento euro al mese, sarà articolato in materie come accoglienza, management e protocolli del paziente critico, informatica clinica e bioetica degli animali. Non mancheranno inoltre insegnamenti come legislazione delle cooperative, organizzazione aziendale, “business plan” e dinamiche di gruppo, prevenzione sui luoghi di lavoro. “Il sostegno a questa iniziativa, molto particolare nell’ambito dei percorsi formativi, oltre a rafforzare la collaborazione con l’Università e altri soggetti privati - ha detto l’assessore Maria Prodi -, testimonia la volontà della Regione di contribuire a creare strade di ‘formazione alta’, che possano dare nuove opportunità lavorative”. “Il corso, esperienza unica in Italia - ha sottolineato Franco Moriconi -, rientra nel processo di ampliamento dell’offerta formativa della facoltà di Veterinaria e vuole fornire al neolaureato una preparazione specifica sulla gestione delle emergenze mediche e chirurgiche, trasferire competenze a soggetti che sappiano confrontarsi con diversi casi clinici e dare le giuste e tempestive diagnosi”. Secondo Roberto Quatraccioni di “Superficie 8” e Paolo Carbone di “Tucep”, alla fine del corso i partecipanti potranno diventare “imprenditori di se stessi”, anche creando una cooperativa che possa gestire le emergenze all’Ospedale veterinario dell’Università.


MESSAGGERO VENETO
25 SETTEMBRE 2009
 
A scuola, a lezione di animali
 
«Entro i primi di ottobre presenterò un progetto da introdurre nelle scuole per insegnare a conoscere e rapportarsi con gli animali fin da piccoli». Così ha annunciato il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, intervenuta al convegno “Uomini e animali. Ma siamo poi così diversi?”». «Si tratterà di un format che coinvolgerà le scuole materne fino agli istituti superiori affinchè si sviluppi un rapporto corretto fra uomo e animale - ha detto Martini. Così come si insegna l'educazione civica e quella stradale è necessario che la scuola intervenga anche su questo tema». Il format, ha annunciato il sottosegretario, è già pronto e coinvolge veterinari, dietologi, offre materiale didattico per gli insegnanti e laboratori. Al progetto collabora anche il movimento italiano Genitori: «Sono contenta che abbiano compreso che non esistono contrapposizioni ma piuttosto una via etica e culturale per avvicinare i bambini al rapporto con gli animali, riconoscere la loro diversità e diventare fin da piccoli più sensibili alla loro reattività», ha concluso il sottosegretario.

AMNVI OGGI

25 SETTEMBRE 2009

 

PIU’ GARANZIE PER IL CAVALLO TERAPEUTA

 

L'iter dei disegni di legge per la disciplina dell'ippoterapia prosegue in Commissione Sanità al Senato con la presentazione di alcuni emendamenti che mettono l'accento sugli aspetti sanitari e di tutela del cavallo impiegato per finalità riabilitative a favore dell'uomo.

Il medico veterinario

Si chiede che il Comitato scientifico istituito presso il ministero della salute sia integrato con la presenza di un veterinario indicato dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Veterinari Italiani.Nell'organico dei Centri di terapia per mezzo del cavallo la sen Thaler Ausserhofer inserisce " un veterinario disponibile per il controllo degli animali in dotazione al centro".

I centri di terapia

Il Sen Fosson, relatore dei ddl, riformula l'articolo sui Centri di terapia per mezzo del cavallo, prevedendo l'emanazione a cura del Comitato istituito presso il Ministero della Salute di un regolamento "contenente l'individuazione delle patologie per le quali può essere prescritta la terapia per mezzo del cavallo, gli ulteriori requisiti anche concernenti le caratteristiche organizzative e strutturali minime richiesti ai centri di terapia per mezzo del cavallo, le linee guida per il riconoscimento degli enti e delle associazioni preposti all'organizzazione dei centri di terapia per mezzo del cavallo, le linee guida per lo svolgimento dell'attività di terapia per mezzo del cavallo e una disciplina transitoria applicabile ai centri che praticano tale terapia alla data di entrata in vigore della presente legge".

Il cavallo

Portano la firma dei Sen Poretti, Chiaromonte e Perduca le proposte emendative più orientate in tal senso. In particolare l'aggiunta di un articolo 4-bis al ddl S.58 del Senatore Antonio Tomassini:
1. Tutti gli equidi impiegati in attività e terapie assistite devono superare una valutazione che ne attesti lo stato sanitario, le capacità fisiche e psichiche, fra le quali in particolare la socievolezza e la docilità, nonché l'attitudine a partecipare a programmi di Attività assistite dagli animali (AAA) e di Terapie assistite con gli animali (TAA). In nessun caso le loro prestazioni devono comportare per l'animale fatiche o stress psichici o fisici, né consistere in attività che comportino dolore, angoscia, danni psico-fisici temporanei o permanenti, ovvero sfruttamento.
2. Gli animali impiegati sono sottoposti a controlli periodici relativi al permanere delle condizioni di salute e in generale di benessere richieste ai fini del loro impiego da parte del medico veterinario. Gli animali che manifestano sintomi o segni di malessere psico-fisico sono esclusi dai programmi di AAA e TAA.
3. Al termine della carriera o in caso di successiva esclusione dal programma, agli animali viene assicurato il corretto mantenimento in vita, anche attraverso la possibilità di adozione da parte di associazioni e privati ed escludendo esplicitamente la macellazione.
4. Gli equidi impiegati in programmi possono provenire da allevamenti per fini alimentari, purché in possesso dei requisiti di cui al presente articolo.
5. L'utilizzo di equidi in violazione di una o più delle caratteristiche previste dal presente articolo sono considerate in base al Titolo IX bis del Codice penale, a tutela degli animali.»

E ancora l'aggiunta di un articolo 8-bis sull'impiego e la tutela del cavallo nel processo riabilitativo:

1. I cavalli utilizzati nei centri di cui all'articolo 3 necessitano di uno stile di vita che fornisca loro un benessere psico-fisico tale da permettergli di svolgere un lavoro emotivamente stressante come quello della riabilitazione equestre. Per tale motivo i cavalli non devono essere sottoposti a più di tre ore consecutive di lavoro al giorno; devono poter usufruire di spazi aperti in cui muoversi liberamente al di fuori delle ore in cui lavorano; non devono portare pesi che superino 1/5 del proprio peso corporeo al fine di tutelarne la salute e la longevità lavorativa.

2. I cavalli che operano nei centri di cui all'articolo 3, al fine di tutelarne il benessere psico-fisico e renderli maggiormente disponibili alla relazione terapeutica, devono essere domati o rieducati, qualora ve ne fosse la necessità, solo con metodiche di "approccio non violento ".

3. I cavalli donati ai centri di cui all'articolo 3, ritirati dalle precedenti attività, agonistiche e non, a causa di infortuni, devono essere sottoposti a controlli veterinari semestrali che ne verifichino la reale idoneità a svolgere il lavoro cui sono destinati. In base alla patologia riscontrata ed alle sue eventuali evoluzioni, è necessario valutare quantità e qualità del lavoro che il cavallo è in grado di svolgere e sottoporlo solo a prestazioni che non causino sofferenza o peggioramenti delle patologie precedentemente riscontrate.

4. Nei processi terapeutici che prevedono il maternàge, per cui il terapista sale a cavallo con l'utente, è necessario che il peso di entrambi i cavalieri non superi 1/5 del peso del cavallo. Lo stesso cavallo non deve fare maternàge per due ore consecutive.

5. I cavalli impiegati nei centri di cui all'articolo 3, che per sopraggiunti limiti di età o disagi fisici non possano proseguire l'attività lavorativa, non possono essere destinati alla macellazione. Per tale motivo, ogni centro di cui all'articolo 3 è tenuto a verificare ed eventualmente modificare la destinazione contenuta nell'allegato 9 del documento di identificazione dell'equide. In riconoscimento dell'attività socialmente utile svolta in vita, il cavallo gode dei benefici dell'animale da affezione/compagnia, venendo ritirato dall'attività lavorativa con la possibilità di vivere a prescindere dall'utilità che può essergli attribuita.».


ANMVI OGGI

25 SETTEMBRE 2009

 

TRASPORTO ANIMALE, CHIARIMENTI DALLA DG SANCO

 

L'ultima parola sull'interpretazione delle leggi comunitarie spetta alla Corte di Giustizia Europea. Tuttavia, la Direzione Generale dei consumatori (Dg Sanco) della Commissione Europea ha prodotto due note di formale chiarimento sulla questione dello spazio a disposizione degli animali trasportati a scopo commerciale.Rispondendo a due distinte richieste dell'associazione Animals' Angels, Andrea Gavinelli, Capo dell'Unità Animal Health and Welfare della Dg Sanco, ha fornito alcuni chiarimenti sugli spazi a disposizione, in base al Reg. 1/2005.Una richiesta riguardava la corretta interpretazione dello spazio libero al di sopra del "punto più alto dell'animale" (punto 1.2, Capo 2, Allegato 1: Nel compartimento destinato agli animali e a ciascuno dei suoi livelli dev'essere garantito uno spazio sufficiente per assicurare che vi sia una ventilazione adeguata sopra gli animali allorché questi si trovano in posizione eretta naturale, senza impedire per nessun motivo il loro movimento naturale.) Gavinelli chiarisce che in via generale, dal punto di vista scientifico, nessun animale dovrebbe viaggiare nella condizione di poter toccare il soffitto del compartimento con la testa rialzata e in posizione eretta.Nel dettaglio, la risposta precisa che "per ovini e suini lo spazio al di sopra del punto più alto dell'animale dovrebbe essere almeno di 15 centimetri in caso di ventilazione forzata e di 30 centimetri in assenza di ventilazione forzata. Per i bovini, invece, fermo restando il principio, i centimetri dovrebbero essere 20. Ma cosa si intende per "punto più alto"? La testa per quanto riguarda ovini e bovini, invece nel caso dei suini, ai fini del computo dello spazio libero soprastante, dovrebbe essere la schiena, specie per i suini di età più avanzata.La seconda richiesta ha riguardato il calcolo dei giorni di viaggio in relazione allo spazio minimo in caso di trasporto di cavalli giovani. La risposta conferma che "quando il capo VII dell'Allegato 1 parla di viaggi superiori alle 48 ore va incluso il tempo in cui gli animali sostano ad un posto di controllo. Quanto allo spazio del pavimento a disposizione di questi animali, la sua misurazione deve comprendere la lunghezza e la profondità.I nodi della densità di carico, degli spazi e della durata del trasporto animale a scopo commerciale sono attualmente oggetto di discussione in sede comunitaria e materia di approfondimento, in vista di una revisione del Reg. 1/2005. Per le interpretazioni fornite dalla Dg Sanco il riferimento scientifico è il report The welfare of animals during tran sport (detail for horses, pigs, sheep and cattle).

 

http://www.anmvioggi.it/files/RISPOSTA%20DG%20SANCO%20SPAZIO%20SOPRASTANTE%20GLI%20ANIMALI%20TRASPORTATI.pdf

http://www.anmvioggi.it/files/RISPOSTA%20DG%20SANCO%20SU%20TRASPORTO%20CAVALLI%20GIOVANI.pdf


MESSAGGERO VENETO
25 SETTEMBRE 2009
 
Mucca incastrata, la salvano i pompieri
 
OVARO (UD). Era finita gambe all’aria rovesciandosi nell’abbeveratoio, mentre cercava insistentemente di dissetarsi. È toccato a una squadra di vigili del fuoco liberare una mucca rimasta incastrata fra le pareti di cemento dell’angusto vano cubico di una stalla e, ormai, incapace di muoversi. Il fatto è successo nell’azienda agricola di Stefano Mugo, agricoltore di Enemonzo, a Mione di Ovaro nel pomeriggio di ieri. La povera bestia muggiva disperatamente e il proprietario, dopo svariati tentativi di liberarla, si è risolto a chiamare il comando provinciale dei vigili del fuoco per chiedere aiuto. Non è stato facile per gli uomini del distaccamento di Tolmezzo, giunti sul posto verso le 16.30, riuscire a liberare il giovane animale che si agitava sprofondando sempre di più nel contenitore. I vigili del fuoco hanno dovuto faticare per oltre un’ora per mettere in salvo il giovane animale, che se l’è cavata con un brutto spavento.

MESSAGGERO VENETO
25 SETTEMBRE 2009
 
Ampliamento del macello il sindaco smorza la polemica
 
CORDENONS (PN). Animalisti contrari all’ampliamento del macello di Cordenons. Lo hanno comunicato al Comune di Cordenons e alla Provincia di Pordenone alla luce del progetto di ampliamento dello stabilimento cordenonese che richiederà una spesa di 350 mila euro (la Provincia contribuirà con 200 mila) e la possibilità di lavorare fino a cinque-seimila suini all’anno. «Permetteteci di manifestare il nostro disappunto e la contrarietà a questa iniziativa, a nostro avviso inopportuna – scrivono gli animalisti Massimo Lo Scavo e Daniela Galeota – Apprendere che la Provincia di Pordenone ha in preventivo di impiegare risorse economiche non trascurabili, che potrebbero essere sfruttate per soddisfare istanze ben più urgenti, per l’ampliamento di un macello, ci rammarica non poco». Insomma, i due mittenti della missiva, si chiedono se esista «davvero questa impellente necessità di un macello più grande ed efficiente» quando invece sarebbero sempre più frequenti gli «appelli a diminuire, limitare o, meglio, eliminare il consumo di carne sono all’ordine del giorno» e «la sostenibilità di una dieta su base animale è ormai riconosciuta a livello mondiale». Il primo cittadino cordenonese, Carlo Mucignat, sottolinea il rispetto di tutte le posizioni, ma non si esime dal commentare che «prima degli animali vengono gli uomini». Chiarendo ciò, ricorda inoltre i 40 mila euro che il Comune spende per mantenere gli animali che vengono abbandonati nel territorio comunale e che l’ente mantiene negli appositi ricoveri. E conclude: «Chiariamo: è giusto che anche gli animali vengano tutelati, ma ritengo che esistano delle priorità imprescindibili. In questa scala prima di tutti vengono gli uomini e le loro esigenze e dopo gli animali con le loro».

TG COM
25 SETTEMBRE 2009
 
Usa, cane bandito dalla città
Giudice lo espelle per cattiva condotta
 
Colorado vs Gizmo. Nella città di Aspen, un giudice municipale, Brooke Peterson, ha stabilito che un cane di razza pomeraniana deve abbandonare immediatamente la città, dopo essersi reso protagonista di episodi che hanno contrariato la cittadinanza. Un provvedimento a mezza strada tra un'eliminazione da reality e l'ostracismo inventato dagli antichi Greci, il provvedimento con cui si mandavano al confino gli oppositori politici.Che avrà mai fatto questo quattrozampe? Nel 2006 si era già reso colpevole di cattiva condotta; nel febbraio 2009 aveva dato un morso a una persona, e nello scorso agosto aveva bissato dando un morso a un'impiegata di un fitness club di Aspen, nota località sciistica molto amata dalle modelle e dai magnati statunitensi che amano passarci il Capodanno tra le piste e le baite.
Dopo una simile escalation di violenza, il giudice ha quindi disposto che il cane deve abbandonare la città e se verrà rivisto in giro, a passeggio, sarà catturato e "mandato a morte". Inutili le proteste della padrona, Melinda Goldrich, che ha tentato di difendere il suo cane davanti alla corte.
Gizmo lascerà la città e sarà ospitato da un amico, come nella miglior tradizione del confino che mira a colpire il nemico o l'oppositore politico.
In Colorado deve andare tutto bene, e problemi tanto gravi non devono essercene se si accaniscono tanto su un cane che per razza è piccolo e arriva in genere a pesare al massimo 3 chilogrammi.Gizmo, insomma, non ha mai saput che gli americani amano la legge e spiccano per sensibilità...

TISCALI NOTIZIE
25 SETTEMBRE 2009
 
Perché la sera i gatti diventano allegri e vogliono giocare?
 
I gatti sono essenzialmente animali notturni e dunque verso sera si svegliano e diventano attivi. Inoltre, nella nostra società, a quell'ora si torna a casa, la famiglia si riunisce, e il micio vuole partecipare allegramente alla socialità. È giusto dunque acconsentire alle sue richieste e farlo giocare e divertire. Il gatto, in condizioni naturali, trascorre almeno 3/4 ore in attività varie fra cui la caccia. Proprio per questo motivo, è necessario prevedere un arricchimento ambientale per i gatti che vivono in casa senza avere accesso all’esterno. Ovviamente i giochi preferiti dai gatti sono quelli che hanno le caratteristiche di una preda; in commercio ne esistono tantissimi e di vario tipo, ma si possono creare artigianalmente dei giochi piuttosto divertenti e che tengono impegnato a lungo il gatto: ad esempio una scatola di cartone chiusa su tutti i lati, contenente un paio di palline di carta argentata e con dei buchi sparsi dove il gatto può infilare la zampa per cercare di prendere le palline; oppure palline di carta argentata fissate ad uno spago.
Ma giocare da soli non basta! Il gioco con il proprietario è molto importante per il gatto e per questo si può instaurare una routine durante il giorno, giocando con il proprio gatto più o meno allo stesso orario. Questo aiuterà il gatto ad avere tutto sotto controllo e a riposare durante la notte essendo impegnato e attivo durante il giorno. È assolutamente sconsigliato giocare con il gatto utilizzando le mani e i piedi: finché il gattino è piccolo i graffi e i danni che può creare sono sopportabili, ma quando cresce potrebbe farvi molto male e imparare a giocare solo ed esclusivamente in questo modo. Al posto delle mani e dei piedi si possono utilizzare dei giochi fatti da un bastone con all’estremità un pennacchio, in questo modo stimolerete sicuramente l’attività predatoria del gatto ma eviterete che questa sia rivolta verso le parti del vostro corpo!

BIG HNTER

25 SETTEMBRE 2009

 

La Lipu chiede il ripristino del divieto di caccia nei pantani siciliani e l'istituzione di una riserva naturale

 

Si è molto parlato dei “pantani” siciliani, soprattutto in seguito alla riapertura della caccia in quelli ragusani grazie alla mobilitazione dei cacciatori che hanno visto accolte le loro ragioni da parte della Regione. Interviene nuovamente la Lipu lanciando una petizione per chiudere di nuovo (e questa volta in via definitiva) l'attività venatoria in tutta la Sicilia sud – orientale istituendo una riserva naturale. Si tratta del territorio che ricade nei comuni di Ispica, Pachino, Noto e Portopalo di Capo Passero, il più importante per la migrazione degli uccelli in Sicilia unitamente al golfo di Gela.L'associazione chiede una nuova posizione da parte della Regione visto che, scrive Lipu, “attualmente è possibile praticare l'attività venatoria nonostante che i Piani d'azione per la salvaguardia di Pollo sultano, Moretta tabaccata e Anatra marmorizzata redatti dall'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) prevedano l'esclusione della caccia e nonostante l'area sia stata da tempo designata come Riserva naturale dalla Regione Sicilia, decisione alla quale non è mai seguito il decreto per la sua istituzione”.Lipu considera l'ultima azione legislativa da parte della regione, il decreto datato 7 luglio che ha riaperto la caccia nei pantani “uno spregio a tutte le direttive europee, piani di gestione, piani regionali e convenzioni internazionali (Ramsar, Berna, Bonn).  Aprire la caccia in aree di tale importanza comporta gravi rischi anche per le specie di uccelli protette, vittime di errori o di veri e propri atti di bracconaggio, oppure costrette ad allontanarsi dai siti a causa del disturbo provocato dall'attività venatoria”. 


LA PROVINCIA DI SONDRIO

25 SETTEMBRE 2009

 

Arriva il via libera ai cacciatori contro l'emergenza cinghiali

 

Sondrio La Provincia ha dato il via libera alla campagna di abbattimenti dei cinghiali cui potranno partecipare anche i cacciatori che già praticano la caccia agli ungulati. Obiettivo, l'eradicazione della specie dal territorio provinciale trattandosi di un animale selvatico che, originariamente, non fa parte della fauna locale e che «arreca danni, in forme sempre più consistenti, al patrimonio agricolo, silvicolo e boschivo, e che è in conflitto con gli animali selvatici presenti sul territorio». Il disco verde è arrivato nell'ultima seduta, di martedì, del consiglio provinciale, dopo il consulto col servizio caccia della Regione Lombardia.


LA PROVINCIA DI SONDRIO

25 SETTEMBRE 2009

 

Basta con i cinghiali: adesso si apre il fuoco

Via libera ai cacciatori per l'abbattimento dei selvatici

 

Francesca Bettini

 

Provincia di Sondrio - I cinghiali continuano a fare danni nei campi e la Provincia passa... alle maniere forti con una campagna di abbattimenti cui potranno partecipare anche i cacciatori che già praticano la caccia agli ungulati. Obiettivo, l' «eradicazione della specie dal territorio provinciale», trattandosi di un animale selvatico che originariamente non fa parte della fauna locale e che «arreca danni, in forme sempre più consistenti, al patrimonio agricolo, silvicolo e boschivo, ed è in conflitto con gli animali selvatici presenti sul territorio».
Nell'ultima seduta, martedì, il consiglio provinciale ha approvato le ?Disposizioni comportamentali per il controllo selettivo del cinghiale?, e nella stagione venatoria che sta per iniziare verrà sperimentato un intervento con l'aiuto dei cacciatori già attivi sul territorio dei comprensori di Valtellina e Valchiavenna.
Una sperimentazione, ha spiegato l'assessore all'Agricoltura Salvatore Vitali, che non è finalizzata ad un futuro inserimento di questa specie fra quelle soggette alla ?normale? caccia di selezione, cosa che la Provincia non ha alcuna intenzione di fare, ma è invece un «intervento di pubblica utilità» per cercare di far fronte ad un problema sempre più sentito in diverse zone della provincia.
Prima di prendere questa decisione l'amministrazione di palazzo Muzio ha consultato anche il servizio Caccia della Regione, che ha condiviso la proposta, anche perché iniziative analoghe sono state già messe in campo in altre province lombarde. Come dettano le disposizioni approvate in consiglio, alla campagna sono invitati a partecipare tutti i cacciatori che praticano già la caccia di selezione agli ungulati e che negli ultimi cinque anni non abbiano subito sanzioni in materia di rispetto delle regole per la pratica venatoria.
Il «controllo selettivo» dei cinghiali ? questa la definizione ufficiale ? si potrà attuare dal primo ottobre, «solamente nelle giornata di caccia agli ungulati previste dal calendario venatorio provinciale, limitatamente al settore di appartenenza», previo rilascio di un apposito permesso da richiedere alla Provincia, e seguendo con la massima attenzione le indicazioni del regolamento.
E per illustrare il tutto ai cacciatori, ha spiegato Vitali, nei prossimi giorni verranno organizzati anche degli incontri informativi con gli operatori della Provincia.


BIG HUNTER

25 SETTEMBRE 2009

 

CENTO MILIONI DI CACCIATORI FANNO BENE ALLA NATURA

GLI ESPERTI A CONFRONTO SUI “BENEFICI ECOLOGICI ED ECONOMICI DELLA CACCIA”

 

Più di 60 esperti provenienti da oltre 20 paesi in tutto il mondo si sono riuniti alla conferenza internazionale  sui “Benefici ecologici ed economici della caccia” organizzata dal WFSA (World Forum of the Future of Sport Shooting Activities) a  Windhoek in Namibia dal 14 al 17 settembre. Scienziati e professionisti del settore, rappresentanti dei Governi e dirigenti del mondo del tiro e delle associazioni di categoria di tutto il mondo hanno affrontato realtà e problematiche rispetto all'impatto ambientale ed economico della caccia sulle realtà locali attraverso la presentazione di studi scientifici, relazioni tecniche, dati sull’impatto ambientale ed economico, metodologie di gestione della fauna selvatica e nuove teorie sul ruolo della caccia e dell’attività venatoria.Le principali conclusioni della Conferenza possono così sintetizzarsi: la caccia e l’attività venatoria assicurano un equilibrio tra la popolazione faunistica e l’intero ecosistema; è stato dimostrato che la caccia tutela le specie in via d’estinzione; la caccia e l’attività venatoria presuppongono e sostengono un ecosistema sano ed equilibrato a beneficio di tutti; la caccia e l’attività venatoria apportano benefici ben 30 volte superiori rispetto ai safari fotografici; la caccia e l’attività venatoria hanno un ampissimo impatto economico, particolarmente rilevante per le comunità rurali; la caccia e l’attività venatoria sono un importante strumento nella lotta alla povertà.Il Ministro per l’Ambiente ed il Turismo della Namibia, l’on. Nandi-Netumbo Ndaitwah, ha sottolineato, nel corso della cerimonia di chiusura che “storicamente, la caccia costituisce una delle attività economiche di maggior rilevanza in tutto il mondo” ed ha appoggiato in pieno le conclusioni della Conferenza con le seguenti parole: “Auguro a tutti voi di ottenere i massimi risultati nel vostro impegno per la promozione del tiro sportivo e della caccia nel mondo”.Il WFSA ritiene che questa conferenza costituirà un punto di partenza e di riferimento per una stretta e proficua collaborazione tra i legislatori di tutto il mondo e le associazioni di categoria. Per maggiori informazioni potete contattare il WFSA al seguente indirizzo di posta elettronica:
[email protected] Il WFSA – World Forum on the future of Sport Shooting Activities - è un organismo internazionale che dal 1996 rappresenta oltre centomilioni di praticanti in tutto il mondo e raccoglie le maggiori associazioni mondiali legate al settore del tiro sportivo e della caccia. Dal 1998 è una ONG riconosciuta dall’ONU.


TARGATO CN

25 SETEMBRE 2009

 

Bravi (Enpa): "Non serve gridare al lupo senza confronto"

 

Leggiamo l’ennesimo comunicato stampa emesso dalla Coldiretti circa attacco dei lupi al bestiame. Pur comprendendo le ragioni 'commerciali' che spingono a promuovere tali iniziative, ossia la necessità di tutelare quella base di associati che le consentono di dotarsi (ad esempio) di prestigiose sedi, ci domandiamo se non si comprenda che non è la ripetitività ad inquadrare il problema. Ci rendiamo conto che sullo specifico 'problema lupi' l’associazione abbia potuto/voluto confrontarsi solo con media ed interlocutori istituzionalizzati, quelli cioè che raramente si discostano dal 'politically correct' delle conoscenze e convenienze politiche che, negli anni, hanno consentito questa categoria ad annullare il rischio imprenditoriale con contributi, benefici e quant’altro. Infatti non si capisce perché la tutela dei malgari dovrebbe avvenire con il mai esplicitamente (ed ipocritamente) citato abbattimento dei lupi e non con, ad esempio, il divieto della caccia a quelle specie che costituiscono cibo per i predatori. Vista la prolificità dell’ufficio stampa Coldiretti, apprezzeremo un’analoga costanza e ripetitività nel ribadire ai propri associati le necessità (sancite dalla Legge, non da animalisti invasati) di rispetto del benessere animale nelle stalle montane e nella gestione dei cani di alpeggio. Gridare 'al lupo, al lupo' senza serie interlocuzioni fa perdere di vista il vero problema di squilibrio della Natura e, come insegnano anche le fiabe, alla lunga farà cadere nell’indifferenza ciò che potrebbe costruttivamente discusso.
Marco Bravi
Giunta Esecutiva Nazionale
Responsabile Provinciale CUNEO


ANMVI OGGI

25 SETTEMBRE 2009

 

WEST NILE: 20 FOCOLAI, TRE REGIONI COINVOLTE

 

La West Nile Disease è arrivata in Toscana. In base all'ultimo bollettino del Cesme, aggiornato al 24 di settembre, i focolai confermati di West Nile Disease sono 20 e interessano Emilia Romagna, Lombardia e - da l 23 di settembre, la Toscana.

I focolai confermati ad oggi sono così distribuiti:
- 8 in provincia di Reggio Emilia;
- 4 in provincia di Modena;
- 5 in provincia di Mantova;
- 2 in provincia di Parma;
- 6 in provincia di Ferrara1 (Figura 1 e Tabella 1);
- 2 in provincia di Arezzo.

Il 23 settembre, i Servizi Veterinari della Asl aretina, Zona Valdichiana, hanno accertato la positività sierologica di due cavalli, evidentemente punti da zanzare infette. La situazione è in rapida evoluzione ed altre strutture poste, sia su Castiglion Fiorentino che su Cortona sono oggetto di osservazione e di indagini di vario tipo.
Sono state immediatamente intraprese tutte le misure di controllo e restrittive previste dai piani nazionali nonché le indagini sierologiche del caso in stretta collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico di Teramo (Centro di Referenza Nazionale per la WND) e l'Università degli studi di Perugia presso la quale uno dei soggetti sospetti era stato prontamente trasferito.

Gli equidi complessivamente presenti nei 20 focolai sono 706: 23 i casi clinici, 7 gli animali morti.

 

http://www.anmvioggi.it/files/BOLLETTINO%20CESME%2024%20SETTEMBRE%202009.pdf

 

 

 

            25 SETTEMBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

 


 

ALTO ADIGE
25 SETTEMBRE 2009
 
Da un progetto italiano arrivano novità per il tumore al pancreas
 
BERLINO. Per la prima volta è stato dimostrato che inibendo una proteina, la TAK-1, è possibile rendere 70 volte più sensibile il tumore del pancreas alla chemioterapia, aprendo la via allo studio di nuovi farmaci.  Questo significativo passo avanti nella ricerca su un tumore per cui ancora oggi non esistono trattamenti, si deve a Davide Melisi, ricercatore italiano in fase di rientro in patria dopo quattro anni di lavoro negli Stati Uniti. Melisi, che ha presentato la sua ricerca ieri mattina a Berlino. Melisi è originario di Napoli, nel cui Istituto dei Tumori «Fondazione Pascale» si trasferirà dal primo ottobre, proveniente dal«M.D Anderson Center» di Houston, in Texas. Il ricercatore ha dimostrato - per il momento solo sugli animali da laboratorio - che modificando le cellule tumorali del pancreas e inibendo una particolare proteina chiamata TAK-1, il tumore diventa molto più sensibile all’azione della chemioterapia. E sulla base di questa acquisizione è stato possibile anche realizzare un farmaco, col quale imposterà uno studio clinico di fase I proprio al Pascale. In questo modo il tumore (a cui oggi sopravvivono a 5 anni da uno a quattro pazienti su cento) diventa sensibile non a uno solo ma a più farmaci.
 
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