25 AGOSTO 2011

 

 

 

 

LA GAZZETTA DI MANTOVA
25 AGOSTO 2011
 
Cani chiusi in auto sotto il sole cocente Muore un cucciolo
 
OSTIGLIA (MN) - L’auto parcheggiata ai bordi della statale. Alle 11 di mattina. Temperatura di 37 gradi all’esterno. Dentro la vettura, dove per oltre un’ora sono rimasti chiusi due cani pastori belga, di 6 mesi e 7 mesi, un fuoco. I proprietari a fare la spesa al supermercato, i cani a soffocare di caldo in macchina. Uno è morto, l’altro è stato rianimato con secchi di acqua fredda portata da alcuni residenti accorsi dalle abitazioni del naviglio, impressionati dai lamenti insistenti delle due bestie senza via d’uscita. La segnalazione è nelle mani dei carabinieri; al momento non è stata presentata alcuna denuncia. Un veterinario dell’Asl, chiamato sul posto, infatti avrebbe constatato che il decesso di uno degli animali sarebbe avvenuto per cause diverse dal caldo asfissiante a cui è stato costretto in quel lasso di tempo. Il fatto è accaduto a Ostiglia, nei pressi del Bar sport sulla statale 12, martedì pomeriggio. “Tutto normale”, dunque, dal momento che un solo cane è morto. Resta l’amarezza per una vicenda assurda. Certo non si tratta di bambini dimenticati dai genitori, ma anche i cani, come noi in queste giornate di caldo eccezionale, andrebbero trattati con cura. I proprietari, una coppia di pastori di greggi di origine romena che risiede al confine di Ostiglia (in zona Bastione), arrivati in tempo per aprire le portiere avrebbero detto di non essersi resi conto dei rischi che potevano correre i due pastori. Al momento, come si diceva, esiste solo un verbale dove sono state raccolte le testimonianze dei residenti che, almeno in quattro, hanno prestato soccorso alle bestie. E che hanno visto morire sotto i loro occhi un cucciolo.
ALTO ADIGE
25 AGOSTO 2011
 
Cane avvelenato al parco giochi
 
Susanna Petrone
 
BOLZANO. «Questo messaggio è per la nullità che trova divertente seminare veleno per le strade di Bolzano. Il mio cane Golia aveva due anni ed è morto in 15 minuti tra la disperazione dei suoi padroni». Ha tappezzato le passeggiate del Lungo Isarco nella zona di via Parma, la padrona di Golia, un bulldog di 2 anni ucciso da un boccone avvelenato.
Golia, un dolce “Bouledogue francese” bianco-nero di due anni, sabato stava passeggiando con i suoi padroni sulla passeggiata Lungo l’Isarco, all’altezza di via Parma. Aveva passato tutto il giorno in casa a causa del caldo. Ma in serata la temperatura si era leggermente abbassata, permettendo ai suoi proprietari di portarlo fuori per sgranchirsi le zampe. Ma Golia, curioso come era, deve avere trovato qualcosa nella sabbia del parco giochi per i bambini.
La sua padrona Caterina ha solo fatto in tempo a vedere come si leccava i baffi. Poi il suo “cucciolone” di due anni ha iniziato a sentirsi male. Immediatamente, la coppia di bolzanini ha cercato di mettersi in contatto con il veterinario di fiducia, ma è sabato sera e a quell’ora lo studio è chiuso.
I due non sanno cosa fare. Chiamano il 118 che dice loro di rivolgersi subito al veterinario di turno, Giuseppe Cetta. Caterina e il suo fidanzato salgono in macchina. La trentenne tiene in braccio il piccolo bulldog, che soffre molto. Ma Golia non ce l’ha fatta ad arrivare vivo dal medico. E’ morto dopo quindici minuti di dolori atroci. Il veterinario ha potuto solo constatare l morte del cane: «Impossibile fare una diagnosi perché l’animale era morto poco prima di arrivare da me - spiega Cetta -. Però dal colore della mucose, che era rosso vino, è molto probabile che si sia trattato di avvelenamento. La ragazza non smetteva di piangere. Erano disperati. Sono riusciti solo a spiegarmi di avere visto Golia andare tra i cespugli e leccare qualcosa che si trovava nella sabbia». I proprietari hanno spiegato al veterinario che il loro cagnolino era rimasto a casa per tutto il giorno per il gran caldo, ed era uscito con loro solo in serata. Ma se una persona sospetta che il suo cane abbia mangiato una polpetta avvelenata cosa deve fare? «Portarlo immediatamente dal veterinario di turno - risponde Cetta -. In questi casi, infatti, è possibile salvare l’animale, ma bisogna agire subito senza perdere un attimo». Intanto Caterina ha deciso di lasciare un messaggio a chi ha ucciso il suo Golia. Lo ha appeso su tutti gli alberi della passeggiata, dove il suo cane ha trovato la morte.

IL RESTO DEL CARLINO
25 AGOSTO 2011
 
Il sacrificio del bulldog, ora Mara e Axel cercano un posto per riposare fianco a fianco
 
 
di PIER LUIGI TROMBETTA
 
Bologna - «SE SARÀ possibile sarebbe bello mettere Axel vicino a mia mamma. Magari in un’urna. Non so ancora. Vedremo se sarà una cosa fattibile. Mi sto informando sull’iter da seguire». A parlare è Anna Maiani, una delle due figlie di Mara Volpi, 74 anni, di Longara (Calderara), la pensionata morta in casa lunedì mattina per un malore e seguita in cielo, poco dopo, dal suo cane, un bulldog inglese (Axel, appunto), che ha guaito e latrato per un’ora accanto al corpo senza vita della padrona, fino all’arrivo dei soccorsi. Ma i medici del 118 purtroppo non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della donna. E neppure Axel ce l’ha fatta: è morto tra le braccia dei familiari. Con ogni probabilità a causa dei guaiti prolungati e della forte emozione di aver perso la compagna di vita.
I FUNERALI della signora saranno celebrati questa mattina alle 10, nella chiesa parrocchiale di San Michele, a Longara. La famiglia, come detto, avrebbe piacere di seppellire accanto alla donna il cane adorato, ma le leggi e normative vigenti non sembrano favorevoli all’ipotesi. 
«GRAZIE Axel, sei sempre stato un cane fedele e presente, anche rumorosamente, nella nostra vita — continua commossa la figlia della signora Volpi —. Mia madre amava moltissimo il suo cane, e lui era sempre molto affettuoso con lei. Questa duplice mancanza sarà difficile da colmare, per noi familiari. A volte la vita ti coglie di sorpresa e non sempre in maniera positiva. Ma l’amore che i nostri animali hanno per noi è veramente indescrivibile e appagante. 
«UN BACIO e un abbraccio a mia mamma e ad Axel — prosegue la figlia —. Una donna fantastica come lei che ha avuto al suo fianco un cane altrettanto fantastico. Ho avuto la fortuna anch’io di vivere accanto a questo meraviglioso bulldog. Che ha davvero un’anima, io l’ho percepita, e che negli anni ha amato mia madre donandole tanta serenità, oltre a qualche problemino, naturalmente». 
E ANNA conclude: «Quello di un essere umano con un cane è un legame che non è possibile descrivere a parole. Perché è fatto di sguardi, sensazioni, pensieri, emozioni, piccoli, grandi gesti. Mi auguro, ma lo penso davvero, che da qualche parte, magari in un angolino comodo e luminoso dell’universo, la mamma e Axel ora possano di nuovo stare assieme».

LA ZAMPA.IT
25 AGOSTO 2011
 
Cane piange accanto alla bara di uno dei marines uccisi in Afghanistan
Il fedele animale non si allontana dalla bara per tutta la durata del funerale e il suo strazio commuove tutti
 
 
Rockford, iowa Al funerale di uno dei trentotto navy seals caduti in Afghanistan per l'abbattimento del loro elicottero, i presenti si sono trovati di fronte ad una scena straziante: gli spasmi del cane del sottufficiale Jon Tumilson, accanto alla bara del suo padrone, che da quando aveva quindici anni sognava di diventare un navy seal.
Durante la cerimonia funebre a Rockford, in Iowa, la cugina del marine, Lisa Pembleton, ha filmato la scena commovente: il cane non ha voluto allontanarsi dalla bara del suo padrone per tutta la durata del funerale, senza smettere di piangere. Sembrava quasi che singhiozzasse per il dolore mentre gli porgeva l'ultimo saluto.
Ci sono tante storie che raccontano l'intensità del legame tra uomini e cani e la disperazione degli animali per la morte dei loro padroni. Ma quello che colpisce di questa storia e delle immagini che Lisa Pembleton ha diffuso su internet sono la lucidità estrema e la solennità del modo in cui il labrador terrier ha manifestato la sua sofferenza.
Le immagini di questa estrema dimostrazione di fedeltà stanno commovendo tutta l'America.

GEA PRESS
25 AGOSTO 2011
 
Cavalla uccisa a Camporeale (PA): era incinta e le hanno tagliato la lingua
 
Sconcertanti particolari sulla cavalla che stanotte è stata uccisa con un colpo d’arma da fuoco in testa. La stalla, dove si trovava l’animale è stata poi data alle fiamme (vedi articolo GeaPress).L’animale, una cavalla di 3 anni di razza araba, era incinta e le sarebbe stata tagliata la lingua.  Il macabro particolare ha il sapore del rituale mafioso. In genere, il taglio della lingua è un preciso riferimento alla volontà di far tacere  il destinatario dell’intimidazione. Il proprietario, un bracciante agricolo, non ha fatto alcuna dichiarazione sul possibile movente. Le indagini sono seguite dai Carabinieri della Compagnia di Partinico (PA).Purtroppo i rituali criminali abbondano di “segnali” inviati tramite animali, o loro parti. Una testa di capretto privata degli occhi e con dei pezzi di legno conficcati, fu recapitata a Vito Ciancimino negli anni ruggenti del sacco di Palermo. Non mancano poi teste di agnelli con proiettili o chiodi conficcati così come bocche serrate con nastro adesivo e un paletto di legno. L’animale diventa, per  i  criminali non solo di stampo mafioso, una sorta di corriere. Si apre il pacchetto e si legge il messaggio, spesso realmente esistente con foglietti e nota esplicativa. 

GEA PRESS
25 AGOSTO 2011
 
Camporeale (PA) – l’omertà ed il cavallo con il foro di proiettile in testa (foto)
Indagano i Carabinieri.
 
Nessuna notizia sul movente che ha scatenato stanotte l’attentato incendiario in una stalla di contrada Curbici-Gancitana, nei pressi di Camporeale (PA). Alcune balle di fieno date alle fiamme e poi l’agghiacciante ritrovamento. Un cavallo morto, e la chiara evidenza di un foro di proiettile in testa.Sebbene i Veterinari dell’ASL di Partinico (PA), non abbiano ancora refertato le cause della morte, nessun dubbio sulla fine destinata al povero animale, una cavalla di 3 anni. Il proprietario, un bracciante agricolo incensurato della zona, non ha fornito ai Carabinieri della Stazione di Camporeale, alcun elemento utile alle indagini. Non è dato ancora sapere a cosa gli servisse il cavallo, se da corsa o per altri usi.L’incendio delle balle di fieno ha avvolto l’intera struttura della stalla, tanto da richiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco di Partinico e di una squadra di volontari antincendio di Camporeale.Gli attentati messi a segno con la morte di animali, sono ancora molto in uso in alcune regioni italiane. Ultimamente parecchie notizie di tal genere sono pervenute, oltre che dalla Sicilia, anche dalla Sardegna. Le cause, in genere, sono da ricercare in faide tra pastori, spesso per questioni legate al pascolo abusivo, oppure in veri e propri atti intimidatori come la testa di cane fatta trovare innanzi la casa di un Carabiniere di Carlentini (SR) . Pochi giorni dopo, ma in provincia di Agrigento, venne fatto trovare ad un Vigile Urbano di Licata, un cucciolo impiccato. Lo scorso nove agosto, sempre a Licata, si seppe di un cane pastore maremmano ucciso con colpi di arma da fuoco dentro la proprietà di un manovale.
VEDI FOTO:
http://www.geapress.org/zoomafia/camporeale-pa-lomerta-ed-il-cavallo-con-il-foro-di-proiettile-in-testa/18585

IL TIRRENO
25 AGOSTO 2011
 
Grosseto, piccioni vivi gettati tra i rifiuti: commerciante li salva
 
GROSSETO - La guerra ai piccioni hanno provato a farla da soli, in barba a tutte le regole. Nessuno sparo. Ma sacchi neri della spazzatura pieni di calcinacci e sporcizia, dove sono stati buttati nidi e volatili nati da pochi giorni. Una soluzione che non è piaciuta a una commerciante di piazza del Sale, a Grosseto, che ha salvato quattro piccioni e li ha portati a casa sua.
Mentre le istituzioni stanno cercando una soluzione per contenere il proliferare dei colombi che imbrattano la città, gli operai di un’impresa di pulizie che due giorni fa hanno mandato su tutte le furie la dirimpettaia del negozio dove stavano facendo i lavori. Sotto il tetto di quell’edificio che ha accolto fino a poco tempo fa la libreria Popolare, di nidi ce n’erano più d’uno.
«Abbiamo visto gli operai prendere i piccoli volatili e i nidi e gettarli nel sacco nero, insieme all’altra spazzatura. Se non li avessimo liberati, sarebbero morti asfissiati».
La commerciante di piazza del Sale, ai dipendenti della ditta di pulizie si è presentata con nome e cognome. A noi chiede di non pubblicarlo. «Lo sanno tutti - dice - e tutti hanno comunque qualcosa da ridire solo perché vogliamo bene agli animali. Quei due piccioni non volavano nemmeno, abbiamo dovuto dar loro da mangiare con il biberon». Le istituzioni, dal canto loro, un piano di azioni e interventi, della durata di due anni per il controllo della popolazione di piccioni lo hanno messo in campo grazie al protocollo d’intesa sottoscritto all’inizio del mese dal Comune, la Provincia e l’Asl 9, con il quale vengono concordati interventi integrati per contenere il numero dei colombi urbani domestici.

LA PROVINCIA PAVESE
25 AGOSTO 2011
 
Strage di fagiani a Rivanazzano
 
RIVANAZZANO (PV) -  Su 200 fagiani, pronti per essere immessi sul territorio, più di 20 sono morti di sete e di caldo prima ancora di aprire le gabbie. Secondo i cacciatori di Rivanazzano la colpa è stata delle temperature torride di questi giorni e soprattutto di una decisione dell’Ambito territoriale di caccia numero 4, quello di Casteggio, giudicata «intempestiva e sbagliata». A raccontare l’accaduto sono i cacciatori della sezione Federcaccia di Rivanazzano. «Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) è stato effettuato uno dei periodici lanci di ripopolamento dei fagiani - spiegano i cacciatori di Rivanazzano - Si tratta di una delle attività di cui si occupa l’Atc 4, tramite il suo comitato di gestione, che utilizza a questo scopo le quote versate ogni anno dai cacciatori stessi. Nel territorio del nostro Comune era prevista la liberazione di circa 200 esemplari, destinati al ripopolamento di una serie di zone. I punti in cui liberare i fagiani non vengono scelti a caso ma in base alle esigenze degli animali, che devono avere acqua, cibo e zone di rifugio. Quando abbiamo aperto le gabbie, però, ci siamo trovati davanti a una scena sconfortante. Più di 20 fagiani erano già morti, verosimilmente di sete e di caldo, mentre numerosi altri esemplari erano davvero malconci, al limite dello sfinimento. Vogliamo precisare che non si tratta di esemplari comprati da allevamenti sconosciuti, magari all’estero, e quindi costretti ad affrontare viaggi da centinaia e migliaia di chilometri nei camion. I fagiani provenivano tutti da allevamenti certificati e posti a breve distanza da qui: quindi avevano trascorso nelle gabbie al massimo un giorno». Perché sono morti, allora? «Secondo noi - rispondono gli esponenti della Federcaccia di Rivanazzano - è stata colpa di una decisione sbagliata dell’Atc4. In base a leggi e regolamenti gli animali andavano liberati entro il 31 agosto, ma le condizioni meteo di questi giorni imponevano uno strappo alla regola. Dato che le gabbie erano a norma, la colpa è stata delle condizioni del viaggio. Si poteva almeno aspettare qualche giorno. Avere oltre il 10% degli animali morti in quel modo è inammissibile. Secondo noi il lancio non doveva essere fatto in queste condizioni. I cacciatori sanno che queste condizioni meteo, con temperature estreme e siccità, compromettono le possibilità di inserimento degli animali nel nuovo habitat naturale e quindi la loro stessa sopravvivenza anche dopo il lancio. Oltre alle sofferenze inflitte agli animali, c’è anche un discorso economico: sono soldi buttati via. Noi della Federcaccia di Rivanazzano accusiamo di malgestione la dirigenza dell’Atc4 di Casteggio».
IL TIRRENO
25 AGOSTO 2011
 
Gabbiano salvato dalla Capitaneria
 
VIAREGGIO (LU). Ieri pomeriggio, verso le 14,30, la sala operativa della Capitaneria di porto, ha ricevuto una telefonata dal bagnino del bagno Felice che segnalava la presenza, sulla spiaggia, di un gabbiano in evidente stato di difficoltà, presumibilmente ferito. La guardia costiera ha suito contattato il responsabile del Centro faunistico Wwf del Cinquale ed inviato una pattuglia del Nucleo operativo “Demanio marittimo” per i rilievi sull’animale poi recuperato dall’associazione “Il Moscardino” per le cure del caso.

MESSAGGERO VENETO
25 AGOSTO 2011
 
Allevamento di cani sotto sequestro amministrativo
 
TARCENTO (UD) -  I carabinieri del Nas, di Udine, in collaborazione con i colleghi della stazione di Tarcento, hanno eseguito il sequestro amministrativo di un allevamento di cani. A conclusione di una serie di accertamenti, i militari dell’Arma hanno proceduto al sequestro amministrativo dell’allevamento canino “Dog island”, di proprietà del 42enne Dennis Spagnul, nato a Gemona, ma residente a Tarcento in località Casote. Il provvedimento relativo all’allevamento (17 box per 33 cani di varie razze) è stato attivato in carenza del previsto nulla-osta da parte dell’autorità sanitaria. Non sono state rilevate violazioni in materia di benessere animale. Il valore degli animali è stato stimato in 15 mila euro, mentre quello della struttura in 35 mila.

CORRIERE DI COMO
25 AGOSTO 2011
        
Sabato due cani bagnino sulle motovedette
 
Provincia di Como - Due bagnini a quattro zampe contribuiranno a rendere più sicure le acque del Lario sabato prossimo. Dalle 7 alle 13, infatti, sulle motovedette della polizia provinciale saranno imbarcate due unità della Squadra italiana cani di salvataggio (Sics): Gianni con Spike, un Golden retriever, e Oreste con Akira, un Labrador (nella foto). Nei weekend di agosto l’iniziativa è stata ripetuta più volte sul lago Maggiore, su quello di Iseo e sul Garda oltre che naturalmente sul Lario, ogni sabato.

ADN KRONOS
25 AGOSTO 2011
 
Amare il cane o il gatto fa bene anche all'occupazione, boom di 'pet center'
Travaglini (Page Personnel): aperture triplicate in un anno, molte di multinazionali tedesche.
 

Roma - Dovranno deporre le 'armi' tutti i papà e le mamme che si oppongono fieramente all'ingresso in famiglia di un gattino o un cagnolino, o anche di un tenero pesciolino rosso. Da oggi, infatti, è dimostrato che amare un animale domestico fa bene anche alla carriera e può aiutare a trovare un lavoro, magari in un 'pet center' ossia uno di quei negozi specializzati nella vendita di cibo e prodotti per animali domestici che si stanno diffondendo in Piemonte, Lombardia, Triveneto ed Emilia Romagna. A sottolineare questa nuova tendenza, è Page Personnel (agenzia per il lavoro presente in 18 paesi nel mondo). "Le nuove aperture sono triplicate rispetto allo scorso anno. Si tratta di multinazionali che, dopo aver sottoposto il mercato italiano ad una fase di test nei 3-4 anni precedenti, stanno investendo in modo significativo poiché ne hanno riconosciuto l'alto potenziale" spiega Fabrizio Travaglini, direttore Page Personnel, specializzata nella ricerca e selezione di figure impiegatiziet.Secondo le statistiche dell’Eurispes (Rapporto Italia 2011), infatti, il 41,7% degli italiani ha in casa un animale domestico (cani, gatti, uccelli e pesciolini) con una percentuale di quasi il 12% che ne ha anche più di uno. Dal Rapporto emerge che gli italiani spendono nell'85,6% dei casi fino a 50 euro ogni mese per l’alimentazione del proprio animale. Per i gadget, gli italiani spendono 50 euro (27%), ma alcuni si spingono fino a 100 euro (4,1%) o a 150 (con una percentuale dell'1,9%) euro in media ogni anno. Le catene che stanno aprendo sul mercato italiano provengono principalmente dalla Germania, paese storicamente forte nella grande distribuzione. "Ad ogni nuova apertura -spiega ancora Travaglini- corrisponde l'assunzione di personale e, nei primi mesi del 2011, ce ne sono già state centinaia. Caratteristica indispensabile dei candidati per questi profili è la passione per gli animali. Inoltre, è preferibile essere in possesso di una laurea in Veterinaria. Le figure richieste in queste realtà vanno dal Direttore di negozio, al caporeparto fino all’addetto alla vendita. Questi professionisti svolgono le funzioni tipiche: la gestione del negozio, la logistica dei rifornimenti, l’esposizione dei prodotti e le attività commerciali". Le retribuzioni sono allineate con quelle del settore: tra i 30 e i 35 mila euro annui lordi per i direttori, nella fascia dai 25 mila ai 30 mila euro per i capi reparto e vicedirettori, tra i 18 ed i 23 mila per gli addetti alle vendite. "A fare la differenza, oltre alla possibilità di trasformare la propria passione per gli animali in un vero e proprio lavoro, sono le opportunità di carriera e le tempistiche. In soli 3 anni -aggiunge Travaglini- si può crescere velocemente fino a raggiungere l’Area Manager". Caratteristiche dei negozi specializzati per animali, è anche l'evoluzione da piccoli negozi di quartiere a gestione familiare a punti vendita monomarca con insegna propria. "Sono negozi che vanno dai 250 ai 1.000 metri quadrati -riocorda Travaglini- in cui si possono trovare tutti i prodotti necessari alla cura e all’alimentazione del proprio animale domestico. Oltre ad ogni varietà di cibo per le diverse esigenze nutrizionali, la gamma di prodotti che si può trovare nei negozi specializzati è molto estesa, sia per tipologia che per qualità". Insomma, c'è n'è per tutti i gusti: cappottini per l’inverno, t-shirt, collari per ogni gusto, cucce e lettini imbottiti per rendere il riposo più confortevole, borse da passeggio e gabbiette per il trasporto ultraleggere. "E’ ipotizzabile -conclude Travaglini- che questi negozi in futuro, grazie all'evoluzione della normativa, diventino dei veri e propri pet wellness center che potranno arrivare anche a 4000 metri quadri di spazi completamente dedicati agli animali. Dalla vendita alla cura in caso di malattia, passando per l’intrattenimento e le vacanze, come sta già accadendo all’estero".


MATTINO DI PADOVA
25 AGOSTO 2011
 
GASTONE E’ SCAPPATO
 
CAMPODARSEGO (PD). Sos per un gatto smarrito in zona Campodarsego domenica 14 agosto. Si chiama Gastone ed era stato affidato dalla famiglia Gottardo, che abita a Padova, a una pensione per animali. «Doveva restarci 14 giorni - racconta nonna Giovanna - ma quando siamo tornati dalle ferie abbiamo scoperto che era fuggito». Giovanna Gottardo è piuttosto preoccupata, anche perché i suoi nipotini sono tristi senza il loro micio di cui non hanno notizie. «Crediamo stia tornando a casa a Padova - aggiunge - E’ un gatto domestico, ma probabilmente sarà impaurito e non si lascerà avvicinare. Speriamo che porti ancora il collarino blu con campanello e il portaindirizzo con i numeri di telefono. Se qualcuno lo avvista per favore ci telefoni ai numeri 328/2173014 oppure 339/1134537. Sapremo essere riconoscenti con chi ci aiuterà a ritrovarlo».

LA SICILIA
25 AGOSTO 2011
 
Per due mesi a Sommatino l'apposizione dei microchip
Anagrafe canina contro il randagismo
 
Carmelo Sciangula
 
 
Sommatino (CL). Da oggi scatta il periodo di due mesi entro il quale tutti coloro che non hanno ancora provveduto all'identificazione ed all'iscrizione all'anagrafe canina del proprio animale possono ottemperare all'obbligo di legge, beneficiando dell'esenzione dall'applicazione della sanzione. L'apposizione di microchip a cura del personale veterinario dell'Asp di Caltanissetta e l'iscrizione all'anagrafe canina è gratuita. Il locale resterà aperto dalle ore 9 alle 11 del primo e del terzo martedì di ogni mese e fino al completamento delle operazioni di identificazione e di anagrafe.
Il vice sindaco Angelo Auria, delegato dal sindaco Salvatore Gattuso, ha emesso un'ordinanza urgente in materia di randagismo che «rappresenta un'emergenza diffusa nel territorio comunale, e tenuto conto dei rilevanti problemi di sicurezza pubblica - afferma Auria - e considerata la necessità di una uniforme applicazione della normativa concernente l'identificazione della popolazione canina, si è valutata l'opportunità e l'urgenza di effettuare le operazioni di identificazione e registrazione della popolazione canina al fine di consentire un controllo ed una gestione adeguata. Le operazioni verranno effettuate da personale veterinario della azienda sanitaria competente per territorio.
Per l'espletamento del servizio l'Amministrazione comunale ha individuato e predisposto allo scopo i locali di proprietà comunale siti in via Don Orione 2 che saranno messi a disposizione dell'autorità sanitaria veterinaria il primo ed il terzo martedì di ogni mese».
«E' fatto obbligo a tutti i proprietari o detentori, a qualsiasi titolo di cani, residenti nel Comune di Sommatino, di provvedere alla identificazione, mediante applicazione del microchip, e di registrare contestualmente i propri animali all'anagrafe canina».

LA SICILIA AGRIGENTO
25 AGOSTO 2011
 
I randagi sterilizzati invaderanno la città
 
Agrigento - Adesso scoppia in città il caso dei cani randagi e sterilizzati da immettere nuovamente nella zona di prelevamento, come impone la legge.
Da alcuni mesi il Comune, in collaborazione con il Servizio di Sanità Pubblica Veterinaria dell'Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, Distretto di Sciacca, effettua il servizio di sterilizzazione dei cosiddetti cani di quartiere. Dopo che i veterinari hanno provveduto alla sterilizzazione, gli animali devono essere reintrodotti nel luogo dell'originario prelevamento, ma essendo i cani alcune decine, c'è adesso la preoccupazione di invadere ulteriormente un territorio che risulta già abbastanza colpito dal randagismo. Gli animali non potranno più riprodursi, ma saranno sempre in tanti e per l'ente locale c'è la preoccupazione di dovere affrontare le legittime proteste della cittadinanza.
L'amministrazione comunale si trova quindi di fronte alla necessità di liberare i cani, per evitare ulteriore aggravio di spese nei canili, ma allo stesso tempo sente la necessità di non lasciare sulle strade, in piena estate, altri cani senza padrone. L'intervento di sterilizzazione interviene di fronte ad una situazione di grave emergenza. L'azione combinata della microchippatura canina con la sterilizzazione dei cani dovrebbe contribuire a scongiurare pericoli per la salute e l'incolumità dei cittadini, mentre per quanto riguarda i cani, gli studi confermano che anche i randagi diventano più docili.

IL GIORNALE
25 AGOSTO 2011
 
Curare gli animali non è un lusso: tagliate l’Iva
 
OSCAR GRAZIOLI
 
Questo è un accorato appello che rivolgo, a nome di milioni di persone, a governo e opposizione che si apprestano a definire gli ambiti della manovra economica, resa necessaria dalla congiuntura mondiale. Premetto di economia ne capisco tanto quanto di fisica quantistica.
Non ho idea se sia meglio una patrimoniale sui Paperon de’ Paperoni o un Irpef più elevata sui ceti alti. A buon senso concordo con il direttore Sallusti sul fatto che tassare i patrimoni «scudati» sarebbe un tradimento da parte di uno Stato sempre meno affidabile, così come concordo con Vittorio Feltri che l’aumento dell’età pensionabile per uomini e donne (e non solo nel privato) prima o poi sarà un passo obbligato. E allora meglio prima. Non sono però idee da esperto in economia, ma considerazioni che chiunque fa al bar, davanti a una granita, in queste giornate bollenti.
Su una cosa non transigo e, senza averglielo chiesto, sono certo di essere appoggiato dai proprietari di animali domestici, dalle associazioni animaliste e dalla quasi totalità dei medici veterinari, il che, considerando soltanto il numero di cani e gatti presenti nelle case italiane, vuol dire milioni di persone. Faccio mia dunque la richiesta dell’Associazione Veterinari Titolari di Struttura Privata (AssoVet) che m’invita a rivolgere dalle colonne del giornale con il quale collaboro un accorato appello a ritoccare l’Iva che grava sulle prestazioni sanitarie veterinarie, diminuendone l’attuale aliquota che è del 20%. Si parla insistentemente infatti di ritocchi in su delle aliquote Iva, quanto meno per i beni di lusso. Voci autorevoli disegnano già un accordo su un aumento di tre punti percentuali, per quanto riguarda aragoste, champagne, diamanti, fuoribordo e quadri d’autore. Per quel che mi riguarda può aumentare anche al 30%, visto che non mangio aragoste, bevo lambrusco, non compro gioielli e so a malapena remare, come la maggior parte della gente «normale». Sarebbe invece intollerabile perpetrare l’errore commesso nel 1991, quando improvvisamente le prestazioni veterinarie sugli animali d’affezione, allora esenti da Iva, vennero gravate del 19% secco, poi divenuto il 20%, alla stregua dei beni di lusso. Sono vent’anni che lottiamo per far abolire quest’abominio. Infermieri, ostetriche, fisioterapisti e ovviamente medici e dentisti sono tutti esenti da Iva e sapete perché? Perché mettono le mani sulle persone. Già, noi le mettiamo su cani e gatti, che notoriamente sono «beni di lusso», e, oltre a curare i loro malanni, facciamo da filtro per la salute umana, controllando le malattie trasmissibili dagli animali all’uomo, dalla letale rabbia ai banali funghi cutanei, dalla pericolosa leptospirosi all’emergente leishmaniosi.
So, per vie traverse ma ben informate, che gli unici animali interessanti per il ministro Tremonti sono quelli che si possono mettere sulla griglia, ma so che tra governo e opposizione, in modo trasversale, c’è un enorme partito «amico degli animali». Contiamo su di voi, non solo perché l’Iva su queste prestazioni sanitarie non aumenti, ma perché diminuisca o venga addirittura abolita.
Spendere soldi in campagne contro l’abbandono degli animali e far pagare, sulle visite veterinarie, la stessa Iva che grava sul Dom Pérignon è scandaloso e schizofrenico, se si considera che segatura, aceto e bulbi di tulipano godono di un’Iva agevolata al 10%, mentre rosmarino, cracker e pesche sciroppate godono del 4%. Se Fido o Silvestro si ammalano varranno quanto un pacchetto di cracker?

IL GAZZETTINO
25 AGOSTO 2011
 
AZZANO DECIMO Gli animali avvistati raramente nelle campagne del comune. Travolti dalle auto quattro esemplari
Cinghiali e caprioli investiti e uccisi
 
Mirella Piccin
 
AZZANO DECIMO (PN) - Sono morti due dei tre cinghiali, investiti giovedì sera da un'automobile in località Borgo Facca in direzione Fagnigola. La Polizia provinciale ha recuperato le carcasse che pesavano dai 30 ai 40 chili, una nel fosso vicino alla strada, l'altra all'interno del campo. I cinghiali erano dei maschi piccoli e secondo gli esperti facevano parte di una famiglia intera, mamma, papà e 3 figli. Nessun danno importante per l'auto diretta verso la frazione, ma solo paura per il conducente. Secondo la Polizia provinciale, i due animali sarebbero morti subito. Buio e velocità hanno reso inevitabile l’incidente.Due inusuali scontri tra auto e due caprioli sono accaduti invece in via Valler e in Borgo Facca. I due fatti distinti sono accaduti nella notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana. Nessuno, fra i conducenti delle auto, ha subìto danni o ferite. Mentre per quanto riguarda i due caprioli, quello investito in Via Valler non è stato trovato, quello di Borgo Facca, un esemplare femmina, è morto sul colpo. Quest'ultimo è stato trovato in un fossato già in stato di decomposizione. «Quella dei caprioli in campagna è una novità, almeno per il territorio azzanese - spiega Mario Del Bianco, dell'ufficio Ambiente del Comune -. Anche se qualcuno afferma di aver visto altre volte i caprioli attraversare le strade interne del territorio, come i cervi». La storia la racconta S.B. di Tiezzo «Un anno fa nello stesso periodo mi sono visto sbucare in strada all'improvviso un grosso capriolo. Erano le 8.30 del mattino ee stavo andando a lavorare allo stabilimento di Prata. Per fortuna sono riuscito a schivarlo, evitando sicuramente un brutto incidente, per me e per il povero animale». La Polizia provinciale invita tutti gli automobilisti in transito sulle strade del territorio, specie nelle ore notturne, alla massima prudenza.

CITTA' DI ARIANO
25 AGOSTO 2011
 
Grottaminarda (AV): Denunciati due cacciatori di frodo.
 
Grottaminarda (AV) - Continua da parte dei carabinieri l'attivitò di tutela delle specie animali . Dopo i vari interventi a tutela di cani abbandonati e animali maltrattati , i carabinieri di Grottaminarda , dopo giorni di osservazione , hanno sorpreso due persone che praticavano l'uccellagione , pratica vietata su tutto il territorio nazionale. I carabinieri li hanno identificati in un un 35enne e un 46enne di Melito di Napoli, con precedenti di polizia specifici che avevano utilizzato tre cardellini chiusi in gabbie, sequestrate, per richiamare altri volatili. che, scoperti dai militari dell’Arma non hanno potuto far altro che ammettere le loro responsabilità, dovranno ora rispondere del proprio operato innanzi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ariano Irpino. I Carabinieri sono convinti che i due non era la prima volta che frequentavano la contrada Sant’Andrea del comune di Grottaminarda, luogo ove è avvenuta l’operazione. I Carabinieri, dopo aver provveduto a verificare le condizioni di salute dei cardellini, affidati al personale della L.A.V., hanno effettuato una perquisizione veicolare a carico dei due, rinvenendo anche una rete per uccellagione e copioso altro materiale, sottoposto a sequestro, idoneo a catturare i volatili. 

LA NUOVA SARDEGNA
25 AGOSTO 2011
 
Il bacino che intossica i cavalli
 
ASINARA (SS). Ieri mattina alle 5 è morta Preziosa, aveva quattro anni. Una puledra bellissima, appena addestrata. Al Centro ippico di Campu Perdu c’è grande tristezza tra le ragazze di «Cavalcando Asinara». L’autopsia eseguita dal veterinario Giovanni Maria Pilo ha confermato che l’animale aveva lo stomaco devastato dalle ulcere. Problemi causati quasi certamente dall’acqua non potabile, quella dell’invaso che sta trecento metri più in alto, dopo l’ovile.
«È il terzo cavallo che muore in poco tempo - afferma il veterinario - e i tre animali in comune avevano solo il fatto che si abbeveravano nello stesso punto». Acqua maleodorante, forse contaminata. Ora i campioni saranno analizzati all’Istituto Zooprofilattico su richiesta del Parco.
Intanto Preziosa, ieri mattina, è stata seppellita sull’isola. Un rito silenzioso, con qualche lacrima: «Abbiamo dormito per due notti nella stalla - raccontano al Centro di Campo Perdu - abbiamo fatto di tutto per salvarle la vita, ma non c’è stato niente da fare». Ora serve grande attenzione, perchè i cavalli sono liberi e altri rischiano di andare a bere in quel bacino: serve una soluzione in tempi brevi.

LA ZAMPA.IT
25 AGOSTO 2011
 
Massacro di rinoceronti in Sudafrica
 
E' un vero e proprio massacro quello di cui sono vittime i rinoceronti in Sud Africa: circa 280 di questi possenti animali sono stati già uccisi quest'anno dai bracconieri che ambiscono al loro prezioso corno. I rinoceronti vengono colpiti anche nel parco nazionale e l'ultima vittima di queste atrocità è un grande esemplare, che alcuni veterinari hanno cercato di salvare, purtroppo invano: dopo sei giorni di sofferenza l'animale è morto. Il fenomeno, spinto dalla forte richiesta illegale dall'Asia dei corni di rinoceronte che vengono usati nella medicina tradizionale e come afrodisiaco, è in forte crescita, probabilmente anche a causa della crisi economica.
VIDEO
http://multimedia.lastampa.it/multimedia/la-zampa/lstp/74780/

CORRIERE DELLA SERA
25 AGOSTO 2011
 
Usa, multato e sospeso cacciatore di puma
 
David Adams, il cacciatore che ha sparato a un puma nella riserva di West Point Lake in Florida tre anni fa, e' stato punito con una multa di 2.000 dollari e gli e' stata tolta per due anni la licenza di caccia in qualsiasi luogo degli Stati Uniti. Il puma (Puma concolor coryi) infatti e' sotto la protezione dell'Endangered Species Act, che dichiara illegale non solo uccidere gli animali in pericolo, ma anche danneggiarli, molestarli, tendere trappole e catturarli. La pena massima per ogni violazione arriva fino a un anno di carcere, con multe fino a 100.000 dollari.

IL GIORNALE
25 AGOSTO 2011
 
E nelle stalle vanno in crisi anche i maiali e le mucche
 
Maiali inappetenti e mucche meno produttive a causa del gran caldo di questi giorni che colpisce anche sugli animali. Lo rende noto la Coldiretti Lombardia, secondo cui l’afa e le temperature superiori ai 35 gradi hanno tolto l’appetito ai suini che stanno consumando fino al 40% in meno della consueta razione giornaliera di 3,5 kg di mangime, e in questo modo non crescono di dimensioni.
«Con questo caldo - aggiunge Marco Lunati, lodigiano, consigliere dell’Associazione nazionale allevatore di suini - o si hanno degli impianti di climatizzazione, che però nel nostro settore non sono ancora così diffusi, oppure i maiali proprio non ce la fanno a mangiare tanto che consumano appena il 60 per cento del pasto che fanno con un clima più normale e quindi non aumentano di peso».
Le alte temperature - spiega la Coldiretti Lombardia - influiscono anche sulla produzione di latte, con una riduzione fino al 10 per cento sui 30 litri che rappresentano la media giornaliera per mucca. Negli allevamenti c’è chi si è attrezzato con ventilatori, nebulizzatori di acqua e stalle orientate in modo da minimizzare l’impatto dei raggi solari, ma con valori sopra i 35 gradi la situazione è difficile ovunque.
Per quando riguardo l’allarme idrico invece buone notizie arrivano dal livello dei fiumi. Il Po infatti resiste alla spallata del caldo. Nonostante le temperature siano così elevate, con punte vicine ai 40 gradi, e nonostante la sostanziale mancanza di precipitazioni significative dal 16 agosto scorso – spiega sempre la Coldiretti – la portata del grande fiume è di circa 500 metri cubi al secondo, a cento metri cubi dalla soglia critica del periodo di magra. Alle 13 di ieri, a Piacenza il Po era sotto lo zero idrometrico di 29 centimetri, a Cremona di 6,76 metri, sul Ponte della Becca a Pavia di 2,95 metri.
Un terzo del valore del Made in Italy agroalimentare - spiega la Coldiretti - dipende dalla disponibilità idrica del bacino del Po .

LA SICILIA
25 AGOSTO 2011
 
C'è chi suggerisce di sperimentare «il falconiere di quartiere»
«I colombi riconoscono soltanto i rapaci come propri predatori»
 
Il maestro falconiere Antonio Centamore la cui arte della falconeria, nel 207, è stata dichiarata dall'Unesco patrimonio immateriale dell'umanità
 
Catania - Per il maestro falconiere Antonio Centamore non ci sono dubbi: l'unico mezzo per allontanare i piccioni sono i rapaci. Tutti gli altri mezzi sono inefficaci, destinati a fallire dopo un breve periodo perché «non esiste un'intelligenza di adattamento superiore o uguale a quella dei colombi. Si spaventano per un poco, poi capiscono che i vari accorgimenti sono innocui e ritornano».
E, per rendere l'idea, fa l'esempio degli uccelli che scappano quando sentono lo sparo del fucile. «E' lo sparo che li spaventa, non la consapevolezza che il fucile ammazza. Tant'è che dopo poco ritornano. Diversa la situazione con il falco che i piccioni riconoscono come il loro predatore naturale. Se ce n'è uno in giro loro stanno lontani, terrorizzati». Ma i colombi sono testardi e invasivi e il problema è stanarli. Il maestro Centamore, dall'alto di un'esperienza giunta al quarto di secolo e dai ruoli acquisiti - direttore della Scuola internazionale di falconeria e presidente dell'Associazione nazionale falconieri professionisti d'Italia - spiega che bisogna agire caso per caso, con professionalità. Dapprima si usano i rapaci del sottobosco per «liberare» gli interni, poi, quando questo è fatto, si fanno volare i falchi per liberare anche gli esterni scegliendo l'ora dell'imbrunire quando i colombi tornano al nido. E se il ritorno è infastidito o impossibile per giorni, alla fine, vanno via. Ma attenzione, non ci si illuda, nessuna partenza è per sempre. «I piccioni agiscono in maniera osmotica: se c'è una zona vuota la riempiono». Dunque ritornano e bisogna ricominciare da capo. E' il tipo d'intervento che da mesi Centamore effettua alla Vecchia Dogana del porto, e analoghe operazioni ha effettuato per il centro romano di Trenitalia, per la Breda di Palermo, per la Peroni di Napoli e via dicendo.
Inutile, e dannoso, a suo avviso anche agire con gli sterilizzandi, con la nicardazina, perché i grani di frumento trattati sono alla mercé di tutti gli animali, e questo crea un inquinamento biologico non indifferente, e perché un colombo vive 15 anni e ci vorrebbe analogo arco di tempo per vedere gli effetti pratici della sterilizzazione che, inoltre, costa non poco in manodopera.
Dunque, ripete, non resta che il falco, ma farlo volare è una spesa non da poco, tale che soltanto le grandi aziende o gli enti possono sostenerla. Ma Antonio Centamore - la cui arte della falconeria, nel 2007, stata dichiarata dall'Unesco patrimonio immateriale dell'Umanita, alla voce «saperi» - non demorde. Comprendendo bene le esigenze dei normali cittadini ha elaborato un progetto sperimentale e lo ha proposto al comune di Caltagirone: «il falconiere di quartiere». Formerà una squadra di giovani pronti ad intervenire, darà un numero verde per quartiere, e, alla bisogna, le vittime dei colombi potranno chiedere il loro aiuto. Nei prossimi mesi sapremo se funziona e cosa costa. Sarebbe uno dei pochi casi in cui i cittadini si mettono insieme per difendersi da un problema comune.

L'ECO DI BERGAMO
25 AGOSTO 2011
 
Quando Fido si morde la coda
 
Marco Bergamaschi
 
A tutti, almeno una volta nella vita, è capitato di osservare un cane che, compiendo un movimento circolare, cercava di mordersi la coda: tale atteggiamento, in apparenza buffo, rappresenta in realtà un'espressione ripetitiva ed autolesionista, che ci racconta ben altro.
Quasi sempre si tratta di un problema comportamentale, legato ad una condizione di vita noiosa, priva di stimoli benefici e ricca invece di stress nel quale il cane è costretto a vivere. Di conseguenza Fido cerca inconsapevolmente di «scaricare» sulla zona caudale (la coda) il suo stato di tensione emotiva e di comunicare al mondo il suo malessere interiore. Si può curare? Innanzitutto è d'obbligo una visita specialistica per escludere problemi alle ghiandole anali o scongiurare un'ossificazione anomala della zona coccigea; una volta verificato che non esistono complicazioni di tipo fisico, è fondamentale ri-organizzare la relazione con il proprio cane e la qualità della sua vita, il tutto accompagnato da una terapia comportamentale abbinata a brevi trattamenti farmacologici.
È necessario analizzare la personale relazione con il proprio cane, per cercare di capire cosa ci sta dicendo; non è facile e non solo per un discorso di «linguaggio» diverso, ma perché il primo che si deve mettere in gioco è il proprietario, che deve lottare con dei fantasmi chiamati pigrizia e motivazione; è una bella sfida, che si traduce migliorando la qualità esistenziale di entrambi, attraverso passeggiate di almeno 30 minuti invece dei cinque o dieci usuali, con le relative soste nelle aree cani, per permettere socializzazione e divertimento. E l'intero processo sarà anche caratterizzato da stimoli specifici, utili ad interrompere la stereotipia; è fondamentale infatti essere attenti e bloccare sul nascere il comportamento, usando dei semplici ma efficaci stratagemmi, come il lancio di una pallina o di un gioco, qualcosa insomma che permetta al cane di orientarsi verso un altro interesse. E una volta ottenuto lo scopo il cane sarà premiato, per sviluppare la sua autostima e rimarcare la relazione di cooperazione instaurata. Ci vorrà un po', ma con l'impegno il problema si risolverà.

IL TIRRENO
25 AGOSTO 2011
 
Sì alla castrazione chimica
 
Lorenzo Santorelli
 
GROSSETO.  A ranghi serrati il fronte animalista ed ambientalista prende posizione contro la caccia al cinghiale. Lega antivivisezione, Lega anticaccia e Italia Nostra, seppur con sfumature differenti, compattano le fila per attaccare i cinghialai con un fuoco incrociato di critiche. A partire da Michele Scola, presidente sella sezione grossetana di Italia Nostra, che aveva proposto una tassa ad hoc per i cacciatori di ungulati ed una commissione super partes che gestisca l’attività venatoria.
 «Alla battuta al cinghiale partecipano circa 50 uomini, armati con fucili automatici. Se i cinghiali non muoiono subito e si trascinano feriti, intervengono i “cani da sangue”. Ma il cinghiale è un animale molto forte e capita che i cani riportino gravi ferite e, non di rado, vengano sventrati». Scola passa poi alle repliche dirette. Al presidente della Provincia Marras, che sosteneva l’estraneità dei cacciatori alla proliferazione del numero dei cinghiali, «faccio notare che l’importazione dall’est europeo di cinghiali è iniziata certamente decenni fa, ma successivamente le associazioni venatorie hanno realizzato allevamenti nei quali moltiplicare incrociare le specie e moltiplicare gli animali». Quanto alle tasse già versate dai cacciatori, che secondo Marras sarebbero sufficienti per pagare gli indennizzi, «i danni prodotti dai cinghialai all’ecosistema vanno ben al di là del puro computo dei risarcimenti all’agricoltura». Al presidente di Federcaccia Monaci, che lo aveva accusato di non essere maremmano e di non conoscere le realtà venatorie della Toscana, «rispondo che per vent’anni sono stato funzionario della Regione comandato nel settore agricoltura della Provincia di Grosseto, e in questa veste mi sono occupato per anni delle stime dei danni provocati dalla selvaggina». Tocca poi a Bizzarri, sindaco di Scarlino, che aveva definito i cacciatori «i primi difensori dell’ambiente». «Proprio per colpa dei cinghialai - ribatte Scola - gli equilibri della natura saltano. Finché diventeremo tutti vegetariani, purtroppo dovremo sopprimere animali a scopo alimentare. Ma un conto è farlo con umanità, un altro è compiere per passatempo, addirittura per divertimento, orribili carneficine». Sia al presidente provinciale che al sindaco scarlinese, Scola rimprovera infine una «mancanza di stile. I cacciatori costituiscono un’imponente riserva di voti, ed è proprio per questo motivo che sono una casta pressoché intoccabile. Marras e Bizzarri avrebbero il dovere di non mettere in piazza il loro non disinteressato appoggio». La Lega per l’abolizione della caccia, attraverso il responsabile regionale Raimondo Silveri, sottolinea come «il cinghiale ungherese o il muflone, ora definite “fauna dannosa”, sono stati introdotti e alimentati dalla lobby venatoria in modo da averne una gran quantità per il loro divertimento, fregandosene dei danni provocati». Avanzando, come la Lav, la proposta della sterilizzazione farmacologica al posto dell’abbattimento. «Il vaccino GonaCon - spiega Giacomo Bottinelli della Lav - è sperimentato in Inghilterra alla Food and Environment Reasearch Agency di York da Giovanna Massei, nota a Grosseto per aver collaborato con il parco della Maremma. Permetterebbe di sterilizzare i cinghiali attraverso esche specifiche apribili solo dagli ungulati, senza colpire altre specie».

IL TIRRENO
25 AGOSTO 2011
 
Il Wwf: «L’uso di recinti e trappole limita i danni causati dai cinghiali»
 
LUCCA. Il controllo numerico dei cinghiali si attua in vari modi: dalle trappole all’uso delle armi. Il Wwf interviene con un comunicato in relazione ai danni degli ungulati alle attività agro-silvopastorali.«Riteniamo necessario ricorrere allo strumento del controllo numerico della specie. - si legge nella nota del Wwf - Quello che non ci trova d’accordo è il sistema con cui si pretende di operare tale controllo senza sentire zoologi e tecnici del settore. Le esperienze nazionali dimostrano che, nel caso del cinghiale, il sistema di cattura in grado di fornire i migliori risultati in termini di rapporto costi-benefici è quello che prevede l’uso di recinti o trappole autoscattanti in cui gli animali vengono attirati con un’esca alimentare. Tale strumento, oltre che più efficiente, è anche quello più sicuro per l’incolumità pubblica e per la sicurezza delle persone. Dopo la messa in opera, i dispositivi di cattura devono essere condotti secondo precisi protocolli operativi, coinvolgendo in tali attività il personale d’istituto (polizia provinciale, corpo forestale dello stato, Asl).
«Purtroppo la ridotta accettazione sociale dell’attività di cattura da parte di soggetti contrari, per motivi diversi, alla rimozione dei cinghiali può comportare il sabotaggio delle strutture. Una delle componenti contrarie all’attività di cattura tramite recinti o trappole è quella costituita dalla parte più retriva del mondo venatorio che, nel caso di squadre di caccia al cinghiale, è venuta assumendo una connotazione di “blocco sociale” in grado di condizionare le scelte di gestione faunistica operate dagli amministratori locali.
«L’esperienza maturata negli ultimi decenni in diversi contesti locali dimostra che per affrontare il problema del cinghiale nella sua complessità i risultati migliori si ottengono avvalendosi di strumenti di diversa natura. Il controllo numerico di una popolazione di animali si configura come uno strumento di carattere gestionale al quale talvolta è necessario ricorrere e che, a differenza dell’attività venatoria, riveste il carattere dell’eccezionalità».
Sul caso-cinghiali interviene anche il consigliere provinciale del Pdl, Maurizio Marchetti, che sottolinea pesi e misure diverse del presidente della Provincia, Baccelli: «In campagna elettorale sterminio chirurgico dei cinghiali. Una volta passata la festa Baccelli torna animalista e non si interessa delle lamentele delle persone minacciate. Si vede che gli ungulati si possono cacciare solo in regime di par conditio».

GAZZETTA DI REGGIO
25 AGOSTO 2011
 
L’ABBRACCIO PER UN CANE E’ SEGNO DI DOMINANZA
 
di OLGA PATTACINI
 
La settimana scorsa abbiamo parlato di come avvicinare un cane seguendo le buone maniere canine, oggi esaminiamo alcuni errori molto comuni, che spesso hanno come conseguenza un morso. Una delle cause più frequenti, in famiglia, è il mancato rispetto di tempi e spazi dell’animale: se disturbiamo il cane mentre dorme o mangia o una cagna coi cuccioli, non posso che dire che ha ragione il cane. Se il cane dorme non dobbiamo svegliarlo bruscamente, potrebbe spaventarsi, così pure si deve stare attenti a cani anziani che vedono e sentono poco e possono essere più aggressivi perché si sentono più indifesi. Particolare riguardo anche per i cani che hanno dolore o paura: è un classico essere morsi mentre si soccorre un cane incidentato. Una madre con i piccoli va lasciata tranquilla: per difenderli potrebbe aggredire in modo violento e così pure potrebbe essere la difesa di una risorsa che il cane giudica importante (cibo, gioco o divano che sia). Un esempio classico di errore è l’abbraccio: per noi vuol dire affetto, per un cane è un segno di dominanza o maleducazione. Una persona maleducata può essere da noi ripresa con le parole ma anche con un ceffone: il cane usa il ringhio o il morso. A volte, se è buono sopporta, ma anche per i cani la pazienza ha un limite. Purtroppo, chi abbraccia molto spesso è un bambino che ha il viso all’altezza del muso del cane: se questi si divincola per sottrarsi può ferire il bimbo. Massima attenzione quindi con i cani sconosciuti, mentre se il rapporto col nostro cane è conflittuale si può chiedere aiuto a un veterinario, che potrà aiutarci a superare i problemi.Veterinario dell’Ausl
 
torna alla pagina iniziale [email protected] archivio rassegna stampa