L'ARENA GIORNALE DI VERONA
25 MARZO 2010
BORGO VENEZIA (VR). Aperto un fascicolo contro ignoti per risalire a chi ha sparato al micio
La Forestale indaga sul gatto impallinato
«Non ci vengono segnalati molti casi analoghi», dicono gli agenti Vero è che spesso gli animali non finiscono sulle pagine dei giornali ![]() ![]() ![]()
Borgo Venezia (VR) - Il Corpo forestale dello Stato di Verona procederà d’ufficio sulla vicenda del gatto impallinato e preso a calci nei genitali in Borgo Venezia. Il micio era stato colpito a distanza ravvicinata da una carabina ad aria compressa. Un colpo gli aveva forato l’occhio, gli altri erano stati sparati nel corpo del micio. Poi l’animale ormai agonizzante era stato preso a calci. A segnalare il caso alla Lega per la difesa del cane era stata una residente di Borgo Venezia che aveva allertato Rina Goffredo, una storica attivista animalista dopo aver trovato il micio insaguinato e rantolante.
Il gatto era stato portato nell’ambulatorio veterinario Fiocco di Montorio in condizioni disperate. Una delle veterinarie, il fine settimana scorso lo aveva portato a casa sua per poterlo accudire, ma l’animale è morto per un blocco renale dovuto alle complicazioni del calcio ai genitali. «Abbiamo aperto un fascicolo a carico di ignoti», spiegano dal Corpo forestale, «adesso cercheremo di reperire più materiale possibile che possa farci risalire alla persona che ha colpito l’animale. In questi casi le indagini sono le stesse che vengono fatte in qualsiasi altro caso di maltrattamento, qui c’è poi l’aggravante che l’animale è deceduto per colpa di esso». Quindi gli agenti del Corpo ascolteranno la persona che ha trovato l’animale, l’attivista animalista che l’ha porato in ambulatorio e ascolteranno le testimonianze dei veterinari che l’hanno curato. Non sono molti i casi in cui il Corpo forestale s’è mosso d’ufficio, d’altra parte sono anche pochi i casi che hanno una risonanza mediatica analoga. Se nessuno rende noti questi fatti nessuno può farsene carico. «Apprezziamo il fatto che la Forestale segua questo caso, speriamo davvero che da qualche parte un indizio porti. Le persone debbono essere maggiormente sensibilizzate, debbono capire che maltrattare gli animali, al di là dell’atto disumano in sè è un atto contro la legge. È un reato penale», dice Goffredo, «da parte nostra continueremo a lavorare per i nostri amici a quattrozampe. Invitiamo tutti a segnalare anche alle forze dell’ordine eventuali episodi di maltrattamenti. Con una maggiore sensibilità impediremo che accadano casi analoghi».
CORRIERE DI MAREMMA
25 MARZO 2010
Avvelenati 97 cani nel Fiorentino
Ma per la Lav molti non denunciano e nella realtà i numeri sono molto più pesanti.
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FIRENZE - Novantasette cani, diciannove gatti, cento galline, otto volpi, due istrici, quattro scoiattoli e anche un lupo. Tanti sono gli animali, secondo il report della Polizia provinciale di Firenze, rimasti intossicati nel 2009 da bocconi al veleno disseminati sul territorio fiorentino. Numeri che, secondo le associazioni Lav, Wwf, Ceda onlus (Comitato europeo difesa animali) e Italia Nostra, “costituiscono solo la punta di un iceberg di un fenomeno ben più vasto che resta sommerso perchè i proprietari degli animali avvelenati tendono a non sporgere denuncia: nel solo Comune dell’Impruneta - ha spiegato nel corso di un incontro con la stampa, tenuto ieri mattina a Firenze, Guido Scoccianti del Wwf toscano - secondo i dati raccolti dalle nostre associazioni, sono stati colpiti da questa piaga in appena tre anni 15 cani, 50 lepri, una volpe ed un gatto, e molte altre esche avvelenate sono state fortunatamente rimosse prima che potessero svolgere la loro macabra funzione”. Quanto al caso dell’Impruneta, è stato spiegato nel corso dell’incontro, le associazioni hanno inviato una lettera al sindaco del Comune, Ida Beneforti, sollecitando “la bonifica delle aree interessate dagli avvelenamenti” e “l’apposizione di cartellonistica adeguata ad indicare il ritrovamento di esche avvelenate”. Su un piano più generale, hanno invece chiesto “l’incremento degli organici della polizia provinciale, al momento assolutamente inadeguati a fronteggiare il fenomeno”.
IL CENTRO 25 MARZO 2010
Poligono, scatta l' indagine
Roberto Raschiatore
AVEZZANO (AQ). La Forestale ha compiuto un sopralluogo nell’ex cava del monte Salviano trasformata in poligono di tiro clandestino, dove anche un cane è diventato bersaglio ed è stato ammazzato. Un rapporto verrà consegnato in Procura. L’ispezione è stata compiuta ieri mattina dopo l’articolo del Centro per denunciare quanto avviene nella riserva naturale. Anche il sindaco di Avezzano, Antonio Floris , ha ordinato un’indagine alla polizia locale. «Aspetto una relazione per decidere che cosa fare», afferma Floris, «dopo la segnalazione del Centro ho subito telefonato al comandante della polizia locale, Luca Montanari , per sollecitare indagini e capire la portata del fenomeno. È grave che tutto ciò si verifichi in una riserva ed è ancora più grave perché parliamo di una zona a due passi dalla città. Una zona frequentatissima da escursionisti e amanti della montagna. L’area è lontana da sguardi indiscreti ma mi sembra davvero strano che nessuno abbia sentito i colpi di arma da fuoco, anche di grosso calibro, e denunciato prima quanto avveniva». Nell’ex cava, in prossimità del valico del Salviano e del santuario della Madonna di Pietraquaria, un gruppo di escursionisti si è imbattuto nel poligono di tiro clandestino. A terra sono ben visibili centinaia di ogive di proiettli e cartucce, sparate da armi di ogni tipo e qualsiasi calibro. Per le «esibizioni» sono stati scelti i bersagli più svariati. Anche un cane. Nell’area sono evidenti le ossa di altri animali e si sta cercando di capire se possano essere stati uccisi. Si trovano poi pezzi di manichini, cocci di bottiglie, videocassette. Su alcune tavole anche alcuni fogli scaricati da un apposito sito internet (è stato accertato che riportano una data di fine gennaio 2010). La Forestale ha annunciato anche appositi controlli in zona, con appostamenti mirati. I frequentatori della vecchia cava rischiano denunce che vanno dall’omessa custodia di armi all’esercizio illecito di poligono di tiro. Sul caso è già intervenuto il presidente dell’associazione «Il Salviano», Sergio Rozzi . Che ieri ha rilanciato: «Vanno fatti più controlli in vista della definizione del Piano di assetto che prevederà anche una serie di norme di comportamento e una regolamentazione dell’uso del territorio. Per l’ex cava abbiamo presentato un progetto di recupero che prevede la realizzazione di una serra per le biodiversità d’Abruzzo alimentata da tetto fotovoltaico». La notizia della scoperta del poligono clandestino è rimbalzata anche sui social network. Con numerosi commenti. Eccone tre: «Ke orrore poveri animali», scrive Sabry . E Grande Fetè aggiunge: «È una vergogna! Persone che compiono atti del genere andrebbero arrestati subito, spero mettano delle telecamere nel parco in modo da riprendere i colpevoli». Chiude Anonimo 87’ : «Che razza di gioki sono questi? La nostra società è malata». MATTINO DI PADOVA 25 MARZO 2010
Avvelenata a Curtarolo una colonia di gatti
Cristina Salvato
CURTAROLO (PD). Sette gatti sono stati avvelenati in via Santa Maria di Non, a Curtarolo: due sono morti, mentre gli altri cinque sono in cura dal veterinario, alcuni in condizioni gravi. Sembra che abbiano tutti mangiato bocconi intrisi di un potente veleno nei pressi di un condominio dove viveva una colonia di felini, evidentemente mal vista. Per appurare quale tipo di veleno sia stato utilizzato, le carcasse dei due animali morte saranno analizzate a Legnaro dall’Istituto di Zooprofilassi. Nei mesi scorsi nella stessa zona un altro gatto era stato colpito a morte dai pallini sparati da un fucile, tanto che i residenti avevano sporto denuncia ai carabinieri, mentre poco tempo dopo un altro felino era stato ucciso a bastonate. Adesso il veleno. La colonia di gatti che nel giro di un anno si è creata attorno al condominio evidentemente dà fastidio. Una signora li sfama e si sono riprodotti rapidamente. Molti cuccioli sono stati adottati, le gatte sterilizzate da alcuni volontari, ma qualche micetto era rimasto nei paraggi. L’altra notte qualcuno ha pensato di sbarazzarsi di loro in modo rapido, probabilmente con bocconi avvelenati. E all’indomani è partito l’allarme: cinque gatti giacevano esanimi a terra. Soccorsi e portati dal veterinario, tre sono sopravvissuti mentre per due era ormai troppo tardi. Durante la notte anche due gatti di famiglie della zona, passeggiando liberi, devono aver mangiato nelle ciottole avvelenate. E’ aperta la caccia al responsabile, ma intanto da un paio di giorni sono scomparsi gli altri due-tre gatti rimasti nella zona.
QUOTIDIANO DEL NORD
25 MARZO 2010
Modena, due cincillà abbandonati al parco e azzannati da un cane. Solo uno salvato dai cittadini
Modena - 25 marzo 2010 - Alcuni cittadini, nei giorni scorsi, al Parco Ferrari vedono un cane azzannare furiosamente due cincillà su una panchina; di fronte ad una scena così cruenta, intervengono immediatamente scacciando l'animale per poi chiamare i veterinari volontari del Centro fauna selvatica Il Pettirosso di Modena che, però, riescono a salvare solo uno dei due roditori.Come spiegano i volontari del Centro, i due cincillà potrebbero essere fuggiti al loro proprietario, ma più probabilmente sono stati abbandonati volontariamente, comportamento punito dalla legge anche per la sua crudeltà: i cincillà lasciati liberi, infatti, sono completamente indifesi e non più in grado di procurasi il cibo autonomamente.Praticamente scomparso dai territori d'origine in Sudamerica a causa dei massicci abbattimenti per la produzione di pellicce, il cincillà ora è considerato un simpatico animale da compagnia da tenere in casa, di solito in gabbia.Il Centro opera sulla base di una convezione con la Provincia di Modena per il recupero e il salvataggio della fauna selvatica in difficoltà.Per le segnalazioni e richieste di intervento sono attivi 24 ore su 24 alcuni numeri telefonici: 339 8183676-339 3535192 oppure è possibile chiamare anche il servizio 118.
IL SECOLO XIX 25 MARZO 2010
Due casi di cani scomparsi
Imperia. Due casi di improvvise scomparse di cani in pochi giorni. In frazione Caramagna, un Jack Russel di nome Chester di 7 mesi si è allontanato dall'abitazione e non ha fatto più ritorno. Al momento della scomparsa portava un collare marrone con medaglietta a forma di osso sulla quale è inciso il numero di cellulare del proprietario. Il cane è dotato di microchip. L'altra mattina ad Oneglia (IM), nella zona del centro non ha più fatto ritorno dai proprietari una cagnetta di razza 'Bichon frisè' bianca che risponde al nome di Bietola. Anche questo animale da compagnia - una coppia di anziani - è dotata di microchip. Chi avesse notizie può contattare il 3495052304.
http://persietrovati.blogspot.com/2010/03/imperia-e-provincia-smarriti-cane-jack.html
IL CAPOLUOGO
25 MARZO 2010
ALLARME BRACCONIERI, LUPO MUORE A CAUSA DI UNA TRAPPOLA
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L'Aquila - Nei giorni scorsi gli Agenti dei Nuclei Specialistici della Polizia Provinciale dell’Aquila, durante le attività di monitoraggio della fauna selvatica, nel territorio del Parco Regionale Sirente Velino, hanno rinvenuto un esemplare di lupo rimasto vittima di un laccio metallico posto da bracconieri per la cattura illegale di animali selvatici.
Il lupo era un magnifico esemplare adulto, la cui carcassa, al momento del ritrovamento era stata già in parte smembrata da altri animali selvatici.
Purtroppo tale pratica risulta molto diffusa nel territorio abruzzese , ed i lacci in acciaio che vengono posizionati prevalentemente per la cattura di cinghiali, non risparmiano specie particolarmente rare e protette.Gli Agenti hanno raccolto numerosi indizi sul luogo anche avvalendosi di specifici cani brevettati per la ricerca di animali selvatici morti o feriti e tuttora sono in corso indagini al fine di risalire agli autori del grave atto di bracconaggio. Anche sulla carcassa del lupo sono in corso specifici esami sanitari e di medicina legale veterinaria da parte dell’Istituto Zooprofilattico Lazio-Toscana cui fa capo uno
specifico dipartimento per questi particolari casi. Anche il personale tecnico e di vigilanza del parco Sirente Velino, avvertito dalla Polizia Provinciale, è prontamente accorso sul luogo e non si escludono a breve azioni congiunte, Parco-Provincia, al fine di realizzare uno specifico piano di repressione e prevenzione del bracconaggio.
Le attività di controllo e di anti-bracconaggio saranno intensificate al fin di prevenire questa pratica crudele ed illegale, si allegano alcuni documenti fotografici del rilevamento effettuato, lasciamo alle vostre sensibilità la decisione se pubblicarle o meno.
TG COM
25 MARZO 2010
Gb, gatto morto fa ritorno a casa
Investito da auto era stato seppellito
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Giuditta Mosca
Si dice che i gatti abbiano sette vite, questa volta il proverbio è diventato almeno in parte letterale. Così Alfie, un ginger tom, ha fatto ritorno dai suoi padroni 9 mesi dopo la propria sepoltura. Il “mistero” può essere semplicemente spiegato ma al gatto questa storia non va proprio giù. Nel frattempo i padroni hanno adottato un altro micio della stessa razza e il redivivo non accetta di buon occhio la novità.
Nove Alfie venne trovato agonizzante, era stato investito da un’automobile e per lui non ci fu più nulla da fare. Così la famiglia Petrillo al completo, addolorata, si riunì per dare degna sepoltura al felino. Nel frattempo la famiglia ha cambiato casa e ha comprato un altro gatto della stessa razza. Qualche giorno fa una telefonata da un ex vicino li ha avvertiti che un gatto simile ad Alfie si aggirava davanti alla loro vecchia abitazione, cercando di entrare dalla finestra della camera da letto come era solito fare, trovandola però chiusa e miagolando in modo quasi disperato. Katy Petrillo si è subito recata sul posto e, racconta, non ha avuto nessun dubbio nel riconoscere il defunto Alfie. Angelo Petrillo, il capo famiglia, si dice più che sicuro di avere seppellito proprio il loro micio e non riesce a spiegarsi come tutto questo sia potuto accadere.In realtà tra le diverse ipotesi solo una sembra avere senso; il micio sepolto non era Alfie che, nel frattempo, è stato accudito da qualcuno che lo ha trovato e scambiato per randagio, poiché al momento del suo ritorno era perfettamente nutrito e curato. Oppure, ma è possibilità piuttosto remota, al momento della sepoltura il ginger tom era ancora vivo e, anche in questo caso, qualcuno si è preso cura di lui durante gli ultimi nove mesi. Poiché ancora prima di affezionarsi alle persone i gatti si legano ai luoghi, è praticamente impossibile che un altro gatto abbia fatto ritorno alla vecchia casa dei Petrillo, adottando gli stessi comportamenti di Alfie.La lunga assenza di Alfie ha portato altre novità, ora il micio è stato riaccolto con entusiasmo dalla famiglia Petrillo ma deve condividere il territorio con Freddie, un gatto di 5 anni della sua stessa razza, chiamato a sostituirlo. Tutti felici, insomma, tranne i due gatti che si mantengono a distanza con fare minaccioso. Alfie, per risorgere, ha scelto il periodo migliore dell’anno.
SAVONA NEWS
25 MARZO 2010
Calice: (SV) i volontari Enpa in soccorso dei rapaci
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Calice Ligure (SV) - Una bellissima civetta nana è caduta in una strada di Calice Ligure, incapace di volare; è stata soccorsa dai volontari della Protezione Animali savonese ed è ora in cura presso la sede ENPA di Savona, in attesa di essere liberata nella zona di provenienza appena ristabilitasi. Uccello rapace di piccole dimensioni ma con artigli fortissimi, è presente in molti boschi della provincia, ha abitudini notturne e si ciba di piccoli mammiferi.Nello stesso giorno i Volontari hanno soccorso un allocco, rimasto impigliato in una grondaia a Pietra Ligure e liberato dai Vigili del Fuoco. C.S.
IL MATTINO 25 MARZO 2010
È stato il lancio di una pietra a fermarne il volo
Enza Picone
Provincia di Napoli - È stato il lancio di una pietra a fermarne il volo. Ieri una taccola, un uccello simile ad un corvo (il nome scientifico è Corvus monedula) è stato consegnato ai volontari del Wwf Agro Aversano-Napoli nord e Litorale Domizio. Sono stati Francesco Autiero, presidente dell'associazione ambientalista e Stefano Franciosi, attivista del comitato Wwf Lago Patria, a recuperare l'animale con l'ala sinistra ferita, affidandolo alle cure dei veterinari del ”Centro Sperimentale Avicunicolo” di Lago Patria. «La continua emergenza dell'agro aversano - spiega il responsabile regionale del Wwf, Alessandro Gatto - disorienta questi animali, ne modifica l'istintivo comportamento etologico. Dalle campagne, questi uccelli, riconoscibili dal caratteristico piumaggio nero o grigiastro, arrivano negli ambienti urbani, dove riescono a trovare cibo, tra i cumuli di rifiuti. Come associazione ambientalista, ci preoccupiamo di aiutare gli animali selvatici in difficoltà. Nella maggior parte dei casi, una volta curati, vengono reintrodotti nell'ecosistema naturale, preservando così la ricchezza della biodiversità». IL SECOLO XIX 25 MARZO 2010
La Forestale salva una civetta caduta dal nido
Bruganto (SP) - Personale del Comando del Corpo Forestale dello Stato di Brugnato ha recuperato, in un giardino di un'abitazione in località San Pietro Vara, un piccolo esemplare di civetta, la cui presenza era stata segnalata dagli stessi proprietari dell'abitazione, inteneriti dallo stato di stordimento in cui si trovava l'animale probabilmente caduto dal nido. BRINDISIUM 25 MARZO 2010
Riprendono il volo cinque animali salvati dal Centro Faunistico Provinciale
Provincia di Bari - Nell’ambito della collaborazione istituzionale tra il Centro Recupero Selvatici Regionale di Bitetto (Bari) ed il “Centro di prima accoglienza della fauna selvatica in difficoltà” della Provincia di Brindisi (operante nel territorio dal 2001 e gestito dalla Società della Provincia Santa Teresa S.p.A. dal 2007), alcuni esemplari di fauna selvatica, curata e riabilitata, hanno fatto ritorno alla loro vita naturale, in aree protette.
ANSA AMBIENTE
25 MARZO 2010
ANIMALI: CROAZIA, CICOGNA PER AMORE FA OGNI ANNO 13 MILA KM
ZAGABRIA - Puntuale come ogni anno, con l'arrivo della primavera Rodan, il maschio di una coppia di cicogne, e' tornato in Croazia dopo aver percorso in volo 13 mila chilometri dal Sudafrica, per incontrarsi con la sua amata Malena, una cicogna che a causa di una vecchia ferita non riesce piu' a fare la lunga traversata stagionale. Come riferisce oggi il quotidiano Jutarnji List, ad accogliere Rodan questa volta vi era una schiera di curiosi e giornalisti. Ma lui e' rimasto indifferente alla notorieta' mediatica ed e' volato direttamente da Malena (Piccola) che lo aspettava fedele nel suo nido d'amore nel villaggio di Brodski Varos, nell'est della Croazia. ''E' il quinto anno consecutivo che Rodan torna da Malena'', ha spiegato alla stampa Stjepan Vokic che dal 1993 si prende cura della cicogna, dopo che alcuni cacciatori l'avevano colpita a un'ala procurandole una ferita che le impedisce di volare. Negli altri nidi, racconta Vokic, le cicogne torneranno tra cinque o sei giorni, mentre Rodan e' sempre il primo ad arrivare poiche' sa che c'e' la sua Malena che lo aspetta impaziente. Questa sara' anche la quinta volta che si accoppiano e tra un paio di mesi nel nido ci saranno quattro o cinque baby-cicogne alle quali Rodan, come negli anni passati, insegnera' a volare dato che Malena non e' in grado di farlo. I piccoli se ne andranno con lui in Africa all'inizio dell'inverno, mentre Malena restera' in Croazia ad attendere la prossima primavera e il ritorno del suo fedele Rodan.
CITTA' OGGI WEB
25 MARZO 2010
Si era imprigionato nella corda
Pastore tedesco rischia di morire: salvato dai pompieri
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Magenta (MI) - Un pastore tedesco è stato salvato ieri pomeriggio a Magenta dai vigili del fuoco volontari intervenuti in seguito alla segnalazione di un passante.
Il fatto è accaduto in via Manin, nel quartiere Nord, dove l'animale giocando con la corda alla quale era legato, se l'è legata attorno in maniera così stretta da non riuscire a respirare e rischiando di rimanere strangolato. Fortunatamente qualcuno ha notato il pericolo e ha allertato i pompieri che hanno liberato il cane.
LA REPUBBLICA
25 MARZO 2010
Spinone rischia di annegare
Salvato nella Parma dai pompieri
Alle 9 di questa mattina un cane è scappato al suo padrone e si è diretto lungo il letto del fiume. Entrato in acqua, è stato risucchiato da un mulinello: i vigili del fuoco l'hanno salvato
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GIACOMO TALIGNANI
Parma - Avrà sentito il primo caldo, un tuffo per rinfrescarsi il pelo non si nega a nessuno. Sta di fatto che un bellissimo esemplare di Spinone, questa mattina, non ha resistito: si è fatto il bagno nella Parma, giusto per trovare un po' di refrigerio. Non poteva calcolare però, il simpatico Spinone (foto generica), quel tremendo mulinello che gira e gira e attira verso il basso.
Ore nove, altezza Ponte Dattaro. Un signore stava portando a passeggio il suo cane nella zona, a poca distanza dal letto del torrente: nell'area, verde e ricca di fauna (si va dalle nutrie ai fagiani) e vegetazione, molti parmigiani la mattina si concedono una passeggiata o una corsetta con il proprio animale da compagnia. Ed è propio il caso di questo padrone che, vista la bella giornata, si stava rilassando passeggiando insieme al suo cane. Ad un certo punto però lo Spinone, con tanto di medaglietta di riconoscimento, si è allontanato. Il padrone ha cominciato a cercarlo nel tentativo di raggiungerlo ma era troppo tardi: il cane si era buttato in acqua, proprio sotto al Ponte Dattaro, punto della Parma dove il livello dell'acqua è tutto sommato alto. Lo Spinone, cercando di nuotare, ha cominciato a perdere forze. Immediatamente sono stati allertati i vigili del fuoco di Parma che, da via Chiavari, hanno raggiunto l'area del Ponte Dattaro in pochi minuti. Indossata una tuta speciale per operare in acqua i vigili si sono avvicinati all'animale che nel frattempo veniva trascinato verso il fondo dal mulinello. In pochi istanti, con una operazione tempestiva, gli uomini del 115 sono riusciti ad afferrare l'animale che poi, dandosi una sorta di spinta, è riuscito a uscire da solo dal gorgo. Gioia per il suo padrone che ha potuto subito riabbracciare il suo fedele amico tutto inzuppato. "Ci capita di effettuare anche di questi interventi - raccontano dal Comando di via Chiavari - e siamo molto contenti quando vanno a buon fine. Credo proprio che lo fosse anche quel padrone...".
GAZZETTA DI PARMA
25 MARZO 2010
Cane rischia di annegare nella Parma: salvato dai vigili del fuoco
Ha rischiato di annegare nelle acque della Parma sotto gli occhi del suo padrone. Un cane razza spinone è stato salvato questa mattina dai vigili del fuoco, intorno alle 9,30, sotto il ponte Dattaro. All'altezza del ponte, infatti, il cane - che scappato dal proprietario aveva deciso di farsi un bagno - era stato risucchiato da un mulinello.
I vigili del fuoco accorsi sul posto si sono quindi immersi in acqua e l'hanno portato in salvo. LA NUOVA FERRARA 25 MARZO 2010
Salvato un cane che rischia di annegare
BONDENO (FE). E’ stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco volontari di Bondeno e dei colleghi del nucleo sommozzatori di Ferrara per risucire a salvare un cane che era finito in acqua e che non riusciva più a tornare a riva. E’ successo martedì pomeriggio verso le 16.30, nel parco urbano della cittadina matildea (quartiere San Giovanni) quando i vigili del fuoco sono stati chiamati a soccorrere un cane, che malauguratamente era finito nel laghetto che si trova all’interno del parco stesso. Il quattrozampe non riusciva piu’ a raggiungere la riva causa il fango e la stanchezza. La padrona dell’animale presente sul posto ha assistito alle operazioni di salvataggio conclusosi con successo, grazie all’intervento di due sommozzatori. IL TIRRENO 25 MARZO 2010
Investe un capriolo in autostrada
CHIESINA (PT). “Attenzione, attraversamento animali”: un cartello che è facile incontrare, per esempio, sulle strade di montagna. Eppure, a sentire la testimonianza di un nostro lettore di Chiesina, analogo avvertimento dovrebbe essere applicato anche a zone non sospette. Una brutta esperienza, ma che poteva avere anche conseguenze più gravi, quella capitata a Dino Cerchioni, protagonista di un incidente causato da un capriolo, sulla... Firenze-Mare. Un’esperienza accompagnata da una domanda: a chi rivolgersi per essere rimborsato? «Proprio in questi giorni ho avuto modo di seguire - scrive l’automobilista - servizi giornalistici su incidenti provocati da animali su strade regionali e provinciali, di solito in orario notturno. Evidentemente è stato fatto un salto di qualità, poichè quanto mi è successo è accaduto sull’autostrada, e di prima mattina. Sabato 20 marzo, verso le 7 sull’autostrada A11 in direzione Firenze, all’altezza del casello di Pistoia, dopo essere partito con un amico circa 15 minuti prima da Chiesina, sono stato colpito improvvisamente sul cofano da una massa che, al momento dell’urto, non avevo identificato. Si è infranto il vetro dalla mia parte, quella del guidatore. Ho pensato a un masso lanciato dall’alto, mi sono fermato un attimo per lo sbandamento imprevisto poi, essendo nei pressi del casello, ho cercato di raggiungere l’uscita, seguendo fra un frammento di vetro e l’altro la linea gialla. Al casello ho denunciato l’accaduto, è stata chiamata una pattuglia della stradale da Montecatini, che durante il percorso fatto ha rilevato che l’incidente era stato provocato da un capriolo. La macchina è stata poi trasferita alla filiale Volkswagen di Montecatini e io sono stato riportato a casa da mio figlio, che nel frattempo mi aveva raggiunto. Ero evidentemente sotto choc pensando a quanto poteva succedermi oltre ai danni, ingenti, alla vettura». Ma dopo la paura è arrivato anche il momento dei problemi: «Mi trovo in evidente difficoltà per qualsiasi trasferimento, finchè la macchina non sarà riparata, abitando in una zona che non dispone di servizi pubblici. La mia assicurazione non prevede coperture per questo tipo di incidente, e mi dovrò rivolgere a un avvocato con tutte le spese che ne deriveranno. Chi devo ringraziare per questo: la Regione, la Provincia o la Società Autostrade?». TRENTINO 25 MARZO 2010
La favola bella del camoscio salvato
Marika Caumo
TELVE (TN). Un cucciolo di camoscio curato e salvato dai cacciatori. «Per Telve questo è un evento»: Matteo Tessaro, 16 anni da guardiacaccia alle spalle, è orgoglioso. Insieme alle “doppiette” del paese ha appena liberato nel bosco l’animale di nemmeno un anno. Un batuffolone di pelo strappato a morte certa. Il giovane ungulato era stato trovato pochi giorni fa da Corrado Fedele, cacciatore della sezione, precisamente lo scorso 11 marzo in località Valtrighetta, ai margini della strada provinciale che porta al Passo Manghen. Solo, senza la mamma e magrissimo, si è subito fatto avvicinare. «Atteggiamento insolito, sintomo che era ammalato, spiega Tessaro, che insieme a Fedele e a Fabio Agostini ha provveduto al recupero del cucciolo. Lo hanno portato a casa di un altro cacciatore della riserva, Fabio Sartori. Qui, adagiato in un letto di fieno, è stato visitato dal custode del Centro recupero animali selvatici feriti del Casteller, Fabio Cagol, che ha diagnosticato una polmonite. «Probabilmente la mamma lo ha lasciato nel fondovalle perché potessimo trovarlo e curarlo. Ci ha lanciato un vero e proprio messaggio d’aiuto, se lo teneva con sé il piccolo avrebbe infettato tutto il branco», spiega ancora Tessaro. Il camoscio è stato curato per quindici giorni, con antibiotici, flebo e mangime. Tante le persone che sono andate a trovarlo, sperando in una pronta guarigione. «Non succede quasi mai che un piccolo sopravviva a una malattia, siamo riusciti a prenderlo in tempo. La malattia era all’inizio e, curato amorevolmente, il camoscio è guarito», aggiunge il guardiacaccia. Bello cicciotto e rinforzato, è arrivato il momento di lasciarlo libero, nello stesso posto in cui è stato ritrovato, non prima di aver applicato agli orecchi due targhette di riconoscimento, al fine di poterne rilevare gli spostamenti. Ad assistere alla liberazione ieri pomeriggio c’erano una quindicina di cacciatori della sezione, con il rettore Raffaele Zadra. Ma all’evento non hanno voluto mancare numerosi bambini delle scuole elementari con le loro maestre e alcuni genitori, che hanno seguito affascinati l’apertura della gabbia e l’animale allontanarsi a grandi balzi nel bosco, per poi fermarsi qualche metro più in alto. Qualche secondo, il tempo di voltarsi ad osservare un’ultima volta bambini e cacciatori, e poi via di nuovo, sparito fra le fronde. «Ora speriamo che ritrovi la madre e il branco», conclude Tessaro. Ieri i cacciatori di Telve lo hanno promesso solennemente: contro quel camoscio non alzeranno il fucile. IL TIRRENO 25 MARZO 2010
Incidenti stradali e danni, colpa dei cervi
MONTEMURLO (PO). Un problema davvero spinoso, o per meglio dire ungulato, quello legato ai cervi nella provincia di Prato. Così oggi pomeriggio, alle 17 al centro visite “Il Borghetto” (via di Bagnolo di Sopra 24) a Montemurlo, l’assessore provinciale Napolitano ha convocato gli stati generali sui danni provocati dagli animali selvatici. «L’obbiettivo - come spiega l’assessore Napolitano - è quello di mettere un punto fermo sulla questione dei cervidi e studiare strategie condivise per salvaguardare le colture e anche per limitare al minimo il fenomeno degli incidenti stradali legati agli animali selvatici». Contenimento. E’ di qualche tempo fa infatti il sopralluogo organizzato dal Comune di Montemurlo a Cicignano, dove una trentina di agricoltori hanno mostrato i danni subiti dagli olivi in una delle zone più colpite dalle razzie dei cervi e degli altri ungulati. La Provincia di Prato si era già espressa in merito attraverso l’ultimo calendario venatorio. Aveva cioè introdotto per la prima volta l’abbattimento selettivo del daino e aumentato il numero totale di ungulati che potevano essere abbattuti: 332 caprioli e 142 cervi in totale, cinquanta in più rispetto all’anno passato. Incidenti. Se si considera invece il rapporto tra numero di incidenti stradali causati da animali selvatici e superficie agricolo-forestale, la Provincia di Prato è al quarto posto tra le province toscane. A dirlo è un report della Regione Toscana in base alle richieste di risarcimento per incidenti stradali causati da animali selvatici tra il 2001 e il 2008. Anche se non esaustivo, perchè non tutti chiedono il risarcimento, la banca dati regionali evidenzia un trend generale di crescita degli incidenti. Al via dunque la tavola rotonda cui spetterà il compito di trovare almeno un punto di partenza per arginare le razzie delle colture e al tempo stesso limitare al minimo gli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica. Agli stati generali parteciperanno la Provincia, la Consulta della caccia al completo, tutti i Comuni, la Comunità Montana, l’Atc 4, i rappresentanti di tutte le associazioni agricole, venatorie e ambientaliste della Provincia. MESSAGGERO VENETO 25 MARZO 2010
Cavalli-taxi come nell Ottocento Turisti in carrozza per il centro
di GIACOMINA PELLIZZARI
Udine in carrozza. Non è uno slogan e tantomeno un tuffo nel passato. Al contrario, se qualche imprenditore intraprendente vorrà organizzare il servizio a misura di turisti potrà farlo perché il nuovo regolamento comunale per l’esercizio degli autoservizi pubblici non di linea offre la possibilità di adibire al noleggio con conducente tre veicoli a trazione animale. «A Udine questo servizio non si è mai visto – spiega l’assessore alle Attività commerciali Vincenzo Martines –, ma qualcuno nel tempo potrebbe istituirlo». L’ipotesi ha fatto sorridere anche i componenti della commissione Bilancio che, ieri sera, hanno analizzato il regolamento prima di sottoporlo al giudizio del consiglio comunale. L’articolo 4 del nuovo regolamento parla chiaro: in città è prevista la circolazione di 40 taxi di cui 5 attrezzati per i portatori di handicap, 25 autovetture da adibire al servizio di noleggio con conducente, 3 motocarrozzette e altrettanti veicoli a trazione animale. Martines sa bene che sarà piuttosto improbabile veder circolare nel capoluogo friulano i turisti a bordo delle carrozze trainate dai cavalli, ma non per questo se la sente di escluderlo. «Teoricamente è possibile – sottolinea –, il regolamento prevede tutte le opzioni del trasporto pubblico possibili. Se un giorno qualcuno avrà la possibilità di farlo potrà attivarlo». Un’ipotesi affascinante difficilmente traducibile in un’attività redditizia. E questo lo sottolinea pure l’assessore: «Chiaro che non sarà facile trasformare il servizio in un’attività economica vera e propria». Una cosa è certa: la novità o la curiosità come è stata definita da diversi commissari ha fatto discutere la commissione Bilancio, presieduta da Enrico D’Este (Innovare). Il primo a farla notare è stato Natale Zaccuri (Pdl) ricordando che non capita dal 1866 di veder istituire il servizio di carrozze per il trasporto pubblico. Il decano del consiglio comunale, facendo un tuffo nel passato, ha spiegato, infatti, che in quell’anno il consiglio comunale «accordava a Valentino Carlini un sussidio annuale di fiorini 500 per attivare un servizio di almeno sei vetture pubbliche». Detto questo la commissione ha dato il via libera al regolamento con l’astensione del Pdl. Lo stesso Zaccuri, però, ha chiarito che l’astensione del suo gruppo non è legata alle perplessità sul possibile arrivo delle carrozze bensì da quelle derivanti dal nuovo sistema di aggiornamento delle tariffe dei taxi sottoposte, da quest’anno, all’adeguamento Istat. Su questo punto l’assessore si è impegnato a fornire durante la seduta del consiglio comunale tutti i chiarimenti richiesti. Il timore dell’opposizione è che le nuove tariffe dei taxi possano subire rincari pesanti rispetto a quelle in vigore. Chiuso il capitolo carrozze, la commissione Bilancio ha approvato anche il regolamento per la disciplina delle manifestazioni fieristiche di rilevanza locale e l’acquisizione di un pezzo di strada tra le vie San Rocco e della Roggia. IL GIORNALE 25 MARZO 2010
ZOOMARINE LO SHOW DEL MARE Sabato riapre il parco acquatico con tecnologiche novità
Antonio Venditti
Torvaianica (RM) - Al nastro di partenza a Torvaianica la stagione 2010 di «Zoomarine», il primo parco divertimenti acquatico del centro Italia. Attivo dal 2006, con i suoi 35 ettari di verde, specchi d’acqua per 9 milioni di litri, numerose attrazioni e 300 addetti, lo scorso anno è stato la meta di 400.000 visitatori. Un richiamo dovuto anche a film e fiction di successo girate nel parco. Per quest’anno «Zoomarine», che riapre sabato, offre tre grandi novità: un parco acquatico di 12.000 metri quadrati con due piscine da oltre 3000 posti, scivoli d’acqua e kamikaze, il roller coaster vertigo, una montagna russa con una caduta verticale da 30 metri e il «giro della morte» e lo stadio dei rapaci. Inoltre attrazioni, spettacoli e giochi. Nel parco particolare attenzione è rivolta alla natura e al legame tra uomo e animale. Sono stati piantati oltre 12.000 alberi. A «Zoomarine» sono affidati animali sequestrati o in difficoltà, mentre la clinica veterinaria collabora su oltre 20 progetti di ricerca. Nel 2009, Zoomarine ha ottenuto la prima licenza di parco zoologico in Italia.
LA PROVINCIA DI VARESE
25 MARZO 2010
Randagi sbranano le caprette
Il terribile episodio registrato martedì a Brezzo di Bedero ha lasciato tutti a bocca aperta. I cani, se non adeguatamente educati, rischiano di autoorganizzarsi in branco, seguendo la figura del maschio dominante. Così è successo anche a Tradadte, dove a fare le spese dell'aggressività di due cani non è stata una persona, ma altri animali. Nelle scorse settimane, infatti due cani in una delle loro scorribande lontano da casa, hanno raggiunto via Cappuccini a Tradate e si sono introdotti nel recinto dove erano custodite alcune caprette. Il risultato dell'incontro-scontro tra i due gruppi di animali è quasi scontato. Ad avere la peggio sono state quattro capre, tutte uccise dai due cani. Il proprietario delle capre ha fatto solo in tempo a raggiungere il recinto e confinare i cani in attesa dell'arrivo della polizia locale. Gli agenti sono risalti al padrone dei due cani, un uomo di Venegono Inferiore. Gli animali erano probabilmente scappati arrivando a Tradate attraverso i boschi. Le ragioni del comportamento aggressivo degli animali è da ricercare nella loro stessa natura. Nel momento in cui un cane entra a far parte di una società composta di persone, questo vede nella famiglia umana un surrogato del branco, in cui si trova per forza di cose ad occupare un ruolo subordinato, essendo il proprietario a provvedere ai suoi bisogni, diventando in questo modo capobranco. Spesso, però, i proprietari di cani provvedono alle necessità pratiche del proprio animale trascurandone completamente l'aspetto etologico e commettendo enormi errori di comunicazione. Se, infatti, il padrone del cane non riesce a dimostrarsi sufficientemente autoritario e carismatico, sarà il cane stesso a sentirsi in diritto di occupare il ruolo rimasto vacante.
LA PROVINCIA DI SONDRIO
25 MARZO 2010
L'iniziativa a San Giacomo
Asini taglia-erba per Sommarovina
Gli animali ora a Chiavenna verranno liberati nei prati della frazione
Stefano Barbusca
SAN GIACOMO FILIPPO - Asini in prima linea per curare i prati di Sommarovina. E' il progetto lanciato da un gruppo di consorziati che, di fronte alla necessità di tenere puliti alcuni spazi verdi situati vicino alle case della frazione di San Giacomo Filippo, hanno deciso di puntare sull'allevamento di queste bestie.
A lanciare l'idea sono state nove persone che, nei periodi di vacanza, tornano ad abitare le case dell'abitato situato all'imbocco della Valle Spluga. Come avvenuto in tanti altri nuclei montani della provincia di Sondrio, nella seconda metà del secolo scorso gli abitanti si sono trasferiti a valle e negli ultimi decenni la cura dei prati è venuta meno. E' diventato fondamentale ricercare una soluzione per combattere un eccessivo avanzamento del bosco verso le case. Da parte dei proprietari delle bestie è stata assicurata un'adeguata vigilanza per evitare che si vengano a creare situazioni di disagio. Per evitare spiacevoli inconvenienti le aree di pascolo verranno delimitate, proprio come avviene per altri animali. Al momento gli asini sono custoditi in una stalla a Chiavenna, ma presto saliranno a Sommarovina per iniziare la propria attività di spazzini dei prati. Intanto i promotori del progetto spiegano di essere interessati a valutare la possibilità di coinvolgere altri compaesani e gli enti locali. Questo tipo di iniziativa, promossa per difendere dall'abbandono uno dei nuclei più caratteristici della zona, assume un valore che va al di là dell'interesse diretto nei confronti degli appezzamenti. CORRIERE ADRIATICO 25 MARZO 2010
Bocciato l’abbattimento dei cinghiali a primavera. Damiani: “E’ da irresponsabili” Il piano provinciale impallinato dai cacciatori
Cagli (PU) - Il piano di contenimento elaborato dalla Provincia per evitare che alcuni animali, in particolare il cinghiale, si diffondano in modo irreparabile nelle campagne dell'entroterra, ha suscitato polemiche tra i cacciatori di Cagli e Acqualagna. Mauro Damiani, coordinatore e consigliere del Pdl di Acqualagna, si è confrontato più volte con coloro che si trovano a cacciare periodicamente nelle zone di Cagli e limitrofe, raccogliendo dure critiche nei confronti del nuovo piano provinciale.
CORRIERE DI SIENA
25 MARZO 2010
Pericolo - I cinghiali invadono Belverde.
Allarme scattato dopo che un ungulato ha aggredito un cucciolo di cane. Abbattimento impossibile, si catturano con la gabbia mobile.
Sonia Maggi
Monteriggioni (SI) - C’è un problema da risolvere nel quartiere di Belverde, che, sebbene collocato nel comune di Monteriggioni, di fatto rientra nella periferia senese. Da qualche tempo gli abitanti subiscono una minaccia insolita ma concreta, che ha bisogno di una soluzione, anche rapida: cinghiali alle porte di casa. Evidentemente il piccolo boschetto che lambisce il quartiere e al tempo stesso la grande viabilità, come la tangenziale ovest e l’ingresso della superstrada Siena-Firenze, è diventato habitat naturale di questi ungulati che da tempo rappresentano un problema in tutta la provincia di Siena. Ma stavolta, oltre alla paura che gli animali possono arrecare alla popolazione il rischio che qualche famigliola attraversi all’improvviso il raccordo provocando gravi incidenti è davvero tangibile. L’allarme è partito da una segnalazione degli abitanti, un cucciolo di cane sarebbe stato aggredito da un cinghiale proprio a Belverde. Da qui l’interessamento dell’Ufficio risorse faunistiche e riserve naturali della Provincia che, insieme alla polizia provinciale, ha organizzato un sopralluogo in zona. Gli abitanti del posto parlano della presenza di almeno cinquanta cinghiali, ma a parte eventuali esagerazioni, il rischio esiste eccome. Tanto da pensare ad un rimedio che sia assolutamente risolutivo. Impossibile organizzare una campagna di abbattimento come si fa in certe zone boschive, la vicinanza del boschetto alle case renderebbe pericolosa la caccia per appostamento con fucile a pallettoni. Vietato sparare a distanza tanto ravvicinata dalle case. E allora? Non resta che cercare di catturare gli ungulati in maniera meno cruenta ma ugualmente efficace, almeno si spera. Così dopo il sopralluogo si è pensato di utilizzare il rimedio della gabbia mobile. Nei prossimi giorni verrà collocata una sorta di “trappola“ all’interno del boschetto con un’esca per i cinghiali, cibo irrinunciabile si suppone, e quando gli animali saranno all’interno della gabbia la chiusura della saracinesca dovrebbe garantirne la cattura. Cosa ci si farà poi con i cinghiali catturati a Belverde questo è tutto da scoprire (forse salsicce), così come resta difficile stabilire se tutti gli animali presenti potranno essere catturati, dal momento che non esiste l’anagrafe del cinghiale o un censimento preciso di quelli residenti a Belverde. Scherzi a parte, da tempo gli agricoltori di varie zone della provincia lamentano il fenomeno cinghiali, e uno di questi, da noi intervistato, ebbe a dire che “al giorno d’oggi i cinghiali sono ’ammaialati’ e non hanno paura di mischiarsi fra la gente”. Previsione azzeccata a quanto pare, il cinghiale sta per diventare un animale domestico che non esita però a fare razzia di tutto ciò che incontra nel suo passaggio. La Legge Sandrina, portata avanti da Benito Scucchia a tutela delle vittime degli incidenti stradali provocati dall’invasione dei cinghiali torna prepotentemente alla ribalta. Il Corriere di Siena l’ha sostenuta e la sostiene ancora. Scucchia si è battuto per affermare il principio del risarcimento fino alla sua scomparsa. Proprio nella chiesa di Belverde qualche anno fa organizzò una delle sue plateali proteste. E’ sempre più evidente che Scucchia e il Corriere si sono fatti fautori di una battaglia più che legittima.
ANMVI OGGI 25 MARZO 2010
EUTANASIA, LA SIVE PRESENTA UN MANUALE
Sabato 27 marzo, a Malpensa Cavalli, la Società Italiana Veterinari Per Equini (SIVE) presenterà in anteprima agli iscritti un nuovo manuale pratico dedicato all'eutanasia nel cavallo. L'occasione è data dal seminario sulla medicina d'urgenza nel cavallo adulto, che vedrà la partecipazione del relatore Kevin Corley, specialista in grande ospedale per equini attivo nella principale area di allevamento e competizione dell'Irlanda.Il Manuale, che sarà inviato a tutti i soci in allegato alla rivista ufficiale della SIVE, Ippologia, è stato realizzato da Sara Nannarone. "In quanto Medici Veterinari (ed esseri umani!) - dichiara l'autrice- è nostro dovere garantire il maggior rispetto del benessere animale che prevede il diritto ad una vita di "buona qualità" e alla non sofferenza, senza necessariamente basarsi sulle esigenze o sugli interessi del proprietario. L'eutanasia deve esser compiuta trovando il giusto equilibrio tra il principio fondamentale di provocare il minimo dolore e stress all'animale e ai presenti e la realtà dei diversi contesti in cui ci si trova ad effettuarla".Il Manuale contiene le linee guida per i Medici Veterinari che si troveranno ad affrontare situazioni delicate" in cui dovranno valutare la necessità di sottoporre un cavallo ad eutanasia. Si tratta dell'ultimo atto medico che potrà essere compiuto nei confronti di un nostro paziente e che richiederà una prestazione condotta a tutti gli effetti secondo scienza, coscienza ed etica professionale.Per la consulenza sugli aspetti deontologici la SIVE ringrazia Carla Bernasconi, Vice Presidente FNOVI. La SIVE sta già lavorando ad un secondo manuale sull'uso dei medicinali nel settore ippiatrico, che si caratterizza per le differenti implicazioni di sanità animale e sicurezza alimentare a seconda che il cavallo sia ritenuto o meno produttore di alimenti per l'uomo. ANMVI OGGI 25 MARZO 2010
STERILIZZARE: UNA RESPONSABILITA’ NON UN BUSINESS
Sterilizzare i cani: giusto o sbagliato? Se lo chiede una lettera pubblicata sulla Gazzetta Parma alla quale ha risposto il Presidente di ANMVI Emilia Romagna, Giuliano Lazzarini, con un intervento pubblicato nell'edizione on line. La lettera, non firmata, è un "appello proprio a difesa dei diritti degli animali" contro "la malsana abitudine di sterilizzare i cani". "Non trovo ragione di praticarla se non per evitare alcuni fastidi al proprietario- scrive il lettore che conclude: "potrei addirittura pensare che si tratti di un ingegnoso «business» per i veterinari, ma non voglio arrivare a tanto". Il giornale stesso ha risposto richiamando la competenza veterinaria. " L'argomento è certamente di competenza medica - scrive Lazzarini- e riguarda una prestazione veterinaria di norma non complessa, ma che è pur sempre un intervento chirurgico, ad elevata invasività, da eseguirsi con deontologica "scienza e coscienza". Certamente non si fonda sull'"evitare alcuni fastidi al proprietario". "L'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani è impegnata a contrastare un approccio non professionale al problema e ribadisce l'importanza di tutelare il benessere animale attraverso l'attenzione all'individualità del paziente ed una valutazione del singolo soggetto. Per i cani di proprietà, la sterilizzazione non è comunque obbligatoria e può anche, a seconda dei casi, non essere indicata. Ma di certo non è una "malsana abitudine" e nemmeno un ingegnoso «business» per i veterinari", si tratta infatti di una prestazione ad elevato impatto sulla sanità pubblica veterinaria". "Il controllo della popolazione canina, randagia o di proprietà, è un dovere sociale che da qualche tempo riceve notevole impulso dalle istituzioni sanitarie anche attraverso specifici piani di prevenzione finanziati dalle Pubbliche Amministrazioni. Nessun proprietario è esente dall'obbligo di un possesso responsabile nei confronti del proprio cane e della collettività- conclude Lazzarini- obbligo che si traduce anche nel ponderare attentamente la scelta di far riprodurre il proprio animale o di prevenire cucciolate indesiderate, consapevoli che la discendenza indesiderata viene, nella migliore delle ipotesi, addossata alla collettività e alle limitate risorse economiche del Servizio Sanitario Nazionale". LA GAZZETTA DI MODENA 25 MARZO 2010
Animali proibiti sequestrati all'aeroporto
BOLOGNA. Una macabra collana di conchiglie e di teschi di scimmiette dipinti di rosso, ideale per riti vudù. Oppure gusci di tartarughe che fanno da casse di risonanza ad etniche chitarre. Ma anche deliziosi idoletti tribali, scolpiti nell’avorio di zanne di elefante. Tutti souvenir bloccati all’aeroporto Marconi di Bologna, nel deposito che da circa un anno è stato dato al Noc, il Nucleo Operativo Cites della Forestale. C’è anche un maestoso leone maschio impagliato. «Qua se ne vedono proprio di tutti i colori», spiega l’ispettore Pasquale Di Donato, a capo del gruppo che controlla e sequestra le merci che violano le norme Cites: la convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna in via d’estinzione. Ultima operazione, la scorsa settimana con la Polizia delle Dogane: 140 confezioni di farmaci cinesi sequestrate. Dalle pastiglie di rinoceronte, allo sciroppo di orso bruno, alle sigarette a base di una rara pianta che cresce sull’Himalaya. Un certo spazio è riservato ai trofei di cacciatori che, al ritorno in patria, vengono attesi al varco e diventano a loro volta prede. Il deposito ospita, oltre al leone, portato a casa da un bracconiere, anche un leopardo impagliato, con tanto di ramo da cui sembra che stia per spiccare un balzo. Ma buona parte dell’attività del Noc riguarda le pelli: borsette di varano, cinture di pitone, valigie di alligatore. «Molti le acquistano in vacanza e non sanno che per importarle servono certificazioni», spiega Di Donato. Le sanzioni per chi viene trovato in possesso arrivano ai 3.000 euro per quelle merci, come l’avorio, di cui è proprio vietato il commercio. Nella rete della Forestale, finiscono poi anche partite più grosse. «Quando c’è stata Linea Pelle (la fiera del settore a Bologna nei giorni scorsi, ndr) abbiamo fermato un imprenditore giapponese e gli abbiamo sequestrato 140 pelli di coccodrillo illegali», dice Di Donato. Rispetto a qualche anno fa il fenomeno, grazie anche al Noc, è più sotto controllo. «La gente sa quello che può e non può fare. Anche se c’è ancora qualcuno che ci prova». Come la signora che, pochi giorni fa non ha resistito a portarsi a casa un singolare rimedio contro la pressione bassa: le corna di un’antilope della Mongolia da consumare poi grattuggiate, come fosse parmigiano.
ASCA
25 MARZO 2010
BIODIVERSITA': ENPA, FALLIMENTO NEGOZIATI A DOHA. ITALIA LA SACRIFICA
Roma - A Doha ''l'Italia boccia la regolamentazione dei prelievi di corallo che avrebbe permesso di evitare una eccessiva pressione sugli ecosistemi locali''.
E' la denuncia dell'Enpa che giudica ''paradossale'' come ''proprio nell'anno internazionale della biodiversita', la conferenza Cites, strumento che quella biodiversita' dovrebbe tutelare, si concluda con un clamoroso fallimento''.Alla vigilia della chiusura della convenzione sul commercio delle specie minacciate di estinzione, in corso a Doha (Qatar), l'Enpa fa notare come ''L'interesse particolare di pochi commercianti locali sia prevalso sull'interesse generale alla tutela degli ecosistemi. E parte di questa responsabilita' - denuncia - ricade anche sul nostro Paese''. Infatti, pur di ''tutelare'' una ristretta cerchia di artigiani, la delegazione italiana ha respinto ogni ipotesi di compromesso sulla regolamentazione del commercio di corallo; proposte che prevedevano non la messa al bando ma una semplice regolamentazione.''L'idea - aggiunge l'Enpa - era quella di favorire una gestione razionale dei prelievi, per evitare una eccessiva pressione sui singoli ecosistemi locali''. Ma a essere in discussione - secondo l'Ente Nazionale Protezione Animali - e' il modo stesso in cui le istituzioni italiane si rapportano alla tutela della biodiversita': ''un tema sul quale viene speso un profluvio di parole senza che i fatti seguano alle dichiarazioni di principio. E infatti sono forse in pochi a sapere che la Commissione Scientifica Cites italiana, quella che dovrebbe decidere sull'importazione di prodotti di origine animale o vegetale nel nostro Paese, e' decaduta a dicembre 2009 e da allora non e' stata rinnovata''. Aggiunge l'Enpa: ''Sarebbe molto interessante sapere chi decide quali e quanti prodotti animali e vegetali sia possibile importare in Italia. Come possono i nostri rappresentanti avere la pretesa di tutelare la biodiversita' se sono poi cosi' gravemente inadempienti? Ma evidentemente le parole e le petizioni di principio servono a nascondere quel disinteresse di fondo che costituisce la minaccia principale per la sopravvivenza di milioni di organismi viventi, animali e vegetali''.
CORRIERE DELLA SERA
25 MARZO 2010
Pronto intervento h 24, 150 interventi al giorno in un'area di 3.200 chilometri
Alligatori dispersi e pitoni nel bagno:tornano in azione gli Animal Cops Miami
Riparte la serie dedicata alla squadra speciale della Florida impegnata nella tutela degli animali
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Uno degli Animal Cops di Miami alle prese con una delle «creature» che è incaricato di proteggere
MILANO - Pensi alla polizia e pensi a Miami. E subito ti vengono alla mente Horatio Cane e gli altri membri della squadra investigativa scientifica protagonisti di Csi Miami. Ma nella città simbolo della Florida c'è anche un altro corpo di polizia davvero speciale: quello degli Animal Cops, gli agenti della Miami Dade Police Department Animal Services Unit protagonisti di una serie tv di grande successo negli Usa e visibile in Italia anche su Animal Planet (canale 421 di Sky). La nuova stagione prende il via domenica 28 marzo alle 22.
SQUADRA SPECIALE - Nata nel 2005, l'unità è composta da agenti e investigatori impegnati nell'opera di controllo e tutela della fauna su un'area di 3.200 chilometri, da Miami South Beach alle Everglades della Florida. Un vasto territorio che comporta un grande numero di interventi: mediamente sono 150 al giorno. La serie descrive il lavoro di soccorso, riabilitazione e reintroduzione dell'habitat naturale di animali selvatici ed esotici. Diverse sono le branchie in cui sono organizzati gli Animal Cops: la Florida Fish and Wildlife Conservation Commission, con una linea telefonica dedicata al soccorso in caso di incidenti con alligatori; la squadra veleni del Miami Dade Police Department; e l'Everglades Outpost Wildlife Refuge, l'ente dedicato alla tutela della fauna selvatica delle Everglades.
CASI ESTREMI - Un alligatore sperduto che causa un ingorgo con una coda di 14 chilometri sull'autostrada, un pitone scovato in un bagno pubblico, i resti di animali sacrificati per riti religiosi e satanici. Sono tante le situazioni con cui devono fare i conti gli agenti di questa squadra speciale, chiamata sempre più stesso a prevenire e reprimere abusi su animali di vario genere. Gli Animal Cops non ci sono solo a Miami e Animal Channel, nella versione Usa, dedica episodi anche alle analoghe squadre operative a Detroit, Houston, Philadelphia, Phoenix, San Francisco e New York .
AMATI DAL PUBBLICO - Come molti personaggi che entrano nelle case attraverso le tv, anche i protagonisti di questa serie (che a differenza di quelli di Csi, Ncis e simili non sono attori ma veri poliziotti ripresi durante il loro lavoro quotidiano) sono diventati volti noti e amati dal pubblico. Molti i messaggi di ringraziamento sul forum ufficiale della trasmissione e su diversi blog. «Mia figlia ha sette anni, ama la vostra trasmissione e gli animali - scrive ad esempio MgNissen da Corona, California -. Inutile dire che da grande vuole diventare anche lei una Animal Cop».
CORRIERE DELLE ALPI 25 MARZO 2010
L' orso esagera e finisce nel mirino
Laura Milano
CESIOMAGGIORE (BL). Non aspetta neppure che gli umani vadano a dormire. L’orso M5, meglio conosciuto come Dino, nel giro di due giorni ha sventrato conigliere e pollai, in Valle di Canzoi, muovendosi con disinvoltura fra le case in tarda serata. Ha fatto una scorpacciata di galline e conigli, in due riprese, saccheggiando almeno due abitazioni e agendo prima della mezzanotte. E’ stato avvistato dal proprietario dell’ex agriturismo Pittol, mentre era intento a divorare gli animali, e anche da un cliente dell’agriturismo Ai 4 Pass che ha potuto solo prendere atto dell’imponenza del bestione. Ma ora M5, come preferiscono chiamarlo le guardie provinciali, è tenuto metaforicamente sotto tiro. L’orso ha preso troppa confidenza, dimostra di non essere in soggezione rispetto all’uomo e soprattutto ha talmente fame da non fermarsi davanti a finestre illuminate né tantomeno di fronte a una rete che lo divide dal suo pasto. Tutti elementi che tengono alto il livello d’attenzione del corpo delle guardie provinciali, coordinato da Gianmaria Sommavilla. Adesso, in base al protocollo internazionale sul monitoraggio dei plantigradi, si è giunti alla “fase 2”, quella del livello dissuasivo prescritto dalle amministrazioni locali. L’orso si sta facendo sempre più impudente e invadente? Ebbene, se dovesse avvicinarsi troppo ai centri abitati, si beccherà una raffica di pallettoni di gomma sul sedere. Lo scopo è quello di mettergli ben in testa l’associazione, di creare un effetto condizionato. «L’animale in questione che nel giro di qualche giorno si è mangiato di tutto compreso un pavone, nelle sue scorribande fra Sovramonte e Cesiomaggiore, è sempre lo stesso, è quello che noi definiamo come M5. E’ già stato catturato e gli è stato messo il radiocollare che sfrutta le onde radio del Gps», spiega Gianmaria Sommavilla. «Alle sette di sera noi avvertiamo il segnale emesso e sappiamo dove trovarlo. Così escono le squadre notturne e controllano i suoi movimenti. Quando l’orso che è diventato disinvolto, magari non confidente con l’uomo ma nemmeno pauroso, si avvicina alle case, viene centrato da pallettoni di gomma che gli provocano dolore, inducendolo a cambiare aria e condizionandolo a tenersi a distanza di sicurezza dai centri abitati. Non siamo ancora in stato di allerta, né si è arrivati all’estrema soluzione della cattura e dell’abbattimento dell’animale, su disposizione del ministero. Resta il fatto però che il comportamento del bestione sta dando qualche grattacapo». Le ultime escursioni di Dino sono state documentate a Cullogne, Toschian fino alla Val Canzoi e a Montagne. Dopo quattro mesi di digiuno, l’orso ha fame ma forse non ha voglia di mettersi a litigare se viene ostacolato. MESSAGGERO VENETO 25 MARZO 2010
In Alto Friuli dieci anni di incontri L esperto: non attacca l'uomo
SOCCHIEVE (UD). Lusevera, val del Torre: 1999. E poi Cansiglio, gennaio 2001, Chiusaforte agosto 2007. E ancora Forni Avoltri due anni fa, Tarcentino inizio estate dell’anno scorso fino all’avvistamento dell’orso della val Tagliamento presente tra Forni di Sopra, Socchieve e Ampezzo da almeno da un anno. Da oltre un decennio, provenienti dalla Slovenia, gli orsi sono tornati sulle montagne friulane. Ormai gli avvistamenti non sono più isolati. Una presenza, quella deio plantigradi, che però, secondo gli esperti, non deve preoccupare. Non si registrano infatti attacchi nei confronti dell’uomo. Vero è che l’animale può cibarsi anche di prede di una certa dimensione, ma per lo più utilizza, come cibo, carcasse di altri animali, morti non a seguito di una predazione, ma più spesso per cause diverse o naturali. Una biodiversità, quella della Carnia, (oltre l’orso, nella zona di Socchieve è stata rilevata la presenza della lince, dello sciacallo dorato e del cane procione) che dimostra come il territorio si stia rinaturalizzando anche con una certa rapidità. L’orso dunque è stanziale in Carnia e a Socchieve in particolare, dove ha trascorso l’inverno in semiletargo. A testimoniare la non pericolosità del plantigrado è Stefano Filacorda dell’Università di Udine, che studia la presenza dell’orso nella nostra regione. La predazione di animali di medie dimensioni è da ritenersi un comportamento raro, spesso compiuto da giovani maschi, e con l’aumentare dell’età tende a scomparire. I danni alle arnie, ad allevamenti di pecore e pollai, denunciati più volte sarebbero, in base ai rilievi dell’Università di Udine, effettuati dallo stesso individuo di 3-4 anni, dal peso di un centinaio di chilogrammi, rilievi determinati dalle analisi del Dna ricavato dalle feci e del pelo.
L'ARENA GIORNALE DI VERONA
25 MARZO 2010
Le mucche dopo l’inverno al chiuso assaporano la primavera. E saltano di gioia
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Assicura un esperto olandese che questa mucca sta saltando dalla gioia. Perché? Semplice, sente che la primavera è arrivata e con essa la possibilità di pascolare sull’erba dei prati dopo i mesi invernali trascorsi al chiuso e al semi-buio di una stalla. Insomma, anche questi mammiferi hanno un cuore, esprimono sentimenti, si possono sentire contenti. La foto è stata scattata in una fattoria ecologica olandese, non lontano da Utrecht, una fattoria che tiene molto al benessere degli animali, che comunque poi finiscono con produrre latte quando gli va bene e bistecche quando gli va peggio. Come capita alle mucche, da che mondo è mondo.
MESSAGGERO VENETO UDINE 25 MARZO 2010
Si faranno mangimi con gli scarti dei prosciutti
San Daniele (UD). I carnicci, ovvero gli scarti della lavorazione del prosciutto, diventeranno farine per la preparazione di cibo per animali. É il nuovo progetto firmato dal parco agro-alimentare di San Daniele in collaborazione con il consorzio del prosciutto. L’impianto sarà realizzato entro l’anno e consentirà lo stoccaggio della materia prima e la sua trasformazione attraverso diverse fasi, ideate di modo da integrarsi con l’ambiente circostante e risolvere il trattamento dell’umido e degli odori sgradevoli, senza comportare alcun tipo di pericolo inquinamento. Lo smaltimento dei carnicci si trasforma così in una risorsa che rispetta la natura circostante, come richiesto sin dall’inizio dal parco agro-alimentare, particolarmente attento a salvaguardare il proprio territorio di riferimento. Questo impianto risolverà dunque in modo definitivo la problematica del riutilizzo/smaltimento dei carnicci. La costruzione dell’impianto sarà avviata immediatamente, grazie a un finanziamento regionale già predisposto nel 2009 per questo progetto e al costo che sosterranno Nova Foods Srl e D&D Srl. Si tratta, tra l’altro, di una nuova realtà produttiva visto che potrà contare per un decennio su una convenzione con il consorzio del prosciutto, che fornirà la materia prima, e che, secondo gli accordi, il parco agro-alimentare parteciperà agli utili provenienti dalla creazione delle farine, assicurandosi così risorse per avviare nuovi progetti per lo sviluppo del proprio territorio. L’incarico di realizzazione dell’impianto è stato affidato lo scorso 23 marzo in occasione dell’ultima riunione del consiglio d’amministrazione, che ha concluso il primo triennio dalla costituzione del Parco nella forma di Scarl. E per la terza volta il bilancio è stato chiuso in attivo. LA TRIBUNA DI TREVISO 25 MARZO 2010
La «cena della beccaccia» Cacciatori festeggiano la stagione «Ai Sette Nani»
PONTE DI PIAVE (TV). Si è tenuta «Ai Sette Nani», a Negrisia, la tradizionale «cena della beccaccia» a cui hanno partecipato una sessantina tra cacciatori e simpatizzanti. Le beccacce sono state abbattute nello scorso autunno nell’azienda faunistico-venatoria «La Grava» di Cimadolmo il cui concessionario è Nino Zanotto. Grande soddisfazione tra gli appassionati della caccia alla «regina del bosco», in quanto in questi ultimi anni le beccacce sono aumentate come esemplari presenti lungo tutto il corso del fiume Piave. Gli animali sono stati cucinati dal cuoco Tiziano Carletti, esperto dei piatti preparati con questo speciale selvatico che è quello preferito dai cacciatori di piccola selvaggina che viene ricercata con l’ausilio dei cani da ferma.
BIG HUNTER
25 MARZO 2010
Amiche di BigHunter, Daniela Pasinetti: la caccia è un richiamo interiore
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Daniela Pasinetti, oggi ventinovenne, caccia da quando di anni ne aveva solo 18. Non è un caso che nella sua vita la caccia sia entrata così presto, a casa Pasinetti, a Rima San Giuseppe (VC) sono tutti cacciatori, mamma compresa, e amanti della vita rurale. Daniela è infatti anche istruttrice equestre e fattrice.
La caccia, che pratica prevalentemente agli ungulati in Zona Alpi, per lei è una passione che solo chi vive può comprendere, oltre che una tradizione che tramanda saperi preziosi. A differenza di un normale hobby o sport, l'attività venatoria aiuta ad acquisire un grande autocontrollo, disciplina e rispetto. Valori che la società di oggi ha perso. Forse – ci spiega Daniela – è per questo che la caccia è poco capita e apprezzata. A questo proposito dice di essere stata fortunata. Ha un fidanzato che va a caccia con lei e le sue amiche che non la praticano non l'hanno mai criticata. “Non si sono mai permesse di giudicare", spiega riferendosi agli attacchi che vengono inferti alla categoria dagli "animalisti". Anzi - dice - “spesso si sono avvicinate cercando di capire, e sono venute a caccia con me”. Del resto, continua Daniela “io non sono una cacciatrice sfegatata di quelle che quando escono di casa col fucile sulla spalla devono per forza tornare con qualche capo. Io vivo per l'immenso legame che si stringe con la natura e con gli animali, sentimenti che molti nemmeno conoscono”.
Daniela non manca di sottolineare alcune contraddizioni animaliste: "Quando sento che i cacciatori vengono disprezzati perchè uccidono mi arrabbio, non muoiono forse anche la mucca, il pollo? Mangiarli è nella nostra natura, anzi la selvaggina a differenza di un capo nato in allevamento, ha infinite possibilità di finire i suoi giorni in altro modo e non viene sottoposta a nessuna sofferenza in vita”.
Ma la caccia è soprattutto altro. Ad un vero cacciatore infatti “basta anche solo vedere il fantastico lavoro dei suoi cani e la passione con cui si impegnano nella caccia”, spiega ancora questa giovane cacciatrice, che anche al di fuori di questa attività vive il contatto con gli animali e la natura. "Quando arriva il periodo di caccia, spiega, senti un richiamo interiore ed è più forte di te, un istinto, che non si può spiegare".Daniela si dice contraria all'abbattimento dei capi più giovani e di femmine in alcuni casi concessa nella caccia di selezione e lancia un messaggio ai cacciatori: “non limitatevi alla scelta del trofeo, abbattere un animale zoppo o già ferito è la vera selezione".
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L'UNITA' 25 MARZO 2010
TRAPIANTI: AL VIA PROGETTO CONTRO RIGETTO CRONICO ORGANI
MILANO - Risolvere il problema del rigetto cronico degli organi trapiantati grazie alla terapia genica: e' l'obiettivo di un progetto triennale (2010-2012) portato avanti da tre centri di ricerca e sostenuto dalla Fondazione Cariplo e dalla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Il centro coordinatore e' l'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Bergamo che, insieme al Consorzio per la Ricerca sul Trapianto di Organi tessuti (Corit) di Padova e al Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologia (Icgeb) di Trieste, portera' avanti il lavoro per un problema ancora irrisolto: ''Chi fa un trapianto di rene, cuore o fegato - spiega il Mario Negri - ha oggi 90 probabilita' su 100 di stare bene a un anno dall'intervento chirurgico. Ma i risultati a lungo termine non sono cosi' buoni: i farmaci antirigetto che si usano adesso hanno eliminato il rigetto a un mese dal trapianto, ma non sanno contrastare il danno progressivo all'organo che si manifesta negli anni e porta alla perdita della sua funzione''. Gli scienziati, usando un modello messo a punto nelle scimmie, utilizzeranno nuovi 'virus navetta' per introdurre alcuni geni nelle cellule dell'organo, in modo da impedire il rigetto cronico nel trapianto di rene. Questo sara' il punto di partenza per future applicazioni in altri trapianti di organi solidi, come il cuore o il fegato. |