24 NOVEMBRE  2009

BLITZ QUOTIDIANO

24 NOVEMBRE 2009

 

Nigeria: ribaltato camion con 100 cani da mangiare

Panico tra i commercianti di carne di Calabar, in Nigeria, alle prese con il conto delle perdite, dopo il ribaltamento di un camion che trasportava più di cento cani: una delle prelibatezze della cucina locale

 

 

Chi può avere il coraggio di mangiarli?

 

Panico tra i commercianti di carne di Calabar, in Nigeria, alle prese con il conto delle perdite, dopo il ribaltamento di un camion che trasportava più di cento cani: una delle prelibatezze della cucina locale.Gli animali erano destinati al celebre mercato di Ika Ika Oqua, dove vengono acquistati per essere poi serviti in speciali locali – i “joints” – dedicati alla cucina canina. Riconoscibili perché contrassegnati dal disegno di un muso di cane o dalla più ermetica scritta “il 404 è pronto”.Se la ricetta tradizionale per un Fido “à la carte” vede tra gli ingredienti indispensabili gin locale, foglie, spezie e peperoni, è possibile però anche ordinare un “telefono”, composto dalla coda e da una generosa porzione di intestino. Una vera chicca, a detta degli intenditori. Mentre chi desidera una più umile portata a base di zampe può invece accontentarsi di chiedere una “trasmissione”.


Animalieanimali

24 NOVEMBRE 2009

 

BRACCONGGIO? E' FURTO ALLO STATO!
Sentenza del Tribunale di Genova che segue la strada iniziata da Maurizio Santoloci.

 

 

I bracconieri possono essere condannati anche per furto ai danni dello Stato, oltre che per i reati previsti dalla normativa sulla caccia. E' quanto accaduto ad un bracconiere genovese colto in flagrante con reti, fucili e volatili selvatici. Il tribunale di Genova lo ha condannato a quattro mesi di reclusione e 200 euro di multa per furto ai danni dello Stato (con sospensione condizionale della pena). L'uomo, residente a Pegli, nel ponente genovese, era stato sorpreso due anni fa dalla Polizia Provinciale sulle alture della Val Varenna mentre azionava le sue reti da uccellagione, in possesso di fucile, munizioni, e volatili selvatici di cui si serviva come richiami vivi. E' subito scattata la denuncia a cui ha fatto seguito la liberazione, su disposizione del pubblico ministero, degli esemplari di tordi e merli da lui catturati illegalmente.
Giovedì scorso la condanna in primo grado. "E' stata applicata - spiegano alla Polizia Provinciale - un'innovativa interpretazione giurisprudenziale del 2004 della Corte di Cassazione penale, in base alla quale ai cittadini privi di licenza di caccia che si appropriano illecitamente di animali selvatici (che appartengono al patrimonio indisponibile dello Stato) continua ad applicarsi anche il reato di furto ai danni dello Stato, fermi restando gli altri reati venatori o in materia di armi". 


LIBERO
24 NOVEMBRE 2009
 
"Furto ai danni dello Stato"Bracconiere condannato
 

Genova - Un bracconiere è stato recentemente condannato dal tribunale di Genova a quattro mesi di reclusione e duecento euro di multa per furto ai danni dello stato (con sospensione condizionale della pena). Il bracconiere era stato colto in flagrante con reti da uccellagione, fucili e volatili selvatici di cui si serviva come richiami vivi.La sentenza ha portato alla ribalta la teoria giurisprudenziale del “furto venatorio”, ancora oggi applicabile, soprattutto a carico dei bracconieri che uccidono animali protetti o in via di estinzione. Purtroppo si tratta una norma quasi dimenticata e quindi poco applicata, nonostante sia stata avanzata per la prima volta negli anni ’80 e mai abrogata. I bracconieri, infatti, possono essere condannati anche per furto ai danni dello Stato, oltre che per i reati previsti dalla normativa sulla caccia.
Alla Polizia Provinciale spiegano che: «È stata applicata un'innovativa interpretazione giurisprudenziale del 2004 della Corte di Cassazione penale, in base alla quale ai cittadini privi di licenza di caccia che si appropriano illecitamente di animali selvatici (che appartengono al patrimonio indisponibile dello Stato) continua ad applicarsi anche il reato di furto ai danni dello Stato, fermi restando gli altri reati venatori o in materia di armi».In realtà questa teoria giurisprudenziale ha, come si è detto, radici più antiche del 2004, ma è stata trascurata nel tempo, non avendo più trovato forze di polizia disposte ad applicarla.
Fin dal 1982, Maurizio Santoloci - oggi magistrato con qualifica di Cassazione e funzioni di GIP presso il Tribunale di Terni, e direttore dell’Ufficio Legale della LAV - fu uno dei protagonisti promotori della teoria del "furto venatorio", quando era Pretore di Sorgono in provincia di Nuoro.
Infatti, all’epoca, una delle sue prime iniziative fu il contributo alla creazione della teoria della caccia abusiva come furto ai danni del patrimonio dello Stato come prassi giurisprudenziale. Dopo una serie di sentenze che propongono l'innovativo principio, Santoloci firma il primo mandato di cattura in Italia contro un bracconiere accusato di aver ucciso un raro muflone sardo. Nasce così una nuova azione della magistratura che in tutta Italia arresta i bracconieri responsabili di abbattimenti di animali protetti e incrimina chi esercitava la caccia in modo abusivo per il reato grave di furto aggravato ai danni dello Stato.
Nel comunicato stampa della Lav (anche nel manuale Tutela giuridica degli animali, LAV e Diritto all'Ambiente Edizioni), il magistrato Maurizio Santoloci e l'Avv. Carla Campanaro dell’Ufficio Legale della LAV spiegano:
«Riteniamo che chi abbatte animali protetti con lo scopo (elemento soggettivo - dolo) di appropriarsi dell'animale abbattuto, integra il reato di "furto venatorio" ai sensi degli artt.624 e 625 Codice Penale essendo appunto la fauna abbattuta patrimonio indisponibile dello Stato e l'autore agendo al di fuori di ogni ipotesi di possibile licenza di caccia.
È dunque per puro "bracconaggio predatorio" Chi invece abbatte animali protetti con lo scopo (elemento soggettivo - dolo) non di appropriarsi degli animali stessi ma di ucciderli per atto fine a se stesso, non integra il reato di "furto venatorio" ma di "danneggiamento di fauna selvatica" ai sensi dell'art. 635/II° comma Codice Penale essendo - come sopra accennato - la fauna selvatica patrimonio indisponibile dello Stato e l'autore agendo al di fuori di ogni ipotesi di possibile licenza di caccia. E dunque per puro “bracconaggio vandalico”. Di conseguenza chi viene trovato in possesso di animali protetti morti e conservati o impagliati o comunque altro, derivanti da uccisioni illegali, risponde del reato di ricettazione ex art. 648 c.p. stante l'origine delittuosa delle spoglie come reato presupposto
».
 

http://www.libero-news.it/pills/view/25596


ROMAGNA NOI
24 NOVEMBRE 2009
 
Cesenatico - Nel casolare un covo di bracconieri
Nei guai due agricoltori di 42 anni e 66 sorpresi dalla polizia municipale. Con trappole e richiami non autorizzati catturavano uccelli selvatici e alcune specie protette. Per i due uomini i reati ipotizzati sono diversi tra cui bracconaggio, caccia di frodo e maltrattamento di animali
 
CESENATICO (FC) - (n.b.) Due agricoltori di Cesenatico col vizio del bracconaggio: avevano trasformato il casolare di campagna in un centro di cattura e detenzione di uccelli selvatici. Catturati anche esemplari di specie protette. Per i due una lunga lista di accuse che sono state formulate nei loro confronti dagli agenti della polizia municipale di Cesenatico, coadiuvati da una guardia zoofila locale. E’ stata peraltro quest’ultima a dare il via all’operazione, avendo notato lunedì mattina, in un casolare vicino alla discarica, alcune reti per la cattura di uccelli celate dietro ad una fitta vegetazione.
Trappole e reti. Nell’aia del casolare, erano stati realizzati quattro tunnel di rete metallica, contenenti mele e cachi ed una cinquantina di storni svolazzanti in una voliera collegata alla “trappola”, che servivano da richiami per altri uccelli, oltre a 75 mele avvolte da calze in rete plastica, appese agli alberi, nelle quali i volatili sarebbero finiti intrappolati qualora si fossero posati per cibarsi. E, ancora, 27 reti, 12 aperte, alte 2,50 metri, per dieci metri di lunghezza l’una, altre 15 in un armadio nel casolare, cui vanno aggiunte quelle da quaglie contenute nel vano caldaia.
Sono così finiti nei guai C. R. di 42 anni, ed A. R. di 66, entrambi agricoltori di Cesenatico e cacciatori con regolare licenza, ma che utilizzavano tutt’altro modo di cattura degli uccelli. Per loro, che hanno dichiarato di praticare questa attività non a fini commerciali, ma solo venatori, gli agenti hanno ipotizzato i reati di bracconaggio, detenzione di specie animali protette e senza anello, detenzione di richiami acustici e materiale non autorizzato, caccia di frodo e maltrattamenti nei confronti di animali. Sono stati sottoposti a confisca i richiami ed il materiale utilizzato, gli uccelli vivi e in buono stato saranno liberati ed è stata richiesta la sospensione della licenza di caccia per i due, incensurati. Ad occuparsi del caso, il Pm Marco Forte.
 
http://www.romagnanoi.it/News/Romagna/Cesenatico/Cronaca/articoli/93785/Nel-casolare-un-covo-di-bracconieri.asp

BRESCIA OGGI

24 NOVEMBRE 2009

 

Saleri: «Recuperati e curati 237 animali feriti»

 

Provincia di Brescia - Danno la caccia a chi, per cacciare, infrange le regole. Sono gli agenti del nucleo ittico-venatorio della polizia provinciale di Brescia, che dipendono dall'assessorato di caccia e pesca, «proprio per stare al passo con le direttive di giunta e rispondere con interventi sempre più ad hoc», chiarisce il comandante Dario Saleri.
Non solo, perchè dal momento in cui l'azione sinergica sembra essere la soluzione migliore, per favorire il ripopolamento delle specie con fauna naturale, il nucleo ittico-venatorio ha iniziato a collaborare anche con l'Ambito Territoriale di Caccia.
IL LAVORO non manca mai. Lo dimostra il fatto che, prima di tracciare bilanci a lungo termine, Saleri fa sapere che proprio nelle ultime ore, sono stati fermati due bracconieri (della Valtellina) con tre cervi in oasi protetta, in Val Camonica.
«Dall'inizio dell'anno abbiamo recuperato 237 animali feriti: fortunatamente, nella maggior parte dei casi, riusciamo a rimetterli in libertà dopo averli affidati alle cure veterinarie di centri veterinari specifici, anche in collaborazione con il WWF». Lieto fine per questi pazienti un po' speciali, ma non per chi ha tentato di sottrarli a madre natura: sotto il profilo venatorio, sono 56 gli accertamenti di natura penale elevati oltre a 155 contestazioni amministrative, con il sequestro di 16 fucili, 80 trappole sepolte e 1.843 ad archetto, 40 lacci e 62 reti per uccelli (per un totale di 850 mq). Anche il controllo ittico riserva numeri piuttosto elevati: 86 infrazioni amministrative, e quasi 3 mila metri di reti sequestrate.
Fondamentale anche l'attività di controllo ambientale preventivo, in collaborazione con varie associazioni: «Forse non è così noto, per esempio, quanto siano pericolosi i cinghiali nelle nostre zone: con nutrie e piccioni (nel 2008 ne sono stati sequestrati rispettivamente 7.500 e 35 mila) danneggiano seriamente i campi agricoli».


IL TIRRENO

24 NOVEMBRE 2009

 

Maltratta un cane, finisce nei guai

 

PISA. Grazie alla segnalazione di una giovane passante indignata per la scena cui aveva appena assistito, sabato gli agenti della polizia municipale hanno sorpreso in Borgo Stretto un questuante di origini rumene mentre strattonava per il guinzaglio e prendeva a calci sul muso un piccolo cane meticcio, al solo scopo di costringerlo a non allontanarsi dal sagrato della chiesa di San Michele dove stava chiedendo l’elemosina. Il cucciolo è stato preso in consegna dagli agenti e sottoposto a visita veterinaria. L’uomo è stato denunciato e l’animale affidato al canile.


CRONACA QUI

24 NOVEMBRE 2009

 

Sheila ha perso anche la vista a causa dell’inedia. I padroni: "Non ce la facevamo più"

Troppo poveri per poterlo sfamare: il cane di famiglia rischia di morire

 

 

 

Alessandro Maldera

 

BARRIERA DI MILANO (TORINO)- Povertà, incuria ed igno­ranza: sono queste le cause che si celano dietro il triste destino di Shila, un incrocio di cane pastore tedesco che a causa della prolungata man­canza di cibo ha perso l’uso della vista.
La scorsa domenica le guar­die zoofile della Lida, se­guendo un’anonima segnala­zione, sono entrate in un pic­colo appartamento d’edilizia popolare di Barriera di Mila­no dove, sdraiata sul pavi­mento, hanno trovato una ca­gnolina deperita ed in condi­zioni di salute quasi dispera­te. Sheila, infatti, è ridotta ad essere solo più pelle ed ossa e a causa della lunga assenza di cibo è diventata anche cieca. L’animale è stato subito preso in consegna dai volontari della Lida che però hanno deciso di non sanzionare i padroni, nonostante ci fosse­ro tutti i presupposti. Questi ultimi, infatti, si sono giusti­ficati asserendo di essere in drammatiche condizione economiche e quindi di non essere stati in grado di poter provvedere al cane «Non abbiamo provveduto al sequestro penale dell’anima­le - spiega Zaira, guardia zoo­fila della Lida - e quindi non abbiamo multato i padroni di Sheila, solo perchè abbiamo constatato con mano il reale livello d’indigenza in cui vi­ve questa famiglia. In altre parole non abbiamo ritenuto giusto peggiorare la situazio­ne. Ciò non toglie che l’ani­male, con il sopraggiungere dei problemi economici, sia stato del tutto abbandonato al proprio destino: se non fos­simo intervenuti la cagnoli­na, di solo 5 anni, sarebbe morta in pochi giorni».Insomma, Sheila era diventa­ta un costo insostenibile per i propri padroni, una famiglia composta da quattro perso­ne, tutte disoccupate, che pe­rò al posto di decidere darla in affido a qualche associa­zione animalista hanno pre­ferito smettere di occuparse­ne.
«La nostra paura, tutt’altro che infondata, è che Sheila non sopravviva all’i n te rn o del canile dove adesso e cu­stodita - aggiunge Roberta, una delle guardie zoofile che ha tratto in salvo l’animale ­. Questa cagnolina purtroppo non vede e quindi ha bisogno di una famiglia. Se non trove­remo una casa per Sheila, purtroppo il suo destino sarà segnato. [...]


L'ARENA GIORNALE DI VERONA

24 NOVEMBRE 2009

 

CAPRINO (VR). Intervenuto il Corpo Forestale
Cane maltrattato affidato alla Lav Padrone denunciato

Viveva in condizioni pietose Catena corta e nessun riparo

 

Caprino (VR) - Lo chiamano il migliore amico dell’uomo invece viveva attaccato ad una catena cortissima, saldata a una gabbia, alla mercé delle intemperie senza alcuna cura.
La segnalazione di maltrattamento di un meticcio di pastore tedesco è stata fatta dalla Lega antivivisezione che ha inoltrato un esposto al Corpo forestale dello Stato, Comando provinciale di Verona. Il presunto caso di maltrattamento riguarda un’azienda agricola di Caprino dove due agenti del Cfs sono intervenuti ponendo fine alle sofferenze di un esemplare di grossa taglia, che viveva in condizioni pietose. Era legato ad una catena di poco più di un metro, che tendeva ad attorcigliarsi su se stessa riducendosi quasi ad un cappio. Per lui nessun riparo idoneo né dal caldo né dal freddo, solo il fango sul fondo di una gabbia in grigliato forato, che certamente non gli ha risparmiato pioggia, sole e calura. Condizioni che la povera bestia, non giovane, deve avere patito da un po’, secondo l’esposto della Lav. Se era vivo è certo che qualcosa da bere e da mangiare gli veniva dato, ma non basta. Il cane è considerato dal legislatore un animale d’affezione, perciò è necessario prendersene cura non solo per i bisogni che ne garantiscono la sopravvivenza, appunto acqua, cibo e riparo, ma anche visite veterinarie, l’essere ed il sentirsi accudito. Un esemplare come questo, di dimensioni notevoli, ha bisogno di muoversi, fare passeggiate, non può restare legato tutta la vita. Invece le sue condizioni, che anche l’Ulss sta verificando, potrebbero avergli procurato anche lesioni fisiche causate dell’abbandono. Un atteggiamento omissivo che, secondo a Corte di Cassazione, è condizione per configurare il reato di maltrattamento. Anche la Regione Veneto ha in ogni caso dato precise linee guida per la «detenzione di animali d’affezione» che, in questo frangente, non potrebbero sicuramente considerarsi rispettate. Come indicato dalla Lav, sebbene il titolare dell’azienda agricola abbia riferito che il meticcio sarebbe stato lì da pochi giorni e legato solo per timore che scappasse, altre persone avrebbero testimoniato il contrario: che era lì da mesi.
È stato affidato alle cure dei volontari della Lav, in una struttura dove potrà sentirsi al sicuro. Il proprietario rischia la reclusione da 3 mesi ad un anno o la multa da 3 a 15mila euro.


IL GAZZETTINO

24 NOVEMBRE 2009

 

BAONE (PD) Colpi di forca e badilate ai due poveri animali in un cascinale ai piedi del monte Cero

Asino e cane seviziati dal padrone

Intervengono i volontari della Lac, i vigili e i carabinieri. Il giudice dispone il sequestro

 

Baone (PD) - Infilzava un povero asino con una forca e prendeva a badilate il proprio cane. Gli animali non potevano certo difendersi, ma ora dovrà vedersela con la giustizia. A finire nel mirino delle guardie zoofile della lega per l'abolizione della caccia è un uomo di Calaone, al quale sono state sequestrate entrambe le bestiole. Il personale della Lac ha raccolto per settimane le testimonianze degli abitanti del borgo ai piedi del monte Cero, effettuando anche alcuni sopralluoghi nella fattoria. Dalle ricerche è emerso come il proprietario dei due animali, L.D., non avesse scrupoli ad infierire sull'asinello con un forcone. Al cane, un meticcio di grossa taglia, toccavano invece colpi di badile sul capo. Le guardie sono piombate nell'aia qualche giorno fa, accompagnati dagli agenti della polizia locale dell'unione dei Comuni dei colli euganei. Cane ed asino sono finiti sotto sequestro ed il sodalizio li ha affidati ad alcuni volontari, che se ne stanno prendendo cura. Data la gravità della situazione la Lac ha denunciato i fatti alla magistratura. Il pubblico ministero Renza Cescon ha concesso l'autorizzazione al sequestro dell'asino, per sottrarlo a possibili altre sofferenze. Il via libera è arrivato dal giudice Paola Cameran, che ha convalidato anche il sequestro probatorio del meticcio. Gli oggetti delle “attenzioni”, certamente poco gradite, sono stati prelevati con la collaborazione dei carabinieri della Compagnia atestina. Ad una prima analisi, ancora sommaria e che andrà confermata dalle visite eseguite dai veterinari dell'associazione, i segni delle percosse e delle lesioni fanno pensare ad un'abitudine radicata nel tempo. «Per questo povero asinello, animale che suscita dolcezza e fa parte integrante della rappresentazione della natività – dice Andrea Zanoni, presidente veneto della Lac - le nostre guardie si sono rivelate come autentici angeli, arrivati a sottrarlo alle continue torture. Ora l'asinello ed il cane sono in buone mani, accuditi, finalmente accarezzati e non più colpiti barbaramente». [...]


LEGGO

24 NOVEMBRE 2009

 

Prendeva a badilate il cane e feriva con il forcone l’asino..

 

BAONE (PD) - Prendeva a badilate il cane e feriva con il forcone l’asino che avevano avuto la sfortuna di finire nelle sue grinfie. Grazie a una segnalazione di gravi maltrattamenti nei confronti di queste due povere bestie, le guardie zoofile della Lac di Padova hanno raccolto testimonianze ed effettuato sopralluoghi. Il quadro emerso è allarmante: L.D. di Calaone di Baone, proprietario degli animali, non aveva scrupoli ad infierire d’abitudine sull’asinello e il cane sferrando ripetutamente badilate sul capo del cane di grossa taglia, presumibilmente perché poco ubbidiente, e colpendo con un forcone appuntito il povero ed inerme asinello procurandogli profonde lesioni. Le guardie hanno quindi proceduto ad effettuare il sequestro probatorio del cane, accompagnati dalla Polizia Municipale di Baone, in quanto L. D. è conosciuto in paese per essere un individuo particolarmente violento. L’uomo è stato denunciato alla magistratura per maltrattamento di animali. Per prelevare l’asinello, anch’esso sotto sequestro, sono dovuti intervenire i carabinieri per prevenire reazioni irruente del proprietario, incollerito per il provvedimento. Ora il cane e l’asinello sono al sicuro presso strutture idonee, in attesa di un’adozione.


VARESE NEWS
24 NOVEMBRE 2009
 
Cani e rispetto della vita dignitosa
 
Leggo oggi con sconcerto ed incredulità del cagnolino - un "vecchietto" di ben 13 anni - abbandonato in stato pietoso all'interno di una proprietà privata e soccorso grazie all'intervento sinergico di un collaboratore di un'associazione animalista con Polizia e Carabinieri.
Rimango schifata, nel modo più assoluto, apprendendo che questo squallido individuo riconosciuto come il proprietario dell'animale abbia anche osato minacciare gli investigatori e mi auguro che paghi fino all'ultimo centesimo la pena pecuniaria che gli verrà giustamente comminata per abbandono.
Vorrei ricordare, a questo punto, che anche gli animali sono esseri viventi e pertanto anche a loro dovrebbe essere garantita una vita dignitosa.
Certo, uomini ed animali sono diversi, e forse non dovrebbe stupire che, in un mondo in cui si lascia che ogni 6 secondi un bambino muoia di fame, non venga garantito rispetto e tutela neppure agli animali... Tuttavia voglio continuare a credere che l'essere umano sia migliore di come spesso appare e possa impegnarsi tanto per garantire un'esistenza dignitosa ai suoi simili quanto alle altre creature viventi. In fin dei conti è proprio questo vostro articolo a farmi continuare a sperare: se da un lato, infatti, c'è un perfetto idiota che abbandona un animale, dall'altro ci sono persone che, chi per volontariato, chi per senso civico e del dovere, si adoperano a rendere un pochino migliore questo angolo di mondo che è Travedona Monate. Cordialmente 24/11/2009 FRANCESCA B.
http://www3.varesenews.it/comunita/lettere_al_direttore/articolo.php?id_articolo=157380

PUPIA
24 NOVEMBRE 2009
 
MONDRAGONE (CE). C’era chi li aveva salvati dalla strada, offrendogli, nei limiti delle proprie possibilità, un riparo ed un pasto quotidiano, ma nel loro già triste destino hanno trovato la morte per mano di ignoti.
 
 
 
             
 
Mondragone (CE) - Sono stati uccisi, con delle polpette avvelenate, i dieci cani randagi che Veronica e il suo fidanzato curavano in un terreno abbandonato a Mondragone, in via Sancello. Ogni giorno arrivavano da Napoli per dargli da mangiare e fargli compagnia. Non era soltanto un gesto di amore verso gli animali, loro consideravano ormai quegli animali come una famiglia, come dei figli. L’ultimo cagnolino, “Cipo”, lo avevano trovato in quello stesso terreno, chiuso in un cassetto, aveva solo un paio di mesi, lo hanno visto crescere, hanno udito il suo primo abbaio. “Abbiamo ricevuto tante minacce ma non abbiamo mai mollato”, dice Veronica. “A qualcuno forse davano fastidio o davamo fastidio noi, e ha deciso di sterminarli, ha fatto una strage e questa strage ha sconvolto letteralmente la mia vita, ha trafitto il mio cuore”. Cipo, Cipa, Bamba, Nanà, Wisky, Bobby, Bianca, Scamby, Scambina, Indy, questi i nomi dei dieci piccoletti uccisi da un veleno mischiato a della carne macinata. Un vero e proprio tranello mortale per i cani, uno strazio per chi si prendeva cura di loro. I due ragazzi hanno denunciato l’episodio presso la locale caserma dei carabinieri, che sono intervenuti nella zona per effettuare i rilievi. “Vogliamo giustizia, forse per gli altri sono solo dei cani, ma per noi erano dei figli che ci hanno ucciso”, gridano i due giovani, che invocano massimo impegno da parte delle forze dell’ordine e si appellano all’amministrazione comunale e alle associazioni affinché vengano puniti i responsabili.
 
http://www.pupia.tv/mondragone/notizie/000607.html

SICILIA INFORMAZIONI

24 NOVEMBRE 2009

 

Polpette killer contro i cani randagi, due denunce a Bagheria

 

I Carabinieri di Bagheria, nel Palermitano, hanno denunciato due persone che nella frazione di Mongerbino, tra i Comuni di Aspra e Santa Flavia, stavano preparando un composto di carne e cocci di bottiglia per uccidere i cani randagi della zona, che a loro dire arrecavano disturbo. I due denunciati sono M.N., 54 anni e S.A, pensionato di 73 anni.Ne da notizia la Lega Antivivisezione che in un comunicato esprime «stima ai Carabinieri di Bagheria per l'operazione condotta a Mongerbino, grazie alla quale si è scongiurata una strage non solo di cani randagi ma anche di altri animali». «L’azione condotta dai militari dell'Arma – ha spiegato Marcella Porpora, Coordinatrice regionale LAV Sicilia - è di estrema importanza anche perché di solito è difficile riuscire ad individuare gli autori di questi vili gesti". Nel caso di Mongerbino le polpette killer erano state preparate mescolando cocci di vetro a carne tritata, più spesso però si usano veleni, in genere prodotti di sintesi per l'agricoltura, facilmente reperibili e altamente pericolosi anche per l'incolumità pubblica. Dallo scorso gennaio è in vigore un'Ordinanza contro i bocconi avvelenati, firmata dal Sottosegretario alla Salute Martini, dove si fa preciso riferimento all'intervento dei Sindaci, laddove vi sia anche il solo sospetto di avvelenamento, alla bonifica dell'area interessata, nonché alla segnalazione dell'area con un'apposita cartellonistica.


BIG HUNTER

24 NOVEMBRE 2009

 

Verona: avvelenati tre cani da caccia. Assessore: più vigilanza e bonifica dell'area

 

Tre avvelenamenti in pochi giorni. Non era mai accaduto prima a San Zeno di Montagna, paese in provincia di Verona. A subire questa tremenda sorte nel bosco della zona di Fittanze sono stati 3 cani da caccia, due pointer e un setter. Secondo quanto portato a galla da Simone Finotti, assessore alle politiche agricole, presidente del Comprensorio di caccia del paese e veterinario che ha soccorso i cani, “giovedì è morto il primo, un pointer di un cacciatore, un maschio di 8 anni.

La domenica una femmina di 4 anni, sempre un pointer: ha mangiato qualcosa nel bosco e, dopo cinque minuti, ha iniziato ad avere sintomi”. Il mercoledì successivo è stata la volta di un setter maschio da caccia, di 2 anni, anche lui ha ingerito qualcosa, anche questa volta, dice Finotti, “me l'hanno portato in tempo poiché sono riuscito a farlo vomitare e a salvarlo”.
La zona dove i bocconi sono stati trovati è una delle più belle e frequentate, a rischio oltre ai  cani da caccia ci sono anche tutti quelli portati a passeggiare.  Finotti si è detto molto preoccupato per la situazione: “a nome della comunità – ha dichiarato - chiedo alla polizia provinciale e al corpo forestale dello Stato una solerte sorveglianza. Non bisogna che chi compie questi gesti resti impunito. In ogni caso, convocherò l'assemblea dei soci cacciatori per organizzare una bonifica”.

MATTINO DI PADOVA

24 NOVEMBRE 2009

 

Cani avvelenati, muore per il dolore

 

Gianni Biasetto

 

TEOLO (PD). I vicini di casa non hanno dubbi: è stato il dolore per la perdita dei suoi due cani, Asia una femmina di pastore tedesco e Viola una cagna di razza setter, ai quali era molto legato, avvelenati nel giardino della sua casa di via San Antonio a Treponti, a spezzare il cuore di Bruno Rossi, 75 anni, stroncato giovedì scorso da un infarto.  «L’uomo - dice un confinante - non aveva mai lamentato problemi cardiaci, ma da quella notte che gli hanno avvelenato i cani nel giardino di casa soffriva da morire, al punto da chiudersi in se stesso e non parlare più con nessuno. Bruno era molto legato soprattutto a Viola, la cagna da caccia di 11 anni, la portava con sè tutti i giorni a passeggio. Erano inseparabili. Amava molto gli animali e il modo con cui gli hanno ammazzato i suoi due cani lo ha gettato nello sconforto più totale. Quei delinquenti, o quel delinquente che la notte del 9 novembre ha buttato nel giardino della famiglia Rossi i bocconi avvelenati merita la galera». Asia e Viola sono state trovate esanimi la mattina successiva da una nipotina di Bruno, erano una distesa davanti la cuccia e l’altra vicino al portone d’ingresso della casa dove il pensionato abitava con la moglie Diana. La figlia della coppia, Ivana, dopo aver segnalato il fatto ai carabinieri, anche se la morte per avvelenamento pareva evidente, ha fatto fare l’autopsia sui corpi dei due animali. Il responso del veterinario arrivato alcuni giorni dopo ha confermato i dubbi della donna e subito in zona è scattato l’allarme per il timore che altri animali facessero la stessa barbara fine. Il girno dopo la morte di Asia a Viola a Treponti un altro cane, un bastardino di piccola taglia, sparì dalla circolazione. A quel punto un imprenditore di via San Antonio ha deciso di mettere in palio una ricompensa di 10 mila euro a chi avesse fornito indicazioni utili all’individuazione dell’autore dell’ignobile gesto. Purtroppo la «taglia» non ha finora sortito risultato. Quell’episodio ha lasciato il segno in casa Rossi e anche se la morte di Bruno non sarà forse da mettere in stretta relazione con l’avvelenamento dei suoi cani, sicuramente dopo quell’ignobile gesto l’uomo è caduto in uno stato di profonda prostrazione.


IL TIRRENO

24 NOVEMBRE 2009

 

Più controlli sulla vendita dei veleni

 

SAN MINIATO (PI). Sul preoccupante fenomeno degli avvelenamenti di cani da tartufo, l’Associazione Dav (Difesa Ambiente Animali e Vita), che ha una delegazione a San Miniato, intende condannare con fermezza tali comportamenti.  «Atti gravissimi, perpetrati a danno di animali indifesi, che rappresentano - afferma Alessio Giani della Dav - una macchia indelebile per tutto l’ambiente che gira intorno alla ricerca dei pregiati tartufi di San Miniato. Evidentemente un mondo che ha perso di vista quello che da sempre ha rappresentato la raccolta dei tartufi per la nostra zona, con tutto il clamore ed il prestigio che ha consegnato ai comuni del comprensorio.  Oltre a questo vorremo precisare che chi compie atti simili, oltre a colpire i malcapitati cani, i loro padroni, e tutto il mercato che ci gira intorno, mettono in serio pericolo anche la vita delle molte potenziali vittime dei famigerati bocconi avvelenati. Tali polpette infatti in molti casi sono state ritrovate anche nei boschi in zone vicine alle aree abitate, con tutti i pericoli che questo comporta per la presenza di bambini.  Un’occasione in più per riflettere su quanto sia necessario porre un freno alla libera vendita di certi veleni, troppo facilmente reperibili da chiunque. Continuiamo - conclude la Dav - a ritenere quanto mai necessario un maggior controllo, magari da attuare da parte delle istituzioni locali, sulla vendita di tali sostanze».


IL GIORNALE DI VICENZA
24 NOVEMBRE 2009
 
UCCISE UN CAGNOLINO, DIECI MESI
TRIBUNALE1/ l'imputato dovrà risarcire il padrone
 
 
Bassano (VI) - Condannato per aver ucciso un cagnolino in una via pubblica di Bassano. È severa la condanna inflitta dal giudice dibattimentale Deborah De Stefano a Cortese Giusto, 54 anni, di Vicenza, per il reato di uccisione di animale: dieci mesi di reclusione in carcere, pena estinta per effetto dell'indulto, e risarcimento al padrone della bestiola, costituitosi parte civile, di 5 mila e 700 euro, cifra che comprende il danno subito per la perdita del fido e le spese legali sostenute in tribunale.
I fatti avvennero il 20 giugno del 2005, quando Giusto sparò senza motivo al cagnolino, che non sopravvisse al colpo. Il padrone si rivolse alle forze dell'ordine e nei confronti dell'imputato scattarono le accuse di uccisione di animale, reato del codice penale che punisce "chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale"; Giusto venne accusato anche di accensioni ed esplosioni pericolose.
In aula, per il primo reato è scattata la condanna, mentre per il secondo l'assoluzione per prescrizione.D.M.
 
http://www.ilgiornaledivicenza.it/dossiers/Comunit%C3%A0/65/181/106795/

IL CITTADINO
24 NOVEMBRE 2009
 
Vimercate: collare elettrico al cane
La polizia denuncia il proprietario
 
Anna Prada
 
Vimercate (MB) - Un collare capace di trasmettere scosse elettriche. Infilato al collo di un cane da caccia e azionato a distanza, con un telecomando. Una circostanza che al proprietario dell’animale, un 35enne vimercatese, è costata la denuncia per maltrattamento che il comando di polizia locale ha inoltrato alla Procura di Monza.
I fatti risalgono all’inizio della settimana. Lunedì pomeriggio alcuni passanti hanno chiamato la centrale di piazza Marconi per avvertire che un cane giaceva immobile in mezzo a via Caprotti, ex via del Salaino, a Oreno. Gli agenti sono intervenuti e hanno constatato che l’animale, vittima di un investimento, era ferito ma ancora vivo. Mentre stavano prestando soccorso e conducendo i primi accertamenti per individuare il proprietario del cane, i vigili si sono accorti che il collare mostrava qualche strano rigonfiamento.
A un’analisi più attenta, sono apparsi dei filamenti evidentemente utilizzati per produrre una scossa elettrica su impulso di un telecomando. Sono trascorsi pochi minuti e in via Caprotti è sopraggiunto il proprietario che stava ispezionando la campagna orenese alla ricerca dell’animale fuggito solo qualche ora prima. Alle immediate contestazioni degli agenti, l’uomo ha replicato che il collare era comunque a norma di legge e che il suo l’utilizzo era perfettamente regolare.
Giustificazione che è apparsa del tutto infondata, anche sulla scorta di precise verifiche effettuate dalla polizia locale presso il servizio veterinario della Asl, oltre che presso altri enti che si occupano di animali e di diritti. Il collare a impulsi elettrici è illegale, è uno strumento che procura dolore e che viene talvolta usato per l’addestramento o per impedire al cane di abbaiare. Il telecomando aziona l’invio di una scarica elettrica che colpisce il collo dell’animale e infligge sofferenza. Un quadro chiaro e inequivocabile, come la denuncia a carico del proprietario.
 
http://www.ilcittadinomb.it/stories/Cronaca/103112_soccorrono_un_cane_ha_il_collare_elettrico_vimercate_denunciato_dagli_agenti/

L'ARENA GIORNALE DI VERONA
24 NOVEMBRE 2009

 

AGGRESSIONE. Nel cortile di un’abitazione a San Pietro di Lavagno (VR)
Gattino azzannato da due cani da caccia

Alla richiesta delle generalità, il padrone scappa

 

San Pietro di Lavagno (VR) - Un gattino di appena sei mesi aggredito e azzannato da due cani da caccia. È accaduto sabato mattina in una tenuta agricola, nel territorio di San Pietro di Lavagno. «Quark, il micio, è ancora in pericolo di vita, ma la veterinaria che lo ha suturato è ottimista», racconta al telefono E.C., la giovane proprietaria dell’animale, che sabato mattina - intervenendo con il suo ragazzo - ha evitato al micetto di perdere in un colpo solo le sue proverbiali sette vite.
«Non erano ancora le 8», rievoca, «e stavo chiacchierando con il mio ragazzo quando abbiamo sentito dei latrati di cane provenire dal giardino della mia abitazione. Il pensiero è andato immediatamente ai gatti: ne abbiamo tre, altrettanti regali di cittadini poco per bene che hanno pensato di abbandonarli in aperta campagna, nella nostra tenuta. Due hanno sei mesi, il più piccolo poco più di un mese».
«Siamo scesi precipitosamente in giardino», racconta E.C., «e ci siamo trovati di fronte una scena terribile: uno dei gattini più grandi era fra le fauci di un cane da caccia, che sembrava letteralmente impazzito. C’era anche un altro cane da caccia, che aspettava il suo turno per partecipare al banchetto. Ci siamo messi a urlare e siamo riusciti a estrarre il micio dalla bocca del cane, che però non si dava per vinto e cercava di strapparlo dalle mani del mio ragazzo. Proprio in quel momento nel giardino si è materializzato il cacciatore, propietario dei due cani, che però non ha fatto nulla per richiamare all’ordine i suoi animali. Per fortuna il mio ragazzo è riuscito a portare il gatto in salvo, in casa, e io ho cominciato a discutere con il cacciatore, che non voleva sentir ragioni. Secondo lui il gatto stava vagando sotto le vigne e per questo i cani lo avevano aggredito. Pazzesco. Gli ho chiesto le generalità e come risposta ha chiamato i cani, che hanno ubbidito, ed è sparito».
Ai due giovani non è rimasto che correre dapprima dal veterinario («150 euro di spesa e speriamo che Quark ce la faccia») e quindi dai carabinieri. «Non appena il micio sarà fuori pericoloso», confida la proprietaria, «formalizzeremo la denuncia contro ignoti. Ci rivolgeremo anche alla Forestale e alla Polizia provinciale, perchè è ora che certi cacciatori la smettano di spadroneggiare. In questa zona succede di tutto e non c’è mai nessuno a controllare, a verificare che i cacciatori rispettino le distanze di sicurezza e, soprattutto, impediscano ai loro cani di aggredire animali domestici. In giugno ho visto con i miei occhi un cacciatore sparare verso le vigne stando seduto in auto. Non si fa così».


MESSAGGERO VENETO PORDENONE

24 NOVEMBRE 2009

 

Gatti lanciati fuori dalle auto

 

Fontanafredda (PN) - Il medico veterinario Enrico Chisari, che ha lo studio a Fontanafredda, da molto tempo si occupa di animali maltrattati. Collabora spesso con le forze dell’ordine su casi molto delicati, che sconfinano nel settore penale. Assieme a diverse associazioni cerca di infondere nei più giovani e non solo il rispetto per gli animali, esseri viventi come noi. Ogni settimana, però, Chisari assume notizie su una pratica odiosa e vile. «Il fatto è preoccupante e presenta un’incidenza maggiore nei fine settimana – racconta Enrico Chisari –. C’è chi getta gli animali dall’autostrada abbassando il finestrino. Le segnalazioni mi arrivano dagli utenti che abitano nei pressi dell’A28, non lontano dalle uscite di Fontanafredda. Mi è capitato più volte di curare animali che hanno subito traumi da caduta dopo essere stati lanciati dalle automobili in corsa». Gatti, ma anche cani, lanciati come sacchi dell’immondizia, anche in pieno giorno. «Alcuni cani abbandonati – ha detto ancora Chisari – sono stati chiusi in sacchi molto stretti. La cadenza è quasi settimanale, con picchi nei week-end. Davvero non so cosa pensare». L’autostrada, in particolare i viadotti, entrano in gioco anche per gli abbandoni, meno traumatici, di cani e gatti. «Alcuni utenti ne hanno recuperati diversi lasciati dentro scatoloni posti sotto ponti e viadotti – ha concluso il veterinario –- Ho avuto modo di assistere anche questi animali».


IL TIRRENO

24 NOVEMBRE 2009

 

Giallo per una stalla a fuoco

 

Fabrizio Palagi

 

SARZANA (SP). Brucia una stalla e un vitello di oltre due quintali muore carbonizzato: è successo nella tarda serata di una domenica davvero infuocata per la Val di Magra, dopo che, nella mattinata, un altro incendio si era alzato in una villetta di via Turì, nei pressi dell’ospedale.  I vigili del fuoco hanno davvero fatto gli straordinari in una settimana costellata dalle fiamme, iniziata, la sera di mercoledì scorso, con l’incendio di un vecchio stabile in via Muccini, da tempo usato come ricovero dai tanti clandestini che vivono ai margini della città.  Domenica sera, attorno alle 20,30, le fiamme si sono levate da una rimessa agricola in località Bradiola, raggiungibile tramite una stradina che, da viale XXV Aprile, si snoda tra la campagna e il Canale Lunense. A fare le spese di un incendio che ha distrutto una stalla e una annessa baracca adibita a deposito di attrezzi, è stato un povero vitello che, rimasto intrappolato nello stazzo, è orribilmente morto carbonizzato.  Non è infatti stato possibile salvare l’animale, malgrado il tempestivo arrivo dei pompieri, allertati da una telefonata: qualcuno aveva infatti notato il bagliore dell’incendio che si stagliava nel buio, dando quindi l’allarme.  I vigili del fuoco, poi raggiunti dai carabinieri per svolgere le indagini del caso, hanno però dovuto fare i conti con la stretta via sterrata che in certi punti corre parallela al Canale Lunense, perdendo del tempo prezioso. Giunti sul posto dell’incendio, i pompieri hanno iniziato a spegnere le fiamme, allo stesso tempo mettendo in salvo altri animali custoditi nello stazzo.  Sono infatti stati tratti in salvo due cavalli e alcune capre. Nulla da fare, invece, per il vitello rimasto all’interno della stalla custodita dal carrarese E.R. di 46 anni, in seguito avvisato di quanto stava accadendo. L’uomo è giunto sul posto, dando una mano ai vigili del fuoco, secondo i quali a originare l’incendio potrebbe essere stata una scintilla scoccata dall’impianto elettrico di cui è dotata la stalla.


ANSA
24 NOVEMBRE 2009
 
Astici vivi nel ghiaccio "provano dolore"
Lo ha scritto un pm di Milano nel motivare l'impugnazione di una sentenza
 
MILANO - Anche gli astici, nonostante non abbiano un sistema nervoso centrale, possono provare "esperienze simili a quelle dei vertebrati in termini di sofferenza". Lo scrive il pm di Milano Giulio Benedetti, sulla base di alcune ricerche scientifiche, nel motivare l'impugnazione di una sentenza del Tribunale di Milano che ha assolto con formula piena un ristoratore milanese e la moglie.I due erano finiti sotto processo per maltrattamento di animali in quanto avevano esposto, in una delle sale da pranzo, alcuni dei prelibati crostacei su un letto ghiacciato prima di farli finire, ancora in vita, in pentola. Nel motivare l'assoluzione, il giudice monocratico della settima sezione penale ha sostenuto che non c'é reato perché si tratta "di animali non dotati di un sistema nervoso centrale, e tali da non consentire il giudizio certo circa l'insopportabilità del comportamento". Il pm, nell'atto di appello, spiega che l'affermazione del giudice "non è condivisibile in quanto la stessa è formulata (...) senza aver svolto una consulenza tecnica". Il pm Benedetti, invece, cita nell'atto le consulenze che ha fatto svolgere, tra cui quella di Paolo Candotti dell'Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell'Emilia Romagna. "Il posizionamento degli animali sul ghiaccio - si legge - è assolutamente inappropriato sia come metodo anestetico che come metodo di stoccaggio". Il pm riporta anche il parere di un veterinario che spiega come "un sistema nervoso può essere più o meno elementare, ma sarà in grado di recepire il massimo della stimolazione". Anche il sistema nervoso di un astice o di un'aragosta, quindi, si legge ancora, "é in grado di espletare le funzioni massime di ricezione degli stimoli sia negativi e dolorosi".
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/inbreve/2009/11/24/visualizza_new.html_1620413463.html

IL GAZZETTINO

24 NOVEMBRE 2009

 

Sparita una coppia di cigni

 

Dolo (VE) - A Dolo, in località Ponte dei cavalli, è sparita una coppia di cigni neri che da circa tre mesi aveva raggiunto il territorio locale. Gli abitanti del luogo hanno notato la scorsa settimana che uno dei due cigni era sparito e ora non v’è traccia anche dell’altro. I due animali erano in poco tempo divenuti un attrattiva per grandi e piccini. Chiunque ne abbia notizia è pregato di contattare questo indirizzo: [email protected]


IL TIRRENO

24 NOVEMBRE 2009

 

Cordolo assassino per i ricci

 

SAN VINCENZO (LI). «Quello sulla Principessa è un cordolo assassino per i ricci». Paolo Maria Politi, referente Wwf per Piombino e la Val di Cornia rivela un problema ormai preoccupante e lancia un appello all’assessore ambiente di San Vincenzo, Elisa Cecchini. «Mi auguro sia possibile - aggiunge subito Politi - trovare rapida soluzione».  «La realizzazione della pista ciclabile ricavata dalla sede stradale di via della Principessa - spiega - se da un lato ha consentito di promuovere forme di mobilità ecologica sul territorio, dall’altro, con le soluzioni tecniche adottate, ha determinato un incremento esponenziale dei casi di investimento dei ricci che attraversano la strada per passare da una parte all’altra del bosco di Rimigliano. Il riccio - prosegue Politi - è specie selvatica che vive nei boschi, nei giardini e con cui spesso entriamo in contatto. Il suo comportamento che lo spinge ogni notte a perlustrare circa 10 ettari del suo territorio alla ricerca di cibo (lumache, lombrichi, chiocciole, insetti, piccoli mammiferi, bacche) lo rende vulnerabile ogni volta che tenta di attraversare una strada».  «Tale vulnerabilità, nel caso specifico - sottolinea - è stata aumentata dalla installazione del cordolo giallo ininterrotto che separa la pista ciclabile dalla carreggiata. Questo “mini-muretto” apparentemente insignificante diventa per i ricci una barriera quasi invalicabile, soprattutto per i soggetti giovani, disorientandone i movimenti ed impedendo loro di sottrarsi il più velocemente possibile dal rischio investimento».  Il Wwf Piombino - Val di Cornia, in pratica, chiede al Comune di San Vincenzo «di creare aperture lungo il cordolo giallo - dice ancora Politi - con la semplice rimozione di un elemento ogni 4-5 mt., per mitigare l’impatto che questa barriera determina su una utilissima specie selvatica già di per sé fortemente decimata dal traffico veicolare». Piccole attenzioni che in altri paesi europei ormai sono tradizione, ma che presto diventeranno d’uso anche da noi (almeno si spera).


ANSA AMBIENTE

24 NOVEMBRE 2009

 

ANIMALI: AIDAA, TRUFFE NATALIZIE ONLINE SUI CUCCIOLI

 

ROMA - Cuccioli di razza online a poco prezzo: attenzione agli annunci truffa. L'allarme e' stato lanciato dall'Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa). L'associazione ha spiegato che online, con l'avvicinarsi del Natale, si trovano annunci di vendita di cuccioli, provenienti o dal Camerun o dall'Est Europa, a prezzi irrisori. I truffatori pero', dopo aver incassato la quota per le spese di viaggio dell'animale, scompaiono senza lasciare traccia: un mercato questo, come spiega l'Aidaa in una nota, che frutta piu' di 3 milioni di euro. ''Se proprio per Natale volete un cane - ha affermato Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa - adottatelo in uno dei 500 canili italiani dove 150.000 cani aspettano una nuova famiglia, se proprio non potete fare a meno di acquistarlo rivolgetevi almeno ad allevatori o negozi di provata fiducia, ma non comperate mai animali via web - ha concluso Croce - in quanto spesso si tratta di una truffa che serve a spillare soldi senza che mai il cane desiderato arrivi a destinazione''.


L'ARENA GIORNALE DI VERONA

24 NOVEMBRE 2009

 

La festa del Sacrificio Musulmano al Palasport

 

Verona - Venerdì prossimo sarà celebrata la festa del Sacrificio Musulmano «Aid Al Adha», antichissima ricorrenza religiosa mediorientale che prevede il consumo di carne di montone macellata a vivo.
Per conciliare i riti religiosi del «Sacrificio» con le norme in vigore nel nostro Paese, l’associazione SAADIA organizzerà la macellazione di agnelli o montoni in una struttura autorizzata, distribuendo poi le carni agli interessati.
La distribuzione avverrà nel parcheggio adiacente il Palazzetto dello Sport, lo stesso giorno della macellazione, con orario dalle 13 alle 17.30.
In zona durante la festa sarà presente anche la Polizia Municipale, per verificare e risolvere eventuali imprevisti che potrebbero verificarsi. Per agevolare i fedeli l’associazione SAADIA, con sede in Verona via Sirtori n. 1 (tel. 3470605454), si rende disponibile per accettare prenotazioni. Diversamente non potrà assicurare la fornitura degli animali per il sacrificio.
La Polizia municipale ricorda che macellare capi di bestiame in luoghi diversi da quelli autorizzati è vietato e sono previste sanzioni penali fino a 150 mila euro che possono essere applicate anche agli stessi allevatori e l’arresto da sei mesi a un anno.


PANORAMA
24 NOVEMBRE 2009

 
KATMANDU LA "SACRA" MATTANZA DI 300.000 ANIMALI
 
 
 
È cominciata oggi a Bariyapur, in Nepal, una delle più importanti feste religiose del Paese, durante la quale oltre 300.000 animali vengono sacrificati dalla popolazione per ingraziarsi la benevolenza della divinità. Si tratta del Gadhimai festival, che si celebra ogni 5 anni. Animalisti di tutto il mondo, tra cui Brigitte Bardot, hanno chiesto al presidente nepalese la fine della mattanza. 40.000 bufali verranno sgozzati con capre, pecore, polli e piccioni.
 
FOTO
http://blog.panorama.it/foto/2009/11/24/katmandu-la-sacra-mattanza-di-300000-animali/

AP COM
24 NOVEMBRE 2009
 
Nepal/ Festa di Gadhimai, offerti in sacrificio 250mila animali
 
 
Protestano gli animalisti
Roma - Nonostante le proteste di un piccolo ma rumoroso gruppo di attivisti animalisti, è iniziato in Nepal il fesival induista di Ghadimai, nel corso del quale saranno uccisi in sacrificio più di 250mila animali. Secondo quanto riporta il sito web della Bbc, il festival, che si svolge ogni cinque anni e dura due giorni, si tiene a Bariyapur, nel sud del Paese. Attraverso i sacrifici i fedeli sperano di ottenere felicità e prosperita dalle divinità Indù. "Le divinità hanno bisogno di sangue", dice Chandan Dev Chaudhury, un prete del tempio di Gadhimal. "Se qualcuno ha un problema - spiega - sgozzerò un animale nel tempio e il problema di questa persona sarà risolto". Al festival partecipano centinaia di migliaia di fedeli, giunti a Bariyapur anche dalla vicina India.

IL GIORNALE

24 NOVEMBRE 2009

 

Una strage di 500mila animali per celebrare la festa hindu

 

OSCAR GRAZIOLI

 

Viene in mente l'immagine dell'Inferno dantesco, laddove, a proposito della battaglia di Montaperti tra Firenze e Siena, il poeta scrive: «Lo strazio è il grande scempio che fece l'Arbia colorata in Rosso». Il 25 e il 26 novembre si svolgerà, in Nepal, una grande festa induista dedicata alla dea Gadhimai. Da oltre tre secoli decine di migliaia sono i credenti induisti nepalesi, indiani e dei territori vicini, che si recano, ogni cinque anni, nel villaggio di Bariyapur per ingraziarsi la benevolenza della divinità attraverso il sacrificio delle loro bestie.Il villaggio del Nepal meridionale a ridosso del confine indiano viene letteralmente allagato del sangue di quello che è probabilmente il più grande massacro di animali, in così breve tempo, che si svolga sulla faccia del pianeta. Quest'anno è previsto un ulteriore incremento dei sacrifici animali, fino a raggiungere una cifra che, se non ci fossero solide testimonianze e documentazioni, sarebbe arduo immaginare. Oltre mezzo milione (500.000) di animali saranno sacrificati in 48 ore, con il rituale dello sgozzamento, dai fedeli della dea Gadhimai.Si comincerà, come è tradizione, con l'uccisione di due ratti, cui seguirà un galletto, poi un maiale, una capra e un agnello. Poi inizierà il vero e proprio macello, non prima però che gli animalisti siano portati all'interno del tempio per essere purificati. Solo dopo, comincerà sui prati, nei campi, dovunque vi sia un fazzoletto di terra, il taglio delle gole.
Se si pensa che è previsto il sacrificio di ben 25.000 bufali si potrà avere l'dea del colossale mattatoio all'aperto messo in opera dai seguaci di una dea sicuramente di grande potenza e certamente di enormi brame sanguinarie.Gruppi internazionali di attivisti che includono veterani francesi, attori di Hollywood, Brigitte Bardot, ma soprattutto un ragazzo nepalese di 17 anni i cui seguaci credono sia la reincarnazione del Buddha, stanno facendo il giro dei paesi e dei politici locali per bloccare l'immane massacro. Il Kathmandu Post riporta che qualche piccolo risultato, a dispetto della profusione di energie, è stato ottenuto. Dai villaggi vicini a Baryiapur, cominciano ad arrivare alle associazioni animaliste i bufali che saranno salvati dalla mattanza, per essere fatti ritornare ai contadini, una volta finita la festività religiosa.Gocce nel mare. Le autorità locali sono imperturbabili e non sentono ragioni, probabilmente temendo che l'interruzione o le limitazioni poste alla festività possano scatenare l'odio religioso nei loro confronti, nel qual caso si aggiungerebbero altre gole tagliate. Gole umane. Sono gli stessi animalisti che pongono l'accento sui rischi igienici. «Fiumi di sangue resteranno sul posto per mesi assieme alle carcasse, l'aria diventerà irrespirabile e gli unici che ne guadagneranno saranno i trafficanti di pelli», ha sottolineato Govinda Tandon della Stop Animal Sacrifices Alliance. Molti temono anche per l'immagine internazionale del paese himalaiano e per gli eventuali contraccolpi sul turismo.D'altronde il governo nepalese ha già stanziato quasi 100.000 dollari per la festività e non sembra avere alcuna voglia di opporsi, qualunque siano le motivazioni di chi è contrario all'ecatombe. Da domani il confine indo-nepalese si tingerà di rosso e non per il sole che tramonta all'orizzonte.


VIRGILIO NOTIZIE

24 NOVEMBRE 2009

 

Nepal: al via piu' grande sacrificio del mondo di animali

Il Gadhimai festival tra 'sgozzatori' e proteste animaliste

 

NEW DELHI - Comincia oggi, in Nepal, una delle piu' importanti feste religiose, durante la quale oltre 300.000 animali vengono sacrificati. Il Gadhimai festival, in cui ogni 5 anni,si venera la potenza assetata di sangue, e' al via a Bariyapur.Animalisti di tutto il mondo, tra cui Brigitte Bardot, hanno chiesto al presidente nepalese la fine della mattanza: 40000 bufali sgozzati con capre, pecore, polli, piccioni.Il 'piccolo Buddha' si e' raccolto vicino al tempio,come alcuni monaci tibetani.


VIRGILIO NOTIZIE

24 NOVEMBRE 2009

 

Nepal, al via il Gadhimai festival in cui verranno sacrificati oltre 300.000 animali

 

Più di cinque milioni di fedeli assisteranno al rito per saziare la dea assetata di sange - Il Nepal si prepara oggi al Gadhimai festival, una delle più importanti feste religiose, durante il quale verranno sacrificati oltre 300.000 animali.Le celebrazioni hanno preso il via stamane a Bariyapur, nella zona meridionale del Nepal, con l'arrivo di milioni di fedeli, provenienti anche dall'India, che venereranno la potenza della dea Gadhimai assetata di sangue.Il festival, come prevedibile, ha suscitato molte proteste da parte delle associazioni animaliste. Questa mattina davanti al tempio di Gadhimai si sono radunati centinaia di attivisti per chiedere al governo nepalese di porre fine al sacrificio. Nel corso del rituale gli animali verranno uccisi da 250 sgozzatori autorizzati. Le prime bestie sacrificate sono i bufali, a seguire capre, pecore, polli, piccioni e anche topi. Per rendere omaggio alla dea si sono radunati oltre cinque milioni di fedeli.


LA GAZZETTA DI REGGIO

24 NOVEMBRE 2009

 

Macellazione rituale islamica siglato l accordo tra le parti

 

Provincia di Reggio Emilia - Macellazione rispettosa della tradizione islamica, ma anche delle leggi e degli animali, grazie all’accordo presentato in Provincia. Quest’anno i musulmani celebrano la Festa del Sacrificio (Id al Kabir), o Festa Grande, che ricorda il Sacrificio di Abramo, venerdì 27 novembre e nei tre giorni successivi, in occasione della quale i musulmani sacrificano un animale. «Il rito della macellazione rituale, in occasione della Festa di Abramo, è da tempo all’attenzione della Provincia, al fine di ricercare soluzioni che siano rispettose tanto delle tradizioni religiose, quanto delle leggi e del diritto dell’animale ad evitare inutili sofferenze - ha spiegato l’assessore Roberta Rivi, che ha presentato l’accordo -. In tal senso si è cercato di costruire un percorso comune con le comunità islamiche locali e le associazioni a tutela degli animali». Proprio a Palazzo Allende, il 5 novembre, erano state presentate diverse tecniche da applicare in impianti autorizzati (individuati quattro macelli a Rio Saliceto, Carpineti, Bagnolo e Reggiolo, dove saranno macellati un migliaio di animali), che cercano di conciliare rito religioso pur tutelando e rispetto dell’animale.


Animalieanimali

24 NOVEMBRE 2009

 

VERIFICHE ENPA E LAV A "MAGNIFICAT": GATTI DETENUTI IN STRETTE GABBIE ANCHE PER VENDITA

Autorizzazione "assurda e illegittima", Sindaco accerti le responsabilità

 

L'ENPA e la LAV di Roma, il giorno dopo l'esposizione felina Magnificat, svoltasi lo scorso fine settimana, confermano tutti i timori preannunciati alla vigilia. Come accertato dai controlli dei volontari dell’ENPA e della LAV di Roma, negli stand della fiera, infatti, erano esposti cartelli con le scritte "Cuccioli disponibili", venivano proposti gatti in vendita, detenuti anche in 4 in gabbie di un metro quadro. I felini, provenienti da allevamenti di tutta Italia, dopo lunghi ed estenuanti viaggi si sono trovati a passare un fine settimana infernale, esposti davanti a migliaia di visitatori accalcati davanti alle piccole gabbie dove erano rinchiusi, nel caos più totale, causato anche dagli altisonanti annunci continui provenienti dal palco allestito nel salone principale. A Roma vige un Regolamento comunale approvato all'unanimità dal Consiglio
comunale nel 2005 - dichiarano Claudio Locuratolo, Presidente dell’ENPA Roma, e Bruno Ceravolo, Responsabile Provinciale LAV Roma - che vieta la vendita occasionale di animali, che non consente l'organizzazione di manifestazioni a scopo di lucro, sfruttando animali di qualsiasi specie, e non ne consente l'esposizione in luoghi altamente rumorosi. Ma le regole che tutelano gli animali, ultimamente, a Roma vengono sistematicamente ignorate e disattese da chi dovrebbe farle rispettare.
Chiediamo al Sindaco, all’Assessore all’Ambiente ed al Direttore dell’Ufficio Tutela e Benessere Animali come possa essere stata autorizzata una simile manifestazione, organizzata da una società di tipo commerciale (SRL) e che richiedeva il pagamento del biglietto d'ingresso.  Di certo, non era una manifestazione senza scopo di lucro, eppure è stata autorizzata: forse perchè gli animali non possono fare ricorso al TAR? Chiediamo al Sindaco Alemanno attenzione per le regole a tutela degli animali, la stessa attenzione messa in campo per altre recenti ordinanze comunali. L’ENPA e la LAV di Roma auspicano che l’Ufficio Tutela e Benessere Animali del Comune di Roma vigili accuratamente sulla futura organizzazione dell’ evento e sulle manifestazioni similari, concedendo autorizzazioni unicamente nel rispetto della normativa vigente ed effettuando controlli pre e post svolgimento relativamente ad eventi di questo tipo.


AGI

24 NOVEMBRE 2009

 

ACQUARIO GENOVA: SIGLATO ACCORDO, VASCA PER DELFINI NEL 2012

 

Genova - E' stato firmato questa mattina da Ariel Dello Strologo, Presidente di Porto Antico di Genova SpA, e Giuseppe Costa, Presidente e Amministratore Delegato di Costa Edutainment SpA, l'accordo per la realizzazione della nuova vasca dei delfini dell'Acquario di Genova. Erano presenti il Sindaco di Genova, Marta Vincenzi, e il Presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando. La nuova vasca costituisce un potenziamento dell'offerta turistica e culturale genovese, uno strumento fondamentale per poter continuare a celebrare importanti traguardi di affluenza di pubblico come quello raggiunto quest'anno. Un investimento del valore complessivo di circa 28 milioni destinato a mantenere il posizionamento dell'Acquario di Genova tra le piu' importanti strutture turistiche e divulgative di questo tipo in Europa e a produrre proficue ricadute sulla citta', garantendo una forte attenzione al benessere degli animali, che avranno a loro disposizione un ambiente conforme alle nuove norme internazionali sulla tutela degli animali in ambiente controllato. I fattori fondamentali che hanno consentito di arrivare alla firma sono da un lato la determinazione della nuova Presidenza e Direzione di Porto Antico Genova SpA a voler operare concretamente per il rinnovamento dell'area turistica piu' importante di Genova e, dall'altro, la forte imprenditorialita' di Costa Edutainment SpA che si impegna a contribuire finanziariamente e a garantire performance future di altissimo livello. Altro aspetto decisivo, la grande disponibilita' e collaborazione prestate dalle Istituzioni locali alle due Societa'. La nuova vasca, su idea progettuale dell'Architetto Renzo Piano, sara' collocata fra l'edificio dell'Acquario e la Nave Blu, con spostamento in avanti della Nave stessa e conseguente prolungamento del pontile 'Via del Mare'. Entrambi i progetti sono stati approvati dagli Enti competenti nell'ambito dell'Intesa Stato-Regione e hanno gia' ottenuto il voto favorevole del Comitato Tecnico e Amministrativo presso il Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche. Ai sensi dell'accordo di programma tra il Ministero delle Infrastrutture, che eroga i fondi, e gli Enti locali, il Comune di Genova sara' soggetto attuatore e stazione appaltante delle due gare pubbliche previste per la realizzazione dell'intervento, mentre Porto Antico di Genova SpA sara' il committente dell'opera. I termini dell'accordo raggiunto riguardano principalmente la parte economica e finanziaria del progetto e sanciscono i ruoli di Porto Antico di Genova SpA e Costa Edutainment SpA, rispettivamente proprietaria e societa' di gestione dell'Acquario di Genova, nelle varie fasi della realizzazione della nuova vasca. La gara di appalto sara' indetta all'inizio del prossimo anno, il via alle attivita' e' previsto all'inizio del secondo semestre 2010. L'inaugurazione e' programmata per la primavera del 2012.


IL TIRRENO

24 NOVEMBRE 2009

 

I vostri cani non costano 239mila euro, ma molto meno

 

MASSA. I nostri cani, in cura ad una struttura emiliana, ci costano 239mila euro? Assolutamente no. Parola proprio della struttura in questione, l’azienda agricola Geminiola. «Il prezzo stipulato - fa sapere - è di 2,05 euro al giorno».  I cani sono 126. Quindi la spesa annua è di 94mila e 280 euro. In merito alla possibilità di risparmiare costruendo un canile a Massa, l’azienda precisa che: «un canile di media grandezza, ospitante 150 cani viene mediamente appaltato dai comuni ai gestori a 150mila euro,l’anno. È indiscutibile che sia necessario costruire un canile in loco capace di ospitare i cani di Massa, ma non sarà sicuramente un motivo di risparmio - spiega l’azienda agricola - né per i costi di gestione, né tanto meno per i costi di costruzione, ammortamento e manutenzione della nuova struttura». Inoltre l’azienda invita ad un corretta informazione sugli animali: «un cane randagio, se gestito correttamente, può addirittura diventare una risorsa sociale. La nostra associazione Obiettivo Kane sta lavorando con progetti gratuiti rivolti alle fasce deboli e sta ottenendo risultati con bambini diversamente abili, distrofici, autistici, con minori a rischio sociale e con le demenze senili».


LA NUOVA VENEZIA

24 NOVEMBRE 2009

 

Canile, approvato il nuovo progetto dopo otto anni di attese e polemiche

 

Venezia - Il Consiglio comunale ha approvato ieri a Ca’ Farsetti la variante urbanistica al progetto preliminare per la realizzazione del nuovo canile comunale a Dese. Un progetto di cui si parla da otto anni, passato per due amministrazioni comunali, e che ha comportato a causa dei ritardi accumulati anche la perdita di 1 milione e 300 mila euro di finanziamenti regionali, ha segnalato provocatoriamente nel suo intervento in aula il consigliere comunale del Pdl Saverio Centenaro, presidente della commissione Urbanistica che ha parlato di «una vicenda vergognosa visto il fatto che avevamo segnalato la necessità di una variante urbanistica». La delibera è comunque passata con il voto favorevole della maggioranza di centrosinistra in una votazione che ha visto la presenza di ben 41 consiglieri comunali. «Un record»,ha segnalato il presidente del Consiglio, Renato Boraso. Ad illustrare la delibera per il nuovo canile che dai 900 animali previsti inizialmente andrà ad ospitarne 300 in un’area acquistata dal Comune di Venezia a Ca’ Solaro tra la bretella autostradale e la ferrovia, è stata l’assessore comunale Laura Fincato che ha segnalato come sul nuovo progetto sia arrivato anche il parere favorevole della Municipalità di Favaro, all’inizio contraria al primo progetto. E il capogruppo del Pd Claudio Borghello ha segnalato come all’origine dei ritardi ci sia stato anzitutto il dissenso al progetto di spostamento dell’attuale canile da San Giuliano, ritenuto incompatibile con il progetto del parco, progettato dall’architetto Antonio Di Mambro.


LIBERO
24 NOVEMBRE 2009
 
ROMA: BENVENUTI (PDL), BENE CAMPAGNA ALLONTANAMENTO STORNI A PIAZZALE DELLA RADIO
 
Roma - "Il programma avviato oggi pomeriggio fino a giovedi' a piazzale della Radio, nell'ambito della campagna allontanamento storni promossa e finanziata dal Comune di Roma e dall'ufficio Tutela e Benessere degli Animali, non era piu' possibile rinviarlo. Il cielo della piazza e' da tempo preso d'assolto da un numero inverosimile di volatili che producono oltre al disagio per passanti ed automobili parcheggiate, anche un pericolo soprattutto per i motociclisti per la vischiosita' della strada a causa degli escrementi dei volatili e non ultimo un problema di carattere sanitario". E' quanto dichiara in una nota Piergiorgio Benvenuti, esponente romano del Pdl."E' da apprezzare anche il metodo utilizzato - prosegue Benvenuti - il 'distress call' (grido di allarme) che nel dare risultati apprezzabili, rispetta gli animali e l'ambiente. Sarebbe opportuno altresi' completare le potature degli alberi nell'intero quadrante Marconi, e proseguire con azioni frequenti di distress call per arginare il diffondersi di problematiche aggregazioni ampie di storni in questo come in altre zone della citta'".
http://www.libero-news.it/adnkronos/view/230856

CORRIERI DI RIETI
24 NOVEMBRE 2009
 
Cinghiale “piomba” nel mercato domenicale.
Grande spavento tra i visitatori.
 
ANTRODOCO (RI) - (pa.gio.) Visita “speciale” durante il consueto mercato della domenica. A visitare i numerosi banchi che affollano il borgo montano è stato niente di meno che un cinghiale, sceso, sembra, dalle limitrofe montagne dei Poggi. E visto vagare dai numerosi avventori del mercato antrodocano, colti da giustificata apprensione alla vista dell’animale selvatico per le vie del borgo. Sembrebbe esser stata la paura a far scendere il cinghiale a valle, paura nata a causa dell’attività venatoria domenicale. E aumentata di vigore dopo il “blitz” lungo i vicoli di Antrodoco. Prontamente avvisati gli agenti forestali della locale stazione, intervenuti per allontanara l’animale, che dopo la “visita” al mercato domenicale, sembrerebbe essersi rifugiato in prossimità della stazione ferroviaria, al riparo dalla confusione del mercato. Per poi allontanarsi, da solo, e ritornare sulle montagne dei Poggi, dopo aver provocato un bel pò di trambusto tra visitatori ed esercenti. Fortunatamente non è stato registrato alcun danno a cose e persone, soltanto un comprensibile spavento tra la folla, intimorita dall’insolita presenza del cinghiale tra i banchi. Quello della “urbanizzazione” degli animali selvatici non è un fenomeno recente. Iniziate dagli uccelli, le visite di cinghiali, volpi, istrici, tassi, e di gran parte della fauna tipica del Reatino diventano sempre più frequenti. Non molto tempo è stato addirittura un lupo a spingersi, con conseguenze letali, nelle campagne di Passo Corese, in Bassa Sabina
 
http://www.corrieredirieti.it/news.asp?id=65

LA NUOVA VENEZIA

24 NOVEMBRE 2009

 

Maneggio abusivo, va demolito

 

Michele Bugliari

 

MARGHERA (VE). Le casette e le stalle che ospitano 15 tra pony e cavalli del piccolo maneggio di via delle Querce, tra via Trieste e la Romea, sono a rischio abbattimento perché configurano un abuso edilizio.  Il «Venezia Pony Club» è dal 1994 che sta tentando di regolarizzare le 8 strutture (627 metri cubi) su un piccolo spazio verde ma l’amministrazione comunale, che si limita ad applicare le normative, continua a chiedere la demolizione. Dopo 15 anni di battaglie legali e ricorsi al Tar, sempre persi, l’associazione ha ricevuto dal Comune una nuova ordinanza di abbattimento: se il «Venezia Pony» non demolirà i manufatti, l’amministrazione potrebbe espropriare le strutture. «È incredibile che non si trovi una soluzione per salvare uno spazio che tutti amano a Marghera, perché ha permesso a generazioni di bambini di avvicinarsi ai pony e all’equitazione e di realizzare attività di ippoterapia per i disabili - spiega Sabrina Rigo, dell’associazione - Gli spazi sono sempre stati messi a disposizione di chiunque volesse organizzare feste, dalle parrocchie alla Municipalità».  Per chiedere la salvezza del maneggio, Simone Venturini e Gianmaria Bellan hanno creato una pagina su Facebook che ha raccolto 854 adesioni. Sul web si è mobilitato anche il sito «Viva Marghera» di Vittorio Baroni e «Venezia Pony» ha raccolto centinaia di firme in calce ad una petizione. Il maneggio può essere considerato un piccolo rifugio per tanti animali e i bambini ci vanno volentieri. La struttura ospita oltre ai 15 cavalli, un asino, 12 gatti e un gruppetto di cani. Poi ci sono rondini e piccioni che nidificano sui tetti delle casette. Tutti questi animali rischiano di trovarsi senza un riparo.  «Il paradosso - tuona Rigo - è che diversi mostri di cemento che deturpano la città non saranno mai abbattuti, mentre contro il maneggio che da tutti è riconosciuto come una piccola oasi urbana, rischia di diventare la vittima di una procedura burocratica abnorme». Visto che la battaglia legale non ha dato risultati, su consiglio dell’avvocato Carmela Tuccilo che negli ultimi quattro anni ha seguito la vicenda, «Venezia Pony» intende provare a chiedere un intervento salvifico del Comune. Il vicepresidente della Municipalità Bruno Polesel commenta: «Non credevo che la situazione fosse così grave. Porrò la questione in maggioranza, per tentare di salvare il maneggio».


IL SECOLO XIX

24 NOVEMBRE 2009

 

Flavia Vento: ho 3 randagi sono come figli

 

Fabrizia, Piri e Bambù: ecco i tre cani di Flavia Vento, showgirl, che ama così tanto «da considerarli autentici figli».
Ma come fa a gestire tre cani?
«Beh, qualche problema quando sono via per lavoro in effetti c'è».
E come l'ha risolto?
«Viene un dog sitter a casa, e dorme con loro».
Che rapporto ha con i cani?
«Li amo come figli, dormono sul letto con me, non potrei vivere senza».
Eppure accettò di distaccarsene, andando all'Isola dei Famosi...
«Ma sono tornata indietro perché mi mancavano».
La loro foto non bastava?
«Non poteva dare l'affetto che mi regalano ogni giorno».
Che storia hanno i suoi cani?
«Erano tre randagi, con storie drammatiche. Uno era randagio in Calabria e l'ho portato con me. Un altro l'ho preso in canile. Il terzo è stato salvato da un vero "lager"».
Hanno alle spalle una vita durissima. Che ne pensa allora di quei cani come Rex, che vive tra beauty farm e materassi speciali?
«Beh, penso che forse è un po' esagerato, no?»


IL TEMPO LATINA

24 NOVEMBRE 2009

 

Lotta al randagismo, sterilizzare i propri cani non costerà niente
CISTERNA (LT) - Sterilizzazione gratuita per i cani di proprietà

 

Cisterna (LT) - Un'iniziativa di grande utilità, frutto della collaborazione del sindaco con il corpo di Polizia Locale e con il Servizio Veterinario della Asl, che va incontro sia ai proprietari di cani per sterilizzare i quali dovrebbero affrontare costi non esigui, sia ai cittadini per arginare il fenomeno del randagismo. Ogni singolo cane chiuso in canile ha un consistente costo per la collettività. La richiesta di sterilizzazione gratuita del proprio cane dovrà essere presentata presso il Comando di Polizia Locale sito nell'ex sede municipale, in Corso della Repubblica 186.


LA ZAMPA.IT

24 NOVEMBRE 2009

 

Piovono orsi, video choc per l'inquinamento

 

Uno spot shoccante di Plane Stupid, organizzazione ambientalista che si batte contro l'inquinamento prodotto dagli aerei. Il video, in cui decine di orsi bianchi precipitano dal cielo su una città, è firmato dal regista Daniel Kleinman, e prodotto dalla Rattling Stick. In media, recitano le scritte in coda al video, un volo all'interno dell'europa produce 400 kg di gas serra per ogni passeggero. Lo stesso peso di un orso polare

 

VIDEO

http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=22425&tipo=VIDEO


L'ARENA GIORNALE DI VERONA

24 NOVEMBRE 2009

 

PESCHIERA (VR). Il Comune ha collocato due segnali nella zona del porto
Automobilisti attenti C’è il passaggio anatre

L’originale cartello avvisa del «pericolo» volatili

 

 

 

Peschiera (VR) - Per chi frequenta le zone di montagna non è così inusuale vedere, lungo le strade, cartelli che richiamano all'attenzione per la possibilità di attraversamenti di animali particolari, come ad esempio i cervi. Ma non devono essere molte le località dotate di cartelli che avvisano dell'attraversamento di anatre. Succede a Peschiera, dove i residenti sono abituati da anni a convivere con questa frequentazione stradale decisamente più unica che rara.
«È un fenomeno tipico della stagione autunnale», spiega l'assessore all'urbanistica Walter Montresor. «Le anatre che normalmente abitano il lago durante la giornata si incamminano, è proprio il caso di dirlo, sulla terra ferma. hanno per méta le aiuole o comunque gli spazi verdi del centro storico: la rotonda di fianco a piazzale Betteloni, la salita di Bastione Tognon, ma anche la rotonda di ingresso al paese per chi proviene dal casello autostradale. Ma ce ne sono anche che si avventurano verso i negozi, in particolare il fornaio o i bar, alla ricerca di qualche boccone in più».
Uno spettacolo inconsueto e talmente affascinante da essere rigorosamente rispettato dagli automobilisti che si fermano e concedono volentieri la precedenza ai volatili; questi, per altro, ricambiano affrettando non di rado il passo per raggiungere l'altro lato della strada senza utilizzare le ali.
«È un evento quanto meno singolare», riprende l'assessore, «e proprio per questo abbiamo ritenuto giusto ufficializzarlo con le tabelle che avvisano gli automobilisti invitandoli alla prudenza e al rispetto di questi attraversamenti. Per ora abbiamo posizionato due tabelle vicino al porto, una per ogni senso di marcia. Evidentemente sono piaciute anche queste perché recentemente ne abbiamo dovuta ricollocare una che era stata rubata in estate».


TG COM
24 NOVEMBRE 2009
 
Dani nuda per salvare gli animali
La Lugosi si spoglia per la Peta
 
 
Ha sfidato la pioggia e gli sguardi indiscreti pur di protestare contro il trattamento disumano riservato agli animali nella moda, così la modella Dani Lugosi si è presentata in una piazza di Sydney nuda coperta solo di tatuaggi. Dani è alla sua prima protesta senza veli per la Peta, ma pur di aiutare la causa degli animali la modella ha vinto ogni imbarazzo.A rasserenarla in questo difficile compito ci ha pensato un Babbo Natale che le si messo accanto per posare per una foto di gruppo. Anche altre persone hanno avuto la stessa idea e mentre Dani si copriva il seno con una mano, si sono avvicinati per una foto-ricordo. Intanto la Lugosi cercava di sensibilizzare i presenti sul trattamento degli animali. Dopo aver visto un video in cui venivano scuoiati vivi dei conigli per farne pelliccia, la modella non ha esitato e si è spogliata… per una giusta causa.

LA GAZZETTA DI MANTOVA

24 NOVEMBRE 2009

 

Vermi nel piatto delle alici marinate

 

Mantova - Acciughe fresche, limone, olio, aglio e prezzemolo. Ricetta semplice e gustosa, quella delle alici marinate. Ma nel piatto di pesce crudo consumato in casa dai tre componenti della famiglia c’era un altro ingrediente: l’anisakis, una larva che può trasmettersi all’uomo e annidarsi, con gravi conseguenze, nel suo apparato digerente.  L’allarme è scattato ieri mattina quando una telefonata ha raggiunto un tecnico del distretto veterinario dell’Asl: «Io, mia moglie e mio figlio abbiamo mangiato alici crude, le abbiamo comprate fresche dal pescivendolo e marinate in casa; le abbiamo mangiate a pasto per due giorni e alla fine nel piatto abbiamo trovato un verme sottile, bianco, lungo due o tre centimetri. Era ancora vivo...». Al tecnico dell’Asl è balenato subito un sospetto: che si trattasse di anisakis, un parassita che vive nell’intestino di pesci e mammiferi marini e che può trasferirsi nell’apparato digerente di chi si ciba della loro carne cruda, con conseguenze a volte molto gravi. La conferma del sospetto è arrivata nella stessa mattinata dall’Istituto zooprofilattico che s’è pronunciato nel giro di una ventina di minuti. Il verme era una larva di anisakis.  Che fare a quel punto? Per le tre persone che hanno consumato il pasto - un professionista cinquantenne, la moglie e il figlio diciasettenne - non resterebbe che aspettare. E sperare di non avvertire i sintomi dell’infestazione, che possono comparire quattro o cinque giorni dopo l’ingestione del pesce contaminato con dolori addominali, vomito, nausea e diarrea.  Il distretto veterinario dell’Asl, competente in materia di controlli sull’igiene del cibo di origine animale, è intervenuto nella tarda mattinata di ieri con un sopralluogo dei tecnici nel negozio dove il pesce è stato acquistato giovedì scorso. L’ispezione non avrebbe avuto esito: la partita di acciughe era già stata venduta. Controlli sono stati eseguiti anche su campioni di altro pesce reperito nella rivendita. Le acciughe, infatti, potrebbero essere state contaminate al momento dell’eviscerazione e della pulizia, tutte operazioni fatte in negozio. L’Asl potrebbe ora estendere le verifiche al distributore e al mercato ittico dove si rifornisce.  «La contaminazione da anisakis è molto rara - spiegano all’Asl - anche perché da noi l’abitudine di consumare pesce crudo non è molto diffusa». Il pericolo comunque esiste, almeno per gli appassionati di carpaccio di pesce, molluschi e alici marinate. Nessun pericolo di ingerire parassiti, invece, nei ristoranti e nei sushi dove il pesce crudo viene consumato soltanto dopo la surgelazione, fino a -30 gradi, per eliminare eventuali ospiti.


IL CORRIERE DELLE ALPI

24 NOVEMBRE 2009

 

Rabbia, vertice al Centro diocesano

 

BELLUNO. Come arginare il fenomeno rabbia in provincia di Belluno e nelle province limitrofe?  E’ questo il tema dell’incontro che si svolgerà oggi alle 18 al centro Giovanni XXIII di piazza Piloni, voluto e organizzato in pochi giorni da tutti i protagonisti della prevenzione, dopo l’allarme scoppiato la settimana scorsa nel Bellunese dove sono stati appurati ben tre casi di rabbia, uno a Lozzo di Cadore su un cane husky e gli altri due (uno a Longarone e l’altro a Forno di Zoldo) su volpi selvatiche.  Il cane è morto dopo aver morso il proprio padrone, mentre le volpi sono state rinvenute da cacciatori e dalla polizia provinciale: su tutti e tre gli animali la conferma che la causa del decesso era dovuta al virus della rabbia è venuta dall’istituto zooprofilattico di Padova che nel giro di 24 ore, vista l’emergenza, ha eseguito analisi e fatto la diagnosi.  Al vertice, a cui parteciperanno oltre ai rappresentanti delle due Usl bellunesi, dell’Istituto zooprofilattico delle Venezia, dell’unità regionale di sanità pubblica, anche il Corpo forestale, la polizia provinciale e il servizio veterinario, si cercherà di fare il punto della situazione e di trovare il modo per arginare il diffondersi della malattia nel territorio montano.  A ieri, intanto, non era stato segnalato alcun nuovo caso di rabbia.

 

 

            24 NOVEMBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


 

CITY

24 NOVEMBRE 2009

 

Accendere una sigaretta “scolpisce” i nostri ricordi

STUDIO La nicotina stimola nel cervello il ricordo del momento in cui si fuma. Questo scatena il desiderio della sigaretta, specie dopo il caffè o una cena tra amici.

 

MILANO - I momenti piacevoli passati a fumare si scolpiscono nella memoria. Tutto merito della nicotina, che crea nel cervello associazioni forti tra i dettagli dell’ambiente in cui viene assunta e il gesto di accendere una sigaretta. Così basta andare al bar e prendere un caffè per rievocare una recente pausa-sigaretta e sentire di nuovo il desiderio di fumare. Emerge da uno studio dei ricercatori del Baylor College of Medicine di Houston (Texas). Gli scienziati hanno capito perché i fumatori sentono la mancanza della sigaretta in determinati momenti, come dopo il caffè o dopo una cena con amici.

Il test sui topi

Per capire come nascono queste associazioni mentali, gli scienziati hanno fatto esperimenti sui topi. Gli animali all’interno di una scatola erano liberi di muoversi in due scomparti: in uno ricevevano nicotina, nell’altro una soluzione salina. Sono stati cronometrati i passaggi dei topi da uno scomparto all’altro, registrando anche l’attività dell’ippocampo, un’area del cervello dove si formano i nuovi ricordi. Rispetto alle iniezioni di soluzione salina, la nicotina ha creato connessioni nervose fino al 200% più forti. City

 

http://city.corriere.it/2009/11/24/milano/i-fatti/accendere-sigaretta-scolpisce-nostri-ricordi-20597557039.shtml


CORDIS
24 NOVEMBRE 2009
 
Gene collegato all'aumentato peso alla nascita dei bovini
 
Ricercatori tedeschi e giapponesi hanno individuato un meccanismo genetico nei bovini collegato alle grandi differenze riscontrate nella crescita prenatale. La scoperta aiuterà allevatori e scienziati a comprendere le ragioni della sovracrescita anormale del feto, che ha grandi ricadute sull'industria del bestiame. I risultati dello studio sono pubblicati nella rivista Genetics della Genetics Society of America.
La scoperta è il risultato di uno sforzo di collaborazione tra cinque istituti tedeschi e giapponesi: l'Istituto Leibniz per la biologia degli animali d'allevamento (FBN), l'Helmot Zentrum München, il Politecnico di Monaco di Baviera, l'Istituto Shirakawa di genetica animale e l'Istituto per lo sviluppo dell'allevamento del bestiame della Prefettura di Kagoshima. Lo studio è parte di SEGFAM ("Segregating Families"), un progetto di ricerca a lungo termine sulla crescita e la lattazione del bestiame. L'equipe ha scoperto una variante genetica del gene NCAPG (non-synonymous polymorphism in the non-SMC condensin I complex, subunit G) del cromosoma bovino 6. Una delle varianti dell'NCAPG individuate è strettamente collegata alla crescita fetale intrauterina. La dottoressa Krista Kühn dell'FBN spiega che, da un punto di vista evolutivo, la variante del gene NCAPG sembra piuttosto recente. "Essa è tuttavia già presente in molti allevamenti. La funzione del gene nei mammiferi è per lo più sconosciuta, anche se si ritiene che sia responsabile della divisione cellulare in organismi inferiori, come la mosca della frutta", spiega la dottoressa Kühn. Lo studio ha interessato oltre 700 mandrie Charolais e Holstein tedesco (rispettivamente, da carne e da latte); si sa che questi allevamenti sono molto diversi in termini di crescita fetale. È stata creata una prima generazione di prole (F1) con inseminazione artificiale e trasferimento di embrione, seguita da una seconda generazione di prole (F2), generata dall'accoppiamento del bestiame del gruppo F1. Il problema che si poneva all'equipe era la determinazione della variazione genetica alla base dell'elevato peso corporeo dei vitelli nell'utero. Il risultato della ricerca potrebbe permettere agli allevatori l'identificazione della variante genetica tramite l'utilizzo un test genetico convenzionale. A sua volta, questo permetterà alle parti interessate del settore di studiare la futura selezione delle mandrie e di ridurre i casi di vitelli con peso elevato alla nascita. Diversi studi hanno evidenziato che la fase postnatale di un mammifero caratterizzato da elevato peso prenatale può presentare problemi. Inoltre, un maggiore peso alla nascita per un vitello risulta spesso in un aborto spontaneo, se non nella nascita di un feto morto. La comprensione di questa crescita è stata quindi per molto tempo l'obiettivo delle parti interessate del settore, come ad esempio coloro che si occupano della salute e dell'allevamento del bestiame. Nello studio in questione, gli autori spiegano che una maggiore comprensione dei fattori che sottendono alla crescita fetale "aiuterebbe la riproduzione artificiale e l'allevamento animale tradizionale, e contribuirebbe, inoltre, ad una migliore comprensione dei percorsi che regolano lo sviluppo fetale." Due le direzioni identificate per lo studio futuro del gene NCAPG nelle mandrie: ulteriori studi sul potenziale dei test genetici e sui meccanismi funzionali del gene.Per maggiori informazioni, visitare:
Istituto Leibniz per la biologia degli animali da allevamento:
http://www.fbn-dummerstorf.de/
Genetics:
http://www.genetics.org/
 
http://cordis.europa.eu/fetch?CALLER=IT_NEWS&ACTION=D&SESSION=&RCN=31498
 
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