CRONACA QUI
24 OTTOBRE 2009
Un maniaco si accanisce su una cucciolata. Solo due sopravvivono
Seviziano un gatto per noia e gli amputano una zampina
TORINO - Sono stati rapiti per alcuni giorni. «Uno di loro ci ha rimesso una zampa per le sevizie e il godimento di una banda di ragazzini annoiati» o di «chissà quale spostato, bisogna essere davvero dei pazzi per amputare una zampina ad un cucciolo». In via Di Nanni pochi sembrano conoscere il destino toccato a due gatti randagi, vittime di una presunta banda di seviziatori che nel quartiere si diverte a torturare gli animali. «Non davano fastidio a nessuno, erano una cucciolata di gatti fino a qualche settimana fa. Ora ne sono rimasti soltanto due». Certo è che risulta impossibile avvicinarli, tanta è la diffidenza che mostrano nei confronti degli esseri umani, prima che riparino sotto un furgoncino parcheggiato nel cortile. «Sono nati circa tre mesi fa, ma prima erano molti di più - racconta un residente del condominio -. Non riesco a credere ai miei occhi quando vedo zoppicare il gattino dal pelo color carota, gli hanno amputato una zampina». Inizialmente c’era chi li sfamava, portando loro del latte, chi se ne prendeva cura amorevolmente. A chi non verrebbero gli occhi lucidi davanti al muso di un gattino? «Poi sono cresciuti, hanno cominciato a dare fastidio a qualcuno evidentemente». Chi mal sopportava la presenza dei gattini, non l’ha certo nascosto più di tanto. «Se a qualcuno di noi condomini cercava di accudirli come meglio poteva, portando in cortile del cibo, piuttosto che scatolette comprate apposta - aggiunge -, altri hanno cominciato a manifestare un vero e proprio risentimento. Non è mancato chi ha deliberatamente gettato secchiate d’acqua dai balconi, giornali arrotolati per farli smettere di miagolare». Fino a quando degli studenti del quartiere hanno deciso di affidarli ad amici e conoscenti. Almeno parte della cucciolata, i più fortunati si sono salvati. Sicuramente quelli a cui non è toccato finire tra le mani dei seviziatori, sadici fino al punto di mutilarli. «Ci è impossibile stabilire chi li abbia fatti sparire, così come è inutile sospettare di qualcuno in particolare. È certo soltanto che, per alcuni giorni, dei due gattini rimasti si sono perse le tracce. Fino a ieri, almeno». Quando uno dei due è tornato in cortile. Senza una zampa.
MATTINO DI PADOVA
24 OTTOBRE 2009
Tornato il killer, gatti uccisi o mutilati
SAN CARLO (PD). Il killer dei gatti è tornato. Tre giorni fa, nello spazio incolto che si trova tra le vie Don Gnocchi e Bolis, a San Carlo, è stato trovato ucciso un gatto grigio-nero. In poche settimane è il quarto gatto, tra cui un siamese, assassinato nei rioni dell’Arcella. La memoria va all’estate di due anni fa, quando il «nemico degli animali» avvelenò con polpette cinque felini. Adesso lo squallido killer non utilizza le polpette al cianuro, ma li uccide con sistemi diversi. Ad esempio due gatti sono stati sgozzati. Di conseguenza all’Arcella sono numerosi i residenti a dare l’allarme. «Siamo davanti ad un personaggio disumano - osserva l’architetto Franco Vanzan - Un sadico. Ad un gatto, ad esempio, ha tagliato solo le orecchie».
IL GAZZETTINO
24 OTTOBRE 2009
Abbandonati lungo la statale quattro cani fra cui tre cuccioli
ARSIÈ (BL) - Cani abbandonati, gettati in mezzo ad una strada. E questo giovedì sera in località Case Balzan, lungo la statale 50 bis in direzione Arsiè.Gli animali, tre cani (2 cuccioli maschi di circa 4 mesi) e una femmina di circa un anno, sono stati ritrovati a bordo strada.Un reato penale quello dell’abbandono sul quale ora indagano gli agenti del Corpo forestale dello Stato.I quattro cani per qualche giorno saranno accuditi dai volontari dell’associazione Amici nella natura di Feltre. Non essendoci ancora un canile nel comprensorio feltrino, grazie all'aiuto dell'Apaca di Belluno, cuccioli e mamma saranno poi trasferiti al canile dell’associazione del capoluogo che si trova nella zona dell’aeroporto.[...]
IL MESSAGGERO
24 OTTOBRE 2009
Giocava al tiro a segno contro gli uccelli
EMY INDINI
PERGOLA (PU) - Giocava al tiro a segno contro gli uccelli nel parco cittadino. M.R., 21 anni, non ha esitato a sparare a una tortora con la sua carabina ad aria compressa, uccidendola sul colpo. Così, tanto per passare il tempo. Un gioco crudele che, però, gli è costato caro. Il 21enne, infatti, è stato beccato e denunciato dai carabinieri mentre a Pergola, nel giardino pubblico poco distante dalla sua abitazione, si divertiva a prendere di mira tortore e piccioni. Il giovane, volto noto alle forze dell’ordine, è stato notato dai passanti che hanno segnalato la cosa ai militari della locale stazione. Così è scattata la denuncia per maltrattamento di animali e porto abusivo d’armi. Carabina e munizioni sono state sequestrate dai carabinieri. Un gesto grave, quello di M.R. che rischia anche il carcere fino a tre anni. Sempre a Pergola, è stata sorpresa ubriaca alla guida della sua auto una donna di 40 anni. Aveva alzato il gomito in occasione di una serata ma il verdetto dell’etilometro non le ha dato scampo. Per lei, patente ritirata sul posto dai carabinieri. E ancora. Controlli su strada anche per contrastare l’immigrazione clandestina. Tanti gli stranieri fermati e identificati. Chi non aveva con sè i documenti è stato portato in caserma e identificato attraverso il foto segnalamento. Nessuno degli extracomunitari controllati, però è risultato irregolare.
MATTINO DI PADOVA
24 OTTOBRE 2009
Toro abbattuto a fucilate
BAGNOLI DI SOPRA (PD). Hanno dovuto abbatterlo a colpi di mitra, visto che la sua furia poteva costare cara al veterinario di turno. Triste fine per un toro destinato al macello «Musini» di via Beato Cairoli, nella frazione San Siro. L’animale è scappato al controllo degli operatori che lo stavano scaricando da un mezzo carico di bestiame. Il toro si è quindi spinto nelle campagne di San Siro, seguito in pochi minuti dai carabinieri di Bagnoli di Sopra. I militari hanno atteso l’arrivo del veterinario che, fucile alla mano, ha abbattuto la bestia. Quando il medico si è avvicinato, tuttavia, il toro si è rialzato di scatto cercando di caricare il veterinario. I carabinieri hanno quindi dovuto mettere mano al proprio mitra e crivellare il toro, che è definitivamente caduto a terra esanime.
PORTO DI MARE
24 OTTOBRE 2009
Sequestrato il canile di Galatina, ispezionati Gallipoli e Nardò
GALATINA/NARDÓ/GALLIPOLI - Importante operazione dei Carabinieri per tutelare gli animali dai maltrattamenti: ispezionato il canile di Gallipoli, sequestrato il canile di Galatina, ispezionati due negozi di Nardò. Ecco tutti i dettagli.
Provincia di Lecce - Il 24 ottobre 2009, a conclusione di una predisposta attivita’ coordinata a largo raggio, organizzata dal Comando dei Carabinieri di Gallipoli, finalizzata alla prevenzione e repressione dei reati riguardanti i maltrattamenti sugli animali, iniziata alle prime luci del mattino e conclusasi in questo primo pomeriggio, svolta su tutto il territorio di competenza di questa compagnia, i militari delle stazioni di Galatina, Gallipoli e Nardo’, in collaborazione con l’Asl – sezione veterinaria - di Galatina, Gallipoli e Nardo’, hanno ottenuto i seguenti risultati: N. 2 canili controllati, di cui 1 sottoposto a sequestro amministrativo; N. 6 negozi di animali controllati. I comuni interessati in tale attivita’ ispettiva sono: Galatina: sequestrato il canile municipale, ubicato all’interno dei locali dell’ex mattatoio, nonche’ n. 2 negozi di animali; Gallipoli: ispezionato il canile gia’ sottoposto a sequestro anni fa, nonche’ n. 2 negozi di animali; Nardo’: controllati n. 2 negozi di animali. Questa attivita’ di controllo ha permesso di evidenziare e far emergere svariate violazioni e mancanze di natura igienico sanitaria. Tra queste troviamo condizioni strutturali di alcuni locali non idonee e varie mancanze per scarsa igiene generale dei locali utilizzati per ospitare gli animali. In particolare, il canile municipale di Galatina veniva sottoposto a sequestro sanitario poiche’ venivano riscontrate le seguenti mancanze: i box dove sono ospitati i cani si presentavano in evidente stato di incuria strutturale ( intonaco staccato dai muri, parti prive di piastrelle, cancelli abbisognevoli di manutenzione straordinaria: potrebbero procurare delle ferite ai cani ivi ospitati), parti di alcuni locali si presentano pericolanti e con infiltrazioni d’acqua dal soffitto, sono ancora presenti diversi strumenti e attrezzature connesse alla vecchia attivita’ di mattatoio ed inoltre mancano, per tutti i locali, i canali di scolo. Per quanto sopra, nei controlli sviluppati nella giornata odierna, sono state elevate sanzioni per un ammontare di circa 8.000 euro. Sono inoltre tuttora in corso accertamenti finalizzati a verificare il possesso delle autorizzazioni di alcuni depositi ricavati nei canili e nei negozi controllati. All’attivita’ di largo raggio in questione venivano impiegate, coordinate dal comando di compagnia, n. 16 pattuglie tra autoradio e veicoli appartenenti alle stazioni sopra citate, per un totale di 32 carabinieri, in collaborazione con personale veterinario delle Asl di Galatina, Nardo’ e Gallipoli.
LECCE PRIMA
24 OTTOBRE 209
LOCALI FATISCENTI, SEQUESTRATO IL CANILE DI GALATINA
Intonaco staccato dai muri, parti prive di piastrelle, cancelli privi di manutenzione straordinaria che avrebbero potuto ferire i poveri animali. Troppe le violazioni riscontrate dai carabinieri
GALATINA (LE) - Due canili controllati, di cui uno finito sotto sequestro, sei negozi di animali visitati a loro volta dai carabinieri della compagnia di Gallipoli, varie violazioni riscontrate. E’ l’esito di un controllo a largo raggio condotto fra Galatina, la stessa Gallipoli e Nardò, in collaborazione con il servizio veterinario dell’Asl. Il procedimento più grosso, a Galatina, dove sotto sequestro è finito il canile municipale, collocato all’interno dei locali dell’ex mattatoio. Svariate le violazioni e le mancanze di natura igienico-sanitaria riscontrate, fra cui condizioni strutturali di alcuni locali non idonee e varie mancanze per scarsa igiene generale dei locali utilizzati per ospitare gli animali.In particolare, il canile municipale di Galatina è stato sottoposto a sequestro sanitario dato i box dove sono ospitati i cani si sono presentati in evidente stato di incuria strutturale (intonaco staccato dai muri, parti prive di piastrelle, cancelli privi di manutenzione straordinaria, tali da rischiare di procurare delle ferite ai cani); parti di alcuni locali, inoltre, si sono fatti apprezzare, si fa per dire, perché pericolanti e con infiltrazioni d’acqua dal soffitto. Senza contare che erano presenti anche strumenti e attrezzature connesse alla vecchia attività di mattatoio e che mancano, per tutti i locali, i canali di scolo.Sempre a Galatina, sono stati controllati due negozi di animali, mentre a Gallipoli i carabinieri hanno ispezionato il canile già sottoposto a sequestro diversi anni addietro, oltre ad altri due negozi. E sempre due attività di rivendita sono state ispezionate a Nardò. In totale, sono state elevate sanzioni per circa 8mila euro. Sono, inoltre, tuttora in corso accertamenti, finalizzati a verificare il possesso delle autorizzazioni, di alcuni depositi ricavati nei canili e nei negozi controllati.
L'UNICO
24 OTTOBRE 2009
Sesso a pagamento con animali a domicilio, denunciate 23 squillo
Milano/Roma (22 ottobre 2009) 23 “signore del sesso viaggiante con animali”sono oggetto di una denuncia presentata presso le procure della repubblica di Milano, Aosta,Trieste, Roma, Asti e Firenze dal presidente nazionale dell'AIDAA Lorenzo Croce per il reato di maltrattamento di animali a fine erotico.Le squillo offrivano le loro prestazioni attraverso una rete di annunci pubblicati su siti internet specializzati in animal sex, e la prestazione comprendeva l'uso e l'abuso di animali domestici (cani di piccola e grossa taglia ma anche una gallina).
Una volta contrattato il prezzo le squillo (con animale al seguito) raggiungevano il cliente nella sua abitazione dove si consumava oltre alla prestazione erotica anche la violenza sull'animale. I prezzi della prestazione variano dai 200 ai 500 euro per una prestazione singola (da tener nel conto anche le spese di trasferta delle squillo con animale che variano dai 40 euro fino a 200 euro in base ai chilometri che la squillo deve percorrere dalla casa all'abitazione del cliente), mentre si arriva a 3.000 euro a notte (comprensivo di pappa per il cane- cosi si legge in un annuncio) per una prestazione di otto-dieci ore. A Milano inoltre è possibile consumare le prestazioni in appartamenti compiacenti nella zona di Via Napo Torriani e Via Antonio da Recanate (zona stazione Centrale) con un supplemento tariffario di 30 euro sul prezzo pattuito. “La pratica della prostituzione a domicilio non è nuova, ma le prostitute che si portano appresso il cane sono una particolarità di cui siamo venuti a conoscenza grazie alla collaborazione di due persone che in passato hanno praticato sesso con animali- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- due pentiti della pratica sessuale con animali che ci hanno aiutato a scoprire questo nuovo redditizio quanto inusuale filone dell'animal sex per il quale dopo tre mesi di ricerche ed appostamenti ho firmato 23 denunce che saranno inviate alle rispettive procure,ovviamente per quanto ci riguarda le escort coinvolte in questo giro le abbiamo denunciate per maltrattamento di animali a scopo di abuso sessuale”.
IL GAZZETTINO
24 OTTOBRE 2009
I malati psichici guariscono con i cani del rifugio di Fenil del Turco
Provincia di Rovigo - (a.s.) Formare persone con disagio psichico perché diventino addestratori di alcuni cani del rifugio di Fenil del Turco che potranno poi essere dati in adozione. É questo l’obiettivo di “Addestrare per imparare”, il progetto nato dalla collaborazione tra le associazioni Co.me.te (Comunità Mente Salute), Lega Nazionale per la Difesa del Cane e Croce Verde di Adria in sinergia con l’Ulss 18 di Rovigo e con il finanziamento del CSV provinciale. Saranno una decina gli utenti seguiti dal Dipartimento di salute mentale che nella fase riabilitativa verranno coinvolti nell’attività di addestramento. Assistiti da una educatrice del dipartimento e dai volontari del rifugio, si eserciteranno con gli animali grazie al supporto di una educatrice cinofila che insegnerà loro come rapportarsi con i cani. Questa attività costituirà così un momento di promozione e arricchimento delle persone che soffrono di disagi psichici, altrimenti costrette all’emarginazione a causa della malattia, con lo scopo di favorire il loro benessere attivando l’acquisizione di responsabilità e di funzioni di apprendimento e comunicazione.Un progetto che, svolto in un contesto di normalità, aiuterà queste persone nel percorso di re- inserimento nella società. Sarà, inoltre, anche un modo per dare un’opportunità in più agli animali di essere adottati dopo aver ricevuto una educazione di base che li preparerà ad entrare nelle case delle famiglie polesane.
IL SECOLO XIX
24 OTTOBRE 2009
Anche i cani eroi vanno in pensione
Quattro zampe al lavoro per la sicurezza
Vengono addestrati per un anno, quindi arruolati nelle forze dell'ordine. A fine carriera per qualcuno c'è il ricovero
Giuliano Gnecco
Ci sono eroi sconosciuti, ma niente affatto per caso. Meglio: c'è chi sa, e apprezza lo loro importanza, ma la gente comune non conosce il loro ruolo. Chiedere di Barbara in Abruzzo, dove ha contribuito a salvare delle vite dopo il terremoto. Oppure di Gafa, non amata soltanto dai narcotrafficanti, per i quali era un incubo. No, non sono i nomi in codice di agenti segreti: Barbara è un rottweiler, che prima di morire a 12 anni, era in servizio ai vigili del fuoco di Genova; Gafa è invece una femmina di pastore tedesco, andata in pensione dopo il servizio prestato nella Guardia di Finanza.
Il maresciallo ordinario Corrado Di Pietro è istruttore cinofilo della Finanza: «I nostri cani - rivela - nascono in un centro di addestramento a Castiglione del Lago. Utilizziamo soprattutto pastori tedeschi e labrador; in passato abbiamo provato anche con qualche meticcio, ma senza grandi successi». Il segreto per ottenere risultato strepitosi? «Il manicotto - confida Di Pietro - Un semplice panno arrotolato a forma di osso che serve a mantenere l'istinto predatorio, e che poi il cane inizierà a conquistare in tutti i modi. La prima fase di addestramento si limita al gioco». Poi, però, si fa sul serio: «Dopo il primo anno - spiega il maresciallo - inizia l'istruzione agli odori degli stupefacenti. Attenzione: gli odori non hanno il principio attivo; sarebbe pericoloso, anche se in molti pensano che droghiamo i cani. Ci mancherebbe. Invece, nascondiamo la fonte, cioè la pseudo-droga, in modo tale che quando il cane sentirà l'odore inizierà a raspare. È il quel momento che gli si dà il manicotto, facendo attenzione a che non si accorga che siamo noi a darglielo. Serve anche a distrarre il cane in maniera che non arrivi alla droga, appunto pericolosa, che dobbiamo rimuovere noi». A quel punto inizia la fase fondamentale: «Basilare - sottolinea Di Pietro - è il rapporto fra conduttore e cane: dopo il corso il cane verrà affiancato al suo conduttore, che è quello che starà con lui tutta la vita. Poi i nostri cani vivono in caserma, dove hanno uno spazio per il giorno e uno per la notte. Ma non resteranno mai soli, perché ci sono altri colleghi cinofili, ai quali si affezioneranno, ad accudirli nelle 8-10 ore al giorno che stanno nel box». Dopo un lungo servizio, giunge il momento nel quale i cani vengono proposti per la riforma dal servizio, vale a dire la pensione. «Il comando generale decide quanto il cane non è più idoneo - chiarisce il maresciallo - A quel punto, nel 98% dei casi se li prende in casa il conduttore. Se non ha lo spazio, quasi sempre lo prendono altri colleghi che lo conoscono, dove comunque il conduttore andrà sempre a trovarlo. Se proprio non c'è la possibilità di tenerlo, tornerà al centro di addestramento, ma sono casi rarissimi. Abitualmente i nostri cani mangiano mangime secco, e sono seguiti da veterinari convenzionati». A Genova solo i carabinieri non hanno un reparto cinofilo: quando occorre, i cani vengono fatti arrivare dal Piemonte. Sono molto attivi invece gli agenti di polizia - a due e quattro zampe - coordinati dell'ispettore responsabile Simona Sugo. Ma fra i cani dei vigili del fuoco ci sono veri casi di eroismo: Barbara, per esempio, nonostante l'età, in Abruzzo ha ritrovato il punto in cui due suore erano sepolte sotto le macerie del convento di Santa Chiara nella frazione Paganica dell'Aquila (una purtroppo era morta) e una coppia di coniugi rimasti sotto un palazzo del centro storico. È stata protagonista praticamente in tutte le grandi calamità che hanno colpito l'Italia: terremoti, alluvioni, crolli di edifici. Quando c'era da cercare persone in difficoltà, Barbara veniva richiesta dalla Protezione civile; viveva a Quinto con il conduttore Marco Risso. «Nel nostro nucleo - conferma Adriano Zanni, caposquadra dell'unità cinofila - abbiamo sedici unità, e i cani vivono insieme a noi. Li seguiamo passo passo da quando sono cuccioli fino alla morte: quando mancano, dopo 10-12 anni, ti piange il cuore. Per noi sono come persone. Quando vanno in pensione, o lo dai a un amico se non hai altre possibilità, o più facilmente lo tieni con te».
IL SECOLO XIX
24 OTTOBRE 2009
Accattonaggio mobilitazione per salvare Fido
Genova - D'ACCORDO, chi usa i bambini si comporta anche peggio, ma non è una giustificazione per chi utilizza gli animali - soprattutto i cani - per l'accattonaggio. Cani come oggetti, tenuti accanto, talvolta sedati, per impietosire e ottenere qualche spicciolo. Sedati? «Io in via XX Settembre ho visto addirittura una persona chiedere l'elemosina avendo accanto un cane morto - denuncia Aldo Praticò, consigliere comunale del Pdl - È incivile chiedere l'elemosina utilizzando i cani».
Sono le città d'arte, in particolare Venezia, Roma e Firenze e Napoli, quelle in cui negli ultimi due anni si sono registrate le maggiori presenze di accattoni con animali. Ma, ora, in classifica entra anche Genova. «Città come Roma, Torino, Milano e Sanremo hanno emesso ordinanze che vietano l'accattonaggio con animali - ricorda Praticò - Io chiedo che questo fenomeno termini anche a Genova. Per questo ho presentato una mozione chiedendo che il Comune vari un'ordinanza in questo senso». Per la Toscana c'è addirittura una legge regionale. A livello nazionale è nata l'Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (Aidaa) che ha attivato un osservatorio nazionale contro l'accattonaggio con animali, e attivato una petizione on-line sul sito www.firmiamo.it/nocaniaccattoni. G. Gn.
IL GAZZETTINO
24 OTTOBRE 2009
C’è chi vede i colombi come disturbo e addirittura come un grave problema igienico ..
Graziano Barbierato
Rovigo - C’è chi vede i colombi come disturbo e addirittura come un grave problema igienico sanitario vista la proliferazione dei pennuti nele piazze e nelle città, a partire dal capoluogo, ma c’è pure chi li considera nella loro bellezza e ne vede i lati migliori: animale da hobby e anche carne alternativa.Organizzata dal club Colombofilo polesano, in collaborazione con le sezioni coltivatori diretti di San Martino e Beverare, dell’Amministrazione Comunale, dell’associazione culturale “San Martino” e con il patrocinio della Banca di credito cooperativo del Polesine, apre oggi i battenti l’annuale Mostra Colombofila. La manifestazione, come ormai consuetudine, sarà ospitata presso la tensostruttura all’interno degli impianti sportivi. Numerose le razze di colombi che saranno esposte e che rappresentano la quasi totalità delle razze allevate attualmente sia a livello nazionale che europeo. Quella proposta è una manifestazione che si prefigge proprio di far conoscere il colombo sia come animale da hobby sia carne alternativa. Visto sotto quest’ultimo aspetto, è un ottimo alimento per imbandire le tavole essendo una carne magra, chiara, gustosa e facilmente digeribile. Il programma prevede oggi l’apertura della mostra con il seguente orario dalle 9 alle 22; domani dalle 8,30 alle 18 con l’intermezzo, alle 16 circa, della premiazione, alla presenza delle autorità locali e degli allevatori. L’ingresso alla mostra è completamente libero.
LA REPUBBLICA
24 OTTOBRE 2009
Mucche e polli adottati in cambio di latte e uova
Oltre 10mila gli italiani che hanno scelto di sovvenzionare la cura di una bestia
VERA SCHIAVAZZI
Nuoro - C'è chi li chiama per nome e appende le foto sul frigorifero e c'è chi li guarda brucare l'erbetta pensando al latte prodotto, e ai formaggi sani e convenienti che arriveranno sulla loro tavola. Più di 10mila italiani (un dato empirico fornito dalle associazioni di allevatori e coltivatori che sostengono l'esperimento) posseggono una mucca, una capra, un asino, un maiale e perfino una o più galline senza avere neppure un metro di terreno né un pollaio o una stalle nel cortile. È l'adozione a distanza degli animali da fattoria, che in alcuni casi sta aiutando interi settori - come l'allevamento allo stato semi-libero di pecore e capre - a sopravvivere a forme più redditizie e razionali. Per tutti rappresenta un modo di tornare alla natura, la sensazione, magari illusoria, di aiutare da lontano un altro essere vivente che in cambio fornisce latte, uova e perfino lana ancora da cardare. Mario Patteri è un agricoltore di Marreri, vicino a Nuoro. A lui si deve l'idea della gallina in affido, che mette insieme la nostalgia per le aie di una volta con l'esigenza di risparmiare: "La crisi ci sta facendo chiudere, neppure le produzioni biologiche bastano più a guadagnare quel tanto che basta per andare avanti. Io ho già 50 galline e le allevo come si deve. Ho pensato che potevo tenere a pensione anche quelle degli altri: chi vuole ne compra una o più, pagando 5,5 euro, e per otto mesi riceve da me sei uova alla settimana. Lui risparmia, io guadagno qualcosa e le uova sono molto più buone di quelle dei negozi". Tra i consumatori sardi l'idea ha avuto successo e in questo weekend nell'azienda di Patteri troveranno un posto i primi polli in affido.
A Verbania, invece, si possono adottare Maggiolina, Cacao, Menta, Vaniglia e Betty: sono asinelle nane, animali da compagnia meravigliosi per bambini e non. I malgari della Valsugana e del Lagorai, cinque anni fa, si sono trovati di fronte a un bivio: rinunciare agli alpeggi estivi in quota, ormai costosi e troppo distanti dai moderni criteri di allevamento, o chiedere aiuto. In poco tempo, al loro appello hanno risposto oltre 200 lombardi di città, che hanno pagato 60 euro per ricevere una foto con l'animale e il suo nome, e sono saliti in montagna a ritirare latte, burro, panna e tome. Vittorino, Pier, Loris, Azzurra e Francesco sono cinque giovani allevatori che fanno qualcosa di simile in Valsesia, nel Vercellese: la famiglia Muretto riceve le quote (40 euro a mucca, ognuna con la sua carta di identità) e aspetta alla fattoria chi vuol ritirare burro, ricotta e latte e far vivere ai suoi bambini incontri ravvicinati con gli animali. E in Abruzzo "La porta dei parchi" offre in adozione agnelli e pecore con due diverse opzioni: chi vuole, può ricevere la carne, ma gli animalisti, i vegetariani o chi si è affezionato nel frattempo possono convertire il loro arrosto con olio, miele e marmellate.
IL SECOLO XIX
24 OTTOBRE 2009
Biscia nel motore di un'auto:arrivano i pompieri
RAPALLO (GE). È stato un automobilista a dare l'allarme, accorgendosi che qualcosa si stava muovendo sul cofano di un'altra vettura. Cosìè iniziata un'insolita "battuta di cattura al serpente" in pieno centro a Rapallo. Tutto è accaduto ieri alle 12,30 in piazza delle Nazioni. Dove il consigliere comunale Maurizio Tuseo di Santa Margherita stava passando con la sua auto, a bordo della quale c'era anche sua figlia. Al consigliere fa un cenno l'altro automobilista: «C'è qualcosa che si muove e spunta dal suo cofano» avrebbe detto quest'ultimo. Maurizio Tuseo ha così fermato l'auto, accostandosi a margine della carreggiata, per accertarsi di cosa fosse la "presenza" all'interno del cofano. Accortosi che si trattava di un serpente, il consigliere comunale ha immediatamente chiamato i vigili dei fuoco, che sono intervenuti con una squadra in piazza delle Nazioni. L'operazione è stata condotta con attenzione e cautela, visto che ancora non si conosceva la specie alla quale il rettile apparteneva. Il sospetto era infatti quello che potesse essere velenoso. C'è voluta qualche decina di minuti per "stanare" l'animale, che non ne voleva sapere di uscire dal vano motore dell'auto. Poi, quando uno dei pompieri ha provato a spaventarlo accendendo il motore, il serpente è schizzato fuori strisciando sull'asfalto. Solo in quel momento si è potuto scoprire che si trattava di una innocua biscia d'acqua, che è stata catturata dai vigili del fuoco e consegnata ai veterinari del centro recupero animali della Croce bianca rapallese. Una possibile ipotesi su come il rettile sia potuto finire nel vano motore dell'auto l'ha fornita lo stesso consigliere comunale di "Santa". «Sono andato a trovare un familiare che abita in campagna, nell'entroterra - ha detto Tuseo - la biscia potrebbe essere salita a bordo in quel momento».
IL PICCOLO TRIESTE
24 OTTOBRE 2009
Boa sulla superstrada, finisce sotto le auto
Trieste - Abbandonato su una rampa della superstrada, schiacciato dalle auto in transito, è stato raccolto ancora vivo ma è morto poco più tardi. Al centro del tragico epilogo non c’è un cane o un altro animale domestico comune, come accade nei mesi estivi, ma un boa, probabilmente della specie Hog Island. Il rettile, della lunghezza di un metro, è stato notato verso le 15 di ieri da una automobilista che ha visto l’investimento dell’animale da parte di un’auto che la precedeva, mentre si immetteva sulla superstrada dalla rampa di via Svevo. «Sono stato chiamato da una signora – racconta Sergio Caccia, della ”7 Service”, ditta convenzionata con la Provincia per il recupero di animali selvatici –. Quando sono arrivato sul posto, il boa era sul bordo della strada, con ferite da schiacciamento. L’ho messo in una sacca – prosegue – e portato subito dal dottor Riccardo Calligaris, specializzato in rettili e animali esotici». «Quando è arrivato da me – spiega il veterinario – il boa era già in uno stato di pre-agonia. Potrebbe essere un boa dell’isola di Hog. È un tipo di serpente molto resistente allo schiacciamento, ma in questo caso è stato stritolato nella zona intestinale e renale. Non c’è stato nulla da fare». Il corpo del rettile è ora in custodia presso lo studio del veterinario. Dovrà infatti essere ritirato dal Cites, la sezione del Corpo forestale che si occupa di animali esotici. Il boa ritrovato ieri, pur appartenendo a una specie originaria del Sud America, è stato allevato in Italia. Allevamenti di questi rettili ce ne sono in diverse regioni, non a Trieste dove peraltro operano allevatori di altri tipi di serpenti. Il commercio di rettili, in città, è piuttosto fiorente. «Ho una trentina di clienti con boa – precisa Irwin Burian Lissoi, titolare del negozio Tropical Zoo – ma quelli che hanno pitoni sono ancora di più perché quei serpenti sono più semplici da tenere in casa. Solo quest’anno ho veduto quattro boa». Quando vengono acquistati, questi serpenti sono lunghi fra i 30 e i 50 centimetri. «Non sono pericolosi – spiega Burian Lissoi – ma spesso la gente non pensa alle dimensioni che possono raggiungere, che nel caso delle femmine sono anche di due metri e mezzo. Anche se i boa diventano pericolosi solo quando sono molto grandi, attorno ai cinque metri, mi capita ogni tanto che, quando crescono troppo, chi li ha acquistati me li riporti».
LIBERO NEWS
24 OTTOBRE 2009
Maltempo: auto in canale, un morto
La strada era ricoperta di fango per la pioggia
FOGGIA - Recuperato un'auto che stamattina e' caduta in un canale nel Foggiano: morti un cacciatore e i suoi cani. L'uomo non e' stato identificato.
L'incidente e' avvenuto a Ponte canale pallone dell'Elce, nelle campagne di Poggio Imperiale. Un testimone ha detto di avere notato stamattina la vettura e di aver fatto cenni al guidatore perche' rallentasse a causa della strada coperta di fango. Ma proprio in quel momento l'uomo ha perso il controllo dell'auto.
IL CORRIERE DEL SUD
24 OTTOBRE 2009
MALTEMPO, UN MORTO NEL FOGGIANO.
Provincia di Foggia -Il maltempo che da venerdì sera si è abbattuto su gran parte della provincia di Foggia ha provocato un morto. Si tratta di un cacciatore 76enne, Nazario Garofalo, travolto a bordo della sua auto da un torrente in piena. Il mezzo è stato trascinato dal fango e dall'acqua per oltre un chilometro. Per recuperare il corpo sono intervenuti i sommozzatori. L'uomo è morto affogato insieme ai suoi due cani da caccia.L'uomo si chiamava Nazario Garofalo, di 76 anni, di Apricena (Foggia), residente a Torremaggiore, sempre in provincia di Foggia. L'auto è una Ford escort station wagon. L'incidente è avvenuto a "Ponte canale pallone dell'Elce" nella località Fucicchia, nelle campagne di Poggio Imperiale. A quanto si è saputo, un dipendente del consorzio di bonifica ha detto di aver notato stamattina la vettura e di aver fatto cenni al guidatore perchè rallentasse a causa della situazione di pericolo venutasi a creare per la strada coperta di fango. Ma proprio in quel momento l'uomo ha perso il controllo della Ford ed è finito nel canale.
IL GAZZETTINO
24 OTTOBRE 2009
La diffusione della rabbia silvestre è un’emergenza e il Polesine ..
PROVINCIA DI ROVIGO - La diffusione della rabbia silvestre è un’emergenza e il Polesine deve dotarsi al più presto di strumenti per prevenire ogni rischio.Lo si capisce pensando all'ordinanza dell'Assn 6 Friuli occidentale del 16 ottobre, che vista l'accertata positività alla rabbia silvestre in due volpi, una abbattuta il 6 ottobre a Travesio (Pordenone) e la seconda trovata morta nello stesso comune due giorni dopo, vieta che tutti i cani, anche se con museruola, possano circolare liberi. In pratica li si può condurre solo al guinzaglio e il possessore deve controllarne cambiamento d'indole, tendenza a mordere, paralisi e impossibilità a deglutire. La medesima ordinanza è estesa ai territori di Sequals, Meduno, Tramonti di sotto, Castelnovo del Friuli e Pinzano al Tagliamento. Ordina, inoltre, la vaccinazione antirabbica pre contagio per cani, bovini, bufalini, suini, ovini, caprini ed equidi.Un'ordinanza più specifica per l'attività venatoria era stata emessa il 4 agosto dall'Assn 3 Alto Friuli per impedire l'uso dei cani nella caccia se non vaccinati contro la rabbia da almeno 21 giorni e da non più di 11 mesi.È ciò che accade ai confini con il Veneto secondo i dati forniti dal convegno sulla rabbia silvestre organizzato da Federcaccia, la quale, per aver richiesto un piano di contenimento della specie anche in Polesine (piano che manca dal 2006 a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato) è stata immediatamente presa di mira dalla protesta di un gruppo animalista.Le opinioni sono in conflitto, ma i fatti contano di più. Perché quando l'Assn 6 scrive al punto 5 della propria ordinanza inviata a tutti i sindaci della provincia di Pordenone, a enti pubblici e forze dell'ordine che «è' fatto obbligo di non toccare per nessun motivo animali sospetti, vivi o morti, e di segnalare a qualsiasi autorità sul territorio, animali morti o il cui comportamento fosse anomalo», qualche sospetto che la situazione stia per sfuggire di mano emerge. Come ripetuto dagli esperti, la volpe è purtroppo uno dei vettori principali del contagio e per l'Oms un territorio diventa a rischio quando la sua concetrazione supera il limite di un esemplare ogni cinque chilometri quadrati. In Friuli si parla a tutt'oggi di una volpe ogni singolo chilometro quadrato. Cosa sia la rabbialo ha spiegato il veterinario dell'Ulss 8 di Montebelluna Franco Ravagnan. «È una malattia febbrile acuta virale che attacca il sistema nervoso centrale. In pratica una antropozoonosi sporadica nell'uomo ma diffusa nei carnivori domestici come cani e gatti, e selvatici come lepre, coniglio, volpe, lupo e pipistrello, veri e propri serbatoi del virus. Tramessa con la saliva dopo un morso, nell'uomo causa encefalomielite con prognosi infausta».
SURFORNER
24 OTTOBRE 2009
CURIOSO AVVISTAMENTO DI SQUALO IN CALIFORNIA
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Surfcorner.it - Non capita spesso di vedere squali saltare come delfini, ma negli ultimi anni è sempre meno raro vedere i pericolosi pescioni svolazzare come farfalle. E' quanto è successo sabato scorso a Randy Wright, volontario di un'organizzazione non-profit di ricerca sugli squali, il Shark Research Committee, che è stato protagonista di un avvistamento di squalo nella baia di Santa Monica.
Lo squalo, un esemplare di squalo bianco di grosse di mensioni, era impegnato a compiere evoluzioni fuori dall'acqua, come dimostrano le foto fatte dallo stesso Wright mentre si trovava a bordo del suo kayak a qualche decina di metri dallo squalo, stimato essere di dimensionii più o meno come il suo kayak, ovvero tre metri. Wright si trovava in acqua per effettuare ricerche sugli attacchi di squalo all'uomo, per l'organizzazione per la quale presta servizio di volontariato. Aveva sentito dire che qualcuno aveva avvistato uno squalo sullo spot il giorno prima e per questo era andato in mare al mattino presto.Gli squali in quella zona comunque non sono niente di nuovo a quanto pare e con l'aumento dei praticanti sono aumentati anche gli avvistamenti.La fotografia di Wright è stata analizzata dai Vigili del Fuoco di Los Angeles e dichiarata autentica.
MESSAGGERO VENETO
24 OTTOBRE 2009
Gli ambientalisti diffidano la Regione
Caccia TRIESTE. I presidenti nazionali delle associazioni ambientaliste Wwf, Legambiente, Lipu, Lac e Lav hanno intimato alla Regione Friuli Venezia Giulia di destinare una quota dal 20 al 30% del territorio regionale, fatta eccezione per il territorio delle Alpi, a protezione della fauna selvatica. A seguito dell’approvazione della legge regionale n. 13/2009, infatti, il territorio regionale di pianura e di mare - rilevano in una nota le associazioni ambientaliste - è stato illegittimamente definito come «Zona faunistica delle Alpi», evitando così di interdire alla caccia, destinandolo a protezione, solo il 10% della superficie agro-silvopastorale, anzichè almeno il 20%. Questo significa che 45.000 ettari di campagna, dove la fauna non subisce la caccia, sono invece percorsi dalle doppiette, che conseguentemente prelevano animali che dovrebbero invece essere protetti.
MESSAGGERO VENETO PORDENONE
24 OTTOBRE 2009
La Federcaccia all Ass 6: «Ordinanza intempestiva»
Provincia di Pordenone - Nulla da dire sul provvedimento, ma sui tempi, assolutamente sì. L’ordinanza della Ass 6 che impone la vaccinazione antirabica ai cani da caccia, che presuppone anche la “ferma” degli animali per 21 giorni dall’immunizzazione, ha scatenato le vibrate proteste dei cacciatori. «Il provvedimento - spiega il presidente della Federazione italiana della caccia di Pordenone, Bruno Ius - è intervenuto nel pieno dell’attività venatoria, oltre a determinare un aggravio di costi, visto che una vaccinazione costa non meno di 30 euro per ogni cane. Ribadito che la nostra associazione nulla oppone ad un provvedimento che ha rilevanza collettiva e di tutela dell’incolumità, non possiamo non rilevare come la problematica “rabbia” sia insorta da oltre un paio d’anni, con interessamento anche di comuni limitrofi alla provincia di Pordenone. Era quindi ampiamente prevedibile che il fenomeno avrebbe interessato anche il nostro territorio. Sarebbe stato opportuno - prosegue Ius - che questo provvedimento di vaccinazione fosse stato adottato in termini utili, prima dell’avvio dell’attività venatoria, e non certo nel cuore della stagione della caccia. Questo intervento preventivo - spiega ancora il presidente - avrebbe ottenuto due risultati: primo la diminuzione ulteriore del rischio di contagio, perchè comunque prima del 16 ottobre i cani sono stati utilizzati; in secondo luogo, non avrebbe compromesso, per chi utilizza i cani, e sono la maggioranza, l’attività venatoria nella sua fase centrale». Per Federcaccia, visto che l'ordinanza della Ass 6 è volta a tutelare un interesse collettivo «sarebbe stato opportuno, a nostro avviso, che la vaccinazione fosse stata gratuita, anche in considerazione delle già rilevanti spese che comporta l’attività venatoria». In sostanza «riteniamo che il provvedimento sia stato del tutto intempestivo e abbia compromesso in maniera determinante l’attività venatoria con l’ausilio dei cani».
LA NUOVA SARDEGNA
24 OTTOBRE 2009
Macomer, un oasi naturalistica per osservare daini e mufloni e favorirne il ripopolamento
Piero Marongiu
MACOMER (NU). Macomer centro pilota per lo studio della fauna sarda. Questa la novità emersa qualche giorno fa, nell’ambito della conferenza dei servizi dove si sono incontrati i funzionari della provincia di Oristano e Nuoro, insieme con quello dell’assessorato all’ambiente della Regione. ggetto dell’incontro: “Allevamento della fauna selvatica a scopo di studio e ripopolamento». A fare gli onori di casa nel palazzo del governo c’erano l’assessore all’ambiente del comune Giovanni Lai e il vice sindaco Giovanni Biccai. Il progetto presentato nello scorso mese di luglio al comune di Macomer dall’agronomo e tecnico faunistico Vincenzo Sechi, si prefigge di realizzare un centro di eccellenza, aperto alle università locali e della penisola, per lo studio della fauna selvatica endemica. L’oasi sarà realizzata nella struttura di pre-ambientamento del monte Sant’Antonio, in località “Sa Verca Bianca”. Il progetto, recepito e valorizzato dalla nuova amministrazione, aveva preso il via con la giunta presieduta dal sindaco Marco Mura, che ne aveva intuito le potenzialità. «Non sarà soltanto il Muflone ad essere studiato - dice Vincenzo Sechi - ma tutta la fauna presente nel bosco del monte di Sant’Antonio, che, in gran parte, è la stessa esistente nei boschi sardi». Escluso il cinghiale, presente dappertutto, nell’oasi faunistica di Macomer potranno essere osservati nel loro habitat il Gatto selvatico, la Poiana, il Cervo e il Daino sardo. Lo studio riguarderà l’aspetto etologico, cioè il comportamenti degli animali nel loro ambiente naturale, e quello sanitario, che servirà a monitorare eventuali patologie che potrebbero influire negativamente sulla popolazione presente nel territorio. I funzionari provinciali e regionali che hanno partecipato all’incontro, non hanno nascosto l’interesse per il progetto: adesso si tratta di attendere gli sviluppi. E per sviluppi, si intendono sostegni di carattere economico, indispensabili per finalizzare il lavoro condotto finora, che potrebbe portare a Macomer numerosi studenti e amanti della natura e dell’ambiente, ma anche tanti giovani laureati locali in cerca di un tanto agognato e difficile da raggiungere sbocco occupazionale.
MESSAGGERO VENETO
24 OTTOBRE 2009
Hai un animale domestico? Inquini più di un Suv
LONDRA. Chi ha un cane (o altri animali domestici) dovrebbe fare un esame di coscienza ecologico: il migliore amico dell’uomo, in apparenza inoffensivo, in realtà ogni anno inquina complessivamente più di un Suv. È la conclusione-choc di due architetti dell’università della Nuova Zelanda, Robert e Brenda Vale. Secondo i ricercatori, cani, gatti e simili devastano la fauna selvatica, portano malattie e soprattutto aumentano l’inquinamento. Ogni anno, Fido fa fuori 164 chili di carne, consumando l’equivalente di 0,84 ettari. Mentre i Suv (esempio il Toyota Land Cruiser) attraverso l’energia che consuma, fa fuori l’equivalente di 0,41 ettari l’anno.
LIBERO
24 OTTOBRE 2009
SARDEGNA: ASL SASSARI, PER STAGIONE CACCIA MISURE CONTRO PESTE SUINA
Sassari, 24 ott. - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Con l'arrivo della stagione della caccia l'assessorato regionale Igiene e Sanita' della Sardegna ha stabilito le "misure sanitarie da applicarsi su tutti gli animali della specie suina, domestici e selvatici, all'interno del piano di eradicazione dalla peste suina classica e africana". Lo ricorda in una nota l'Asl di Sassari, precisando che sono previste azioni di carattere sanitario mirate ai suini selvatici, abbattuti nelle aree a rischio."L'Osservatorio epidemiologico veterinario regionale ha definito su tutto il territorio della Sardegna i macroareali sui quali modulare le attivita' di campionamento dei cinghiali. In quei territori i cacciatori dovranno prelevare un campione di sangue e diaframma da tutti i cinghiali abbattuti durante la stagione venatoria, mentre nell'area ad alto rischio, che per il territorio dell'Asl di Sassari comprende il comune di Benetutti, sara' necessario prelevare anche un campione di milza", si legge nella nota. I campioni, potranno essere inviati "agli uffici del Servizio veterinario, ai mattatoi oppure agli uffici della forestale, insieme alle apposite schede di segnalamento dei capi cacciati".Il campionamento effettuato nelle ultime due stagioni venatorie, in quella che era la 'zona infetta da peste suina africa nel selvatico' dei comuni di Bultei e Pattada, ha consentito di escludere la presenza del virus nei cinghiali cacciati, ricorda la Asl, e ha portato di conseguenza alla revoca dei provvedimenti di restrizione alla caccia. Durante campagna venatoria del 2008 in tutto il territorio di competenza della Asl sono stati numerosi i campioni di sangue inviati e controllati, tutti negativi. "Ci auguriamo - fa sapere il Servizio veterinario dell'Asl sassarese - che anche quest'anno" una risposta analoga "consenta di avere informazioni attendibili sulla situazione sanitaria del selvatico, quindi di poter escludere che il virus circoli tra i cinghiali col rischio di trasmissione" a maiali domestici. Infine il servizio veterinario di Sanita' animale, con il Servizio di Igiene degli alimenti e la collaborazione del Corpo di Vigilanza ambientale sta organizzando incontri di formazione-informazione con le compagnie di caccia e le associazioni venatorie, per programmare le attivita' di sorveglianza previste dal piano regionale.
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