24 SETTEMBRE  2009

CORRIERE DI SIENA
24 SETTEMBRE 2009
 
Lupo ucciso con un colpo di carabina a San Casciano.
 
 
SIENA - La carcassa è stata rinvenuta, su segnalazione, dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato che insieme ai veterinari dell’Usl hanno accertato causa e dinamiche dell’uccisione. Ieri mattina verso le 9:30, la centrale operativa 1515 del Corpo Forestale dello Stato ha ricevuto la segnalazione, da parte di un cittadino, della presenza della carcassa di un lupo al margine della strada, all’ingresso del paese di San Casciano Bagni. Il personale del servizio veterinario della Usl 7 zona Val di Chiana, ha constatato poco dopo che si trattava effettivamente di un giovane maschio di lupo appenninico dell’apparente età di 12-18 mesi, sano e del peso di circa 30 Kg. Vicino alla carcassa erano presenti tracce di sangue fresco. La causa della morte è da individuarsi in un colpo di arma da fuoco sparato presumibilmente con una carabina che ha colpito l’animale nella regione del collo. Sono in corso le indagini per l’individuazione dei responsabili.

CORRIERE DELLA SERA
24/09/09

Appello al sottosegretario alla Salute: «Vigili sui set cinematografici»
Bovino sgozzato sul set di «Baarìa»
Tornatore nel mirino della Lav
L'animale è stato ucciso e ripreso mentre moriva. Scena girata in Tunisia, «in Italia sarebbe stato un reato»


L'uccisione di un bovino
(frame dal trailer di «Baarìa»)

 

MILANO - Un bovino viene colpito alla testa con un punteruolo conficcato nella fronte. Si accascia a terra ancora cosciente e in quel momento gli viene tagliata la gola. Il sangue zampilla copioso mentre l'animale batte le palpebre e si muove leggermente fino a morire. Il tutto davanti all'occhio elettronico della macchina da presa. Nel mirino della Lav c'è una sequenza di «Baaria», il film di Giuseppe Tornatore presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, ambientato nella Sicilia degli anni Trenta, che esce nelle sale a fine settimana. La scena incriminata è quella sopra descritta, in cui l'uccisione è finalizzata a ricavare del sangue da raccogliere in tazze far bere ad una persona quale cura all'anemia.

«SCENA RACCAPRICCIANTE» - Per la Lav, che ha visionato il film nella Commissione di revisione cinematografica di cui è componente per legge, la scena è raccapricciante e cruenta, tanto più perché realizzata con un animale ucciso appositamente! «Perché Tornatore - si chiede ora l'associazione -, volendo rappresentare un atto efferato dell’epoca rappresentata nel film, non ha scelto di utilizzare degli effetti speciali? Perché realizzare in Tunisia una scena che in Italia sarebbe considerata maltrattamento secondo il Codice penale poiché effettuata senza stordimento e al di fuori di un macello autorizzato, fuori dal quale un bovino non può essere abbattuto?». Interrogativi, questi, che l'associazione animalista rivolge ora sia a Tornatore sia alla società di produzione Medusa, chiedendo altresì al sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, «di realizzare il controllo sui set cinematografici e televisivi da lei annunciato alcuni mesi fa. Siamo convinti che così, anche per produzioni italiane realizzate in Paesi dove vigono norme più permissive di quella italiana, le cose cambierebbero».


LA ZAMPA.IT

24 SETTEMBRE 2009

 

Lav contro il film Baaria: ucciso un bovino, intervenga la Martini

Scena raccapricciante, fatto in Tunisia ma in Italia è reato

 


La Lega antivivisezione contro Baarìa di Giuseppe Tornatore: nel film un bovino viene colpito alla testa con un punteruolo conficcato in fronte, «una scena raccapricciante e cruenta, tanto più perché realizzata con un animale ucciso appositamente» e per questo il sottosegretario alla Salute Francesca Martini deve intervenire per «realizzare il controllo sui set cinematografici e televisivi da lei annunciato alcuni mesi fa».
In una nota la Lav, che ha visionato il film nella Commissione di revisione cinematografica di cui è componente per legge, ricorda la scena in cui «l’animale si accascia a terra e ancora cosciente gli viene tagliata gola, il sangue zampilla in modo copioso mentre l’animale batte le palpebre e si muove leggermente fino a morire, alcune persone lo raccolgono in tazze per farlo poi bere a una delle attrici con la scusa che è anemica». «Perché Tornatore, volendo rappresentare un atto efferato dell`epoca rappresentata nel film, non ha scelto di utilizzare degli effetti speciali?. Perché - continua la Lega antivivisezione - realizzare in Tunisia una scena che in Italia sarebbe considerata maltrattamento secondo il Codice penale poiché effettuata senza stordimento e al di fuori di un macello autorizzato, fuori dal quale un bovino non può essere abbattuto?». La Lav rivolge quindi gli interrogativi al regista Tornatore e alla società di produzione Medusa, chiedendo l’intervento della Martini.


LA REPUBBLICA
24 SETTEMBRE 2009
 
CINEMA: LAV, BOVINO UCCISO IN 'BAARIA' RACCAPRICCIANTE
 
E' una scelta "raccapricciante" quella di girare una scena di 'Baaria', il film di Giuseppe Tornatore, nella quale si uccide un bovino con un punteruolo conficcato nella fronte dell'animale. E' quanto afferma in un comunicato la Lega Anti Vivisezione (Lav). "La scena e' stata girata in Tunisia, in Italia sarebbe sarebbe scattato il codice penale - sottolinea la Lav -il regista Giuseppe Tornatore ha fatto uccidere appositamente un bovino che viene colpito alla testa con un punteruolo: l'animale si accascia a terra e ancora cosciente gli viene tagliata gola, il sangue zampilla in modo copioso mentre l'animale batte le palpebre e si muove leggermente fino a morire, alcune persone lo raccolgono in tazze per farlo poi bere a una delle attrici con la scusa che e' anemica". Per la Lav, che ha visionato il film nella 'Commissione di revisione cinematografica' di cui e' componente per legge, la scena e' "raccapricciante e cruenta, tanto piu' pe rche' realizzata con un animale ucciso appositamente". "Perche' Tornatore, volendo rappresentare un atto efferato dell'epoca rappresentata nel film, non ha scelto di utilizzare degli effetti speciali? Perche' - chiede la Lav - realizzare in Tunisia una scena che in Italia sarebbe considerata maltrattamento secondo il Codice penale poiche' effettuata senza stordimento e al di fuori di un macello autorizzato, fuori dal quale un bovino non puo' essere abbattuto?". La LAV rivolge questi interrogativi "al regista Tornatore e alla societa' di produzione Medusa chiedendo al Sottosegretario alla Salute Martini di realizzare il controllo sui set cinematografici e televisivi da lei annunciato alcuni mesi fa. Siamo convinti che cosi' - conclude la nota - anche per produzioni italiane realizzate in Paesi dove vigono norme piu' permissive di quella italiana, le cose cambierebbero".

WIND PRESS

24 SETTEMBRE 2009

 

FILM BAARIA, BOVINO UCCISO. LAV: RACCAPRICCIANTE

PER “BAARIA” ULTIMO FILM DI TORNATORE BOVINO UCCISO IN TUNISIA CON UN PUNTERUOLO NELLA TESTA.
LAV: SCELTA RACCAPRICCIANTE, ANIMALE UCCISO APPOSITAMENTE, IN ITALIA SAREBBE SCATTATO CODICE PENALE

 

Nel film Baaria, il regista Giuseppe Tornatore ha fatto uccidere appositamente un bovino che viene colpito alla testa con un punteruolo conficcato nella fronte dell'animale. L'animale si accascia a terra e ancora cosciente gli viene tagliata gola, il sangue zampilla in modo copioso mentre l'animale batte le palpebre e si muove leggermente fino a morire, alcune persone lo raccolgono in tazze per farlo poi bere a una delle attrici con la scusa che è anemica.
Per la LAV (www.lav.it), che ha visionato il film nella “Commissione di revisione cinematografica” di cui è componente per legge, la scena è raccapricciante e cruenta, tanto più perché realizzata con un animale ucciso appositamente! Perché Tornatore, volendo rappresentare un atto efferato dell’epoca rappresentata nel film, non ha scelto di utilizzare degli effetti speciali? Perché realizzare in Tunisia una scena che in Italia sarebbe considerata maltrattamento secondo il Codice penale poiché effettuata senza stordimento e al di fuori di un macello autorizzato, fuori dal quale un bovino non può essere abbattuto?
La LAV rivolge questi interrogativi al regista Tornatore e alla società di produzione Medusa chiedendo al Sottosegretario alla Salute Martini di realizzare il controllo sui set cinematografici e televisivi da lei annunciato alcuni mesi fa. Siamo convinti che così, anche per produzioni italiane realizzate in Paesi dove vigono norme più permissive di quella italiana, le cose cambierebbero.


Nuovo Soldo
24 settembre 2009
 
Bovino ucciso con punteruolo e sgozzato in Baaria: Animalisti furibondi contro Tornatore, come il sottoscritto
 
“E’ una scelta “raccapricciante” quella di girare una scena di ‘Baaria’, il film di Giuseppe Tornatore, nella quale si uccide un bovino con un punteruolo conficcato nella fronte dell’animale.” E’ quanto afferma in un comunicato la Lega Anti Vivisezione (Lav). “La scena e’ stata girata in Tunisia, in Italia sarebbe scattato il codice penale – sottolinea la Lav.
 

Il regista Giuseppe Tornatore ha fatto uccidere appositamente un bovino che viene colpito alla testa con un punteruolo: l’animale si accascia a terra e ancora cosciente gli viene tagliata gola, il sangue zampilla in modo copioso mentre l’animale batte le palpebre e si muove leggermente fino a morire, alcune persone lo raccolgono in tazze per farlo poi bere a una delle attrici con la scusa che e’ anemica”. Per la Lav, che ha visionato il film nella ‘Commissione di revisione cinematografica’ di cui e’ componente per legge, la scena e’ “raccapricciante e cruenta, tanto piu’ perche’ realizzata con un animale ucciso appositamente”. “Perche’ Tornatore, volendo rappresentare un atto efferato dell’epoca rappresentata nel film, non ha scelto di utilizzare degli effetti speciali? Perche’ – chiede la Lav – realizzare in Tunisia una scena che in Italia sarebbe considerata maltrattamento secondo il Codice penale poiche’ effettuata senza stordimento e al di fuori di un macello autorizzato, fuori dal quale un bovino non puo’ essere abbattuto?”. La LAV rivolge questi interrogativi “al regista Tornatore e alla societa’ di produzione Medusa chiedendo al Sottosegretario alla Salute Martini di realizzare il controllo sui set cinematografici e televisivi da lei annunciato alcuni mesi fa. Siamo convinti che cosi’ – conclude la nota – anche per produzioni italiane realizzate in Paesi dove vigono norme piu’ permissive di quella italiana, le cose cambierebbero”. (Fonte: Facebook)

Vergogna a Tornatore.

Personalmente non vedrò mai più un suo film.

E pensare che finora lo consideravo un regista intelligente e sensibile… ma a volte, evidentemente,  il successo può far male.  E ora in che categoria lo colloco st’articolo… in spettacoli, arte… o miseria umana, sua collocazione indubbiamente ideale? (S.I.)


Animalieanimali

24 SETTEMBRE 2009

 

RINVIATO A GIUDIZIO IL CARABINIERE CHE UCCISE IL CANE ALI'
Episodio del febbraio del 2008 a Firenze, riaperto il caso su istanza dei proprietari e della Lav.

 

La LAV esprime soddisfazione per la decisione del GIP dottoressa Sacco che, accogliendo l’istanza dell’Associazione, ha disposto l’imputazione coatta del carabiniere che sparò ad un cagnolino di nome Alì uccidendolo, e per la decisione del PM dottor Tei che il 28 agosto scorso ha citato in giudizio il militare.
La LAV, assistita dagli Avvocati Maria Beatrice Perugini e Barbara Vannucci, infatti, aveva presentato opposizione a supporto dell’accusa, in relazione alla vicenda risalente alla notte del 17 febbraio 2008, quando il cagnolino Alì perse la vita sotto gli occhi dei suoi proprietari, a causa di un colpo d’arma da fuoco sparato da un carabiniere nel corso di un controllo di routine nei confronti degli occupanti di un camper in sosta.
“Ci auguriamo che venga fatta piena luce sulla morte di Alì, una morte che aveva suscitato l’indignazione di molti cittadini, alcuni dei quali si erano uniti alla LAV nel corso dei presidi organizzati per chiedere che la morte di Alì non fosse dimenticata – dichiara Ilaria Innocenti, del settore Cani e gatti della LAV – ora attendiamo che il Tribunale di Firenze fissi la data dell'udienza dibattimentale di questo importante caso, in cui l’ imputato è non solo un cittadino, ma anche un tutore dell’ordine”.
“Auspichiamo che nel corso del processo sia finalmente accertata la responsabilità del carabiniere per l'uccisione immotivata di Alì e che venga emanata una sentenza che tenga conto del valore affettivo che i cani hanno raggiunto nella nostra società", concludono gli Avv. Perugini e Vannucci.


L'ARENA GIORNALE DI VERONA

24 SETTEMBRE 2009

 

A San Pietro un altro animale è stato ferito con la carabina ad aria

 

Provincia di Verona - Il «killer dei gatti» è ritornato in azione a San Pietro. E, questa volta, non si è limitato a spargere bocconi avvelenati e trappole vischiose per togliere di mezzo le povere bestiole come era accaduto nei mesi scorsi nella frazione ed in altri quartieri cittadini. Ma si è servito addirittura di una carabina ad aria compressa per impallinare una gattina di razza soriana appartenente ad una famiglia residente in via Mantegna. Una mattina, intorno alle 11, i proprietari hanno trovato nel giardino della loro abitazione l’animale collassato e che respirava a fatica. Credendo che avesse inghiottito un’esca killer, simile a quella costata la vita quest’anno in città ad altri gatti, ad un pastore tedesco e ad alcune volpi selvatiche, sono corsi immediatamente dal loro veterinario di fiducia. Ed è stato lì che hanno avuto l’amara sorpresa: la gattina presentava infatti una piccola ferita sul torace che, dalle radiografie eseguite dal medico dopo aver stabilizzato la bestiola sopravvissuta fortunatamente a questa brutta avventura, è risultata essere stata provocata da un proiettile d’arma ad aria compressa del calibro di 4,5 millimetri. A quel punto ai padroni del gatto, che non riescono a capacitarsi di tanta crudeltà e che si augurano di poter risalire al più presto al responsabile, non è rimasto che sporgere denuncia contro ignoti ai carabinieri di Legnago. Intanto, di fronte a quest’ennesimo episodio di violenza condannato aspramente dalle associazioni animaliste, il Comune ha deciso di intervenire. «La situazione» sottolinea l’assessore Paolo Longhi, «è sconcertante ed abbiamo già incaricato la polizia locale di compiere accertamenti perchè chi si macchia di certi misfatti non continui a passarla liscia. Inoltre, fedeli alla linea che ci ha visto proporre in consiglio l’adozione del regolamento per la tutela degli animali, potenzieremo i controlli anche tramite un gruppo di volontari». S.N.


LA REPUBBLICA

24 SETTEMBRE 2009

 

BIOPARCO, GIRAFFA PALLINA MORTA DOPO CADUTA

 

Roma - La giraffa Pallina è deceduta stanotte in seguito ad un grave trauma cranico causato da una caduta accidentale avvenuta ieri pomeriggio. Stando alla testimonianza di due visitatrici che hanno assistito all'incidente, ieri, intorno alle ore 16 la giraffa stava correndo nel recinto per gioco, quando è inciampata, ha perso l'equilibrio ed è caduta a terra sbattendo violentemente la testa. Lo comunica il Bioparco. Immediati i soccorsi da parte dei guardiani e dei veterinari, che, dopo averla messa in sicurezza per evitare ulteriori traumi, hanno sottoposto l'animale ai trattamenti anti shock ed alle terapie del caso, oltre agli accertamenti ematici e radiografici. E' stato inoltre fatto un consulto con uno specialista neurologo di Milano. Nonostante l'assistenza continua infermieristica e veterinaria, l'animale è deceduto alle 01.00 di oggi. (omniroma.it)


CORRIERE CANADESE
24 SETTEMBRE 2009
 
Una pelle di foca per pellicce di cane e di gatto
 
Ottawa: il Governo federale del Canada ha reso noto che non si unirà con Stati Uniti ed Unione Europea per bandire le pellicce di cane e di gatto: non farà nulla per ostacolarne il commercio. E sapete perché? Ma per motivi economici naturalmente …come sempre! Cos'altro importa ormai???!!
Il ministro dell’Agricoltura Gerry Ritz teme una ritorsione commerciale che vada a danneggiare il commercio di prodotti derivati dalla foca, di cui sembrano essere proprio gli Orientali i maggiori esportatori a livello mondiale in Occidente, che da parte sua continua a comprare e comprare il frutto di tanta sofferenza.
Quindi perché farsi nemici dei validi collaboratori nonchè acquirenti e interessati sostenitori  “solo” perché uccidono selvaggiamente cani e gatti?
In fondo loro fanno lo stesso con le foche…

ASCA

24 SETTEMBRE 2009

 

AMBIENTE: BRIGITTE BARDOT IN DIFESA FOCHE, BOICOTTATE PRODOTTI CANADA

 

Montreal - Brigitte Bardot scende di nuovo in campo per la difesa delle foche invitando la gente a boicottare lo sciroppo d'acero, prodotto simbolo del Canada, uno dei pochi paesi che consente ancora la caccia a questa specie. L'appello e' stato pubblicato sul sito Internet del PETA, organizzazione di difesa degli animali. La 75 attrice dice di essersi ispirata al boicottaggio praticato negli Stati Uniti contro i vini francesi per la posizione tenuta dal governo parigino sulla guerra in Iraq nel 2003, costato ai viticoltori d'Oltralpe circa 112 milioni di dollari. ''E' evidente che il boicottaggio commerciale tocca la' dove fa piu' male: il portafoglio'', ha commentato la Bardot le cui battaglie in passato hanno spinto Stati Uniti e Unione Europea a mettere al bando tutti i prodotti derivati dalle foche, principalmente le pelli.


LA NAZIONE
24 SETTEMBRE 2009
 
Sequestrano un gatto e chiedono il riscatto
Volevano 20 euro, arrestati in sette
L'incredibile avventura di un gatto...e dei suoi rapitori. L'animale era nel suo giardino quando è stato sequestrato. La padrona è stata poi raggiunta da una telefonata in cui i "malviventi" chiedevano il riscatto. I carabinieri sul luogo dello scambio hanno arrestato sette romeni
 
Campi Bisenzio (Firenze), 24 settembre 2009 - Gli animali sono come persone. Lo devono aver pensato anche i sette rumeni che hanno deciso di sequestrare un gatto per chiedere il riscatto alla proprietaria. Hanno "rapito" l'animale mentre era nel cortile condominiale della sia abitazione a Campi Bisenzio. Poco dopo la donna ha ricevuto una telefonata: "Se vuoi rivedere il tuo gatto, facci avere venti euro" avranno detto, o qualcosa del genere. 
La proprietaria del gatto ha visto bene di rivolgersi ai carabinieri che increduli hanno ascoltato la sua denuncia. I sequestratori avevano indicato per lo scambio una strada, nei pressi della Coop di via Buozzi. A questo punto i Carabinieri hanno deciso di presentarsi anche loro all'appuntamento. Nel luogo fissato, la ragazza ha incontrato quattro donne, a cui ha consegnato loro la somma richiesta e quindi, due di queste, avvicinatesi ad un'auto parcheggiata nei pressi, a bordo della quale c'erano tre complici, hanno prelevato il gatto per restituirlo alla proprietaria.
A quel punto i carabinieri, che avevano ossevato tutta la scena, sono entrati in azione e hanno arrestato l'intera banda per il reato in flagranza di estorsione in concorso. Gli autori, quattro donne e tre uomini, tutti di nazionalità rumena e di età compresa tra i 20 e i 40 anni, nullafacenti e senza fissa dimora, alcuni già pregiudicati, dopo le formalità di rito sono stati portati nel carcere di Sollicciano. Il gatto è stato restituito alla legittima proprietaria.

CORRIERE DELLA SERA

24 SETTEMBRE 2009

 

Indagini della guardia di finanza nel salernitano

Vallo, truffa nel settore delle carni Frode da novanta milioni di euro

Animali acquistati nei paesi Ue, macellati senza regole sanitarie e poi messi sul mercato: 4 denunce

 

SALERNO - Grande truffa nel settore del carni e degli animali vivi nel Salernitano. Le bestie venivano acquistate in alcuni paesi della Comunità europea, rivendute, vive o macellate in macelli di fortuna e non igienici, a persone operanti in diverse regioni italiane con enormi rischi per la salute dei consumatori in quanto la merce non era sottoposta ai previsti controlli sanitari.

Le indagini coordinate dal comando provinciale di Salerno della Guardia di Finanza hanno portato alla scoperta di una frode fiscale nel settore delle carni con un’evasione fiscale di 90 milioni di euro e la contestazione dei reati di associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato e della Comunità Europea.

Sono state denunciate 4 persone e coinvolte due società operanti nel settore del commercio all’ingrosso di carni macellate ed animali vivi, con sede nel Vallo di Diano. Al fine di garantire la pretesa erariale sono stati, inoltre, sequestrati 8 appartamenti per un valore di 4 milioni di euro, risultati nella disponibilità delle quattro persone denunciate.

La frode, secondo l’accusa, è stata organizzata e condotta da un gruppo di persone, tutte parenti fra loro, residenti a Scafati, in provincia di Salerno, che, in concorso tra loro e a attraverso due imprese fittizie e completamente in nero, hanno importato ingenti capi di animali vivi da Belgio, Austria, Germania. La sorte degli animali era essere maciullati in luoghi di fortuna e poi messi sul mercato.


BRUNDISIUM.NET
24 SETTEMBRE 2009
 
Maltrattamenti di animali a Ceglie. Petizione da facebook
 
 
L'impatto sociale di Facebook appare sempre più evidente.
I detrattori ne parlano come di un mezzo che provoca la rottura del legame con l'ambiente circostante e crea un rifugio che accresce l'individualismo. Di contro, sempre più gente usa il famoso social network per avere un punto di continuo contatto con persone care o per conoscerne altre che abbiano comunanza di interessi.
E' quest'ultimo aspetto che sta assumendo sempre maggiore importanza tanto da determinane un effetto dirompente: la voce di un singolo, una protesta o un'eventuale richiesta di aiuto lanciata all'interno di un gruppo d'interesse, può rimbalzare da un utente all'altro, divenire voce di più persone e trovare la forza per raggiungere l'obiettivo prefissato.
 
 
E' il caso di una testimonianza di una cittadina di Ceglie Messapica, Ester Locorotondo, che, tramite facebook ha voluto portare all'attenzione del "Gruppo Bario Onlus" una raccapricciante storia di indifferenza e maltrattamento verso dei cani indifesi.
Il gruppo Bario, nato nel 2002 e composto da volontari che si prodigano di operare in difesa degli animali, si è subito prodigato inviando una lettera all'attenzione del Sindaco di Ceglie Messapica, dell'Asl veterinaria, della Polizia Forestale e dei media della provincia di Brindisi.
La posta elettronica di Brundisium.net è stata letteralmente invasa da messaggi che chiedevano di dar voce alla testimonianza e sollecitavano le autorità ad assumere le necessarie contromisure.
E il nostro organo di informazione, giudicando sacrosanto promuovere la cultura di rispetto nei confronti degli animali, fa propria la protesta nella speranza di un intervento efficace e risolutivo degli organi chiamati ad intervenire.
Di seguito riportiamo sia la lettera firmata da decine di iscritti al Gruppo Bario sia la testimonianza di Ester:
 
 
All'attenzione di
Sindaco di Ceglie Messapica, Pietro Federico,
alla Asl veterinaria,
alla Polizia Forestale

E' pervenuta presso la nostra sede la testimonianza di una vostra cittadina, riportata più sotto, in cui apprendiamo della grave situazione in cui versano diversi cani randagi nella vostra città.
Siamo stati inoltre allertati circa casi di maltrattamento e uccisione di altri animali che vivono nella medesima zona. Un individuo che tiene al suo seguito una coppia di cani spaventati e già feriti..... Altri individui che si attorniano di cani senza la minima cura del loro vita... che possono anche finire ammazzati nelle cisterne. Un ex carcerato, un piromane, pare, che vive con una ventina di cani lasciati nell'indifferenza.
Le ferite, lo stato di paura, le condizioni di vita in cui versano queste indifese creature, delineano un quadro di maltrattamento e incompatibilità al loro benessere, se non la violazione delle leggi Italiane sul benessere e tutela degli animali medesimi.
E l'Amministrazione comunale che ha l'obbligo di tutelare gli animali del proprio territorio cosa fa?
E' al corrente il Sindaco di Ceglie della legge quadro nazionale 281 del 14 agosto 1991 e l'ultima Ordinanza del 16 luglio 2009 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 207 del 7-9-2009) Ordinanza contingibile ed urgente recante misure per garantire la tutela e il benessere degli animali di affezione nelle quali è previsto che il primo cittadino si faccia carico del mantenimento dei cani randagi, provvedendo alla loro cattura e idonea collocazione presso canili convenzionati?
La crudeltà è un comportamento che rende l'essere umano sporco, ignobile, indegno e pericoloso per tutti, non solo per gli animali.
Invitiamo pertanto le autorità a farsi carico del problema, osservando le leggi che impongono la tutela degli animali e che rappresentano l'indicatore della civiltà di un popolo.

Testimonianza di Ester:
Sono una cittadina di Ceglie Messapica, sabato mattina (12/09/09), andando al mercato, ho visto un uomo che scendeva da un carrozzino Ape dietro al quale c'erano due cani, uno bianco, tipo volpino con rogna da metà corpo fino alle zampe posteriori e uno più piccolo nero, mi hanno colpito sia lo stato che il comportamento, quello nero ha sull'orecchio destro una ferita sanguinante pare inferta da un bastone, e tutto il corpo è ricoperto da chiazze tonde prive di pelo che sembrano bruciature tipo sigarette il suo comportamento è spaventato dall'uomo ma, allo stesso tempo lo segue a distanza.
L'uomo sembra un pirata uscito da qualche film: è rinsecchito, il volto scarno e rugoso, indossa un cappello nero a falde con un disegno rosso, pare fatto da lui, che rappresenta un quadrato con due tipo corna ai lati, stesso disegno c'è sulla parte anteriore dell'Ape, e ha un bastone, mi preoccupa molto lo stato dei cani,l'uomo non sembra sano di mente e quindi, non può stare con cani, mi è stato detto che vive in campagna a Pisciacalze, all'incrocio con la cappelletta, si svolta a destra, e che sono stati trovati cani nella cisterna.
Aiutatemi voi
Ester Locorotondo (Ceglie Messapica).

TIO.CH
24/09/09
 
SVIZZERA
Animali maltrattati: record di processi, in Ticino "solo" 2 procedimenti penali

In un anno 712 procedimenti per infrazioni alla legge sulla protezione degli animali. Il triste record spetta a Zurigo (190 casi), in fondo alla classifica il Ticino con soli 2 casi
 

BERNA - L'anno scorso sono stati aperti in Svizzera 712 procedimenti per infrazioni alla legge sulla protezione degli animali, con un aumento del 14% rispetto al 2007. Il dato rappresenta un nuovo record. Le cifre variano però di molto da un cantone all'altro.
La crescita complessiva è la conseguenza dei forti aumenti registrati in singoli cantoni, ha reso noto oggi a Zurigo la Fondazione per il diritto degli animali (Stiftung für das Tier im Recht, TIR), per la quale l'incremento è sinonimo di una accresciuta sensibilità per i diritti degli animali.
In testa alla lista figura il canton Zurigo, con 190 procedimenti e una crescita del 25%. Nel canton San Gallo i casi sono stati 141 (+20%) e nel canton Berna 130 (+18,3).
Nel 2008 sono stati per la prima volta aperti procedimenti in tutti i cantoni, ma in molti di essi i casi si contano sulle dita di una mano, osserva ancora la fondazione. Nel canton Glarona e in Vallese si è registrato un solo caso, mentre a Nidvaldo, Ginevra e in Ticino i procedimenti aperti sono stati due.
L'organizzazione ha inoltre calcolato che le pene emesse per l'accusa di maltrattamento intenzionale di animali sono passate da una media di 29 aliquote giornaliere nel 2007 a 35 aliquote l'anno scorso. L'ammontare medio delle multe inflitte per altri tipi di infrazione legge è invece sceso da 523 a 439 franchi. Altro dato degno di nota: il 60% di tutti i procedimenti aperti nel 2008 riguardavano animali domestici e per la maggior parte cani.


TIO.CH
24/09/09
 

TICINO
Animali maltrattati, Rusconi vuole chiarezza
Animali maltrattati: record di processi, in Ticino

LUGANO - Il presidente dell'UDC Ticino Pierre Rusconi ha inoltrato un'interrogazione al Consiglio di Stato in merito al numero di procedimenti per infrazioni alla legge sulla protezione degli animali. Nel 2008, infatti, in Svizzera sono stati aperti 712 procedimenti, mentre in Ticino il numero si ferma a due.
"Parrebbe che l’aumento del 14% dei procedimenti sia dovuto ad una accresciuta sensibilità". Rusconi chiede come mai solo due procedimenti sono stati aperti, di fronte ad un numero di denunce probabilmente maggiore.


FEDERFAUNA
24 SETTEMBRE 2009
 
MERCATO ONLUS, QUALE SARÀ LA PROSSIMA RAZZA DA “LIBERARE”? ...
 
ENCI E ANIMALISTI: IL MERCATO ONLUS DECIDERÀ QUALE SARÀ LA PROSSIMA RAZZA DA “LIBERARE”? La Saga del Vento: è ormai in corso la distruzione del più grande patrimonio Cinotecnico di pointer nel mondo Non importa se siate innocentisti o colpevolisti, quello che sta accadendo ad una intera, famosa, linea di sangue può accadere a qualunque allevamento Italiano. E l’ innocenza dell’allevatore va sempre dimostrata DOPO la dispersione dei cani, in quella che sembra sempre più una confisca di fatto, senza bisogno di processo o sentenza. Mentre chi denuncia, al tempo stesso fornisce prove e contemporaneamente fa l’ausiliare di PG al sequestro, e poi si costituisce parte civile, ed è sempre colui che si “impossessa” e “dispone” dei cani. Non ci risulta nessun caso, che vista l’assoluzione e l’obbligo di restituzione cani, punisca le onlus per i cani spariti . Anche questo bisogna ricordarlo. A quanto pare arriva la sanatoria per i cani già dati in adozione, come risulterebbe anche da documentazione fotografica diffusa in rete. L’associazione Dog Italy Onlus(ennesima associazione animalista provvista di soldi pubblici) pubblica le foto di 2 levrieri adottati. I medesimi cani ricompaiono su Nonsololevrieri forum, dove l’utenete Monella, allegando foto dei cani, dichiara che : “questi sono i 2 levrieri del Guberti , ho trovato loro delle splendide famiglie, grey di nome guinnes, galgo di nome glen” ed ancora: “per fortuna non ci sono più di levrieri ..........ma adesso ci sono i pointer, i cuccioli sono stati dati in affido,di anziani ce ne sono pochi, rimangono i giovanotti........”. La stessa utente ci informa che le foto sono di MARZO. Il medesimo Nick con firma “Dog Italy Onlus” ricompare il 4 agosto sul forum estremista di CentoPerCento Animalisti, legati alle ideologie del terrorista Berry Horne esattamente come Animal Liberation che li ha in custodia, e dichiara: “Stiamo cercando di dare in ADOZIONE un centinaio di Pointer sequestrati a Dicembre…” e prosegue con: “ciao i cuccioli sono stati dati quasi tutti in affido,ci sono quelli anziani ma è difficile trovargli casa, i giovani stanno bene,ma sono ancora tanti...........tanti .....chi li ha in consegna ha bisogno di soldi , sono finiti i fondi, settimana scorsa hanno avuto un attacco di mosche erano messi male,ho messo appelli ovunque , ma ho raccolto poco, se volete aiutarmi mandatemi mp io faccio da tramite, fra un pò si traseriranno di nuovo,hanno paura del g....e i suoi scagnozzi. grazie” L’esponente di questa Onlus oltre ad informarci che presto i cani si TRASFERIRANNO DI NUOVO, tappezza di annunci in bacheca come questi: “POINTER IN ADOZIONE: ci sono tanti pointer sequestrati da un allevamento” e dei più titolati cani da caccia al mondo scrive: “ottimi cani da compagnia”. In allegato, ovviamente le foto dei cani di Guberti!!!! In data 27 LUGLIO 2009 e in zona Lombardia. Ma saranno “TRASFERITI DI NUOVO”, con vecchie o nuove identità, per andare dove!?!? Proprio l’associazione tedesca “Tierhilfe Idensen e.V” che ha come base Italiana una ONLUS IN LOMBARDIA, nel sito solo nella parte inTedesco, già al tempo del sequestro e delle prime “dispersioni di cani” , proprio sulla linea Ravenna-Milano (cfr alcuni “ritrovati” a Parma) recitava: “in caso il tribunale da ragione agli animalisti e gli animali vengono dissequestrati insieme a DIAMOCI LA ZAMPA cercheremo di prendere più pointer possibili e darli in adozione…”. Si avete capito bene, proprio il circuito delle “mirabolanti” adozioni internazionali è interessato a questi Pointer. Spesso ci sono traffici di cani dietro alle “fantastiche” adozioni in Germania, che sembrano essere legati alla Vivisezione.(cfr. https://bairo.info/mex_traffici.html) Per fortuna nel documento in data 31 LUGLIO 2009, firmato da Giampiero Andreatta, Comandante Provinciale del CFS e da Anna Mazzini, Responsabile NIPAF, la forestale garantisce PERSONALMENTE sulle persone per questi affidi che sarebbero, in teoria, ANCORA da effettuare alla data 31 luglio 2009, e citiamo: “Le persone che chiedono in affidamento i cani sono persone conosciute, affidabili, alcune già assistono e si prendono cura degli animali presso le strutture citate…” Ma non finisce qui! Ecco i cuccioli chiappati sotto custodia, citiamo direttamente dai documenti: o Chip 9411000001822756, femmina, verrebbe data in affido al sig. …. (VE) o Chip 9411000001828062, femmina, verrebbe data in affido al sig …..(RO) Sapreste identificare i cuccioli suddetti!?!? Niente razza, niente colore di mantello, niente descrizione della pezzatura e…MICROCHIP A 16 CIFRE quando il sistema di anagrafe canina ne prevede 15!!!! Perfettamente tracciabili in conformità della 281 non trovate!?!? La stessa accuratezza nella descrizione dei soggetti adulti, ricordiamolo, tutti aventi PEDIGREE e quindi identità ed età certa su documenti con pubblica fede e tutelati proprio dal MIPAAF. Vi invitiamo ad inserire i microchip in anagrafe canina, alcuni compaiono regolarmente in Emilia Romagna altri semplicemente NON ESISTONO, ma forse ESISTERANNO dopo la sanatoria. Ecco tutti i chip e descrizione “accurata” al fine di rendere riconoscibili le identità dei cani: “ Cani adulti e anziani con patologie e/o turbe comportamentali detenuti presso la struttura di Modena: o Chip 981100000609826, pointer maschio anziano, verrebbe dato in affido alla sig.ra…(VI) o Chip 98100000135586, pointer maschio e o Chip 981100000137915 pointer femmina, entrambi con problemi comportamentali, verrebbero dati in affido ….(MI) o Chip98110000133435, levriero femmina, impaurita e poco sociale verso gli uomini e animali, verrebbe data in affido a…(VR) Cani adulti e anziani con patologie e/o turbe comportamentali detenuti presso la struttura di Occhiobello: o Chip 981100000614861, pointer maschio con problemi comportamentali, verrebbe dato in affido a… Battaglia Terme o Chip 9811000009238, pointer femmina con problemi comportamentali, verrebbe data in affido a…(FE) o Chip 981100000133620 (pointer femmina con problemi comportamentali) e o Chip 981100000610584 (pointer maschio ammalato) verrebbero dati in affido a … (BO) o Chip 981100000613455, pointer femmina con problemi comportamentali, verrebbe data in affido a…Bassano del Grappa o Chip 981100000134981, pointer femmina con problemi comportamentali, verrebbe data in affido a (RN) o Chip 981100000137988 levriero maschio sofferente, verrebbe dato in affido (CR) o Chip 981100000136589 pointer femmina con problemi comportamentali, verrebbe data in affido….. Roma” Se fossero i Vs cani li riconoscereste!?!? Chi certifica questo dal punto di vista veterinario sono le dr.sse Jessica Negrini, Cinzia Boni e Annarita Ventura. OVVIAMENTE Nessun perito di parte dell’allevatore. Possiamo solo citare la perizia che fece archiviare la medesima denuncia pochi mesi prima del sequestro, CTU Iorio Pardini, stimato comportamentista, che non ravvisò maltrattamento né pare alcuna “epidemia di Turbe” nei cani del Vento. Ricordiamo che i cani del Vento sono famosi per la bravura nelle discipline di Lavoro, ove è necessaria perfetta efficienza fisica e psichica, a meno che non si voglia creare un precedente e dimostrare che per vincere le competizioni i cani debbano avere delle “Turbe”. Rimane il fatto che al 31 luglio 09 il CFS-NIPAF oltre a garantire personalmente, certifica che i cani sono ancora dove dovrebbero essere, mentre fonti animaliste ci informano che da MARZO i cani vengono dispersi. Ci chiedevamo come infatti, essendo noto che ad Occhiobello non ci fosse lo spazio legale per detenere i pointer, si sia trovato posto per i meticci visti nel servizio di agosto su Telestense. Non commentiamo i cani “mangiati “ dalle mosche, di cui fonte animalista informa…per la mancanza di autorizzazione a detenere cani e le mosche un allevatore sarebbe stato certo colpito dalla 189!!! L’Ufficio Centrale (UC) del Libro Genealogico dell'Enci diretto da Crivellari è grottesco: 250 pointer acquisiscono nuove identità, stravolgendo e annullando quella che dovrebbe essere la tutela e la garanzia certificata dai libri genealogici. l’UC non ha mai difeso la pubblica fede e le identità certificate dai Pedigree ROI procedendo ad un riallineamento. Questo a dimostrazione che non c’è differenza fra un randagio e un cane di razza, nemmeno per l’UC di Crivellari, il direttore “più animalista” che l’Enci abbia mai avuto! E i risultati, come sempre, si vedono! AACI Alberto Veronesi

IL SECOLO XIX

24 SETTEMBRE 2009

 

Un caimano diventa l'arma della camorra per far pagare il pizzo

Un "guappo" lo teneva in casa

 

Luigi Sannino

 

CASERTA. Sognava di diventare un padrino di camorra moderno, stile "Miami Vice", americano. Così, imbottito di telefilm e vanagloria, un giovane ras della provincia di Caserta aveva pensato di imitare boss più attempati di lui e soprattutto i malavitosi d'oltreoceano.
Ma Orta di Atella, 20 mila abitanti a una trentina di chilometri dal capoluogo, non è certo New York e nemmeno Napoli: la voce delle aspirazioni del giovane ras è girata rapidamente ed è arrivata fino alle orecchie della Dia. Gli investigatori non hanno perso tempo ed hanno organizzato subito una perquisizione nell'abitazione dell'uomo. Pensavano di trovare droga, forse armi. E invece... Sorpresa. Alla fine della perquisizione gli investigatori hanno sequestrato un coccodrillo. Per la precisione un caimano di un metro e dieci di lunghezza che l'uomo utilizzava come vera e propria arma impropria per spaventare le vittime del "pizzo".
Anche se non proprio originale, ma unico nella sua zona, Antonio Cristofaro aveva escogitato questo efficace sistema invogliare imprenditori e commercianti della zona nella quale operava a pagare la tangente senza tante storie e senza sconti.
Il ras aveva acquistato l'alligatore e lo aveva piazzato sul terrazzo di casa, all'ultimo piano dell'edificio. L'alligatore, dunque, doveva convincere le vittime più riottose. E per essere ancora più convincente, Cristofaro aveva cura di farlo nutrire dai suoi guardaspalle con topi e conigli vivi davanti ai suoi ospiti ospiti. Una scena da brividi ma, alla fine, la punizione per l'aspirante boss è stata leggera: solo una denuncia a piede libero per possesso illegale di animali esotici, non potendosi provare le minacce perché mancano le denunce.
Antonio Cristofaro è ritenuto dagli inquirenti un ras emergente, già noto alla giustizia per porto abusivo e detenzione d'armi e nipote di un pregiudicato ucciso un anno e mezzo fa a Cesa, sempre nel Casertano, per la faida tra i clan Caterino e Mazzara. Nel corso della perquisizione gli uomini della Direzione investigativa antimafia hanno anche scoperto e sequestrato un impianto di videosorveglianza, attraverso il quale il padrone di casa vedeva l'esterno dell'appartamento e apriva soltanto a persone che conosceva. L'alligatore, portato via da personale specializzate della Forestale, ora si trova in uno zoo.
Il caso di Ora di Atella non è però il primo registrato in Campania. Evidentemente gli animali aggressivi devono proprio piacere agli esponenti di malavita che vogliono assurgere a ruoli di vertice.
Simba, per esempio, non ha nulla a che fare con il personaggio del film della Disney. E' invece il nome del leone di tre anni e mezzo, del peso di circa 160 chili, che fu scoperto a marzo del '98 nell'abitazione del boss Raffaele Brancaccio, soprannominato "Bambù". L'animale si trovava nel giardino della sua villa, nel quartiere Vasto-Arenaccia a Napoli. In precedenza gli era stato sequestrato un raro esemplare di Ara Macao, una specie di pappagallo in via di estinzione.
Quasi una settimana prima, la polizia aveva scoperto un leopardo di grossa taglia. Era di proprietà di un altro boss, Vincenzo Mazzarella, custodito in un giardino della sua abitazione. Mentre nel luglio del '96, in costiera sorrentina, un altro pregiudicato fu denunciato perché mostrava ai passanti il suo pitone, avvolto attorno al collo: un metro e trenta centimetri.


ALTO ADIGE

24 SETTEMBRE 2009

 

Un coccodrillo per far pagare il pizzo

 

Ferruccio Fabrizio

 

NAPOLI. Un coccodrillo per imporre il pizzo agli imprenditori. Gli agenti della Dia lo hanno scoperto a Orta di Atella (Caserta) durante una perquisizione nella casa di Antonio Cristofaro, 35enne boss emergente della camorra del basso casertano. L’uomo lo alimentava con tutti i riguardi, una pozza d’acqua, conigli e topi vivi a pranzo. E così alimentava le sue richieste di estorsioni: per gli inquirenti quell’esemplare di quasi due metri e 40 chili di peso era usato per spaventare chi si opponeva al pizzo. Il boss avrebbe costretto le s

ue vittime a recarsi a casa sua, mostrando il rettile per essere più convincente. Un’ipotesi investigativa, per ora a carico di Cristofaro è scattata una denuncia per possesso illegale di animali.  L’uomo l’ha presa molto male e si è mostrato contrariato quando l’animale è stato portato via. Che il rettile vivesse nel terrazzo e ogni tanto entrasse in casa - ha raccontato agli uomini della Dia - la considerava una cosa «del tutto normale». Agli agenti ha spiegato che quel coccodrillo gli era stato regalato. Nipote di un boss ucciso un anno e mezzo fa a Cesa (Caserta) e già noto alla giustizia per porto e detenzione abusivi di armi, starebbe allargando il suo controllo a suon di estorsioni a danno di molti imprenditori in un’area, quella di Atella, contesa da gruppi criminali e dunque molto pericolosa. Il coccodrillo è stato affidato alla Forestale e sarà sistemato vicino Roma. E’ una specie carnivora e in grado con un morso di tranciare di netto anche l’arto di un uomo.


L'ARENA GIORNALE DI VERONA

24 SETTEMBRE 2009

 

CAMORRA. Il grosso rettile viveva nella casa del mafioso, alimentato da conigli e topi vivi
Per il «pizzo» usava pure un coccodrillo

 

NAPOLI - Non ha opposto alcuna resistenza quando gli agenti della Dia hanno voluto perquisire la sua abitazione. Ha però dimostrato molta contrarietà quando gli hanno comunicato che avrebbero portato via il coccodrillo. È stato allora che Antonio Cristofaro, 35 anni, considerato dalla Dia un boss della camorra emergente del Casertano, si è mostrato quasi sorpreso: per lui, il fatto che un coccodrillo di un metro e settanta di lunghezza e di 40 chili di peso vivesse sul terrazzo, e qualche volta entrasse anche in casa, «era del tutto normale».
Agli agenti, Cristofaro ha raccontato che quel coccodrillo gli era stato regalato; è probabile che ne fosse in possesso da circa due anni. Ma soprattutto, come ricostruito dagli inquirenti, per lui il grosso rettile era uno strumento di lavoro visto che, grazie ad esso, intimoriva le sue vittime. E così, gli imprenditori che non volevano pagare il pizzo, venivano portati nell’abitazione di Orta di Atella, al cospetto del coccodrillo e il messaggio era subito più convincente.
È già da un pò, dicono gli investigatori della Dia, che Cristofaro - nipote di un boss ucciso un anno e mezzo fa a Cesa (Caserta) e già noto alla giustizia per porto e detenzione abusivi di armi - sta cercando di imporsi sul territorio, in maniera del tutto autonoma, con un suo gruppo e non attraverso legami con altri clan: la strada scelta sarebbe quella delle estorsioni a danno di numerosi imprenditori dell’area atellana del basso Casertano.
Un percorso in solitario, in una zona dominata da alcuni clan e considerata molto pericolosa, in primis dallo stesso Cristofaro che, non a caso, esce sempre indossando un giubbotto antiproiettile. Quando gli agenti della Dia hanno bussato alla sua porta, Cristofaro era convinto che volessero ucciderlo: ha chiesto di vedere il personale in divisa, ha voluto mille rassicurazioni. In casa niente armi, solo telecamere a circuito chiuso.
Poi, la reazione più forte: quando gli hanno comunicato che il coccodrillo sarebbe stato portato altrove. Quell’animale lo trattava con tutti i riguardi: una pozza d’acqua, conigli e topi vivi per pranzo. Ora il rettile è stato affidato alla Forestale e sistemato vicino a Roma.


IL MATTINO

24 SETTEMBRE 2009

 

Non solo un coccodrillo, come quello scoperto con sorpresa dalla Dia nell'abitazione del Casertano..

 

Caserta - Non solo un coccodrillo, come quello scoperto con sorpresa dalla Dia nell'abitazione del Casertano e utilizzato per intimorire le vittime del racket. Gli animali aggressivi devono proprio piacere a esponenti legati alla malavita. Simba, nome simpatico di un personaggio di un film della Disney, è il leone di tre anni e mezzo, peso circa 160 chili che fu scoperto a marzo del '98 nell'abitazione del boss Raffaele Brancaccio. L'animale si trovava nel giardino della villa del boss, nel quartiere Vasto ArenacciA: a scoprirlo i carabinieri. In precedenza a Brancaccio erano stati sequestrati un raro esemplare di Ara Macao, una specie di pappagallo in via di estinzione. Quasi una settimana prima, la polizia aveva scoperto un leopardo di grossa taglia. Era di proprietà di un altro boss, Vincenzo Mazzarella, custodito in un giardino della sua abitazione. Una scimmia, un esemplare femmina della specie macaco silvana, la comune bertuccia, fu ritrovata invece pochi giorni prima del Natale del 2004 senza acqua, nè cibo, imprigionata in un gabbiotto di cemento. Era stata abbandonata, sul tetto di un palazzo di via Ghisleri, nel quartiere di Scampia. A lasciarla lì, probabilmente un esponente degli scissionisti che nella fuga aveva pensato bene di abbandonarla.


LA SICILIA

24 SETTEMBRE 2009

 

Il camorrista e il caimano in terrazza

 

Salvatore Scalia   

 

Anche i camorristi amano gli animali, ma che siano a loro immagine e somiglianza, un'estensione e un riflesso di ferocia. Un sollazzo certo, ma soprattutto uno strumento di terrore e di coercizione, il prolungamento di uno sguardo torvo e di parole minacciose, un'arma impropria, un'alternativa al coltello, alla pistola o al mitra. Un cane aggressivo per la fantasia di un capo camorrista è scelta scontata, banale: bisogna distinguersi. Perciò Antonio Cristofaro, di 35 anni, teneva, nella terrazza della sua abitazione in condominio a Orta di Atella nel Casertano, un caimano, una bestia nutrita a topi e conigli vivi, capace di strapparti un braccio con un morso. Non è che lo portasse in giro per intimidire le vittime delle estorsioni, per essere convincente bastava adombrare l'ipotesi di un incontro faccia a faccia con il caimano, trasformato in utile strumento di lavoro. Cristofaro è certamente più originale di altri capi come Raffaele Brancaccio, che allevava nella sua villa un leone di 160 chili, o Vincenzo Mazzarella che teneva nel giardino di casa un leopardo. La bestia e la bestialità vanno a braccetto, tanto che un camorrista fu denunciato perché passeggiava sulla costiera sorrentina con un pitone lungo un metro e trenta avvolto al collo.


TRENTINO

24 SETTEMBRE 2009

 

Nel bagagliaio aveva 1700 animali esotici, bloccato

 

NAPOLI. Nel corso di un servizio anticontrabbando lungo l’asse autostradale Napoli-Bari, una pattuglia della di finanza di Avellino ha sottoposto a sequestro 1.702 animali esotici tra tartarughe marine, scoiattoli giapponesi, pappagallini, camaleonti, topini bianchi che C.L., 49 anni, originario di Brindisi ma residente nel barese, trasportava a bordo di una Fiat Multipla da lui guidata. L’autovettura era diretta a Bari dove l’uomo, nei cui confronti è scattata la denuncia all’autorità giudiziaria per maltrattamento di animali e violazioni alla legge 150/1992, ha un negozio di animali esotici. I finanzieri hanno agito dopo che l’auto li ha superati, avendo notato la presenza di reti di ferro, di gabbie, di scatole di cartone. Quando il conducente si è fermato, all’apertura della portiera i militari sono stati colpiti dall’odore nauseabondo e hanno visto gli animali malamente stipati in gabbie e scatole.


CITY

24 SETTEMBRE 2009

 

Traffico di animali, denunciato

 

Provincia di Avellino - Aveva stipato nell’auto ogni tipo di animaletto esotico (in tutto 1.702), dopo averli comprati a Napoli per poi rivenderli nel suo negozio specializzato, a Bari. Per questo un commerciante barese è stato denunciato dalla Guardia di finanza, dopo essere stato fermato in provincia di Avellino, mentre a bordo della sua Fiat Multipla percorreva l’autostrada per tornare in Puglia. Una volta portati in negozio, la vendita degli animali esotici (criceti, tartarughe marine, topolini bianchi, scoiattoli giapponesi) avrebbe fruttato circa 20mila euro.

Il pitone di Casamassima

Un pitone reale adulto, di oltre un metro di lunghezza, strisciava tra le fioriere di una villetta nel centro di Casamassima, terrorizzando i passanti, prima di essere recuperato dal Corpo forestale. L’esemplare rientra nell’elenco delle specie protette. Il pitone è stato affidato ad un centro specializzato. In corso indagini per accertare la provenienza del rettile, probabilmente fuggito da un terraio illegale.


LA PROVINCIA PAVESE

24 SETTEMBRE 2009

 

Aveva animali esotici

 

NAPOLI. Nel corso di un servizio anticontrabbando lungo l’asse autostradale Napoli-Bari, una pattuglia della finanza di Avellino ha sottoposto a sequestro 1.702 animali esotici che C.L., 49 anni, originario di Brindisi ma residente nel barese, trasportava a bordo di una Fiat Multipla da lui guidata. E’ stato denunciato.


LEGGO

24 SETTEMBRE 2009

 

Sequestrati, dalla Guardia di Finanza 1.702 animali esotici

 

Montemiletto (AV) - Sequestrati, dalla Guardia di Finanza 1.702 animali esotici: camaleonti, tartarughe marine, scoiattoli giapponesi, stipati all’inverosimile in una Fiat Multipla bloccata mentre era in transito lungo l’autostrada A16, all’altezza del comune di Montemiletto (Avellino). Denunciato l’uomo che era alla guida dell’automobile e che è titolare di un negozio di animali esotici, a Bari. Secondo quanto riferito dall’uomo alla Guardia di Finanza, gli animali erano stati acquistati nel Napoletano ed erano diretti all’esercizio commerciale pugliese. Al dettaglio, la vendita di animali avrebbe comportato un guadagno di circa 20mila euro.


IL GAZZETTINO

24 SETTEMBRE 2009

 

Un serpente a Jesolo

 

Fabrizio Cibin

 

Jesolo (VE) - Un serpente a Jesolo. La chiamata di aiuto, arrivata al Comando della Polizia Locale, partiva da piazza Torino, fatta dal residente di un condominio che aveva avvistato niente meno che un serpente di almeno un metro. In pochi minuti sul posto si è portata una pattuglia, assieme al direttore di Civico Museo di Storia Naturale, Roberto Basso, esperto erpetologo. Il rettile, forse più spaventato di chi lo aveva avvistato, aveva trovato rifugio dietro una centralina elettrica, al piano terra di una palazzina. Non ci è voluto molto, per Basso, immobilizzare il serpente, con buona soddisfazione per i condomini, specie quando hanno saputo che si trattava di un Biacco, una specie assolutamente innocua, di abitudini terricole e arboricole e che non arriva mai a superare il metro e mezzo di lunghezza. Non si tratta, comunque, del primo avvistamento: nei mesi scorsi altre segnalazioni hanno interessato altre zone del territorio, compreso il Lido, dove innocui serpentelli sono stati trovati nei posti più impensabili, come un portaombrelli e una cassetta delle lettere. Dalla metà di giugno ad oggi sono state nove le emergenze segnalate, tutte risolte con l’intervento di vigili Civico Museo e l’Arca 113 Ecologico Onclus, che hanno permesso il recupero degli animali senza alcun danno; tutti sono stati allontanati dal centro abitato. “Sono state fornite indicazioni ai cittadini – spiega Basso – sulla specie d'appartenenza e sulla loro pericolosità”. Per il direttore del Museo si sta assistendo anche ad una crescita culturale da parte dei cittadini, che “Manifestano un corretto comportamento nei confronti di questi intrusi, non uccidendoli come avveniva solitamente in passato, ma segnalandoli agli organi competenti”. Non ci sarebbero elementi per incontri più pericolosi. “E' ormai da anni – conclude Basso – che non si hanno notizie nel comune di Jesolo dell'avvistamento di serpenti velenosi, le specie più comuni sono prevalentemente il Biacco (Coluber viridiflavus), che da adulto ha una colorazione nera con punteggiature giallognole, e la biscia dal collare (Natrix natrix), specie molto comune in ambienti umidi o lungo canali di irrigazione”


IL PICCOLO

24 SETTEMBRE 2009

 

Iesolo (AN), catturato un altro serpente

 

IESOLO (VE) -  Un serpente lungo oltre un metro è stato trovato e prelevato dalla polizia locale di Iesolo all'interno di un appartamento al piano terra nella zona di piazza Torino. Il rettile, che appartiene alla specie innocua «biacco», si era nascosto dietro una centralina elettrica. Dalla metà di giugno, nella zona di Iesolo e nei comuni vicini sono stati segnalati all'interno di condomini nove serpenti, tutti innocui. Uno aveva trovato rifugio nel vano ascensore, un altro nel portaombrelli e uno perfino nella cassetta delle lettere. Una volta prelevati gli animali, la polizia municipale, in collaborazione con il Civico museo di storia naturale di Iesolo, ha provveduto a liberarli lontano dai centri abitati.


TG COM
24 SETTEMBRE 2009
 
Il circo americano sbarca in Italia
Per la prima volta uno show esclusivo
 
Uno show che sfida le leggi di gravità, pieno di numeri divertenti, magici e mozzafiato. Arriva in Italia per la prima volta il Circo americano "Ringling Bros. and Barnum & Bailey". Il debutto europeo sarà al Palalottomatica di Roma e poi al Palasharp di Milano. Per dieci giorni i bambini potranno assistere alle peripezie del ciclista, dei motociclisti, dell'illusionista, degli acrobati; al fascino delle tigri del Bengala e degli elefanti.Prodotto da Feld Entertainment - produttore anche di Disney On Ice, Disney Live! e High School Musical - The Ice Tour - e presentato da Applauso®,il più famoso “Circus party & show. Ringling Bros. and Barnum & Bailey” arriva in Italia per la prima volta nella sua storia (139 anni). L’attuale tour ha debuttato a West Palm Beach, in Florida, il 26 dicembre del 2007; è stato visto già in più di 25 Paesi i n America, un milione e 200mila spettatori. Arrivando 30 minuti prima dell’inizio dello show, sarà possibile assistere allo straordinario “Circus Party“, un evento interattivo e divertente, con la possibilità di vedere artisti ed animali del circo, imparare alcuni giochi di prestigio, camminare in equilibrio su una fune, indossare i costumi di scena, volteggiare al trapezio e imparare i segreti degli artisti circensi. Quando poi si abbassano le luci e si apre il sipario, il pubblico potrà assistere alle peripezie del temerario ciclista che, ad ogni numero, attraversa la scena, con scherzi e burle; all'audacia dei motociclisti che orbiteranno a 105 km/h nell'anello d'acciaio; alla coinvolgente magia dell'illusionista; ai volteggi degli acrobati; al fascino delle esotiche tigri del Bengala; alla grazia degli elefanti asiatici e all'acume di simpatici bassotti, in un'esplosione di divertimento per tutta la famiglia!
Per maggiori informazioni sullo show Ringling Bros. and Barnum & Bailey visitare il sito web www.applauso.it.
Programma degli spettacoli
ROMA - Palalottomatica
Dal 14 al 18 Ottobre
Mercoledì 14 ore 19.30
Giovedì 15 ore 19.30
Venerdì 16 ore 17.00 e ore 20.45
Sabato 17 ore 11.30 ore 15.30 e ore 19.30
Domenica 18 ore 11.30 ore 15.30 e ore 19.30
MILANO - Palasharp
Dal 21 al 25 Ottobre
Mercoledì 21 ore 19.00
Giovedì 22 ore 19.00
Venerdì 23 ore 17.00 e ore 20.45
Sabato 24 ore 11.00 ore 15.00 e ore 19.00
Domenica 25 ore 11.00 ore 15.00 e ore 19.00

CORRIERE DELLA SERA

24 SETTEMBRE 2009

 

Lo storico spettacolo viaggiante americano è atteso nella capitale a metà ottobre

«Animali maltrattati, boicottate il circo»

Da Peta, Lav e Animalisti Italiani appello a Moratti e Alemanno: non date spazi al Ringling-Barnum

 

MILANO - Letizia Moratti e Gianni Alemanno non diano il permesso al circo Ringling and Barnum & Bailey di approdare a Roma e a Milano nell'ambito della loro tournée mondiale. La richiesta arriva congiuntamente dalla sezione europea della Peta (People for Ethical Treatment of Animals) sostenuta in Italia dalla Lega Antivivisezione e dall'associazione Animalisti Italiani. Il motivo? La compagnia sarebbe responsabile di numerosi episodi di maltrattamenti nei confronti degli animali. Il circo, uno dei più celebri al mondo che quando viaggia si sposta su treni privati, dovrebbe approdare nella capitale e nel capoluogo lombardo il prossimo ottobre (anche se sul proprio sito ha pubblicizzato al momento solo le date romane, dal 14 al 18 al Palalottomatica).

IL DOSSIER - A sostengo della loro richiesta le tre associazioni hanno diffuso un dossier su una serie di violazioni contestate al circo unitamente ad un filmato relativo a recenti investigazioni effettuate sotto copertura da esponenti della sezione americana della Peta. «Nel video - spiegano le associazioni - si mostrano diversi operatori del circo Ringling che colpiscono senza motivo e ripetutamente gli elefanti sul muso, sulla proboscide, sulle orecchie e in altri parti sensibili del corpo. Il video rivela inoltre che l’addestratore del circo Ringling frusta le tigri e le colpisce con un’altra arma non identificata». Il dossier lamenta invece tutta una serie di mancanze che denotano una gestione impropria degli animali tra cui «la mancanza di adeguate cure veterinarie, i traumi, gli stress comportamentali e i danni fisici inflitti ad alcuni animali, i disagi non necessari procurati agli elefanti, il pericolo procurato alle tigri di finire quasi arrostite vive in un carro merci in un incidente riconducibile alla scarsa manutenzione della loro area di contenimento, non aver testato gli elefanti per la tubercolosi e pratiche di nutrizione non igieniche».

«ANIMALI INTIMIDITI» - «Gli elefanti e le tigri sono stati intimiditi e percossi al fine di farli esibire in esercizi che per loro sono pericolosi, destabilizzanti e privi di senso - commenta Poorva Joshipura, della Peta Europa - Noi esortiamo i sindaci a rifiutare questa crudeltà negando al Ringling il permesso di attendare a Roma e Milano. A tutti coloro che amano gli animali, chiediamo di non andare al circo». «L’Italia, con il suo incredibile numero di circhi fra i quali non mancano episodi di maltrattamento - aggiunge Nadia Masutti, che si occupa della materia per conto della Lav - non ha certamente bisogno di ospitarne uno proveniente dall’estero con un così terribile curriculum per quanto riguarda la gestione degli animali. A questo proposito ci attendiamo dalle Autorità Locali una precisa ed etica valutazione, poiché l’attenzione negativa che accompagna questo circo non può lasciare indifferenti, con il rischio di far passare un grave messaggio di inciviltà».

FAMOSO NEL MONDO - Il circo Ringling and Bailey&Barnu, è uno degli spettacoli viaggianti più noti d'America e del mondo (loro stessi si definiscono «The greatest show on Earth», il più grande show sulla Terra), nato dalle fusioni di alcune delle principali famiglie circensi di fine Ottocento - inizio Novecento. Da sempre incentrato sulle esibizioni di animali (uno degli slogan che utilizzano per presentare lo show è «Amazing Animals») e nel video di presentazione dello show, sul proprio sito web, il Ringling mostra tigri che saltellano su due zampe, cavalli in impennata, elefanti impegnati in esercizi di equilibrio, cani col tutù che danzano in piedi e orsi che fanno evoluzioni ginniche. Lo spettacolo «Zing, Zang Zoom» è giunto alla 137esima edizione. Sempre sul proprio spazio web il circo americano dà grande enfasi al progetto del centro per la conservazione degli elefanti realizzato su un'area di 200 acri nella Florida centrale con l'obiettivo di salvaguardare dall'estinzione l'elefante asiatico. Il progetto, avviato dal Ringling and Bailey&Barnum nel 1995, è definito la «Home sweet home», casa dolce casa, degli elefanti. «Il comfort e la salvaguardia degli animali sono la nostra priorità» spiega il narratore nel video che illustra le caratteristiche della struttura Un'affermazione su cui le organizzazioni animaliste firmatarie dell'appello ai sindaci di Roma e Milano di certo non saranno d'accordo.


WIND PRESS

24 SETTEMBRE 2009

 

CIRCO RINGLING, APPELLO A SINDACI MILANO E ROMA

CIRCO: PETA, LAV E ANIMALISTI ITALIANI CHIEDONO AI SINDACI DI MILANO E ROMA DI VIETARE ATTENDAMENTO DEL CIRCO RINGLING BROS AND BARNUM & BAILEY IN SEGUITO A INVESTIGAZIONE SU MALTRATTAMENTI AD ANIMALI

 

L’Associazione People for the Ethical Treatment of Animals (PETA) Europa, la Lega Anti Vivisezione (LAV) e Animalisti Italiani hanno scritto ai Sindaci di Roma e Milano chiedendo loro di negare al Circo Ringling Bros and Barnum & Bailey il permesso di attendare nei rispettivi Comuni, come da tournée prevista nel mese di ottobre.
Unitamente alla richiesta, le Associazioni hanno diffuso un filmato relativo a recenti investigazioni sotto copertura della PETA (sezione degli Stati Uniti), condotte verso questo Circo. Le investigazioni documentano che diversi operatori del circo Ringling, incluso un supervisore degli animali e un capo addestratore elefanti, colpiscono senza motivo e ripetutamente gli elefanti sul muso, sulla proboscide, sulle orecchie e in altri parti sensibili del corpo. Il video rivela inoltre che l’addestratore del circo Ringling frusta le tigri e le colpisce con un’altra arma non identificata.
Le tre Associazioni per i diritti degli animali hanno inoltre allegato al loro appello un dossier che elenca dettagliatamente la lunga storia di crudeltà sugli animali del circo Ringling. Il dossier documenta una gestione impropria degli animali, la mancanza di adeguate cure veterinarie, i traumi, gli stress comportamentali e i danni fisici inflitti ad alcuni animali, i disagi non necessari procurati agli elefanti, il pericolo procurato alle tigri di finire quasi arrostite vive in un carro merci (un incidente riconducibile alla scarsa manutenzione della loro area di contenimento), non aver testato gli elefanti per la tubercolosi e pratiche di nutrizione non igieniche.
Il dossier elenca, inoltre, altri numerosi illeciti a carico degli operatori del Circo per svariati reati compiuti.
"Giorno dopo giorno, il personale del circo Ringling ha intimidito, percosso e frustato gli elefanti e le tigri per farli esibire in esercizi che per loro sono pericolosi, destabilizzanti e privi di senso - commenta Poorva Joshipura, della PETA Europa - Noi esortiamo i Sindaci a rifiutare questa crudeltà negando al Ringling il permesso di attendare a Roma e Milano. A tutti coloro che amano gli animali, chiediamo di non andare al Circo”.“L’Italia, con il suo incredibile numero di circhi fra i quali non mancano episodi di maltrattamento, non ha certamente bisogno di ospitarne uno proveniente dall’estero con un così terribile curriculum per quanto riguarda la gestione degli animali. – aggiunge Nadia Masutti, responsabile LAV settore Circhi e zoo – A questo proposito ci attendiamo dalle Autorità Locali una precisa ed etica valutazione, poiché l’attenzione negativa che accompagna questo circo non può lasciare indifferenti, con il rischio di far passare un grave messaggio di inciviltà”.Il video di questa nuova investigazione della PETA USA sul circo Ringling (con sottotitoli in italiano), il dettagliato dossier sulla storia degli abusi del Ringling, fotografie e copia delle lettere-appello inviate ai Sindaci di Milano e Roma da PETA Europa, LAV e Animalisti Italiani, sono disponibili su www.lav.it . Per altre informazioni vi invitiamo a visitare il sito: PETA.org.uk.


ASCA

24 SETTEMBRE 2009

 

ANIMALI: ASSOCIAZIONI A SINDACI MILANO E ROMA, NO A CIRCO

 

Roma - L'Associazione People for the Ethical Treatment of Animals (PETA) Europa, la Lega Anti Vivisezione (LAV) e Animalisti Italiani hanno scritto ai Sindaci di Roma e Milano chiedendo loro di negare al Circo Ringling Bros and Barnum & Bailey il permesso di attendare nei rispettivi Comuni, come da tourne'e prevista nel mese di ottobre.
Assieme alla richiesta, le Associazioni hanno diffuso un filmato relativo a recenti investigazioni sotto copertura della PETA (sezione degli Stati Uniti), condotte verso questo Circo. Le investigazioni documentano che diversi operatori del circo Ringling, incluso un supervisore degli animali e un capo addestratore elefanti, colpiscono senza motivo e ripetutamente gli elefanti sul muso, sulla proboscide, sulle orecchie e in altri parti sensibili del corpo. Il video rivela inoltre che l'addestratore del circo Ringling frusta le tigri e le colpisce con un'altra arma non identificata.
Le tre Associazioni per i diritti degli animali hanno inoltre allegato al loro appello un dossier che elenca dettagliatamente la lunga storia di crudelta' sugli animali del circo Ringling. Il dossier documenta una gestione impropria degli animali, la mancanza di adeguate cure veterinarie, i traumi, gli stress comportamentali e i danni fisici inflitti ad alcuni animali, i disagi non necessari procurati agli elefanti, il pericolo procurato alle tigri di finire quasi arrostite vive in un carro merci (un incidente riconducibile alla scarsa manutenzione della loro area di contenimento), non aver testato gli elefanti per la tubercolosi e pratiche di nutrizione non igieniche.
Il dossier elenca, inoltre, altri numerosi illeciti a carico degli operatori del Circo per svariati reati compiuti.
''Giorno dopo giorno, il personale del circo Ringling ha intimidito, percosso e frustato gli elefanti e le tigri per farli esibire in esercizi che per loro sono pericolosi, destabilizzanti e privi di senso - commenta Poorva Joshipura, della PETA Europa - Noi esortiamo i Sindaci a rifiutare questa crudelta' negando al Ringling il permesso di attendare a Roma e Milano. A tutti coloro che amano gli animali, chiediamo di non andare al Circo''.
''L'Italia, con il suo incredibile numero di circhi fra i quali non mancano episodi di maltrattamento, non ha certamente bisogno di ospitarne uno proveniente dall'estero con un cosi' terribile curriculum per quanto riguarda la gestione degli animali. - aggiunge Nadia Masutti, responsabile LAV settore Circhi e zoo - A questo proposito ci attendiamo dalle Autorita' Locali una precisa ed etica valutazione, poiche' l'attenzione negativa che accompagna questo circo non puo' lasciare indifferenti, con il rischio di far passare un grave messaggio di incivilta'''.


GAZZETTA DI MANTOVA

24 SETTEMBRE 2009

 

Ostiglia (MN), animalisti denunciano il circo per maltrattamenti

 

OSTIGLIA (MN). Con un esposto inviato ieri mattina alla procura ed al sindaco di Ostiglia, l’associazione italiana difesa animali ed ambiente ha denunciato il circo Newman per maltrattamento di animali ed ha chiesto al sindaco di provvedere immediatamente al controllo del circo ed alla revoca del permesso di attendamento. La denuncia riguarda in particolare i cammelli e l’ippopotamo.  Secondo l’associazione Aidaa, i cammelli sarebbero stati tenuti per diverse ore chiusi su un camion, per essere scaricati solo dopo mezzogiorno in seguito anche alle reiterate proteste di alcuni cittadini di Ostiglia che si sono poi rivolti all’associazione animalista per chiedere un intervento diretto. Ma soprattutto, la denuncia riguarda l’ippopotamo lasciato per parecchie ore al sole e senza acqua contravvenendo a tutte le normative di tutela degli animali dei circhi.  «Non abbiamo potuto far altro che inviare un esposto alla procura ed un’intimazione al sindaco di Ostiglia per chiedere il ripristino immediato delle condizioni minime di vita per gli animali di questo circo» dice Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa. «Purtroppo, come spesso avviene nei circhi, prima che al benessere degli animali si pensa a piazzare le tende per garantire lo spettacolo. Ora seguiremo da vicino la vicenda e al primo accenno di ulteriore rischio di maltrattamento siamo pronti a chiedere l’immediato sequestro degli animali al corpo forestale dello stato».  Questo il testo della segnalazione inviata in procura dall’Aidaa: «In diverse segnalazioni ricevute, in tale circo sono presenti 3 cammelli tenuti rinchiusi in un camion senza che gli stessi per diverse ore, siano stati fatti scendere, un ippopotamo costretto sotto il sole senza alcun ausilio di acqua. Sono pertanto a chiedere a codesta Procura della Repubblica di indagare in relazione al compimento del reato di maltrattamento, ed inoltre chiedo al sindaco di Ostiglia di intervenire subito per porre fine a tale reato nei confronti degli animali. Qualora tale intervento non sarà effettuato entro le 24 ore sarà mia cura denunciare il sindaco del comune di Ostiglia per il predetto reato di maltrattamento».


IL TIRRENO

24 SETTEMBRE 2009

 

Saremo inflessibili sul Palio

 

Martina Rafanelli

 

CARMIGNANO (PO). Sarà ancora una volta Carmignano a chiudere il programma di feste del settembre in provincia. Sabato, domenica e martedì torna infatti la Festa di San Michele, quest’anno preceduta da un’attesa ancora maggiore per i festeggiamenti dei 30 anni di vita della nuova edizione, che già ieri sera hanno preso il via con la premiazione in Palazzo Comunale dei 7 presidenti che negli anni hanno guidato il Comitato San Michele insieme alla presentazione della mostra di Luca Tintori “Rumore dal palcoscenico” e di una mostra fotografica che racconta proprio i 30 anni della festa.  «Iniziata come festa folkloristica - spiega Stefano Fatighenti, presidente del Comitato San Michele - dagli anni ’70 in poi è diventata un vero e proprio esempio di teatro in piazza. I carri allegorici che gareggiano sono dei capolavori che richiedono un’alta professionalità garantita dall’impegno dei rionali, che ringrazio». Nei tre giorni di festa sarà la competizione a catalizzare l’attenzione degli abitanti e dei visitatori. La manifestazione prevede due gare su cui andranno a sfidarsi, nei tre giorni, i quattro Rioni in cui è ripartita Carmignano (Celeste, Bianco, Giallo, Verde): le sfilate dei carri allegorici e il Palio dei Ciuchi.  L’ambitissimo Trofeo, una rappresentazione scultorea dell’Arcangelo Gabriele che uccide il drago, sarà assegnato l’ultima sera da una giuria di 15 esperti d’arte, teatro e spettacolo quest’anno selezionati, a garanzia di maggior trasparenza, da un commissario esterno. Non secondario sarà poi il Palio dei Ciuchi che, per la sempre maggior attenzione alla tutela degli animali da parte di politica e associazioni, ha visto necessario un rinnovamento del regolamento di gara. «Saremo inflessibili - aggiunge Fatighenti - per la sicurezza sia degli animali che dei fantini. Abbiamo un’assistenza veterinaria apposita e sono bandite briglie e oggetti contundenti». Come ci insegna il più celebre Palio di Siena, anche a Carmignano la tensione tra Rioni rivali è alta, a dimostrazione che la partecipazione dei circa 3.000 abitanti è attiva e sentita (sono 700 i figuranti) e soprattutto che, come afferma il sindaco Doriano Cirri, «il San Michele è una festa di popolo nel senso più ampio perché il popolo crea e costruisce lo spettacolo rafforzando l’identità storica del paese». Intanto il Presidente della Provincia di Prato Lamberto Gestri prospetta l’apertura di un tavolo per la creazione di un vero e proprio Settembre Pratese, che gestisca in modo più incisivo le potenzialità turistiche degli eventi del mese.


CORRIERE ADRIATICO

24 SETTEMBRE 2009

 

L’Aidda chiede ai turisti di boicottare la spiaggia senigalliese. L’episodio accaduto due anni fa
Portò il cane in spiaggia, multa di mille euro

 

Senigallia (AN) - “Quella che doveva essere una piacevole passeggiata in spiaggia, davanti alla propria abitazione, con nipotina e cagnolino, un pincher nano, al seguito, si è trasformata in un incubo per un cinquantenne di Senigallia, che ora, a distanza di due anni, si ritrova a pagare una multa di 1.047 euro comminata dai vigili urbani”. E’ l'Aidaa, l’Associazione italiana difesa animali e ambiente, a denunciare l’episodio. “E' chiaro - sostiene l’Aida - che si tratta di un’aberrazione”, e di un’applicazione restrittiva delle norme, fra cui il Codice della Navigazione che regolamento l’utilizzo della spiaggia, “Come se un pincher nano al guinzaglio di un nonno accompagnato dalla nipotina, potesse creare difficoltà alla navigazione delle navi e barche nell’Adriatico”, osserva con ironia e sarcasmo l’associazione animalista.L’Aidaa ha così deciso di sostenere fino in fondo nella sua battaglia il cinquantenne fornendo l’assistenza legale per la presentazione del ricorso al giudice di pace. “Quando ho letto il contenuto del verbale non mi sono messo a ridere per la gravità e lo sproposito della somma da pagare per una multa su cui nutro molti dubbi di legittimità - dice Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa - E’ chiaro l'intento persecutorio nei confronti di questo signore a spasso davanti a casa con il cagnolino e la nipotina che viene multato di 1.047 euro perchè passeggia sulla battigia, dove tra l’altro è consentito il libero passaggio sempre e comunque in orario serale quando in spiaggia non c'è più nessuno. La conseguenza è che dopo due anni si ritrova un’ingiunzione di pagamento della multa nella quale si minaccia il ricorso di esecuzione forzata”. In pratica, se non verranno versate alle casse comunali i 1.047 euro richiesti, il Comune potrà procedere e chiedere il pignoramento dei beni dell’autore della violazione. “Oltre a sostenere il signore - annuncia Croce, con tono battagliero - inizieremo dai prossimi giorni a invitare tutti i turisti che hanno un cane a boicottare Senigallia e a scegliere altri lidi per passare le loro prossime vacanze, a scanso di rischi del genere”.


Animalieanimali

24 SETTEMBRE 2009

 

ORSO DA LIBERO IN PARCO A RECINTO, NO ANIMALISTA
In Trentino.

 

Ancora una volta un orso potrebbe essere rinchiuso nel recinto del santuario di San Romedio, in Trentino, che già ospitò Jurka, l'orsa catturata perché ritenuta pericolosa e poi trasferita al Centro del Casteller, a sud di Trento. Il plantigrado dovrebbe essere prelevato dal parco orsi di Spormaggiore, sempre in val di Non.
L'ipotesi, formulata nel corso di un incontro tra i sindaci dei comuni di Sanzeno, Coredo e Romeno, i frati francescani, e i dirigenti della Provincia autonoma di Trento, viene criticata dal movimento 'No alla caccia'.
"Un animale simile ha bisogno di grandi spazi, di ambiti naturale e non di gabbie o recinti simili agli zoo di triste memoria e ormai fortunatamente in smantellamento quasi dovunque in Europa", sostiene il presidente del movimento, Marcello Dell'Eva. "Prelevare un orso da un altro luogo e metterlo a San Romedio - aggiunge - equivarrebbe a peggiorare di molto la sua prigionia e a privarlo della compagnia dei suoi simili che probabilmente lo aiutano a soffrire di meno della sua cattività".


TRENTINO

24 SETTEMBRE 2009

 

Orso in val Canali allarme di Depaoli

 

PRIMIERO (TN). Le recenti razzie di pecore, capre, e altri piccoli animali domestici avvenute in val Canali e nel parco di Paneveggio, ed attribuite ad un orso, preoccupano il consigliere provinciale Marco Depaoli che ha presentato un’interrogazione. L’esponente dell’Upt chiede quanti orsi effettivamente siano presenti nella zona del Primiero, «dove non è previsto il reinserimento e dove quindi gli abitanti non sono preparati ad una sua eventuale presenza» e quali siano i rischi per l’uomo. Depaoli chiede quindi il reinserimento degli orsi «solo in ambienti specifici e preparati ad accogliere questo tipo di animale, non solo per dargli una collocazione geografica ed ambientale migliore, ma anche per garantire quelle che sono le esigenze economiche, di sicurezza ed anche culturali della comunità residente nella valle».


VARESE NEWS

24 SETTEMBRE 2009

 

FISCO: TRUFFA NEL SETTORE MACELLAZIONI DA 90 MLN

 

SALA CONSILINA (SALERNO) - Scoperta nel Salernitano una truffa e frode fiscale nel settore delle carni,con un'evasione fiscale di 90 mln di euro. La GdF ha contestato anche reati di associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato e della Comunita' Europea. Le indagini coordinate dal comando provinciale di Salerno si sono concluse con la denuncia di 4 persone ed il coinvolgimento di due societa' di commercio all'ingrosso di carni macellate e animali vivi,nel Vallo di Diano e nel Salernitano.


VIRGILIO NOTIZIE

24 SETTEMBRE 2009

 

Campania/ Salerno, scoperta frode fiscale nel settore delle carni

Importano animali per macellarli senza controlli, 90 mln evasi

 

Sala Consilina (SA) - I finanzieri di Sala Consilina, in provincia di Salerno, hanno scoperto una truffa e frode fiscale nel settore delle carni e degli animali vivi, con circa 90 milioni di redditi non dichiarati, 26 milioni di IRPEG sottratta al fisco, 17 milioni di Iva evasa e 78 milioni di base imponibile IRAP omessa. Le indagini si sono concluse con la denuncia di quattro persone e il coinvolgimento di due società operanti nel settore del commercio all'ingrosso di carni macellate e animali vivi, con sede nel Vallo di Diano e nel salernitano. Il meccanismo è stato concepito, organizzato e condotto da un gruppo familiare residente a Scafati che, tramite le due imprese fittizie completamente "in nero", hanno importato ingenti capi di animali vivi da paesi UE come Belgio, Austria, Germania, che venivano poi rivenduti vivi e/o macellati in macelli di fortuna e non igienici a soggetti operanti in diverse regioni, con enormi rischi per la salute dei consumatori perchè non subivano i dovuti e previsti controlli sanitari. La banda ha tentato di sviare le indagini simulando cessioni d'azienda fittizie, distruggendo e non esibendo atti e documenti fiscali: gli investigatori, con la cooperazione e l'interscambio informativo con i paesi UE e mediante l'uso di sofisticate e moderne banche dati e delle indagini finanziarie e patrimoniali, hanno ricostruito il reale volume di affari delle due imprese. Gli uomini della Guardia di Finanza hanno proposto e ottenuto dall'autorità giudiziaria competente l'emissione di un decreto di sequestro di 8 appartamenti per un valore di 4 milioni di euro.


IL TEMPO

24 SETTEMBRE 2009

 

Via Veneto e via Sistina potrebbero dire addio alle «botticelle», tradizionali carrozzelle romane.

Lo stabilirà una delibera dirigenziale del Campidoglio dove, entro la fine del mese, verranno rese note le altre strade proibite ai calessi o perché troppo trafficate o molto in salita, come via Veneto e via Sistina, che porta a Trinità dei Monti.

 

Roma - Inoltre i vetturini dovranno avere un libretto, una sorta di diario dove dovrà annotare gli spostamenti effettuati; dovranno, poi, essere installate tutte le misure di sicurezza sulle carrozze come i catarifrangenti e le luci. Inoltre, un piccolo bando verrà indetto per l'acquisto dei microchip che saranno applicati a ogni cavallo. Entro la prossima estate saranno pronti i due punti sosta, uno nella zona di piazzale Flaminio e l'altro vicino alle Terme di Caracalla. Strutture coperte sotto le quali i vetturini dovranno far riposare i cavalli staccandoli dalle carrozze e, soprattutto nelle quattro ore di stop previste nei periodi più caldi, farli bere, mangiare e rinfrescare. Prima del caldo gli animali verranno ospitati nelle nuove stalle che saranno realizzate a villa Borghese.


IL RESTO DEL CARLINO

24 SETTEMBRE 2009

 

L’azione condotta per disturbare i cacciatori. Protesta di Bartolini

Commando di animalisti in salina armato di ‘botti’ e fuochi d’artificio

 

SALINE di Cervia (RA) -  ‘bombardate’ all’imbrunire da ignoti, probabilmente per disturbare l’attività dei cacciatori in appostamento fisso: in quel momento le doppiette aspettavano il momento propizio per fare fuoco sulla selvaggina migratoria in rientro verso i rifugi. L’episodio, sui cui contorni esistono ancora zone d’ombra, è avvenuto nel tardo pomeriggio di domenica, in prossimità della zona artigianale ed a poche centinaia di metri dai primi specchi d’acqua salmastri che in questa stagione ospitano vari tipi di uccelli cacciabili, oltre a numerose specie protette. L’appuntamento era di quelli ghiotti: la prima giornata della stagione venatoria, in cui era possibile sparare alla migratoria, un appuntamento a cui gli appassionati si preparavano da mesi. La lunga attesa è stata però in parte vanificata da lampi e botti che hanno spaventato la selvaggina, che ha cambiato rotta sottraendosi ai mirini dei cacciatori. Il frastuono ha però stressato anche la fauna della salina.
L’EPISODIO è riferito in un’interrogazione presentata in Regione dal capogruppo di An-Pdl, Luca Bartolini. Il consigliere del centrodestra racconta di un’azione ‘premeditata’ condotta per oltre un’ora con il lancio di «centinaia di fuochi d’artificio, con il chiaro intento di disturbare i cacciatori della zona». Luca Bartolini attribuisce l’azione di commando a «alcuni militanti di associazioni animal-ambientaliste». L’area protetta, ricorda quindi il consigliere regionale, è di particolare pregio avifaunistico ed è popolata da specie protette tra le quali fenicotteri, cavalieri d’Italia, avocette. «Si tratta di un fatto grave» sottolinea invitando l’esecutivo regionale ad attivarsi perché vengano individuati i responsabili del ‘bombardamento’ che «ha messo a grave rischio la permanenza in zona della fauna selvatica protetta».
SUL FATTO stanno indagando il Corpo forestale di Cervia e la Polizia provinciale, a cui sono arrivate alcune segnalazioni successivamente all’episodio. Una conferma seppur indiretta di quanto denunciato da Bartolini arriva da Elio Stella, presidente della Federcaccia cervese. «Me ne hanno parlato diversi cacciatori: nel loro racconto — spiega — si faceva riferimento più a botti o petardi, che sarebbero stati esplosi quasi continuativamente per 20-30 minuti a poche centinaia di metri dalle saline. Non posso attribuire la responsabilità a persone o gruppi specifici, perché non ho gli elementi per farlo. Sicuramente è una cosa che non fa bene a nessuno. Di certo — sottolinea Stella — non è il modo migliore per iniziare la stagione venatoria: il cacciatore, che si trovava ad agire nel rispetto delle leggi, si sente colpito alle spalle; e le specie protette che trovano rifugio in salina di certo non sono state in grado di giudicare che si trattassero di ‘innocui’ petardi».


BIG HUNTER

24 SETTEMBRE 2009

 

Due giovani incendiano le reti di un roccolo. Fidc Bergamo: grave atto vandalico contro la caccia

 

Riprendiamo la notizia data ieri da alcuni quotidiani locali in merito all'atto vandalico di due giovani sorpresi sul fatto lo scorso 22 settembre mentre cercavano di appiccare il fuoco alle reti del roccolo Al Canto in località Prato Tondo a Sedrina (BG). Al proposito abbiamo intervistato Lorenzo Bertacchi, Presidente di Federcaccia Bergamo, che ieri ha diramato un comunicato stigmatizzando l'atto vandalico "posto in essere da questi pseudo-ambientalisti”. Secondo quanto ci ha riferito  i gestori del roccolo, i fratelli Fustinoni hanno colto i due studenti (di 20 e 23 anni) nell’atto di bruciare le reti del roccolo e hanno immediatamente chiamato gli agenti della Forestale che sopraggiunti sul luogo hanno fermato e identificato gli autori del gesto. Il danno è ben più grave di quanto si possa pensare: una delle due reti, di 60 metri è stata pesantemente danneggiata con 4 grossi buchi (di 3-4 metri quadri ciascuno) e dovrà essere sostituita. I  due vandali hanno dato versioni confuse che secondo Bertacchi non fanno che confermare la premeditazione del gesto “hanno detto di essersi persi e di essere arrivati per caso al roccolo (il che non giustifica certo l'incendio doloso alle reti) ma avevano una cartina con la località precisa del roccolo da colpire”. Secondo Federcaccia la premeditazione del gesto è riconducibile a movimenti anticaccia, sospetto giustificato dal fatto che questo  è il roccolo utilizzato per la cattura dei richiami vivi per i cacciatori della pianura bergamasca.  Al proposito Federcaccia rivela che “l’attività dei roccoli è regolata ed autorizzata da ben due leggi regionali, di cui una legge quadro ed un legge attuativa che disciplina i numeri delle catture consentite, e funzionano sulla base di concessione della Provincia di Bergamo. L’attività dei roccoli inoltre, volta a garantire agli oltre 4500 capannisti orobici i richiami di cattura previsti dalla Legge nazionale, è considerata dall’INFS, ora ISPRA, servizio pubblico a tutti gli effetti” .I cacciatori stanno già subendo un danno, il roccolo è in funzione ma a mezzo serivzio “i tordi stanno già passando e con le reti danneggiate sicuramente alcuni cacciatori non avranno la possibilità di ottenere i richiami”. Federcaccia ha annunciato che presenterà formale denuncia per interruzione di pubblico servizio e si costituirà parte civile per il danno subito dai cacciatori. “Non vogliamo rivivere i tempi, che ci auguravamo definitivamente tramontati, in cui la violenza di asseriti ambientalisti anticaccia non si limitava agli attacchi verbali – puntualizza Federcaccia -. E non possiamo tacere che chi danneggia i roccoli compie un vero attentato alla storia ed alla cultura bergamasca”.


IL TIRRENO

24 SETTEMBRE 2009

 

Pagate al Comune i cervi abbattuti

 

SAMBUCA (FI). Dal 1977 la fauna selvatica non è “res nullius”, cioè roba di nessuno, ma patrimonio indisponibile dello Stato. Parte da qui Dino Borgognoni, capogruppo di minoranza al Comune di Sambuca, per contestare il modo in cui viene effettuata la caccia di selezione agli ungulati secondo la Provincia.  In pratica, osserva Borgognoni, se gli animali selvatici sono proprietà della comunità, è giusto che il ricavato della loro vendita finisca nelle casse di chi quella comunità governa e rappresenta, in questo caso i Comuni. Invece ora «un cervo adulto viene venduto a facoltosi appassionati della caccia al prezioso ungulato al costo pressappoco di una dozzina di metri di guard rail posto in opera sulle nostre ripide e pericolose strade di montagna».


IL GIORNO

24 SETTEMBRE 2009

 

L’assemblea unita: gli sportivi che ne faranno richiesta potranno abbattare gli ungulati

Cinghiali nel mirino con la caccia di selezione

 

PARIDE DIOLI

 

TIRANO (SO) - DA QUEST’ANNO, in periodo di caccia di selezione agli ungulati, i cacciatori che ne fanno richiesta potranno sparare anche ai cinghiali. Lo ha deciso praticamente all’unanimità il consiglio provinciale con l’astensione significativa dell’ex assessore Severino De Stefani, oggi capogruppo del PdL. Pur votando a favore, tuttavia, anche altri consiglieri che, dal dibattito, hanno dimostrato di conoscere a fondo l’argomento, hanno espresso molta preoccupazione e consigliato prudenza, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di cacciare i cinghiali (diffusi nel Tiranese, Morbegnese e nella zona di Sondrio) anche in pianura con munizioni a palla. I fautori della scelta attuata, hanno replicato che si tratta di una decisione presa a titolo sperimentale che verrà riconsiderata alla chiusura della caccia, quindi entro quest’anno.
La Provincia, in sostanza, ha chiesto la collaborazione dei cacciatori di ungulati o di squadre di cacciatori che «rappresenta un intervento di pubblica utilità», in quanto i cinghiali arrecano danni enormi all’ambiente naturale e agrario.
Saranno soggetti al controllo selettivo con abbattimenti anche da parte dei cacciatori, tutti i cinghiali avvistati dai cacciatori «durante l’esercizio dell’attività venatoria, maschi, femmine, striati, rossi e adulti». I cacciatori ammessi a questo tipo di caccia di selezione non devono poi aver subito sanzioni negli ultimi cinque anni.

PER GLI ABBATTIMENTI si potranno usare carabine di calibro superiore ai 6 millimetri escluso il calibro 6PPC e il singolo cacciatore, o la squadra, devono ritirare un permesso presso gli uffici provinciali e, all’atto dell’abbattimento, compilare la apposita cartolina compilata entro 48 ore. Dopo la consegna di questa cartolina verrà rilasciato un altro permesso per l’abbattimento di un nuovo capo. Inoltre è stato stabilito che il capo abbattuto resta di proprietà del cacciatore o della squadra dopo che è stato sottoposto ai controlli previsti sotto il profilo sanitario e ai rilievi biometrici previsti dal servizio caccia e pesca. L’animale andrà portato alla macelleria autorizzata alla conservazione da parte della provincia in attesa delle formalità burocratiche, alla fine dell’iter verrà riconsegnato a chi l’ha abbattuto.
Il provvedimento ha incassato il voto favorevole anche delle opposizioni che, tuttavia, hanno chiesto che sia attuato con molta prudenza. «I cinghiali sono diventati infestanti e difficilmente raggiungibili anche da parte delle squadre specializzate – spiega Sandro Sozzani – per cui si è attuata questa decisione in via sperimentale. Da quanto mi risulta le catture sono state intensificate negli ultimi mesi e l’estensione della possibilità degli abbattimenti da parte dei cacciatori di ungulati e solo in periodo di caccia potrebbe aumentare il successo della lotta per eradicare in modo significativo questo pericolo che è reale e che è insorto per colpa di pochi irresponsabili. Nell’ambiente dei cacciatori sono in molti a sapere chi sono queste persone che agiscono nell’ombra, ma devono essere presi con le mani nel sacco, sennò si tratta solo di sospetti che, sino a prova contraria, rimangono infondati».


IL PICCOLO TRIESTE

24 SETTEMBRE 2009

 

Cinghiali foraggiati da tanti anni Numero accresciuto per i cacciatori

 

Sara Giroldo

 

Provincia di Trieste - Le associazioni ambientaliste Wwf, Legambiente, Lipu, Lega abolizione caccia e Italia Nostra, stanche del dibattito sui cinghiali scatenato dal piano varato dalla Regione e attuato dalla Provincia per abbatterne cento esemplari, prendono la parola: «Il problema dei cinghiali non è riconducibile all’operato dei guardacaccia della Provincia. Dagli atti di pianificazione venatoria degli ultimi 15 anni - sostengono in coro - si può esattamente capire su chi ricada la colpa dell’attuale situazione». Secondo gli ambientalisti, da quando i cinghiali sono usciti dall’allevamento della cava Faccanoni nel mondo venatorio vi è stato un ingente foraggiamento delle bestie mirato ad aumentarne il numero in aree di facile accesso. Il tutto con il supporto economico dell’allora Comitato provinciale della caccia. «Era già il 1997 quando noi associazioni abbiamo inteso a cosa si stava andando incontro, chiedendo l’intervento delle amministrazioni pubbliche affinché venisse messa la parola fine al foraggiamento artificiale. Ciò in vista dell’attivazione di una corretta e partecipata gestione basata sulla collaborazione del mondo faunistico e di quello della caccia». Secondo gli ambientalisti i cinghiali erano all’epoca meno di cento. «Era possibile evitare l’esplosione dei danni e gli interventi di contenimento così cruenti. Ma le richieste di noi ambientalisti sono finite senza ascolto nei cassetti del piano faunistico di Provincia e Regione». Secondo le associazioni ora occorre istituire un tavolo tecnico permanente che veda cooperare ambientalisti, agricoltori ed enti locali alla ricerca di tecniche alternative all’uso della carabina. Dello stesso avviso è la Lav, che dà la propria disponibilità a collaborare con qualsiasi ente politico per la risoluzione del problema cinghiali. La Lav riconduce la responsabilità della situazione alle associazioni venatorie: i cacciatori avrebbero reintrodotto gli animali selvatici per ottenere poi ricchi bottini. La Lav ricorda di essersi adoperata già nella ricerca di soluzioni efficaci a risolvere l’emergenza animali, molto meno drastiche rispetto all’abbattimento, in linea con quelle proposte dal consigliere comunale Marino Andolina come barriere elettriche di contenimento, spostamento progressivo dei punti di alimentazione verso l’altipiano.


IL GAZZETTINO DI TREVISO

24 SETTEMBRE 2009

 

La Lac denuncia:«Troppe violazioni»Ma la Provincia:«Solo pochi verbali»

 

Mauro Favaro

 

Provincia di Treviso - Domenica è stata riaperta la stagione venatoria nella Marca, e anche quest’anno non manca il braccio di ferro tra i cacciatori e la Lega per l’abolizione della caccia (Lac). Le segnalazioni sono partite già dopo i primi colpi di doppietta a quanto pare a causa di alcuni spari esplosi vicino alle abitazioni in barba alla distanza minima di 150 metri prevista dalla legge. La Lac si prepara a dar battaglia e offre assistenza legale a tutti coloro che vogliono denunciare la violazione delle regole. Ma per la Provincia in questi primi giorni tutto è andato per il meglio con le 16 guardie venatorie chiamate a stilare solo una manciata di verbali contro cacciatori indisciplinati.La maggior parte delle violazioni segnalate dalla Lac riguardano il mancato rispetto della distanza dalle case. “E a Ciano del Montello un cacciatore ha liberato i suoi tre cani da caccia dentro una zona protetta per farvi uscire delle lepri per poi abbatterle – aggiunge la Lega per l’abolizione della caccia – un comportamento molto scorretto, oltre che vietato dalla legge e sanzionato penalmente”. Dall’osservatorio degli uffici provinciali, però, non sono state notate troppe infrazioni. Anzi. “Tutto è andato più che liscio in questi primi giorni – spiega l’assessore Mirco Lorenzon – la Lac deve fare il proprio lavoro ma c’è stata solo qualche contestazione che ha portato le 16 guardie venatorie, coadiuvate da oltre duecento volontarie, a stilare solo qualche verbale”.Tutto nella norma, insomma. Gli atti di bracconaggio stanno diminuendo drasticamente e la selvaggina nella Marca è praticamente triplicata. Mentre i cacciatori sono sempre di meno: ogni tre licenze messe in soffitta, infatti, ne viene sottoscritta solamente una di nuova. “Questo è l’andamento, e poi la politica di controllo degli ultimi tempi sta dando i sui frutti – continua l’assessore – la tradizione della caccia non conta molti giovani ma ora è in difficoltà anche a causa della crisi economica: mediamente si spende circa 500 euro di tasse ancor prima di poter prendere in mano il fucile". Ma la Lega per l’abolizione della caccia, per bocca del suo presidente veneto, non intende minimamente abbassare la guardia. “Purtroppo ci sono ancora troppi cacciatori che violano le norme più elementari previste dalla legge e ciò può comportare seri rischi per chi vive o vuole trascorrere qualche ora in campagna o in collina – puntualizza Andrea Zanoni – invitiamo tutti coloro che dovessero rilevare situazioni di illegalità a segnalarci i fatti: con l’aiuto dei propri legali la Lac offre un servizio gratuito di stesura delle querele per i danni subiti”. E sino alla fine di gennaio, quando si chiuderà la stagione venatoria, le doppiette resteranno sotto osservazione.


IL GAZZETTINO

24 SETTEMBRE 2009

 

Non consegna un fagiano alla Guardia provinciale: condannato a pagare un’ammenda

 

VITTORIO VENETO (TV) - Non consegna un fagiano alla Guardia provinciale: condannato a pagare un’ammenda. Una battuta di caccia forse troppo vicina alle case innescò, il 18 novembre 2006 a Carpesica, la vicenda ricostruita ieri in Tribunale a Conegliano. È stata proprio la guardia che assistette alla scena a riferire al giudice Angelo Mascolo come si arrivò alla denuncia del 74enne coneglianese Gino Tomasi che quel giorno accompagnava, senza fucile, un amico cacciatore armato. La guardia si avvicinò ai due, accompagnati da altrettanti cani da ferma, per avvertirli che erano troppo vicini alle abitazioni. Al gruppo si sarebbe poi unito un altro cane, che Tomasi avrebbe secondo la guardia incitato ad andare a raccogliere un fagiano. L’amico del coneglianese avrebbe a quel punto sostenuto che cane e fagiano in questione erano del figlio di Tomasi, Bruno. Poi, l’imputato avrebbe ammazzato la preda sbattendola a terra dopo che la guardia aveva contestato la cattura del fagiano all’amico di Gino Tomasi. Il figlio di quest’ultimo ieri ha detto al giudice di avere sparato due colpi di fucile che hanno tramortito il fagiano, che poi sarebbe stato preso dal suo cane.Condannato dal gip di Treviso a pagare un’ammenda per non avere consegnato il fagiano all’agente e avere catturato la preda con il cane, in violazione della legge sulla caccia, ieri Gino Tomasi è stato assolto da questa seconda accusa per non avere commesso il fatto, ma ritenuto responsabile della mancata consegna del fagiano e per questo condannato a pagare un’ammenda di 200 euro.


LA SICILIA

24 SETTEMBRE 2009

 

La Polizia dà la caccia ai proprietari dei cavalli «scaricati» in un terreno altrui

 

SIRACUSA - La Polizia dà la caccia ai proprietari della mandria di cavalli che ha invaso dei terreni privati. I mandriani locali depositano le mandrie in terreni privati di cui le case sono in disuso. Accade in diverse zone del Monte. L'ultima mandria è stata depositata in un appezzamento di terreno alle falde del monte Amara, prima di arrivare a Brucoli. I mandriani oltre a lasciare le bestie anche per diversi giorni, posizionano dei paletti con del filo su cui passa della corrente a bassa tensione. La corrente alimentata da una batteria a 12 volt impedisce alla mandria di uscire fuori ma impedisce anche ai proprietari di entrare nel proprio podere. I danni del passaggio delle mucche e dei cavalli in terreni privati sono molteplici; le bestie non si limitano a brucare l'erba ma distruggono anche quello che trovano, attrezzi agricoli compresi. Il Commissariato di Polizia di Augusta ha stilato da anni una mappatura degli allevamenti di animali da pascolo, in modo da risalire al proprietario delle bestie su cui ricade il reato di malgoverno di animali. La mandria che stanzia nella zona del Monte secondo i vigili urbani potrebbe essere la stessa a cui appartiene un cavallo fuggito la settimana scorsa, che ha provocato un incidente nella strada provinciale Augusta Brucoli. Gli allevatori per non farli transitare in carreggiate transitabili preferiscono portarli al pascolo in terreni privati dove stazionano anche per settimane se il terreno non è frequentato dai proprietari. Secondo la normativa i proprietari del terreno in cui si trova un animale possono goderne di proprietà, come per le altre cose che sono siti all'interno dell'appezzamento del terreno.A.B.


CORRIERE DI AREZZO

24 SETTEMBRE 2009

 

Arriva la febbre del Nilo: colpiti due cavalli

Equini e umani le vittime della zanzara Culex. Da agosto due decessi in Italia. I casi a Castiglioni e verifiche a Cortona, la Usl si attiva ma tranquillizza

 

Federica Guerri

 

AREZZO - Mentre ancora non si placa la psicosi per l’influenza A, un altro virus desta preoccupazione nella nostra provincia. Si chiama West Nile Desease e si traduce in Febbre del Nilo. Una malattia arrivata dall’Africa e di cui è responsabile la zanzara del genere Culex. Un insetto che, infetto, in Valdichiana ha contagiato due cavalli, unica vittima animale insieme al genere umano. Una patologia che gli esperti non definiscono grave e che spesso si presenta senza sintomi e conseguenze, o al massimo con i normali disturbi febbrili e che si guarisce nel giro di pochi giorni con gli stessi accorgimenti di una banale influenza. Ma le eccezioni ci sono. Eccome. Diverse le conseguenze nei soggetti affetti da patologie croniche, soprattutto anziani, o che mancano di adeguate difese immunitarie. Nella peggiore delle ipotesi (meno dell’1% dei casi) la malattia può presentarsi con meningite, meningocefalea e mielite. Con effetti anche letali. Dalla fine di agosto si sono verificati due decessi a Ferrara e Rovigo per Wnd, in entrambi i casi si è trattato di soggetti anziani (71 e 82 anni, ndr) debilitati da altre patologie croniche. Ma sono comunque una decina i casi riscontrati nella parte nord della Romagna e nel Polesine, molti dei quali hanno manifestato sintomatologie neurologiche. Cavalli sotto controllo. I due soggetti positivi al virus della Wnd sono allevati in una scuderia del Comune di Castiglion Fiorentino e anche due strutture cortonesi sono adesso sotto osservazione. Immediate le misure di controllo e restrizione previste dai piani nazionali così come le indagini sierologiche in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico di Teramo (centro di referenza nazionale per la Wnd) e l’Università degli Studi di Perugia presso la quale uno dei due cavalli è stato trasferito. Nessun allarme. Pronta la risposta di rassicurazione della Asl. “Il territorio è costantemente monitorato - spiega Gabriella Bidini, direttore del Dipartimento di Prevenzione - periodicamente vengono effettuati controlli per accertare le condizioni e i due casi dei cavalli in Valdichiana sono stati scoperti proprio nell’ambito di queste verifiche”. Insomma, si suppone niente di preoccupante. “I sintomi neurologici riscontrati nei cavalli (difficoltà nella camminata, paresi, particolare postura della testa, giri dell’animale su se stesso, ndr) sono sporadici - continua la Bidini - molto spesso la malattia decorre in maniera asintomatica”. Sia negli animali, sia negli uomini. Per difendersi sono sufficienti i tradizionali accorgimenti contro le zanzare, rimuovere zone stagnanti, luoghi preferiti per la riproduzione, spegnere le luci, usare repellenti e via dicendo, fino alle disinfestazioni messe in atto dalle autorità locali. E per quanto riguarda la profilassi, non ne esiste una specifica per il virus. Le cure sono le stesse che guariscono la forma virale con la quale si presenta la West Nile Desease. E’ però importante ricordare che il contagio avviene soltanto tramite puntura di zanzara, non da cavallo a persona o viceversa e neanche tra individui “Non è mai stato dimostrato questo tipo di trasmissione”, conferma la Bidini. Semmai può veicolarsi nel sangue, ma sono sporadici i casi. Malattie tropicali. Ciò che viene da chiedersi è come può la febbre del Nilo arrivare fino in riva alla Chiana. “Un tempo queste patologie le studiavamo nell’esame di Malattie Tropicali - spiega il medico veterinario dell’Asl 8 Paolo Omizzolo - oggi i cambiamenti climatici e il conseguente innalzamento delle temperature favoriscono la vita nel nostro territorio degli uccelli migratori portatori di queste malattie che qui convivono con la fauna stanziale e le zanzare, veicolo della malattia”. E la Wnd è solo una delle tante patologie “nuove”. “Ce ne sono a bizzeffe di questi virus - continua Omizzolo - ma nella maggior parte dei casi senza patologie preesistenti non sono pericolose”.


LA REPUBBLICA

24 SETTEMBRE 2009

 

"Panda troppo costosi, lasciamoli estinguere"

Provocazione da Londra. Chris Packham, conduttore di programmi sulla natura della Bbc, lancia la sua proposta: "Sono in un cul de sac evolutivo, stacchiamo la spina"

 

FLAMINIA FESTUCCIA

 

LASCIATE che i panda si estinguano dignitosamente. Un singolare appello contro l' "accanimento terapeutico" che arriva dalla Gran Bretagna, per voce di Chris Packham, famoso naturalista e conduttore di programmi sugli animali. Che ha fatto insorgere gli animalisti.
Nella sua intervista alla rivista Radio Times, Chris Packham non è stato tenero con i grandi orsi bianchi e neri simbolo del Wwf: "I soldi spesi per la conservazione di questa specie potrebbero essere impiegati meglio, i panda sono entrati volontariamente in un cul de sac evolutivo". Da qui la proposta di "staccare la spina". Anche perché, ha aggiunto il naturalista britannico, "è inutile continuare a farli riprodurre in cattività se poi l'habitat dove reinserirli non esiste più".

La dieta. Morbidi, pigri, goffi, i panda sono animali davanti ai quali nessuno nasconde un moto di tenerezza. Eppure le parole di Packham hanno un fondamento. Il panda, infatti, appartiene alla stessa famiglia degli orsi, e come quelli tecnicamente sarebbe onnivoro. Anzi, il suo apparato digerente sarebbe quello di un carnivoro, ma da tempo la specie si è adeguata a una dieta composta quasi esclusivamente di bambù. Proprio per le difficoltà di assimilazione delle foglie, il panda ne deve mangiare circa 40 chili al giorno, e la lunga digestione gli conferisce quell'aspetto assonnato da orsacchiotto di peluche.

La riproduzione. Il panda è pigro anche in amore: raggiunge la maturità sessuale molto lentamente, e il periodo fertile di una femmina dura solo due giorni all'anno. Dato che si tratta di un animale solitario, poi, l'incontro tra i sessi non è sempre garantito, e per di più anche dopo l'accoppiamento solo una femmina su tre riesce a portare a termine la gravidanza. In ogni cucciolata possono nascere uno o due piccoli, ma la madre, sia in cattività che in natura, ne alleva sempre e solo uno, abbandonando l'altro. Ma nonostante concentri tutte le sue cure su un figlio solo, la mortalità infantile è comunque elevatissima. In natura sopravvivono circa 1600 panda, secondo le stime del Wwf, minacciati dalla scomparsa del loro
habitat per mano dell'uomo. Ma sono molti, soprattutto in Cina, i centri dove si tenta la riproduzione in cattività. Addirittura si sperimenta una tecnica per cui la madre viene "ingannata" scambiando continuamente i cuccioli, in modo che li accetti e li allevi entrambi. Ma il problema sta anche a monte: per favorire l'accoppiamento tra gli animali impigriti e privi di interesse per l'altro sesso, si prova di tutto: dai feromoni ai "video a luci rosse", sperando che la vista di altri panda beatamente intenti alla riproduzione possa far riaffiorare gli istinti sopiti.

Le proteste. Il panda però è e rimane un animale simbolo della lotta per la protezione delle specie, e l'idea di "staccare la spina" ha fatto inorridire molti. "Chris ha detto una cosa sciocca, da irresponsabile", ha dichiarato Mark Wright, studioso di scienza della conservazione e consigliere del Wwf, che ha aggiunto: "I panda si sono perfettamente adattati al luogo dove vivono. Le montagne costituiscono il loro habitat e lì hanno a disposizione tutto il bambù che vogliono". Ma Chris Packham ha rincarato la dose, gettando ombre anche sul futuro delle tigri: "Difendere un animale che vale più da morto che da vivo sarà molto difficile, non credo che le tigri possano vivere altri 15 anni". Tesi logicamente ineccepibili, quelle del conduttore britannico. Che di certo avrebbero suscitato molte meno polemiche se si fosse trattato di zanzare o pipistrelli. Ma pensando ai danni fatti dall'uomo all'habitat di tante specie, agli animali che si sono estinti, ripensiamo ai panda. Per quanto inadatti, inutili e costosi possano essere, siamo davvero pronti a lasciarli andare via per sempre?


 
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