CORRIERE DELLA SERA
23 OTTOBRE 2009
Allevati in condizioni pessime, poi uccisi con il gas prima di essere scuoiati
Visoni per pellicce, video choc in Spagna
Ogni anno 400 mila animali si trasformano in cappotti. Le immagini segrete girate da Igualdad Animal
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Un frame della video-inchiesta di Igualdad Animal Altra immagine video I visoni morti prima di essere scuoiati
ELISABETTA ROSASPINA
MADRID – Quattrocentomila visoni si trasformano ogni anno in cappotti, in Spagna. Alla vigilia di novembre, il mese della mattanza, gli allevamenti stanno in allerta, preoccupati dai possibili assalti di difensori degli animali intenzionati ad aprire nottetempo le gabbie per offrire ai condannati una remota possibilità di scampo. Ma questa volta, a uscire dalle mura ben sorvegliate delle fabbriche di pellicce, è invece un filmato sugli ultimi istanti di vita dei proprietari naturali dei mantelli.
IL FILMATO - Il video, girato con una telecamera nascosta e diffuso on line anche dal quotidiano Publico, mostra «il lato B delle pellicce che passeggiano per le nostre strade». E non è una visione consigliata a occhi e cuori sensibili. Nel migliore dei casi, si spiega, gli animali vengono uccisi col gas del tubo di scappamento dei trattori e, ancora caldi, sono già pronti per essere scuoiati. Le immagini, frutto di una lunga investigazione negli allevamenti, mostrano anche che la morte non conclude comunque un’esistenza decente: i visoni crescono nelle condizioni vitali minime da consentire al loro pelo di raggiungere il volume desiderato dai conciatori. E a volte in condizioni anche peggiori: ci sono animali che impazziscono e altri che muoiono durante furiose battaglie con i loro simili per la conquista di un po’ di spazio.
L'INCHIESTA - L’inchiesta condotta dall’organizzazione Igualdad Animal, che pubblica nel suo sito i risultati, è la prima in Spagna ad avere mostrato in tutta la sua crudele evidenza il processo di «lavorazione» dei visoni con oltre 650 foto e varie ore di riprese. Il 14 febbraio scorso Igualdad Animal mise in scena una protesta spettacolare tra gli stand della fiera delle pelletteria di Madrid «Iberpiel» e sulle passerelle di moda invernale di Cibeles; e prosegue ora la sua campagna di sensibilizzazione per l’utilizzo di pellicce sintetiche.
BRESCIA OGGI
23 OTTOBRE 2009
Sorpreso un 35enne: otto reti e cento archetti in una proprietà privata
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Provincia di Brescia - Dalla Valcamonica alla Valtrompia altri controlli degli agenti del Nucleo operativo antibracconaggio della Forestale e un'altra denuncia per un caso di uccellagione.
In missione a Concesio, i forestali hanno infatti sorpreso un trentacinquenne residente in paese che aveva collocato in un terreno privato la bellezza di otto reti e un centinaio di archetti. In questo caso gli uomini del Corpo forestale dello Stato hanno agito sulla base di una segnalazione: i movimenti del bracconiere, che andava naturalmente a controllare quotidianamente le sue «tese» in sella a un motorino, erano stati infatti notati da alcuni cittadini. È bastato così organizzare un appostamento e aspettare al varco l'uccellatore. L'UTILIZZO di reti e trappole in terreni privati è ancora molto diffuso nel Bresciano; ma evidentemente ciò non rappresenta una «garanzia», e non protegge dai controlli di chi lavora per tutelare la fauna selvatica dalle catture illegali.
VARESE NEWS
23 OTTOBRE 2009
Cuccioli troppo piccoli in vetrina. Multa ad un negozio di animali
Operazione di Polizia ecozoofila e carabinieri a Gallarate. Il negozio di animali “Gli amici di Rachele” di via Puricelli ha ricevuto una sanzione di 1000 euro
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Gallarate (VA) - Operazione di Polizia ecozoofila e carabinieri a Gallarate. Il negozio di animali “Gli amici di Rachele” di via Puricelli ha ricevuto una sanzione di 1000 euro poiché si ostinava ad esporre in vetrina numerosi cuccioli di cane (6 al momento della sanzione), violando l’articolo 3 comma 5 della Legge Regionale numero 16 del 20 luglio 2006 (e successive modifiche) “Lotta al randagismo e tutela degli animali d’affezione”, il quale dice testualmente: “E’ vietato destinare al commercio cani o gatti di età inferiore ai sessanta giorni ed esporre nelle vetrine degli esercizi commerciali o all’esterno degli stessi tutti gli animali d’affezione di cui all’articolo 2”.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
23 OTTOBRE 2009
Nel Potentino un allevamento-lager
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GIOVANNI RIVELLI
BRIENZA (PZ) - Un vero e proprio «lager» per maiali, con condizioni igieniche pessime, suini addossati uno all’altro, carcasse di animali morti in putrefazione lasciate sul piazzale, animali non registrati (e quindi non inseribili nel ciclo legale della macellazioni) e liquami, altamente inquinanti, che finivano direttamente nel torrente Pergola. È quanto ha scoperto la Polizia Provinciale in un allevamento di Brienza, in contrada Madonna degli Angeli, facendo verifiche su una lettera anonima che lamentava l’inquinamento di quel torrente. Ma alla fine, il quadro messo insieme dagli investigatori è andato oltre il solo problema ambientale e il titolare dell’allevamento è stato denunciato anche per maltrattamenti di animali. Una scena da voltastomaco quella che si sono trovati davanti gli agenti che, oltre a denunciare la cosa alla Procura hanno effettuato anche una segnalazione all’Asl. A partire da quelle carcasse lasciate a marcire. Una situazione assurda rispetto alla quale il titolare si giustificava dicendo di «non aver avuto il tempo per scavare delle buche ed infossare le carcasse e che sperava che qualche cane randagio attratto dall’odore venisse a mangiarle».
E di fatti, poco dopo, «sopraggiungeva un cucciolo di cane, che portava in bocca un maialetto morto appena nato con il quale giocava». Il tutto mentre i maiali erano letteralmente «stipati» nelle gabbie senza possibilità di movimento e la poca pulizia attirava migliaia di mosche. Ma i problemi vanno oltre il recinto dell’azienda, con l’inquinamento del fiume. Innanzitutto il letame bovino (nellazienda si allevano anche mucche) è stato trovato ammassato senza alcuna cautela proprio a ridosso del vallone in cui scorre il torrente. Inoltre, le vasche per la raccolta ed il trattamento degli escrementi dei suini presentavano due vistose perdite da cui letteralmente zampillavano le deiezioni che precipitando sul terreno creavano un rigagnolo maleodorante verso valle sino allo stesso torrente. Inoltre le due saracinesche di apertura che sarebbero dovute servire a scaricare i reflui fognari e metterli nella cisterna per la fertirrigazione erano poste su una scarpata senza strada. Impossibile accedere con la cisterna, il sospetto è che le saracinesche, un volta aperte, lasciano precipitare i reflui nel pendio verso il torrente Pergola. Ma anche l’inquinamento non finisce lì. Perchè nell’azienda sono stati trovati diversi rifiuti, tra cui diverse decine di lastre di eternit, i pannelli di cemento amianto, proprio accanto alle stalle. Da dove provenissero è uno degli elementi ancora da accertare.
IL RESTO DEL CARLINO
23 OTTOBRE 2009
Decine di cani avvelenati, allarme dei veterinari
La zona più colpita è tra San Bartolo e Madonna dell'Albero. "Impotente davanti all'agonia del mio fedele amico", ha detto Serena, una delle tante padrone di cani avvelenati
Ravenna - Sono decine le segnalazioni arrivate ad associazioni animaliste come l’Enpa di cani e gatti morti dopo aver ingerito i cosiddetti bocconi avvelenati. I casi di animali domestici fanno più clamore, perché i padroni sempre più spesso segnalano un fenomeno che non accenna a diminuire.
Ma anche volpi, mustelidi, corvi, rapaci e altri animali selvatici sono ignari obiettivi di coloro che criminalmente disseminano esche e polpette avvelenate nonostante questa pratica sia vietata dalla legge. «E’ un fenomeno che è sempre esistito e che è difficile riuscire a debellare perché è difficile riuscire a individuare la persona che getta l’esca avvelenata — spiega Carlo Locatelli, presidente dell’Enpa di Ravenna —. Nel corso degli anni abbiamo ricevuto decine di segnalazioni, anche quest’anno il fenomeno non accenna a diminuire. Il periodo peggiore è quello dell’autunno-inverno, non a caso in concomitanza con la caccia e della raccolta del tartufo.
Diverse segnalazioni ci sono arrivate dal Lughese e, ultimamente molte anche dalla zona di San Bartolo».
E, infatti, l’ultimo caso, segnalatoci da una nostra lettrice, è avvenuto domenica 4 ottobre proprio nelle campagne tra San Bartolo e Madonna dell’Albero, zona Vicolo del Merlo.
«Abbiamo assistito inermi all’agonia e alla morte del nostro cane avvelenato da un boccone esca gettato in un campo — racconta Serena —. Possibile che non si possa fare nulla per fermare questi criminali?. La veterinaria che si è occupata del cane di Serena, Silvia Cardinelli dell’ambulatorio veterinario di Madonna dell’albero, conferma l’escalation di avvelenamenti nella zona: «Negli ultimi mesi mi sono già arrivati due cani morti, cinque non ce l’hanno fatta neanche ad arrivare in ambulatorio. E poi c’è chi non segnala e seppellisce direttamente l’animale». Ingrediente letale delle polpette avvelenate, spiega la veterinaria, sono solitamente organofosforici, sostanze antiparassitarie utilizzate in agricoltura. «L’animale — spiega la dott.sa Cardinelli — muore dopo atroci sofferenze e convulsioni per arresto cardiorespiratorio».
In seguito all’ordinanza ministeriale del 18 dicembre 2008, i veterinari sono tenuti a conferire i resti dell’animale all’Ausl che li invia all’istituto zooprofilattico di Lugo per l’analisi tossicologica. Le segnalazioni dovrebbero essere fatte anche nel caso in cui l’animale sopravviva al fine di tenere monitorato l’andamento del fenomeno. La scorsa settimana in Regione c’è stato un incontro con i presidenti degli ordini veterinari delle varie province per fare il punto su un fenomeno che affligge tutta l’Emilia Romagna, in particolare le zone di Parma e Piacenza.
«La Regione — spiega il presidente dell’Ordine dei veterinari di Ravenna, Giovanni Cottignoli — chiede di segnalare anche i casi di avvelenamento con guarigione per mappare le zone più a rischio. Su questo è importante sensibilizzare i veterinari. In ogni caso, è emerso che il Ravennate non è una delle zone della regione più colpite». Le reali dimensioni del fenomeno sono comunque difficili da definire, sia perché molti padroni non denunciano sia perché ad essere colpiti sono soprattutto animali selvatici che nessuno reclama. «E’ una pratica pericolosa anche per gli uomini — sottolinea il presidente dell’Enpa ravennate —, soprattutto per i bambini che possono raccogliere questi bocconi».
LA STAMPA
23 OTTOBRE 2009
Circo prigione
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Sono nati per vivere liberi nella savana: leoni, elefanti ; muoversi con sicurezza nelle foreste di mangrovie, le meravigliose tigri. Invece nei circhi sono costretti, travestiti in modo umiliante, tra luci e lustrini a compiere mossette ridicole, ad ubbidire ad improbabili domatori del nulla, spaventati da stupidi applausi. Da anni l'ENPA e la LAV denunciano le condizioni insopportabili in cui sono mantenuti gli animali nei circhi e i maltrattamenti che subiscono. Ora Tom Rider, un ex lavoratore del circo Ringling Bros, Barnum and Bailey, ha trovato il coraggio di denunciare questi abusi vigliacchi ed è diventato il principale teste di un processo che vede sul banco degli imputati proprio il circo americano: "Ho visto picchiare gli elefanti, prendere a pugni i cavalli, le tigri frustate e prese a bastonate. Ho visto elefanti legati alla catena per 22 ore al giorno, e tigri tenute in piccolissime gabbie". "Quando vedi che cosa accade a questi animali, questa cosa inizia a distruggerti dentro. Chiedo a tutti i lavoratori dei circhi di smettere di guardare dall'altra parte quando vedono delle crudeltà e di prendere posizione per difendere gli animali. So che è difficile denunciare un maltrattamento quando vedi i tuoi colleghi di lavoro farlo, ma gli animali non hanno voce, è necessario che qualcuno li difenda". In un video, alcuni di questi orrori. Eppure ogni anno il nostro Ministero per i beni e le attività culturali sostiene finanziariamente questi spettacoli indecenti con cifre esorbitanti: nel 2007, il Fondo Unico dello Spettacolo ha assegnato al circo ben 7 milioni di euro! Sette milioni per permettere a questi assurdi baracconi di barbarie ambulanti di raccontare la nostra infinita capacità di umiliare i più deboli, di far vivere da reclusi, nel terrore, gli animali; gli animali che sono felici perché non sono stati cacciati dal paradiso, la cui esistenza è cibo, movimento, sonno, carezze... lontano, il più lontano possibile, dagli uomini.
LA PROVINCIA PAVESE
23 OTTOBRE 2009
Il circo Barnum strega Milano nonostante le proteste
MILANO. Ha quasi 140 anni, è il circo più famoso d’America e per la prima volta ha lasciato gli Stati Uniti per debuttare in Europa. Il Ringling Bros and Barnum & Bailey, o più semplicemente il Rbb circus, come lo chiamano in America, è a Milano sino a domenica (PalaSharp di via Sant’Elia, zona San Siro). Presenta show a ritmi serrati con acrobati, trapezisti, giocolieri, elefanti, leoni e clown, tutto il classico del circo «con in più - racconta il produttore David Kiser - uno sguardo sul nuovo, con numeri moderni come quello di audaci motociclisti». E’ il circo-mito americano, quello di Buffalo Bill, il circo Barnum diventato espressione proverbiale, il circo che fa scappare negli Stati Uniti decine di ragazzi ammaliati da quest’arte. Le 80 persone dello staff viaggiano su 14 tir insieme a 24 artisti. Quello che fa del Rbb circus il più famoso, antico e amato d’America è il coinvolgimento del pubblico. Prima dello spettacolo c’è un circus party, una mezz’ora che fa impazzire il pubblico perchè gli artisti cercano in platea gli spettatori per portarli sul palcoscenico a provare i numeri dello show, un’interattività alla ricerca dell’x factor che fa divertire tutti. Il debutto, l’altra sera, è stato accompagnato dalla protesta di qualche decina di animalisti di Lav lega antivivisezione, Peta Europa e gli Animalisti italiani. Attraverso l’uso dei megafoni denunciavano i presunti maltrattamenti agli animali circensi. Ma la protesta, a onor del vero, non ha impedito allo show di essere salutato con entusiasmo dal pubblico.
SIENA FREE 23 OTTOBRE 2009
OPERAZIONE ANTIBRACCONAGGIO:LA POLIZIA PROVINCIALE DI SIENA SCOPRE ATTIVITA' ILLECITA DI UCCELLAGIONE
SIENA - Un’importante operazione di antibracconaggio effettuata dalla Polizia Provinciale ha portato alla denuncia a piede libero di due persone con l’accusa di uccellagione e utilizzo di richiami vietati nel Comune di Montalcino.La Polizia provinciale dopo aver ricevuto una segnalazione e dopo vari appostamenti è riuscita a scoprire e sorprendere due persone D.R. e N.R., non residenti in provincia di Siena, intente a effettuare la pratica dell’uccellagione con reti verticali - reato penale tra i più gravi in ambito venatorio. L'uccellagione, infatti, è una praticata effettuata per la cattura di uccelli vivi che sono poi immessi di contrabbando nel mercato come richiami vivi. Inoltre i due soggetti sono stati sorpresi ad utilizzare anche un richiamo acustico elettronico completo di schede audio per richiamare gli uccelli, reato penale previsto dalla legge 157/92 della caccia. I due soggetti utilizzavano come copertura un appostamento fisso per la minuta selvaggina regolarmente autorizzato che è stato immediatamente revocato.Il tempestivo intervento della Polizia Provinciale ha consentito di liberare ancora vivi un tordo bottaccio e un merlo rimasti intrappolati nella rete che si estendeva per 43 metri con un altezza di 3. Naturalmente la Polizia Provinciale ha provveduto al sequestro della rete e del registratore e a liberare sul posto gli uccelli catturati, denunciando i due soggetti con l'accusa di uccellagione e utilizzo di richiami vietati.
GAZZETTA DI PARMA
23 OTTOBRE 2009
Si alza il sipario sulla mostra ornitologica
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PARMA - La nuova edizione della mostra ornitologica (4ª del Ducato), che da sessant’anni rappresenta un appuntamento fisso per appassionati di questo tipo di animali, è in programma questo weekend.
Sarà visitabile sabato dalle 9 alle 19 e si chiuderà la giornata successiva verso le 17,30. Il taglio del nastro avverrà invece domani pomeriggio alle 16,30 alla presenza delle autorità. Per l’occasione saranno presenti anche alcuni giovani ospiti del reparto di Pediatria del Maggiore, guidati dal primario, Giancarlo Izzi.
Gli spazi della mostra sono più ampi rispetto a quelli del passato e ospiteranno diverse attività collaterali.
Tra queste, stand di bonsai, orchidee, negozi di animali, bici e moto per bambini. Saranno inoltre visitabili tre mostre specialistiche (una dei canarini «Topazio», una dei «Phaeo» e una dei «Psittacidi») e si potranno osservare volatili appartenenti a numerose razze. E' prevista una particolare presenza di pappagalli e canarini inseparabili.
Parteciperanno all’esposizione anche i campioni del mondo parmigiani (Nadino Ghillani ed Enore Galli) e quelli di altre città. Sabato pomeriggio è in programma una tavola rotonda a cui interverranno allevatori e giudici esperti del settore. Sabato sera invece a partire dalle 20,30, all’hotel Parma e Congressi, si terrà una cena di gala a cui sono invitati allevatori ed appassionati (la cena è a pagamento, per prenotazioni: 335/759948). Durante la serata si discuterà delle problematiche legate al mondo ornitologico. La mostra di quest’anno sarà propedeutica al campionato italiano, che la nostra città ospiterà il prossimo anno, all’inizio di dicembre. Un appuntamento che manca ormai da oltre 30 anni.L.M.
CORRIERE ADRIATICO 23 OTTOBRE 2009
Trafugati nella notte da una voliera
Fano (PU) - Si rubano gioielli, si rubano contanti, pellicce, computer, biciclette e si rubano anche … pappagalli. Probabilmente non pensava il proprietario di tre pappagalli dell’America latina che i suoi uccelli facessero gola a qualche malintenzionato se li custodiva tranquillamente in una voliera nel giardino della sua abitazione in via Annibal Caro. ITALIA SERA 23 OTTOBRE 2009
Blitz del Corpo Forestale a Fiumicino Maxi sequestro di pelli di procione
Fiumicino (RM) - “Un grosso quantitativo di pelli di procione importate illegalmente dalla Cina sono state sequestrate dal Corpo forestale dello Stato presso l'aeroporto di Fiumicino. La legge vieta l'introduzione e l'uso nella Comunità Europea di pellicce e prodotti provenienti da tali specie di animali selvatici originari di Paesi che utilizzano per la loro cattura tagliole o metodi non conformi alle norme concordate a livello internazionale. Le pelli saranno portate presso il Parlamentino dell'Ispettorato Generale del Corpo forestale dello Stato alle 15.30 per consentire eve tuali riprese foto video e dare maggiori dettagli dell'operazione". Lo comunica il corpo forestale dello Stato. Più di ottocento pelli di procione importate illegalmente dalla Cina e destinate a Animalieanimali 23 OTTOBRE 2009
ENNESIMO "RODEO" URBANO... CON CINGHIALI
La polizia provinciale di Genova è intervenuta per sedare, con un apposito fucile lancia-siringhe, una femmina di cinghiale di circa 80 chili che era precipitata da un muro alto 6 metri (che sostiene un giardinetto pubblico) direttamente nel cortile condominiale -tra i panni stesi- di un palazzone di via Cella. IL GIORNALE 23 OTTOBRE 2009
UNA TELEFONATA AL 113 E IL CAGNOLINO IN PERICOLO RITORNA DAL SUO PADRONE Quel cucciolo rischiava di essere travolto una chiamata e i soccorsi arrivano tempestivi
Bergamo - La strada statale che da Brescia va verso Milano, all’altezza di Sola, un paesino in provincia di Bergamo: sono quasi le sette di sera, ormai è buio a quell’ora. Improvvisamente le auto davanti a me frenano, rischiamo quasi un tamponamento: si procede a passo d’uomo per qualche metro, finché mi rendo conto del motivo: un cagnolino bianco, pelosissimo e spaventato, zampetta veloce sul ciglio della strada, cercando di attraversarla. È impossibile fermarsi in quel punto: non c’è corsia di emergenza e il traffico è molto intenso su entrambe le carreggiate. Anche se lui, o lei, non ha intenzione di camminare sul ciglio della strada: l’insistenza con cui vuole trovare un contatto con le auto che sfrecciano al suo fianco sembra quasi un tentativo di ricerca di aiuto, anche se, al contrario, è un grosso rischio per lui e per tutti. Avanzo fino alla prima piazzola di sosta, superando il cagnolino. A questo punto chiamo il 113: mi rispondono subito. «Cosa devo fare?» chiedo. «Cerchi di isolarlo, magari metterlo in macchina. Ovviamente se ciò non comporta rischi per lei e per gli altri. Se ci riesce mi richiami». Ritorno indietro e scorgo il cane che fortunatamente si è diretto verso un piccolo incrocio. Mi blocco e inizio a chiamarlo: da una parte era spaventato, dall’altra voleva avvicinarsi. Insomma: alla fine riesco a farlo salire in auto e ritelefono al 113: tempo cinque minuti, mi mettono in contatto con il dipartimento di prevenzione veterinaria dell’Asl di Bergamo, che fornisce 24 ore su 24 soccorso per animali in pericolo. Mi risponde un ragazzo, gli dico dove sono: «stai lì – mi assicura - tempo mezz’ora ti raggiungo». Al suo arrivo, apro la porta dell’auto e subito il cagnolino bianco salta fuori, spaventato da un altro essere umano. Lo abbiamo convinto a fidarsi di noi e salire sul suo pulmino. Subito si cerca di capire se il cane ha il microchip che lo identifica e, soprattutto, identifica il suo padrone. Dopo due notti in «albergo» il cagnolino è tornato a casa.
LIBERO
23 OTTOBRE 2009
BOLOGNA: PICCHIO' PASSANTE E GLI AIZZO' CONTRO I CANI, SEQUESTRATI
Bologna - Al culmine di un diverbio in strada aveva preso a pugni un passante e gli aveva aizzato contro i suoi due cani. Oggi i carabinieri della stazione Bertalia di Bologna hanno eseguito nei suoi confronti un provvedimento di sequestro preventivo dei due animali ora rinchiusi nel canile comunale di Trebbo di Reno. La proprietaria dei cani, denunciata per lesioni personali gravi, e' una donna italiana di 29 anni gia' nota alle forze dell'ordine anche per reati specifici. Pare infatti che non sia la prima volta che la donna aizzava i propri cani contro altre persone. Era gia' accaduto infatti nel 2005. Il provvedimento e' stato chiesto dal pm Stefano Orsi e concessa dal gip.La notte del 7 giugno scorso la donna aveva litigato in via Matteotti, nel centro di Bologna, con un passante che aveva osservato come a suo dire i due cani, un Corso e un meticcio, andassero portati in giro provvisti anche di museruola e non solo di guinzaglio. Tra la 29enne e lo sconosciuto ne era nato un diverbio al culmine del quale lei lo aveva dapprima insultato, poi gli aveva aizzato i due animali contro e infine mentre veniva azzannato lo aveva pure colpito con dei pugni. Lo sconosciuto aveva riportato la frattura del setto nasale ed era stato morso in prossimita' del collo. Lesioni che i medici gli avevano giudicato guaribili in 15 giorni. L'uomo aveva poi denunciato l'accaduto ai carabinieri della stazione Bertalia che hanno individuato la 29enne e l'hanno denunciata. Oggi infine le hanno sequestrato i due cani.
Animalieanimali 23 OTTOBRE 2009
REGISTA, FILM MATTANZA DELFINI E' UNA LETTERA D'AMORE Sui danni alla salute del consumo di carne al mercurio
The Cove (la baia), film-documentario americano sulla mattanza di delfini e balene che annualmente si ripete a Taiji, cittadina a 500 chilometri a sudovest di Tokyo, è "una lettera d'amore" per i giapponesi perché conoscano gli effetti dannosi sulla salute del consumo di carne di delfino.
ANSA AMBIENTE
23 OTTOBRE 2009
STUDIO, 'MANGIATI' IL CANE, INQUINA PIU' DI UN SUV
LONDRA - Mangiati il cane per salvare il pianeta: e' questa, secondo due autori neozelandesi, l'ipotetica prospettiva che gli ecologisti dovrebbero considerare se vogliono davvero combattere i cambiamenti climatici. Secondo Robert e Brenda Vale infatti, ben lontano dall'essere un innocuo compagno, lo scodinzolante amico dell'uomo ha un impatto ambientale ben maggiore del famigerato Suv. E anche gli altri animali non scherzano: secondo gli studiosi un gatto produce emissioni quanto una Golf, un criceto quanto un televisore al plasma, mentre un piccolo pesce rosso inquina come due telefoni cellulari. Nel loro libro dal provocatorio titolo 'Time to eat the dog: the real guide to sustainable living' ('E' ora di mangiare il cane: la vera guida alla vita sostenibile') i Vale analizzano le emissioni di anidride carbonica degli animali domestici, tenendo conto del cibo di cui si nutrono e del terreno e dell'energia necessari per produrlo. Nella sua porzione giornaliera di 300 grammi di mangime secco, un cane di taglia media - calcolano i due ecologisti le cui conclusioni sono state pubblicate dalla rivista britannica New Scientist - consuma circa 90 grammi di carne e 156 grammi di cereali. In anno, la sua impronta ambientale e' quindi di 0,84 ettari, piu' del doppio di un Toyota Land Cruiser che ogni anno copre 10.000 chilometri. Ben lontani dal consigliare come far finire in pentola l'ignaro Fido, i Vale tengono pero' a sottolineare come possedere un animale da compagnia debba considerarsi un lusso. ''Avere un cane e' in realta' un dispendio esagerato, soprattutto per l'impatto ambientale della carne'', hanno dichiarato al New Scientist.
CITY
23 OTTOBRE 2009
Un cane “inquina quanto un Suv”
A sostenerlo sono due professori neozelandesi: per produrre il cibo mangiato da un cane si consuma più Co2 di quella bruciata da un Suv
Un cane inquina quanto un Suv: anzi, di più. A giungere alla (inattesa) conclusione sono Robert e Brenda Vale, due architetti specializzati in vita sostenibile alla Victoria University di Wellington in Nuova Zelanda. Secondo gli studiosi, un cane di taglia media consuma giornalmente 90 grammi di carne e 156 grammi di cereali essiccati. Poco? Non proprio. Prima della lavorazione, quei numeri diventano ben 450 grammi di carne fresca e 260 grammi di cereali. Se si moltiplica questa cifra per 365, il risultato è netto: Fido fa fuori da solo qualcosa come 164 kg di carne e 95 kg di cereali. E se si calcola che occorrono 43,3 metri quadrati di terreno per produrre 1 kg di carne di pollo all’anno (molti di più per le carni bovine e di agnello) e 13,4 metri quadrati per produrre un chilo di cereali, ogni anno un cane medio consuma l’equivalente di 0,84 ettari (1,1 ettari per un cane di grossa taglia). E un Suv? Beh, se si prende ad esempio un fuoristrada come il classico Toyota Land Cruiser, e gli si fanno percorrere 10.000 chilometri in un anno, si arriva a 0,41 ettari di terreno “consumati”. Meno di metà di quanto consumato da un cane, insomma. A confermare i risultati sono anche gli scienziati dello Stockholm Environment Institute.
Gli altri animali? Piccolo Attila
I Vale, applicando gli stessi calcoli, hanno scoperto che i gatti ”consumano” in un anno l’equivalente di 0,15 ettari (poco meno di una Volkswagen Golf), e i criceti 0,014 ettari a testa (comprarne due, suggeriscono, equivale al consumo di un grande televisore al plasma). Persino il pesce rosso, con i suoi 3,4 metri quadrati di consumo annuo, inquina. Per l’esattezza quanto due telefoni cellulari. Ma che si potrebbe fare per avere un animale domestico eco-sostenibile? Gli esperti suggeriscono anzitutto di modificarne la dieta, usando quanto più possibile gli avanzi del cibo. “Altrimenti si può ricorrere a soluzioni drastiche: sostituire il gatto con una gallina, che consuma si ma produce anche uova”.
CORRIERE DELLE ALPI
23 OTTOBRE 2009
Incidenti con gli ungulati I cacciatori plaudono ai nuovi cartelli luminosi
Lorenzo Soratroi
LIVINALLONGO.(BL) Plauso dei cacciatori all’iniziativa di Veneto Strade, che sta installando in vari punti della rete viaria provinciale dei particolari dispositivi di segnalazione visiva elettronici, che serviranno a segnalare agli automobilisti il pericolo di attraversamento di animali selvatici, cervi in particolare. In tutta la Provincia ne verranno posizionati 56 nei tratti stradali più a rischio. Di questi ben 20 sono dislocati nell’Agordino. Più precisamente: 5 a Livinallongo, 2 ad Alleghe, 5 a Rocca Pietore, 4 a Vallada e 4 San Tomaso. Un’iniziativa alla quale plaude il presidente dei Distretti venatori dell’Agordino, Leandro Grones. «Per questi interventi a tutela della fauna ma soprattutto degli utenti della strada», fa sapere, «ho inviato una nota di ringraziamento al responsabile bellunese di Veneto Strade, Sandro D’Agostini, e all’assessore regionale alla mobilità, Renato Chisso». L’iniziativa si va ad aggiungere al protocollo d’intesa sottoscritto, ancora nell’autunno scorso, tra Provincia, Anas, Veneto Strade, i Comuni e le Riserve di caccia di Cortina, San Vito, Livinallongo, Lentiai e Trichiana, che prevedeva per la realizzazione di 11 interventi sperimentali per affrontare e arginare il problema sui tratti più pericolosi di alcune importanti arterie di comunicazione, individuati in base ai dati raccolti negli ultimi 10 anni. Finora la Provincia ha realizzato il progetto preliminare per il tratto tra Cortina e San Vito sulla statale 51 Alemagna, quello tra Vilalghe e Marziai sulla Sp 1 e sta affidando l’incarico per gli altri interventi, di cui ben 4 sono in Comune di Livinallongo. Il problema si presenta con maggior frequenza in alcuni periodi dell’anno, come spiega ancora Grones. «Si è appena concluso il periodo degli amori del cervo che ha comportato un aumento della mobilità del selvatico. Qualche incidente c’è stato, ma per fortuna senza gravi conseguenze. Ora ci si appresta ad entrare in un altro periodo dell’anno in cui gli utenti della strada devono prestare molta attenzione. Gli ungulati sono attratti dai prati ben curati di fondovalle e tra non molto le prime nevicate comporteranno inevitabilmente l’utilizzo del sale sulle strade, che attirerà sulle scarpate delle strade svariati selvatici. Il sopraggiungere improvviso di un’autovettura può spaventare l’animale, causando reazioni improvvise e assolutamente imprevedibili. L’appello quindi è di prestare massima attenzione». Nel 2008 la popolazione stimata di cervi sul territorio provinciale contava ben 7 mila 500 esemplari (nel 1989 erano 2 mila 500). Quattordici mila i caprioli. E gli incidenti sono cresciuti in proporzione. Dagli 8 del 1990 si è passati ai 180 del 2005 (125 con caprioli e 55 con cervi) ai 299 del 2008 (177 con caprioli e 122 con cervi).
LA ZAMPA.IT
23 OTTOBRE 2009
Usa, il governo propone una riserva protetta per gli orsi polari
Con i suoi 500mila chilometri quadrati sarebbe la più grande riserva naturale statunitense
NEW YORK - Per difendere gli orsi polari dal rischio estinzione il governo federale degli Stati Uniti sta valutando l’ipotesi di creare un habitat protetto in Alaska.
L’area individuata ieri dai funzionari del governo, e che deve ora essere approvata dal voto del Congresso, è complessivamente di circa 500mila chilometri quadrati, e sarebbe la più grande riserva naturale statunitense. Il progetto comprende tre zone distinte, lungo le coste settentrionali e nord-ovest dello stato americano: una insulare, una che comprende piattaforme di ghiaccio in acque meno profonde di 1.000 metri, e un’altra che si spinge nell’entroterra fino a oltre 30 chilometri. Gli ambientalisti hanno però avvertito che le proposte di nuovi pozzi di petrolio e lo sviluppo dell’estrazione del gas in Alaska, dove già esistono impianti di multinazionali come la ExxonMobil, potrebbero compromettere gli sforzi per proteggere l’orso polare. Nelle aree interessate dalla presenza dell’animale, si conta una popolazione approssimativa di circa 3.500 esemplari; alcuni biologi sostengono che gli orsi polari potrebbero estinguersi sul suolo americano entro il prossimo secolo, minacciati soprattutto dallo scioglimento dei ghiacci
ANSA AMBIENTE
23 OTTOBRE 2009
GOVERNO USA PROPONE RISERVA ORSI POLARI IN ALASKA
NEW YORK - Per difendere gli orsi polari dal rischio estinzione il governo federale degli Stati Uniti sta valutando l'ipotesi di creare un habitat protetto in Alaska. L'area individuata ieri dai funzionari del governo, e che deve ora essere approvata dal voto del Congresso, e' complessivamente di circa 500mila chilometri quadrati, e sarebbe la piu' grande riserva naturale statunitense. Il progetto comprende tre zone distinte, lungo le coste settentrionali e nord-ovest dello stato americano: una insulare, una che comprende piattaforme di ghiaccio in acque meno profonde di 1.000 metri, e un'altra che si spinge nell'entroterra fino a oltre 30 chilometri. Gli ambientalisti hanno pero' avvertito che le proposte di nuovi pozzi di petrolio e lo sviluppo dell'estrazione del gas in Alaska, dove gia' esistono impianti di multinazionali come la ExxonMobil, potrebbero compromettere gli sforzi per proteggere l'orso polare. Nelle aree interessate dalla presenza dell'animale, si conta una popolazione approssimativa di circa 3.500 esemplari; alcuni biologi sostengono che gli orsi polari potrebbero estinguersi sul suolo americano entro il prossimo secolo, minacciati soprattutto dallo scioglimento dei ghiacci.
ASCA
23 OTTOBRE 2009
MUCCA PAZZA: COLDIRETTI, ULTIMO CASO ITALIA EREDITA' DEL PASSATO
Roma, 23 ott - E' una eredita' del lontano passato facilmente prevedibile che non ha nulla a che fare con il consumo della carne italiana che e' del tutto sicuro grazie ad un rigido sistema di controlli introdotto con successo nel 2001 per far fronte all'emergenza Bse. E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento al caso probabile di variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob in Italia annunciato dal ministero della Salute.La Bse e' praticamente scomparsa da anni dagli allevamenti italiani per l'efficacia delle misure adottate per far fronte all'emergenza come - sottolinea la Coldiretti - il monitoraggio di tutti gli animali macellati sopra i 30 mesi, il divieto dell'uso delle farine animali nell'alimentazione del bestiame e l'eliminazione degli organi a rischio Bse dalla catena alimentare. Ma anche e soprattutto l'introduzione a partire dal 1* gennaio 2002 di un sistema obbligatorio di etichettatura che consente di conoscere l'origine della carne acquistata con riferimento agli Stati di nascita, di ingrasso, di macellazione e di sezionamento, nonche' un codice di identificazione che rappresenta una vera e propria carta d'identita' del bestiame e consente di fare acquisti Made in Italy.Occorre evitare che inutili allarmismi si riflettano sui consumi di carne bovina i cui acquisti familiari nel primo semestre del 2009 hanno gia' fatto registrare un calo del 2,8 per cento in valore rispetto al 2008, con i consumi familiari che sono di circa 23 chili per famiglia acquirente per un importo di 3,5 miliardi di Euro all'anno.
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LE SCIENZE
23 OTTOBRE 2009
Abuso di sostanze
Gli effetti a lungo termine delle amfetamine
La sperimentazione sui topi ha permesso di riscontrare un deficit di memoria di lavoro anche a distanza di tempo, specie se la somministrazione avviene in età adolescenziale
Il rapporto tra l’abuso di droghe e sostanze psicotrope ed effetti neuropsicologici è un tema studiato da lungo tempo. L’ultima ricerca in ordine di tempo, effettuata su topi di laboratorio, riguarda le amfetamine e ha mostrato come l’esposizione a tali sostanze in alte dosi determini, molto tempo dopo, un significativo deficit di memoria.
A soffrirne, in particolare, è la cosiddetta memoria a breve termine o “di lavoro”, soprattutto se le amfetamine vengono somministrate agli animali nel corso dell’adolescenza, piuttosto che in età adulta. “L’effetto è evidente quando si confrontano i due gruppi di topi, quelli esposti alle sostanze in adolescenza e quelli esposti in età adulta, in alcuni compiti che richiedono l’uso della memoria di lavoro: a parità di dosi somministrate, i primi ottengono risultati decisamente peggiori”, ha spiegato Joshua Gulley, docente di psicologia dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign, nel corso della presentazione dei risultati dello studio all’annuale congresso della Society for Neuroscience, tenutosi a Chicago. “Ciò ci porta a ipotizzare che la capacità di memoria di lavoro possa essere alterata in modo significativo dalla pre-esposizione alle amfetamine.” Nel corso della ricerca, gli studiosi hanno testato due tipi di somministrazione di amfetamine: intermittente, con una dose costante un giorno su due, e progressiva, con dosi aumentate per un periodo di quattro giorni seguite da una dose elevata ogni due ore al quinto giorno. I risultati mostrano così le conseguenze a lungo termine dell’abuso di amfetamine, che è possibile ipotizzare che si manifestino anche nell’uomo e che potrebbero essere rilevanti sia nei soggetti che le assumono a scopo terapeutico (come nel caso dei piccoli pazienti affetti da deficit di attenzione e iperattività. ADHD) sia - e soprattutto - nei giovani che ne fanno un uso incontrollato. "L’adolescenza è un periodo in cui il cervello è in continuo sviluppo, e assumere amfetamine in un momento così critico potrebbe avere conseguenze negative a lungo termine”, ha concluso Gulley. “Il dato preoccupante è proprio che gli effetti si fanno sentire anche una volta interrotta l’assunzione della sostanza”. |