23 SETTEMBRE  2009

Corriere della Sera
23/09/09
 

Ha detto di averli acquistati nel Napoletano per poi rivenderli

Trasportava 1.702 animali esotici
dentro l'auto: denunciato
Bloccato sulla A16 il titolare di un negozio. Camaleonti, tartarughe e scoiattoli erano stipati all'inverosimile

             
Le gabbie stipate nel bagagliaio                 
Alcuni dei pappagalini trovati
                                                                                  nell'auto

 
MILANO - Millesentecentodue. Tanti gli animali esotici - tra camaleonti, tartarughe marine, scoiattoli giapponesi, pappagalli e topini bianchi - che la Guardia di Finanza ha trovato dentro l'auto di un 49enne, originario di Brindisi ma titolare di un negozio a Bari. Erano stipati all'inverosimile dentro la sua Fiat Multipla, bloccata lungo l'autostrada A16, all'altezza di Montemiletto (Avellino). L'uomo, denunciato per maltrattamento di animali e violazione della legge 150/1992, ha detto di aver acquistato gli esemplari nel Napoletano e di aver intenzione di rivenderli nel proprio negozio ammettendo che le modalità di trasporto non erano quelle previste dalla normativa. Gli animali venduti al dettaglio gli avrebbero fruttato un guadagno di circa 20mila euro.

SPECIE PROTETTE - I finanzieri erano impegnati in un servizio anticontrabbando e hanno notato dentro la Multipla, che stava effettuando un sorpasso, reti di ferro, gabbie e scatole di cartone. Quando il 49enne si è fermato e ha aperto la portiera dall'auto è uscito un odore nauseabondo e i militari hanno visto gli animali malamente stipati in gabbie e scatole. C'erano 160 pappagallini ondulati, 20 della specie rosella comune, 20 pappagalli calopsitte, 10 del tipo inseparabili, 4 della specie rosella comune-lutino, 2 pappagalli esotici della specie rosella pennat, 300 topini bianchi, 150 criceti, 30 scoiattoli giapponesi, 6 camaleonti, mille tartarughe acquatiche. Per la maggior parte sono specie tutelate dalla Convenzione di Washington, per le quali occorrono particolari licenze e autorizzazioni sia per la vendita che per il trasporto.


JULIE NEWS

23 SETTEMBRE 2009

 

Maxi sequestro di animali esotici, in un'auto 1700 esemplari

 

Napoli - Nel corso di un servizio in materia di anticontrabbando lungo l’asse autostradale Napoli-Bari, all’altezza del comune di Montemiletto (AV), una pattuglia della Compagnia della Guardia di Finanza di Avellino ha sottoposto a sequestro ben 1.702 animali esotici (tartarughe marine, scoiattoli giapponesi, pappagallini, camaleonti, topini bianchi) che tale C.L. (di anni 49), originario di Brindisi ma residente nel barese, trasportava tranquillamente a bordo della FIAT Multipla da lui condotta.
L’autovettura era diretta a Bari ove il suddetto C.L., nei cui confronti è scattata la denuncia all’autorità giudiziaria per maltrattamento di animali e violazioni alla legge nr. 150/1992, è risultato essere titolare di un negozio di animali esotici.
Un insolito risultato ha quindi concluso il turno di servizio di ieri della pattuglia delle Fiamme Gialle, a conferma peraltro di una presenza ormai costante sul territorio e di un impegno per il costante monitoraggio di tutte le arterie che attraversano le provincia, rotte da sempre privilegiate da contrabbandieri di merce d’ogni genere. Sono da poche passate le 16.00 quando i finanzieri si vedono superare dalla FIAT Multipla condotta da C.L.: al momento dell’affiancamento, i militari notavano all’interno dell’auto la presenza di reti di ferro, di gabbie, di scatole di cartone e decidevano quindi di invitare il conducente a seguirli fino alla prima area di sosta.
Non era necessario nemmeno andare oltre l’apertura del vano portabagagli delle FIAT Multipla per scoprire all’interno del veicolo, in mezzo ad un odore nauseabondo, i poveri animali, malamente stipati sino all’inverosimile in gabbie e scatole di cartone.
ll soggetto dichiarava d’essersi procurato gli animali nel napoletano e volerli trasportare presso il proprio negozio di animali a Bari per destinarli alla vendita con un presumibile valore di mercato, al dettaglio, di circa 20.000 euro. Nella circostanza il citato C.L. ammetteva d’essere a conoscenza che le modalità in cui stava trasportando gli animali non era quella prevista dalla specifica normativa in materia.
Lo stesso veniva quindi accompagnato presso gli uffici del Comando di via Pontieri ove si procedeva alla conta degli animali che risultavano nel dettaglio essere:
- 160 pappagallini cd. “ondulati”;
- 20 pappagallini della specie “rosella comune”;
- 20 pappagalli tipo “calopsitte”;
- 10 pappagallini cd. “inseparabili”;
- 4 pappagallini della specie “rosella comune - lutino”;
- 2 pappagalli esotici della specie “rosella pennat”;
- 300 topini di colore bianco;
- 150 criceti;
- 30 scoiattoli giapponesi;
- 6 camaleonti;
- 1000 tartarughe acquatiche.

Per la maggior parte dei poveri animali, essendo appartenenti a specie indicate tra quelle appositamente tutelate dalla Convenzione di Washington, e per le quali necessitano particolari licenze ed autorizzazione sia per la vendita che per il trasporto.
La Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione, denominata in sigla C.I.T.E.S., è nata proprio dall'esigenza di controllare il commercio degli animali e delle piante (vivi, morti o parti e prodotti derivati), in quanto lo sfruttamento commerciale, unitamente alla distruzione degli ambienti naturali nei quali vivono, rappresenta una delle principali cause dell'estinzione e rarefazione in natura di numerose specie. La C.I.T.E.S., che è compresa nelle attività del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (U.N.E.P.), è entrata in vigore in Italia nell’anno 1980 ed è attualmente in vigore in oltre 130 stati. In Italia la verifica circa la puntuale attuazione della convenzione è affidata a diversi Ministeri (Ambiente, Finanze, Commercio con l'Estero), ma la parte più importante è svolta dal Ministero delle Politiche Agricole che cura la gestione amministrativa ai fini della certificazione e del controllo tecnico-specialistico per il rispetto dell’accordo.
Tutti gli animali sottoposti a sequestro sono stati ricoverati per la notte presso una clinica veterinaria di Pianodardine ad Avellino ove sono state anche verificate le loro condizioni di salute: nella mattinata odierna nei confronti degli stessi è stata avviata una ulteriore verifica da parte di personale del Nucleo Operativo C.I.T.E.S. del Corpo Forestale dello Stato (unità di stanza a Salerno), organo deputato a tutti gli specifici accertamenti connessi alla regolarità dei documenti di accompagnamento con riferimento alla classe merceologica ed ai pareri tecnici da formulare all’autorità giudiziaria circa il destino dei poveri animali.
Ulteriori controlli ed accertamenti sono stati avviati dalle Fiamme Gialle onde verificare tutti gli elementi attinenti la fase dell’acquisizione degli animali nei confronti dell’esercizio commerciale in Bari onde verificare la sussistenza di eventuali illiceità.


IL GIORNALE

23 SETTEMBRE 2009

 

TRASPORTAVA ANIMALI ESOTICI IN AUTO: SOTTO SEQUESTRO 1700 ESEMPLARI

Tartarughe marine, scoiattoli giapponesi, pappagalli, camaleonti. Un pugliese li trasportava a bordo di una Fiat Multipla

 

Napoli - Nel corso di un servizio anticontrabbando lungo l’asse autostradale Napoli-Bari, all’altezza del comune di Montemiletto, una pattuglia della Guardia di Finanza di Avellino ha sottoposto a sequestro ben 1.702 animali esotici tra tartarughe marine, scoiattoli giapponesi, pappagallini, camaleonti, topini bianchi che C.L., 49 anni, originario di Brindisi ma residente nel barese, trasportava a bordo di una Fiat Multipla da lui guidata.

Il traffico di animali esotici L’autovettura era diretta a Bari dove l’uomo, nei cui confronti è scattata la denuncia all’autorità giudiziaria per maltrattamento di animali e violazioni alla legge 150/1992, ha un negozio di animali esotici. I finanzieri hanno agito dopo che l’auto li ha superati, avendo notato la presenza di reti di ferro, di gabbie, di scatole di cartone. Quando il conducente si è fermato, all’apertura della portiera i militari sono stati colpiti dall’odore nauseabondo e hanno visto gli animali malamente stipati in gabbie e scatole di cartone. C.L. ha detto di esserseli procurati nel napoletano e di volerli trasportare presso il proprio negozio di animali a Bari per destinarli alla vendita con un presumibile valore di mercato, al dettaglio, di circa 20mila euro, ammettendo di essere a conoscenza che le modalità in cui stava trasportando gli animali non era quella prevista dalla specifica normativa.

Le specie sotto sequestro In auto aveva 160 pappagallini "ondulati", 20 pappagallini della specie "rosella comune", 20 pappagalli "calopsitte", 10 pappagallini "inseparabili", 4 pappagallini della specie "rosella comune - lutino", 2 pappagalli esotici della specie "rosella pennat", 300 topini di colore bianco, 150 criceti, 30 scoiattoli giapponesi, 6 camaleonti, 1000 tartarughe acquatiche. Per la maggior parte gli animali erano di specie tutelate dalla Convenzione di Washington, per le quali occorrono particolari licenze e autorizzazione sia per la vendita che per il trasporto.


METROPOLIS

23 SETTEMBRE 2009

 

Viaggiava con 1700 animali esotici chiusi in auto

 

NAPOLI - Sequestrati, dalla Guardia di Finanza 1.702 animali esotici: camaleonti, tartarughe marine, scoiattoli giapponesi, stipati all´inverosimile in una Fiat Multipla bloccata mentre era in transito lungo l´autostrada A16, all´altezza del comune di Montemiletto (Avellino).Denunciato l´uomo che era alla guida dell´automobile e che è titolare di un negozio di animali esotici, a Bari. Secondo quanto riferito dall´uomo alla Guardia di Finanza, gli animali erano stati acquistati nel Napoletano ed erano diretti all´esercizio commerciale pugliese.Al dettaglio, la vendita di animali avrebbe comportato un guadagno di circa 20mila euro.


LA ZAMPA.IT

23 SETTEMBRE 2009

 

Avellino, 1.700 animali esotici nel bagagliaio

 

Un uomo di 49 anni, proprietario di un negozio di animali esotici a Bari, è stato bloccato lungo l'autostrada Napoli-Bari all'altezza di Montemiletto (Avellino) da una pattuglia della Guardia di Finanza.

 

FOTO

http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?p=1&pm=1&IDmsezione=59&IDalbum=20812&tipo=FOTOGALLERY#mpos


REUTERS
23 SETTEMBRE 2009
 
Caserta, polizia trova coccodrillo durante perquisizione in casa
 
 
NAPOLI - Nel corso di una perquisizione in provincia di Caserta, gli agenti della Direzione investigativa antimafia di Napoli hanno trovato un coccodrillo vivo, detenuto illegalmente sulla terrazza di un'abitazione dotata di un sofisticato impianto di videosorveglianza.Ne dà notizia la Dia di Napoli, precisando che l'abitazione perquisita -- che si trova a Orta di Atella -- è quella di Antonio Cristofaro, già noto alle forze dell'ordine per porto abusivo e detenzione di armi, oltraggio, resistenza, favoreggiamento ed estorsione.L'operazione di oggi, spiega la Dia, era finalizzata al rinvenimento di armi e si era resa necessaria nell'ambito di un'indagine su estorsioni ai danni di numerosi imprenditori della zona del basso casertano realizzate da un gruppo criminale capeggiato da Cristofaro.Secondo le informazioni in possesso della Dia, il coccodrillo -- che pesa 40 kg ed è lungo 1 metro e 70 -- veniva nutrito con conigli e topi vivi ed era utilizzato per terrorizzare le persone vittime di estorsione.Cristofaro "non è stato arrestato a seguito della perquisizione perché in casa non sono state rinvenute armi", ha spiegato il dirigente della Dia Maurizio Vallone.Gli agenti hanno però trovato sulla terrazza il coccodrillo vivo, che è stato prelevato da un veterinario e trasferito ad Aprilia, in un centro di recupero per questo tipo di animali.Intanto, conclude la Dia, è stata informata e attivata la procura di Santa Maria Capua Vetere.

IL GIORNALE

23 SETTEMBRE 2009

 

USAVANO UN COCCODRILLO PER FARSI PAGARE IL PIZZO

L'incredibile scoperta è stata fatta dalla polizia in un comune del Casertano. Gli agenti stavano cercando armi in un appartamento ma si sono imbattuti in un coccodrillo lungo 1 metro e 70 tenuto nella vasca sulla terrazza

 

Caserta - Utilizzavano un coccodrillo per convincere imprenditori e commercianti a pagare il pizzo oppure per vedere esauditi tutti i propri desideri illeciti. È successo a Orta di Atella, comune del Casertano, dove il personale della Dia di Napoli ha scoperto il caimano in casa di Antonio Cristofaro, già noto alle forze dell’ordine per porto abusivo e detenzione di armi, oltraggio, resistenza, favoreggiamento ed estorsione.

Il coccodrillo I poliziotti stava cercando armi, ma si sono imbattuti nel grosso animale, che pesa 40 kg ed è lungo 1 metro e 70. Il coccodrillo, detenuto illegalmente, era in una vasca piena d’acqua su una terrazza dell’appartamento e veniva nutrito con conigli e topi vivi. All’interno dell’abitazione era stato anche installato un sofisticato sistema di videosorveglianza, ma non è stata ritrovata alcuna arma. Il rettile è stato prelevato dal Corpo forestale dello Stato che ha provveduto al suo trasferimento presso una struttura idonea ad Aprilia, vicino Roma. Per Cristofaro, ritenuto uno dei nuovi boss emergenti dell’area casertana, è scattata una denuncia per possesso illegale di animali.


TG COM

23 SETTEMBRE 2009

 

Dia cerca armi ma trova coccodrillo

Caserta, era usato per far pagare pizzo

 

Caserta - Un uomo di Orta di Atella, nel Casertano, indagato per racket e con precedenti per estorsione, teneva un coccodrillo vivo sul terrazzo. L'animale è stato trovato durante la perquisizione di casa sua dalla Direzione investigativa antimafia di Napoli che cercava armi. Il rettile veniva utilizzato da Antonio Cristofaro per intimorire gli imprenditori e costringerli a pagare il pizzo. L'uomo è stato denunciato per possesso illegale di animali.

Il coccodrillo, una bestia di un 1,70 metri e 40 chili di peso, era alimentato con conigli e topi vivi, e viveva nella terrazza recintata e munita di una vasca d'acqua, all'ultimo piano di un normalissimo condominio.La vicenda risale al 18 settembre, ma la Dia lo ha reso noto solo oggi, quando fu perquisito l'immobile utilizzato da Cristofaro. L'obiettivo era quello di trovare armi a casa dell'uomo già noto alla giustizia per porto abusivo e detenzione d'armi.Ma, al posto delle armi, gli uomini della Dia, insieme agli agenti del commissariato di polizia di Frattamaggiore e della squadra mobile di Caserta hanno trovato, oltre ad un accurato impianto di videosorveglianza e a un giubbotto antiproiettile indossato da Cristofaro, anche un coccodrillo. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, il coccodrillo era utilizzato dall'uomo per intimorire le vittime, soprattutto imprenditori. Gli inquirenti ritengono che Antonio Cristofaro, nipote di un boss ucciso un anno e mezzo fa, a Cesa, Caserta, nella faida tra i clan Caterino e Mazzara, sia a sua volta un capo clan della camorra emergente. L'uomo è stato denunciato all'autorità giudiziaria per il possesso di un animale importato illegalmente.


IL TEMPO

23 SETTEMBRE 2009

 

Canile dell'orrore scoperto dai carabinieri

Pofi Il blitz dei militari è scattato ieri mattina all'alba in una casa di campagna una donna viveva insieme a 63 cani

 

Marina Mingarelli

 

POFI (FR) -  Canile degli orrori scoperto dai carabinieri. Il blitz degli uomini agli ordini del capitano Pietro Dimiccoli è scattato ieri mattina all'alba in una casa di campagna alla periferia di Pofi. L'inchiesta è stata avviata a seguito di alcune segnalazioni. Strani movimenti che erano stati visti nei pressi di quel caseggiato e che avevano insospettito più di qualcuno..Quando i militari hanno fatto irruzione nella struttura, si sono trovati davanti una scena raccapricciante: sessantatrè cani sistemati alla meno peggio erano gli «ospiti» di quell'abitazione. Gli animali vivevano in mezzo ad escrementi e sudiciume. Non c'era angolo di quella casa che non avesse fatto da «cuccia» a qualche cane. Impossibile entrare in quell'abitazione e non provare un senso di nausea e disgusto. Ad accudirli, se così si può dire, P.C una donna di 54 anni che si è presentata ai carabinieri mostrando un chihuahua. All'interno dello stabile, dicevamo, sono stati trovati 63 cani di varie razze e taglie, dei quali 51 adulti e 12 cuccioli. Tutti come già evidenziato, vivevano in pessime condizioni igienico sanitarie. Gli animali, sottoposti alle prime cure, sono stati al momento affidati ad adeguate strutture site nell'ambito di questa Provincia. La donna che è stata giudicata capace di intendere e di volere si è giustificata dicendo che lei amava gli animali e che viveva per per loro. Ecco perchè li accoglieva tutti nella sua abitazione. Dichiarazioni che agli occhi degli investigatori sono risultate poco credibili. Forte il sospetto, infatti, che la 53enne avesse messo in piedi una sorta di smercio clandestino dei cani. Nello specifico lei si preoccupava di farli accoppiare e poi li rivendeva. Non a caso gli animali non sono stati trovati malnutriti. C'erano esemplari di pastore tedesco e e di boxer che sul mercato avrebbero potuto fruttare parecchi soldi. Sulla vicenda sono ancora aperte le indagini da parte dei carabinieri. Sono tante le domande che al momento restano senza risposta. A cominciare dal fatto che quei cani non erano dei meticci randagi. Erano bestie di razza con le quali la «padrona» poteva guadagnare molto bene. Ma come si procurava questi animali? Dove li aveva presi ? Possibile che nessuno sapesse nulla? Per avere tutte queste risposte bisognerà aspettare la conclusione delle indagini. Per il momento la donna è stata denunciata con l'accusa di maltrattamenti sugli animali. Intanto è stata predisposta la bonifica dell'abitazione e di tutta la zona adiacente. Ciò per evitare che possano scoppiare delle epidemie. La cinquantatreenne viveva in condizioni davvero disumane. La perquisizione domiciliare è stata autorizzata dalla procura della Repubblica ed eseguita con l'ausilio di medici veterinari Asl del capoluogo.


IL TEMPO

23 SETTEMBRE 2009

 

Pofi (FR) Così ha dichiarato il primo cittadino Bove non appena ha appreso la notizia

Nessuno si è mai accorto di niente

 

Ennio Bove.

 

Pofi (FR) - «Oltre sessanta cani di età e razza diversa ?» Si, sindaco, oltre sessanta cani: tutti dentro un appartamento di circa 100 metri quadrati. «Noi ne sapevamo nulla- aggiunge il primo cittadino. Siamo venuti a conoscenza di questo fatto, solo oggi, grazie al maresciallo della nostra stazione dei carabinieri, Raffaele De Nunzio» «E' un problema molto serio- conclude Bove- che cercherò di risolvere d'intesa con il comandante del vigili urbani, Paolo De Santis, e le Aautorità competenti”. Una scena da film, oltre sessanta cani, ci sono venuti incontro, non appena hanno notato la nostra presenza. Tutti, «ospitati»dentro una abitazione di campagna, di circa cento metri quadrati, sita in contrada Colle la Guardia, ai confini con il comune di Castro dei Volsci. Dal portone d'ingresso usciva un forte tanfo da non potere resistere. Impossibile entrare, senza maschera di protezione. Ma, per P.C., proprietaria degli animali è tutto normale. «Io, vivo per e con i miei cani» - ha dichiarato. Degli abitanti della contrada, nessuno ha saputo o voluto dirci qualcosa. «Non ho notato null»” – dichiara G. P. «Si, io ho notato qualcosa- invece afferma A.G., abitante a circa trecento metri distanza- Spesso cinque, sei cani gironzolavano per i miei campi, ma nulla faceva presagire una cosa simile». Adesso che, del fatto sono venuti a conoscenza, oltre alle Autorità sanitarie, anche il sindaco, il comandante della Stazione dei carabinieri e dei Vigili Urbani, sembra che si sia messa in moto la macchina burocratica per dare una degna ospitalità a tutti i cani. Nun.Pan.


MATTINO DI PADOVA

23 SETTEMBRE 2009

 

Denuncia dalla Guizza «Rapiscono i cagnolini e chiedono il riscatto»

 

Elvira Scigliano

 

GUIZZA (PD). Shanghy è una pechinese dagli occhi dolci, affezionatissima alla sua padrona, Federica Varisco, insegnante in pensione. La cagnetta, durante il mercato in piazzale Cuoco, ha rischiato d’essere rapita tra i banchi della frutta da due donne di aspetto rom. A salvarla, gli occhi vigili di una signora, Antonietta Mingardo Coda, che ha riconosciuto la bestiolina e ha subito chiamato la polizia.   Di più. E’ rimasta con Shanghy finché non è stata ritrovata la padrona, visibilmente allarmata. «Adesso mi sento schiava della preoccupazione - confida Federica Varisco - e non la tengo nemmeno più in giardino. Credo non sia un fatto casuale, quelle donne avevano al guinzaglio dei cani di razza».  Non basta. «Negli ultimi tempi - riferisce la donna - ho notato numerosi avvisi di cani scomparsi - guarda caso, tutti di razza - affissi vicini ai negozi per animali e anche all’ingresso del supermercato Conad». «I cani di piccola taglia come la mia Shanghy, magari docili e visibilmente ben curati, siano rapiti o per riscatto o, peggio, per essere rivenduti al mercato nero», sostiene la donna. I fatti sembrano dare ragione alla padrona. «Il giorno del mercato, quando Shanghy è sparita, la tenevo al guinzaglio - racconta - di solito si accuccia e mi sta vicina. Ad un certo punto ho abbassato gli occhi su di lei e non c’era più. Ho cominciato a cercarla e più tempo passava più mi agitavo. Ho chiesto a tutti gli ambulanti finché una signora mi ha detto di averla vista nelle braccia di una donna, una sconosciuta. Mi sono precipitata in quella direzione, finalmente l’ho vista con due poliziotti e la sua salvatrice. Mi ha riferito di aver fermato le donne perché aveva riconosciuto la mia piccola. Le donne hanno subito negato di averla rubata. Anzi, dicevano di averla ritrovata. Naturalmente non è vero e non penso nemmeno volessero tenersela. Avranno pensato di rivenderla, sono cani che hanno un valore. Ma la signora ha insistito che fosse chiamata la polizia e di fronte alla volante sono scappate». Shanghy non era munita di microchip, oggi obbligatorio: «Nel 1999, quando è stata acquistata in Francia, si usava il tatuaggio dietro l’orecchio, che naturalmente conserva. Tutte le vaccinazioni sono in regola da quando è arrivata a Padova. Del resto ha viaggiato in aereo, a garanzia che era tutto in regola anche alla nascita».


LA PROVINCIA DI VARESE

23 SETTEMBRE 2009

 

Macellazione islamica Va fatta chiarezza su cos'è l'adrenalina

 

Caro direttore, riguardo alla proposta di ronde animaliste contro la macellazione islamica, nell'articolo di replica da parte del leader della Comunità islamica, questi sostiene che «oltre ad essere un rito antico e profondo ha dei vantaggi anche sanitari poichè, la paura che, sentendo i lamenti di coloro che lo hanno preceduto, invade il povero animale stimolando la produzione nel sangue di adrenalina che è una sostanza cancerogena e quindi l'unico modo per non subirne le conseguenze è il dissanguamento dell'animale (sic)».
Ma, che cos'è l'adrenalina? «L'adrenalina è un ormone importantissimo nell'economia animale; si ritrova nelle capsule surrenali degli animali superiori, donde continuamente si riversa nel sangue. Si ottiene sia estraendola dalle capsule surrenali sia in modo specifico per sintesi chimica. Agisce in modo specifico eccitando le terminazioni simpatiche in tutti gli organi innervati dal simpatico. Ha azione energetica vasocostrittrice e viene usata come emostatico locale in caso di epistassi. Iniettata per via venosa provoca forte aumento della pressione e tachicardia. Viene usata anche come stilomante cardio-vascolare nelle sincopi e nei collassi e come antiasmatico».
Tutto si può dire, quindi, dell'adrenalina, tranne che sia una "sostanza cancerogena".
In quanto alla parte veterinaria e quindi interessata direttamente all'iter della povera bestia da macello, la scienza veterinaria afferma che queste, non appena varcano i cancelli del mattatoio, vengono assalite da "forti tremori" ma non perchè sentano i lamenti di coloro che le hanno precedute, bensì perchè «sentono l'odore del sangue».
Mi spiace dovere contraddire il leader della Comunità islamica ma, nell'informazione corretta, ciò è d'obbligo. E se l'Oriente piange, l'Occidente non ride poichè, anche per la nostra cultura, è sempre triste accompagnare l'animale alla sua ultima meta... unica consolazione la certezza di una "non sofferenza" che mi auguro anche la cultura orientale possa trovare negli "strumenti alternativi a quelli tradizionali " come dichiarato. Cordialissimi.
Silvana Maggio Orsini Varese


LA PROVINCIA DI VARESE

23 SETTEMBRE 2009

 

Lasciò morire due conigli Condannato

 

Luino (VA) -  Se non è una sentenza esemplare, poco ci manca. Perché, al di là della pena inflitta, sancisce un principio di civiltà.
Ieri mattina il giudice monocratico di Varese Davide Alvigini ha condannato il 54enne luinese Roberto Ippazio al pagamento di una multa pari a duemila euro. L'imputato è stato riconosciuto colpevole di maltrattamenti nei confronti di animali: nello specifico, ha lasciato morire di fame e di sete due poveri conigli.
La pubblica accusa, sostenuta dal viceprocuratore onorario Marco Brunoldi, aveva chiesto una pena pari a 2 mesi di reclusione. Ma il giudice, pur riconoscendo la validità delle argomentazioni del vpo, ha optato per la sanzione pecuniaria: tremila euro, somma poi ridotta a duemila grazie alla concessione delle attenuanti generiche.due superstiti
Il fatto contestato risale alla fine dell'ottobre 2007. Dalla ricostruzione effettuata in aula è emerso che Ippazio teneva in cattività quattro conigli: stavano in una gabbia sistemata in un terreno situato a Dumenza. Ma invece di foraggiarli e di abbeverarli regolarmente, li aveva abbandonati a se stessi.
Quando i vicini sono finalmente intervenuti, per due bestiole non c'era più niente da fame; mentre le due superstiti erano in pessime condizioni di salute, prostrate dall'inedia.
In aula l'imputato ha cercato di giustificarsi spiegando al giudice di essere stato malato e di non aver potuto così accudire i conigli. Ha anche affermato di aver chiesto a due suoi amici di badare agli animali al suo posto, ma alla richiesta del vpo non ha saputo o voluto dire i nomi dei conoscenti.
Al contrario, a carico dell'imputato ha molto pesato la dichiarazione della propritaria del terreno dove era situata la "gabbia della morte". La donna ha testimoniato di aver più volte sollecitato l'uomo a prendersi cura dei conigli, senza però mai avere riscontri di alcun tipo.E.R.


LA PROVINCIA PAVESE

23 SETTEMBRE 2009

 

Gravellona, gattina uccisa a fucilate

 

Andrea Ballone

 

GRAVELLONA (PV). I colpi di un fucile a pallini hanno ucciso «Bimba dagli occhi belli». Si chiama così la gatta di un anno e mezzo che ieri mattina è stata ritrovata con la spina dorsale spezzata. «Mi hanno chiamato i vicini - spiega Alessandra Giglio, padrona della gatta - . L’hanno trovata in fondo alla mia strada, via della Ciliegia, vicina ai garage delle villette a schiera costruite da poco».  Il piccolo animale sfortunato è solo uno dei tanti gatti a cui Alessandra Giglio ogni giorno dà del cibo. «Non saprei nemmeno dire quanti sono - racconta - vengono spesso e io lascio loro qualcosa da mangiare. Lei era nata nel mio giardino da una gatta che avevo cominciato a nutrire. Mi ricordo quando mettevo il cibo in tre diverse ciotole e lei ogni giorno mentre facevo quest’operazione mi camminava tra le gambe per starmi vicini». Per il momento la donna non ha sospetti su chi possa essere stato. «Non avevo mai ricevuto ricevuto proteste - dice - nè c’erano state discussioni di vicinato per i gatti. Sono sicura soltanto che chi le ha sparato non è un cacciatore. Si tratta di un tipo di fucile che può essere utilizzato solo tra le mura domestiche o al poligono». La donna non accusa nessuno, ma esprime il rammarico per aver perso un altro dei propri gatti per colpa di persone incivili e cattive. «Circa un mese e mezzo fa uno è stato travolto da un auto - racconta - che passava a tutta velocità. Mi chiedo come si possa passare così forte in una stradina piena di case. E se invece del gatto ci fosse stato un bambino?». Intanto la donna ha sporto denuncia ai carabinieri che stanno indagando. Fare del male a un animale è un reato che viene punito con una pena che va da 1 a 3 mesi di reclusione. Nel caso in cui si verifichi il decesso la pena può raddoppiare. «Ho voluto rendere pubblico il fatto - dice Giglio - perché spero si possa scoprire chi sia tanto crudele da uccidere un animale senza motivo».


Animalieanimali

23 SETTEMBRE 2009

 

TRAGEDIA AL PALIO DI ASTI, UCCISA CAVALLA
La LAV chiede inchiesta ministeriale e annuncia azioni legali.

 

Per l’ennesima volta il Palio di Asti è stato teatro di un raccapricciante incidente, domenica 20 settembre: la cavalla contrassegnata con il numero 18, che correva per il rione Castell’Alfero, durante la terza batteria si è fratturata una zampa ed è stata successivamente abbattuta nella clinica convenzionata “La Varletta” di Villanova d’Asti.Il tragico incidente si è consumato sotto gli occhi delle migliaia di spettatori assiepati sulle tribune e nel parterre, e mentre gli altri cavalli terminavano il terzo giro, lo sfortunato animale veniva portato via dalla pista, nel silenzio e nell’indifferenza generale, senza che venisse anche solo annunciato il ferimento della cavalla.Poiché non è chiara la dinamica dell’incidente e colpisce che solo nella serata di lunedì sia stato reso noto l’abbattimento dell’animale, la LAV, tramite il suo Ufficio Legale, ha già emesso richiesta di accesso dei dati, per poter visionare la cartella clinica e conoscere le motivazioni che hanno portato a decidere la soppressione della cavalla, riservandosi eventuali azioni legali.“Chiediamo che venga chiarita la dinamica del gravissimo incidente tramite l’apertura di un’inchiesta da parte del Sottosegretario alla Salute Francesca Martini, affinché si appuri se tutte le disposizioni dell’Ordinanza del Ministero della Salute su questa materia, entrata in vigore alcuni giorni fa, siano state rispettate, e soprattutto, se la frattura subita dalla cavalla fosse così grave da giustificarne la soppressione, o se invece vi era la concreta possibilità di cura e successiva riabilitazione”, dichiara la LAV.“Questo fatto gravissimo è l’ulteriore dimostrazione che le corse dei palii espongono i cavalli a pericoli, spesso mortali, che non possono essere evitati in alcun modo. A pochi giorni di distanza dal Palio dei Berberi di Calascibetta (Enna), in cui due cavalli sono rimasti gravemente feriti, ci troviamo ancora di fronte a un incidente con conseguenze mortali, che non può e non deve essere sottaciuto, ma che anzi deve essere denunciato per la sua tragicità – continua la LAV - Questi “spettacoli” sono indegni di una società civile e, non ci stancheremo mai di ripeterlo, devono essere completamente aboliti, a favore di manifestazioni che non mettano a repentaglio la vita degli animali. Anche laddove non si verifichino incidenti mortali, ci preme sottolineare che i cavalli vengono sottoposti ad allenamenti estenuanti e a un fortissimo stress, tanto fisico quanto psichico, durante tutto lo svolgimento della gara.”


CORRIERE DELLE ALPI

23 SETTEMBRE 2009

 

Capriolo nascosto: 2 cacciatori nei guai

 

BELLUNO. Due violazioni che costeranno care a due cacciatori pontalpini. La polizia provinciale sta indagando sull’abbattimento di un capriolo. I cacciatori, titolari di regolare licenza, avrebbero sparato ad un capriolo dalla strada per poi nascondere l’animale in un cespuglio e tornare a prenderlo con il buio, senza segnare il capo sul tesserino.


CORRIERE DELLE ALPI

23 SETTEMBRE 2009

 

Sparano da bordo strada denunciati due cacciatori

 

BELLUNO. Due violazioni che costeranno care a due cacciatori pontalpini. La polizia provinciale sta indagando sull’abbattimento di un capriolo, avvenuto in circostanze che violano le norme sulla caccia. Il fatto, segnalato da una coppia di cittadini, è avvenuto l’altra sera sul versante pontalpino del Nevegal. I cacciatori, titolari di regolare licenza, avrebbero sparato ad un capriolo dalla strada per poi nascondere l’animale in un cespuglio e tornare a prenderlo con il buio, senza segnare il capo sul tesserino. Ma c’erano dei testimoni.  La segnalazione è arrivata alla polizia provinciale attorno alle 18.30 di lunedì dalla questura, a cui si era rivolta la coppia di Ponte nelle Alpi testimone dei fatti. Secondo quanto riferito, due cacciatori avrebbero sparato ad un capriolo dall’auto, mentre percorrevano la strada che sale sul Nevegal. La coppia ha anche protestato contro i due cacciatori e ne sarebbe nata una lite.  Quando la polizia provinciale è arrivata sul posto i cacciatori erano spariti, ma gli agenti di Palazzo Piloni, dopo aver ascoltato la testimonianza, hanno deciso di guardarsi attorno e, nascosto in un cespuglio, hanno trovato un capriolo abbattuto da poco. La pattuglia si è appostata lì vicino, certa che i cacciatori sarebbero tornati a prendere la loro preda e così è stato.  Col calar del buio, attorno alle 20, è arrivato un cacciatore iscritto alla riserva di Ponte nelle Alpi. L’uomo è stato fermato dagli agenti subito dopo aver recuperato il capriolo. Ora però servono altre indagini per scoprire chi era l’altro cacciatore coinvolto. I due subiranno una sanzione amministrativa pesante, ma ancor più grave sarà la sanzione disciplinare successiva, perché le due violazioni commesse possono far perdere 3-4 anni di attività venatoria ai due. E’ vietato sparare a meno di 50 metri dalle strade (tranne quelle poderali) e a meno di 100 metri dalle case e i capi abbattuti vanno segnati.


Animalieanimali

23 SETTEMBRE 2009

 

"HO SALVATO UNA VOLPE TRA INDIFFERENZA, DINIEGHI, RINVII. MA CHI DOVEVA INTERVENIRE"?
Il racconto di un salvataggio in provincia di Ancona

 

sono Roberta da Ancona, ho seguito attentamente qualche giorno fa l’argomento di Animalie animali dove parlavate come soccorrere un’animale ferito.
Ti volevo raccontare a tal proposito di quello che mi è successo due estati fa…
Una sera rientrando in macchina a casa del mio ragazzo, che abita in provincia di Ancona, vedo attraversare una piccola volpe. Purtroppo la macchina che mi precedeva l’ha presa con le ruote posteriori. Ho preso coraggio, e visto il luogo isolato e l’ora tarda (era ormai buio in aperta campagna) mi sono fermata!! Ho controllato l’animale e ho notato che si lamentava e trascinava la zampa posteriore ma era vivo! Ho chiamato per primo il 113 che mi ha passato la guardia forestale, ma con mia grande sorpresa non potevano raggiungermi non capendo bene in che provincia mi trovavo così mi hanno passato il WWF che anche loro non potevano soccorrere l’animale perché selvatico e perché si occupano solo di recupero uccelli, così ho richiamato la guardia forestale cercando di convincerli ma mi hanno risposto che si sarebbero spostati solo in tarda notte e se trovavano l’animale l’avrebbero soccorso. Così a mio malincuore ho deciso di lasciare lì la povera volpe…per tutta la notte ho pensato a lei con grande rimorso.
La mattina successiva ho fatto una pazzia!Sono ritornata nel luogo dell’incidente e con ancora un po’ di coraggio mi sono addentrata nella campagna piena fitta di girasoli e con un pizzico di fortuna la piccola volpe era lì!!in un primo momento fuggì poi con mio grande stupore si è fatta prendere!!
L’ho caricata sulla mia macchina (in braccio!!)e l’ho portata in Ancona presso il primo veterinario…cara Licia la mia storia non è finita qui…la veterinaria non si è voluta nemmeno avvicinare alla piccola volpe, dicendo in modo alterato che non poteva visitare animali protetti e selvatici e pericolosi e che possono attaccare la rabbia !!Premetto che io sono un’umile cittadina che ama gli animali.
Così ho chiamato l’ENPA di Fabriano e dopo vari tentennamenti e aspettando il nulla osta della protezione civile di Fabriano ci siamo incontrati al casello dell’autostrada e mi hanno prestato soccorso. La povera volpe è stata operata alla zampa posteriore e dopo un breve recupero è stata liberata.
Adesso vi chiedo, ma quanto bisogna aspettare per soccorrere un’animale?Ci vuole tanta buona volontà, pazienza e coraggio da parte di noi cittadini che amiamo gli animali ma le istituzioni non ci vengono incontro?
Spero che leggerai questa mia lettera e scusa se ho fatto degli errori ortografici.
A presto.Roberta Granarelli


LA ZAMPA.IT

23 SETTEMBRE 2009

 

Porta pincher in spiaggia, multato di 1000 euro

 

ROMA - Quella che doveva essere una semplice passeggiata in spiaggia con la propria nipotina ed il piccolo cane di razza pincher nano si è trasformata in un vero e proprio incubo per un cinquantenne di Senigallia, che si trova ora a distanza di due anni dal giorno della contravvenzione a dover pagare una multa di 1.047 euro comminata dai vigili di Senigallia ridente cittadina marittima in provincia di Ancona. La multa è stata comminata con la seguente motivazione: «In quanto conduceva il proprio cane di razza chiuaua, taglia piccola, colore marrone, tenendolo al guinzaglio lungo la battigia sulla spiaggia di questo comune, nei pressi del lungo mare Mameli antistante il civico 251 (dove abita il multato) nonostante il divieto imposto». È chiaro, nota l’Aidaa che denuncia il fatto, che si tratta di «un’aberrazione e di una applicazione restrittiva degli articoli del regolamento per l’utilizzazione del litorale marittimo per finalità turistiche e ricreative del comune di Senigallia e di una interpretazione la cui validità verrà sottoposta al locale Giudice di Pace nei prossimi giorni». Oltre al sostegno al malcapitato, l’Aidaa invita tutti i turisti che hanno un cane a «boicottare Senigallia e a scegliere altri lidi per passare le loro prossime vacanze».


IL GAZZETTINO DI VICENZA

23 SETTEMBRE 2009

 

Fiera di uccelli e cani, un successo con oltre settemila visitatori

 

Monticello Conte Otto (VI) - Si è ripetuto l’altro giorno il successo di pubblico, espositori e iniziative che caratterizza da anni la Fiera degli Uccelli e Rassegna Cinofila a Cavazzale, giunta quest’anno alla 39^ edizione. Grande e meritata soddisfazione quindi per i promotori del Comitato di via Parmesana e Capitello promotori dell’evento con il patrocinio di Comune, Provincia, Regione e Pro loco. Dopo le gare per gli uccelli da richiamo, seguite da quelle per gli uccelli da ornamento e per gli animali da cortile che rappresentano gli appuntamenti classici cui via via negli anni si sono aggiunte molte altre attrazioni tra cui eventi con protagonisti i cani, in gara per il titolo di campioni provinciali delle varie razze. A concorrere sono stati un centinaio. Va ricordato che la manifestazione di Cavazzale rappresenta l’ultimo appuntamento, dopo quelli di Arzignano e Costabissara, valido per la partecipazione al 7. Campionato Cinofilo Provincia di Vicenza. Tra le attività più seguite, il rito della trebbiatura, dimostrazioni di tiro con l’arco, esibizioni di cani in gare di agility dog ed una dimostrazione di cani guida per pecore. Alto gradimento anche per la dimostrazione di alta scuola di falconeria. Tra gli stands più visitati dai bambini il ranch con pony e cavalli. In totale sono stati oltre un centinaio gli espositori e una decina gli spettacoli che si sono susseguiti nel corso della giornata


IL CENTRO

23 SETTEMBRE 2009

 

Catturato squalo bianco di due metri

 

TERMOLI (CB). Poco più di due metri di lunghezza, circa 120 chili di peso, la pinna inconfondibile sul dorso grigio chiaro e quel “ghigno”, che sa di terrore, anche se è soltanto un cucciolo. “Lui” è uno squalo bianco pescato a 13 miglia al largo di Ortona. A tirare su questo raro ospite dell’Adriatico è stato un pescatore di Monopoli del peschereccio Sandokan III, della marineria di Termoli.  Lo squalo appartiene alla specie più “cattiva”, quella resa ancora più crudele dal film di Spielberg. «L’ho preso a tredici miglia al largo di Ortona», ripete il pescatore, Francesco Comes , subito in posa sulla sua preda, quasi a confortare coloro che avranno ancora il tempo di fare il bagno a riva. Tredici miglia sono quasi 24 chilometri, tanti in mare, e poco più in là delle acque internazionali. Tutto ciò comunque non basta per smorzare un fenomeno che si sta diffondendo, complice anche il cambiamento del clima e della temperatura del mare: la presenza degli squali nell’Adriatico.  Quello pescato ieri mattina è un “cucciolo” di un quintale e venti chili e lascia quindi intendere che da qualche parte ci devono pur essere i genitori. Lo squalo bianco è della famiglia dei Lamnidi, i pesci predatori più grandi della Terra. E’ diffuso in acque fredde o temperate, con concentrazioni al largo delle coste meridionali dell’Australia, del Sudafrica, della California e nel Mediterraneo centrale. «A me è capitato di prenderne uno anni fa, ed è sempre una bella soddisfazione», afferma il comandante del Sandokan III che racconta la pesca: «Appena l’ho visto impigliato ad un amo mentre si dibatteva non credevo ai miei occhi. All’inzio», ammette, «c’è stato qualche attimo di panico perché è difficile e pericoloso catturare un animale del genere, poi, assieme ai miei compagni lo abbiamo infilzato con un arpione e tirato su grazie a due ganci». Quella di ieri è stata tra l’altro una pesca super fortunata perché oltre allo squalo nelle reti c’erano diversi esemplari di varia grandezza di pescespada e verdesche. Il motopeschereccio ha attraccato di pomeriggio nel porto di Termoli e, appena ha scaricato lo squalo, è stato circondato da curiosi. Il comandante Francesco Comes e i marinai hanno quindi passato la notte a Termoli in attesa di uscire di nuovo in mare, lo squalo è stato invece portato a Polignano a Mare, che dista una decina di chilometri da Monopoli. Lì un grossista lo ha già fatto a pezzi e venduto alle pescherie.


IL GIORNALE

23 SETTEMBRE 2009

 

Il retroscena E finalmente arriva una proposta di legge per vietare gli animali nei circhi

 

OSCAR GRAZIOLI

 

Proprio nei giorni in cui una donna che ha lasciato un segno indelebile nella nostra società contemporanea compie 75 anni, torna alla ribalta la proposta di legge dell'on. Giammanco (Pdl) sul divieto d'utilizzo di animali nei circhi. La donna di cui parlo probabilmente non è stata una grande attrice, ma certamente ha segnato in modo indelebile la storia della società per la sua vita discussa, per la sua straordinaria bellezza e sensualità. Si chiama Brigitte Bardot e compie 75 anni. Come è noto, dopo gli «scandali» giovanili (il matrimonio ancora minorenne, i film dove esplode la sua bomba di erotismo) in un'Europa intrisa di perbenismo e pruderie mentali, nel 1973, improvvisamente stanca di palcoscenici e jet set, si ritira a Saint-Tropez e dedica, da allora, la sua vita alla difesa degli animali con la fondazione che porta il suo nome.
Qualcuno si chiederà cosa c'entra B.B. con la proposta di legge Giammanco. Il legame è il regalo che Brigitte ha chiesto al primo ministro Sarkozy per il suo compleanno. Vietare l'uso di animali nei circhi in Francia. Sono già quindici i Paesi europei in cui, in parte o completamente (Belgio e Germania), vige il divieto di far saltare la corda agli orsi o di mettere in fila sui propri sgabelli le tigri riottose e ringhianti. La proposta Giammanco, come sempre accade in materia di animali, è stata firmata anche da rappresentanti di forze politiche che sono attualmente all'opposizione. «Da oltre un quarto di secolo lo spettacolo circense è messo sotto accusa dalla crescente sensibilità dei cittadini nei confronti dei diritti degli animali» afferma la deputata del Pdl Gabriella Giammanco «una sensibilità divenuta ormai vera e propria acquisizione culturale che sta conducendo il circo italiano verso un inesorabile declino, nonostante la stessa attività circense sia apprezzabile per i contenuti artistici rappresentati da clown, giocolieri, acrobati, trapezisti e illusionisti. È l'uso degli animali, però, che l'ha confinato nel vicolo dell'anacronismo».
Naturalmente a tutto questo si oppongono i circensi tradizionalisti, come Roger Falk, il più giovane domatore d'Europa, che rivendica l'amore per gli animali che lavorano nel circo, il loro rispetto e… le solite balle. La realtà è che gli animali sono, di solito, confinati in spazi angusti, spesso incatenati nei trasporti e solo l'uso di mezzi più o meno coercitivi può costringere i grandi felini selvatici a gettarsi nelle braccia di quell'elemento che rappresenta, per loro, un ancestrale terrore dal quale fuggire: il fuoco. Orsi che vanno in bicicletta, pachidermi che sollevano il loro enorme corpo sulla schiena dell'altro (cosa che farebbero in natura solo per l'accoppiamento), tigri che devono raggiungere lo sgabello quadrato anziché quello tondo, veri e propri obbrobri comportamentali appresi dopo settimane e mesi di maltrattamenti che schiacciano la dignità per strappare una risata a spettatori ignoranti, cui nessuno ha mai rivelato cosa sta dietro al tendone. I bambini, ancora oggi invogliati verso il circo dai biglietti gratuiti distribuiti tramite i provveditorati, ricevono un'immagine affatto distorta dell'animale, ridotto come uno schiavo buffo e privato di quella dignità che andrebbe riconosciuta a ogni essere senziente. I bambini devono divertirsi con i clown, con gli acrobati, con i fantasisti, con le musiche, le luci e i colori espressi artisticamente da spettacoli come quello portato con enorme successo nel mondo da Le Cirque du soleil che non ha bisogno di violentare dignità animali per sopravvivere.Buon compleanno Brigitte e che Sarkozy sia generoso nei tuoi confronti.


CORRIERE DELLA SERA

23 SETTEMBRE 2009

 

Entro fine mese

Mai più carrozze e cavalli su via Veneto e le strade e in salita: troppo faticose

Delibera del Campidoglio con le nuove regole per le botticelle: microchip ad ogni animale

 

ROMA - Mai più su per via Veneto e via Sistina con carrozzella e cavallo. Troppo trafficate e soprattutto troppo faticose per gli animali. Lo stabilirà una delibera dirigenziale del Campidoglio nella quale, entro la fine del mese, verranno rese note le altre strade proibite ai calessi o perché troppo trafficate o perché particolarmente in salita e dunque faticose per i cavalli, come Via Veneto e via Sistina.

OFF LIMITS - Dunque non ci sarà nessun percorso stabilito per le botticelle di Roma ma una serie di strade off limits che non potranno essere inserite negli itinerari. Questo perché non è possibile stabilire dei percorsi fissi per le carrozzelle in quanto mezzi pubblici non di linea assimilabili, per la legge, ai taxi.

LE REGOLE - Inoltre i vetturini dovranno avere un libretto per annotare gli spostamenti effettuati; dovranno, poi, essere installate sulle carrozze tutte le misure di sicurezza come catarifrangenti e luci. Un piccolo bando verrà indetto per l'acquisto dei microchip che saranno applicati a ogni cavallo. Entro l'estate prossima saranno pronte due strutture coperte per la sosta, una nella zona di piazzale Flaminio e l'altra vicino alle Terme di Caracalla, dove i vetturini dovranno far riposare i cavalli staccandoli dalle carrozze e, soprattutto nelle 4 ore di stop previste nei periodi più caldi, farli bere, mangiare e rinfrescare. Saranno organizzate anche nuove stalle a Villa Borghese dove gli animali verranno ospitati durante la notte e quando non sono al lavoro. La delibera dirigenziale sarà redatta dall'ufficio per il trasporto pubblico non di linea del Campidoglio, di concerto con l'ufficio per i diritti degli animali. Per conoscere l'elenco delle vie interdette bisognerà aspettare la fine del mese quando infatti, scadranno i 60 giorni dalla pubblicazione della delibera del consiglio comunale di Roma che è stata approvata alla fine del luglio scorso.

A RISCHIO - Finirà così per alcune strade della capitale l'amarcord delle botticelle che però al di là della nostalgia di una Roma che non c'è più, negli ultimi tempi hanno provocato molte volte le proteste degli animalisti per le condizioni alle quali sono sottoposti gli animali. Negli ultimi anni, infatti, erano morti diversi cavalli: nel 2006 sul lungotevere Aventino una auto a forte velocità tamponò una botticella e il cavallo che la trainava si spezzò le zampe e fu soppresso. L'ultimo caso a novembre dello scorso anno quando un cavallo, spaventato dal sorpasso di un camion, è scivolato sui sanpietrini davanti al Colosseo, rompendosi la tibia. Anche questa volta c'è stata l'iniezione letale

«NO AD UN SIMILE SPETTACOLO» - E un'acerrima nemica delle botticelle romane è il ministro del turismo Michela Brambilla che più di una volta ha protestato contro «un simile spettacolo»: «Al turista non serve».


Animalieanimali

23 SETTEMBRE 2009

 

TAR BLOCCA ORDINANZA DEL SINDACO DI COSENZA DI DIVIETO ACCESSO CANI A CENTRO STORICO
Su ricorso della LAV

 

Il Tribunale Amministrativo della Regione Calabria ha sospeso l’Ordinanza emanata il 4 maggio 2009 dal Comune di Cosenza che vietava “l’accesso ai cani, anche se tenuti al guinzaglio, nelle isole pedonali del centro cittadino interdette al normale traffico veicolare”. Contro il provvedimento la LAV, sostenuta da molti cittadini, era immediatamente insorta sostenendone l’illegittimità e aveva invitato il Sindaco, in via di autotutela, a ritirare il provvedimento sottolineando, in particolare, come tale ordinanza vietando l'accesso ai cani nell'isola pedonale fosse fortemente limitativa della libertà di circolazione dei cittadini amanti e detentori di animali.Invito rimasto però inascoltato tanto che l’associazione è dovuta ricorrere al TAR per far valere il diritto dei cittadini di passeggiare con il proprio amico a quattro zampe nelle isole pedonali. Il TAR ha sospeso il provvedimento impugnato, perché “Considerato che il “regolamento per la tutela degli animali” approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 29 del 30 giugno 2003, già dispone, come obbligatorio l’utilizzo del guinzaglio (art.13) quanto all’accesso dei cani ai giardini, parchi e aree pubbliche, così come l’articolo 15 già dispone l’obbligo per i proprietari o detentori dei cani di raccogliere le deiezioni solide prodotte dagli stessi”“Esprimiamo soddisfazione per il pronunciamento del Tribunale Amministrativo Regionale, sede di Catanzaro – dichiara la dr.Carla Misasi responsabile provinciale LAV – la legalità è stata ristabilita, contro un provvedimento in contrasto con la normativa nazionale e locale, che altro non era se non l’espressione di un ingiusto e ingiustificato atteggiamento discriminatorio nei confronti degli animali”.Un provvedimento in contrasto, anche, con l’atteggiamento generale dell’Amministrazione locale che, con la collaborazione della sede LAV di Cosenza, si era finora dimostrata attenta, o almeno minimamente sensibile al problema del randagismo“Purtroppo esistono ancora troppi divieti per gli animali e ciò non va nella direzione di promuovere un corretto rapporto uomo animale né di prevenire il randagismo – prosegue Carla Misasi – La LAV ribadisce con fermezza la necessità di rimuovere i divieti con cui si confrontano coloro che vivono con animali, sempre nel massimo rispetto della tranquillità e della sicurezza e ovviamente nel rispetto delle norme igieniche e della corretta convivenza”. La LAV di Cosenza annuncia infine con piacere che la scorsa domenica, in occasione della manifestazione collegato al progetto “Fido t’Affido” a Dipignano (CS) sono stati affidati Panna e Cacao, altri due cani che hanno avuto la fortuna di lasciare il canile: “siamo sicuri che alla luce del successo ottenuto anche gli ospiti dei canili potranno ritornare in piazza XI Settembre, la “vetrina” idonea per far trovare loro, con ottima probabilità, una famiglia che li accolga”.


TERRE MARSICANE

23 SETTEMBRE 2009

 

I cani randagi hanno ucciso il cucciolo d'orso

 

Pescasseroli (AQ). Sono stati un branco di cani randagi. La notizia viene fornita da Vittorio Ducoli, direttore del Parco nazionale d’Abruzzo. «Si tratta di canidi», precisa, «potrebbero essere anche lupi, ma è più probabile che si tratti di cani randagi. La morte non è stata immediata, l’orso aveva dei problemi e qualcuno l’ha visto barcollare nei giorni precedenti il ritrovamento. Sono in corso altri esami, ma si può escludere l’investimento da parte di un’auto».«Questo episodio», aggiunge, «conferma il problema del randagismo e dei danni che i cani causano al patrimonio zootecnico e naturale. Noi abbiamo già un progetto attivato sul randagismo canino. Non è competenza diretta del Parco, bensì dei Comuni e delle Asl, ma noi siamo pronti a fare la nostra parte per contenere un fenomeno che provoca conseguenze abbastanza gravi».
I cani hanno aggredito un cucciolo. Quest’anno sono almeno 16 gli orsetti, tra quelli nati quest’anno e quelli che hanno poco più di un anno di vita. Nel primo caso sono seguiti dalla madre e quindi sotto tutela, nel secondo caso, invece, sono abbastanza vulnerabili. Due infatti sono morti: uno in Molise e l’altro appunto questo di Pescasseroli.


TRENTINO

23 SETTEMBRE 2009

 

Orso a S.Romedio Gli animalisti protestano

 

TRENTO. Gli animalisti attaccano - con una nuova catena via mail - l’ipotesi che un orso torni nel recinto del santuario di San Romedio, in Trentino, che già ospitò Jurka, l’orsa catturata perchè ritenuta pericolosa e poi trasferita al Centro del Casteller, a sud di Trento. Il plantigrado dovrebbe essere prelevato dal parco orsi di Spormaggiore, sempre in val di Non. L’ipotesi, formulata nel corso di un incontro tra i sindaci dei comuni di Sanzeno, Coredo e Romeno, i frati francescani, e i dirigenti della Provincia, viene criticata anche dal movimento “No alla caccia”. «Un animale simile ha bisogno di grandi spazi, di ambiti naturale e non di gabbie o recinti simili agli zoo di triste memoria e ormai fortunatamente in smantellamento quasi dovunque in Europa», sostiene il presidente del movimento, Marcello Dell’Eva.


TARGATO CN

23 SETTEMBRE 2009

 

Trinità (CN): il Comune chiede l'affitto... ai pipistrelli!

 

Trinità (CN) -La questione pipistrelli nel comune di Trinità è conosciuta da tempo, nel settembre del 2005 una colonia di vespertilio smarginato (Myotis emarginatus) venne identificata nel sottotetto del centro diurno per disabili sito in via Roma 81, trattandosi di una specie protetta ed essendo la comunità piuttosto numerosa, circa 270 esemplari (la quarta colonia del Piemonte stando ai dati), venne data una certa enfasi alla scoperta e la passata amministrazione Zucco si interessò al mantenimento della stessa. L’attuale giunta comunale avrebbe avuto però intenzione di realizzare, nei locali attualmente occupati dalle simpatiche bestiole, dei monolocali destinati agli anziani autosufficienti, che vista la vicinanza della struttura al Soggiorno per anziani, avrebbero potuto fruire dei servizi di quest’ultimo continuando però a vivere in totale autonomia. Pertanto l’amministrazione Germanetti si rendeva disponibile a cercare un luogo idoneo per 'traslocare' i pipistrelli, rispettando tutte le normative vigenti in materia di protezione degli animali. Al comune però il Centro Regionale Chirotteri, dopo aver inviato il consulente faunistico per la gestione e conservazione della fauna Dr. Roberto Toffoli, ha risposto che non è biologicamente possibile spostare la colonia in quanto si andrebbe incontro a traumi e probabilmente alla morte dei piccoli appena nati. Ed ecco la novità, dopo aver fatto stimare il valore di mercato del locale inutilizzabile (90mila euro) e i costi dei luoghi danneggiati dai chirotteri e degli interventi da adottare secondo le prescrizioni dell’ASL (circa mille euro annuali), il sindaco Giuseppe Germanetti ha invitato il Centro Regionale Chirotteri a sottoscrivere il contratto di locazione del locale che ospita i pipistrelli, come giusto ristoro dell’ente proprietario della struttura. Il sindaco Germanetti ha quindi dichiarato: “Viviamo in un paese dove è possibile sfrattare le persone anziane ma non è possibile traslocare i chirotteri, è paradossale, non mi resta che chiedere un affitto a chi ci obbliga a compiere questa scelta”.


IL SECOLO XIX

23 SETTEMBRE 2009

 

Animali, fra condomini si litiga ogni quarto d'ora

Sono stati 30.858
i contenziosi in un anno tra vicini di casa. E di questi, ben 4.600 si sono trasformati in cause civili

 

CHE GLI ITALIANI siano un popolo che litiga spesso si sapeva, come anche che le liti condominiali sono spesso provocate da futili motivi, ma che a causa di "conflitti" per gli animali domestici ci sia una lite ogni quarto d'ora sembra incredibile. Eppure, i dati analizzati dal servizio [email protected] di Aidaa, l'associazione italiana a difesa degli animali e dell'ambiente, parlano chiaro: complessivamente nel periodo compreso tra il 1 settembre 2008 ed il 31 agosto 2009 le richieste di consulenze giunte ai servizi online dell'associazione ed al tribunale degli animali relativi a liti condominiali a causa degli animali domestici sono state 30.858, pari a una litigata ogni quarto d'ora: circa 84 litigate al giorno. Un record se si pensa che in almeno 4.600 casi queste litigate si sono trasformate in cause civili e penali e sono finite nei tribunali italiani e che in almeno 1.500 casi le questioni sono state invece dibattute in sede di conciliazione nelle tredici sedi del tribunale degli animali di Aidaa. In testa alla classifica delle regioni dove si litiga per gli animali in condominio vi sono la Lombardia ed il Lazio seguite dalla Puglia, Veneto, Liguria, Toscana e Piemonte. Le provincie dove si litiga di più sono nell'ordine Milano, Roma e Padova,Torino, La Spezia e Firenze. A scatenare le liti sono prevalentemente motivazioni futili legate alla presenza di cani e gatti: cani che abbaiano o che sporcano gli androni e i giardini condominiali, gatti che sconfinano nelle proprietà del vicino, colonie feline mal sopportate. Non mancano infine le questioni legate al presunto disturbo dell'abbaiare dei cani durante le ore del riposo e in quelle notturne, seguono poi nelle varie forme le condizioni igieniche in cui sarebbero tenuti i cani in appartamento che provocherebbero insopportabili odori. Una delle motivazioni che scatena pochi litigi riguarda invece gli escrementi lasciati dagli animali negli spazi e nei giardini condominiali. Purtroppo lo scorso anno in 65 casi queste liti sono degenerate provocando feriti, mentre in quattro casi ci è scappato il morto. «Le vicende riguardanti cani e gatti in condominio sono causa del 95% dei litigi che vedono contrapposti i condomini- spiega Lorenzo Croce presidente nazionale Aidaa - in particolare i cani sono tirati in mezzo in almeno 22.000 liti condominiali avvenute lo scorso anno, non mancano le situazioni particolari che vedono coinvolti altri animali, ultima nell'ordine da Roma per un condomino che ha messo sul terrazzo un vero e proprio pollaio con la presenza di oltre 40 polli di allevamento e che dopo averli ammazzati li rivende nell'androne del Palazzo. O come nel caso di Asti dove una signora si è rivolta a noi per denunciare una vicina che suole portare a spasso i gatti al guinzaglio, o infine- conclude Croce- il caso di Milano dove un musulmano ha chiesto alla vicina di sbarazzarsi del cane considerato da lui come un animale impuro».E. A.


IL GAZZETTINO

23 SETTEMBRE 2009

 

I dati del cucciolo nello stato di famiglia

 

Roma Inserire i dati del cucciolo di casa nello stato di famiglia del proprietario. «Questo per avere un quadro più preciso del numero e della situazione degli animali in Italia e poter sviluppare politiche e interventi calibrati». Non è una boutade, quella del sottosegretario al ministero del Welfare Francesca Martini, intervenuta ieri a Roma al convegno “Uomini e animali. Ma siamo cosi’ diversi?”, organizzato a Roma dalle associazioni Donneinrete e FormAzione. «Il microchip obbligatorio e l’istituzione dell’anagrafe nazionale canina colmano un vuoto - ha spiega il sottosegretario - in futuro questa sorta di carta d’identità dell’animale potrebbe essere inserita nello stato di famiglia del proprietario, per far dialogare le due anagrafi e consentirci di avere un’idea precisa degli animali che vivono nelle case degli italiani. Penso sia una cosa fattibile, nel momento in cui l’anagrafe canina sia funzionante su tutto il territorio nazionale». La legge, fra gli altri aspetti, intende fissare gli standard per le strutture di accoglienza per gli animali, dai canili rifugio ad attività commerciali come quelle per la toelettatura. «Penso ai canili lager - ha detto ancora la Martini - che abbiamo visto ancora oggi e che non devono esserci più. I ricoveri per i randagi dovranno rispondere a requisiti minimi di qualità». «Fino ad ora - ha ricordato il sottosegretario al Welfare - i toelettatori erano quasi come artigiani, e il rispetto di determinati standard anche dal punto di vista della formazione era su base volontaria. La legge quadro fissa criteri obbligatori, a tutela della salute degli animali», ha precisato. L’Italia, ha auspicato infine la Martini, deve diventare «il Paese più avanzato in Europa per la tutela degli animali».


BIG HUNTER

23 SETTEMBRE 2009

 

Cani: tutte le ordinanze Martini saranno legge

 

''Si tratta di una normativa che riunisce in una legge permanente quello che e' stato il tema della grandi ordinanze che ho emanato durante quest'anno per far fronte alle situazioni di emergenza - ha detto il Sottosegretario Francesca Martini spiegando i contenuti della nuova legge in approvazione nei primi mesi del 2010 sul benessere animale - un vero e proprio codice che armonizza l'intera disciplina in materia e che ruota intorno ad alcuni pilastri''. I pilastri di cui parla la Martini sono per esempio  la rintracciabilità dei cani attraverso il microchip identificativo e la revisione delle disposizioni in materia di accoglienza dei randagi nei canili, 'I ricoveri per gli orfani, infatti, dovranno rispondere a requisiti minimi di qualità, per evitare il ripetersi di episodi in cui i canili somigliavano piu' a dei lager che non a dei rifugi''.

La nuova legge inoltre conterrà le nuove disposizioni in merito alle esche avvelenate così come all'eliminazione della lista delle razze pericolose. Sancirà inoltre alcuni doveri per i proprietari come l'obbligo del guinzaglio 1,5 metri nelle citta' e nei luoghi aperti al pubblico;  la raccolta degli escrementi dei propri cani; la responsabilità civile e penale per le aggressioni. ''Il mio intento, anche attraverso questa legge - è di far diventare l'Italia il paese piu' avanzato in Europa per quel che riguardala tutela degli animali. Con quasi sette milioni di possessori di cani, c'era bisogno di una regolamentazione del settore''.
ANMVI OGGI

23 SETTEMBRE 2009

 

CODICE DI TUTELA ANIMALE NEI PRIMI MESI 2010

 

Una legge che riconosca il diritto alla salute di tutti gli animali dovrebbe essere approvata entro i primi mesi del 2010. Lo ha annunciato il sottosegretario alla Salute Francesca Martini intervenendo ieri all'incontro 'Uomini e animali. Ma siamo cosi' diversi?'. ''Si tratta di una normativa che riunisce in una legge permanente quello che e' stato il tema della grandi ordinanze che ho emanato durante quest'anno per far fronte alle situazioni di emergenza - ha detto Martini - un vero e proprio codice che armonizza l'intera disciplina in materia e che ruota intorno ad alcuni pilastri''. Primo fra tutti, l'obbligo del microchip sui cani e di anagrafi canine per garantirne la rintracciabilita' dell'animale. L'obbligo poi di raccogliere e curare i randagi e di ricoverarli in strutture realizzate secondo standard di qualita' e registrati sotto responsabilita' dei sindaci, con servizi appaltati in base ai requisiti di legge e sistemi di trasparenza. ''I ricoveri per gli orfani, infatti, dovranno rispondere a requisiti minimi di qualita', per evitare il ripetersi di episodi in cui i canili somigliavano piu' a dei lager che non a dei rifugi - continua il sottosegretario''. E ancora, la legge prevedera' il divieto di usare esche e bocconi avvelenati e l'obbligo di guinzaglio lungo non piu' di 1,5 metri nelle citta' e nei luoghi aperti al pubblico. Diventera' legge la buona abitudine di raccogliere gli escrementi. Inoltre, verra' abbattuta definitivamente la lista nera dei cani pericolosi, che non ha basi scientifiche e verra' posto l'accento sulla responsabilita' civile del proprietario; verranno introdotte le tolettature professionali e valorizzato ancora di piu' il ruolo del veterinario. ''Il mio intento, anche attraverso questa legge - e' di far diventare l'Italia il paese piu' avanzato in Europa per quel che riguardala tutela degli animali. Con quasi sette milioni di possessori di cani, c'era bisogno di una regolamentazione del settore.

I dati
E' la Lombardia, con 12.372 ingressi, la regione in cui entrano piu' randagi nei canili ogni anno. Mentre e' il Veneto, con 9.137, la regione dove si sterilizzano piu' gatti.

Ogni anno sono quasi 100 mila i cani raccolti per strada e inviati ai canili di accoglienza comunali e circa 50 mila i gatti randagi sterilizzati: due dati che rappresentano la punta dell'iceberg del fenomeno randagismo. Per quanto riguarda il numero di ingressi di randagi in canile, al secondo posto dopo la Lombardia troviamo il Piemonte, con 9.518 ingressi l'anno, e al terzo il Veneto, con 9.400. A parte Basilicata, Calabria e Sardegna, di cui non ci sono dati, le regioni in cui entrano meno randagi nei canili sono il Molise, con 284 ingressi l'anno, e le province autonome di Bolzano e Trento, rispettivamente con 338 e 357 ingressi. Per la sterilizzazione dei gatti, invece, dopo il Veneto, con 9.137 operazioni, abbiamo la Toscana, con 7.874 sterilizzazioni l'anno, e la Lombardia con 6.728. Fanalino di coda per le sterilizzazioni sono il Molise, che non ha riportato operazioni nel 2007, il Piemonte, che ne ha effettuate 171, e la Valle d'Aosta con 305. Per contrastare il fenomeno randagismo, che dalle stime coinvolgerebbe circa 600 mila cani il cui controllo puo' diventare problematico quando si riuniscono in branco, ogni anno il Ministero della Salute mette a disposizione delle Regioni un apposito fondo in base alla dimensione del fenomeno, in particolare in relazione al numero dei nuovi ingressi di cani randagi nei canili comunali e al numero delle sterilizzazioni di gatti effettuate dal Ssn.


ANMVI OGGI

23 SETTEMBRE 2009

 

MARTINI: VETERINARI ED ETOLOGI NELLE SCUOLE

 

Proponiamo una via etica per insegnare ai bambini il corretto rapporto con gli animali, con l'obiettivo di sviluppare una sensibilità che guidi i comportamenti" dei futuri adulti. Così il sottosegretario al Welfare, Francesca Martini, descrive il nuovo progetto pensato per la scuola che sarà presentato ai primi di ottobre. "All'interno dell'autonomia scolastica - spiega la Martini al convegno 'Uomini e animali. Ma siamo così diversi?', organizzato a Roma dalle associazioni Donneinrete e Formazione - proponiamo la presenza di veterinari ed etologi, laboratori didattici, schede, disegni e materiali che aiutino gli alunni a conoscere meglio gli animali e a rapportarsi con loro in modo corretto"."Abbiamo messo a punto schede, disegni e premi, con l'intervento di specialisti e materiale per gli insegnanti, per consentire a bambini e ragazzi di avvicinarsi al mondo degli animali", dice la Martini. Una sorta di nuova educazione civica uomo-animale, riassume il sottosegretario, cui le scuole potranno decidere se partecipare. "Si tratta di un progetto che sarà presentato ai primi di ottobre, che ha visto la partecipazione del Movimento italiano genitori. E - aggiunge - nasce nella scia dei provvedimenti a tutela dell'incolumità pubblica emanati nell'ultimo anno". Bambini e cani sono spesso finiti sulle pagine di cronaca per aggressioni e traumi. Ma il loro non è un rapporto impossibile, secondo la Martini. "Moltissime aggressioni sono avvenute nel giardino di casa. Ecco perché occorre sempre seguire le giuste regole per limitare al massimo i pericoli, e in questo senso va la responsabilizzazione dei proprietari e le misure previste nell'ordinanza che ha abolito la black-list. Ma la conoscenza può anche ridurre comportamenti che possono involontariamente agitare o innervosire gli animali".


ASCA

23 SETTEMBRE 2009

 

UMBRIA: PRIMO CORSO DI PRONTO SOCCORSO VETERINARIO

 

Perugia, 23 set - Diventare esperto di ''Pronto soccorso veterinario'' per animali domestici, sia da compagnia che da reddito o sportivi. Sono questi gli obiettivi del corso, della durata di otto mesi, organizzato dalle agenzie formative ''Superficie 8'' e ''Tucep'', che e' stato presentato stamani a Perugia in una conferenza-stampa a Palazzo Donini. Del progetto (finanziato dalla Regione Umbria, dal Ministero della Salute, dall'Unione europea e dal Fondo Sociale europeo) ne hanno parlato l'assessore regionale alla Formazione Maria Prodi, il preside della Facolta' di Medicina veterinaria Franco Moriconi, il presidente dell'associazione ''Tucep'' Paolo Carbone e, per ''Superficie 8'', Roberto Quatraccioni. Il corso per un totale di 500 ore all'Ospedale didattico veterinario dell'Universita' degli Studi di Perugia, completamente gratuito e retribuito con ottocento euro al mese, sara' articolato in materie come accoglienza, management e protocolli del paziente critico, informatica clinica e bioetica degli animali. Non mancheranno inoltre insegnamenti come legislazione delle cooperative, organizzazione aziendale, ''business plan'' e dinamiche di gruppo, prevenzione sui luoghi di lavoro. ''Il sostegno a questa iniziativa, molto particolare nell'ambito dei percorsi formativi, oltre a rafforzare la collaborazione con l'Universita' e altri soggetti privati - ha detto l'assessore Maria Prodi -, testimonia la volonta' della Regione di contribuire a creare strade di ''formazione alta', che possano dare nuove opportunita' lavorative''. Il corso, esperienza unica in Italia - ha detto il preside Franco Moriconi -, rientra nel processo di ampliamento dell'offerta formativa della facolta' di Veterinaria e vuole fornire al neolaureato una preparazione specifica sulla gestione delle emergenze mediche e chirurgiche, trasferire competenze a soggetti che sappiano confrontarsi con diversi casi clinici e dare le giuste e tempestive diagnosi''. Al termine del corso i partecipanti potranno diventare ''imprenditori di se stessi'', creando una cooperativa che possa gestire le emergenze all'Ospedale veterinario dell'Universita'.


LA ZAMPA.IT

23 SETTEMBRE 2009

 

Taricone, magari recitassi come un cane

L'attore parla della sua vita in simbiosi con gli animali

 

ROMA - «Quando penso alla classica frase “reciti come un cane”, io, da attore, mi dico: magari. Magari potessi avere le molteplici espressioni dei miei cani, la loro intensità e capacità di comunicare». La frase sul filo dell’ironia è la dichiarazione d’amore per gli animali pronunciata da Pietro Taricone, ex concorrente del primo “Grande Fratello” italiano e da anni diventato attore.  L’occasione del racconto dello speciale rapporto con gli amici a quattro zampe di Taricone è stato il convegno “Uomini e animali? Ma siamo poi così diversi?” promosso dall’associazione “Donne in Rete” e tenutosi oggi presso la sala delle Colonne di Palazzo Marini.Dopo l’apertura dei lavori affidata al sottosegretario al Lavoro, Salute e Politiche Sociali, Francesca Martini, è arrivata l’intensa testimonianza dell’attore. «Ho scelto di vivere in campagna. Ho affittato a poco prezzo diversi ettari di terreno e questo mi ha dato la possibilità di tenere numerosi animali. Oggi possiedo 10 cavalli, 5 cani, 2 asini, moltissimi gatti e qualche coniglio», ha rivelato Pietro. «Il mio rapporto con il mondo animale è mutato totalmente - ha confessato l’attore - in un periodo della mia esistenza in cui tutto, compreso me stesso, mi annoiava profondamente. La comunicazione con gli altri era diventata faticosa e priva di senso. Proprio in seguito a questa consapevolezza mi sono avvicinato agli animali e ho scoperto, anzi ho riscoperto un mondo nuovo, una comunicazione altra ed intensa che oggi è l’unica che mi rende davvero felice. Praticamente gli unici rapporti che ho sono con la mia famiglia, che vive in simbiosi con gli animali e questi esseri meravigliosi che ogni giorno mi insegnano qualcosa».«Io non addestro i miei animali - ha proseguito Taricone - semplicemente vivo con loro e li difendo con tutte le mie forze come difenderei i miei cari. Per questo sono contento di trovarmi qui oggi, a confrontarmi con le istituzioni sperando in una legge che finalmente anteponga i diritti degli animali al volere volubile e spesso violento dell’uomo», ha concluso tra gli applausi l’attore.


IL GAZZETTINO

23 SETTEMBRE 2009

 

Il maltempo blocca il ricambio di ossigeno tonnellate di carpe e siluri asfissiati in acqua

 

Padova - Pesci morti asfissiati sullo scolo Altipiano, tra Arzergrande e Codevigo, una moria di carpe e siluri come non se ne vedevano da decenni: cinquanta quintali di pesce riaffiorato in poche ore lungo un tragitto di una decina di chilometri. “Il maltempo dei giorni scorsi – ha spiegato il sindaco di Codevigo, Graziano Bacco – ha impedito al mare di ricevere i flussi dai canali del territorio. Così l’acqua dell’Altipiano è rimasta stagnante e i pesci hanno presto consumato tutte le riserve di ossigeno. Già da domenica alcuni di loro sono venuti a galla morti”. Ma il fenomeno ha raggiunto dimensioni eccezionali la scorsa notte, quando il corso d’acqua è diventato un tappeto di cadaveri animali e l’aria della zona si è impregnata di un fetore tremendo. Ieri operai comunali, tecnici del consorzio di bonifica, dell’Asl e dell’Arpav hanno raccolti i pesci (nella foto) ed effettuato gli accertamenti che hanno confermato la morte dei pesci per asfissia.


IL GAZZETTINO

23 SETTEMBRE 2009

 

CODEVIGO Sul posto sono intervenuti il Comune, il Consorzio di bonifica e una ditta specializzata nello smaltimento. I tecnici dell’Arpav hanno escluso l’inquinamento

Migliaia di pesci morti per asfissia nel canale

Cinquanta quintali di carpe e siluri raccolti lungo dieci chilometri dello scolo Altipiano. «Colpa del maltempo»

 

Federica Bertaggia

 

Codevigo (PD) -  Moria di pesci lungo lo scolo Altipiano. Dai confini con Arzergrande fino a Conche, circa cinquanta quintali di carpe e siluri sono affiorati sulla superficie del corso d’acqua. Morti asfissiati. Un tappeto di cadaveri animali lungo circa dieci chilometri, che il Comune, il consorzio di bonifica e una ditta specializzata hanno dovuto rimuovere all’alba di ieri mattina prima che l’odore della carne in putrefazione impestasse l’aria. Le analisi dell’Arpav, arrivate nel primo pomeriggio, hanno confermato la causa della strage: asfissia, dovuta alle abbondanti piogge dei giorni scorsi, che hanno trasformato il canale in una sorta di stagno, dove presto è venuto a mancare l’ossigeno per tutti gli esseri viventi. «Uno spettacolo così desolante non si vedeva da anni - ha commentato il sindaco, Graziano Bacco -. Alcune segnalazioni da parte dei residenti e dei nostri tecnici sono arrivate già alla fine della scorsa settimana. Ma si trattava solo delle prime avvisaglie di quella che, nelle ore successive, è diventata senza dubbio una moria eccezionale».Data la causa dell’evento, impossibile arginare gli effetti. «In seguito alle precipitazioni dei giorni scorsi, il livello dell’Altipiano si è notevolmente alzato rimanendo stagnante per via dell’impossibilità del mare di ricevere gli abbondanti flussi di tutti i canali e scoli del territorio - continua Bacco -. Il nutrimento e l’ossigeno per i pesci hanno iniziato presto a scarseggiare. A farne le spese per primi sono state le carpe e i siluri, i pesci più grandi e anche due delle poche specie rimaste nelle nostre acque. I pesci più piccoli, invece, sembra siano sopravvissuti».Gli animali, in alcuni casi lunghi più di un metro e del diametro superiore ai dieci centimetri, sono venuti a galla uno dietro l’altro, ammucchiandosi dalle sponde dell’argine fino al centro del canale. L’odore nauseabondo si è fatto via via più fitto, costringendo il Comune a correre ai ripari. «Abbiamo attivato i nostri operai e il consorzio di bonifica che con una ruspa, due barche e dei rastrelli speciali hanno raccolto i pesci, recuperati poi da una ditta specializzata che si occuperà dello smaltimento - ha spiegato ancora Bacco -. Come da prassi in questi casi, sono intervenuti sia i tecnici dell’Usl per una verifica igienico sanitaria, sia gli incaricati dell’Arpav per svolgere le opportune indagini sulla qualità dell’acqua».


LA NUOVA SARDEGNA

23 SETTEMBRE 2009

 

Doppiette a riposo

 

LULA (NU). La giornata di apertura di caccia alla pernice è stata senza botti. I 130 cacciatori di Lula hanno rispettato la consegna. Chi è uscito lo ha fatto per controllare il territorio e per una ulteriore verifica dello stato quo, un gruppo di “forestieri” pare si sia mosso senza colpo ferire. In tutti è prevalso il buon senso per salvaguardare le ultime coppie di pernici sopravvissute all’ambiente impoverito, ma anche alla proliferazioni di animali nocivi e alla pressione eccessiva durante la caccia alla stanziale. L’auspicio è che le associazioni di categorie e, soprattutto, l’assessore regionale all’Ambiente facciano, ognuno per quanto di sua competenza, la propria parte. Ed è all’assessore regionale che si chiede di imporre, in particolare per quanto riguarda la pernice, uno stop di almeno due anni in tutto il territorio regionale. Poi c’è la coscienza dei cacciatori.  «Noi cacciatori crediamo che l’unica strada da seguire sia l’auto-ripopolamento visto il fallimento dei lanci di esemplari» ha commentato l’ingegner Berry Sannio, provetto cacciatore e esperto dell’ambiente. «Grano ed acqua, oltre a lasciare appese alle pareti le doppiette, rappresentano il futuro delle pernici - ha incalzato Sannio - bisogna creare piccoli seminati di grano, autentici fazzoletti, a macchie di leopardo, perché l’alimentazione è alla base della riproduzione. È una esperienza che ho fatto dagli anni ’90 in poi». Ed è un discorso condiviso, tant’è che molti cacciatori si stanno muovendo in questa direzione affinché gli ambienti impoveriti ritornino ad essere l’habitat ideale per questo volatile, che peraltro pare non sia oggetto di bracconaggio. Ricreare l’habitat ideale è, insomma, la risposta all’indifferenza. «Il nostro messaggio - ha concluso Sannio - speriamo che venga recepito dai palazzi alti in primo luogo ma anche dai cacciatori sardi».


LA NUOVA SARDEGNA

23 SETTEMBRE 2009

 

Allarme per i cinghiali

 

ARZACHENA (OT). Allarme cinghiali nelle campagne di Surrau. Gli animali, almeno una decina, da settimane creano panico tra i cittadini. I cinghiali, molto domestici, passeggiano nelle strade e si avvicinano alle case anche di giorno. Tanti i danni alle colture, ai vigneti, ai giardini. Il problema è stato segnalato alla Provincia. I cittadini per ora non chiedono risarcimenti, ma vogliono sapere da dove arrivino i cinghiali e chi li abbia portati.

 

 


 

            23 SETTEMBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


 

ADN KRONOS
23 SETTEMBRE 2009
 
Scimmiette daltoniche guariscono e scoprono 'il rosso' delle fragoleRoma - (Adnkronos) - Dalton e San erano nati con un difetto alla vista che è stato trattato con la terapia genica. I ricercatori: "Risultati incoraggianti per la cura del problema negli uomini"
 

Roma, 23 set. (Adnkronos) - Grazie alla terapia genica, Dalton e Sam sono tornati a vedere il verde dell'erba e il rosso delle fragole. A regalare a due scimmie scoiattolo (Saimiri sciureus) la capacità di vedere i colori sono stati i ricercatori americani dell'University of Washington e dell'University of Florida, che hanno sperimentato per la prima volta al mondo con successo una terapia genica per curare il daltonismo. Illustrando su 'Nature' i risultati ottenuti sugli animali, i ricercatori sottolineano che questo studio apre la strada alla terapia genica dei disordini della vista che coinvolgono i coni, cellule della retina responsabili della visione a colori. "Abbiamo aggiunto la sensibilità al rosso alle cellule cono di due animali nati con una malattia che è esattamente uguale alla cecità ai colori nell'uomo", spiega William Hauswirth, uno degli autori dello studio. Benché il daltonismo alteri la vita solo moderatamente a chi ne soffre, "abbiamo mostrato - prosegue lo scienziato dell'ateneo della Florida - che possiamo curare una malattia dei coni in un primate, e possiamo farlo in modo molto sicuro. Questo è estremamente incoraggiante per lo sviluppo di terapie per le numerose malattie dei coni nell'uomo", che compromettono la vista di milioni di persone. Anche perché, da solo, il daltonismo accomuna 3,5 milioni di americani, oltre 12 milioni di indiani e 16 milioni di cinesi. Persone che non distinguono rosso e verde, e rischiano di incappare in notevoli problemi quando sono alle prese con il traffico e i semafori. Il risultato arriva dieci anni dopo che Jay Neitz e sua moglie Maureen, due oftalmologi dell'University of Washington, hanno iniziato ad addestrare le due scimmie scoiattolo (una delle quali 'battezzata' in onore di John Dalton, il chimico inglese che nel 1798 pubblicò il primo studio scientifico sulla particolare condizione clinica), sottoponendole a test per perfezionare un sistema attraverso il quale gli animali potessero comunicare i colori che vedevano. Test simili a quelli che fanno i bimbi in tutto il mondo per permettere ai medici di capire se hanno problemi di vista, sensibilita' ai colori o daltonismo, anche se per le scimmie questi esami erano stati facilitati attraverso l'uso di pc e golose ricompense. Parallelamente, in Florida il team di Hauswirth cercava di mettere a punto una tecnica di trasferimento genico: si impiegavano virus adeno-associati innocui, per inserire il gene sano in un soggetto e consentire la produzione della proteina desiderata. I due team si sono incontrati e la sperimentazione e' partita. I ricercatori volevano produrre una particolare forma di opsina nella retina delle scimmie, una proteina senza colore che produce pigmenti sensibili a rosso e verde. "Abbiamo usato Dna umano", cosi' si ridurranno i tempi necessari per avviare i trial sull'uomo, spiegano i ricercatori. Dopo cinque settimane dalla cura, le scimmiette hanno iniziato ad acquisire la visione dei colori., ma è servito più di un anno e mezzo per testare l'abilità di Dalton e Sam, rivelatisi in grado di distinguere tra 16 nuance. Il trattamento potrebbe essere utile anche alle persone con acromatopsia, un raro difetto ereditario della vista, presente fin dalla nascita e non degenerativo, che si manifesta con cecità totale ai colori, estrema sensibilita' alla luce e bassissima acuita' visiva. "Potrebbero essere obiettivo di un trattamento quasi uguale" a quello che ha permesso a Dalton e Sam di vedere il mondo a colori, conclude Hauswirth.

 

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