23 AGOSTO 2010
GEA PRESS
23 AGOSTO 2010
 
Testa di mafia
Addobbata, incartata e finanche chiodata. Il più sconvolgente degli avvertimenti mafiosi ha come oggetto un pezzo di animale.
 
 
GEAPRESS – E’ il più tremendo degli avvertimenti mafiosi. Quando ti viene recapitato vuol dire che sei veramente in brutte acque. L’oggetto utilizzato rappresenta la vittima, ma la vittima a volte non è proprio tale. Stiamo parlando delle teste di agnello, pecora o capretto, spedite a chi si deve intimidire o a chi (comunque da intimidire) ha commesso un torto agli amici. La devono vedere tutti, la testa. Meglio se i familiari e magari la moglie che ti va su di giri. Se sanguinolenta, significa che è fresca. Chi ti vuole male l’hai sul collo, dietro l’angolo. Ti controlla e può prenderti quando vuole. Il sangue, se di vecchio taglio, non imbratterebbe più; cosa da principianti.L’agnello da minaccia è anche una metafora di una Italia primitiva e niente affatto residuale. Sicuramente più presente di tante improbabili vittorie animaliste più attente alle sempre commerciabili foche canadesi che, ad esempio, ai cavalli di mafia liberi di circolare grazie al Codice della Strada (vedi articolo GeaPress).Uno dei messaggi più espliciti, quasi scolaresco, lo ricevette il Senatore Carlo Vizzini. Assieme alla testa di capretto con un proiettile conficcato, vi era un biglietto che chiaramente presentava “cosa ci vuole per farti stare zitto”. Più rudi minacce di morte erano invece scritte in altro biglietto allegato alla testa recapitata presso la sede Cisl di Lamezia Terme. Il ritrovamento più tremendamente coreografico, invece, lo scorso luglio ad un imprenditore di Montelepre (PA). Per lui tre teste di capretto dentro una piccola bara. L’ultimo del quale se ne ha notizia, nel vicino paese di Borgetto (PA) poco prima di ferragosto. Il destinatario, in questo caso, un consigliere comunale.Quello che sconvolge è che il regalino ti arriva fin dentro casa o comunque, ovviamente imprevisto, dove meno te lo aspetti. In Basilicata, al giornalista Nello Rega, venne recapitata dentro l’auto mentre sul piatto della bilancia venne fatta ritrovare ad un esercente del mercato ittico di Palermo. L’effetto non può che essere devastante. Come una bomba ad orologeria legata alle tue mani. Non è da escludere che molti di questi avvertimenti non vengano mai denunciati. Se hai deviato dall’ordine costituito, devi subito tornare sulla retta via.I mandanti possono essere piccoli o grandi. Può essere un lavoratore precario, com’è capitato al Presidente del Consiglio Comunale di Palermo, o addirittura, come si ebbe modo di sospettare, uno dei figli di Totò Riina additato come mittente nei confronti di un ex Sindaco del suo paese, Corleone (PA).Tutta roba siciliana o comunque meridionale? Non più, considerato che una testa di capretto è stata recapitata lo scorso aprile ad un ambientalista di Trieste.In questo scenario degli orrori non mancano neanche gli addobbi, degni dello psichiatra Hannibal Lecter.Una testa di capretto con quattro chiodi piantati in testa ed altrettanti nella bocca è stata infatti recapitata lo scorso luglio in provincia di Ragusa ad un Onorevole autonomista dell’Assemblea regionale siciliana. Tanta è stata la sorpresa che nelle cronache giornalistiche si è finanche accennato a riti voodoo.Molto poco c’è invece da chiedersi per quello che forse sarà destinato a rimanere tra i più famosi esempi di testa mafiosa. Lo descrive Giovanni Ciancimino, figlio del più noto Vito (quello della trattativa Stato-mafia e di molte altre cose) nel libro “Don Vito” pubblicato da Feltrinelli ed a firma del fratello Massimo e del giornalista Francesco La Licata. Il fatto accadde all’indomani di una riunione di mafia e politica avvenuta nella propria casa e conclusa con evidenti vocianti disaccordi. Il pacchetto, con la scritta “questo è un regalo per il signor Ciancimino. Prima di gettarlo lo apra con attenzione e rifletta” andò a finire nella mani della moglie di Don Vito. Ignara dei potenziali ritorni delle relazioni pericolose del marito, lo fece aprire senza farci caso al personale di servizio. All’interno vi era una testa di capretto grondante sangue, privata degli occhi e completata da pezzi di legno conficcati, oltre che nelle nude orbite, nella bocca dell’animale. Ovviamente chi consegnò il regalino ebbe cura di farsi sentire con un sgommata proprio innanzi la casa dell’ex sindaco di Palermo. Più chiaro di così.
AGI
23 AGOSTO 2010
 
INCENDIATO CASOLARE NEL VIBONESE, ANIMALI CARBONIZZATI
 
Vibo Valentia - Ignoti, la scorsa notte, hanno dato alle fiamme un casolare adibito a deposito di materiale agricolo ed a ricovero di animali da cortile: galline e conigli che non essendo riusciti a mettersi in salvo sono rimasti carbonizzati unitamente a tutto il contenuto. Il fatto e' avvenuto a Comparni una frazione di Mileto, nel vibonese, in localita' "Vignola", in una campagna di proprieta' di V.G., 70 anni, bracciante agricolo, del luogo. Sul posto i vigili del fuoco e i carabinieri della vicina stazione di Mileto al comando del maresciallo Ciro Valle per le indagini.  
CORRIERE ADRIATICO
23 AGOSTO 2010
 
L’Aidaa denuncia un ristorante di Rimini
Astici vivi senz’acqua in vetrina
 
Rimini - L’Associazione italiana difesa animali e ambiente-Aidaa, ha denunciato un ristorante di Rimini che teneva in vetrina senz'acqua astici vivi. L’esposto - ha reso noto l’associazione - è stato presentato ai carabinieri del Nas di Bologna e al comando della polizia riminese a carico di un ristorante di via Vespucci.

TIFEO WEB
23 AGOSTO 2010
 
Polpette avvelenate per uccidere cani e gatti
 
 
 
 
ACIREALE (CT) - Sembravano una gentile offerta di un qualche animalista, invece erano una trappola mortale per quei poveri, cani e gatti, che fossero caduti nel tranello. La scorsa settimana, sulla statale per Acireale, accanto ad un cassonetto per l’immondizia, qualcuno aveva preparato ad arte una trappola mortale per degli animali, disponendo in bella vista delle appetitose polpette fritte che in realtà non erano altro che piccole palline piene di veleno.
I bocconi, analizzati nei laboratori dell’Istituto Zooprofilattico, sono solo l’ultimo tentativo, nella zona, di uccidere degli animali, in particolar modo i gatti ai quali degli animalisti, invece, provvedono regolarmente.
L’Enpa lancia l’allarme, anche perché proprio in quella zona, i casi di avvelenamento di animali randagi non sono una novità. Spiegano dall’Ente Nazionale Protezione Animali: “Sul posto era già stata, in passato, individuata una colonia felina e da controlli adesso effettuati, il numero dei gatti si è assottigliato notevolmente, rendendo possibile, pur non avendo recuperato carcasse, pensare la fine che possano avere fatto”.  
Purtroppo la Sicilia ha un triste primato in materia di maltrattamento e uccisione di animali. Vengono presi di mira cani, gatti, randagi e non, ma anche piccioni e qualunque altra specie animali che possa “dare fastidio” a chi vuole liberarsene e ogni anno ne vengono uccisi a centinaia.  
 

VITERBO OGGI
23 AGOSTO 2010
 
Vasanello: caccia all'avvelenatore dei cani
"Il Nuovo Corriere Viterbese" - Sostanze disseminate nelle strade, c'è paura anche per i bambini
 
VASANELLO (Viterbo) - E' una strage di cani e gatti in poche ore a Vasanello. E' una corsa contro il tempo a suon di esposti in Comune e alle autorità perché si prenda al più presto l'avvelenatore; perché non possa più mietere vittime con i suoi bocconi alla stricnina lasciati per le vie e i marciapiedi del paese.Non solo. La paura è che le sostanze tossiche e pericolose possano essere toccate e ingerite per sbaglio anche dai bambini.Per questo alcuni proprietari degli animali già deceduti hanno scritto al sindaco, alla polizia locale e ai carabinieri: la caccia al killer dei cani e gatti porti subito al colpevole.

LA GAZZETTA DI MANTOVA
23 AGOSTO 2010
 
Ostiglia, avvelenati altri cani di razza
 
OSTIGLIA (MN). Ancora cani avvelenati nel Basso Mantovano, Dopo Poggio Rusco e Suzzara, ora è la volta di Ostiglia. Alcuni animali di razza hanno mangiato polpette di carne “condite” con anticrittogamici. Dopo averli salvati in extremis i proprietari hanno presentato denuncia negli uffici della Polizia stradale di Ostiglia.  Il timore che possano verificarsi altri casi ha indotto le forze dell’ordine ad attivare procedure di controllo anche con la Lav, che già collabora con numerosi Comuni. A Poggio, lo ricordiamo, molti cani e anche gatti sono stati avvelenati con un uovo. Un uovo alla coque, nel quale qualcuno ha iniettato anticrittogamico. Una morte atroce per gli animali, tra spasmi e convulsioni orribili, bava alla bocca e progressivo soffocamento.  Gli animali - confermano i veterinari - vengono uccisi nei più svariati modi. Non solo con le uova sode, ma anche con le spugne imbevute d’olio e fritte come le patatine. I cani le divorano e rimangono soffocati in pochissimo tempo.

SAVONA NEWS
23 AGOSTO 2010
 
Savona: gattini abbandonati, interviene l'Enpa
 
 
 
 
SAVONA - Una cucciolata di gattini è stata abbandonata in una scatola di cartone vicino alla chiesa di Via Mignone a Savona. I piccoli, raccolti dai volontari della Protezione Animali, erano in pessime condizioni, letteralmente assaliti dalle pulci e sporchi in modo inverosimile; ci vorrà tempoi per curarli e rimetterli in salute, [...]
Le Guardie Zoofile dell’Enpa hanno avviato le ricerche dell’autore del reato, punibile con l’arresto fino ad un anno o l’ammenda fino a 10.000 euro; chiunque vi abbia assistito può dare informazioni utili telefonando allo 019/824735, o inviando una mail a [email protected], o rivolgendosi direttamente a Carabinieri, Polizia di Stato, Municipale e Forestale.
LA REPUBBLICA
23 AGOSTO 2010
 
ANIMALI, ANIMALISTI:"MICETTO TROVATO ABBANDONATO IN VETRINA NEGOZIO ROMA"
 
"Ore di miagolii provenienti dalla vetrina di una profumeria chiusa, in zona piazza Re di Roma, hanno attirato l'attenzione di alcune persone. Neanche l'intervento dei vigili del fuoco a quanto sembra ha dato esito positivo. Nessuno riesce a capire dove si trovi nè a recuperare il gatto. Alla fine, dopo aver fatto le solite telefonate di rito senza esito positivo, G.B., un ragazzo del quartiere decide di chiamare l'associazione Animalisti Italiani (Sez. Roma). Insieme si tenta di risolvere il problema. GB va di nuovo al negozio in attesa dell'apertura e finalmente si scopre che un micino neonato di pochi giorni era incastrato tra la serranda e la vetrina del negozio. Stranamente il personale del negozio non si è accorto di nulla, malgrado i miagolii si sentissero dalla strada. Nessuna traccia di altri cuccioli né della madre. GB porta quindi via Lunedì (così è stato battezzato il piccolino), visto l'atteggiamento poco collaborativo dei negozianti e inizia il tam tam per trovare qualcuno che possa occuparsi adeguatamente di un micino così piccolo. Nessuno. Consigliamo di portarlo intanto da un veterinario per una visita e per un aiuto. Ma il problema rimane. Cerchiamo una balia in attesa dell'adozione. Nessuna risposta positiva". Lo comunicano, in una nota, Animalisti italiani. "Dopo mezza giornata Lunedì viene portato all'associazione A.S.T.A. dove la fortuna decide di assisterlo, regalandogli una speranza: colpito dalla triste storia, un signore sul posto decide di affidarlo alle cure della propria gatta che lo allatterà insieme ai suoi micetti fino allo svezzamento - prosegue la nota - Esito fortunato per Lunedì ma rimane un mistero il suo ritrovamento: abbiamo chiesto al personale della profumeria un controllo approfondito all'interno per escludere la presenza di altri gattini o della gatta che li abbia partoriti anche se l'ipotesi dell'abbandono rimane quella più plausibile. Ringraziamo G per aver salvato Lunedì da una morte certa e chiediamo a chiunque abbia informazioni per risalire ad eventuali responsabili, di contattarci".

MESSAGGERO VENETO PORDENONE
23 AGOSTO 2010
 
La protesta degli animalisti: «Gabbie sovraffollate al sole»
 
Sacile (PN) - «Al sole e senza acqua sufficiente». Animali da cortile in gabbie sovraffollate e prive di ombra in Campo Marzio. Guido Iemmi, responsabile della Lav (Lega antivivisezione) di Pordenone con gli animalisti della Lac (Lega anticaccia) ha chiesto l’intervento del Corpo forestale della Regione. «Abbiamo trovato 5 pavoni stipati in una gabbia di 50 centimetri quadrati – ha segnalato Iemmi –. Situazioni allucinanti: è intervenuto anche il veterinario di turno». Gabbie al sole e gli ombrelloni erano insufficienti o chiusi nei camion degli espositori. «Ci sono allevatori che non si scomodano ad aprire gli ombrelloni per riparare le gabbie dalla calura – hanno riportato un altro caso gli animalisti –. Valuteremo la relazione del veterinario per verificare se ci sono gli estremi di maltrattamento. Manca no strutture per gli espositori capaci di garantire condizioni sostenibili agli animali». Il presidio degli animalisti in piazza del Popolo ha schierato una trentina di volontari Lav e Lac con supporti in trasferta da Udine e Vicenza. Volantinaggio e slogan a voce alta sono partiti contro «la sagra della tortura», che mette in gabbia gli uccelli e i loro diritti di aprire le ali. «La Sagra di Sacile celebra la violenza e la sopraffazione umana sulla natura – ha puntato il dito Daniela Galeota della Lega anticaccia di Pordenone –. Le gabbie, soprattutto quelle da richiamo, non consentono agli uccelli di aprire le ali e non basta dire che sono nati in cattività. Diciamo no alla mercificazione di altri esseri viventi». Hanno promesso un presidio per tutte le Sagre del futuro. «La mostra anti-bracconaggio al San Gregorio è una strumentalizzazione – è il punto di vista della Lav –. I cacciatori ci voglio no suggerire che catturano e uccidono gli animali in maniera incruenta rispetto a metodi fuorilegge? Siamo molto scettici». Il business giocato sulla pelle degli animali ha due livelli: in piazza e in nero. «A Pordenone, Cordenons, Porcia e altrove c’è un mercato nero di uccelli allevati in cantine e garage – è l’accusa di Iemmi –. Da esemplari silvani catturati, si mette in piedi un allevamento clandestino che dà gambe a un mercato parallelo. Gli allevatori abusivi guadagnano da 50 a 80 euro per ogni esemplare venduto».

CORRIERE DELLA SERA
23 AGOSTO 2010
 
Vince la puledra alla sagra e libera subito l'animale
Riscattata da Rudi Michelin che l'ha salvata dal rischio macello
 
La puledra alla sagra di Cusignana
 
TREVISO - La puledra Rosina, messa in palio alla sagra di Cusignana (Treviso) e destinata a chi avesse indovinato il suo peso, è stata riscattata da un amante degli animali che ha voluto salvarla dal rischio del macello. Lo ha reso noto oggi l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) che ha contribuito al suo riscatto. «Alla pesa Rosina ha registrato 432 kg che sarebbero potute diventare bistecche - spiega l’Enpa - l’altra via era il riscatto dall’allevamento e la conquista della libertà di correre felice a perdifiato in un verde pascolo». In molti, aggiunge l’ente protezionistico, erano preoccupati per il destino che le sarebbe toccato se il vincitore fosse stata la persona sbagliata. Ad indovinare il peso sono stati in diversi: dopo una mezz’ora di trattative, uno di loro, Rudi Michielin di Paderno di Ponzano (Treviso), si è offerto di riscattarla per darle la libertà. «Sarebbe opportuno che tutte le amministrazioni comunali si dotassero di un apposito Regolamento per la tutela degli animali - afferma l’Enpa - il destino di una vita non può e non deve essere decretato da un biglietto della lotteria». (Ansa)

ANSA
23 AGOSTO 2010
 
Puledra in palio nel trevigiano, amante animali la riscatta
L'ha salvata dal macello. L'Enpa aveva stigmatizzato iniziativa
 
TREVISO - La puledra Rosina, messa in palio alla sagra di Cusignana, e' stata riscattata da un amante degli animali che ha voluto salvarla dal rischio del macello. Lo ha reso noto l'Ente nazionale protezione animali che aveva stigmatizzato l'iniziativa e ha contribuito al riscatto della puledra destinata a chi ne avesse indovinato il peso. Lo hanno indovinato in diversi, tra cui Rudi Michielin di Paderno di Ponzano, che si e' offerto di riscattarla per darle la liberta': ''Alla pesa Rosina ha registrato 432 kg, che sarebbero potuti diventare bistecche'', ricorda l'Enpa dopo lo scampato pericolo.

CORRIERE DEL VENETO
23 AGOSTO 2010
 
IL CASO
Vince la puledra alla sagra e libera subito l'animale
Riscattata da Rudi Michelin che l'ha salvata dal rischio macello
 
TREVISO - La puledra Rosina, messa in palio alla sagra di Cusignana (Treviso) e destinata a chi avesse indovinato il suo peso, è stata riscattata da un amante degli animali che ha voluto salvarla dal rischio del macello. Lo ha reso noto oggi l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) che ha contribuito al suo riscatto. «Alla pesa Rosina ha registrato 432 kg che sarebbero potute diventare bistecche - spiega l’Enpa - l’altra via era il riscatto dall’allevamento e la conquista della libertà di correre felice a perdifiato in un verde pascolo». In molti, aggiunge l’ente protezionistico, erano preoccupati per il destino che le sarebbe toccato se il vincitore fosse stata la persona sbagliata. Ad indovinare il peso sono stati in diversi: dopo una mezz’ora di trattative, uno di loro, Rudi Michielin di Paderno di Ponzano (Treviso), si è offerto di riscattarla per darle la libertà. «Sarebbe opportuno che tutte le amministrazioni comunali si dotassero di un apposito Regolamento per la tutela degli animali - afferma l’Enpa - il destino di una vita non può e non deve essere decretato da un biglietto della lotteria».

LA TRIBUNA DI TREVISO
23 AGOSTO 2010
 
La puledra assegnata alla fiera verso mezzanotte
 
GIAVERA (TV). Prima di mezzanotte, ieri, Rosina, la puledra, è stata pesata e data a chi si era avvicinato di più al suo peso. Così si è conclusa, almeno per ora, la vicenda della puledra che ha innescato le proteste e la promessa di denuncia dell’organizzatore della sagra dell’Assunta, don Dionisio Rossi, da parte dell’Enpa, che aveva sollevato la questione del maltrattamento di animali perché la puledra da giorni era in un recinto della sagra di Cusignana. Di solito vengono messi in palio maialini, alla sagra dell’Assunta di Cusignana, invece, il peso da indovinare era quello di Rosina. Alle accuse dell’Enpa il parroco di Cusignana aveva ribattuto che aveva tutti i permessi necessari per questo tipo di lotterie. E il sindaco si è schierato con lui.

LA GAZZETTA DI MANTOVA
23 AGOSTO 2010
 
Sagra dal Nedar diseducativa
 
Mantova - L’ostinazione del sindaco Gavazzi nel continuare ad avallare -in una specie di prova di forza - lo svolgimento della Sagra dal Nedar, ci pare ne squalifichino il comportamento, rendendolo anacronistico. Ricordiamo che proprio i Sindaci sono responsabili del benessere degli animali sul loro territorio e hanno facoltà di emettere ordinanze che vietino lo svolgimento di manifestazioni “a rischio” per l’incolumità psicofisica degli animali o provochino loro sofferenza. Lascia perplessi l’espressione del Sindaco “iniziativa rispettosa delle esigenze di tutti”. Non certo rispettosa per gli animali, che provano comunque timore. È quindi per noi doveroso ribadire la profonda nocività psicologica delle manifestazioni con uso di animali, in un territorio non esente da episodi di maltrattamento e crudelt& agrave; (famiglie, educatori e insegnanti dovrebbero tenerne conto). Il nostro non è un “incomprensibile” accanimento verso un “gioco” nel quale gli animali non vengono nemmeno toccati: la Lav non intende polemizzare, ma è fermamente decisa a proseguire nella propria opera di sensibilizzazione. Ricordiamo che l’art. 727 del codice penale stabilisce con chiarezza come per giudicare in maniera scientifica il benessere (o il malessere) sia necessario il riferimento all’etologia e al soddisfacimento delle esigenze minime ed essenziali. Siamo consapevoli che qui non siamo in presenza di gravi maltrattamenti: non è questo il punto. Rimane l’aspetto diseducativo ed arrogante del non rispetto verso il più debole. Con un piccolo sforzo innovativo si potrebbero sostituire gli animali con fantocci o creare prove di abilità con la partecipazione attiva e creativa degli spettatori. Manifestazioni importanti (come la cors a degli “asini meccanici” a Lodi) hanno da tempo recepito costruttivamente le posizioni degli animalisti e hanno aumentato costantemente la loro popolarità. Riteniamo da parte nostra chiusa la diatriba creatasi, per non tediare i lettori ripetendo concetti già espressi e che presumiamo siano stati da loro compresi (se non da tutti condivisi, almeno capiti). Gandhi affermava: “la civiltà di un popolo si valuta anche da come sono trattati gli animali”. E l’impegno delle Amministrazioni dovrebbe essere anche quello di offrire un nuovo orizzonte di civiltà e benessere per tutti, comprendendo la portata storica della frontiera dei “nuovi diritti”, inclusi quelli degli animali. - LAV Sede Territ. Mantova
IL CENTRO
23 AGOSTO 2010
 
Palio degli asini Vittoria a Geltrude del rione la Piazza
 
Fabio Iuliano
 
NAVELLI (AQ). L’hanno dovuta trascinare un po’, l’asinella Geltrude, ma alla fine quelli della “Piazza” sono riusciti ad aggiudicarsi anche quest’anno il Palio degli asini appuntamento clou della sagra dei ceci e dello zafferano di Navelli, giunta alla 34esima edizione. Una manifestazione che ha mantenuto nel corso degli anni il suo carattere popolare ma senza chiudere le porte ad iniziative inedite.  E quest’anno, sono scese in piazza due contrade in più, «la Torre» e «Ru Busce», tutte e due della frazione di Civitaretenga. Ma asinai e scudieri si sono confrontati sulle stesse regole di gara: vietato picchiare gli animali, per il resto vale tutto, come a Fight Club. Così, i placcaggi lungo il percorso non hanno stupito più di tanto.  Geltrude ha avuto la meglio solo nell'ultimo giro, che poi era il secondo perché il terzo gli organizzatori hanno deciso di tagliarlo per non far stancare troppo gli asini.  Due giri, in pieno stile Palio di Siena, ma tutt’altro che lineari visto che asini e asinelle a metà gara già non vogliono saperne di seguire le indicazioni dei fantini.  Comunque, Geltrude ha beffato tutti all’ultima curva, guadagnando metri sui rivali, Arturo della contrada «Ru Ponte», Rondinella di «San Puline», Rubina di «Via Ru prete».  In gara anche Ugo della «Croce Ru Spedale», Ursula per «la Torre» e Stellina coi colori di «Ru Busce», montata dal fantino più giovane - detto appunto il Gigante - che ha dato del filo da torcere a tutti, cedendo solo all’ultimo.  Il Palio, anche quest’anno è stato scandito dalla voce di Giulio Votta , e ha visto il supporto degli organizzatori Franco e Fabio Troi ani e Mario Giampietri .  Ad accompagnare il Palio, dietro al gruppo, del “Certame della balestra” di Popoli, il gruppo di “cecetti” e “cecette”, i bambini del paese, accompagnati da Nunzia Melchiorre .  E poi i giovani del paese, impegnati nella rievocazione simbolica del matrimonio tra «Maria Zuffrana» e «Peppino Cecioni».  A fine gara, la premiazione in piazza con i vertici della Pro loco del paese, il sindaco Paola di Iorio e l’ex sindaco Paolo Federico . E poi stand, musica da discoteca e mercatini. Come ogni anno, alla riuscita della sagra ha collaborato la Nuova Acropoli Protezione civile.
LA CITTA' DI SALERNO
23 AGOSTO 2010
 
Cavallo piomba sul pubblico, 20 feriti

Angela Sabetta

 
ALBANELLA (SA). Cavallo imbizzarrito invade gli spalti ed investe il pubblico. Una ventina i feriti finiti all’ospedale per i quali è stato necessario l’intervento dei sanitari. Decine le persone sotto choc, tra queste le mamme di alcuni bambini, che sostavano vicino alle sbarre di ferro collocate a protezione del pubblico. Momenti di panico enorme. Un bambino nel passeggino è stato letteralmente investito dal cavallo ed è miracolosamente rimasto illeso. Alcuni si sono salvati grazie alla prontezza dei genitori che li hanno presi in braccio e portati subito sulle gradinate. Una situazione di panico assolutamente sconvolgente, come racconteranno poi i testimoni di quella che doveva essere una serata all’insegna del divertimento estivo. Il fatto è avvenuto durante lo spettacolo equestre del gruppo dei "Cavalieri cittá regi a" che, con la loro esibizione, hanno chiuso il tradizionale Palio delle contrade albanellesi. Si tratta di un appuntamento che da anni attrae in cittá numerosi spettatori anche dalle cittá vicine e non solo. Così quella che fino a quel momento era stata una serata all’insegna del divertimento con la sfida delle contrade partecipanti alla competizione si è trasformata in dramma. E poteva andare molto peggio. Alcuni feriti hanno giá annunciato che procederanno con una denuncia per la verifica delle responsabilitá di quanto accaduto, e per accertare oltretutto che siano state osservate tutte le norme di sicurezza. Si tratta di una reazione normale dopo un fatto di questa gravitá. Una delle ipotesi è che il cavallo si sarebbe imbizzarrito sfiorando una delle torce collocate intorno all’arena del palio prima dello spettacolo equestre. La serata, infatti, era molto ventilata e il fantino ha iniziato a perdere il controllo del cavallo proprio dopo aver superato una delle grosse candele. Un’ ulteriore ipotesi è che il cavallo possa essere stato punto da un insetto. Si vocifera anche che avesse una ferita ad una gamba, ma si tratta, come negli altri casi, solo di indiscrezioni che andranno verificate. Sulla vicenda indagano i carabinieri della stazione Matinella. Estremamente importanti saranno i filmati utili per la ricostruzione di tutta la dinamica dell’incidente. Il tutto è avvenuto intorno a mezzanotte. Il cavallo oramai completamente fuori controllo si è fiondato verso le gradinate delle contrade ma il cavaliere è riuscito a evitare che l’animale invadesse i settori delle squadre. Ma poi con un balzo ha disarcionato il fantino e si è diretto verso il pubblico, abbattendo le transenne, le sedie e investendo e calpestando decine e decine di persone sotto gli occhi atterriti degli oltre tremila spettatori. Stavano assistendo in quel momento allo spettacolo in attesa della graduatoria finale, per la proclamazione della squadra vincitrice del Palio delle contrade albanellesi. A bloccare la corsa folle del cavallo sono state le transenne: l’animale infatti è caduto rimanendo intrappolato nelle strutture in ferro per poi essere recuperato dal suo fantino e dalle altre persone del gruppo equestre. Così la folle corsa è finita. Carabinieri, vigili, protezione civile, Croce Rossa, Avis, presenti alla manifestazione, si sono subito mobilitati. Sul posto sono giunte diverse ambulanze del 118 che hanno trasportato i feriti agli ospedali di Roccadaspide, Eboli e Agropoli. Traumi toracici, contusioni, ferite al volto, traumi alle gambe e alle braccia, le lesioni riportate dai feriti. Tutte le vittime nella mattinata di ieri sono state dimesse con prognosi che vanno dai cinque ai venti giorni. Solo per un’anziana 73enne di Altavilla Silentina è stato necessario il ricovero in ospedale per u na frattura al femore. Ma, è giusto sottolinearlo, si è veramente sfiorata una tragedia e sono un miracolo la ha evitata.
IL MESSAGGERO
23 AGOSTO 2010
 
Torero incornato alla gola a Bilbao
 
 
MADRID - Tori sempre più ribelli in Spagna. Dopo il caso dell'animale saltato sulle tribune durante una corrida a Tafalla, in Navarra, la scorsa settimana, il torero spagnolo Sergio Aguilar è rimasto gravemente ferito ieri durante una corrida a Bilbao, nel nord della Spagna, quando un toro lo ha colpito alla gola penetrando con una delle due corna fino al palato.
Aguilar, 30 anni, dopo l'incidente perdeva abbondantemente sangue ed è stato soccorso subito dai medici presenti sul posto prima di essere trasportato d'urgenza all'ospedale della città basca ed essere sottoposto a un intervento chirurgico.
Quanto accaduto oggi a Bilbao ricorda un incidente simile avvenuto lo scorso maggio di cui era rimasto vittima Julio Aparicio . Anche lui era stato colpito alla gola e una delle corna del coro gli era uscita dalla bocca. L'impressionante scena era stata fotografata, ripresa da varie televisioni ed era finita su tutti i principali siti Internet. Aparicio si era miracolosamente salvato.

IL SUSSIDIARIO
23 AGOSTO 2010
 
TORERO INCORNATO FOTOGALLERY/ Incornato alla gola durante una corrida il torero spagnolo Aguilar
 
TORERO SERGIO AGUILAR INCIDENTE - Sergio Aguilar, un torero spagnolo, è stato incornato alla gola durante una corrida a Bilbao. Il torero è stato colpito alla gola e le corna dell’animale sono penetrate fino al palato. Conseguente grave emorragia. 
Sergio Aguilar ha trent’anni e non è il primo a essere colpito mortalmente da un toro durante una corrida. Qualche mese fa un altro suo collega era stato anch’egli colpito alla gola dalle corna di un animale ma si è miracolosamente salvato. Qualche giorno fa un altro toro aveva saltato la barriera che divide gli spettatori seminando il panico fra di essi. Le condizioni di Aguilar sono considerate estremamente gravi.
 
FOTO
http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2010/8/23/TORERO-INCORNATO-Incornato-alla-gola-durante-una-corrida-il-torero-spagnolo-Aguilar/2/107965/

TRENTINO
23 AGOSTO 2010
 
Un coniglio che scotta
 
Pier Dal Rì
 
Pergine (TN) - Presunti maltrattamenti ad un coniglio coinvolto nell’antico gioco di piazza che fa vincere chi presidia la cassetta ove il coniglio va a ripararsi. Robe da matti, ho pensato, poi, trattandosi di Pergine, ho desistito dal commento: ho verificato se era tutto vero quanto scritto, ho appurato se era stata effettivamente esposta denuncia e se la signora di Tolla è la stessa che io consideravo una persona impegnata per delle buone ragioni politiche ed ambientali, oltre che, mi auguro, per valori di una democrazia della convivenza fra le genti.  Non pensavo fosse dotata di un così ampio mandato quale predicatrice delle dottrine animaliste più integrali, titolare della verità assoluta, compreso lo stile di vita di uomini e conigli, dichiarando in pubblico di possedere il vero credo come un ayatollah, denunciando in procura ch i mette a nanna il cunel dopo le dieci di sera, usato come pallina vivente in una roulette paesana e con l’aggravante dell’uso benefico a favore della parrocchia.  Leggendo la cronaca mi sono divertito, non pensavo che si arrivasse a tanto, che si considerasse maltrattamento prendere il coniglio per le orecchie o fissare, d’intesa con un veterinario amico, l’ora giusta dell’andare a dormire per i conigli.  Va considerato che in Trentino il coniglio non è quell’animale che si acquista nei negozi di tartarughe, topolini e cagnetti: quelli si costringono a vivere sul divano, spostarsi in gabbia, vedere i teletabis con il bambino padroncino e poi fare la nanna dopo il carosello, ignorando eventuali feste in piazza soprattutto se puzzano di paesanità.  Il coniglio della piazza a Pergine era proprio un “cunel” tipico dei cortili e tavole trentine, quello che si abbina bene con la polenta e non si vende nei negozi di giocattoli.  No, trovo vergognoso il comportamento di chi arriva a denunciare gli organizzatori perché il coniglio non va a letto come le galline, trovo disgusto che rappresentanti del mondo degli ambientalisti cosi come, spesso della sinistra integralista, continuino a fare del male al movimento a costringere tanti a dissociarsi e vergognarsi, prendere distanza da posizioni talebane, ridicole ed estremiste, meditare il ritiro da qualsiasi impegno. Eppure mai come ora si parla di territorialità e tradizioni comuni, si lavora per costruire vasti schieramenti di governo, cercando sempre più ciò che unisce dentro visioni larghe per coinvolgere e soddisfare ambientalisti autonomisti e democratici della sinistra che non possono scontrarsi e demoralizzarsi per i diversi modi di interpretare il ruolo del coniglio nella società Trentina.  Sono decisamente dispiaciuto per questo episodio: lo collego con altri atti di stupidità politi ca penso a Turigliatto che fa cadere Prodi in parlamento.  Maddalena Di Tolla non si limita ad agire a titolo personale ma vuole coinvolgere le organizzazioni ambientaliste citando le sue qualifiche e i suoi mondi d’appartenenza, trascinando così molti cari amici democratici e di sinistra nella constatazione che non ci può essere futuro comune se alcuni autorevoli esponenti peccano di simile protagonismo, ritenendosi legittimati a produrre vergogne di cui personalmente vorrei chiedere i danni, danni prodotti a un movimento di gente seria, lavoratori, amici e amanti dei territori, rispettosi delle culture e tradizioni, felici di far festa, quando si può, lavorando volontariamente e gratis, ritrovandosi così parte attiva della comunità. Pur essendo di centro sinistra e dovendo condividere qualche idea per ragioni di schieramento, nessuno può pensare che alla festa arriva una esponente di un movimento ambientalista che in molti rispettano per le sue battaglie, si qualifica come ambientalista esperta in conigli e chiama carabinieri e vigili, scomoda preture e avvocature mette in cassaintegrazione il buon senso e soprattutto indigna molta gente di sinistra che prende il coniglio per le orecchie, il gatto per il copin e non si scandalizza se un gioco antico viene riproposto per una sera rievocando il medioevo.  Se vuol esser utile alle sue cause se non vuol rimanere sola, se non vuole consegnare ad altri il buon senso di tante corrette e giuste battaglie, chieda scusa per la caduta di stile, prenda atto che il popolo, la gente che vigila sul territorio, le persone di vari censi, culture e sensibilità, non hanno gradito la sua performance, ed in molti vorrebbero tirarle le orecchie come facevano un tempo i maestri a scuola o i parroci negli oratori.

IL TIRRENO
23 AGOSTO 2010
 
Basta indossare la violenza degli uomini sugli animali
 
Marzia Gnan
 
Vi scrivo a proposito dell’articolo che parlava dell’importazione delle pelli di procione dalla Cina. Leggendo l’articolo mi sono ritornate alla mente le immagini viste su Internet che mostravano come vengono uccisi per non sciupare la pelliccia, presi per le zampe posteriori, vengono sbattuti a terra facendogli picchiare la testa al suolo più e più volte e in altre immagini gli schiacciavano la testa con gli scarponi che hanno ai piedi. E’ stato orribile. Voi giornalisti dovreste fare una bella campagna di informazione prima che arrivi l’inverno così che la gente sappia, che quando compra un capo fatto in Cina e non solo i giubbotti, ma tutti i capi che hanno le rifiniture di pelliccia indosserà la violenza dell’uomo sugli animali. L’inverno passato ho visto anche alla Ipercoop e in tanti altri negozi e banchi di mercato capi in pelliccia “Murmaschi” tutti provenienti dalla Cina. Vi prego, fate qualcosa contro l’ignoranza della gente.

YAHOO NOTIZIE
23 AGOSTO 2010
 
Animali domestici: Karim, storia di un gatto troppo fedele
 
È rimbalzata in tutti i network dedicati ai felini, la storia di Karim, un micio che ha percorso circa 3 mila chilometri in due anni per ritrovare la sua padrona. Ravila è una cittadina uzbeka che aveva deciso, due anni or sono di trasferirsi con suo marito in Russia. Convinta di non poter portare con se il suo gattino Karim in un viaggio così lungo, decise di lasciarlo ai vicini. Probabilmente il micio non era d'accordo perché ha fatto immediatamente perdere le sue tracce e si è lanciato all'inseguimento della padrona. Così una mattina, dopo una passeggiata, Ravila è rientrata a casa e ha sentito un miagolio lieve davanti la porta di casa. Visto il gattino, l'ha preso in braccio e ha immediatamente riconosciuto Karim. La Repubblica dell'Uzbekistan è uno stato dell'Asia centrale, già parte dell'Unione Sovietica. Ha 28 milioni di abitanti e la sua capitale è Tashkent. Confina a nord e ad ovest con il Kazakistan e a sud con l'Afghanistan. La sua economia è basata in buona parte su un massiccia irrigazione artificiale e fertilizzazione delle regioni aride e semiaride, necessarie per mantenere la produzione del cotone grezzo, principale coltura del paese.

FEDERFAUNA
23 AGOSTO 2010
 
Non solo lettiera sotto i cavalli degli animalisti. (prima puntata)...
 
Il 14 Agosto 2010 e' comparsa la notizia del sequestro "amministrativo" di diversi animali a "La collina degli animali", un'associazione animalista sita nella frazione Grassi a Bubbio (AT). Sembra che, contrariamente a quanto dichiarato dagli animalisti sul loro sito, dove si parlava di un luogo paradisiaco per curare animali maltrattati, questi ultimi fossero detenuti in condizioni cosi' cattive che due cavalli hanno dovuto addirittura essere abbattuti. M.R. ed E.T., gli animalisti denunciati per maltrattamento di animali, avrebbero dichiarato "di non essere più' in grado di mantenere gli animali, per carenze strutturali e finanziarie dell'associazione", eppure sul sito non mancava l'invito a versare fondi e vi era un blog in cui da tutta Italia si raccoglievano consensi (e soldi, con tanto di conto corrente). Anzi, si sarebbero inventati addirittura una campagna denominata "un euro per la vita" e sembra che anche la casa e il terreno (una struttura, si legge in uno dei tanti appelli, da 400mila euro) gli fossero stati concessi da una milanese che forse aveva raccolto l'appello del loro sito. La notizia pero' non ha avuto lo stesso clamore che normalmente hanno quelle relative ad altri sequestri di animali. Uno dei piu' noti quotidiani nazionali aveva per titolo "A Bubbio animali in un lager", per sottotitolo "I titolari di una sedicente associazione denunciati per maltrattamenti" e solo molte righe piu' in basso c'era scritto "sedicente associazione animalista". Ma anche altri noti organi di stampa che hanno dato la notizia (pochi) sembravano quasi restii a dire che si trattasse di animalisti. Se gli animali fossero stati sequestrati ad un allevatore, ad un commerciante, ad un cacciatore, il suo nome probabilmente sarebbe stato conosciuto in tutta Italia in men che non si dica. In questo caso gli accusati erano solo E.T. ed M.R. Spulciando su internet pero', si scopre che M.R. starebbe per Maria Pia Riggi. Si scopre la storia di un tizio che avrebbe portato da lei un cavallo, che racconta di essersi accorto che le cose non stavano come gli veniva raccontato, ma di non essere comunque piu' riuscito a farselo dare indietro. Anzi spiega: "La stessa LAV, anziche' aiutarmi o darmi retta ha mandato un controllo da questa Maria Pia (e ha affermato che quello che stavo dicendo non era assolutamente vero) (...)" Eppure, "Sono stati chiesti soldi per problemi neurologici e di cuore del cavallo che il cavallo in realta' non ha mai avuto. Sono stati chiesti soldi per un'operazione che il cavallo non ha mai sostenuto. Pare il cavallo sia morto per una colica (anche se la carcassa non e' mai stata trovata)." Si legge poi, in un forum, che "la stessa Mariapia Riggi ha dichiarato di aver comprato un cavallo tramite la LAV". Ma non e' tutto! Su internet si trova anche la storia di Valerio, un bambino nato in Thailandia con un grave problema polmonare per il quale, scrive il padre: "la signora si e' attivata di sua iniziativa per una raccolta fondi. (su Facebook) Che sempre di sua iniziativa l'ha sospesa chiudendo il gruppo, quando qualcuno ha sollevato dubbi sulla cifra raccolta(2,500 iscritti per "circa 200" euro) e che di quanto raccolto, noi non abbiamo ricevuto un solo centesimo." L'animalista Maria Pia e' quindi accusata di speculare sugli animali ed anche su un bambino da altri animalisti, il gruppo "Centopercentoanimalisti" per la precisione. Ma ecco (si legge sempre sui forum) che le viene in soccorso Luca Radici di "AmiciCani", altro animalista il cui nome balzo' alle cronache per il caso della rocambolesca sparizione (e deposito presso il canile di Parma) di alcuni pointer dall'ormai famoso allevamento "Del Vento" di Ravenna, poco prima che, a fine 2008, il Nirda lo ponesse sotto sequestro e trasferisse tutti i cani ad altre associazioni animaliste, esse stesse oggi oggetto di indagini della Magistratura. Scriveva Radici nel 2009: "Se tutto il mondo animalista fosse come Maria Pia Riggi, sicuramente non ci sarebbe tutto il marcio e schifo che c'e'...". Il 15 agosto pero', giorno dopo la notizia del sequestro, scriveva: "Noi di AmiciCani ai tempi ci siamo schierati a favore di MariaPia Riggi in quanto (per quanto l'avevamo conosciuta) ci era sembrata una brava persona e che dedicava la vita ai suoi animali". Interessante? Beh!, lo e' ancor di piu' che sullo stesso forum, poco tempo prima, la stessa Riggi scrivesse: "la mia associazione, una onlus a tutti gli effetti con tanto di forestale finanza e asl sempre alle costole..."... (continua)

IL GIORNALE
23 AGOSTO 2010
 
Medaglia d’oro ai cani da soccorso «azzurri»
 
Labrador, Golden Retreiver, pastori tedeschi sono stati protagonisti della seconda edizione del Campionato del mondo a squadre per cani da soccorso andato in scena per quattro giorni tra la Valle Seriana (Bergamo) e Ospitaletto (Brescia). Eroi della manifestazione e nella quotidianità, 54 splendidi esemplari a quattro zampe: intelligenti, rapidi e sempre pronti a scovare un disperso sotto le macerie o tra i boschi. La squadra italiana ha vinto la medaglia d’oro per la disciplina di ricerca in pista, mentre si è piazzata seconda nella ricerca di sepolti in macerie e dispersi in superficie. Francia e Finlandia hanno invece trionfato rispettivamente per la prima e la seconda ricerca. Le squadre in gara erano 18, provenienti da 8 nazioni: Italia, Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Slovenia e Ungheria. Composte da un capitano (senza cane) e 3 unità cinofile (cane e conduttore) le equipe si sono esibite in varie tipologie di soccorso. Tutti i team hanno inoltre effettuato la prova di destrezza e obbedienza.
Grande affiatamento e un ottimo gioco di squadra tra i conduttori sono stati i fattori chiave per il superamento di ogni prova. Ieri mattina la cerimonia di premiazione, al centro sportivo Saletti di Nembro: ad aprire la giornata le dimostrazioni del gruppo cinofilo dell’Esercito e della Guardia di Finanza, a chiuderla le premiazioni dei vincitori sotto le note degli inni alpini.

ROMAGNA OGGI
23 AGOSTO 2010
 
Cervia: bagno di folla per i cani da salvataggio
 
 
CERVIA (RA) - Tribune gremite e spettatori assiepati ovunque sul ponte mobile e lungo le banchine del porto canale di Cervia per assistere al penultimo evento inserito nella settimana del ‘Palio della Voga'. Sabato sera,  i migliori cani da soccorso d'Italia si sono sfidati per il trofeo nazionale dei cani da salvataggio titolato alla città del sale. I tifosi più accaniti dei baywatchers a 4 zampe sono stati proprio i bambini, che hanno assistito alle prodezze degli amici cani con licenza di salvataggio in uno spettacolo degno di una pellicola da film. Commovente lo spettacolo di dedizione e coraggio da parte dei fedelissimi bagnini scodinzolanti che si sono cimentati nell'apporto di cime e anulari e simulazioni di soccorso.È bionda e ha sei anni l'eroina 2010 quadrupede del soccorso in mare, il suo nome è  "Vespa" ed è uno splendido esemplare di Golden Retriever. A lei l'onore di raccogliere lo scettro di Gora, il terranova soubrette del piccolo schermo ed eterna vincitrice della competizione canina, congedatasi l'anno scorso dall'arena del "Palio" per godersi la pensione dopo 9 anni di intensa carriera e quattro di successi a Cervia. Tuttavia, anche Vespa compare a tempo perso in varie trasmissioni televisive, e si cimenta anche sul grande schermo. Gora l'ha seguita con attenzione dagli spalti, d'altronde hanno un migliore amico in comune: Francesco Arcostanza, alias "Chicco", addestratore di entrambe. Ritornando alla gara di sabato sera, la Golden ha regolato in finale la pur quotata Joy, un Chesapeake bay retriever, sconfitta l'anno scorso proprio da Gora."La mia cagna è stata molto regolare - spiega Chicco - certo, non ha la potenza di un Terranova, ma non sbaglia quasi mai". Ecco le anticipazioni di Chicco sull'edizione 2010: "Sto addestrando un "imberbe"  terranova che parteciperà alla prossima edizione". Nel frattempo,  si gode Vespa, un animale dolcissimo, che dopo ogni gara ha bisogno di tante coccole; è questo il suo premio, anche quando salva una vita. 

LA ZAMPA.IT
23 AGOSTO 2010
 
Italia, patria di bagnini a quattro zampe
 
In Italia ogni anno ci sono almeno 3000 salvataggi in mare. E sempre più spesso sono portati a termine da bagnini a quattro zampe. I cani lavorano sempre in coppia con una persona: il binomio porta molti vantaggi, come spiega Roberto Gasbarri Coordinatore per il centro e sud Italia della Scuola cani salvataggio. I cani più qualificati per il salvataggio sono i Labrador, i Golden Retriver e Terranova che hanno un istinto naturale per l'acqua. In tutta l'Italia esistono 12 scuole che addestrano i cani a diventare bagnini.
 
VIDEO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=29065&tipo=VIDEO

L'ARENA
23 AGOSTO 2010
 
ANIMALI D’AFFEZIONE. La Regione Veneto si appresta ad istituire il registro, mentre a ottobre in città ci sarà il corso
Fido troppe ore solo in casa? Niente paura, c’è il dog sitter
Lezioni obbligatorie per avere il patentino. Il sottosegretario Martini: «Un passo avanti verso la responsabilità sociale e civile»
 
 
Regione Veneto - Il recenti fatti di incuria nei riguardi degli animali da compagnia, spesso cani lasciati soli in appartamento per giorni, non ultimo quello che si lega alla sfratto della donna di 26 anni di Cadidavid che ha abbandonato nell’appartamento i propri gatti e il proprio cane senza cibo nè cure con la conseguenza che quest’ultimo è stato soppresso, ha riportato all’attenzione del pubblico la necessità di maggiori controlli, ma anche di una maggiore sensibilizzazione al rispetto per tutto ciò che vive.
Far portare fuori il proprio cane quindi non ha prezzo se a farlo sarà una figura professionale, come quella del dog sitter. I proprietari del miglior amico dell’uomo non dovranno più tornare dal lavoro di corsa, magari nella pausa pranzo, per far fare loro la dovuta passeggiata o sentirsi in colpa se non riescono ad avere il tempo per tutte le necessità dell’animale. Potranno stare tranquilli e affidarsi alle cure e premure di chi istruito saprà come comportarsi in ogni momento e per ogni situazione con il loro amato fido.
A breve nasceranno i registri regionali dei dog sitter e la Regione Veneto sarà tra le prime ad adottarlo. Ma per diventare dog sitter servirà partecipare ad un vero e proprio corso e conseguire un attestato. In città ce n’è già stato uno al quale hanno partecipato diversi istruttori cinofili e addetti del settore. Ma non è precluso a nessuno, anzi ad ottobre ne partirà un altro organizzato dal centro di educazione cinofila Verona dogs e si terrà in via Colonnello Fincato al centro “Wash dog”.
Il grande passo in avanti verso la «responsabilità sociale e civile», come dice la sottosegretaria al ministero della Salute, Francesca Martini, è dovuto proprio al suo disegno di legge. Nel ddl per la tutela degli animali d’affezione e prevenzione al randagismo, presto all’esame del Consiglio dei Ministri, è inserito l’obbligo di frequentare corsi di formazione al fine di acquisire competenze indispensabili per gestire correttamente gli animali dati in affidamento. Insomma nulla è lasciato al caso, al punto che la stessa Martini partendo proprio dalla legge che evidenzia come il proprietario o chi ha in custodia il cane ne sia responsabile penalmente e civilmente, invita la Regione Veneto ad un incontro a breve per fissare con una delibera gli standard di qualità da seguire per il corso di dog sitter.
«Ben vengano le associazioni che si preoccupano di attivare questi corsi», dice Martini, «fino ad oggi sono state proprio loro a doversi sobbarcare nella grande maggioranza dei casi l’impegno di tutela ed educazione degli animali d’affezione. Oggi grazie anche al nostro lavoro possiamo far in modo che vengano regolamentare nuove figure». Per Martini «il» o «la» dog sitter non è una figura da sottovalutare, tutt’altro. «In un momento di crisi economica il dog sitter appare a molti giovani come una via d’uscita per guadagnarsi qualche soldo, e non solo. Per quanti amano gli animali da compagnia è l’occasione per dedicarsi anima e corpo al benessere psico fisico degli animali d’affezione», spiega ricordando che i cani hanno bisogni che non si limitano alla sola passeggiata ma devono sentirsi accuditi ed amati. La "legge Martini” sta cambiando quindi anche i comportamenti di tanti proprietari che non si fidano più di chiedere al vicino di casa di far fare quattro passi al proprio cane, vogliono che a prendersi cura del loro fido sia una figura specializzata. È evidente che la consapevolezza di essere custodi di un altro essere vivente si sta facendo largo, e lo si evidenzia dall’abbassarsi del numero di abbandoni quest’anno sulle strade, «anche se c’è ancora molto da fare», assicura il sottosegretario Martini.
Ma chi controllerà i dog sitter e verificherà se sono regolarmente iscritti nel registro regionale? «La task force da me istituita collabora attivamente con i Nas, con la forestale, la polizia municipale, le guardie ecozoofile. Non è quindi escluso che gli stessi si preoccuperanno di verificare la professionalità di quanti porteranno a spasso il cane di un altro», assicura il sottosegretario.

LA PROVINCIA PAVESE
23 AGOSTO 2010
 
Inverno, la clinica per i piccoli animali
 
Massimiliano Scala
 
INVERNO (PV). Apre S.Elia, nuovo centro veterinario per piccoli animali domestici nel Parco biotecnologico pavese Inverno e Monteleone.  Si tratta di una struttura autonoma e inserita nel contesto del Parco, che amplia un’offerta già specializzata per quanto riguarda il mondo del cavallo offrendo cure anche ai piccoli animali domestici.  Il Parco Bio tecnologico Pavese, voluto e creato da Cesare Rognoni, si colloca come struttura d’eccellenza per la medicina veterinaria con particolare riferimento al mondo equino e alla riproduzione selezionata. Le attività in questo ambito fanno riferimento a Equicenter con cui collaborano un pool di medici veterinari di grande esperienza capaci di conferire alla struttura stessa una posizione di rilievo anche a livello internazionale. All’interno del centro operano poi realtà importanti come l’Uofaa, Unione operatori fecondatori artificiali, che ha stabilito nel Parco Biotecnologico Pavese la propria sede nazionale, una realtà presente in 68 province. E’ gestita e coordinata da Roberto Spelta e Ranieri Cirla, autori di numerosi testi specifici, che promuovono corsi anche in ambito nazionale per la fecondazione artificiale su bovini, suini, ovini, caprini cani e cavalli. A questa realtà la Camera di Commercio di Pavia aveva conferito nel 2008 il premio speciale «Sigillo d’Oro» per la sua lunga attività cominciata nel 1976. A completare il quadro c’è poi la fondazione Pasetti coordinata da Fausto Cremonesi e Elena Giulotto che si occupa di ricerca. Un “condominio” della medicina veterinaria capace di cure specialistiche con attrezzature all’avanguardia e di alta tecnologia che si afferma anche come centro di formazione permanente del settore ippico, stazione di monta equina, laborator io di ricerca, diagnostica per il cavallo atleta, centro convegni, consulenze per nuovi prodotti medicali.  Nella struttura sono attivi per la stagione di monta 2010 lo stallone svedese Super Light che ha vinto in carriera oltre un milione di euro, Cobol, americano che si è aggiudicato 417 mila dollari, Ideale Luis (265 mila euro) e Lemato campione di salto ostacoli. Il Parco biotecnologico Pavese è una centro il cui valore è riconosciuto non solo nella provincia di Pavia. -

LA ZAMPA.IT
23 AGOSTO 2010
 
Cani sportivi si sfidano al gioco del frisbee
 
La passione per il frisbee ha contagiato anche i cani: si chiama "Disc Dogging" la nuova disciplina sportiva che ha riunito a Budapest famiglie da tutto il Paese per uno dei primi campionati nazionali al mondo. È un frisbee a quattro zampe, che diventano sei se a giocare sono anche i padroni. Nella capitale ungherese i cani, appositamente addestrati, si sfidano davanti a una giuria, che premia l'abilità del cane ma anche il miglior rapporto con l'addestratore. Lo sport è molto diffuso negli Stati Uniti, e si sta diffondendo in Europa, soprattutto in Italia, Belgio e Germania. Durante la gara i cani sono divisi in categorie: lanci su lunga distanza, freestyle e debuttanti.
 
VIDEO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=29052&tipo=VIDEO
CORRIERE DI SIENA
23 AGOSTO 2010
 
Inchiesta sui cavalli - “Non negatività non significa doping”.
“Dovremmo iniziare a parlare seriamente di terapie”. Parla Giulio Predieri dell’Associazione industrie farmaceutiche
 
 
Elena Casi
 
SIENA - Un senso di incertezza, ecco che cosa stanno vivendo in questo momento i contradaioli, i senesi e gli addetti ai lavori in merito all'inchiesta che il pubblico ministero Mario Formisano sta conducendo in questi giorni relativa agli otto cavalli che, dopo le analisi effettuate a Pisa sono risultati non negativi. Come ha spiegato Formisano al Corriere di Siena : "Essendo venuti a conoscenza della non negatività di otto soggetti, in base all'art. 544-ter del codice penale relativo alla somministrazione di sostanze proibite agli animali, ci siamo visti obbligati ad indagare su questi casi di non negativita". Queste parole hanno suscitato ancora più confusione in alcuni degli otto proprietari, perché il dottor Formisano sembra non stia tenendo conto dei risultati dell'UnireLab che hanno visto tutti gli otto cavalli non negativi. Quale direzione effettivamente questa indagine stia prendendo ancora non è del tutto chiaro. Effettivamente, seguendo alla lettera il protocollo paliesco, nel corso delle previsite al Ceppo, i veterinari avrebbero dovuto effettuare solo quattro prelievi invece ne sono stati effettuati sei, anomalia ulteriore che ha messo in allarme chi sta conducendo le indagini. Sempre nel protocollo, non vi è alcun riferimento alla possibilità da parte del Comune di mandare di sua spontanea volontà le provette con il sangue dei cavalli risultati in prima istanza non negativi, ad essere analizzate in un altro laboratorio. Sembra infatti che la magistratura non stia tenendo conto dei risultati delle ulteriori verifiche di Milano, il pubblico ministero continua a parlare di casi di non negatività, ma secondo i risultati di Milano questi casi di non negatività non esistono. E' una fortuna dunque che tutti i proprietari dei cavalli abbiano richiesto in tempo le controanalisi a proprie spese, così come previsto dal regolamento. La situazione resta dunque e comunque molto ingarbugliata, il test Elisa torna ad essere sotto accusa per i troppi margini di errore, cavalli che ingiustamente non possono partecipare alle prove di notte e la tratta, la magistratura che indaga e ovviamente ancora una volta Siena ed il suo Palio sotto attacco mediatico. Titoloni di giornali che con lettere cubitali accostano la nostra Festa al doping: “E' davvero un dispiacere - spiega il professor Giulio Predieri, vicepresidente Associazione industrie farmaceutiche - vedere ancora una volta questo tipo di accanimento verso il Palio e le corse dei cavalli in generale. Appena esce un caso di non negatività, tutti gridano al doping. Ma non è così, non negativo, che tra l'altro sembra proprio che non sia il caso dei cavalli di Siena poi risultati negativi, non vuol assolutamente dire che il cavallo è dopato. E' questa definizione di fondo che avvelena le corse, la mancata distinzione tra doping e terapia”. Professore, che idea si è fatto di ciò che sta succedendo a Siena? “Sono molto dispiaciuto ovviamente. E' una situazione complicata. Ovvero, sarebbe semplicissimo se finalmente si iniziasse seriamente a parlare di terapia per l'animale e non di doping. Guardano al caso di Siena, dalle prime analisi otto cavalli sono risultati non negativi. Non negativi appunto non è come dire che il cavallo è stato sottoposto a doping. La non negatività in un cavallo significa che l'animale è molto probabilmente stato sottoposto ad una terapia per curare un qualsiasi tipo di acciacco che inevitabilmente può essersi procurato. Purtroppo però in Italia vige nell'animale la tolleranza zero. Mi spiego meglio: Buffon, portiere della Nazionale prima dei mondiali di calcio si è procurato un'ernia al disco e per quella patologia è stato curato con degli antinfiammatori. In questo caso, nell'uomo appunto, esistono delle colladuate metodologie di trattamento che nel regolamento sportivo sono appunto esenti da essere giudicati doping. Quando si parla di doping dell'uomo ci si riferisce dunque a delle sostanze prese per alterare le prestazioni fisiche. Nel cavallo questa distinzione non esiste. Dunque se curo un animale che ha bisogno, per la legge attuale io lo sottopongo a doping”. I cavalli in questione ad ogni modo sono risultati totalmente negativi alle analisi effettuate all'UnireLab. Cosa viene dunque contestato secondo lei? “La magistratura visti i risultati di Pisa sta tenendo conto del primo riscontro ovvero la non negatività, credo, è una mia personalissima idea. Se questo fosse il caso, i proprietari in questione avrebbero dovuto dichiarare quali sostanze erano state usate sul cavallo al momento della previsita. Ma visto poi che i soggetti sono risultati non negativi alle seconde analisi, evidentemente i cavalli davvero non sono stati sottoposti ad alcuna terapia, i proprietari non hanno quindi nascosto nulla e ancora una volta si verifica il fatto che il test Elisa è un metodo molto utile come screenig perché molto veloce, ma non è perfetto perché può dare dei falsi positivi. Inoltre si tratta di un test estremamente sensibile che può appunto dare delle false positività, ma non ci dice a quale sostanza il soggetto risulta essere non negativo”. Lei quindi che cosa potrebbe consigliare per evitare questi problemi? “Giustissimo fare l'Elisa come screening generale quando si devono controllare tanti cavalli, poi però il sangue degli eventuali soggetti non negativi andrebbero subito fatti rianalizzare in un altro istituto con metodologie diverse prima di affibbiare al cavallo il termine non negativo anche perché poi avendo gli occhi addosso da tutta Italia, iniziano subito le maldicenze e si parla di cavalli dopati al Palio. Inoltre andrebbero introdotti dei livelli sotto i quali il cavallo non venga definito non positivo. Per il bene della Festa senese sarebbe davvero opportuno iniziare con le analisi qualche giorno prima per avere tutto il tempo di effettuare i relativi controlli prima che inizi la Festa”. Lei da sempre, sostiene a gran voce di smetterla con la tolleranza zero e promuovere invece la possibilità di poter trattare un cavallo. “Si, ci tengo tantissimo a spiegare il motivo: se io, proprietario eseguo una terapia al mio cavallo che ha dei problemi o risentimenti, lo faccio per tutelare il suo benessere. Eliminare questa tolleranza zero è l'unica arma per combattere davvero il doping. Quando si parla dei cavalli bisogna tener conto della tutela del valore, perché un cavallo ha un suo valore economico, basti pensare agli anni di selezione che ci sono dietro ad alcuni soggetti. Poi va assolutamente tutelato il benessere del cavallo. Senza il farmaco non si tutela il benessere. Bisogna combattere l'utilizzo di farmaci per aumentare le prestazioni ma non certo quelli usati per curare. Se un proprietario ricorre ad una terapia con farmaci legittimi fa qualcosa di benemerito. Così come esiste per uno sportivo la possibilità di curarsi deve esistere anche per un cavallo”. Lei è sempre più impegnato in convegni internazionali che riguardano appunto questa delicata materia, inoltre ha partecipato a tutti i tavoli di discussione sulla normativa Martini. Come procedono i lavori? Siete vicini a delle conclusioni che oltretutto riguarderanno da vicino anche il Palio? “Esistono al momento ancora due correnti che si scontrano: la prima, utopistica e romantica che non prevede l'eventualità di patologie nell'animale da dover curare con i farmaci e che dunque proseguono a chiedere la tolleranza zero, che dunque non prevede neanche alcuna riscontrabilità di traccia del farmaco. La seconda invece è molto piu razionale, lotta con fermezza contro il doping ma non nega la terapia. Io seguo la seconda corrente di pensiero. Tutelare l'animale non significa certo negargli la possibilità di essere curato adeguatamente. La tolleranza zero apre invece la strada alla menzogna, al nascondere l'uso di sostanze, a trovare sempre medicinali diversi che magari non vengono ancora riconosciuti e visti dalle analisi, medicinali magari davvero dannosi per il cavallo. Oggi si sta assistendo ad una battaglia tra guardie e ladri, dove purtroppo vincono i ladri” .

COMUNICATI-STAMPA NET
23 AGOSTO 2010
 
Un nuovo ospedale per le tartarughe sulla Grande Barriera Corallina
Aperto un Turtle Hospital nel Reef HQ Aquarium. Fino a fine marzo è la stagione delle tartarughe sulle coste del Queensland
 
Il Reef HQ Aquarium a Townsville ha aperto un nuovo ospedale per le tartarughe. Nel Turtle Hospital vengono ricoverate e curate tartarughe ferite e malate. L’obiettivo è di riuscire a curare gli animali ammalatesi per lo più per cause umane, così che un giorno possano essere di nuovo riportati in mare. I visitatori del Turtle Hospital si fanno un’idea sulla vita di questi animali marini durante una visita guidata e possono perfino stargli vicini durante le cure.Già da anni il Reef HQ cerca di informare i visitatori sugli abitanti della Grande Barriera Corallina, che ospita sei delle sette specie di tartarughe marine esistenti. Il Reef HQ è la dimora di centinaia di piante e animali diversi. Con una capacità di tre milioni di litri di acqua è fra gli acquari corallini più grandi del mondo.
Il Reef HQ a Townsville, città a sud di Cairns e punto di partenza per escursioni a Magnetic Island e nell’Outback, è aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 17. Il biglietto d’ingresso all’acquario comprende la visita dell’annesso ospedale delle tartarughe e si aggira sui 14 euro. Ulteriori dettagli sul Turtle Hospital all’indirizzo www.ReefHQ.com.au e www.TownsvilleHolidays.info.
I turisti che si recheranno nel Queensland nei prossimi mesi avranno la possibilità di osservare le tartarughe nel loro habitat naturale. Tra dicembre e marzo, appena fa buio, centinaia di tartarughe marine tornano sulla terraferma per il periodo della cova. Scavano buche nella sabbia e vi depongono le loro uova; circa sei-otto settimane più tardi le uova si schiudono e le neonate tartarughine iniziano a muoversi verso il mare. I dintorni della città costiera di Bundaberg, a nord di Brisbane da cui dista circa quattro ore di auto, rappresentano una delle principali aree di cova delle tartarughe marine del Pacifico meridionale e sono perciò famosi come luogo privilegiato per il “Turtle-Watching”. Nel vicino Mon Repos Conservation Park è stato allestito un nuovo “Turtle Trail”. I ranger accompagnano le persone interessate direttamente ai luoghi di cova, in modo da non disturbare gli animali ed assistere ad uno spettacolo naturale eccezionale. I tour notturni costano sui 5 euro per gli adulti e 3 euro per i bambini. Maggiori informazioni su www.BookBundabergRegion.com.au.
Informazioni generali in lingua tedesca sul Queensland all’indirizzo www.queensland-australia.eu/it.

IL PICCOLO TRIESTE
23 AGOSTO 2010
 
Pesca colpevole
 
La prof. Hack in una segnalazione ritiene di poter colpevolizzare quanti si dedicano all’esercizio della pesca quale apprendimento di una tecnica, siano bambini o genitori. Sembra di essere fuori dal mondo: se uno non comincia da piccolo non apprenderà facilmente il mestiere del pescatore. Che poi non tutti quelli che si esercitano in tale attività diventeranno professionisti non sembra rilevante: molti iniziano un percorso che in seguito abbandonano. L’evoluzione poi da pescatore dilettante alla delinquenzialità sembra una forzatura dettata da una malintesa proporzionalità tra il valore dell’essere umano e dell’animale. La pesca sfama buona parte della popolazione mondiale e non credo ci si debba angosciare ogni qualvolta si mette in tavola un «sardon»: qualcuno doveva ben tirarlo fuori dall’acqua, con tutte le conseguenze negative per lo stesso. Sarebbe opportuno cercare di vedere le sofferenze umane con occhi più comprensivi di quelli riservati agli animali, e su queste esprimere tanta indignazione e partecipazione. Stelio Fiore

LIBERO
23 AGOSTO 2010
 
ANIMALI:AVVISTATI AIRONI A LAMPEDUSA
 
Palermo - Gli spettacolari aironi fanno tappa a Lampedusa (Agrigento). Esemplari dell'uccello acquatico sono stati avvistati dagli esperti dell'area marina protetta nella piu' grande delle isole Pelagie. Non e' improbabile per un turista incontrare l'elegante animale, appartenente alla famiglia degli Ardeidi, facendo un bagno nelle calette sabbiose dell'isola. L'habitat di Lampedusa induce gli uccelli a fare tappa qui durante la migrazione verso sud, che avviene tradizionalmente tra fine agosto e inizio autunno. L'isola si conferma un paradiso naturalistico. Solo qualche settimana fa alcuni bagnanti erano scappati dal bagnasciuga perche' impauriti da una pinna che sembrava quella di un pescecane, ma si trattava di una splendida aguglia gigante. Non e' raro al tramonto vedere a Linosa migliaia di berte che all'arrivo del motoscafo o della barca si sollevano all'unisono, o incontrare a febbraio balene lunghe 20 metri. Tutto cio' nell'attesa che nidifichi la foca monaca, come gia' avveniva in passato. Infine l'innocuo squalo grigio e' visibile immergendosi nei pressi dello scoglio disabitato Lampione. "Questo e' un paradiso ambientalistico - dichiara il direttore dell'Amp Giuseppe Sorrentino - e la tartaruga caretta caretta e' solo la punta dell'iceberg. Noi dell'area marina protetta, realta' del comune di Lampedusa e Linosa, lavoriamo per proteggere tutto questo e preservarlo per i posteri. Venite a trovarci perche' e' difficile trovare in Italia un'oasi naturalistica come questa".

IL RIFORMISTA
23 AGOSTO 2010
 
Un cucciolo di alligatore ritrovato a New York sotto una macchina
A Queens. Salvato da veterinari, verrà reinserito nel suo habitat
 
 
Roma - La leggenda urbana diventa, almeno in parte, realtà: le fogne di New York non albergheranno frotte di coccodrilli famelici, ma almeno un cucciolo di alligatore come quello ritrovato nel quartiere di Queens. Come riporta il New York Times, il "piccolo", lungo circa 60 centimetri, ha trovato rifugio sotto una macchina da dove è stato prelevato dai veterinari: sarà trasferito in una clinica specializzata per essere poi reinserito nel suo habitat naturale. Il possesso di simili animali è illegale, ma il Wild Care and Control Center di New York si occupa ogni anno di circa quattro fra coccodrilli e alligatori, che iniziano la carriera come improbabili mascotte da compagnia per poi essere abbandonati una volta troppo cresciuti.
LA REPUBBLICA
23 AGOSTO 2010
 
ANIMALI, FORESTALE: "GROSSA IGUANA RITROVATA ALLE PORTE DI ROMA"
 
"Un esemplare di iguana di circa un metro è stato recuperato e salvato oggi dal personale del Servizio CITES del Corpo forestale dello Stato a Casal Palocco alle porte di Roma. L'esemplare, avvistato da una signora romana nei pressi della propria abitazione, è stato subito messo in sicurezza dai Forestali e dal personale della Protezione Civile del Comune di Roma, giunti sul posto immediatamente dopo la segnalazione. L'animale esotico, protetto dalla Convenzione di Washington che tutela il commercio delle specie minacciate di estinzione, sarà trasportato presso un centro di recupero di fauna selvatica in provincia di Rieti che provvederà a fornire le cure necessarie per il suo sostentamento. I Forestali stanno ora svolgendo le opportune indagini per risalire a chi abbia potuto abbandonare l'iguana e non si esclude l'ipotesi che possa essere stata abbandonata in quanto proveniente dal traffico internazionale di specie protette. Altra ipotesi, meno probabile, è che l'animale possa essere sfuggito inavvertitamente al proprietario". Lo comunica, in una nota, il Corpo Forestale. "Il ritrovamento dell'iguana - prosegue la nota - è l'esempio di come non siano più solo i cani e i gatti ad essere abbandonati durante il periodo estivo, ma sia sempre più frequente l'abbandono di animali esotici. A tal proposito basta ricordare i due pericolosi serpenti a sonagli catturati nella Pineta di Castelfusano un anno fa, il caimano rinvenuto nel modenese, la tartaruga alligatore abbandonata a Roma o il pitone ritrovato in Toscana pochi giorni fa. A questi rinvenimenti di esemplari esotici si aggiungono poi gli avvistamenti di altri animali, per i quali però non vi è certezza della loro esistenza, come ad esempio la pantera ricercata orami da mesi nei dintorni di Palermo o la tigre avvistata nelle campagne fiorentine. Il Corpo forestale dello Stato raccomanda a tutti i cittadini di non acquistare animali di dubbia provenienza o dei quali non si conosce l'etologia e soprattutto consiglia di non comprare mai un animale solo perché esotico e poi scoprire di non essere in grado di gestirlo".

IL MATTINO
23 AGOSTO 2010
 
Sequestrati capi di bestiame di dubbia provenienza
 
Villanova (AV) - Sequestrati capi di bestiame di dubbia provenienza. L'esito dell'operazione condotta dai carabinieri è importante: 33 suini e un vitello finiti sotto sequestro.È accaduto a Villanova, dove è stato fermato un autocarro adibito a trasporto di animali. Alla guida del mezzo un 52enne di Afragola, in sua compagnia un 44enne di Cardito di Napoli. I suini erano, infatti, sprovvisti del regolare marchio auricolare. E così in un’azienda vicina per altri animali.
IL MATTINO
23 AGOSTO 2010
 
Sequestrati capi di bestiame di dubbia provenienza
 
Nicola Diluiso
 
VILLANOVA DEL BATTISTA (AV). Sequestrati capi di bestiame di dubbia provenienza. L'esito dell'operazione condotta dai carabinieri della Stazione di Zungoli è importante: 33 suini e un vitello finiti sotto sequestro. Il campanello d'allarme per un'indagine conclusasi nel giro di poche ore è scattato dopo un semplice posto di blocco. I militari dell'Arma, coordinati dal maresciallo capo Nicola Pierno, durante i servizi di controllo nel territorio di Villanova del Battista hanno fermato un autocarro adibito a trasporto di animali. Alla guida del mezzo un 52enne di Afragola, in sua compagnia un 44enne di Cardito di Napoli. I militari, insospettiti della loro presenza nel territorio ufitano, hanno iniziato a perquisire l'autocarro. E' bastato davvero poco ai carabinieri rinvenire due suini. I napoletani hanno cercato, in qualche maniera, di giustificare il trasporto degli animali, ma questo non è bastato a smorzare il fiuto dei carabinieri che hanno continuato ad indagare, accertando, così, la dubbia provenienza dei capi di bestiame. I suini erano, infatti, sprovvisti del regolare marchio auricolare, necessario - come da legge - per individuare l'esatta tracciabilità delle carni. Mentre i due commercianti napoletani non erano in possesso di alcun documento utile ad giustificare la provenienza e la destinazione dei due grossi suini. Per, rendere inconfutabile la loro azione, i carabinieri hanno interpellato anche il servizio veterinario dell'Asl di Avellino. Personale dell'azienda sanitaria, giunto sul posto, ha, così constatato la veridicità dei controlli effettuati poco prima dai carabinieri della stazione di Zungoli. A quel punto sono state messe in atto tutte le procedure necessarie per il sequestro sanitario degli animali. È chiaro, però, che nella loro azione investigativa, i carabinieri non si sono limitati a verbalizzare l'illecito, ma sono andati fino in fondo, riuscendo, così a individuare l’azienda dalla quale, poco prima, i due napoletani avevano prelevato i suini. Ed ecco la sorpresa. Giunti in contrada Serra delle Forche, i militari della Compagnia di Ariano Irpino, coadiuvati anche dal personale del corpo di Polizia Municipale di Villanova del Battista, al comando del maresciallo Roberto Carmine, hanno accertato la presenza di trentuno suini di origine incerta. Il sospetto che anche i restanti capi di bestiame fossero sprovvisti di regolare tracciabilità è stato subito confermato. Il proprietario dell'azienda agricola non ha saputo fornire alcuna documentazione, proprio come era accaduto, poco prima ai due commercianti napoletani. E così dopo il sequestrato degli altri trentuno suini, nei confronti dell'uomo, I.A. 44enne del posto, è scattato il provvedimento giudiziario. L'uomo, difatti, è stato deferito in stato di libertà per aver acquistato animali di sospetta provenienza. Stessa sorte è toccata ai due napoletani, A.G. e F.G., poiché si erano adoperati per fare acquistare o ricevere a svariato titolo i capi di bestiame in questione senza averne prima accertata la legittima provenienza. Delle operazioni compiute, i carabinieri hanno informato - come di prassi - il sostituto Procuratore di turno presso la Procura della Repubblica di Ariano Irpino, Michela Palladino. La notizia del sequestro dei 33 capi di bestiame ha fatto il giro del paese in breve tempo. Il titolare dell'azienda agricola è ben conosciuto in paese. Tra i consumatori non c'è assolutamente allarmismo, nonostante, l'assenza di tracciabilità sui capi di bestiame. «Non è affatto provato - sostengono alcuni cittadini di Villanova - che l'assenza degli auricolari sui suini sia prova della scarsa qualità delle carni».

IL CENTRO
23 AGOSTO 2010
 
L'orso aggressore trasferito in Trentino
 
PESCASSEROLI (AQ). Trascorrerà in Trentino il resto della sua vita l’orso bruno che a dicembre dell’anno scorso aggredì e ferì gravemente un operaio del Parco nazionale d’Abruzzo. L’orso sarà trasferito nel recinto del santuario di San Romedio in Val di Non. Dopo anni, dunque, l’oasi faunistica in provincia di Trento ospiterà nuovamente un esemplare di plantigrado. L’orso, attualmente ospite in un recinto del Centro visite di Pescasseroli gestito dal Pnalm, verrà trasferito entro la metà di settembre. In questi giorni si stanno completando gli adempimenti burocratici.  «Si tratta di un orso non marsicano», precisa Vittorio Ducoli , direttore del Parco nazionale d’Abruzzo, «il suo trasferimento era previsto già da un anno, prima dello spiacevole episodio che si è verificato a dicembre. Ce lo avevano chiesto dal Trentino e avevamo dato la nostra disponibilità, ma poi ci sono stati dei problemi burocratici». L’orso ha un peso di circa tre quintali ed è ospite del Parco nazionale d’Abruzzo da alcuni anni. Fu sequestrato in un circo. Il 10 dicembre dell’anno scorso aggredì Donato Paglia , operaio di 57 anni. L’uomo fu assalito mentre era impegnato nella pulizia del recinto. Riportò gravi ferite e fu ricoverato all’ospedale di Castel di Sangro. Sull’episodio furono aperte due inchieste: una interna del Parco nazionale d’Abruzzo e l’altra della Procura di Sulmona. Secondo gli esperti, però, l’orso non è pericoloso. Avrebbe aggredito l’uomo perché si sarebbe sentito minacciato.  Intanto il presidente del Parco Giuseppe Rossi ha lanciato un appello invitando i turisti e gli escursionisti a evitare visite di propria iniziativa nelle zone popolate dall’orso marsicano, «animale sempre a rischio di estinzione che ha bisogno di tranquillità», ha precisato Rossi. «Il recente avvistamento di 10 esemplari in una zona ben definita del Parco è una buona notizia, ma eventi simili potrebbero rivelarsi gravemente dannosi se non considerati nella giusta misura. Gli orsi marsicani», ricorda il presidente Rossi, «in questa stagione che coincide con il massimo afflusso turistico in zona, hanno bisogno di quiete e tranquillità e di alimentarsi in pace». C’e’ in proposito un provvedimento del 5 luglio scorso che regolamenta l’accesso del pubblico. «La gestione di questa nostra sparuta pattuglia di preziosi plantigradi è molto delicata», scrive il presidente, «e non può essere banalizzata con interferenze e con spettacolarizzazione a fini turistici e propagandistici». L’Ente Parco in vita turisti ed escursionisti a non recarsi autonomamente in queste aree, rispettando la regolamentazione in vigore fino al 3 ottobre prossimo. Raccomanda, inoltre, di segnalare al Parco ogni avvistamento di orsi, per permetterne un più attento controllo e un migliore monitoraggio ed evitare di «esporre questi straordinari animali a un eccessivo interesse, che potrebbe causare loro danni irreparabili».

IL SECOLO XIX
23 AGOSTO 2010
 
Prete ucciso da una fucilata. Sospetti sui cacciatori
E' il parroco di longarone, guidava un gruppo spirituale nella murgia barese
Centrato da un solo colpo mentre dormiva in un sacco a pelo all'aperto. Forse scambiato per la sagoma di un animale
 
Roberto Buonavoglia
 
BARI. Un colpo di fucile all' addome sparato nella notte da una distanza di 30 metri. Cosìè stato ucciso, mentre dormiva nelle campagne di Altamura (Bari), il parroco della chiesa di San Martino di Longarone (Belluno), don Francesco Cassol, di 55 anni. A ucciderlo potrebbe essere stato un cacciatore di cinghiali che ha scambiato il sacco a pelo in cui dormiva il sacerdote per la sagoma di animale e ha fatto fuoco.
Il religioso guidava un gruppo di una ventina di giovani, anche stranieri, che partecipavano al raid Goum nella Murgia barese. Dovevano essere nove giorni di relax spirituale per il gruppo di viandanti laici, che dal 18 al 26 agosto avevano deciso di camminare, pregare e digiunare sotto il sole cocente e la sera dormire nei sacchi a pelo sotto le stelle in quello che chiamavano il "deserto pugliese". Proprio nel sacco a pelo si trovava a mezzanotte don Francesco quando una persona, appostata in una buca, ha preso la mira e ha sparato un proiettile con un fucile automatico. Poi l' assassino è fuggito nella penombra a bordo di un'auto. Alcuni giovani del gruppo hanno sentito il rumore sordo del proiettile e si sono svegliati. Poi hanno udito a distanza il rombo del motore di un'auto che si allontanava. Nessuno però si è alzato per verificare che cosa fosse accaduto. Stamattina all'alba la scoperta: don Francesco era morto dissanguato e il foro di proiettile trovato sul suo sacco a pelo spiegava anche come.
È stato dato l'allarme e sono cominciati gli accertamenti dei carabinieri che hanno trovato il bossolo del proiettile a poca distanza dal cadavere, vicino al "Pulo" di Altamura, una grande depressione carsica della terra che appare come un grande cratere. Quasi subito è stata scartata l'ipotesi che l'assassino del sacerdote fosse all'interno del gruppo spirituale. Perché don Francesco era una persona aperta e conciliante e metteva entusiasmo in tutto ciò che faceva. Era molto impegnato nel sociale tanto da diventare negli anni una delle colonne della diocesi di Belluno.
Le indagini si sono quindi concentrate anche sulla vendetta di un uomo che non voleva che il gruppo si fermasse a dormire sui campi di cereali appena trebbiati. Una pista, questa, che è stata abbandonata dopo che è stato trovato, a circa 30 metri di distanza dal cadavere, il bossolo del proiettile calibro 30.06 (simile al 7.62) con il quale è stato assassinato il religioso. Un calibro, quella della carabina, utilizzata soprattutto per la caccia al cinghiale. A quel punto si è subito fatta largo la pista del cacciatore che ha scambiato il sacco a pelo per la sagoma di un animale. Un errore che si è rivelato fatale. Nel barese è in corso da ieri una caccia all'uomo per risalire all'autore del delitto che ha scosso tutta la comunità bellunese.

GEA PRESS
23 AGOSTO 2010
 
Altamura (BA): uccisione di Don Casson
Misteri di caccia? Come agiscono i bracconieri di cinghiali
 
 
GEAPRESS – Certo che se fosse appurato che ad uccidere il povero don Francesco Casson fosse stato un bracconiere, la Ministra Brambilla aveva più di una ragione ad opporsi ai nefasti provvedimenti libera caccia per fortuna bloccati la scorsa primavera. La pericolosità di alcune forme di caccia anche per gli ignari cittadini, era stata sottolineata anche dai Carabinieri i quali proprio agli inizi di agosto (vedi articolo GeaPress) avevano in tal senso giudicato il risultato di una mega operazione notturna antibracconaggio da loro condotta nelle campagne di Monreale (PA). Inoltre, è proprio di queste ore la protesta degli abitanti del quartiere Camilluccia di Misano Adriatico (RN) esasperati dai botti che avvertono in periodo di caccia ed impauriti dai pallini che piovono anche dentro casa.Intanto con un colpo di fucile è finita la vita di chi aveva cercato nel contatto con la natura la tranquillità che a molti fa piacere interrompere per una carcassa di cinghiale magari da rivendere ad un ristorante del luogo. Tra l’altro, chi spara ai cinghiali, è in genere un conoscitore del luogo, specie se si muove di notte e singolarmente. Soprattutto nelle zone boscate avviene invece la battuta di caccia,  perciò non nella murgia di Altamura. Le voci dei battitori, tra l’altro, avrebbero svegliato il gruppo di ragazzi guidati da don Casson.Rimane pertanto l’ipotesi di un singolo bracconiere. Recentemente uno di essi ha pure dato fuoco ad un bosco pur di snidare i cinghiali (vedi articolo GeaPress). In genere il cinghiale, anche nelle zone aperte, viene attirato con del cibo, mandorle od altra pastura. Un’ alternativa possono essere le zone fangose (nelle zone dell’assassinio di Don Casson aveva piovuto), dove il suino ama rotolarsi. Pozza o pastura che sia il bracconiere si apposta pazientemente ed appena il cinghiale è a tiro completa l’opera.Sembra strano che il cacciatore di Altamura abbia commesso l’errore. Un cinghiale, anche di notte, si nota e soprattutto si sente. Stanno in branchi anche numerosi e con continuità grugniscono. Se di bracconiere si tratta, deve trattarsi probabilmente di una persona inesperta la quale però, nel marasma venatorio italiano, trova facile mimetizzazione nel gran numero di bracconieri di cinghiali che caratterizza il nostro territorio.
LIBERO
23 AGOSTO 2010
 
SI COSTITUISCE BRACCONIERE CHE HA UCCISO IL PRETE
IL CACCIATORE DI PRESENTA AL COMMISSARIATO "NON POTEVO VIVERE CON QUESTO PESO"
 
Risolto il mistero del parroco ammazzato nella notte di sabato nel pugliese. Gli inquirenti erano sulla strada giusta quando hanno indicato un possibile errore umano di un bracconiere di cinghiali. Il colpevole si è costituito questa mattina perché non poteva “vivere con questo peso sulla coscienza”. I sospetti erano ricaduti su un cacciatore dopo il ritrovamento del possolo del proiettile con il quale è stato ucciso il prete.
Don Francesco Cassol, 55 anni, originario di Belluno, è stato trovato morto ieri ad Altamura, dove aveva portato alcuni giovani in ritiro spirituale. Freddato mentre trascorreva la notte nel sacco a pelo. A fonte dello sparo c’è stato l’errore del bracconiere che aveva scambiato il parroco sdraiato per la sagoma di un animale.

LA PROVINCIA DI COMO
23 AGOSTO 2010
 
Dopo le due denunce
Bracconaggio, tra i cacciatori nessuna solidarietà
 
Provincia di Como - Hanno colpito decisamente il mondo dei cacciatori le accuse mosse da guardie venatorie e carabinieri a Marco Semprini e Vito Benvenuti, entrambi dell'Erbese. I due sono stati sorpresi nella notte tra mercoledì e giovedì mentre si trovavano sulla strada che porta al Buco del Piombo, attrezzati con una pistola dotata di silenziatore per una caccia illegale. La procura della Repubblica di Como ha aperto nei loro confronti un fascicolo per bracconaggio e, per il solo Semprini, anche per detenzione di arma clandestina, in quanto la pistola aveva la matricola abrasa.
Fra gli amanti delle doppiette non scatta il meccanismo della solidarietà. «Si tratta di persone che, se la dinamica fosse quella ricostruita, meritano una pena della massima durezza - sostiene per esempio il responsabile dei cacciatori di Lasnigo, Donatel lo Puerari, che conosceva i due erbesi -. Rovinano la rispettabilità dei cacciatori veri, con atteggiamenti di questo tipo».
Pare fra l'altro che Semprini avrebbe dovuto trovarsi sull'altro fronte, considerato che l'amministrazione provinciale lo aveva abilitato alla caccia di selezione era cioè tra i prescelti a ridurre con criteri scientifici la fauna selvatica in eccesso. Spiega Puerari: «Può sparare da giugno sino a fine gennaio, otto mesi l'anno, sparare regolarmente. Non può e non deve comportarsi così. I cacciatori hanno una responsabilità, chi ha fatto la 'spiata', se è accaduto così, ha fatto assolutamente bene. Ci vogliono due dita di testa e coscienza, sono persone che conoscono le regole. Bracciali per gli animali, cartolina da compilare con la zona di caccia.... Ci sono norme chiare, forse alcuni non sono semplicemente cacciatori. Da tempo non si spara più per mangiare, quindi mi devono spiegare che mai è passato loro per la testa. Invito i cacciatori a segnalare sempre situazioni simili».
 

 

            23 AGOSTO 2010
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


 
IL MATTINO
23 AGOSTO 2010
 
Ha preso, in mezzo ad altri animali, giusto e solo lui/lei.
 
Portici (NA) - Ha preso, in mezzo ad altri animali, giusto e solo lui/lei. Non ci ha guadagnato nulla ma era convinto di azzoppare un progetto che, anche se lui non lo capisce, era qualche cosa di più di una storiella colorita: era una via in più ai misteri della pasta di cui siamo fatti noi viventi, il Dna. Non a caso attorno ai ricercatori di Portici l’attesa e la curiosità erano altissime. Perchè è misterioso il meccanismo che conduce un animale, in questo caso nato e cresciuto brado in una pioppeta in Versilia, a dotarsi ormai adulto anche di tutte le caratteristiche dell’altro sesso: restando a tutti gli effetti anche la femmina che era. Sembrava una conferma della possibilità che il nostro codice genetico ha di attivare parti silenti, in base agli stimoli dell’ambiente: il gallo/gallina, infatti, era passato dalla libertà al pollaio causa incursioni della volpe, come nelle fiabe di Calvino. E si era inventata/o questa strana soluzione. Penne, cresta, rostri e canto da gallo. Aggressività maschile. Peso e muscolatura raddoppiati. All’Università di Edimburgo hanno da poco ultimato lo studio di un caso simile. A Portici, sotto la guida del porfessor Donato Matassino, professore emerito di miglioramento genetico e presidente del Consorzio per la sperimentazione e divulgazione di biotecniche innovative di Benevento, stavano facendo lo stesso con il nostro gallo/gallina. Dna, prelievi di sangue, ecografie. Il gallo/gallina lascia un dossier aperto ed un gruzzoletto d’uova. Non è la prima volta che Matassino, vero uomo di scienza dagli interessi che vanno dalla genetica alla teologia, si imbatte nel predatore bipede scassa-uova. Anni addietro si vide sottrarre in 24 ore e ridurre a bistecche una colonia di bovini geneticamente selezionati e preziosissimi: si precipitò al mattatoio ma il misfatto era consumato. Il predatore bipede, all’epoca, ebbe le fattezze di un burocrate la cui nefandezza contro la scienza fu, formalmente, del tutto legale. Ma quel progetto non riuscì a fermarlo: oggi, infatti, è sfociato nell’appassionante sfida - raccontata da Il Mattino - di resuscitare dall’estinzione il grande uro, un bovino primordiale in grado rendere democratico l’accesso alla bistecca (che fa un gran bene a chi se la può permettere ndr), non pesa sull’ambiente e costa poco. Il primo vitellino del progetto è nato pochi mesi fa. Il secondo durante l’estate. Un piccolo passo verso un mondo migliore e abitabile. Così speriamo che anche quel che resta del gallo/gallina porti lo stesso il suo piccolo sasso alla costruzione. In quanto a lei/lui, ci piace immaginarlo evaso e libero, lontano dalla volpe. Come in una fiaba di Calvino. Simbolo di quello che non capiamo e che ci sfida.

YAHOO NOTIZIE
23 AGOSTO 2010
 
Medicina: a breve test su uomo farmaco contro virus Ebola
 
(ANSA) - ROMA, 23 AGO - Potrebbero partire a breve i primi test sull'uomo di un farmaco che si e' rivelato promettente contro il virus Ebola. Lo scrive la Bbc, che afferma che l'Fda ha dato il via libera a un piccolo trial dopo promettenti risultati sulle scimmie. Il farmaco e' sviluppato dall'US Army Medical Research Institute of Infectious Diseases e dalla AVI BioPharma. Si basa su due molecole che attaccano un gene specifico del virus, e si e' rivelato efficace al 60% nelle scimmie con Ebola.
 
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