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LA REPUBBLICA
23 LUGLIO 2011
Abbandonato in auto sotto il sole cane salvato dai carabinieri
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Il cane salvato dai carabinieri
Roma - e l'animale, intorno alle 13.30, un militare della stazione di piazza Venezia. Il cocker, dopo le cure del veterinario, è adesso in buone condizioni. Denunciata la proprietaria
Lasciato in un auto sotto il sole per due ore. Un cocker è stato salvato dai carabinieri della Compagnia Centro, tirato fuori in pessime condizioni dalla vettura della sua padroncina. A notarlo, verso le 13.30, è stato proprio un militare della stazione di piazza Venezia. La proprietaria è stata denunciata in stato di libertà, per maltrattamento di animali. Il cane, trasportato con urgenza dal veterinario, adesso è in buone condizioni.
IL TEMPO ROMA
23 LUGLIO 2011
Via Urbana Coker nell'auto salvato dall'Arma Ha lasciato il suo cane chiuso in auto sotto al sole per due ore.
L'animale è stato tirato fuori dalla vettura in gravissime condizioni dai carabinieri che lo hanno soccorso e portato da un veterinario.
Roma - È accaduto in via Urbana. A notare il cane, un cocker, verso le 13.30 è stato proprio un militare della stazione di piazza Venezia che ha fatto scattare l'allarme. La proprietaria del povero animale è stata denunciata per maltrattamento di animali. Il cocker, dopo le cure veterinarie si è ripreso e come mostra la foto è ora in buone condizioni grazie al provvidenziale intervento della Benemerita che dimostra sensibilità e attenzione verso gli animali.
SANREMO NEWS
23 LUGLIO 2011
Sanremo (IM): cane abbandonato in via Caduti del Lavoro per oltre 24 ore, si cerca il proprietario
Oltre alla multa per divieto di sosta, rischia una bella sanzione per abbandono di animale.
Un cagnolino abbandonato in un’auto per più di 24 ore. E’ accaduto, tra ieri ed oggi in via Caduti del Lavoro a Sanremo, nei pressi dell’ex stazione della funivia. Un piccolo barboncino è stato lasciato all’interno della macchina, una vecchia Volvo 240, in mezzo ad una serie di elettrodomestici, vestiti ed altro, in uno spazio esiguo senza che si potesse muovere. E’ stato un agente della Polizia Municipale che, passato per multare l’auto (ed un’altra vicino) in sosta vietata, ha notato l’animale. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, altri agenti della Municipale ed il servizio veterinario. Grazie agli uomini intervenuti è stata aperta la portiera anche grazie al fatto che era stato lasciato un piccolo spazio dal finestrino (altrimenti la bestiola sarebbe sicuramente morta sotto il sole cocente). Il cane ha il microchip e, quindi, sarà possibile risalire al proprietario che rischia una severa sanzione per abbandono di animale. Ora il cane verrà sottoposto ad una serie di cure, lavato e rifocillato.
(Nella gallery le foto del salvataggio)
http://www.sanremonews.it/2011/07/23/leggi-notizia/argomenti/cronaca/articolo/sanremo-cane-abbandonato-in-via-caduti-del-lavoro-per-oltre-24-ore-si-cerca-il-proprietario.html?cHash=9d3b5f3b63a1a7b15c11bfaa286304bd
IL FARO ONLINE
23 LUGLIO 2011
Rogo in una baracca, muoiono una donna e il suo cane
L’incendio è divampato in un accampamento abusivo a ridosso del Canale dei Pescatori
Maria Grazia Stella
Ostia (RM) - Tragedia in pineta. Nell’incendio della baracca muore una donna e il suo cane. Il rogo è divampato nel pomeriggio. Il corpo carbonizzato apparterrebbe a una donna che viveva all’interno di una casupola in via dei Pescatori, nei pressi della pineta di Ostia. Il cadavere appartiene ad una polacca di 43 anni che abitva lì con il marito. L'incendio sarebbe divampato attorno alle 18 di giovedì. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco, i carabinieri ed il personale dell’Ares 118 che hanno constatato la presenza del cadavere.
Accanto al corpo della poveretta, tra i resti della baracca, è stato trovato anche quello carbonizzato del suo cane. L'anno scorso due senza dimora erano morti nella stessa zona della pineta di Ostia dove sorge un accampamento abusivo. La baracca si trova all'interno di un intero insediamento abusivo dove vivono circa 12, 15 persone in altre cinque o sei baracche. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Ostia, che non escludono l'ipotesi di un suicidio. A causare l'incendio potrebbe essere stata una bombola per il gas o un condizionatore che si trovavano all'interno della baracca. Sull'episodio però ci sarebbero ancora molti elementi da chiarire: secondo quanto avrebbe riferito una testimone, la donna era spesso ubriaca e sarebbe entrata nella baracca in fiamme. Suo marito, un operaio connazionale, era al lavoro. Con lui, la 43enne sembra un rapporto conflittuale, fatto di discussioni e litigi. Erano anche intervenuti i servizi sociali del Comune. Altre due persone senza fissa dimora morirono lo scorso in quella zona, a poca distanza dal luogo dell'incendio. Nel 2010, in estate, una donna era morta soffocata dal rigurgito di alcool mentre era in coma etilico e due clochard erano morti assiderati a dicembre e poi a gennaio.
CORRIERE ADRIATICO
23 LUGLIO 2011
Rubato un cane guida Appello del proprietario
San Severino (MC) - Si sono portati via un cane labrador e ora il padrone, cieco, si trova senza guida. Di qui l’appello affinché chi lo ha preso lo restituisca. da una decina di giorni l’animale di proprietà di Edoardo Farroni è sparito. “Il 15 luglio attorno alle 17 scorso è uscito da casa di mio padre in via Mazzini - racconta - e non si è più visto. A quell’ora è solito andare in un grande giardino vicino, lo conoscono tutti nel quartiere, ma da allora non si è più visto. HO anche contattato i servizi comunali e i vigili urbani ma di lui nessuna traccia. Il cane ha dodici anni ed è un compagno prezioso da nove; senza di lui mi trovo in difficoltà. Mi rivolgo a chi lo ha preso perché lo restituisca: è un cane guida per ciechi e il suo valore va ben oltre la sua razza. Con lui posso anche salire sui mezzi pubblici e muovermi”. Chiunque lo abbia visto o abbia informazioni utili, può contattare Farroni al 333 9535502.
http://persietrovati.blogspot.com/2011/07/san-severino-mc-rubato-cane-labrador.html
IL GAZZETTINO PADOVA
23 LUGLIO 2011
Ancora una volta gli animali sono costretti a pagare gli errori degli uomini
Provincia di Padova - Ancora una volta gli animali sono costretti a pagare gli errori degli uomini... per la sete di uccidere i cinghiali sono stati introdotti nella zona dei Colli Euganei, in una regione dove non si trovano abitualmente in natura, ed ora che si sono ambientati, riprodotti e hanno bisogno di cibo per poter vivere ci si accorge che sono diventati un problema. Perchè devono pagare con la loro vita gli errori dei cacciatori? L'ecosistema non è minacciato dai cinghiali, loro sono un effetto della causa reale costituita dai cacciatori. Ora con la soluzione adottata dall’Ente Parco cosa si pensa di ottenere? Spesso quando viene abbattuto un capo dominante, quello che regola la riproduzione del branco, le nascite poi spontaneamente aumentano per compensare le perdite subite, pertanto si crea ancora più squilibrio. E' stato dimostrato che se gli animali fossero lasciati vivere in base alle loro leggi naturali, se i cacciatori non rompessero i loro equilibri e avessero a disposizione abbastanza spazio vitale, sarebbero in grado di autoregolarsi! Pertanto chiediamo che vengano trovate soluzioni alternative e venga revocata la decisione di uccidere gli animali.
Marcello Dell'Eva presidente Movimento Vegetariano No alla caccia
IL GAZZETTINO
23 LUGLIO 2011
S. GIORGIO DELLE PERTICHE (PD) Il Tribunale libera i 20 cani da caccia della famiglia Betto
I venti cani da caccia della famiglia Betto tornano a casa, a Arsego di San Giorgio delle Pertiche. Il Tribunale del riesame (presidente Rita Bortolotti, giudici a latere Maria Carla Majolino e Elena Lazzarin) hanno annullato il decreto di sequestro preventivo firmato dal giudice delle indagini preliminari lo scorso 2 luglio. Scrivono i giudici nell’ordinanza: "Il Collegio ritiene che alla luce della relazione del medico veterinario dell’Ulss 15 del 28 giugno, che testimonia ad un primo esame visivo la buona salute dei cani dei Betto e le sufficienti condizioni igieniche di ricovero degli animali, non sussista il pericolo ravvisato dal Gip. Si pone pertanto la restituzione dei cani ai ricorrenti". Il Tribunale del riesame ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Roberto Morachiello, legale della famiglia Betto. L’8 maggio le guardie zoofile di Padova si erano recate ad Arsego e avevano presentato un rapporto al pubblico ministero Maria D’Arpa a dir poco drammatico. Insomma, i venti cani da caccia erano tenuti in modo bestiale, in mezzo ai rifiuti e anche ai cadaveri di animali in putrefazione. E il 27 giugno la polizia locale della Federazione dei comuni del Camposampierese sono andati a prendere i cani con un ordine del Gip. Cinque sono stati affidati al canile di Presina, gli altri in una pensione.L’avvocato Moracchiello è ricorso al riesame contro il provvedimento del Gip. Innanzitutto sosteneva che il provvedimento era privo di motivazioni. Il veterinario sosteneva che i cani erano in buono stato di salute. Poi le guardie zoofile hanno agito in modo strano e senza avvisare i signori Betto che potevano farsi assistere da un difensore. I giudici hanno accolto le tesi del difensore.
MODENA QUI
23 LUGLIO 2011
La pericolosa moda di importare i cuccioli
La tratta dei cani dell’Est. Sono cani di razza, appetibili per il buon prezzo per cui si possono acquistare, ma nascondono mesi e mesi di maltrattamenti, e condizioni in cui crescono, che in Italia verrebbero perseguite per legge. Ci sono cuccioli provenienti dalla Romania, dalla Slovenia, dall’Ungheria, e secondo le statistiche delle diverse associazioni animaliste, nel nostro Paese ogni anno sono importati almeno100mila cani, nonostante il costante impegno della Guardia di Finanza per garantire un adeguato controllo che avvilisca questa moda.
Arrivano in Italia che hanno già il destino segnato. Le loro condizioni igienico sanitarie, infatti, al di là di qualche flebile eccezione, sono molto precarie. Vengono fatti riprodurre contro la loro natura etologica, e crescono in cattività senza alcuna vaccinazione, senza la giusta custodia e senza un briciolo di libertà. Sono mantenuti, fin da cuccioli, il più delle volte in gabbie e quando arrivano in Italia illegalmente sono ammassati senza un briciolo di coscienza. Sono cuccioli che appagano una richiesta, quella dell’acquisto che non sia dispendioso, ma purtroppo vivono molto poco. Un cane, figlio di questa tratta costa fino a 20 volte in meno rispetto a un cane della stessa razza acquistato in un allevamento. Ma arrivati in Italia i cuccioli sono già ammalati e la loro vita è molto precaria, anche se con i nuovi padroni potrebbero stare meglio, arrivano infatti in una casa accogliente finalmente, ma senza i farmaci con cui sono imbottiti fino alla vendita non resistono più di qualche giorno. Solitamente si ammalano di Cimurro, una malattia per loro mortale, infettiva e contagiosa. L’identità è falsata insieme ai vaccini e al microchip che gli verrà inoculato. E’ un vero e proprio mercato nero che arricchisce le tasche dei ‘delinquenti’ e causa la morte a migliaia e miagliaia di cuccioli. E questa tratta, non riguarda solo l’amico più fedele dell’uomo, purtroppo coinvolge anche diverse colonie feline.
TG COM
23 LUGLIO 2011
Montana, 55 husky uccisi dal loro padrone Li dispone a stella e si corica tra di loro
Ha sparato anche ad un agente di polizia: fermato
Ha sparato a 55 dei suoi husky, ha disposto i loro cadaveri a forma di stella e poi si è coricato tra loro. Protagonista dell’incredibile strage canina Peter Northcutt, che ha freddato i suoi animali nel Montana.Il fratello, che ha assistito alla scena, ha chiamato subito lo sceriffo di Joliet, nella contea di Carbon, per paura che Peter volesse suicidarsi. Ma quando i poliziotti sono arrivati sul posto, l’uomo ha aperto il fuoco, ferendo uno di loro.“Se non vuoi essere coinvolto in questa cosa, vattene”, ha intimato Nortfcutt ad un agente che cercava di avvicinarsi. Gli agenti di polizia hanno così chiamato le squadre speciali.Dopo aver finito di trucidare i suoi cani da slitta, si è disteso tra loro. Gli agenti l’hanno trovato così, vivo ma inerte, e l’hanno fatto trasferire nel vicino ospedale di Billings.Le accuse a suo carico sono aggressione a pubblico ufficiale e crudeltà aggravata contro gli animali. L'unica consolazione, è che almeno dieci di loro sono stati risparmiati.
LA ZAMPA.IT
23 LUGLIO 2011
Australia, cane canterino si salva dal braccio della morte
Il quattrozampe era scomparso dopo la morte del suo padrone ed era finito in un canile
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Sydney Un vecchio cane canterino si è salvato dal «braccio della morte» di un canile municipale in Australia, eseguendo il motivo più richiesto del suo repertorio: la canzone di auguri Happy Birthday. Il padrone del 17enne terrier, l'italo-australiano Edoardo (Eddie) Vassallo, era morto tre mesi fa a 82 anni, e nella confusione che era seguita il cagnolino, di nome Patches, era scomparso e poi finito nel canile di Mildura, in Victoria.
I familiari del defunto avevano cercato disperatamente di ritrovarlo ma le ricerche del terrier, che aveva imparato a guaire in sintonia quando il padrone cantava, sembravano ormai vane, finchè un volontario della protezione animali ha trovato nel canile un «detenuto» che corrispondeva alla descrizione di Patches, e che presto sarebbe stato eliminato perchè nessuno lo reclamava. E seguendo le istruzioni dei familiari ha intonato «Happy Birthday». «Ho cominciato a cantare e dapprima aveva uno sguardo triste e lontano negli occhi, come se stesse pensando a qualcosa, a qualcuno che mancava», ha detto il volontario, Kaye Grivec. «Poi ha alzato la testa e ha cominciato a cantare con me. è stato commovente».Maria Vassallo, figlia del defunto, ha raccontato che Patches trascorreva ore seduto in grembo al padrone che gli cantava le sue canzoni preferite, per lo più in italiano, e lo accompagnava con i suoi guaiti. «Quando avevano finito di cantare, papà gli diceva: bravo Patches, e lo rendeva felice», ha detto. «I duetti erano diventati una tradizione di famiglia. Quando era il compleanno di qualcuno, papà telefonava e insieme cantavano Happy Birthday».
IL GAZZETTINO TREVISO
23 LUGLIO 2011
Due cavalli fuggono da Bella Venezia ritrovati nel parco di Villa Caprera
Gabriele Zanchin
CASTELFRANCO (TV) - Al recinto di casa avevano preferito la bellissima Villa Caprera (nella foto) facendosi al galoppo tutta la zona Prai tra Castelfranco e Castello di Godego. i due "fuggiaschi" Sono stati trovati lì, tranquilli che brucavano l’erba all’interno dell’immenso parco di Villa Caprera a Godego un pony ed un cavallino fuggiti dal loro recinto presso un’abitazione in via Ponte di Legno a Bella Venezia di Castelfranco. Ad accorgersi dei nuovi “ospiti” è stato il proprietario di Villa Caprera che già all’interno del parco ospita un piccolo e curatissimo zoo per la felicità dei bambini. Vista la situazione ha chiamato i vigili del fuoco che sono arrivati insieme ai veterinari dell’Usl ed agli agenti di polizia municipale.I pompieri hanno atteso che il pony ed il cavallino, che nel frattempo passavano da un angolo e l’altro del parco "increduli" di cotanto benessere, si sistemassero in una zona adeguata alla cattura. Poi con una corda hanno segnato un recinto bloccando all’interno i due animali. Che “non hanno opposto resistenza” anzi, tutto sommato si sono lasciati prendere e caricare sul camion per essere riconsegnati al legittimo proprietario il quale nel frattempo si era finalmente accorto della sparizione e aveva segnalato la loro assenza. L’operazione di recupero, condotta con grande professionalità, è durata un paio d’ore: iniziata alle 11 del mattino è terminata con successo intorno alle 13.
IL PICCOLO
23 LUGLIO 2011
Giallo in scuderia, altri due lipizzani morti
LIPIZZA (Slovenia) - Nuove morti sospette di cavalli nella scuderia di Lipizza, come conseguenza della stessa sindrome colica che aveva colpito alcuni animali nel mese di marzo. Questa volta si sono ammalati cinque lipizzani: due sono morti, tre stanno migliorando. La direzione delle scuderie ha informato dell'accaduto tutte le autorità competenti, dunque Ispettorato veterinario e polizia. Non si esclude infatti che possa trattarsi di un atto di sabotaggio, anche se il sistema di monitoraggio della scuderia e di controllo degli alimenti è molto rigoroso, specie dopo il decesso di quattro cavalli alcuni mesi fa. «Spero che questa volta riusciremo a capire perché capitano queste cose» ha commentato il direttore delle Scuderie Toni Rumpf. A volte capita, tra i cavalli, che si verifichino morti difficilmente spiegabili, ma la frequenza di questo fenomeno a Lipizza è prooccupante. Casi analoghi si erano verificati nel 2003 (17 animali malati, 2 morti), nel 2008 (15 cavalli malati, 2 morti) e, ultimo nell'ordine di tempo, nel marzo di quest'anno, quando si ammalarono 12 cavalli e ne morirono quattro. Già alcuni mesi fa la direzione della Scuderia ha irrigidito i controlli del mangime per cavalli, ma non è escluso che tra gli alimenti siano finite per errore anche delle erbe velenose. Per gli animali morti in marzo è stato appurato che si è trattato di avvelenamento, ma gli esperti non sono ancora in caso di dire se si sia trattato di un errore casuale nella preparazione del mangime o di un atto voluto di sabotaggio. Ora, ad ogni modo, è stata aumentata la sorveglianza, anche con l'utilizzo di videocamere. A Lipizza ci sono attualmente 350 cavalli, e tutti sono sottoposti al medesimo regime alimentare. Quest'ultimo spiacevole episodio non dovrebbe comunque avere alcuna influenza negativa sulle visite turistiche. Le Scuderie, anzi, segnano un trend positivo e un aumento del numero dei visitatori rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Il dottor Franc Habe esperto di cavalli e che ha anche collaborato con le Scuderie di Lipizza, parlando con il quotidiano sloveno Dnevnik, pensa comunque a una sorta di sabotaggio. «Ritengo che la gente a Lipizza sia stufa di aver avuto negli ultimi vent’anni ben 12 direttori e ciascuno di questi che arriva introduce una nuova disciplina, ma chi vi lavore di tutto questo non ricava nulla».
IL TIRRENO
23 LUGLIO 2011
Scambiano i cavalli, scoperti
GROSSETO - Hanno provato a sostituire il cavallo prima che entrasse in pista, proprio come Gigi Proietti ed Enrico Montesano in “Febbre da cavallo”. Ma la “Mandrakata” messa in scena mercoledì sera al Casalone di Grosseto è stata sventata dall’occhio esperto dei veterinari che si sono accorti del tentativo di raggiro: il cavallo è stato dunque ritirato dalla corsa.
Il “Soldatino” in questione, come il cavallo del film, si chiama Pulsar, mezzosangue di tre anni, dato partente nella seconda corsa di mercoledì scorso al Casalone. Programma alla mano, in sella c’è Simone Mereu e l’allenatore è Michele Marceddu. Pulsar è il numero 11, la corsa, premio Giacomo De Rham, è sulla distanza di 1.750 metri. Ma c’è qualcuno che ha provato a truccare la corsa e a presentare in pista un altro concorrente. Qualcuno abile che conosce il mondo dei cavalli: infatti, gli animali che entrano nelle scuderie di un ippodromo sono muniti di un passaporto nominale e di un microchip inserito sottopelle all’altezza del collo. E chiunque abbia tentato di truffare la corsa, sostituendo il cavallo, conosceva tutti questi aspetti. Infatti il codice del chip era esatto e il passaporto sembrava, a prima vista, in regola. «È stato fatto a regola d’arte. Non è facile riconoscere manomissioni» dice uno dei veterinari che mercoledì era di turno al Casalone. Già, perchè all’occhio attento e allenato dei dottori non sono sfuggiti alcuni piccoli dettagli nel passaporto che hanno fatto sorgere qualche dubbio, prima dell’inizio delle corse. I veterinari, accortisi del trucco, hanno così richiesto all’Unire (l’ente di riferimento dell’ippica) la scheda tecnica segnaletica di Pulsar, in cui sono indicati tutti i suoi aspetti fisici. E con la scheda in una mano e il cavallo di fronte, i dottori hanno riscontrato diverse incongruenze. Quello non era Pulsar, chi fosse ancora non si sa: sono tuttora in corso gli esami del dna per capire l’identità dell’animale. L’Unire ha emanato la pena massima nei confronti dell’allenatore Marceddu, con oltre 3.000 euro di multa e deferimento. Altrettanto tempestiva è stata la denuncia ai carabinieri di Grosseto circa l’accaduto, che hanno aperto un’indagine. Gli inquirenti però si sono trovati davanti un ostacolo nelle loro ricerche. Il nome di Pulsar è stato cancellato dalla corsa prima dell’inizio del convegno, ma l’indagine sarebbe stata favorita se il cavallo avesse corso, così da ripercorrere i tracciati delle scommesse fatte su di lui e risalire agli artefici della moderna “Mandrakata”.
MODENA QUI
23 LUGLIO 2011
Un avvocato per gli amici a quattro zampe
Elisa Vaccari, penalista, segue i casi di maltrattamento
Modena - E’ ormai estate inoltrata.Tempo di vacanza, di gite fuori porta e relax. Ma molte volte, purtroppo, gli animali domestici ne pagano le conseguenze.
C’è chi li abbandona a ridosso di un autogrill in autostrada, chi lo fa approfittando di una ‘passeggiata’ in campagna e così l’amico fedele dell’uomo viene tradito per sempre dal suo padrone.Sono storie che non si vorrebbero mai leggere, storie che oggi dopo tante battaglie per i diritti degli animali, la legge punisce con pesanti sanzioni amministrative e, a volte con la reclusione.Ma, secondo quanto sostiene chi si occupa da vicino dei nostri amici a quattro zampe la sola regolamentazione penale non basta, occorre raggiungere una ‘coscienza matura’ per comprendere che maltrattare e, nel peggiore dei casi, uccidere un animale è un vero e proprio crimine, un affronto alla natura, prima ancora che al diritto. E oltre al maltrattamento, le questioni su cui l’attenzione della legge e delle associazioni animaliste fortunatamente non calano, sono la custodia e la cura dell’animale stesso, che deve avvenire nei limiti dei diritti della natura etologica. Anche di questi aspetti e di tutto ciò che riguarda la tutela degli animali si occupa Elisa Vaccari, avvocato penalista di Modena che di recente ha seguito diversi procedimenti penali. In estate la cronaca rendiconta un aumento allarmante dei maltrattamenti nei confronti degli animali, al di là di questa conferma oggi cosa rischia chi commette queste ingiustizie nei confronti dei poveri malcapitati? «L’estate è da sempre un momento che bene si coniuga con le vacanze, ma non per gli esseri a quattro zampe, che molte volte invece vengono abbandonati. E i loro padroni non hanno ancora capito che questo è un reato penalmente perseguibile. Il codice penale prevede, infatti, punizioni abbastanza importanti dalla multa alla reclusione. Il legislatore ha deciso recentemente un inasprimento delle pene. Così, oggi, per il maltrattamento e l’uccisione degli animali si rischia il carcere più la multa. Sono piccole differenze che però garantiscono l’abbinamento della reclusione a multe di diverse migliaia di euro». Da quanto tempo sono in vigore queste nuove procedure penali? «Sono entrate in vigore in base alla legge 20 del luglio 2004, la numero 189 che tratta di disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate. Una norma che prevede l’aumento delle fattispecie dei reati previsti, oltre che delle sanzioni punitive. Rischia tanto chi maltratta gli animali, chi li uccide, ma anche chi organizza scommesse clandestine, o utilizza animali in manifestazioni creando delitti nel senso metaforico contro ‘il sentimento degli animali’. Proprio per questo è stato riconosciuto come un reato il farne uso improprio durante delle manifestazioni, per volontà del legislatore che ha soddisfatto il bisogno di dar voce a questa sensibilità». Non è di tanto tempo fa la notizia di un sequestro, proprio sul territorio modenese, di un laboratorio in cui si usavano animali per testare esperimenti. La legge per questo cosa prevede? «Per questi reati molto gravi sono previsti sia il sequestro, sia la confisca degli stessi animali maltrattati e possono essere affidati alle associazioni che sul territorio si occupano proprio della tutela e della salvaguardia immediata dei malcapitati. Questi procedimenti sono un’arma in più nelle mani della polizia giudiziaria» . Com’è la situazione quantitativa dei reati? Sono aumentati? «Non possiamo saperlo di preciso perchè fino a poco tempo fa molti di questi passavano in secondo piano e non venivano presi in considerazione, oggi c’è molta più sensibilità, ci sono molte denunce fatte da chi assiste al maltrattamento o alle sevizie imposte a un animale e le denunce sono visibilmente aumentate. La soglia dell’attenzione della gente comune, fortunatamente è quella che ora fa la differenza». Quali sono stati i casi più gravi a Modena? «Ricordo di aver trattato il caso di un animale morto per i continui maltrattamenti e l’incuria del suo padrone. E’ stato possibile rintracciare l’uomo grazie, appunto alla sensibilità cittadina che ha denunciato il caso. E lo stesso accade, per esempio, per lo sterminio di intere colonie feline. Anche questa è una consuetudine perché i gatti vivono in modo diverso e libero, ora però è difficile farla franca per questi padroni». Più sensibilità e leggi più severe. Quali sono i risultati? «Innanzitutto grazie a questa maggiore attenzione, nascono i processi, non c’è più l’impunità assoluta, e nel 99% dei casi chi commette questi ‘crimini’ viene identificato, presentato davanti all’ autorità giudiziaria, e per diversi reati oltre a pagare la multa è, come abbiamo già detto, arrestato. E le multe possono arrivare anche a 60mila euro». Chi per esempio chiude in macchina il proprio cane, causandone per il troppo caldo, l’inevitabile morte, cosa rischia? «Rischia fino a tre mesi di reclusione in abbinamento a una multa dai 5mila ai 16mila euro. Chi ha un animale, di qualsiasi genere e razza, deve ben sapere che va accudito e prestare attenzione anche al fatto che ‘il troppo caldo’ in una macchina può essere fatale per un cucciolo rinchiuso». Per legge, ora è obbligatorio per ogni cane che si possiede, installargli o meglio inoculargli un microchip. E’un buon deterrente per gli abbandoni? «Assolutamente, permette l’immediata identificazione del proprietario, anche a distanza di tempo. E’ capitato, per esempio, che sono stati ritrovati alcuni resti di cani in stato avanzato di decomposizione, ma grazie al microchi abbiamo senza alcun problema identificato il padrone e abbiamo provveduto a procedere nei termini previsti dalla legge». Oggi molte persone sono più attente a quello che accade agli animali, ma quante sono quelle che invece li seviziano? «Purtroppo sono ancora tanti questi ‘criminali’, spero per questo che prenda forma nel tempo una coscienza più matura per evitare questi episodi». Ultimamente è diventata una tendenza il commercio di animali provenienti dall’estero, specificatamente dall’Est. Cosa ne pensa? «Effettivamente è un fenomeno in crescita, le forze dell’ordine giornalmente sono impiegate per il controllo sull’importazione illegale degli animali dall’estero, soprattutto, appunto dall’Est. Quello che bisogna ricordare è che oltre ad essere una sofferenza per gli animali stessi, è messa a repentaglio anche la sicurezza della salute pubblica. Arrivano in Italia animali malati e non vaccinati in base alle normative vigenti nel nostro Stato, così il pericolo è maggiore perchè è su due fronti. Inoltre se c’è un bambino in casa è ancora peggio: al pericolo di malattie si aggiunge la delusione per l’animale importartato ammalato, che purtroppo muore. Ed è anche un ‘danno’ psicologico. Si investe su un cucciolo importato per comprarlo di razza, perchè in Italia, in un allevamento altrimenti costerebbe tanto di più, ma non si pensa alla provenienza. Sono riflessioni da non sottovalutare». Oggi la legge salvaguarda anche quegli animali a cui, per partecipare a mostre canine ed essere più ‘ appetibili’ per il concorso di bellezza, venivano tagliate le orecchie e la coda. E’ un altro passo in avanti? «Indubbiamente sì, il cane va tenuto così com’è perché altrimenti quello a cui lo si sottopone, altera la sua natura etologica. Tutto ciò che influisce in senso contrario all’etologia, alla sensibilità e alla salute dell’animale è per il codice penale severamente vietato». Va detto, però, che c’è n’è praticamente per tutti i gusti anche sul come ben accudire gli animali, l’ultima moda ha portato all’apertura di cliniche per psicologi degli animali. E’ giusto questo tipo di attenzione? «Sinceramente e bonariamente, questa ‘trovata’ mi fa sorridere. Teoricamente gli animali dovrebbero contribuire ad abbassare le nevrosi di noi essere umani. E’ infatti solitamente più facile il contrario, cioè che l’animale aiuti noi a superare le nevrosi e non che ne risenta, comunque al di là della battuta, tutto quello che è fatto per la salute dell’animale è un bene, ma non bisogna esagerare». Passiamo ora ad un altro punto regolamentato dal codice penale. Le razze canine classificate come pericolose, devono portare obbligatoriamente museruola e guinzaglio, anche per la custodia c’è quindi maggiore attenzione? «Quella che è stata messa in campo, è un tipo di tutela avanzata, il saper custodire un animale è tutelare la società e le persone. Va poi detto che ci sono razze non pericolose in sé ma che, a mio avviso, lo diventano per l’educazione che gli viene data. Certo però il proprietario di un Doberman o Rottweiler, deve cercare di tutelare se stesso, il cane e le altre persone , se vuole lasciarlo libero, deve farlo dove è possibile ma si deve tenere a mente particolari accortezze da mantenere. E’ giusto che ciascuno di noi abbia delle regole». E cosa ci dice invece, delle regole vigenti per il trasporto degli animali dall’estero? «Bisogna stare molto attenti, specie per le specie protette perché hanno legislazioni apposite, ma c’è soprattutto un limite alle importazioni, per questo, infatti, i controlli sanitari sono molto rigidi sia per il bene dei cittadini, sia dell’animale stesso come ho già detto. Ci sono animali che non sono nati per essere animali domestici ed è giusto, appunto, rispettare la loro natura». In Estate, purtoppo, come abbiamo potuto approfondire, molti animali nella ‘foga’ della vacanza, vengono abbandonati, a Natale invece c’è una controtendenza, aumentano gli acquisti degli stessi per i regali addirittura via internet. Cosa consiglia di fare? «Mi è capitato di vedere e sentire di questa moda, chi acquista un animale però deve prestare attenzione, a maggior ragione on line. E’ molto meglio rivolgersi ad un allevamento, lì si possono avere tutte le informazioni che contano sull’animale, e qualche ‘magagna’ passatemi il termine, solitamente c’è. Se poi questa scelta è dettata dalla condizione economica, perchè gli animali di razza hanno un determinato costo, va ricordato che sul notro territorio, in provincia ci sono molti canili che lavorano bene e adottando uno di quei cuccioli si hanno molte più certezze rispetto ad un acquisto on-line, oltre a fare qualcosa di ‘ buono’ per l’animale stesso». Abbiamo parlato di maltrattamento degli animali, delle norme che ne regolamentano la punizione, e delle ‘ultime mode’, concludiamo ora con una battuta sulla caccia. Qual’è lo stato dell’arte? «Quello della caccia, è del tutto un altro ambito. E’ consentita in periodi autorizzati e a persone autorizzate. C’è da ricordare che è consentita per le specie non tutelate e per i ‘furbi’ che non mancano mai, ci sono sempre più controlli. La stagione venatoria infatti va detto che è super controllata, si può cacciare ma con determinate regole, il bracconaggio, per esempio, per i casi che ho seguito con la mia stretta esperienza, a Modena è punito rigorosamente».
VIA EMILIA NET
23 LUGLIO 2011
Salvata una tartaruga rosa
Dopo il riccio albino, ecco la tartaruga rosa. Dopo Bomporto, ecco Soliera. La provincia si conferma luogo di ritrovamento di animali esotici.
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di Luca Sgarbi
Soliera (MO) - Fossimo nel mondo dell’animazione, non avremmo dubbi e ci ritroveremmo a dire con assoluta certezza: “la Pantera rosa deve essere passata da Soliera. Per forza…” E invece, visto che viviamo nel mondo reale, non c’entra Blake Edwards, niente Pantera Rosa, ma tartaruga rosa. Che fa il paio col riccio albino, permettendo a Modena di diventare la capitale estiva dei ritrovamenti di animali fuori posto. Già perché la nostra tartaruga palustre è di origine asiatica ed è proprio rosa, anche se non è la sola particolarità. E’ definita pure a scatola perché in caso di pericolo si può richiudere ermeticamente abbassando la basculante del portone di casa, pardon muovere il piastrone, cioè la parte inferiore della corazza, e sigillarsi. La tartaruga rosa numero uno trovata nel modenese è stata rinvenuta a Soliera lungo una strada da una ragazza che l’ha portata al Centro Fauna Selvatica “Il Pettirosso”, dove per qualche giorno s’è brancolato nel buio circa l’identificazione, quasi fosse davvero un personaggio sbucato nella realtà direttamente dalla pellicola. I volontari del Centro, però, hanno avvertito la Guardia Forestale che ha svelato il mistero. Tartaruga Rosa asiatica detta “a scatola”, ma non date la colpa del suo abbandono alla Pantera Rosa. Non sbuca da Hollywood, ma più probabilmente dalla casa di qualche sciagurato modenese annoiato da un animale inizialmente grande come un francobollo e poi divenuto meno gestibile.
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